Passato a Roma questa primavera per
presentare il suo ultimo cortometraggio The Wholly Family, Terry
Gilliam aveva dichiarato di concentrarsi nel futuro prossimo sul
suo Don Chisciotte.
Terry Gilliam proverà di nuovo con Don Chisciotte
Durante l’estate, il sito The
Playlist ha avuto la possibilità di chattare con
Terry Gilliam, parlando di Lost In La
Mancha, la cronaca documentario del suo fallimentare
tentativo di portare sul grande schermo The Man Who
Killed Don Quixote. Il documentario avrebbe difatti
riportato alla luce un vecchio tarlo di Gilliam, che da anni prova
a portare le avventure del cavaliere errante sul grande schermo
senza mai riuscirci. All’epoca il regista disse:
Mi tengo alla deriva, lontano dalle lusinghe del Don Chisciotte. Sono contento che il documentario sia stato fatto perché penso che sia davvero meraviglioso. C’è qualcosa delle rovine che mi ha sempre incuriosito al contrario degli edifici finiti… Un film può esistere nella mente delle persone in base ai pochi frammenti di rovina che ne sono rimasti, ed è un film migliore di quello che potrei fare, se mai lo farò.
Ebbene, nonostante Gilliam dichiarò che era quasi pronto a rinunciare a tutto, il regista ha dichiarato a ComingSoon che cercherà di realizzare il suo Don Chisciotte ancora una volta:
Proverò di nuovo a fare Don Chisciotte! Penso che questa sia la settima volta. Forse sarà il Lucky Seven. Vedremo cosa succede. Questa è una specie di mia posizione di default, tornare su questo progetto. In realtà voglio solo farlo e sbarazzarmene. Consegnarlo fuori dalla mia vita.
Sarà davvero questa la chance per vedere finalmente Gilliam realizzare il suo sogno? Vedremo.
The Man Who Killed Don
Quixote è il titolo di un progetto cinematografico di
Terry Gilliam. Portato avanti a più riprese dal
2000, a causa di problemi finanziari fu annullato una prima volta
nel 2002 durante le prime fasi di lavorazione (nel cast
figuravano Johnny Depp e Jean
Rochefort), e il materiale girato fu riutilizzato per la
realizzazione di Lost in La Mancha
(2002), un documentario sulle vicende della travagliata produzione
del film sino al suo annullamento.
A distanza di alcuni anni dal fallimentare sviluppo, nel 2008 prese
forma una nuova produzione sempre per mano di
Gilliam (questa volta con Ewan
McGregor e Robert Duvall come
protagonisti), che portata avanti, anch’essa a periodi
intermittenti, fu poi abbandonata nel settembre 2010 per motivi
legati al bilancio.
Fonte: The Playlist
Terry Gilliam presenta The Wholly Family a Roma
Terry Gilliam gira a Napoli per Pasta Garofalo
Dopo il corto che ha segnato l’esordio dietro la macchina da presa di Valeria Golino, il pastificio Garofalo continua la sua attività da produttore di cortometraggi e dopo aver segnato l’esordio alla regia di Valeria Golino ha dato il via al secondo capitolo del progetto Garofalo firma il cinema.
Questa volta a girare il cortometraggio è un regista di fama internazionale e rinomato talento come Terry Gilliam.
Il corto s’intitola The Wholly Family, e fa parte del cast anche Cristinana Capotondi e la vede protagonista di una storia che racconta la storida di una coppia americana con un figlio di dieci anni. Nel cast del film, che si sta girando in questi giorni, ci sono anche Douglas Dean, Nicolas Connolly e Sergio Solli. La fotografia è firmata da Nicola Pecorini e i costumi da Gabriella Pescucci.
Fonte:comingsoon
Terry Gilliam e Don Chisciotte: trovati i soldi, a settembre le riprese
Potrebbe sembrare un
Pesce d’Aprile ma non lo è: Terry Gilliam ha
finalmente ottenuto i soldi per dirigere The Man Who
Killed Don Quixote.
Il progetto, in cantiere da quasi 20 anni, ha avuto una storia alquanto burrascosa ma adesso è intervenuto Paulo Branco, già produttore di Cosmopolis, a finanziare il film. È dal 1998 che Gilliam tenta di realizzare questa idea e adesso sembra la volta buona. Le riprese cominceranno a settembre in Spagna e Portogallo e la Alfama Films di Blanco e le spagnole Tornasol Films e Leopardo Films forniranno il bidget di 18.2 milioni di dollari.
Fonte: Hollywood Reporter
Terry Gilliam attore in Jupiter Ascending dei fratelli Wachowski
Conosciuto meglio con l’epiteto di animatore anarchico (grazie alla carriera nei Monty Python) e meglio ancora come regista visionario di capolavori come Bazil, L’esercito delle 12 scimmie e Parnassuss, l’istrionico Terry Gilliam non si fa mancare nulla, nemmeno una piccola parte da attore nel nuovo Jupiter Ascending dei fratelli Wachowski. Il regista non ha ancora rivelato nulla di ciò che intende fare nella pellicola, ma grazie ad una sua personale rielezione via Facebook, sappiamo per certo che sarà qualcosa di sensazionale.
Il nuovo film dei fratelli WachowskI, paladini della fantascienza post-moderna, è ambientato in un universo in cui gli esseri umani sono ormai la parte inferiore della scala evolutiva. La giovane donna Jupiter Jones (Mila Kunis) è destinata a qualcosa di più grande, dopo che la Regina dell’Universo ingaggia un misterioso e letale killer per difendere il suo regno. Il film presenta anche Channing Tatum, Sean Bean, Eddie Redmayne, Douglas Booth, James D’Arcy e Doona Bae, e arriverà in America entro luglio 2014. Gilliam, dopo un lungo periodo di inattività seguito a Parnassuss, tornerà sugli schermi americani con Teorema Zero, la cui uscita si spera avverrà entro l’inizio del prossimo anno.
Fonte: empire
Terry Gilliam a Roma racconta il suo Don Chisciotte: “Per l’arte bisogno soffrire”
In attesa dell’uscita nelle sale il 27 settembre de L’Uomo che Uccise Don Chisciotte, abbiamo incontrato il suo regista, Terry Gilliam, e il suo direttore della fotografia Nicola Pecorini.
La prima domanda che sorge spontanea fare al grande regista, riguarda ovviamente il cambiamento del cast. Per un progetto che inizialmente prevedeva come protagonista Jhonny Depp, alla fine ci si è orientati verso Adam Driver.
“L’ho incontrato in un pub in Irlanda – racconta Gilliam – era completamente differente dal personaggio che mi ero immaginato per Toby. Ormai il progetto di Don Chisciotte era completamente da rifare, un nuovo inizio rispetto alla mia idea originale. E ho scelto Adam perché è unico. Non si comporta come una grande star, come un attore navigato, sembra una persona normalissima. Ci siamo piaciuti subito e ha avuto la parte”.
Gillian rimane impresso
sempre come il regista per eccellenza nell’uso della Fantasia:
“Credo che tutti i grandi film si basino sulla fantasia, senza
troppo contatto con realtà – afferma – In L’Uomo che
Uccise Don Chisciotte quello che mi interessava era la battaglia
tra fantasia e quello che è reale. Don Chisciotte è la fantasia e
Sancho l’adesione al reale. Abbiamo girato sempre in esterni, mai
location in studios, quindi siamo stati ancorati in un mondo che
rimaneva sempre reale, lo potevi sentire, odorare,
percepire”.
Riguardo il difficile adattamento di un romanzo come quello di Cervantes, così ostico, il regista americano dice: “Si diceva fosse impossibile realizzarne un film, per la grandezza e la grandiosità del libro. Se hai abbastanza tempo puoi mettere le tue idee originali, come è successo a me, ce la puoi fare, ma richiede molto tempo. Nel 1989 ho letto il libro per la prima volta, e avevo capito che si trattava di una cosa troppo ricca e gigantesca.
La mia idea originale quindi era di basarsi sugli ultimi attimi di un anziano Don Chisciotte, fino alla sua morte. Ma da lì, poi, sono scaturiti una serie di cambiamenti. Fino a 3 anni fa, quando mi venne in mente l’idea di Toby, un regista ormai affermato che agli inizi della sua carriera, dieci anni prima, aveva fatto un film intitolato L’Uomo che Uccise Don Chisciotte e quella realizzazione si era ripercossa sulle persone che vi avevano partecipato, che erano gli abitanti di un piccolo e sperduto paesino. Così come era successo a Don Chisciotte nel libro, che a forza di leggere di dame e cavalieri se ne era fatto influenzare, gli uomini e le donne che avevano recitato nel film di Toby si erano fatti influenzare. Ho voluto fare vedere cosa era capitato a quelle persona normali del villaggio anni dopo aver girato il film.
E poi io sono un mistico, penso che il film si sia scritto da solo nel tempo, di mio ci ho messo poco”.
Riguardo al progetto originale, che ha richiesto una
gestazione di 25 anni, Terry Gilliam racconta:
“Inizialmente avevo stabilito che il personaggio di Adam, il
regista Toby, prendesse una botta in testa e a causa di quel
trauma si ritrovasse nel diciassettesimo secolo, riproducendosi in
un Don Chisciotte cronologicamente reale.
Invece ora parliamo di Toby, un regista, un uomo di talento che per soldi perde il suo talento (fa film commerciali e spot) . Come Frankenstein, lui aveva creato un vero don Chisciotte, ma non si rende conto dell’effetto provocato finché non si ritrova davanti alla gente con cui aveva lavorato dieci anni prima. In quel momento Toby non si sente responsabile delle cause e delle azioni che i suoi film scatenano, proprio come accade anche a molti registi attuali. Che si comportano male, perché non si rendono conto di quanto sia importante realizzare qualcosa di determinante come un film, qualcosa che possa indurre le persone a loro volta a fare cose corrette o anche scorrette”.
È lecito domandarsi cosa abbia spinto Gilliam in questi 30 anni a non abbandonare questo progetto. “La ragione per cui ho continuato a incaponirmi con questo irragionevole progetto è perché tutte le persone ragionevoli mi dicevano di smetterla – afferma il regista con molta semplicità e un pizzico di autoironia – Don Chisciotte è pericoloso, quando comincia ad entrati in testa cominci a diventare come lui fin quasi in punto di morte”.
Ma in definitiva, questa versione del film sarebbe potuta esistere nel 1989 o nel 2000? “No – afferma sicuro Gilliam – perché il film è qualcosa che deve esistere in un periodo ben determinato della tua vita, dell’esistenza. Adam è diverso da Depp, il gruppo di persone che ha lavorato ora al film è differente da quello che sarebbe stato nel 2000. In tempi passati non sarebbe stato così divertente ed efficiente. Forse ora è più ambizioso. Inoltre il film progettato con Jhonny Depp e John Rushmore aveva molti più soldi, questa produzione attuale ne ha ottenuti circa la metà. E in qualche modo la diminuzione del budget ci ha consentito di concentrarci di più sul lavoro e con maggiore risultato”.
Terry Gilliam ci tiene ad aggiungere: “Vorrei fare una menzione d’onore per Jonathan Pryce, che per 16 anni mi chiedeva di poter avere la parte di Don Chisciotte e quando finalmente ho assistito alla sua performance è stato così sorprendente, perché è perfetta, in qualche modo Pryce vi riassume la summa di tutti i personaggi shakespeariani che ha interpretato a teatro”.
Un ultimo commento è lasciato al
bravissimo direttore della fotografia, l’italiano Nicola
Pecorini. “Ho potuto vedere i cambiamenti di
questo lungo progetto in corso d’opera. Prima era un film epico,
romanzesco, molto più grandioso. Mano a mano, vuoi per ristrettezze
economiche, vuoi per evoluzione della mente di di Terry, è
diventato più intimo e personale – dice Pecorini – E
mi sento anche di affermare che se non. Fosse stato per avvenimenti
contrari, come il caso Weinstein o la morte di Heth Ledger,
in mezzo all’elaborazione di quesro un film, L’Uomo che
Uccise Don Chisciotte sarebbe stato completamente differente.
Abbiamo risentito molto di questo. Io stesso si può dire che ho
perso tempo e lavori, a causa di questo film.”
E Gillian, sornione, pone l’ultima battuta rispondendo al suo amico e fotografo: “Si sa, per l’arte bisogna soffrire”.
Terry Gilliam a caccia di animatori ad Annecy per il suo nuovo film
In occasione del Festival Internazionale del Film d’Animazione di Annecy, Terry Gilliam è stato insignito del Cristal award onorario e ha tenuto una masterclass sui suoi lavori di animazione.
“Sapete quanto tempo mi ci è voluto per ottenere questo fottuto premio… Finalmente mi hanno fatto entrare… penso che sappiano che potrei non essere presente l’anno prossimo”, ha scherzato il regista mentre riceveva il trofeo. Il festival francese dell’animazione, che si svolgerà dal 9 al 14 giugno, accoglierà quest’anno quasi 16.000 professionisti dell’animazione, molti dei quali alla ricerca della loro prossima commissione.
Terry Gilliam ha suscitato un applauso da parte del giovane pubblico stipato nel teatro da 1.000 posti del complesso culturale Bonlieu di Annecy per la masterclass, quando ha rivelato che, a parte il premio onorario, la ragione principale per cui era al festival era quella di scovare talenti per il suo prossimo film.
“Sto cercando un ragazzo o una ragazza, un uomo o una donna, qualunque sia la parola corretta, o adulto o ‘adulta’… Ho incontrato proprio ieri sera delle persone molto interessanti. Sto cercando di fare qualcosa che non è il mio stile di animazione… in parte è in stop motion, in parte sarà digitale… Annecy ha alcuni dei più grandi animatori del pianeta, quindi sono qui solo per incontrare persone”.
Il film in questione è la commedia biblica The Carnival at the End of Days, che Gilliam intende girare il prossimo gennaio con Johnny Depp, Jeff Bridges, Adam Driver e Jason Momoa nel cast, secondo nuovi dettagli rivelati dal regista nel corso di un’intervista con la rivista francese Premiere la settimana scorsa.
Depp, già apparso in
Paura e delirio a Las Vegas (1998) e
Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo
(2009), interpreterà Satana, che in un’inversione di ruoli, si
ritrova a cercare di salvare l’umanità di fronte a un minaccioso
Dio punitivo interpretato da Jeff Bridges.
Interrogato durante la masterclass sui suoi prossimi progetti,
Gilliam ha riconfermato che il film è in lavorazione: “A quanto
pare ho letto sulla rivista Premiere, che credo sia una rivista
francese, che sto facendo un film con Johnny Depp, Jeff Bridges e
Adam Driver… Tornerò l’anno prossimo e vedremo se ho mentito o
no“.
Terrore Cieco: in arrivo il remake dell’horror con Mia Farrow
La Screen
Gems ha annunciato di voler produrre un remake di
Terrore Cieco, film horror del 1971 con
protagonista Mia Farrow. A scrivere la
sceneggiatura è stato chiamato Mike Scannell
mentre alla regia vedremo Bryan Bertino. Produrrà
il film Adrienne Biddle.
Ecco la trama del film originale:
Sarah (Mia Farrow) diventa cieca in seguito ad una violenta caduta da cavallo. Dopo aver passato alcune settimane in una clinica, può finalmente tornare nella villa di campagna degli zii, Betty e George Baxter, che vivono insieme alla loro figlia Sandy, e sperare di poter riprendere la relazione con il suo fidanzato Steve (Eshley) da dove l’avevano lasciata.
Ma la pace nella famiglia non è destinata a durare: un misterioso serial killer, infatti, si introduce in villa Baxter uccidendo i suoi inquilini e il giardiniere Barker (Rawlison). Si salva solo Sarah, uscita per una gita a cavallo insieme a Steve. Al suo ritorno, nulla la turba e convive per 24 ore con i cadaveri dei suoi parenti. Una volta scoperta la strage, comincerà una corsa contro il tempo per scoprire l’identità dell’assassino, prima che lui trovi lei.
Territory, la spiegazione del finale: svelato l’assassino di Daniel, ma cosa succederà ai Lawson?
La Marianne Station è terra di tutti. In parti uguali a Yellowstone, in parti uguali a Succession, la serie più calda di Netflix, Territory, accende il cuore nel mondo sotterraneo, mentre la famiglia Lawson combatte per un pezzo della più grande stazione di bestiame del mondo. Ma non devono preoccuparsi solo del loro sangue. Con gli allevatori rivali, i gangster vicini, gli anziani indigeni e gli anziani delle miniere che hanno messo gli occhi sulla terra, la competizione per Marianne Station è appena diventata molto più sanguinosa. In soli sei episodi, Territory offre tutto ciò che serve, dalle alleanze mutevoli agli amari tradimenti, dagli amanti incrociati ai nemici mortali, dai ricongiungimenti inaspettati alle morti scioccanti.
I Lawson in lutto per la morte di Susie
Susie Lawson (Philippa Northeast), la figlia di Emily (Anna Torv) e Graham (Michael Dorman), appare per la prima volta nell’episodio 1, quando torna a Marianne Station dopo la morte di Daniel (Jake Ryan). Si scopre che ha abbandonato il college e intende rimanere alla stazione per sempre, con grande riluttanza di Emily. Proprio come sua madre, Susie ha un’innata predisposizione per tutto ciò che riguarda il bestiame e l’agricoltura. Dopo averla convinta, Emily permette a Susie di fare carriera a Marianne.
È anche qui che Susie incontra Lachie Kirby (Joe Klocek), il figlio della miliardaria Sandra Kirby (Sara Wiseman). Sebbene Lachie provenga da un ambiente elegante e privilegiato, non gli dispiace sporcarsi le mani nel ranch, quanto basta per impressionare Susie. Dopo alcuni incontri e una grande rissa nel bar locale, Lachie e Susie ammettono finalmente i loro sentimenti reciproci. Purtroppo la relazione non dura, a causa di Sandra. Nell’episodio 4, Sandra inizia a discutere con Lahcie delle implicazioni lavorative che potrebbero derivare dall’uscire con un membro della famiglia Lawson, soprattutto con qualcuno che è stato messo da parte dal patriarca Lawson. Poiché Susie è delusa dal fatto che Lachie prenda in considerazione la loro relazione in queste circostanze politiche, i due si lasciano.
Nell’episodio 5, Lachie rivela a Ethan Hodge (Connor Merrigan-Turner), figlio di Hank (Dan Wyllie), di non aver dimenticato la sua ex. Su insistenza di Ethan, Lachie si reca alla Marianne Station per scusarsi con Susie, che a questo punto ha chiuso con Lachie. Notando che la sorella si sta stufando, Marshall (Sam Corbett) affronta Lachie, dando vita a un’enorme rissa che fa infuriare un toro vicino che carica Susie da dietro e la pugnala, uccidendola sul colpo. Dopo il funerale di Susie, nell’episodio 6, un Marshall ubriaco si incolpa di aver causato la morte di Susie e esce di casa per ubriacarsi ancora di più al bar, prima che Sharnie (Kylah Day) lo tiri fuori da questa situazione.
Lachie Kirby rivela i veri piani di Sandra
Uno dei principali archi narrativi di Territory ruota attorno a chi otterrà il controllo della Marianne Station dopo la morte improvvisa di Daniel Lawson. Sebbene i Lawson siano proprietari della stazione da generazioni, la famiglia si trova in disaccordo nella scelta del suo successore. Con la piena autorità ora nelle mani di Colin (Robert Taylor), egli può decidere. Tuttavia, Colin è ancora convinto di quanto sia stato grande suo figlio Daniel quando era alla guida di Marianne e che nessun altro possa essere paragonato a lui. Per quanto riguarda il resto dei Lawson, possono scordarsi di guidare la stazione: Graham lotta contro l’alcolismo, Colin odia Emily a causa della sua storia familiare di ladro di bestiame e non c’è modo di ereditare da Susie (soprattutto perché è la figlia di Emily). Sebbene inizialmente avesse intenzione di dare Marianne a Marshall, quest’ultimo odia la durezza di Colin nei confronti del padre.
Se questo non è abbastanza drammatico, i Lawson devono ancora preoccuparsi dei loro concorrenti , soprattutto della magnate mineraria Sandra. Sin dall’episodio 1, Sandra si è continuamente scontrata non solo con i Lawson, ma anche con altri proprietari di stazioni come Nolan Brannock (Clarence Ryan) e il famigerato barone del bestiame Campbell Miller (Jay Ryan). Sebbene i Lawson abbiano sempre avuto conflitti d’affari con le stazioni vicine, è Sandra a scatenare l’inferno. Non solo cerca di convincere Emily a partecipare alle sue iniziative commerciali, ma convince anche Nolan a lasciarle costruire un porto sulla costa. Come se non bastasse, Campbell sembra partecipare ai piani di Sandra.
Dopo la morte di Susie, Lachie, in lutto, rivela a Emily e Hank i veri piani della madre. Si scopre che Sandra non è interessata alla miniera d’oro nell’area di Marianne. Sta puntando alle infrastrutture, che saranno utilizzate per arricchire l’uranio e seppellirvi le scorie radioattive, trasformandole in una discarica nucleare. Qualsiasi accenno alle radiazioni a Marianne sarebbe automaticamente negativo per la loro attività di allevamento. Il primo punto della lista di Sandra è far saltare in aria un “luogo sacro” – un appezzamento di terra considerato sacro per la comunità indigena di Marianne – per costruire una strada che porti alle miniere d’oro.
I Lawson si alleano per difendere la stazione di Marianne (e falliscono)

Con Sandra e i suoi compari che gli stanno col fiato sul collo, i Lawson mettono da parte le loro differenze per salvare Marianne dall’esplosione. Mentre Colin si affretta a far registrare la terra indigena come luogo sacro, Emily, Marshall, Nolan e lo zio Bryce (Hamilton Morris) si precipitano nella zona per fermare l’esplosione. Mentre tutto questo accade, Marshall viene rapito dal suo ex compagno, Rich (Sam Delich), che sta lavorando insieme a Campbell per uccidere i Lawson. Rich porta Marshall nella residenza dei Lawson e colpisce Colin nel corridoio.
Nel corso di un intenso scontro a fuoco, Campbell viene colpito alla gamba. Proprio quando i Lawson pensano di avere la meglio, Campbell fa esplodere immediatamente la bomba e il luogo sacro crolla in mille pezzi. Zio Bryce, ferito da una pallottola, grida nella sua lingua nativa Warlpiri: “Oh, il mio povero paese”. L’infuriato Nolan prende la sua pistola e la punta contro Campbell. Tuttavia, non viene rivelato se Nolan abbia effettivamente sparato a Campbell o se stesse solo bluffando.
Nella residenza dei Lawson, Colin e Marshall vengono gravemente feriti da Rich, che li costringe a consegnare la chiave della cassaforte. Colin alla fine cede e Rich apre la cassaforte, trovandovi solo contanti, oggetti di valore e una cassaforte più piccola. Rich vuole anche quello che c’è nella cassaforte più piccola, che Marshall finalmente apre. Prima ancora che Rich possa scoprire il contenuto della cassaforte, Marshall affronta Rich di sorpresa. Quando Sharnie arriva sulla scena per interrompere la lotta, Colin spara a Rich e lo uccide.
Emily e Graham sono al comando della stazione Marianne… per ora
È la calma dopo la tempesta. Sconvolto dall’intera situazione, Marshall decide di lasciare Marianne in cerca di un nuovo inizio. Nolan si vede chiamare Sandra, che è su un aereo per Singapore con Lachie. Nonostante quanto accaduto nel territorio, Sandra continua a convincere Nolan a far parte dei suoi piani, offrendogli la zona e una posizione di alto livello nella federazione del bestiame, con grande disappunto di Nolan. Lo zio Bryce, precedentemente ferito, si rimette in piedi e si riunisce al resto della comunità indigena.
Nella scena finale, Colin consegna le chiavi di casa Lawson a Emily, a significare che Emily e Graham sono ora i responsabili di Marianne Station. Ma proprio quando le cose si fanno più tranquille, il misterioso vagabondo Elton (Matthew Sunderland) compare dal nulla e si avvicina a Colin. Elton è stato testimone della morte di Daniel e di come Emily ne sia in parte responsabile. In difesa di Emily, la donna si è sentita frustrata dalla decisione di Daniel di vendere la stazione di Marianne a Sandra, dimostrando di non essere il leader stellare che Colin aveva ammirato. In un impeto di rabbia, Emily spaventa Daniel sparando al suo cavallo, senza rendersi conto che ciò avrebbe lasciato Daniel bloccato nella natura selvaggia e ferocemente attaccato dai cani selvatici. Mentre Colin viene avvicinato da Elton, quest’ultimo gli porta il cavallo di Daniel e gli fa cadere dei proiettili in mano. Non viene rivelato se Colin sappia chi è il responsabile dell’omicidio di Daniel. Gli spettatori rimangono con un’ultima inquadratura del volto severo di Emily, mentre il suo destino a Marianne è lasciato in sospeso.
Territory è attualmente disponibile in streaming su Netflix.
Terrifier 3: Lauren LaVera condivide sanguinose foto dal backstage
La star di Terrifier 3 Lauren LaVera ha condiviso su Instagram alcune nuove foto e filmati piuttosto raccapriccianti del dietro le quinte del recente terzo capitolo dell’horror. LaVera ha ripreso il suo ruolo di Terrifier 2 come Sienna Shaw e, sebbene sia riuscita a sopravvivere alla furia omicida di Art the Clown, è stata sottoposta a un incubo che l’ha lasciata sull’orlo della morte.
L’esperienza di Sienna è tutt’altro che finita, tuttavia, poiché sembra che dovrà andare all’Inferno (letteralmente) per salvare sua nipote nel prossimo Terrifier 4. Questo materiale dal backstage mette in luce alcune delle cose orribili che sono state inflitte a Sienna e ai suoi amici e, sebbene sia molto più facile da gestire quando vedi gli attori divertirsi durante le riprese di queste scene, è consigliata comunque cautela, per sfogliare le immagini:
La trama di Terrifier 3
Terrifier 3 ci porta a cinque anni di distanza dall’ultima sanguinaria apparizione dello spietato killer Art il Clown, interpretato ancora una volta da David Howard Thornton. Travestito da Babbo Natale, Art il Clown tornerà a infestare gli incubi dei cittadini di Miles County, a cui regalerà folli momenti di sangue durante il periodo più magico dell’anno. Nel trailer, in cui il clown, al posto dei regali, estrae dal sacco un’ascia con cui dare inizio alla mattanza, ritroviamo anche volti familiari del franchise: su tutti Sienna Shaw (Lauren LaVera), eroica sopravvissuta al massacro del secondo capitolo, costretta ad affrontare nuovamente la propria nemesi assieme al fratello Jonathan (Elliott Fullam). Oltre ai nomi ben noti ai fan, Terrifier 3 dà però spazio a molti personaggi nuovi, con la partecipazione di leggende dell’horror quali il maestro degli effetti speciali Tom Savini (Zombi di George Romero, Dal tramonto all’alba di Robert Rodriguez).
Midnight Factory, etichetta di Plaion Pictures, distribuirà al cinema Terrifier 3, il terzo capitolo della saga horror slasher firmata Damien Leone e il primo che arriverà sul grande schermo in Italia, in anteprima il 31 ottobre per festeggiare Halloween con i fan e dal 7 novembre in tutti i cinema.
Terrifier 3, una clip in esclusiva del film in anteprima la notte di Halloween
In vista dell’uscita in sala il 7 novembre e dell’anteprima nel giorno di Halloween (quale data migliore?), ecco una clip esclusiva di Terrifier 3, il terzo raccapricciante capitolo della saga horror slasher firmata Damien Leone e il primo che arriverà sul grande schermo in Italia.
La clip esclusiva di Terrifier 3
Nella clip, vediamo la protagonista Sienna, interpretata da una Lauren LaVera perfettamente in parte, alle prese con una ragazza che mette a dura prova la sua psiche ancora traumatizzata dall’incontro con Art (a cui è miracolosamente sopravvissuta, come ricorderà bene chi ha visto il secondo capitolo della saga). Sienna è infatti avvicinata da Mia, che cerca in tutti i modi di ottenere un’intervista per il suo podcast di true crime e che tratta la tragedia di Sienna solo come un fenomeno da mungere, totalmente indifferente al dolore della protagonista, provocandone la violenta reazione.
La trama di Terrifier 3
Terrifier 3 ci porta a cinque anni di distanza dall’ultima sanguinaria apparizione dello spietato killer Art il Clown, interpretato ancora una volta da David Howard Thornton. Travestito da Babbo Natale, Art il Clown tornerà a infestare gli incubi dei cittadini di Miles County, a cui regalerà folli momenti di sangue durante il periodo più magico dell’anno. Nel trailer, in cui il clown, al posto dei regali, estrae dal sacco un’ascia con cui dare inizio alla mattanza, ritroviamo anche volti familiari del franchise: su tutti Sienna Shaw (Lauren LaVera), eroica sopravvissuta al massacro del secondo capitolo, costretta ad affrontare nuovamente la propria nemesi assieme al fratello Jonathan (Elliott Fullam). Oltre ai nomi ben noti ai fan, Terrifier 3 dà però spazio a molti personaggi nuovi, con la partecipazione di leggende dell’horror quali il maestro degli effetti speciali Tom Savini (Zombi di George Romero, Dal tramonto all’alba di Robert Rodriguez).
Midnight Factory, etichetta di Plaion Pictures, distribuirà al cinema Terrifier 3, il terzo capitolo della saga horror slasher firmata Damien Leone e il primo che arriverà sul grande schermo in Italia, in anteprima il 31 ottobre per festeggiare Halloween con i fan e dal 7 novembre in tutti i cinema.
Terrifier 3, la spiegazione del finale
Terrifier 3 di Damien Leone è una delle maggiori uscite horror del 2024. Dopo essere stato apparentemente sconfitto al culmine di Terrifier 2, l’inizio del terzo capitolo dimostra che Art il Clown (David Howard Thornton) ha un conto in sospeso. Terrifier 3 si svolge durante le festività natalizie e vede Art vestito da Babbo Natale, che porta con sé il suo grande sacco di regali, con un contenuto molto più sinistro che verrà utilizzato per eliminare il cast di supporto. L’ambientazione natalizia è molto vintage e classica e, se l’immagine non è abbastanza chiara, il film ricorda costantemente che è il periodo delle feste suonando canti natalizi corali. In Terrifier 3, Art si cimenta nelle sue solite buffonate da slasher, ma quanto sono brutali le uccisioni questa volta?
Come resuscita Art il clown in Terrifier 3?
La fine di Terrifier 2 ha visto Art il Clown decapitato da Sienna (Lauren LaVera), ma era abbastanza ovvio che Art non sarebbe rimasto morto a lungo. La domanda non era se Art sarebbe tornato in vita, cosa che è stata risolta in una scena a metà dei titoli di coda in cui Victoria faceva nascere la testa di Art, ma come sarebbe tornato? L’apertura vede il corpo decapitato di Art che viene scoperto prima di attaccare l’uomo che lo ha trovato. Art sale su un treno della metropolitana e si vede attaccare la testa dell’uomo che ha attaccato alla propria. Questo aggiunge un nuovo livello di abilità soprannaturali di Art. Alla fine si dirige verso il reparto psichiatrico di Victoria e riunisce la sua testa con il corpo, uccidendo nel frattempo le infermiere (Leah Vaysey e Chris Jericho) del secondo film.
Il film salta poi a cinque anni fa per raggiungere Sienna, che fa visita alla zia Jessica (Margaret Anne Florence), allo zio Greg (Bryce Owen Johnson) e alla loro figlia Gabbie (Antonella Rose), che guarda con ammirazione a Sienna. È chiaro che Sienna sta ancora soffrendo per gli eventi del film precedente, poiché le appaiono visioni dei suoi amici maciullati. Suo fratello Jonathan (Elliot Fullam) è ora al college e, di conseguenza, ha una parte molto più piccola in Terrifier 3. Per quanto riguarda Art il Clown e Victoria, sono rimasti dormienti in un edificio abbandonato negli ultimi cinque anni, per poi essere svegliati dagli uomini della demolizione che vengono a controllare la proprietà. Mentre è in giro per negozi con Gabbie, Sienna vede Art e capisce che la storia si sta ripetendo.
In che modo Terrifier 3 approfondisce la storia di Art il clown?
Art è ancora il suo personaggio esagerato: una scena iniziale che lo mostra mentre incontra Babbo Natale con lo stupore di un bambino è uno dei momenti più divertenti dell’intera serie. Anche le uccisioni sono altrettanto brutali: Art usa un’ascia, l’azoto liquido e una motosega per infliggere dolore. Tuttavia, Terrifier 3 si prende anche il tempo di espandere la storia già definita nel secondo film. Mentre disfa le sue cose a casa della zia, Sienna trova il suo diario che contiene le lettere che Elliot le ha scritto su come sconfiggere Art. Le lettere spiegano che Art è un demone e che non può essere ucciso. Le lettere spiegano che Art è un demone che ha bisogno di un contenitore, il quale deve essere morto di recente per poter passare dall’altra parte e rivivere. Jonathan credeva che la ragazza pallida fosse quel contenitore e che, se l’avessero distrutta, avrebbero potuto uccidere Art. Tuttavia, in Terrifier 3, Art sta usando Victoria come tramite, per cui è stata lei a far rinascere la sua testa.
a lettera ha anche sottolineato che ogni demone ha bisogno di una buona controparte, e Sienna è quella per Art. Sebbene il secondo film abbia iniziato a svelare questo elemento del franchise, Terrifier 3 lo approfondisce molto di più. I flashback del sogno di Sienna la mostrano mentre parla con suo padre da bambina e le viene consegnata l’immagine che lui ha disegnato della sua prima eroina femminile, il disegno che è diventato l’iconico costume di Halloween di Sienna. Quando il padre le consegna il dipinto, una forza sembra impedirgli di lasciarlo andare, perché sembra che ci sia una connessione spirituale che viene trasmessa a Sienna. Il padre spiega anche la storia della spada di Sienna nel contesto del suo disegno dell’angelo guerriero, spiegando che la sua arma ha poteri speciali e non potrà mai farle del male. Per Sienna è chiaro che deve tornare al Terrificatore, dove la spada è stata lasciata alla fine del secondo film, e usarla per sconfiggere definitivamente l’Arte.
Sienna sconfigge Art il clown in Terrifier 3?
Dopo una serie di omicidi casuali che includono il compagno di stanza di Jonathan, Art il Clown e Victoria attaccano Sienna a casa degli zii e la mettono al tappeto. Si sveglia legata a una sedia con la bocca chiusa dal nastro adesivo, con la zia Jessica di fronte a lei nella stessa posizione. Greg è già stato ucciso e il suo corpo senza testa è inchiodato al muro in posizione di crocifissione, la sua testa è posta sull’albero di Natale e Art vi avvolge gli intestini come orpelli. Victoria solleva un panno da un tavolo al centro della stanza per rivelare un teschio mozzato infestato dai topi. Victoria dice a Sienna e Jessica che si tratta della testa di Gabbie, ma poi afferma che in realtà si tratta di Jonathan dopo aver posato i suoi occhiali sul teschio. La presunta morte di Jonathan avviene fuori campo, quindi c’è ancora la possibilità di riportarlo in vita. Jessica subisce poi una delle morti più strazianti della serie, quando viene nutrita a forza con topi vivi.
Il demone dentro Victoria tenta di possedere Sienna, ma lei è troppo forte per cedere, perché ha ancora qualcosa per cui vivere, sentendosi protettiva nei confronti di Gabbie ancora viva. Art si impossessa di Gabbie e cerca di ucciderla, ma lei insiste che vuole che Sienna apra prima il suo regalo. All’inizio del film, Gabbie era stata rimproverata per aver aperto i regali e averli incartati di nuovo da sola, quindi era chiaro che sapeva cosa c’era nel misterioso pacco regalo: una spada. Non appena apre la spada, Sienna pugnala Victoria, che si disintegra rapidamente sul pavimento, aprendo un enorme buco demoniaco. Nel frattempo, si scatena una grande lotta tra Art e Sienna, con Art che combatte la spada di Sienna con una motosega. Dopo un’incessante battaglia, la motosega di Art si incastra nel tavolo e Sienna riesce ad accoltellarlo contro il muro. Tuttavia, Gabbie viene trascinata nel buco nel terreno e Sienna cerca di salvarla. Usando la spada, cerca di tirare su Gabbie, tagliandosi le mani sulle lame. Gabbie non è abbastanza forte e scivola nel vuoto insieme alla spada. Sienna giura di riportarla indietro e le ferite alle mani iniziano a guarire quasi istantaneamente.
Quando guarda il punto in cui si trovava Art il Clown, tutto ciò che rimane è una macchia di sangue sul muro e una finestra rotta. Terrifier 3 passa poi a un Art dall’aspetto trasandato che aspetta alla fermata dell’autobus mentre in sottofondo suona “Silent Night”. Sale sull’autobus dove una donna sta leggendo Il nono cerchio, una sottile allusione al primo film in cui Art è apparso. Mentre l’autobus si allontana, tutto è pronto per un’altra resa dei conti nell’annunciato Terrifier 4. Sebbene alcune domande rimangano irrisolte, Terrifier 3 introduce una maggiore conoscenza della storia ed espande il legame tra Art e Sienna, scegliendo un finale meno ambiguo del precedente, ma lasciando comunque in sospeso i destini di Gabbie e Sienna.
Terrificante Teaser Trailer italiano del remake de La casa!
Guarda il terrificante teaser trailer del remake de La Casa, l’horror cult diretto da Sam Raimi datato 1981. La pellicola è prodotta dallo stesso registe e distribuita questa volta dalla Warner Bros. Alla sceneggiatura fra gli altri il Premio Oscar Diablo Cody, mentre dietro la macchina da prese c’è Fede Alvarez.
Terrence Malick’s Untitled Film: sul set con Michael Fassbender e Natalie Portman
Era solo questione di ore prima che il neo divo Michael Fassbender fosse convocato da sua maestà Terrence Malick, dal momento che il regista texano è una vera e propria calamita per i grandi attori che lavorano con lui pur sapendo di poter scomparire in fase di montaggio.
E così ecco le foto dal set dell’ultimo progetto di Terry, ancora senza un titolo, che vedono la Portman, già fotografata insieme al regista sul set, insieme a Fassbender. Del film, come è quasi ovvio, non si sa ancora nulla, ma sembra che Malick si sia rimboccato le maniche e si sia messo a lavoro con una certa operosità.
Fonte: Collider
Terrence Malick: un video mostra la sua influenza nel cinema di altri registi
Che Terrence Malick sia osannato in maniera cieca come un maestro è un dato di fatto alquanto irritante, soprattutto perché lo stuolo di fan adoranti si è “svegliato” soltanto dopo la Palma d’Oro a Cannes 2011 per Tree of Life.
Considerato poi che, dopo il film con Brad Pitt, Malick ha cominciato un percorso prolifico e artisticamente inferiore rispetto a quanto fatto nei primi 30 anni di carriera, sembra importante incoraggiare i fan dell’ultima ora a recuperare il lavoro precedente al 2011 del maestro texano, quello che ha ispirato in maniera profonda il cinema contemporaneo.
IndieWire ha infatti pubblicato un video che riassume l’influenza di Terrence Malick negli altri film. Potete vederlo a seguire:
Di seguito la lista dei titoli mostrati nel video:
“Ain’t Them Bodies Saints” (2013),
David Lowrey
“All the Real Girls” (2003), David Gordon Green
“The Assassination of Jesse James by the Coward Robert Ford”
(2007), Andrew Dominik
“Beasts of No Nation” (2015), Cary Fukunaga
“The Better Angels” (2014), A.J. Edwards
“Ex
Machina” (2015), Alex Garland
“George Washington” (2000), David Gordon Green
“Joe” (2013), David Gordon Green
“Lost River” (2014), Ryan Gosling
“Man of Steel” (2013), Zack
Snyder
“Shotgun Stories” (2007), Jeff Nichols
“Silent Light” (2007), Carlos Reygadas
“Up in the Air” (2009), Jason Reitman
“Upstream Color” (2013), Shane Carruth
Song to Song – recensione del film di Terrence Malick
Nel 2017 è uscito Song to Song, mentre al momento Malick è al lavoro su Redagund, che racconta una storia ambientata nella Germania del 1943 e ruota intorno alla tragica figura di Franz Jägerstätter, un contadino cattolico austriaco. Obiettore di coscienza, l’uomo venne giustiziato per essersi rifiutato di servire nell’esercito nazista. Venne beatificato nel 2007.
A prestare il volto a Franz Jägerstätter ci sarà l’attore August Diehl, noto per il suo ruolo in Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino (era il maggiore della Gestapo Dieter Hellstrom che scopriva la vera nazionalità di Archie Hicox/Michael Fassbender nella scena della cantina).
Terrence Malick: trapelato il titolo del film con Ryan Gosling ?
Come spesso accade nel mondo di Terrence Malick, niente è ufficiale fino a che il film non è sullo schermo, ma questa notizia potrebbe implicare che il suo prossimo film in questione sia probabilmente finito.
Non stiamo parlando di Knight of Cups, bensì del prossimo film di Terrence Malick con Ryan Gosling, Rooney Mara, Michael Fassbender, Natalie Portman e Cate Blanchett. Secondo quanto riporta The Film Stage, il film – che da tempo è senza titolo – si dovrebbe intitolare “Weightless“. L’indiscrezione arriva da alcuni credits appartenenti al Sound Editor/Re-Recording Mixer Joel Dougherty, che ha già lavorato in Knight Of Cups e che tra i suoi lavori cita anche il nuovo Weightless, accreditando il film a Terrence Malick. Teniamo ben presente che si potrebbe trattare di un titolo provvisorio usato durante la lavorazione, visto che la Film Nation – che ha prodotto il film, ancora non aggiorna in proposito il suo sito. Finora si sa ancora poco del film, ovvero che parlerà di due triangoli amorosi che si interesecano e che sarà ambientato a Austin in Texas, però qui potete leggere la descrizione di alcune scene del film mostrate in anteprima alle Giornate professionali del cinema di Sorrento. Sembra che ci sia ancora possibilità che il film venga mostrato a Cannes.
Fonte: Indie Wire
Terrence Malick: primo sguardo alla sua VR Experience Together
Mentre ancora si aspettano novità in merito a Radegund, nuovo film drammatico di Terrence Malick, grazie al SXSW Film Festival, possiamo avere la possibilità di dare un primo guardo alla VR Experience ideata dal regista che porta il titolo di Together.
https://www.youtube.com/watch?v=FNKnpPqg1qA
Il lavoro è frutto di una collaborazione tra Malick e il direttore della fotografia Rodrigo Prieto, autore della fotografia di I Segreti di Brokeback Mountain, The Wolf of Wall Street e Silence.
L’istallazione è stata realizzata da Framestore e Facebook ed è descritta come uno sguardo intimo al “potere della connessione umana”. Di seguito la sinossi ufficiale:
“Il pezzo fonde la danza e la tecnologia, mettendo lo spettatore nel mezzo di una storia emotiva che racconta la caduta delle barriere per avvicinare le persone. La VR ha sfidato Malick e Prieto a ripensare la struttura narrativa tradizionale e a realizzare un lavoro che utilizza la realtà virtuale per raccontare una storia senza tempo sulla connessione umana.”
L’istallazione si avvale della collaborazione dei due artisti Jon Boogz e Lil Buck.
Thy Kingdom Come: trailer del film dagli “avanzi” di To the Wonder di Terrence Malick
Fonte: IndieWire
Terrence Malick: oltre al nuovo film in arrivo anche un documentario.
Terrence Malick: il miglior modo per vedere un film è sul grande schermo
Sembrava non dovesse mai più accadere, eppure Terrence Malick è riuscito a vincere il suo temperamento schivo e a fare un’apparizione pubblica, durante la quale ha parlato di cinema.
Malick è stato infatti ospite d’onore all’Università di Princeton. Dopo la proiezione di Viaggio in Italia di Roberto Rossellini, il regista texano ha incontrato il giovane pubblico.
Durante la conversazione, come riportapuntualmente The Film Stage, Malick “ha esternato grande entusiasmo per la tecnologia leggera ed economica che permette di realizzare riprese in HD, cosa che secondo lui democratizza il cinema. Lui stesso, nel suo modo di fare cinema, ha di recente mostrato grande interesse verso le ultime tecnologie disponibili in fatto di ripresa, nominando in particolare le camere GoPro. Ma quando si tratta di fruire il cinema (e quindi non di “farlo”) è stato irremovibile sulla unicità e insostituibilità del grande schermo per esprimere a pieno le potenzialità della settima arte.”
Voyage of Time recensione del film di Terrence Malick
Mentre in Italia si aspetta per il 9 novembre Knight of Cups, l’ultimo film di Terrence Malick, il documentario Voyage of Time, è stato presentato in concorso alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia del 2016.
Negli States aspettano per l’inizio del 2017 l’arrivo al cinema di Weightless, film in cui Malick ha diretto Ryan Gosling, Christian Bale e Natalie Portman. Intanto è stato annunciato il suo prossimo progetto, ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale e intitolato Radegund.
Fonte: IndieWire
Terrence Malick vuole Bruno Ganz e Matthias Schoenaerts per Redegund
Che Terrence Malick sia in un periodo di febbrile attività rispetto ai primi vent’anni della sua carriera è cosa ormai nota e, dopo aver presentato al pubblico il suo ultimo lavoro, Voyage of Time, il regista texano si sta preparando a intraprendere un nuovo viaggio che lo porterà a raccontare la storia di Franz Jägerstätter, un contadino e obiettore di coscienza austriaco che si rifiutò di servire l’esercito nazista durante la Seconda Guerra Mondiale. Il film si intitola Redegund e il protagonista è stato già annunciato qualche mese fa: August Diehl, attore tedesco visto in Salt e Bastardi senza gloria.
Come è solito nel suo modus operandi, Terrence Malick non è mai avaro di attori, e così, oltre al protagonista, sta adesso cercando il resto del cast che comporrà un quadro, supponiamo, magmatico e interrogativo, dal momento che recitare in un film di Malick non vuole per forza dire arrivare sul grande schermo in un film di Malick.
Alcuni siti
tedeschi riportano la notizia che il regista texano vorrebbe nel
suo prossimo film attori europei. I siti fanno anche dei nomi, tra
cui spiccano Bruno Ganz, la giovane
austriaca Valerie Pachner, il
belga Matthias Schoenaerts e il
tedesco Jürgen Prochnow.
Chiaramente del film non si sa molto altro, né data di inizio produzione né dettagli tecnici, ma con i classici tempi malickiani è chiaro che non bisognerà aspettarsi novità a breve.
Da sottolineare però la natura della storia. Sebbene negli ultimi suoi lavori Malick abbia estremizzato il suo stile antinarrativo e rarefatto, questo particolare tipo di dramma storico potrebbe riportare il regista in binari più tradizionali.
Venezia 73: Voyage of Time Life’s Journey recensione del film di Terrence Malick
Mentre in Italia aspettiamo ancora l’uscita di Knight of Cups, il suo prossimo film, Weightless, con un cast di tutto rispetto (Michael Fassbender, Haley Bennett, Rooney Mara, Natalie Portman, Ryan Gosling, Christian Bale, Cate Blanchett) sembrerebbe dover uscire nel 2017, salvo complicazioni e ritorno in camera di montaggio.
Matthias Schoenaerts dopo averlo visto nel cast di The Danish Girl di Tom Hooper ed essere stato diretto dall’italiano A Bigger Splash diretto da Luca Guadagnino sarà nel cast di The Racer and the Jailbird di Ritesh Batra e in Our Souls at Night di Michaël R. Roskam.
Terrence Malick racconterà di nuovo la guerra in Radegund
Mentre in Italia si attende ancora l’uscita di Knight of Cups e nel resto del mondo quella di Weightless e dell’annunciato Voyage of Time, torniamo a parlare di quel genio di Terrence Malick.
L’Hollywood Reporter, infatti, ci informa che il regista ha in cantiere la realizzazione di un nuovo film, il cui titolo sarà Radegund. Stando alle prime indiscrezioni, la trama della pellicola, ambientata nella Germania del 1943, ruoterà attorno alla tragica storia di Franz Jägerstätter, un contadino cattolico austriaco. Obiettore di coscienza, l’uomo venne giustiziato per essersi rifiutato di servire nell’esercito nazista. Venne beatificato nel 2007.
Il regista, sceneggiatore e produttore statunitense tornerà così a raccontare gli orrori della guerra dopo il capolavoro La sottile linea rossa uscito nel 1998.
A prestare il volto a Franz Jägerstätter ci sarà l’attore August Diehl, noto per il suo ruolo in Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino (era il maggiore della Gestapo Dieter Hellstrom che scopriva la vera nazionalità di Archie Hicox/Michael Fassbender nella scena della cantina).
Cosa vi aspettate da questo nuovo progetto di Terrence Malick?
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Fonte: THR
Terrence Malick in Italia per The Last Planet, sulla vita di Cristo
Terrence Malick torna al lavoro e ancora una volta sceglie l’Italia come set per il suo prossimo film. Si intitolerà The Last Planet e racconterà alcune scene della vita di Cristo. Le prime informazioni, ovviamente, sono scarse, ma sembra che la location scelta dal regista texano sarà la riserva naturale di Tor Caldara, nel comune di Anzio.
Su Comingsoon.it leggiamo che il film dovrebbe avere una “tematica storica e religiosa forte, alla scoperta di alcuni passaggi della vita di Cristo, con la rappresentazione di parabole evangeliche, alcune delle quali saranno girate, a metà giugno, proprio a Tor Caldara e dintorni.”
Il sindaco di Anzio, Candido De Angelis, ha detto: “La città di Anzio è onorata di essere stata scelta da un regista e artista contemporaneo dello spessore internazionale di Terrence Malick”. Sembra che il film sia in corso di lavorazione da qualche settimana, ma non si hanno notizie in merito al cast coinvolto. Per quello che riguarda lo stile del film, possiamo ipotizzare che si tratterà di uno stile poco narrativo.
Terrence Malick ha inaugurato la sua riflessione sulla spiritualità e la divinità, ufficialmente, con The Tree of Life, anche se questo aspetto non è mai stato completamente estraneo anche alle sue pellicole precedenti. Nella sua ultima apparizione pubblica, a Cannes 2019 in occasione della premiere di A Hidden Life (qui la nostra recensione), il regista aveva mostrato un ulteriore passo in questa riflessione legata alla fede e alla spiritualità.
Il film parla infatti di un obbiettore di coscienza che, durante la Seconda Guerra Mondiale, si rifiuta di andare a combattere tra le fila naziste, fino a pagarne le conseguenze estreme. Il film è stato accolto con calore dal pubblico del festival e dalla stampa internazionale, tanto da essere considerato il film della ripresa per il regista stesso, che da The Tree of Life in poi ha presentato una serie di film molto inferiori rispetto agli standard e alle grandi aspettative che il pubblico ha nei suoi confronti.
Terrence Malick in Italia per girare il suo nuovo film Radegund
Terrence Malick è stato in Italia per girare il suo nuovo film, il cui titolo sarà Radegund. Per due giorni, infatti, il regista de La sottile linea rossa e The Tree of Life è stato ospite di Sappada, comune italiano della provincia di Belluno in Veneto, per girare alcune sequenze della sua nuova opera. La produzione del film si è trattenuta sul luogo per tutte le giornate dell’8 e del 9 agosto.
Terrence Malick, noto per i suoi set blindatissimi e per il suo carattere schivo, ha evitato qualsiasi dichiarazione pubblica. “Per noi è un’ottima occasione per farci conoscere”, ha dichiarato il sindaco Manuel Piller Hoffer.
“Abbiamo constatato la grande
professionalità dei nostri ospiti nel richiedere i permessi per
l’utilizzo dell’area e per qualche piccolo lavoro, come
l’eliminazione provvisoria di alcuni lampioni. Poi la produzione è
intervenuta pure sulle abitazioni private, per riportare portoni e
infissi all’epoca della storia, gli anni 40”.
Stando alle prime indiscrezioni, la trama della pellicola, ambientata nella Germania del 1943, ruoterà attorno alla tragica storia di Franz Jägerstätter, un contadino cattolico austriaco. Obiettore di coscienza, l’uomo venne giustiziato per essersi rifiutato di servire nell’esercito nazista. Venne beatificato nel 2007.
Il regista, sceneggiatore e produttore statunitense tornerà così a raccontare gli orrori della guerra dopo il capolavoro La sottile linea rossa uscito nel 1998.
A prestare il volto a Franz Jägerstätter ci sarà l’attore August Diehl, noto per il suo ruolo in Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino (era il maggiore della Gestapo Dieter Hellstrom che scopriva la vera nazionalità di Archie Hicox/Michael Fassbender nella scena della cantina).
Cosa vi aspettate da questo nuovo progetto di Terrence Malick?
Terrence Malick a Venezia 73 con Voyage of Time: guarda il trailer del documentario
Mentre in Italia si attende ancora l’uscita di Knight of Cups e nel resto del mondo quella di Weightless, ricordiamo che Terrence Malick presenterà al prossimo Festival di Venezia il documentario Voyage of Time, una celebrazione del pianeta Terra, un vero e proprio viaggio nel tempo, dalla nascita dell’universo fino al suo collasso finale.
Fonte: MessaggeroVeneto
Terrence Malick e Christian Bale: conferma delle riprese e video dal set!
Soltanto ieri mostravamo le
immagini dal set segreto di Terrence Malick alle prese con un nuovo
misterioso progetto che vede protagonista Christian Bale. Oggi
arrivano conferme da un nuovo reportage pubblicato da DailyMotion
realizzato da un fan che si trovava casualmente al festival durante
le riprese.
Terrence Malick denunciato!
Terrence Malick è stato denunciato. Questo per non aver rispettato gli accordi, i tempi di produzione e in sostanza le scadenze di un film chiamato Voyage of Time. La Seven Seas, una società di finanziamenti di cui Malick e compagni si erano serviti per la realizzazione del film ha così denunciato il regista e la sua casa di produzione Sycamore Pictures.
Considerando che Terrence Malick non è restato affatto fermo negli ultimi anni (tra il 2011 ed oggi possiamo attribuirgli almeno 5 progetti, tra cui The Tree of Life e To The Wonder), la Seven Seas sospetta che i 3,3$ milioni di dollari investiti in quello che doveva essere il film concordato, siano invece stati utilizzati per la produzione di altre pellicole.
Voyage of Time è stato descritto come un film-documentario sulla creazione dell’universo e sull’evoluzione. Comprendeva tra l’altro 2 film IMAX della durata di 45 minuti ciascuno, oltre al lungometraggio.
Una storia non limpida dove occorrerà fare chiarezza al più presto, anche nel rispetto dei fan di Malick che magari vorrebbero sapere quando (e a questo punto “se) Voyage of Time vedrà la luce.
Fonte: Variety
Terrence Howard: Robert Downey Jr. mi ha fatto fuori da Iron Man 2
In molti si sono chiesti come mai,
dopo il successo di Iron Man nel 2008, Terrene
Howard non abbia fatto ritorno nei panni di James Rhodes aka
War Machine, a beneficio del suo sostituto Don Cheadle. Ed è
proprio lo stesso Terrene Howard a fornire la spiegazione
dell’accaduto durante una conferenza stampa per il suo ultimo film,
facendoci intendere che essenzialmente Robert Downey Jr. lo
avrebbe fatto fuori dal sequel della pellicola di Jon
Favreau. Howard non menziona mai
specificatamente il nome del collega ma, interrogato in merito,
spiega la sua assenza in Iron Man 2
dicendo:
Bene, è uscito fuori… E questo mi metterà in grossi guai. E’ accaduto che la persona che io ho aiutato a diventare Iron Man, quando arrivò il momento di riunirsi per il sequel, prese i soldi che si supponevano destinati a me e mi fece fuori. Avevamo un accordo per tre film. L’affare era fatto anzi-tempo. Una certa cifra per il primo. Per il secondo un’altra ancora e poi per il terzo…Vennero da me per il secondo e mi dissero, “Ti pagheremo un ottavo di quello che avevamo stipulato sul contratto, perché pensiamo che il secondo film avrà successo anche senza di te!” Ed io ho chiamato il mio amico a cui ho dato una mano per avere il lavoro nel primo e lui non mi ha richiamato per tre mesi.
Alla domanda sul suo rapporto con Downey Jr., Terrence Howard risponde:
Oh, lo adoro. Dio lo benedica.
In sostanza le affermazioni di Howard su Downey dipingono in modo molto chiaro il comportamento spigoloso del collega, considerando che il torto è arrivato da chi, in merito alla questione dei rinnovi contrattuali post-Avengers, si espresse dicendo alla Marvel:
Non ho intenzione di lavorare in un ambiente dove i miei colleghi vengono trattati come delle m…e!!!
A voi il giudizio.
Fonte: MovieWeb
Terrence Howard: 10 cose che non sai sull’attore
Attore candidato all’Oscar, Terrence Howard ha negli anni costruito una carriera ricca di titoli di successo, che lo hanno portato a distinguersi per talento e versatilità. Attivo anche in televisione, Howard è divenuto celebre per essere stato il protagonista di una nota serie TV, che lo ha tenuto particolarmente impegnato negli ultimi anni.
Ecco 10 cose che non sai di Terrence Howard.
Parte delle cose che non sai sull’attore
Terrence Howard: i suoi film e le serie TV
10. Ha recitato in celebri lungometraggi. Il primo ruolo di rilievo ricoperto al cinema dall’attore è quello nel film Goodbye Mr. Holland (1995). Successivamente acquista maggiore popolarità grazie a The Best Man (1999) e Big Mama (2000), con Martin Lawrence. Con Crash – Contatto fisico (2004), si afferma ulteriormente, per poi recitare in film come Ray (2004), con Jamie Foxx, Hustle & Flow – Il colore della musica (2005), Iron Man (2008), con Robert Downey Jr., Winnie Mandela (2011), On the Road (2012), La regola del silenzio (2012), di Robert Redford, The Butler (2013), con Forest Whitaker, Prisoners (2013), St. Vincent (2014), con Bill Murray, e Cut Throat City (2020).
9. È noto per i suoi ruoli televisivi. Howard ottiene una prima notorietà in televisione grazie alla serie Sparks (1996-1998). Successivamente continua a distinguersi grazie a titoli come Street Time (2003), Law & Order: LA (2010-2011), Wayward Pines (2015-2016), Hada Madrina (2016) e Electric Dreams (2017). Dal 2015 è tuttavia noto sul piccolo schermo grazie al personaggio di Lucious Lyon, protagonista della serie Empire, conclusasi nel 2020.
8. È stato nominato al premio Oscar. Uno dei ruoli più importanti nella carriera dell’attore è quello di Djay, protagonista del film Hustle & Flow – Il colore della musica. All’interno di questo Howard è infatti un carismatico pappone con il sogno di diventare un affermato rapper. Per la sua interpretazione, l’attore è stato poi nominato a diversi importanti premi cinematografici, tra cui il prestigioso premio Oscar per il miglior attore protagonista.
Terrence Howard: moglie e figli
7. Si è sposato più volte. Nel corso degli ultimi vent’anni l’attore è stato sposato per ben tre volte, dando alla luce un totale di cinque figli. Il primo matrimonio, durato dal 2003 al 2007 fu con Lori McCommas, dalla quale ebbe tre figli. Nel 2010 sposò invece Michelle Ghent, ma la loro relazione durò poco più di un anno, e nel 2013 arrivarono al divorzio. Il terzo matrimonio di Howard risale allo stesso 2013, quando sposa Mira Pak. Da lei ebbe il quarto figlio, nel 2015, e in quello stesso anno divorziano. Nel 2016, anche se la relazione era già finita, nacque il loro secondo figlio (il quinto per Howard).
Terrence Howard in Pride
6. Ha interpretato e prodotto il film. Nel 2007, mentre era all’apice del suo successo, l’attore recitò nel film Pride. Dramma sportivo, questo vede Howard nei panni di Jim Ellis, il quale si impegna a dar vita ad una squadra di nuoto per adolescenti problematici. Per il film, tuttavia, Howard non si limita a recitare nel ruolo del protagonista, ma ricopre anche le vesti di produttore esecutivo, supportando così la realizzazione del film.
Parte delle cose che non sai sull’attore
Terrence Howard in Iron Man
5. Ha condotto ricerche sul luogo per il suo ruolo. Nel film Iron Man, primo del Marvel Cinematic Universe, l’attore ha ricoperto il ruolo del colonnello James Rhodes. Per poter comprendere meglio il personaggio, Howard visitò diverse basi militari, come la Nellis Air Force, dove passò diverso tempo a stretto contatto con il personale, osservandone la routine e i compiti principali. Tutto ciò si rivelò per lui fondamentale al fine di risultare realistico nel ruolo.
4. Era entusiasta di recitare nel film. Per l’attore partecipare al film era non solo l’occasione per dar vita a qualcosa di nuovo nella sua carriera, ma anche per poter recitare a stretto contatto con Robert Downey Jr. Howard si è infatti dichiarato suo fan sin dai suoi primi film, e lo ha in più occasioni citato come uno dei suoi interpreti preferiti. Per loro fu tuttavia l’unica possibilità di lavorare insieme, poiché i loro rapporti si incrinarono in seguito al film.
Terrence Howard e Robert Downey Jr.
3. Ha accusato il collega del suo mancato rinnovo nel ruolo. Al momento delle riprese di Iron Man, Howard era l’attore più pagato sul set. Dopo il successo del film, tuttavia, fu chiaro che ciò sarebbe ben presto cambiato. Stando a quanto riportato dall’attore infatti, la Marvel andò contro il loro precedente accordo offrendogli un compenso particolarmente ridotto. Ciò era dovuto anche alla necessità di offrire di più a Downey Jr. Howard decise infine di rinunciare al ruolo, dando la colpa al collega per il trattamento ricevuto. Nei film successivi è poi stato sostituito da Don Cheadle.
2. I due attori erano in aperta competizione. Del set di Iron Man Howard ha raccontato la gioia di poter collaborare con Downey Jr., che ammirava molto. Tale sentimento venne poi in parte a decadere nel momento in cui tra i due attori si generò una forte competizione, specialmente da un punto di vista fisico. I due sembra fossero infatti soliti sfidarsi a chi sfoggiava una corporatura più massiccia e muscolosa. Da qui sembra siano nati i primi contrasti tra di loro, che portarono poi all’allontanamento di Howard.
Terrence Howard: età e altezza
1. Terrence Howard è nato a Chicago, nell’Illinois, Stati Uniti, l’11 marzo 1969. L’attore è alto complessivamente 164 centimetri.
Fonte: IMDb
Terrence Howard nell’action-thriller Dead Man Down
Terraviva Film Festival: 16 al 20 novembre 2021 la seconda edizione
GENOMA FILMS e l’Associazione Amici di Giana, dopo il positivo esordio del 2020, presentano la seconda edizione del TERRAVIVA FILM FESTIVAL, rassegna cinematografica e di cultura che, attraverso proiezioni, un concorso cinematografico, talk e masterclass, mira a sviluppare una cultura dell’unione e una conoscenza e comprensione dell’altro e delle diverse identità.
Il Festival, in programma dal 16 al 20 novembre 2021, intende contribuire allo sviluppo dell’inclusione, alla sensibilizzazione verso i temi ambientali, strettamente legati alle migrazioni e alla genesi dei conflitti e a far conoscere alcuni tra gli artisti emergenti e più interessanti espressione dei paesi del sud e dell’est del mondo.
Nel 2020 l’evento – ideato da Paolo Rossi Pisu di Genoma Films insieme a Laura Traversi dell’Associazione Amici di Giana che ne cura la direzione artistica insieme a Giampiero Judica – a causa della pandemia si era svolto solo in modalità on-line, registrando nelle 5 giornate oltre 3000 spettatori sulla piattaforma MyMovies per 21 proiezioni; quest’anno il TERRAVIVA FILM FESTIVAL verrà invece realizzato sia in streaming sulla piattaforma MyMovies che dal vivo al Teatro Laura Betti e alla Casa della Conoscenza di Casalecchio di Reno e negli spazi del DamsLab del Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna.
TERRAVIVA FILM FESTIVAL si pone come un’iniziativa culturale volta alla creazione di consapevolezza, specie tra le nuove generazioni e come contributo verso l’accettazione e comprensione delle diversità culturali, di origine e religione. Con il coinvolgimento delle scuole secondarie di Casalecchio di Reno e il Liceo Leonardo Da Vinci e Laura Bassi di Bologna è stata istituita anche quest’anno una giuria e un premio Terraviva studenti per il miglior film e cortometraggio.
Tre masterclass di scrittura performativa, di movimento creativo e di regia saranno dedicate ai ragazzi delle scuole secondarie e legate ai temi oggetto del festival.
Un focus speciale nell’edizione di quest’anno sarà dedicato alla questione femminile, al tema donne e integralismo e alle difficoltà e al dramma delle donne vittima di violenza domestica e dei femminicidi, purtroppo in vertiginosa crescita. Proiezioni e talk ci porteranno al cuore del problema della violenza di genere e agli eventi politici che intaccano le libertà democratiche.
Madrina della manifestazione sarà l’attrice ed educatrice professionale Priscilla Muscat, da sempre interessata alla valenza pedagogica dell’arte.
Una Giuria Specializzata conferirà il premio Raffaele Pisu 2021 per il miglior film e cortometraggio.
TERRAVIVA FILM FESTIVAL è organizzato da Genoma Films e Associazione Amici di Giana e realizzato in collaborazione con il Comune di Casalecchio sul Reno (Bo) e il Premio Gianandrea Mutti e con il patrocinio del Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna e il riconoscimento del Ministero della Cultura.
IL PROGRAMMA del Terraviva Film Festival
Il programma – disponibile al sito https://terravivafilmfestival.it/programma/ prevede un concorso di 11 lungometraggi, un concorso di 8 cortometraggi e la proiezione di un film fuori concorso, provenienti da oltre 15 paesi.
CONCORSO LUNGOMETRAGGI:
- DYING TO DIVORCE di Chloe Fairwether (Turchia-UK, 2021 – 80 min)
- ETHBET! di Matteo Ferrarini (2021, Belgio – 71 min)
- I FIGLI DI CAINO di Keti Stamo (Francia-Albania-Italia, 2021 – 68 min)
- LA GUERRA DI CAM di Laura Muscardin (Italia, 2020 – 83 min)
- LIVING WATER di Pavel Borecky (Giordania-Svizzera-Repubblica Ceca, 2020 – 77 min)
- NEST di Josefina Pérez-García e Felipe Sigala (Cile, 2021 – 61 min)
- SALMON di Ali Jenaban (Italia-Iran, 2020 – 64 min)
- TAMING THE GARDEN di Salome Jashi (Georgia-Svizzera-Canada-Inghilterra, 2021 – 86 min)
- THE SAINT OF THE IMPOSSIBLE di Marc Raymond Wilkins (Svizzera, 2020 – 97 min)
- YEMEN NONOSTANTE LA GUERRA di Laura Silvia Battaglia (Yemen-Italia, 2020), 52″
- WRITING WITH FIRE di Sushmit Ghosh e Rintu Thomas (India-USA, 2021 – 92 min)
CONCORSO CORTOMETRAGGI:
- ANCORA NON LO SO di Maaria Sayed (Italia, 2021 – corto – 15 min)
- BEYOND THE SEA di Thomàs Sheridan (Italia, 2021 – corto – 29 min)
- EL CLIMA RICO di Angelica de Vito (USA, 2021 – 45 min)
- GIUSTO IL TEMPO PER UNA SIGARETTA di Valentina Casadei (Italia, 2020 – corto – 15 min)
- HAILSTON DANCE di Amin Pour Barghi e Ali Jenaban (Iran, 2017 – corto – 13 min)
- NEL BLU di Mounir Derbal (Italia, 2021 – corto – 15 min)
- PIZZA BOY di Gianluca Zonta (Italia, 2019 – 15 min)
- RESILIENT WARRIORS di Jose Antonio e Giacomo Arrigoni (Italia-Brasile, 2021 – corto – 4 min)
PROIEZIONE FUORI CONCORSO:
LET’S KISS di Filippo Vendemmiati (Italia, 2021 – 85 min)
Il programma quest’anno affronterà con proiezioni, talk e performance tre tematiche specifiche alle quali saranno dedicate tre intere giornate di lavori:
- 17 novembre al Teatro Laura Betti di Casalecchio di Reno Focus migrazione, conflitti ed esilio, diritti umani e ricerca di identità.
Alle ore 16.30 il talk Migrazione e Media: viaggio tra le immagini di una trasformazione. Interverranno: Susanna Guerini (Archivio Memorie Migranti), Laura Berrini (Fondazione Cineteca di Bologna), Mounir Derbal, Maaria Sayed e Keti Stamo (registi vincitori del Premio Gianandrea Mutti), il Professore Leonardo de Franceschi (Università Roma 3), Giuditta Lughi (ricercatrice indipendente), modera Sarah Kamsu, giornalista.
- 18 novembre al Teatro Laura Betti di
Casalecchio di Reno, giornata dedicata ai temi ambientali
e al depauperamento, alla rivalità tra uomo e natura, allo
sradicamento in senso metaforico e materiale.
Alle 16.30 il talk “Ambiente e risorse naturali: la grande abbuffata”. Interverranno: Elly Schlein (Vicepresidente Regione Emilia Romagna), Professoressa Luisa Corazza (direttrice del Centro di Ricerca ArIA – Università degli studi del Molise), Angelica de Vito (adviser per la Missione permanente del Costa Rica alle Nazioni Unite), Luciano Centonze (direttore CEFA – Il seme della solidarietà Onlus), modera Sara Manisera (giornalista).
- 19 novembre i
lavori si spostano al DamsLab in via Azzo Gardino a Bologna
con focus dedicato a donne e integralismo, alle difficoltà e al
dramma delle donne vittima di violenza domestica e alla stretta
interconnessione tra democrazia e diritti delle donne,
tra violenza pubblica e privata.
Alle 17, preceduto dal monologo dell’attrice Paola Michelini “Invisibili”, il talk “Confini Violati: la sopraffazione nei conflitti tra paesi e nelle relazioni tra individui”. Interverranno: Emily Clancy (Vicesindaca e Assessora del Comune di Bologna), Prof. Giacomo Manzoli (direttore del Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna) Razi Mohebi, Soheila Javaheri e Ali Jenaban (registi), Tatiana Biagioni (Presidente AGI – Associazione Avvocati Giuslavoristi Italiani), Laura Silvia Battaglia (giornalista e documentarista), modera Francesca Caruso (ricercatrice nel programma Mediterraneo, Medio Oriente e Africa dello IAI e Policy Officer del MWMN).