Sembra che il casting per la
prossima avventura di Tim Burton, un
adattamento del best-seller per bambini di Ransom
RiggsMiss Peregrine’s Home for Peculiar
Children,che ha trascorso 63 settimane nella
lista dei bestseller del New York Times, stia per essere
completato. Deadline segnala inoltre che Samuel L.
Jackson è in trattative per unirsi al cast.
Pare che
Jackson interpreterà Barron, un nuovo
personaggio che per il momento non è stato definito ne buono,
ne cattivo. Eva Green, che è apparsa nel
Dark Shadows di Burton,
interpreterà il personaggio del titolo, mentre Asa
Butterfield (Hugo) sarà uno dei
personaggi principali.
Il film verrà adattato da
Jane Goldman, collaboratrice di Matthew
Vaughn in film come Kick-Ass e
Kingsmen: The Secret Service (anche
interpretato da Jackson). Il film è in fase di
produzione da parte di 20th Century Fox e Chernin
Entertainment, e dovrebbe uscire nelle sale il 4 Marzo 2016.
Dopo
Kingsmen, Jackson sarà
in Avengers: Age Of
Ultron, e sta girando il suo ultimo film in
collaborazione con Quentin Tarantino, il Western
The Hateful Eight.
Samuel L. Jackson
ha appena firmato un accordo con Amazon per “prestare” la sua voce
ad Alexa, l’assistente virtuale dell’azienda, come
confermato da Variety nelle ultime ore. A quanto pare il colosso
dell’e-commerce aggiungerà a partire dal 2020 altre celebrità al
doppiaggio della piattaforma e il “pack” dell’attore sarà
disponibile entro la fine dell’anno al prezzo speciale di lancio di
99 centesimi.
Come riporta l’articolo, la voce di
Jackson arriverà su Alexa grazie a una nuova tecnologia
chiamata Neural Text-to-Speech e sviluppata da Amazon che rende
quella predefinita ancora più umana, emotiva ed espressiva,
permettendo quindi di replicare perfino le inflessioni vocali di
persone reali. Ma in che modo funziona? Semplice: dopo aver
installato il voice pack di Jackson, gli utenti dovranno esclamare
semplicemente “Alexa, presentami Samuel L. Jackson“,
scegliendo tra un linguaggio esplicito o meno esplicito.
Non è la prima volta che Amazon
coinvolge star di Hollywood nel progetto, da Chelsea Handler e Ed
Sheeran, con il quale era possibile intonare un duetto.
L’Hollywood Reporter durante la
promozione di The Avengers è riuscito a strappare
a Samuel L. Jackson qualche commento sul suo ruolo in
Django
Unchained, nuovo attesissimo film-western di
Quentin Tarantino. L’attore interpreta uno “schiavo di casa”. Ecco
le dichiarazioni
Per me rappresenta l’opportunità di esplorare un
luogo della mia storia sul quale non ho mai riflettuto molto, e
trattarlo in maniera onesta e molto drammatica. E’ una opportunità
lavorare con uno dei registi più iconici che abbiamo mai
avuto.
Il sito riporta anche alcune
indiscrezioni sulla preparazione di Samuel L.
Jackson. L’attore avrebbe visto Addio Zio Tom, film del
1971 falso documentario diretto da Gualtiero Jacopetti e
Franco Prosperi che sembra aver ispirato il regista di Pulp Fiction
nello sviluppo della storia.
Continua Jackson a questo
proposito: Ma Quentin fa sempre omaggi e citazioni a
diversi generi. E’ il suo punto di vista, la sua versione di quei
film. E in questo caso non si tratta di qualcosa che non faccia
parte del tessuto di questa nazione: è avvenuto
davvero.
Nel cast del film che uscirà il 25
Dicembre negli USA e il 4 Gennaio 2013 in Italia ci
sono Christoph Waltz, Don Johnson, Gerald
McRaney, James Remar, James Russo,Jamie Foxx, Kerry
Washington, Kurt Russell, Leonardo Di Caprio,Sacha Baron
Cohen, Samuel L. Jackson, Todd Allen, Tom
Savini, Tom Wopat. Ulteriori info nel nostro speciale dedicato
al film Django
Unchained.
Il Nick Fury di Samuel L.
Jackson è sicuramente uno dei personaggi collante
dell’universo Marvel, tanto da comparire
in alcuni episodi di Agents of
S.H.I.E.L.D.. Eppure non sarà presente
in Captain America Civil War, il
film che ci farà assistere alla guerra tra Captain America e
Iron Man. Lo ha confermato lo stesso Jackson
durante un’intervista rilasciata al sito Collider, dove ha
avuto modo di dichiarare il suo sconfinato amore per la Marvel Studios.
“È un divertimento
incredibile” ha detto Samuel L. Jackson
“l’anno scorso ho incontrato Mark Millar, mentre stavo girando
Kingsman, e ho colto la possibilità di ringraziarlo per aver fatto
diventare Nick Fury nero cambiando tutta la dinamica. È fantastico
essere il tessuto connettivo tra così tanti personaggi diversi in
così tanti film diversi, e fare in modo che si riuniscano tutti. Ma
non ci sarò in Captain America Civil War. Non so bene perché, ma
non ci sarò. Probabilmente sarò ancora in giro per capire cos’è
successo allo S.H.I.E.L.D.. Ma è un grande onore essere Nick Fury,
far parte di quel mondo, ed essere un personaggio in cui la gente
crede. Sono grato di farne parte, proprio come sono grato di aver
fatto Star
Wars con George Lucas, interpretando un personaggio che la
gente ricorda, Mace Windu. È tutto grandioso. Se la gente studierà
i film nei prossimi 200 anni, parleranno di Star Wars, della saga
degli Avengers e di tutto il resto”.
Il contratto di
Jackson, che ha recitato in sette film dei
Marvel Studios, ne prevede soltanto
altri due, probabilmente per le due parti di Avengers
Infinity War, ma l’attore ha confessato che sta
lavorando a un’estensione del contratto perché “ne voglio fare
ancora”.
Ricordiamo
che Captain America Civil
War sarà diretto da Anthony
e Joe Russo e vedrà nel cast Chris
Evans, Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Chadwick Boseman,
Sebastian Stan,Samuel L. Jackson, Frank Grillo,
Jeremy Renner e Daniel Bruhl. Il film
uscirà il 6 maggio 2016.
Durante un’intervista con TotalFilm,
Samuel L. Jackson ha detto qualcosa in relazione
ai prossimi film Marvel in uscita, rivelando che non
riprenderà il suo ruolo
Arrivano online i primi
materiali per Reasonable Doubt,
crime-thriller con Samuel L. Jackson e Dominic
Cooper.
il film per la regia di Peter P. Croudins, seguirà
le vicende del procuratore distrettuale Mitch Brockden,che cercherà
di fermare un presunto omicida scagionato diverse volte dalle
autorità e sul quale non sono mai state trovate prove certe.
Di seguito potete trovare poster e trailer per il film che in USA
uscirà il 17 Gennaio.
Samuel L. Jackson è la nuova aggiunta al cast
del film giallo senza titolo di J.J. Abrams per la
Warner Bros e la sua Bad Robot, ha confermato Deadline.
Samuel L. Jackson
si unisce a un cast che include anche Glen Powell,
Jenna Ortega e
Emma Mackey, come annunciato in precedenza. I dettagli
della trama rimangono segreti, anche se abbiamo sentito dire che
non è un film sui viaggi nel tempo, come alcuni hanno ipotizzato.
Abrams dirigerà da una sua sceneggiatura, con Bad Robot
come produttore.
Come regista, l’ultimo film di
JJ Abrams è stato Star Wars: Episodio IX – L’ascesa di Skywalker
nel 2019. Ha prodotto di recente il documentario Amazon MGM The
Blue Angels, la prossima lista di Bad Robot include Flowervale
Street di David Robert Mitchell, la serie drammatica Duster per Max
e molto altro. La società ha avviato trattative per estendere il
suo accordo di lunga data per film e TV con Warner Bros. durante
l’estate.
Di recente, Warner Bros ha vinto una
guerra di offerte per Cime tempestose di
Emerald Fennell, avviando anche lo sviluppo
iniziale di un film di Game of Thrones e mettendo
in moto un film d’animazione di Emily the Strange.
Dopo l’uscita di Giurato numero 2 di Clint Eastwood e del film di punta
per le feste Red One, il prossimo titolo dello
studio in programma per l’uscita è il film d’animazione Il Signore degli Anelli: La guerra dei
Rohirrim il 1° gennaio 2025.
La stella dello S.H.I.E.L.D.
Samuel L. Jackson è entrato ufficialmente nel cast
dell’atteso adattamento di The Secret
Service di Mark Millar che sarà
diretto da Matthew Vaughn. A confermare la notizie
è Variety che annuncia che l’attore si unisce già
ad un cast d’eccezione che comprende gli attori Colin
Firth e Michael Caine.
Secondo l’autorevole sito altri
attori erano accreditati per il ruolo (Leonardo
DiCaprio e Tom Cruise) ma alla fine sarà
Samuel L. Jackson ad interpretare il villain
principale dell’adattamento della serie di Mark
Millar e Dave Gibbons. Altra new entry è
invece l’attore sconosciuto Taron Egerton che
interpreterà Gary, mentre è ancora aperta la caccia alla
protagonista femminile, sulle quali si fanno sempre più insistenti
le voci su due nomi, la bellissima Emma Watson e
l’attrice vista in Dark Shadows Bella
Heathcote.
The Secret
Service vede protagonista un piccolo criminale
originario dei sobborghi di Londra (interpretato da Taron
Egerton) che viene reclutato dallo zio (Colin
Firth) e portato in una scuola di spie che forgia
raffinati e sofisticati gentlemen alla 007. Vaughn ha firmato
la sceneggiatura del film insieme a Jane Goldman e ne sarà anche il
produttore tramite la sua Marv Films.
Dopo Gary Oldman, un altro volpone del
grande schermo entra nel cast del RoboCop di José Padilha: Samuel
L. Jackson! Reboot del lungometraggio diretto negli anni ’80 da
Paul
Il remake americano di Old
Boy vede aggiungersi al cast un altro nome illustre:
sembra che Samuel L. Jackson entrerà nel film per vestire i panni
di un uomo torturato dal protagonista( Josh Brolin) in una scena
chiave di vendetta.
La scena era già presente nella
versione originale, ma la fonte assicura che il genere di tortura
utilizzata nel remake non sarà necessariamente dello stesso tipo ma
“altrettanto dolorosa” Il Los Angeles Times ha anche rivelato che a
comporre la colonna sonora sarà il cantante Bruce Hornsby. Le
riprese del film, diretto da Spike Lee e basato su una
sceneggiatura di Mark Protosevich, partiranno a settembre.
Samuel L. Jackson
parteciperà a Kite, adattamento
dell’omonimo anime diretto da David R. Ellis
(Final Destination 2,
Cellular): i due avevano già collaborato
in occasione di Snakes On A Plane ,
nel 2006.
A dare l’annuncio del proprio
coinvolgimento nel progetto è stato lo stesso Jackson, spiegando
che le riprese verranno effettuate a Johannesburg. Al centro
dell’anime originale, uscito nel 1998, una studentessa orfana,
Sawa, che si mette alla ricerca degli assassini dei genitori
per ottenere vendetta; ad aiutarla saranno due poliziotti corrotti
che seguono il caso, che la mettono sotto la loro protezione, anche
se con Akai la ragazza intreccerà una perversa relazione sessuale:
questo, insieme all’elevato livello di violenza della storia, fa
pensare che ne uscirà un film decisamente non adatto a tutti.
Quando si parla di cinecomic non si
può fare a meno di pensare immediatamente a Marvel e Dc Comics e alla loro
rivalità, che dal campo del fumetto si è spostata al cinema.
Samuel L. Jackson è
attualmente impegnato nel press tour dell’ultimo film di
Tim Burton, Miss Peregrine’s Home for
Peculiar Children. All’attore, che interpreta Nick
Fury nell’universo Marvel, è stato chiesto circa lo
scontro tra le due fanbase, che battagliano online. “Il
successo genera disprezzo”, ha risposto Jackson.
Quando gli è stato chiesto il motivo
per cui questo scontro è così acceso e non ci siano probabilità
perchè le due fanbase vadano d’accordo, Jackson ha lanciato una
sottile stoccata alla concorrenza.
Non è una
domanda che si chiedono le persone alla DC? (Ride) La gente della
Marvel no, non credo che le persone
alla Marvel si facciano questa
domanda.
L’intervistatore ha oltretutto
manifestato a Jackson il suo amore per Man of Steel.
L’attore ha risposto:
Speriamo che
Wonder Woman sarà altrettanto grande, sai,
perché un mio amico la allena, quindi spero che sia un buon
film. Sai, penso che ci sia spazio per tutti di esistere qui,
e il fatto che qualcosa non stia funzionando o non funzioni, o che
la gente voglia una cosa specifica, voglio dire
questo è ciò che rende i film dei film e ciò che rende il
pubblico un pubblico. Quindi speriamo che realizzeranno uno di
quei film uno di questi giorni e che sarà grande come un film
Marvel.
Come ricordato da Samuel L.
Jackson, Gal Gadot ha fatto il suo
esordio nei panni di Wonder Woman in Batman v Superman Dawn of
Justice di Zack Snyder, al
fianco di Ben
Affleck e Henry Cavill. Oraè
pronta per un film stand-alone.
Trama: “Prima di
diventare l’eroina che tutti conosciamo, Wonder Woman era Diana,
principessa delle Amazzoni, addestrata per diventare una guerriera
invincibile. Cresciuta in una paradisiaca isola protetta, quando un
pilota americano, in seguito a un incidente, approda sulle sue rive
e annuncia un grandissimo conflitto che infuria nel mondo esterno,
Diana lascia la sua casa, convinta di poter fermare la minaccia.
Combattendo insieme all’uomo in una guerra che potrebbe mettere
fine a tutte le guerre, Diana scoprirà i suoi straordinari poteri
andando incontro al suo vero destino”.
Il film è prodotto
da Charles Roven, Zack
Snyder e Deborah Snyder,
con Richard Suckle, Stephen Jones, Wesley Coller,
Geoff Johns, Connie Nielsen e Rebecca
Roven come executive producers.
Vi ricordiamo che il film è diretto
da Patty
Jenkinse vedrà protagonista Gal
Gadotaffiancata da Chris
Pine, Connie Nielsen, Robin
Wright, David Thewlis, Danny Huston, Elena Anaya, Ewen
Bremner e Saïd Taghmaoui. Il
film arriverà al cinema il 23 giugno 2017.
La Motion Picture Corporation of
American ha messo in cantiere un film che avrà trai protagonisti
Samuel L. Jackson, Luke Wilson e Leslie Bibb. Il film che alle
atmosfere thriller aggiungerà il sapore della black comedy sarà
tratto dal romanzo di Thomas Berger, Meeting Evil, edito nel 1992 e
avrà alla regia il Chris Fisher di S. Darko.
La trama del film:
John Felton (Wilson) è un
depresso agente immobiliare, recentemente licenziato. Dopo aver
condiviso alcune esperienze con un misterioso sconosciuto chiamato
Richie (Jackson), la coppia si imbarca in una giornata piena di
criminalità e violenza durante la quale i due svilupperanno un
curioso rapporto di simbiosi, in cui anche Felton scoprirà ben
presto il proprio lato oscuro.
Il progetto legato alle origini di
King Kong, dal titolo Kong Skull Island,
ha subito diversi problemi in fase di pre-produzione. Tra gli
ultimi ci sono l’abbandono da parte di J.K.
Simmons (Wiplash) e Michael
Keaton (Birdman), costretti a rinunciare al
progetto a causa dei continui ritardi dell’inizio delle riprese. La
produzione è quindi alla ricerca dei loro sostituiti.
La notizia di oggi è che
Samuel L. Jackson (The Avengers) sarebbe
in trattative iniziali per sostituire Simmons, mentre John
C. Reilly (Chicago) sarebbe il favorito per il
ruolo precedentemente pensato per Keaton. Anche a Tom
Wilkinson (Batman Begins) sarebbe stata offerta
una parte nella pellicola.
Kong Skull
Island, prodotto dalla Legendary Pictures diretto
da Jordan Vogt-Roberts sulla base
dello script di John Gatins
e Max Borenstein, avrà come
protagonista Tom Hiddleston e la
storia si svolgerà sull’isola natia della gigantesca scimmia
King Kong, del quale ci verranno finalmente narrate le origini. Nel
cast ci sarà anche Brie Larson, scelta per la
parte della protagonista femminile. Anche Russell
Crowe avrebbe dovuto far parte del cast, ma ad oggi sembra
che il suo nome non sia più associato al progetto.
Dalle pagine di Yahoo
Movies arriva il nuovo trailer di Big
Game, film diretto dal regista finlandese
Jalmari Helander con
protagonisti Samuel L. Jackson (uno
degli attori prediletti di Quentin Tarantino) e
Onni Tommila.
Ecco la trama: Oskary (Onni
Tommila) è un tredicenne che cerca di dimostrare il suo
valore alla propria famiglia attraverso un lungo viaggio in
solitaria in luoghi spietati e inospitali. Nel bel mezzo della sua
avventura però troverà una capsula di salvataggio dell’Air Force
One contenente il presidente degli Stati Uniti in carne ed ossa
(Samuel L. Jackson).
Nel cast figurano anche Ray
Stevenson, Jim
Broadbent, Felicity
Huffman, Victor
Garbere Ted
Levine. Il film arriva in Europa a partire dal
prossimo 25 marzo.
Samuel L. Jackson ha rivelato che il legame più forte
che abbia mai costruito con un gruppo di suoi colleghi è quello che
ha instaurato con il cast di The
Hateful Eight. L’ottavo film diretto da Quentin Tarantino ha riunito un gruppo di
attori a dir poco formidabile, tra cui anche Kurt Russell, Jennifer
Jason Leigh, Walton Goggins e Bruce Dern.
Jackson ha recitato in numerosi film
di Tarantino, con l’attore che nel corso degli anni è diventato uno
dei collaboratori più frequenti del regista. Jackson ha una lunga e
leggendaria carriera alle spalle; tuttavia, l’esperienza sul set di
The Hateful
Eight non è stata la prima volta che l’attore si è
dovuto confrontare con un ensemble. Jackson ha infatti
interpretato Mace Windu nei prequel di Star Wars e, in quello che è forse diventato il suo
ruolo più popolare negli ultimi anni, ha interpretato il direttore
dello SHIELD Nick Fury nel
MCU.
Di recente l’attore è stato
insignito del Legend of Cinema Award al SCAD Savannah Film
Festival e in occasione di un’intervista con EW, ha ricordato
proprio il forte legame con gli altri attori del cast di The
Hateful Eight, i celebri “The Haters”. Jackson ha
ammesso che si tratta del legame tra colleghi più stretto che sia
mai riuscito a costruire durante la sua carriera, anche più forte
delle esperienze avute con la saga di Star
Wars e con il MCU.
L’attore ha anche rivelato che il
gruppo si sente periodicamente attraverso una chat di
messaggistica: “Io e gli hater di Hateful Eight abbiamo una
chat di gruppo in cui ci scambiamo messaggi tutte le settimane per
sapere dove siamo, cosa facciamo e cosa ne pensiamo dell’attuale
situazione politica. Si tratta del legame cinematografico più forte
che abbia mai avuto.”
Samuel L. Jackson ha lavorato a stretto contatto con
Quentin Tarantino per tutta la sua carriera e
ha dato vita ad alcune delle sue migliori performance grazie al
regista. Non sorprende, quindi, che sia stata proprio una
collaborazione con Tarantino ad avergli suscitato tali sentimenti.
Considerando il fatto che The
Hateful Eight si svolge in gran parte in un unico
ambiente, gli attori saranno stato sicuramente rinchiusi insieme in
quel luogo per tutta la durata delle riprese, cosa che avrà
certamente contribuito a rafforzare il loro legame così
speciale.
“Sì, sicuramente. Non ci sono
dubbi al riguardo. Per quale motivo non dovrebbe tornare? Nick Fury
è là fuori. Ovunque si trovi, bisogna capire cosa è successo e come
si è arrivati a quel punto. Forse scopriranno che tutto faceva
parte di un piano ancora più grande. Sarebbe fantastico.
Sicuramente mi faranno tornare. In un modo o nell’altro. Voglio
dire, non mi hanno di certo tirato in ballo soltanto per tenere a
bada questa banda di ragazzini che sono sgattaiolati fuori dalle
loro stanze e hanno combinato un bel po’ di casini… Vedremo cosa
accadrà”.
Cosa ne pensate? È lecito a questo
punto sperare in un ritorno di Nick Fury, ad esempio, in
Avengers Infinity War?
Samuel L. Jackson
anticipa il ritorno dello SHIELD nel MCU
In attesa di eventuali
aggiornamenti, ricordiamo che Avengers Infinity
War arriverà al cinema il 4 Maggio 2018.
Christopher Markus e Stephen
McFeely si occuperanno della sceneggiatura del film,
mentre la regia è affidata a Anthony e Joe
Russo.
Un personaggio chiave del franchise
di Die Hard potrebbe ritornare sul grande
schermo nel prossimo episodio della saga, Die Hard
6. Latino Review ha postato un tweet (che potete
leggere di seguito) in cui afferma che la 20th Century
Fox ha incontrato gli sceneggiatori per discutere a
proposito di un possibile ritorno del personaggio di Zeus Carver,
interpretato da Samuel L Jackson in
Die Hard Duri a Morire (Die Hard with a
Vengeance), terzo capitolo della saga uscito nel 1995.
Al momento si tratta soltanto di un
rumor, quindi non esiste ancora nessuna conferma ufficiale in
merito ad un eventuale coinvolgimento di Samuel L Jackson nel
progetto. Ad ogni modo, Bruce Willis aveva confermato già tempo
addietro che un sesto film su Die Hard avrebbe presto
visto la luce. Vi terremo aggiornati.
Dopo il thriller soprannaturale del
2007 1408, diretto da Mikael Hafstrom, Samuel L
Jackson e John Cusack torneranno a
lavorare insieme per un nuovo adattamento cinematografico
dell’opera di Stephen King. Variety, infatti,
riporta la notizia che Jackson sarà il co-protagonista insieme a
Cusack di Cell, un romanzo di
fantascienza dalla trama piuttosto complessa, uscito nel 2006.
Richard Saperstein, che avevà già prodotto
1408, produrrà anche Cell insieme alla sua
Genre Company e ai colleghi Brian
Witten e Shara Kay. La sceneggiatura è
opera dello stesso King in collaborazione con Adam
Alleca (L’ultima casa a sinistra).
Prossimamente vedremo
Samuel L Jackson nel nuovo film di Spike
Lee Oldboy e nuovamente nei panni di Nick Fury in
Captain America: The Winter
Soldier.
Secondo quanto rivelato in
esclusiva da HollywoodReporter, l’attore
inglese Michael Caine e
l’americano Samuel L. Jackson formeranno una
coppia d’eccezione nel film Harry and the
Butler. Prodotto da Philippe
Rivier di Spirit Films e
da Colin Callender di Playground
Entertainment, il film sarà diretto da George
C. Wolfe (Come un
uragano, Lackawanna
Blues) e vedrà Samuel L.
Jackson vestire i panni di un meccanico ex musicista jazz
e Michael Caine quelli di un maggiordomo
inglese.
Harry and the
Butlerè basato sull’omonimo
film danese del 1962 diretto da Bent
Christensen e nominato agli Academy
Awards come miglior film straniero. La storia racconta di
Harry (Samuel L. Jackson) un ex musicista jazz
arrangiatosi meccanico che prosegue la sua vita aggiustando
montagne russe e vivendo in un vagone di un treno dismesso. Un
giorno Harry erediterà una grossa somma di denaro e, nel corso di
festeggiamenti a base di alcool, decide di assumere un maggiordomo
inglese (Michael Caine).
I due produttori,
Rivier e Callender hanno
commentato così la scelta del cast (che inizialmente sembrava dover
essere formato da Anthony
Hopkins e Morgan Freeman):
“Siamo
orgogliosi di poter unire insieme due icone del cinema come Sam
Jackson e Michael Caine sotto la direzione del grande George
C. Wolfe. Harry and the Butler entra in quel filone di film della
tradizione incentrato sull’incontro fra due personaggi
profondamente diversi che cambierà per sempre la loro
vita.”
Attualmente Michael
Caine è impegnato alla realizzazione
di Interstellar film sci-fi diretto
da Christopher Nolan,
mentre Samuel L. Jackson tornerà a vestire i
panni di Nick Fury in Captain America: The Winter
Soldier.
Non molto tempo fa vi avevamo
rivelato che Quentin Tarantino aveva deciso di non realizzare più il film
basato su una sua sceneggiatura intitolata The Hateful
Eight e che, invece di rinunciare a sfruttare questo suo
script, il regista di Pulp Fiction aveva deciso di
spendere il suo lavoro in una lettura pubblica, che si sarebbe
tenuta al County Museum of Art’s Bing Theater di Los Angeles con
Film Indipendent.
Tale lettura si terrà oggi 19
Aprile e pare che tra gli attori che saranno presenti sul palco ci
sarà il grandissimo Samuel L Jackson. La lettura
del copione di The Hateful Eight è stata
organizzata da Tarantino per raccogliere fondi per la sopracitata
Film Indipendent, organizzazione no-profit che organizza ogni anno
anche gli Independent Spirit Awards e il Los Angeles Film
Festival.
Di seguito un poster rilasciato
online dell’evento, i cui biglietti I biglietti per partecipare
costano circa 200 dollari:
Ieri, alla presenza del Sindaco di
Bergamo Giorgio Gori e dell’Assessore
all’Istruzione Loredana Polli, si è tenuta a
Bergamo la conferenza stampa per la presentazione del
Samsung eSport Palace, luogo dedicato a tutto gli
amanti dei videogames e degli eSport, le competizioni online a
livello professionistico.
Nel mondo è un momento
particolarmente positivo per gli eSports e l’Italia è in scia con
un trend in forte crescita. Stiamo parlando di un mercato globale
che nel 2017 ha raggiunto i 655 milioni di dollari e, secondo il
report Global Esports Market di Newzoo, quest’anno il giro d’affari
toccherà quota 905,6 milioni di dollari, con la stima di arrivare a
ben 1,6 miliardi nel 2021.
Intercettando questo momento
favorevole per il settore Samsung, in
collaborazione con AK Informatica, ha deciso di
investire in una struttura che viene annunciata come il primo
Palace in Italia interamente dedicato agli eSport. In realtà,
iniziative private simili già ne esistono ma questo progetto ha
dimensioni e ambizioni di altro respiro. Una riprova né il supporto
ricevuto dalla Giunta Bergamasca che, con
lungimiranza non comune, crede in questo mercato e in questa
iniziativa come opportunità di formazione per i giovani e come
generatore di nuove figure professionali.
L’eSport Palace è
una struttura su tre piani che si trova in Via Carducci 4 a
Bergamo. Al piano terra è presente un Bar con un Ristorante, ma
soprattutto lo Store AK Informatica dove i visitatori potranno
acquistare prodotti e accessori per il Gaming. Il cuore pulsante
degli eSports si trova al secondo piano con una LAN di circa 40
postazioni che, per garantire prestazioni da vero online Gaming
viaggia con una banda di 40-50 Gigabit tramite una dorsale in fibra
garantita da InternetOne, uno degli altri partner
del progetto. Le postazioni a disposizione si avvalgono di
componenti hardware delle ultime generazioni fornite dagli altri
partner del progetto: Intel, Zotac, Cooler Master, Astro e
Sparco e D-Link.
Ma il Samsung eSport Palace non è
solamente un luogo di aggregazione per tutti gli appassionati di
Gaming ed eSport, è anche la casa e luogo di allenamento per i
quattro team Morning Stars che sono già dei
professionisti partecipando ai tornei di
Overwatch, CS:GO e
Hearthstone. Infatti, il secondo piano è il loro
regno, un ambiente interamente dedicato dove i componenti delle
squadre potranno allenarsi quotidianamente in privato. Lo spazio è
dotato inoltre di una regia nella quale si lavorerà costantemente
per preparare contenuti che andranno in onda su Facebook e su
Twitch, permettendo agli appassionati di tenersi sempre aggiornati
sulle novità del Palace e dei Morning Stars. I quattro team sono
sponsorizzati da Samsung e fanno parte del progetto Samsung
Morning Stars Akademy, una vera e propria accademia che dà
ai ragazzi non ancora professionisti la possibilità di mettere in
luce le proprie doti di videogiocatori e di candidarsi online per
entrare a far parte della squadra a livello preprofessionale.
Vi ricordiamo che il Samsung eSport
Palace inaugurerà ufficialmente il 26 e 27 maggio in Via
Carducci 4 a Bergamo con un grande evento aperto ai
consumatori che darà l’opportunità di visitare la struttura e
scoprire i suoi tre piani. Credendo in un luogo di incontro e in un
ambiente nel quale poter respirare un’aria di divertimento e di
crescita professionale, Bergamo si candida così ad
esser la capitale italiana in pectore degli eSports.
Arriva sugli schermi italiani
Samsara di Lois Patiño, con una
proiezione in anteprima nel corso della diciassettesima edizione di
La Nueva Ola – Festival del cinema spagnolo e
latinoamericano al cinema Barberini di Roma. Nelle sale
sarà disponibile dal 23 maggio e per fortuna, perché un progetto
come questo può trovare la giusta forma di fruizione solo come rito
collettivo. Il film selezionato in concorso alla Berlinale 2023 si è aggiudicato il Premio
Speciale della Giuria in Encounters. Siamo in Laos, un paese dove
ancora la natura si manifesta nella sua imponenza al cui cospetto
gli esseri umani appaiono per quello che sono: minuscoli di fronte
a maestose cascate e fitte foreste frequentate da elefanti in
libertà.
Qui seguiamo i giovanissimi monaci
nei loro sanghati color zafferano, sospesi tra le antiche pratiche
della meditazione tradizionale e i tanti stimoli della rete che
attraverso i moderni smartphone si insinuano anche all’interno
della disciplina del tempio. Samsara è un termine sanscrito, il cui
significato è ‘scorrere insieme’ e nella dottrina buddhista sta a
indicare l’affrancamento dal ciclo delle rinascite. Un obiettivo,
un’aspirazione che in questa religione viene perseguito
reincarnazione dopo reincarnazione, vita dopo vita. Lo sa bene Mon,
un’anziana donna che sente di essere ormai prossima alla morte e
vuole prepararsi al viaggio che la attende. Lo fa attraverso un
testo cardine del buddhismo: il Bardo Thodol, ovvero ‘Il Libro
tibethano dei morti’. Un’esperienza che il regista ci invita a
vivere, letteralmente, insieme a lei. Alla sua morte, infatti, lo
spettatore viene invitato a seguire il viaggio della sua anima in
quello spazio intermedio che trasporta la mente da un corpo
all’altro.
Samsara sperimenta le forme
espressive offerte dalla pellicola 16mm
Quindici minuti in cui ci viene
suggerito di rimanere ad occhi chiusi e di abbandonarsi ad un volo
di proporzioni intercontinentali: lo si percepisce dalle varie
lingue (tra cui anche l’italiano) che si attraversano.
Un’esperienza che, vissuta all’interno di una sala collettiva,
riporta il cinema alla concretezza degli albori, quando oltre alla
visione venivano sollecitati anche altri sensi, come l’olfatto
grazie ai profumi diffusi durante le proiezioni, ad esempio. Chi
avesse la curiosità di sbirciare durante questo lungo segmento di
proiezione (ma il consiglio è quello di unirsi alla meditazione di
gruppo), vedrà frammenti luminosi imprecisi ottenuti attraverso
l’utilizzo di una 16mm, come i colori descritti nel libro, che
ricordano le sperimentazioni su pellicola di Hans
Richter negli anni Venti. E alla fine del viaggio siate
pronti ad approdare dove il karma ha deciso, seguendo anche la
nuova strada che al vivere viene assegnata, senza giudizi, proprio
come il personaggio protagonista della seconda parte di un racconto
visivo che offre immagini di grande suggestione.
Dal Laos a Zanzibar: un
omaggio alla diversità culturale
Il regista spagnolo ha dichiarato
che Samsara deve essere letto come una celebrazione della diversità
culturale e delle leggi invisibili che sostengono e accompagnano il
nostro vivere e morire. Il montaggio attenua gli effetti di quella
che sembra essere una presa diretta per la lentezza con cui si
conduce e che è frutto di una ricerca precisa. Il samsara viene
ricreato in ogni inquadratura come tentativo di fermare il tempo
attraverso la sua dilatazione fino agli estremi, con sostanziosi
fermi immagine paesaggistici e un’attenzione anche alle forme di
vita che abitano i dintorni della storia, pur senza attraversarla,
come i piccoli animali marini nella nuova vita di Mon. “Meno male
che facciamo dei sogni” dice la donna, prossima al trapasso nella
prima parte del film. “Quando andiamo a dormire ci raccontano delle
storie così belle”.
E come un sogno è Samsara, una
pellicola che si prende la libertà di rivoluzionare il ritmo della
narrazione per far emergere quell’invisibile che nel quotidiano
serrato che ciascuno di noi si trova a vivere inevitabilmente si
perde. O forse no? Da questo punto di vista il film d Patino
rappresenta un tentativo di coraggioso di dare spazio alla
filosofia e alla religione cercando la costruzione di una nuova
forma espressiva: se si tenta di leggere il film al di fuori di
questa prospettiva di sperimentazione, altrimenti, Samsara rischia
di apparire solo un documentario che cerca senza riuscirci di
nascondere la macchina da presa mentre è molto di più.
Un suggerimento: se avete amato le
atmosfere di Samsara non perdetevi Le quattro volte di Michelangelo
Frammartino.
Teaser trailer italiano
ufficiale di SAMMY 2, a Natalel 2012 al cinema! La tartaruga in 3D
più simpatica del mondo è tornata. Sammy e Ray si stanno godendo
l’acqua e la sabbia di un atollo, mentre guidano i neonati Ricky e
Ella verso il mare. Improvvisamente, un bracconiere si avventa su
di loro e, dopo averli catturati, li spedisce a Dubai dove dovranno
far parte di uno spettacolare show acquatico per turisti. Il boss
del posto, il cavalluccio marino Big D, li vorrebbe organizzare con
loro una grande fuga. Ma con i loro nuovi amici, Jimbo il pesce
blob, Anabel la dolce piovra e una intera famiglia di pinguini,
Sammy e Ray elaborano un piano di fuga tutto loro. Nel frattempo
arrivano Ricky ed Ella, determinati a fare irruzione per salvare i
loro amici. Dopo una serie di emozionanti avventure durante le
quali per poco non ci lasciano la pelle, i nostri eroi si dirigono
verso sud per incontrare Shelly, il primo e mai dimenticato amore
di Sammy.
In Sammy 2 – La grande
fuga Amici da sempre, Sammy e Ray, due tartarughe marine,
trascorrono giorni felici nella barriera corallina. Un giorno
mentre guidano i primi passi verso il mare dei loro nipotini, Ricky
ed Ella, si ritrovano prigionieri di una rete da pesca. Catturati
dai bracconieri, Sammy e Ray vengono venduti e si ritrovano ben
presto in un gigantesco acquario sottomarino di Dubai. Qui faranno
la conoscenza di pesci provenienti da tutto il mondo, alcuni
simpatici, altri un po’ matti, e tutti insieme tenteranno di
scappare dal grande acquario, con l’aiuto di due alcuni amici molto
speciali.
Il secondo lungometraggio animato
della coppia Stassen e Kesteloot (il primo fu
infatti Le Avventure di Sammy uscito nel
2010) riprende il filo da dove si era concluso il precedente. Sammy
e Ray sono ormai cresciuti e sono addirittura diventati nonni. La
nuova avventura coinvolge questa volta non solo loro ma anche i
loro neonati nipotini. Dall’uscita di Alla ricerca di
Nemo in poi, tutte le case produttrici di film
d’animazione si sono cimentate con l’argomento delle avventure
sottomarine, costruendo in alcuni casi personaggi e storie molto
credibili, e in alcuni altri prodotti molto meno convincenti.
Sammy 2 – La grande fuga, il film
È purtroppo il caso di
Sammy 2 – La grande fuga. La galleria di
personaggi che i due incontrano durante la loro prigionia del
grande acquario di Dubai è sicuramente poco convincente: un cattivo
poco cattivo che non suscita quel naturale sentimento di rabbia e
frustrazione, la parte dei “giullari” invece è affidata a fin
troppi personaggi (addirittura tre) che si spartiscono quel tocco
di pazzia e simpatia che li contraddistingue, risultando poco
efficaci. Il mondo subacqueo creato dai registi olandesi a ben poco
a che fare, poi con la prigione in cui le due anziane tartarughe si
sentono rinchiuse: ampi spazi, cibo a volontà, e l’attenzione dei
clienti del ristorante extralusso non sembrano poi così
insopportabili da giustificare il frettoloso bisogno di fuga, se
non fosse per i due neonati bisognosi di aiuto.
I lungometraggi di animazione ci
avevano abituati, negli ultimi anni, a esempi di scrittura
cinematografica e maestria tecnica ottimi (basti ricordare, tra gli
altri, le prove della Pixar e della Disney), nel caso di
Sammy 2 – La grande fuga, invece alla validità
della proiezione 3D, che ci trasporta completamente sotto i mari,
non segue un’eguale energia narrativa.
Parlando del prossimo reboot de
I Fantastici 4, Saoirse
Ronan è stata continuamente accostata alla parte di Sue
Storm alias La Donna Invisibile. Ora sembra giunto un cambio di
rotta da parte della produzione legato al possibile ingaggio di
Michael B. Jordan per interpretare il ruolo di
Johnny Storm/La Torcia Umana.
Il vero problema nasce dal fatto
che la differente etnia della Ronan e di
Jordan renderebbe difficile giustificare
all’interno della pellicola il rapporto di parentela tra Sue e
Johnny Storm, che tutti sappiamo essere fratelli all’interno della
versione a fumetti dei supereroi di casa Marvel. E’ per questo che
la 20Th Century Fox avrebbe deciso di orientarsi
sul casting di due attori di origine afro-americana, pur
di continuare a seguire le trattative per l’ingaggio
dell’attore.
Alla luce di quanto appena detto,
secondo i rumors il nome più papabile per vestire i panni
dell’eroina sarebbe quello di Samira Wiley, nota
al grande pubblico per la serie Tv Orange Is The New
Black e per la sua partecipazione a Lo
Spaventapassere. L’attrice non ha confermato le
indiscrezioni, ma affronta il discorso con entusiasmo:
Ho visto gli articoli su Internet con il mio nome
gettato nel mix e sono super sorpresa, onorata ed entusiasta. Il
solo fatto che il mio nome sia lì e che vi sia questa possibilità è
una cosa fantastica. E ‘bello avere il mio nome in quel mix assieme
a quello di splendide attrici.
Una volta chiamata a confermare i
rumors, Samira Wiley aggiunge all’argomento:
Ancora non ho fatto nessun test, ma speriamo di poter
vedere cosa succederà al riguardo. Sarebbe incredibile, ede il
fatto che ne stiamo parlando dimostra quanto siamo arrivati
lontani. Il fatto che nel 2013 un’afroamericana possa sognare di
diventare un’attrice mi rende grata nei confronti di chi è venuto
prima di me.
Dopo l’incredibile successo di
Quasi Amici del 2011,
Éric Toledano e Olivier Nakache
tornano nelle sale italiane con Samba e
una storia – come tradizione ormai – di altissimo impegno sociale.
I due autori francesi si lasciano alle spalle il tema della
disabilità per raccontare, in modo piuttosto dettagliato,
l’universo sotterraneo degli immigrati a Parigi. Immigrati
extracomunitari che, a differenza di noi europei, hanno davvero
un’odissea da affrontare per conquistare il possesso di documenti,
contratti di lavoro, visti, permessi e quant’altro.
A tal proposito, da
cittadino italiano trapiantato proprio a Parigi, chi scrive si è
scontrato con la macchinosa burocrazia d’oltralpe senza
mai subire scossoni particolari. Alla fine di ogni
documento, di ogni modulo, c’è sempre la parte dedicata “agli
allegati extra”, ulteriori carte da fornire ma “solo per i
residenti fuori dall’Unione Europea”. Samba è invece di nazionalità
senegalese, nonostante viva à Paris da dieci anni ha
ancora difficoltà a integrarsi legalmente. Non solo gli è precluso
ogni contratto ufficiale di lavoro, ad ogni controllo rischia di
finire in galera con un conseguente obbligo di espulsione. È
frequentando gli affollati uffici dell’assistenza sociale che
incontra Alice, l’unica persona che prende seriamente a cuore – in
senso letterale – la sua storia.
Replicare, o comunque
avvicinare, la perfezione stilistica di Quasi Amici, un
film ottimamente bilanciato, compatto e scritto meravigliosamente,
era per forza di cose molto difficile. Samba strizza
l’occhio ai fratelli Dardenne durante un’ottima
prima parte, per poi sfaldarsi pian piano in un potpourri di
elementi diversi fra loro. A mettere troppa carne al fuoco si
rischia ovviamente di far perdere interesse allo spettatore, di
confondere e di smarrire l’orizzonte. Un peccato, al netto dei
buoni e impegnati contenuti, che comunque appassionano il giusto e
incuriosiscono. Promossi a pieni voti invece gli interpreti,
Omar Sy, che al quarto film con il duo
Toledano-Nakache si conferma loro attore feticcio, è sempre più
maturo e ha pieno controllo della scena.
Charlotte
Gainsbourg riesce ancora a sorprendere in modo semplice
dando vita a un’assistente sociale impacciata, fragile, spaesata,
un lavoro completamente opposto rispetto – tanto per fare un
esempio lampante – al più deciso ruolo di Nymphomaniac, segno di
immenso talento. A smuovere il paesaggio, incarnando l’ironia
feroce dei due autori francesi, un Tahar Rahim
sfrenato e dinamico, svantaggiato soltanto dai tratti sommari del
suo personaggio. Si risolve il tutto in un finale ambiguo, durante
il quale ottimismo e pessimismo urtano fragorosamente sotto le
note dell’onnipresente Ludovico Einaudi, autore
della colonna sonora. L’unica certezza è che ciò che conta
realmente è ciò che siamo, nel profondo, oltre ogni linea stampata
sui nostri documenti, visti e contratti. Uomini.
Il finale di
Samaritan (qui
la recensione) di Prime Video, con Sylvester Stallone, offre una svolta
interessante al genere dei supereroi. Basato sull’omonimo fumetto
del 2014, Samaritan vede Stallone nei panni di Joe, un anziano
netturbino che vive nella fittizia Granite City, piena di
criminalità e illegalità. Joe cattura l’attenzione di Sam
Cleary (Javon Walton), un giovane ragazzo
che sospetta che l’anziano possa essere Samaritan, un supereroe che
proteggeva la città, ma che si ritiene sia morto decenni prima in
un’epica battaglia con il suo gemello malvagio,
Nemesis, anch’egli scomparso.
Quando Joe salva Sam da una banda di
teppisti locali che lo attaccano, il ragazzo si convince che Joe
sia Samaritan e i due iniziano a legare. Allo stesso tempo, Sam si
trova invischiato con il signore del crimine locale, un uomo di
nome Cyrus (Pilou Asbæk), che è
deciso a realizzare i piani di Nemesis, scomparso da tempo, ovvero
far sprofondare Granite City nell’oscurità e permettere alla
criminalità di prenderne il controllo. Dopo aver acquisito la
maschera e il martello di Nemesis in una retata alla stazione di
polizia, Cyrus mette in atto il suo piano appiccando un incendio
alla centrale elettrica e attirando Samaritan per ucciderlo una
volta per tutte.
Quando Cyrus scopre che Samaritan
sembra essere vivo e ha un legame con Sam, rapisce il ragazzo per
attirarlo fuori. Joe deve quindi affrontare ciò che ha evitato per
decenni, confrontandosi non solo con Cyrus, ma anche con il proprio
passato, che è più complesso di quanto il pubblico sia portato a
credere. Eliminando la banda di criminali di Cyrus dopo aver
acquisito il martello di Nemesis, Joe affronta Cyrus in un
combattimento corpo a corpo nella centrale elettrica in fiamme,
ricreando la battaglia avvenuta 20 anni prima, con la redenzione e
la vita di Sam in bilico. Il risultato è un finale visivamente
spettacolare, ma che solleva anche alcuni interessanti
interrogativi psicologici sul protagonista del film.
Cosa è successo davvero tra
Samaritan e Nemesis 20 anni prima?
Sia Samaritan che Nemesis nacquero
con dei superpoteri e alla fine si diramarono rispettivamente verso
il bene e verso il male, con Nemesis che sviluppò un forte odio per
suo fratello. Nemesis avrebbe poi creato un martello, forgiato a
mano dall’odio che nutriva per il fratello, rendendolo l’unica arma
in grado di lasciare una cicatrice su entrambi. Nel tentativo di
attirare in una trappola il suo eroico gemello, Nemesis appicca
l’incendio alla centrale elettrica per gettare l’intera città
nell’anarchia e nel caos. Durante la loro battaglia di 20 anni
prima, Nemesis e Samaritan hanno dunque combattuto una battaglia
finale per il destino di Granite City.
Entrambi i fratelli, completamente
vestiti in costume, si affrontano con Nemesis che a un certo punto
sembra sconfitto. Samaritan inizia ad allontanarsi, ma cade dal
tetto, aggrappandosi al bordo con un destino di fuoco sotto di lui.
Nemesis gli afferra la mano per salvarlo, ma Samaritan cade,
presumibilmente morendo, lasciando Nemesis vincitore (e portando
allo scioccante finale di Samaritan), ma al costo
di perdere il suo unico fratello, il cui odio li distrugge
entrambi. Dopo la battaglia, né Samaritan né Nemesis sono stati più
visti o sentiti, lasciando Granite City al suo destino, che l’ha
portata a essere invasa dalla criminalità.
Perché Cyrus vuole distruggere
Granite City
Cyrus è il principale boss del
crimine di Granite City ed è semplicemente un sociopatico assetato
di potere. Ha radunato i teppisti e le bande locali e ha
compromesso la polizia locale, corrompendola o spaventandola. Con
la città già sull’orlo del collasso, Cyrus sta cercando di
spingerla oltre il limite, vedendo l’opportunità di perpetuare il
caos con cui è cresciuto. Cyrus è cresciuto con la leggenda di
Samaritan e Nemesis, e alla fine ha scelto di essere parte del
problema, anche se lui lo vede come una soluzione. Nemesis è una
figura eroica per Cyrus sotto molti aspetti, in quanto simbolo di
potere e forza, che egli cerca di sfruttare rubando la maschera e
il martello dalla stazione di polizia.
Dando fuoco alla centrale elettrica,
Cyrus attira quindi Joe, che irrompe nel loro quartier generale e
fa fuori tutta la sua banda da solo, finendo per trovarsi faccia a
faccia con Cyrus, che si riferisce a Joe come al “buono”. È a
questo punto che Joe rivela la verità su chi egli sia, dicendo di
essere il “cattivo”. Joe, infatti, è in realtà
Nemesis, non Samaritan, e si è nascosto dopo la
morte del fratello, di cui si sente tremendamente colpevole e
responsabile. Ora che Cyrus si è assunto il compito di diventare la
nuova Nemesi, Joe ha dunque l’opportunità di riscattarsi
combattendo contro il cattivo. Nemesis diventan dunque
essenzialmente il nuovo Samaritan. Sconfiggendo Cyrus e salvando
Sam, trova finalmente la redenzione.
Come potrebbe essere la storia del
sequel Samaritan 2
Alla fine di
Samaritan c’è molto spazio per continuare la
storia di Joe e Sam, soprattutto perché Joe è stato redento per le
sue passate trasgressioni. Joe sembra accogliere questo nuovo
cambiamento, ma non tenta di rivendicarne il merito o di farne
sfoggio, né tantomeno di tornare a vestire i panni del supereroe.
Probabilmente gli ci vorrà del tempo per farlo, se mai lo farà,
quindi un Samaritan 2 potrebbe rivelare cosa Joe
deciderà di fare con la sua redenzione. Potrebbe continuare a fare
lo spazzino come copertura, mentre di notte combatte il crimine
sotto mentite spoglie, potenzialmente proprio come Samaritan. È
anche possibile che assuma un nuovo nome o una nuova identità per
combattere il crimine.
Il tutto, potenzialmente, potrebbe
avvenire con l’assistenza di un Sam più adulto al suo fianco, che
potrebbe addirittura trasformarsi in un personaggio dotato di
poteri propri. Con il viaggio di Joe ancora aperto
all’esplorazione, c’è sicuramente una storia da raccontare su come
Granite City viene ricostruita e su quanto Samaritan sia coinvolto
in questo sforzo, che potrebbe alla fine portare Sam a prendere il
mantello e portare avanti il nome di Samaritan. Il sequel, in ogni
caso, è stato confermato in virtù del fatto che il film è stato un
successo a sorpresa, affermandosi come titolo numero uno su
Prime
Video per tre settimane consecutive dopo la sua
uscita.
Nel corso della sua lunga e gloriosa
carriera Sylvester Stallone è divenuto principalmente
conosciuto per l’interpretazione di due tra i più iconici
personaggi della storia del cinema, il pugile Rocky Balboa e il
reduce della guerra del Vietnam John Rambo, protagonisti di due
popolari saghe cinematografiche iniziate con le pellicole
Rocky (1976) e Rambo (1982). Negli ultimi anni si
è però divertito a sperimentare anche con diverse tipologie di
personaggi, tra cui spicca il supereroe protagonista di
Samaritan (qui
la recensione).
Diretto da Julius Avery (regista
anche di Overlord e L’esorcista del
Papa) e scritto da Bragi F. Schut., questo
film è descritto come una visione grintosa e oscura dei film di
supereroi, con una storia precedentemente adattata nelle graphic
novel di Mythos Comics da Schut, Marc Olivent e
Renzo Podesta. In questa pellicola Stallone assume
il ruolo di un vecchio e stanco supereroe, richiamato però ad una
nuova e forse ultima battaglia.
Un ruolo a suo modo inedito, che ha
però permesso all’attore di farsi nuovamente notare per la sua
prestanza fisica. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune
delle principali curiosità relative a Samaritan.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e al
suo sequel. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Protagonista del film è il
tredicenne Sam Cleary convinto che il suo
misterioso e solitario vicino JoeSmith sia in realtà un leggendario supereroe in
incognito. Vent’anni prima, il vigilante con superpoteri di Granite
City, Samaritan, era stato dichiarato morto dopo
una battaglia contro il suo rivale, Nemesis, in un
magazzino andato a fuoco. In molti credono che Samaritan sia morto
nell’incendio ma altri in città, come Sam, sperano che sia ancora
vivo. Con l’aumentare delle azioni criminali e la città sull’orlo
del caos, Sam decide di convincere il suo vicino a uscire allo
scoperto per salvarli dalla rovina.
Ad interpretare il ruolo di Joe
Smith vi è, come anticipato, Sylvester Stallone. Accanto a lui, nel ruolo
del giovane Sam Cleary vi è invece Javon “Wanna”
Walton. Attore noto soprattutto per aver interpretato
Ashtray in Euphoria
e per aver lavorato nella serie televisiva The Umbrella Academy. Egli è però
anche un pugile e questo film è la prima volta che in un film
vediamo il background pugilistico di Javon ‘Wanna’ Walton. L’attore
Pilou Asbæk – noto per il ruolo di Euron
Greyjoy nella serie televisiva Il Trono di
Spade – ricopre qui il ruolo di Cyrus alias Nemesi II.
Completano il cast Dascha
Polanco nel ruolo di Tiffany Cleary, Moisés
Arias nel ruolo di Reza e Martin
Starr in quello di Albert Casier. Ci sono
Sophia Tatum nel ruolo di Sil, Jared
Odrick nel Farshad e Michael Aaron
Milligan nel ruolo di Tonno. Henry G.
Sanders e Shameik
Moore interpreta invece Arthur e Devin Holloway.
Samaritan ha numerosi personaggi interpretati da
attori truccati per dare l’impressione di essere pesantemente
tatuati. Sylvester Stallone, che in realtà è tatuato
sul petto e sulla parte superiore delle braccia, si trucca per
interpretare un personaggio non tatuato.
Come anticipato, il film è tratto da
un fumetto omonimo ideato e scritto da Bragi F. Schut, anche
sceneggiatore del film. Come da lui chiarito, egli aveva in realtà
scritto la sceneggiatura prima di adattare la storia nel fumetto
poi pubblicato da Mythos Comics. Quest’ultiimo è dunque stata
un’opera derivativa ma che per prima ha permesso di far conoscere
la storia di Samaritan. Dato il buon riscontro ottenuto dal
fumetto, Schut è poi riuscito ad ottenere il via libera anche per
il film.
Samaritan 2, il sequel si farà!
Come noto, un sequel di
Samaritan del 2022 è in lavorazione
presso gli Amazon MGM Studios con il ritorno di
Sylvester Stallone come protagonista del film. A darne
conferma è stato il noto sito americano The Hollywood
Reporter. Anche lo sceneggiatore Bragi F.
Schut, tornerà per scrivere il sequel, mentre non è chiaro
se il regista Julius Avery tornerà nel suo ruolo.
Il sequel è stato confermato in virtù del fatto che il film è stato
un successo a sorpresa, affermandosi come titolo numero uno su
Prime
Video per tre settimane consecutive dopo la sua
uscita.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di
Samaritan grazie alla sua presenza su una delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nel catalogo di Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma. Si avrà
così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 1 ottobre alle ore 21:20
sul canale Rai 4.
Sylvester Stallone è diventato un supereroe.
In un qualche modo – e per molti fan – ne aveva già conquistato il
titolo con Rocky Balboa. Ma ora, con l’arrivo di
Samaritan su Amazon Prime Video, ha ricevuto dei veri e
proprisuperpoteri. Non sarà il vigilante più appariscente in
circolazione, ma è Sylvester Stallone e, almeno sulla carta, può
fare quello che vuole. Diretto da Julius Avery
(Overlord) da una sceneggiatura di Bragi
F. Schut, il film è disponibile dal 26 agosto sulla
piattaforma streaming.
Samaritan è il sogno di un
bambino
Prodotto da
Metro-Goldwyn-Mayer e Balboa
Productions, Samaritan è sostenuto da un
potente incipit in stile Watchmen. I titoli di
testa animati in stile cartone animato raccontano la storia del
grande eroe della città, dai suoi inizi alla sua inevitabile
conclusione. La traslazione al presente rende ancora più forte
l’impatto dell’erosione umana, economica e sociale che ha colpito
la squallida Granite City. La città è stata quasi
completamente consumata e, ad eccezione di alcuni pazzi che credono
ancora nei miracoli, gli altri abitanti hanno deciso di giocare
secondo le regole di un gioco che ormai non conosce più limiti.
La storia di
Samaritan è raccontata dal punto di vista di
Sam Cleary (Javon Walton),
tredicenne che vive in un quartiere malfamato della città con la
madre e che deve fare i conti con grosse difficoltà economiche e
con un quartiere ormai diventato una zona di guerra, dove la
criminalità e la violenza dilagano. Ma Sam Cleary
ha una speranza, o meglio, un grande sogno. Sogna il giorno in cui
Samaritan, il leggendario supereroe che proteggeva
la città e che è morto 20 anni prima, tornerà a salvare Granite
City. C’è infatti chi crede ancora nella sua esistenza, sperando
che si sia soltanto nascosto temporaneamente e che, un giorno,
riuscirà a disinnescare il seme di brutalità che permea la
città.
“Credo che Samaritan sia ancora
vivo“, annuncia Sam con gli occhi spalancati,
dopo aver scelto un vicino solitario, l’anziano netturbino
Joe Smith di Stallone, come ultimo “sospettato”. La sua
prestanza fisica e l’alone di mistero che ne circonda la figura lo
rendono infatti il perfetto candidato corrispondente all’identikit
che Sam ha tracciato di Samaritan.
Un po’ Joker, un po’
Unbreakable
Quella di Samaritan
è una trama solida, con tratti contemporanei che sottendono gli
strati di sporcizia che ne impregnano la fotografia – molto simile
a quella del Joker di Todd
Phillips curata da Lawrence Sher. La
dinamica adulto-bambino e come questa viene plasmata dalle regole
di un ambiente ostile e in cui nessuno si sente a casa combacia
perfettamente con il topos dell’eroe stanco e abbandonato. Ma tutto
ciò ricorda qualcosa che abbiamo già visto e fa vacillare
l’esperienza visiva di Samaritan, facendoci
chiedere come guarderemmo questo film, con quali occhi, senza
l’ampio bagaglio di cinecomics che ci portiamo dietro da due decenni a
questa parte.
Se ci mettessimo a tracciare la
parentela spirituale più evidente di Samaritan
sarebbe quella con Unbreakable di M. Night
Shyamalan. Ma c’è anche un accenno al suo recente impegno
col franchise di Creed in questa sua interpretazione di un vecchio
supereroe inavvicinabile che aiuta a malincuore un adolescente, per
poi focalizzarsi sull’indagine a ritroso del proprio essere, della
validità delle gesta che ha compiuto e delle conseguenze
derivatene. In questo senso, Samaritan dà
probabilmente il meglio di sé quando il taciturno
Joe e l’impaziente Sam iniziano a
conoscersi gradualmente con tutte le difficoltà del caso: Sam
scatena in men che non si dica il fanboy che è in lui mentre cerca
di convincere “il vecchio” a togliersi una maschera e a reclamarne
un’altra.
L’eroe solo richiamato
all’ordine
La storia di Schut,
unita alle immagini del direttore della fotografia David
Ungaro e alla messa in scena di Julius
Avery – che aveva già collaborato con il regista in
Overlord, sottolinea costantemente lo scenario di
un mondo i cui eroi sono solo un lontano ricordo. In questa città è
sempre buio, pioggia e sporco macchiano le coscienze dei cittadini,
e i personaggi sembrano costantemente intrappolati in questo
incubo. Solo l’eroe, o la fede nel mito a lui associato, può
costituire un barlue di salvezza. Questa non è una premessa
necessariamente innovativa aall’interno del genere, ma è messa in
scena in modo quantomeno affascinante per gli spettatori di
Prime Video.
Come Rocky Balboa,
il mito di Samaritan è la metafora di una comunità
che ha perso la speranza e il cui mondo sta sprofondando nella
disoccupazione, nella criminalità e nella brutalità. Il volto di
Stallone, nascosto sotto il cappuccio,
illustra questa frantumazione e rassegnazione di fronte a un
processo che non può più essere fermato. Non sorprende quindi che
l’interpretazione stoica e taciturna di Stallone sia ciò che, in definitiva, rende
Samaritan degno di essere visto.
Come il recente successo
cinematografico The Batman di Matt Reeves,
Samaritan si interroga su una domanda cruciale: se
i supereroi non impediscano, in ultima analisi, un reale progresso
sociale poiché si servono della violenza per mantenere lo status
quo. Un approccio emozionante che dà alla storia altrimenti
convenzionale di un mentore e del suo protetto nella lotta contro
il male un giro di vite.
Un perfetto film “da piattaforma”, con qualche difetto
L’idea di raccontare una storia di
supereroi dal punto di vista di un ragazzo è la carta vincente di
Samaritan. Sebbene nessuna scena di questo film
d’azione si avvicini mai al valore roboante e spettacolare della
concorrenza Marvel, l’uscita dell’eroe
di Stallone potrebbe ugualmente suscitare
meraviglia nei più giovani. La prospettiva infantile fa sembrare
ogni scazzottata e ogni piccolo segno di superpoteri ancora più
sorprendente. Il regista Julius Avery lascia
abilmente che il suo pubblico guardi attraverso gli occhi di un
adolescente e di come questi percepisca l’eroismo.
Anche se la trama del film soffre
del fatto che i principali colpi di scena siano rapidamente
prevedibili, Samaritan è un film “da piattaforma”
che unisce l’azione vecchia scuola alla commedia e al dramma,
aggiungendovi personaggi che dovrebbero unire diverse generazioni
sul divano di casa. Chiunque voglia far conoscere ai propri figli
l’eroe d’azione della propria giovinezza, sarà ben servito.