La Disney ha diffuso due nuove
intense clip di Il Viaggio di Arlo,
l’atteso nuovo film targato Disney Pixar e in
arrivo al cinema.
I Pixar Animation Studios
trasportano il pubblico in un viaggio epico nell’era della
preistoria, dove un coraggioso e curioso dinosauro di nome Arlo
stringe un’insolita amicizia con un essere umano di nome Spot.
I due incontrano una serie di
personaggi interessanti, fra cui predatori, pterodattili e una
famiglia di T-Rex.
I filmmaker hanno voluto che Butch
e i suoi figli T-Rex avessero l’aspetto di autentici cowboy. Quando
corrono, la parte inferiore del loro corpo si muove come un cavallo
al galoppo, mentre la parte superiore assomiglia a un cowboy che
monta un cavallo. “Abbiamo guardato molti film western”, dice il
character art director Matt Nolte rispetto al lavoro di Butch.
“Abbiamo creato un dinosauro con la mascella pronunciata e gli
occhi strabici, dettagli che tecnicamente modificano l’anatomia di
un T-Rex”.
BUTCH
Butch è un grande e grosso T-Rex,
reso ancora più minaccioso dalla spaventosa cicatrice che ha sul
muso. Esperto cowboy e autentico professionista nel radunare il
bestiame, Butch incoraggia i figli Ramsey e Nash a imparare il
mestiere, gettandoli letteralmente nella mischia. La cosa che ama
di più, è ascoltare e raccontare storie di vita vissuta, davanti a
un falò, di sera, alla fine di una lunga giornata di lavoro.
RAMSEY è una T-Rex
coraggiosa, intelligente e molto pratica. Le piace guidare il
bestiame insieme a suo padre Butch e al fratello più piccolo
Nash. Ramsey ha una personalità esuberante ed estroversa: ama
scherzare, raccontare storie avvincenti e ha un debole per chi ha
bisogno d’aiuto.
NASH è un giovane
T-Rex pieno di entusiasmo, che ama l’avventura e tutto ciò che
possa distrarlo dal noioso lavoro con le mandrie, al fianco di suo
padre Butch e della sorella maggiore Ramsey. Nash non è proprio il
più sveglio del mondo e ha qualche problema a seguire il bestiame;
tuttavia, la sua simpatia birichina e il suo atteggiamento positivo
lo rendono una piacevole compagnia.
Disney Pixar ha diffuso online due
nuove clip tratte dal nuovo film d’animazione Il
Viaggio di Arlo (The Good Dinosaur). Diretto da
Peter Sohn e ispirato a una storia di Enrico
Casarosa e Bob Peterson, Il Viaggio di Arlo prova a
raccontare la nostra Terra nel caso in cui i dinosauri non si
fossero mai estinti.
La data d’uscita italiana del film è
prevista per il prossimo 25 novembre.
Che cosa sarebbe successo se
l’asteroide che ha cambiato per sempre la vita sulla Terra non
avesse colpito il nostro pianeta e i dinosauri non si fossero mai
estinti? Il nuovo lungometraggio Disney Pixar Il Viaggio di Arlo
trasporterà il pubblico in un viaggio epico nell’era della
preistoria, dove un coraggioso e curioso dinosauro di nome Arlo
stringe un’insolita amicizia con un essere umano. Attraversando
luoghi aspri e misteriosi, Arlo imparerà ad affrontare le sue paure
e scoprirà ciò di cui è veramente capace.
Ecco nuove clip tratte dal nuovo
film d’animazione Pixar Il Viaggio di
Arlo(The Good Dinosaur). Diretto
da Peter Sohn e ispirato a una storia di
Enrico Casarosa e Bob Peterson, Il Viaggio di
Arlo prova a raccontare la nostra Terra nel caso in cui i
dinosauri non si fossero mai estinti.
Che cosa sarebbe successo se
l’asteroide che ha cambiato per sempre la vita sulla Terra non
avesse colpito il nostro pianeta e i dinosauri non si fossero mai
estinti? Il nuovo lungometraggio Disney Pixar Il Viaggio di Arlo
trasporterà il pubblico in un viaggio epico nell’era della
preistoria, dove un coraggioso e curioso dinosauro di nome Arlo
stringe un’insolita amicizia con un essere umano. Attraversando
luoghi aspri e misteriosi, Arlo imparerà ad affrontare le sue paure
e scoprirà ciò di cui è veramente capace.
La data d’uscita italiana del film è
prevista per il
prossimo 25 novembre.
Diretto da Peter
Sohn (Parzialmente Nuvoloso) e
prodotto da Denise Ream (Cars 2,
Up), il nuovo lungometraggio Disney•Pixar
Il Viaggio di Arlo arriverà nelle sale
italiane il 25 novembre e trasporterà il pubblico in un viaggio
epico nell’era della preistoria, dove un coraggioso e curioso
dinosauro di nome Arlo stringe un’insolita amicizia con un essere
umano. Attraversando luoghi aspri e misteriosi, Arlo imparerà ad
affrontare le sue paure e scoprirà ciò di cui è veramente
capace.
Movie Surfers di Disney
Channel ha fatto visita agli studi della
Pixar per mostrarvi il dietro le quinte del nuovo film
d’animazione Il Viaggio di Arlo (The Good
Dinosaur). Diretto da Peter Sohn e ispirato a una storia di
Enrico Casarosa e Bob Peterson, Il Viaggio di Arlo prova a
raccontare la nostra Terra nel caso in cui i dinosauri non si
fossero mai estinti.
La data d’uscita italiana del film è
prevista per il prossimo 25 novembre.
Spesso le amicizie più belle sono
quelle che nascono in modo inaspettato: magari si viene da mondi
diversi, magari c’è della rivalità o addirittura inizialmente c’è
antipatia. Eppure poi scatta qualcosa, spesso un esperienza
condivisa che fa scoprire l’altra persona e fa capire che in realtà
si è più simili di quello che si pensa, che anche se si è diversi
ci si può capire. Preparatevi quindi a riscoprire una amicizia vera
e genuina nel nuovo cartone Disney PixarIl Viaggio di Arlo al cinema dal 25
Novembre per la regia di Peter Sohn.
Ma chi è Arlo? Un dinosauro! In
questa avventura si parte dalla premessa che la famosa asteroide
che portò alla loro scomparsa in realtà lisciò la terra e quindi ci
saremmo ritrovati oggi con i dinosauri a dominare la terra e noi
umani… ancora poco evoluti!
Arlo è un giovane dinosauro
inesperto ed estremamente fifone che perde la via di casa dopo
essere caduto in un fiume. Si troverà quindi costretto a farsi
forza e ad affrontare le sue più grandi paure nel viaggio di
ritorno verso la sua famiglia. Per fortuna non è solo ma con lui
c’è Spot, un piccolo di umano particolarmente selvaggio che, anche
se inizialmente non ben voluto, aiuterà Arlo nei momenti più duri e
condividerà con lui i momenti più belli dando inizio ad una
commuovente amicizia.
Bisogna mettere da
parte le proprie paure per vedere la bellezza delle cose: è questo
il concetto alla base de Il Viaggio di Arlo. Questa frase detta ad
inizio film sarà l’ancora di salvezza per il piccolo dinosauro che
scopre il mondo facendosi un po’ di coraggio, una lezione che sarà
sicuramente assimilata dal pubblico più giovane e perché no, una
sveglia anche per quello più grande che alle volte si dimentica che
bel mondo che c’è là fuori.
Peter Sohn e il suo team alla Pixar
ci propongono una storia semplice, fatta di meraviglie della
natura, sguardi e sentimenti puri. Personaggi dalle personalità ben
delineate e tratti esilaranti (imperdibile il triceratopo
indovino!) piccoli animaletti buffi e due protagonisti con
personalità inverse, con l’umano molto più animale del dinosauro.
La resa della natura, dai prati sconfinati, alle alte montagne fino
alle infinite sfumature e riflessi dell’acqua, sono sicuramente il
punto di forza in un tipo di animazione che è arrivata a tracciare
una linea sottilissima tra finzione e realtà. All’occhio
dell’appassionato poi, non potranno sfuggire diversi omaggi a film
di animazione del passato tra cui Il Re Leone.
Ne Il Viaggio di
Arlo si ride spesso e si rimane a bocca aperta per la
bellezza del mondo, ma c’è anche tanto spazio ai sentimenti più
cupi e a pensieri più profondi, una morale ben precisa che
sicuramente rende questo film molto speciale.
Lunedì 11 luglio 2022 andrà in onda
alle 21.25, su RAI 1 e in contemporanea su RaiPlay, “Il
viaggio degli eroi”, il nuovo film documentario sulla
vittoria del terzo titolo mondiale della nazionale italiana di
calcio nel 1982 a Madrid. A quarant’anni esatti dalla “notte del
Bernabeu” – in cui i gol degli azzurri inchiodarono sul 3 a 1 la
fortissima e favorita Germania Ovest – Rai 1 racconta una delle
imprese più esaltanti degli azzurri attraverso le inedite
riflessioni dei protagonisti di quel viaggio. Un cammino folle e
irripetibile, contro tutto e contro tutti, che dopo un avvio
difficile fatto di sconfitte, polemiche e silenzio stampa, terminò
con le mani ferme e rassicuranti del capitano, Dino Zoff, che
innalzavano la coppa del mondo regalandola a tutti gli italiani.
“Campioni del mondo! Campioni del mondo! Campioni del mondo!”, in
quell’istante la voce dell’indimenticabile Nando Martellini,
sottolineava che l’Italia aveva raggiunto il Brasile, unica
nazione, fino ad allora, ad avere vinto tre titoli.
Il film, diretto da Manlio Castagna
e narrato dall’attore Marco Giallini, ci riporta le immagini, le
voci, l’atmosfera che hanno fatto di quell’evento un pezzo della
nostra memoria nazionale. Dall’esultanza del Presidente Pertini
alla partita a carte sul volo di ritorno, e alla tagliente serenità
di Enzo Bearzot, il film scava in una memoria lontana nel tempo ma
ancora condivisa, in grado di parlarci con quella forza e quella
partecipazione che solo le imprese collettive sanno restituire per
poter poi essere rilette e apprezzate nel presente.
“La vittoria inattesa e
incredibile degli Azzurri in Spagna – dice Manlio
Castagna– fu non solo una grande impresa sportiva, ma
soprattutto un grande momento di partecipazione e di condivisione
nazionale che segnò simbolicamente la rinascita del Paese dopo anni
difficili. È una storia di valori e di passioni, di impegno e di
speranza che va raccontata, soprattutto oggi, in un momento storico
difficile, segnato dalla pandemia e dalla guerra. Eppure, come
nell’82, l’Italia ha trionfato agli Europei ed alle Olimpiadi:
queste vittorie raccontano la forza di un Paese che non si arrende
alle difficoltà”.
Nel film prodotto da ONE MORE
PICTURES con RAI CINEMA e RAI COM, le interviste ai campioni del
mondo: Giancarlo
Antognoni, Giuseppe
Bergomi, Antonio
Cabrini, Bruno
Conti, Claudio Gentile, Gabriele Oriali, Dino
Zoff. Gli interventi di Federica
Cappelletti, moglie dell’indimenticabile Paolo Rossi,
di Cinzia Bearzot, figlia dell’allenatore che
portò la squadra alla vittoria e di Roberto
Mancinie Gianluca Vialli.
“Per me – ha affermato Antonio
Cabrini, uno dei principali eroi di quella
Nazionale italiana- questo film celebra non solo i ricordi del
Paese meraviglioso che siamo, ma soprattutto l’espressione di un
grande sentimento che si creò nel gruppo: compagni di squadra uniti
indissolubilmente. Quel sentimento fu il motore di una
vittoria impossibile, che si tramutò in una vera e propria impresa.
Dedico il mio ricordo a quegli eroi che oggi ci mancano tantissimo:
Mister Enzo Bearzot, Mister Cesare Maldini, il meraviglioso Gaetano
Scirea e il mio fraterno amico Paolo Rossi. Ringrazio i produttori,
One More pictures, Rai Cinema e Rai Com, per aver reso possibile la
trasposizione filmica di una così grande emozione. Grazie, infine,
a Marco Giallini per la sublime interpretazione”.
“Quarant’anni fa, nel 1982, ho potuto alzare la coppa del
mondo. Per un bambino nato a San Siro, che non desiderava altro che
arrivare a giocare lì dentro, è stato il traguardo più alto –
ha continuato Giuseppe Dossena– L’ho
fatto sacrificando la mia gioventù, la mia infanzia e nel periodo
della mia maturità gli affetti, le amicizie e la famiglia. Ma,
nonostante tutto, è stata una gioia indescrivibile. Sono stati
d’animo molto intimi e difficili da spiegare. Voglio ringraziare
tutti i miei compagni di viaggio per la passione e l’amicizia che
non mi hanno mai fatto mancare”.
Fulvio Collovati ha ricordato che
“Nonostante siano passati quarant’anni, c’è un valore che è
rimasto immutato nel tempo. Sono consapevole del fatto che alzare
una coppa del mondo non sia da tutti, ma poter contare
sull’amicizia profonda dei miei compagni di squadra mi rende ancora
più felice”.
“L’esperienza vissuta grazie ai mondiali del 1982 mi ha
donato una piena consapevolezza di me stesso, la capacità di non
mollare mai e una notorietà sorprendente, tanto da essere
riconosciuto in tutto il mondo. Sono passati tanti anni eppure lo
constatiamo ancora oggi” – Ha
sottolineato Giancarlo Antognoni.
Bruno Conti ha
ricordato che “Il mondiale ha significato tanto divertimento e
tante emozioni, ma soprattutto mi ha permesso di incontrare
moltissimi campioni, come Paolo Rossi. Dopo le ingiustizie subite,
ritrovare il nostro Bomber è stata la gioia più grande per tutta la
squadra”.
Per Franco
Causio“Diventare campione del mondo è il sogno della
maggior parte dei ragazzi appassionati di calcio. Quando mi
chiedono un ricordo dei mondiali del 1982, mi emoziono come se
stessi vivendo, ancora oggi, quel meraviglioso giorno”.
“Vincere il mondiale dell’82 mi ha
permesso di vivere un sogno che non osavo neanche immaginare –
sottolinea Franco Selvaggi– è stata un’esperienza
da estasi pura!”
Dopo il clamoroso risultato delle
elezioni in Irlanda del Nord, arriva nei cinema a partire dal 30
marzo il film Il Viaggio (The Journey). Officine
UBU è lieta di rilasciare il trailer italiano del film diretto
da Nick Hamm.
Ispirato a un fatto realmente accaduto,Il
Viaggio (The Journey) vede protagonisti due grandi
interpreti della tradizione britannica, Timothy Spall e
Colm Meaney, in un incredibile viaggio che ha cambiato la
storia e i rapporti personali tra i due avversari
protagonisti.
Dopo 40
anni di Troubles i due leader politici dell’Irlanda del Nord, il
predicatore protestante IAN PAISLEY e il repubblicano MARTIN
McGUINNESS, si incontrano a St. Andrews, in Scozia, per discutere
uno storico accordo di pace. Quando le trattative si trovano in una
situazione di stallo, i due nemici giurati sono costretti, dalle
circostanze e dal destino, a intraprendere un viaggio in macchina
insieme, che sarà ricco di imprevisti. Un percorso nella
conciliante natura scozzese che, dopo una serie di battute
pungenti, apre spiragli nella barriera tra i due e diventa
occasione di scoperta reciproca. Costretti a passare molte ore
insieme, i due leader realizzeranno di non essere poi così diversi
e instaureranno una bizzarra relazione di amicizia, ricordata
ancora oggi come “Chuckle Brothers”, che porterà a un futuro
di pace nell’Irlanda del Nord.
Il Viaggio (The Journey) narra la straordinaria
storia dei due leader dell’Irlanda del Nord e di quando furono
costretti a fare un viaggio insieme, mettendo da parte il loro
passato e le loro incomprensioni, incominciando a conoscersi per
davvero. Oltre agli straordinari Timothy Spall e Colm
Meaney, nel cast anche Catherine McCormack, il
promettente Freddie Highmore, Toby Stephens e John
Hurt, in una delle sue ultime apparizioni sul grande schermo.
Dopo essere stato presentato come Evento Speciale Fuori Concorso
all’interno della 73° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia,
il film Il Viaggio (The Journey) arriverà nei cinema
italiani a partire dal 30 marzo distribuito da Officine
UBU.
L’Oxford Dictionary ha
ufficializzato molti vocaboli mutuati dalla cultura pop negli
ultimi anni. Ma sembra che per il 2015 si sia superato. Da
quest’anno infatti la massima autorità della lingua inglese
riconosce il verbo “to MacGyver“, in omaggio al
celeberrimo personaggio dell’omonima serie tv. Il significato?
Semplice: riparare un oggetto in maniera improvvisata ed
ingegnosa, utilizzando qualsiasi cosa si trovi a portata di
mano (To make or repair (an object) in an improvised or
inventive way, making use of whatever items are at hand).
Il vento che accarezza
l’erba è un film del 2006 diretto a
Ken Loack e con protagonisti Cillian
Murphy,Pádraic Delaney e Liam
Cunningham.
Irlanda, 1920. Laureatosi
in medicina da poco, Damien O’Donovan (Cillian
Murphy) ha già in tasca il biglietto di solo andata per
Londra, dove lo aspetta un ottimo impiego come medico. Pochi giorni
prima della partenza però, la morte di un caro amico, barbaramente
ucciso dai soldati governativi inglesi e il linciaggio di poveri ed
inermi macchinisti alla stazione del treno, lo convincono a non
partire, che quello non è il momento di lasciare l’Irlanda. Damian
si unirà alla colonna dell’esercito repubblicano capeggiata dal
fratello Teddy (Podraic Delaney), e combatterà
senza esitazioni per l’indipensenza del suo paese. Dopo mesi di
guerriglia, violenze e inauditi soprusi si giungerà al fatidico
trattato di pace del 1921. L’Irlanda otterrà un’indipendenza
formale che non soddisferà l’ala più radicale dell’Ira così
inizierà una terribile guerra civile ancora più drammatica di
quella contro gli inglesi. Compagni e fratelli di lotta si
troveranno all’improvviso l’uno contro l’altro e così sarà anche
per Damian a Teddy.
Vincitore della Palma d’oro
al 59° Festival di Cannes, Il vento che accarezza
l’erba è un film del 2006 diretto mirabilmente da
Ken Loach. Il titolo particolare scelto dal
regista prende spunto dal verso di una poesia del XIX secolo di
Robert Dwyer Joyce, un’immagine che ricorre
sovente nel corso del film, soprattutto quando i giovani partigiani
irlandesi aspettano distesi e nascosti nella brughiera, pronti ad
un nuovo agguato. L’Irlanda, con le sue immense distese
verdeggianti, la sua campagna selvaggia ma gentile al tempo stesso,
è il meraviglioso contesto in cui prende corpo la storia, in cui si
dipanano le vicende dei nostri protagonisti. La guerra
d’indipendenza prima e quella civile poi, dopo l’insoddisfacente
trattato del 1921, ci vengono raccontate con intensità e crudezza
ma anche con sentimento e delicatezza. Loach inquadra il grande
avvenimento storico non tanto attraverso gli occhi e le mosse dei
grandi protagonisti come Micheal Collins, ma preferisce
seguire le vicende di una piccola colonna di giovani volontari in
cui si inserisce la drammatica epopea dei fratelli O’Donovan.
Ideali e patria, principi grandi e non barattabili che portano il
giovane Damian a calpestare e violentare la propria natura mite e
gentile; il suo tramutarsi da giovane medico in soldato spietato è
forse uno degli aspetti più affascinanti del film.
Il vento che accarezza l’erba
recensione del film di Ken Loach
Doveroso sottolineare come Damian
sia interpretato da un ottimo Cillian Murphy
(Batman
Begins, Il cavaliere oscuro, Ritorno
a Cold Mountain, Red Eye). Loach, senza troppe
velature, si schiera al fianco degli indipendentisti socialisti, i
quali oltre ad un’Irlanda veramente libera e indipendente,
ambiscono ad una società nuova, più giusta e dove tutti possano
avere pari opportunità. Una corrente radicale straordinariamnete
espressa nella figura e nelle parole di Dan, grande amico e
ispiratore di Damian ed interpretato magistralmente da un
coinvolgente Liam Cunningham.
Il vento che accarezza
l’erba è un film che alterna sequenze dal
forte impatto emotivo, senza risparmiare una necessaria dose di
crudo realismo, ad altre dove “la questione irlandese” viene
discussa e dibattuta con dialoghi estremamente illuminanti. Il
grande merito del regista inglese è quello di disegnare un quadro
nitido e completo del complesso passaggio storico trattato e solo
per questo merita un’attenta visione che, ovviamente, consigliamo.
Il vento che accarezza l’erba è un film che non
parla solo di storia e politica ma che inserisce nella solida base
narrativa anche una tormentata storia d’amore, quella tra Damian e
la giovane Sineàd. Interpretata molto intensamente dalla brava Orla
Fitzgerald, Sineàd è una volontaria dell’esercito repubblicano la
quale proverà sulla sua pelle tutto il dramma della guerra, una
guerra che coinvolse in modo terribile anche e soprattutto la
popolazone civile.
Ottima regia, ottimi interpreti ed
una sceneggiatura senza sbavature confezionano un film importante,
forse in parte fazioso ma comunque profondo e onesto nel raccontare
e trasmettere il dramma di uomini chiamati a opprimere la propria
indole, la propria natura ed i propri affetti più cari per qualcosa
di più grande, per qualcosa che per loro non aveva prezzo.
Wayne Wang, già regista di
Smoke e Chinese box, porta sul
grande schermo la sua ultima fatica: Il ventaglio
segreto. In questo lavoro, ci racconta la Cina
dell’Ottocento con un’attenta ricostruzione antropologica. La
sceneggiatura si basa, infatti, su un romanzo di Lisa See, che
prende spunto dalla tradizione cinese del laotong, per
raccontare dell’amicizia e dell’affetto tra donne nella società
cinese del diciannovesimo secolo. Protagoniste della pellicola due
bambine cui sono stati fasciati i piedi nello stesso giorno: Fiore
di Neve e Giglio Bianco.
Il laotong – vincolo che unisce due
donne in un’amicizia per la vita, più forte di un legame parentale
– è un vero e proprio contratto, che suggella l’unione tra le due
bambine. A cementarla ulteriormente, l’uso del nu shu: un
linguaggio segreto, di cui si serviranno per comunicare,
scrivendolo nelle pieghe di ventagli di seta bianca. L’amicizia tra
le due donne attraverserà prove difficili, ma le due si terranno in
contatto segretamente, attraverso lo scambio dei ventagli. Accanto
a questa, una storia moderna, ambientata ai giorni nostri, che vede
Nina e Sophia, unite anch’esse da laotong, nell’attuale
Shanghai.
Il ventaglio
segreto inanella tre livelli temporali: l’800, il presente
e gli anni ’90. Era dunque una bella sfida per il regista tenere
insieme tutta questa materia in maniera non lineare. Tuttavia, se
l’inizio può generare qualche confusione, presto tutto si
chiarisce: le due storie si svolgono in una sorta di gioco di
specchi. È stato Wang stesso a voler inserire la parte moderna,
ambientata a Shanghai, per attualizzare il tutto e fornire allo
spettatore anche un racconto più vicino alla sensibilità moderna.
Scelta senza dubbio felice, che sortisce l’effetto sperato, anche
grazie agli sceneggiatori che hanno curato questa parte della
storia (il premio Oscar Ron Bass e Michael Ray). Passato e presente
sono dunque, allo stesso tempo simili, perché simile è la storia
delle protagoniste, ma opposti, come inevitabilmente lo sono la
Cina dell’800 e quella di oggi.
Le due attrici offrono buone prove,
interpretando caratteri diversi, ma complementari, in maniera
intensa e convincente. Il regista ha tempo e modo di delineare i
personaggi in maniera precisa e dettagliata. Quello che Il
ventaglio segreto sconta però è un’eccessiva retorica, uno
smaccato sentimentalismo, certo gusto melodrammatico, evidente in
alcuni snodi della sceneggiatura e soprattutto nei dialoghi. Wang
riesce comunque a darci una lettura critica del presente asiatico
che, in tumultuosa crescita, rincorre il modello di sviluppo
occidentale, pagando però un prezzo per questo affanno verso
sviluppo, progresso e ricchezza, cioè quello del deterioramento dei
rapporti umani.
Il ventaglio
segreto è quindi un invito a riscoprire i valori umani, i
legami forti e autentici tra le persone, come l’amicizia e
l’affetto, e a mantenerli, perché davvero essi costituiscono
l’essenza della vita, al di là della realizzazione nel lavoro, del
denaro. Dal punto di vista estetico, il film è pregevole: molto
accurata la ricostruzione scenografica della Cina Ottocentesca,
vivissimi i colori, affascinanti i costumi e i materiali di scena.
Tutto è ricreato con particolare attenzione. Con altrettanta cura
si caratterizza l’ambiente moderno: una Shanghai sfavillante di
progresso, simboleggiato da grattaceli e lavori in corso. Una città
in continuo mutamento.
Le musiche, del premio Oscar Rachel
Portman ben si accordano con la vena melodrammatica del film. La
pellicola è distribuita da Eagle Pictures e sarà nelle sale
italiane dall’8 luglio.
Presentato Fuori Concorso al
Festival Internazionale del Film di Roma, Il Venditore
di Medicine di Antonio Morabito è un film che
attraverso le vicende fittizie di Bruno risalta uno spaccato di
vita italiano ben noto ma poco approfondito dal mondo
cinematografico. Difatti viene portata in scena più che un episodio
di “mala sanità”, un vero e proprio sistema contraddistinto
dal mero baratto, che non riguarda le sale operatorie ma piuttosto
illustra ciò che lega le case farmaceutiche e i medici. Seppur i
personaggi e i luoghi siano fittizi, nella storia è evidente
l’impronta documentaristica con cui viene sviluppata e intrecciata
la storia di Bruno. Egli è interpretato da un bravo
Claudio Santamaria, la cui funzione principale è di stare
sulla soglia di questo mondo e indirizzare lo sguardo dello
spettatore.
In Il venditore di
medicine Bruno è un informatore medico. La sua azienda, la
Zafer, sta vivendo un momento difficile. Pur di non perdere il suo
posto di lavoro, Bruno è disposto a corrompere medici, a ingannare
colleghi, a tradire la fiducia delle persone a lui più vicine. E se
alcuni dottori si rifiutano di prestarsi a questo gioco, molti di
loro non si sottraggono affatto.
Il venditore di medicine, il film
Quando indossa il suo completo e la
valigetta con i campioni omaggio, viene rappresentata l’intenzione
della sceneggiatura di fare luce in questo mondo. Quindi,
assistiamo Bruno nella sua giornata tipo, portando in rilievo un
mondo fatto di medici-regine e di primari-squali il cui pregio più
rilevante è di essere corrotti e amorali. In queste scene lo
vediamo sfoderare le sue doti di “venditore” che asseconda i vezzi
e i desideri dei dottori che parlano di “piazzare” prodotti o
“spingere” determinati medicinali. Nell’altro aspetto, quello
fittizio, assistiamo alla sua vita familiare; preoccupato di un
amico malato e di sua moglie, che gli mostrano il contraddittorio
della sua doppia vita e come questo lavoro lo ha reso un uomo
disposto a tutto per mantenersi un lavoro che lo porta ad assumere
pillole per l’ansia per placare i suoi dubbi di coscienza.
Sarà proprio questa sfera a frenare
un potenziale thriller; poiché seppure la vicenda sia lineare e ben
dettagliata con i suoi gerghi e i suoi intrallazzi, tiene comunque
lo spettatore lontano, fuori dal disincanto della storia facendo
risultare di troppo le vicende private che portano il bilanciamento
nella storia senza aggiungere nulla di nuovo; mentre invece sarebbe
stato interessante seguire altri percorsi narrativi, come quelli
del Dr. Sebba (Ignazio Oliva), che potevano
esaurire il quadro narrativo.
Il venditore di
medicine è un buon film che porta una storia inedita nella
nostra cinematografia ma che perde nella seconda parte tutta la
tensione ben costruita nella prima. Il regista riesce comunque a
far passare le vicende sulle multinazionali farmaceutiche e sul
vero costo della salute, reso un semplice prodotto
“commerciale”.
Ecco il teaser trailer di
Il Venditore di Medicine, il discusso
film di Antonio Morabito presentato all’ultimo
Festival Internazionale del Film di Roma.
La cronaca dello scandalo del
comparaggio farmaceutico, riportata con drammatica periodicità dai
media in Italia e nel mondo, con clamorose denunce di corruzione,
inchieste, processi, è il punto di partenza del film di Antonio
Morabito.
Un racconto teso, compatto, che
sullo sfondo di una trama di illegalità e una progressione
thriller, fa trasparire un ritratto più ampio di un tempo di
guerra silenziosa, in bilico tra ansia e spettro del
fallimento. In cui sembra impossibile fermare una caduta
volontaria.
Nel film ci sono Claudio
Santamaria, Isabella Ferrari, Evita Ciri, Marco Travaglio. Il
film è prodotto da Classic e Peacock Film, in coproduzione con RSI,
in collaborazione con Rai Cinema e distribuito da
Luce-Cinecittà.
Quest’oggi presso l’AuditoriumArte
si è tenuta la conferenza stampa del film Fuori Concorso
Il venditore di medicine di Antonio
Morabito. In sala oltre al regista era presente il cast,
composto da Claudio Santamaria, Isabella Ferrari
e Ignazio Oliva ed il produttore Matteo
Pagani.
Come è stato pensato il
personaggio di Bruno?
Antonio Morabito: Stiamo parlando di una persona che
all’interno di una situazione dilagante, di corruzione non
rappresenta uno dei primi artefici, cioè uno dei vertici che
muovono i fili di questa dinamica, ma rappresenta anche la vittima
di questo ingranaggio, questo perché volevo assolutamente far
vedere come questo problema, la corruzione tra la farmaceutica e la
sanità, sia un qualcosa di vicinissimo a noi, non stiamo parlando
dei grandi soprusi che le nazionali del farmaco fanno nel sud del
mondo. Ma stiamo parlando del nostro medico di fiducia, il medico
di base. Volevo porre l’accento di quanto fosse un qualcosa di
molto prossimo a noi.
Il film nasce da quale
esigenza? A.M.:Nasce da un’esigenza personale perché
io purtroppo mi sono trovato a con necessità di trovare un farmaco
per una malattia rara che colpì mio padre, prima che questo farmaco
fosse messo in commercio in Italia ed in occidente. Questo farmaco
già esisteva in altre parti del mondo ma l’FDA non dava il permesso
di entrare nel mercato. Siccome vengo da una famiglia di medici, i
miei zii, i miei nonni erano medici, ho sempre visto la malattia e
il farmaco come un qualcosa di molto regolato. Non riuscendo a
trovare questo farmaco ho provato a interessarmi personalmente sul
perché e perciò ho scavalcato quella linea immaginaria che c’è tra
la sanità e la farmaceutica, per vedere tutti le fasi di un farmaco
e lì mi si è aperto un mondo. Che ho approfondito conoscendo una
marea di informatori del farmaco delle più disparate case
farmaceutiche, ma anche medici che operano oggi nel settore, e lì
sono arrivato a capire come funzionano le cose, purtroppo
sottolineo che questo non si tratta solo di poche “mele marce” ma
purtroppo si tratta dell’andazzo del sistema.
Claudio tu sei protagonista di
questo film, sei vittima e carnefice C.S.: Il film
prende il punto di vista da questa figura che è l’ultima ruota del
carro, colui che conta meno di tutti, ma rappresenta non solo
dell’informato scientifico ma una classe molto precisa, l’uomo con
la valigetta, il rampante, colui che cerca di raggiungere un certo
status sociale della ricchezza, ed è proprio questo il meccanismo
che funziona tanto nel film, perché è il carnefice e anche vittima,
perché di fatto per sostenere questo ritmo e questa pressione che
viene dall’alto è costretto di fatto a drogarsi, quello che gli
prescrive il suo medico non è altro che cocaina legale, anfetamina.
Non solo questo ma attraverso i suoi strumenti, fa del male anche
alla sua famiglia, distrugge ciò che ama, sua moglie, ritrovandosi
dall’altra parte e forse capisce davvero e profondamente di cosa si
tratta il suo lavoro.
Isabella e Ignazio siete due lati
opposti dello stesso sistema. Isabella Ferrari: Mii
sono resa conto di avere un personaggio che comunque era tanto che
non mi veniva offerto, lontano dai ruoli fatti ultimamente, quindi
c’era una curiosità d’attrice che si muoveva, inoltre è un opera
prima, in qualche modo, è un film di denuncia, un film che
socialmente e politicamente ha un senso farlo oggi. Poi portato da
Matteo Pagani un produttore che io stimo e seguo da sempre
quindi non ho avuto dubbi. Ho avuto un po’ di dubbi quando l’ho
letto perché mi sembrava, terribilmente forte, che non poteva
essere reale, questa capo area con una totale mancanza di umanità.
La mia preoccupazione era capire se era reale lo script, ho preso
le mie informazioni, ho incontrato due capo area, è molto difficile
parlare di queste cose, quindi ho sentito una sorta di fastidio,
perciò ho fatto leggere solo le mie battute. E loro mi hanno
confermato questo sistema. Inseguito mi sono buttata nella
direzione che mi ha dato il regista. Ignazio Oliva: Io rappresento la parte etica ed è stata
abbastanza facile farla, perché siamo più o meno tutti sulla stessa
onda, il regista ha voluto fare il film per denunciare la
situazione che per me è oggettiva ed è vera. Ed io rappresento
secondo me quel tipo di medici, che secondo me esistono, che ci
sono, che vanno valorizzati, quelli che si rifiutano di stare al
gioco, rischiando il lavoro, la vita e tutto quello che ne
consegue. Per me è stato un grande piacere ed onore lavorare con
tutti loro.
Data la forza del
messaggio che viene trasmesso dal film, siete mai stati ostacolati
durante la produzione? Matteo Pagano: Ti ringrazio
ma non c’è stato nessun coraggio, è stata una necessità. Antonio mi
ha portato questa storia ed è interessantissima, non credo che
serva tanto coraggio per dire la verità. Tengo a precisare che
tutto quello che c’è nel film è assolutamente vero. Non c’è un
minimo di esagerazione, anzi c’è una forma di riduzione
dell’evidenza. A.M: Si ci sono state, a parte le varie lettere al limite
della protesta, ci sono arrivati insulti…anche fantasiosi, di
informatori e medici indignati, che “la sanità venga sempre dipinta
in questo modo” oppure “diamo una brutta immagine dell’Italia”.
Infatti, quando abbiamo fatto la conferenza stampa a Bari tre
giorni prima delle riprese, il direttore sanitario dell’ospedale
che già avevamo contattato per usare l’ospedale per girare,
inseguito a questa conferenza, revocato l’utilizzo dell’ospedale.
Così come anche i tre medici che ci avevano dato il loro studio
privato. E questi tre medici lavorano nello stesso ospedale di quel
direttore sanitario….sicuramente sarà stato un caso!
Qual’è la sua posizione sulle
staminali? A.M: Fare questo film fa male proprio
perché la sanità Italiana avrebbe un grosso potenziale, ci sono
paesi al mondo che non hanno sistemi sanitari come il nostro, per
cui vederlo distrutto e stracciato fa ancora più male. Per
quanto riguarda le staminali non capisco perché la ricerca venga
così frenata.
Quanto sei stato costretto a
censurarti? A.M.: A me è piaciuto molto The
Costant Gardner, però guardando quel film lo sento un po’
protetto dalla distanza, quello è anche un film d’inchiesta che fa
vedere questi grandi meccanismi a livello dei vertici, io volevo
fare un’altra cosa, volevo far vedere che noi questi livelli ce li
abbiamo in casa e ci viene presentato dal nostro dottore, e questa
cosa secondo me si può fare solo se si rimane appiccicati al suo
personaggio e si diventa la sua ombra, facendogli pressione con la
macchina da presa.
In un suo noto sonetto il poeta
romantico Percy Bysshe Shelley descrive il velo
dipinto come un “filtro” che distorce la nostra percezione del
mondo e dei sentimenti, ma che nonostante ciò non deve essere
rimosso. Il film Il velo dipinto, diretto
da John Curran nel 2006 racconta proprio di questo
desiderio proibito, dando vita a quella che è la terza
trasposizione del romanzo omonimo scritto da William
Somerset Maugham nel 1925. Già portato sul grande schermo
nel 1934 con Il velo dipinto e nel 1957 con Il settimo
peccato, questo ha con questo terzo film trovato la sua più
fedele traduzione cinematografica.
Si tratta di una delicata e intensa
storia d’amore sullo sfondo di un contesto cinese tanto
affascinante quanto complesso. I tentativi di realizzare un nuovo
film a riguardo hanno iniziato a prendere forma nel 1999, quando la
produttrice Sara Colleton iniziò a scrivere una
versione della storia ambientata in epoca contemporanea e con un
taglio femminista. Il subentrare di altre personalità nel progetto
ha però riportato Il velo dipinto ad essere un più fedele
adattamento del romanzo, pur apportando alcune significative
modifiche. Girato tra Shanghai e le tradizionali città cinesi di
Huangyao e Guangxi, andò poi incontro ad un buon successo.
Apprezzato da critica e pubblico, il
film coinvolse in particolare grazie alla forze delle emozioni e
dei sentimenti che racconta. Di particolare fascino sono però anche
le interpretazioni dei protagonisti, gli ambienti e la colonna
sonora di Alexander Desplat premiata con
il Golden Globe. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi
al romanzo, alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Il velo dipinto: il
romanzo da cui è tratto il film
Lo scrittore britannico
William Somerset Maugham è ricordato in
particolare per il forte pessimismo e cinismo delle sue opere,
nelle quali puniva duramente i vizi e la follia dei suoi
personaggi. Oltre a Schiavo d’amore, giudicato il suo
capolavoro, Il velo dipinto è un altro dei suoi più
celebri e apprezzati romanzi. Questo fu inizialmente pubblicato in
forma seriale sulla rivista Cosmopolitan, dal novembre
1924 al marzo 1925. In seguito venne pubblicato anche in forma
unitaria. Per il nuovo adattamento di questo, lo sceneggiatore
Ron Nyswaner e l’attore Edward
Norton collaborarono al fine di apportare una serie di
modifiche che permettessero comunque di restare tematicamente
fedeli al libro.
In particolare, Norton ha affermato
di aver voluto espandere quanto già presente nel libro, donando ad
ogni personaggio un più ampio arco di trasformazione. Così facendo
si è costruito un racconto particolarmente più ambizioso, dove i
personaggi hanno modo di esprimere meglio sé stessi e il proprio
mondo interiore. Norton, inoltre, ha dichiarato di essere stato
molto ispirato da film La mia Africa e Il paziente
inglese, dove sono presenti storie d’amore estremamente
intense e universali. Allo stesso modo furono condotte numerose
ricerche per rendere più realistica l’ambientazione cinese e la
società dell’epoca.
La trama e il cast di Il velo
dipinto
Ambientato inizialmente a Londra
durante i primi anni Venti, il film racconta la storia di
Walter e Kitty. La giovane
coppia, tuttavia, vive una crisi nel momento in cui il sentimento
provato da lui non è corrisposto da lei. Walter lavora come medico,
nello specifico un batteriologo, e proprio la sua professione porta
poi i due sposi a trasferirsi a Shangai, in Cina. Qui Kitty
trascorre le sue giornate annoiata e l’unico diversivo a questa
monotonia è Charlie Townsens, un viceconsole
inglese di cui lei si innamora perdutamente. Nonostante i due siano
entrambi sposati, iniziano a frequentarsi, ma la loro relazione
extraconiugale non sfugge a Walter, che pone sua moglie di fronte a
una scelta: il divorzio per adulterio o seguirlo in una zona remota
della Cina, dove è in atto un’epidemia di colera.
Ad interpretare Walter vi è l’attore
Edward Norton,
il quale rimase talmente tanto affascinato dalla storia da decidere
di esserne anche sceneggiatore e produttore. Egli, in particolare,
si ritrovò molto nel personaggio, nelle sue ambizioni e nei suoi
fallimenti. Norton decise poi di assumere per il ruolo di Kitty
l’attrice Naomi Watts, in
quel momento molto popolare grazie a Mulholland Drive e
21 grammi. Furono proprio i suoi ruoli in questi due film
a convincere gli altri produttori ad affidarle il ruolo. L’attrice,
in quel momento legata all’attore Liev Schreiber,
riuscì poi a far ottenere a questi il ruolo di Charlie Townsend,
così da poter stare vicini durante il periodo di riprese in Cina.
Nel cast si ritrovano poi anche Toby Jones nel
ruolo di Waddington, Diana Rigg in quello della
madre superiora e Anthony Wong Chau-sang come
colonnello Yu.
Il velo dipinto: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Il
velo dipinto grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili
Cinema, Now e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
lunedì 27 febbraio alle ore 21:15
sul canale Cielo.
Divenuto popolare grazie a
tormentoni come Andiamo a comandare e Faccio quello
che voglio, il cantante e youtuber Fabio
Rovazzi ha infine debuttato anche al cinema nel 2018 con
il film Il vegetale (qui la recensione). Questo è
diretto dal regista Gennaro Nunziante, noto per
essere stato l’autore dei primi film di Checco Zalone,
da Cado dalle nubi a Quo vado?. Distaccatosi
dal comico pugliese, Nunziante ha poi intrapreso un percorso
diverso, che lo ha portato ad incrociare la strada con Rovazzi,
dando vita ad una commedia tanto umile quanto apprezzabile su
alcune importanti e spesso trascurate tematiche sull’Italia di
oggi.
Nunziante e Rovazzi applicano
infatti in modo vincente la formula usata per i film di Zalone,
confezionando una commedia che ritrae con ironia uno spaccato della
nostra società, la difficoltà di entrare nel mondo del lavoro da
parte dei giovani e i diversi problemi che affliggono il paese, dai
furbetti di turno alle grandi delusioni. Tra personaggi ben
caratterizzati, situazioni paradossali, l’amichevole partecipazione
di Barbara D’Urso (che rappresenta uno dei momenti
più divertenti del film) e battute ben pensate, il film si presenta
dunque come una godibile commedia che allo stesso tempo offre
un’immagine inedita di Rovazzi.
Non vi è infatti tempo per canzoni,
balletti o cameo di amici celebri. Il tutto si regge unicamente
sulle spalle della storia e del suo protagonista, rappresentando un
ritorno alla naturalezza delle cose particolarmente apprezzabile.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama di Il vegetale
Protagonista del film è
Fabio Rovazzi, giovane neolaureato in Scienze
della Comunicazione alla disperata ricerca di un lavoro che
rispetti i suoi criteri etici. Oltre a relazionarsi con tali
problematiche lavorative, egli è anche impegnato a gestire un padre
ingombrante, Bruno Rovazzi, e una sorellina
capricciosa e viziata, Nives Rovazzi. Entrambi
considerano Fabio un “vegetale”, buono a nulla capace solo a
combinare guai e per questo del tutto inadatto a svolgere un vero
lavoro. Subentrato al padre nella gestione della sua azienda, non
tarda infatti a far fallire la suddetta. Un evento inatteso, però,
cambierà improvvisamente in meglio la situazione di Fabio.
L’occasione giusta sembra arrivare
durante il colloquio in una grande azienda, dove Fabio aveva
precedentemente svolto attività di volantinaggio. Richiamato da
questa, Fabio si vedrà proporre uno stage molto particolare che
cambierà per sempre la sua esistenza. In contrasto con i suoi studi
e le sue capacità, Fabio scoprirà a proprie spese che lo stage
consiste nel lavorare come bracciante agricolo in un paesino
sperduto del nord Italia. Qui, però, farà la conoscenza di
Caterina, bella maestra di
Scuola, e di Armando, misterioso locale che
prenderà Fabio sotto la propria ala di protezione. Quella che
sembrava essere la più assurda delle situazioni si rivelerà invece
un’occasione molto importante di crescita.
Il vegetale: il cast del film
Ad interpretare il protagonista, vi
è dunque Fabio Rovazzi, che porta in scena una
versione di sé stesso più sobria di quella che si era soliti
conoscere. Accanto a lui vi sono poi diversi attori particolarmente
noti, a partire da Luca
Zingaretti, che interpreta il misterioso Armando,
personaggio che si rivelerà particolarmente importante per la
formazione personale del protagonista. L’attore Ninni
Bruschetta, invece, è Bruno Rovazzi, padre del
protagonista. Lo youtuber Alessio Giannone è
presente nei panni di Nicola, coinquilino pugliese di Fabio, mentre
Matteo Reza Azchirvani è Vidar. Nei panni di
Caterina, la maestra di cui Fabio si innamora vi è Paola
Calliari, mentre per la prima volta sullo schermo appare
Rosy Franzese, nel ruolo della pestifera sorellina
Nives.
Il vegetale: le location,
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Il film è stato parzialmente girato
nella città di Milano, dove si svolgono le prime scene in cui Fabio
è impegnato nella ricerca di un lavoro. Gran parte del film, però,
si svolge in alcune meravigliose località rurali, qui valorizzate
al meglio. Tra queste vi è Bereguardo, in provincia di Pavia, con
scene girate presso l’Azienda Agricola Cascine Orsine. Altre
località sono Greccio, Contigliano, Labro e Cottanello, tutte
presenti nella provincia di Rieti. Alcune riprese sono invece state
realizzate presso il lago di Piediluco, nella provincia di Terni.
Il film alterna dunque scenari urbani a scenari più naturali,
esaltando la bellezza e la tranquillità di questi ultimi rispetto
ai primi.
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Il
vegetale è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim
Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 4
febbraio alle ore 21:10 sul canale
Rai Movie.
A un mese dall’uscita nelle sale
italiane, il poster e il trailer ufficiale de Il
Vegetale, la nuova commedia scritta e diretta da
Gennaro Nunziante che vede protagonista
Fabio Rovazzi, al suo esordio come attore, con
Luca Zingaretti, Ninni Bruschetta, Paola Calliari, Alessio
Giannone e la giovanissima Rosy
Franzese.
Ecco il poster e a seguire il
trailer del film:
Il Vegetale, prodotto da
Piero Crispino per 3ZERO2 e co-prodotto da The Walt Disney Company
Italia, in collaborazione con Sky Cinema, uscirà nelle sale
italiane giovedì 18 gennaio 2018, distribuito da The Walt Disney
Company Italia.
Daniel Frigo, Country Manager di The
Walt Disney Company Italia, ha dichiarato: “Sono davvero
entusiasta di questo progetto tutto italiano. Grazie alla rinnovata
collaborazione con uno dei registi e sceneggiatori più affermati
nel nostro Paese, Gennaro Nunziante, il pubblico potrà vedere per
la prima volta sul grande schermo un personaggio poliedrico come
Fabio Rovazzi che riserverà non poche sorprese”.
Dopo il grande successo al Box
Office, Sky Cinema presenta Fabio
Rovazzi in Il Vegetale (recensione),
il
film diretto da Gennaro Nunziante (Sole a
catinelle, Quo vado?), con Luca Zingaretti
(Mio fratello è figlio unico, Immaturi – il viaggio) e
Ninni Bruschetta (La mafia uccide solo
d’estate, La trattativa).
Il film, prodotto da The Walt
Disney Company Italia e 3zero2 in collaborazione con Sky Cinema,
andrà in onda in prima visione lunedì 24 settembre alle
21.15 su Sky Cinema Uno e alle
21.45 su Sky Cinema Hits, disponibile anche su Sky
On Demand.
Fabio (Rovazzi) è un giovane
neolaureato milanese in cerca di un impiego, figlio di un ricco e
avido imprenditore che non intende aiutarlo perché lo ritiene
incapace, un vegetale. Il ragazzo inizia a fare colloqui
ed ottiene uno stage in una ditta di volantinaggio nel centro
Italia, ma ben presto scoprirà che questo impiego consiste nella
raccolta di pomodori insieme ad altri braccianti. Nonostante tutto,
Fabio non si perde d’animo e va avanti, conoscendo ben presto
Armando, un personaggio locale con il quale nasce una singolare
amicizia.
Arricchiscono il cast anche
Paola Calliari (Moglie e marito),
Matteo Azchirvani (Il padre e lo straniero,
Che bella giornata). Con l’amichevole partecipazione di
Barbara D’Urso nel ruolo di se
stessa. IL VEGETALE in prima visione lunedì 24
settembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno e alle 21.45 su Sky Cinema
Hits. Disponibile anche su Sky On Demand.
Il
Vegetale, per The Walt Disney Company
Italia e 3zero2, in collaborazione con
Sky Cinema.
Scordatevi il “trattore in
tangenziale”, scordatevi Fedez e compagnia, scordatevi anche il
balletto con le spalle e la dab, il Fabio Rovazzi
che arriva al cinema non è assolutamente quello che abbiamo
conosciuto in questi ultimi tempi, amato e si, anche odiato. Chi lo
avrebbe mai detto che la strada per il grande schermo passava
proprio dalla musica e da quel tipo di tormentone che fa conoscere
un personaggio dall’oggi al domani? Ma proprio così ha funzionato
per Rovazzi, che per la sua prima prova di attore si affida a
Gennaro Nunziante per debuttare sul grande
schermo.
Fabio Rovazzi non
si definisce un cantante e se si va ad analizzare il successo della
sua ascesa, una grande componente è proprio la parte visiva: le sue
canzoni infatti, senza i video clip con numeri da record su
YouTube, quasi non avrebbero ragione di essere, perché è proprio
nella creazione dei video, dal soggetto al montaggio, che il rapper
si esprime meglio. Dopotutto nasce come videomaker, prima che per
se stesso, per altri youtuber di successo. Ma allora, perché non
c’è lui alla regia del suo primo lungometraggio? Forse perché ha
capito che affidarsi ad un regista ironico come Nunziante poteva
essere la scelta più adatta per lui ma forse anche perchè sotto
tutti quei numeri e visualizzazioni, c’è un ragazzo umile che
vorrebbe semplicemente entrare nel mondo del cinema senza arroganza
o presunzione. E probabilmente la sua è stata la scelta più
saggia.
La trama de Il Vegetale
Nella commedia Il
Vegetale, Rovazzi interpreta l’omonimo Fabio, che però ha
poco in comune con lui se non nome e baffetti. Laureato in Scienze
della Comunicazione e in cerca di lavoro, Fabio affronta una
delusione dietro l’altra, tra colloqui che promettono bene e
finiscono male, fino alla ragazza che lo lascia. La sua vita cambia
quando il padre (Ninni Bruschetta), che non sente
da anni, finisce in coma in ospedale a causa di un incidente,
insieme alla nuova moglie e così Fabio è costretto a prendere le
redini nell’azienda di costruzioni e anche a prendersi cura della
nuova sorellina capricciosa Nives (Rosy Franzese).
Chiamato dal padre “il vegetale”, Fabio sarà costretto a
reinventarsi, in particolare quando gli viene proposto uno stage
misterioso fuori Milano, che accetta subito trasferendosi con Nives
in un paesino del nord, dove tra immigrati che cercano di
integrarsi, signore anziane che parlano solo dialetto, troverà
anche una bella insegnante (Paola Calliari) e un
inaspettato amico (Luca Zingaretti).
Dalla piccola e bravissima
Rosy Franzese al veterano Luca
Zingaretti che splende in una commedia, i personaggi sono
ben centrati e recitati. Lo stesso Fabio Rovazzi
riesce a caricarsi sulle spalle il peso del film da protagonista,
senza mai essere troppo caricaturale ma anzi, con una inaspettata
naturalezza. Sarà anche “merito” del fisico magrissimo, che lo ha
reso molto buffo in diversi momenti del film (come quando, con uno
strano movimento delle braccia, cerca di riunire un gregge di
pecore!). Nessun balletto, nessuna canzone, nessun amico che
compare all’improvviso in scena, il mondo musical di Rovazzi è
rimasto fuori dalla porta de Il Vegetale, cosa che
forse potrebbe deludere una fetta di pubblico, ma potrebbe anche
fargliene guadagnare altro.
Uno spaccato ironico dell’Italia
Gennaro Nunziante
applica in modo vincente la formula usata per i film di
Checco Zalone da Cado dalle Nubi
in poi, offrendoci una commedia che ritrae con ironia uno spaccato
della nostra società, la difficoltà di entrare nel mondo del lavoro
da parte dei giovani e i diversi problemi che affliggono il paese,
dai furbetti di turno a le grandi delusioni. Tra personaggi ben
caratterizzati, situazioni paradossali, l’amichevole partecipazione
di Barbara D’Urso (che rappresenta uno dei momenti
più divertenti del film) e battute ben pensate, “Il Vegetale” è un
film divertente, senza troppe pretese ma che vi farà passare 90
minuti in modo leggero.
Iniziate le riprese
deIl Vegetale, la nuova commedia
scritta e diretta da Gennaro Nunziante con
Fabio Rovazzi.
Hanno avuto inizio in un borgo del
centro Italia le riprese de Il
Vegetale, il nuovo film scritto e diretto da
Gennaro Nunziante. Il protagonista è
Fabio Rovazzi, al suo esordio come attore, con
Luca Zingaretti, Ninni Bruschetta, Paola Calliari
e la giovanissima Rosy Franzese.
Con la sua nuova commedia, Gennaro Nunziante
porta sul grande schermo l’esilarante storia di Fabio, giovane
neolaureato che non riesce a trovare un lavoro, alle prese con un
padre ingombrante e una sorellina capricciosa e
viziata. Entrambi lo considerano un “vegetale”. Un evento
inatteso cambierà improvvisamente i ruoli. Fra situazioni comiche e
trovate paradossali, il protagonista dovrà reinventare la sua
vita.
“La nostra scommessa – ha
detto Gennaro Nunziante – sarà realizzare un film che faccia
ridere ma sappia anche far riflettere il pubblico all’uscita dalla
sala. Il Vegetale intende sfruttare la naturale comicità
di Rovazzi, la sua fisicità e allo stesso tempo vuole anche offrire
spunti su temi oggi importantissimi come il senso della comunità e
quello della giustizia sociale”.
Il film, prodotto da Piero Crispino
per 3ZERO2 e co-prodotto da The
Walt Disney Company Italia, uscirà nelle sale italiane
giovedì 18 gennaio 2018. Il film sarà distribuito da The Walt
Disney Company Italia.
Walt Disney Italia annuncia la data
ufficiale di uscita de Il
Vegetaleil nuovo film scritto e
diretto da Gennaro Nunziante con Fabio
Rovazzi.
Prodotto da Piero Crispino per
3ZERO2 e co-prodotto da The Walt Disney Company Italia,
uscirà nelle sale italiane il 18 gennaio 2018. Il film
sarà distribuito da The Walt Disney Company Italia.
Daniel Frigo, Amministratore
Delegato di The Walt Disney Company Italia, dichiara: “Lo
scorso 4 luglio, nel corso della manifestazione Cinè –
Giornate Estive di Cinema a Riccione,The Walt Disney
Company Italia ha presentato, come sempre, tutte le novità firmate
Disney Pixar, Marvel e LucasFilm dei prossimi
mesi. A differenza degli anni passati, quest’anno la nostra
convention è stata introdotta da Gennaro Nunziante e Fabio Rovazzi.
Un’ incredibile sorpresa che ha particolarmente divertito gli
esercenti in sala. Un modo diverso per Disney Italia di presentare
questa nuova produzione Il Vegetale che si rivolgerà ad un pubblico
ampio e trasversale.Sono veramente felice che la nostra
azienda possa portare nelle sale uno dei beniamini più amati di
questi ultimi anni, come Fabio Rovazzi, e uno dei registi e
sceneggiatori più stimati del panorama nazionale”.
In occasione della consegna del
Sorriso Diverso Venezia Award, che si è tenuta il 6
settembre 2023, presso l’Hotel Ecxelsior di Venezia Lido, durante
la 80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia, è stato presentato, in apertura, il
cortometraggio Il vecchio e il muro, diretto dal
regista e attore Antonio Palumbo.
Il cortometraggio è stato scelto in quanto vincitore assoluto del
Festival Tulipani di Seta Nera 2023, promosso da Rai per il sociale
per una proiezione in apertura della cerimonia di consegna del
premio collaterale.
“La
potenza di questo cortometraggio è evidente
– afferma Claudia Pastorelli, Vicario della Direzione regionale
Inail Puglia, che ha sostenuto la realizzazione del film –
parlano le immagini, la musica e i silenzi: narrano di malattia,
una delle patologie professionali in crescita negli ultimi anni, ma
parlano anche e soprattutto di prevenzione. Dalla nostra parte la
certezza di aver promosso un progetto ben costruito, ben realizzato
e assolutamente innovativo: un modo di parlare di sicurezza sul
lavoro instaurando un dialogo diretto con lo spettatore, con i
lavoratori. Una strada di successo che continueremo a
percorrere.”
Madrina della Cerimonia l’attrice Giovanna Sannino
di Mare Fuori.
L’evento è organizzato da Diego Righini, direttore del Festival
Tulipani di Seta Nera.
Ecco una seconda immagine del
costume di Spider Man in
The Amazing Spider-Man
2. Da quanto apprendiamo sembra però che il
costume sia quello del primo film, e nella foto lo indossa lo
stuntman WilliamSpencer, che
ha pubblicato una sua foto dal set a New York del film.
Già sceneggiatore di Smetto quando voglio,
Valerio Attanasio ha debuttato alla regia di un
lungometraggio con Il tuttofare,
distribuito in sala nel 2018. Al centro di questo vi è la vicenda
di un giovane praticante legale che si ritrova a svolgere il ruolo
di assistente personale di un illustre avvocato, finendo però per
servirlo ben oltre ciò che gli compete. Distribuito da
Vision Distribution, tale opera prima si è
affermata come una delle più brillanti commedie italiane del suo
anno, e lo stesso Attanasio ha dichiarato di aver tratto grande
ispirazione proprio dai grandi capolavori della commedia
all’italiana.
Nel film sono infatti diversi gli
omaggi a questa. Dal nome del protagonista, Antonino Bonocore,
uguale al personaggio di Totò in La bande degli onesti,
fino a diverse sequenze che ricordano titoli come
Sissignore e Il prof. dott. Guido Tersilli
primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le
mutue. Il regista ha però dichiarato che per la trama
importanti fonti di ispirazione sono state anche il capolavoro
L’appartamento, e il romanzo Lazarillo de Tormes,
anonimo romanzo picaresco. Un film ricco di omaggi, dunque, che
trova però ugualmente una propria originalità raccontando un
contesto tristemente attuale come quello dello sfruttamento
lavorativo e delle raccomandazioni.
Affermatosi come un buon successo al
box office, Il tuttofare ha dimostrato ancora una volta la
possibilità di dar vita ad una commedia intelligente, capace tanto
di far ridere quanto di parlare di specifiche problematiche. Prima
di intraprendere una visione del film sarà però certamente utile
approfondire ulteriori elementi circa la sua trama
e il cast di attori. Proseguendo qui nella lettura
sarà possibile ritrovare tutto ciò, come anche un elenco delle
principali piattaforme streaming all’interno delle
quali si potrà ritrovare tale opera per una comoda visione
casalinga.
Il tuttofare: la trama del
film
La vicenda qui narrata è quella di
Antonio Bonocore, giovane praticante in legge che
sogna un contratto nel prestigioso studio del suo mentore, il
principe del foro Salvatore “Toti” Bellastella.
Questi è un fine giurista, nonché il non plus ultra tra gli
avvocati italiani. Ottenuta l’occasione di prendere servizio al suo
fianco, il giovane si troverà però a dover accettare una situazione
di precariato, con uno stipendio mensile irrisorio. Ma per il
prestigio del lavoro egli sembra ben disposto ad accettare anche
questo, ed è così che inizia a svolgere per Bellastella una serie
di attività. Dall’assistente personale al portaborse, dall’autista
e fino al cuoco personale.
Ben presto l’immagine immacolata che
aveva dell’avvocato si macchia sempre più. A maggior ragione dopo
aver scoperto che, di fatto, lo studio è di proprietà della moglie
di lui, Titti Mandorlini. Resistendo a tutto cio,
Antonio ha infine modo di superare brillantemente l’esame di stato,
con la possibilità di diventare socio dello studio con un compenso
eccezionale. Eppure c’è ancora un favore da fare: Antonio dovrà
sposare Isabel, l’amante argentina di Toti per
assicurarle la cittadinanza italiana. Quello che doveva essere un
ultimo favore nei confronti del suo mentore diventerà però
inaspettatamente il più grande dei suoi problemi.
Il tuttofare: il cast del
film
Per dare vita al giovane Antonio
Bonocore, che, come suggerisce il cognome, ha una certa
inclinazione per l’aiutare gli altri, il regista ha chiamato
l’attore Guglielmo
Poggi. Diplomatosi presso il Centro Sperimentale di
Cinematografia, questo si fa notare in particolare grazie a film
come Smetto quando voglio, La profezia dell’armadillo
e Beata ignoranza. È però proprio Il tuttofare a
conferirgli una certa notorietà. Grazie alla sua interpretazione
arriva anche a vincere il prestigioso Premio Guglielmo Biraghi come
miglior attore rivelazione. Accanto a lui, nel ruolo della bella
Isabel, la ragazza che Bonocore si ritrova a dover sposare, vi è
l’attrice argentina Clara Alonso. Questa è
nota in particolare per aver recitato nella soap opera
Violetta.
L’attore Sergio
Castellito, celebre per film come Non ti
muovere e Venuto al mondo, dà
invece vita al cinico avvocato Toti Bellastella. Raccontando il
personaggio l’attore ha dichiarato di come si sia approcciato a
questo come un atto d’amore. Bellastella è infatti costruito come
ringraziamento ai suoi maestri della commedia all’italiana.
Elena Sofia
Ricci, recentemente vincitrice del David di Donatello
per il suo ruolo in Loro, ha qui dato vita alla tirannica
moglie di Bellastella, Titti Mandorlini. Un’interpretazione che le
ha permesso di ottenere ulteriore popolarità al cinema. Nel film
sono poi presenti anche gli attori Tonino Taiuti
nei panni di Mario Bonocore, e Domenico Centamore
che è invece il criminale Gambino. È inoltre presente
Pierfrancesco Poggi, padre dell’attore
protagonista, nei panni del giudice.
Il tuttofare: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Il
tuttofare grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Il film è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV,
Chili Cinema, Apple iTunes, Tim Vision e Now TV. Per
vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale, e si avrà
così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà a disposizione
soltanto un determinato limite temporale entro cui guardare il
film. Il tuttofare sarà inoltre trasmesso in televisione
il giorno mercoledì 20aprile
alle ore 23:30 sul canale Rai
Movie.
L’appassionante racconto dello scrittore
napoletano Erri De Luca si trasforma in progetto cinematografico.
Interpretato da Nastassja Kinski e Filippo Timi, Il
turno di notte lo
Hasan Balaban è tornato per la
seconda e ultima volta sugli schermi (qui
la recensione della prima parte). La parabola del giannizzero
rifugiatosi a Moena ha trovato la sua conclusione in una puntata
decisamente più esplosiva rispetto alla prima. Il
Turco, come sappiamo, prende spunto da un romanzo che
affonda le radici in eventi storici del Seicento, e ancora oggi,
nel cuore del Trentino, si celebra la Festa del Rione Turchia:
un’occasione che intreccia storia e leggenda, ispirata per
l’appunto a un soldato ottomano ferito durante il Secondo Assedio
di Vienna.
Nonostante la serie abbia
attraversato rallentamenti e modifiche di programma, il suo arrivo
sulla rete generalista – ormai sempre più vicina alle produzioni
turche – ha portato una boccata d’aria fresca. Il Turcoha lasciato il segno, e possiamo dirlo senza mezzi
termini: è una delle produzioni più riuscite della
stagione, pur con qualche sbavatura nella trama.
Il turco, la trama delle ultime 3
puntate
Hasan Balaban si prepara a difendere
Moena insieme agli altri giannizzeri. Ma, prima di poter scatenare
una vera e propria guerra, decide di incontrare Marco per sfidarlo
a duello. Quello che un tempo era uno dei suoi più cari fratelli,
però, pur avendo accettato, ha in serbo una sorpresa. Nel luogo in
cui i due si sarebbero dovuti incontrare, manda Skelettwolf,
incaricato di ucciderlo e di strappargli dal petto il tatuaggio
dell’artiglio, che un tempo rappresentava loro due, Decibal, Yedder
e Guido. Il piano di Marco, però, non è solo vendicarsi. Lui vuole
diventare un cavaliere valoroso agli occhi del principe vescovo
Francesco di Paolo, per poter sposare la figlia. Ed è proprio con
lei che organizza un piano studiato: convincere Gloria ad andare
con loro a Trento per essere processata come strega, fingendo che
lui abbia conquistato Moena.
Can Yaman: il suo Hasan Balaban è
credibile e magnetico
Lo abbiamo detto e lo ribadiamo:
anche nei nuovi episodi,
Can Yaman non delude. Scattante e perfettamente a tempo
in ogni scena d’azione, riesce a tenere alta la tensione,
dimostrando quanto abbia lavorato per dare al suo Hasan Balaban
spessore e intensità. Il giannizzero è uno dei ruoli che gli si
cuciono addosso meglio: impavido, passionale, energico. Ma anche
segnato da ferite profonde. Il suo è un personaggio stratificato,
in bilico fra la fedeltà alla patria, il desiderio di vendetta
verso chi l’ha tradito, e un amore travolgente per Gloria, che lo
spinge a scelte impensabili. Can calibra ogni
emozione con attenzione, rendendo visibile tutto il caos
interiore che Balaban vive. E sì, possiamo confermarlo: alla sua
prima vera prova drammatica, Can Yaman convince fino in fondo.
Due culture che si incontrano
Gli ultimi episodi
de Il Turco alzano poi ulteriormente il ritmo:
sono più frenetici, più serrati, più d’impatto.
Merito anche delle battaglie, numerose e orchestrate con efficacia,
che permettono un coinvolgimento maggiore. Certo, la parte finale,
pur carica di pathos, a tratti si perde in passaggi narrativi un
po’ confusi, ma nonostante qualche smagliatura di sceneggiatura,
questi episodi risultano più incisivi dei primi.
Perché vanno dritti al cuore del
racconto: ci sono due popoli, due visioni del mondo, che da nemici
imparano a guardarsi con occhi diversi. I turchi e gli italiani, ma
ancor prima i cristiani e i musulmani. Si sa, quando entra in gioco
la religione, le fratture sembrano inevitabili. Eppure
questa storia ci mostra un’altra via:
quella in cui anche i popoli più diffidenti riescono a
trovare un terreno comune. Perché quando c’è da combattere
un nemico più grande – come in questo caso l’oppressione – anche i
più lontani riescono a stringersi fianco a fianco.
Quello che perciò viene trasmesso è
un messaggio potente, che parla ai popoli di oggi: a chi ancora si
scontra per il potere, per ideologia, per paura. Il Turco
ci ricorda che, oltre i confini e le bandiere, siamo esseri umani.
E che in fondo, più di ogni principio terreno, è il cuore a
guidarci davvero.
Dopo un lungo periodo di gestazione,
cambi di programmazione e piattaforme, Il
Turco è finalmente arrivato in Italia. Prodotta da
Madd Entertainment e Ay Yapım, la
serie televisiva – acquistata da Mediaset e trasmessa su
Canale 5 – segna il ritorno sul piccolo schermo di
Can Yaman, scomparso dai radar dopo l’ultima
messa in onda di
Viola come il mare 2, avvenuta nell’aprile dello scorso
anno.
L’attore turco, ormai di casa in Italia, è stato
impegnato sul set di Sandokan, produzione firmata Lux Vide
che dovrebbe debuttare su Rai 1 entro la fine del 2025. Intanto,
sta promuovendo Il Turco, un progetto a cui ha dedicato anima e
corpo. La miniserie, diretta da Uluç Bayraktar, è stata girata tra
Budapest e la zona di Moena, in Trentino, e vanta un cast
internazionale. Tra i protagonisti spiccano l’italiana
Greta Ferro, nei panni di Gloria, e l’inglese
William Kemp, che interpreta l’antagonista
Mete/Marco Benedetti da Vicenza.
Diviso in due parti, in onda l’8 e
il 15 aprile, Il Turcosi ispira al
romanzoEl Turco: Un’avventura inedita durante il
secondo assedio di Vienna di Orhan Yeniaras.
La trama delle prime 3 puntate de
Il Turco
Nel XIV secolo nasce un corpo
militare privato messo a disposizione del sultano Orhan I: sono i
giannizzeri, soldati strappati da bambini alle famiglie cristiane,
convertiti e addestrati per servire l’Impero ottomano. Nel 1683,
durante il secondo assedio di Vienna, molti di questi uomini
combattono sotto il comando del Gran Visir Kara Mustafa.
Tra loro c’è Hasan Balaban, uno dei
più forti giannizzeri, che viene accusato di tradimento. Per
evitare la condanna a morte, sceglie l’esilio e, dopo essere stato
ferito, trova riparo nel piccolo paese di Moena, in Trentino. Qui
viene accolto da Gloria, una donna che vive ai margini del
villaggio e che, per la sua forza e il suo pensiero libero, viene
considerata una strega.
Nel corso delle prime tre puntate si
scopre che il vero traditore dell’Impero non è Balaban, ma Mete –
anche noto come Marco Benedetti da Vicenza – anch’egli un ex
giannizzero, ora deciso a vendicarsi e a conquistare potere dopo
essere stato sottratto alla sua famiglia da bambino. Mete dichiara
guerra proprio a Moena, dove si trova Balaban, che si unisce a
Gloria e agli abitanti per difendere il villaggio
dall’oppressione.
Can Yaman, la prova di un attore in
continua crescita
Sin dalla prima inquadratura, in cui
Hasan Balaban è sospeso fra la vita e la morte, è
evidente il salto di qualità compiuto da Can Yaman sul piano
attoriale. Le sue precedenti interpretazioni – dalle
dizi turche alle fiction italiane – avevano sempre conservato
un tono leggero, romantico, tipico delle commedie. Con Il
Turco cambia tutto: qui c’è la guerra, il sangue, la
sofferenza che tempra corpo e mente. E c’è la grande Storia del
Seicento, che arricchisce la profondità narrativa della serie.
Il lavoro fatto da Yaman su
se stesso è tangibile, non solo fisicamente, ma anche a
livello espressivo. I primi piani che la regia gli dedica esaltano
il suo impegno e la volontà di dimostrare i progressi raggiunti
negli ultimi anni. L’attore ha documentato spesso sui social i suoi
allenamenti, necessari per affrontare le scene action presenti nel
racconto, e il risultato si vede. Anche nelle sequenze più
complesse, Yaman si muove con sicurezza, ritmo, passione.
Un’intensità che emerge molto meno nella prima puntata, ma che
esplode nella terza, sia nel flashback iniziale sia durante
l’arrivo all’accampamento dei soldati di Mete.
Donne libere, fratelli risentiti,
doppiaggi mal riusciti
Se l’interpretazione di Can Yaman
nei panni di Hasan Balaban è tra le più riuscite della sua carriera
– e ci dà un assaggio di ciò che potrebbe essere il suo
Sandokan – non si può dire lo stesso per la sua partner su
schermo. Greta Ferro, che incarna la lotta femminile contro un
mondo patriarcale pronto a etichettare come “streghe” le donne
libere e autonome, porta avanti un messaggio forte e attuale. Il
suo lavoro è buono, ma l’efficacia emotiva risulta penalizzata da
un doppiaggio poco armonioso, che ne attenua la forza
espressiva.
Più coinvolgente è invece il
rapporto tra Balaban e Mete: un conflitto che va oltre la
semplice vendetta e mette in scena lo scontro tra due culture e due
destini in fondo simili. Mete, diventato Marco, è il risultato del
trauma vissuto nell’infanzia: strappato dalla sua famiglia,
convertito all’Islam e addestrato come giannizzero, incarna il lato
oscuro dell’Impero, quello che annulla l’identità e genera
mostri.
Molto apprezzate le location
naturali, che insieme alle scenografie contribuiscono a rendere
ancora più vivido e credibile il contesto della narrazione, immerso
nel paesaggio montano.Nel complesso, perciò, a parte qualche scena
di combattimento un po’ macchinosa all’inizio e alcuni passaggi
narrativi meno efficaci, Il Turco, per le prime tre
puntate, si posiziona come una miniserie valida.
La miniserie Il
Turco, con protagonista Can Yaman, arriva in esclusiva
streaming su Mediaset Infinity.
Dopo il passaggio su Canale 5,
infatti, tutti gli episodi della miniserie saranno
disponibili da oggi fino al 29
aprile. Un’occasione per poter vivere o rivivere ancora
una volta la potente storia di Hasan e Gloria in qualsiasi momento,
comodamente in streaming.
Ambientata nel 1683, Il Turco
racconta la storia di Hasan (Can Yaman),
un giannizzero ottomano che sfugge da una condanna a morte durante
l’assedio di Vienna e trova rifugio a Moena, dove intreccia una
passione travolgente con Gloria, interpretata da
Greta Ferro. La serie è un coinvolgente
period-drama che intreccia amore, lotta e coraggio in un
contesto storico ricco di emozioni.
Il Turco
– di Kerem Deren e Çişil Hazal Tenim, diretto da Uluç Bayraktar – è
distribuito dalla maggiore casa di produzione turca,
Madd Entertainment
e vanta un cast internazionale di alto livello: Will Kemp
(Girlfriends’
Guide to Divorce);
Kieran O’Reilly (Vikings),
David Nykl (Stargate:
Atlantis);
Slavko Sobin (Django,
Kaos);
Magnus Samuelsson (The
Last Kingdom).
Commedia d’azione dai risvolti
imprevedibili, Il tuo ex non muore
mai (titolo italiano di The Spy Who Dumped
Me) è un’irriverente film del 2018 che pone al centro della
sua trama due donne ritrovatesi a dover assumere i panni di esperte
spie, pur dimostrandosi decisamente inadatte a tale ruolo. A
dirigere la divertente pellicola vi è Susanna
Fogel, distintasi anche come sceneggiatrice di Life
Partners, Chasing Life e La rivincita delle sfigate.
Con questa sua seconda opera da regista ha così dimostrato una
volta di più di saper coniugare generi apparentemente molto
distanti tra loro per dar vita ad un film affermatosi come un buon
successo.
Girato in diversi località europee,
come Amsterdam e Budapest, Il tuo ex non muore mai si è da
subito rivelato uno dei titoli comici più interessanti dell’anno,
arrivando anche vincere un People’s Choice Awards come miglior film
commedia. Pur se non particolarmente apprezzato dalla critica,
tutti si sono dimostrati concordi nell’individuare
nell’interpretazione delle due protagoniste il maggiore punto di
forza dell’opera. Accostato a titoli come Spy, Corpi da
reato e Attenti a quelle due, il film della Fogel
vanta però una propria originalità proprio per via delle situazioni
comiche qui fuse con le principali caratteristiche dei film di
spionaggio.
Costato 40 milioni di dollari,
Il tuo ex non muore mai è arrivato ad incassarne
globalmente circa 75, raggiungendo un risultato particolarmente
entusiasmante. Si tratta infatti di un film capace di rileggere un
genere prettamente maschile in chiave femminile, dimostrando di non
avere nulla da invidiare ai suoi simili. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi
sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Il tuo ex non muore mai: la trama
del film
Protagoniste del film sono
Audrey e Morgan, due amiche
trentenni che vivono a Los Angeles. La loro quotidianità procede in
modo estremamente tranquillo, quasi al limite della noia. Divise
tra i videogiochi e attività di ginnastica, le due non hanno però
idea che la loro vita sta per essere sconvolta in modi
imprevedibili. Tutto ha infatti inizio nel momento in cui l’ex
fidanzato di Audrey, Drew Thayer si presenta
inaspettatamente nel loro appartamento per nascondersi da un gruppo
di spietati assassini che lo stanno inseguendo. Prima di morire a
causa delle ferite riportate, l’uomo svela di essere un agente
della CIA e assegna alle due donne un prezioso oggetto da portare
quanto prima a Vienna.
Incredule e stupite, le due donne
saranno dunque costrette ad entrare in azione e trasformarsi in due
spie provette. Nel tentativo di portare a termine la missione,
dovranno cercare di attraversare indenni l’Europa, confrontandosi
con i killer sulle loro tracce e con un agente segreto britannico,
misterioso e affascinante. Sarà proprio la loro inesperienza per
tale mestiere a poter rappresentare la fonte di salvezza. Lungo il
percorso dovranno però anche imparare a riconoscere gli alleati dai
nemici, evitando quanto più possibile di combinare guai. Ogni mossa
falsa, potrebbe infatti essere particolarmente letale, per loro o
per chi gli sta intorno.
Il tuo ex non muore mai: il cast del film
Ad interpretare le protagoniste
femminili vi sono due tra le più note e apprezzate interpreti del
panorama cinematografico statunitense. Mila Kunis,
celebre per film come Il cigno nero, Amici di letto e
Bad Moms, questa interpreta qui Audrey. Kate McKinnon,
nota invece per la sua partecipazione al Saturday Night Live, è
l’amica Morgan. Le due hanno sviluppato sul set una grande
amicizia, riversata poi nei loro rispettivi personaggi. La
McKinnon, inoltre, ha dato vita ad un personaggio particolarmente
estroverso e caotico, caratteristiche estremamente lontane dalla
sua vera personalità. Le due attrici, inoltre, hanno opinioni
diverse circa una loro possibile carriera da spie. La Kunis si vede
infatti adatta al ruolo, mentre la collega non potrebbe mai
svolgerlo a causa della sua incapacità a mentire.
Accanto a loro, nei panni dell’ex
fidanzato di Audrey vi è l’attore Justin Theroux,
celebre per il suo ruolo in Zoolander. Ad interpretare
l’agente dell’MI6 Wendy vi è invece Gillian
Anderson. L’attrice, nota per le serie X-Files,
Sex Education e The
Crown, era da sempre la cotta giovanile della McKinnon.
Nel lavorare insieme le due hanno così potuto soddisfare il
desiderio reciproco di condividere il set. Sam
Heughan è l’agente della CIA Sebastian Henshaw, mentre
Hasan Minhaj è il suo collega Duffer.
Ivanna Sakhno, attrice di origini ucraine, è qui
la spia russa Nadedja, che darà filo da torcere alle due
protagoniste. Jane Curtin e Paul
Reiser sono invece i coniugi Carol e Arnie Freeman.
L’attore islandese Ólafur Darri Ólafsson, celebre
per numerosi film, è invece presente nei panni di un viaggiatore
finlandese.
Il tuo ex non muore mai: il trailer
e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Il
tuo ex non muore mai grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten Tv, Chili
Cinema, Apple iTunes e Tim Vision. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 26 novembre alle ore
23:15 sul canale Rai Movie.
Leone Film Group ha diffuso il trailer
italiano di Il tuo ex non muore mai, la nuova
commedia in arrivo in Italia l’8 agosto con Mila Kunis e
Kate McKinnon, diretto da Susanna
Fogel.
Ecco di seguito il trailer:
Cosa faremmo se improvvisamente
dovessimo lanciarci in uno spericolato inseguimento a bordo della
nostra auto? E come ci comporteremmo se dovessimo affrontare un
pericoloso assassino? È quello che si chiedono Mila Kunis (Ted, Bad
Moms) e Kate McKinnon (Ghostbusters, Masterminds – I geni della
truffa) nella spy comedy, tutta al femminile, più divertente
dell’estate. In IL TUO EX NON MUORE MAI, due amiche del cuore si
ritroveranno improvvisamente e involontariamente coinvolte in un
roccambolesco complotto internazionale. La causa di tutto? Un ex…
come al solito! L’ex fidanzato di Audrey, spia in incognito,
ritorna dal passato in cerca di aiuto, inseguito da spietati
killer. Diretto da Susanna Fogel, regista di Life Partners e Famous
in love, nel cast anche Justin Theroux (Zoolander 2, La ragazza del
treno), Gillian Anderson (X-Files, Mistero a Crooked House) e Sam
Heughan (Alexander, Outlander). Il film arriverà nelle sale
italiane mercoledì 8 agosto distribuito da Leone Film Group e
01Distribution.
SINOSSI
Audrey (Mila Kunis) e Morgan (Kate
McKinnon), due amiche trentenni che vivono a Los Angeles, si
ritrovano al centro di una cospirazione internazionale, quando l’ex
fidanzato di Audrey (Justin Theroux) si presenta nel loro
appartamento per nascondersi da un gruppo di spietati assassini che
lo stanno inseguendo. Incredule e stupite, le due donne saranno
costrette ad entrare in azione e trasformarsi in due spie provette.
Dovranno fare i conti con i killer e con un agente segreto
britannico, misterioso e affascinante, mentre cercano di salvare il
mondo… e la loro pelle.