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Lo Hobbit: oggi al via le riprese!

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Lo Hobbit: oggi al via le riprese!

Le riprese dell’adattamento più a lungo atteso tratto dal libro di JRR Tolkien The Hobbit prenderà il via Lunedi a Wellington, Nuova Zelanda. L’assistente del regista Peter Jackson, Matt Dravitski ha rilasciato un eloquente commento “non vede l’ora di andare”.

L’inizio delle riprese dei due film da 500 milioni dollari – prequel de Il Signore degli Anelli – si avviano ad iniziare dopo alcune battute d’arresto che hanno incluso le controversie sui diritti di distribuzione per il film, le difficoltà finanziarie di studios  come MGM e New Line, l’abbandono di Guillermo Del Toro come regista; lo sciopero causata da NZ Actros Equity, che ha minacciato di spostare il film dalla Nuova Zelanda, e non ultimo il ricovero di Jackson a febbraio per un’ulcera allo stomaco perforato. Finalmente sembra che non ci siano più intoppi e che le riprese sono iniziate!

Martin Freeman, che interpreta Bilbo Baggins, ha scherzato sulla “maledizione di The Hobbit” commentando così: “Ci sono alcune punte di sfortuna ad esso associati [ma] siamo pronti per andare” Intanto i 13 nani, Baggins e Gandalf il mago (Ian McKellen) sono stati a Wellington negli ultimi due mesi a prepararsi per il film. Ricordiamo che il film sarà diviso in due parti, e girato in 3D. Il cast dei nani è composto da:i Nani, interpretato da Richard Armitage (Thorin Scudodiquercia), Ken Stott (Balin), Graham McTavish (Dwalin), William Kircher (Bifur), James Nesbitt (Bofur), Stephen Hunter (Bombur), Rob Kazinsky (Fili), Aidan Turner (Kili), Hambleton Peter (Gloin), John Callen (Oin), Jed Brophy (Nori), Hadlow Mark (Dori) e Adam Brown (Ori).

La Warner Bros. ha confermato che Cate Blanchett (Galadriel), Andy Serkis (Gollum) e Elijah Wood (Frodo) riprenderanno i loro ruoli dal Signore degli Anelli. Mentre gli attori Jeffrey Thomas e Mike Mizrahi completeranno il cast nei ruoli di Kings Thror e Thráin.

Le riprese, curate dal  direttore della fotografia Andrew Lesnie, si terranno a Wellington Stone Street Studios, al villaggio di Matamata e in altre località segrete in giro per la Nuova Zelanda. Lo Hobbit è prodotto da Jackson e Fran Walsh, accanto Carolynne Cunningham. I produttori esecutivi sono Ken Kamins e Zane Weiner, con Philippa Boyens come co-produttore. Co-prodotto da New Line Cinema e MGM, con la New Line(controllata della Warner Bros.) impegnata nella gestione della produzione.  Warner Bros. Pictures si occuparà della distribuzione in tutto il mondo.

I due film usciranno a fine del 2012 e 2013,

Lo Hobbit: oggi al via le riprese!

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Hobbit

Le riprese dell’adattamento più a lungo atteso tratto dal libro di JRR Tolkien The Hobbit prenderà il via Lunedi a Wellington, Nuova Zelanda. L’assistente del regista Peter Jackson, Matt Dravitski ha rilasciato un eloquente commento “non vede l’ora di andare”.

Peter Jackson a Casa Baggins!

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Peter Jackson a Casa Baggins!

Theonering.net ha pubblicato la prima foto di Peter Jackson sul set de Lo Hobbit. A dire la verità la cornice sembra già vista, ed in effetti è proprio lei, la stessa Casa Baggins che abbiamo imparato ad amare ne Il Signore degli Anelli

Sono passati diversi anni da quando Jackson ha cominciato a lavorare su Tolkien, ma probabilmente l’emozione di percorrere quei set così suggestivi resta la stessa, a differenza della sua taglia di pantaloni! Ecco la foto:

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Fonte: theonering.net via badtaste

Peter Jackson a Casa Baggins!

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Theonering.net ha pubblicato la prima foto di Peter Jackson sul set de Lo Hobbit. A dire la verità la cornice sembra già vista, ed in effetti è proprio lei, la stessa Casa Baggins che abbiamo imparato ad amare ne Il Signore degli Anelli.

Sono passati diversi anni da quando Jackson ha cominciato a lavorare su Tolkien, ma probabilmente l’emozione di percorrere quei set così suggestivi resta la stessa, a differenza della sua taglia di pantaloni! Ecco la foto:

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Fonte: theonering.net via badtaste

Shutter Island di Martin Scorsese

Shutter Island di Martin Scorsese

Shutter Island è basato sull’omonimo romanzo del 2003 L’isola della paura (Shutter Island) di Dennis Lehane. In America il film doveva uscire inizialmente il 2 ottobre 2009, la Paramount ha però spostato la data d’uscita al 19 febbraio 2010, e in Italia il film è stato distribuito da Medusa Film il 5 marzo 2010. E’ il lungometraggio di Martin Scorsese che ha guadagnato di più al nel weekend d’apertura, rimanendo infatti al 1° posto nel secondo weekend con 22,2 milioni dollari.

Con questo lungometraggio continua il connubio professionale tra Scorsese e DiCaprio, già fattosi apprezzare in altri film come The Departed, The Aviator o in Gangs of New York. Shutter Island ha vinto 2 National Board of Review Awards 2010 e 2 Premi IOMA 2010 (su 7 nomination): miglior attore protagonista (Leonardo DiCaprio) e miglior sceneggiatura non originale.

Nel 1954 i due agenti federali Teddy Daniels e Chuck Aule vengono inviati con un battello presso l’Istituto Ashecliff, sito sulla Shutter Island, per investigare sulla scomparsa di una paziente, Rachel Solando, rea di aver ucciso i suoi tre figli. Il direttore dell’istituto, il dottor Cawley, e i vari infermieri sostengono che la madre assassina si sia come dileguata dalla sua stanza perché non ha lasciato alcuna traccia e le sue scarpe sono ancora lì. L’agente Daniels però comincia a sospettare che in quell’Istituto si tengano esperimenti simil nazisti, guidati dal dottor Cawley coadiuvato dal dottor Naehring, di origini tedesche. Ma l’agente è anche continuamente tormentato dal pensiero della moglie morta in un incendio appiccato nella loro palazzina da un mitomane, nonché dalle reminescenze delle atrocità viste nei campi di concentramento nazisti dove entrò da liberatore. Dunque realtà e fantasmi del passato si mescolano e lo tormentano, ostacolandone le indagini.

In quest’ultima fase della sua carriera (ultima in senso cronologico, per carità, non bisogna escluderne di nuove data la sua creatività), Martin Scorsese sembra essersi specializzato in questo genere di film, proponendo opere che conducono lo spettatore verso una direzione per poi portarlo lentamente verso tutt’altra parte. Strategia riuscitagli appieno anche con The Departed. Con Shutter Island però aggiunge anche suspance, sfiora l’horror e lo arricchisce di colpi di scena. Il risultato è un film geniale, che tiene col fiato sospeso.

Abbandonato da tempo il racconto del Mondo italo-americano e dedicatosi soprattutto alle biografie, Scorsese lancia un segnale chiaro ai suoi fan e ai cinefili in generale: sulla soglia dei 70 ha ancora voglia di stupire e rinnovarsi.

Umberto D. è un film diretto da Vittorio De Sica

Umberto D. è un film diretto da Vittorio De Sica, scritto e sceneggiato da Cesare Zavattini, premiata coppia del cinema italiano del dopoguerra. Il film è un tributo al padre Umberto De Sica, con cui aveva un rapporto molto forte. Il film ha raccolto molti premi e nomination, ecco i più prestigiosi: Miglior film al Festival di Punta del Este, Miglior film straniero per i critici di New York (1955), Nomination all’Oscar a Cesare Zavattini per la migliore sceneggiatura originale (1957).

Umberto è un ex impiegato statale che sopravvive con una magra pensione, è costretto ad alloggiare in una camera di un alberghetto squallido ad ore, nonché a mangiare nelle mense pubbliche. Per le tante difficoltà e quotidiane umiliazioni, non più sopportabili in tarda età, pensa di farla finta; ma l’unica cosa che gli è rimasta, il suo cagnolino Flag, lo convince che in fondo vale ancora la pena vivere. De Sica denuncia dunque le difficoltà dei pensionati, e in generale, di quanti sono costretti a vivere nella semipovertà e nella quotidiana umiliazione.

Dopo la parentesi di Miracolo a Milano, film che denuncia sempre i soprusi subiti dai più deboli (nella fattispecie i “senza tetto” nella Milano del dopoguerra) ma con uno stile fiabesco, il regista originario di Caserta torna a raccontare in modo duro e crudo la realtà italiana del dopoguerra, attraverso quel neorealismo che si serviva anche di attori non professionisti, così come ha fatto successivamente Pasolini, o nel modo in cui amava lavorare un altro importante regista spagnolo surrealista dell’epoca, Luis Buñuel, censurato dalla dittatura franchista e costretto all’esilio professionale in Messico prima e Francia poi. Tra le curiosità, bisogna annoverare il fatto che Carlo Battisti – che interpreta Umberto D. – era professore di glottologia all’Università di Firenze e insieme a Giovanni Alessio e ad altri collaboratori fu autore dell’importante Dizionario Etimologico Italiano (DEI, in 5 volumi, pubblicato negli anni 1950-1957); questo è il suo unico film. Si racconta che il professore si presentò al provino indossando due cravatte da quanto era emozionato.

Va anche detto che il film fu duramente contestato dal Governo democristiano dell’epoca, poiché offriva all’estero una visione distorta della realtà socioeconomica italiana. Nel 2008 ha visto un remake interpretato da Jean Paul Belmondo reduce da un devastante ictus. Il film, dal titolo Un homme et son chien, per la regia di Francis Huster, ha recuperato il titolo originale del film, poi cambiato dalla distribuzione.

Amici miei: le perplessità di Gastone Moschin

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Le perplessità dell’attore veneto sul prequel di Neri Parenti

Ultracorpo

Ultracorpo

Ultracorpo

di Michele Pastrello

Ultracorpo (Body snatcher, 2010) è il terzo film di Michele Pastrello, promettente regista veneto già autore di Nella mia mente (2005) e 32 (2008), nonché già insignito di alcuni premi, come il Pesarhorror 2006 e il Torrorfest 2008. Come col precedente 32, anche con Ultracorpo Pastrello dimostra di essere un regista capace di trattare delicate tematiche sociali e attuali in modo originale e non convenzionale.

32

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di Michele Pastrello

32 è il secondo cortometraggio di Michele Pastrello, prodotto nel 2008 a tre anni di distanza da Nella mia mente. Il film è una sorta di eco-horror col quale il regista affronta la piaga sociale e ambientale dell’abusivismo edilizio, e soprattutto, della cementificazione selvaggia del nostro paesaggio naturale in nome delle opere pubbliche stradali.

Nella mia mente

Nella mia mente

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di Michele Pastrello

Nella mia mente (In my mind) è il primo corto del giovane regista veneto Michele Pastrello. Il film si muove sinuosamente tra il genere psycho-thriller e quello horror, inchiodando per quasi 30 minuti lo spettatore alla poltrona mediante un crescendo di suspance, mistero e inquietudine.

Il grande dittatore, il capolavoro di Charlie Chaplin

Il grande dittatore, il capolavoro di Charlie Chaplin

Il grande dittatore è il film culto del 1940 di Charlie Chaplin con protagonisti lo stesso Chaplin e Paulette Goddard

  • Anno: 1940
  • Regia: Charlie Chaplin
  • Cast: Charlie Chaplin, Paulette Goddard.

La sua prima edizione risale al 15 ottobre del 1940, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale. Rappresenta una forte satira del nazismo e prende di mira direttamente Adolf Hitler e il movimento nazista tedesco. Stupenda la scena finale, con il finto Hitler che parla di speranza anziché di disumane minacce al Mondo, dedicando la parte finale del discorso alla donna che amava, ma che l’efferata violenza degli uomini probabilmente non gliela farà più incontrare; si chiama Hannah e forse in realtà è dedicato alla madre, morta in una casa di cura psichiatrica.

Il grande dittatore, il film parodia 

Il Grande DittatoreUn barbiere ebreo partecipa alla Prima Guerra Mondiale, dove ha un incidente aereo e perde la memoria. Viene così rinchiuso in un ospedale per vent’anni, dove non viene a conoscenza di nulla, nemmeno del fatto che nel suo Paese, la Tomania, si è instaurata una dittatura per opera di Adenoid Hynkel, il quale tra le tante atrocità, perseguita gli ebrei. Il barbiere conosce Annah, donna tenace dai tanti sogni e desideri. Ma i tempi in cui vivono sono difficili e il loro quartiere è sovente preso di mira dalle autorità. Il barbiere e il dittatore vivono due vite parallele, col primo che patisce le decisioni del secondo. Ma accadrà qualcosa di imprevedibile, che in qualche modo cambia le sorti del barbiere e forse dell’umanità intera. Almeno nel film.

Benché le tecniche cinematografiche già lo prevedano da un decennio, Chaplin dona la voce ai suoi personaggi a partire da questo film. Anche perché i suoi film precedenti erano prevalentemente corti o slapstick, dunque potevano fare a meno della voce. Il Grande Dittatore può essere considerato una perla del cinema. Tecnicamente il film non è un capolavoro; ma il modo con il quale Chaplin racconta l’avanzata nazista in Europa è magistrale, utilizzando di fatto due delle sue armi migliori: la malinconia da un lato e l’ironia dall’altro. I protagonisti di una vicenda così drammatica sono trattati con un’ironia disarmante, arrivando al punto di deriderli completamente, ma il tutto è ricoperto da quel velo di tristezza e malinconia che sempre caratterizza i film di Chaplin.

Il grande dittatoreD’altronde si parla sempre di un periodo tragico e Chaplin lo sa bene. Gli unici riferimenti non diretti nei confronti della Germania nazista, forse per non calcar troppo la mano contro il regime, sono i nomi dei personaggi (comunque facilmente riconducibili), i simboli della “doppia X” al posto della svastica nazista, e l’uso di parole di fantasia nelle iscrizioni del ghetto ebraico (come la parola “Restauraciz” per ristorante) oppure in esperanto, seppur a volte sgrammaticato (come “Ĉambroj” o “Vestaĵoj”, in esperanto ispettivamente “Camere” e “Vestiti”).

La realizzazione del film fu accompagnata dallo sfiorire del rapporto sentimentale tra Chaplin e Paulette Goddard, splendida protagonista nonché sua terza moglie, in procinto di chiedere il divorzio. Durante la lavorazione, nel dicembre del 1939, Chaplin fu anche raggiunto dalla comunicazione della morte improvvisa dell’amato Douglas Fairbanks, che soltanto un mese prima gli aveva fatto visita sul set. Egli ne fu sconvolto e la perdita del “solo vero amico che abbia mai avuto”, come ebbe a dire Chaplin stesso, rimarrà una ferita mai rimarginata.

Il grande dittatore, censurato

Il grande dittatore fu sottoposto a più censure. Venne vietato in quasi tutta l’Europa dal 1940 al 1945 a causa del potere nazifascista che ne proibì la distribuzione. In Inghilterra venne censurato per timore di peggiorare i già difficili rapporti diplomatici con la Germania; tuttavia proprio lo stesso anno la situazione tra i due belligeranti precipitò irreparabilmente e così, affrancata dalla censura, la pellicola vide la sua prima proiezione a Londra già nel 1941.

Uscì in Italia per la prima volta nel 1945, con la caduta del fascismo. La versione era integrale e sottotitolata. Nel 1949 il film era stato già doppiato (probabilmente integralmente) in un’edizione con la voce di Augusto Marcacci per Chaplin, ma al contrario di come riportano molte fonti questa versione non fu mai distribuita nei cinema e oggi è probabilmente andata perduta.  Il film venne censurato di alcune scene quando uscì ridoppiato nel 1972 (con la voce di Oreste Lionello per Chaplin) e la direzione del doppiaggio di Roberto Bertea, in particolare nella scena del ballo e della ridicola danza tra la sig. Napoloni e Hynkel. Il personaggio della moglie di Napoloni fu eliminato totalmente per non urtare la sensibilità della vedova Rachele Mussolini, ancora in vita. Il nuovo prestigioso adattamento del copione è del comandante Roberto De Leonardis, noto per le sue versioni italiane di tutti i film Disney d’epoca. Nel 1988, per un’edizione in videocassetta a cura della Skema video, il film fu integralmente ridoppiato con la voce di Claudio Trionfi per Chaplin.

Questa versione fu eseguita sulla versione francese del film e non su quella originale; la qualità del doppiaggio è molto discutibile, ma se non altro si trattava della prima versione italiana integrale. I nuovi dialoghi italiani sono di Patrizia D’Agostino e la direzione del doppiaggio è di Umberto Fizz. Nel 2002 il film è stato ridistribuito integralmente e restaurato dalla BIM distribuzione. Le scene censurate sono state doppiate ex novo in italiano con nuove voci e, a detta di molti, il nuovo doppiaggio stride troppo con le restanti scene che conservano l’audio del 1972. Le voci delle sequenze reintegrate sono troppo diverse e i dialoghi aggiunti non tengono conto dell’adattamento di De Leonardis come se le nuove scene fossero state tradotte senza vedere l’intero film in italiano (ad esempio Napaloni nelle sequenze del 1972 si rivolge ad Hinkel chiamandolo Hikelino, mentre in quelle re integrate con Hinkey).

Nel 1941 Il Grande Dittatore ottenne cinque candidature al premio Oscar, inclusi miglior film e miglior attore allo stesso Chaplin. Nel 1940 il National Board of Review of Motion Pictures l’ha inserito nella lista dei migliori dieci film dell’anno. Nel 1997 è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Nel 2000 l’American Film Institute lo ha inserito al trentasettesimo posto nella classifica delle cento migliori commedie americane di tutti i tempi.

Frozen: recensione del film di Adam Green

Frozen: recensione del film di Adam Green

Il prossimo 25 marzo uscirà nelle sale Frozen un film di Adam Green che sconvolgerà lo spettatore per le scene dall’alto contenuto drammatico e dal forte impatto visivo. Prodotto dalla “A bigger boat/ariescope pictures” e distribuito in Italia dalla neonata M2 Pictures Frozen non può essere considerato un semplice horror in quanto la storia raccontata non ha nulla di assurdo.

In Frozen tre giovani amici decidono di trascorrere la domenica sciando sulle piste di una piccola e poco rinomata località montana. Joe (Shawn Ashmore) accetta malvolentieri di condividere la giornata con la nuova ragazza di Kevin (Dan Walker), amico di una vita, con il quale era solito trascorrere quel tradizionale appuntamento sulla neve. La ragazza in questione, Parker (Emma Bell), deve quindi affrontare le difficoltà nel rimanere in equilibrio sullo snowboard oltre che le velenose battute di Joe che cova per lei il risentimento tipico dell’amico “geloso”.

Le ore trascorrono più o meno serene, tra qualche risata, ricordi d’infanzia e qualche momento di vaga tensione per l’insofferenza di Joe verso quel terzo incomodo che impedisce a lui e a Kevin di affrontare le piste più stimolanti e difficili. Giunge la sera e con lei l’imbrunire, l’impianto sciistico sta per chiudere e le piste sono ormai quasi deserte. I tre amici vogliono fare l’ultima discesa ed implorano l’addetto all’impianto di concedergli l’ultima salita; ottenuto il favore i tre siedono sulla seggiovia ignorando quello che il destino ha serbato per loro.

Richiamato dal capo in ufficio, l’addetto all’impianto viene sostituito da un collega avvisato della presenza dei tre ma una sfortunata coincidenza genererà l’inconveniente fatale. L’impianto viene chiuso, le luci sulle piste si spengono e gli addetti lasciano gradualmente l’impianto che riaprirà solo il venerdì successivo; Joe, Kevin e Parker sulla seggiovia a metà percorso, ancora incapaci di comprendere quello che sta accadendo. Con il lento passare delle ore i tre ragazzi, bloccati sulla seggiovia, realizzano di essere stati abbandonati e al contempo di essere in grave pericolo di vita. Impossibile sopravvivere al rischio di congelamento che sarebbe inevitabile durante quei cinque giorni, impossibile illudersi di poter sopportare quelle rigide temperature.

Il panico iniziale lascia gradualmente spazio all’istinto di sopravvivenza ed è così che i tre cercheranno in tutti i modi di vincere la morte combattendo con ogni mezzo per la propria vita. Sequenze dall’alto contenuto drammatico si alterneranno ad altre di rara crudezza, la morte sempre incombente per il gelo insopportabile non sarà l’unico    pericolo da affrontare, l’unico ostacolo tra loro e la sopravvivenza. La montagna nasconde innumerevoli insidie e continue minacce ed ogni ora ed ogni minuto in più sono un passo verso la fine.

Adam Green e Peter Block, due nomi che da soli dovrebbero mettere in guardia lo spettatore su quello che questo film ha in serbo per lui. Frozen non tradisce le attese ma forse va anche oltre le aspettative; Green, regista e sceneggiatore, impacchetta un horror anomalo in cui non troviamo gli ingredienti tipici del genere come in Hatchet, suo precedente successo del 2007, ma ci presenta un film che “non spaventa e turba il pubblico con le tipiche convenzioni della violenza” afferma il regista stesso “ma con un’aurea di terrore generale ti ricorda incessantementequesto potrebbe accadermi davvero”.

Ed è proprio questo l’aspetto che rende Frozen una successione di sequenze sempre al limite della tensione ma una tensione imperniata di angoscia crescente, di ansia costante. “Questo film non farà ridere, gridare ed esultare il pubblico di appassionati dell’horror come il primo lavoro Hatchet” continua il regista “ma descrive una situazione cruda e inquietante: tre giovani nel tentativo disperato di sopravvivere a una situazione reale senza apparente via d’uscita”.

Frozen è una storia che sconvolge per il suo drammatico realismo e per non sconfinare mai nell’assurdo o nell’inverosimile; la crudezza di alcune sequenze ricorda lo splatter dei film dell’orrore a cui Green è inconsciamente legato ma la drammaticità che accompagna la vicenda è costruita attraverso lo studio dei personaggi e della loro personalità. Green si pone l’intento di toccare le paure più primordiali e attraverso esse provocare nel pubblico le ansie più forti e autentiche; l’istinto di sopravvivenza, l’eterna lotta dell’uomo contro la natura, il rifiuto di abbandonarsi ad una morte sicura e inevitabile. Frozen ha la qualità di trascinare lo spettatore all’interno del dramma, di farlo sentire parte della vicenda, di creare una graduale complicità con i personaggi protagonisti della storia.

Come lo stesso regista rivela, il realismo delle sequenze è ottenuto anche grazie alla scelta di Green di girare tutte le scene sul posto e non nel chiuso di uno studio:”gli attori e la troupe erano veramente lì, a 15 metri d’altezza. Il tempo, il freddo e gli elementi che abbiamo affrontato erano tutti reali”conferma il regista stesso. Questa rischiosa scelta che ha messo in pericolo l’incolumità degli attori, è stata subito accolta con entusiasmo dalla produzione ed in particolar modo da Peter Block. Block è un produttore che, in questi anni,  ha legato il proprio nome ad altri film di successo che hanno suscitato nel pubblico ansie e paure a grandi dosi, tra questi ricordiamo su tutti Saw – l’enigmista e sopratutto Open water che con Frozen presenta diverse affinità.

Una nota di commento la meritano i tre giovani protagonisti che hanno da subito sposato con entusiasmo il progetto di Green non esitando a dare la propria disponibilità nel girare le scene sulla seggiovia a 15 metri di altezza e a temperature proibitive. Sia Ashmore che Zegers e la Bell interpretano con passione e trasporto le rispettive parti contribuendo non poco alla drammaticità di molte sequenze. Frozen è un film non certo adatto a tutti ma solo a coloro avvezzi a certi eccessi del genere horror ma che, al contempo, saprà anche commuovere e coinvolgere lo spettatore, un film asciutto e diretto, un film che non potrà lasciare indifferenti.

Robert Pattinson non sarà Daredevil

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Robert Pattinson non sarà Daredevil

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David Slade (30 Giorni di Buio, Hard Candy), dirigerà per la 20th Century Fox il reboot di Daredevil, che si dice parta lì dove si era interrotto il film del 2003, pur non avendo come protagonista Ben Affleck.

Megan Fox torna a lavorare?

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La bellissima e molto amata Megan Fox sta cercando con tutte le sue forze di risollevare la sua carriera che ultimamente ha avuto una decisa battuta d’arresto. Sembra infatti che abbia deciso d cambiare genere e ci sia la possibilità che partecipi allo spin-off di Molto incinta, diretto da Judd Apatow.

The Wolverine: il punto sulla situazione..

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The Wolverine: il punto sulla situazione..

Qualche giorno fa avevamo anticipato la notizia che che Darren Aronofsky non dirigerà più The Wolverine. Da allora  si rincorrono voci e smentite su possibili ritardi del film, occorre fare il punto della situazione.

Secondo Entertainment Week la produzione non avrebbe intenzione di cercare un nuovo regista il prima possibile, e che piuttosto ritarderà il film. Una delle ragioni sarebbero i tragici eventi che stanno avvenendo in Giappone in queste settimane, anche se le riprese previste sul territorio sono solo 3 settimane.

Dal canto suo invece, Superherohype, attraverso secondo loro  “fonti affidabile”,  sostengono che se la Fox trovasse un regista domani, eviterebbe di modificare le date delle riprese, fissate per iniziare a luglio. Ricordiamo il comunicato stampa ufficiale dello studio: “Hugh Jackman e la Fox rimangono entrambi intenzionati a realizzare The Wolverine. Ci riuniremo e andremo avanti con forza.”

Ora non ci resta che attendere nuove notizie e sviluppi, e magari un annuncio riguardante il nuovo regista. Ricordiamo che Wolverine 2 uscirà nel 2012. La trama del film è ripresa dalla miniserie scritta da Franl Miller e Chris Claremont nel lontano 1990.

Da badtaste: Wolverine va in Giappone alla ricerca del suo amore perduto, Mariko Yashida, e la trova sposata a un gelido uomo d’affari. Finirà per rimanere coinvolto nei giri del clan ninja The Hand. La miniserie divenne molto popolare, e servì a formare meglio il carattere del supereroe, con conflitti interiori tra la sua natura umana e quella animale.

Joseph Gordon-Levitt ufficialmente in Batman 3

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Joseph Gordon-Levitt ufficialmente in Batman 3

E’ ufficiale, Joseph Gordon-Levitt (“Inception”) sarà un personaggio non ancora noto nel prossimo “The Dark Knight Rises” per la Warner Bros. Pictures, stando a quanto annuncia Variety.

Intanto l’attrice indie Juno Temple (“Kaboom”) è in corsa per il piccolo ruolo di sostegno di una ragazza in gamba di Gotham. Il ruolo di Gordon-Levitt non è stato divulgato e il regista Christopher Nolan ha in programma di mantenere l’identità dell’attore sullo schermo il più a lungo possibile segreta. In realtà si possono già fare ipotesi: potrebbe essere un personaggio doppio come quello di Ra’s Al Ghul in “Batman Begins”?. Aspettiamo intanto…

Fonte: imdb

Joseph Gordon-Levitt ufficialmente in Batman 3

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E’ ​​ufficiale, Joseph Gordon-Levitt (“Inception”) sarà un personaggio non ancora noto nel prossimo “The Dark Knight Rises” per la Warner Bros. Pictures, stando a quanto annuncia Variety.

Harry Potter e i Doni della Morte: Parte 2: anteprima!

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E’ online una preview di Harry Potter e i Doni della Morte: Parte 2! E’ stata rilasciata dalla Warner Bros, il video contiene dichiarazione sul film del cast e del regista.

Ecco Wonder Woman!

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Ecco Wonder Woman!

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Ecco un first look di Wonder Woman! Questa volta, dopo le tante attrici vestite con la tutina della super eroina dai fan e dalle produzioni fantasiose, ecco che arriva una foto originale di Adrianne Palicki scelta dalla WB televisione per interpretare Wonder Woman nella sarie tv.

Cinefilos.it ai Cinepatici

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Cinefilos.it ai Cinepatici

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Oggi alle ore 16.00 e a mezzanotte il nostro Caporedattore Chiara Guida sarà ospite del programma televisivo ‘I Cinepatici’, in onda su ‘Coming Soon Television’ (digitale terrestre o in streaming video su www.comingsoon.it).

Isla Fisher in Una notte da ‘leonesse’

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Isla Fisher potrebbe essere la protagonista di Desperados, prossimo film di Betty Thomas, come annunciato da 24 Frames. Il film si presenterà come una sorta di Una notte da leoni, ma al posto dei giovanotti alle prese con un addio al celibato movimentato, questa volta l’Hanggover dovrenno smaltirlo le ragazze.

David O. Russell per il biopic su Russ Meyer

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David O. Russell potrebbe finalmente tornare a alvorare su un nuovo film. Deadline informa infatti che il regista di The Fighter stia lavorando alla Fox Searchlight che vuole proprio lui per un film biografico sullla leggenda dei B-Movie Russ Meyer. 

Shia LaBeouf protagonista di Horns

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Shia LaBeouf protagonista di Horns

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Shia LaBeouf interpreterà Ig Perrish, protagonista di Horns, romanzo di Joe Hill, dal quale la Mandalay Pictures sta cercando di adattare un film.

 

Kevin Costner sarà Jonathan Kent

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Kevin Costner sarà Jonathan Kent

Kevin Costner sarà Jonathan Kent nel Superman di Zack Snyder! Dopo diverse voci che si sono rincorse, oggi arriva la notizia ufficiale. Accanto a lui Diane Lane nel ruolo di Martha Kent. I due saranno i genitori terrestri di Clark Kent.

Snyder ha dichiarato che Costner “sarà in grado di comunicare la quieta forza di questo americano rurale che ha cresciuto il più grande supereroe di tutti i tempi”.

Fonte: comingsoon

Morto Al Israel, narcotrafficante in Scarface

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Morto Al Israel, narcotrafficante in Scarface

Al_Israel

E’ scomparso oggi l’attore americano Al Israel, noto ai più per aver interpretato il narcotrafficante colombiano Ettore “il rospo” nella famosa scena di Scarface, nella quale segava con una motosega un compare del narcotrafficante cubano.

Si è spento Michael Gough, indimenticato maggiordomo di Batman

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Michael_Gough

Si è spento oggi Michael Gough, all’età di 94 anni; l’indispensabile maggiordomo del supereroe di Gotham City, Batman. L’attore aveva interpretato l’affettuoso e fedele  Alfred, nei primi quattro episodi cinematografici dedicati al paladino Batman.

Le stelle inquiete: recensione del film di

Le stelle inquiete: recensione del film di

Emanuela Piovano – regista produttrice e distributrice italiana, che lavora per cinema e televisione, realizzando film e documentari – porta ora sul grande schermo un episodio della vita della filosofa francese Simone Weil: il suo soggiorno nella campagna marsigliese nel ’41, quando lascia Parigi in seguito alla promulgazione delle leggi razziali.

Ad ospitarla una coppia di vignaioli, Gustave e Yvette, con la passione per la filosofia lui, brava moglie e massaia lei, che instaureranno con Simone una profonda amicizia, e anche qualcosa di più. Il cast è variegato, composto, come dice la regista stessa, da “una troupe di esordienti eccellenti” (tra cui il fotografo Raoul Torresi, figlio di Alessio Gelsini) e da alcuni nomi noti (la co-sceneggiatrice Lucilla Schiaffino e il montatore Roberto Perpignani), in un’amalgama che avrebbe potuto, però, esse più felice.

Le stelle inquiete, il film

Le stelle inquiete infatti è eterogeneo. Spicca l’interpretazione di Lara Guirao, attrice francese di cinema e teatro, nei panni di Simone, che mette il suo volto emaciato, il corpo gracile, la sua espressività intensa al servizio del ruolo. Ben delineato il suo personaggio: emergono chiari la passione filosofica, strettamente legata a quella per la vita e per l’essere umano, che vorrebbe emancipato e libero; una filosofia che si fa azione e intervento nella realtà. Simone studia e sperimenta su di sé la vita di campagna, come aveva fatto con il lavoro in fabbrica alla Renault, per capire a fondo i rapporti sociali all’interno del mondo contadino. Netto è anche il suo rifiuto delle ideologie (comunismo e femminismo, cui pure s’era avvicinata), rovina delle idee; ferma la volontà, quasi mistica, di assumere su di sé le sofferenze del mondo. A ciò fanno da contraltare la scarsa  considerazione per sé stessa, una quasi continua frustrazione del proprio corpo, e una sfera affettiva problematica.

Tuttavia, Le stelle inquiete, che oscilla tra impegno e leggerezza (“semplice, arioso e profumato” lo definisce la regista stessa), mostra alcune ingenuità. Innanzitutto, una mescolanza linguistica, che risulta straniante e disorienta. La Piovano sceglie infatti di far recitare  Lara Guirao in italiano, con un forte accento d’oltralpe e incursioni nel francese, che Simone usa soprattutto quando legge i suoi appunti e nei momenti di maggior coinvolgimento emotivo. Mentre gli altri attori, italiani, si esprimono in un corretto idioma nostrano (con lieve inflessione del nord Italia, vedi Gustave e Yvette).

Ciò determina la sensazione che la vicenda sia ambientata nella campagna italiana, e non in quella marsigliese, e che Simone sia ospite da piccoli proprietari terrieri italiani. I nomi dei suoi ospiti, Gustave e Yvette Thibon (interpretati da Fabrizio Rizzolo e Isabella Tabarini), così come le didascalie relative a tempo e spazio (Marsiglia, 1941), o l’artificio che vorrebbe l’accento di lei diverso perché parigino, rispetto al marsigliese degli altri, non bastano a convincere lo spettatore del contrario.

Per quel che riguarda le interpretazioni, occorre notare che quelle di Rizzolo e Tabarini non sono in armonia con quella della Guirao, anzi rivelano limiti e paiono piuttosto monocordi. In particolare, Rizzolo, cui era affidato un ruolo complesso, non riesce a rendere il coinvolgimento emotivo nel rapporto con Simone, come pure l’insoddisfazione e la crisi del rapporto con la moglie, complici anche un soggetto e una sceneggiatura che a tratti sembrano voler approfondire questo aspetto, a tratti paiono sorvolare, limitandosi ad accennare azioni e reazioni. Così, si gioca troppo sul filo del non detto, e anche il detto non sempre è efficace.

Eccessivamente ripetitive sono, poi, alcune scene (in particolare quelle degli incontri in una terrazza cittadina di Gustave coi suoi amici, che paiono quasi la stessa scena, con poche varianti). Poco curati alcuni particolari (ad esempio, la pancia di Yvette incinta, troppo palesemente finta). L’intera pellicola oscilla, inoltre, tra un registro realista e intenti fortemente evocativi, non sempre riusciti. La colonna sonora, firmata da Marc Perrone, si sposa bene alle immagini. Il musicista veste anche i panni d’attore (è Pépé).

Alla regista – anche produttrice e distributrice della pellicola con la sua Kitchen Film – certamente il merito di aver riportato all’attenzione del pubblico la figura di quella grande donna e pensatrice che è stata Simone Weil, fatta rivivere grazie a Lara Guirao, e aver riacceso una riflessione su temi tornati oggi di grande attualità, come la dignità del lavoro (maschile e femminile), la rivendicazione dei diritti, l’emancipazione, e il ruolo della cultura in essa.

 

150 anni d’Italia al Nuovo Cinema Aquila

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150 anni d’Italia al Nuovo Cinema Aquila

150anni

La sera della vigilia dell’Unità d’Italia è stato celebrata in quelle che sono state le capitali italiane ( Roma, Firenze, Torino ) con la proiezione a ingresso gratuito di La lunga calza verde di Roberto Gavioli e del documentario di Gianfranco Pannone Ma che storia… .

Ian McKellen racconta le prove de Lo Hobbit

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Ian McKellen racconta le prove de Lo Hobbit

Ian McKellen racconta sul suo sito ufficiale come si stanno svolgendo le prove di scena a pachi giorni dal tanto sospirato inizio delle riprese di The Hobbit.

Ecco cosa l’ormai storico Gandalf ha raccontato: Oggi sono stato in vari posti che in realtà erano tutti lo stesso luogo. Sono stato nel territorio pianeggiante che i Maori hanno chiamato Whataitai e che nel 1872 è stato richiamato Miramar (“Ammira il mare”, in effetti è lì vicino). Mi trovavo agli Stone Street Studios, nel cuore di un sobborgo moderno, con qualche industria leggera. In effetti, ero in una vecchia fabbrica di vernici, cosa che ho scoperto solo dieci anni dopo le riprese del Signore degli Anelli, per le quali veniva utilizzata come teatro di posa principale. Al suo interno si trovava il nuovo set di Casa Baggins, inclusa una stanza da letto e una dispensa.

E così ero lì, a Hobbiville, con un semicerchio di nani e Bilbo, il loro ospite riluttante. Si trattava della prima prova complessiva del cast, dove Peter Jackson, assieme a Fran Walsh e Philippa Boyens, ci hanno invitato a commentare il loro script. Questa è la cosa più vicina alla beatitudine che un attore possa ottenere. Avere davanti a sè tre sceneggiatori vincitori del premio Oscar, che chiedono con sincerità agli attori di contribuire al loro script. E poi, c’erano tonnellate di snack sul tavolo da caffé: frutta fresca, formaggio neozelandese, caramelle alla menta.

Sembra davvero assurdo che finalmente, dopo tante proroghe e ritardi, abbandoni, incidenti e addirittura operazioni, le riprese del film possano cominciare. A Peter Jackson non resta che augurare: buon lavoro!

Underworld: New Dawn: prima foto dal set!

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KateBackinsale

Pubblicata la prima foto di i Kate Beckinsale in costume di scena sul set di Underworld: New Dawn a Vancouver: l’attrice ritorna nei panni di Selene!

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