La bussola
d’oro è il film fantasy del 2007 diretto
da Chris Weitz e con
protagonisti Dakota Blue Richards (Lyra Bevacqua),
Daniel Craig (Lord Asriel),
Nicole Kidman (Marisa Coulter), Eva
Green (Serafina Pekkala), Sam Elliott
(Lee Scoresby), Christopher Lee (capo del
Magisterium), Tom Courtenay (Fader Cortam), Derek
Jacobi (Fra Pavel)
La bussola d’oro,
la trama

Ci sono infiniti mondi e dimensioni
parallele, oltre a quella sotto gli occhi di tutti: in una di
queste, molto simile alla Terra di fine Ottocento ma con più
tecnologia, sia pure mescolata con la magia, gli esseri umani hanno
la loro anima incarnata nel Daimon, un animale che li accompagna
fin dall’infanzia, cambiando forma fino a raggiungerne una
definitiva.
Lyra, una bambina di oscure origini
che vive nel Jordan College della Oxford di quel luogo, scopre
l’esistenza della Polvere, una sostanza misteriosa che il
Magisterium, l’organo di dominazione del suo mondo, ritiene
l’origine del peccato. La ragazzina è costretta a fuggire dopo
l’interesse nei suoi confronti dimostrato dalla misteriosa ed
ambigua Marisa Coulter, e parte per un viaggio per svelare il
mistero del suo mondo e di altri mondi. Le saranno accanto un orso
guerriero in armatura, uno scienziato, i Gyziani, popolo nomade e
spesso perseguitato, la strega Serafina Pekkala e forse suo zio
lord Asriel, anche lui interessato ai poteri della Polvere.
La bussola d’oro
Analisi
La crisi economica
del 2008 ha bloccato, ormai c’è dire praticamente a tempo
indeterminato, le possibilità di avere al cinema i due seguiti de
La bussola d’oro, dal primo romanzo della trilogia di
Philipp Pullman Queste oscure materie. Del resto, gli
incassi non erano stati esaltanti, forse anche a causa delle
polemiche di numerose associazioni religiose sui contenuti della
storia, ma anche perché il fantasy, genere trionfante al cinema
grazie ad Harry
Potter e a
Il signore degli anelli non è
riuscito poi a trovare, nel vasto panorama della narrativa
fantastica degli ultimi decenni, spesso di ottima qualità, degni
sostituti.
C’è da dire peccato, perché, oltre
al valore intrinseco della saga di Pullman, da leggere sia per i
ragazzi ma anche e soprattutto per gli adulti come inno alla
tolleranza, alla libertà e come baluardo oltre ogni forma di
oscurantismo, La bussola d’oro al cinema
aveva dalla sua molti punti di forza e di interesse, anche se ha
pesato sui fan la scelta non felice di chiudere il film in maniera
diversa rispetto al libro, in cui veniva svelato il rapporto tra
Asriel e Marisa e in cui Lyra si avviava verso nuove avventure.
La realizzazione del mondo di Lyra,
così simile e così lontano dal nostro, in cui convergono
suggestioni di tanta letteratura per ragazzi,
Jules Verne in testa, è impeccabile, e la
computer graphic, pur presente, non è ridondante ma al servizio
della storia, e dona begli scenari e il personaggio di Iorek
Byrnison, l’orso guerriero.
Ne La bussola
d’oro il cast è ottimo, e se la giovane
Dakota Blue Richards può candidarsi già a volto
interessante del cinema futuro, se Daniel Craig e Nicole
Kidman si confermano solidi ed affascinanti
professionisti, meritano una menzione speciale la strega quasi
eterna e conturbante della figlia d’arte Eva
Green, una delle più interessanti interpreti del cinema
degli ultimi anni non sempre in ruoli all’altezza, e il veterano
del cinema anni Sessanta Tom Courtenay (era il
marito bolscevico di Lara ne Il dottor
Zivago e il militare che inchiodava il generale
serial killer ne La notte dei generali)
come scienziato alla Verne e amore invecchiato della strega.
La trama deLa
bussola d’oro è avvincente, la metafora del
Magisterium come Chiesa è un po’ edulcorata rispetto al romanzo ma
funziona lo stesso, i Daimon portano simpatia e tenerezza e la
scena in cui si cerca con l’intercisione di separare i bambini dai
loro Daimon è semplicemente terrificante.
Cercare di capire perché il tutto
non ha funzionato non è facile: i costi erano alti, in tempi di
crisi si preferisce non rischiare, forse la storia non è così
facile e commerciale, e forse non si volevano infastidire troppo
certe istituzioni, e tutte queste componenti hanno privato gli
appassionati della saga letteraria di uno sviluppo al cinema, senza
il personaggio fondamentale di Will, vero compagno di Lyra nella
sua avventura, e senza gli sviluppi ulteriori di una vicenda che si
distingue per la sua originalità e per il suo scegliere di non
essere consolatoria come tanta letteratura fantastica, soprattutto
quella destinata ad un pubblico di ragazzi.
La bussola
d’oro è comunque un film da avere e da guardare, sia
per gli appassionati del genere che per chi ama le belle storie,
con accanto i libri che spiegano come il tutto andrà a finire
davvero.