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Venezia 76: il red carpet di Chiara Ferragni

Venezia 76: il red carpet di Chiara Ferragni

Ecco le foto dal red carpet di Chiara Ferragni – Unposted, il film documentario sulla carriera e la vita della fashion blogger italiana più famosa nel mondo. Per la serata di gala, Chiara Ferragni ha scelto un abito romantico blu notte, firmato Dior.

C’è qualcosa che ancora non sappiamo su Chiara Ferragni? Questo film è un’immersione a 360° nella sua sfera pubblica e interiore: per osservare la posizione che ha conquistato nei mercati della moda e del lusso attraverso i social media, per decodificare ciò che rimane incomprensibile per il pubblico dei social e per indagare come le strategie di marketing e i metodi di intrattenimento siano cambiati nell’ultimo decennio. Ferragni è la più potente influencer della moda nel mondo secondo Forbes. È un’icona contemporanea di self made woman attenta ai diritti delle donne e ai diritti alla diversità. Rappresenta una storia di successo femminile, che continua a sedurre e conquistare milioni di fan ogni giorno, in tutto il mondo. Ma chi è la donna dietro l’immagine pubblica? Quali sono i segreti dietro alle sue imprese multimilionarie?

COMMENTO DELLA REGISTA

La rivoluzione digitale sta cambiando il modo in cui comunichiamo e i rapporti tra le persone. Le piattaforme social hanno stravolto il mondo del lavoro, del business e dell’economia: un fenomeno globale che ha ristabilito regole e abbattuto barriere.

Chiara Ferragni è stata una pioniera di questo mutamento: a trentadue anni è a capo di due aziende – una delle quali, The Blonde Salad, è diventata un case study della Business School di Harvard – e ha 17 milioni di follower.

Il film ricerca il segreto del suo successo rapido e dirompente, con uno sguardo che non vuole essere giudicante, quanto piuttosto indagatore. Chiara Ferragni è anche la persona che sta dietro al suo personaggio, con le sue fragilità e le sue radici. Proprio queste contribuiscono a spiegare il suo successo in un mondo, quello dei social, che non ha leggi, ma è universale e può offrire una chiave di lettura del nostro presente e del nostro futuro.

Venezia 76: al Lido, Tiago Guedes e Robert Guédiguian in concorso

Il concorso di Venezia 76 propone, nella giornata di giovedì 5 settembre, A Herdade, di Tiago Guedes, dal Portogallo, e Gloria Mundi, una saga familiare diretta da Robert Guédiguian.

A HERDADE (LA TENUTA)

Il film racconta la storia di una famiglia portoghese che possiede una delle più grandi proprietà fondiarie d’Europa sulla riva meridionale del fiume Tago. A herdade scava nei segreti della loro proprietà, rappresentando le vicende storiche, politiche, economiche e sociali del Portogallo a partire dagli anni Quaranta, passando per la Rivoluzione dei garofani fino ad arrivare ai nostri giorni.

COMMENTO DEL REGISTA

La ‘herdade’, che ha origine dal latino ‘hereditas’, è in questo film un regno dominato da un uomo carismatico e progressista, in un Paese sottoposto a una dittatura fascista. Il luogo funge da metafora di tutto ciò che accade al nostro straordinario protagonista. Sia la proprietà che l’uomo, entrambi inizialmente grandiosi, con il passare del tempo sono inevitabilmente destinati a scontrarsi con i venti del cambiamento, a rivelare le imperfezioni, le zone grigie, e a crollare. Lungo tutto il corso della vita, le scelte che facciamo ci definiscono, ma portiamo con noi qualcosa che non riusciamo a percepire né a controllare. Qualcosa che è nato con noi, che abbiamo ereditato. Questo film ci racconta delle inevitabili connessioni che ci definiscono e ci condizionano.

GLORIA MUNDI

A Marsiglia una famiglia si riunisce per la nascita della piccola Gloria. Nonostante la gioia, per i giovani genitori sono tempi duri. Mentre lottano per uscire dalla difficile situazione, si ricongiungono con il nonno di Gloria, un ex carcerato.

COMMENTO DEL REGISTA

Parafrasando Marx: ovunque regni, il neocapitalismo ha schiacciato relazioni fraterne, amichevoli e solidali, e non ha lasciato altro legame tra le persone, se non il freddo interesse e il denaro, annegando tutti i nostri sogni nelle gelide acque del calcolo egoistico. Ecco cosa vuole dimostrare questo crudele racconto sociale attraverso la storia di una famiglia ricostituita, fragile come un castello di carte. Ho sempre pensato che il cinema dovrebbe commuoverci, a volte donandoci un esempio del mondo come potrebbe essere, altre volte mostrandoci il mondo così com’è. In breve, abbiamo bisogno sia di commedie sia di tragedie per continuare a mettere in discussione il nostro stile di vita. E dobbiamo continuare a interrogarci più che mai in questi tempi difficili, per non soccombere all’illusione che ci sia qualcosa di naturale nelle società in cui viviamo.

Jojo Rabbit: Scarlett Johansson garantisce che il film non è stato modificato dalla Disney

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Con un 2019 particolarmente impegnato, l’attrice Scarlett Johansson recita anche nel film Jojo Rabbit di Taika Waititi, dove interpreta Rosie Betzler, che durante la seconda guerra mondiale nasconde nella propria casa una ragazza ebrea. Questo rende la vita di suo figlio Jojo particolarmente problematica, considerando che il ragazzo è un fanatico di Adolf Hitler e aspira a diventare un devoto nazista, a tal punto da avere come amico immaginario proprio lo stesso Hitler.

Il film originariamente di proprietà della Fox, è ora passato nelle mani della Disney in seguito all’acquisto da parte di quest’ultima della grande major cinematografica. Per via della sua irriverente satira contro il nazismo, molti fan sono preoccupati che il film subisca modifiche per paura che possa alienare quello che è il target classico per la Disney.

In un’intervista con The Hollywood Reporter, la Johansson ha garantito che, per quanto all’inizio anche lei fosse preoccupata, è rimasta piacevolmente sorpresa nell’apprendere che non ci sono stati problemi di questo tipo.

“Anche se Jojo Rabbit è ora un film Disney, non ha subito alcuna modifica, ed è fantastico, perché temevo anche io che cambiassero qualcosa.”

A quanto pare invece il film è molto apprezzato all’interno della major, a tal punto che verrà promosso per l’imminente stagione dei premi, puntando a diventare un contendente per i prossimi premi Oscar. Jojo Rabbit verrà presentato durante questo weekend al festival di Toronto, e a quel punto si potrà già avere un assaggio dell’accoglienza che riceverà, prima della sua distribuzione autunnale nelle sale.

Fonte: ScreenRant

Venezia 76: arriva oggi ZeroZeroZero, serie di Stefano Sollima

Venezia 76: arriva oggi ZeroZeroZero, serie di Stefano Sollima

Arriva oggi al Lido, per il Fuori Concorso di Venezia 76, ZeroZeroZero, la nuova serie di Stefano Sollima, che presenterà al pubblico i primi due episodi.

La serie segue il viaggio di un carico di cocaina, dal momento in cui un potente clan della ‘Ndrangheta decide di acquistarlo fino a quando viene consegnato e pagato. Attraverso le storie dei suoi personaggi, ZeroZeroZero getta luce sui meccanismi con cui l’economia illegale diventa parte di quella legale e su come entrambe siano collegate a una spietata logica di potere e controllo che influenza le vite e le relazioni delle persone: i cartelli messicani che gestiscono la produzione di droga, le organizzazioni criminali italiane che ne amministrano la distribuzione in tutto il mondo e le compagnie americane che, al di sopra di ogni sospetto, controllano la quantità apparentemente infinita di denaro coinvolta in questo giro di affari. Un’epica lotta per il potere si scatena coinvolgendo tutti i livelli di questa gigantesca piramide criminale, dallo spacciatore all’angolo della strada fino al più potente boss della malavita organizzata internazionale: i loro introiti e le loro stesse vite sono in pericolo.

COMMENTO DEL REGISTA

Il mercato, la produzione, i consumi, i modi di vivere e i modi di pensare, tutto è connesso in un mondo globale dove un flusso continuo di scambi commerciali porta ogni giorno milioni di merci a milioni di persone. ZeroZeroZero racconta i percorsi di una sola di queste merci, forse la più universalmente diffusa, la più trasversalmente consumata, sicuramente la più redditizia. Seguiremo una nave porta container e il suo carico dal suo punto di partenza in Messico fino alla sua destinazione in Italia, raccontando come il traffico di questa ‘merce’ piuttosto speciale influenzi il mercato, l’economia mondiale e anche la nostra vita. Questa merce è la cocaina, il suo viaggio il nostro viaggio.

Sophia Lillis nel primo trailer di Gretel & Hansel

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Sophia Lillis nel primo trailer di Gretel & Hansel

La Orion Pictures ha diffuso il prima trailer di Gretel & Hansel, horror che racconterà la famosa storia con protagonista la giovane attrice Sophia Lillis nei panni di Gretel. Il film è stato scritto da Rob Hayes e sarà diretto da Osgood Perkins, già regista dell’horror I Am the Pretty Thing that Lives in the House.

Ambientato in un lontano villaggio fatato, il film seguirà le vicende di una giovane ragazza, Gretel, che in compagnia del suo fratello minore Hansel, si addentrerà in oscuro bosco, in cerca di un lavoro e del cibo. Qui i due scopriranno invece che le fiabe e le leggende che venivano loro raccontate sono più reali, e minacciose, di quello che si potrebbe immaginare.

Oltre alla Lillis, il film include nel suo cast anche attori come Sammy Leakey (MotherFatherSon) nel ruolo di Hansel, Alice Krige (Silent Hill), Jessica De Gouw (Arrow) e Charles Babalola (The Legend of Tarzan).

Saturday Fiction, recensione del film con Gong Li #Venezia76

Saturday Fiction, recensione del film con Gong Li #Venezia76

Una spy story in bianco e nero dal sapore retrò e dalle tinte melò, che ricorda tante classiche pellicole di genere degli anni Cinquanta, vede protagonista Gong Li, attrice orientale famosa per aver magnificamente interpretato titoli memorabili, come Lanterne Rosse, La storia di Qiu Ju, Addio mia concubina. Il film è Saturday fiction (Lan xin da ju juan) diretto da Ye Lou, esponente di spicco della cosiddetta Sesta Generazione Ribelle e autore di tante opere tra cui di Blind Massage, Mistery e Purple Butterfly.

La storia si svolge a Shangai nel 1941, durante il secondo conflitto mondiale. La città è sotto l’occupazione del Giappone ed è fulcro cruciale di un intrigo spionistico, nel quale l’intelligence dei vari schieramenti coinvolti nel conflitto si muove con circospezione.

Persone insospettabili, che svolgono le attività più tranquille, sono in realtà infiltrati o spie che cercano di carpire segreti utili alle sorti della guerra. Tra questi c’è una attrice famosa Jean Yu, che si trova a Shangai per recitare il un’opera intitolata Saturday Fiction,  messa in scena dal suo ex marito. Non si sa bene quale sia il suo gioco e dove voglia arrivare la donna, se lavora nell’ombra per sottrarre informazioni belliche, o se stia cercando di fuggire con il suo amato. Per lei diviene sempre più difficile intuire di chi potersi fidare e i pericoli si stringono intorno a lei. Quando la situazione sembra precipitare, Jean Yu inizia a interrogarsi se rivelare ciò che ha scoperto sull’imminente attacco di Pearl Harbor.

Ye Lou voleva narrare una storia sul destino di diverse persone durante gli anni di una complessa crisi mondiale. Racconta che si è affidato ai ricordi di quando da bambino seguiva i sui genitori che lavoravano dietro le quinte del Teatro Lyceum di Shanghai: “Lì ho trascorso molti momenti interessanti; mi mescolavo agli attori in costume e li osservavo recitare nei ruoli più disparati, mettere in scena l’amore e l’odio, le separazioni, la vita e la morte. Poi li vedevo uscire di scena e chiacchierare nei camerini. Li seguivo anche in quei momenti, quando lasciavano il teatro per ritornare alla vita reale, monotona e scialba.”

Saturday fiction è un film che strizza l’occhio ai classici e che richiama le immagini di tante torbide vicende di spionaggio e passioni proibite passate sullo schermo, soprattutto qualche decennio fa, nell’epoca d’oro del genere. Promette e mostra scene d’azione e intrighi continui. Mail il racconto di Ye Lou manca purtroppo di ritmo e si arena in un bianco e nero stanco, privo di drammaticità, che diventa sfiancante e toglie mistero a una vicenda complessa che avrebbe potuto tenere incollati allo schermo. Non basta la meravigliosa interpretazione di Gong Li e degli altri attori del cast a rendere avvincente il film.

Martin Eden, recensione del film con Luca Marinelli #Venezia76

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Martin Eden, recensione del film con Luca Marinelli #Venezia76

Tratto dall’omonimo romanzo di Jack London, Martin Eden è il nuovo film di Pietro Marcello, presentato in Concorso a Venezia 76, in cui Luca Marinelli dà vita all’eroe protagonista di un pezzo di letteratura americana, la cui vicenda viene traslata in Italia, a Napoli, in un tempo non troppo bene specificato.

Nella Napoli dei primi anni del XX secolo, il giovane marinaio Martin Eden, proletario individualista in un’epoca squarciata dalla nascita di movimenti politici di massa, sogna di diventare uno scrittore e conquista l’amore di una giovane borghese grazie al suo bagaglio culturale da autodidatta, allontanandosi in questo modo dalle sue origini semplici.

Con un passato da documentarista puro, Marcello si approccia alla materia di fiction raccontata nel romanzo di London con un occhio decisamente personale. Il regista elimina quasi completamente i riferimenti temporali, contrae gli spazi e i tempi e dissemina nel film di finzione dei materiali d’archivio che a volte rappresentano il tempo che passa, altre volte i sogni di Martin, altre volte ancora i ricordi o le aspettative, o il futuro e il passato delle circostanze che vengono man mano proposte.

In un contesto così fluido da un punto di vista temporale, Marcello inserisce il suo punto fermo, il protagonista interpretato da Luca Marinelli, vulcanico e brillante, esuberante ed ambizioso, ma anche curioso, buono, dedito e innamorato. Il suo Martin Eden è uno studioso dall’animo di marinaio, un viaggiatore, un esploratore dell’umanità, un fervente individualista, un romantico, un uomo che conta su se stesso e che, una volta entrato in quel mondo benestante e ricco al quale agognava, ne capisce le ipocrisie e le brutture, sentendosi costantemente fuori posto.

E il regista riesce con grande eleganza e inventiva a raccontare tutte queste fasi con un ritmo estremamente incalzante, eliminando qualsiasi barriera cronologica e temporale e affidandosi a un attore del calibro di Marinelli che riesce con facilità a mettere in scena una gamma emozionale molto vasta. Peccato che nel finale, l’attore calchi un po’ troppo la mano, sfiorando la macchietta e intaccando la delicatezza e l’intensità di una performance impeccabile, fino a quel momento.

Martin Eden è un prodotto di grande interesse, specialmente per il linguaggio utilizzato, perché forza gli argini temporali del racconto cinematografico e li trasforma in sponde, sulle quali la storia rimbalza per riversarsi su se stessa, travolgendo il protagonista.

Ema, recensione del film di Pablo Larraín #Venezia76

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Ema, recensione del film di Pablo Larraín #Venezia76

Presentato in concorso a Venezia 76, Ema di Pablo Larraín proietta lo spettatore nel futuro e sembra rappresentare anche un passo in avanti per il regista cileno, verso un nuovo modo di racconto. Un futuro, quello del film, che è tutto raccontato attraverso la sua protagonista, una creatura che non appartiene a questo mondo, un folletto, un’aliena che porta scompiglio, che non segue le regole, che con passione e furore danza, corre, brucia, tutto con amore.

La storia racconta di Ema, appunto, che di fronte a una maternità negata, perché suo marito è sterile, cerca di plasmare la sua vita e i suoi affetti a suo piacimento. La donna manipola la realtà e le persone che la circondano, cercando di rimettere insieme i pezzi che lei stessa ha contribuito a rendere piccoli e sparsi per tutta Valparaiso, città del Cile che Larraín inquadra e racconta come fosse un posto sospeso nel tempo e nello spazio.

Il vortice di energia vitale che genera il personaggio di Ema, la magnetica Mariana Di Girolamo, si proietta anche nello stile del film, al ritmo di un reggaeton che non è più solo la musica odiata da molti e disprezzata dallo stesso personaggio di Gastón (Gael Garcia Bernal), ma è il ritmo del desiderio, della passione, della condivisione, della sensualità che la protagonista condivide prima di tutto con le sue amiche, la sua congrega di streghe, sorellanza che l’accompagna nella sua rivoluzione d’amore.

Ema è il centro di un ciclone

Pablo Larraín si conferma un regista dalla grande sensibilità e sensualità, non solo perché mostra, ma perché trasmette la passione e le pulsioni dei corpi, dei colori, mai così tanti e vivaci in un suo film, della musica al altissimo volume che trascina lo spettatore in quel vortice di cui Ema è il centro.

Il regista ci porta per mano per vicoli e tetti di una città che sembra non esistere nel nostro tempo, lo fa smarrendosi lui stesso nelle pieghe di una storia che non è perfettamente compiuta perché estranea ai canoni sociali universalmente riconosciuti, ma che trova, nel finale, un’ordine insolito, a misura della sua protagonista.

Ema è la donna che porta vita e amore, l’alieno arrivato sulla Terra a mostrarci una via alternativa per la condivisione, un elemento naturale magnifico e terribile, un terremoto di energia e bellezza. Ema è l’istinto allo stato puro, che agisce sempre secondo l’amore.

Joker stroncato dal TIMES: un film “irresponsabile”

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Joker stroncato dal TIMES: un film “irresponsabile”

Sembra che il TIMES non abbia affatto apprezzato Joker, il film di Todd Phillips presentato a Venezia 76 e con protagonista un Joaquin Phoenix “da Oscar”, come già si dice in giro. La famosa rivista si scaglia con violenza contro il film, definendolo addirittura pericoloso.

Il regista Todd Philipps […] porta buona parte della colpa, ed è lui il solo a dover rispondere per l’idiozia aggressiva e irresponsabile di Joker. Phillips vorrebbe farci credere di aver fatto un film sulla vacuità della nostra cultura, in realtà ci sta solo propinando un ottimo esempio di ciò“. Si legge.

Nemmeno la storia, intesa come narrazione, viene apprezzata: “Joker – che è scritto da Phillips e Scott Silver – non ha un plot, è più come un’accozzaglia di GIF messe insieme“. “Le crepe del film sono piene di filosofia fasulla. Joker è un film oscuro in maniera stupidamente adolescenziale, ma vuole che noi spettatori crediamo che ci stia impartendo una raffinata saggezza politica o culturale. Poco prima di una delle scene più violente, Arthur riflette: “tutti si urlano addosso. La civiltà non esiste più”. Ma chi non la pensa in questo modo nei nostri terribili tempi moderni? L’osservazione di Arthur è talmente scontata, un messaggio che può essere utilizzato da chiunque per qualunque scopo. Non significa nulla“.

Inoltre, il protagonista Arthur è identificato come un portatore di “caos e anarchia, ma in base al film sembra che stia davvero per cominciare una rivoluzione dove i ricchi vengono distrutti, i poveri ottengono ciò di cui hanno bisogno, chi è triste perchè non riesce ad avere un appuntamento diventa un eroe assassino. Da qualche parte c’è uno scherzo malsano. E, sfortunatamente, è per noi“.

LEGGI LA NOSTRA RECENSIONE DI JOKER

Venezia 76: Chiara Ferragni è l’ospite più social del Lido

Venezia 76: Chiara Ferragni è l’ospite più social del Lido

Anche chi non si occupa di cinema, oggi ha gli occhi puntati sulla Mostra Internazionale del cinema di Venezia, dove viene presentato il documentario di Elisa Amoruso, Chiara Ferragni – Unposted sulla vita, l’ascesa e la carriera dell’influencer italiana più famosa nel mondo.

Arrivata al Lido già ieri, in compagnia del marito, il cantante Fedez, Chiara ha partecipato al photocall, con la regista, mentre stasera i fan accorsi da ogni angolo d’Italia la aspettano sul tappeto rosso.

Ecco le foto di Luigi De Pompeis:

Constantine: la Warner Bros. vorrebbe un nuovo film con Keanu Reeves

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L’attore Keanu Reeves sta attraversando un momento d’oro nella sua carriera, con John Wick 3 e Toy Story 4 da poco usciti nelle sale, e con Bill and Ted 3 e Matrix 4 di prossima uscita.

Stando ad alcune indiscrezioni sembrerebbe che la Warner Bros. sia desiderosa di realizzare un nuovo film dedicato al personaggio di Constantine, e che a riprendere il ruolo già interpretato circa quindici anni fa fosse proprio Keanu Reeves.

Attualmente però tutto ciò sarebbe solo un’idea, e non si hanno notizie di un’imminente produzione di un sequel del film del 2005.

La Warner Bros. sarebbe tuttavia interessata a far entrare l’attore nel mondo della DC, e inizialmente si parlava della possibilità di affidargli il ruolo di DeathStroke o di un personaggio nel film New Gods di Ava DuVernay.

La volontà sembrerebbe ora essere cambiata, preferendo ridare vita al personaggio della serie di fumetti Hellblazer, edita da Vertigo, etichetta della DC Comics. E considerando che Reeves sembra essere tornato ad essere un attore sinonimo di guadagni al box office, è molto probabile che la casa di produzione prenda seriamente in considerazione l’idea di concretizzare il progetto.

Alla sua uscita nelle sale cinematografiche Constantine non si rivelò un gran successo economico, ma ottenne dei buoni risultati e divenne un cult in breve tempo. Al centro della trama del film vi è l’esorcista John Constantine, a cui viene diagnosticato un tumore maligno ai polmoni. Mentre combatte contro la malattia dovrà saper gestire anche il suo potere: la capacità di individuare gli angeli e i demoni che si confondono tra gli umani. Con il tempo a sua disposizione sarà dunque chiamato a sorvegliare i confini terreni tra inferno e paradiso.

Fonte: We Want This Covered

The Suicide Squad: Peter Capaldi e Pete Davidson potrebbero aggiungersi al cast

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Due nuovi nomi sembrano in lizza per aggiungersi al cast di The Suicide Squad, di James Gunn. Questi sono rispettivamente Peter Capaldi e Pete Davidson.

Capaldi è famoso per aver interpretato il Doctor Who in alcune stagioni della popolare serie, mentre Davidson è più conosciuto per la sua partecipazione al Saturday Night Live. Non sono tuttavia stati rivelati ulteriori dettagli circa i personaggi che i due potrebbero andare a ricoprire, per quando per Davidson si parlerebbe più di un cameo che di un vero e proprio ruolo all’interno del film. Fortunatamente la produzione del film dovrebbe partire alla fine di settembre, e a quel punto sarà lecito aspettarsi più informazioni a riguardo.

Ciò che sappiamo che è che Gunn è stato assunto come regista dopo il licenziamento dalla Marvel, da cui poi è stato richiamato per dirigere Guardiani della Galazzia vol. 3. Il film di Gunn segue il successo di pubblico, ma non di critica, che nel 2016 investì Suicide Squad. Il nuovo film tuttavia sembrerebbe non essere un vero e proprio sequel quanto più un parziale reboot.

In The Suicide Squad Margot Robbie riprenderà il ruolo di Harley Quinn, mentre faranno parte del cast anche Viola Davis, Nathan Fillian, Jai Courtney, Taika Waititi e Idris Elba. Molti di questi attori introdurranno nuovi personaggi all’interno del film, ma per sapere quali bisognerà attendere che il film entri in una fase di sviluppo avanzata. La data di distribuzione nelle sale cinematografiche è ad ogni modo fissata per l’agosto del 2021.

Fonte: ScreenRant

The Batman: Tom Holland è convinto che Robert Pattinson sarà straordinario

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Durante un Q&A con GQ, Tom Holland, interprete del nuovo Spider-Man si è dichiarato entusiasta della scelta di Robert Pattinson per interpretare una nuova versione cinematografica di Batman, nel film diretto da Matt Reeves.

All’affermazione di un fan, secondo cui dovrebbe essere Holland ad interpretare il cavaliere oscuro, l’attore ha risposto “non sarei adatto come lo è il mio amico Robert Pattinson. Sarà straordinario nel ruolo di Batman”.

“Come Spider-Man non vorrei scontrarmi con lui, perché sono sicuro sarà una bestia.” ha poi aggiunto Holland.

Come ormai noto, Robert Pattinson è stato scelto per interpretare il ruolo del celebre supereroe di Gotham City nel film che si intitolerà The Batman, la cui uscita nelle sale cinematografiche è prevista per il giugno 2021.

Ancora non si hanno notizie ufficiali circa la trama del film, né riguardo i possibili villain, anche se stando ad alcune voci tra i più papabili ci sarebbero Due Facce, il Pinguino e l’Enigmista.

Stando a quanto riportato dalla Warner Bros., la volontà sembrerebbe tuttavia quella di dar vita ad una nuova versione del personaggio, differente da quelle viste fino ad ora sul grande schermo. La scelta di un attore giovane come Pattinson sembrerebbe confermare la volontà di realizzare un film costruito su un giovane Bruce Wayne, ancora alle prime armi con la sua nuova vita da supereroe.

Per avere notizie più ufficiali bisognerà tuttavia attendere l’inizio della produzione, prevista per i primi mesi del 2020.

Fonte: ComicBookResource

The Batman: Robert Pattinson svela perché adora il personaggio

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The Batman: Robert Pattinson svela perché adora il personaggio

Da quando ha lasciato i panni del vampiro Edward Cullen in Twilight, l’attore Robert Pattinson ha fatto di tutto per costruirsi una carriera degna di nota, prendendo parte ad ottimi film e lavorando con registi di grande esperienza e talento.

Ora, Pattinson è stato scelto per interpretare una nuova versione cinematografica di Batman, nel film diretto da Matt Reeves e la cui data di distribuzione è fissata al giugno 2021.

L’attore sostituirà così Ben Affleck, apparso nel ruolo del cavaliere oscuro in Batman v. Superman e Justice League. Pattinson si è inoltre dichiarato un grande fan del personaggio, ammettendo che interpretarlo è un sogno che diventa realtà.

“L’idea di provare questo passaggio, da Twilight a qui… è una strada che non pensavo di poter percorrere. – ha spiegato l’attore – E’ una parte davvero interessante. Credo di adorarlo semplicemente perché è un supereroe senza superpoteri.”

“Ho già provato il costume – ha poi aggiunto Pattinson – Ci si sente davvero potenti lì dentro. È incredibile, qualcosa che è difficile da spiegare. Si fa molta fatica ad indossarlo, ed è un po’ imbarazzante mentre si cerca di entrarvi dentro.”

Attualmente non si hanno novità su ulteriori sviluppi della produzione. Non sono ancora stati annunciati neanche i villain del film, ma tra i principali candidati si ipotizzano Due Facce, Il Pinguino, Catwoman, l’Enigmista e Firefly.

Per avere più certezze tuttavia occorrerà attendere l’inizio della produzione, fissata per i primi mesi del 2020. Nel frattempo è possibile trovare nei suoi recenti film The King, disponibile su Netflix dal 1 novembre, e The Lighthouse, del regista Robert Eggers.

Fonte: ComicBookResource

Between Two Ferns: The Movie, lo show di Zach Galifianakis diventa un film, ecco il trailer

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Netflix ha rilasciato il trailer di Between Two Ferns: The Movie, lo show condotto da Zach Galifianakis che diventa ora un film, disponibile dal 20 settembre sulla piattaforma streaming.

Il film prende spunto dal desiderio di Galifianakis di diventare una star. Quando Will Ferrell scopre il suo piccolo e improvvisato show, lo aggiunge al canale Funny Or Die, dove sono raccolte tutte le cose più divertenti trovate sul Web. In breve Galifianakis diventa involontariamente virale. Quando però durante un’intervista rischia di far annegare l’attore Matthew McConaughey, la sua reputazione scende a zero. Per riparare al danno, l’attore è intenzionato ad intraprendere un viaggio lungo tutti gli Stati Uniti, intervistando celebrità di alto profilo e sperando così di salvare la propria carriera.

La serie originale ha avuto inizio nel 2008, con 21 episodi. All’interno dello show, Galifianakis imbastisce un set molto povero dove intervista attori e celebrità di grande fama. Il punto di forza di questo format sta tutto nella performance di Galifianakis, il quale si comporta in modo inappropriato e pone continuamente domande scomode.

Tra le interviste più popolari condotte dall’attore ci sono quelle a Barack Obama, Hillary Clinton, Justin Bieber, Brad Pitt e Bradley Cooper.

Il film comprenderà invece numerosi cameo di celebrità quali Matthew McConaughey, Will Ferrell, Peter Dinklage, Benedict Cumberbatch, Paul Rudd, Tiffany Haddish, Brie Larson, Keanu Reeves, David Letterman, Jason Schwartzman, Hailee Steinfeld, John Legend, Jon Hamm e Tessa Thompson, tutti nei panni di sé stessi.

Fonte: ComingSoon.net

Venezia 76: in anteprima mondiale il film concerto Roger Waters Us + Them

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Si svolgerà il prossimo 6 settembre alla 76. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, nella spettacolare sala Darsena alle 21.00, l’anteprima mondiale del film concerto Roger Waters Us + Them. Subito dopo la proiezione Rogers Waters converserà con Liv Tørres, Direttrice Nobel Peace Center di Oslo. Waters parlerà del film, della sua carriera, della sua visione politica.

Per Roger Waters Us + Them – Waters ha collaborato ancora una volta con Sean Evans, visionario regista dell’acclamato Roger Waters The Wall, per realizzare un film creativo e pionieristico, capace di ispirare con la sua musica potente un messaggio sui diritti umani, la libertà e l’amore.  Guidando lo spettatore in un intenso viaggio emotivo, il film propone canzone leggendarie dei Pink Floyd, The Dark Side of the Moon, The Wall, Animals and Wish You Were Here, così come pezzi dall’ultimo album di Waters, Is This The Life We Really Want? 

Liv Tørres è Direttrice del Nobel Peace Center di Oslo. È stata Segretario Generale del Norwegian People’s Aid, organizzazione per lo sviluppo umanitario e il disarmo che opera in oltre 40 paesi in tutto il mondo, molti dei quali in conflitto. Ricopre inoltre diverse altre cariche come consigliere politico del Norwegian Minister of Labour and Social Inclusion and manager del primo National Labour Force Survey del Dipartimento del lavoro del Sudafrica. Tørres è una voce attiva in molte aree del dibattito contemporaneo norvegese.

Dopo l’anteprima veneziana, Roger Waters Us + Them sarà proiettato nei cinema del mondo e arriverà in Italia solo dal 7 al 9 ottobre (elenco sale su nexodigital.it).

Venezia 76: al lido oggi Chiara Ferragni – Unposted

Venezia 76: al lido oggi Chiara Ferragni – Unposted

E’ oggi il “grande” giorni di Chiara Ferragni – Unposted, il documentario diretto da Elisa Amoruso e basato sulla vita della fashion blogger più famosa al mondo Chiara Ferragni. Il film è prodotto da Memo Films (Francesco Melzi d’Eril) e distribuito da 01 Distribution.

Chiara Ferragni – Unposted, la trama

C’è qualcosa che ancora non sappiamo su Chiara Ferragni? Questo film è un’immersione a 360° nella sua sfera pubblica e interiore: per osservare la posizione che ha conquistato nei mercati della moda e del lusso attraverso i social media, per decodificare ciò che rimane incomprensibile per il pubblico dei social e per indagare come le strategie di marketing e i metodi di intrattenimento siano cambiati nell’ultimo decennio. Ferragni è la più potente influencer della moda nel mondo secondo Forbes. È un’icona contemporanea di self made woman attenta ai diritti delle donne e ai diritti alla diversità. Rappresenta una storia di successo femminile, che continua a sedurre e conquistare milioni di fan ogni giorno, in tutto il mondo. Ma chi è la donna dietro l’immagine pubblica? Quali sono i segreti dietro alle sue imprese multimilionarie?

COMMENTO DELLA REGISTA

La rivoluzione digitale sta cambiando il modo in cui comunichiamo e i rapporti tra le persone. Le piattaforme social hanno stravolto il mondo del lavoro, del business e dell’economia: un fenomeno globale che ha ristabilito regole e abbattuto barriere. Chiara Ferragni è stata una pioniera di questo mutamento: a trentadue anni è a capo di due aziende – una delle quali, The Blonde Salad, è diventata un case study della Business School di Harvard – e ha 17 milioni di follower. Il film ricerca il segreto del suo successo rapido e dirompente, con uno sguardo che non vuole essere giudicante, quanto piuttosto indagatore. Chiara Ferragni è anche la persona che sta dietro al suo personaggio, con le sue fragilità e le sue radici. Proprio queste contribuiscono a spiegare il suo successo in un mondo, quello dei social, che non ha leggi, ma è universale e può offrire una chiave di lettura del nostro presente e del nostro futuro.

Venezia 76: oggi Lan Xin Da Ju Yuan con Gong Li

Venezia 76: oggi Lan Xin Da Ju Yuan con Gong Li

A quattro giorni dalla cerimonia di chiusura di Venezia 76 arriva in concorso Lan Xin Da Ju Yuan, film diretto dal regista cinese Ye Lou e che vede protagonista l’attrice Gong Li. Tratto dal  dal romanzo Death of Shanghai di Hong Ying, Lan Xin Da Ju Yuan è prodotto da Yingfilms (Ma Yingli), Qianyi Times, Lou Ye, Bai An Films, Tianyi Movie & Tv e interpretato da  Mark Chao, Joe Odagiri, Pascal Greggory, Tom Wlaschiha, Huang Xiangli.

Lan Xin Da Ju Yuan, la trama

1941: sin dall’occupazione giapponese, la Cina è terreno di una guerra di intelligence tra gli Alleati e le potenze dell’Asse. La celebre attrice Jean Yu ritorna a Shanghai, apparentemente per recitare in Saturday Fiction, diretta dal suo ex amante. Ma qual è il suo vero scopo? Liberare l’ex marito? Carpire informazioni segrete per le forze alleate? Lavorare per il padre adottivo? O fuggire dalla guerra con il suo amato? Nel momento in cui intraprende la sua missione e diventa sempre più difficile distinguere gli amici dagli agenti sotto copertura, mentre tutto sembra sfuggire al controllo, Jean Yu inizia a chiedersi se rivelare ciò che ha scoperto sull’imminente attacco di Pearl Harbor.

COMMENTO DEL REGISTA

Quando ero bambino, seguivo i miei genitori che lavoravano dietro le quinte del Teatro Lyceum di Shanghai. Lì ho trascorso molti momenti interessanti; mi mescolavo agli attori in costume e li osservavo recitare nei ruoli più disparati, mettere in scena l’amore e l’odio, le separazioni, la vita e la morte. Poi li vedevo uscire di scena e chiacchierare nei camerini. Li seguivo anche in quei momenti, quando lasciavano il teatro per ritornare alla vita reale, monotona e scialba. Fu un’esperienza fantastica vivere il passaggio continuo tra finzione e realtà. Molti anni più tardi, la lettura di La donna vestita di rugiada di Hong Ying (un romanzo sul periodo di ‘isola solitaria’ di Shanghai) suscitò in me le stesse sensazioni. La prima settimana del dicembre 1941 cambiò la storia del mondo, sebbene le persone allora non lo sapessero. Inconsapevoli del loro futuro, vivevano la propria vita come sempre, calate nella routine quotidiana e inseguendo i propri obiettivi. Durante quel periodo, dentro e fuori dal teatro, sul palcoscenico e lontano dal palcoscenico, le persone si stavano lentamente avvicinando all’ignoto ‘sabato’ che avrebbe segnato il loro destino. Questo film parla del destino di diverse persone negli anni di una complessa crisi mondiale. È anche un dialogo con la cosiddetta Scuola del ‘sabato’, un’importante corrente nella storia della letteratura contemporanea cinese.

About endlessness, recensione del film di Roy Andersson #Venezia76

Dopo il meritatissimo e inaspettato Leone d’Oro nel 2014 per Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza, Roy Andersson torna in forma smagliante in concorso alla 76° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, con un nuovo collage di agghiaccianti e gustosi tableaux vivant, che ci costringono a riflettere sulla condizione umana e sulla vita. Il titolo della nuova fatica dell’autore svedese è About endlessness (Om det oändliga).

Il film esce dagli schemi e fugge da qualsiasi forma di classificazione, non segue una linea narrativa ed è difficile andare a individuare una trama. Ma è cinema, grande cinema. È un utilizzo puro e intelligente del linguaggio cinematografico come forma di espressione. Dopo “La trilogia vivente”, composta da Song from the second floor del 2000, You, the Living del 2007 e Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza del 2014, incentrata sulle difficoltà dell’essere esseri umani, Roy Andersson continua la sua indagine entomologica sull’esistenza, diventando ancora più caustico e offrendo piccoli quadri spietati che raggelano dietro l’ombra di un sorriso. Si allontana l’idea di avvicinarlo all’ umorismo nero dei Monty Python o alla poesia grottesca di Aki Kaurismaki, come si poteva ipotizzare per il suo lavoro precedente. Qui la lama della sua visione si affila e la sua ironia diviene sempre più gelida, confondendo la risata con un brivido.

About endlessness è composto da tanti piccoli episodi, a camera fissa e con un’unica inquadratura, che descrivono la condizione dolente di tanti personaggi alla ricerca di risposte sulla propria condizione di esseri viventi. Sono uniti tra loro da una voce femminile che, all’inizio di ogni quadro, racconta chi sono, una voce fuori campo che descrive e racconta e si mescola alle richieste o ai lamenti disperati dei fantasmi emaciati che popolano l’universo di Andersson, Sono pupazzi, marionette costrette a recitare continuamente la stessa frase, a interrogarsi all’infinito sugli stessi quesiti esistenziali, senza chiaramente trovare risposta alcuna.

C’è un prete che ha perso la fede e sogna con angoscia di essere crocifisso e vorrebbe essere aiutato da uno psicologo che teme di perdere l’autobus, un uomo tormentato da un suo vecchio compagno di scuola che non lo saluta, una donna che ha paura che nessuno l’aspetti alla stazione, un padre che accompagna la figlia a una festa di compleanno e si ferma per allacciarle le scarpe sotto una pioggia torrenziale, un uomo col mal di denti che rifiuta l’anestesia e urla facendo spazientire il dentista. Tante storie, o meglio tante non-storie, che è bello scoprire una dopo l’altra, sperando non ci riguardino. Ma proprio quando ci si sente al sicuro, ridendo delle tormentose divagazioni di questi dannati anderssoniani, ecco che un nuovo tableaux tocca un tema o una sensazione che ci tocca. Così il sorriso scompare, si avverte una strana sensazione allo stomaco e partono ricordi profondi che ci rendono protagonisti di ciò che credevamo di osservare a distanza, con distacco e magari scherno o altezzosità.

Il cinema di Andersson è pittura vivente e nel suo dipingere sullo schermo omaggia e rilegge l’opera di tanti pittori. Edward Hopper per esempio, tenuto come solido canovaccio visivo per impostare la fotografia, immersa in una luce livida e innaturale, che priva i personaggi di ombre e nascondigli e che crea un mondo immaginario, metafisico, specchio dolente del reale. Ma c’è anche Marc Chagall, con il suo dipinto più famoso Sopra la città del 1914/1918, che in apertura di film e anche tra i vari teatrini, prende vita, grazie all’interpretazione di due attori in carne e ossa, che volano abbracciati sulle rovine di una città distrutta dalla guerra.

Roy Andersson racconta: “La cornucopia è il mitico corno di una capra ed è ricolma di simboli di ricchezza e abbondanza. Di solito è rappresentata traboccante di prodotti e di frutta di ogni genere: un’abbondanza generosa che, secondo il mito, non diminuisce mai, perché vera e propria rappresentazione dell’inesauribilità infinita. È stato il mito greco a ispirarmi a unire tutte queste scene, tutti questi temi in uno stesso film. Io voglio sottolineare la bellezza di essere vivi e umani, ma per dimostrarlo ci vuole un contrasto, bisogna rivelare anche il lato peggiore. Questo film è sull’infinità dei segni dell’esistenza.”

About endlessness è uno sketch-book animato che ritrae gli interrogativi di un’umanità ormai sbandata, alla ricerca di barlumi di speranza che gli restituiscano labili motivi per non lasciarsi morire d’inedia. Roy Andersson riempie pagina dopo pagina, affannandosi con matite e acquerelli, realizzando un bestiario umano prezioso e impenetrabile ai più.

Spider-Man: per Tom Holland il futuro del personaggio è al sicuro nelle mani della Sony

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Nonostante le trattative tra Marvel e Sony sembrerebbero non essersi del tutto concluse, per il momento il personaggio di Spider-Man resta nelle mani di quest’ultima delle due case di produzione.

A rassicurare i numerosi fan inferociti dalla rottura dell’accordo ci pensa ora Tom Holland, il nuovo apprezzato interprete del personaggio che ha dichiarato che il futuro del personaggio è al sicuro nelle mani della Sony.

In una nuova intervista rilasciata dall’attore, questi ha infatti ribadito la sua gratitudine nei confronti della Marvel, e si è poi dichiarato fiducioso dei piani della Sony.

“La Sony è stata molto premurosa con me, e il successo di Spider-Man: Far From Home è la dimostrazione del loro supporto e delle loro capacità. Il futuro di Spidey è al sicuro nelle mani della Sony. Non potrei essere più grato di ciò.”

Stando all’attuale situazione, i futuri film di Spider-Man non faranno più parte dell’MCU, e tutti i riferimenti ad esso verranno di conseguenza tagliati. La Sony sembra poi intenzionata ad utilizzare il personaggio anche all’interno dei suoi altri film legati all’universo fumettistico del personaggio, come Venom, Kraven e Morbius.

Tuttavia i fan sperano ancora che le due case di produzione possano giungere ad un nuovo accordo che possa rivelarsi vantaggioso per entrambe. Per il momento, tuttavia, ci si può solo accontentare delle speranze diffuse da Tom Holland per il futuro di Spider-Man in casa Sony.

Fonte: ScreenRant

Kristen Stewart: per avere un ruolo nell’MCU avrebbe dovuto nascondere la propria sessualità

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La Marvel sta cercando negli anni di diventare sempre più inclusiva e rappresentativa. Lo dimostrano le aperture ai primi supereroi gay, i quali faranno la loro comparsa nei film The Eternals e, probabilmente, in Captain Marvel 2.

Tuttavia non tutti nei Marvel Studios sembrano disposto a muoversi in tale direzione, e alcune parole rilasciate dall’attrice Kristen Stewart in un intervista sembrerebbero confermare questa tendenza.

“Mi è stato detto di farmi un favore e di non tenere per mano la mia ragazza in pubblico, perché se avessi nascosto la mia sessualità avrei potuto ottenere un ruolo in un film Marvel”.

L’attrice si è dichiarata disgustata da simili affermazioni, dichiarando che non lavorerebbe mai con persone del genere. Benché dunque l’apertura di Kevin Feige sia gradita, sembra esserci ancora molta chiusura nei confronti della comunità LGBT, dimostrando che molta strada c’è ancora da fare.

Kristen Stewart ad ogni modo sta vivendo un periodo molto ricco della sua carriera d’attrice, Marvel o non Marvel. L’attrice è attualmente presente al Festival di Venezia con il Seberg, dove interpreta l’icona della Nouvelle Vague Jean Seberg, protagonista di Fino all’ultimo respiro di Jean-Luc Godard. Di prossima uscita è anche il reboot di Charlie’s Angels diretto da Elizabeth Banks, dove l’attrice interpreta il ruolo di Sabina Wilson.  

Fonte: We Got This Covered

Venezia 76: Roy Andersson presenta About Endlessness

Venezia 76: Roy Andersson presenta About Endlessness

Dopo l’esibizione egotica di Vaclav Marhoul, che si è vantato più volte di essere uno dei pochi a fare vero cinema, grazie all’uso del bianco e nero e della pellicola 35 mm, racconta il suo film, About Endlessness, Roy Andersson, regalando tanta semplicità e una lezione di ironia e rara passione.

Per Roy Andersson la vulnerabilità e la comprensione sono doni che permettono di arricchire la vita. Per gli spettatori rappresentano la possibilità di scavalcare la cornice dei quadri del regista svedese e immergersi nelle sue opere monocromatiche. In About Endlessness la fotografia è spietata, non c’è spazio per le ombre, nessuno deve potersi nascondere, perché la luce non perdona e ogni pennellata serve a svelare un aspetto in più dei soggetti. È questo il solo modo per sfiorare la forza e le debolezze dei personaggi, ma soprattutto per arrivare alla verità. A questo proposito, Andersson ricorda Ladri di biciclette di Vittorio De Sica, un film che ama molto, proprio per il modo di raccontare una storia mettendo al centro la sincerità, che stimola l’empatia degli spettatori. Nelle atmosfere e nella costruzione delle scene si è ispirato fortemente ai dipinti di Hopper , per l’ impronta personale e intima.

Tatiana Delaunay che nel film interpreta la donna volante, parla del cinema di Andersson come di un lavoro di precisione, che parte da archetipi per arrivare all’essenza delle persone e quindi alla verità. Per prepararsi al ruolo si è concentrata proprio su questo aspetto, spogliando la recitazione dei toni non necessari.

Anders Hellström si è preparato tre anni per questo film, anche se la sua permanenza sul set è stata breve. Dopo aver osservato a lungo il lavoro di Andersson ha imparato a non recitare davanti alla macchina da presa, a spogliarsi del superfluo e delle esagerazioni. Per interpretare l’uomo volante si è soffermato sullo studio delle emozioni e sul concetto di coppia.

I produttori Pernilla SandströmJohan Carlsson raccontano di quanto incredibile sia il mondo di Andersson. L’impianto dei suoi film apparentemente è semplice e lineare, ma in realtà è difficile da realizzare perché deve rispecchiare il pensiero del regista in ogni dettaglio. La preparazione di un film può durare sei mesi come due anni. Ogni scena è a sé e viene descritta in modo minuzioso, la si replica finché non combacia con lo sguardo del regista. Ma se si osserva il suo universo filmico dall’alto, come fa la coppia volante che sembra uscita da un dipinto di Chagall, ci si accorge di come tutte le scene compongano un’opera unica, contenente l’equilibrio crudele e necessario tra oscurità e umanità.

Venezia 76: Tim Robbins e Julie Andrews, ospiti di oggi, 3 settembre

Sono stati Tim Robbins, con 45 Seconds of Laughter, Fuori Concorso, e Julie Andrews, Leone d’Oro alla carriera, i protagonisti di Venezia 76, nel secondo martedì di manifestazione.

Captain Marvel 2: il film potrebbe introdurre un nuovo supereroe gay

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Negli ultimi anni la Marvel si sta impegnando per includere all’interno del Marvel Cinematic Universe nuovi personaggi appartenenti alla comunità LGBT. Dopo il breve cameo di Joe Russo nel film Avengers: Endgame, il quale interpretava un personaggio gay, in Thor: Love and Thunder dovrebbe venir infatti chiarita la sessualità di Valkyria, interpretata da Tessa Thompson.

Stando ad alcune indiscrezioni, un nuovo supereroe gay potrebbe comparire già in Captain Marvel 2. Questi potrebbe essere Hulkling, che nulla ha a che fare con Bruce Banner, ma si tratta invece di un’eroina adolescente appartenente alla razza degli Skrull.

Tale personaggio, che potrebbe dunque essere già introdotto nel film con Brie Larson, potrebbe trovare in futuro maggior spazio all’interno dell’MCU, prendendo magari parte al gruppo denominato Young Avengers.

Questa nuova inclusione potrebbe rendere ulteriormente variegato il Marvel Cinematic Universe, anche considerate le numerose richieste di nuovi supereroi. Oltre al primo supereroe cinese nel film Shang-Chi, sempre più confermata sarebbe anche l’arrivo del primo supereroe gay.

Vi ricordiamo che Captain Marvel è ambientato negli anni ’90. Il film segue le vicende di Carol Danvers, nel suo diventare uno degli eroi più potenti dell’universo. Quando una guerra galattica tra due razze aliene raggiunge la Terra, Danvers sarà coinvolta nel conflitto insieme ad un piccolo gruppo di alleati.

Il film è interpretato da Brie Larson, Samuel L. Jackson, Be Mendelsohn, Djimo Hounsou, Lee Pace, Gemma Chan, Clark Gregg e Jude Law. Uscito a marzo nei cinema, il film è attualmente disponibile in home-video.

Fonte: We Got This Covered

Harry Potter: una scuola cattolica bandisce i libri per i suoi incantesimi e maledizioni

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Una scuola cattolica nel Tennessee ha bandito l’intera serie di libri di Harry Potter, nonché i relativi film, poiché colpevoli di contenere “incantesimi e maledizioni reali”, che porterebbero ad invocare spiriti maligni all’interno della scuola. Gli studenti per tanto non potranno più avervi accesso.

Il reverendo Dan Reehill ha infatti dichiarato che “questi libri presentano della magia buona e cattiva, e le maledizioni e gli incantesimi sono reali. Se letti da un essere umano rischiano di evocare spiriti maligni in colui che legge.”

Stando a quanto riportato, la scuola chiede inoltre ai genitori di vigilare sui propri figli, affinché comprendano la pericolosità di questa materia.

L’autrice J. K. Rowling non ha ancora commentato il fatto, ma molti hanno portato all’attenzione che per affermare simili cose il reverendo deve aver letto i libri della saga, evocando dunque gli spiriti da lui nominati.

Per quanto assurda, la notizia non è nuova e si sono infatti già avuti diversi casi in cui i libri di Harry Potter venivano banditi per un motivo o per un altro. Ciò dimostra ancora una volta quanto sia importante proteggere la libertà all’informazione, soprattutto considerando che questi libri in particolare raccontano in fin dei conti una storia di formazione e d’amicizia, dove il bene alla fine sconfigge il male.

I romanzi della saga sono stati adattati in otto film per il cinema, distribuiti tra il 2001 e il 2011. Protagonisti dei film sono stati Daniel Redcliffe, nel ruolo di Harry Potter, Emma Watson, nel ruolo di Hermione Granger, e Rupert Grint nel ruolo di Ron Weasley.

Fonte: ScreenRant

Star Wars IX: J. J. Abrams sa di non poter soddisfare tutti

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Con Star Wars IX – L’Ascesa di Skywalker la saga dedicata alla famiglia Skywalker giungerà alla sua conclusione. Dare una fine a questa storia significa risolvere numerosi nodi narrativi fino ad ora rimasti in sospeso.

Il regista J.J. Abrams si è dichiarato consapevole di non poter accontentare tutti, e che molti potrebbero rimanere scontenti dal finale scelto. “Sono felice che i fan tengano tanto a Star Wars. – ha affermato il regista a MarvelousTV – Non vorrei lavorare a qualcosa che non importa a nessuno. Comprendo bene che tutti loro hanno la propria opinione e che questa va considerata.”

“Ma non potrai mai accontentare tutti, devi solo impegnarti per fare del tuo meglio.” ha concluso Abrams, che ha dichiarato, da fan, di sentirsi soddisfatto del finale del film, e di essere impaziente che tutti lo vedano.

I fan di Star Wars sono noti per essere piuttosto agguerriti, tanto da indire più volte petizioni online per costringere gli studios a cambiare ciò che nella loro opinione non era in linea con l’idea della saga. Ciò è avvenuto in particolare con il film Gli Ultimi Jedi di Rian Johnson, aspramente criticato dai fan.

Per sapere se e quanto anche Star Wars IX genererà delle polemiche, bisognerà aspettare l’uscita in sala fissata al 19 dicembre.

Alla regia di Star Wars IX – L’Ascesa di Skywalker ci sarà J.J. Abrams, già regista dell’episodio VII, mentre faranno parte del cast gli attori Daisy Ridley, John Boyega, Adam Driver, Oscar Isaac, Domhnall Gleeson, Mark Hamill, Richard E. Grant, Anthony Daniels, Billy Dee Williams, Carrie Fischer e Ian McDiarmid.

Fonte: ComicBookResource

Spawn: Todd McFarlane non è nervoso per il suo debutto alla regia

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Debuttare alla regia è cosa che metterebbe sotto pressione chiunque, ma a quanto pare non Todd McFarlane, che esordirà proprio dirigendo l’adattamento cinematografico di Spawn, di cui è l’autore del fumetto.

Durante una conferenza al Fan Expo Canada, a McFarlane è infatti stato chiesto se è preoccupato dalla sua prima esperienza come regista.

Il futuro regista ha risposto molto semplicemente con un “No. Sarà facile”, aggiungendo poi “Non sono nervoso all’idea di debuttare alla regia. Dovrei esserlo come essere umano, ma non lo sono. Ho diretto questo film migliaia di volte nella mia testa.”

McFarlane ha poi proseguito portando un esempio. “Avete visto il film A Star Is Born diretto da Bradley Cooper? Anche lui debuttava alla regia, eppure non sembrava affatto fosse solo il suo primo film, perché è stato abbastanza intelligente da circondarsi da persone preparate. Sarà così anche per me. Io sarà la persona con meno esperienza sul set, ma le persone intorno a me mi faranno sentire adeguato ogni giorno.”

Il film Spawn sembra infatti essersi già assicurato dei buoni nomi, da Jamie Foxx nel ruolo dell’antieroe del titolo, a Jeremy Renner nel ruolo di Twitch Williams, mentre Greg Nicotero, truccatore di The Walking Dead si occuperà del trucco e degli effetti speciali. Infine, il film sarà prodotto da Jason Blum e dalla sua Blumhouse Productions.

Il film tuttavia non è ancora entrato in fase di produzione, per via di alcuni problemi legati alla mancanza di supporto da parte della major. Attualmente non vi è infatti una data di distribuzione, ma stando alle parole di McFarlane tutto sembra pronto per iniziare.

Fonte: ComicBookResource

Venezia 76, red carpet: Luca Marinelli principe della serata

Venezia 76, red carpet: Luca Marinelli principe della serata

Protagonista di Martin Eden, secondo film italiano in Concorso a Venezia 76, Luca Marinelli ha sfilato sul red carpet con il regista Pietro Marcello. Ecco tutte le foto della serata:

Joker: il film non contraddice la storia a fumetti del personaggio

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Nel clima generale di grande attesa per il film Joker, ci sono numerosi fan preoccupati che quanto narrato nella pellicola andrà in aperta contraddizione con quella che è la storia del personaggio nei fumetti. Per rispondere a queste preoccupazioni è sceso in campo Jim Lee, executive della DC, che tramite il suo account Instagram ha lanciato un messaggio rassicurando i fan.

“Il film di Todd Phillips è intenso e crudo. La sua versione del Joker non contraddice le radici del personaggio secondo i fumetti ad esso dedicati. Non c’è assolutamente nulla di incongruo nel film riguardo chi sia il Joker. Joaquin Phoenix ha dato vita ad un nuovo look del nostro villain preferito, non entrando in competizione con quanto costruito fino ad ora per il personaggio, ma fornendo una nuova evoluzione della sua mitologia. Questo è ciò che le storie forti e coinvolgenti fanno.”

Queste parole arrivano dopo la diffusa paura che il  film non si curi affatto delle origini del villain, che chi lavora al film non abbia rispetto per il personaggio e lo alteri a proprio piacimento. Ma è sempre Jim Lee a rassicurare a riguardo, garantendo che nessuno più di Phillips e Phoenix ha mostrato devozione al Joker, curandolo sotto ogni aspetto e mantenendo fede a quanto scritto fino ad oggi sul personaggio.

Le paure dei fan sono in fondo comprensibili, poiché ogni versione cinematografica del Joker è sempre stata differente e unica, più o meno fedele alle origini del personaggio. Lo stesso Phillips ha dichiarato di sapere perfettamente che non sarà possibile accontentare tutti, poiché ognuno ha la propria idea del personaggio.

Joker sarà un film scollegato dal DC Extended Universe, e avrà per protagonista Arthur Fleck, un aspirante cabarettista il cui scarso successo lo costringe a lavorare come pagliaccio. Alienato ed emarginato dalla società, nel tentativo di ribellarsi finirà con il trasformarsi in una delle peggiori menti criminali mai viste a Gotham.

Vi ricordiamo che il film Joker è stato presentato alla 76° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, per poi arrivare nei cinema dal 4 ottobre. Il film è diretto da Todd Phillips e ha nel suo cast attori quali Joaquin Phoenix, Robert De Niro, Zazie Beetz, Bill Camp, Frances Conroy e Brett Cullen.

Fonte: We Got This Covered

Venezia 76, red carpet: Timothée Chalamet e Lily Rose Depp

Venezia 76, red carpet: Timothée Chalamet e Lily Rose Depp

Timothée Chalamet e Lily Rose Depp sono stati i protagonisti del tappeto rosso della serata del 2 settembre a Venezia 76. I due giovani attori presentano The King nella selezione ufficiale Fuori Concorso. Con loro anche il regista, David Michôd, e gli interpreti Ben Mendelsohn e Joel Edgerton, che firma anche la sceneggiatura.