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Cannes 2020: aggiornamento in merito all’emergenza coronavirus

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Tramite Deadline, riceviamo aggiornamenti ufficiali in merito alla situazione del Festival di Cannes 2020, a rischio annullamento a causa dell’emergenza coronavirus. Ieri è stato posticipato il Festival delle serie tv, Cannes Series, ed è stato cancellato il MIPTV.

A seguito di questo annuncio, il Festival di Thierry Frémaux rilascia il seguente comunicato: “Capiamo il momento di preoccupazione espresso a seguito della posticipazione di Cannes Series e dell’annullamento del MIPTV, ma a oggi niente indica che il Festival di Cannes 2020 non si terrà. Lo staff del festival, Thierry Frémaux e il comitato di selezione sono attualmente al lavoro per l’organizzazione dell’evento”.

Il MipTV era in programmazione dal 30 marzo al 2 aprile, mentre le date del festival sono 12-23 maggio. Il programma ufficiale sarà annunciato il 16 aprile durante la conferenza stampa da Parigi.

Fonte: Deadline

Cannes 2020, si pensa ad una collaborazione con Venezia

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In una lunga intervista con Variety, Thierry Fremaux ha commentato ancora le possibilità che ha il Festival di Cannes 2020 di svolgersi in una forma che, naturalmente, non sarà quella tradizionale e sperata fino all’ultimo dall’organizzazione.

Dopo l’ufficiale annullamento delle sezioni parallele del festival, Cannes 2020 rimane ancora ufficialmente in bilico tra una situazione internazionale che non permette certo lo svolgimento normale del festival e la paura per l’annullamento definitivo dell’edizione 2020.

Nello spettro di possibilità che vanno dall’uno all’altro capo, si stanno vagliando molte ipotesi, e tra queste persino l’idea di gemellare Cannes con Venezia. Ecco cosa ha detto il direttore artistico del festival francese:

“Il direttore parla di un possibile slittamento in autunno e di una potenziale collaborazione con Venezia se il festival francese venisse definitivamente cancellato (…) Il festival di Cannes spera di essere comunque presente in autunno.”

In merito alla collaborazione eventuale con Venezia, Thierry Fremaux ha dichiarato: “Ho parlato molto con Alberto Barbera, direttore del Festival di Venezia, anche lui molto preoccupato della situazione. Già dall’inizio della crisi abbiamo pensata alla possibilità di fare qualcosa insieme se Cannes venisse cancellata e stiamo continuando a parlarne (…) Altri festival ci hanno invitato: Locarno, San Sebastian, Deauville. Sono gesti che ci toccano molto”.

Fonte

Cannes 2020 a rischio cancellazione, le dichiarazioni del presidente Lescure

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Come tutti gli altri eventi collettivi e festivalieri che prevedono assembramenti, anche il Festival di Cannes 2020 corre il rischio di una cancellazione, a causa della minaccia del coronavirus, che sta incalzando anche in Francia, nonostante i numeri siano ancora contenuti.

In una intervista a Le Figaro, il presidente Pierre Lescure ha dichiarato che se l’emergenza legata al nuovo virus non migliorerà entro aprile, la manifestazione verrà annullata. Secondo le sue parole, il festival rimane “ragionevolmente ottimistico nella speranza che il picco epidemico venga raggiunto alla fine di marzo e che potremo tirare un respiro di sollievo ad aprile”.

Ha però anche spiegato che si è ben consci della minaccia e che non sarà certo un problema annullare la manifestazione per il bene collettivo. Inoltre, ha anche affrontato la questione legata al rifiuto dell’organizzazione del festival di un’offerta di copertura assicurativa da parte della Circle Group, notizia riportata da diversi giornali di settore, come Variety.

Questa offerta ci è stata fatta circa 10 giorni fa, ma era totalmente sproporzionata” ha detto Lescure. “Ci hanno offerto 2 milioni di euro quando il nostro budget è di 32. Praticamente, nocciolineLa compagnia si stava comportando come un cacciatore di taglie e così abbiamo declinato la proposta”.

Se, come in tutto il mondo si spera, marzo sarà il picco dell’infezione e ad aprile la situazione si sarà contenuta, il Festival di Cannes 2020 si svolgerà dal 12 al 23 maggio, con l’annuncio del programma previsto per il 16 aprile a Parigi.

Cannes 2019: Xavier Dolan torna sul tappero rosso

Dopo il Grand Prix con È solo la fine del mondo, Xavier Dolan torna al Festival di Cannes 2019 con Matthias & Maxime, il film con cui torna alle sue origini canadesi. Prima di questo film, in cui compare anche trai protagonisti, Dolan aveva diretto La mia vita con John F. Donovan, presentato a Toronto 2018 ma mai arrivato nelle sale italiane, che era il suo primo film in lingua inglese.

Adesso l’ex enfant prodige torna alle ingombranti figure femminili, alle storie personali, alle atmosfere che gli sono più care. Di seguito le foto dal tappeto rosso della premiere di Matthias & Maxime a Cannes 2019.

Fonte foto

Cannes 2019: tutti i vincitori di Un Certain Regard

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Cannes 2019: tutti i vincitori di Un Certain Regard

Un Certain Regard 2019 ha presentato 18 film in concorso. 9 di questi sono stati premiati. Il film d’apertura è stato LA FEMME DE MON FRERE di Monia Chokri. Sotto la presidenza di Nadine Labaki (regista e attrice, Libano), la giuria era composta da Marina Foïs (attrice, Francia), Nurhan Sekerci-Porst (produttore, Germania), Lisandro Alonso (regista, Argentina) e Lukas Dhont (regista, Belgio).

“La giuria vorrebbe esprimere il grande piacere che abbiamo provato nell’immergerci nella diversità di questa selezione. Su molti livelli: sui soggetti, sul modo in cui gli strumenti cinematografici sono stati utilizzati e sui personaggi. È stato molto stimolante aver visto, fianco a fianco, registi che padroneggiavano la loro lingua così bene e altri ancora che trovavano la loro strada. È stata una bella sorpresa vedere 9 opere prime nella Selezione Ufficiale Un Certain Regard. Siamo stati onorati di essere stati trasportati in tutti questi diversi universi. Il cinema mondiale rimane molto vivo e in buona forma!”

La giuria

Ecco tutti vincitori di Un Certain Regard 2019

« UN CERTAIN REGARD »
A VIDA INVISÍVEL DE EURÍDICE GUSMÃO
(LA VIE INVISIBLE D’EURÍDICE GUSMÃO/THE INVISIBLE LIFE OF EURÍDICE GUSMÃO)
BY KARIM AÏNOUZ

JURY PRIZE
O QUE ARDE
(VIENDRA LE FEU/FIRE WILL COME)
BY OLIVER LAXE

PRIZE FOR BEST PERFORMANCE
CHIARA MASTROIANNI
FOR CHAMBRE 212 (ON A MAGICAL NIGHT) BY CHRISTOPHE HONORÉ

PRIZE FOR BEST DIRECTOR
KANTEMIR BALAGOV
FOR BEANPOLE (UNE GRANDE FILLE)

SPECIAL JURY PRIZE
LIBERTÉ
BY ALBERT SERRA

JURY’S « COUP DE CŒUR » (Ex-aequo)
LA FEMME DE MON FRÈRE (A BROTHER’S LOVE)
BY MONIA CHOKRI
THE CLIMB
BY MICHAEL ANGELO COVINO

JURY SPECIAL MENTION
JEANNE (JOAN OF ARC)
BY BRUNO DUMONT

Cannes 2019: Too Old To Die Young di Refn presentata al Festival

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Cannes 2019: Too Old To Die Young di Refn presentata al Festival

Il regista di Drive, Nicolas Winding Refn, torna al Festival di Cannes 2019, ma non come ci si aspetterebbe. Refn è atteso al festival con la sua nuova serie televisiva Amazon, Too Old To Die Young. Il cast della serie drammatica comprende Miles Teller, Billy Baldwin, John Hawkes, Celestino Cornielle, Nell Tiger Free, Jena Malone, Babs Olusanmokun, Alexander Gomez e Callie Hernandez.

La serie, che debutterà su Amazon Prime il 14 giugno, offrirà uno sguardo al neon sul mondo criminale di Los Angeles, compresi i sicari della classe operaia, i soldati della Yakuza, il cartello messicano, i capitani della mafia russa e adolescenti assassini. Secondo lo stralunato trailer che è stato diffuso un paio di settimane fa, possiamo aspettarci presenti dello show molti dei temi cari a Refn.

Si tratta del secondo annuncio ufficiale del festival, dopo la conferma che Jim Jarmush aprirà la kermesse.

Cannes 2019: il manifesto è un omaggio ad Agnès Varda

Fonte: Deadline

Cannes 2019: The Specials di Nakache e Toledano chiuderà il festival

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Saranno Olivier Nakache e Eric Toledano a chiudere il Festival di Cannes 2019 con la proiezione di The Specials, titolo che si aggiunge come ultimo film nella selezione ufficiale della kermesse e che sarà proiettato sabato 25 maggio nel Grand Théâtre Lumière, durante la cerimonia di chiusura.

Il film non sarà più nominato “di chiusura” ma sarà “l’ultima proiezione”, e il titolo originale del film, Dernière séance, è lo stesso del titolo francese del film di Peter Bogdanovich, L’ultimo spettacolo.

Rinominando il film di chiusura “Ultima proiezione”, il Festival di Cannes intende riconnettersi con la sua tradizione di proiezioni finali, come è avvenuto con le memorabili serate in cui è stato proiettato E.T. – l’extraterrestre di Steven Spielberg, Thelma e Louise (nella nuova, nel 1991) o L’uomo che uccise Don Chisciotte di Terry Gilliam l’anno scorso.

Quest’anno, il 72° Festival di Cannes si concluderà con un grande evento: la prima del nuovo film di Olivier Nakache e di Eric Toledano, The Specials, con Vincent Cassel e Reda Kateb.

Cannes 2019: The Dead Don’t Die di Jim Jarmusch è il film di apertura

The Dead Don’t Die di Jim Jarmusch aprirà Cannes 2019, il prossimo 14 maggio. Ad annunciarlo in esclusiva è Variety.

Il film potrebbe essere una sorta di approfondimenti di quanto già realizzato con Solo gli amanti sopravvivono, e il film prevede la presenza della stessa Swinton.

GUARDA IL TRAILER DEL FILM

Il film è scritto e diretto da Jarmusch e nella prima sinossi si legge: il più grande cast di zombie mai smembrato, con Bill Murray, Adam Driver, Tilda Swinton, Chloë Sevigny, Steve Buscemi, Danny Glover, Caleb Landry Jones, Rosie Perez, Iggy Pop, Sara Driver, RZA, Selena Gomez, Carol Kane, Austin Butler, Luka Sabbat e Tom Waits.

Cannes 2019: Taron Egerton racconta il suo Elton John di Rocketman

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È l’evento glamour di quest’anno, sul tappeto rosso del Festival di Cannes, e a presentarlo al mondo, nella serata del 16 maggio, è intervenuto proprio il protagonista del film, Elton John.

Parliamo di Rocketman, il biopic musical dedicato alla vita della rockstar inglese, interpretato da Taron Egerton e diretto da Dexter Fletcher, che lo scorso anno è stato partecipe del travolgente successo di Bohemian Rhapsody, altro film musicale silla vita di Freddie Mercury. E sembra proprio inevitabile quindi partire da qui e dal paragone con il film che ha visto Rami Malek conquistare un premio Oscar per la migliore interpretazione.

Ma Taron Egerton non sembra troppo felice di parlarne, e si libera rapidamente della curiosità altrui: “Sono orgoglioso di essere citato anche solo nella stessa frase con Rami Malek. Lo conosco un po’, so quanto sia talentuoso e preparato. Il nostro film però è molto diverso, è un musical vero e proprio e c’era bisogno di qualcuno che cantasse in prima persona le canzoni.”

Allo stesso modo è stato inevitabile parlare della calorosa accoglienza che il pubblico della Salle Lumière ha riservato al film, alla fine della prima proiezione mondiale: “È stato uno dei giorni migliori della mia vita. Sono orgoglioso di aver partecipato a questo film. Ci siamo presi delle libertà rispetto alla verità, per esempio le canzoni non sono in ordine cronologico, ma non non abbiamo tradito la verità emotiva della vita e dei personaggi centrali per Elton John. È un fenomeno globale e la sua musica significa molto per tante persone, ha accompagnato momenti cruciali nella vita di ognuno di noi. È stata una grande responsabilità, ne sentivo il peso, poi l’ho conosciuto, ho avuto occasione di trascorrere alcuni giorni con un uomo gentile e generoso, parlando di tutto con lui, perché risponde a tutto, ve lo posso assicurare.”

Cannes 2019: Rocketman, recensione del film con Taron Egerton

Fletcher ha invece spiegato che la forza del film è senz’altro l’onesta con cui Elton ha accompagnato il progetto: “Una delle sue forze è il non aver mai nascosto il suo appetito smodato per la vita. Non ci ha vietato di sondare luoghi specifici della sua vita o del suo carattere, ci ha permesso di giocare e raccontare la nostra versione della sua storia. In questo, tutti i personaggi sono stati importanti, dalla madre interpretata da Bryce Dallas Howard, al grande amore e manager John Reid (Richard Madden).”

Taron Egerton ha cantato dal vivo ogni brano che ascoltiamo nel film, una scelta che, a suo dire, gli ha permesso una immedesimazione completa e autentica con il personaggio: “È stato un privilegio fantastico, la musica così cantata, a cuore aperto, permette una particolare immedesimazione. Elton è stato generoso, ma senza mai entrare nei dettagli della sceneggiatura, che è stata comunque scritta a partire da lunghe conversazioni con lui, sempre disponibile e comprensivo.”

Rocketman arriverà il 29 maggio nelle sale italiane e, forte del successo che sta riscuotendo sulla croisette, potrebbe essere un buon successo di pubblico.

Cannes 2019: Tarantino, DiCaprio, Pitt e Robbie raccontano la “loro” Hollywood

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Trai titoli più attesi di Cannes 2019, C’era una volta a… Hollywood di Quentin Tarantino ha infiammato i cuori di chi era sulla croisette ad applaudire, fotografare e sperare in un autografo o una stretta di mano da parte dei divi protagonisti del film.

E infatti questa volta il regista di Pulp Fiction, che proprio sulla croisette, esattamente 25 anni fa, presentava il film vincitore della Palma d’Oro, ha scelto gli attori più glamour di Hollywood, riuscendo a mettere insieme Brad Pitt, Leonardo DiCaprio e Margot Robbie. Tutti loro erano presenti alla conferenza stampa di presentazione.

Grande narratore di personaggi e situazioni, Tarantino ha spiegato perché ha scelto di raccontare la storia di Hollywood in quell’esatto momento storico, l’estate del 1969.

“Mi affascinava questa storia, da sempre. Indagando sui fatti l’interesse aumentava, perché più ne sai più diventa oscuro, l’impossibilità di comprendere appieno quell’evento mi ha convinto a girare il film. Uno dei miei registri preferiti in assoluto è Sergio Corbucci, e il lavoro che più l’omaggia è Django Unchained. Mi divertiva però che Rick, il personaggio interpretato da Leonardo, lo snobbasse inizialmente.”

Proprio DiCaprio è il protagonista del film, nei panni di un attore di film western che attraversa un periodo complicato della sua vita professionale. “Mi ci identifico molto – ha dichiarato Leo – almeno una volta tutti quelli seduti a questo tavolo si sono sentiti come lui estranei a Hollywood.” E a giudicare dalle scelte professionali dell’attore di Titanic, è facile vedere come cerchi sempre progetti complessi e territori nuovi da esplorare, lontani dalle facili proposte di Hollywood, appunto. Sulla sua prima collaborazione con Brad Pitt, DiCaprio ha detto: “Lavorare con Brad Pitt è stato fantastico, naturale, divertente. Veniamo dallo stesso background, abbiamo avuto successo nell’industria cinematografica nello stesso periodo.” Per quanto riguarda invece il suo lavoro con Tarantino, che lo dirige per la seconda volta dopo Django Unchained, DiCaprio non ci gira intorno: Quentin è un’enciclopedia vivente e il suo film è una lettera d’amore a Hollywood.

C’era una volta a… Hollywood lascia molto spazio anche a quel cupo fenomeno che in quegli anni ha infestato le colline di Los Angeles: la setta di Charles Manson (che compare nel film). Brad Pitt ha riflettuto proprio su quel fenomeno: “Non li vedo come individui violenti ma influenzati da un’idea, quelle idee erano nuove e tragicamente alcuni di loro le hanno seguite, mostrando il lato oscuro della natura umana. Con Leonardo è stato facile e divertente, sapere di avere il meglio dall’altra parte del tavolo è stato un sollievo, abbiamo vissuto lo stesso passato lavorativo, è stato divertente lavorare insieme.”

Presenza femminile di grande spessore, Margot Robbie ha parlato incvece della complessità del suo personaggio e della tragicità che esso implica. L’attrice nominata all’Oscar interpreta infatti Sharon Tate, la moglie di Roman Polanski che all’epoca venne trucidata, incinta di otto mesi, proprio dalla famiglia Manson: “Per me era importante rendere omaggio alla dolcezza di Sharon Tate, la bellezza di una sognatrice. Ho guardato tutto quello che potevo su Sharon Tate, ma al tempo stesso come attrice ho provato a capire a cosa servisse il personaggio nella storia. Per me anche quello era importante. Quello era il mio ruolo nella storia, cercando di mantenere alta la memoria di Sharon Tate.”

C’era una volta a Hollywood, le reazioni della stampa

Cannes 2019: Tarantino chiede di non spoilerare C’era una volta a Hollywood

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Quentin Tarantino è tra gli ospiti più attesi della 72° edizione del Festival di Cannes e, in attesa di martedì 21 maggio, quando presenterà C’era una volta a Hollywood, il regista ha fatto una cosa che sempre più spesso di fa in occasione dell’arrivo e della presentazione di film molto attesi: ha chiesto di non fare spoiler.

Su Twitter, Tarantino ha condiviso un breve testo in cui dice: “Amo il cinema. Amate il cinema. Si tratta di un viaggio per scoprire una storia per la prima volta. 

Sono eccitato di essere a Cannes per condividere C’era una volta a Hollywood con il pubblico del festival. Il cast e la crew hanno lavorato così duramente per creare qualcosa di originale, e io chiedo solo che tutti evitino di rivelarne i dettagli per permettere a chi vedrà il film dopo di godere dell’esperienza allo stesso modo.

Grazie, Quentin Tarantino.”

Le prime immagini del film hanno suggerito che Tarantino e la sua troupe – tra cui la costumista Arianne Phillips (Kingsman) e la scenografa Barbara Ling (Ho cercato il tuo nome) – stiano davvero cercando di ricreare il “look and feel” del 1969. La storia si svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che viene chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e lo stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi stanno lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono più. Ma Rick ha un vicino di casa molto famoso…Sharon Tate.

Nel cast di C’era una volta a… Hollywood anche Damian Lewis, Dakota Fanning, Nicholas Hammond, Emile Hirsch, Luke Perry, Clifton Collins Jr., Keith Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth, Kurt Russell e Michael Madsen. Rumer Willis, Dreama Walker, Costa Ronin, Margaret Qualley, Madisen Beaty e Victoria Pedretti. Infine Damon Herriman sarà Charles Manson.

Il film sarà anche l’ultima apparizione cinematografica di Luke Perry, morto lo scorso 4 marzo. L’uscita nelle sale di C’era una volta a… Hollywood è fissata al 9 agosto 2019.

Cannes 2019: Sylvester Stallone si racconta tra sconfitte e vittorie

Tra i protagonisti del Festival di Cannes 2019 c’è anche Sylvester Stallone, protagonista di una masterclass dove racconta delle sue vittorie e sconfitte, ma anche della mai sopita voglia di continuare a combattere. Accolto da una calorosa standing ovation dei suoi fan, Stallone spende le prime parole per ringraziare proprio il suo pubblico, dichiarando che “è grazie a voi se ho avuto una carriera lunghissima.”

L’attore inizia poi a viaggiare con la memoria, ricordando la difficoltà di affermarsi ad Hollywood e il complicato set di Rocky, che gli ha tuttavia permesso di raggiungere la fama mondiale. “Quell’esperienza mi fece capire che per raggiungere il successo bisogna trovare una buona idea. – afferma – “Il fallimento ti rende più saggio, mentre spesso il successo ti rende più stupido, perché non hai nessuno con cui confrontarti.”

Riguardando alla sua intera filmografia, Stallone afferma di aver sempre ricercato ruoli complessi, di personaggi al margine, considerati dei perdenti. “Questo perché sono affascinato dal tema della lotta. La lotta contro sé stessi e contro ci dice cosa fare. In generale mi appassionano gli esseri umani che non accettano le cose imposte da altri. Credo che tutti nella vita ci troviamo prima o poi ad affrontare la solitudine e il fallimento, ma essere umani significa prendere le proprie debolezze e trasformarle in forza.”

Stallone è arrivato a Cannes anche per presentare un proiezione di Rambo in copia restaurata 4K, e un primo inedito estratto di Rambo V: Last Blood, il nuovo film della saga che arriverà nelle sale italiane a novembre. “Nel precedente film Rambo torna a casa, ma è come se non ci fosse realmente. All’inizio di questo nuovo film lo troviamo ancora lì, nel suo ranch, sempre pronto ad aiutare gli altri, soffrendo ancora per il non essere riuscito a salvare i suoi compagni in guerra. È un uomo attanagliato dai sensi di colpa, e stavolta dovrà fare i conti anche con la presenza di una famiglia adottiva. Naturalmente ben presto Rambo capirà di non poter sempre controllare ciò che lo circonda, ma nel momento in cui sarà il mondo esterno a cercare di controllare lui, allora lì accadranno cose veramente spiacevoli.”

Stallone riflette infine sulla sua carriera da attore, sostenendo che “non credo di essere un attore versatile. Tutte le volte che ho provato a fare qualcosa di diverso sono precipitato. Ho sbagliato molte volte, e altrettante sono caduto. Ma credo di essere sempre riuscito ad imparare dai miei errori e a rimettermi in piedi, riprendendo a fare ciò che conosco meglio.”

“Credo che oggi nel mondo ci siano tanti e tante Rocky, ora più che mai. – conclude Stallone – Amo ognuno di loro, spero che il personaggio possa essere stato una fonte d’ispirazione. In realtà chi lotta nel mondo di oggi si trova dinanzi a sfide ben più complicate, ben più grandi. Ma il segreto è non arrendersi mai, mai.”

Cannes 2019: Rocketman, il red carpet con Elton John

Questa sera, sulla montée de marches di Cannes 2019 ha sfilato Elton John, in compagnia di Taron Egerton, il giovane attore inglese che lo interpreta in Rocketman, l’evento di questa edizione del Festival francese, presentato fuori concorso.

Ecco fi seguito le immagini dal tappeto rosso, con John e Egerton accompagnati da Richard Madden, Bryce Dallas Howard, David Furnish e il regista Dexter Fletcher.

Rocketman, ambientato nel mondo delle canzoni più amate di Elton John e interpretato da Taron Egerton, segue la sorprendente avventura che ha visto il timido pianista prodigio, Reginald Dwight, diventare la superstar internazionale Elton John. Queste vicende, che sono state d’ispirazione per tanti, rappresentano una storia assolutamente universale, di come un ragazzo di provincia sia diventato una delle figure più iconiche della cultura pop.

Rocketman vede nel cast anche Jamie Bell nei panni del paroliere di lunga data di Elton, Bernie Taupin, Richard Madden nel ruolo del primo manager di Elton, John Reid, e Bryce Dallas Howard nei panni della madre di Elton, Sheila Farebrother.

Cannes 2019: Rocketman presentato fuori concorso

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Cannes 2019: Rocketman presentato fuori concorso

Dopo l’apertura di Jim Jarmusch e la nuova serie Amazon Prime di Refn presentata in proiezione speciale, il programma del Festival di Cannes 2019 si arricchisce di un nuovo titolo molto atteso dai fan. Si tratta di Rocketman, il nuovo film di Dexter Fletcher, un biopic di Elton John.

Fletcher è reduce dall’enorme successo di Bohemian Rhapsody, che nonostante i pareri contrari della critica, ha conquistato l’Academy Awards e soprattutto il cuore degli spettatori, che ne hanno fatto anche un campione di incassi.

La proiezione sarà un gala speciale previsto per il 16 maggio, mentre il Festival si svolgerà dal 14 al 25 maggio nella classica location balneare.

Rocketman, il film

Rocketman, ambientato nel mondo delle canzoni più amate di Elton John e interpretato da Taron Egerton, segue la sorprendente avventura che ha visto il timido pianista prodigio, Reginald Dwight, diventare la superstar internazionale Elton John. Queste vicende, che sono state d’ispirazione per tanti, rappresentano una storia assolutamente universale, di come un ragazzo di provincia sia diventato una delle figure più iconiche della cultura pop.

Rocketman vede nel cast anche Jamie Bell nei panni del paroliere di lunga data di Elton, Bernie Taupin, Richard Madden nel ruolo del primo manager di Elton, John Reid, e Bryce Dallas Howard nei panni della madre di Elton, Sheila Farebrother.

Cannes 2019: ripristinate le proiezioni anticipate per la stampa

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Dopo le lamentele dello scorso anno da parte dei critici cinematografici rispetto alle modifiche al programma delle proiezioni, il Festival di Cannes ha deciso di ripristinare le proiezioni mattutine per i film che verranno proiettati in anteprima mondiale la sera stessa. Tuttavia c’è un grosso “Ma”: saranno ammesse solo poche centinaia di giornalisti, principalmente accreditati per canali televisivi e radiofonici, e fonti vicine all’organizzazione rivelano che saranno selezionati dal Festival stesso.

L’idea alla base del nuovo accordo è quella di assicurarsi che i giornalisti che lavorano sui servizi quotidiani abbiano abbastanza tempo per lavorare e parlare dei film in questione. Indirettamente, la scelta di escludere la stampa mainstrem (tra cui quella on line) dalle anticipate mattutine, dovrebbe favorire che i riflettori restino accesi sulle serata di gala, dove la maggior parte delle persone avrà la possibilità di vedere il film.

Ci saranno anche le proiezioni anticipate delle 17:00 per altri giornalisti – presumibilmente più reporter di stampa – due ore prima delle 19:00 quando cominciano le proiezioni di gala, stando a quanto ha dichiarato Thierry Fremaux, dopo aver svelato la line-up ufficiale del festival. Ma ancora una volta, non tutti i giornalisti avranno accesso a quelle proiezioni.

Per i film in anteprima alle 10 di sera, le proiezioni stampa si svolgeranno contemporaneamente, un miglioramento rispetto all’anno scorso, quando i giornalisti dovevano aspettare fino al mattino seguente per guardare i film.

Tutte le recensioni saranno poste sotto stretto embargo fino a quando i titoli di coda delle proiezioni pubbliche saranno terminati. Qualsiasi giornalista che non rispetterà l’embargo verrà spedito a casa, come è successo in altri festival, ha detto Fremaux.

I giornalisti selezionati dovranno anche astenersi dal pubblicare qualsiasi cosa sui social media. L’anno scorso, il festival ha ospitato oltre 4.000 critici accreditati.

Il Festival di Cannes 2019 si svolgerà dal 14 al 25 maggio. Il presidente di Giuria della Palma d’Oro sarà Alejandro G. Inarritu mentre ad Alain Delon verrà consegnato il premio alla carriera.

Fonte: Variety

Cannes 2019: Rambo V – Last Blood e Sylvester Stallone sulla croisette

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Un ultimo annuncio per la selezione ufficiale del 72° Festival di Cannes 2019: Sylvester Stallone, che non passa mai inosservato sulla Croisette, torna a Cannes per promuovere Rambo V – Last Blood.

Sylvester Stallone reciterà nei panni di John Rambo, uno dei personaggi cinematografici più famosi al mondo, che ha scatenato la maggior parte delle passioni, ha raccolto milioni di spettatori e persino ispirato scrittori.

Sylvester Stallone avrà l’onore di una proiezione speciale al Palais des Festivals venerdì 24 maggio alle 22.30. Presenterà sul palco alcune immagini esclusive di Rambo V. Dopo un montaggio video che evoca la sua enorme carriera, il restauro in anteprima mondiale di Rambo – First Blood di Ted Kotcheff sarà proiettato in 4K DCP nel Grand Théâtre Lumière.

Rambo V: Last Blood è diretto da Adrian Grunberg e prodotto da Millennium Films. Il film sarà interpretato da Sylvester Stallone, Paz Vega e Oscar Jaenada. Matthew Cirulnik e Sylvester Stallone hanno scritto la sceneggiatura basata su personaggi creati da David Morell. Il film uscirà negli Stati Uniti e in tutto il mondo dal 20 settembre.

Il Festival di Cannes 2019 si svolgerà dal 14 al 25 maggio. Il presidente di Giuria della Palma d’Oro sarà Alejandro G. Inarritu mentre ad Alain Delon verrà consegnato il premio alla carriera.

Cannes 2019: il programma con Malick, Almodóvar e 13 registe donne

Cannes 2019: presentato oggi La famosa invasione degli orsi in Sicilia

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È stato presentato oggi  La famosa invasione degli orsi in Sicilia di Lorenzo Mattotti, tratto dall’omonimo romanzo di Dino Buzzati, pubblicato da Arnoldo Mondadori Editore, in competizione nella sezione Un Certain Regard alla 72ª edizione del Festival di Cannes.

Il film sarà distribuito in Italia da BIM Distribuzione. La versione italiana è interpretata dalle voci di: Toni Servillo, Antonio Albanese, Linda Caridi, Maurizio Lombardi, Corrado Invernizzi, Alberto Boubakar Malanchino, Beppe Chierici, Roberto Ciufoli,
Nicola Rignanese, Mino Caprio,
Corrado Guzzanti nel ruolo di Salnitro, con la partecipazione straordinaria di Andrea Camilleri nel ruolo del Vecchio Orso.

Cannes 2019: Penelope Cruz e i ricordi d’infanzia in Dolor y Gloria

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In occasione della presentazione a Cannes 2019 di Dolor y Gloria, ecco la nostra intervista alla co-protagonista del nuovo film di Pedro Almodovar, Penelope Cruz.

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Cannes 2019: Dolor y Gloria, recensione del film di Pedro Almodovar

Dolor y Gloria racconta una serie di ricongiungimenti di Salvador Mallo, un regista cinematografico oramai sul viale del tramonto. Alcuni sono fisici, altri ricordati: la sua infanzia negli anni ‘60 quando emigrò con i suoi genitori a Paterna, un comune situato nella provincia di  Valencia, in cerca di fortuna; il primo desiderio; il suo primo amore da adulto nella Madrid degli anni ‘80; il dolore della rottura di questo amore quando era ancora vivo e palpitante; la scrittura come unica terapia per dimenticare l’indimenticabile; la precoce scoperta del cinema ed il senso del vuoto, l’incommensurabile vuoto causato dall’impossibilità di continuare a girare film. “Dolor y Gloria” parla della creazione artistica, della difficoltà di separarla dalla propria vita e dalle passioni che le danno significato e speranza. Nel recupero del suo passato, Salvador sente l’urgente necessità di narrarlo, e in quel bisogno, trova anche la sua salvezza.

Cannes 2019: Penelope Cruz e Antonio Banderas sul tappeto rosso con Pedro Almodovar

Pedro Almodovar torna a dirigere Antonio Banderas e Penelope Cruz nel suo nuovo film, Dolor y Gloria, presentato a Cannes 2019 e già in odore di Palma, soprattutto grazie alla straordinaria interpretazione di Banderas che si cala nei panni di un alter ego del regista stesso, ma anche di lui attore, alle prese con l’età che avanza.

Ecco di seguito le foto dalla montée de marches appena prima della premiere del film:

Dolor y Gloria – guarda il trailer

Dolor y Gloria racconta una serie di ricongiungimenti di Salvador Mallo, un regista cinematografico oramai sul viale del tramonto. Alcuni sono fisici, altri ricordati: la sua infanzia negli anni ‘60 quando emigrò con i suoi genitori a Paterna, un comune situato nella provincia di  Valencia, in cerca di fortuna; il primo desiderio; il suo primo amore da adulto nella Madrid degli anni ‘80; il dolore della rottura di questo amore quando era ancora vivo e palpitante; la scrittura come unica terapia per dimenticare l’indimenticabile; la precoce scoperta del cinema ed il senso del vuoto, l’incommensurabile vuoto causato dall’impossibilità di continuare a girare film. “Dolor y Gloria” parla della creazione artistica, della difficoltà di separarla dalla propria vita e dalle passioni che le danno significato e speranza. Nel recupero del suo passato, Salvador sente l’urgente necessità di narrarlo, e in quel bisogno, trova anche la sua salvezza.

Cannes 2019: Ophelie Bau abbandona la proiezione durante la scena di sesso

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Sapevamo già che avrebbe fatto discutere, lo fa da sempre e a Cannes in particolar modo Abdellatif Kechiche ha sempre portato scandalo. Questa volta lo fa con Mektoub My Love: Intermezzo, il seguito del Canto Uno visto a Venezia due anni fa e arrivato lo scorso anno nelle nostre sale.

Il film dure quasi quattro ore ed è una lunga sequenza in discoteca, inframezzata da una scena di sesso nel bagno della stessa discoteca, della durata di 15 minuti. La notizia in sé non crea troppo scalpore, visto che il regista ci aveva abituati a questo genere di scene, tuttavia sembra che la protagonista del film, la sensualissima Ophelie Bau non avesse idea che la sua scena fosse stata inserita integralmente nel film.

Durante la proiezione, in molti si sono allontanati dalla sala per via della lunghezza del film, difficile da sostenere soprattutto perché a fine festival. Inoltre, qualcuno si è anche detto infastidito dalla lunga scena di sesso e proprio in quel momento, l’attrice ha lasciato la sala, dando anche forfait alla conferenza stampa del giorno dopo.

In quella sede, il regista non ha commentato la sua assenza, mentre l’ufficio stampa ha spiegato che la Bau aveva altri impegni su altri set. Possiamo solo immaginare che l’attrice si sia sentita in imbarazzo per la scena esplicita, un cunnilingus chiaramente non simulato per una versione del film che è stata montata a ridosso del Festival e che gli attori non avevano potuto vedere.

In sede di conferenza, il regista ha però spiegato il senso del suo film, che su due piedi può sembrare ostico a un pubblico generalista. Kechiche ha dichiarato: “La cosa più importante per me, lo voglio dire subito è celebrare la vita, l’amore, il desiderio, la musica, il corpo. Volevo tentare un’esperienza cinematografica più libera possibile.”

In merito alla già molto (forse troppo) chiacchierata scena di sesso, il regista ha scansato ogni accusa di voler a tutti i costi sconvolgere: “Quello che ho cercato di fare è descrivere le cose attraverso il movimento. Volevo filmare la magia del corpo. È l’aspetto metafisico del corpo che ho ritratto.”

Cannes 2019: Nicola Winding Refn presenta Too Old To Die Young

Cannes 2019: Nicola Winding Refn presenta Too Old To Die Young

Dopo una lavorazione durata 18 mesi, il regista danese Nicolas Winding Refn presenta Fuori Concorso al Festival di Cannes 2019 la sua nuova creatura: Too Old To Die Young, la prima serie tv firmata dal regista di Drive e The Neon Demon, composta da 10 episodi è disponibile in streaming dal 14 giugno su Amazon Prime Video.

Interpretata da Miles Teller, la serie ha per protagonista un detective dalla doppia vita: di giorno garante della legge, di notte spietato assassino. Martin, questo il nome del protagonista, soffre di una crisi esistenziale, la quale lo conduce sempre più all’interno di un inferno fatto di omicidi, violenza e sangue. Questa cupa odissea lo porterà a scontrarsi con strani e temibili personaggi.

Arrivato in conferenza stampa, insieme a Miles Teller, Refn viene chiamato a raccontare da dove nasca l’idea di questa serie dal titolo così suggestivo. “Tutto nasce in un auto, a Los Angeles. Stavo lavorando a The Neon Demon a quel tempo. Era il periodo in cui Netflix si affermava sempre più come realtà grazie ai suoi contenuti. Tutti intorno a me sembravano volersi spostare in televisione. Io non la guardo molto in realtà, ma ero incuriosito dalle possibilità del mezzo. Era come accettare ed esplorare un modo totalmente nuovo di comunicare.”

“Contemporaneamente ho iniziato ad avere il desiderio di lavorare su qualcosa che avesse come tematiche la religione e la morte, – continua il regista – e il titolo Too Old To Die Young venne spontaneo. Chiamai Ed Brubaker, il co-creatore della serie, e gli esposi la storia, chiarendo che desideravo sviluppare una linea narrativa particolarmente lunga.”

“Quando inizi a lavorare ad una storia hai un’idea, un’intenzione, ma poi qualcosa di veramente strano accade durante il processo di scrittura. – prosegue Refn – Quando abbiamo iniziato a scrivere la serie era il periodo delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Io mi sentivo come un alieno, e mi sentivo influenzato da tutto quello che stava accadendo. Stavo sperimentando l’evoluzione di un Paese, e tutto ciò è finito inevitabilmente all’interno della serie, che parla a suo modo del collasso della società. E volevo indirizzarla in particolare ai giovani, che sono il futuro. Loro qui sono visti come una speranza, mentre gli uomini come un decadente fallimento.

La parola passa poi a Miles Teller, al quale viene chiesto di raccontare il rapporto lavorativo con Refn e il lavoro svolto su di un personaggio tanto impegnativo. “Quando fui contattato per il progetto lessi solo la sceneggiatura del primo episodio. Ero attratto, pur non avendo idea di come sarebbe evoluta la cosa. Ma desideravo lavorare con Nicolas, che adoro, e lui mi ha garantito che avremmo girato le scene in ordine cronologico. Questo mi ha portato ad affrontare la sfida di tenere con me un personaggio per un periodo di tempo veramente lungo, ed è stato affascinante poterne scoprire sempre nuove sfumature e poter apprendere sempre di più sull’arte del filmmaking da Nicolas.”

Nicolas Winding Refn Too Old To Die Young

Refn torna poi a parlare sulla natura del progetto e sul particolare stile che a partire dal film Drive ha raffinato sempre di più. “Questa non è una serie tv, è un film. Un film di 13 ore. E all’interno volevo che tutto dipendesse da due elementi: l’immagine e il silenzio. La prima è fondamentale per me, credo sia l’elemento più comunicativo che abbiamo. Il silenzio invece è un arma usata per rivelare, il più delle volte qualcosa di cui abbiamo paura. Il silenzio può dar vita a situazioni poco confortevoli, e questo era proprio ciò che desideravo esplorare.”

Nicolas Winding Refn è anche proprietario di un proprio servizio streaming attraverso il quale mette a disposizione degli utenti alcuni film classici o quelli che più hanno influenzato la sua carriera. “Qualche anno fa ebbi l’idea di creare la mia propria forma di piattaforma streaming. – racconta Refn  in proposito – Volevo dar vita ad una fondazione che si occupasse di preservare la cultura cinematografica, e volevo che fosse gratis. È nato come un esperimento, ma con il tempo la cosa è cresciuta ed è veramente interessante vedere le forme che sta assumendo.

 Concludendo la conferenza stampa, al regista viene chiesto se abbia inserito, come suo solito, una scena cardine anche in questo nuovo progetto. “In ogni mio film c’è una scena madre che racchiude il cuore del prodotto. C’è anche qui, certo. È nell’episodio 9 ma non vi dirò qual è. Dovrete scoprirlo da soli.”

Cannes 2019: Netflix non ci sarà per il secondo anno consecutivo

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Cannes 2019: Netflix non ci sarà per il secondo anno consecutivo

Per il secondo anno consecutivo Netflix non sarà presente al Festival di Cannes, dopo le polemiche della scorsa edizione e i tentativi di riconciliazione tra il direttore artistico Thierry Fremaux e il colosso dello streaming mondiale. Ma a quanto pare, come riporta in esclusiva Variety, il problema non deriverebbe dal rifiuto dell’organizzazione quanto invece dal fatto che i film destinati alla croisette – The Irishman di Martin Scorsese, The Laundromat di Steven Soderbergh con Meryl Streep, The King di  David Michôd con Timothee Chalamet, Uncut Gems dei fratelli Safdie e il progetto senza titolo di Noah Baumbach – non sarebbero pronti per la croisette o comunque non terminati in tempo per maggio.

Probabile dunque il loro arrivo alla Mostra del Cinema di Venezia, che da diverso tempo sembra approfittare dello stallo di Cannes accogliendo qualsiasi titolo appetibile anche in vista premi, specialmente prodotto da Netflix (vedi l’ultima edizione con Roma di Alfonso Cuaron, The Other Side of the Wind e La Ballata di Buster Sgruggs di Joel e Ethan Coen).

La buona notizia è che tra Cannes e Netflix sono ancora in corso trattative e conversazioni amichevoli, di cui una avvenuta a Los Angeles poco più di una settimana tra Ted Sarandos, Scott Stuber e Thierry Fremaux. Sfortunatamente non è stata ancora individuata una soluzione per consentire ad un film originale di tornare a concorrere nella line-up del concorso del Festival almeno quest’anno.

Vi ricordiamo che il primo “approccio” di Netflix alla croisette risale al 2017, con Okja e The Meyerowitz Stories inseriti nel concorso ufficiale, scelta poco gradita dagli esercenti francesi e contrari alla modalità di distribuzione “casalinga” opposta alla consueta attesa di 36 mesi dopo l’uscita nelle sale cinematografiche.

La 72° edizione del Festival di Cannes si svolgerà dal 14 al 25 maggio.

Cannes 2019: Alejandro G. Iñárritu presidente di giuria

Fonte: Variety

Cannes 2019: Margot Robbie sul tappeto rosso per C’era una votla a Hollywood

Margot Robbie è la protagonista femminile del tappeto rosso della premiere di C’era una volta a… Hollywood, il film di Quentin Tarantino che il regista presenta in concorso a Cannes 2019. L’attrice ha sfilato, in occasione della prima mondiale del film, con Leonardo DiCaprio, Brad Pitt e lo stesso Tarantino. Nel film, ambientato nel 1969 a Los Angeles, l’attrice interpreta Sharon Tate.

Cannes 2019: Tarantino chiede di non spoilerare C’era una volta a Hollywood

Le prime immagini del film hanno suggerito che Tarantino e la sua troupe – tra cui la costumista Arianne Phillips (Kingsman) e la scenografa Barbara Ling (Ho cercato il tuo nome) – stiano davvero cercando di ricreare il “look and feel” del 1969. La storia si svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che viene chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e lo stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi stanno lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono più. Ma Rick ha un vicino di casa molto famoso…Sharon Tate.

Nel cast di C’era una volta a… Hollywood anche Damian Lewis, Dakota Fanning, Nicholas Hammond, Emile Hirsch, Luke Perry, Clifton Collins Jr., Keith Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth, Kurt Russell e Michael Madsen. Rumer Willis, Dreama Walker, Costa Ronin, Margaret Qualley, Madisen Beaty e Victoria Pedretti. Infine Damon Herriman sarà Charles Manson.

Il film sarà anche l’ultima apparizione cinematografica di Luke Perry, morto lo scorso 4 marzo. L’uscita nelle sale di C’era una volta a… Hollywood è fissata al 9 agosto 2019.

Cannes 2019: Marco Bellocchio presenta il film Il Traditore

Cannes 2019: Marco Bellocchio presenta il film Il Traditore

Dopo aver ricevuto una lunga standing ovation seguente alla proiezione de Il Traditore, Marco Bellocchio presenta il suo nuovo film in conferenza stampa. Il lungometraggio, presentato in concorso al Festival di Cannes 2019, racconta la storia di Tommaso Buscetta, celebre pentito di mafia che contribuì con le sue testimonianza a sferrare un duro colpa a Cosa Nostra, permettendo così di arrivare al celebre maxi processo.

Per iniziare la conferenza stampa, il regista Marco Bellocchio espone il suo punto di vista riguardo il protagonista del film, dichiarando che “Buscetta non è un eroe, ma è un uomo coraggioso. È un traditore dal punto di vista di Cosa Nostra. Ma il suo è un tradimento sofferto. Studiando il personaggio mi sono reso conto di questa sua personalità ricca di sfaccettature, e ho voluto puntare su questo, senza condannare né accusare il protagonista.”

Quando gli viene chiesto come ha pensato di approcciarsi al film, considerando la vasta filmografia a riguardo, Bellocchio riprende la parola dichiarando “Non volevo certamente fare un film convenzionale. Volevo che fosse semplice e popolare. Oggi non esiste più un cinema civile in Italia, è stato distrutto dalla tv. E allora ho dovuto inventare. Inoltre ho cercato di costruire il film arricchendolo di una teatralità che separa coloro che appartenevano alla mafia e volevano che il maxiprocesso fallisse da Tommaso Buscetta, che invece si contrappone a loro.

Pierfrancesco Favino, che nel film dà voce e corpo a Buscetta, racconta di come si è accostato ad un personaggio così controverso. “Ero interessato a ricercare la natura del personaggio attraverso i fatti meno noti. Ho fatto diverse ricerche, ho parlato con molte persone, e ho avuto sempre più chiaro il modo in cui lui cambiava atteggiamento a seconda di chi aveva davanti. È stato un ottimo attore, e ho cercato di costruirlo partendo da questo aspetto.”

Bellocchio, abituato a storie, personaggi e tematiche molto lontane dal mondo a cui invece appartiene Buscetta, racconta infine i suoi ricordi di quegli anni e di ciò che di lui si sapeva. “Ricordo che arrivò in Italia dal Brasile il 15 luglio 1984. Ai miei occhi era un uomo misterioso, di cui sapeva poco, come che la mafia aveva ucciso alcuni dei suoi familiari. Il valore del suo tradimento fu realmente compreso solamente in seguito. Senza di lui non si sarebbe mai arrivati al maxi-processo, che è stata una vittoria, seppur parziale, dello Stato contro la mafia.”

A conclusione della conferenza stampa il regista e il cast de Il Traditore vengono premiati da un nuovo prolungato applauso. Il film sembra infatti aver riscosso ottimi giudizi da parte della critica, in particolare da quella estera, e per molti potrebbe consegnare a Bellocchio la sua prima Palma d’Oro.

Cannes 2019: Luca Guadagnino presenta The Staggering Girl

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Cannes 2019: Luca Guadagnino presenta The Staggering Girl

The Staggering Girl diretto da Luca Guadagnino sarà presentato alla 72ª edizione del Festival di Cannes nella sezione La Quinzaine des Réalisateurs. Il film nasce dal dialogo artistico tra il regista Luca Guadagnino e il direttore creativo della Maison Valentino, Pierpaolo Piccioli: insieme realizzano un esperimento narrativo che unisce il linguaggio cinematografico e quello della Couture raccontando i capitoli della vita di una donna attraverso il rapporto madre-figlia. Il cast d’eccezione, fortemente voluto da Luca Guadagnino e Pierpaolo Piccioli, dà vita ad un insieme di personaggi complessi interpretati da Julianne Moore, Kyle MacLachlan, Marthe Keller, Kiki Layne, Mia Goth e Alba Rohrwacher.

Muovendosi tra Roma e New York, il film racconta una storia intima, fatta di simboli, gesti, immagini, la forza del legame di sangue e di genere tra due donne giunte alla resa dei conti con loro stesse. Le creazioni Alta Moda Valentino percorrono la pellicola, partecipando alla sua atmosfera onirica e amplificando, con una sofisticata sotto-trama visiva, la brillante sceneggiatura di Michael Mitnick, autore di serie cult come Vinyl e del film The Current War. The Staggering Girl è caratterizzato dalla fotografia di Sayombhu Mudkeeprom e dalle musiche originali composte dal Premio Oscar® Ryuichi Sakamoto. Il film è prodotto da Valentino SpA, Ibla Film, Frenesy Film, Rai Cinema e in collaborazione con Rai Com. Rai Cinema, da sempre attenta ad un cinema che riflette l’identità culturale del nostro Paese, non poteva non essere al fianco di questo progetto.

“Una storia può essere narrata in infiniti modi e questo è stato il nostro – spiega Pierpaolo Piccioli – Ognuno di noi ha lavorato a un’idea osservandola dai rispettivi punti di vista, incoraggiati da un’affinità estetica e di intenti che non è venuta mai meno. Luca è un interprete sottile, che sa adattare alla realtà circostante una sensibilità ironica e gentile al tempo stesso. Abbiamo condiviso la nostra quotidianità lavorativa, io mostrandogli la collezione di Alta Moda che stavo disegnando, lui offrendomi la lente della sua cinepresa per osservare la scena da un’altra prospettiva. Proprio come la collezione, il film è sospeso nel Kairos, il momento opportuno che la persona ha per riflettere, andando avanti e indietro nel suo tempo interiore. Questo film è un racconto apparentemente slegato dallo scorrere del tempo cronologico, un flusso di coscienza attraverso immagini ed emozioni. Il Cinema, come l’Alta Moda, consente una dilatazione del tempo nell’eterno, è pura magia”.

“L’estate scorsa ho avuto il privilegio di incontrare Pierpaolo Piccioli a Roma nel quartier generale di Valentino a Palazzo Mignanelli – spiega Luca Guadagnino – Pierpaolo, di cui ammiro da lungo tempo la strepitosa arte di couturier, mi ha portato attraverso l’atelier dell’Alta Moda. La collezione Autunno/Inverno 2018-19 stava nascendo attraverso il lavoro instancabile e sublime delle Premiere, delle sarte e dei sarti. In quell’incontro con Pierpaolo decidemmo che avremmo tentato qualcosa di mai provato, fare un film basato su una collezione di Alta Moda. La profondità artistica ed emotiva, la capacità trasfigurante del lavoro di Pierpaolo Piccioli sono stati il ‘testo’, come un grande romanzo, sul quale basare il copione di questo film sognato. Da questo incontro e dalla triangolazione tra Pierpaolo Piccioli, il brillante sceneggiatore Michael Mitnick e me nasce questo short film”.

Cannes 2019: Leonardo DiCaprio e Brad Pitt sono i re del red carpet

Leonardo DiCaprio e Brad Pitt, insieme a Margot Robbie e al loro regista Quentin Tarantino, sono le star di serie A che hanno calcato il tappeto rosso di Cannes 2019 questa sera, a esattamente 25 anni da Pulp Fiction, che valse a un giovanissimo Tarantino la Palma d’Oro.

I due attori, che hanno già lavorato separatamente con il regista americano, si trovano adesso alla loro prima collaborazione in C’era una volta a Hollywood. Ecco le foto del loro elegantissimo red carpet in occasione della premiere mondiale del film.

Cannes 2019: Tarantino chiede di non spoilerare C’era una volta a Hollywood

Le prime immagini del film hanno suggerito che Tarantino e la sua troupe – tra cui la costumista Arianne Phillips (Kingsman) e la scenografa Barbara Ling (Ho cercato il tuo nome) – stiano davvero cercando di ricreare il “look and feel” del 1969.

La storia si svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che viene chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e lo stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi stanno lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono più. Ma Rick ha un vicino di casa molto famoso…Sharon Tate.

Nel cast anche Damian Lewis, Dakota Fanning, Nicholas Hammond, Emile Hirsch, Luke Perry, Clifton Collins Jr., Keith Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth, Kurt Russell e Michael Madsen. Rumer Willis, Dreama Walker, Costa Ronin, Margaret Qualley, Madisen Beaty e Victoria Pedretti. Infine Damon Herriman sarà Charles Manson.

Il film sarà anche l’ultima apparizione cinematografica di Luke Perry, morto lo scorso 4 marzo. L’uscita nelle sale di C’era una volta a… Hollywood è fissata al 9 agosto 2019.

Cannes 2019: l’omaggio a Bernardo Bertolucci

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Cannes 2019: l’omaggio a Bernardo Bertolucci

Sarà presentato in prima visione mondiale al 72. Festival di Cannes domani giovedì 23 maggio, nella sezione Cannes Classics, Cinecittà – I mestieri del cinema. Bernardo Bertolucci: no end travelling, il nuovo film documentario di Mario Sesti. Uno di quei piccoli grandi doni che il cinema ogni tanto sa regalare ai suoi affezionati: un racconto-incontro con uno degli ultimi grandi Autori della storia del cinema, realizzato attraverso un montaggio emozionante di interviste realizzate negli anni da Sesti, a ripercorrere la traiettoria di una carriera, e in chiusura una lunga conversazione inedita in cui un Bertolucci rilassato, complice, sornione, lascia cadere delle impressioni e delle parole che riescono a rilasciare il sapore, il segreto, il mistero, l’esperienza della sua arte. Senza lezioni, messaggi, precetti, un grande ci fa appassionare per un’ultima, un’altra volta.

Prodotto da Massimiliano De Carolis per Erma pictures in associazione con Istituto Luce-Cinecittà, in collaborazione con Sky Arte, Cinecittà – I mestieri del cinema. Bernardo Bertolucci: no end travelling sarà trasmesso su Sky Arte il 26 novembre alle 21.15 in occasione della ricorrenza del primo anno dalla scomparsa del regista.

SINOSSI

Il regista Mario Sesti, critico e giornalista cinematografico, ricorda i suoi incontri con Bernardo Bertolucci, le numerose interviste pubblicate su giornali e settimanali, quelle in video per i film di Bertolucci editi in dvd, prima di una lunga conversazione in video con lui, completamente inedita, realizzata poco più di un anno fa per una serie dedicata ai “mestieri del cinema”. Il grande regista, scomparso improvvisamente nel novembre del 2018, racconta dei suoi primi successi presso la stampa internazionale e l’ammirazione per i suoi film da parte dei nuovi registi americani degli anni ‘70; dell’avventura con Marlon Brando in Ultimo tango a Parigi, dell’indimenticabile serata degli Oscar per L’ultimo imperatore. Uno sguardo di serena nostalgia e l’affettuosa narrazione di una biografia e una carriera indimenticabili.

Questo film, in realtà nato come episodio di una serie dedicata ai mestieri del cinema, è un omaggio a un autore che non credo abbia eguali – quanti sono stati un mito delle nouvelle vague e allo stesso tempo hanno conquistato Hollywood con un canestro di Oscar? – ed anche un modo personale per conservare la memoria di quei momenti e impedire loro di dissolversi [dalla nota di regia di Mario Sesti]

Cannes 2019: Ken Loach dalla parte della gente comune

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Con la voglia di gridare contro l’ingiustizia e a favore dei più deboli, Ken Loach torna sulla croisette, nel concorso di Cannes 2019, con Sorry we missed you, il suo nuovo film che racconta sempre con occhio lucido e a volte brutale la realtà degli ultimi.

Il regista ha raccontato così il suo film: “Quando ero giovane la vita era fatta di tappe, dopo lo studio si cercava un lavoro, poi si metteva su famiglia. Oggi non è più così, è subentrata l’insicurezza, i contratti sono sempre più precari, le persone devono lottare per sopravvivere, a volte è necessario inventarsi un lavoro che non c’è prendendo rischi. Quello che volevo fare col mio film era mostrare come questa situazione si rifletta sulla vita familiare”.

Per raccontare questa storia, Loach ha unito le sue forze con lo sceneggiatore Paul Laverty, che ha fatto ricerca sul campo: “Questa è la storia di una famiglia. L’Inghilterra sta percorrendo lo stesso cammino degli USA, le disuguaglianze si stanno intensificando. Per cinquant’anni la rabbia sociale è stagnata e ora sta esplodendo mentre la povertà aumenta e la ricchezza è concentrata nelle mani di pochissimi”.

E poi passa a raccontare del suo confronto con i testimoni diretti, le fonti di ispirazione per questa dolorosa storia: “Proprio nei giorni in cui parlavo con questo corriere stanco, con gli occhi rossi, la barba lunga, Jeff Bezos è diventato l’uomo più ricco del mondo. Amazon si arricchisce facendo profitto su corrieri e magazzinieri che lavorano a ritmi disumani guadagnando poco. Secondo un rapporto di Oxfam gli otto uomini più ricchi del mondo possiedono la stessa ricchezza del 50% del pianeta. Le innovazioni tecnologiche vengono usate per arricchire pochi, mentre i lavoranti non hanno possibilità di avere un contratto né diritti sindacali. La logica conseguenza del mercato è lavorare sempre di più e passare sempre meno tempo con la propria famiglia”.

Cannes 2019: Sorry We Missed You, la recensione del film di Ken Loach

E in generale, sulla condizione dei lavoratori e sulla crisi che sta attraversando il mondo, Loach dichiara: “Credo che la crisi continuerà fino a che non faremo cambiamenti strutturali. Le grandi aziende puntano a fornire il miglior sevizio al minor prezzo, e lo fanno tagliando i costi. A subirne le conseguenze sono i lavoratori, l’anello debole della catena. Se crediamo nel libero mercato questo porta alle grandi corporation, al lavoro precario. L’unico modo per combattere questa situazione è rivalutare l’individuo, la gente comune” cosa che lui puntualmente e con grande onestà fa in tutti i suoi film.

Cannes 2019: Kechiche e Noé annunciati nel programma ufficiale

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Cannes 2019: Kechiche e Noé annunciati nel programma ufficiale

Sono stati annunciati gli ultimi titoli ufficiali del programma completo del Festival di Cannes 2019, e dopo il già sospettato Quentin Tarantino con C’Era una Volta a… Hollywood, nella line-up del festival sono stati confermati nomi molto interessanti del panorama mondiale.

In concorso, oltre a Tarantino, è stato annunciato Mektoub, My Love: Intermezzo, il seguito dell’omonimo film (Canto 1) che Abdellatif Kechiche aveva portato a Venezia 74. Il film durerà 4 ore.

Nella sezione Proiezioni di mezzanotte è stato aggiunto Lux Æterna di Gaspar Noé, della durata di 50 minuti. Per Un Certain Regard si fa strada invece l’Italia, con Lorenzo Mattotti che presenta La famosa invasione degli orsi in Sicilia (1 hr 22), film d’animazione che adatta il libro per bambini di Dino Buzzati, e poi Odnazhdy v Trubchevske di Larissa Sadilova (1h30).

Le proiezioni speciali, invece, si arricchiscono di Chicuarotes, film diretto da Gael Garcia Bernal, di La Cordillera de los sueños di Patricio Guzmán, di Ice on Fire di Leila Conners, e di 5B by Dan Krauss.

Il Festival di Cannes 2019 si svolgerà dal 14 al 25 maggio. Il presidente di Giuria della Palma d’Oro sarà Alejandro G. Inarritu mentre ad Alain Delon verrà consegnato il premio alla carriera.

Cannes 2019: il programma con Malick, Almodóvar e 13 registe donne

Cannes 2019: John Carpenter riceve la Carrosse d’Or

Cannes 2019: John Carpenter riceve la Carrosse d’Or

Selezione parallela al Festival di Cannes, la Quinzaine Des Réalisateurs assegna ogni anno, durante la cerimonia d’apertura il prestigioso premio Carrosse d’Or, ideato nel 2002 dalla Société des Réalisateurs. Il premio, assegnato a quegli autori che hanno segnato la storia del cinema con la loro audacia e intransigenza, è stato conferito quest’anno a John Carpenter, per celebrare la sua carriera composta da opere come Halloween, Essi Vivono, La Cosa e 1997: Fuga da New York, film che nella loro cruda, fantastica e spettacolare unicità hanno plasmato l’immaginario di generazioni.

“Sono diventato un regista perché non c’era altro che potessi fare.” – dichiara Carpenter salendo sul palcoscenico, dopo aver ricevuto una lunga e calorosa standing ovation – “Ero ossessionato da ciò, sentivo che era l’unica cosa che potessi fare. Volevo diventare un regista, e realizzare i miei film. Gli studios di produzione invece erano interessati ai soldi, e questo mi ha posto davanti a molti bivi. Dovevo fare in modo di essere certo che i miei film rimanessero miei, e allo stesso tempo dovevo soddisfare le esigenze che mi venivano richieste, affinché potessi ottenere la fiducia, e i soldi, per continuare in ciò che desideravo fare.”

Cannes 2019 John Carpenter

All’interno dell’incontro che lo ha visto protagonista assoluto, Carpenter ha avuto modo di ripercorrere l’intera sua carriera, sin dal primo film che lo ha reso celebre: Halloween. “Ancora oggi non riesco a spiegarmi il successo di quel film. Ero convinto che sarebbe stato un fallimento. Non riuscivamo a trovare una produzione, e quando la trovammo questa si rivelò scontenta per ogni cosa, dagli attori alle riprese. Quando invece uscii, il film venne accolto con entusiasmo, e questo mi catapultò da una situazione in cui nessuno sembrava voler lavorare con me ad una in cui tutti aspiravano a produrre i miei film… questo perché avevo dimostrato di poter far guadagnare molto con poco. Ed in fondo è sempre stata la mia idea, per fare un film non occorrono soldi, basta avere qualcosa per riprendere, reclutare i propri amici, realizzare un buon prodotto, farlo vedere in giro, e convincere i produttori a farsi dare i soldi per realizzare qualcos’altro. Io ho sempre fatto così.”

Altro grande successo cinematografico è quello de La Cosa, per la quale Carpenter rivela di aver avuto le idee ben precise sin da subito riguardo la natura dell’opera. “Ad Hollywood c’è questa regola non scritta per cui il mostro deve sempre nascondersi nel buio, nell’ombra. Io invece volevo che il mio fosse ben visibile, che si presentasse anche alla luce. Così facendo era possibile farlo uscire dalla dimensione onirica dell’incubo e farlo diventare reale. E se qualcosa di spaventoso è reale, anche la paura che proviamo lo sarà. Per quanto riguarda il finale, ha sempre generato molti dibattiti… io so quale dei due personaggi rimasti è “la cosa”, ma non ve lo dirò mai.”

Cannes 2019 John Carpenter

Interrogato sull’attuale panorama cinematografico, Carpenter, il cui ultimo film intitolato The Ward risale al 2010, espone il suo punto di vista partendo da una domanda che spesso gli viene rivolta. “Molti mi chiedono come mai abbia rallentato la mia produzione. Io mi ritengo un regista che ha sempre cercato di raccontare la realtà che lo circondava, attraverso il filtro del genere. Devo ammettere che oggi sono piuttosto spaventato dalla società che popola questo mondo. Sinceramente non voglio immaginare come potrebbe essere un mio film basato su di essa. È una paura che non sono sicuro di voler affrontare. Oggi preferisco dedicarmi ad altro. Ho una carriera da musicista, sono spesso in tour, quando sono a casa mi guardo un film in DVD o gioco ai videogiochi… la mia vita è completa.”

A conclusione dell’incontro, Carpenter lancia un ultimo monito a tutti gli aspiranti registi: “dovete combattere per realizzare il vostro film, perché è vostro non di altri. E chiunque che non sia voi deve categoricamente tenere giù le mani dalla vostra idea.”. Il regista viene così salutato nuovamente da un’ovazione, a dimostrazione che l’affetto del pubblico non ha mai abbandonato, contrariamente alle case di produzione, l’autore di un tale immaginario cinematografico.