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Scott Pilgrim vs. the World: recensione del film di Edgar Wright

film adolescenziali

Scott Pilgrim vs. the World è il film del 2010 diretto da Edgar Wright ed interpretato da Michael Cera. Il film è basato sul fumetto Scott Pilgrim, creato da Bryan Lee O’Malley. Scott Pilgrim, bassista adolescente, si innamora della bella Ramona Flowers, quello che non sa è che per poter star con lei dovrà sconfiggere i suoi sette agguerriti ex fidanzati.

Il regista de L’alba dei morti dementi e Hot Fuzz ritorna in sala con questo brillante film dal genere non definito, girato come un videogame con tanto di combattimenti alla Street Fighter e altre decine di riferimenti al mondo dei videogiochi, si dimostra da subito fresco e molto divertente. Protagonista della pellicola è Michael Cera, giovane canadese salito alla ribalta dopo Juno dove interpretava il compagno di scuola con cui Ellen Page aveva concepito il suo bambino, e che poi è stato avvistato in altre commedie apprezzabili come Nick & Norah e Suxbad.

Come nei precedenti lavori di Cera si ritrova con un personaggio come quello di Scott Pilgrim perfetto per lui e questo fa sì che non sfiguri mai per tutta la storia.  Nel ruolo di Ramona Flowers invece troviamo Mary Elizabeth Winstead già vista in A prova di morte di Quentin Tarantino, Die Hard 4 e Final Destination 3 e in quello dell’amico Wallace il fratello minore di Macaulay, Kieran Culkin.

Scott Pilgrim vs. the World, a metà strada tra sogno romantico e videogiochi

Scott Pilgrim vs. the WorldIl cast di Scott Pilgrim vs. the World è poi completato da altri nomi di rilievo, tre dei sette fidanzati, sono interpretati dalla “torcia umana” Chris Evans, da “Superman” Brandon Routh e da “Jack Whitman” Jason Schwartzman, inoltre camei interessanti per Clifton Collins Jr. e Thomas Jane. Il film è basato sull’omonimo fumetto scritto da Bryan Lee O’Malley, ed è molto caratterizzato e di difficile comparazione con altre opere, anche se stilisticamente ricorda i vecchi film a tecnica mista Chi ha incastrato Roger Rabbit ? e Fuga dal mondo dei sogni, sebbene qua l’animazione sia utilizzata diversamente.

Per chi ha visto gli altri film di Edgar Wright, con spesso protagonista il divertente Simon Pegg, questo piacerà sicuramente in quanto esprime una maggiore maturità e un minore livello di “demenzialità” che aveva contraddistinto il regista finora. Non mancano comunque le sequenza divertenti e questo permette uno scorrimento disinvolto del film in modo da non annoiare anche lo spettatore più esigente.

 
 

Box Office ITA: esordio straordinario per Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1

Esordio straordinario per Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1, che si impone senza difficoltà al botteghino italiano. Ottimo debutto per Saw 3D e discreto Un marito di troppo, mentre le altre new entry non si piazzano neppure nella top10.

Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 conquista come prevedibile la vetta della classifica italiana dei film più visti del weekend, con una cifra che si avvicina alle previsioni: ben 7,4 milioni di euro nei tre giorni. Evidentemente i fan si sono subito precipitati al cinema per porre fine all’estenuante attesa del film. Per il penultimo capitolo della saga si può prevedere un risultato finale intorno ai 20 milioni complessivi, e di certo il passaparola fa ben sperare.

Ottimo esordio al secondo posto per Saw 3D, che raccoglie 2,4 milioni da mercoledì a domenica. Segue Maschi contro Femmine, arrivato a 12,5 milioni con altri 855.000 euro. Quarto posto per The Social Network, che ottiene altri 573.000 euro per un totale di 1,7 milioni. Dietro la pellicola di David Fincher troviamo Benvenuti al Sud, che con altri 549.000 euro abbatte l’incredible somma di 28,5 milioni!

Un marito di troppo, commedia romantica di deposito, esordisce al sesto posto con 505.000 euro, ed è seguito da altre due commedie, Ti presento un amico (452.000 euro) e Stanno tutti bene (434.000 euro), giunti rispettivamente a 1,5 e 1,1 milioni. Nono posto per Unstoppable – Fuori controllo, che supera il milione totale con altri 310.000 euro, mentre Devil (293.000 euro) chiude la top10 ottenendo un totale analogo.

 
 

Park Chan-wook dirigerà Carey Mulligan e Jodie Foster

jodie fosterA giugno si era già parlato di Stoker, un film drammatico scritto dal protagonista di Prison Break, Wentworth Miller. All’epoca, la giovane attrice Carey Mulligan era entrata nel cast  e Jodie Foster era in trattative per prender parte al progetto, mentre Ridley Scott veniva dato come probabile regista.

 
 

Malin Akerman sostituisce Lindsay Lohan

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I problemi di droga di Lindsay Lohan stanno compomettendo da mesi la lavorazione di Inferno, il biopic della celebre pornostar Linda Lovelace, l’attrice è stata infatti scritturata tempo fa dal regista Matther Wilder come protagonista.

 
 

Record Harry Potter e i doni della morte – 300 milioni nel mondo

125 i milioni di dollari incassati da Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 negli USA: il miglior weekend d’esordio dell’intera saga, cui si aggiungono 205 milioni nel resto del mondo.

Dopo l’ottimo esordio di venerdì, quando il film aveva incassato 61 milioni di dollari, aveva fatto pensare che il risultato finale potesse superare i 130 milioni, ma sabato la pellicola ha perso il 37%, e domenica ha perso un altro 32%. I 125 milioni sono comunque un risultato superiore alle aspettative pre-release, e un enorme incremento rispetto all’esordio del sesto episodio, che aveva aperto con 77 milioni. Si tratta a tutti gli effetti del miglior esordio della saga, risultato che potrebbe addirittura migliorare con la seconda parte, in arrivo a luglio 2011. Secondo le stime, Harry Potter e i Doni della Morte: Parte I potrebbe chiudere con più di 400 milioni di dollari negli Stati Uniti, cercando di battere i 415 milioni di Toy Story 3.

Fonte: IMDB

 
 

I 15 documentari che concorreranno per le nomination agli Oscar

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E’ uscita la shortlist di quindici documentari che cercheranno di ottenere la candidatura agli Academy Awards. Tra i documentari presenti ci sono naturalmente i titoli più acclamati dell’anno,  Client 9, Gasland, Exit Through the gift shop, Waiting for Superman, Inside Job e The Tillman Story,

 

 
 

La donna della mia vita, il cast racconta il film

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Un film, o meglio una commedia, che parla di famiglia. Una madre forse troppo protettiva e che con le sue scelte ha condizionato anche la vita dei propri figli. Alla conferenza stampa di “La donna della mia vita” oltre a Stefania Sandrelli, che interpreta la madre Alba nel film, c’era quasi tutta la famiglia. I due figli, Luca Argentero e Alessandro Gassman; la donna della loro vita, Valentina Lodovini; e il padre Giorgio Colangeli.

 
 

The Dark Knight Rises: conferme da Michael Caine

The Dark Knight Rises

L’attore britannico ha affermato ad Empire di aver parlato con la produttrice Emma Thomas e con il regista per The Dark Knight Rises: Emma, la produttrice, ha detto che avremo lo script a gennaio. Christopher ha detto: script a gennaio, inizio delle riprese a maggio, fine a novembre.

Ciò significherebbe circa 6-7 mesi di riprese e 8 mesi di post-produzione per il film, dunque trattamento analogo a quello riservato a Il Cavaliere Oscuro. Sembra che fino ad allora dunque i membri confermati nel cast rimarranno all’oscuro dei dettagli della trama, come per esempio chi interpreterà Tom Hardy.

Aggiunge Caine: “Christopher è la persona più riservata del mondo, non vi dirà nulla. ” The Dark Knight Rises uscirà il 20 luglio 2012. Altre informazioni sullo speciale del film. The Dark knight Rises

 
 

The Dark Knight Rises: conferme da Michael Caine

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Il teaser trailer di Qualunquemente

Dopo i teaser poster, ecco arrivare il teaser trailer di Qualunquemente, il film debutto cinematografico di Cetto La Qualunque, personaggio comico creato da Antonio Albanese, che approderà al cinema nel 2011!

Scritto da Albanese, Manfredonia e Piero Guerrera, il film è stato girato la scorsa estate tra Roma e la Calabria. Nel cast, oltre ad Albanese, anche Sergio Rubini, Luigi Maria Burruano e Antonio Gerardi.

Uscita il 21 Gennaio 2011

 
 

La donna della mia vita: recensione del film

La donna della mia vita

Una commedia solitamente regge la sua struttura su i suoi personaggi. Se nell’epoca classica erano le maschere a identificarli, e gli stereotipi  poi adottati dalla commedia dell’arte, oggigiorno sono anche gli attori a fare da pilastro. Certo quando Cristina Comencini ha deciso di scrivere un soggetto esclusivamente adattato per Luca Argentero e Alessandro Gassman, avrà pensato a ciò che dei due l’avrà colpita in apparenza: il bravo ragazzo e, come si è definito ironicamente lo stesso Gassman in conferenza stampa, il “fio de na mignotta”. Da qui nasce La donna della mia vita, dove vediamo due fratelli, che sembrano combinarsi come lo ying e lo yang, contendersi la stessa donna, ovvero la bella Valentina Lodovini. Leo incontra finalmente la donna che crede essere quella della sua vita, dopo una storia sbagliata dove aveva tentato il suicidio ( con le pillole per la menopausa della madre). Ma Sara è anche l’ex amante del fratello “stronzo”. La chiave del gioco starà nel capire quale delle due storie sia quella sbagliata, quella attraverso la quale finalmente Sara troverà finalmente l’uomo giusto.

E fin qui la commedia ci sta. Il guaio però a volte è scegliere l’attore, ricamarci sopra il personaggio e poi lasciare tenere le redini ad un regista dalle mani poco virili. Così Luca Argentero, che nel film è il fratellino buono e gentile, che si pigliava sempre le botte da piccolo, fa sfoggio soltanto di espressioni ebeti e poco convincenti, che magari su un palcoscenico teatrale non avrebbero stonato, ma sullo schermo sì.

La donna della mia vita

Il suo personaggio poi subisce un’evoluzione quasi repentina, dove poco ci si sofferma sul cambiamento interiore, e lo vediamo soltanto passare dalla figura di un perdente a quella di un donnaiolo, sempre con la coscienza e la consapevolezza di un ragazzino di quindici anni. Se la cava sicuramente meglio Gassman, il cui ruolo è quello del fratello medico quarantenne piuttosto piacente, che tradisce la moglie con disinvoltura. Anche il suo personaggio evolve, ma non si lascia trasportare dal cambio di espressione, la sua è una trasformazione più lenta e forse più matura.

Al centro di tutto, oltre ad esserci Valentina Lodovini, nel ruolo di Sara, fidanzata ed ex-amante, c’è la madre Alba. E che madre. Perché per questo ruolo la Comencini ha voluto Stefania Sandrelli, che incarna il ruolo di moglie e madre piuttosto invadente. Una donna che nella vita ha fatto di tutto per i propri figli, che ha avuto da due diversi mariti. Il suo secondo e attuale marito, interpretato da Giorgio Colangeli, spicca forse più degli altri personaggi, regalandoci una comicità cinica e discreta.

Peccato davvero per la regia, Luca Lucini (Tre metri sopra il cielo, Bianco e Nero, Oggi Sposi) come ha ricordato poi in conferenza stampa, ha voluto essere il “meno invadente possibile”. Fatto che per un regista è piuttosto raro, a meno che appunto non si voglia lasciare troppo spazio agli attori sulla scena, o a meno che lo stesso regista sia in realtà privo delle giuste qualità e di un minimo di savoir faire. Le inquadrature sono fisse, con angolature che non variano molto e anche le luci non assumo tagli particolari.

Le musiche affidate a Giuliano Taviani e Carmelo Travia, variano molto e creano in maniera coerente le atmosfere di sottofondo delle scene. Sono stati ideate infatti tre diverse arie per sottolineare i tre personaggi principali: la madre e i due figli.Le musiche sono state  poi eseguite dall’orchestra sinfonica di Praga. La sceneggiatura, così intricata nell’esposizione delle relazioni di questa famiglia è ben scritta, i personaggi sono definiti e alcuni dialoghi rivelano un certo sottile umorismo. Non si distacca però dall’essere un’ordinaria commedia della borghesia milanese, moderna sì ma non troppo.

 
 

I Fiori di Kirkuk: recensione del film Fariborz Kamkari

I Fiori di Kirkuk recensione

I Fiori di Kirkuk – Siamo nell’Iraq di fine anni ’80, alla vigilia della Prima Guerra del Golfo, quando il Regime di Saddam Hussein compiva varie nefandezze e ingiustizie, tra cui il genocidio del popolo curdo. In questo tetro scenario si muove Najla, irachena tornata dall’Italia dove si è laureata in Medicina, con l’intento di ritrovare un amore perso: Sherko, medico curdo rientrato in Patria per dare il proprio contributo nella drammatica guerra civile ed etnica in corso.

I Fiori di Kirkuk

Najla però deve affrontare molti ostacoli, dovuti soprattutto ad una società culturalmente arretrata e maschilista. Decide così di diventare guardia medica dell’esercito per poter raggiungere un duplice obiettivo: da un lato sostenere le forze ribelli curde tramite il proprio sostegno medico e dall’altro poter ritrovare Sherko, impegnato a Kirkuk.

I Fiori di Kirkuk regge su un impianto spesso utilizzato per raccontare gli svariati drammi offerti dalla storia dell’uomo, siano essi dovuti a guerre o a epidemie. Ovvero pone al centro della storia una giovane donna carica di ideali e voglia di cambiare il contesto sociale in cui vive, mossa dall’amore per il proprio popolo ma anche dall’amore per un uomo.

I Fiori di Kirkuk

Per queste caratteristiche, ma anche per il contesto mediorientale, la storia ricorda quella del film “Miral”, dove invece si racconta di una giovane afgana. Un lavoro quasi auto-biografico quello di Fariborz Kamkari, iraniano di etnia curda, al suo secondo lungometraggio avendo lavorato principalmente a corti o lavori per la Tv.

Il regista che si è formato e lavora in Italia, con questo film vuole infatti far conoscere al Mondo ciò che la sua gente ha subito in Iraq durante il Regime di Saddam. Non a caso, il film si apre con le immagini dei soldati americani che abbattono la statua del Rais. Soldati, agli occhi dei curdi (e forse solo ai loro occhi per motivi comunque comprensibili) veri eroi portatori di libertà. Le intenzioni originarie di Kamkari però vengono messe in secondo piano dalla figura ingombrante di Najla.

I Fiori di Kirkuk è un film che narra le gesta di una giovane donna coraggiosa e testarda, e non un lungometraggio che rende giustizia al popolo curdo.

 
 

Daniel Day Lewis darà il volto al Lincoln di Spielberg

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Secondo Variety, Daniel Day-Lewis sarà il protagonista del film diretto da Steven Spielberg sul 16esimo presidente degli Stati Uniti, Lincoln. La storia parlerà dello scontro che Lincoln ebbe con gli uomini del suo gabinetto nel percorso che portò all’abolizione della schiavitù e alla fine della guerra civile.

 
 

Dopo “Benvenuti al sud” tutti pazzi per Castellabate

Lo strepitoso successo di “Benvenuti al sud” nelle sale cinematografiche è cosa ormai nota. Il film, remake del lungometraggio francese “Giù al Nord” firmato Luca Miniero con l’esilarante duo Alessandro Siani–Claudio Bisio, ha superato i 27 milioni d’incasso totale, attestandosi al primo posto nella classifica del Box office di quest’anno.

Ma oltre a questo successo – in fondo anche inaspettato – al film è legato un altro successo molto curioso e al contempo positivo, legato al Comune che gli fa da scenario: Castellabate.
Perla di una meravigliosa collana qual è il Cilento, ma nel film punizione inizialmente mal digerita dal milanese doc Alberto (Claudio Bisio), Castellabate è diventata meta turistica molto ambita, anche d’inverno; stagione fino all’anno scorso “morta” con gli alberghi che restavano chiusi.
E ci sono prenotazioni già per la prossima estate.
Molti turisti, tra i quali anche settentrionali, vogliono vivere in prima persona quei luoghi dove la storia prende corpo: dai vicoletti al panorama mozzafiato sul mare. Fino alle richieste più assurde come visitare la Posta in cui lavorano i protagonisti del film (che di fatto però è finta), o fittare la casa di cui il direttore Alberto rompe i vetri giocando a pallone; prendendosi tanto di rimbrotto dal vigile urbano che già lo aveva multato in precedenza: «e chi putev esser…o milanes!».
Una notizia che, al di là degli aspetti più strambi, fa comunque piacere. Soprattutto in un periodo come questo in cui la Campania, in particolare Napoli, sta offrendo di nuovo una pessima immagine di sé con l’annosa questione dei rifiuti. Certo, un po’ rammarica il fatto che uno splendido posto come Castellabate diventi meta turistica ambita solo grazie ad una commedia. Ma per le ragioni di cui sopra, ben venga anche questo.

 
 

Harry Potter esistito veramente? .. trovata tomba!!

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Ramla è una città in Israele sconosciuta ai più, ma negli ultimi 5 anni la sua popolarità è aumentata in maniera esponenziale e tutto per una tomba. Non stiamo parlando però di una tomba qualunque, ma stiamo parlando della tomba di Harry Potter!

 
 

Uscite al Cinema 19 Novembre 2010

Harry_Potter_e_i_doni_della_morteHarry Potter e i doni della morte – Parte I: dopo la tragica morte del professor Silente le forze del male hanno preso il sopravvento nel mondo dei maghi, i Mangiamorte controllano ormai il Ministero della magia e Hogwarts. I giovani alunni della scuola non sanno cosa fare senza l’aiuto dei loro insegnanti, fortunatamente però Silente nel suo testamento ha lasciato qualcosa di prezioso ad Harry, Ron ed Hermione…

 
 

Poster internazionale per I viaggi di Gulliver

Gulliver

E’ online la locandina spagnola ufficiale di Fantastici Viaggi di Gullier, che mostra tutti i personaggi dell’adattamento (ambientato in tempi moderni) del romanzo di Jonathan Swift, robot gigante incluso.

 
 

Inizia il casting per il nuovo Superman

Il casting del nuovo film di Superman è appena iniziato! Lo annuncia Deadline e ci dice anche che il regista Zack Snyder e il produttore Christopher Nolan hanno iniziato a cercare l’attore che darà il volto alla nuova incarnazione del supereroe DC.

Il sito rivela che le riprese inizieranno ufficialmente a giugno 2011, e smentisce definitivamente il rumour che vedeva la produzione in cerca di un attore sui quarant’anni: gli attori che verranno vagliati, infatti, dovranno avere tra i 28 e i 32 anni. Soprattutto, dovranno essere volti nuovi, o attori televisivi che non sono ancora delle grandi star.

Un aspetto che dovremo tenere presente sarà proprio quello delle riprese estive: gli attori impegnati in serie televisive in partenza nell’autunno 2011, infatti, saranno impegnati nelle riprese delle stesse. Sembra poi escluso il ritorno di Brandon Routh, così come possiamo direttamente scartare Jon Hamm (il quale per primo rideva del rumour che girava ormai da qualche tempo). Deadline cita Ian Somerhalder di The Vampire Diaries, ma proprio le riprese della serie dovrebbero rendere improbabile una sua partecipazione.

 
 

Michael Hoffman per il remake di Gambit

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Il regista Michael Hoffman (The Last Station) ha firmato il contratto per dirigere il remake della commedia britannica Gambit del 1966, scritto dai fratelli Coen. Secondo Deadline, il progetto ha finalmente trovato i finanziamenti dalla Crime Scene Pictures, e si prevede di iniziare le riprese a Londra nel mese di maggio. Il casting dovrebbero iniziare a breve.

 
 

Valeria Golino, star internazionale

Valeria Golino
Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Valeria Golino – Amata dagli uomini, invidiata dalle donne per la sua indubbia bellezza, risultato di un felice incontro tra Italia e Grecia. Due occhi azzurri e profondi e quella voce roca, poco apprezzata in patria – dove è stata spesso doppiata – ma che le ha portato fortuna all’estero.

È Valeria Golino, nata a Napoli il 22 ottobre 1966 da padre italiano, insegnante, e madre greca, pittrice. Dopo un’infanzia trascorsa nel capoluogo campano, dove il nonno gestiva l’albergo “Bella Napoli”, quando i genitori si separano, si trasferisce ad Atene con la madre e il fratello, trascorrendo però in Campania le vacanze. Verso i 12-13 anni, un problema fisico le dà l’occasione di cominciare a varcare i confini europei: deve infatti sottoporsi a un intervento chirurgico a Chicago per una scoliosi. Qui, durante la convalescenza, impara l’inglese. A 15 anni si trasferisce a Roma dallo zio – il noto giornalista Enzo Golino, che in quegli anni è all’Espresso – per fare la modella. Proprio grazie alle frequentazioni dello zio, Valeria conosce Lina Wertmüller, che la dirigerà nel suo esordio cinematografico: Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da strada (1983). Si tratta di una commedia dai toni satirici, dove la giovane attrice interpreta Adalgisa, figlia di Ugo Tognazzi (il deputato Vincenzo De Andreis). Wertmüller la dirige di nuovo l’anno successivo, ma la sua prima apparizione in un ruolo da protagonista è del 1985, quando il regista Peter Del Monte la sceglie per interpretare Mara, la babysitter diciottenne del piccolo Tommaso, in Piccoli fuochi, una pellicola che indaga l’universo infantile, muovendosi tra realtà e fantasia e rinunciando a facili stereotipi. Il bambino, trascurato dai genitori, inventa tre amici immaginari, si invaghisce della sua tata e, vedendo nel fidanzato di lei un ostacolo al loro amore, lo uccide appiccando un incendio. L’attrice resta sentimentalmente legata al regista per due anni. Del Monte tornerà a sceglierla nel ’90 per il suo Tracce di vita amorosa, dove reciterà accanto a Stefania Sandrelli, e nel 2000 per Controvento.

Nel frattempo, Valeria ha deciso di lasciare la scuola e dedicarsi totalmente alla recitazione, da autodidatta. Nell’ ‘86, la vuole Citto Maselli per il suo ritorno alla regia dopo Il sospetto (1975), in Storia d’amore. La Golino interpreta Bruna, una ragazza della periferia romana che vive una situazione familiare ed esistenziale difficile: un padre vedovo e dei fratelli a cui badare, un lavoro e una vita sentimentale tormentata. Per quest’interpretazione, a soli vent’anni, si aggiudica la Coppa Volpi come miglior attrice al Festival di Venezia e il Nastro d’Argento a Taormina. L’anno successivo, partecipa, nel ruolo di Nora Treves, al film Gli occhiali d’oro di Giuliano Montaldo, tratto dall’omonimo romanzo di Giorgio Bassani. Si tratta di una delle prime produzioni internazionali cui Valeria partecipa.

Ma la vera svolta in questo senso è determinata dal suo trasferimento oltreoceano. Nel 1988, infatti, è a Los Angeles, dove condivide un appartamento con l’amica Greta Scacchi. Il caso vuole che cominci a proporsi alle case di produzione americane proprio quando il regista Berry Levinson è in cerca di un’attrice non troppo conosciuta e dalle modeste pretese economiche, oltre che non molto alta, da affiancare a Tom Cruise in Rain Man – L’uomo della pioggia. La trova proprio in Valeria, che compare nel ruolo di Susanna, appunto la fidanzata di Charlie Babbit, in questo racconto per immagini del rapporto tra due fratelli (Tom Cruise/Charlie Babbit e Dustin Hoffman/Raymond Babbit), che si ritrovano dopo esser stati separati da piccoli a causa della malattia di Raymond, autistico con spiccate doti logico-matematiche.

Il film conquisterà quattro premi Oscar, tra cui quello a Dustin Hoffman per la sua magistrale interpretazione di Ray. Nello stesso anno, la Golino partecipa a La mia vita picchiatella, sequel comico-fantastico del primo film di Tim Burton Pee-wee’s Big Adventure. Sul set conosce l’attore portoricano Benicio Del Toro, a cui si lega in una relazione che durerà fino al 1992. Inoltre, l’attrice continua a proporsi per numerosi film, tra cui Pretty Woman, per la parte di Vivian, e per il ruolo della Dottoressa Mannus di Linea mortale, ma in entrambi i casi ad essere scelta sarà Giulia Roberts. Nel ’91 sarà invece la Golino ad ottenere una parte in L’anno del terrore, avendo la meglio su Sharon Stone. In questi anni, coltiva amicizie internazionali. Tra queste, quella con Sean Penn, che le propone di partecipare al suo esordio dietro la macchina da presa, Lupo solitario, incentrato sul rapporto problematico tra due fratelli: Joe Roberts (David Morse), poliziotto, e Frank Roberts (Viggo Mortensen), un reduce dal Vietnam con tendenza all’autodistruzione e all’aggressività. L’attrice campana interpreta la messicana Maria. Lo stesso anno Jim Abrahams la recluta per la sua demenziale parodia della cinematografia hollywoodiana Hot Shots!, sceneggiata insieme con gli autori di L’aereo più pazzo del mondo, David e Jerry Zucker. La Golino è Ramada Thompson, bella psichiatra che affianca il tenente Topper Harley/Charlie Sheen. Parteciperà anche a Hot Shots! 2. Assieme all’interpretazione di Susanna in Rain Man, si tratta di uno dei ruoli che le danno maggior notorietà negli Usa.

Valeria Golino, star internazionale

Nel ’92 torna al cinema nostrano, lavorando al fianco di Diego Abatantuono e Claudio Bisio in Puerto Escondido di Gabriele Salvatores, che segue lo riuscitissimo Mediterraneo. In questa nuova pellicola, Valeria interpreta Anita, la compagna di Alex/Bisio, col quale organizza traffici più o meno leciti per sbarcare il lunario in Messico. Saranno loro ad accogliere il fuggiasco Mario/Abatantuono, borghese distinto, direttore di banca, scappato da Milano alla volta dell’America Latina dopo aver assistito a un omicidio. Del cast fa parte anche Fabrizio Bentivoglio, già protagonista, assieme ad Abatantuono, di un altro successo di Salvatores, Turnè, e che qui recita in un ruolo secondario. Bentivoglio e la Golino avranno una relazione che durerà circa dieci anni. Li troviamo insieme nel ’94 ancora su un set italiano, quello del film Come due coccodrilli di Giacomo Campiotti, alla sua seconda prova alla regia. Qui si affrontano le problematiche legate alla crescita dell’individuo. Bentivoglio/Gabriele è figlio di Giancarlo Giannini/Pietro, nato da una sua relazione extraconiugale e costretto dalle circostanze a vivere col padre assieme ai due fratellastri. I continui conflitti sfoceranno nella sua fuga. Da adulto, dopo aver covato per anni profondo odio per la famiglia, non approfitterà dell’opportunità di vendicarsi e anzi si riconcilierà col passato. Valeria Golino interpreta la madre di Gabriele, Marta.

Due anni dopo la ritroviamo oltreoceano, nel primo episodio di Four Rooms, quello diretto da Allison Anders, dove l’attrice recita nel ruolo della strega Athena accanto a Madonna, cimentandosi in un rito per evocare la propria dea. È diretta anche da Mike Figgis per un cameo in Via da las Vegas e da John Carpenter in Fuga da Los Angeles. Nell’ormai nota altalena tra Italia ed estero, l’attrice, che non si vuol far mancare nulla, recita nel nostro paese in Escoriandoli di Antonio Rezza e Flavia Mastrella. Una coppia quest’ultima tra le più dissacranti, creative ed ironiche del nostro teatro – rigorosamente non di narrazione –  ma che non disdegna cinema e televisione. I due si cimentano qui in un lungometraggio dai toni surreali dove campeggia, al solito, Rezza, trasformista della mimica e del linguaggio, che ricopre vari ruoli, ma si fa affiancare da molte talentuose attrici cinematografiche: appunto Valeria Golino, ma anche Valentina Cervi, Claudia Gerini e Isabella Ferrari. Nel ’97 e nel ’98 la nostra attrice è diretta da Soldini, per il quale interpreta la tarantina Maria (Grolla d’Oro come Miglior Attrice a Sant Vincent) in Le Acrobate e da Francesca Archibugi in L’albero delle pere. Si cimenta anche nella miniserie tv La vita che verrà.

Nel 2000 varca di nuovo le frontiere dello stivale e la ritroviamo in Le cose che so di lei, dove condivide il set con Glenn Close. Due anni dopo, recita accanto a Christopher Walken nella serie tv Giulio Cesare e con l’amica Salma Hayek in Frida. Ma questo è senza dubbio l’anno di Respiro di Emanuele Crialese. È infatti con questo film che Valeria ottiene il Nastro d’Argento a Taormina, per la sua interpretazione di Grazia, madre sui generis in un sud tradizionalista che la rifiuta e la allontana. Dopo essersi affacciata anche al cinema francese, dove condivide con Gérard Depardieu i set di San-Antonio (2004), 36-Quai des Orfèvres (2004) e Olé! (2005), torna al cinema italiano con La guerra di Mario (2005) di Antonio Capuano, in cui interpreta la madre affidataria di un bambino difficile. Per questo ruolo si aggiudica il David di Donatello come Miglior Attrice. Il regista partenopeo tornerà a sceglierla per la sua ultima pellicola L’amore buio. Anche qui sarà alle prese col disagio giovanile, in qualità di psicologa che tenterà di aiutare un adolescente incarcerato per stupro. Il 2005 la vede anche sul set di Texas di Fausto Paravidino, in cui recita accanto allo stesso regista e a Riccardo Scamarcio. L’attrice si lega a Scamarcio, che è il suo attuale compagno. In questi ultimi anni è ancora apparsa in numerose pellicole italiane. Ricordiamo la sua interpretazione in Caos Calmo (2007) di Antonello Grimaldi, dove veste in maniera impeccabile i panni della cognata di Nanni Moretti, donna dall’animo fragile con la sua vita sconclusionata, parte di quel carosello di personaggi che abilmente il regista fa muovere attorno al protagonista e che sembrano presentarsi a lui per cercare aiuto, anziché offrirgliene in un momento difficile come quello della morte della moglie. Sarà però anche grazie a loro coi loro piccoli problemi quotidiani, che prenderà coscienza del procedere dell’esistenza, nonostante tutto, imparando ad apprezzare di nuovo la vita.

Andrea Molaioli l’ha diretta poi nel pluripremiato La ragazza del lago. Piccioni l’ha voluta per il difficile ruolo di protagonista in Giulia non esce la sera (2008). Qui interpreta al meglio la complessa personalità di Giulia, detenuta con permesso di lavoro e istruttrice di nuoto, affatto pentita del crimine commesso, ma col rammarico che le sue scelte l’abbiano costretta a separarsi dalla sua unica ragione di vita: la figlia. Giulia la spia durante i permessi di uscita per seguirne da lontano l’esistenza, ma non ha il coraggio di parlarle. Un barlume di ottimismo sembra arrivare grazie all’incontro con uno scrittore in crisi creativa, anche lui fragile e con poca fiducia in sé (Guido/Valerio Mastandrea). I due si scoprono simili e si scambiano affetto e consolazione, ma ciò non è sufficiente ad impedire il tragico epilogo della vicenda. L’attrice ha dichiarato di aver visitato il carcere di Velletri per interpretare questo personaggio e di esserne rimasta positivamente colpita, per il trattamento profondamente umano riservato alle detenute, seppure in una condizione difficile in sé come quella carceraria. Nel 2008 partecipa al film documentario La fabbrica dei tedeschi di Mimmo Calopresti, riguardo al tragico rogo alle acciaierie Thiessen Krupp di Torino, costato la vita a sette operai nel dicembre 2007.

Lo scorso anno è stata al fianco di Sergio Rubini nel suo L’uomo nero. Affresco di provincia pugliese fortemente autobiografico da parte del regista, che tratteggia il personaggio di  Ernesto Rossetti – da lui interpretato – ispirandosi alla figura paterna. È la storia di un capostazione con la passione per la pittura e della sua famiglia nella Puglia degli anni ’60. Rubini rende qui abilmente la mentalità asfittica e tarpante propria di un certo sud, non solo in quegli anni, pronto a stroncare sane ambizioni di crescita e vittima esso stesso di quel complesso d’inferiorità affibbiato dal nord, ma poi interiorizzato. Valeria Golino è perfetta nei panni di Franca, moglie di Ernesto, insegnante, che sa stare accanto al marito e ne rispetta la passione per l’arte, anche se lo vorrebbe più attento alla famiglia. I due hanno un figlio, il vivacissimo Gabriele. Con la sua fantasia, il bambino scompagina i rigidi schemi del suo mondo. Nel ruolo del fratello donnaiolo di Franca, lo zio Pinuccio, proprio Riccardo Scamarcio, anche lui pugliese doc, che riesce ottimamente in questo divertente ruolo da commedia.

Quest’anno, poi, l’attrice partenopea si è anche cimentata alla regia, col cortometraggio Armandino e il Madre. Pochi giorni fa ha dichiarato che le piacerebbe poter dirigere proprio il suo compagno Scamarcio in un prossimo futuro. Intanto, è in questi giorni nelle sale, La scuola è finita di Valerio Jalongo, che vede la Golino nei panni di un’insegnante. Il regista, anch’egli docente, dà la sua lettura del decadimento educativo e culturale dell’istituzione scolastica.

Da registrare anche qualche incursione dell’attrice nel mondo della musica. Sempre all’insegna delle collaborazioni internazionali, ha partecipato nel ’96 al video dei R.E.M. per il brano Bittersweet me, contenuto nell’album New Adventures in Hi-Fi. Si è poi cimentata nel canto, fin dal ’91, interpretando The man I love per la colonna sonora di Hot Shots!, per concludere con i Baustelle che nel 2009 hanno voluto proprio la sua particolare voce roca per Piangi Roma, brano di chiusura della colonna sonora del film Giulia non esce la sera, vincitore del Nastro d’Argento al Festival di Taormina come Miglior canzone originale.

 
 

Dalla vita in poi: recensione del film

Dalla vita in poi film recensione

Può una ragazza sulla sedia a rotelle sposare un uomo che sconta una pena di 30 anni per aver ucciso un uomo? Ma prima ancora, possono due persone ‘sconfitte’ innamorarsi in tali situazioni? Dalla vita in poi racconta proprio la storia di Katia e Danilo e del loro amore, nato per caso e per sbaglio come quello di Rossana per Cyrano. Il regista Gianfrancesco Lazzotti ci racconta un melodramma con toni da commedia, incastrando coraggiosamente per il panorama italiano storie dolorose e difficili con un linguaggio che fa sorridere.

Molto bravi gli attori protagonisti di Dalla vita in poi, Cristiana Capotondi che fa di tutto per togliersi di dosso la sua immagine di perenne ragazzina riesce credibilmente a rappresentare la forza e il coraggio di questa donna affetta da distrofia muscolare ma non per questo sconfitta e arresa alla vita; allo stesso modo Filippo Nigro, che interpreta Danilo, offre come suo solito una buona interpretazione.

Notevole il lavoro fatto sulla raffinatissima e molto brava Nicoletta Romanoff che il regista ha voluto trasformare nella coatta Rosalba, forse esagerando e scadendo nel cliché. Ottimi anche i comprimari a partire da Insegno e Buccirosso che come sempre offrono interpretazioni convincenti. Intanto però se gli attori sono così bravi, la sceneggiatura non è molto omogenea presentando diversi punti di squilibrio che inficiano la riuscita di un film basato su un’idea non geniale ma innovativa.

Nel complesso Dalla vita in poi si lascia guardare, soprattutto perché è basato sui personaggi che muovono bene il racconto e ne portano a compimento la trama senza strafare, portando a casa un buon film. Interessante il titolo: è esattamente una battuta che Nigro/Danilo dirà a Capotondi/Katia: “Infondo tu dalla vita in poi sei normale”, riferendosi al contrario alla sua condizione di carcerato.

 
 

Downey lascia Cuaron

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Robert Downey Jr. è definitivamente uscito dal progetto Gravity, nuovo film di fantascienza di Alfonso Cuaron.

 
 

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Sono arrivate le prime immagini dal set di Men in Black III.

 

 
 

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E’ online il lungo primo trailer di Cowboys & Aliens, il film fanta/western di Jon Favreau tratto dal fumetto di Fred Van Lente e Andrew Foley pubblicato dalla Platinum Graphics, e prodotto da Brian Grazer, Ron Howard e Steven Spielberg.

 
 

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Zemeckis per Il mago di Oz

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Probabilmente sarà Robert Zemeckis a dirigere per la Warner Bros il remake del classico Il mago di Oz. La sceneggiatura sarà un adattamento del classico del 1939 diretto da Victor Fleming ed interpretato da Judy Garland.