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2 nuovi film per Terrence Malick!

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Da sempre conosciuto come regista schivo e poco prolifico, Terrence Malick sembra intenzionato a lavorare a ben 2 nuovi progetti nel 2012.

Il primo, “Lawless” , avrà come protagonista Ryan Gosling e sarà interpretato da Christian Bale, Cate Blanchett e Rooney Mara mentre nella seconda pellicola, “kinght of cups”, il cast vedrà nuovamente in scena lo stesso Bale e la Blanchett.

Dopo il successo di “the Tree of life” allo scorso Festival di Cannes, Malick sembra quindi davvero intenzionato a cambiare metodo di lavorazione e a venire incontro alle esigenze di produzione: nel frattempo, restiamo in attesa di una data d’uscita per il film girato l’anno scorso con Rachel McAdams e Ben Affleck, tristemente ancora privo di un titolo.

Life in Day interamente su Youtube!

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Life in Day interamente su Youtube!

Life in a Day, il suggestivo documentario creato dagli utenti di youtube, approda definitivamente online per essere visto da tutto il mondo dopo la presentazione in alcune sale cinematografiche…

Twitt dal Festival: La kryptonite nella borsa – Love For Life

Twitt dal Festival: La kryptonite nella borsa – Love For Life

Siamo ormai agli ultimi giorni del Festival prima della cerimonia finale. Oggi alla kermesse romana saranno presentati La kriptonite nella borsa e Love for Life. Ecco i twitt per la nostra rubrica curata da Marco Stancati.

Turn Me On, Goddammit! – recensione

Turn Me On, Goddammit! – recensione

Vincitore del Premio del Pubblico al Tribeca Film Festival 2011, Turn Me On, Goddammit! (perla donataci dalla sezione più cool del Festival, Extra di Mario Sesti) narra la storia di Alma, splendida adolescente norvegese in piena crisi ormonale che, a causa di un fortuito quanto divertente

Comi-con Episode IV: A fan’s hope – recensione

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Comi-con Episode IV: A fan’s hope – recensione

Nei tempi passati si collezionavano francobolli o per i più marpioni, le classiche farfalle con le quali si pensava di sedurre le ragazze. Dagli anni ’70, grazie a Topolino dalle nostre parti e alla Marvel oltreoceano, si iniziarono a collezionare i fumetti, prevalentemente con protagonisti supereroi ed eroine, soprattutto quando nel mercato entrarono i manga giapponesi.

Mercato internazionale del film di Roma: chiusa la sesta edizione

La sesta edizione del Mercato Internazionale del Film | The Business Street si chiude confermando il successo delle passate edizioni e annunciando un’importante novità per il 2012, accolta molto positivamente da tutti gli operatori del settore

La Femme du Cinquième: recensione del film

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La Femme du Cinquième: recensione del film

E’ stato presentato al Festival di Roma La Femme du cinquième il film diretto da Pawel Pawlikowski, con Ethan Hawke e Kristin Scott Thomas.

In La Femme du Cinquième Tom (Ethan Hawke) è uno scrittore americano trasferitosi a Parigi per cercare di riconquistare l’affetto della figlia. Ma fin dal primo giorno nella capitale francese niente va come dovrebbe. Si ritrova a lavorare per un franco-marocchino come guardiano notturno mentre lotta per scrivere il suo secondo romanzo e tentare di vedere sua figlia. Una donna affascinate di nome Margit (Kristin Scott Thomas) irrompe a spezzare quel mare di tristezza offrendogli quello di cui sembra aver bisogno. Ma i segreti che porta con sè questa misteriosa donna sembrano avere a che fare con i numerosi omicidi che circondano lo scrittore.

Lavoro degno di un regista che ha passato la vita tra la natia Polonia, la Germana, l’Italia e infine l’Inghilterra riuscendo a conferire al film quella miscela di inter cultura europea che è presente nel film. Ne deriva così un inquietante sguardo ironico di un uomo che si ritrova sommerso da una serie di piccole crisi emotive da cui cerca di uscire trovando la stabilità necessaria e scrivendo il suo secondo romanzo. Il materiale a disposizione di Pawel Pawlikowski è usato in maniera sorprendente. L’immedesimazione è tale che egli stesso sembra volerci spingere a terra lasciandoci affogare nell’ansia di Tom costringendoci a reinventarci in seguito alle rivelazioni di fronte a cui si trova il protagonista.

Nel suo lavoro è stato sicuramente aiutato dalla presenza di attori come Ethan Hawke (Training Day, Onora il padre e la madre) e Kristin Scott Thomas (Nowhere Boy, L’amante inglese). La coppia è la scelta perfetta per intraprendere un viaggio introspettivo nella vita distrutta di un uomo che sembra aver perso tutto, ma che continua a combattere per ritrovare la strada. Parigi è sicuramente un’altra protagonista della pellicola. La città accompagna Tom lungo tutto il suo cammino descrivendone ancora più minuziosamente la personalità ormai sgretolata dall’esistenza. Anche se non avrà sicuramente un riscontro positivo al botteghino, la voglia di vederlo nelle sale cinematografiche italiane è alta. Conferirà spessore ad un panorama che ormai si dirige sempre di più verso il blockbuster.

Eddie Redmayne nei Miserables!

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Il cast di “Les Miserables” di Tom Hooper cresce ulteriormente con Eddie Redmayne, prossimo Colin Clark nell’atteso film di Simon Curtis “My Week With Marilyn” .

A lui è stato riservato il ruolo di Marius, nobile patriota innamorato di Cosette, figlia adottiva dell’ex forzato Jean Valjean: giovane promessa con una carriera di tutto rispetto alle spalle, Redmayne si aggiunge così a star del calibro di Anne Hathaway(Fantine), Russell Crowe(Ispettore Javert) e Hugh Jackman(Valjean), sperando che le sue doti canore siano all’altezza delle aspettative e che il ruolo gli regali la consacrazione definitiva.

“Les Miserables” di Tom Hooper, tratto da uno dei musical di maggior successo della storia e a tutt’oggi ininterrottamente in cartellone nel West End, uscirà nei cinema il 7 dicembre 2012.

Gavin O’Connor sul ring di Warrior, dal 4 novembre al cinema

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Gavin O’Connor sul ring di Warrior, dal 4 novembre al cinema

Paddy Conlon è un ex pugile, veterano della guerra in Vietnam, il cui alcolismo ha distrutto la sua famiglia. Dopo diversi anni il figlio minore, Tom, torna a casa e Paddy, padre che ha perso molte chance con il figlio, decide di allenarlo per competere ad una gara di arti marziali miste e cercando di recuperare il suo rapporto con lui. Nel suo percorso Tom però si dovrà scontrare con lo spirito di competizione tutt’altro che sportivo del fratello maggiore Brendan.

Uscite al cinema del 3 e 4 novembre 2011

Giovedì 3 novembre – Tormenti – Film disegnato: Sui disegni-fumetto del leggendario sceneggiatore Furio Scarpelli, scomparso lo scorso anno, il nipote Filiberto ha realizzato la sua originale opera prima. La definizione “film disegnato” è dello stesso Furio, autore anche della sceneggiatura di Tormenti. Ogni personaggio è studiato nei minimi dettagli, con grande attenzione nella ricerca iconografica sul costume. La vicenda, drammatica e comica, è ambientata a Roma durante il Ventennio. Il tragico e irresistibile avvocato Rinaldo Maria Bonci Pavonazzi seduce per vacuità esistenziale una giovane stiratrice, Eleonora Ciancarelli detta Lolli. Ma presto lei si innamora di Mario Marchetti, pugile e studente universitario…

Venerdì 4 novembre – The tomorrow series – Il domani che verrà: Otto ragazzi al ritorno da un weekend in campeggio si rendono conto che il paese è invaso da una potenza non identificata. Isolati dalle loro famiglie e dai loro amici, questi straordinari ragazzi dovranno imparare a scappare, sopravvivere e a combattere contro una ostile e ignota forza militare per cercare di ricongiungersi con i loro genitori. The Tomorrow Series: Il Domani che verrà è tratto dal primo dei sette libri della fortunata saga scritta dall’australiano John Marsden, che verrà pubblicato in Italia da Fazi.

Pina 3D: Nel 1985 Wim Wenders vede per la prima volta “Café Müller”, nel quale la coreografa tedesca capofila del teatrodanza, Pina Bausch, danza per 40 minuti insieme ai suoi ballerini sulla musica di Henry Purcell. Ne nasce un’amicizia lunga vent’anni e il progetto di un film insieme, che comincia a concretizzarsi nel 2008, con la scelta del repertorio da filmare (‘Café Müller’, ‘Le Sacre du Printemps’, ‘Vollmond’ and ‘Kontakthof’) ma s’interrompe un anno dopo, con la morte di cancro della stessa Bausch. La familiarizzazione con la tecnica del 3D fornisce a Wenders la spinta per girare il film, il tassello mancante per completare l’opera.

Warrior: Due fratelli che non si parlano e non si vedono da anni, un padre, artefice della diaspora familiare a furia di botte e notti ubriache, e un gigantesco torneo di arti marziali miste con un primo premio di 5 milioni di dollari. Entrambi ex prodigi della lotta greco romana, perché il padre-allenatore sebbene regalasse botte extra allenamento sapeva il fatto suo, i fratelli Conlon si ritrovano tra i migliori 16 del pianeta, coinvolti nel torneo che per ognuno dei due può essere la salvezza dal baratro (uno è un disperato autentico, l’altro un disperato con famiglia a carico a cui stanno levando tutto) senza aver risolto le loro questioni personali.

Sexlist: Con quanti uomini bisogna andare a letto prima di incontrare quello giusto? Secondo una popolare rivista femminile la media per le donne americane è di 10.5. Perciò, se a ventinove anni sei già a quota 19 come Ally Darling e sei pure single, la crisi di identità (e di coscienza) è dietro l’angolo. Soprattutto se tua sorella minore è alle prese con i preparativi del suo matrimonio, una madre ipercritica fa pressing psicologico per sapere chi ti accompagnerà alla cerimonia e la mattina dopo l’addio al nubilato scopri che il tuo capo che ti ha appena licenziata in tronco è inutilmente diventato il numero venti.

La kryptonite nella borsa: Dall’omonimo libro dello stesso Cotroneo. Peppino ha sette anni, e vive in quella che oggi verrebbe definita una famiglia disfunzionale. Ma siccome siamo a Napoli, nel 1973, la sua agli occhi del mondo è solo una famiglia un po’ scombinata. Dopo il realismo crudele di “il re del mondo” e l’apoteosi romantica di “Cronaca di un disamore”, Ivan Cotroneo porta i suoi lettori in un mondo colorato e imprevedibile. Un romanzo divertente e commovente che racconta i drammi, le avventure, e soprattutto il ridicolo di una famiglia speciale.

I soliti idioti: Il film riprende due personaggi dell’omonima serie di sketch che vanno in onda su Mtv. Per Gianluca, un trentenne che vive ancora con il padre, è arrivato il grande giorno: sta infatti per sposarsi con Fabiana, la sua fidanzata di sempre. Tutto è pronto, ma il padre di Gianluca, Ruggero, un imprenditore romano un po’ sopra le righe, non può accettare che il figlio si sposi (soprattutto con Fabiana) senza prima avergli dimostrato di essere un vero uomo… Ed essere un vero uomo, per lui, vuol dire riuscire a conquistare una vera donna, la più bella, la modella della linea di intimo “Smutandissimi”.

Il mio domani: Monica è una consulente impiegata presso una società di formazione aziendale. Single e ‘amante’ del suo capo, vive a Milano e frequenta nel tempo libero un corso di fotografia. Ogni fine settimana non manca di fare visita al suo vecchio padre, fervente cattolico che vive aspettando soltanto di morire. Nella bassa padana risiedono anche il nipote, un adolescente sensibile e depresso, e la sorellastra, figlia illegittima di una scappatella materna. Dentro una città in trasformazione e a quattro anni dall’Expo, si muove muta e uguale a se stessa la vita di Monica, incapace di vedere il mondo e di vedersi. Almeno fino a quando il padre viene a mancare e con lui il legame con un passato rimosso e doloroso.

Twitt dal Festival: My Week with Marilyn!

Twitt dal Festival: My Week with Marilyn!

Marilyn Monroe rivive al Festival del film di Roma grazier a Michelle Williams, ecco il nostro Twitt:

Twitt dal Festival: Il Cuore grande delle ragazze

Arriva Pupi Avati la Festiva, con il suo ultimo film: Il cuore grande delle ragazze. Ecco il twitt per la nostra rubrica curata da Marco Stancati:

Nuovo poster per My Week With Marilyn!

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Nuovo poster per My Week With Marilyn!

La Weinstein Company ha diffuso un nuovo poster per il film “My Week With Marilyn”, attesa pellicola di Simon Curtis in uscita negli USA il prossimo 4 novembre.

Il poster raffigura una splendida Michelle Williams che, dalle prime critiche positive alla pellicola, sembrerebbe davvero averci regalato una straordinaria performance nei difficili panni di Marilyn Monroe, al punto da poter forse aspirare a una nomination all’Oscar e magari alla vittoria dell’ambita statuetta alla migliore attrice.

Tratto dal romanzo autobiografico di Colin Clark, “My Week With Marilyn” racconta della breve permanenza di Marilyn Monroe in Inghilterra per le riprese de “il principe e la ballerina” di Laurence Olivier(qui interpretato da un elegantissimo Kenneth Branagh).

Fonte: Badtaste.it

Babycall: recensione del film con Noomi Rapace

Babycall: recensione del film con Noomi Rapace

Anna e suo figlio di 8 anni, Anders, stanno scappando dal padre violento del bambino. Si trasferiscono in un gigantesco edificio ad un indirizzo segreto, ma Anna è terrorizzata dalla possibilità che il padre possa trovarli, e compra un babycall per essere certa che suo figlio sia la sicuro mentre dorme. Ma strani rumori provenienti dall’edificio echeggiano nell’apparecchio. Anna crede di sentire l’omicidio di un bambino.

E’ questo l’incipt di Babycall, presentato come Horror d’autore del regista norvegese Pal Sletaune, in concorso al Festival del film di Roma. La pellicola sin dalle prime battute si dimostra come un potenziale film intimista sullo sfondo di un genere come può essere il mistero e l’horror, come già altre pellicole scandinave avevano in precedenza fatto, ad esempio il bellissimo Lasciami entrare del regista Tomas Alfredson. Tuttavia questa prima impressione finisce presto e il film termina con rivelare i suo limiti.

Se da un lato c’è una discreta e sensibile regia che in un certo senso funziona sufficientemente bene, dall’altro il punto più debole sembra essere proprio la sceneggiatura e lo sviluppo drammaturgico che prosegue singhiozzando senza riuscire a trasmettere una coerenza di fondo ed una linearità in bilico con gli avvenimenti narrati. Il problema è che la storia non riesce a svoltare nel verso giusto, rivelandosi un insieme di cliché ben noti a chi è avvezzo al genere, perdendo man mano anche l’alone di mistero e di suspence che invece erano state ben bilanciate nella primissima parte del film, rimanendo, si, fedele alla sua natura più specificamente autoriale ed intimista ma mostrando nel finale anche alcune lacune che sentenziano l’assoluta precarietà dell’opera dal punto di vista narrativo.

A nulla può l’intensa ed interessante interpretazione dell’astro nascente della cinematografia Europea, Noomi Rapace, che viene travolta anch’essa dall’inconsistente natura della storia. Nonostante ciò, l’attrice ruba completamente la scena al resto del cast dominandola incontrastata, per sensibilità e interpretazione dimostrando ancora una volta il suo talento. A farle eco c’è anche l’autore delle musiche, Fernando Velazquez (The Orphanage) che sostiene con una partitura sensibile che accompagna la messa in scene in modo funzionale e del tutto solido.

Un ‘Sex Tape’ per Reese Witherspoon

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Calma, fermate i ‘bollori’ e non andate subito a cercare… non siamo di fronte all’ennesimo video ‘galeotto’ più o meno volutamente messo in circolazione per far parlare di sé,  bensì a una commedia, scritta da Kate Angelo (sceneggiatrice e produttrice, tra l’altro, di alcuni episodi della popolare sit-com “Will & Grace”).

Il plot vedrà la classica coppia annoiata riprendere le proprie ‘perfomance’ con una videocamera, solo per scoprire il giorno dopo, che la registrazione è sparita, dando così il via a una sorta di ‘caccia al tesoro’ dalle conseguenze imprevedibili. Il progetto, portato avanti dalla Sony, secondo quanto scrive Empire sarà curato da Jason Segel e Nick Stoller già al lavoro insieme ne “I fantastici viaggi di Gulliver” e nell’ultimo film dei ‘Muppets’. Per il ruolo principale, la Sony avrebbe dunque puntato su Reese Whiterspoon, che comunque non pare aver ancora accettato definitivamente l’offerta, anche a causa di altri impegni in corso: nella lista delle ‘papabili’ vi sono anche  Adams, Emily Blunt, Rose Byrne e Jennifer Garner.

McConaughey, Worthington e Butler alla conquista di Baghdad

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McConaughey, Worthington e Butler alla conquista di Baghdad

Si intitolerà “Thunder Run”, e sarà diretto da Simon West (attualmente al lavoro sul secondo capitolo degli ‘Expendables’), il film ambientato nel corso della guerra in Iraq che vedrà insieme sullo schermo Matthew McCounaughey, Sam Worthington e Gerard Butler nel ruolo di tre soldati americani all’interno di un ‘tank’ americano, scrive Empire.

Il film sarà girato mescolando real action e CGI, nel solco tracciato da Cameron con Avatar: West del resto ha giò avuto a che fare col 3D, in occasione delle animazioni dell’imminente: “Night of the Living Dead: Origins 3D”. La sceneggiatura di “Thunder Road” è basata sull’omonimo libro del premio Pulitzer David Zucchino e di Mark Bowden (già autore di “Black Hawk Down”). L’azione consisterà sostanzialmente in un’unica grande battaglia di due ore, vissuta all’interno e al di fuori del ‘tank’ e che certamente strizzerà l’occhio anche a tutto il filone di ‘videogame bellici’ attualmente molto di moda, a cominciare da “Call of Duty”.

Butter: recensione del film con Olivia Wilde

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Butter: recensione del film con Olivia Wilde

E’ stato presentato alla Festa del cinema di Roma, Butter la nuova commedia diretta da Jim Field Smith e con protagonisti Hugh Jackman e Olivia Wilde.

In Butter Laura Pickler (Jennifer Garner) ha costruito la sua vita intorno al talento del marito Bob (Ty Burrell) nello scolpire statue di burro, ma quando a Bob viene chiesto di ritirarsi dal ‘mercato’, Laura va su tutte le furie, spaventata al pensiero di perdere il baricentro della sua vita.

Dopo una litigata, Bob esce a trovare conforto con una squillo, Brooke (Olivia Wilde), mentre la moglie trova conforto tra le braccia di Boyd (Hugh Jackman), suo ragazzo al liceo. Intanto la piccola Destiny (Yara Shahidi), dopo numerosi tentativi falliti, trova una famiglia (Alicia Silverston e Rod Corddry) che sembra volerla adottare unitamente alla scoperta di un talento insospettabile: la scultura del burro. La strade di Laura e di Destiny si incroceranno in maniera inaspettata.

Butter, il film

Butter è una commedia leggera, smielata nel finale e molto molto americana. La protagonista Jennifer Garner interpreta una donna sgradevole e arrivista anche se perfettamente calata nello scenario borghese della periferia americana, accanto a lei un uomo, Burrell, senza personalità che non riesce a prendere le sue decisioni in maniera autonoma, succube della follia della moglie. I due gioielli del film sono senza dubbio la piccola protagonista Yara Shahidi e la divertentissima Olivia Wilde. Se da un lato la prima è straordinariamente dolce ma allo stesso tempo razionale e ironica, la seconda si mostra in una veste tutta nuova, sexy e comica allo stesso tempo. Grande rilevanza ha l’aspetto dei costumi che in questo film definiscono i caratteri ancora prima che questi possano agire, e quindi ecco i completi succinti ed eccentrici di Brooke, gli abiti eleganti e austeri di Laura, il cappello da texano grossolano di Boyd.

La sceneggiatura indulge un po’ troppo in battute già sentite e nel finale è forse scontato, banale, ma è nei piccoli dettagli che sono sparsi in tutta la storia impreziosiscono il film, oltre a delle scelte del casting davvero mirate. Nonostante la sua adorabile dolcezza, Jennifer Garner riesce a rendere sgradevole la sua Laura e Olivia Wilde fa centro con la sua stripper, molto sexy, ma divertentissima e comica. Eccezionale nel piccolissimo ruolo a lui riservato, Hugh Jackman si presenta u po’ ingrassato, ma anche lui a suo agio nella parte del tonto, molto comico. La Garner compare anche in veste di produttrice.

Malore per Pupi Avati al Festival di Roma

Pupi Avati è stato colpito da un malore. L’ultimo film del regista italiano sarà presentato domani in conocrso al Festival Internazionale del film di Roma e Avati era venuto già ieri nella capitale per partecipare alla proiezione de L’illazione, dedicato a Lelio Luttazzi.

Box Office USA del 31 ottobre 2011

Box Office USA del 31 ottobre 2011

Nel confronto fantasmi contro gatti vincono i gatti. Puss in boots, spin-off sul personaggio di spalla di Shrek, il gatto con gli stivali, scalza dal primo posto in classifica Paranormal activity 3,

Box Office ITA del 31 ottobre 2011

Box Office ITA del 31 ottobre 2011

Tre new entry conquistano il podio del box office italiano: La peggiore settimana della mia vita, Le avventure di Tin Tin e Johnny English

Per la seconda settimana consecutiva, una commedia italiana conquista la vetta del botteghino nostrano: La peggiore settimana della mia vita apre infatti con 2,3 milioni di euro in oltre 400 sale, un risultato positivo ma non eccezionale.

Seconda e terza posizione per altre due novità del weekend.
Le avventure di Tin Tin – Il segreto dell’Unicorno, presentato tre giorni fa dal protagonista Jamie Bell al Festival del Film di Roma, esordisce con 984.000 euro. Il debutto del film diretto da Steven Spielberg non è particolarmente esaltante, a differenza di quanto avvenuto nel resto d’Europa, ma il passaparola potrebbe recare benefici nei prossimi giorni.
Johnny English – la rinascita esordisce invece con 953.000 euro, sconfitto dal testa a testa con Tin Tin.

Matrimonio a Parigi scende dunque al quarto posto con 786.000 euro superando i 3 milioni complessivi.
Segue This must be the place che, malgrado abbia perso tre posizioni, continua a registrare un’ottima performance in Italia: il film di Paolo Sorrentino raccoglie altri 629.000 euro e giunge a quota 4,5 milioni.

Esordio in sesta posizione per l’horror Insidious che, dopo essere stato presentato a Roma, incassa 586.000 euro. La notte di Halloween attirerà di certo più spettatori, mentre il regista James Wan terrà questa sera una lezione di horror al Festival di Roma.

Bar Sport precipita al sesto posto con 584.000 euro, per 2,1 milioni totali.
L’amore  all’improvviso – Larry Crowne debutta in settima posizione con 490.000 euro: un risultato piuttosto deludente per il nuovo film da regista di Tom Hanks, distribuito in oltre 200 copie.

Chiudono la top10 I tre moschettieri 3D (302.000 euro) e Amici di letto (294.000 euro), giunti rispettivamente a 3,4 e 2,8 milioni complessivi.
Da segnalare infine l’esordio deludente di due film presentati all’ultima Mostra del Cinema di Venezia: Quando la notte floppa  al dodicesimo posto con 180.000 euro, mentre il Leone d’Oro Faust debutta in appena 15 sale con 70.000 euro.

Twitt dal Festival: Babycall!

Twitt dal Festival: Babycall!

Arrivano i primi Twitt della giornata odierna direttamente dal Festival del film di Roma, per la nostra rubrica, Twitt dal Festival, curata da Marco Stancati. 

Magic Valley: recensione del film di Jaffe Zinn

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Magic Valley: recensione del film di Jaffe Zinn

In Magic Valley la cittadina di Buhl sembra fuori dal tempo. In quel posto sperduto ed isolato i giorni si susseguono tutti uguali, immersi nell’immobilità e le persone conducono la loro tranquilla vita di provincia come se nulla fosse. Ma tutti loro non sanno che quella che sta per trascorrere è una giornata particolare, che riserverà sorprese, per lo più brutte, ad alcuni di loro. Un allevatore di pesce trova i suoi animali morti, soffocati dalla mancanza di ossigeno perchè qualcuno ha deviato il ruscello che immette acqua nelle sue vasche, un ragazzo torna a casa stanco e tormentato, non si capisce subito cosa abbia, due bambini che giocano ai super eroi trovano il cadavere di una ragazza e decidono di seppellirlo.

Magic Valley, che da subito assume dei toni estetici alla Van Sant, si rivela nella struttura un mosaico di vita di provincia, in cui diverse storie si intrecciano senza però riuscire a dare di sè una definita linea comune. Se altri film ben noti nella storia del cinema con una struttura simile, vedi America Oggi oppure Magnolia, riescono nella loro frammentazione a coinvolgere lo spettatore ad ognuno dei personaggi di cui seguiamo le vicende, in questo caso non si riesce ad empatizzare con nessuno dei personaggi laddove anche la regia si limita a documentare con freddezza quello che succede. La musica poco empatica contribuisce a questa sensazione di straniamento, nonostante poi in molte occasioni il regista Jaffe Zinn metta da parte i campi larghi e segua i suoi personaggi con la macchina a mano.

Quello in cui però Magic Valley riesce a dare un’impronta molto personale è l’analisi spietata e scientifica di vizi e virtù di una società addormentata, o almeno assopita, dalla propria routine, immersa nella provincialità di una vita fatta di visite del veterinario, di giochi pericolosi e di vendette meschine tra vicini di proprietà. Il male del film diventa un gioco, una provocazione, una scusa per sfuggira da una realtà stagnante e allo stesso tempo i giochi sono inconsapevolmente perversi.

Il mio Domani: recensione del film di Marina Spada

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Il mio Domani: recensione del film di Marina Spada

Il mio domani, primo film italiano in concorso a Festival del Film di Roma 2011, si presenta come un lungo viaggio interiore che lo spettatore vive attraverso gli occhi di Monica (Claudia Gerini), donna manager che improvvisamente decide di allontanarsi dalla vita costruita attorno alla sua routine, mettendo in discussione lavoro e affetti famigliari. Questo ultimo lavoro di Marina Spada (Poesia che mi guardi, Metafisica delle scimmie) affronta tematiche importanti che però durante tutto la svolgimento del film vengono solamente sfiorate e mai toccate con profondità: questo è il più grande limite di questo lungometraggio.

Al termine lo spettatore è assalito da un senso di vuoto, proprio quel vuoto che la Monica tenta di spiegare ai suo colleghi nella parte iniziale della pellicola, ma che contrariamente alle sue parole non potrà mai essere riempito in questi 88 minuti. L’interpretazione di Claudia Gerini risulta essere appropriata al suo personaggio, ma ben lontana dallo spessore che richiederebbe una Monica, il cui viaggio introspettivo andrebbe intrapreso anche dall’attrice romana per dare più valore ai suoi caratteri. Il mio domani si sforza di raggiungere quindi un livello altro di consapevolezza di sè di una donna che ha perso la sua stabilità e che nei piccoli particolari va ricercando quell’equilibrio ormai svanito. Peccato che puntualmente fallisca in questa impresa.

Nonostante l’esito finale, non felicissimo, del film, Il Mio Domani si caratterizza comunque per un’ottima collaborazione artistica, Spada/Gerini, che nella complicità e nell’amicizia ha trovata anche un ritmo artistico comune che si spera possa portare un domani a risultati migliori, importantissimi per il cinema italiano.

Poongsan – recensione

Poongsan – recensione

Presente nella selezione ufficiale in concorso del Festival Internazionale del Film di Roma, Poongsan, scritto da Kim Ki-Duk e diretto dal suo ex assistente Jun Jae-Hong, è un thriller politico ad alto impatto emotivo che palesa i rapporti tra la Korea del Sud e quella del Nord attraverso la brutalità e il nichilismo.

The eye of the Storm – recensione

Una madre malata, che comincia a vaneggiare vuole al suo fianco i due figli, ma questi faticano a farsi vivi, troppo immersinei rimpianti e nei tristi ricordi d’infanzia. Dorothy è sommersa dal risentimento e dal rimpianto di una vita senza amore, negato dagli altri e da se stessa, Basil è perso in una vita senza fondamenta, entrambi dissipano la ricchezza familiare alla quale tendono senza troppo nascondere il disprezzo per una madre carismatica e ingombrante, che non si decide a morire.

Nikki Reed e Jackson Rathbone: vampiri romani

Nikki Reed e Jackson Rathbone: vampiri romani

Come ormai da tradizione anche quest’anno la Saga di Twilight con Breakind Dawn parte I ha portato al Festival di Roma centinaia di fan da tutta Italia.

Hotel Lux – recensione

Hotel Lux – recensione

Hans e Siegfried sono due comici che nella Berlino del 1933 rappresentano un numero di satira politica: lo Stalin-Hitler-Show. Con il passare del tempo la situazione politica non permetterà più loro di andare avanti con lo spettacolo, mettendoli in situazioni spinose.

Twitt dal Festival: L’Indutriale!

Arriva uno dei decani del cinema italiano al Festival del Film di Roma, Giuliano Montaldo con il suo L’industriale. Ecco il twitt con le prime impressioni sulla pellicola.

Twitt dal Festival: The eye of the storm!

Eccoci al quarto giorno del Festival del film di Roma. Fra i titoli più attessi della giornata c’è senz’altro The Eye of the Storm di Fred Schepisi, con Geoffrey Rush e Charlotte Rampling. Ecco i primi Twitt del giorno per la nostra rubrica curata da Marco Stancati.

Incontro con Stewart Stern: “Come feci incontrare Jimmy Dean e Nick Ray”

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Nella saletta preparata per l’incontro con Stewart Stern, storico sceneggiatore di Gioventù bruciata,  per il quale vinse un Oscar, l’atmosfera è raccolta e intima.

E’ uno dei protagonisti del documentario prodotto da Studio Universal e diretto da Francesco Zippel, Hollywood bruciata,che andrà in onda sul canale del digitale terreste il prossimo 7 Novembre.

Siamo seduti accanto ad uno degli ultimi “vecchi” della vecchia Hollywood, se escludiamo Kirk Douglas, ormai ultranovantenne dotato di parlantina un po’ disconnessa come abbiamo visto alla più recente cerimonia degli Oscar, che quindi è tesoriere di un passato che ora è nei libri ma che non ha prezzo se raccontato dalla viva voce di chi lo ha vissuto.

Infatti la prima domanda non può che cadere su come fosse lavorare con James Dean e con Nicholas Ray:

James Dean non si fidava di nessuno, è stato un lavoro fargli capire che si poteva fidare di Nicholas Ray, lui non lo conosceva, ma sapeva che era stato assistente di Elia Kazan, quindi andò a parlare con lui, che gli disse che c’erano tre registi ad Hollywood con cui valeva la pena lavorare: lui stesso, George Stevens e Nicholas Ray. Perfetto, Jimmy stava per iniziare le riprese de Il gigante, la cui regia era appunto affidata a Stevens, quindi Ray rappresentava la chiusura del trittico. Così, per rendere più facile a loro di capirsi, una volta sul set li ho lasciati da soli, con la promessa fatta da Nick, che mi avrebbe chiamato se avesse cambiato anche una virgola nella sceneggiatura, o se avesse avuto problemi di qualunque tipo. Ovviamente non lo ha mai fatto.

Una delle caratteristiche di Nick come regista, è che credeva molto nei giovani attori, e li lasciava liberi sulla scena, quasi permettendogli di dirigerla, questo è avvenuto con Jimmy, ed è stato un buon metodo visto che sul set non era molto malleabile”

Lei ha lavorato con attori indimenticabili della Hollywood degli anni ’50, quale era il loro approccio alla recitazione, improvvisavano per entrare nei personaggi o c’era un lavoro alle spalle?

Quasi tutti gli attori che emersero in quegli anni venivano dalle scuole di recitazione, e in particolare, erano attivi 5 insegnanti, Stanislavsky era ancora vivo e ancora recitava, quindi i punti di riferimento erano diversi. In pratica esistevano due categorie di attori: quelli che lavoravano sul personaggio da dentro a fuori, come Paul Newman, che andava a cercare le emozioni che avrebbe dovuto provare il suo personaggio, e quelli che erano totalmente esterni, e che dovevano lavorare un minimo di più per trasmettere emozioni. Mi ricordo che fu così con Robert Wagner, bello da far svenire tutte le donne, ma assolutamente incapace finchè non lavorammo su come fare per far suo  un personaggio. Poi c’era anche chi era naturalmente dotato, come Liz Taylor, che nel momento in cui veniva dato il ciak, sapeva esattamente cosa doveva fare il suo personaggio, come piangere ed emozionare.

Quali sono le maggiori differenze che nota tra la Hollywood in cui ha lavorato lei e quella di oggi?

Beh, quella di oggi è più tenera con tutti. Veramente. Certo, ci sono dei veri intoccabili, Leo DiCaprio, protetto da Scorsese, è intoccabile, Matt Damon è protetto dal suo grande talento e da uno staff molto organizzato, George Clooney è praticamente uno studio a sè stante. A parte ciò, Hollywood mi sembra molto meno cinica di un tempo, ora quello che interessa è essenzialmente che il film incassi il più possibile nel primo weekend. Non si pensa ad altro.

Jack Warner, negli anni ’50 invece, era un personaggio che discriminava parecchio, in tempi di lotte per i diritti civili, lui continuava a non gradire le persone di colore, tanto che, quando mi propose di scrivere Hotel, un film ad episodi, io inserì un personaggio di colore che non riusciva a farsi dare una stanza a causa della segregazione razziale.

Ero appena tornato dalla marcia da Selma fino all’Alabama, quella a sostegno di Rosa Parks, la domestica che diede il via alla lotta alla segregazione nel 1955, e i diritti civili mi sembravano l’unica cosa buona di cui parlare.

A Jack invece non sembrava, tant’è che mi bandì dagli studios della Warner Bros.

Mi venne fatta giustizia proprio da James Dean, che un giorno prese la targhetta che pendeva fuori dall’ufficio di Warner e che diceva “Jack Warner, responsabile di produzione” e la sostituì con quella della toilette maschile. La povera segretaria di Warner si vide entrare una serie di uomini con la patta aperta, prima che tutto fosse messo di nuovo a posto.

Stewart Stern ha poi incontrato il pubblico dopo la proiezione del documentario Hollywood bruciata, presentato al Festival del Film di Roma.

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