Scott Pilgrim vs.
the World è il film del 2010 diretto
da Edgar
Wright ed interpretato da Michael
Cera. Il film è basato sul
fumetto Scott
Pilgrim, creato da Bryan Lee
O’Malley. Scott Pilgrim, bassista
adolescente, si innamora della bella Ramona Flowers, quello che non
sa è che per poter star con lei dovrà sconfiggere i suoi sette
agguerriti ex fidanzati.
Il regista de L’alba dei
morti dementi e Hot Fuzz ritorna in sala
con questo brillante film dal genere non definito, girato come un
videogame con tanto di combattimenti alla Street
Fighter e altre decine di riferimenti al mondo dei
videogiochi, si dimostra da subito fresco e molto divertente.
Protagonista della pellicola è Michael Cera,
giovane canadese salito alla ribalta dopo
Juno dove interpretava il compagno di scuola con cui
Ellen Page aveva concepito il suo bambino, e che
poi è stato avvistato in altre commedie apprezzabili come Nick &
Norah e Suxbad.
Come nei precedenti lavori di
Cera si ritrova con un personaggio come quello di
Scott Pilgrim perfetto per lui e questo fa sì che non
sfiguri mai per tutta la storia. Nel ruolo di Ramona Flowers
invece troviamo Mary Elizabeth Winstead già vista in A
prova di morte di Quentin Tarantino, Die Hard 4 e Final
Destination 3 e in quello dell’amico Wallace il fratello
minore di Macaulay, Kieran Culkin.
Scott Pilgrim vs. the World,
a metà strada tra sogno romantico e videogiochi
Il cast
di Scott Pilgrim vs. the World è poi
completato da altri nomi di rilievo, tre dei sette fidanzati, sono
interpretati dalla “torcia umana” Chris Evans, da “Superman” Brandon
Routh e da “Jack Whitman” Jason
Schwartzman, inoltre camei interessanti per
Clifton Collins Jr. e Thomas Jane. Il film è
basato sull’omonimo fumetto scritto da Bryan Lee
O’Malley, ed è molto caratterizzato e di difficile
comparazione con altre opere, anche se stilisticamente ricorda i
vecchi film a tecnica mista Chi ha incastrato Roger Rabbit
? e Fuga dal mondo dei sogni, sebbene qua l’animazione sia
utilizzata diversamente.
Per chi ha visto gli altri film di
Edgar Wright, con spesso protagonista il
divertente Simon Pegg, questo piacerà sicuramente in quanto esprime
una maggiore maturità e un minore livello di “demenzialità” che
aveva contraddistinto il regista finora. Non mancano comunque le
sequenza divertenti e questo permette uno scorrimento disinvolto
del film in modo da non annoiare anche lo spettatore più
esigente.
Esordio straordinario per Harry Potter e i Doni della Morte – Parte
1, che si impone senza difficoltà al botteghino
italiano. Ottimo debutto per Saw 3D e
discreto Un marito di troppo, mentre le
altre new entry non si piazzano neppure nella top10.
Harry Potter e i Doni della Morte – Parte
1 conquista come prevedibile la vetta della
classifica italiana dei film più visti del weekend, con una
cifra che si avvicina alle previsioni: ben 7,4 milioni di euro nei
tre giorni. Evidentemente i fan si sono subito precipitati al
cinema per porre fine all’estenuante attesa del film. Per il
penultimo capitolo della saga si può prevedere un risultato finale
intorno ai 20 milioni complessivi, e di certo il passaparola fa ben
sperare.
Ottimo esordio al secondo posto per
Saw 3D, che raccoglie 2,4 milioni da
mercoledì a domenica. Segue Maschi contro
Femmine, arrivato a 12,5 milioni con altri 855.000
euro. Quarto posto per The Social Network, che ottiene altri
573.000 euro per un totale di 1,7 milioni. Dietro la pellicola di
David Fincher troviamo Benvenuti al Sud,
che con altri 549.000 euro abbatte l’incredible somma di 28,5
milioni!
Un marito di
troppo, commedia romantica di deposito, esordisce al
sesto posto con 505.000 euro, ed è seguito da altre due commedie,
Ti presento un amico (452.000 euro) e
Stanno tutti bene (434.000 euro), giunti
rispettivamente a 1,5 e 1,1 milioni. Nono posto per
Unstoppable – Fuori controllo, che supera
il milione totale con altri 310.000 euro, mentre
Devil (293.000 euro) chiude la top10
ottenendo un totale analogo.
A giugno si era già parlato di Stoker,
un film drammatico scritto dal protagonista di Prison Break,
Wentworth Miller. All’epoca, la giovane attrice Carey Mulligan era
entrata nel cast e Jodie Foster era in trattative per prender
parte al progetto, mentre Ridley Scott veniva dato come probabile
regista.
I problemi di droga di Lindsay
Lohan stanno compomettendo da mesi la lavorazione di Inferno, il
biopic della celebre pornostar Linda Lovelace, l’attrice è stata
infatti scritturata tempo fa dal regista Matther Wilder come
protagonista.
125 i milioni di dollari incassati
da
Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 negli USA:
il miglior weekend d’esordio dell’intera saga, cui si aggiungono
205 milioni nel resto del mondo.
Dopo l’ottimo esordio di venerdì,
quando il film aveva incassato 61 milioni di dollari, aveva fatto
pensare che il risultato finale potesse superare i 130 milioni, ma
sabato la pellicola ha perso il 37%, e domenica ha perso un altro
32%. I 125 milioni sono comunque un risultato superiore alle
aspettative pre-release, e un enorme incremento rispetto
all’esordio del sesto episodio, che aveva aperto con 77 milioni. Si
tratta a tutti gli effetti del miglior esordio della saga,
risultato che potrebbe addirittura migliorare con la seconda parte,
in arrivo a luglio 2011. Secondo le stime, Harry Potter e i Doni
della Morte: Parte I potrebbe chiudere con più di 400 milioni di
dollari negli Stati Uniti, cercando di battere i 415 milioni di Toy
Story 3.
E’ uscita la shortlist di quindici
documentari che cercheranno di ottenere la candidatura agli Academy
Awards. Tra i documentari presenti ci sono naturalmente i titoli
più acclamati dell’anno, Client 9, Gasland, Exit Through the
gift shop, Waiting for Superman, Inside Job e The Tillman
Story,
Un film, o meglio una commedia, che
parla di famiglia. Una madre forse troppo protettiva e che con le
sue scelte ha condizionato anche la vita dei propri figli. Alla
conferenza stampa di “La donna della mia vita” oltre a Stefania
Sandrelli, che interpreta la madre Alba nel film, c’era quasi tutta
la famiglia. I due figli, Luca Argentero e Alessandro Gassman; la
donna della loro vita, Valentina Lodovini; e il padre Giorgio
Colangeli.
L’attore britannico ha affermato ad
Empire di aver parlato con la produttrice Emma Thomas e con il
regista per The Dark Knight Rises: Emma, la produttrice, ha
detto che avremo lo script a gennaio. Christopher ha detto: script
a gennaio, inizio delle riprese a maggio, fine a novembre.
Ciò significherebbe circa 6-7 mesi
di riprese e 8 mesi di post-produzione per il film, dunque
trattamento analogo a quello riservato a Il Cavaliere Oscuro.
Sembra che fino ad allora dunque i membri confermati nel cast
rimarranno all’oscuro dei dettagli della trama, come per esempio
chi interpreterà Tom Hardy.
Aggiunge Caine: “Christopher è
la persona più riservata del mondo, non vi dirà nulla. ” The
Dark Knight Rises uscirà il 20 luglio 2012. Altre informazioni
sullo speciale del film. The Dark knight Rises
Dopo i teaser poster, ecco arrivare
il teaser trailer di Qualunquemente, il film debutto
cinematografico di Cetto La Qualunque, personaggio comico creato da
Antonio Albanese, che approderà al cinema nel 2011!
Scritto da Albanese, Manfredonia e
Piero Guerrera, il film è stato girato la scorsa estate tra Roma e
la Calabria. Nel cast, oltre ad Albanese, anche Sergio
Rubini, Luigi Maria Burruano e Antonio Gerardi.
Una commedia solitamente regge la
sua struttura su i suoi personaggi. Se nell’epoca classica erano le
maschere a identificarli, e gli stereotipi poi adottati dalla
commedia dell’arte, oggigiorno sono anche gli attori a fare da
pilastro. Certo quando Cristina Comencini ha
deciso di scrivere un soggetto esclusivamente adattato per Luca Argentero e Alessandro
Gassman, avrà pensato a ciò che dei due l’avrà colpita in
apparenza: il bravo ragazzo e, come si è definito ironicamente lo
stesso Gassman in conferenza stampa, il “fio de na mignotta”. Da
qui nasce La donna della mia vita, dove vediamo
due fratelli, che sembrano combinarsi come lo ying e lo yang,
contendersi la stessa donna, ovvero la bella
Valentina Lodovini. Leo incontra finalmente la donna
che crede essere quella della sua vita, dopo una storia sbagliata
dove aveva tentato il suicidio ( con le pillole per la menopausa
della madre). Ma Sara è anche l’ex amante del fratello “stronzo”.
La chiave del gioco starà nel capire quale delle due storie sia
quella sbagliata, quella attraverso la quale finalmente Sara
troverà finalmente l’uomo giusto.
E fin qui la commedia ci sta. Il
guaio però a volte è scegliere l’attore, ricamarci sopra il
personaggio e poi lasciare tenere le redini ad un regista dalle
mani poco virili. Così Luca Argentero, che nel film è il fratellino
buono e gentile, che si pigliava sempre le botte da piccolo, fa
sfoggio soltanto di espressioni ebeti e poco convincenti, che
magari su un palcoscenico teatrale non avrebbero stonato, ma sullo
schermo sì.
Il suo personaggio poi subisce
un’evoluzione quasi repentina, dove poco ci si sofferma sul
cambiamento interiore, e lo vediamo soltanto passare dalla figura
di un perdente a quella di un donnaiolo, sempre con la coscienza e
la consapevolezza di un ragazzino di quindici anni. Se la cava
sicuramente meglio Gassman, il cui ruolo è quello del fratello
medico quarantenne piuttosto piacente, che tradisce la moglie con
disinvoltura. Anche il suo personaggio evolve, ma non si lascia
trasportare dal cambio di espressione, la sua è una trasformazione
più lenta e forse più matura.
Al centro di tutto, oltre ad
esserci
Valentina Lodovini, nel ruolo di Sara, fidanzata ed
ex-amante, c’è la madre Alba. E che madre. Perché per questo ruolo
la Comencini ha voluto Stefania Sandrelli, che
incarna il ruolo di moglie e madre piuttosto invadente. Una donna
che nella vita ha fatto di tutto per i propri figli, che ha avuto
da due diversi mariti. Il suo secondo e attuale marito,
interpretato da Giorgio Colangeli, spicca forse
più degli altri personaggi, regalandoci una comicità cinica e
discreta.
Peccato davvero per la regia,
Luca Lucini (Tre metri sopra il cielo,
Bianco e Nero, Oggi
Sposi) come ha ricordato poi in conferenza stampa, ha
voluto essere il “meno invadente possibile”. Fatto che per un
regista è piuttosto raro, a meno che appunto non si voglia lasciare
troppo spazio agli attori sulla scena, o a meno che lo stesso
regista sia in realtà privo delle giuste qualità e di un minimo di
savoir faire. Le inquadrature sono fisse, con angolature che non
variano molto e anche le luci non assumo tagli particolari.
Le musiche affidate a
Giuliano Taviani e Carmelo Travia, variano molto e
creano in maniera coerente le atmosfere di sottofondo delle scene.
Sono stati ideate infatti tre diverse arie per sottolineare i tre
personaggi principali: la madre e i due figli.Le musiche sono state
poi eseguite dall’orchestra sinfonica di Praga. La
sceneggiatura, così intricata nell’esposizione delle relazioni di
questa famiglia è ben scritta, i personaggi sono definiti e alcuni
dialoghi rivelano un certo sottile umorismo. Non si distacca però
dall’essere un’ordinaria commedia della borghesia milanese, moderna
sì ma non troppo.
I Fiori di Kirkuk
– Siamo nell’Iraq di fine anni ’80, alla vigilia della Prima Guerra
del Golfo, quando il Regime di Saddam Hussein compiva varie
nefandezze e ingiustizie, tra cui il genocidio del popolo curdo. In
questo tetro scenario si muove Najla, irachena tornata dall’Italia
dove si è laureata in Medicina, con l’intento di ritrovare un amore
perso: Sherko, medico curdo rientrato in Patria per dare il proprio
contributo nella drammatica guerra civile ed etnica in corso.
Najla però deve affrontare molti
ostacoli, dovuti soprattutto ad una società culturalmente arretrata
e maschilista. Decide così di diventare guardia medica
dell’esercito per poter raggiungere un duplice obiettivo: da un
lato sostenere le forze ribelli curde tramite il proprio sostegno
medico e dall’altro poter ritrovare Sherko, impegnato a Kirkuk.
I Fiori di Kirkuk
regge su un impianto spesso utilizzato per raccontare gli svariati
drammi offerti dalla storia dell’uomo, siano essi dovuti a guerre o
a epidemie. Ovvero pone al centro della storia una giovane donna
carica di ideali e voglia di cambiare il contesto sociale in cui
vive, mossa dall’amore per il proprio popolo ma anche dall’amore
per un uomo.
I Fiori di Kirkuk
Per queste caratteristiche, ma
anche per il contesto mediorientale, la storia ricorda quella del
film “Miral”, dove invece si racconta di una giovane afgana. Un
lavoro quasi auto-biografico quello di Fariborz Kamkari, iraniano
di etnia curda, al suo secondo lungometraggio avendo lavorato
principalmente a corti o lavori per la Tv.
Il regista che si è formato e
lavora in Italia, con questo film vuole infatti far conoscere al
Mondo ciò che la sua gente ha subito in Iraq durante il Regime di
Saddam. Non a caso, il film si apre con le immagini dei soldati
americani che abbattono la statua del Rais. Soldati, agli occhi dei
curdi (e forse solo ai loro occhi per motivi comunque
comprensibili) veri eroi portatori di libertà. Le intenzioni
originarie di Kamkari però vengono messe in secondo piano dalla
figura ingombrante di Najla.
I Fiori di Kirkuk
è un film che narra le gesta di una giovane donna coraggiosa e
testarda, e non un lungometraggio che rende giustizia al popolo
curdo.
Secondo Variety, Daniel Day-Lewis
sarà il protagonista del film diretto da Steven Spielberg sul
16esimo presidente degli Stati Uniti, Lincoln. La storia parlerà
dello scontro che Lincoln ebbe con gli uomini del suo gabinetto nel
percorso che portò all’abolizione della schiavitù e alla fine della
guerra civile.
Lo strepitoso successo di
“Benvenuti al sud” nelle sale cinematografiche è cosa ormai nota.
Il film, remake del lungometraggio francese “Giù al Nord” firmato
Luca Miniero con l’esilarante duo Alessandro Siani–Claudio Bisio,
ha superato i 27 milioni d’incasso totale, attestandosi al primo
posto nella classifica del Box office di quest’anno.
Ma oltre a questo successo – in
fondo anche inaspettato – al film è legato un altro successo molto
curioso e al contempo positivo, legato al Comune che gli fa da
scenario: Castellabate.
Perla di una meravigliosa collana qual è il Cilento, ma nel film
punizione inizialmente mal digerita dal milanese doc Alberto
(Claudio Bisio), Castellabate è diventata meta turistica molto
ambita, anche d’inverno; stagione fino all’anno scorso “morta” con
gli alberghi che restavano chiusi.
E ci sono prenotazioni già per la prossima estate.
Molti turisti, tra i quali anche settentrionali, vogliono vivere in
prima persona quei luoghi dove la storia prende corpo: dai
vicoletti al panorama mozzafiato sul mare. Fino alle richieste più
assurde come visitare la Posta in cui lavorano i protagonisti del
film (che di fatto però è finta), o fittare la casa di cui il
direttore Alberto rompe i vetri giocando a pallone; prendendosi
tanto di rimbrotto dal vigile urbano che già lo aveva multato in
precedenza: «e chi putev esser…o milanes!».
Una notizia che, al di là degli aspetti più strambi, fa comunque
piacere. Soprattutto in un periodo come questo in cui la Campania,
in particolare Napoli, sta offrendo di nuovo una pessima immagine
di sé con l’annosa questione dei rifiuti. Certo, un po’ rammarica
il fatto che uno splendido posto come Castellabate diventi meta
turistica ambita solo grazie ad una commedia. Ma per le ragioni di
cui sopra, ben venga anche questo.
Ramla è una città in Israele
sconosciuta ai più, ma negli ultimi 5 anni la sua popolarità è
aumentata in maniera esponenziale e tutto per una tomba. Non stiamo
parlando però di una tomba qualunque, ma stiamo parlando della
tomba di Harry Potter!
Harry Potter e i doni della morte – Parte I:
dopo la tragica morte del professor Silente le forze del male hanno
preso il sopravvento nel mondo dei maghi, i Mangiamorte controllano
ormai il Ministero della magia e Hogwarts. I giovani alunni della
scuola non sanno cosa fare senza l’aiuto dei loro insegnanti,
fortunatamente però Silente nel suo testamento ha lasciato qualcosa
di prezioso ad Harry, Ron ed Hermione…
E’ online la locandina spagnola
ufficiale di Fantastici Viaggi di Gullier, che mostra tutti i
personaggi dell’adattamento (ambientato in tempi moderni) del
romanzo di Jonathan Swift, robot gigante incluso.
Il casting del nuovo film di
Superman è appena iniziato! Lo annuncia Deadline e
ci dice anche che il regista Zack Snyder e il
produttore Christopher Nolan hanno iniziato a
cercare l’attore che darà il volto alla nuova incarnazione del
supereroe DC.
Il sito rivela che le riprese
inizieranno ufficialmente a giugno 2011, e smentisce
definitivamente il rumour che vedeva la produzione in cerca di un
attore sui quarant’anni: gli attori che verranno vagliati, infatti,
dovranno avere tra i 28 e i 32 anni. Soprattutto, dovranno essere
volti nuovi, o attori televisivi che non sono ancora delle grandi
star.
Un aspetto che dovremo tenere
presente sarà proprio quello delle riprese estive: gli attori
impegnati in serie televisive in partenza nell’autunno 2011,
infatti, saranno impegnati nelle riprese delle stesse. Sembra poi
escluso il ritorno di Brandon Routh, così come possiamo
direttamente scartare Jon Hamm (il quale per primo rideva del
rumour che girava ormai da qualche tempo). Deadline cita Ian
Somerhalder di The Vampire Diaries, ma proprio le riprese della
serie dovrebbero rendere improbabile una sua partecipazione.
Il regista Michael Hoffman (The
Last Station) ha firmato il contratto per dirigere il remake della
commedia britannica Gambit del 1966, scritto dai fratelli Coen.
Secondo Deadline, il progetto ha finalmente trovato i finanziamenti
dalla Crime Scene Pictures, e si prevede di iniziare le riprese a
Londra nel mese di maggio. Il casting dovrebbero iniziare a
breve.
Valeria Golino –
Amata dagli uomini, invidiata dalle donne per la sua indubbia
bellezza, risultato di un felice incontro tra Italia e Grecia. Due
occhi azzurri e profondi e quella voce roca, poco apprezzata in
patria – dove è stata spesso doppiata – ma che le ha portato
fortuna all’estero.
È Valeria Golino,
nata a Napoli il 22 ottobre 1966 da padre italiano, insegnante, e
madre greca, pittrice. Dopo un’infanzia trascorsa nel capoluogo
campano, dove il nonno gestiva l’albergo “Bella Napoli”, quando i
genitori si separano, si trasferisce ad Atene con la madre e il
fratello, trascorrendo però in Campania le vacanze. Verso i 12-13
anni, un problema fisico le dà l’occasione di cominciare a varcare
i confini europei: deve infatti sottoporsi a un intervento
chirurgico a Chicago per una scoliosi. Qui, durante la
convalescenza, impara l’inglese. A 15 anni si trasferisce a Roma
dallo zio – il noto giornalista Enzo Golino, che
in quegli anni è all’Espresso – per fare la modella. Proprio grazie
alle frequentazioni dello zio, Valeria conosce Lina Wertmüller, che
la dirigerà nel suo esordio cinematografico: Scherzo
del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da
strada (1983). Si tratta di una commedia dai toni
satirici, dove la giovane attrice interpreta Adalgisa, figlia di
Ugo Tognazzi (il deputato Vincenzo De Andreis).
Wertmüller la dirige di nuovo l’anno successivo,
ma la sua prima apparizione in un ruolo da protagonista è del 1985,
quando il regista Peter Del Monte la sceglie per
interpretare Mara, la babysitter diciottenne del piccolo Tommaso,
in Piccoli fuochi, una pellicola che
indaga l’universo infantile, muovendosi tra realtà e fantasia e
rinunciando a facili stereotipi. Il bambino, trascurato dai
genitori, inventa tre amici immaginari, si invaghisce della sua
tata e, vedendo nel fidanzato di lei un ostacolo al loro amore, lo
uccide appiccando un incendio. L’attrice resta sentimentalmente
legata al regista per due anni. Del Monte tornerà a sceglierla nel
’90 per il suo Tracce di vita amorosa,
dove reciterà accanto a Stefania Sandrelli, e nel
2000 per Controvento.
Nel frattempo, Valeria ha deciso di
lasciare la scuola e dedicarsi totalmente alla recitazione, da
autodidatta. Nell’ ‘86, la vuole Citto Maselli per
il suo ritorno alla regia dopo Il
sospetto (1975), in Storia
d’amore. La Golino interpreta Bruna, una ragazza
della periferia romana che vive una situazione familiare ed
esistenziale difficile: un padre vedovo e dei fratelli a cui
badare, un lavoro e una vita sentimentale tormentata. Per
quest’interpretazione, a soli vent’anni, si aggiudica la Coppa
Volpi come miglior attrice al Festival di Venezia e il Nastro
d’Argento a Taormina. L’anno successivo, partecipa, nel ruolo di
Nora Treves, al film Gli occhiali d’oro
di Giuliano Montaldo, tratto dall’omonimo romanzo
di Giorgio Bassani. Si tratta di una delle prime
produzioni internazionali cui Valeria partecipa.
Ma la vera svolta in questo senso è
determinata dal suo trasferimento oltreoceano. Nel 1988, infatti, è
a Los Angeles, dove condivide un appartamento con l’amica
Greta Scacchi. Il caso vuole che cominci a
proporsi alle case di produzione americane proprio quando il
regista Berry Levinson è in cerca di un’attrice
non troppo conosciuta e dalle modeste pretese economiche, oltre che
non molto alta, da affiancare a Tom Cruise in Rain Man – L’uomo
della pioggia. La trova proprio in Valeria, che compare nel
ruolo di Susanna, appunto la fidanzata di Charlie Babbit, in questo
racconto per immagini del rapporto tra due fratelli (Tom
Cruise/Charlie Babbit e Dustin
Hoffman/Raymond Babbit), che si ritrovano dopo esser stati
separati da piccoli a causa della malattia di Raymond, autistico
con spiccate doti logico-matematiche.
Il film conquisterà quattro premi
Oscar, tra cui quello a Dustin Hoffman per la sua
magistrale interpretazione di Ray. Nello stesso anno, la
Golino partecipa a La mia vita
picchiatella, sequel comico-fantastico del primo film
di Tim BurtonPee-wee’s Big Adventure. Sul set conosce l’attore
portoricano Benicio Del Toro, a cui si lega in una
relazione che durerà fino al 1992. Inoltre, l’attrice continua a
proporsi per numerosi film, tra cui Pretty
Woman, per la parte di Vivian, e per il ruolo
della Dottoressa Mannus di Linea mortale, ma in entrambi i
casi ad essere scelta sarà Giulia Roberts. Nel ’91 sarà invece la
Golino ad ottenere una parte in L’anno del terrore, avendo
la meglio su Sharon Stone. In questi anni, coltiva
amicizie internazionali. Tra queste, quella con Sean
Penn, che le propone di partecipare al suo esordio dietro
la macchina da presa, Lupo solitario, incentrato sul
rapporto problematico tra due fratelli: Joe Roberts (David Morse),
poliziotto, e Frank Roberts (Viggo
Mortensen), un reduce dal Vietnam con tendenza
all’autodistruzione e all’aggressività. L’attrice campana
interpreta la messicana Maria. Lo stesso anno Jim
Abrahams la recluta per la sua demenziale parodia della
cinematografia hollywoodiana Hot Shots!,
sceneggiata insieme con gli autori di L’aereo più pazzo
del mondo, David e Jerry Zucker. La Golino è Ramada
Thompson, bella psichiatra che affianca il tenente Topper
Harley/Charlie Sheen. Parteciperà anche a Hot Shots! 2.
Assieme all’interpretazione di Susanna in Rain
Man, si tratta di uno dei ruoli che le danno maggior
notorietà negli Usa.
Valeria Golino, star
internazionale
Nel ’92 torna al cinema nostrano,
lavorando al fianco di Diego Abatantuono e Claudio Bisio in
Puerto Escondido di Gabriele Salvatores,
che segue lo riuscitissimo Mediterraneo.
In questa nuova pellicola, Valeria interpreta Anita, la compagna di
Alex/Bisio, col quale organizza traffici più o meno leciti per
sbarcare il lunario in Messico. Saranno loro ad accogliere il
fuggiasco Mario/Abatantuono, borghese distinto, direttore di banca,
scappato da Milano alla volta dell’America Latina dopo aver
assistito a un omicidio. Del cast fa parte anche Fabrizio
Bentivoglio, già protagonista, assieme ad Abatantuono, di
un altro successo di Salvatores, Turnè, e
che qui recita in un ruolo secondario. Bentivoglio e la Golino
avranno una relazione che durerà circa dieci anni. Li troviamo
insieme nel ’94 ancora su un set italiano, quello del film
Come due coccodrilli di Giacomo
Campiotti, alla sua seconda prova alla regia. Qui si affrontano le
problematiche legate alla crescita dell’individuo.
Bentivoglio/Gabriele è figlio di Giancarlo Giannini/Pietro, nato da
una sua relazione extraconiugale e costretto dalle circostanze a
vivere col padre assieme ai due fratellastri. I continui conflitti
sfoceranno nella sua fuga. Da adulto, dopo aver covato per anni
profondo odio per la famiglia, non approfitterà dell’opportunità di
vendicarsi e anzi si riconcilierà col passato. Valeria Golino
interpreta la madre di Gabriele, Marta.
Due anni dopo la ritroviamo
oltreoceano, nel primo episodio di Four Rooms, quello
diretto da Allison Anders, dove l’attrice recita nel ruolo della
strega Athena accanto a Madonna, cimentandosi in un rito per
evocare la propria dea. È diretta anche da Mike Figgis per un cameo
in Via da las Vegas e da John Carpenter in Fuga da Los
Angeles. Nell’ormai nota altalena tra Italia ed estero,
l’attrice, che non si vuol far mancare nulla, recita nel nostro
paese in Escoriandoli di Antonio Rezza e Flavia Mastrella.
Una coppia quest’ultima tra le più dissacranti, creative ed
ironiche del nostro teatro – rigorosamente non di narrazione –
ma che non disdegna cinema e televisione. I due si cimentano
qui in un lungometraggio dai toni surreali dove campeggia, al
solito, Rezza, trasformista della mimica e del linguaggio, che
ricopre vari ruoli, ma si fa affiancare da molte talentuose attrici
cinematografiche: appunto Valeria Golino, ma anche
Valentina Cervi, Claudia Gerini e Isabella Ferrari. Nel ’97 e nel
’98 la nostra attrice è diretta da Soldini, per il quale interpreta
la tarantina Maria (Grolla d’Oro come Miglior Attrice a Sant
Vincent) in Le Acrobate e da Francesca
Archibugi in L’albero delle pere. Si cimenta anche nella
miniserie tv La vita che verrà.
Nel 2000 varca di nuovo le
frontiere dello stivale e la ritroviamo in Le cose che
so di lei, dove condivide il set con Glenn Close. Due
anni dopo, recita accanto a Christopher Walken
nella serie tv Giulio Cesare e con
l’amica Salma Hayek in Frida. Ma questo è senza dubbio
l’anno di Respiro di Emanuele
Crialese. È infatti con questo film che Valeria ottiene il
Nastro d’Argento a Taormina, per la sua interpretazione di Grazia,
madre sui generis in un sud tradizionalista che la rifiuta e la
allontana. Dopo essersi affacciata anche al cinema francese, dove
condivide con Gérard Depardieu i set di
San-Antonio (2004), 36-Quai
des Orfèvres (2004) e Olé!
(2005), torna al cinema italiano con La guerra di
Mario (2005) di Antonio Capuano, in
cui interpreta la madre affidataria di un bambino difficile. Per
questo ruolo si aggiudica il David di Donatello come Miglior
Attrice. Il regista partenopeo tornerà a sceglierla per la sua
ultima pellicola L’amore buio. Anche qui
sarà alle prese col disagio giovanile, in qualità di psicologa che
tenterà di aiutare un adolescente incarcerato per stupro. Il 2005
la vede anche sul set di Texas di Fausto Paravidino, in
cui recita accanto allo stesso regista e a Riccardo Scamarcio.
L’attrice si lega a Scamarcio, che è il suo
attuale compagno. In questi ultimi anni è ancora apparsa in
numerose pellicole italiane. Ricordiamo la sua interpretazione in
Caos Calmo (2007) di Antonello Grimaldi,
dove veste in maniera impeccabile i panni della cognata di Nanni Moretti, donna dall’animo
fragile con la sua vita sconclusionata, parte di quel carosello di
personaggi che abilmente il regista fa muovere attorno al
protagonista e che sembrano presentarsi a lui per cercare aiuto,
anziché offrirgliene in un momento difficile come quello della
morte della moglie. Sarà però anche grazie a loro coi loro piccoli
problemi quotidiani, che prenderà coscienza del procedere
dell’esistenza, nonostante tutto, imparando ad apprezzare di nuovo
la vita.
Andrea Molaioli
l’ha diretta poi nel pluripremiato La ragazza del
lago. Piccioni l’ha voluta per il difficile ruolo di
protagonista in Giulia non esce la sera
(2008). Qui interpreta al meglio la complessa personalità di
Giulia, detenuta con permesso di lavoro e istruttrice di nuoto,
affatto pentita del crimine commesso, ma col rammarico che le sue
scelte l’abbiano costretta a separarsi dalla sua unica ragione di
vita: la figlia. Giulia la spia durante i permessi di uscita per
seguirne da lontano l’esistenza, ma non ha il coraggio di parlarle.
Un barlume di ottimismo sembra arrivare grazie all’incontro con uno
scrittore in crisi creativa, anche lui fragile e con poca fiducia
in sé (Guido/Valerio Mastandrea). I due si scoprono simili e si
scambiano affetto e consolazione, ma ciò non è sufficiente ad
impedire il tragico epilogo della vicenda. L’attrice ha dichiarato
di aver visitato il carcere di Velletri per interpretare questo
personaggio e di esserne rimasta positivamente colpita, per il
trattamento profondamente umano riservato alle detenute, seppure in
una condizione difficile in sé come quella carceraria. Nel 2008
partecipa al film documentario La fabbrica dei
tedeschi di Mimmo Calopresti,
riguardo al tragico rogo alle acciaierie Thiessen Krupp di Torino,
costato la vita a sette operai nel dicembre 2007.
Lo scorso anno è stata al fianco di
Sergio Rubini nel suo L’uomo
nero. Affresco di provincia pugliese fortemente
autobiografico da parte del regista, che tratteggia il personaggio
di Ernesto Rossetti – da lui interpretato – ispirandosi alla
figura paterna. È la storia di un capostazione con la passione per
la pittura e della sua famiglia nella Puglia degli anni ’60. Rubini
rende qui abilmente la mentalità asfittica e tarpante propria di un
certo sud, non solo in quegli anni, pronto a stroncare sane
ambizioni di crescita e vittima esso stesso di quel complesso
d’inferiorità affibbiato dal nord, ma poi interiorizzato.
Valeria Golino è perfetta nei panni di Franca,
moglie di Ernesto, insegnante, che sa stare accanto al marito e ne
rispetta la passione per l’arte, anche se lo vorrebbe più attento
alla famiglia. I due hanno un figlio, il vivacissimo Gabriele. Con
la sua fantasia, il bambino scompagina i rigidi schemi del suo
mondo. Nel ruolo del fratello donnaiolo di Franca, lo zio Pinuccio,
proprio Riccardo Scamarcio, anche lui pugliese doc, che riesce
ottimamente in questo divertente ruolo da commedia.
Quest’anno, poi, l’attrice
partenopea si è anche cimentata alla regia, col cortometraggio
Armandino e il Madre. Pochi giorni fa ha
dichiarato che le piacerebbe poter dirigere proprio il suo compagno
Scamarcio in un prossimo futuro. Intanto, è in questi giorni nelle
sale, La scuola è
finita di Valerio Jalongo, che vede la Golino nei
panni di un’insegnante. Il regista, anch’egli docente, dà la sua
lettura del decadimento educativo e culturale dell’istituzione
scolastica.
Da registrare anche qualche
incursione dell’attrice nel mondo della musica. Sempre all’insegna
delle collaborazioni internazionali, ha partecipato nel ’96 al
video dei R.E.M. per il brano Bittersweet me, contenuto
nell’album New Adventures in Hi-Fi. Si è poi cimentata nel
canto, fin dal ’91, interpretando The man I
love per la colonna sonora di Hot
Shots!, per concludere con i Baustelle che nel 2009
hanno voluto proprio la sua particolare voce roca per Piangi
Roma, brano di chiusura della colonna sonora del film
Giulia non esce la sera, vincitore del
Nastro d’Argento al Festival di Taormina come Miglior canzone
originale.
Può una ragazza sulla sedia a
rotelle sposare un uomo che sconta una pena di 30 anni per aver
ucciso un uomo? Ma prima ancora, possono due persone ‘sconfitte’
innamorarsi in tali situazioni? Dalla vita in poi
racconta proprio la storia di Katia e Danilo e del loro amore, nato
per caso e per sbaglio come quello di Rossana per Cyrano. Il
regista Gianfrancesco Lazzotti ci racconta un
melodramma con toni da commedia, incastrando coraggiosamente per il
panorama italiano storie dolorose e difficili con un linguaggio che
fa sorridere.
Molto bravi gli attori protagonisti
di Dalla vita in poi, Cristiana Capotondi che fa di tutto per
togliersi di dosso la sua immagine di perenne ragazzina riesce
credibilmente a rappresentare la forza e il coraggio di questa
donna affetta da distrofia muscolare ma non per questo sconfitta e
arresa alla vita; allo stesso modo Filippo Nigro, che interpreta Danilo, offre
come suo solito una buona interpretazione.
Notevole il lavoro fatto sulla
raffinatissima e molto brava Nicoletta Romanoff che il regista ha voluto
trasformare nella coatta Rosalba, forse esagerando e scadendo nel
cliché. Ottimi anche i comprimari a partire da
Insegno e Buccirosso che come
sempre offrono interpretazioni convincenti. Intanto però se gli
attori sono così bravi, la sceneggiatura non è molto omogenea
presentando diversi punti di squilibrio che inficiano la riuscita
di un film basato su un’idea non geniale ma innovativa.
Nel complesso Dalla vita in
poi si lascia guardare, soprattutto perché è basato sui
personaggi che muovono bene il racconto e ne portano a compimento
la trama senza strafare, portando a casa un buon film. Interessante
il titolo: è esattamente una battuta che Nigro/Danilo dirà a
Capotondi/Katia: “Infondo tu dalla vita in poi sei normale”,
riferendosi al contrario alla sua condizione di carcerato.
E’ online il lungo primo trailer di Cowboys & Aliens, il film
fanta/western di Jon Favreau tratto dal fumetto di Fred Van Lente e
Andrew Foley pubblicato dalla Platinum Graphics, e prodotto da
Brian Grazer, Ron Howard e Steven Spielberg.
Manca ormai pochissimo all’uscita nelle sale di “Harry Potter
e I Doni della Morte – parte I”, ma Cine-filos per i meno pazienti
ha in riservo una sorpresa: una clip esclusiva con i protagonisti e
gli autori che svelano alcuni segreti, fanno vedere il set e le
magie della settima avventura del maghetto tratta dall’ultimo libro
della fortunatissima saga di J.K. Rowling.
Probabilmente sarà Robert Zemeckis
a dirigere per la Warner Bros il remake del classico Il mago di Oz.
La sceneggiatura sarà un adattamento del classico del 1939 diretto
da Victor Fleming ed interpretato da Judy Garland.