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Waiting for the Barbarians al cinema dal 24 settembre

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Waiting for the Barbarians al cinema dal 24 settembre

Dopo aver entusiasmato pubblico e critica alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove è stato presentato in concorso, arriva nelle sale italiane l’atteso Waiting for the Barbarians del regista e sceneggiatore colombiano Ciro Guerra (che nel 2015 ha diretto Embrace of the Serpent, primo film colombiano della storia ad essere candidato agli Oscar come Miglior Film Straniero).

Basato sul pluripremiato romanzo “Aspettando i Barbari” dell’autore Premio Nobel J. M. Coetzee, che ne firma anche la sceneggiatura, il film racconta la storia della crisi di coscienza di un Magistrato che si ribella al regime. Il cast stellare è composto da Mark Rylance (Premio Oscar come Miglior attore non protagonista per Il ponte delle spie di Steven Spielberg, nonché vincitore di tre Tony Awards, due Olivier Award e due BAFTA), Johnny Depp (tre volte nominato agli Oscar come Miglior Attore Protagonista per La maledizione della prima lunaNeverland – Un sogno per la vita e Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street) e Robert Pattinson (protagonista della saga cult Twilight e dei film Bel Ami – Storia di un seduttore e Come l’acqua per gli elefanti, nonché prossimo Batmannell’attesissimo film di Christopher Nolan), affiancati da Gana Bayarsaikhan (Ex Machina, Wonder Woman) e Greta Scacchi (La ragazza nella nebbia, Presunto innocente, I protagonisti). Prodotto e distribuito da Iervolino EntertainmentWaiting for the Barbarians sarà al cinema dal 24 settembre.

Andrea Iervolino ha così dichiarato: “Dopo l’uscita del film in Usa e Canada, siamo molto felici che il nostro film veda la luce anche in Italia, grazie alla collaborazione con il circuito UniCi e la distribuzione in circa 100 sale. Il film vanta la partecipazione di un cast stellare dal grande talento incorniciato nella raffinata e potente regia di Ciro Guerra e la straordinaria fotografia del Premio Oscar Chris Menges. Il film, di nazionalità italiana, da valore aggiunto a questo progetto che, non solo è stato girato anche in Italia, ma vanta maestranze nostrane di tutto rispetto come Jacopo Quadri al montaggio, Domenico Sica alla scenografia e Carlo Poggioli ai costumi, solo per citarne alcuni. L’Italia ha bisogno di avere un respiro internazionale, perché merita di ritornare ad essere la culla del cinema e io sono contento di poter dare il mio contributo affinché questo possa accadere molto presto.”

La trama di Waiting for the Barbarians

Il Magistrato, amministratore di un isolato insediamento di frontiera al confine di un impero senza nome, è in attesa di andare in pensione con l’arrivo del Colonnello Joll, il cui compito è di riferire sulle attività dei “barbari” e sulla situazione di sicurezza al confine. Joll inizia a condurre una serie di spietati interrogatori. Il trattamento dei “barbari” per mano del Colonnello e la tortura di una giovane donna “barbara” portano il Magistrato a una crisi di coscienza e a un atto di ribellione.

Wahlberg e Neeson nel Neuromante?

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Uscito nel 1984, Neuromante è stato il romanzo d’esordio di William Gibson e capostipite del filone fantascientifico cyberpunk:di un adattamento per il grande schermo si parla ormai da qualche anno, per la regia di Vincenzo Natali (Il Cubo). L’arrivo del produttore Lorenzo di Bonaventura (Transformers, G.I. Joe), sembra aver rilanciato il progetto: i ruoli dei protagonisti sarebbero stati offerti a Mark Wahlberg e Liam Neeson.

Wahlberg sarebbe Case, l’hacker al centro della storia, un tossicodipendente che a seguito di un colpo andato male si è ritrovato col sistema nervoso danneggiato e incapace di accedere al cyberspazio. Neeson avrebbe invece il ruolo di Armitage, un ex militare che si offre di aiutare Case in cambio della partecipazione a una missione segreta contro la potente famiglia Tessier-Ashpool e l’intenlligenza artificiale Wintermute. La sfida appare impegnativa sopratutto per Wahlberg: il personaggio di Case ha infatti 24 anni e presumibilmente, avendo trascorso gran parte della propria vita viaggiando nel cyberspazio, non dovrebbe avere un fisico granché atletico. Nessuno dei due al momento è comunque entrato ufficialmente nel progetto.

Ulteriore elemento di interesse sarà l’attrice cui verrà affidato il ruolo di Molly, che affiancherà Case nella missione: Molly è una samurai ipertecnologica che nasconde lame retrattili sotto le unghie e con gli occhi perennemente coperti da lenti nere multifunzione: forse il personaggio più affascinante del libro, la cui raffigurazione cinematografica sembra fatalmente destinata a dare fama, notorietà e status di culto a chi la interpreterà…

Fonte: Empire

Waffle + Mochi, recensione della serie prodotta da Barack e Michelle Obama

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Disponibile dal 16 marzo su Netflix, Waffle + Mochi è la nuova serie Netflix per bambini che si avventura nel mondo del cibo con un approccio didattico ma divertente e leggero, perfetto per un pubblico in età pre-scolare. La serie è prodotta da Higher Ground, la casa di produzione di Barack e Michelle Obama, e si mette perfettamente in scia con l’impegno che la coppia, specialmente Michelle, profonde da anni nella promozione dell’agricoltura biologica e dell’alimentazione naturale e sana. Infatti famoso, durante la presidenza Obama, è stato l’orto di Michelle alla Casa Bianca. Questa missione, che fa parte delle tante cause che sposano gli Obama, è diventata Waffle + Mochi, un’avventura in giro per il Mondo, e non solo, alla scoperta dei cibi e delle ricette e del loro valore sociale.

Waffle + Mochi, la trama

Waffle, figlio di un Waffle e di una Yeti, e Mochi, un mochi rosa, vivono in un paese in cui è tutto ghiacciato. Il loro sogno è di diventare chef, ma è difficile inseguire questo sogno quando tutto quello che puoi cucinare sono ghiaccioli, granite e cubetti di ghiaccio. Un giorno però dalla loro finestra, vedono avvicinarsi un furgoncino delle consegne. Decidono così di tentare una fuga da quel paese ghiacciato salendo a bordo del veicolo che li porta in un luogo magico, colorato, che non avevano idea potesse esistere sulla loro stessa terra: un supermercato. Qui incontrano la Signora Obama, che gestisce il posto e che decide di dar loro la possibilità di un impiego, affidandogli dei compiti da svolgere che porteranno Waffle + Mochi a scoprire tantissime cose sul cibo.

Scritta in maniera semplice e diretta, Waffle + Mochi e una serie principalmente didattica, che però riesce a coniugare leggerezza, istruzione (in una certa forma), divertimento in una forma che è complessa perché la sfrutta diversi stili: alle riprese in live action si aggiungono inserti di animazione, mentre i due protagonisti sono dei simpatici pupazzi che fanno del loro occhio ingenuo il drive principale per far andare avanti gli episodi.

Dieci episodi da circa 30 minuti formano la prima stagione, un formato forse troppo “impegnativo” per il pubblico di destinazione così giovane, ma che è bilanciato da una vena davvero simpatica e coinvolgente. Waffle + Mochi è un prodotto garbato, che fa della didattica il suo scopo principale senza rimanere schiacciato da questo compito che si autoimpone, ma sfruttandolo per visitare luoghi, culture, stimolando la fantasia, la curiosità e… l’appetito! 

Wachowski: una rilettura di Matrix alla luce della transessualità delle registe?

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Dopo l’annuncio della transizione da uomo a donna, Lilly Wachowski (fu Andy) ha partecipato al suo primo evento pubblico con la sua nuova identità in occasione dei GLAAD Media Awards, dove è stata premiata per Sense 8.

Durante il discorso di ringraziamento, che potete vedere di seguito, Lilly, facendosi portavoce anche della sorella Lana, ha gioito per la rilettura in atto dei loro film, proprio a seguito dei loro cambiamenti più o meno recenti; una rilettura positiva, secondo Lilly, “perché ci ricorda come l’arte non sia mai statica”.

In particolare The Mary Sue suggerisce una rilettura radicale di Matrix, considerato a buon diritto il loro capolavoro, dal momento che il film tratta benissimo temi quali latrasformazione, l’immagine di sè, l’accettazione della propria identità oltre i confini di un sistema definito o predefinito alla nascita.

https://www.youtube.com/watch?time_continue=113&v=bHBq_PF7va4

“Dove troviamo il coraggio di liberarci dalla gabbia delle nostre vite, per trascendere e vincere la tragedia – i mostri dentro di noi e la violenza che ci facciamo quando abbiamo troppa paura di essere noi stessi? […]

C’è un nuovo occhio critico nei confronti dei lavori miei e di Lana, attraverso la lente della nostra transessualità. È molto interessante, perché ci ricorda come l’arte non sia mai statica. E sebbene le idee di identità e trasformazione siano componenti di importanza critica nei nostri lavori, il fondamento di tutte queste idee risiede nel concetto di amore.”

WA! JAPAN FILM FESTIVAL: il Sol Levante illumina il grande schermo

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JAPAN FILM FESTIVAL logo Il cinema giapponese è pronto a sbarcare a Firenze (8-11 maggio, Cinema Odeon) e a Milano (13-15 maggio, Auditorium San Fedele, Cinema Apollo) con la 4^ edizione del WA! JAPAN FILM FESTIVAL (ex Rassegna di Cinema Giapponese Firenze), l’unico evento in Italia esclusivamente dedicato alla produzione nipponica. “WA!” è uno degli ideogrammi con cui anticamente veniva denominato il Giappone, ma è anche un suono onomatopeico che esprime entusiasmo e viene usato come suffisso per indicare il concetto di armonia, pace, circolarità. Per questo il direttore del Festival, Takaaki Matsumoto, lo ha scelto: perché due sole lettere bastano a coniugare la lunga tradizione del Paese con il suo inarrestabile fermento culturale. Due lettere e 15 lungometraggi che, insieme ai 19 corti, animeranno gli schermi di Firenze e Milano per una full immersion nel cinema del Sol Levante in 3 sezioni.

JAPAN FILM FESTIVALWA! ESSAI è il focus sul cinema autoriale e vanta titoli come The Little House, premiato all’ultimo Festival di Berlino con l’Orso d’argento per la migliore attrice (Haru Kuroki), e The Great Passage, pellicola che ha rappresentato il Giappone per la selezione del miglior film straniero agli Oscar 2014. WA! POP è invece lo spazio dedicato alla cultura più popolare, con opere di genere che mettono in scena le nuove tendenze della società giapponese, come la moda ‘gothic lolita’ dell’omonimo Gothic Lolita Battle Bear (dal regista cult Noboru Iguchi, già autore di Dead Sushi). E in una rassegna dedicata al cinema nipponico non può certo mancare la sezione WA! MANGA, che cavalca l’onda di un fenomeno in costante crescita, ovvero la trasposizione su grande schermo di celebri manga made in Japan. Il titolo di punta è l’attesissimo Lupin the 3rd vs Detective Conan: The Movie, un crossover che fa incontrare due eroi dei manga giapponesi, il mitico Lupin III del disegnatore Monkey Punch e il Detective Conan creato da Gosho Aoyama.

Il Japan Village allestito in Piazza Strozzi a Firenze offrirà, inoltre, ai visitatori i prodotti gastronomici di Kagoshima e le creazioni artigianali di Takaoka, le due città ‘gemellate’ col Festival per l’edizione 2014. Per gli appassionati e i curiosi, da non perdere la suggestiva sfilata in kimono organizzata anche quest’anno per le vie del centro del capoluogo toscano (giovedì 8 maggio alle 12.30). Per i più golosi, immancabili le degustazioni di sushi, sake, shochu e altre prelibatezze tipiche.

Non resta che impugnare le bacchette e fare un salto al Cinema Odeon di Firenze giovedì 8 maggio alle 20.30 per l’inaugurazione del Festival. SAYONARA!

In occasione della Festa del Cinema, i biglietti costano solo 3 euro!

WA! JAPAN FILM FESTIVAL è promosso dall’associazione culturale giapponese Tokaghe ed è inserito nel cartellone della Primavera di Cinema Orientale realizzato per Regione Toscana da Quelli della Compagnia di Fondazione Sistema Toscana.

Programma completo & info: www.wajapanfilmfest.it[email protected]Gothic Lolita Battle BearLupin III

VR What If…? – An Immersive Story: i Marvel Studios annunciano l’esperienza VR in arrivo su Vision Pro

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I fan della Marvel saranno invitati a entrare nel MCU nei panni dei personaggi principali in una nuova applicazione di realtà mista in arrivo esclusivamente sulle cuffie Vision Pro di Apple. Marvel Studios e ILM Immersive, lo studio di narrazione di Lucasfilm, hanno annunciato “What If…? – An Immersive Story“, un’esperienza AR e VR della durata di un’ora, presentata come la prima storia interattiva originale Disney+ creata per il Vision Pro di Apple, introdotto di recente.

La data di uscita è ancora da definire e Marvel non ha detto se “What If…? – An Immersive Story” sarà disponibile gratuitamente. In ogni caso, si tratta di un gioco di fascia alta: È necessario avere il Vision Pro, il dispositivo di calcolo spaziale da 3.500 dollari che Apple ha pubblicizzato come “l’esperienza di intrattenimento definitiva”. L’applicazione si basa sulla serie animata Marvel “What If…?” su Disney+, che esplora linee temporali alternative nel Multiverso su cosa sarebbe successo se i momenti più importanti dei film del MCU si fossero svolti in modo diverso.

Cos’è What If…? – An Immersive Story? 

Secondo la descrizione dell’applicazione, “What If…? – An Immersive Story” reimmagina gli eventi “del Marvel Cinematic Universe (MCU) in modi inaspettati”. Ora, i fan sono stati scelti per entrare nel ruolo di protagonista di una nuovissima storia immersiva che trasforma lo spazio intorno a loro mentre attraversano le realtà. Nel corso del loro viaggio, si troveranno faccia a faccia con varianti multiversali dei loro personaggi preferiti, impareranno le arti mistiche e avranno il compito di sfruttare il potere delle Pietre dell’Infinito“.

Questa esperienza è davvero innovativa e diversa da qualsiasi cosa abbiamo fatto prima“, ha dichiarato il produttore esecutivo Jamie Voris, EVP e CTO dei Walt Disney Studios. “È un modo nuovo ed entusiasmante di entrare a far parte del MCU attraverso una storia profondamente emotiva e avvincente“.

E se…? – An Immersive Story”, ha commentato Dave Bushore: “Da bambino, le mie storie preferite parlavano di mondi lontani dal mio, di tecnologie avanzate e di eroi che viaggiavano nello spazio e nel tempo. E se…? – An Immersive Story” è la prossima evoluzione del modo in cui raccontiamo le nostre storie, dove i fan di tutte le generazioni possono viverle e vivere l’avventura insieme ai loro eroi preferiti. Questa esperienza apre le porte dell’Universo Marvel ed è un assaggio di ciò che ho aspettato per tutta la vita”.

Marvel e ILM Immersive affermano che l’app consentirà agli utenti di “passare dalla realtà aumentata a quella virtuale mentre vivono la loro avventura narrativa, interagendo con il mondo che li circonda usando gli occhi e le mani”.

I fan entreranno in ambienti mozzafiato che li collocheranno in luoghi nuovi e iconici del MCU, e si sentiranno completamente immersi grazie a immagini e audio spaziale mozzafiato. Insieme, queste caratteristiche ricorderanno ai fan che il tempo, lo spazio e la realtà sono più di un percorso lineare“, si legge nell’annuncio della Marvel.

What If…? – An Immersive Story

What If…? – An Immersive Story è diretto da Bushore dei Marvel Studios e prodotto da Shereif M. Fattouh della ILM Immersive. L’esperienza è scritta da David Dong e Phil McCarty (“The Learning Curve”), con le musiche della compositrice Laura Karpman (“American Fiction”, “The Marvels”).

I produttori esecutivi sono Bushore, Fattouh e Brad Winderbaum (“What If…?”, “X-Men ’97”), mentre Bryan Andrews (“What If…?”, “Primal”) è il produttore consulente. Tra i produttori europei figurano anche Vicki Dobbs Beck, vicepresidente dei contenuti immersivi di Lucasfilm e ILM Immersive, Mark S. Miller, vicepresidente dello sviluppo creativo e della produzione di ILM Immersive, e Voris dei Walt Disney Studios.

Voyez comme ils dansent: recensione del film con Maya Sansa

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Voyez comme ils dansent: recensione del film con Maya Sansa

In Voyez comme ils dansent Lise (Marina Hands) è una regista francese che attraversa il Canada in treno, da oriente erso occidente, cercando le immagini giuste per un suo documentario. Sulla strada incontra Alexandra (Maya Sansa), medico di frontiera, che in comune con Lise ha un uomo: un artista, funambolo bizzarro e clown triste che è scomparso nel nulla, marito della prima e poi compagno della seconda. Le due donne cercheranno così l’una dentro l’altra la ragione che ha spinto lo stesso uomo ad amare entrambe, in modi, tempi e continenti diversi imparando dalla reciproca sofferenza il prezzo che l’arte ha nella vita di chi le dedica tutto.

In Voyez comme ils dansent Claude Miller mette in scena questo menage romantico con grande grazia, avvalendosi di un affastellamento temporale tramite il montaggio di flashback con scene contemporanee che se da un lato disorienta lo spettatore dall’altro lo coinvolge ancora di più nella storia, punteggiando la pellicola di piccoli momenti spettacolari dei numeri di Vic Clèment (James Thiérrée). Miller annoda e snoda così le fila di un grande racconto, intimo e personale, che ricostruisce non solo una storia, ma una vita, un’anima.

Voyez comme ils dansent, il film

Ben presto però scopriamo che i personaggi principale di Voyez comme ils dansent non sono tre bensì quattro. Alle due donne e al misterioso artista si aggiunge il paesaggio canadese: potente, selvaggio eppere delicato sotto la coltre di neve che lo ricopre, straordinariamente cinematografico per la sua bellezza, anche grazie alle sapienti inquadrature di Miller.

Stella di Voyez comme ils dansent è senz’altro Maya Sansa, vero orgoglio italico all’estero, recita con disinvoltura e senza alcun tipo di accento in francese e in inglese, interpretando una discendente dei nativi americani del nord. I suoi trattidecisi e simmetrici,le sua pelle olivastra e i suoi colori scuri, insieme ad una rara espressività dello sguardo, ne fanno un’interprete perfetta e perfettamente credibile nell’economia del racconto, contribuendo in maniera decisiva ad aumentare il valore del film. Per quanto è incisiva la Sansa, tanto sembra insignificante la Lise di Marina Hands, sperduta in un Paese e in un paesaggio che non le appartengono e incredula nello scoprire la parte dolce, romantica, quasi umana, dell’uomo che pensava di conoscere.

Voyez comme ils dansent si chiude con il pensiero e l’immagine su Vic, sul suo balletto aereo insieme alle riprese aeree del Canada, e lo spettatore resta a vedere come, loro due insieme, l’uomo e la natura, danzano.

Voyagers: trailer italiano dello Sci-fi con Colin Farrelll

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Voyagers: trailer italiano dello Sci-fi con Colin Farrelll

La Universal Pictures ha diffuso il trailer italiano di Voyagers, il nuovo film di fantascienza diretto da Neil Burger con Colin Farrell, Tye Sheridan, Isaac Hempstead Wright, Lily-Rose Depp, Viveik Kalra, Fionn Whitehead.

Il futuro del genere umano è in pericolo e un gruppo di giovani uomini e donne, cresciuti valorizzando intelligenza e obbedienza sono imbarcati per una spedizione che punta a colonizzare un pianeta distante. Quando però scoprono alcuni sconcertanti segreti della propria missione, iniziano a rifiutare le regole imposte per esplorare la propria natura più primitiva. La vita sulla navicella spaziale viene travolta dal caos, con i giovani protagonisti travolti dalla paura, dalla lussuria e un’insaziabile fame di potere. Scritto e diretto da Neil Burger (Limitless, L’Illusionista – The Illusionist), il film vede la partecipazione di Tye Sheridan (la saga diX-Men), Lily-Rose Depp (Selvaggi), Fionn Whitehead (Dunkirk), Chanté Adams (Roxanne Roxanne), Isaac Hempstead Wright (IlTrono di Spade – Game of Thrones),Viveik Kalra (Blinded by the Light – Travolto dalla Musica), Archie Madekwe (Midsommar – Il Villaggio dei Dannati), Quintessa Swindell (Trinkets), Madison Hu (Bizaardvark)e Colin Farrell (The Gentlemen).

Voyage of Time: trailer del documentario di Terrence Malick

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Voyage of Time: trailer del documentario di Terrence Malick

Ecco finalmente il trailer ufficiale di Voyage of Time, nuovo documentario diretto da Terrence Malick. Il film, in versione IMAX, si avvarrà della voce narrante di Brad Pitt e durerà 40 minuti (il titolo di questa versione sarà Voyage of Time: The IMAX Experience). Per quanto riguarda invece la versione classica da 90 minuti (dal titolo Voyage of Time: Life’s Journey), in quel caso lo spettatore potrà godere della voce narrante di Cate Blanchett.

Potete vedere il trailer di seguito:

https://www.youtube.com/watch?v=YVyWObJY9FQ

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Voyage of Time è un progetto che Malick aveva in cantiere da oltre 30 anni, e che metterà nuovamente insieme la squadra di produttori di The Tree of Life, tra cui Dede Gardner, Nicolas Gonda (che ha anche prodotto To the Wonder), Sarah Green (The New World), Brad Pitt, Grant Hill e Bill Pohlad. Voyage of Time 2Tra i produttori esecutivi figurano invece Tanner Beard, Mary Bing, Yves Chevalier e Donald Rosenfeld. Secondo le prime indiscrezioni, Brad Pitt potrebbe essere anche una delle voci fuori campo del film.

Voyage of Time è una celebrazione del pianeta Terra, un vero e proprio viaggio nel tempo, dalla nascita dell’universo fino al suo collasso finale. Il film, a cui Malick lavora dal 1970, arriverà negli Stati Uniti il 7 ottobre 2016.

Voyage of Time: prime immagini del nuovo film di Terrence Malick

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Voyage of Time: prime immagini del nuovo film di Terrence Malick

Mentre in Italia ancora aspettiamo Knight of Cups e mentre è stato ufficializzato il suo prossimo Weightless dalla sua collaboratrice di lunga data Sarah Green, Terrence Malick è pronto a mostrarci le prime immagini del suo Voyage of Time, un documentario in IMAX che si presenta come un inno alla Terra.

Ecco le immagini in alta risoluzione:

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Voyage of Time è un progetto che Malick aveva in cantiere da oltre 30 anni, e che metterà nuovamente insieme la squadra di produttori di The Tree of Life, tra cui Dede Gardner, Nicolas Gonda (che ha anche prodotto To the Wonder), Sarah Green (The New World), Brad Pitt, Grant Hill e Bill Pohlad. Voyage of Time 2Tra i produttori esecutivi figurano invece Tanner Beard, Mary Bing, Yves Chevalier e Donald Rosenfeld. Secondo le prime indiscrezioni, Brad Pitt potrebbe essere anche una delle voci fuori campo del film.

Voyage of Time è una celebrazione del pianeta Terra, un vero e proprio viaggio nel tempo, dalla nascita dell’universo fino al suo collasso finale. Il film, a cui Malick lavora dal 1970, verrà rilasciato nel 2016, probabilmente in due differenti versioni.

Fonte: TFS

Voyage of Time: prime clip dal documentario di Terrence Malick

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Voyage of Time: prime clip dal documentario di Terrence Malick

Arrivano online le prime due clip tratte da Voyage of Time, nuovo documentario diretto da Terrence Malick. Il film, in versione IMAX, si avvarrà della voce narrante di Brad Pitt e durerà 40 minuti (il titolo di questa versione sarà The IMAX Experience). Per quanto riguarda invece la versione classica da 90 minuti (dal titolo Life’s Journey), in quel caso lo spettatore potrà godere della voce narrante di Cate Blanchett.

Potete vedere le clip di seguito:

https://www.youtube.com/watch?v=VS8hvJLmbPc

https://www.youtube.com/watch?v=Px_u0HFNi1A

Voyage of Time Life’s Journey recensione del film di Terrence Malick

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Voyage of Time è un progetto che Malick aveva in cantiere da oltre 30 anni, e che metterà nuovamente insieme la squadra di produttori di The Tree of Life, tra cui Dede Gardner, Nicolas Gonda (che ha anche prodotto To the Wonder), Sarah Green (The New World), Brad Pitt, Grant Hill e Bill Pohlad. Voyage of Time 2Tra i produttori esecutivi figurano invece Tanner Beard, Mary Bing, Yves Chevalier e Donald Rosenfeld. Secondo le prime indiscrezioni, Brad Pitt potrebbe essere anche una delle voci fuori campo del film.

Voyage of Time è una celebrazione del pianeta Terra, un vero e proprio viaggio nel tempo, dalla nascita dell’universo fino al suo collasso finale. Il film, a cui Malick lavora dal 1970, arriverà negli Stati Uniti il 7 ottobre 2016.

Fonte: Collider

 

Voyage of Time: nuovo trailer del doc di Terrence Malick

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Voyage of Time: nuovo trailer del doc di Terrence Malick

Ecco il secondo trailer ufficiale di Voyage of Time, nuovo documentario diretto da Terrence Malick. Il film, in versione IMAX, si avvarrà della voce narrante di Brad Pitt e durerà 40 minuti (il titolo di questa versione sarà Voyage of Time: The IMAX Experience). Per quanto riguarda invece la versione classica da 90 minuti (dal titolo Voyage of Time: Life’s Journey), in quel caso lo spettatore potrà godere della voce narrante di Cate Blanchett.

Potete vedere il trailer di seguito:

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Voyage of Time è un progetto che Malick aveva in cantiere da oltre 30 anni, e che metterà nuovamente insieme la squadra di produttori di The Tree of Life, tra cui Dede Gardner, Nicolas Gonda (che ha anche prodotto To the Wonder), Sarah Green (The New World), Brad Pitt, Grant Hill e Bill Pohlad. Voyage of Time 2Tra i produttori esecutivi figurano invece Tanner Beard, Mary Bing, Yves Chevalier e Donald Rosenfeld. Secondo le prime indiscrezioni, Brad Pitt potrebbe essere anche una delle voci fuori campo del film.

Voyage of Time è una celebrazione del pianeta Terra, un vero e proprio viaggio nel tempo, dalla nascita dell’universo fino al suo collasso finale. Il film, a cui Malick lavora dal 1970, arriverà negli Stati Uniti il 7 ottobre 2016.

Fonte: Empire

Voyage of Time: il poster IMAX del documentario di Terrence Malick

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Ecco il nuovo intenso poster di Voyage of Time, nuovo documentario diretto da Terrence Malick. Il film, in versione IMAX, si avvarrà della voce narrante di Brad Pitt, come chiaramente dice il poster che trovate in gallery. Per quanto riguarda invece la versione classica, in quel caso lo spettatore potrà godere della voce narrante di Cate Blanchett.

Nella gallery il poster IMAX:

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Voyage of Time è un progetto che Malick aveva in cantiere da oltre 30 anni, e che metterà nuovamente insieme la squadra di produttori di The Tree of Life, tra cui Dede Gardner, Nicolas Gonda (che ha anche prodotto To the Wonder), Sarah Green (The New World), Brad Pitt, Grant Hill e Bill Pohlad. Voyage of Time 2Tra i produttori esecutivi figurano invece Tanner Beard, Mary Bing, Yves Chevalier e Donald Rosenfeld. Secondo le prime indiscrezioni, Brad Pitt potrebbe essere anche una delle voci fuori campo del film.

Voyage of Time è una celebrazione del pianeta Terra, un vero e proprio viaggio nel tempo, dalla nascita dell’universo fino al suo collasso finale. Il film, a cui Malick lavora dal 1970, arriverà negli Stati Uniti il 7 ottobre 2016.

Fonte: IndieWire

Voyage of Time: il poetico poster del documentatio di Terrence Malick

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Ecco un nuovo poster ufficiale di Voyage of Time, nuovo documentario diretto da Terrence Malick. Il film, in versione IMAX, si avvarrà della voce narrante di Brad Pitt e durerà 40 minuti (il titolo di questa versione sarà The IMAX Experience). Per quanto riguarda invece la versione classica da 90 minuti (dal titolo Life’s Journey), in quel caso lo spettatore potrà godere della voce narrante di Cate Blanchett. Il poster in questione fa riferimento proprio a quest’ultima versione.

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Voyage of Time: nuovo trailer del doc di Terrence Malick

Voyage of Time è un progetto che Malick aveva in cantiere da oltre 30 anni, e che metterà nuovamente insieme la squadra di produttori di The Tree of Life, tra cui Dede Gardner, Nicolas Gonda (che ha anche prodotto To the Wonder), Sarah Green (The New World), Brad Pitt, Grant Hill e Bill Pohlad. Voyage of Time 2Tra i produttori esecutivi figurano invece Tanner Beard, Mary Bing, Yves Chevalier e Donald Rosenfeld. Secondo le prime indiscrezioni, Brad Pitt potrebbe essere anche una delle voci fuori campo del film.

Voyage of Time è una celebrazione del pianeta Terra, un vero e proprio viaggio nel tempo, dalla nascita dell’universo fino al suo collasso finale. Il film, a cui Malick lavora dal 1970, arriverà negli Stati Uniti il 7 ottobre 2016.

Voyage of Time: ecco quando uscirà il nuovo film di Terrence Malick

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Mentre in Italia ancora aspettiamo Knight of Cups e mentre è stato ufficializzato il suo prossimo Weightless dalla sua collaboratrice di lunga data Sarah Green, Terrence Malick è pronto a mostrarci finalmente il suo Voyage of Time, un documentario in IMAX che si presenta come un inno alla Terra.

Nonostante il film (come in molti avevano predetto) non sarà presentato al prossimo Festival di Cannes, non bisognerà attendere ancora molto per vedere l’ambiziosissimo progetto, la cui colonna sonora sarà curata dal maestro Ennio Morricone: è stata proprio l’IMAX Corporation, infatti, a confermare che il film arriverà nelle sale il 7 ottobre 2016.

Ciò significa che la pellicola potrebbe essere presentata in anteprima alla prossima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venzia o al prossimo Toronto International Film Festival.

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Voyage of Time è un progetto che Malick aveva in cantiere da oltre 30 anni, e che metterà nuovamente insieme la squadra di produttori di The Tree of Life, tra cui Dede Gardner, Nicolas Gonda (che ha anche prodotto To the Wonder), Sarah Green (The New World), Brad Pitt, Grant Hill e Bill Pohlad.

Tra i produttori esecutivi figurano invece Tanner Beard, Mary Bing, Yves Chevalier e Donald Rosenfeld. Secondo le prime indiscrezioni Brad Pitt sarà la voce narrante della versione IMAX del film, mentre Cate Blanchett la voce della versione standard.

Voyage of Time 2Voyage of Time è una celebrazione del pianeta Terra, un vero e proprio viaggio nel tempo, dalla nascita dell’universo fino al suo collasso finale. Il film, a cui Malick lavora dal 1970, verrà rilasciato nel 2016 in due differenti versioni.

Fonte

Voyage of Time, dal 3 marzo al cinema il documentario di Terrence Malick

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ll 3 marzo debutterà nelle sale italiane Voyage of Time, documentario diretto dal geniale regista Terrence Malick (La sottile linea rossa, The Tree of Life), con la voce narrante di Cate Blanchett eprodotto da Brad Pitt. Presentato alla 73ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il film, nella sua grandiosa versione integrale per la sala, è distribuito da Double Line in collaborazione con Lo Scrittoio.

L’opera arriva finalmente sul grande schermo per condurre lo spettatore all’esplorazione del passato planetario e al contempo alla ricerca di una futura collocazione nell’universo per l’umanità. Un inno alla natura e alla vita che si propone di forgiare una nuova, ipnotica storia della stessa vita della Terra, cogliendo la magia espressiva del cosmo non facilmente osservabile, ma del quale siamo partecipi in ogni istante della nostra esistenza.

In Voyage of Time Malick invita lo spettatore a sondare in profondità 14 miliardi di anni tra passato, presente e futuro, ricostruendo la cronologia scientifica della Terra, dalla nascita delle stelle alla comparsa dell’uomo sul pianeta. Nell’arco di diversi anni, Malick con questo lavoro ha voluto creare un nuovo formato sperimentale, al confine tra effetti speciali tradizionali ed effetti digitali all’avanguardia. Dalla microfotografia alle immagini generate da supercomputer, da creature viventi a immagini che somigliano a specie preistoriche, l’interrogativo è: possiamo riprodurre sullo schermo gli eventi cosmologici più immensi e le forme di vita più bizzarre di cui nessuno è mai stato testimone e farlo in modo da consentire alle persone di relazionarsi, valutandone la bellezza, il significato e le conseguenze da un punto di vista personale?

Voyage of Time consente al pubblico di sperimentare in modo diretto ciò che la scienza comprende del nostro mondo, della nostra storia, della nostra esistenza, grazie al potenziale del cinema di documentare e, a volte, simulare la cruda realtà, la capacità della macchina da presa di amplificare e manipolare il tempo. Il mondo invisibile intorno a noi diventa improvvisamente immaginabile, conoscibile, da tutti. A contribuire l’uso di suoni capaci di evocare il vorticoso crescendo dell’energia creativa della vita.

Prima di iniziare la produzione di questo film, Malick si è immerso in studi astronomici, biologici e filosofici, raccogliendo appunti e parlando con professori, ricercatori e innovatori in campi in rapida evoluzione, spaziando dalla fisica all’antropologia. Tale lavoro preparatorio è confluito in un film che sa ritagliarsi una nuova forma espressiva, intersecando scienza e arte.

La bellezza estetica del film non fa che valorizzare la scienza sottostante in uno scambio dinamico, un dare e ricevere, tra il romanticismo dell’arte e il rigore della ricerca scientifica. La scienza è stata erroneamente considerata nemica del mistero e del senso di meraviglia è piuttosto il contrario, in realtà. La conoscenza non diminuisce il senso della bellezza e del mistero; lo accresce. In quanto scienziati, il nostro compito è tuffarci in quel mistero e cercare di formare per consentire la comprensione. Ciò che fa anche Terry con questo film” – Andrew Knoll, Fisher Research Professor di Storia Naturale presso l’Università di Harvard, consulente della NASA e responsabile della veridicità e accuratezza dal punto di vista scientifico della rappresentazione.

Voyage of Time Life’s Journey: recensione del film di Terrence Malick

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Dalle profondità complesse e imperscrutabili della mente di Terrence Malick sono nati alcuni dei grandi film della storia del cinema. Opere sempre raffinate, non per forza capolavori a ogni costo, ma sempre pezzi d’arte di cui discutere, parlare, opere che aiutano ad affrontare la materia cinema con cognizione e approccio critico. Non fa eccezione il suo ultimo lavoro, Voyage of Time: Life’s Journey, documentario naturalistico presentato in concorso alla Mostra di Venezia 2016 e che si colloca esattamente dietro a Tree of Life (Palma d’Oro a Cannes nel 2011).

Venezia 73: Terrence Malick e il suo viaggio nel tempo e nella vita in Voyage of Time Life’s Journey 

L’approccio naturalistico di Malick alla creazione e all’evoluzione del mondo e della vita sulla Terra passa attraverso le immagini colossali di una natura venerata nella sua selvaggia potenza ma anche nella sua intima bellezza e poesia. Con Voyage of Time, Malick chiude quel cerchio cominciato all’inizio della sua carriera, già da La Rabbia Giovane, che vedeva le donne portatrici di senso nelle sue storie. In particolare dopo la Pocahontas di The New World e la madre di Tree of Life, il regista texano riesce a fare il passo ulteriore aggirando le figure intermediarie e rivolgendosi direttamente alla Madre Natura, mai prima d’ora interpellata con questa immediatezza e questa serenità.

Il discorso poetico si fa quindi completo e vivo alla luce di un’intenzione forte che si rispecchia anche nella doppia natura del progetto, diviso tra una formato in IMAX, documentaristico in senso scientifico più stretto, e uno cinematografico, la “versione veneziana”, che si adegua alle esigenze narrative del regista. Con questa esperienza immersiva e nuova, Malick ha voluto mettere in gioco completamente, senza filtri narrativi (per quanto siano ormai diventati sfilacciati), la sua idea cosmologica.

Voyage of Time Life's JourneyVisivamente e musicalmente impeccabile, Voyage of Time Life’s Journey rappresenta una vetta tematica importante per Malick, che sfodera un’altra opera complicata e interessante, che conferma la sua abitudine a fare del grande cinema di cui si discute, che matura e cresce, che lascia traccia di sé nello spettatore e insegnamento ed esempio per chi si approccia all’arte del cinema.

Voyage of Time di Terrence Malick in anteprima a Cannes

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Voyage of Time di Terrence Malick in anteprima a Cannes

La Wild Bunch ha acquistato i diritti internazionali di Voyage of Time, il nuovo progetto di Terrence Malick, e presenterà le prime immagini del film all’imminente Festival di Cannes, per un gruppo selezionato di potenziali acquirenti. Si tratta di un progetto che Malick aveva in cantiere da oltre 30 anni, e che metterà nuovamente insieme la squadra di produttori di The Tree of Life, tra cui Dede Gardner, Nicolas Gonda (che ha anche prodotto To the Wonder), Sarah Green (The New World), Brad Pitt, Grant Hill e Bill Pohlad. Tra i produttori esecutivi figurano invece Tanner Beard, Mary Bing, Yves Chevalier e Donald Rosenfeld. Secondo le prime indiscrezioni, Brad Pitt potrebbe essere anche una delle voci fuori campo del film.

Voyage of Time è una celebrazione del pianeta Terra, un vero e proprio viaggio nel tempo, dalla nascita dell’universo fino al suo collasso finale. Il film, a cui Malick lavora dal 1970, verrà rilasciato nel 2016, probabilmente in due differenti versioni.

Fonte

Voyage of Time di Malick avrà la voce di Brad Pitt

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Dopo avervi anticipato alcune indiscrezioni sui prossimi progetti di Terrence Malick ecco arrivare una nuova notizia riguardante i suo documentario IMAX  Voyage of Time.

Vox Lux: recensione del film con Natalie Portman #Venezia75

Vox Lux: recensione del film con Natalie Portman #Venezia75

A inaugurare questo settimo giorno di festival oggi è Brady Corbet, alla sua seconda prova come regista, con Vox Lux, film che vanta una protagonista d’eccellenza, la bella Natalie Portman.

E’ il 1999 quando la piccola Celeste (Raffey Cassidy), di appena quattordici anni, sopravvive a una violenta tragedia. Dopo una lunga e lenta riabilitazione è chiamata a parlare alla commemorazione delle vittime di questa strage e il suo discorso si trasforma in una canzone, scritta a quattro mani con la sorella Eleanor (Stacy Martin). Il momento, ripreso dalle reti televisive, stuzzica la curiosità di un talent manager (Jude Law), che si impegna a trasformare Celeste in una famosa popstar. I due quindi cominciano a lavorare insieme e, mentre gli anni passano, la fama di Celeste cresce a tal punto da trasformare una semplice ragazzina in un’icona della musica pop. Arriviamo al 2017 con una Celeste adulta (Natalie Portman) ormai senza freni che, tra famiglia, lavoro e il suo nuovo tour Vox Lux, non riesce più a gestire lo stress…

leggi anche: Venezia 75: Dragged Across Concrete, recensione del film con Mel Gibson e Vince Vaughn

Dopo aver trionfato nel 2015 a Venezia nella sezione Orizzonti con la sua opera prima, Childhood of a Leader, Brady Corbet porta sul grande schermo della Mostra un nuovo film del tutto diverso dal precedente, complesso, inquietante e psichedelico. Vox Lux, a metà strada tra un biopic e dramma in musica – le canzoni sono tutte originali e scritte da Sia -, racconta l’ascesa al successo della piccola Celeste che, per puro caso, si ritrova a dover gestire una popolarità fin troppo ingombrante. Non a caso, infatti, il regista decide di ambientare la sua storia tra la fine degli anni novanta e l’inizio del nuovo millennio, periodo prospero della cultura pop.

L’elemento che più attira e sconvolge del film è il paralellismo che Corbet sembra voler tracciare tra l’ossessiva ricerca della fama e la perdita di valori che spesso sfocia in violenza. La storia di Celeste viene spesso interrotta da inserti di cronaca nera degli ultimi venti anni; una sparatoria in una scuola, la tragedia dell’11 settembre a New York, un’altra sparatoria in una spiaggia della Croazia. Questi tragici avvenimenti colpiscono sempre in qualche modo la protagonista che, si trova a dover rivivere il trauma subito e a dover fare i conti con il disturbo da stress post traumatico.

Vox Lux

Vox Lux, in un certo senso punta il dito contro l’industria della musica che, pur di continuare a far soldi, tratta adolescenti come Celeste come carne da macello. Nonostante appaia sin dall’inizio molto calma e sicura di sé, la giovane protagonista, infatti, non ci mette molto a crollare sotto il peso dello stress e delle responsabilità. Passa in breve tempo da ragazzina tutta casa e chiesa a festaiola impazzita amante delle droghe e dell’alcol. Si parla quindi di perdita dei valori e della moralità in favore di una vita più eccitante e di una popolarità travolgente.

La prima parte del film, quella che segue la crescita e la formazione della protagonista, è senza dubbio la più completa e interessante sia dal punto di vista estetico che narrativo. E’ infatti solo nel quarto capitolo, dal titolo Rigenesi, che Vox Lux perde un po’ della sua originalità. Nell’ultima parte del film arriviamo finalmente ai giorni nostri nel 2017 e incontriamo una Celeste ormai cresciuta e formata che risplende della bellezza di una Natalie Portman purtroppo un po’ fuori ruolo. La sua celeste così eccessiva e quasi grottesca risulta in alcuni momenti fin troppo sopra le righe per essere davvero credibile. Ma a deludere più di ogni altra cosa è il finale così approssimativo da lasciare lo spettatore quasi disorientato; all’abbondanza di contenuti e virtuosismi registici della prima parte segue purtroppo un epilogo troppo sbrigativo e inconcludente.

Vox Lux: Natalie Portman e il brano originale di Sia nel nuovo trailer

Presentato in concorso all’ultima Mostra del cinema di Venezia, Vox Lux è il secondo film diretto Brady Corbet (dopo L’infanzia di un capo – The Childhood of a Leader) interpretato da Natalie Portman. Nel cast figurano anche Jude Law, Stacy Martin e Raffey Cassidy.

Di seguito trovate il nuovo trailer ufficiale accompagnato dal brano originale di Sia.

Vox Lux, recensione del film con Natalie Portman

La sinossi:

È il 1999 quando la piccola Celeste (Raffey Cassidy), di appena quattordici anni, sopravvive a una violenta tragedia. Dopo una lunga e lenta riabilitazione è chiamata a parlare alla commemorazione delle vittime di questa strage e il suo discorso si trasforma in una canzone, scritta a quattro mani con la sorella Eleanor (Stacy Martin). Il momento, ripreso dalle reti televisive, stuzzica la curiosità di un talent manager (Jude Law), che si impegna a trasformare Celeste in una famosa popstar. I due quindi cominciano a lavorare insieme e, mentre gli anni passano, la fama di Celeste cresce a tal punto da trasformare una semplice ragazzina in un’icona della musica pop. Arriviamo al 2017 con una Celeste adulta (Natalie Portman) ormai senza freni che, tra famiglia, lavoro e il suo nuovo tour Vox Lux, non riesce più a gestire lo stress…

Fonte: NEON

 

Vox Lux: il nuovo trailer del film con Natalie Portman

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Vox Lux: il nuovo trailer del film con Natalie Portman

È stato diffuso un nuovo trailer di Vox Lux, il film diretto da Brady Corbet che vede protagonista Natalie Portman nei panni di una pop-star. Il film è stato presentato in Concorso all’ultima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Ecco il trailer:

Vox Lux, recensione del film con Natalie Portman

Da adolescente, Celeste rimane coinvolta in una sparatoria a scuola. L’evento la scuote nel profondo e per dare sfogo al suo malessere scrive una canzone. Sarà questo il primo passo verso una carriera da pop star, che la lancerà, insieme alla sorella maggiore, nel mondo dello spettacolo.

Fonte: NEON

Vox Lux: disponibile in streaming la colonna sonora del film

Vox Lux: disponibile in streaming la colonna sonora del film

Con l’uscita nelle sale americane di Vox Lux è stata rilasciata anche la colonna sonora del film che si pregia di nove brani originali scritti da Sia e delle musiche composte da Scott Walker (che aveva già lavorato al primo lungometraggio di Brady Corbet, The Childhood of a Leader).

Vox Lux è stato presentato in anteprima e in concorso all’ultima Mostra del cinema di Venezia e vede nel cast Natalie PortmanStacy Martin, Jude Law e Raffey Cassidy.

Di seguito potete ascoltare in streaming la soundtrack.

Vox Lux, recensione del film con Natalie Portman

La sinossi:

È il 1999 quando la piccola Celeste (Raffey Cassidy), di appena quattordici anni, sopravvive a una violenta tragedia. Dopo una lunga e lenta riabilitazione è chiamata a parlare alla commemorazione delle vittime di questa strage e il suo discorso si trasforma in una canzone, scritta a quattro mani con la sorella Eleanor (Stacy Martin). Il momento, ripreso dalle reti televisive, stuzzica la curiosità di un talent manager (Jude Law), che si impegna a trasformare Celeste in una famosa popstar. I due quindi cominciano a lavorare insieme e, mentre gli anni passano, la fama di Celeste cresce a tal punto da trasformare una semplice ragazzina in un’icona della musica pop. Arriviamo al 2017 con una Celeste adulta (Natalie Portman) ormai senza freni che, tra famiglia, lavoro e il suo nuovo tour Vox Lux, non riesce più a gestire lo stress…

Vought Rising: nuovi ingressi nel cast della serie prequel di The Boys

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Come riportato da Deadline, Jorden Myrie (Sherwood), Nicolò Pasetti (Bel Canto), Ricky Staffieri (The Bear) e Brian J. Smith (Sense8) sono stati scritturati come personaggi fissi della serie Vought Rising, prequel di The Boys, insieme a Jensen Ackles e Aya Cash. I dettagli sui loro ruoli sono ancora segreti, ma sappiamo che la produzione inizierà alla fine di questo mese.

Tutto quello che sappiamo di Vought Rising 

In Vought Rising Jensen Ackles e Aya Cash riprenderanno così i loro personaggi di The Boys, rispettivamente Soldier Boy e Stormfront. Stando a quanto riportato, la serie – che ha come showrunner Paul Grellon – sarà “un contorto giallo sulle origini della Vought negli anni ’50, le prime imprese di Soldier Boy e le manovre diaboliche di una Supe nota ai fan come Stormfront, che all’epoca era conosciuta con il nome di Clara Vought”, hanno dichiarato Grellong ed Eric Kripke (autore di The Boys) quando la serie è stata commissionata la scorsa estate.

La narrazione dovrebbe dunque ruotare attorno alle prime fasi di diffusione del Composto V e alla costruzione della macchina propagandistica che porterà alla nascita dei “supes” come strumenti di potere e controllo sociale. Il cast, oltre ai già citati Ackles e Cash, includerà nuovi personaggi interpretati da Elizabeth Posey, Will Hochman, Jorden Myrie, Nicolò Pasetti, Ricky Staffieri e Brian J. Smith. Le riprese inizieranno nell’agosto 2025 tra New York e Toronto e, salvo ritardi, la serie dovrebbe debuttare su Prime Video tra fine 2026 e inizio 2027.

Secondo fonti interne, il tono sarà più cupo e politicamente carico, con una narrazione che metterà a nudo le manipolazioni della Vought e i conflitti interni alla Vought stessa. Intanto, i fan attendono la quinta stagione di The Boys, che sarà anche l’ultima e porterà a scoprire se e come Patriota verrà messo fuori combattimento. Ancora prima, da settembre sarà disponibile su Prime Video la seconda stagione di Gen V, altra serie spin-off che si svolge parallelamente agli eventi di The Boys.

Vote for Santa, al via le riprese del film con Natasha Henstridge

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Sono iniziate a Roma le riprese del film Vote for Santa, progetto internazionale prodotto da Santo Versace e Gianluca Curti per Minerva Pictures in collaborazione con Iervolino Entertainment, che proseguirà le avventure dei film di Natale precedentemente prodotti dalla società, mescolando sempre live action e animazione.

Tra i protagonisti Lance Henriksen e Natasha Henstridge nei panni di Santa Claus e Jenna, insieme a Leonardo Cecchi (Alex & Co). Si aggiungono al cast Natalie Shinnick, Nicolò Bramante, Jay Paul Bullard e Michael Fitzpatrick. La regia è di Francesco Cinquemani.

“Quando sua sorella Ella si mette in testa di ammodernare la Fabbrica del Natale contro la volontà di Babbo Natale stesso, Mike, che lavora come assistente proprio del vecchio Santa Claus, dovrà decidere da che parte stare. Ad aiutarlo nella scelta e dunque nella sua maturazione come individuo arriveranno i personaggi animati del mondo di Arctic Friends che condurranno la storia in una direzione imprevista”.

La caratteristica del film è il ritorno a quel genere filmico, divenuto cult negli anni ‘90, creato dall’interazione del mondo animato, con quello degli essere umani e la sperimentazione di un linguaggio di cinema per i bambini che alterni una parte di live action, che in questo caso si ispira alla pellicola natalizia Mamma ho perso l’aereo, a quella di vera a propria animazione, dove i protagonisti della storia diventano i personaggi animati della web series Arcitc Friends e Puffins, prodotta da Iervolino Entertainment e già distribuita in 90 paesi su Apple Tv e Amazon Prime.

Gianluca Curti ha commentato: “Siamo alla seconda produzione in collaborazione con IE, e siamo sicuri che sarà un successo…”

Andrea Iervolino ha commentato: “Il mercato dei film di Natale in America è una vera e propria Industry. Ci sono società che producono fino a 30 film a tema natalizio all’anno. Pertanto, per noi che seguiamo un business model in linea con le realtà di produzione hollywoodiane, siamo consapevoli che questo sia un genere da sfruttare sicuramente. Sono felice di aver portato in questi progetti anche un elemento innovativo, dato che il cinema indipendente hollywoodiano non ha ancora sperimentato, per i film natalizi, questo connubio tra live action e animazione che sono certo possa essere un genere molto apprezzato dalle famiglie e non solo.”

Vostro Onore: Stefano Accorsi presenta la nuova serie RAI

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Vostro Onore: Stefano Accorsi presenta la nuova serie RAI

Dopo l’originale Kvodo, israeliana, e l’americana, Your Honor, arriva la versione italiana della serie che si chiede cosa sarebbe disposto a fare un padre per salvare la vita di suo figlio: Vostro Onore.

La co-produzione Rai FictionIndiana Production segna l’esordio sulla sedia di regia di Alessandro Casale, che dopo una massiccia esperienza da aiuto, per cinema e tv, sale in cattedra per questa serie in quattro serate, in onda su Rai Uno, a partire dal 28 febbraio, in prima serata.

“Ringrazio Rai e Indiana per questo incarico, ho avuto la fortuna di affrontare questa sfida – ha esordito Casale – Sono stato messo nelle migliori condizioni per lavorare e, nonostante la mia esperienza, era la prima volta che dirigevo una cosa da solo. Ho visto gli altri adattamenti di questa storia, ma non mi sono lasciato influenzare da nulla. La serie israeliana, originale, è completamente differente, perché nella storia entra la contemporaneità della società in cui è immersa la vicenda. Ho avuto la fortuna di lavorare con un cast incredibile, guidato da Stefano Accorsi, e sono stato molto pignolo sui personaggi, visto che la storia c’era, e si trattava di lavorare con gli attori in maniera attenta per metterla in scena. Sono stato fortunato, grazie alle mie casting director, che mi hanno trovato degli attori che hanno riservato belle sorprese, anche nell’ambito latinos, una novità per il panorama italiano.” 

Sulle principali difficoltà di mettere in scena questo crime drama familiare, Alessandro Casale ha precisato: “Si tratta di un lavoro principalmente psicologico su personaggi messi dentro a una storia che parla di violenza non manifesta. Poi ho raccontato la dinamica padre/figlio, molto complicata ma interessante, che partiva da una situazione in cui i due erano distanti. Spero che siamo riusciti a raggiungere un equilibrio ottimale.”

Sulle differenze tra il lavoro per il cinema e quello per la tv, Casale dichiara: “Ho fatto tanti film da aiuto regista per il cinema e ho capito che alcuni meccanismi del cinema si possono portare in tv, soprattutto per quanto riguarda la cura dei particolari. Ho cercato di mettere in pratica gli insegnamenti dei maestri con cui ho lavorato, con i tempi differenti naturalmente, che in tv in genere sono frenetici, ma in questo caso abbiamo avuto tutto ciò di cui avevamo bisogno, e possibilità di rifinire e fare più riprese anche solo per sicurezza. Poi sono abbastanza audace e mi sono buttato, non mi tiro indietro. Sentivo la responsabilità di fare un adattamento di una serie di successo per la rete ammiraglia del servizio di Stato. Ho cercato di adeguarmi a quello standard, credo sia andata abbastanza bene, ma non devo dirlo io, si intende.”

La sceneggiatura è stato uno sforzo di gruppo, dal momento che da ambientazioni desertiche israeliane si doveva trasportare la storia a Milano. Donatella Diamanti, Mario Cristiano, Gianluca Gloria, Laura Grimaldi e Paolo Piccirillo hanno lavorato per cercare di trasformare la storia senza snaturarne il messaggio.

In merito a questo lavoro, Donatella Diamanti ha dichiarato: “È una trasposizione di una storia molto potente con un tema universale: cosa è disposto a fare un padre per salvare il figlio. Il lavoro di trasposizione è stato tematico e tecnico, dal momento che abbiamo dovuto portare la storia nella nostra Milano. Abbiamo scelto di accostare due criminalità differenti: quella caotica delle gang di strada e quella silente della camorra. Poi abbiamo lavorato molto sulla componente relazionale, siamo tutti cultori del relazionale e abbiamo provato a far sì che questa bomba che esplode nella vita dei protagonisti, deflagrasse andando a toccare anche le vite di quelli che erano nella rete di relazioni degli stessi. Quindi era importante costruire bene queste connessioni, altrimenti l’esplosione non avrebbe toccato nulla intorno ai protagonisti.”

Vostro Onore serie tv 2022Protagonista della storia nei panni del giudice Vittorio Pagani c’è Stefano Accorsi: “Non avevo visto la versione israeliana e quando ho letto la sceneggiatura non era stata ancora mandato in onda la versione USA con Bryan Cranston. Il mio riferimento quindi sono state solo le pagine che mi sono state mandate.” Ha cominciato Accorsi, andando poi a mettere a fuoco il cuore della serie: Cosa è disposto a fare un padre per salvare il figlio? Non credo ci siano più risposte, la risposta è una, è una forza archetipica che fa riferimento alla tragedia greca. Qui si tratta di un padre che è stato padre in assenza, che ha costruito una vita di successo e onore agli occhi della società, ma in un attimo spazza via tutto, per salvare il figlio.”

Nonostante questo tradimento di ciò che è la sua natura e la sua figura pubblica, il suo Vittorio, spiega Accorsi, “non è mai diabolico, perché la sua priorità è una. Questi sono i grandi momenti di verità della vita, perché sono istintivi. La cosa bella della serie è che non cerca nemmeno di dare una risposta, la storia poi è molto coinvolgente e piena di colpi di scena. Da subito, la volontà della produzione era di fare un prodotto diverso, una sfida in un contesto RAI che però non fosse in conflitto con ciò che esiste. Abbiamo provato a rendere questa narrazione condivisibile dal grande pubblico, è una storia naturalmente inclusiva.”

Con Stefano Accorsi, nel cast di Vostro Onore, ci sono anche Matteo Oscar Giuggioli, Barbara Ronchi, Remo GironeFrancesco Colella, Camilla Semino Favro. La serie andrà in onda il 28 febbraio in prima serata su Rai Uno in quattro serate.

Vostro Onore: recensione della serie con Stefano Accorsi

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Vostro Onore: recensione della serie con Stefano Accorsi

Fino a dove è disposto ad arrivare un padre per salvare la vita del figlio? Questa domanda semplice e allo stesso tempo capace di smuovere forze primordiali si trova alla base di Vostro Onore, la nuova serie co-prodotta da Rai Fiction e Indiana Production con protagonista Stefano Accorsi.

La trama di Vostro Onore

Dopo l’originale Kvodo, israeliana, e l’americana, Your Honor con Bryan Cranston, arriva anche la versione italiana di questa serie che ha un concept semplice ma che si presta bene a diversi adattamenti. La storia è quella di un giudice integerrimo, Vittorio Pagani, che ha costruito la sua carriera su un’incrollabile fede nella legge e sulla rettitudine del suo comportamento dentro e fuori dal Palazzo di Giustizia, si trova di fronte a una situazione in cui la vita di suo figlio è in pericolo. Il ragazzo, reduce da un’esame di guida andato male, investe con l’automobile (mentre era senza patente, quindi) un ragazzo in moto, lasciandolo sul ciglio della strada morente.

Quando a casa, in preda allo shock, confessa tutto al padre, lui prende subito la decisione “giusta”: lo accompagna in questura per farlo costituire. Arrivato nella struttura, scopre però che il ragazzo investito da suo figlio, e attualmente in coma, è il figlio del leader di una gang, che certamente non si affiderà alla giustizia, una volta conosciuta l’identità del pirata che ha investito suo figlio. Di fronte all’ineluttabile condanna a morte che aspetta suo figlio, qualora dovesse costituirsi e pagare, come sarebbe giusto, per il suo atto, Vittorio decide di fare qualcosa che non aveva mai fatto prima: scappare, e insabbiare tutto. 

Dalla parte dei colpevoli

Nessuna delle scelte che compiamo è senza conseguenze, e Vostro Onore sembra tenere ben presente questo rapporto di causa ed effetto, tanto che vi fonda la sua dinamica ad altissima tensione. Perché se da una parte la serie diretta da Alessandro Casale è a tutti gli effetti un dramma familiare, abbraccia anche i toni del thriller, dell’assedio, della continua procrastinazione della scoperta di qualcosa che lo spettatore già conosce. Il lavoro di Accorsi, e del giovane Matteo Oscar Giuggioli, è strutturato proprio in questo senso: sono loro ad aver commesso un illecito, ma la storia è raccontata in modo tale da rendere loro le “vittime”, così che lo spettatore starà dalla loro parte, sperando, ad ogni colpo di scena (e ce ne sono molti), che il giudice e suo figlio possano riuscire a farla franca. 

Il lavoro di adattamento per il nostro paese, rispetto al format americano e ancora di più rispetto all’originale israeliano ha ovviamente tenuto conto della città, dell’ambientazione, delle forze chiamate in causa e di tutta una serie di elementi che hanno permesso a Vostro Onore di risultare credibile come storia ambientata in Italia, a Milano. Si tratta di elementi fondamentali per trasportare la stessa storia, la stessa dinamica, lo stesso quesito filosofico alla base della storia che rimane universale, in contesti che sono storicamente e geograficamente differenti, e che sostengono una scala di valori diversa.

Vostro Onore serie tv 2022
Stefano Accorsi – foto di Francesca Cassaro

Stefano Accorsi è il protagonista assoluto

Impietoso potrebbe essere il confronto diretto tra Bryan Cranston e Stefano Accorsi se non fosse che tale confronto non avrebbe alcun senso. I due interpreti sono protagonisti di situazioni e contesti differenti, scritture diverse, modalità produttive diverse che generano la messa in scena di personaggi diversi. Oltretutto è anche inutile, in questo caso ma anche in generale, idolatrare interpreti internazionali “ai danni” di attori italiani che magari hanno un pubblico geograficamente più ristretto.

Anche perché Stefano Accorsi, come più volte ha dimostrato soprattutto negli ultimi anni della sua carriera, è un attore sempre a fuoco, al servizio del ruolo, sempre perfettamente in grado di consegnare al suo pubblico, che sia cinematografico o televisivo, un lavoro eccellente. Dopotutto stiamo parlando di un professionista, così come lo sono gli altri membri del cast, dal giovane ma già esperto Giuggioli, a Barbara Ronchi, Remo Girone, Francesco Colella, Camilla Semino Favro, insieme al gruppo di ispanici esordienti che, fuggendo da ogni macchietta e luogo comune, rappresentano una novità nella televisione italiana, senza dubbio un ampliamento dell’orizzonte.

Vostro Onore è una storia che chiama in causa tutti, che coinvolge più generazioni e contesti socialità e che non trascura l’aspetto dell’intrattenimento, dal momento che è ricco di colpi di scena e svolte impreviste che arricchiscono la storia e la portano in luoghi imprevedibili. Dal 28 febbraio, Vostro Onore arriva su RaiUno, per quattro serate, in prima tv assoluta.

Vorrei Vederti Ballare: recensione del film di Nicola Deorsola

Vorrei Vederti Ballare: recensione del film di Nicola Deorsola

Nicola Deorsola, già aiuto regista di Rubini e Veronesi, esordisce dopo una lunga attesa dovuta alle difficoltà nel reperimento di fondi, e lo fa scegliendo il genere romantico, che mette in scena in maniera classica: nel punto di vista e nello stile registico. Sembra sposare l’ottica adolescenziale dei suoi protagonisti: la psicologia e l’analisi si rivelano quasi del tutto inutili, mentre Ilaria “guarisce” semplicemente grazie all’amore. Il grande amore dei ragazzi, che è più forte della menzogna “a fin di bene”, e anche quello che emergerà dai cuori dei genitori. Vorrei Vederti Ballare si muove tra tono leggero e tono serio, ma l’elemento prevalente è il romanticismo.

La storia d’amore è il fulcro del film. Il resto – l’approccio da commedia e i temi anche forti (il conflitto coi genitori, l’anoressia, l’elaborazione  del lutto) – ruota attorno. Lo dimostra anche lo stile registico: primissimi piani, inquadrature classiche del genere romantico, paesaggi suggestivi di Calabria, dove il film è ambientato, oltre a un montaggio evocativo (a sottolineare romantiche similitudini) e alla colonna sonora in francese curata da Giuseppe Fulcheri – mente  del film di cui è anche soggettista, sceneggiatore e produttore.

In Vorrei Vederti Ballare, Martino (Giulio Forges Davanzati) e Ilaria (Chiara Chiti) sono due ragazzi in conflitto coi genitori: il primo col padre (Alessandro Haber) – uno psicologo rigido e autoritario che vuole organizzargli la vita – mentre la madre è morta da alcuni anni. È iscritto a psicologia, ma studia e frequenta poco; invece, segue le sue passioni: le tartarughe, il cinema e Ilaria, che osserva esercitarsi a danza dalla finestra di casa. Ilaria, dal canto suo, ha una madre (Giuliana De Sio) ex ballerina, con cui si scontra continuamente e che la opprime, scaricandole addosso le sue frustrazioni. Mentre suo padre è del tutto assente. Entrambi i ragazzi chiedono, in fondo, affetto e una reale attenzione. S’incontrano quando Ilaria inizia a soffrire di disturbi alimentari e va in terapia proprio dal padre di Martino. Quest’ultimo, allora, coglie l’occasione: fingendosi un giovane collega del padre, riesce ad avere in cura Ilaria. I due si aiuteranno a vicenda, iniziando un percorso di apertura verso l’altro, di crescita che sfocerà in una storia d’amore e ridisegnerà i loro rapporti coi genitori.

Il regista fa il suo compito, senza rischiare o stupire. Si sbizzarrisce un po’ solo col personaggio di Gastone, interpretato in maniera molto divertente da Gianmarco Tognazzi, che finalmente vediamo in veste comica e con un’espressività meno rigida di quella che ultimamente gli conosciamo. Per il resto, tutto è abbastanza prevedibile, a forte rischio di banalità, forse rassicurante ma non emozionante e non dissimile da altre prove del genere. Il tutto rende il film nel complesso più adatto al salotto di casa che non alla sala cinematografica.

Il cast di Vorrei Vederti Ballare punta sui giovani – Chiara Chiti, già diretta da Matteo Rovere, e Giulio Forges Davanzati, noto soprattutto per aver partecipato ad alcune fiction, offrono buone prove – ma si avvale anche di collaborazioni illustri: i già citati Giuliana De Sio, Alessandro Haber e Gianmarco Tognazzi e anche Paola Barale che in look da diva anni ’50 è una cassiera col sogno del cinema. Prodotto da Falco Produzioni in collaborazione con Rai Cinema, è nelle sale dal 6 dicembre.

Von Trier bandito da Cannes? ecco la sua difesa.

Dopo averne combinato una delle sue Lars Von Trier ieri è stato bandito ufficialmente da Cannes 2011, con tanto di comunicato ufficiale degli organizzatori.

Von Trier a Cannes con la sua ‘Melancholia’

Von Trier a Cannes con la sua ‘Melancholia’

Oggi a Cannes grande fervore per Lars Von Trier, che presenta in concorso Melancholia.