Ti guardo
di Lorenzo Vigas: Nella caotica Caracas, Armando,
proprietario di un laboratorio di protesi dentarie, si apposta nei
pressi delle fermate degli autobus, si avvicina a giovani ragazzi e
offre loro dei soldi per accompagnarlo a casa. Armando ha anche
l’abitudine di spiare un anziano signore, il luogo in cui abita, i
posti che frequenta. Forse c’è qualcosa nel passato di entrambi che
li lega. Un giorno Armando porta a casa con sé il diciottenne
Elder, capo di una piccola banda di teppisti. Da quell’incontro
nascerà una relazione che cambierà le loro vite per sempre.
Son of
Saul di Laszlo Nemes: Protagonista
del film è Saul Ausländer (Géza Röhrig), membro dei Sonderkommando
di Auschwitz, i gruppi di ebrei costretti dai nazisti ad assisterli
nello sterminio degli altri prigionieri. Mentre lavora in uno dei
forni crematori, Saul scopre il cadavere di un ragazzo in cui crede
di riconoscere suo figlio. Tenterà allora l’impossibile: salvare le
spoglie e trovare un rabbino per seppellirlo. Ma per farlo dovrà
voltare le spalle ai propri compagni e ai loro piani di ribellione
e di fuga.
Steve Jobs
di Danny Boyle: Steve Job si svolge nei backstage
pochi minuti prima dei lanci dei tre prodotti più rappresentativi
nell’arco della carriera di Jobs, partendo con il Macintosh nel
1984 e finendo con la presentazione dell’iMac nel 1998, portandoci,
appunto, dietro le quinte della rivoluzione digitale, per
tratteggiare un ritratto intimo dell’uomo geniale che è stato il
suo epicentro.
Il paese degli alberi
che volano di Davide Barletti,
Jacopo Quadri: Nella silenziosa provincia danese
si preparano i festeggiamenti per i cinquant’anni dell’Odin
Teatret, la compagnia teatrale di ricerca che, sotto la guida di
Eugenio Barba, ha cambiato le coordinate dello spettacolo del
secondo Novecento alimentando il proprio alfabeto attraverso le
culture sceniche del mondo. Ed è dalle più diverse latitudini del
pianeta – Kenia, Bali, Brasile, India, e anche Europa – che
arrivano nella città di Holstebro squadre di bambini, ragazzi e
artisti chiamati a dare energia con acrobazie, musiche e voci a un
evento corale, sotto lo sguardo impetuoso del regista dai piedi
scalzi e dai capelli bianchi. L’Odin Teatret non è solo una
compagnia, è una comunità allargata e atemporale, è flusso
visionario e quotidianità irriducibile, è un intrico di umanità
selvatiche di cui questo film scruta con tenerezza la costanza, le
intuizioni, i paradossi e gli orizzonti.
Piccoli
Brividi di Rob Letterman: Zach
Cooper è un adolescente sconvolto per il trasferimento da una
grande ad una piccola città. La sua vicina di casa è una bella
ragazza, Hannah, che vive con un padre misterioso che si rivela
essere RL Stine (Jack Black), l’autore della serie di bestseller
“Piccoli brividi”. Zach scopre che il padre di Hannah è prigioniero
della sua stessa immaginazione e che i mostri che hanno reso famosi
i suoi libri sono reali. Stine protegge i suoi lettori tenendoli
rinchiusi nei libri fino a quando Zach involontariamente libera i
mostri dai loro manoscritti e questi iniziano a terrorizzare la
città. Sarà compito di Stine, Zach e Hannah riportarli tutti
indietro nei libri a cui appartengono.
Se mi lasci non
vale di Vincenzo Salemme: Vincenzo e
Paolo sono accomunati dallo stesso triste destino: entrambi sono
stati lasciati dalle proprie compagne. Una sera, i due si
incontrano per caso in un locale, si riconoscono l’uno nel dolore
dell’altro e fanno subito amicizia. Tuttavia le delusioni amorose
continuano a bruciare come il primo giorno, finché Vincenzo non ha
l’illuminazione: l’unico modo per smettere di star male e voltare
pagina è la vendetta! I due escogitano dunque un piano
machiavellico per infliggere alle loro ex la stessa sofferenza
subita. Ciascuno di loro dovrà avvicinare la ex dell’altro,
conquistarla facendo leva sugli interessi e i punti deboli rivelati
dall’amico, farla innamorare perdutamente e poi lasciarla senza
pietà. È così che Paolo dovrà fingersi un vegano convinto per
avvicinare Sara (Autieri), la ex di Vincenzo, mentre quest’ultimo
dovrà calarsi nei panni di un ricco magnate, per colpire al cuore
Federica, la ex di Paolo che sembra interessata solo al potere e al
denaro. Per aiutarli nell’impresa fa il suo ingresso in scena
Alberto, un teatrante sui generis ingaggiato per fingersi
l’autista, con tanto di divisa ufficiale, e rendere più verosimile
l’interpretazione di Vincenzo.
The Pills sempre meglio
che lavorare di Luca Vecchi: I
trentenni di oggi non trovano lavoro, non riescono ad emanciparsi e
di questo sono terribilmente affranti. I The Pills no. Luigi,
Matteo e Luca si conoscono dall’infanzia, hanno quasi trent’anni e
nessuna intenzione di prendersi sul serio. Da anni sono paladini di
una battaglia ideologica: immobilismo post-adolescenziale costi
quel che costi. E così, invece di star dietro a stage e colloqui di
lavoro, preferiscono tirare a campare fumando sigarette, bevendo
caffè e sparando idiozie attorno al tavolo della loro cucina alla
periferia di Roma Sud. Ma il lavoro è un nemico duro, che colpisce
alle spalle e cerca di farti crescere quando meno te lo aspetti. E
allora bisogna essere disposti a tutto pur di salvarsi. Disposti a
qualunque cosa…