Home Blog Pagina 3002

Russell Crowe confermato per Noah; riprese a New York e in Islanda

0

La conferma ufficiale è arrivata da Paramount e New Regency: come già quasi dato per scontato da ormai qualche tempo, sarà

Bradley Cooper in American Bullshit?

0
Bradley Cooper in American Bullshit?

L’attore di Filadelfia potrebbe affiancare Christian Bale in American Bullshit, film ambientato nel Congresso Americano, la cui regia sarà curata da David O. Russell, dopo che l’offerta di dirigerlo era stata declinata da Ben Affleck.

Scritto da Eric Singer, il film  seguirà una vicenda realmente avvenuta, quella dell’operazione Abscam, avviata negli anni ’70 dall’FBI proprio tra alcuni membri del Congresso: l’indagine portò alla scoperata di una compagnia utilizzata per coprire alcuni politici corrotti. Il progetto è stato avviato dalla Sony, che sarebbe vicina ad un accordo con Annapurna Pictures di Mega Ellison, per condividerne le spese; della partita dovrebbe essere anche Charles Roven, produttore del Cavaliere Oscuro. Le riprese dovrebbero essere avviate in gennaio. Trai lavori messi in cantiere da Russell vi sarebbero una biografia a carattere politico e The Mission, film ruotato attorno al salvataggio di alcuni ostaggi, che avrebbe suscitato l’interesse di Brad Pitt.

Fonte: Empire

Un serial killer per necessità per Park Chan-Wook

0

Il regista di Old Boy potrebbe curare la regia di The Axe, tratto dal romanzo di Donald Westlake: protagonista della storia è il manager Burke Devore che improvvisamente licenziato a seguito di tagli al personale, si troverà costretto a cercare un nuovo impiego: il problema è la serrata concorrenza, che il protagonista cercherà di vincere, eliminando fisicamente i probabili avversari.

Qualcuno se ne sarà già accordo: la trama è la stessa di Le Couperet (Cacciatore di teste) di Costa Gavras, uscito nel 2005 e infatti la fonte, il libro di Westlake, è la stessa. Il regista coreano, attualmente al lavoro su Stoker con Mia Wasikowska e Nicole Kidman, in fase di post-produzione, ha dichiarato in una recente intervista di voler continuare a girare film sia ad Hollywood che nella propria terra di origine.

Fonte: Empire

Lo Hobbit – un viaggio inaspettato, prime reazioni dei fan

0
Lo Hobbit – un viaggio inaspettato, prime reazioni dei fan

Il sito hobbitfilm.it ha pubblicato una serie di commenti e reazioni dei fan alla proiezione di 10 minuti de Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato. Le immagini sono state presentate alla CinemaCon 2012

Una Giornata Particolare, il film di Ettore Scola

Una Giornata Particolare, il film di Ettore Scola

Una Giornata Particolare è il film culto del1977 di Ettore Scola con protagonisti nel cast Marcello Mastroianni e Sophia Loren.

Una giornata particolare, la trama: Roma, 3 maggio 1938. E’ un giorno storico per l’Italia fascista e per tutti gli italiani: il grande alleato tedesco, il Fuhrer, giunge in visita nella capitale pronta ad accoglierlo con tutti gli onori del caso. Palazzi e viali tappezzati da bandiere tricolori e con svastiche del Reich, decine di migliaia di uomini, donne e bambini pronti ad accorrere alla grande adunata per far sentire tutto il proprio calore al capo di stato tedesco.

Antonietta (Sofia Loren) dopo aver servito la colazione al burbero marito e ai sei figli preparati di tutto punto per il grande evento rimane sola nel silenzio della casa; per lei, grande ammiratrice del duce, ci sono le faccende domestiche, niente adunata. Quando il merlo esce dalla gabbia e si adagia sulla finestra della casa di fronte Antonietta è costretta a bussare alla porta del solitario proprietario che fortunatamente non è accorso, come tutti gli altri nel palazzo, a salutare l’avvento di Hitler.

Gabriele (Marcello Mastroianni) è un elegante quanto affascinante annunciatore radiofonico verso cui Antonietta prova da subito un’attrazione fortissima. I due si inseguiranno per tutta quella lunga giornata prima a casa dell’uno e quindi a casa dell’altro, il tutto sotto gli occhi della perfida e indiscreta custode del palazzo che conosce le tendenze anti-fasciste del sovversivo Gabriele.

Quando Antonietta scoprirà con delusione le tendenze politiche dell’uomo non riuscirà a placare il suo desiderio verso una persona così “insolitamente” gentile ma il vero segreto che egli cela è in realtà un altro ed è il vero motivo che gli ha procurato il licenziamento: è un omosessuale.

Una giornata particolare, l’analisi

Analisi: E’ il 1977 quando Ettore Scola dirige questo raffinatissimo film di cui cura anche la sceneggiatura insieme a Ruggiero Maccari e Maurizio Costanzo. Una giornata particolare è un bellissimo film in cui si tratteggia un quadro quanto mai esaustivo di un’Italia fascista inquadrata però non attraverso le romantiche lotte partigiane o le spettacolari adunate nelle piazze, ma tramite la sua più semplice e normale quotidianità delle migliaia di famiglie medio-borghesi che costituivano la così detta massa.

L’impressione che oggi suscita maggiormente questo film risiede proprio in questo; ai nostri occhi può apparire quasi incredibile come “l’uomo qualunque”italiano di 74 anni fa potesse aderire con tanto entusiasmo alla causa mussoliniana e soprattutto con quanto calore aspettasse ed accogliesse la venuta di uno dei più terribili mostri della storia come Adolf Hitler.

Scola inserisce in questo particolare contesto storico la vicenda che riguarda i due protagonisti; la radiocronaca dell’evento echeggia perenne e sonante come sfondo sonoro della storia ma di essa, appunto, rimane solo come sfondo.

I personaggi di Antonietta e Gabriele sono disegnati in modo straordinario e in modo straordinario sono interpretati dai due protagonisti: Antonietta/Loren è la classica moglie poco istruita e affascinata dall’aurea del Duce che sogna come uomo ideale e che al contempo accetta supina una vita da sguattera al servizio di un marito insensibile e rozzo. Gabriele/Mastroianni è l’immagine dell’intellettuale non allineato con la cultura del regime, non politicamente impegnato ma attonito di fronte alla credulità generale verso un regime tanto vessatorio. Quindi il dramma della sua omosessualità che gli procura isolamento, violenze e discriminazione sino alla perdita del lavoro.

Lo stile di Scola è al solito di un’eleganza straordinaria; la sua commedia è meno caciarona e popolana rispetto a quella di altri registi suoi contemporanei, egli racconta a voce bassa, con inconfondibile garbo ma non senza una notevole efficacia narrativa.

La particolarità di questo film risiede nelle caratteristiche dei due protagonisti; è come se il regista avesse invertito i soliti clichè che accompagnavano la coppia per eccellenza del cinema italiano.

Mastroianni sveste infatti i panni del donnaiolo impenitente che spesso vestiva al fianco della Loren per interpretare un personaggio schivo, timido, insicuro e introverso, attanagliato e torturato dall’impossibilità di mostrarsi per come realmente è. La Loren dal canto suo non è la solita chiassosa donna del popolo, che ha sempre interpretato impeccabilmente, ma in questo film Scola vuole per lei un personaggio più umile, indifeso e tremante che si vergogna della propria ignoranza e che affronta malinconicamente un’esistenza triste.

Una giornata particolare è un film di una raffinatezza incredibile e che riesce nella sua misura a raggiungere in determinate sequenze una grandissima sensualità. Mai Sofia Loren e Marcello Mastroianni hanno raggiunto un livello di tale complicità e soprattutto di intima passione e fa quasi sorridere che accada proprio quando Mastroianni interpreta la parte di un omosessuale.

In questo film Scola sottolinea ed evidenzia alcuni aspetti della tipica cultura fascista soprattutto in relazione al ruolo della donna: da una parte si esaltava l’importanza della famiglia e della sua sacralità e dell’altra per il tipico uomo fascista era lecito trattare le proprie mogli come serve mentre ci si concedeva di continuo licenze varie in bordelli o in rapporti clandestini.

Una giornata particolare è un bellissimo film che crediamo valga la pena di essere visto.

La Corazzata Potemkin: il capolavoro di Ejzenstejn che fece epoca

La Corazzata Potemkin è il film del 1925 di Serge Ejzenštejn con Vladimir Barskij, Aleksandr Antonov, Grigorij Aleksandrov, Konstantin Feldman, Beatrice Vitoldi, Julia Eisenstein e Sergei M. Eisenstein.

Anno: 1925

Regia: Serge Ejzenštejn

Cast: Vladimir Barskij, Aleksandr Antonov, Grigorij Aleksandrov, Konstantin Feldman, Beatrice Vitoldi, Julia Eisenstein, Sergei M. Eisenstein

La trama de La corazzata Potemkin: Odessa, 1905. La Russia zarista è scossa da una serie di rivolte e sommosse che incrinano il suo governo totalitario e oppressivo che da secoli riduce il popolo alla fame. Sulle acque del Mar Nero, nei pressi del porto di Odessa, l’incrociatore Potemkin vive giorni di grande tensione in quanto buona parte della truppa è ormai insofferente alle penose condizioni a cui è costretta da cinici ufficiali senza pietà. Maltrattamenti vari e cibo avariato non sono più tollerabili ed il vento della rivoluzione giunge anche tra i marinai sobillati dal compagno Grigorij Vakulincuk (Aleksandr Antonov) che li esorta a reagire.

Quando i ribelli vengono individuati il comandante ordina la loro fucilazione; ecco la scintilla che scatena la rivolta e l’ammutinamento di tutta la truppa la quale getta in mare gli ufficiali di bordo. Durante gli scontri però sarà proprio il leader della rivolta a perdere la vita colpito a bruciapelo. Conquistata la nave, il cadavere di Grigorij Vakulincuk viene portato sul molo del porto e qui esposto come martire della rivoluzione anti-zarista. In poche ore tutta la popolazione di Odessa tributa il suo omaggio alla salma del marinaio e solidarizza con gli ammutinati della Potemkin.

Ma la reazione delle truppe dello zar non si farà attendere e sorpresa la folla inerme sulla grande scalinata che guarda verso il mare compirà una strage di civili. Intanto la squadra ammiraglia zarista circonda l’incrociatore ribelle ma non se la sentirà di infierire sugli eroici compagni pronti a morire.

La corazzata Potemkin

Analisi: Siamo abbastanza sicuri che il colto Paolo Villaggio quando interpreta lo sfortunato rag. Fantozzi nel memorabile “Il secondo tragico Fantozzi” non pensi veramente che il film “La corazzata Potemkin” sia “una cagata pazzesca”, per usare il suo colorito commento. Il capolavoro del maestro Sergej M. Ejzenstejn del 1925 è indubbiamente una delle pietre miliari del cinema mondiale, punto di riferimento per generazioni di registi.

Finanziato dal governo sovietico in quanto straordinario strumento di propaganda rivoluzionaria il film di Ejzenstejn è una sorta di colossal che impressiona per i mezzi utilizzati a partire dall’incredibile numero di comparse. Ma è a livello tecnico che questo film si fa apprezzare ancora oggi da chi vuole analizzarne le scelte puramente registiche; a partire dalle inquadrature mai banali o fini a se stesse ma sempre pronte a cogliere elementi chiave del corso narrativo sino alle varie scelte di luci che conferiscono uno straordinario effetto visivo.

In Ejzenstejn  convergono una serie di influenze stilistiche che vanno dall’espressionismo al futurismo sino al cubismo, una commistione tra cinema e arte visiva che testimoniano la grandezza di questo regista.

La struttura narrativa voluta da Ejzenstein è simile alla composizione di un’opera sinfonica, cinque atti che si susseguono senza perdere il filo del racconto: “uomini e vermi”, “dramma sul ponte”, “il sangue grida vendetta”, “la scalinata di Odessa” e “passaggio attraverso la squadra”.

Come in un’opera, ovviamente, un ruolo fondamentale è ricoperto dalle musiche scritte e composte per il film da Sostakovic il quale riesce ad accompagnare le varie sequenze cogliendone ogni volta il fulcro emotivo alternando quindi note di grande drammaticità ad altre dal ritmo tambureggiante, tensione ed euforia, in uno straordinario susseguirsi di emozioni.

In realtà le musiche di Sostakovic furono adattate al film diversi anni dopo in una delle tante riedizioni che modificarono, in parte, il lavoro iniziale di Ejzenstejn. La primissima versione fu proiettata al teatro Bol’soj di Mosca in occasione del ventennale della rivoluzione del ’05. Per molti anni il film rimase precluso ai paesi occidentali ed ebbe in ogni caso scarso successo di pubblico, quindi nel 1950 si fece una prima riedizione con musiche scritte da Nicolaj Kriukov e in Italia arriverà solo nel 1960 con la voce narrante di Arnoldo Foà.

Oggetto di dibattiti e confronti critici La corazzata Potemkin ha sempre pagato il peso di essere un film di propaganda con il conseguente interrogativo se sia giusto o meno affibbiare al cinema tale compito politico. Indubbiamente questo film rappresenta un momento chiave nella vita e soprattutto nel percorso artistico di Sergej Ejzenstejn il quale qui trova una sorta di punto di incontro tra avanguardia e tradizione, tra formalismo e idealismo.

2001 Odissea nello spazio, il film cult di Stanley Kubrick

2001 Odissea nello spazio, il film cult di Stanley Kubrick

2001 Odissea nello spazio è il film capolavoro del 1968 di Stanley Kubrick, basato su un soggetto di Arthur C. Clarke. Nel cast del film protagonisti Keir Dullea, Douglas Rain (voce di HAL 9000), Gary Lockwood, William Sylvester, Daniel Richter, Leonard Rossiter, Margaret Tyzack, Robert Beatty, Sean Sullivan.

Trama del film 2001 Odissea nello spazio

2001 Odissea nello spazioAfrica. Quattro milioni di anni fa. Un gruppo di scimmie entra inspiegabilmente in contatto con un misterioso monolite nero. L’eccezionalità del rinvenimento segna per sempre il loro cammino evolutivo. Gli ominidi infatti, si scoprono mossi da nuove motivazioni, legate ora alla conquista della facoltà raziocinante. Primo esempio di tale avvento, l’intuizione di poter fare di un osso abbandonato un’arma di difesa/offesa.

Luna, 2001. Quattro milioni di anni dopo, viene ritrovato sulla superficie del satellite, un identico monolite, in grado di generare un potente campo magnetico. Allo scopo di chiarire cosa si nasconda dietro tale scoperta, un’astronave guidata da Hal 9000, intelligenza artificiale in grado di interagire con l’uomo, parte in missione alla volta di Giove, pianeta verso il quale il monolite sembra aver lanciato un segnale.

Il suo equipaggio, costituito da Frank Poole, David Bowman e tre scienziati ibernati, dovrà però far presto i conti con l’inaspettata insubordinazione di Hal. Il computer, dopo aver eliminato Poole ed i tre astronauti ibernati, verrà disattivato da Bowman. Quest’ultimo, risucchiato in seguito in un’altra dimensione spazio-temporale, si ritroverà, invecchiato, in una stanza di inizio settecento. Qui, vedrà per l’ultima volta il monolite nero, prima di rinascere sotto forma di feto cosmico (Starchild).

2001 Odissea nello spazioIl significato di 2001 odissea nello spazio significato

In merito al significato di 2001 Odissea nello spazio, tale film intende suscitare nello spettatore un forte impatto emotivo; lo stesso Kubrick affermò: «Ognuno è libero di speculare a suo gusto sul significato filosofico e allegorico del film. Io ho cercato di rappresentare un’esperienza visiva, che aggiri la comprensione per penetrare con il suo contenuto emotivo direttamente nell’inconscio»

Kubrick rispose così a quanti tentarono, dopo aver assistito alla proiezione di 2001: Odissea nello Spazio, di articolarne una lettura composita e sistematica. Frutto della rielaborazione dei racconti ‘La Sentinella’ (1948), ‘Encounter in the Dawn’ (1950) e ‘Guardian Angel’ (1950), dell’autore britannico Arthur C. Clarke, 2001 Odissea nello Spazio è sicuramente un’opera ambiziosa. Considerato oggi uno dei capolavori della cinematografia, in occasione della ‘prima’ fu boicottato da critici e produttori, i quali abbandonarono anticipatamente la sala in segno di disappunto.

L’episodio, pur amareggiando fortemente il regista, non segnò comunque il fallimento della pellicola. Confermò invece l’imperscrutabile potenza della stessa, a tal punto singolare anche per gli addetti ai lavori, da condizionarne negativamente la visione. Impossibilitati a riconoscervi l’intensa ispirazione e l’ingegnosa intuizione del visionario regista, si limitarono a stigmatizzare le difformità di un film che, pur presentandosi come ‘fantascientifico’, andava ben oltre le convenzioni del genere.

Lontano dall’intento di comporre un quadro narrativo coerente dal punto di vista logico-temporale, Kubrick colloca l’Immagine a fondamento del suo film. Questa, sapientemente vivificata, si fa disegno, intreccio, trama ed infine ponderato e corroborato raccordo tra l’Uomo, il Tempo e lo Spazio. L’Uomo, guidato nel compimento di un viaggio in cui principio e fine convergono, si qualifica come tale in rapporto alla ‘macchina’. Hal 9000, epurato dai classici stilemi, rappresenta un’intelligenza artificiale ‘eletta’, in grado di rapportarsi con l’Uomo ed a lui equiparata nell’accentuata predisposizione alla contraddizione così come nella tendenza, quasi naturale, a ricercare, nel momento del trapasso-disattivazione, il riparo dell’infanzia.

2001 Odissea nello spazioIl ritorno alle origini, all’incontaminato ed all’indeterminato, è per Kubrick testimonianza di un risveglio ed allo stesso tempo, impagabile esperienza di conoscenza. Nella trascendenza di un contatto che ricorda quello con la ‘Legge’ ne ‘Il Processo’ di Kafka, l’Uomo si avvicina all’Assoluto e quindi ad una ‘verità prima’. Kubrick, suggerendo l’idea di dimensioni spazio-temporali valicabili, propone molteplici livelli di consapevolezza e variabili di condotta innumerevoli, valicando temerariamente i confini della logica.

Intensamente suggestivo e passato alla storia anche per la poderosa colonna sonora, tra cui ricordiamo il brano di Richard Strauss tratto da ‘Così parlò Zarathustra’, 2001: Odissea nello Spazio, è in grado di stimolare, come nessun altro film, l’umano desiderio dell’’incommensurabile’.

Le curiosità sul film di Stanley Kubrick, 2001 Odissea nello spazio

Nel 1991 la pellicola è stata giudicata di rilevante significato estetico, culturale e storico, e inserita nella lista di film preservati nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Nel 1998 l’American Film Institute l’ha inserito al ventiduesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi, mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è salito al quindicesimo posto.

Le inquadrature all’inizio del film non sono altro che diapositive ad alta risoluzione proiettate con il sistema rivoluzionario (per l’epoca) del “front projection”, inventato dallo scrittore di fantascienza Murray Leinster. Questa tecnica innovativa, dopo essere stata brevettata il 20 dicembre 1955 da Leinster, venne impiegata per la prima volta proprio in 2001: Odissea nello spazio.

2001 Odissea nello spazio

Alla fine della prima scena del film in cui Guarda-la-Luna lancia un osso in aria, è presente una svista: l’ominide tiene in mano un femore, ma a roteare in aria è invece una tibia. In realtà l’errore non fu di Kubrick ma di un operatore al quale il regista, al termine di una giornata di riprese, aveva chiesto di riprendere un osso lanciato in aria nel cortile dei teatri di posa. Non prevista dal copione, quest’inquadratura farà parte di quel brillante match cut, divenuto uno delle scene più note del film, che collega due epoche estremamente distanti.

Gli ominidi nella parte iniziale del film sono dei mimi e dei ballerini, accompagnati da vere scimmie nel ruolo dei cuccioli. La specie in questione doveva essere glabra e priva di indumenti, impensabile per la moralità dell’epoca, così si è optato per una anteriore totalmente irsuta. Gli animali cacciati sono dei tapiri, specie sudamericana assente nel Pleistocene, scelti in alternativa ai selvaggi e aggressivi facoceri riportati nel romanzo.

Kubrick decise di utilizzare una proiezione frontale per produrre fondali nelle scene dei paesaggi africani degli ominidi, in quanto le tecniche tradizionali non producevano l’aspetto realistico che Kubrick desiderava. La tecnica consisteva nell’utilizzare un proiettore per impostare precisamente lo scenario ad angolo retto alla telecamera, e in uno specchio semi-riflettente posto ad un angolo di fronte alla telecamera che rifletteva l’immagine proiettata in avanti, direttamente con l’obiettivo della telecamera, su un fondale appositamente progettato.

Così lo schermo era in grado di riflettere in modo più efficiente la luce della immagine proiettata rispetto al soggetto realizzato in primo piano. La tecnica è stata utilizzata ampiamente nel settore cinematografico, nonostante nel 1990 venga in gran parte sostituita dal green screen. Per gli scatti all’interno della navicella, Kubrick usava un 30-short-ton (27 t) rotante costruito dalla Vickers-Armstrong Engineering Group ad un costo di 750 mila dollari. Il diametro del set era di 12 metri circa ed era largo 3 metri.

Bernardo Bertolucci: il cinema dell’ultimo maestro

Bernardo Bertolucci: il cinema dell’ultimo maestro

Nessuno se lo sarebbe mai aspettato, neanche lui. Eppure eccolo pronto a pubblicare la sua nuova opera Io e Te, tratto dal libro di Niccolò Ammaniti. Bernarndo Bertolucci in un’intervista dichiara che la parte più interessante dell’intera storia è l’essersi deciso a fare un film, l’aver ritrovato la giusta e buona ispirazione per scendere in campo.

Bernardo Bertolucci: il cinema dell’ultimo maestro

Io e Te, rappresenta un bell’epilogo (per ora) della sua carriera, e il cineasta è sceso sul set riproponendo tutte quelle caratteristiche che lo hanno reso celebre, criticato e soprattutto amato dal suo pubblico.

L’analisi di questa nuova pellicola nasce dalle analogie con le sue opere antecedenti, alcune delle quali presentano molti punti di contatto. L’analisi della struttura di Io e Te traccia un netto richiamo a L’Assedio, film girato in un unico ambiente da cui ne deriva il riferimento sartriano con Huis Clos.

Ma se in L’Assedio Bertolucci mette in luce la difficoltà di inserimento nella società italiana degli immigrati alla ricerca di un futuro migliore, in Io Ballo da Sola, egli esalta la condizione degli espatriati, che a differenza dei primi, si chiudono in realtà altamente alienate e surreali, ma sempre ai confini con la realtà circostante.

La sua poetica è invasa da un senso di eleganza e alienazione, in cui la ricostruzione del presente avviene grazie al passato, e la bellezza della realtà acquista maggior potere nell’attimo in cui si recide il cordone ombelicale. Il passato rimane passato, il presente nasce e si sviluppa e effonde quel sentimento che da valore a ciò che abbiamo vissuto: la malinconia. Shandurai in L’Assedio sembra quasi una venere ambrata in un palazzo rinascimentale nel cuore di Roma. I suoi lineamenti forti si scontrano con la morbidezza e perfezione delle statue greche in mostra sulle mensole della casa aristocratica, ed è nel silenzio sacro avvolto da note classiche che la donna trova la sua dimensione. Shandurai riesce ad articolare i suoi giorni, portare avanti i suoi studi e rispettare i suoi obblighi lavorativi grazie alla forza datale dai ricordi.

Eppure nelle storie di Bernardo Bertolucci non esiste mai una congiunzione, nell’attimo in cui lo spettatore crede che le due estremità del cerchio si uniscano: il passato trova la sua conseguenza cronologica nel presente, tutto improvvisamente si spezza, si ferma. La crescita dei suoi personaggi si evolve verso direzioni nuove, Chandler, come Penelope, trascorre le sue giornate romane ad attendere il suo uomo, e con meticolosità e gelosia custodisce il suo sentimento per lui.

Ma è l’inatteso a rendere Bernardo Bertolucci attraente e interessante. Le sue verità hanno sempre la parvenza dell’assolutezza ma basta un poco per farle traballare e a confutarle. È questo che tradisce Isabelle, in The Dreamers, quando si volta a cercare Matthew con lo sguardo, ma segue senza esitazione Theo.

Eppure, i tratti più veri dei suoi personaggi sono manifesti negli attimi di perdizione. Bernardo Bertolucci descrive con infinita accuratezza l’intimità delle figure femminili, soprattutto divertendosi ad esplicitarne la loro natura più celata negli istanti di totale abbandono e libertà, tutto questo tramite l’impiego della musica. Spesso, nei suoi film, i suoi personaggi danzano, si sfogano in un ballo liberatorio che demonizza ogni paura ed esplicita ogni desiderio.

La danza di Lucy di Io Ballo da Sola ha il sapore di una passione ancora mai gustata, ma vissuta e immaginata mentalmente in ogni suo dettaglio, diversi invece i movimenti di Shandurai che trasmettono un senso di inettitudine per la realtà che la circonda.

Poco da dire invece per il tango che ha tenuto stretti Marlon Brando e Maria Schneider, alimentando maggiormente un fuoco ancora tutto da esprimere. I momenti di musica sono onnipresenti nelle sue opere, e sarà lui stesso ad affermare, in una sua intervista, che : “I momenti di musica permettono di dire molto di più di quello che si dice nella prosa. I momenti di musica sono degli spazi poetici in cui ci si può attardare.”

Nei suoi racconti il regista riesce a cogliere in pieno l’intimità della donna, la cui delicatezza è sempre affiancata da quella forza primordiale che la rende sì elegante, ma anche perversamente attraente. È questo forse il concetto primo di Ultimo Tango a Parigi, in cui Bertolucci stesso affermò che la passione e l’energia creata sul set andarono oltre qualsiasi suo progetto, dando vita a verità che scossero la società dell’epoca. Egli dichiara in un’intervista “Sta succedendo qualcosa con questo film che materializza la mia idea di cinema. Il film scappa alle mani del regista, ha una sua vita autonoma e parte per una direzione che nessuno può più controllare”.

Questa fu la pellicola con cui il suo nome è stato immortalato nella storia del cinema. Se in maniera semplicistica il film è stato ritenuto oltraggioso ai valori morali e ai costumi dell’epoca, in realtà l’intera storia ha sguinzagliato una serie di ideali che si pongono alla base della rivoluzione culturale e morale degli anni ‘70. Non volle semplicemente comunicare la voglia di esprimersi, Bertolucci tramite una combinazione accurata di primi piani, carrellate lente e introspettive nei personaggi, dialoghi spezzati ma concettualmente completi, si fa portavoce di un nuovo pensiero che da 40 anni a questa parte domina le coscienze di noi tutti. La stessa Pauline Kael vide in questa storia la via di uscita di una società troppo chiusa nei propri spazi e confini e scrivendo di questo film, disse: “Questo che è il più potente film erotico mai fatto può rivelarsi il film più liberatorio mai fatto.”

Nuove foto per Daniel Radcliffe sul set di Kill Your Darlings!

0

Ecco nuove foto dal set di Kill Your Darlings a New York City.

L’attore aspetta di ricevere feedback dal regista.

Spettacolare nuovo Trailer per G.I. Joe: la Vendetta!

0
Spettacolare nuovo Trailer per G.I. Joe: la Vendetta!

Arriva il nuovo spettacolare trailer di  G.I. Joe – La Vendetta diretto da John Chu. Il video è introdotto da uno dei protagonisti, Dwayne Johnson. Nel nuovo filmato viene mostrata una Londra in frantumi. In questo capitolo inoltre entra in scena Joe con il volto di Bruce Willis.

Inoltre ecco i primi Character poster italiani del film:

Amber Heard racconta il suo personaggio in The Rum Diary!

0
Amber Heard racconta il suo personaggio in The Rum Diary!

Ecco l’intervista a Amber Heard in cui ci racconta del suo personaggio in The Rum Diary. Tratto dal primo romanzo di Hunter S. Thompson, The Rum Diary racconta la storia del giornalista free lance Paul Kemp (Johnny Depp).

Stanco della confusione e della follia di New York e delle pesanti convenzioni sociali dell’America negli ultimi anni di Eisenhower, Kemp si trasferisce a Puerto Rico per scrivere su un quotidiano locale, The San Juan Star, diretto da Lotterman (Richard Jenkins). Adeguatosi volentieri all’abitudine dell’isola di bere continuamente rum, Paul è ossessionato da Chenault (Amber Heard), la bellissima americana del Connecticut fidanzata con Sanderson (Aaron Eckhart). Sanderson, un uomo d’affari implicato in loschi investimenti immobiliari, è uno dei sempre più numerosi imprenditori americani decisi a trasformare l’incontaminata Puerto Rico in un paradiso capitalistico a disposizione dei ricchi. Quando Sanderson lo assume per scrivere a favore del suo progetto, Kemp ha di fronte a sé una scelta: usare le sue parole per sostenere il corrotto uomo d’affari o usarle per attaccare il suo progetto.

Quella casa nel bosco: recensione del film di Drew Goddard

Quella casa nel bosco: recensione del film di Drew Goddard

Arriva anche in Italia Quella Casa nel Bosco (The Cabin in the wood), opera prima di Drew Goddard (già produttore e sceneggiatore di Cloverfield, Alias e Lost), scritta assieme a Joss Whedon, regista dell’imminente The Avengers.

La pellicola è reboante e ribalta completamente il genere, rendendolo cruento, allucinogeno e terrificantemente divertente. Quella casa nel bosco comincia come tantissimi horror: un gruppo di giovani sfrenati composto da cinque compagni di college va in gita in campagna, in un’isolatissima casetta, per un week-end di dissolutezze, ma subisce l’attacco di orripilanti essere sovrannaturali e trascorre una notte di infinito terrore tinto da fiumi di sangue. I ragazzi cominciano a comportarsi come tutti gli eroi dei tipici film horror, mentre un gruppo di tecnici rinchiusi in una sala operativa scruta, e spesso controlla, ogni mossa dei ragazzi. La storia dietro il loro coinvolgimento è solo l’ombra di un’inquietante e sorprendente verità.

Fin dalle prime battute Quella casa del bosco rappresenta un film che ha nelle sue peculiarità intrinseche la capacità di dispiegare con assoluta efficacia i tipici cliché del genere che hanno fatto la storia dell’Horror. Tuttavia, quello che colpisce della pellicola, e che gli conferisce autorevolezza, è la capacità incredibile di demolire passo dopo passo le convenzioni del genere stesso con vertiginosa e spietata follia. Questo avviene grazie alla capacità degli autori di saper giocare con una certa maestria con le regole del gioco, sovvertendole a più riprese e rendendo la narrazione davvero sorprendente e coinvolgente. Questo permette al film non solo di intrattenere lo spettatore con entusiasmanti colpi di scena e macabre deliranze ma crea anche uno spunto riflessivo e intelligente su tutto il genere horror che negli ultimi dieci anni ha assunto delle pieghe poco piacevoli, trame prevedibili, assoluta incapacità di sorprendere e la becera esasperazione della violenza. Quella casa del bosco, con la sua fresca passionalità per il genere, dispiega sobriamente tutti gli stilemi tipici senza eccessivi sproloqui che sarebbero fuori luogo e alleggerendolo da quelle figure “idiote” che spesso popolano negli ultimi anni questa tipologia di storia.

Sorprende anche in questo contesto la capacità di Goddard e Whedon di offrire al pubblico più fedele e appassionato gloriosi momenti di grande meta-cinema, con continue citazioni di personaggi e avvenimenti che hanno segnato la storia di tutto il genere, instaurando con lo spettatore un vero proprio gioco volto a cogliere quella o l’altra citazione, riuscendo a rimanere sempre fedele alle proprie intenzioni.

Quella casa nel bosco offrirà gloriosi momenti di meta-cinema insieme a omaggio al genere horror.

La forza del film è proprio quella di saper strizzare l’occhio al genere ma al contempo allontanandosi ed offrendo un nuovo ritorno al rituale del cinema horror, quello che non deprezza la suspence, i colpi di scena e il sano humor, a discapito di strumenti di tortura, dialoghi inutili e  giovani protagonisti omologati.

Hunger Games: recensione del film con Jennifer Lawrence

0
Hunger Games: recensione del film con Jennifer Lawrence

Che i 74esimi Hunger Games abbiano inizio! Arriva anche in Italia il fenomeno di incassi Hunger Games, basato sul primo romanzo della saga scritta da Suzanne Collins e portata al cinema da Gary Ross.

Ogni anno a Panem, Capitol City indice gli Hunger Games, un reality all’ultimo sangue in cui 24 giovani tra i 12 e i 18 anni si sfidano in un’arena fino a che non ne rimane solo uno. I 24 giovani vengono estratti a sorte dai 12 Distretti sudditi di Capitol City, un ragazzo e una ragazza per ogni Distretto. Il giorno della mietitura, ovvero quando avviene questo spietato sorteggio, Katniss si troverà costretta ad offrirsi volontaria per salvare la sorellina Primrose, estratta a sorte trai nomi del Distretto numero 12. Sorteggiato con lei, per il Distretto 12, è Peeta, un ragazzo silenzioso che nasconde un grande segreto che potrebbe salvare la vita di Katniss. Il film porta con sé una grande aspettativa da parte dei moltissimi fan, anche italiani, che hanno amato il libro, e come adattamento questo film diretto da Ross è decisamente fedele. Sceneggiatura e casting si adattano perfettamente ad un romanzo che sarebbe stato sacrilego tradire.

Ad interpretare Katniss è stata scelta Jennifer Lawrence, bella e grintosa, che riesce a contenere nella sua espressione dolce una moltitudine di caratteristiche che si confanno alla perfezione al ruolo assegnatole: la giovane Katniss è una cacciatrice, agile e spietata con le sue prede, ma sicuramente più insicura quando si tratta di uccidere esseri umani; porta con lei il tenero pensiero per la giovanissima sorella, la sola che riesca a far breccia nel suo cuore indurito dalla sofferenza. Peeta invece è interpretato da Josh Hutcherson, che forse fisicamente non incarna perfettamente il personaggio del romanzo, ma riesce con un’ottima prova d’attore ad essere il miglior Peeta possibile. Hunger Games racconta molto della critica sociale presente nel romanzo: la società del reality e dell’apparenza vengono entrambe messe alla berlina, poiché a Capitol City rappresentano una esagerazione della realtà, compreso il regime bonariamente dittatoriale del Presidente Snow, più un tiranno che un vero e proprio capo di governo.

È importante tener presente questi aspetti di critica sociale spiattellati con violenta chiarezza sia nel film che nel romanzo, altrimenti si rischierebbe di fare di questo evento mediatico, solo un film acchiappa-soldi, quando invece può benissimo rappresentare, come pochi film possono fare, una riflessione ragionata e concreta su un società che sta sfuggendo di mano a se stessa. Unico difetto del film è forse una regia troppo confusa, specialmente nella scene di battaglia che disorientano lo spettatore, ma a parte questo il film si fregia di una colonna sonora d’eccezione composta da James Newton Howard e di un cast eccellente che accanto agli straordinari protagonisti, vede Stanley Tucci, Woody Harrelson, Elizabeth Banks, Lenny Cravitz e Donald Sutherland. Che i 74esimi Hunger Game abbiano inizio, e possa la fortuna essere sempre dalla vostra parte!

Maternity Blues: recensione del film con Andrea Osvart

0
Maternity Blues: recensione del film con Andrea Osvart

A quanto pare, il cinema italiano non si limita a sfornare commedie demenziali e opere di chiaro stampo cabarettistico-televisivo, ma riesce a ritagliarsi qua e là degli spazi più complessi, spazi di riflessione che diano vita a pellicole di qualità. È il caso del lungometraggio firmato da Fabrizio Cattani (nel 2006 autore de Il Rabdomante), Maternity Blues.

In Maternity Blues Quattro donne, quattro madri diverse eppure unite da un dramma comune: l’infanticidio. Clara, Eloisa, Caterina detta “Rina” e Vincenza trascorrono le ore in un ospedale psichiatrico giudiziario, zona-limbo in cui il tempo sembra sospeso, un rifugio e al tempo stesso una prigione in cui espiare la propria colpa. L’ultima arrivata è Clara (una straordinaria Andrea Osvart), fresca di carcere e ancora sotto shock, incapace di accettare il perdono del marito Luigi (Daniele Pecci), che nel frattempo ha cambiato vita trasferendosi in Toscana. Eloisa (Monica Birladeanu), cinica e apparentemente indifferente alla propria situazione, mostrerà nel corso della storia una fragilità che la avvicina alle altre. Rina (la giovane Chiara Martegiani), ex ragazza-madre che ha affogato la figlia in una vasca da bagno, lotta contro sporadiche crisi epilettiche e sogna un futuro “normale”. Vincenza (Marina Pennafina), tiene un diario in cui scrive quotidianamente ai 2 figli rimasti in vita, sorretta da una fede religiosa che tuttavia non la porterà al perdono. Tra loro nascerà un’amicizia che è accettazione ma anche condanna dell’altra e di sé, un tentativo di sopravvivere insieme al senso di vuoto generato dal più incomprensibile dei gesti.

Cattani affronta un tema scomodo e per questo suscettibile di letture frettolose, spesso superficiali, cercando di fotografare quello che oggi è un disturbo sempre più diffuso: la depressione post partum. Partendo dal testo teatrale di Grazia Verasani “From Medea”, da cui la sceneggiatura a 4 mani del film, l’autore rappresenta senza condanna un malessere di cui si sa ancora troppo poco, ma che colpisce fino al 30% delle donne. Certo, nei confronti delle madri-assassine non c’è nemmeno alcuna forma di assoluzione/giustificazione, bensì la volontà di andare oltre facili pregiudizi, nel tentativo di comprendere una realtà il più delle volte filtrata dai mass media.

In Maternity Blues le riprese dall’alto delle sedute di gruppo restituiscono visivamente il senso di claustrofobia e di vertigine che attanaglia le protagoniste, trasferendolo abilmente sullo spettatore. Ottime le musiche, firmate da Paolo Vivaldi, e le scenografie di Daniele Frabetti riescono a descrivere la solitudine delle esistenze che si consumano tra le pareti dell’ospedale. Con un budget di 400mila euro, Maternity Blues uscirà nelle sale in 15 copie dal prossimo venerdì.

Uscite al cinema 24, 25 e 27 aprile 2012

Uscite al cinema 24, 25 e 27 aprile 2012

Martedì 24 aprile: The Rum Diary – Cronache di una passione: Paul Kemp è un giornalista freelance che si trova ad un punto di svolta della sua vita mentre sta scrivendo per un giornale in abbandono nei Caraibi. Paul viene sfidato su più livelli mentre cerca di trovare un posto più sicuro per se, in mezzo ad un gruppo di anime perse tutte decise all’autodistruzione.

Mercoledì 25 aprile: Il castello nel cielo: Per sfuggire ai pirati dell’aria la giovane Sheeta cade da un aereo, ma si salva levitando nell’aria e atterrando dolcemente tra le braccia di Pazu, un giovane minatore che decide di prendersi cura di lei. Mentre si susseguono i tentativi di catturare Sheeta e la misteriosa pietra che la ragazza porta al collo, cresce la consapevolezza che Sheeta nasconda dei segreti che vanno ben oltre quel che l’apparenza sembri indicare, legati a una misteriosa città nel cielo, Laputa, di cui si favoleggia l’esistenza.

The Avengers: I supereroi più famosi si riuniscono in una squadra di personaggi leggendari come Iron Man, l’incredibile Hulk, Thor, Captain America, Occhio di Falco e Vedova Nera. Quando la comparsa di un nemico inatteso minaccia la tranquillità e la sicurezza del mondo, Nick Fury, direttore dell’agenzia internazionale per il mantenimento della pace conosciuta come S.H.I.E.L.D., si trova ad aver bisogno di una squadra che salvi il pianeta dall’orlo del disastro. Inizia così, da un capo all’altro della terra, un audace lavoro di reclutamento.

Ho cercato il tuo nome: Un Marine americano, Logan Thibault, trova la fotografia di una giovane donna mentre si trova in servizio in Iraq e ritiene che la foto gli porti una marea di buona fortuna. Dopo la fine del servizio ritorna in America e parte per un viaggio per rintracciare la donna nella sua fotografia. Lei è Elisabetta, una giovane madre che ora è divorziata.

Giovedì 26 aprile: Interno giorno: Una serata per celebrare il nuovo film della diva Maria Torricello, più esattamente una cena a casa dell’attrice stessa, in un ambiente elegante e sobrio. La donna, passata attraverso grandi successi e particolari e dolorose vicende personali, si ritrova a cercare il senso della propria esistenza ed affermazione. Nell’arco della serata si intrecciano la sua vita personale e la sua professionalità; le due realtà si sovrappongono senza mai uscire dal perimetro di quelle mura che sembrano contenere ogni evento espressivo.

Venerdì 27 aprile: Hunger: Ambientato nel 1981 nella prigione di Long Kesh, il film racconta il martirio di Bobby Sands, il soldato che tutt’ora viene commemorato in tutto il mondo per la sua drammatica decisione contro le scelte del governo inglese della Lady di Ferro Margareth Thatcher. Un film duro, violento, che racconta la storia di un uomo e delle sue idee, ma soprattutto sulla determinazione di portarle avanti.

Maternity Blues – Il bene dal male: Quattro donne diverse tra loro, ma legate da una colpa comune: l’infanticidio. All’interno di un ospedale psichiatrico giudiziario, trascorrono il loro tempo espiando una condanna che è soprattutto interiore: il senso di colpa per un gesto che ha vanificato le loro esistenze. Dalla convivenza forzata, che a sua volta genera la sofferenza di leggere la propria colpa in quella dell’altra, germogliano amicizie, spezzate confessioni, un conforto mai pienamente consolatorio ma che fa apparire queste donne come colpevoli innocenti.Clara, combattuta nell’accettare il perdono del marito, che si è ricostruito una vita in Toscana, sconta gli effetti di un’esistenza basata su un’apparente normalità.

La casa nel vento dei morti: Siamo verso la fine degli anni ’40. Quattro disperati, dopo aver compiuto una rapina in un ufficio postale, fuggono con il malloppo verso le montagne in cerca di rifugio.

Lunedì 30 aprile: LennoNYC: A quarant’anni dalla prematura morte di John Lennon, alla serie degli American Masters si aggiunge LennoNYC, film biografico che racconta la sua permanenza a New York in compagnia della moglie Yoko Ono e del figlio Sean. Quel periodo – erano gli anni Settanta – fu forse uno dei più significativi per Lennon, che si trovava in una delicata fase di transizione. Il trasferimento nella grande mela arrivava infatti subito dopo la rottura con i Beatles, grazie ai quali aveva raggiunto la celebrità, e in concomitanza con la stagione buia della città, stretta tra la crescita della malavita e il perdurare della crisi economica.

Ribelle – The Brave: il nuovo trailer

0
Ribelle – The Brave: il nuovo trailer

Ecco il terzo trailer di Ribelle – The Brave, ultimo lungometraggio Disney che vede protagonista la grintosa e ribelle (appunto) principessa Merida che rifiutando il suo ruolo di donna,

Il Cavaliere Oscuro – il Ritorno: la durata del film

0
Il Cavaliere Oscuro – il Ritorno: la durata del film

Non c’è che dire, film attesi quanto il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno fanno notizia per molto poco. Infatti si crea scompiglio e agitazione anche intorno alla durata del film.

Mel Gibson nel cast di Machete Kills!

0

Deadline annuncia che l’attore Mel Gibson è ufficialmente in trattative quasi concluse per entrare nel cast di Machete kills, sequel del  film d’azione di Robert Rodriguez.

Jessica Chastain in Iron Man 3?

0
Jessica Chastain in Iron Man 3?

Dopo gli annunci di Ben Kingsley e Guy Pearce il cast del terzo capitolo di Iron Man si arricchisce di una new entry di rilievo. Infatti Deadline annuncia che il ruolo femminile nel film sarà ricoperto con ogni probabilità da Jessica Chastain, che è in trattative con la produzione del film. La sua parte è quella di una sexy scienziata antagonista di Tony Stark. In lizza c’erano anche Diane Kruger, Isla Fischer e Gemma Arterton ma sembra che a spuntarla sia proprio la Chastain. Non ci resta che aspettare ulteriori sviluppi e un annuncio ufficiale.

Vi ricordiamo che le riprese del film inizieranno a Maggio e che nel cast ritorneranno Robert Downey Jr., Don Cheadle, Gwyneth Paltrow e probabilmente Scarlett Johansson. L’uscita è prevista per il 3 Maggio 2013.

Box Office ITA del 23 aprile 2012

To Rome with Love apre in testa al box office italiano, con Battleship e Titanic 3D alle spalle. Weekend decisamente deludente per le altre novità…

Il fine settimana si conclude all’insegna di Woody Allen. Ad eccezione del nuovo film del regista americano, infatti, gli altri film in programmazione non ottengono un incasso esaltante.

Dopo l’Oscar per la sceneggiatura di Midnight in Paris, Woody Allen dedica un film alla nostra capitale, ottenendo un risultato migliore al botteghino nostrano rispetto alla pellicola precedente, che aveva già registrato il miglior esordio di sempre in Italia per un film di Woody Allen con 2,2 milioni. To Rome in Love apre infatti con 2,8 milioni di euro, e c’era chi scommetteva che avrebbe superato persino i 3 milioni. L’esordio è incoraggiante, considerando le quasi 600 sale a disposizione, ma questa volta il passaparola non andrebbe molto a beneficio del film, come invece era accaduto con Midnight in Paris.

Battleship scende al secondo posto con 802.000 euro, per 3,5 milioni complessivi, mentre un calo più netto colpisce Titanic 3D, terzo con altri 611.000 euro. La riconversione in 3D del kolossal di James Cameron arriva così a 7,4 milioni totali.

Street Dance 2 debutta al quarto posto con 540.000 euro raccolti nei tre giorni. Segue Biancaneve di Tarsem, giunto a 4,7 milioni con altri 416.000 euro.

Quasi amici scende in sesta posizione: con altri 345.000 euro il campione d’incassi francese arriva così a ben 13,6 milioni.
Settimo posto per Diaz, giunto a 1,2 milioni con altri 300.000 euro.

Una spia non basta esordisce in ottava posizione con soli 219.000 euro in oltre 160 sale a disposizione.
Chiudono la top10 Pirati! Briganti da strapazzo (188.000 euro) e Bel Ami (181.000 euro), giunti rispettivamente a 2,2 milioni e 1 milione totale.

Da segnalare infine il dodicesimo posto de Il primo uomo. L’acclamato film di Gianni Amelio ispirato al capolavoro incompiuto di Albert Camus debutta in 76 copie con 135.000 euro.

Box Office USA del 23 Aprile 2012

Un sussulto nella classifica del Box Office degli Stati Uniti di questa settimana: balza in prima posizione con un incasso di 33 milioni di dollari Think like a man, una commedia tratta e ispirata al libro del controverso comico e scrittore americano Steve Harvey,

Vittorio Veneto Film Festival: Miglior Film a Krokodyle!

0
Vittorio Veneto Film Festival: Miglior Film a Krokodyle!

Cala il sipario sul Vittorio Veneto Film Festival sabato 21 aprile col Gran Galà di premiazione a cui hanno partecipato le autorità istituzionali, gli ospiti che hanno preso parte alle tre giornate della manifestazione,

Nuovo lavoro per Glenn Ficarra e John Requa

0

Dopo il successo di Crazy, Stupid, Love, la Warner Bros ha affidato all’accoppiata Ficarra – Requa un nuovo progetto: Focus, in cui due truffatori, uno più esperto e navigato, l’altra nuova del ‘mestiere’ si innamoreranno dando il via ad una relazione a base di bugie, sotterfugi e quant’altro, con le prevedibili conseguenze.

Il progetto, alle sue fasi iniziali, è ancora privo di un cast, anche se i due registi vorrebbero tornare a lavorare con l’accoppiata Ryan Gosling – Emma Stone, già sperimentata nel precedente film.

Fonte: Empire

 

Nuovi progetti per Toni Collette

0

L’attrice australiana sta vedendo moltiplicarsi i propri impegni: di qualche giorno fa la notizia della sua partecipazione a The Way, Way Back, debutto alla regia degli sceneggiatori Nat Faxon e Jim Rash; l’attrice avrebbe ora avviato i negoziati per entrare nel cast di altri due lavori: The Long Way Down e Miss You Already. In quest’ultimo, la Collette affiancherà Jennifer Aniston: l’amicizia di lunga data tra le due viene messa in crisi quando il personaggio della Aniston scopre di avere un cancro al seno, nello stesso periodo in cui quello della Collette sta per mettere al mondo il suo primo figlio.

Il film sarà diretto da Paul Andrew Williams, l’inizio delle riprese è previsto per il prossimo autunno, a Londra. La capitale inglese ospiterà anche il set di Long Way Down, diretto a Pascal Chaumeil, tratto dal libro di Nick Hornby (uscito in Italia come Non buttiamoci giù), in cui un gruppo di aspiranti suicidi si ritrova per caso sul tetto di un palazzo dal quale tutti intendono saltare e che finiranno per aiutarsi a vicenda a risolvere i propri problemi. La Collette avrà il ruolo della madre single di un disabile; del cast potrebbe far parte anche Pierce Brosnan, nella parte di un famoso conduttore di talk show finito in un caso giudiziario. La Collette è attualmente sul set del Making of di Psycho a fianco di Anthony Hopkisn ed Helen Mirren.

Fonte: Empire

A Brad Peyton l’adattamento dell’antieroe Lobo

0
A Brad Peyton l’adattamento dell’antieroe Lobo

La notizia è di quelle che faranno sobbalzare sulla sedia tutti gli appassionati: il più violento, maleducato, irrispettoso e sacrilego ‘eroe’ degli ultimi vent’anni potrebbe finalmente prendere la via del grande schermo. La cura di un film su Lobo, che fa parte della scuderia della DC (la stessa casa editrice di Superman, Batman, Lanterna Verde e Wonder Woman) dovrebbe essere affidata a Brad Peyton, reduce dal discreto successo di Viaggio nell’isola misteriorsa e con Invisible Monsters in uscita nel 2013.

Creato nel 1983, Lobo ha vissuto i suoi maggiori successi editoriali negli anni ’90, grazie alle ‘avventure’ scritte da Keith Giffen: il personaggio, ultimo sopravvissuto del suo pianeta, dopo che lui stesso ne ha sterminato l’intera popolazione, sbarca il lunario facendo il cacciatore di taglie e sterminando chiunque lo intralci nel suo ‘lavoro’. Le storie di Lobo si fanno ricordare come tra le più violente e politicamente scorrette mai pubblicate dalla DC: basti ricordare la battaglia senza esclusione di colpi tra Lobo e Babbo Natale, o il suo viaggio nell’aldilà, addirittura alla ricerca del Padreterno… Il tutto condito con abbondanti dosi di ironia, che unite all’esagerazione di alcune situazioni (che ancora oggi, a quasi vent’anni di distanza, appaiono eccessive) non potevano che far sbellicare dalle risate. Il personaggio in seguito ha perso il proprio appeal (complice l’abbandono di Giffen i cui successori non hanno raggiunto gli stessi risultati). L’adattamento per il grande schermo è stato più volte sussurrato, suggerito, annunciato: il problema di fondo è che per una traduzione dignitosa del personaggio non può prescindere dal ricorso a dosi di violenza che difficilmente potrebbero dare luogo ad un film ‘per tutti’…

Fonte: Empire

Rome Indipendent Film Festival: ecco i premiati

0
Rome Indipendent Film Festival: ecco i premiati

Si è conclusa con un grande successo di pubblico (circa 10.000 spettatori) l’XI edizione del Rome Independent Film Festival; dal 13 al 19 Aprile sono state proposte, nelle due location del Nuovo Cinema Aquila

Paul Feig per Wish List?

0

Paul Feig (Le amiche della sposa) è il candidato più caldo per la regia di Wish List, commedia fantastica targata Disney Pictures che racconterà

Jaden Smith bambino killer senza sentimenti?

0
Jaden Smith bambino killer senza sentimenti?

Sony Pictures ha trovato in Jaden Smith il protagonista per l’adattamento cinematografico del libro Boy Nobody di Allen Zadoff; il romanzo deve ancora uscire, e sarà il primo di una trilogia. Il personaggio nei cui panni probabilmente – le trattative non sono ancora ufficialmente conslue – si calerà il figlio di Will Smith è un bambino killer a cui è stato fatto il lavaggio del cervello; nel corso della storia, il piccolo, di nome Jason Bourne, allenato per non provare sentimenti, comincia a sentire nuovamente delle emozioni.

Il 13enne protagonista di The Karate Kid – La leggenda continua si prepara quindi ad aggiungere un altro tassello alla sua filmografia; attualmente, Jaden sta girando al fianco di papà Will After Earth, sci-fi diretto da M. Night Shyamalan.

Fonte: Variety

Robert De Niro parla dei sequel di Toro scatenato e Prima di mezzanotte

0

Intervistato al Tribeca Film Festival, Robert De Niro ha parlato dei sequel di Toro scatenato e Prima di mezzanotte. Sul secondo Raging Bull

The Lone Ranger: foto del villaggio costruito per Johnny Depp e soci!

0

Sono state diffuse nuove foto del set di The Lone Ranger che, con un “volo panoramico”, presentano il villaggio edificato per Gore Verbinsky nel deserto del New Mexico. Niente primi piani del Ranger e di Tonto, quindi, ma un interessante sguardo su un mondo abilmente ricostruito. Curioso il mix tra scenografie western, attrezzature e imponenti camion. The Lone Ranger, con Arnie Hammer, Johnny Depp, Helena Bonham Carter, Tom Wilkinson, William Fichtner e Barry Pepper, uscirà negli USA il 31 maggio 2013. Ecco le foto!

In The Lone RangerJohnny Depp interpreta il guerriero indiano Tonto, fedele amico del protagonista il cui ruolo è stato affidato ad Armie Hammer. Depp e Hammer saranno affiancati da un cast di stelle internazionali tra cui Tom Wilkinson, nominato due volte dall’Academy Award per “Michael Clayton” e per “In the Bedroom”, vincitore di un Emmy e di un Golden Globe; William Fichtner, il vincitore di un Emmy, Barry Pepper; James Badge Dale; Ruth Wilson, star televisiva in “Jane Eyre” e “Luther”; Helena Bonham Carter, due nomination all’Oscar e sei nomination ai Golden Globe (“Il discorso del re” “Alice in Wonderland”). L’uscita del film è prevista per il 31 maggio 2013.

The Lone Ranger è un emozionante film d’avventura intriso di azione e humor, in cui il famoso eroe mascherato torna a rivivere attraverso nuovi occhi. Il guerriero indiano Tonto (Johnny Depp) racconta la storia di John Reid (Armie Hammer), uomo di legge che divenne leggenda, trascinando il pubblico in un’avventura fatta di imprese epiche e rocambolesche, vissute dai due eroi impegnati nella lotta all’avidità e alla corruzione.

The Lone Ranger è scritto da Ted Elliott e Terry Rossio (“Pirati dei Caraibi”), Eric Aronson e Justin Haythe. Mike Stenson, Chad Oman, Ted Elliott, Terry Rossio, Eric Ellenbogen ed Eric McLeod sono i produttori esecutivi della pellicola.

Fonte: Daily Mail

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità