Il regista di
The Twilight Saga: Breaking Dawn Bill Condon ha pubblicato una
foto a tema… che allo stesso tempo diventa quasi un’anticipazione
delle atmosfere del nuovo capitolo…
Si tratta infatti del salotto di casa Swan, che vedremo
addobbato per Natale in una scena della Parte II. Le calze appese
al camino sono di Charlie, Bella, Edward e della piccola Renesmee.
La foto è accompagnata, su Twitter, dagli auguri: “Buone feste da
casa Swan a casa vostra.”
The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte I e Parte II saranno
girati tra novembre 2010 e aprile 2011, fra Baton Rouge
(Louisiana), il Brasile e Vancouver.
The Twilight Saga: Breaking Dawn sarà diretto da Bill Condon;
altre informazioni nella nostra scheda del film. Breaking Dawn –
Parte Prima uscirà il 18 novembre 2011; Breaking Dawn – Parte
Seconda uscirà il 16 novembre 2012.
Il regista di The Twilight Saga:
Breaking Dawn Bill Condon ha pubblicato una foto a tema… che allo
stesso tempo diventa quasi un’anticipazione delle atmosfere del
nuovo capitolo…
Il salotto di casa Swan e
addobbato per Natale presumibilmente ripreso per una scena della
Parte II. La foto è stata pubblicata dallo stesso regista su
Twitter, a cui fa seguito un augurio: “Buone feste da casa Swan a
casa vostra.”
The Twilight Saga: Breaking Dawn è
diretto da Bill Condon; . Breaking Dawn – Parte Prima arriverà al
cinema non prima del 18 novembre 2011; Breaking Dawn – Parte
Seconda invece arriverà data ancora da confermare il 16 novembre
2012. Esattamente un anno dopo.
Sono uscite alcune clip registrate
durante i reshoot di
Harry Potter e i doni della morte – Parte 2, che si
sono tenuti la scorsa settimana agli studi di Leavesden. Potrebbero
essere gli ultimi video dal set che vedremo, e di certo è l’ultima
scena girata per l’ultimo film della saga di Harry Potter.
Vedendo il video è difficile
riuscire a captare i momenti salinenti a cui la produzione ha
deciso di rimettere mano, ma l’impressione è che
Daniel Radcliffe abbia molto meno
materiale protesico in viso, e che quindi lo scopo
di questi reshoot fosse (anche) di “ringiovanire” gli attori
rispetto al materiale girato finora. Di certo c’è che si tratta
dell’epilogo finale…
Weekend decisamente redditizio
quello natalizio appena trascorso, con un incremento di incassi al
botteghino italiano, che vede confermarsi il terzetto
Natale in Sudafrica, La banda
dei Babbi Natale e The
Tourist. Discreti risultati per le due new entry.
Probabilmente la battaglia per la
conquista del primato di film delle feste vede già delinearsi un
risultato vicino a quello definitivo: si tratterà per l’ennesima
volta del cinepanettone di Neri Parenti, visto che negli
ultimi tre giorni Natale in Sudafrica
raccoglie 6,1 milioni di euro sfiorando gli 11 milioni
complessivi.
Bisogna però sottolineare che l’incasso del cinepanettone sta
registrando un certo calo rispetto agli anni scorsi, soprattutto
nei giorni feriali. Che gli italiani si stiano (finalmente)
stancando di questa tradizione?
A insidiare De Sica & co. ci pensa
il trio Aldo, Giovanni e Giacomo: il loro La banda dei
Babbi Natale sta ottenendo un ottimo passaparola,
e raccoglie 4,8 milioni per un totale di 8,8 milioni. La
delusione ottenuta con il loro ultimo film, Il cosmo sul
comò, potrebbe dunque essere compensata dal risultato di
questa pellicola.
Al terzo posto si conferma
nuovamente la sorpresa The Tourist: il
film sta ottenendo in Italia un’ottima prestazione, a
differenza di quanto sta facendo al box office
internazionale. Nell’ultimo weekend la coppia
Depp-Jolie ottiene altri 2,3 milioni per 5,2 milioni
complessivi.
Quarto e quinto posto invariati
rispetto alla scorsa settimana. Le cronache di Narnia:
Il viaggio del veliero supera ancora una volta
il ‘rivale’ Megamind, con 2 milioni
raccolti contro 1,6 milioni della pellicola Dreamworks,
ottenendo rispettivamente i totali di 4,2 e 3 milioni.
La bellezza del
somaro regge al sesto posto registrando un lieve
aumento rispetto al suo primo weekend: con altri 695.000 euro,
Sergio Castellitto arriva a 1,3 milioni.
Le due new entry devono
accontentarsi del settimo e dell’ottavo posto. Le avventure di Sammy raccoglie infatti
763.000 euro nei cinque giorni, mentre Un altro
mondo esordisce con 754.000 euro. Di certo Silvio
Muccino risentirà della concorrenza natalizia e non potrà aspirare
a un risultato simile a quello ottenuto dal suo primo film da
regista, Parlami d’amore, uscito due anni fa nel
periodo di San Valentino.
Rapunzel
scende in nona posizione con altri 382.000 euro per 8,8 milioni
totali.
Chiude la top10 American Life: il
nuovo film di Sam Mendes guadagna qualche posizione
rispetto alla scorsa settimana, raccogliendo altri
169.000 euro giugendo a quota 258.000 euro.
E’ Natale, siamo tutti più buoni,
mangiamo oltre le nostre capacità e quando andiamo al cinema
vogliamo ridere. Il paradigma si applica perfettamente alla prima
posizione del box office americano di questa settimana: il film più
visto è infatti Little Fockers, nuovo episodio
delle avventure di Ben Stiller iniziate con Ti presento i miei.
Il secondo incasso della settimana
è quello del nuovo film dei fratelli Coen, True Grit, che si
assesta in questa posizione totalizzando al botteghino 25, 6
milioni di dollari. In questo film i due registi affrontano il
genere western, a cui fino a ora si erano solo avvicinati
metaforicamente con le lande desolate di Non è un paese per vecchi,
mentre in questo caso, c’è anche l’ambientazione temporale.
Questo film con Jeff
Bridges precede un altro film con Jeff Bridges; Tron: Legacy, che
ritroviamo in terza posizione. Restano a metà classifica i film più
classici del Natale: fantasy e di animazione, Le cronache di
Narnia- Il viaggio del veliero e Yogi bear sono infatti in quarta e
quinta posizione. La storia del pugile Micky Ward, The fighter,
interpretato da Mark Wahlberg con Christian Bale nei panni di suo
fratello e allenatore è in sesta posizione con un totale di
quasi 28 milioni di dollari di incasso. Il film ha avuto una storia
travagliata, la sua uscita è stata infatti più volte annunciata e
ritardata per tre settimane. Al settimo posto si affaccia una nuova
uscita: Gulliver’s Travel, in cui Jack Black è un
moderno Gulliver che dovrà affrontare le avventure dell’eroe del
classico di Jonathan Swift.
Black Swan di Darren Aronofsky
rimane saldo in ottava posizione, mentre il film Disney Rapunzel si
avvia ad uscire dalla classifica del botteghino Usa fermandosi in
nona posizione. La classifica viene chiusa da The tourist con la
coppia di superstar Johnny Depp e Angelina Jolie.
Finite le feste, anche le uscite
sono meno glitter: per la prossima settimana sono infatti previsti
il film drammatico di Alejandro Gonzàlez Inarritu, Biutiful, storia
sulla precarietà, della vita e del lavoro, Another Year di Mike
Leigh, visto allo scorso festival di Cannes che indaga la
vita quotidiana di una coppia di ultrasessantenni e le
vicissitudini della coppia di Blue Valentine, Ryan Gosling e
Michelle Williams.
Jim Carrey è impegnato da un po’
sul set di Mr. Popper’s Penguins, commedia per tutta la famiglia,
prodotta dalla 20th Century Fox, è tratta dal romanzo di Florence e
Richard Atwater.
In questi giorni le riprese del film si sono spostate a New
York, al mercato del pesce, dove il buon Mr. Popper sta scegliendo
del pesce fresco, probabilmente per i suoi pinguini!
La trama del film differirà leggermente da quella del romanzo
del 1938: Popper sarà infatti un uomo d’affari che eredita sei
pinguini. Mano a mano che egli prende confidenza con i pennuti, la
sua vita cambia. Il suo appartamento di New York si trasforma in un
parco dei divertimenti invernale, il progetto a cui sta lavorando
da tempo deraglia e per poco non finisce in prigione. Grazie ai
suoi nuovi amici, però, Popper comprende l’importanza della
famiglia, umana e non.
Sembrerebbe in dirittura d’arrivo
la scelta del cast principale del nuovo film di Michael Mann: il
biopic su Robert Capa prodotto dalla Columbia Pictures. I
nomi sarebbero quelli di Gemma Artenton e Andrew Garfield. Sarebbe
stata proprio la Artenton a rivelare queste indiscrezioni…
La Warner Bros. lancia Christopher Nolan ed il suo Inception
agli Oscar, e così ha organizzato degli screening per l’Academy:
ecco un backstage “for your consideration” realizzato appositamente
per promuovere il film…
La Warner Bros. punta a ottenere
diverse nomination all’Oscar per Inception quest’anno, inclusa
quella di miglior film e miglior regista. Per aumentare
l’attenzione attorno al film che in realtà non avrebbe nemmeno il
bisogno di tutto ciò se non fosse che negli states hanno la memoria
corta, ha organizzato diversi screening per i membri dell’Academy a
partire dal 31 dicembre, promuovendo l’evento con numerose
inserzioni sui vari magazine trade e con un interessante video
dietro le quinte, che mostra numerosi spezzoni di backstage con un
inizio e una fine inediti.
Frankenstein Jr. tornerà al cinema
in versione digitale rimasterizzata il 2 e il 3 febbraio 2011,
all’interno del Legend Film Festival: ecco un cartonato molto
particolare realizzato per promuovere l’evento…
Sarà prossimamente nelle sale
italiane l’ultimo lavoro da regista di Clint
Eastwood, Hereafter. E siccome
l’attore americano dietro la macchina da presa non sbaglia un
colpo, specie nelle pellicole della maturità, l’attesa e la
curiosità sono molte. Nel frattempo, cogliamo l’occasione per
ripercorrere le tappe della carriera artistica di questo mito
vivente di Hollywood.
Nato a San Francisco il 31 maggio
1930, da una famiglia di origini modeste, studia economia e poi si
arruola nell’esercito, dove non si fa mancare rocambolesche
avventure, degne dei film che lo avrebbero visto poi protagonista.
Ma non intende restare nell’esercito. Così, nel 1954, si fa
convincere da due amici a fare un provino per la Universal e viene
selezionato per alcuni film horror. Si aggiudica poi il ruolo
televisivo del cowboy Rowdy Yates. È l’inizio di una lunga e
fruttuosa carriera, che conoscerà anche momenti di crisi, da cui
però Eastwood saprà uscire con determinazione e tenacia. Avrà
enorme successo sia in America che in Europa con i suoi due ruoli
più celebri: quello del pistolero solitario nella Trilogia del
dollaro di Sergio Leone e quello dell’ispettore dai modi spicci e
il grilletto facile Harry Callaghan. In entrambi i casi, sarà una
figura di rottura, che inaugurerà un nuovo tipo di cinema,
rinnovando i rispettivi generi.
Partiamo dal primo. È il1958,
Clint Eastwood interpreta Rowdy Yates in
Rowhide. È proprio questa sua prova ad arrivare sul tavolo di
Sergio Leone, che cerca un protagonista per i suo
prossimo western: Eastwood gli sembra adatto e ha più modeste
pretese economiche rispetto al più esoso James Coburn, che Leone
avrebbe preferito. Clint viene così scritturato in Per un pugno di
dollari (1964), dove è protagonista nel ruolo dello “straniero
senza nome”, che arriva in una cittadina messicana al confine con
gli Stati Uniti. Lì trova due fazioni in lotta e si schiera ora con
l’una, ora con l’altra, per opportunismo e denaro. Accanto a lui,
da antagonista, Ramón/Gian Maria Volontè e poi una serie di ottimi
caratteristi e le straordinarie musiche di Ennio Morricone (Nastro
d’Argento) ad accompagnare il tutto, qui come nei successivi due
episodi. Il film inaugura un nuovo filone, quello degli
spaghetti-western, innovando profondamente gli stilemi del genere
western di stampo USA. Sarà un successo planetario, che ricoprirà
di denaro – ben oltre il pugno di dollari!- i pur poco fiduciosi
produttori. Nascono così il mito di Sergio Leone e quello di
Eastwood, rafforzati dai due film successivi: Per qualche dollaro
in più (1965) e Il buono, il brutto e il cattivo (1966).
Clint Eastwood: dove osano solo i
grandi
Nel secondo, Leone sceglie lo
stesso cast (Clint Eastwood, Volontè), al
quale si aggiunge però Lee Van Cleef, per riproporre con qualche
variazione il tema del precedente: qui i pistoleri sono più
di uno, prezzolati per eliminare banditi. Il regista cura
maggiormente le immagini e i dialoghi e i protagonisti ripropongono
lo stile che gli ha dato il successo: l’uno (Eastwood) la sua
impassibilità e freddezza, l’altro (Volontè) l’aspetto truce e
rabbioso. L’ultimo episodio della trilogia si discosta maggiormente
dai precedenti, per la componente fortemente ironica che lo
caratterizza, con punte di grottesco. Abbiamo tre uomini senza
scrupoli, assassini -il Biondo (Eastwood), Tuco (Eli Wallach) e
Sentenza (Van Cleef) – durante la Guerra di Secessione, che si
trovano a cercare insieme un tesoro, non senza rivalità. Seguono
rocambolesche avventure e l‘eliminazione di Sentenza. Il tutto
narrato con graffiante ironia, seguendo la sceneggiatura, firmata
non a caso anche da Age e Scarpelli. Inutile dirlo, terzo successo,
con relativi botteghini sbancati.
D’ora in avanti, Eastwood prende
parte a una serie considerevole di pellicole, soprattutto film di
guerra e western. Alla prima categoria appartiene, ad
esempio, Dove osano le aquile
(1969) di Brian G. Hutton, in cui l’attore
americano recita a fianco a Richard Burton; alla
seconda si ascrive invece Gli avvoltoi hanno fame, dello stesso
anno, che vede l’inizio della collaborazione con il regista
Don Siegel. Questa darà i suoi frutti migliori
nella prima delle pellicole incentrate sulla figura dell’ispettore
Harry Callaghan: Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è
tuo (1971). Sono questi infatti, i panni che più si
confanno a Eastwood, dopo il poncho. Non siamo nel
west, ma in un contesto metropolitano, ai nostri giorni. Tuttavia,
il fare freddo, cinico e spietato è lo stesso, come è la stessa la
sua abituale compagna: la pistola. L’ispettore Callaghan combatte
il crimine a suon di spari e sentenze laconiche, non preoccupandosi
se i suoi metodi sono poco ortodossi. Questi comportamenti gli
valgono il soprannome di Dirty Harry. Non sembra insomma molto
diverso dagli assassini che fronteggia. (Il treiler originale del
film recita press’a poco così: “Questa è la storia di
due assassini. Quello col distintivo è
Callaghan”). Il fisico asciutto e scattante di Clint,
il suo sguardo impassibile fanno il resto. Anche qui, si innova
profondamente un genere, quello poliziesco, introducendo un nuovo
uso della violenza, che suscitò anche aspre polemiche. Il successo
però fu enorme. La pellicola avrà numerosi sequel: Una
“44 Magnum” per l’ispettore Callaghan (1973), per la
regia di Ted Post, sceneggiatura di John Milius e Michael
Cimino;Cielo di piombo, ispettore
Callaghan (1976), diretto da James
Fargo; Coraggio… fatti ammazzare
(1983), regia dello stesso
Clint Eastwood .
Nel 1971, infatti, si era
aperto un altro capitolo importante della carriera dell’attore
californiano: quello che lo vede dietro la macchina da presa.
L’esordio, poco apprezzato, è con il giallo Brivido nella notte. E
in sordina sarà tutta la prima parte della sua attività da regista,
specie in patria, dove sarà rivalutato inizialmente solo grazie
alla risonanza e all’apprezzamento ottenuti all’estero, specie a
partire da metà anni ’80. Nel frattempo Clint, che è diventato
anche produttore, con la sua Malpaso, va avanti senza farsi
scoraggiare. Si cimenta nella direzione di film western che lo
vedono anche protagonista, con risultati di valore crescente: Lo
straniero senza nome (1973), Il texano dagli occhi di ghiaccio
(1976), dove dà corpo al personaggio del fuorilegge Josey Wales,
fino alla consacrazione, nel 1992, con Gli spietati, che gli vale
sia l’Oscar alla Regia, che quello come Miglior Film.
In oltre, si fa dirigere da altri
registi in diverse occasioni, tra le quali ricordiamo soprattutto:
Una calibro 20 per lo specialista (1974),
di Michael Cimino, allora agli esordi, e di nuovo
Don Siegel, per un’altra grande interpretazione, quella
dell’ergastolano in Fuga da Alcatraz
(1979). Nel primo film, interpreta John Doherty: un rapinatore
fuggito di galera che si mette alla ricerca del bottino nascosto.
Sulla sua strada incontra un giovane col quale cercherà di
raggiungere l’obiettivo e farà amicizia – un giovane
Jeff Bridges – passando attraverso mille
imprevisti e avventure su e giù per l’America. Per
Siegel, cinque anni dopo, sarà Frank
Morris: assieme a due compagni di cella, l’unico a
riuscire nella fuga dal più blindato penitenziario Usa, la notte
dell’11 giugno ‘62. Film carico di suspense, in cui la recitazione
asciutta di Eastwood trova perfetta
collocazione.
Tuttavia, l’obiettivo di
Clint Eastwood resta quello di veder
riconosciuto il suo talento registico. Ci riesce per la prima volta
in maniera indiscutibile nel 1988, attingendo alla sua passione per
la musica. È stato infatti anche un trombettista e pianista jazz e
coltiva una grande passione per il genere. È da qui che nasce
l’idea di omaggiare in una pellicola la figura di Charlie Parker,
tra i più grandi trombettisti di tutti i tempi, morto a soli 35
anni. Ci riesce magnificamente con il toccante ritratto Bird
(1988), facendosi da parte come attore, ma dirigendo con indubbia
maestria un intensissimo Forest Whitaker. Arriva così il primo
Golden Globe per la Regia, mentre
Whitaker ottiene la Palma d’Oro a
Cannes come Miglior Attore. Quattro anni dopo arriva un
altro successo e altri premi piovono sulla testa dell’ormai 62enne
Eastwood: è l’anno de Gli spietati, Oscar per Miglior Regia e Film,
come s’è detto. E ancora una volta per Clint il successo ha il
sapore del western. Torna infatti alle origini, reinterpretando
però a modo suo il genere, ancora una volta. William
Munny/Eastwood è un (ex) assassino che parte alla
ricerca di due balordi, rei di aver aggredito e sfregiato una
prostituta. È spinto dal solito movente: il denaro, ovvero una
ricompensa di mille dollari. Porta con sé il suo amico di colore
(Morgan Freeman) e un giovane, e deve scontrarsi
con lo sceriffo locale, che non approva il suo modo di procedere
(Gene Hackman – Oscar per Miglior Attore non
protagonista). Non c’è però, ecco la novità e l’attualizzazione,
spazio per eroismi in questo lungometraggio. Stavolta ci sono
esclusivamente violenza, avidità, cupidigia, aridità, e uno sguardo
disincantato sulla società americana, che su questi pilastri ha
posto le basi.
Dopo questo successo, la
strada è spianata per
Clint Eastwood regista: dirige e
affianca Kevin Costner in Un mondo perfetto
(1993), poi Meryl Streep, coprotagonista assieme a
lui in I ponti di Madison
County (1995), dimostrando la sua sensibilità nel
cimentarsi col genere romantico. Si prende poi di nuovo il gusto di
dirigere altri attori, limitandosi a stare dietro la macchina da
presa in Mezzanotte nel giardino del bene e del male (1997), per
cui vuole nel cast John Cusack, Kevin Spacey e
Jude Law. Nel ’99 Clint si auto dirige di nuovo e
inaugura il corso che gli sarà proprio nel nuovo millennio:
comincia cioè ad affrontare problematiche della società di oggi,
cercando una conciliazione degli opposti, o quantomeno, una visione
complessiva dei fenomeni, che renda giustizia dei vari punti di
vista. Il film è Fino a prova contraria, e tratta l’annosa
questione della pena di morte, seppur veicolata dalla solita
figura, impersonata egregiamente da
Clint Eastwood, di uomo solitario,
irriverente, cinico, con spregio delle regole. Un giornalista di
cronaca nera, che ha le ore contate per dimostrare l’innocenza di
un condannato all’esecuzione. E mentre lui si dà da fare, noi
scopriamo le contraddizioni e i difetti della tanto osannata
democrazia americana e del suo sistema giudiziario. Nel 2003 dirige
un cast d’eccezione per un’altra prova potente e scomoda:
Mystic River, storia di vite perdute in
una società dominata da violenza e vendetta. Essenziale la
direzione da parte di Clint Eastwood e
straordinarie le prove dei protagonisti, Sean
Penn, Tim Robbins e Kevin
Bacon. Siamo così all’altro capolavoro dell’attore-regista
californiano: quel Million dollar baby (2005) che gli ha portato di
nuovo l’Oscar per la Miglior regia e il Miglior Film, oltre che il
Golden Globe, sempre per la Miglior Regia.
È infatti una delle prove migliori del regista, che continua a
stupire per l’estrema sensibilità. È la storia di una ragazza
(Meggie Fitzgerald/Hilary Swank) e della
determinazione con la quale persegue il suo obiettivo: diventare un
pugile e vincere. Incontra così quello che dopo l’iniziale
riluttanza diventerà il suo allenatore (Frankie
Dunn/ Clint Eastwood). Tra i due nasce
un rapporto di profondo affetto. La ragazza progredisce a tempo di
record e miete vittorie. Presto sale sul ring per il match più
importante. Qui si consuma la tragedia che dà la svolta al film. La
pellicola è dunque un concentrato di temi: la determinazione a
costruire il proprio destino, l’amore filiale, la morte e, più
delicato tra tutti i temi trattati, ma senza retorica, l’eutanasia.
Nulla da eccepire al saggio Clint.
Una sequela di successi, dunque,
per lui negli ultimi anni, come dimostra anche la fortuna dei più
recenti Gran
Torino (2009), in cui si misura ancora una volta
con la violenza e qui anche col razzismo, interpretando
Walt Kovalski, e Invictus (2010), sulla
figura di Mandela e i primi passi del Sud Africa, che rinasce sulle
ceneri dell’apartheid. Si può ben dire perciò, che
Clint Eastwood sia uno dei più stimati
registi americani, cui si riconosce non solo la bravura attoriale,
ma una notevole sensibilità artistica nella direzione
cinematografica e un’innegabile crescita nella capacità di
affrontare in modo non semplicistico temi via via più complessi,
tipici della contemporaneità, e avventurandosi anche in territori
spinosi, zone d’ombra in cui sembra essere insolitamente a suo agio
e nelle quali non teme di inoltrarsi, per proporne letture
composite ed illuminanti. È così che questo fiero conservatore – ha
spesso appoggiato apertamente candidati di destra alle elezioni,
ultimo John McCain, ed è stato lui stesso sindaco di una
cittadina californiana- con due matrimoni alle spalle e una copiosa
prole (otto figli), ci sa stupire.
Ci aspettiamo quindi di essere
sorpresi ancora una volta dalla sua ultima fatica, Hereafter, in cui affronta
il tema della morte, dirigendo ancora Matt Damon,
dopo Invictus. È inoltre in
preparazione un film biografico sulla figura di Edgard Hoover, per
molti anni a capo dell’FBI. Per questo ruolo il regista ha scelto
invece Leonardo Di Caprio.
La Summit Entertainment ha pubblicato la prima foto ufficiale
dei Tre Moschettieri, il film 3D diretto da Paul W.S. Anderson
girato in Germania ma ambientato nella Parigi del 1600.
L’immagine mostra proprio i tre moschettieri: Matthew Macfadyen
(Aramis), Logan Lerman (D’Artagnan), Ray Stevenson (Porthos) and
Luke Evans (Athos).
L’ultimo numero del magazine
olandese Veronica Magazine contiene un articolo dedicato alle
riprese di Capitan America: The First Avenger, il film dei Marvel Studios in arrivo il 22
Luglio 2011.
Nell’articolo, oltre a un breve reportage dal set londinese,
sono presenti alcune foto inedite scattate durante le riprese. Ecco
qualche estratto dalla traduzione del reportage:
Il film sulle origini di
Capitan America si svolge in gran parte a New York, durante gli
anni quaranta. Girare in location era difficile, ma Manchester e
Liverpool si sono rivelate ottime sostitute di Brooklyn. Tuttavia,
le riprese hanno causato non pochi mal di testa alla produzione,
perché girare in luoghi pubblici rende difficile mantenere la
segretezza. Le riprese dell’esplosione di un’auto a Manchester
erano già documentare online sei minuti dopo il ciak.
Quando abbiamo visitato i set,
l’intera troupe si era spostata in un paio di teatri di posa di
Londra, dove i lavori proseguono senza sosta: mentre parte della
troupe girava su un set, l’altra allestiva quello
successivo.
Captain America: The First
Avenger, diretto da Joe Johnston, uscirà il 22 luglio 2011 (il 27
luglio in Italia). Nel cast del film Chris Evans, Sebastian Stan,
Hayley Atwell, Hugo Weaving.
L’attesa per l’epilogo di Harry
Potter è tutta protesa verso il 13 luglio, intanto spuntano fuori
nuovi volti e nuove notizie: la più interessante riguarda dei
reshoot che si sono tenuti in studio ma che sono ambientati a
King’s Cross, con protagonisti i giovani Rupert, Daniel e Emma.
Inoltre ecco due nuove entrate nel
cast del film: nelle immagini qui sotto il quattordicenne Benedict
Clarke interpreterà il giovane Severus Piton in una serie di
flashback/ricordi; mentre il biondo nella foto più in basso è
Bertie Gilbert, tredici anni, che sarà Scorpius Malfoy
nell’epilogo.
Intanto, Jim Broadbent (Horace
Lumacorno) ha rivelato in un’intervista che il suo personaggio farà
una comparsata nell’ottavo e ultimo film: “Riappariranno molti
personaggi, ma senza un ruolo importante nella trama. Però li
vedremo, in una specie di ultimo saluto al pubblico. Quanto a me,
per quest’ultimo film sono rimasto sul set per pochi giorni.”
L’attesa per l’epilogo di Harry
Potter è tutta protesa verso il 13 luglio, intanto spuntano fuori
nuovi volti e nuove notizie: la più interessante riguarda dei
reshoot che si sono tenuti in studio ma che sono ambientati a
King’s Cross, con protagonisti i giovani Rupert, Daniel e Emma.
Inoltre ecco due nuove entrate nel
cast del film: nelle immagini qui sotto il quattordicenne Benedict
Clarke interpreterà il giovane Severus Piton in una serie di
flashback/ricordi; mentre il biondo nella foto più in basso è
Bertie Gilbert, tredici anni, che sarà Scorpius Malfoy
nell’epilogo.
Intanto, Jim Broadbent (Horace
Lumacorno) ha rivelato in un’intervista che il suo personaggio farà
una comparsata nell’ottavo e ultimo film: “Riappariranno molti
personaggi, ma senza un ruolo importante nella trama. Però li
vedremo, in una specie di ultimo saluto al pubblico. Quanto a me,
per quest’ultimo film sono rimasto sul set per pochi giorni.”
Cinefilos.it augura a tutti i suoi
lettori un felice Natale … al cinema!
Ecco tutti i titoli che in questi
giorni affolleranno le sale d’Italia:
The Tourist: con
la bella Angelina Jolie e il divertente Johnny Depp in balia di una
spy story divertente come non mai.
American Life:
bellissima storia on the road di una coppia in giro per l’America a
cercare il suo posto nel mondo, dirige Sam Mendes.
La Banda dei Babbi
Natale: Aldo Giovanni e Giacomo raccontano la loro vigilia
di Natale, in commissariato!
La bellezza del
somaro: Sergio Castellitto è un padre in crisi, tra
problemi quotidiani e stralci di surrealtà.
Le Cronache di Narnia: il
Viaggio del Veliero: Edmund e Lucy ritornano a Narnia,
questa volta con il cugino a combattere il male a fianco del Re
Caspian.
L’Esplosivo piano di
Basil: Jean Pierre Jeunet torna con la slapstick comedy
strizzando l’occhio a Charlie Chaplin.
Megamind:Il super
cattivo Megamind con il suo testone blu impara a fare i conti con
la sua vocazione al … bene!
Natale in Sudafrica: De Sica e il
suo carrozzone quest’anno arrivano in Sudafrica.
Le avventure di Sammy – il viaggio
segreto: La piccola tartaruga Sammy impara a crescere in
un’avventura attraverso l’oceano.
Un altro mondo:
Silvio Muccino ci guida in un mondo affascinante, l’Africa, alla
scoperta della famiglia che non ha mai avuto.
Tron – Legacy: il
sequel del classico degli anni ’80 torna sul grande schermo in un
3D nato per questo film.
Hereafter: Clint
Eastwood si da al fantasy soprannaturale, a contatto con il dolore
e la morte.
Che bella giornata: Checco Zalone
torna al cinema dopo Cado dalle nubi.
Tamara Drewe: una giovane donna
porta scompiglio nella campagna inglese, sceneggiatura british
diretta da Frears.
David S. Goyer ha
partecipato alla scrittura del graphic novel Superman: Secret
Origins. Il prossimo sceneggiatore del reboot di
Superman diretto da Zach
Snyder si è detto entusiasta della collaborazione con il
disegnatore di fumetti Geoff Johns, colpito dall’originalità con la
quale il disegnatore ha affrontato il personaggio.
Si può immaginare senza fatica
quindi che la sceneggiatura del prossimo lungometraggio sarà
ispirata da Secret Origins.
Enrico Melozzi è un compositore di
colonne sonore, ma anche un musicista con un gruppo e uno studio di
registrazione, in cui realizza prevalentemente musica elettronica.
Ha realizzato le colonne sonore di diversi film e documentari tra
cui Fratelli d’Italia di Claudio Giovannesi, il cortometraggio di
Adriano Giannini Il Gioco e L’uomo fiammifero di Marco Chiarini,
grazie al quale ha recentemente vinto un premio al festival di
Sulmona.
E’ online il nuovo cortometraggio di Scrant, come anticipo di
Ice Age: Continental Drift, in arrivo a luglio 2012. Verrà allegato
alle copie americane dei Fantastici Viaggi di Gulliver. Ecco un
breve teaser!
Kevin Smith ha pubblicato il primo, inquietante teaser trailer
di Red State, il suo nuovo film che verrà presentato al Sundance
Film Festival a gennaio…
E’ ufficiale: le riprese del film
dei Vendicatori si terranno in New Mexico, dove già è stato girato
Thor, tra aprile e settembre 2011.
I Marvel Studios hanno infatti
rivelato dove si terranno le riprese del film, e si tratta di quel
New Mexico dove ultimamente si tengono le riprese diversi film di
Hollywood, tra cui buona parte di Thor. Il governatore dello stato
Bill Richardson ha annunciato la notizia come “un regalo di Natale
per tutti gli abitanti del New Mexico”: l’economia locale, infatti,
subirà degli influssi positivi, trattandosi della più grossa
produzione Hollywoodiana mai girata nello stato:
Oltre a essere la più grande
produzione mai girata in questo stato, sarà anche la più avanzata a
livello tecnologico, e sarà un vero e proprio campo di
addestramento avanzatissimo per le nostre troupe. (…) Si tratta di
un esempio perfetto della creazione di posti di lavoro, di impatto
economico e visibilità globale che l’industria cinematografica ha
portato nel nostro stato negli ultimi otto anni, e dobbiamo
proseguire su questa strada.
I Vendicatori, diretto da Joss
Whedon, uscirà il 4 maggio 2012.
Ecco l’aspetto che avrà Megatron nel nuovo film di Transformers:
Dark of the Moon. Attualmente il film è in post-produzione e si
attende l’uscita per l’1 luglio 2011 in 3D e 2D.
Ecco l’aspetto che avrà Megatron
nel nuovo film di Transformers: Dark of the
Moon. Attualmente il film è in post-produzione e si
attende l’uscita per l’1 luglio 2011 in 3D e 2D.
Per vedere il Teaser: Transfomers:
dark of the moon
Scompare il tempio delle versioni
originali. Né la raccolta di firme di migliaia di spettatori
contrari alla chiusura né il successo di un cinema specializzato
nella proiezione di film in lingua originale con sottotitoli,
diventando luogo deputato di incontro dei cinefili romani, sono
state sufficienti a scongiurare la chiusura del cinema Metropolitan
in via del Corso a Roma.
Un nuovo capitolo delle saghe mucciniane “borghesia e conflitti
familiari”. Questa volta è il fratello Silvio, senza più zeppola, a
dirigere il secondo film, firmandone nuovamente anche la
sceneggiatura, scritta insieme all’inseparabile Carla
Vangelista.
In Un altro Mondo
Andrea (Silvio Muccino) è un ventottenne
mantenuto, che vive nel suo splendido appartamento romano insieme
alla bulimica fidanzata Livia (Isabella
Ragonese). Una vita fatta di feste, nottate brave e
poche responsabilità. Insomma una di quelle vite che ormai soltanto
quel 10% di famiglie italiane può permettersi di fare. Ma come le
saghe mucciniane insegnano, anche questi alto borghesi hanno le
loro storie tristi. Andrea infatti è stato abbandonato dal padre
ancora bambino, ed ha una madre che gli passa un lauto assegno, ma
di sicuro non riesce a trasmettergli alcun affetto, visto
l’inevitabile scopa in culo da donna ricca e frustrata che si
ritrova. Ma ecco che una lettera vola tra le sue mani: è il padre
in punto di morte che chiede di rivederlo. Andrea parte dunque per
Nairobi dove conoscerà il suo fratellino keniota Charlie.
Il confronto con questa realtà
nuova e completamente opposta al suo dorato mondo romano cambierà
la disposizione delle carte in tavola. Trasportato a Roma, Charlie
si inserirà nella soluzione chimica inerte di relazioni familiari
di Andrea e sconvolgerà il tutto portando dell’inevitabile
entropia.
Una trama che di suo ha davvero
poco di originale. La sceneggiatura è incentrata su delle
caratterizzazioni piuttosto scontate. Andrea è colui che si sveglia
tardi la mattina, che ha una madre fredda e che chiama per nome,
che ha una fidanzata stupenda ma che vomita ogni volta che mangia
troppo. Uno che potrebbe avere tutto ma non è felice. La sua
controparte africana, il fratellino Charlie, ha perso entrambi i
genitori ed è in realtà un borghese piccolo piccolo del Kenya. Non
esistono altri appigli sui quali ricamare. Personaggi dunque che si
presentano piatti. Muccino poi correda le immagini con una regia
estremizzata e fastidiosa a volte. Tagli di luce teatrali a Roma,
immagini gialle e sature in Africa, dove dalla steadycam si passa
alle riprese a mano, eccessivamente abusate.
In Un altro Mondo
il cambiamento di Andrea-Silvio è banalizzato nel rapporto con il
migliore amico, tramite chiamate senza risposta e attese vane di
sms al cellulare. Come la madre Cristina, i personaggi rivelano con
confessioni la propria evidente e complicata psicologia. Solo
Charlie, in quanto bambino senza peli sulla lingua, regala ogni
tanto un colore ai dialoghi e qualche risata in più. Rimangono al
margine interpreti solitamente eccellenti come Maya Sansa, rinchiusa nel continente africano
(un’amica del padre di Andrea), o Isabella Ragonese, che nonostante la sua
presenza scenica non ha spazio per spiccare.
Poteva essere anche un film per
famiglie e in particolare per bambini, se magari l’avessero
incentrato sulla figura di Charlie e si fossero evitate le scene di
sesso spinto. Ma la realtà è che la storia è imperniata su una
figura di bamboccione viziato, che si imbarca in una presa di
responsabilità troppo grande.
Matt Damon conferma di essere in trattative per
entrare a far parte del cast di Elysium,
il nuovo film fantascientifico di Neill Blomkamp, e rivela di non
vedere l’ora di lavorare con il regista..
Ci spero. Voglio davvero,
davvero, davvero fare questo film, e voglio lavorare con Neill
Blomkamp. Penso che sia un genio. Ho adorato District 9, è stato
uno dei miei film preferiti del 2009. Le performance erano
straordinarie. Quindi la mia speranza è che tutto questo succeda
davvero.
E’ un’idea straordinaria. E’ un lavoro al 100% di Neill,
mettiamola in questo modo. Ed è anche il più grande complimento che
posso fargli.
Elysium sarà ambientato tra 160
anni, e sarà un film fantascientifico dagli spunti socio-politici
ma con il tono da action-movie hollywoodiano. Il budget sarà
superiore a quello di District 9,
Empire ha pubblicato la prima foto
di The Deep Blue Sea, film tratto dall’omonima opera teatrale e
diretto da Terence Davies, in cui Rachel Weisz e Tom Hiddleston
interpretano due amanti nell’Inghilterra degli anni ’50… …nella
foto vediamo proprio i due protagonisti in un momento di
intimità.
Secondo alcuni rumors che si fanno sempre
più insistenti, Dan Brown sarebbe a lavoro su una nuova
riscrittura della sceneggiatura tratta dal suo best-seller Il
simbolo perduto, altra avventura di quel Robert Langdon che lo ha
reso famoso e ricchissimo con Il codice Da Vinci e Angeli e Demoni.
Stavolta l’eroe, interpretato nei primi due film da Tom Hanks,
dovrà vedersela con una piramide contenente un’antica
conoscenza.
Roger Ebert uno dei più celebre ma
anche il più influente dei critici cinematografici americani,
vincitore di un premio Pulitzer e ancora sulla cresta dell’onda
nonostante la malattia che da tempo lo affligge ha redatto una sua
personale lista dei 10 miglior titoli di questo anno.
Ed ecco che, come ogni anno, la sua
top ten dei film più belli dell’anno che sta per concludersi arriva
e rimbalza dal Chicago Sun Times sui media di tutto il mondo.
Questa la classifica dei 10 migliori titoli dell’anno secondo
Ebert:
1. The Social Network
2. Il discorso del Re
3. Black Swan
4. Io sono l’amore
5. Winter’s Bone
6. Inception
7. Il segreto dei suoi occhi
8. The American
9. I ragazzi stanno bene
10. L’uomo nell’ombra
Il critico ha poi assegnato ai
seguenti film il suo “Premio speciale della giuria”:
127 ore
Another Year
Somewhere
All Good Things
Carlos
Chloe
Greenberg
Hereafter
Monsters
Never Let Me Go
Rabbit Hole
Secretariat
Solitary Man
Il regista Jafar Panahi, è stato condannato, per la sua
opposizione al regime iraniano, a una pena molto pesante: sei anni
di prigione e 20 anni di divieto di scrivere sceneggiature e
realizzare film, oltre a quello di recarsi all’estero e concedere
interviste ai media, inclusi quelli interni al suo paese.