Guarda tutte le foto della premiere
londinese di San Andreas, il film
con protagonisti Dwayne
Johnson, Carla Gugino
e Alexandra
Daddario. Nel film, fanno parte del cast, anche
Carla Gugino (“Una Notte Al Museo”, la serie TV,
“Entourage”), Alexandra Daddario (“Percy
Jackson e gli Dei dell’Olimpo”, la serie TV, “True Detective”) ed
Archie Panjabi (La serie TV, “The Good Wife”),
oltre a Hugo Johnstone-Burt (la serie TV
australiana, “Home and Away”) ed Art Parkinson (la
serie TV,“Game of Thrones”).
San
Andreas è prodotto da Beau Flynn
(“Hercules- La Leggenda Ha Inizio”, “Viaggio Nell’Isola
Misteriosa”). Altro produttore è Tripp Vinson
(“Alba Rossa”). I produttori esecutivi sono Richard Brener, Samuel
J. Brown, Michael Disco, Rob Cowan e Bruce Berman, Hiram Garcia ne
è il co-produttore. La sceneggiatura è di Carlton Cuse e
Chad Hayes & Carey Hayes, da una storia di Jeremy Passmore
& Andre Fabrizio. Il team creativo dei filmmaker include il
direttore della fotografia, Steve Yedlin (“Looper”), lo scenografo
Barry Chusid (“L’Alba Del Giorno Dopo”), il montatore Bob Ducsay
(l’imminente,“Godzilla”), il produttore degli effetti visivi,
Randall Starr (l’imminente,“Into the Storm”), il supervisore agli
effetti visivi, Colin Strause (“The Avengers”), e la costumista,
Wendy Chuck (“Twilight”).
Le riprese di San
Andreas sono ufficialmente iniziate, con Brad
Peyton alla regia che dovrà dirigere Dwayne “The
Rock” Johnson attraverso i disastri causati dal
distaccamento della faglia di San Andreas in seguito al famoso Big
One, il terremoto che tutti temono sulla west coast.
È proprio l’attore americano a postare, come suo solito, una foto
dal set attraverso le sue pagine social con tanto di
commento:
“The
boys are back in town, Strong 1st day of shooting, SAN ANDREAS
(biggest earthquake of all time). On the sides are two of the best
producers in Hollywood, Beau Flynn & Hiram Garcia. Next to me, my
trusted, brilliant and handsome as a sumbitch director, Brad ‘Fear
The Beard’ Peyton. Spielberg inspires us all…
#TeamSanAndreas”
San Andreas, il film catastrofico con
Dwayne Johnson,
uscirà regolarmente in sala come previsto e non subirà slittamenti
dopo il devastante terremoto che ha colpito il Nepal. Il film,
diretto da Brad Peyton, è infatti incentrato su un
terremoto di magnitudo 9 destinato a stravolgere la
California.
Un
portavoce della Warner Bros ha rivelato a Variety che, in un primo
momento, la major aveva pensato di rimandare la data di uscita del
film, ritornando poi sui suoi passi e prendendo la decisione di
proseguire con il programma stabilito. San
Andreas uscirà quindi negli Stati Uniti il 29 maggio,
mentre in Italia la data è fissata per il 28 maggio. Nei principali
mercati internazionali il film dovrebbe uscire entro la metà di
giugno. La campagna promozionale di San Andreas proseguirà allo
stesso modo, ma sarà fortemente orientata a sensibilizzare su
quanto accaduto in Nepal. Verranno infatti comunicate le modalità
con cui le persone possono contribuire in modo concreto agli aiuti
internazionali e ci sarà anche una campagna di informazione sui
terremoti e su come comportarsi in questi momenti di
emergenza.
Come la
Warner Bros con San Andreas, anche la
Universal rischia di trovarsi in una simile situazione di
difficoltà promozionale con il film
Everest, in uscita a settembre, dopo le
valanghe e le morti che sono seguiti al terremoto di magnitudo
7.8.
Il 31 dicembre, al passaggio tra un
anno e l’altro, uscirà in tutte le edicole d’Italia ‘Ancora uno’,
il numero 62 della nota testata a fumetti ‘Samuel
Stern’, che vede Andrea Guglielmino – già
giornalista e critico cinematografico – tornare per la quarta volta
come sceneggiatore sulla serie regolare, dopo ‘Il
secondo girone’,
‘Il quinto comandamento’ e ‘Ritorno al girone’, senza
considerare la sua partecipazione a Extra e volumi da libreria.
Con questo albo, Guglielmino diventa
ufficialmente lo sceneggiatore più prolifico della serie dopo il
trio formato da Gianmarco Fumasoli, Massimiliano
Filadoro e Marco Savegnago,
rispettivamente creatore, ex curatore e attuale curatore della
testata.
Il fumetto, disegnato da Sara
Ophelia Scalia, fa parte del ciclo noto come ‘post Apocalisse’ e
vede Stern, esorcista edimburghese, infiltrarsi nel carcere di
Saughton per liberare un prigioniero da una potenziale possessione
demoniaca, mentre Satana, che ormai ha un corpo umano, trama
dall’esterno.
Oltre al classico horror
psicologico, la trama prevede momenti da tipico dramma carcerario e
qualche elemento più leggero in cui, a sorpresa, viene introdotto
un personaggio mai visto prima: quello di Andy (controparte
dell’autore), barbiere e confidente di Samuel, a cui è legata anche
un’iniziativa speciale con la disegnatrice Adriana Farina.
Lo scrittore, sceneggiatore e
giornalista Guglielmino vive un momento d’oro per la sua carriera
di fumettista. Il suo 2024 è iniziato con ‘Garibaldi
Vs Mickey’, instant comic realizzato in collaborazione con
Emmetre Edizioni che, sfruttando la perdita dei diritti
dell’immagine del primo Topolino da parte di Disney, crea una
storia surreale e cartoonesca ma dal finale sorprendentemente
profondo. Ad aprile è stata la volta de ‘I primi cento’, scritto
con Marco Scali e disegnato da Luciano Costarelli, edito da Weird
Book, omaggio a Dylan Dog che è valso agli autori il premo Lorenzo
Bartoli alla manifestazione Cassino Fantastica. Sempre con Emmetre
ha pubblicato, tra luglio e dicembre, ‘Garibaldi Risorgimento’, in
due volumi, ispirato al mito de ‘Il Corvo’, e l’atteso ‘Garibaldi
Vs. Frankenstein’, prequel del successo editoriale ‘Garibaldi Vs.
Zombies’.
Guglielmino è inoltre autore di
punta sulla fanzine di quest’anno degli Sterniani – Official Samuel
Stern Fan Club, con ben due storie, ‘Il fantasma dell’isola’,
disegnata da Giampiero Wallnofer, e ‘Il terzo nome’, illustrata da
Nicola Rubin, oltre a firmare diversi redazionali. Sulla rivista,
dedicata agli iscritti, c’è anche una lunga intervista a
Guglielmino condotta dallo YouTuber e critico Gianluca rkc
Carboni.
Per il 2025 sono previsti
‘Dioverso’, scritto con Emiliano Pagani con i
disegni di Nicola Perugini, iconoclasta e golardica parodia delle
storie di multiverso, e la graphic novel tratta dall’album cult dei
Timoria ‘Viaggio senza vento’, insieme al fondatore della band Omar
Pedrini e al disegnatore Andrea Manfredini, oltre a un saggio sulla
saga cinematografica di ‘Predator’, a sei mani con
Gianmarco Bonelli e Guglielmo
Favilla, ancora pubblicato da Weird Book.
Esce in edicola con
Bugs Comics il 29 luglio il numero 45 dell’acclamata
serie horror a fumetti ‘Samuel Stern’, intitolato
‘Ritorno al girone’. Si tratta dell’attesissimo sequel del
numero 8 della collana, ‘Il secondo girone’, che vede
il ritorno dello sceneggiatore – oltre che giornalista e critico
cinematografico – Andrea Guglielmino ai testi, e del disegnatore
Stefano Manieri.
La trama riprende
esattamente dalla fine dell’albo precedente operando poi un salto
nel tempo per traghettare i personaggi nel presente di Samuel
Stern, sul cui capo pende la minaccia di un’imminente
Apocalisse.
Sarà infatti l’ultimo
albo prima di un ciclo di 12 numeri in stretta continuity tra loro,
che porteranno una rivoluzione nel mondo dell’esorcista di
Edimburgo.
Tornano personaggi
iconici come Madame Luthère, la maitresse del bordello freak
dal nome dantesco, e i suoi pittoreschi abitanti come Matka, la
donna senza bocca, il nano Lautrec e il gigante
Bumbo, la ragazza piumata Shula, ma soprattutto
Astra, gemella siamese incinta, privata della sua
controparte e in balia di un pericoloso demone particolarmente
ostico da scacciare, il problematico David, in procinto di
iniziare una nuova vita, e l’ambiguo medico Dottor Stimmler,
particolarmente interessato alle loro sorti.
Samuel e il suo amico
fraterno, Padre Duncan, saranno di nuovo messi di fronte a
conflitti che sembrano insormontabili.
“Questa storia mi gira in
testa da tre anni – dice Guglielmino – i suoi semi erano piantati
già all’interno de ‘Il secondo girone’, proprio come un
gemello saprofita, o un demone che cresceva giorno dopo giorno.
Potete immaginare quanto ci sia legato, dato che il ‘girone’
rappresentava il mio esordio ufficiale nel mondo del fumetto da
edicola. Credo che i lettori se ne renderanno conto, mentre la
leggono. Non è stato facile approcciare a un sequel: bisogna
proporre qualcosa di nuovo e sorprendere il lettore, ma al contempo
farlo sentire a casa. E’ una storia corale, ricca, complessa, e a
differenza de ‘Il secondo girone’ che seguiva le regole del
teatro aristotelico per unità di tempo, luogo e spazio, qui ci
spostiamo spesso su tutte le coordinate. E’ stata una sfida, come
del resto ogni storia di Samuel Stern che mi è capitato di
scrivere. Fortunatamente potevo contare sull’arte di Stefano
Manieri con cui ormai ci conosciamo e ci capiamo al volo”.
“Tornare al girone è
stato emozionante – dichiara Stefano Manieri – Nel corso di
questi tre anni abbiamo costantemente parlato dalla storia con
Andrea, non ci siamo mai fermati, anche nella fase in cui lui stava
ancora lavorando al soggetto. Al contrario della prima volta,
conoscevo in anticipo tutti i punti cardinali della storia e i
colpi di scena. Madame e tutti gli abitanti del girone sono rimasti
nel nostro cuore, come se fossero dei nostri amici a cui avevamo
fatto la promessa di tornare a trovarli. Anche i lettori ci hanno
molto supportato. Tra me e Andrea c’è un rapporto simbiotico, ci
capiamo al volo, tanto che a volte a lui basta scrivere due righe
in sceneggiatura e tutto viene da sé, e questo ci ha molto aiutati.
Se vogliamo, è una storia più action rispetto alla prima, in cui ho
cercato di mantenere aspetti peculiari del mio tratto, come i
chiaroscuri, ma aggiungendo sintesi e dinamismo. Vi assicuro che in
questa storia non accade mai quello che vi aspettereste!”
“Quando una vita umana è in gioco,
quando forse, per la prima volta, non tutto è bianco o nero,
potrebbe non essere così semplice scegliere tra le due facce della
medaglia”. Un’altra avventura per il fumetto edito da
Bugs Comics, Samuel Stern che, anche in questa occasione,
si troverà ad affrontare forze demoniache insieme a padre
Ducan.
Le avventure del libraio di
Edimburgo continuano con il numero 8, Il secondo Girone, in
edicola dal prossimo 30 giugno, con i disegni di
Stefano Manieri. In questo albo vedremo
l’esordio come sceneggiatore sulla testata, di Andrea
Guglielmino, giornalista, saggista e critico
cinematografico, dall’eclettico curriculum. “I lettori troveranno
tante citazioni cinematografiche nella storia – promette– ma lascio
a loro il piacere di scoprirle”.
Laureato in Filosofia con indirizzo
antropologico e storico-religioso. Lavora come vice Capo Servizio
nella redazione del portale di notizie cinematografiche
‘CinecittàNews’, daily ufficiale di Istituto Luce Cinecittà, e come
redattore esperto presso la rivista ‘8 ½-Numeri, visioni e
prospettive del cinema italiano. Come sceneggiatore di fumetti
collabora regolarmente con Bugs Comics per le riviste Mostri,
Alieni e Gangster e per il mensile horror da edicola ‘Samuel
Stern’, di cui è direttore responsabile.
Nel suo curriculum molti premi, tra
i quali quello per il racconto ‘Maniaci seriali’ che si è
aggiudicato il primo premio al concorso ‘Dipendenze’ indetto dalla
casa editrice MdS nel 2017, e il premio Domenico Meccoli
Scriveredicinema 2015 per il saggio ‘Antropocinema – La
saga dell’uomo attraverso i film di
genere’. Samuel Stern ha
recentemente vinto, nell’ambito del premio Coco 2020 speciale
MegaNerd, come fumetto rivelazione dell’anno!
“Siamo molto soddisfatti di come
Samuel stia procedendo nel suo percorso editoriale – commenta
Gianmarco Fumasoli, direttore editoriale di Bugs Comics e
padre di Samuel Stern insieme a Massimiliano Filadoro – e
di come sia stato accolto dai lettori, che hanno dato vita a una
community appassionata che cresce di mese in mese. L’entusiasmo che
ogni giorno mettiamo in campo nel nostro lavoro e il sostegno dei
nostri lettori faranno in modo che si superi il momento difficile
che il paese sta vivendo e si ritorni a crescere assieme al nostro
amato libraio di Edimburgo”.
In occasione dell’uscita al cinema
di The Hateful Eight, vi proponiamo una
serie di illustrazioni realizzate da Jeff Victor che
rappresentano Samuel L. Jackson e l’evoluzione dei
suoi personaggi al cinema, dall scienziato di Jurassic
Park al confederato dell’ultimo film di
Quentin Tarantino.
Durante un’intervista con
THR, l’attore ha risposto alle domande
del pubblico e tra queste c’era anche “chi è il tuo Avenger
preferito?”. Dopo una risposta ironica, in cui Jackson dice
che il suo preferito è Nick Fury perché è
interpretato da lui, l’attore ha detto “in realtà è Black
Widow”.
Samuel L.
Jackson fa parte del Marvel Cinematic Universe
dall’inzio. Lui è il protagonista della scena post credits di
Iron Man, del 2008, e nel sequel,
Iron Man 2, del 2010, fa parte proprio
del cast e già lì viene affiancato da Scarlett
Johansson che fa esordire nel MCUNatasha
Romanoff. Scopriremo solo poi che il primo è il capo dello
S.H.I.E.L.D. e la seconda una ex spia sovietica in forze
all’organizzazione che lavora per la sicurezza internazionale.
Nel corso della storia, il
personaggio è stato fondamentale in diversi momenti del MCU, come durante le vicende di
The Winter Soldier, ma anche alla fine di
Infinity War, dove richiama
Captain Marvel che salverà Tony
Stark dallo spazio profondo.
Arriverà tra qualche
settimana sui nostri schermi nei panni di Valentine, il super
villain di Kingsman The Secret Service,
però tutti conosciamo e amiamo Samuel L. Jackson
nei suoi panni di Nick Fury, personaggio dell’Universo
Cinematografico Marvel. L’attore, come tutti i suoi
colleghi del gruppo, ha firmato un contratto multi film con lo
Studio, e ha rivelato che ormai gli restano soltanto altri due film
da accordi.
“Ho da solo altri due film da
contratto. Quindi per me potrebbe finire a meno che non ci sia
un’estensione”.
Che ne pensate? Vi piacerebbe vedere
per più tempo Samuel L. Jackson nei panni di Nick Fury?
Samuel L. Jackson è
l’uomo del momento a Hollywood. Mentre si avvicina l’uscita di
Glass, al cinema, che lo vedrà tornare a
interpretare Elijah Price, il suoervillain presentato al pubblico
in Unbreakable, l’attore sarà presente anche in
Captain Marvel, il prossimo marzo,
nei panni di Nick Fury, il personaggio che
interpreta nell’Universo Marvel.
Captain Marvel segna la fine del
contratto a nove film di Samuel L. Jackson con i
Marvel Studios, ma l’attore settantenne non è
pronto a lasciare il ruolo di Nick Fury. Ma il suo coinvolgimento
nel Marvel Cinematic
Universe potrebbe costare allo studio un po’ più del
previsto.
Parlando con The Hollywood Reporter, Jackson
ha discusso del suo rapporto con la Marvel, risalente all’uso non
autorizzato della sua immagine nella serie di fumetti di The
Ultimates, che ha portato all’ormai noto contratto a nove
immagini, iniziato con un cameo nella scena post credits di
Iron Man del 2008.
Il Fury di Samuel L.
Jackson è poi diventato parte del tessuto connettivo del
MCU, con le successive apparizioni
contano Iron Man 2, Thor, Capitan America: Il primo
vendicatore, The Avengers, Capitan America: The Winter Soldier,
Avengers: Age of Ultron, Avengers: Infinity
War e l’imminente Captain
Marvel. Per quest’ultimo, ambientato nel 1995, il
personaggio sarà un giovane agente dello S.H.I.E.L.D., con
l’aiuto di effetti “de-aging” che mimano l’aspetto che il volto di
Jackson aveva nel film del 1998, The Negotiator.
Anche se non apparirà in
Avengers: Endgame ad aprile,
Jackson ha già completato le riprese di Spider-Man: Far From
Home in arrivo a luglio, e non ha intenzione lasciare
il ruolo di Fury.
“Potrei essere l’Alec Guinness dei
film Marvel”, ha scherzato, ma tutto
potrebbe ridursi a quello che gli studios sono disposti a pagare.
Con un patrimonio netto di 220 milioni e 13 miliardi guadagnati al
botteghino globale, l’attore, secondo quanto riferito, è stato
pagato 5 milioni per il suo ruolo nel Kong: Skull Island del 2017,
e forse più per Glass.
Jackson è consapevole del suo valore
e del suo fascino ed è curioso di vedere come si svolgeranno i
futuri negoziati con lo studio. “Il il coltello dalla parte del
manico” ha detto, e sebbene non sia frequente sentirlo dire da un
attore con questa schiettezza, ha perfettamente ragione.
Samuel L. Jackson è
uno di quegli attori che ha fatto letteralmente la storia del
cinema. Sono tanti i ruoi memorabili da lui interpretati, aiutando
a far diventare diversi film dei veri e propri cult in tutto il
mondo. Questo attore ha sempre dato il massimo e ha combattutto per
poter recitare nei film che lo hanno fatto diventare un’icona (come
è successo per Pulp Fiction), costruendosi una carriera solida e
concreta.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Samuel L. Jackson.
2. Samuel L. Jackson è anche
doppiatore e produttore. Oltre al suo ruolo di attore, che
lo ha portato anche a recitare per il piccolo schermo, in serie
come Spenser (1986-1987), Un uomo chiamato Falco
(1989), Ghostwriter (1992) e Agents of S.H.I.E.L.D.
(2013-2014), Samuel L. Jackson ha vestito anche i panni del
doppiatore e narratore, lavorando ai film Gli Incredibili – Una “normale”
famiglia di supereroi (2004), Bastardi senza
gloria (2009), Astro Boy (2009), Turbo (2013) e Gli Incredibili 2
(2018). Inoltre, Jackson ha lavorato alla produzione di alcuni film
come La baia di Eva (1997), Codice 51 (2001),
Cleaner (2007) e Fury (2012) e di alcune
mini-serie come Afro Samurai (2007) e Enslaved
(2020).
Samuel L. Jackson in Pulp
Fiction
3. Ha lavorato in Pulp
Fiction dopo non essere stato scelto per Le Iene. Nel
corso della sua carriera, Jackson ha fatto molti provini e uno di
questo era per poter lavorare nel film di Tarantino Le
Iene. Al di là del fatto di aver letto le sue battute con il
regista in persona senza aver capito che il film era suo, non venne
preso per quel film ma venne tenuto in considerazione per Pulp
Fiction, film per il quale Tarantino stava scrivendo una parte
apposita per lui. Al momento di realizzare questo, però, Jackson
stava quasi per perdere il personaggio in favorie di Paul
Calderón, che stupi regista e produzione con un provino
pazzesco. Capendo che il suo ruolo era in pericolo, Jackson tornò
per ripetere il suo provino comportandosi come il suo personaggio e
guadagnano a pieno titolo l’ingaggio.
Samuel L. Jackson in Django Unchained
4. Il personaggio di Stephen
è stato scritto appositamente per lui. Nel 2013 Jackson e
Quentin
Tarantino hanno dato vita alla loro quinta
collaborazione. Il film è Django Unchained, facente parte
della trilogia del revisionismo storico e incentrato sullo
schiavismo degli afroamericani negli Stati Uniti dell’Ottocente.
Jackson ricopre il personaggio di Stephen, braccio destro dello
spietato proprietario terriero Calvin Candie. Come già avvenuto per
Pulp Fiction, anche in questo caso Tarantino scrisse il
personaggio pensando proprio a Jackson.
Samuel L. Jackson in Star Wars
5. Samuel L. Jackson avrebbe
voluto tornare in Star Wars. Quando venne dato l’annuncio
che una nuova trilogia di Star Wars avrebbe preso vita,
Samuel L. Jackson dichiarò subito la sua volontà di poter ritornare
in quel mondo. Anche se il suo personaggio non fa una bella fine in
La vendetta dei Sith, l’attore ha legittimamente pensato
che magari il suo personaggio sarebbe potuto tornare in altre
vesti, magari anche sotto forma di ologramma. Mace Windu, lo Jedi
da lui interpretato, è però presente soltanto con un breve cameo
nel terzo film della trilogia sequel, ovvero Star Wars IX –
L’ascesa di Skywalker.
Samuel L. Jackson è Nick Fury
6. Samuel L. Jackson vuole
esplorare il passato di Fury. Negli ultimi anni, Jackson è
entrato nell’immaginario comune, soprattutto dei più giovani,
grazie alla sua interpretazione di Nick Fury,
vestendone i panni più volte. Durante un’intervista in occasione
dell’uscita di Captain Marvel, l’attore ha rivelato
“Mi piacerebbe parlare dei suoi record al servizio
dell’organizzazione e del fatto che ha lavorato come spia per un
po’ di tempo. Dov’era, cosa stava facendo, come ha incontrato
questa persona in particolare? Sappiamo che ad un certo punto della
sua vita ha conosciuto Natasha Romanoff… insomma, vorrei esplorare
un po di quel passato, oppure sapere cosa ha fatto dopo gli eventi
di Captain America: Winter Soldier quando è stato incaricato di
andare in Europa e scoprire cosa stava succedendo.”
7. Non è pronto a lasciare
il ruolo di Nick Fury. Dopo nove film, Captain
Marvel ha segnato la fine del
contratto di Jackson con i Marvel Studios, ma l’attore non è pronto ad
abbandonare il suo personaggio che, è apparso per l’ultima volta in
Spider-Man: Far From Home.
Tuttavia, l’attore è già stato confermato nei panni del personaggio
per il sequel di Captain Marvel e per la miniserie
Marvel’s Secret Invasion, che sarà disponibile su
Disney+.
Samuel L. Jackson: chi è sua moglie
8. Samuel L. Jackson è
sposato da quasi 40 anni. Non sono molti i matrimoni
davvero longevi nella storia di Hollywood, ma quello tra Samuel L.
Jackson e LaTanya Richardson lo è per davvero. I
due si sono sconosciuti quando andavano al college, per poi
sposarsi nel 1980. Dal loro amore è nata una figlia nel 1982, di
nome Zoe, che è diventata una produttrice
cinematografica e televisiva. Di loro, Jackson ha detto di essere
stato formato, insieme alla nonna, la mamma e la zia, apprendendo
valori importanti come il saper ascoltare e l’essere gentile.
9. È andato in rehab grazie
alla sua famiglia. L’attore di recente ha ammesso di aver
fumato un certo quantitativo di crack tra gli anni ’80 e ’90 mentre
si trovava a vestire i panni del sostituto di Charles
Dutton nello spettacolo di Broadway The Piano
Lesson. Mentre lo spettacolo si svolgeva, Jackson si fermava
tutte le sere sui gradini del teatro a fumare crack, facendola
diventare un’abitudine. Ma quando la moglie e la figlia lo hanno
trovato in cucina riverso sul pavimento, hanno insistito perche
l’attore andasse in rehab, accettando ed rimanendone fuori da
allora.
Samuel L. Jackson Instagram
10. Ha un profilo Instagram
seguitissimo. Se c’è un attore con un profilo Instagram
molto seguito, quell’attore è Samuel L. Jackson. L’attore, infatti,
ha aperto un proprio account ufficiale che è seguito da qualcosa
come 7.5 milioni di persone. La sua bacheca pullula di post che lo
vedono protagonista di momenti lavorativi e di divertimento, ma
sono diversi anche quelli dedicati alla sua famiglia e ai suoi
colleghi.
Il giornalista del canale KTLA
Sam Rubin l’ha combinata grossa con la persona
sbagliata; ecco come si può riassumere il fatto accaduto durante
un’intervista, tra il reporter e Samuel L.
Jackson, per la promozione di Robocop (Qui la nostra recensione).
Tra una domanda e un’altra Rubin
chiede a Jackson che riscontri ha ricevuto per lo spot andato in
onda durante il Super Bowl (riferendosi allo spot KIA con
Laurence Fishburne), Jackson, inizialmente
perplesso, risponde poi al giornalista tra l’offeso e l’ironico. Il
fatto,tutto da ridere, lo potete vedere qua sotto insieme alle
scuse di Sam Rubin e allo spot Kia incriminato.
Black Panther
sarà anche stato un successo al box office americano e avrà segnato
un momento storico per la cultura del paese, eppure secondo
Samuel L. Jackson non sembra volersi accodare
all’entusiasmo generale che circonda il cinecomic di Ryan
Coogler uscito nelle sale lo scorso febbraio.
“Non
sono sicuro che la Black Panther cambierà la dinamica delle storie
degli afroamericani raccontate a Hollywood e accettate in tutto il
mondo“, ha confessato l’attore in una recente
intervista.
“È un action d’avventura
con protagonisti uomini e donne afroamericani, ed è un genere di
film che funzionerà sempre perché tutti amano vedere un eroe sullo
schermo. Tuttavia non tutti amano nello stesso modo il dramma
dell’esperienza di vita di qualcuno – ed è il motivo per cui esiste
una categoria separata per i film stranieri nella stagione dei
premi -perché è percepito in modo diverso. Una volta che smetteremo
di percepirli come tali e li vedremo soltanto come buoni film e
verranno poi riconosciuti nella stessa categoria, allora potremo
parlare di cambiamento“.
Che ne pensate? Siete d’accordo con
quanto dichiarato dall’attore?
Vi ricordiamo che Samuel L.
Jackson sarà impegnato nei prossimi mesi con le riprese di
Captain Marvel, il primo cinecomic
dei Marvel Studios con protagonista una
supereroina donna, e tornerà nuovamente nei panni di Nick
Fury.
Insieme a lui il premio oscar
Brie Larson (che nel film sarà la protagonista
Carol Danvers), DeWanda Wise, Jude Law
e Ben Mendelson.
Su Captain Marvel Jackson ha
confessato che “Torneremo indietro per incontrare
Captain Marvel in una storia più
originale. Vedrete Nick Fury con la faccia di un altro,
qualcuno con due occhi, quindi è un grosso
problema. Vedrete. È prima della ferita dell’occhio,
quindi non avrà nessuna benda sull’occhio.”
Come dichiarato dallo stesso
Samuel L. Jackson di recente, l’attore avrebbe
voluto un incontro fra Nick Fury e
T’Challa già in Black
Panther, il film uscito nelle sale lo scorso
Febbraio: “Continuavo a chiedere ‘allora, quand’è che vado
nel Wakanda?’ e loro scrollavano la testa… Voglio dire, Nick Fury
conosce ogni cosa sul pianeta, deve sapere anche del Wakanda. Mi
sarebbe piaciuto esserci… Magari prima o poi ci andrò.”
Ora però sembra che i Marvel Studios abbiano effettivamente
pianificato questa “reunion” dopo il suggerimento di Jackson, e
questa è stato il suo commento in merito:
“Mi hanno detto ‘Si, Nick Fury
e Black Panther si incontreranno da qualche parte, ma non
qui“. Indecifrabile e piuttosto vago no? Che ne pensate?
Protagonista della scena post
credits di Avengers: Infinity
War, Samuel L.
Jackson potrebbe essere tra i personaggi che
torneranno nel MCU in Avengers
4, anche se lo vedremo sicuramente in Captain
Marvel, ambientato negli anni ’90.
L’attore che interpreta Nick Fury
ed è a bordo del progetto Marvel Studios
dal Iron Man(2008), ha parlato
con Vulture, spiegando cosa crede
di aver intuito sul finale del film:“Chi è davvero morto e chi
è davvero in preda al vento della cenere Marvel, non so, ma so che c’è una
soluzione che non mi hanno detto, solo perché io so com’è Captain Marvel e cosa rappresenta.”
Sembra chiaro che, sebbene non
sappia quale sia la soluzione scelta dalla Marvel, la sua partecipazione
a Captain
Marvel gli dà qualche elemento di vantaggio per
capire come si evolverà la storia in Avengers
4.
In occasione della
promoziona del suo ultimo film l’attore Samuel L.
Jackson ha parlato del successo dei CineComicsMarvel e della rivalità con
l’Universo DC Comics. Ebbene l’attore rivela che secondo lui la
Marvel ha compreso come realizzare
i film a differenza del competitor:
L’Universo Marvel è enorme. Ci sono non so
quante migliaia di personaggi che possono sfruttare. A mio parere
la Marvel ha trovato una strada per
rendere questi film accessibili al pubblico come non è riuscita la
DC. Non so esattamente perchè, non capisco come mai la persone non
siano altrettanto eccitate per Batman o Superman.
Forse l’attore dimentica che la DC
ha già dato tanto alla storia del cinema con i film di
Donner, o i film di Burton
e non ultimo quelli di Christopher Nolan, che
hanno ben poco da invidiare ai film Marvel. E voi, cosa ne pensate?
Oltre a M. Night Shyamanal abbiamo intervistato
anche Samuel L. Jackson, l’attore che in
Glass interpreta Elijah Price, ci ha rivelato come è stato
ritornare per questo terzo capitolo,
Glass.
Nel film Elijah Price è
ricoverato nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Raven Hill da
quando il pubblico lo ha visto confessare orgogliosamente i suoi
crimini alla fine di Unbreakable– Il
Predestinato e rivelarsi nei panni del super-cattivo
Mr. Glass.
Se Unbreakable – Il
Predestinato analizzava un uomo la cui modesta percezione
di sé lo aveva reso incapace di comprendere il suo vero potere e
Split esplorava il potere letale di un mostro generato da
una mente traumatizzata, Glass scava fino alle radici
stesse del concetto di identità, chiedendosi se noi siamo
oggettivamente chi siamo o se invece sia la nostra mente a plasmare
e, in definitiva, a determinare la nostra realtà fisica. Se
crediamo di essere supereroi, lo siamo davvero, anche se si tratta
di una illusione?
Elijah Price/Mr. Glass
– Samuel L. Jackson
Elijah Price è ricoverato nel
reparto psichiatrico dell’ospedale di Raven Hill da quando il
pubblico lo ha visto confessare orgogliosamente i suoi crimini alla
fine di Unbreakable– Il Predestinato e rivelarsi
nei panni del super-cattivo Mr. Glass. Costretto
ora permanentemente sulla sedia a rotelle, è stato pesantemente
sedato per gran parte della sua reclusione, nel tentativo di tenere
a freno la sua mente ipnotica. All’inizio della sua permanenza,
infatti, era stato capace di disattivare l’intera rete elettrica
dell’ospedale.
Quando lo rivediamo per la prima
volta in Glass, non è che un surrogato di ciò che era
prima, una sorta di fantasma dallo sguardo assente, che non si
accorge nemmeno della presenza della madre nella stanza e men che
meno risponde alle sue domande. Ma diventa subito chiaro come
dietro a quegli occhi spenti si nasconda ben altro. “È praticamente
lo stesso di prima”, spiega Samuel L. Jackson.
“Elijah è ancora un grande calcolatore, un acuto osservatore, è
ancora forte. Ha solo vissuto in isolamento, ma questo gli ha
permesso di avere molto più tempo per formarsi delle opinioni, per
elaborare piani, per approfondire ulteriormente le sue
convinzioni”.
L’arrivo di Dunn e Crumb offre a
Price la magnifica opportunità di liberare non solo se stesso, ma
anche la società, rivelando a tutti la verità, ovvero il fatto che
tra noi ci siano dei superuomini, una posizione diametralmente
opposta a quella della dottoressa Staple, convinta che quegli
uomini siano vittime di allucinazioni. A rendere Price così
pericoloso è ovviamente il fatto che nessuno sappia cos’ha in
mente, finché non sarà troppo tardi.
“Elijah (Samuel L. Jackson) convive
sin dalla nascita con il dolore, un dolore implacabile”, afferma
Charlyane Woodard, che interpreta la madre di Price. “Questo ha
avuto uno straordinario impatto su di lui. Non lo definirei né
buono né cattivo, perché in fondo tutti siamo entrambe le cose,
no?”
Senza dubbio, uno degli aspetti più
riusciti del film sul piano narrativo è il graduale cambiamento
della nostra percezione di Price. Il personaggio è sempre lo
stesso, siamo noi che cominciamo a vederlo sotto una nuova luce.
“Vedere un personaggio relegato ai margini diventare l’eroe, essere
addirittura il personaggio che dà il nome al film, è molto
gratificante per il pubblico”, sottolinea Shyamalan. “Si fa il tifo
per lui, nonostante alcune delle sue azioni siano ignobili”.
Interpretato da
Samuel L. Jackson,
James McAvoy,
Bruce Willis e dall’attrice vincitrice del Golden
Globe
Sarah Paulson, Glass porta
avanti le vicende narrate in Unbreakable – Il
Predestinato (2000) eSplit (2016),
entrambi scritti e diretti dallo stesso Shyamalan. Glass
vede David Dunn all’inseguimento dell’identità sovrumana di Kevin
Wendell Crumb, ovvero la Bestia, in un susseguirsi di incontri
sempre più pericolosi. Elijah Price, noto anche con lo pseudonimo
de “l’Uomo di Vetro”, emergerà dall’ombra in possesso di segreti
decisivi per entrambi gli uomini.
La nuova trilogia annunciata di
Star Wars ha innalzato gli animi di addetti ai
lavori e fan, come in questo caso. Infatti, Samuel L. Jackson sembra davvero entusiasta per la
notizia di un’altra trilogia,
Intervistato da Cinemablend in
occasione dell’uscita di Captain Marvel –
film che lo vede protagonista al fianco di Brie
Larson – Samuel L. Jackson ha avuto modo
di parlare del passato, finora inedito, di Nick Fury e dei momenti
che vorrebbe veder realizzati nel futuro del MCU viaggiando nell’intrigante
percorso del leader dello S.H.I.E.L.D.
“Mi piacerebbe parlare dei suoi
record al servizio dell’organizzazione e del fatto che ha lavorato
come spia per un po’ di tempo. Dov’era, cosa stava facendo, come ha
incontrato questa persona in particolare? Sappiamo che ad un certo
punto della sua vita ha conosciuto Natasha Romanoff…insomma, vorrei
esplorare un po di quel passato, oppure sapere cosa ha fatto dopo
gli eventi di Captain America: Winter Soldier quando è stato
incaricato di andare in Europa e scoprire cosa stava
succedendo.“
La prospettiva di Jackson non sembra
del tutto irrealizzabile, considerando che i prossimi progetti dei
Marvel Studios prevedono lo standalone prequel
su Vedova
Nera (dunque sarebbe possibile considerare un cameo, o
forse qualcosa di più, di Fury durante il periodo di scontri tra
URSS E Stati Uniti), e da tempo si parla di una serie spin-off
dedicata al Soldato d’Inverno
e Falcon (la cui ambientazione non è ancora chiara, ma
chissà se rispetterà la cronologia del MCU o tornerà indietro in un’epoca
diversa).
Di certo dopo Captain Marvel conosceremo una pagina
di storia del personaggio che non avevamo mai visto prima nel corso
dell’universo condiviso, direttamente negli anni Novanta dove la
trama del cinecomic sulla supereroina Carol Danvers è situata. È
anche vero che dopo Winter Soldier l’unico sguardo
“contemporaneo” che abbiamo avuto su Fury risale alla scena post
credits di Avengers: Infinity War, e da
allora non ci sono state più notizie a riguardo…
Il cast ufficiale: Brie
Larson, Samuel L.
Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
La sinossi:
Basato sul
personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta
nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi
più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una
guerra galattica tra due razze aliene, è lì che l’eroina
interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura
tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia
dell’universo cinematografico Marvel.
Samuel L. Jackson ha rubato la scena nella
trilogia prequel di Star
Wars nei panni del Maestro Jedi Mace Windu,
che è stato responsabile della decapitazione di Jango Fett e della
trasformazione del Cancelliere Palpatine nel mostruoso Imperatore
durante il loro scontro.
Quella lotta si conclude con uno
scontro di Anakin Skywalker che taglia il braccio di Windu prima di
lanciarlo verso una caduta che plausibilmente porta alla sua morte.
Jackson ha detto in innumerevoli occasioni che gli sarebbe piaciuto
tornare nel mondo di Star Wars. Parlando con
Empire Online (tramite SFFGazette.com) Samuel
L. Jackson ha dichiarato che almeno per lui, la porta è
molto aperta riguardo al riprendere il ruolo in un futuro non
troppo lontano.
Alla domanda del sito su cosa abbia
da dire sulla scena della morte di Windu, l’iconico attore ha
risposto: “Non è morto!” E così i giornalisti hanno
cercato di ottenere di più da lui – ad esempio se gli sarebbe
piaciuto recitare in un film spin-off o in una serie TV Disney+ – e, a questo, Jackson ha
semplicemente detto: “Tutto, sì!”. Chiaramente, la
prospettiva di interpretare nuovamente il Maestro
Jedi lo eccita moltissimo!
Per quanto improbabile possa
sembrare, c’è speranza che Jackson ritorni, qualcosa che è evidente
dai rispettivi ritorni di Ewan McGregor e
Hayden Christensen a Star Wars
negli ultimi anni.
È sembrato strano a tutti i fan
Marvel quando è stato annunciato
che Samuel L. Jackson, interprete di Nick Fury
nell’Universo Condiviso, non avrebbe preso parte a Black
Panther. Strano perché nel primo film dello Studio all
black veniva escluso il personaggio di colore che più era stato
amato dai fan e che aveva avuto maggiore impatto in assoluto
sull’Universo stesso.
Ospite al The Ellen DeGeneres
Show, anche l’attore, che abbiamo visto nella scena post
credits di Avengers: Infinity War, ha
confessato che gli sarebbe piaciuto essere nel film. Ecco cosa ha
dichiarato l’attore:
“Continuavo a chiedere ‘allora,
quand’è che vado nel Wakanda?’ e loro scrollavano la testa… Voglio
dire, Nick Fury conosce ogni cosa sul pianeta, deve sapere anche
del Wakanda. Mi sarebbe piaciuto esserci… Magari prima o poi ci
andrò.”
Dopo la scena post-credits di
Infinity War, che ancora una volta lo fa artefice
dell’Universo Condiviso (il suo SOS a Captain Marvel potrebbe salvare la galassia e
la Terra), ci aspettiamo di vederlo di nuovo in Avengers 4, mentre sappiamo con
sicurezza che lo incontreremo nel film con Brie
Larson, in una versione più giovane e ingenua.
La prima sinossi di Avengers
4: “Il culmine di 22 film interconnessi, il
quarto film della saga degli Avengers porterà gli spettatori a
essere testimoni di un punto di svolta di un viaggio epico. I
nostri amati eroi capiranno davvero quanto è fragile questa realtà
e i sacrifici che devono essere fatti per sostenerla.”
Avengers 4 è ancora
un grande mistero. Il film sarà diretto dai Fratelli Russo ma non
sappiamo ancora da chi sarà composto il cast né di cosa parlerà il
film. Le dichiarazioni di Kevin Feige in merito
hanno reso molto chiaro il fatto che il titolo ufficiale del film
rappresenta spoiler per Avengers Infinity War, per
cui non sarà rivelato fino all’uscita al cinema del film che
conclude la Fase 3 dei Marvel Studios.
L’ultima volta che abbiamo
visto il Nick Fury di Samuel L. Jackson sul grande
schermo è stato quando l’ex direttore dello SHIELD ha dato a Vedova
Nera le coordinate dell’ultimo avvistamento di Hulk sulla Terra, in
Avengers Age of Ultron.
Sembra che Fury tornerà a farsi
vedere in Thor Ragnarok, anche se la notizia non è ufficiale.
Jackson è infatti impegnato nelle
riprese di Kong: Skull Island in Australia, proprio nei pressi dei
Village Roadshow Studios dove si svolgono le riprese
del terzo film su Thor. Con lui c’è anche Tom Hiddleston, che
tornerà nei panni di Loki.
Che vi aspettate dall’eventuale
presenza di Nick Fury nel film?
Apparso per la prima volta nel 2010
in Iron Man 2, il personaggio si è fatto
strada nei cuori dei fan soprattutto alla straordinaria
interpretazione che ne ha dato Jackson. L’abbiamo poi visto in
Thor e in Captain America Il
Primo Vendicatore. In The
Avengers è lui a formare la squadra di eroi più
potenti della Terra e con la sua finta morte in Captain
America The Winter Soldier ha contribuito a sradicare
l’Hydra. In Age of Ultron ha ancora una
volta diretto gli scapestrati eroi e forse in Thor
Ragnarok Hulk avrà bisogno di lui.
Thor
Ragnarok sarà diretto da Taika
Waititi. Nel film torneranno, confermati per adesso,
Chris Hemsworth, Tom Hiddleston, Cate
Blanchett, Jaimie Alexander, Mark Ruffalo e
Anthony Hopkins.
La data d’uscita è prevista per il 3
novembre 2017.
Samuel L.
Jackson tiene Master Class di recitazione on-line.
Nella sua carriera è passato dai personaggi sconosciuti ai
personaggi più popolari, prendendo parte ai film di
Star
Wars, al franchise Marvel ed è stato
diretto da Quentin Tarantino e da Spike
Lee.
A 68 anni ha preso parte a film
d’azione come I Am Not Your Negro e a campagne pubblicitarie della
Apple e della Capital One. Adesso vuole dedicarsi all’insegnamento
come hanno già fatto Martin Scorsese,
Justin Hoffman, Kevin Spacey e
ShondaRhimes.
Le lezioni cominceranno
quest’inverno a novanta dollari ciascuna. Il master dura 20
lezioni. Il materiale è scaricabile online e c’è la possibilità di
porre domande all’attore. Dichiara Jackson:
“Nelle lezione verrà spiegato
come affrontare un copione, utilizzare la voce, studiare i
personaggi, migliorare le attitudini e come collaborare con le
industrie del settore. Spero che gli studenti imparino che non ci
sono limiti ai sogni”.
Prossimamente vedremo Jackson anche
sullo schermo: tornerà ad doppiare Frozone ne Gli
incredibili 2, riprenderà il ruolo di Nick Fury in
Captain Marvel nel 2019 e quello
del supervillain Elijah Prince in Glass.
Samuel L. Jackson
detiene il primato a Hollywood di essere l’attore ad aver
partecipato al maggior numero di film che hanno incassato di più
nella storia del cinema. Tra questi, ovviamente, c’è anche la
seconda trilogia di Star
Wars, in cui Jackson ha interpretato il maestro
Jedi Mace Windu.
Ma cosa pensa un gran maestro del
consiglio Jedi del nuovo film? La risposta dell’attore è stata
molto diplomatica, ma si è fatto anche scappare un commento
relativo al cast che, secondo lui, aveva bisogno di più allenamento
con le spade laser. Detto da un maestro vorrà pure dir
qualcosa!
https://www.youtube.com/watch?v=hgr0LK6HVYM
Di seguito invece ecco un’intervista all’attore in cui rievoca
il suo coinvolgimento nella seconda Trilogia di Star Wars:
Star Wars Il Risveglio della Forza
è arrivato sul grande schermo il 16 dicembre 2015 con un cast che
include il ritorno di Harrison
Ford, Carrie Fisher, Mark Hamill, Anthony
Daniels, Peter Mayhew e Kenny
Baker
con le nuove aggiunte John
Boyega, Daisy
Ridley, Adam
Driver, Oscar
Isaac, Andy
Serkis, Domhnall
Gleeson, Lupita
Nyong’o, Gwendoline
Christiee Max
von Sydow.
Che Samuel L.
Jackson sia un eprsonaggio senza peli sulla lingua, non è
una novità. La sua carriera è una delle più prolifiche di Hollywood
e le sue scelte artistiche lasciano qualche volta a desiderare, pur
riservandoci sempre collaborazioni importanti e performance
notevoli.
In merito alla nuova stagione dei
premi, l’attore ha parlato con The Wrap dei film che vedremo protagonisti
della corsa agli Oscar e coem al solito non si è risparmiato
critiche e anche osservazioni interessanti. In merito a
Manchester By the Sea e a
Moonlight, trai film, insieme a La la
Land che stanno conquistando il cuore delle giurie di
tutta Hollywood, Samuel L. Jackson ha detto:
“La politica di quello che è accaduto negli ultimi anni è molto
interessante qui a Hollywood. I film che hanno scelto per dirlo
sono davvero magnifici sapete, Manchester by the Sea, oh mio dio,
dovete vederlo, è un film meraviglioso. Ma, ehh, io credo che per
qualcuno non sia un film inclusivo, sapete cosa intendo? Sono
sicuro che Moonlight sarà considerato allo stesso modo. Diranno
‘Questo è un film per neri, dove sono i bianchi?’ mentre i neri
diranno lo stesso di Manchester By the Sea.”
Molto più caustico è invece l’attore
in merito ai classici titoli acchiappa Oscar. In particolare ha
citato Collateral Beauty con Will
Smith. “Ci sono tutti questi film da Oscar. Guardavo
il trailer di quel film con Will Smith e ho pensato, sul serio?Un
altro di quei film che ci vogliono dire ‘ Oh mi Dio la vita è
bella, trova il tempo di annusare i fiori’?”. Come a dire, un
altro film banale sul senso della vita.
Come al solito la sua posizione
resta caustica nei confronti del funzionamento della macchina
hollywoodiana, all’interno della quale però si continua a muovere
con grande agilità.
Se dipendesse da Samuel L. Jackson,
allora il suo personaggio MarvelNick Fury
sarebbe in ogni film della Marvel. L’attore ha parlato con
Entertainment Tonight sul
tappeto rosso di Secret
Invasion, la nuova serie Marvel in arrivo su
Disney+ che vede protagonista
proprio Nick Fury. “Non lo so, è un po’ un su e giù per me, in
un modo interessante“, ha detto Jackson a proposito del ruolo
del personaggio nell’MCU, che interpreta sin dalla scena
post-credits di Iron Man nel 2008. “Sembra che lo
interpreti da sempre. Se avessi fatto a modo mio, sarei stato in
ogni film Marvel perché, voglio dire, lui è
Nick Fury, sa tutto quello che sta succedendo“.
Nonostante i suoi 15 anni
nell’universo cinematografico Marvel, Nick Fury non è però
apparso in diversi dei film dello studios, tra cui i due di
Black Panther. “Sto ancora cercando di capire perché
non sono mai stato a Wakanda“, ha detto Jackson. “Non mi
hanno chiesto di andare, ma sto ancora cercando di arrivarci. Ho
bisogno di un biglietto“. Come noto, la Marvel deve ancora annunciare
ufficialmente un terzo film di Black Panther, ma se e
quando ciò dovesse avvenire, potrebbe essere l’occasione buona per
Jackson per recarsi nella potente nazione.
Secret Invasion: tutto quello che sappiamo sulla
serie
Nella nuova serie Marvel StudiosSecret
Invasion, ambientata nel presente MCU, Nick Fury viene
a conoscenza di un’invasione clandestina della Terra da parte di
una fazione di Skrull mutaforma. Fury si unisce ai suoi alleati,
tra cui Everett Ross, Maria Hill e lo Skrull Talos, che si è
costruito una vita sulla Terra. Insieme corrono contro il tempo per
sventare l’imminente invasione Skrull e salvare l’umanità.
Il
fatto che Samuel L. Jackson non abbia mai vinto un Oscar
per molti fan è scandaloso. Molti pensano che sia stato derubato
quando ha perso contro Martin Landau che ha vinto
per il suo ruolo inEd Wood a discapito dell’interpretazione
offerta da Samuel L. Jackson in
Pulp Fictiondi
Quentin Tarantino, ma il leggendario attore non sembra
stare dietro a queste cose. All’inizio di quest’anno, la star
di The
Avengers ha persino
sottolineato che vincere un Oscar “non
cambia molto la traiettoria di una carriera”. Si è
sempre dimostrato incredibilmente onesto nelle sue dichiarazioni,
come appunto in questo caso.
Parlando con il Los Angeles
Times, Samuel L. Jackson ha spiegato perché è
molto meno interessato a inseguire ruoli potenzialmente vincitori
di Oscar che divertirsi a portare in vita personaggi del Marvel Cinematic
Universe e dei franchise di Star Wars.“Per quanto io volessi raggiungere quel traguardo,
beh sai, pensi: ‘Beh, avrei dovuto vincere un Oscar per
questo o avrei dovuto vincere per quello e non è successo’, una
volta che l’ho superato molti anni fa, ormai non mi tocca ma è
stato” È un grosso problema per me.”
“Mi diverto sempre ad andare agli
Oscar”ha continuato “Non vedo l’ora di ricevere un cesto regalo per
essere un presentatore. [Ride] Dò cose ai miei parenti; mia figlia
e mia moglie verrebbero sempre con me. È fantastico. Ma per il
resto, è acqua passata”.“Il mio parametro di successo è la mia
felicità: sono soddisfatto di quello che sto facendo? Non sto
facendo film a caccia di statue. Sai, ‘Se fai questo film, vincerai
un Oscar.’ No, grazie. Preferirei essere Nick
Fury…O divertirmi a essere Mace Windu
con una spada laser in mano.”
Anche se è un vero peccato che Samuel L. Jackson sia stato così spesso
trascurato agli Oscar, sarà per i personaggi che ha reso
iconici sullo schermo con cui alla fine sarà ricordato.L’anno prossimo vedremo Jackson interpretare
Nick Fury sia in
Secret Invasion che
in The
Marvels. Il primo metterà in
primo piano l’ex Direttore dello SHIELD mentre si
imbarca in una missione per salvare il mondo dagli Skrull
mutaforma. Per quanto riguarda il sequel
di Captain
Marvel, Fury è destinato a essere
una parte fondamentale dell’attesissima collaborazione di Carol Danvers con Monica Rambeau e
Ms.
Marvel.
Samuel L. Jackson
ha fatto parte dell’universo cinematografico Marvel sin dal primo giorno quando
è apparso nella scena post-credits di Iron Man. Da
oggi è però al cinema con un film di supereroi molto diverso da
quelli che ha prodotto la Marvel Studios negli ultimi 10 anni, ovvero
Glass, in cui torna a
interpretare il “supercriminale” Elijah Price.
Durante un’intervista con
Digital Spy, il leggendario attore ha spiegato
qual è la sua percezione dei cinecomic, come ha vissuto lui
l’ascesa di quello che è stato codificato in un genere e di come è
sorpreso che alcuni di questi film non abbiano successo.
“Ci sono sempre state cose del
genere: anche quando ero un ragazzino, avevamo Buck Rogers e alcune
altre cose che erano super in un altro modo, ma non solo. La
maggior parte delle volte, le cose migliori tendevano ad essere
film di mostri, persino le versioni giapponesi di Godzilla e Rodan, tutte queste cose, li guardo
sempre anche come super film in una maniera differente. Era solo
una questione di tempo prima che il resto del mondo
recuperasse.”
“Sono stato un fan dei fumetti
per tutta la mia vita – ha rivelato Jackson – quindi
sapevo che c’era appetito da parte del pubblico verso dei film
sulle cose che abbiamo letto, e che queste cose avevano uno spazio
per quei particolari personaggi che potevano essere realizzati per
i lettori, in un altro modo, quindi non sono sorpreso dal successo
dei cinecomic, sono più sorpreso dall’insuccesso di alcuni di
questi film.”
Chiaramente, Samuel L.
Jackson fa riferimento ai vari insuccessi Warner Bros,
tendenza che però sembra essere stata bloccata, almeno per il
momento, da Aquaman di
James Wan, che con un miliardo di incasso in tutto
il mondo può definirsi un successo schiacciante.
Samuel L. Jackson ha interpretato per la prima
volta Nick Fury in Iron Man del 2008, comparendo
in una scena post-credit a sorpresa che ha preparato il terreno per
The Avengers del 2012. Da allora, il leggendario
attore è diventato un pilastro del MCU, apparendo in innumerevoli
progetti cinematografici e televisivi per i Marvel Studios.
Gli ultimi anni non hanno regalato
le migliori storie di Nick Fury, anche se Jackson rimane al top
della sua carriera. Avengers:
Doomsday sembra essere la probabile prossima
destinazione per l’icona dello schermo, anche se solo il tempo ci
dirà per quanto tempo continuerà a interpretare l’ex direttore
dello S.H.I.E.L.D.
Parlando con Vanity Fair per
celebrare il 70° compleanno di Bruce Willis,
Samuel L. Jackson ha rivelato il
consiglio che la sua co-star di Unbreakable e
Glass gli ha dato poco dopo aver condiviso lo
schermo in Die Hard – Duri a morire. “Mi ha
detto, ‘Spero che tu riesca a trovare un personaggio che, quando
fai brutti film e non fanno soldi, puoi sempre tornare a questo
personaggio che tutti amano'”, ha ricordato Jackson. “Ha
detto, ‘Arnold ha Terminator. Sylvester ha Rocky e Rambo. Io ho
John McClane.’ E io, ‘Oh, okay.'”
“E non mi è venuto in mente
finché non ho ottenuto quel ruolo di Nick Fury – e avevo un
contratto di nove film per essere Nick Fury – che, ‘Oh, sto facendo
quello che ha detto Bruce. Ora ho questo personaggio'”, ha
aggiunto.
Il consiglio di Willis ha dato i
suoi frutti alla grande per Samuel L. Jackson. Sfortunatamente, la star di
Die Hard si è ritirata dalla recitazione nel 2022
dopo aver ricevuto una diagnosi di
afasia. Il disturbo è il risultato di un danno cerebrale e
colpisce la capacità di una persona di comunicare; nel caso di
Willis, è progredito in demenza frontotemporale.
Nella sua retrospettiva sulla
carriera dell’anno scorso, Jackson ha riflettuto sull’ingresso
nell’MCU e sul fatto che Nick Fury ha
iniziato rapidamente a comparire praticamente ovunque. “Sapevo
di avere un contratto per nove film”, ha iniziato. “[Il
presidente dei Marvel Studios] Kevin [Feige] ha
detto: ‘Ti offriremo un contratto per nove film’. Quanto tempo devi
restare in vita per fare nove film? Non è il processo più rapido
del mondo”.“Non sapevo che avrebbero fatto nove film in
due anni e mezzo”, ha ammesso Jackson. “È una follia! Oh
merda, sto esaurendo i miei contratti. Ha funzionato”.
L’attore che interpreta Nick Fury
nel MCU, Samuel L.
Jackson risponde alle affermazioni di Quentin
Tarantino
secondo cui gli attori del Marvel Cinematic Universe non sono vere
star del cinema. Dopo essere stato avviato nel 2008, l’MCU si è trovato al centro di molti
dibattiti negli ultimi anni poiché registi come Martin
Scorsese e Francis Ford Coppola hanno
criticato il franchise per non essere essenzialmente vero cinema.
Lo scrittore e regista di Pulp Fiction e
Inglorious Basterds ha recentemente preso
parte al dibattito, affermando che gli attori nei film MCU
non sono vere star del cinema perché sono i loro personaggi che
attirano il pubblico, non gli attori stessi.
Ora, in una recente intervista su
The View (tramite EW), Samuel L. Jackson
offre la sua risposta alle affermazioni di Quentin
Tarantino. Jackson e Tarantino sono collaboratori
frequenti, avendo lavorato insieme a progetti come Pulp
Fiction, Django Unchained e The
Hateful Eight, ma sembrerebbe che, quando si tratta di
questo particolare problema, i due non siano necessariamente
d’accordo.
“Ci vuole un attore per essere
quei personaggi particolari, qual è sempre stato il segno della
celebrità nel cinema? cosa, culi sui sedili? Di cosa stiamo
parlando?. Non è una grande controversia per me sapere che
chiaramente questi attori sono star del cinema. Chadwick Boseman è
Black Panther. Non puoi confutarlo, ed è una star del
cinema.”
Samuel L. Jackson non ha assolutamente gradito l’uso
ripetuto della N-Word da parte di Joe Rogan nel
suo podcast The Joe Rogan Experience, denunciando
l’accaduto e rifiutando le scuse del comico, in quanto permane
l’assenza di reale dispiacere per aver usato un termine offensivo.
In particolare, ciò che ha colpito l’attore è stato il modo in cui
Rogan si sia sentito a suo agio nel pronunciare la N-Word,
divertendosi.
Samuel L. Jackson e le sue
battaglie per la parità dei diritti
Jackson è uno degli
attori più conosciuti della sua generazione ed è anche l’attore con
il maggior incasso di tutti i tempi. Ha avuto ruoli
determinanti
in tanti film che, successivamente, sono diventati dei colossal.
Tra quelli più famosi, lo abbiamo visto nei panni di Nick Fury nel MCU,
Mace Windu inStar Wars e,
naturalmente, nella maggior parte dei film di
Quentin Tarantino. In qualità di attore nero di
successo, Samuel L.Jackson
ha usato la sua influenza, aumentata nel corso degli anni, per fare
spesso campagne per la parità dei diritti, insieme a molte altre
questioni sociali.
Rogan, d’altra
parte, non è estraneo alle polemiche. Durante la sua carriera di
podcasting e televisione, è noto per aver rilasciato dichiarazioni
che superassero alcuni limiti e per cui ha dovuto fare un passo
indietro e correggersi. Di recente, il comico è stato sotto i
riflettori dopo che l’artista India Arie ha
condiviso una compilation di video di ogni volta che
Rogan ha usato la N-Word nel suo
podcast.Sarebbe scioccante sentire una persona
bianca pronunciare casualmente questa parola anche solo una volta,
ma il “re del podcasting” lo ha fatto non meno di ventidue volte in
vari episodi. Ciò ha portato a molte reazioni negative per il
podcaster, sia da parte degli ascoltatori che di altre celebrità,
incluso Dwayne
Johnson.
Le parole di Jackson sull’insulto
razziale
In una recente intervista al
Sunday Times,
l’attore si unisce alla conversazione su Rogan. La
sua posizione sulla questione è semplice: “[SLJ] qui non c’è
nessun contesto in cui una persona bianca possa mai dire quella
parola”. Continua, criticando la scusa di Rogan secondo cui
gli ascoltatori non capiscono il contesto in cui è stata usata la
N-Word. Per Jackson non è il contesto che conta, ma il fatto che
non si fosse reso conto della gravità di quanto pronunciato.
Conclude, dicendo che l’unica volta in cui potrebbe andare bene
dire quella parola è se una storia lo richiede davvero, affermando
che usarla solo per suscitare una risata è sbagliato.
Il punto di vista di Samuel
L.Jackson su una storia che fornisce un
contesto per utilizzare la N-Word non è nuovo, poiché lo ha spesso
affermato spiegando l’uso controverso e frequente del termine
da parte di Tarantino nelle sue sceneggiature. Per
contrastare la situazione di Rogan, ha anche
raccontato un aneddoto sulle riprese di
Django Unchained (recensione), in cui l’attore
Leonardo DiCaprio si sentiva a disagio nel dover pronunciare
ripetutamente la N-Word. Jackson ricorda di
aver detto a DiCaprio semplicemente “devi
farlo”. Rogan non doveva.
Il parere di Samuel L.
Jackson è assolutamente giustificato:
Rogan non ha dovuto pronunciare la parola
nel suo podcast, eppure l’ha detto più di venti volte. Il comico si
è scusato, anche se ha definito l’incidente un “lavoro di
successo politico” in The Joe Rogan
Experience. Crede che i suoi fan capiranno il suo passo falso,
sapendo che stesse solo cercando di essere divertente, ma, come ha
sottolineato Jackson, cercare di essere divertenti
non è una vera scusa.