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Ángela, la spiegazione del finale della miniserie Netflix

Ángela, la spiegazione del finale della miniserie Netflix

Basata sulla serie britannica Angela Black, creata e scritta da Harry e Jack Williams, Ángela è una serie spagnola di Antena 3 e Atresplayer arrivata su Netflix. Il thriller diretto da Norberto López Amado racconta la storia di un’architetta che ha abbandonato la sua carriera per formare una famiglia apparentemente perfetta con Gonzalo (Daniel Grao), con cui ha due figlie. Ma dietro quella facciata, Ángela (Verónica Sánchez) nasconde un inferno di maltrattamenti. Riuscirà a liberarsi del suo aggressore? Perderà le sue figlie nel processo?

Nonostante le umiliazioni e i maltrattamenti subiti dal marito, Ángela Rekarte Tomasena si rifiuta di accettare di essere vittima di violenza e giustifica Gonzalo Lara Ormazabal con lo stress a cui è sottoposto per i suoi affari e la denuncia anonima contro di lui per violenza domestica. Anche se lei assicura di non averlo accusato, lui la ritiene colpevole e la aggredisce. Angela è sicura che sia stata la sua amica Esther Agirre Larrazabal (Lucía Jiménez), quindi decide di allontanarsi dall’avvocato.

Di fronte al resto del mondo, Gonzalo si dimostra un marito e un padre esemplare, ma approfitta del minimo errore per maltrattare sua moglie. Il giorno dopo offre sempre scuse vuote e qualche gesto “romantico”. L’ultimo è un mazzo di fiori. Il responsabile della consegna è Eduardo Silva (Jaime Zatarain), un ex compagno di liceo di Ángela che si mostra molto interessato a lei. Eduardo Silva (Jaime Zatarain) confessa ad Ángela che Gonzalo lo ha assunto per ucciderla nella serie spagnola

Cosa è successo nel finale di Ángela?

Dopo alcune conversazioni e incontri, Ángela si sente attratta dall’uomo del suo passato che la tratta in modo così diverso da suo marito. Quando Gonzalo sta per scoprire la sua relazione, la protagonista della serie spagnola scritta da Sara Cano, Paula Fabra e Leire Albinarrate decide di allontanarsi da Edu per sempre. Ma lui ritorna nella sua vita con una grande rivelazione: Gonzalo lo ha assunto per ucciderla in cambio di una grossa somma di denaro di cui ha bisogno per sua sorella malata.

Ángela si rifiuta di credere alla sua confessione, ma alcune cose la rendono sospettosa nei confronti del marito: un fazzoletto che ha trovato sulla sua barca sembra appartenere a una giovane scomparsa che lavorava nell’azienda di Gonzalo, l’insistenza di Edu nel proteggerla e il fatto che Gonzalo potrebbe incaricare qualcun altro di ucciderla durante il suo prossimo viaggio (per avere un alibi).

Dopo aver appianato le sue divergenze con Esther, decide di chiederle aiuto, ma poiché Edu ha simulato un’aggressione per impossessarsi del cellulare di Gonzalo e dimostrare la sua relazione con la giovane scomparsa, non ha modo di comunicare. Non avendo altre opzioni, Ángela si ferisce alla mano per ritardare la partenza del marito, che la porta in ospedale prima di andare all’aeroporto.

Invece di entrare in ospedale, Ángela recupera le informazioni dal suo telefono e chiama Eduardo per chiedergli aiuto. Lui le offre rifugio nella casa disabitata di un amico e promette di raggiungerla quando avrà finito le terapie di sua sorella. Ángela va a prendere le figlie a scuola e le porta nel luogo sicuro. Tuttavia, quando Gonzalo le comunica di aver cancellato il viaggio, lei teme che lui cercherà un altro modo per eliminarla. Edu le offre di uccidere suo marito e lei accetta.

Tuttavia, mentre è in spiaggia con le figlie, assicurandosi un alibi, si pente e chiede a Eduardo di non farlo. Edu le dice che Gonzalo non si è presentato all’appuntamento e ancora una volta Ángela teme per la sua vita. Disperata, torna a casa dell’amico di Edu solo per trovarlo apparentemente morto. Quando vede suo marito, lo minaccia con un arpione. Quando arriva la polizia, si sente sollevata, ma gli agenti arrestano lei invece che suo marito.

Ángela Rekarte Tomasena (Verónica Sánchez) viene arrestata e accusata di aver aggredito suo marito e le sue figlie nella serie spagnola “Ángela”

Cosa significa il finale di Ángela?

Ángela Rekarte Tomasena (Verónica Sánchez)

Cosa è successo ad Ángela e Gozalo?

Ángela racconta la sua versione della storia e rivela persino che suo marito la maltrattava, ma nessuno le crede perché tutte le prove sostengono Gonzalo. Non c’è traccia di Eduardo Silva e la storia dell’architetto assomiglia troppo alla trama di un libro che si trova nella sua biblioteca. Questo, aggiunto ai suoi precedenti: una volta ha dimenticato i suoi bambini in macchina per risolvere un’emergenza di lavoro e sua madre ha una malattia psichiatrica che potrebbe essere ereditaria, fa sì che venga rinchiusa in un ospedale psichiatrico.

Isolata, senza nessuno che le creda, Ángela dubita della propria realtà. Capisce che Eduardo era frutto della sua immaginazione a causa dello stress a cui era sottoposta per i maltrattamenti del marito e si concentra sul recupero per poter vedere le sue figlie. L’unica che la sostiene è Esther, che diventa la sua avvocatessa.

Quando viene dimessa, sembra pronta ad andare avanti, finché una rivelazione su Edu la avvicina alla verità. Comincia a indagare e scopre che Eduardo esiste davvero, ma che il suo vero nome è Roberto Irogoyen ed è stato assunto da Gonzalo per far passare Angela per pazza. Quando affronta il bugiardo, lui nega tutto, ma questa volta lei non è sola, ha il sostegno di Esther e dell’ex marito di lei, che è anche un avvocato.

Angela e il suo team riescono a raccogliere alcune prove a sostegno della sua versione dei fatti e le presentano in tribunale, ma Gonzalo ha un asso nella manica e lo usa per ottenere la custodia delle figlie. Stanca di Gonzalo che inganna tutti, Ángela decide di tendergli una trappola: lo attira al ristorante di Roberto e registra la sua aggressione in modo che nessuno possa dubitare della sua testimonianza.

Alla fine della serie spagnola disponibile su Netflix, Gonzalo viene arrestato e incarcerato. Ángela riottiene le sue figlie e si libera del suo aguzzino. Inoltre, incendia il bar di Roberto dopo che lui ha continuato con le sue bugie. Una cosa che non è chiara è se Gonzalo fosse coinvolto nella scomparsa della giovane che lavorava nella sua azienda o se fosse parte del suo inganno ai danni della moglie.

I 10 cambiamenti più significativi nella trama della prima stagione di House Of Guinness

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House of Guinness è l’ultimo successo di Netflix, un dramma storico che si prende alcune libertà creative nella narrazione. Molte delle migliori serie TV storiche di tutti i tempi modificano spesso la narrazione storica per motivi drammatici, offrendo approfondimenti inventati sulla vita personale di personaggi storici di spicco per aggiungere un tocco di fascino in più.

La storia della famiglia Guinness è affascinante di per sé, con diverse generazioni che hanno influenzato non solo il successo di un importante birrificio, ma anche il panorama politico dell’Irlanda nel suo complesso. Quando l’azienda fu fondata, l’Irlanda era ancora sotto il dominio britannico e la serie descrive come le azioni della famiglia possano aver portato a quel cambiamento.

Non ci fu alcuna rivolta feniana al funerale di Benjamin Guinness

Sir Benjamin Lee Guinness
Credit: Netflix / Ben Blackall

I feniani sono protagonisti di House of Guinness, con la coppia di fratelli Ellen e Paddy Cochrane che rappresentano il gruppo politico segreto nella serie. Questa organizzazione ha combattuto a favore dell’indipendenza irlandese, aiutando infine il Paese a raggiungere questo obiettivo nel 1921.

Decenni prima, gli eventi di House of Guinness mostrano i Feniani che protestano e scatenano una rivolta al funerale di Benjamin Lee Guinness nel 1868. Non ci sono prove che ciò sia realmente accaduto. La famiglia Guinness era nota per il suo unionismo in questo periodo, ma lottò anche per i cattolici irlandesi, mettendosi in una situazione complicata con i feniani.

Non ci sono stati membri illegittimi della famiglia Guinness registrati pubblicamente

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Byron Hughes, il venditore disonesto interpretato da Jack Gleeson di Game of Thrones, ha un ruolo di primo piano nello stabilire legami tra la famiglia Guinness e la Fenian Brotherhood a New York. Tuttavia, questa trama di House of Guinness è inventata, poiché Byron Hughes non era una persona reale.

Hughes arriva nell’episodio 3, dichiarandosi un bastardo illegittimo della famiglia. Sebbene non sia raro che famiglie benestanti abbiano figli illegittimi, non ci sono tracce di Byron o di qualcuno come lui.

Guinness non ha mai dato alla Fenian Brotherhood il 15% dei profitti

Byron Hedges

Oltre al fatto che Byron Hughes non è una persona reale, gran parte della trama americana in House of Guinness è stata scritta per motivi drammatici. Byron Hughes è descritto come un sostenitore della Fenian Brotherhood, ma non ci sono prove che Guinness e la Fenian Brotherhood di New York abbiano mai avuto una transazione di questo tipo.

Nella serie, Hughes promette alla Fenian Brotherhood che il 15% dei profitti della Guinness sarà destinato alla loro attività politica, in cambio della diffusione della birra a New York, creando un nuovo enorme mercato in America. Anche se la Guinness è diventata evidentemente famosa in America nel mondo reale, è improbabile che fosse al centro dell’attenzione in quel periodo.

Edward Guinness non ha aggiunto l’arpa come logo aziendale

Louis Partridge nel ruolo di Edward Guinness
© Cortesia di Netflix

La prima stagione di House of Guinness mostra Edward Guinness che rinnova l’azienda di famiglia con un logo a forma di arpa, un’icona che alla fine sarebbe diventata sinonimo non solo della Guinness, ma anche dell’Irlanda. Tuttavia, nella realtà, i primi prodotti Guinness con l’arpa furono venduti nel 1862, prima della morte di Benjamin Lee Guinness (tramite Guinness).

Tenendo presente questo, è probabile che Benjamin, o qualcuno che lavorava sotto di lui, fosse responsabile di questa ingegnosa idea. La serie cattura comunque un elemento importante, ovvero l’associazione storica e mitologica del disegno dell’arpa. L’arpa della Guinness si basa sull’arpa di Brian Boru, associata al leggendario Gran Re d’Irlanda.

Anne Guinness non ha avuto un aborto spontaneo a Cloonboo

Emily Fairn nel ruolo di Anne Guinness
© Cortesia di Netflix

Gran parte della prima stagione di House of Guinness si svolge nella città di Cloonboo, un luogo spopolato dall’emigrazione e dalla carestia delle patate. Questo luogo è emblematico delle difficoltà del Paese durante questo periodo, giustificando la rabbia della popolazione nei confronti del dominio britannico.

Una delle prime scene mostra Anne Guinness che ha un aborto spontaneo in una carrozza a Cloonboo, apparentemente ignara di essere incinta. Ciò è errato per diversi motivi, il principale dei quali è che all’epoca aveva già dato alla luce un bambino, quindi probabilmente era consapevole della situazione.

La serie suggerisce anche che il bambino fosse di Sean Rafferty, il che crea un’altra complicazione, dato che lui non è mai esistito. L’intera vicenda e la gravidanza sono solo una trama secondaria in House of Guinness​​​​​​, ma sono completamente inventate.

House Of Guinness ha modificato il testamento di Benjamin

House of Guinness serie tv netflix

Il testamento di Sir Benjamin Lee Guinness funge da catalizzatore per gli eventi simili a quelli di Succession, ma il testamento stesso non è descritto in modo accurato. La serie mostra Edward e Arthur legati al birrificio Guinness dal testamento, che dichiara che non riceverebbero alcuna eredità se lasciassero l’azienda. Anne e Benjamin Jr. sono stati principalmente esclusi dal testamento.

Nella vita reale, Arthur ed Edward erano stati infatti incaricati di gestire l’azienda di famiglia, anche se era stata data loro la possibilità di acquistare la metà dell’altro. Arthur alla fine vendette il controllo dell’azienda a Edward. Anche l’idea che Anne e Benjamin Jr. fossero stati completamente esclusi è fittizia.

House Of Guinness inventa numerosi personaggi di fantasia

Oltre ai personaggi originali già citati, Byron Hughes e Sean Rafferty, House of Guinness crea numerosi altri personaggi di fantasia. Tra questi ci sono Ellen e Patrick Cochrane, i rappresentanti dei feniani a Dublino, che sono stati creati come generalizzazioni di vari personaggi reali, piuttosto che utilizzando membri feniani storici.

John Potter, interpretato da Michael McElhatton, il maggiordomo della famiglia Guinness, è un altro personaggio creato appositamente per la serie TV. Come i Cochrane, Potter è il rappresentante dei domestici della famiglia Guinness. Di seguito è riportato l’elenco completo dei personaggi di fantasia più importanti di House of Guinness:

  • Bonnie Champion
  • Sean Rafferty
  • Byron Hughes
  • Ellen Cochrane
  • Patrick Cochrane
  • John Potter
  • Christine O’Madden

Le sottotrame romantiche di House Of Guinness sono fittizie

Feniani ellen in house of guinness
Credit: Netflix / Ben Blackall

Dato che numerosi personaggi di House of Guinness sono stati inventati per la serie, vale anche la pena notare che le sottotrame romantiche sono state ugualmente inventate. Edward Guinness era sposato con Adelaide, come mostrato negli episodi successivi della stagione, e alla fine ebbe tre figli. Non ci sono prove che abbia avuto una relazione romantica con una donna feniana.

Allo stesso modo, la natura fittizia di Sean Rafferty significa che né Anne Guinness né Olivia Hedges hanno avuto relazioni con un uomo del genere. Anche le relazioni sentimentali di Arthur Guinness e la storia d’amore di Benjamin Jr. con Christine O’Madden sono state inventate per la serie TV.

Il tentativo di assassinio di Arthur Guinness è inventato

Il finale della prima stagione di House of Guinness presenta un tentativo di assassinio di Arthur Guinness, anche se l’episodio si interrompe prima che il pubblico possa vedere cosa è successo. State tranquilli, Arthur è ancora vivo, dato che il personaggio reale è vissuto fino al 1900. Nella storia reale, non ci fu alcun complotto per assassinare Arthur nel 1874, quando si candidò alle elezioni.

Arthur ricevette però una minaccia di morte pubblica nel 1872, quando fu pubblicata una lettera sul The Times che minacciava di ucciderlo. La lettera recitava quanto segue:

“Guinness, abbiamo l’ordine di informarti che un cucciolo di Orange come te ha insultato il giornale del nostro clero e del nostro popolo la scorsa settimana, come se a qualcuno importasse di te o della tua infernale Esposizione, e a meno che tu non invii delle scuse al Freeman’s Journal e non versi un contributo al fondo di Capton Nolan entro una settimana, la tua vita non varrà più di un mese, perché ti manderemo una pallottola, così come a quel mascalzone di Keogh, dato che abbiamo assunto una persona per sparare a te e a lui senza errori, quindi prendi questo avvertimento in tempo”.

La sessualità di Arthur Guinness non è storicamente provata

Anthony Boyle nel ruolo di Arthur Guinness
© Cortesia di Netflix

House of Guinness descrive Arthur come un uomo gay limitato dai costumi della società del XIX secolo, che gli impedivano di perseguire le sue relazioni sentimentali desiderate e lo costringevano a sposarsi per motivi politici. Come descritto nella serie, Arthur era sposato con Lady Olivia Hedges nella vita reale, e i due sono stati sposati per quasi cinquant’anni senza avere figli.

Gli storici hanno messo in dubbio la possibilità che Arthur Guinness fosse omosessuale, e non è improbabile che fosse così. Numerosi personaggi storici di spicco erano probabilmente omosessuali e non potevano dichiararsi tali a causa delle restrizioni sociali. Tuttavia, non ci sono prove concrete che Arthur Guinness fosse omosessuale.

Fonti: Guinness, The Times

Chi sono i Feniani? Spiegazione del gruppo politico della Casa Guinness

I feniani sono protagonisti della serie Netflix House of Guinness, che ha spinto molti a interessarsi a questo storico gruppo politico. L’ultima serie storica di Steven Knight, creatore di Peaky Blinders, è già un successo tra gli abbonati Netflix e permette al pubblico di avventurarsi nel mondo della Dublino del XIX secolo e nei numerosi conflitti cruciali che hanno coinvolto la famiglia Guinness.

Il marchio e il birrificio Guinness sono marchi internazionali iconici, ma la serie non parla solo di persone che ereditano un’azienda produttrice di birra. L’aspetto che rende House of Guinness così affascinante è l’analisi di come la storica famiglia e i suoi membri fossero legati alla storia dell’Irlanda in un momento così cruciale per il Paese.

I feniani hanno combattuto per l’indipendenza irlandese

In primo luogo, è fondamentale stabilire il contesto politico di House of Guinness​​​​​​. A differenza dei tempi moderni, in cui l’Irlanda è un Paese indipendente, la serie descrive un’epoca in cui gli inglesi governavano l’Irlanda. Questo dominio durò diversi secoli e il rapporto tra irlandesi e inglesi fu costantemente teso, con diverse ribellioni fallite prima degli eventi narrati nella serie.

Il termine “feniano” comprende la Irish Republican Brotherhood (IRB) e la Fenian Brotherhood, la sua controparte statunitense. Nell’ambientazione di House of Guinness, i Feniani erano un’organizzazione politica segreta che lottava per l’indipendenza dal dominio britannico e per la speranza di una Repubblica Irlandese.

I Feniani alla fine ebbero successo, con l’IRB che guidò la repubblica nella guerra d’indipendenza irlandese. Il brutale conflitto durò dal 1919 al 1921, consentendo all’Irlanda di diventare una nazione indipendente. Come accennato, la Repubblica d’Irlanda è ancora intatta oggi, anche se l’Irlanda del Nord rimane parte del Regno Unito.

La Fenian Brotherhood era un gruppo affiliato negli Stati Uniti

House of Guinness descrive anche la Fenian Brotherhood, il gruppo affiliato guidato a New York City. Molte delle azioni della confraternita sono state accennate nello show, come i tentativi di invasione del Canada, che avevano lo scopo di fare pressione sulla Gran Bretagna affinché concedesse l’indipendenza all’Irlanda.

Il termine Fenian deriva da “Fianna”, leggendarie bande di guerrieri della mitologia irlandese, le cui storie sono conosciute come il Ciclo Feniano.

I Feniani esistono ancora oggi?

Il termine Fenian non è utilizzato nel mondo contemporaneo, poiché l’Irlanda ha ottenuto l’indipendenza nel 1922 e rimane una repubblica ancora oggi. Detto questo, gruppi successori come l’Irish Republican Army (IRA) esistono ancora e perseguono obiettivi simili di antimperialismo e separazione dell’isola d’Irlanda dal colonialismo britannico.

Da allora l’IRA si è divisa in vari rami con metodi operativi diversi, alcuni dei quali sono stati etichettati come organizzazioni terroristiche straniere dal governo degli Stati Uniti. Tuttavia, l’IRA nel suo complesso e le sue azioni sono un argomento complesso e controverso che richiede molte più ricerche oltre a quelle contenute in House of Guinness.

House Of Guinness – Stagione 2: si farà? Tutto quello che sappiamo

Dopo il finale scioccante della prima stagione, la domanda più importante rimasta in sospeso dopo il debutto della serie Netflix è lo status della seconda stagione di House Of Guinness. Tutti gli otto episodi della serie, creata da Steven Knight di Peaky Blinders, sono stati pubblicati su Netflix il 25 settembre, con il finale sospeso della prima stagione di House of Guinness che ha gettato le basi per il ritorno della seconda stagione.

La serie drammatica storica è ispirata alla vera storia della famiglia Guinness irlandese dopo la morte del patriarca Sir Benjamin Lee Guinness nel 1868. A seguito della sua improvvisa scomparsa, i quattro figli di Benjamin (Arthur, Anne, Benjamin ed Edward) devono assumersi le responsabilità del coinvolgimento politico della famiglia, della gestione del birrificio, delle iniziative filantropiche e della reputazione sociale.

Poiché la storia della prima stagione di House of Guinness si conclude nel 1869, ci sono ancora molti aspetti da esplorare nelle stagioni future della serie creata da Steven Knight. Anche se la decisione di Netflix non è ancora confermata, è difficile immaginare che i personaggi reali e immaginari di House of Guinness non torneranno per la seconda stagione.

Ultime notizie su House Of Guinness – Stagione 2

Le ultime notizie sulla stagione 2 di House of Guinness provengono da un articolo pubblicato da Hello! Magazine il giorno prima della premiere della serie su Netflix. Secondo la pubblicazione, il creatore della serie Steven Knight ha risposto affermativamente quando gli è stato chiesto se ci sarebbe stata una stagione 2 di House of Guinness. Tuttavia, è importante notare che una seconda stagione non è ancora stata confermata da Netflix.

La seconda stagione di House Of Guinness non è confermata

Subito dopo il debutto dei primi otto episodi della serie, Netflix non ha ancora confermato il rinnovo della seconda stagione di House of Guinness. Tuttavia, questo non è così insolito, poiché spesso Netflix impiega alcune settimane dopo il debutto di una serie di successo prima di annunciare ufficialmente se ci saranno altri episodi.

Ad esempio, anche Mercoledì, una delle serie TV più viste di Netflix, è stata rinnovata per la seconda stagione solo più di un mese dopo la sua premiere da record. Di conseguenza, anche se la mancanza di una conferma ufficiale della seconda stagione di House of Guinness può essere deludente, la cronologia storica dei rinnovi dello streamer suggerisce che il pubblico non dovrebbe aspettarsi un annuncio da Netflix fino a ottobre o novembre 2025.

Detto questo, la seconda stagione di House of Guinness sembra estremamente probabile su Netflix. House of Guinness ha debuttato con ottime recensioni da parte della critica, in linea con la serie di serie TV storiche di successo dello streamer come The Crown, Bridgerton e Peaky Blinders, prodotta dalla BBC, e vanta un cast di promettenti attori hollywoodiani come Louis Partridge, Anthony Boyle e James Norton.

Il fattore decisivo per il rinnovo della seconda stagione di House of Guinness dipenderà probabilmente dal numero di spettatori e dal tasso di completamento nelle prime settimane dalla sua prima visione. È stato riferito che questi fattori, se valutati rispetto ai budget di produzione, hanno contribuito alla decisione di Netflix di cancellare nel 2025 serie come The Waterfront, FUBAR e The Residence.

Cast della seconda stagione di House Of Guinness

Sebbene non ci sia ancora alcuna conferma per House of Guinness, la prima stagione non lascia molto spazio a dubbi su chi tornerà nella seconda stagione in caso di rinnovo. Nel complesso, sembra che tutti i personaggi principali della prima stagione di House of Guinness potrebbero tornare e mantenere un ruolo importante nella storia della famiglia.

Ciò includerebbe presumibilmente l’attore Louis Partridge nel ruolo di Edward Guinness, Anthony Boyle nel ruolo di Arthur Guinness, Emily Fairn nel ruolo di Anne Guinness e Fionn O’Shea nel ruolo di Benjamin Guinness, che compongono i quattro fratelli principali della famiglia.

Dalla famiglia Guinness, la seconda stagione dovrebbe riportare anche Danielle Galligan nel ruolo della moglie di Arthur, Lady Olivia, Ann Skelly nel ruolo della moglie di Edward, Adelaide “Dodo” Guinness, Dervla Kirwan nel ruolo della zia Agnes Guinness, Michael Colgan nel ruolo dello zio Henry Grattan e Jack Gleeson di Game of Thrones nel ruolo del cugino Byron Hughes.

Il presunto cast della seconda stagione di House of Guinness includerebbe quasi certamente anche James Norton nel ruolo di Mr. Rafferty, Niamh McCormack nel ruolo di Ellen Cochrane, Seamus O’Hara nel ruolo di Paddy Cochrane e Michael McElhatton nel ruolo di John Potter. Dato che Arthur ed Edward hanno distrutto il porto e pagato Bonnie Champion per mantenere il silenzio, il ritorno di David Wilmot nel suo ruolo è più incerto.

Dettagli della trama della seconda stagione di House Of Guinness

Dato che Steven Knight e Netflix hanno concluso la prima stagione della nuova serie Peaky Blinders con un finale sospeso, ci sono già molte trame pronte per la seconda stagione. La più importante di queste riguarderebbe la campagna elettorale e l’elezione di Arthur Guinness, il cui destino nella serie è rimasto incerto dopo che Paddy Cochrane sembra avergli sparato durante un comizio.

La trama della seconda stagione di House of Guinness è pensata anche per approfondire il piano di Lady Olivia e Mr. Rafferty di portare avanti segretamente la loro relazione e alla fine lasciare i Guinness. Nel frattempo, Edward e Adelaide hanno concluso la prima stagione di House of Guinness sposandosi, ma hanno accennato a un compromesso che gli permetterebbe di continuare a vedere Ellen Cochrane, la feniana che ama veramente, nella seconda stagione.

La seconda stagione del dramma storico di Netflix continuerà anche con l’espansione della distribuzione della Guinness a New York e in altre parti dell’America da parte di Byron Hedges. Anche se Byron torna a Dublino per partecipare al comizio di Arthur nel finale della prima stagione, probabilmente tornerà a New York per continuare le attività del birrificio e l’accordo segreto con la Fenian Brotherhood con l’aiuto di Edward durante tutta la seconda stagione.

Mentre la storia di Anne nella seconda stagione di House of Guinness includerà probabilmente ulteriori piani per coinvolgere le comunità locali e aumentare gli sforzi filantropici dei Guinness, non è chiaro quale forma assumerà la sottotrama di Benjamin. Anche se Christine è ora la sua amante ufficiale, Benjamin è ancora nella Royal Horse Guards in Inghilterra. Tuttavia, per tenere uniti i fratelli, la seconda stagione di House of Guinness potrebbe vedere Benjamin trasferirsi a Dublino.

Con solo un breve periodo di tempo coperto nella prima stagione di House of Guinness, la prossima uscita ha numerosi eventi e pietre miliari nella storia reale dei Guinness da cui attingere. Per non parlare dell’inclusione di momenti storici reali nella politica irlandese che riguardano le sottotrame con la Fenian Brotherhood, la posizione di Arthur nella Camera dei Comuni e ulteriori riforme che Edward attuerà nel birrificio.

House Of Guinness: la spiegazione dell’albero genealogico della famiglia

La serie Netflix House of Guinness racconta in modo semi-romanzato la storia della famiglia irlandese Guinness nel 1868, concentrandosi principalmente sui quattro fratelli che avrebbero cambiato per sempre l’eredità e gli affari della famiglia. Sebbene siano presenti alcuni personaggi di fantasia, il cast e i personaggi di House of Guinness sono in gran parte costituiti da figure storiche reali legate alla famiglia in quel periodo.

La serie creata da Steven Knight inizia con la morte improvvisa del patriarca Sir Benjamin Lee Guinness nel 1868, che lascia i suoi quattro figli a occuparsi del birrificio di famiglia, delle attività filantropiche, dell’impegno politico, della reputazione sociale e degli oneri familiari, oltre che dei loro complessi problemi personali. Sebbene queste responsabilità siano in gran parte assunte dai fratelli Edward, Arthur, Benjamin e Anne, House of Guinness vede anche il coinvolgimento di zie, zii, cugini e nuovi coniugi.

Alla fine della prima stagione di House of Guinness, l’albero genealogico cresce in modo significativo con l’avvento della nuova generazione. Con così tanti Guinness in gioco nella serie Netflix che ha debuttato nel settembre 2025, può essere difficile tenere traccia di come sono tutti collegati e quali ruoli svolgono nei conflitti familiari. Ora, tutte queste connessioni, retroscena e identificatori possono essere trovati in un unico posto.

Sir Benjamin Lee Guinness

Credit: Netflix / Ben Blackall

Padre di Anne, Arthur, Benjamin ed Edward

Il patriarca della famiglia Guinness nella serie è Sir Benjamin Lee Guinness, che viene rivelato essere morto nella scena iniziale dello show. La serie inizia con il corteo funebre di Benjamin attraverso la città, che porta a problemi e ostacoli da parte di diversi gruppi di evangelisti e feniani a Dublino che si opponevano al defunto leader Guinness.

Nato nel 1798 come figlio del birraio Arthur Guinness II, Benjamin Lee Guinness era il marito di sua cugina di primo grado, Elizabeth Guinness, con la quale ebbe tre figli, Arthur, Benjamin ed Edward, e una figlia, Anne. Dopo la morte della moglie, Benjamin crebbe i quattro figli a Dublino, guidando al contempo le attività politiche, commerciali e filantropiche della famiglia.

Nel 1868, Benjamin Lee Guinness morì per cause sconosciute, con la serie che sottolinea che era stato malato solo per un breve periodo prima della sua morte. Al momento della sua scomparsa, Benjamin rappresentava Dublino alla Camera dei Comuni a Londra, aveva il controllo esclusivo all’interno della famiglia del Guinness Brewery (che aveva notevolmente ampliato) ed era coinvolto in progetti filantropici per il restauro di edifici storici in Irlanda.

Arthur Guinness

Anthony Boyle nel ruolo di Arthur Guinness
© Cortesia di Netflix

Figlio maggiore di Sir Benjamin Lee Guinness

Interpretato in House of Guinness dall’attore di Masters of the Air Anthony Boyle, Arthur Guinness è il figlio maggiore di Sir Benjamin Lee Guinness e fratello di Benjamin, Edward e Anne. All’inizio della serie, Arthur ha trascorso gli ultimi cinque anni a Londra, ma la morte del padre lo costringe a tornare a Dublino e ad assumere il ruolo di nuovo capo della famiglia.

Sebbene House of Guinness stabilisca che Arthur non aveva alcun interesse a gestire il birrificio, suo padre decretò nel suo testamento che avrebbe dovuto portare avanti l’attività del birrificio insieme a suo fratello Edward, pena la perdita dell’intera eredità. Pertanto, Arthur deve contemporaneamente aiutare a gestire il birrificio e condurre una campagna per essere eletto al posto che suo padre occupava in Parlamento.

La nuova serie Netflix che sostituisce Peaky Blinders rivela fin dall’inizio che Arthur Guinness è gay, anche se le leggi dell’epoca gli proibiscono di rivelare pubblicamente la sua sessualità. Tuttavia, Arthur deve comunque trovare una moglie da sposare e difendere la reputazione del clan. Dopo aver raggiunto un accordo che gli permette di avere relazioni sessuali al di fuori del matrimonio, Arthur sposa Lady Olivia, la figlia di un conte indebitato.

Benjamin Guinness

Fionn O'Shea nel ruolo di Benjamin Guinness

Secondo figlio di Sir Benjamin Lee Guinness

Interpretato da Fionn O’Shea, Benjamin Guinness è il secondogenito del defunto Benjamin, fratello minore di Arthur e Anne e fratello maggiore di Edward. Benjamin rivela ben presto di avere problemi con l’alcol e il gioco d’azzardo, il che lo porta ad essere emarginato dalla sua famiglia. Nel testamento del padre, Benjamin riceve solo un reddito annuale controllato invece di una eredità più consistente a causa del “peso” che tali tentazioni potrebbero comportare per lui.

Successivamente, Benjamin diventa capitano della Royal Horse Guards e sposa Lady Henrietta St. Lawrence. Tuttavia, House of Guinness spiega che il matrimonio non è felice, poiché Benjamin preferisce la compagnia della donna che ama veramente, Charlotte.

Anne Guinness

Emily Fairn nel ruolo di Anne Guinness
© Cortesia di Netflix

Figlia di Sir Benjamin Lee Guinness

Interpretata da Emily Fairn, membro del cast di Saturday Night, Anne Guinness è la figlia maggiore e unica figlia del defunto Sir Benjamin Lee Guinness. All’inizio della serie, Anne è l’unica figlia dei Guinness già sposata, con William Plunket. Poco prima della fine della prima stagione di House of Guinness, Anne dà alla luce il suo primo figlio, un altro William Plunket.

Sebbene Anne sperasse di poter assumere maggiore autonomia e controllo nella famiglia dopo la morte del padre, il contesto sociale dell’epoca non consentiva alle donne di ricoprire ruoli di tale autorità. Di conseguenza, ad Anne fu affidato il compito di aiutare Edward e Arthur a trovare mogli adeguate, pur continuando a guidare le iniziative filantropiche della famiglia.

Edward Guinness

Louis Partridge nel ruolo di Edward Guinness
© Cortesia di Netflix

Figlio minore di Sir Benjamin Lee Guinness

 L’attore Louis Partridge interpreta in House of Guinness il ruolo di Edward Guinness, il figlio minore di Sir Benjamin Lee Guinness. Molto più dei suoi fratelli Arthur, Benjamin e Anne, Edward nutriva un interesse appassionato per le attività del birrificio di famiglia e fu responsabile dell’espansione, delle riforme e dei successi della fabbrica dopo la morte del padre.

Come nella vita reale, Edward sposò la sua cugina di terzo grado Adelaide “Dodo” Guinness, che proveniva dal ramo bancario della famiglia piuttosto che da quello birrario.

Agnes Guinness

Agnes Guinness
Credit: Netflix / Ben Blackall

Zia di Anne, Arthur, Benjamin ed Edward

Un altro membro chiave della famiglia è la zia Agnes Guinness, zia di Arthur, Anne, Benjamin ed Edward. Essendo una delle anziane rimaste della famiglia Guinness, Agnes ha il compito di difendere la reputazione della famiglia e guidare i giovani Guinness nell’assunzione delle loro nuove responsabilità. Il ruolo principale di Agnes è quello di trovare matrimoni adeguati per i figli del defunto Benjamin.

Henry Grattan

Henry Grattan
Credit: Netflix / Ben Blackall

Cugino di Sir Benjamin Lee Guinness

La famiglia titolare dellaCasa dei Guinness comprende anche il reverendo Henry Grattan. Sebbene Arthur, Anne, Benjamin ed Edward lo chiamino “zio”, Henry è in realtà il cugino di primo grado del defunto Sir Benjamin Guinness. L’evangelista Henry disapprova in gran parte le attività “non cristiane” della famiglia e lavora contro di loro, convinto che Arthur abbia rubato la sua eredità.

Byron Hedges

Byron Hedges
Credit: Netflix / Ben Blackall

Cugino di Anne, Arthur, Benjamin ed Edward

Il protagonista di Game of Thrones Jack Gleeson entra nella storia di House of Guinness quando il suo personaggio, Byron Hedges, si presenta a Edward Guinness come suo cugino. Byron è il figlio illegittimo di Patricia White Guinness, appartenente al ramo bancario della famiglia, e di un membro della Fenian Brotherhood di cognome Hedges. Essendo un lontano cugino di Edward, Anne, Arthur e Benjamin, Byron si occupa dell’espansione del birrificio a New York e in America.

Lady Olivia Hedges

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Credit: Netflix / Ben Blackall

Moglie di Arthur Guinness

Lady Olivia Hedges entra a far parte della famiglia Guinness sposando Arthur, interpretato da Anthony Boyle. Olivia è la figlia di William Hedges-White, terzo conte di Bantry, ma i debiti della sua famiglia li hanno portati a cercare un matrimonio fortuito con il nuovo capo della dinastia Guinness nella serie TV storica di Netflix.

Adelaide “Dodo” Guinness

Adelaide Dodo Guinness
Credit: Netflix / Ben Blackall

Cugina di terzo grado e moglie di Edward Guinness

Già membro del clan titolare della Casa dei Guinness, Adelaide “Dodo” Guinness è cugina di terzo grado di Anne, Arthur, Benjamin ed Edward. Figlia dell’avvocato e deputato Richard Guinness, Adelaide discende dal ramo bancario dei Guinness. Poiché lei comprende già le responsabilità e i doveri di un Guinness, Edward la corteggia e alla fine sposa Adelaide prima della fine della prima stagione.

L’amore infedele – Unfaithful, spiegazione del finale: perché Connie ha suggerito di fuggire dal Paese?

L’amore infedele – Unfaithful è un film thriller con Richard Gere, Diane Lane, Olivier Martinez e Chad Lowe. Il film, uscito nel 2002, ha ottenuto un buon successo al botteghino statunitense, ma ha ricevuto recensioni contrastanti dalla critica. Tuttavia, il film si è rivelato un progetto di successo per Diane Lane, che ha ottenuto nomination ai Golden Globe e agli Oscar per questo ruolo.

L’amore infedele – Unfaithful racconta la storia di una coppia sposata che vive con il figlio in un sobborgo di New York. Ma presto, il personaggio interpretato da Diane Lane inizia una relazione con un uomo di New York grazie a un incontro casuale. Quando Richard Gere scopre questa relazione, uccide l’amante di sua moglie. Anche se il film ha una trama semplice, il suo finale confonde molte persone. Ecco quindi una spiegazione del finale di L’amore infedele – Unfaithful.

Cosa succede in L’amore infedele – Unfaithful?

Connie Sumner (interpretata da Diane Lane) è una donna newyorkese apparentemente realizzata: ha un marito devoto, Edward (Richard Gere), un figlio piccolo e una bella casa nella tranquilla periferia. La sua vita, ordinata e prevedibile, viene sconvolta da un incontro fortuito a Manhattan con Paul Martel (Olivier Martinez), un affascinante libraio francese che la soccorre durante una giornata ventosa. La scintilla tra i due è immediata: Connie, inizialmente esitante, si lascia sedurre dalla vitalità e dal mistero di Paul, intraprendendo con lui una relazione clandestina che le restituisce sensazioni e desideri sopiti. Il loro rapporto, fatto di incontri segreti e passione travolgente, inizia però a incidere sul comportamento quotidiano di Connie, destando i sospetti del marito.

Edward, insospettito dalle bugie della moglie e dai suoi cambiamenti, assume un investigatore privato per seguirla. Scopre così la relazione e ne rimane devastato, ma invece di affrontarla immediatamente, decide di osservare e raccogliere prove. Il confronto esplode quando Edward si reca nel loft di Paul, trovandolo con oggetti e foto che testimoniano la relazione. In un impeto di rabbia e gelosia incontrollata, Edward uccide Paul colpendolo con un globo di vetro, poi nasconde il cadavere nel bagagliaio di un’auto. Da quel momento la vita dei coniugi Sumner precipita in un vortice di tensione e segreti: Connie, che sospetta qualcosa ma non sa la verità, si trova costretta a gestire le conseguenze del proprio tradimento, mentre Edward deve convivere con il peso dell’omicidio e con la decisione se confessare o no, in un crescendo drammatico che culmina nel finale ambiguo del film.

Spiegazione del finale di L’amore infedele – Unfaithful

L’amore infedele – Unfaithfulinizia con Edward (Gere) e Connie (Lane) che, come detto sopra, vivono in un sobborgo di New York. Durante un incontro casuale, Connie incontra Paul Martel e, in un piccolo incidente, si graffia le ginocchia. Paul porta Connie nel suo appartamento e le cura le ferite. Comincia a flirtare con lei, ma Connie ignora le sue avance.

Ma quando si incontrano di nuovo, inizia la loro relazione. Edward nota un cambiamento in sua moglie e assume un investigatore privato per seguirla, scoprendo così la relazione di Connie con Paul. Quando Connie si rende conto che la relazione sta influenzando la sua famiglia, decide di incontrare Paul un’ultima volta per porre fine alla loro relazione. Vede Paul con un’altra ragazza e rompe con lui.

Pochi secondi dopo, Edward si reca nell’appartamento di Paul per affrontarlo. Notando il globo di neve che aveva regalato a Connie, lo lancia contro la testa di Paul, uccidendolo all’istante.

Dopo aver colpito Paul con la palla di neve, Edward ripulisce tutte le prove e lascia l’appartamento. Getta anche il corpo di Paul in una discarica e cancella persino il messaggio di Connie sull’interfono di Paul. Qualche giorno dopo, la polizia si reca a casa di Connie ed Edward per indagare sulla denuncia di scomparsa di Paul presentata dalla moglie. Connie mente alla polizia e Edward la sostiene nella sua menzogna, così Connie scopre che Edward è a conoscenza della loro relazione. Una notte, Edward si ferma a un semaforo e Connie gli chiede se dovrebbero fuggire dal Paese. Ma si scopre che Edward ha fermato la sua auto davanti a una stazione di polizia per confessare il suo crimine.

Boundless, la spiegazione del finale: Chi ha ucciso Alberte Schneider?

Il thriller danese Boundless è il quinto capitolo della serie cinematografica Department Q, adattamento dell’omonima collana di romanzi polizieschi nordici noir scritta da Jussi Adler-Olsen. La saga racconta le indagini condotte dall’omonimo dipartimento speciale della polizia, ma poiché ogni caso è indipendente, gli spettatori non devono preoccuparsi della continuità.

Boundless segue il trio di investigatori del Dipartimento Q – Carl Mørck, Rose Knudsen e Hafez el-Assad – che riaprono un caso di omicidio irrisolto dopo che eventi del passato iniziano a riemergere, diventando sempre più personali per i protagonisti. Sebbene il film affronti diversi temi – dagli artisti necrofili ai culti spirituali fasulli che nascondono oscuri segreti, passando per traumi e relazioni disfunzionali – la mancanza di suspense e un finale poco avvincente rendono questo capitolo un prodotto da guardare una sola volta.

Non mancano però una stilizzazione visiva stimolante e interpretazioni solide, soprattutto per quanto riguarda la coppia composta dal detective veterano Carl e dalla giovane collega Rose. Il problema è che il trattamento narrativo scelto per svelare il mistero centrale risulta poco convincente, compromettendo gli aspetti positivi del film.

Perché Christian si è suicidato?

Carl ha ignorato regolarmente le chiamate del suo ex compagno di accademia Christian negli ultimi tre mesi, finché un giorno manda Rose sull’isola di Bornholm, dove Christian lavora come agente di polizia, per incontrarlo. Rose scopre che quello è il giorno del pensionamento di Christian, un pensionamento anticipato e forzato dal dipartimento. Durante il colloquio, Christian confessa la sua delusione per l’assenza di Carl, dicendo che Rose è arrivata troppo tardi per fare la differenza.

Dopo aver pronunciato al suo reparto alcune parole ispiratrici sulle qualità di un buon investigatore, parla della sua fede nella giustizia e all’improvviso punta la pistola contro il commissario Henrik Bak, costringendolo a filmarlo mentre mostra il nome di Carl Mørck scritto sulla sua mano. Poi si spara davanti a Rose. La giovane detective resta scioccata e lega l’episodio alla propria storia personale: anche suo padre, che la maltrattava, si era suicidato dopo una sua reazione violenta.

La morte di Christian porta Carl a Bornholm. Bak, ex compagno di classe di Carl all’accademia, lo accoglie malamente e vuole che se ne vada. Carl e Rose scoprono che Christian era ossessionato da un’indagine rimasta irrisolta: l’omicidio di Alberte Schneider, 21 anni, trovata su un ramo d’albero in una posa macabra. Questa ossessione aveva distrutto il matrimonio di Christian e minato la sua carriera, portandolo al pensionamento anticipato e all’archiviazione del caso come incidente stradale. Forse provava risentimento verso Bak, che inizialmente aveva seguito il caso e poi l’aveva scaricato su di lui. Carl era stato il candidato più promettente dell’accademia e Christian voleva che fosse lui a occuparsi dell’indagine: un peso che alla fine gli è costato la vita. Carl, divorato dal senso di colpa per non essere stato presente, vorrebbe tenersi alla larga dal caso, con grande disappunto di Rose.

Il legame personale di Carl

Durante la ricerca di indizi a casa di Christian, Carl e Rose trovano Bjarke, figlio di Christian, morto per overdose. Carl va dall’ex moglie di Christian, June, devastata dal doppio lutto, ma il motivo non è solo la solidarietà: emerge che Carl e June avevano avuto una relazione e che Bjarke era in realtà figlio di Carl. Una conoscente locale, Marie Frandsen, suggerisce che Bjarke possa essere coinvolto nella morte di Alberte. Poco dopo Marie viene aggredita e le viene strappata la lingua per impedirle di parlare.

Un artista contorto

Assad arriva a Bornholm e accompagna Rose al collegio di Alberte. Qui scoprono collegamenti con l’“Osiris Academy of Enlightenment” diretta da Pirjo. L’insegnante d’arte Stefan Von Kristoff, un artista caduto in disgrazia e necrofilo, confessa di aver posizionato Alberte morente sull’albero per scattare foto macabre vendute sul dark web e di aver aggredito Marie, ma nega l’omicidio. Poco dopo si suicida nel suo laboratorio.

Gli imbrogli di Pirjo e Atu

L’indagine si sposta sul culto di Osiride fondato da Pirjo e dal fratellastro Atu. Le donne che rimanevano incinte di Atu venivano sistematicamente eliminate da Pirjo. Rose si infiltra nella setta ma viene manipolata da Atu, mentre Carl scopre che sia Bjarke che Alberte erano membri del culto.

Chi ha ucciso Alberte Schneider?

Quando la verità su Pirjo e Atu viene a galla, Carl e Assad corrono a salvare Rose. Pirjo ha un aborto spontaneo e Atu la abbandona. Alla fine emerge che la responsabile della morte di Alberte è June: per salvare Bjarke, incapace di uccidere Alberte su ordine del culto, la investì in bicicletta. Dopo la morte del figlio, June non ha più motivo di tacere e uccide Atu lanciandosi con l’auto da un precipizio. Pirjo viene arrestata e il culto smantellato.

Tornati al Dipartimento Q, Carl, Rose e Assad riprendono la routine. Rose è segnata dagli eventi di Bornholm ma cerca di tenerne a bada i ricordi immergendosi nel lavoro.

Perché la quarta stagione di The Mandalorian non verrà realizzata

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The Mandalorian sta abbandonando il piccolo schermo, il che spiega perché non ci siano notizie sulla quarta stagione. Star Wars è meglio conosciuto come franchise cinematografico, ma dal 2019 Lucasfilm si è concentrata su Disney+. Questa fase è iniziata con The Mandalorian, che ha debuttato in concomitanza con il lancio di Disney+ ottenendo recensioni entusiastiche.

In un certo senso, The Mandalorian è diventato il programma di punta di Disney+ e ha reso Lucasfilm una forza importante nel servizio di streaming. Ma tutto è cambiato e il fatto che la quarta stagione di The Mandalorian non verrà realizzata ha lasciato gli spettatori di stucco. Ma è tutto dovuto a un cambiamento nella strategia aziendale, che ridefinirà Star Wars.

Le sceneggiature della quarta stagione di The Mandalorian erano state scritte

The Mandalorian showrunner Jon Favreau ha confermato che stava lavorando alle sceneggiature della quarta stagione di The Mandalorian già nel maggio 2022. Non ha fornito altri aggiornamenti fino a febbraio 2023, quando ha confermato che la quarta stagione era stata completamente scritta:

“La quarta stagione? Sì, l’ho già scritta. Dobbiamo sapere dove stiamo andando per raccontare una storia completa. Quindi, io e Dave [Filoni] l’abbiamo pianificata. E poi, lentamente, si scrive ogni episodio. Quindi l’ho scritta durante la post-produzione, perché tutto deve sembrare una continuazione e una storia completa”.

Lo Star Wars Celebration di quell’anno ha visto una serie di annunci, tra cui la notizia che alla Lucasfilm era stato chiesto di “intensificare” la produzione di film piuttosto che di serie TV. Tra questi c’era anche la notizia che Dave Filoni stava lavorando a un film ambientato nell’era di Mandalorian che presumibilmente avrebbe collegato le serie del cosiddetto “Mandoverse”.

A quel punto, si presumeva che The Mandalorian stagione 4 sarebbe stata fondamentale per il film.

I piani sono cambiati. Nel gennaio 2024, la Lucasfilm ha annunciato che la serie sarebbe invece approdata sul grande schermo. “Ho amato raccontare storie ambientate nel ricco mondo creato da George Lucas”, ha dichiarato Favreau in un comunicato stampa. “La prospettiva di portare il Mandaloriano e il suo apprendista Grogu sul grande schermo è estremamente eccitante”.

THR ha riferito che la Lucasfilm aveva rivalutato il franchise durante lo sciopero degli sceneggiatori di Hollywood. La presidente della Lucasfilm Kathleen Kennedy ha poi spiegato che ciò era dovuto al fatto che ritenevano che The Mandalorian potesse attirare una nuova fascia di spettatori. Come ha dichiarato a Deadline:

“Ciò che ci è piaciuto davvero dello streaming è che ci ha permesso di sperimentare. È più difficile farlo nel mondo del cinema. E ora penso che sia per questo che è così bello poter passare a un film su Mandalorian, dopo tre stagioni di una serie di grande successo. Abbiamo effettivamente costruito un pubblico per questo, e abbiamo dato al pubblico giovane l’opportunità di entrare in Star Wars da un punto di vista diverso, senza sentirsi in dovere di aver visto tutto. Può diventare il loro Star Wars. E questa, credo, è la sfida divertente della narrazione”.

La Lucasfilm ha recentemente pubblicato il primo trailer di The Mandalorian and Grogu, la cui uscita è prevista per il 2026.

Le sceneggiature della quarta stagione di The Mandalorian sembrano essere state adattate per il film

Le riprese principali di The Mandalorian and Grogu sono iniziate rapidamente, nel giugno 2024. Questo ha portato la maggior parte delle persone a credere che Jon Favreau avesse semplicemente adattato le sue sceneggiature per The Mandalorian stagione 4, un approccio che avrebbe senso. È importante notare, dopotutto, che il film Mandoverse di Dave Filoni è ancora la destinazione finale, il che significa che il percorso non è cambiato, solo il mezzo.

Non sappiamo ancora cosa riserverà il futuro a Din Djarin dopo The Mandalorian e Grogu. La Lucasfilm spera senza dubbio che questo successo sia sufficiente a trasformare The Mandalorian in un franchise cinematografico a sé stante, e l’attuale priorità aziendale – promuovere i film, non la stessa serie di show – significa che è altamente improbabile che vedremo mai una quarta stagione.

Ahsoka: le riprese della seconda stagion ricevono un importante aggiornamento

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Bryce Dallas Howard fornisce un importante aggiornamento sulle riprese della seconda stagione di Ahsoka e anticipa alcuni episodi “romantici”. Howard ha diretto alcuni dei migliori episodi televisivi di Star Wars di tutti i tempi, tra cui “Zero Friends Again” in Skeleton Crew, “The Heiress” nella seconda stagione di The Mandalorian e “Return of the Mandalorian” in The Book of Boba Fett.

Howard sta ora dirigendo due episodi della seconda stagione di Ahsoka, attualmente in produzione, la cui prima è prevista per il 2026. La stagione seguirà Ahsoka Tano e altri personaggi chiave su Peridea, mentre il Grand’Ammiraglio Thrawn minaccia la Nuova Repubblica.

Durante un intervento al Los Angeles Comic Con, Howard ha rivelato di aver terminato le riprese dei suoi due episodi della seconda stagione di Ahsoka. Ha anche accennato al fatto che i suoi episodi saranno “romantici” e includeranno tutto ciò che i fan desiderano da una “storia epica”. Ecco i suoi commenti:

“Ho appena finito di girare due episodi quest’estate per la seconda stagione di Ahsoka. È fantastico. È bello, emozionante, avventuroso, romantico. È tutto ciò che si può desiderare da una storia epica”.

Cosa significa questo per la seconda stagione di Ahsoka

La produzione della seconda stagione di Ahsoka fa un significativo passo avanti con la conferma delle riprese di entrambi gli episodi di Howard. Se questa stagione sarà composta da otto episodi come la precedente, ciò significa che almeno un quarto della seconda stagione è già stato girato, il che fa ben sperare per il rispetto della finestra di uscita prevista per il 2026.

Per quanto riguarda il riferimento di Howard al carattere “romantico” dei suoi episodi, si tratta di una descrizione sorprendente per una serie che non ha avuto molto a che fare con il romanticismo durante la stagione 1. Tuttavia, non sarebbe la prima volta che Howard introduce il romanticismo nelle serie TV di Star Wars, dato che il suo primo episodio di The Mandalorian presentava una relazione romantica tra Din Djarin e Omera.

Episodi TV di Star Wars diretti da Bryce Dallas Howard

  • The Mandalorian Stagione 1, Episodio 4: “Sanctuary”
  • The Mandalorian Stagione 2, Episodio 3: “The Heiress”
  • The Book of Boba Fett Episodio 5: “Return of the Mandalorian”
  • The Mandalorian Stagione 3, Episodio 6: “Guns for Hire”
  • Skeleton Crew Episodio 6: “Zero Friends Again”

Sabine Wren e Shin Hati sono una coppia molto popolare tra i fan di Star Wars, soprannominata WolfWren, ed è possibile che gli episodi di Howard rendano questa relazione una realtà. I suoi episodi potrebbero anche introdurre un nuovo interesse romantico, proprio come ha fatto con Omera nell’episodio della prima stagione di Mandalorian.

James Gunn condivide il primo aggiornamento dopo 7 mesi sul film DC The Authority

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Uno dei progetti più impegnativi della DC Universe sta procedendo nella giusta direzione, come dimostra il nuovo aggiornamento sul film condiviso da James Gunn. DC Studios sta lavorando a numerosi progetti per il Capitolo 1 della DCU: “Gods and Monsters” dall’annuncio del gennaio 2023, sia per il grande che per il piccolo schermo.

Mentre il 2025 vedrà l’uscita del nuovo film Superman e della seconda stagione di Peacemaker, Supergirl e Clayface sono i prossimi film DCU in uscita nel 2026, mentre Lanterns della HBO è previsto in anteprima anche il prossimo anno. Tuttavia, al di fuori di Man of Tomorrow e The Batman – Parte 2 del 2027, il calendario delle uscite non è ancora stato definito completamente per DC Studios, poiché altri film sono ancora in diverse fasi di sviluppo.

The Authority della DCU non è stato cancellato

Un film che sta procedendo lentamente dalla sua presentazione iniziale nel gennaio 2023 è The Authority, soprattutto perché DC Studios’ Superman ha introdotto uno dei suoi membri principali, Angela Spica, alias The Engineer, interpretata da María Gabriela de Faría. Nel febbraio 2025, il film è stato definito come il progetto DCU più difficile da realizzare durante un evento stampa.

Tuttavia, le cose potrebbero finalmente cambiare per l’ensemble di supereroi, poiché Deadline ha ricevuto un nuovo aggiornamento da Gunn in una recente intervista. Mentre chiedeva informazioni sui progressi del film, il co-CEO della DC Studios ha confermato quanto segue su ciò che sta accadendo con il progetto:

James Gunn: C’è qualcuno che è un ottimo creatore e che mi ha parlato l’altro giorno.

Questo ha spinto Deadline a porre una domanda di follow-up, chiedendo se questo significa che il film potrebbe essere rielaborato come una serie TV. Tuttavia, il regista di Superman e Man of Tomorrow è rimasto sulle sue, aggiungendo quanto segue su ciò che questo potrebbe significare per i personaggi di The Authority:

James Gunn: Chi lo sa. Probabilmente non realizzerò certi film con personaggi che (il pubblico) non conosce; è più difficile attirare la gente al cinema per questo genere di cose.

Cosa significa questo per The Authority

James Gunn 2023
Il regista statunitense James Gunn arriva alla premiere di Los Angeles della Warner Bros. ‘The Flash’ tenutasi al TCL Chinese Theatre IMAX il 12 giugno 2023 a Hollywood, Los Angeles, California, Stati Uniti. — Foto di imagepressagency – DepositPhotos

Dato che il franchise è ancora agli inizi, è comprensibile che la DC Studios possa prendere in considerazione la possibilità di rielaborare il film in una serie TV, soprattutto perché i personaggi di The Authority sono estremamente oscuri per il grande pubblico. Una serie televisiva potrebbe anche dedicare più tempo a far conoscere questi personaggi molto meglio di quanto possa fare un film di due ore.

Questo non è l’unico progetto che sta procedendo lentamente, poiché le serie televisive Waller e Paradise Lost hanno affrontato un percorso simile, mentre film come Sgt. Rock non erano ancora al punto giusto per poter andare avanti. Sulla base dei suoi commenti passati, il film The Brave and The Bold e il film Wonder Woman hanno la priorità in questo momento.

Se altre serie stanno richiedendo più tempo per essere realizzate, potrebbe essere vantaggioso per il gruppo di supereroi più oscuri ottenere un trattamento per il piccolo schermo, soprattutto se possono sviluppare quella squadra più rapidamente per la TV. Si spera che, dopo le ultime dichiarazioni di Gunn, The Authority avrà presto un grande futuro alla DC Studios.

Una battaglia dopo l’altra diventa il film di maggior incasso di Paul Thomas Anderson 

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Una battaglia dopo l’altra ha conquistato il primo posto al botteghino USA nel suo weekend di debutto. Diretto da Paul Thomas Anderson, il film vede protagonisti Leonardo DiCaprio, Benicio del Toro, Chase Infiniti, Teyana Taylor, Regina Hall e Sean Penn.

Durante la sua uscita venerdì, il film ha incassato 8,8 milioni di dollari, comprese le anteprime. Nei due giorni successivi, ha raggiunto un incasso di 22,4 milioni di dollari nel weekend di debutto negli Stati Uniti. È interessante notare che il 52% di questi biglietti venduti proviene da formati premium come IMAX. A livello mondiale, Una battaglia dopo l’altra (la nostra recensione) ha incassato complessivamente 48,5 milioni di dollari nel weekend di apertura.

Un film molto diverso da Una battaglia dopo l’altra, Gabby’s Dollhouse è pronto a conquistare il secondo posto nel weekend di apertura. Il film per bambini ha incassato 4,3 milioni di dollari durante le proiezioni di venerdì e il suo incasso complessivo nel weekend è previsto a 13,6 milioni di dollari sul mercato interno.

Demon Slayer: Kimetsu No Yaiba Infinity Castle rimane nella top five al botteghino. Il film d’animazione ha incassato 1,8 milioni di dollari venerdì, con previsioni per questo weekend che indicano un incasso di 6,8 milioni di dollari. Il successo al botteghino è attualmente di 117,8 milioni di dollari a livello nazionale.

Ancora forte, The Conjuring: Il rito finale è attualmente al quarto posto. Il film horror da record ha incassato 1,95 milioni di dollari venerdì e ha raggiunto 6,7 milioni di dollari domenica, leggermente al di sotto delle previsioni iniziali di 7,1 milioni di dollari per questo fine settimana. Questo porterebbe il suo incasso totale a livello nazionale a 161,2 milioni di dollari.

Al quinto posto, The Strangers – Capitolo 2 ha debuttato venerdì con un deludente incasso di 2,4 milioni di dollari al botteghino nazionale, con un’apertura compresa tra 5,3 e 5,8 milioni di dollari. Segue HIM, che ha incassato 1,1 milioni di dollari venerdì e 3,8 milioni di dollari nel fine settimana, portando il suo incasso nazionale a 20,9 milioni di dollari.

Cosa significa questo per Una battaglia dopo l’altra , Gabby’s Dollhouse e The Strangers – Chapter 2

Presentato come uno dei principali contendenti alla corsa agli Oscar 2026, Una battaglia dopo l’altra  è stato realizzato con un budget compreso tra 130 e 140 milioni di dollari. È generalmente accettato che un film debba incassare due volte e mezzo il suo budget per essere redditizio. Pertanto, One Battle After Another avrebbe bisogno di incassare tra i 325 e i 350 milioni di dollari per raggiungere il pareggio.

Il film ha ricevuto recensioni estremamente positive, con un punteggio del 96% da parte della critica e dell’86% da parte del pubblico su Rotten Tomatoes. Tra l’accoglienza positiva, il clamore degli Oscar e un incasso di 48,5 milioni di dollari al debutto, Una battaglia dopo l’altra ha finora gettato solide basi per la redditività. Si tratta anche del miglior debutto di sempre per uno dei film di Anderson.

D’altra parte, Gabby’s Dollhouse ha davanti a sé un percorso interessante. Sia la critica che il pubblico lo hanno accolto calorosamente e il suo budget è di 32 milioni di dollari, con un punto di pareggio fissato a 80 milioni. Inoltre, attualmente non ha praticamente concorrenti nel genere dei film per bambini, il che fa pensare che potrebbe andare meglio del previsto, con un incasso iniziale di 13,6 milioni di dollari sul mercato interno, se riuscirà a mantenere la posizione nelle prossime settimane.

Sebbene The Strangers – Chapter 2 abbia debuttato al quinto posto, il che sembra un disastro al botteghino, il suo budget garantisce che il film recupererà la maggior parte dei costi. Tutti e tre i film della trilogia horror in corso sono stati realizzati con un budget di 8,5 milioni di dollari, con un punto di pareggio di 21,25 milioni di dollari.

The Strangers – Chapter 1 ha incassato 48,2 milioni di dollari durante la sua permanenza nelle sale, quindi il secondo e il terzo capitolo potrebbero teoricamente essere distribuiti con un profitto sostanziale. Tuttavia, entrambi i film sono stati stroncati dalla critica e accolti male, il che significa che potrebbero non reggere bene dopo l’uscita.

Le assaggiatrici in tv dal 29 settembre su SKY e NOW

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Le assaggiatrici in tv dal 29 settembre su SKY e NOW

Arriva in esclusiva su Sky Cinema in prima TV Le assaggiatrici, il nuovo film di Silvio Soldini, in onda lunedì 29 settembre alle 21:15 su Sky Cinema Uno, in streaming solo su NOW e disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand anche in 4K.

Girato in lingua tedesca e ambientato nella Germania del 1943, Le assaggiatrici racconta una pagina poco nota della Seconda Guerra Mondiale. Prodotto da Lionello Cerri e Cristiana Mainardi, il film è tratto dal romanzo omonimo vincitore del Premio Campiello di Rosella Postorino (edito da Feltrinelli) ispirato alla storia vera di Margot Wölk, unica sopravvissuta tra le donne costrette ad assaggiare i pasti destinati ad Adolf Hitler. La donna ha rivelato la sua storia soltanto nel 2012, a 95 anni, poco prima di morire.

Con uno sguardo empatico e rigoroso, Silvio Soldini costruisce un film corale e intenso, che riflette sul desiderio, la paura e la forza dell’amicizia femminile in tempo di guerra.

Da un soggetto di Cristina Comencini, Giulia Calenda e Ilaria Macchia, e una sceneggiatura scritta con Doriana Leondeff, Silvio Soldini e Lucio Ricca, Le assaggiatrici vede protagonisti Elisa Schlott, Max Riemelt e Alma Hasun.

La trama di Le assaggiatrici

Autunno 1943. La giovane Rosa, in fuga da Berlino colpita dai bombardamenti, raggiunge un piccolo paese isolato vicino al confine orientale. Qui è dove vivono i suoceri e dove il marito, impegnato al fronte, le ha scritto di rifugiarsi in attesa del suo ritorno. Rosa scopre subito che il villaggio, apparentemente tranquillo, nasconde un segreto: all’interno della foresta con cui confina, Hitler ha il suo quartier generale, la Tana del Lupo. Il Führer vede nemici dappertutto, essere avvelenato è la sua ossessione. Una mattina all’alba Rosa viene prelevata, assieme ad altre giovani donne del villaggio, per assaggiare i cibi cucinati per lui. Divise tra la paura di morire e la fame, le assaggiatrici stringeranno tra loro alleanze, amicizie e patti segreti. Rosa, la berlinese, fatica a farsi accettare. Ma quando finalmente vince la diffidenza verso di lei, accade qualcosa che la farà sentire in colpa. Un ufficiale delle SS, contro ogni razionalità e a dispetto di sé stessa, risveglia in lei l’amore. O forse il semplice bisogno di sentirsi viva, nonostante tutto. 

Su Sky il film sarà disponibile on demand anche in 4K per i clienti Sky Q via satellite o Sky Glass con pacchetto Sky Cinema e con servizio opzionale Sky HD 4K/Sky Ultra HD attivo. E grazie a Sky Extra (il programma loyalty di Sky), per i clienti Sky da più di 3 anni il film sarà disponibile in anteprima on demand con Primissime.

Omicidi a Mystery Island: la spiegazione del finale del film

Omicidi a Mystery Island: la spiegazione del finale del film

Omicidi a Mistery Island (2023) si colloca nel filone dei thriller gialli televisivi di Hallmark, mescolando mistero, intrighi e un pizzico di romanticismo leggero, tipico del canale. La storia ruota attorno a un gruppo di personaggi isolati su un’isola misteriosa, costretti a confrontarsi con segreti e inganni mentre cercano di risolvere un delitto che li coinvolge tutti. Pur mantenendo un tono più familiare e accessibile rispetto ai gialli cinematografici tradizionali, il film riesce a costruire suspense e colpi di scena, rendendolo adatto a un pubblico ampio e fedele ai canoni Hallmark, che privilegiano la narrazione chiara e il fascino dei personaggi.

Il film può essere accostato a produzioni come Knives Out, seppur con minore violenza e complessità morale, condividendo però la struttura classica del “whodunit”: tutti sono sospettati, tutti hanno un movente, e ogni indizio può cambiare la prospettiva dello spettatore. A differenza del cinema di Rian Johnson, Omicidi a Mistery Island mantiene infatti il tono più leggero e ottimista, con dialoghi accessibili e una risoluzione che premia l’astuzia e la collaborazione tra personaggi. Nel resto dell’articolo analizzeremo in dettaglio il finale, spiegando come tutti i nodi narrativi vengano sciolti e le sorprese svelate.

La trama di Omicidi a Mistery Island

Omicidi a Mistery Island inizia quando la baronessa Jane Alcott chiama la sua amica, la dottoressa Emilia Priestly, a Mystery Island. Emilia, psichiatra, collaborava con il dipartimento di polizia di Londra, occupandosi di intervistare criminali e tracciare i loro profili psicologici per individuare disturbi e motivazioni alla base dei loro crimini. Il suo lavoro era pericoloso e difficile, poiché era stata minacciata da un detenuto che le aveva giurato di farle del male anche nel mondo reale. Quando Jane le propose una vacanza a Mystery Island, dove avrebbe potuto usare le sue capacità di osservazione in modo più leggero e ricreativo, Emilia accettò volentieri, desiderosa di una pausa dal lavoro stressante e dalla vita quotidiana.

L’isola ospitava una serie di personaggi tra i più disparati: gestori di hedge fund, influencer famosi e militari in pensione. Insieme a Jane, queste persone avevano investito nell’isola e, essendo appassionati di mistero, adoravano partecipare alle sfide organizzate dall’ambiente isolato, anche se non reale. Emilia pensava di trascorrere giorni divertenti e rilassanti lontano dagli impegni lavorativi, ma la scoperta del corpo del proprietario dell’isola, John Murtaugh, nella villa dove alloggiavano tutti, trasformò subito il soggiorno in un incubo: tutti i presenti, compresa Emilia, diventarono sospettati e coinvolti nel mistero.

Kezia Burrows, Elizabeth Henstridge, Noelia Rothery e Henry Twohy in Omicidi a Mystery Island
Kezia Burrows, Elizabeth Henstridge, Noelia Rothery e Henry Twohy in Omicidi a Mystery Island

Come è stato scoperto il cadavere? Perché Phoenix è stata arrestata?

Il cadavere di John Murtaugh non fu scoperto immediatamente, poiché le regole del gioco ideato dal proprietario prevedevano la risoluzione di un indovinello da parte dei partecipanti. I giocatori avrebbero dovuto interpretare gli indizi nascosti e seguire un percorso che li avrebbe condotti alla scoperta del cadavere, che inizialmente era mascherato da uno dei lavoratori della villa che fingeva di essere morto. Jane ed Emilia, risolvendo l’enigma e individuando un passaggio segreto, riuscirono finalmente a raggiungere il corpo di Murtaugh, segnando la fine della fase di recitazione.

Intanto, il maggiordomo Frederick fu trovato privo di sensi vicino al cadavere, e il detective Trent giunse sulla scena. La tensione crebbe subito: i sospetti si moltiplicarono, e ciascun partecipante cercava di tutelarsi. Emilia, ascoltando alcune conversazioni, sentì Phoenix, un’influencer presente sull’isola, tentare di incolparla dell’omicidio. In seguito alle indagini, emerse che Phoenix aveva minacciato Murtaugh perché questi l’aveva lasciata dopo una relazione; il suo comportamento portò all’arresto della donna, nonostante continuasse a negare di aver commesso l’omicidio, affermando di volersi solo riconciliare con John.

Perché Lucia è stata uccisa?

Mentre Jane e Jay cercavano di risolvere il mistero, Emilia osservava attentamente i movimenti degli altri. Notò Riley recarsi nel bosco per incontrare la domestica Lucia e decise di seguirlo, rendendosi conto che i due avevano rapporti precedenti e che il loro incontro aveva un significato nascosto. Poco dopo, Lucia fu trovata morta vicino alla riva. In un primo momento, la colpa sembrava ricadere su Riley, ma le indagini rivelarono che la responsabilità era di Morgan. Lucia, infatti, aveva scoperto prove incriminanti relative a Morgan e stava tentando di ricattarla; nella colluttazione che ne seguì, Lucia scivolò e batté la testa su una roccia, morendo sul colpo. La sua morte, quindi, non fu un omicidio premeditato, ma un tragico incidente conseguente ai contrasti tra i personaggi.

Charlie Weber e Elizabeth Henstridge in Omicidi a Mystery Island
Charlie Weber e Elizabeth Henstridge in Omicidi a Mystery Island

Chi ha ucciso Murtaugh e perché?

John Murtaugh, genio creativo e uomo di grande intelligenza, non possedeva tuttavia la capacità necessaria per gestire l’isola dal punto di vista economico. Carlos Del Fuego, uno degli investitori principali, lo aiutava nel reperire fondi e nel mantenere attiva l’isola. Nonostante le apparenze e i sospetti iniziali, nessuno degli ospiti aveva ucciso Murtaugh: in realtà, l’uomo si era suicidato, ma con uno scopo preciso. Murtaugh era malato di cancro e sapeva di avere poco tempo di vita; decise quindi di organizzare un ultimo gioco, un enigma postumo per proteggere Carlos e mettere alla prova i partecipanti, facendo credere loro che fosse avvenuto un omicidio.

La sua mente brillante e il desiderio di vendetta creativa portarono a un complesso intreccio di indizi, droni e falsi sospetti. Attraverso indizi disseminati nell’enigma, Jane e Jay identificarono come colpevole Freeman Fire, ma Emilia comprese la verità: Murtaugh si era organizzato affinché il suo piano servisse a testare la morale e l’intelligenza dei presenti, e al contempo a salvaguardare Carlos, che desiderava rendere l’isola redditizia e aperta al pubblico. La strategia di Murtaugh prevedeva anche l’uso di cloroformio e un dardo avvelenato per inscenare la morte di altri personaggi e deviare i sospetti, ma l’intervento di Emilia e del detective Trent smascherò il piano, impedendo danni ulteriori.

Alla fine, Carlos fu salvato e mantenne il controllo dell’isola, promettendo di riorganizzare il modello economico in maniera più redditizia, mentre Frederick ricevette una promozione come amministratore delegato di Mystery Island. Emilia e Trent, lavorando insieme, riuscirono a sciogliere l’intero mistero e a riportare ordine, chiudendo il cerchio narrativo con la piena comprensione delle intenzioni e delle azioni di Murtaugh.

Faster: la spiegazione del finale del film

Faster: la spiegazione del finale del film

Faster segna un momento di svolta nella carriera di Dwayne Johnson, poiché rappresenta uno dei primi ruoli in cui l’attore abbandona la sua immagine prevalentemente ironica o familiare per abbracciare un tono più cupo e vendicativo. Dopo anni tra commedie e action leggeri, Johnson torna a un personaggio essenziale e brutale, costruito su silenzi, rabbia trattenuta e fisicità pura. Il film, diretto da George Tillman Jr., si inserisce nel solco dei revenge movie classici, mescolando tensione, moralità ambigua e sparatorie fulminee.

Nel film, infatti, il protagonista Jimmy Cullen (Dwayne Johnson) intraprende una ricerca per trovare i responsabili della morte di suo fratello Gary, cosa che lo porta a un incontro con l’assassino che lo insegue, conosciuto semplicemente come Killer, e il suo misterioso cliente. Sebbene le trame sembrino disparate, una nuova rivelazione allude a una connessione tra l’assassino di Gary e colui che ha messo Killer sulle tracce del protagonista. Nel prosieguo dell’articolo analizzeremo nel dettaglio il suo finale, spiegandone i risvolti narrativi e tematici.

La trama di Faster

Dopo una lunga pena detentiva, Jimmy Cullen, un autista di rapine condannato, viene rilasciato dal carcere e gli viene permesso di tornare alla vita civile. Si reca in un’officina vicina, dove trova la sua vecchia auto in perfetto stato. All’interno, Jimmy trova una pistola e una cartella contenente nomi di persone importanti. Successivamente, il protagonista si reca in un ufficio in città e spara a bruciapelo a un uomo di nome Prescott Ashton in pieno giorno davanti a tutti i suoi colleghi. Il caso viene preso in carico dalla polizia locale, con i detective Cicero e Humphries che guidano le indagini per catturare Jimmy.

Nel frattempo, l’ex detenuto si reca in un’agenzia investigativa privata, la Grone’s Investigations, e incontra l’investigatore privato Roy Grone, la persona che ha aiutato Jimmy a procurarsi la lista e la pistola che si trovavano nella sua auto. Jimmy raccoglie ulteriori informazioni da Grone sui nomi e gli indirizzi di una serie di persone come Prescott prima di uscire. A quanto pare, Jimmy è in missione di vendetta per uccidere le persone che hanno sabotato una rapina in banca che lui e suo fratello Gary hanno compiuto con altri due ragazzi proprio prima della sua incarcerazione.

Hanno teso un’imboscata a Jimmy e alla sua banda mentre si trovavano nel loro rifugio, uccidendo tutti prima di fuggire con il denaro. Uno di loro ha tagliato la gola a suo fratello Gary proprio davanti ai suoi occhi. Pochi istanti dopo, Jimmy è stato colpito alla nuca. È riuscito a sopravvivere solo grazie a un intervento chirurgico d’urgenza che gli ha impiantato una placca metallica nella parte posteriore della testa. Terminata la pena detentiva, Jimmy è ora in missione di vendetta per dare la caccia a tutte le persone coinvolte nell’operazione di sabotaggio che ha portato alla morte di Gary. Jimmy parte per eliminare un altro membro della banda. Nel frattempo, al killer viene affidato il compito di dargli la caccia.

L’assassino professionista decide di accettare il lavoro come ultima missione commemorativa prima di sistemarsi con la sua compagna, Lily. Si imbatte in Jimmy nel complesso residenziale Casa Grande, dove quest’ultimo uccide Kenneth Tyson, un uomo inquietante con la mania di registrare video di sconosciuti. Dopo un alterco con Killer nel corridoio, Jimmy lascia l’edificio per cercare la sua ex ragazza, che vive tranquillamente con un nuovo marito e due figli. Successivamente, il protagonista rintraccia la persona successiva sulla lista, Hovis Nixon, un buttafuori di uno strip club che ha avuto un ruolo diretto nella morte di Gary, anche se non è stato lui a ideare il piano.

Faster
Dwayne Johnson in Faster

Il finale di Faster: chi c’era dietro la morte di Gary?

Il grande mistero che alimenta la trama centrale di Faster è la morte di Gary. Nel corso della narrazione, Jimmy dà la caccia a ciascun membro dell’operazione di sabotaggio nella speranza di scoprire la verità. Tuttavia, conosce già l’identità della persona che ha ucciso Gary: il buttafuori dello strip club Hovis Nixon. Jimmy lo affronta nel bagno del locale e lo ferisce mortalmente, pensando di aver finalmente posto fine alla sua vita. Tuttavia, Nixon riesce a sopravvivere e viene ricoverato in terapia intensiva all’ospedale locale. Il protagonista ripercorre i suoi passi e si reca all’ospedale, dove lo elimina una volta per tutte.

Nonostante ciò, l’identità della persona che ha organizzato l’operazione di sabotaggio rimane sconosciuta a Jimmy. Solo alla fine scopre che il responsabile non è altro che il detective Slade Humphries. Inizialmente, Jimmy presume che il sabotatore più probabile sia suo padre. Il vecchio era scontento del piano di lui e Gary di rapinare la banca senza includerlo nel bottino. Pertanto, il protagonista crede che il padre abbia sfogato la sua frustrazione organizzando un attentato contro Jimmy e Gary, uccidendo inevitabilmente il secondo nonostante il loro legame di sangue. Tuttavia, durante una visita a sua madre, Jimmy scopre che suo padre è morto da tempo, rendendo impossibile che abbia organizzato la missione di sabotaggio.

Inoltre, il padre voleva troppo bene a Gary per farlo uccidere a sangue freddo. Invece, la persona che ha divulgato le informazioni sul piano di Jimmy e Gary e sul loro rifugio era la fidanzata di quest’ultimo, Marina, che all’epoca agiva come informatrice per Humphries. Il detective ha usato le informazioni fornite da Marina per anticipare la rapina di Jimmy e Gary, rubando il loro bottino e lasciandoli morire. Dopo il rilascio di Jimmy dal carcere e il suo primo omicidio, Humphries ha iniziato a farsi prendere dal panico, temendo che il protagonista potesse alla fine dargli la caccia.

Ha supplicato i suoi superiori di lasciargli gestire personalmente il caso. In questo modo, avrebbe potuto tenere d’occhio Jimmy e catturarlo prima che gli accadesse qualcosa di terribile, sia che si trattasse di un attentato alla sua vita o della rivelazione dei dettagli dietro il suo scandalo di corruzione. Tuttavia, la sua vita dopo la rapina era andata leggermente in tilt a causa del divorzio da Marina, dalla quale aveva avuto un figlio. All’inizio del film, si trova in una situazione terribile e cerca con tutte le sue forze di rimediare senza finire nei guai.

Oliver Jackson-Cohen e Maggie Grace in Faster
Oliver Jackson-Cohen e Maggie Grace in Faster

Perché Killer se ne va? Torna da sua moglie?

La vita di Killer diventa complicata dopo che gli viene affidato il compito di dare la caccia a Jimmy. Inizialmente, lo tratta come un lavoro normale, confidando nelle sue capacità e nella sua comprovata esperienza per condurlo a una caccia di successo. Tuttavia, dopo aver avuto alcuni scontri con il protagonista, si rende conto che Jimmy ha un’aura strana, soprattutto per il suo atteggiamento da “non ho nulla da perdere”, che lo rende un avversario formidabile. Si affascina alla forza e alla determinazione di Jimmy. Il rapporto diventa così intenso che Killer inizia a visualizzarlo come una rivalità, anche se unilaterale, poiché Jimmy rimane concentrato sulla sua missione di vendetta personale.

Questo atteggiamento indifferente crea ancora più frustrazione nella mente di Killer e lo rende ancora più determinato a dare la caccia alla sua preda per dimostrare qualcosa. Alla fine, Killer arriva al centro della tenda del risveglio, dove Jimmy incontra l’evangelista redento Alexander Jerrod. Nonostante gli venga detto che non è più necessario che porti a termine la missione, l’assassino non rinuncia al suo compito e fa dell’uccisione di Jimmy una missione molto personale. Tuttavia, dopo l’arrivo di Humphries, è costretto a ritirarsi mentre il detective porta a termine il compito da solo.

Durante l’interazione, l’assassino scopre che il suo cliente non è altro che Humphries stesso, il quale, insicuro della sua capacità di uccidere Jimmy, aveva assunto un killer professionista per portare a termine il lavoro. Una volta che Killer ha assistito all’esecuzione della missione da parte di Humphries, se ne va senza nemmeno ritirare il suo misero compenso di 1 dollaro. La somma esigua dimostra la sua passione per il suo lavoro e la sua dedizione all’arte dell’uccidere, che si riflette anche nel suo soprannome. Nel corso della narrazione, Killer si trova di fronte a un dilemma tra il suo amore per la professione di assassino e quello per la sua ragazza, Lily.

È costantemente combattuto tra i due, incapace di decidere quale dei due sia più importante per lui in un determinato momento. A metà della storia, Killer chiede a Lily di sposarlo e i due si uniscono in matrimonio in modo rapido e surreale, il che sottolinea la personalità instabile di Killer. Il suo atteggiamento è quello di una persona impegnata, indipendentemente dal compito da svolgere, che si tratti di un lavoro di assassinio o della dedizione alla sua nuova moglie. Tuttavia, più la storia procede, più viene sviato dalla sua rivalità con Jimmy. Pertanto, la sua decisione di andarsene alla fine segna un nuovo inizio nella sua vita con Lily e la fine della sua carriera di killer professionista.

Dwayne Johnson in Faster
Dwayne Johnson in Faster

Jimmy uccide Humphries? Riesce a chiudere con la morte di suo fratello?

Verso la fine, Jimmy mette alle strette l’ultimo uomo sulla sua lista, Alexander Jerrod, un uomo che ha trovato la salvezza nella parola di Dio dopo aver preso parte all’operazione di doppio gioco. Dopo una conversazione lucida e franca con Jerrod, Jimmy decide di lasciarlo andare e si chiede invece se la sua missione di vendetta valga la pena. Mentre riflette sulle sue azioni, Killer e Humphries arrivano per metterlo alle strette, e quest’ultimo gli spara alla nuca, ricreando esattamente il modo in cui lui lo aveva ucciso anni prima. A quel punto, emerge finalmente la verità sul ruolo di Humphries nell’intera trama.

Fortunatamente, Jimmy viene salvato dalla placca metallica che ha nella nuca. Successivamente, si sveglia e dà la caccia a Humphries, uccidendolo e ponendo fine al ciclo di vendetta una volta per tutte. Dopo aver ucciso Humphries, rimane ancora una questione in sospeso: Marina. Sebbene l’ex fidanzata di Gary non lo abbia ucciso direttamente, ha avuto un ruolo fondamentale nella sua rovina. Sembrerebbe prudente che Jimmy andasse a cercarla o scoprisse i motivi che l’hanno spinta a rivelare i segreti di suo fratello all’agente corrotto. Tuttavia, decide di non fare nulla del genere. In un certo senso, con la morte di Humphries, il protagonista percepisce la fine del caos che ha segnato la sua vita e lo ha traumatizzato per anni.

A questo punto, quindi, c’è un netto cambiamento nella mentalità di Jimmy, probabilmente dovuto alla conversazione avuta con Jerrod. Sebbene fosse determinato a vendicarsi, capisce anche che a volte le persone meritano una seconda possibilità e l’opportunità di vivere la propria vita senza essere perseguitate ovunque. Inoltre, poiché il detective Humphries era il capo dell’idra, Jimmy si è essenzialmente sbarazzato della persona maggiormente responsabile del crimine. Qualsiasi ulteriore violenza o azione sarebbe eccessiva e inutile da parte sua. Data la quantità di sangue che ha sulle mani e i pensieri distruttivi che dominano ogni aspetto della sua vita, deve iniziare un nuovo viaggio per espiare i suoi peccati.

Pertanto, i momenti finali mostrano Jimmy che sparge le ceneri di suo fratello in mare prima di salire in macchina e allontanarsi verso l’orizzonte. Il film si conclude con una nota di speranza, con Jimmy che potenzialmente segue il consiglio di Jerrod e trova la propria salvezza per allontanarsi dal sentiero dell’oscurità. Anche se le autorità potrebbero rendergli le cose difficili, il protagonista può sfuggirle e mantenere un basso profilo abbastanza a lungo da forgiare una nuova identità libera dagli errori del passato.

Nico: la spiegazione del finale del film

Nico: la spiegazione del finale del film

Nico, noto anche con il titolo internazionale Above the Law, rappresenta l’esordio cinematografico di Steven Seagal e, al tempo stesso, la nascita di un’icona dell’action anni ’90. Prima di diventare uno dei volti più riconoscibili del cinema marziale hollywoodiano, Seagal era un istruttore di aikido, consulente per agenzie governative e guardia del corpo: un background reale che emerge con forza nel film, contribuendo a costruire quell’immagine dell’eroe silenzioso e letale che lo accompagnerà per tutta la carriera. Nico non è solo l’inizio, ma anche la dichiarazione d’intenti di un attore destinato a segnare un’intera stagione del cinema d’azione.

Il film, diretto da Andrew Davis (che in seguito lavorerà con Harrison Ford ne Il fuggitivo), si inserisce nel filone del poliziesco urbano violento tipico degli anni ’80, contaminato però da una forte componente di arti marziali che all’epoca risultava ancora piuttosto insolita per il cinema occidentale mainstream. Temi come la corruzione istituzionale, il complotto governativo e il senso di giustizia personale attraversano tutta la vicenda, ponendo il protagonista Nico Toscani in bilico tra legalità e vendetta. Il suo è un mondo in cui le regole ufficiali spesso proteggono i colpevoli, costringendo l’eroe a sporcarsi le mani per ristabilire un ordine morale superiore.

Il film ottenne un notevole successo al box office e consolidò immediatamente il mito di Seagal come “l’uomo solo contro il sistema”, un archetipo che avrebbe riproposto più volte nel corso della sua filmografia. Proprio per questo motivo, il finale del film assume un valore cruciale: da un lato chiude la vicenda secondo le logiche del genere, dall’altro lascia aperta una riflessione su quanto sia davvero possibile combattere il potere dall’interno. Nel resto dell’articolo analizzeremo proprio questo aspetto, offrendo una spiegazione dettagliata del finale di Nico e delle sue implicazioni tematiche.

Steven Seagal e Sharon Stone in Nico
Steven Seagal e Sharon Stone in Nico

La trama di Nico

Il film segue le vicende del siciliano Nico Toscani (Steven Seagal), esperto di arti marziali che viene reclutato dalla CIA per entrare a far parte di un corpo speciale impiegato per una missione tra Vietnam e Cambogia. Nel 1973, Nico rimane talmente disgustato dalle torture a cui assiste durante l’interrogatorio di un prigioniero che decide di lasciare la CIA e tornare a vivere nella sua Chicago. Passano quindici anni e l’uomo, che ormai è sposato e ha un bambino, vive insieme alla sua famiglia e alla madre.

Tolte le vesti di agente speciale, Nico è ora un incorruttibile poliziotto della narcotici del Dipartimento di Polizia di Chicago. Insieme ai suoi colleghi e amici, l’uomo veglia sulla città combattendo lo spaccio di sostanze stupefacenti. Non ha però idea di quello che sta per succedergli e del fatto che, per dare una mano a una cugina, si troverà nuovamente ad avere a che fare non solo con la CIA ma anche con l’FBI.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto di Nico, Zagon e i suoi uomini individuano padre Tomasino, miracolosamente sopravvissuto all’attentato in chiesa. Penetrano nello scantinato dove il sacerdote si rifugia con altri profughi e iniziano a torturarlo con la stessa brutalità che aveva sconvolto Nico anni prima in Cambogia. L’irruzione improvvisa di Nico, accompagnato dalla collega Delores e dall’alleato Lukic, interrompe la scena. Ne nasce uno scontro violento, durante il quale Delores viene colpita ma riesce a salvarsi grazie al giubbotto antiproiettile. Mentre Nico elimina Salvano in uno scontro diretto, viene a sua volta sopraffatto dagli uomini di Zagon e catturato.

Il confronto conclusivo tra Nico e Zagon avviene così in una dimensione quasi speculare al loro primo incontro in Vietnam. Ma a differenza del passato, Nico non è più un giovane agente inesperto costretto all’obbedienza: ora è un uomo con una coscienza formata, una famiglia da proteggere e una convinzione incrollabile nel suo codice morale. Nonostante le iniezioni illegali e il dolore, riesce a liberarsi, ribaltare la situazione e uccidere Zagon insieme ai suoi complici. Il film si chiude con l’arresto degli altri criminali e l’intervento del senatore Harrison, che si reca personalmente a casa di Nico per ringraziarlo e promettere che certi abusi non saranno più tollerati.

Steven Seagal in Nico
Steven Seagal in Nico

Dal punto di vista tematico, questo finale rappresenta il compimento della trasformazione di Nico da esecutore degli ordini governativi a vigilante etico che risponde a un sistema superiore di giustizia. Affrontare e sconfiggere Zagon non è solo un atto fisico, ma il simbolico rifiuto della logica della violenza istituzionalizzata che lo aveva traumatizzato anni prima. Zagon incarna l’orrore della legalità deviata: agisce all’interno degli apparati statali, ma lo fa per puro sadismo e tornaconto personale. Quando Nico lo elimina, non sta disobbedendo allo Stato: sta riconsegnando allo Stato la sua dignità, liberandolo dalla corruzione che lo divora dall’interno. La promessa finale del senatore Harrison non è dunque solo un riconoscimento formale, ma un atto di restituzione morale.

Inoltre, il film sottolinea che la vera giustizia richiede sacrificio personale e isolamento. Nico ha perso il distintivo, ha rischiato la vita e ha messo in pericolo la sua famiglia, ma non ha mai ceduto alla convenienza o al cinismo. Il contrasto con i colleghi che preferivano “seguire gli ordini” è evidente: la legge, per funzionare, ha bisogno di uomini disposti a metterla in discussione quando diventa strumento di oppressione. L’alleanza tra lui e Delores rafforza questa idea: non è solo un solitario giustiziere, ma il cuore pulsante di una resistenza interna che non accetta compromessi. Il fatto che l’FBI e la CIA vengano smascherati dall’interno e non dall’esterno ribadisce la natura profondamente americana del racconto: la democrazia si difende solo se qualcuno ha il coraggio di dire “no” anche quando tutti dicono “obbedisci”.

Il messaggio finale di Nico è chiaro e ancora oggi attuale: la legalità non basta se non è accompagnata dall’etica. Il film suggerisce che la vera forza non è nel potere, ma nella coscienza. Nico non è un supereroe, non ha superpoteri: è un uomo che ha visto l’orrore e ha deciso di non diventare come ciò che ha odiato. Il suo trionfo non è quello del vincitore, ma del sopravvissuto che ha scelto di restare umano. In un genere spesso dominato dalla vendetta cieca, Above the Law si distingue per una riflessione sorprendentemente lucida: non basta colpire i cattivi, bisogna cambiare le regole del gioco. E per farlo, serve qualcuno che sia davvero “al di sopra della legge”, non perché la disprezza, ma perché la onora più di chi la impone.

Sky presenta la nuova stagione: serie, cinema, show e factual tra grandi ritorni e novità

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Sky ha svelato la nuova stagione televisiva con un evento dedicato che ha mostrato l’ampiezza dell’offerta per il 2025/2026. La piattaforma punta a consolidare la sua leadership sulla qualità editoriale e sull’innovazione tecnologica, con Sky Q, Sky Glass e NOW che rendono ogni visione immersiva. Dalle serie cult ai blockbuster in prima visione, passando per show, factual e documentari esclusivi, il nuovo palinsesto unisce grandi ritorni e produzioni originali.

Tra i titoli più attesi spiccano le nuove stagioni dei franchise più amati – da House of the Dragon a Euphoria, fino al prequel IT: Welcome to Derry – e una valanga di Sky Original italiani: Call My Agent – Italia 3, Gomorra – Le Origini, Avvocato Ligas con Luca Argentero e Nord Sud Ovest Est – La leggendaria storia degli 883. Sul fronte factual e docuserie arrivano progetti dedicati a Vittorio De Sica, Lucio Fontana, Dario Argento e ai grandi del crime, mentre su Sky Arte e Sky Nature continuano i viaggi tra musica, arte e meraviglie naturali.

Serie e cinema: da “The Pitt” a “Gucci – Fine dei giochi”

The Pitt Noah Wyle

La line-up seriale di Sky per i prossimi mesi è senza precedenti. È già iniziata con The Pitt, fenomeno internazionale che racconta il pronto soccorso di Pittsburgh e ha appena vinto agli Emmy Awards, e continuerà con lo spin-off Suits LA, il crime HBO Task con Mark Ruffalo e il thriller inglese The Iris Affair – Missione ad alto rischio girato in Italia. Per Halloween debutterà IT: Welcome to Derry, che amplia l’universo di Stephen King.

Sul fronte Sky Original, l’annuncio più clamoroso riguarda Gucci – Fine dei giochi di Gabriele Muccino, tratto dal memoir di Allegra Gucci, in cui passioni, rivalità e ambizioni di potere si intrecciano nella famiglia più iconica del lusso italiano. Per il cinema, Sky Cinema conferma la sua vocazione con blockbuster come Mission: Impossible – The Final Reckoning, Jurassic World: La Rinascita, Mickey 17 di Bong Joon-ho e il live action di Dragon Trainer, senza dimenticare il cinema italiano con Le assaggiatrici di Silvio Soldini, Fuori di Mario Martone e la nuova stagione di Petra con Paola Cortellesi.

Intrattenimento e factual: X Factor, Pechino Express e la Content Factory

Il palinsesto Sky Uno rimane la casa dei grandi show: X Factor 2025 è già partito con un nuovo tavolo di giuria e i Live Show in arrivo a Napoli, MasterChef Italia torna a dicembre con Antonino Cannavacciuolo, Bruno Barbieri e Giorgio Locatelli, mentre Alessandro Borghese riprende il suo van per 4 Ristoranti. Costantino della Gherardesca prepara invece una nuova edizione di Pechino Express con tre inviati d’eccezione – Lillo, Giulia Salemi e Guido Meda – e un cast rinnovato di concorrenti.

Sul fronte factual, Sky lancia la Content Factory: un laboratorio che integra news, sport e cultura con vodcast originali firmati da Pablo Trincia, Matteo Caccia, Mariangela Pira, Alessio Viola, Lisa Offside e Stefano Borghi. In questo modo la testata Sky TG24, già leader di fiducia per gli under 35, rafforza la sua offerta con nuovi format digital first. E per i canali free-to-air (TV8 e Cielo) arrivano in chiaro i big show Sky, il ritorno di Love Bugs con Brenda Lodigiani e Michele Rosiello e il nuovo TG sportivo Sky Sport 24 Night.

Lex Luthor: la sua apparizione in Peacemaker è “davvero importante” per il DCU

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Dopo l’estate dedicata a Superman, questa settimana Peacemaker ha riunito il DCU di James Gunn per quello che lui definisce un “momento davvero importante” per il franchise. Il boss della DC Studios ha recentemente spiegato il significato dell’apparizione di Lex Luthor (Nicholas Hoult) nell’episodio della seconda stagione “Ignorance Is Chris” e come questo influenzi “l’intero DCU” in vista del prossimo film su Superman, Man of Tomorrow.

Questa è stata una delle prime scene che abbiamo girato. Credo che l’abbiamo girata nel bel mezzo delle riprese di Superman, mentre stavamo girando le sequenze al Pentagono. È stato bello, ma anche strano perché, dal punto di vista del tono, sembrava immediatamente diverso da Superman, che è così grandioso e sfacciato. Questo show è invece molto realistico e crudo. E poi c’era anche Nick che imprecava”, ha detto Gunn su Peacemaker: The Official Podcast.

Ma mi è sembrato che anche la performance di Nick fosse diversa”, ha detto, mentre sua moglie e star Jennifer Holland ha osservato: “Sembrava un po’ più cupa, era un po’ diversa”. Nell’episodio, Rick Flag Sr. (Frank Grillo) fa visita a Lex a Belle Reve per chiedergli aiuto nel trovare il portale di Peacemaker (John Cena) verso la dimensione alternativa, dopo che il cattivo è stato arrestato in Superman per aver gestito il proprio universo tascabile.

Quindi, abbiamo un momento davvero importante, non solo per Peacemaker, ma per l’intero DCU, in cui Rick Flag, il capo dell’ARGUS, stringe un accordo con Lex Luthor”, ha spiegato Gunn. “In cambio della scoperta da parte di Lex Luthor del portale di Peacemaker, lo trasferirà da una prigione con metaumani a una prigione senza metaumani”. Gunn ha sottolineato che Flag ha “fatto squadra con Lex Luthor, il che è spaventoso, un uomo con un potere pari a quello di Flag. Ha un piano, ed è spaventoso per il nostro ragazzo Peacemaker”.

Il regista di Superman ha rivelato in precedenza che Lex collaborerà con il Superman di David Corenswet in Man of Tomorrow, “contro una minaccia molto, molto più grande”, aggiungendo: “È più complicato di così. È tanto un film su Lex quanto un film su Superman”.

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Tutto quello che sappiamo della stagione 2 di Peacemaker

La gente sta capendo che la seconda stagione di Peacemaker riguarda due dimensioni, e questo è davvero il cuore della serie”, ha spiegato Gunn durante una recente intervista con Rolling Stone. “Ma non è che una di queste sia la vecchia DCEU e l’altra la DCU. La questione viene affrontata in modo diverso, in modo molto diretto in una stagione in cui quasi tutto nella prima stagione è canonico e alcune cose non lo sono. E infatti ho registrato un podcast con gli attori Steve Agee e Jen Holland“.

Abbiamo parlato di ogni episodio di Peacemaker e in quegli episodi ho spiegato cosa è canonico e cosa non lo è. In pratica ho eliminato alcune piccole cose della prima stagione di Peacemaker che non sono canoniche, come Aquaman. Ma la maggior parte delle cose è canonica“. Stando a queste parole di Gunn, sarà dunque interessante scoprire cosa la seconda stagione aggiungerà alla storia di Peacemaker e come lo renderà a tutti gli effetti un personaggio del DC Universe.

Peacemaker esplora la storia del personaggio che John Cena riprende all’indomani del film del 2021 del produttore esecutivo James Gunn, Suicide Squad – un uomo irresistibilmente vanaglorioso che crede nella pace ad ogni costo, non importa quante persone debba uccidere per ottenerla!”, è stato poi riferito. I dettagli precisi sulla trama della seconda stagione sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che Frank Grillo riprenderà il ruolo di Rick Flag Sr. e cercherà di vendicarsi per l’uccisione da parte di Peacemaker di suo figlio Rick Jr. (Joel Kinnaman) avvenuta in The Suicide Squad.

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Highlander: il wrestler Drew McIntyre sarà il fratello di Henry Cavill

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La superstar della WWE Drew McIntyre è entrata ufficialmente a far parte del cast di Highlander, il film della United Artists di Amazon MGM Studios diretto da Chad Stahelski, come riportato da Deadline. McIntyre reciterà al fianco di Henry Cavill nel ruolo di Angus MacLeod, fratello del suo personaggio MacLeod. Una scelta di casting che è stata subito accolta con grande entusiasmo.

McIntyre, come sapranno i fan della disciplina, è un wrestler professionista scozzese, due volte campione WWE e vincitore del Royal Rumble 2020. Highlander lo riunisce con la squadra di stuntman e action team 87Eleven di Stahelski e con il wrestler in pensione Dave Bautista, che ha già lavorato con McIntyre nel suo debutto cinematografico in The Killer’s Game della Lionsgate.

Cosa sappiamo di Highlander

Il nuovo film Highlander è il remake di un fantasy d’azione del 1986 su guerrieri immortali, con l’attore Henry Cavill di L’Uomo d’Acciaio e The Witcher nel ruolo principale. La regia è affidata a Chad Stahelski, già regista della serie John Wick. Il resto del cast è poi composto da Russell Crowe nel ruolo del mentore originariamente interpretato da Sean Connery nel classico del 1986, Djimon HounsouDave Bautista Marisa Abela.

Quattro Figlie: Kaouther Ben Hania e la forza politica del documentario

Con l’arrivo su IWONDERFULL Prime Video Channel, Quattro figlie di Kaouther Ben Hania torna a interrogare il pubblico sulla potenza del cinema documentario e sulla sua capacità di trasformarsi in esperienza collettiva. Presentato in concorso a Cannes 2023, premiato con l’Œil d’or e candidato all’Oscar 2024, il film ha imposto la regista tunisina come una delle voci più radicali e riconoscibili del panorama contemporaneo. La sua uscita in streaming coincide con il debutto in sala de La voce di Hind Rajab, ulteriore tassello di un percorso che non separa mai la sperimentazione formale dal confronto con la realtà sociale e politica.

Una storia che non poteva restare ai margini

Al centro del film c’è la storia di Olfa Hamrouni, madre tunisina di quattro figlie, segnata dalla scomparsa delle due maggiori, partite adolescenti verso la Libia e inghiottite dalla spirale del jihadismo. Per colmare quel vuoto, Ben Hania immagina un dispositivo inedito: accanto a Olfa e alle due figlie minori, due attrici professioniste interpretano le figlie assenti, mentre una terza – la celebre Hend Sabri – entra in scena come alter ego della madre. Non si tratta quindi di una semplice ricostruzione, ma di un vero e proprio gioco di specchi che rende visibili le contraddizioni di una famiglia e di una società intera.

Ben Hania incontra Olfa per la prima volta nel 2016, dopo aver ascoltato un’intervista radiofonica. La sua vicenda la colpisce immediatamente, come ha raccontato a CNC, ma non trova subito la chiave per raccontarla. Per anni il progetto resta sospeso, finché non matura l’idea di un dispositivo capace di restituire quella storia senza ridurla a cronaca. Il film nasce così: da un bisogno di tradurre l’assenza in presenza, di dare corpo al non detto, di rendere visibile il dolore senza spettacolarizzarlo.

Frame da Quattro figlie di Kaouther Ben Hania

Un dispositivo che fonde realtà e finzione

Come anticipavamo, la struttura di Quattro Figlie è assolutamente inedita. Olfa e le due figlie minori compaiono in scena insieme a tre attrici: due interpretano le sorelle assenti, mentre la star Hend Sabri veste i panni della madre nelle sequenze più dolorose. Non si tratta di ricostruzioni fedeli, ma di un laboratorio della memoria. Le protagoniste reali osservano le attrici, le dirigono, le contestano, e a volte prendono persino il loro posto.

Il risultato è un continuo gioco di scambio tra chi ha vissuto i fatti e chi li rappresenta. La linea di confine tra documentario e finzione si fa labile, e proprio in questo spazio di ambiguità si sprigiona la forza del film. Ogni scena diventa un’occasione di confronto, un modo per interrogare i ricordi e scoprire come il passato abiti ancora il presente.

D’altra parte, la regista non ha mai nascosto la sua diffidenza verso l’idea di un documentario neutrale: «Non credo un secondo all’oggettività. Quando qualcuno dice di essere obiettivo, io mi insospettisco. Per me, ogni film è un punto di vista» (SCAM, 15 dicembre 2023). Una dichiarazione che diventa principio estetico e politico: Quattro figlie non promette di raccontare “come sono andate le cose”, ma costruisce davanti ai nostri occhi un processo di elaborazione.

Per rendere tangibile questo patto con lo spettatore, la regista decide di rompere la barriera con la macchina da presa. Durante le interviste, Olfa guarda direttamente in camera grazie a un teleprompter che riflette il volto della regista: «Volevo che fosse chiaro che parlava a me e, allo stesso tempo, al pubblico», ha ricordato Ben Hania. In questo modo, il film espone i suoi strumenti e chiede a chi guarda di partecipare a una riflessione attiva.

Quattro figlie (2023, Kaouther Ben Hania)

Un set come laboratorio della memoria

Quasi tutto il film è girato in un unico luogo, l’ex hotel “Tour Eiffel” di Tunisi, trasformato in un vero e proprio teatro della memoria. Un reticolato diventa cella, una stanza evoca la cucina di famiglia, un corridoio si apre come spazio di passaggio. Non c’è ricerca di realismo, ma di suggestione: un ambiente chiuso che permette libertà, improvvisazione, imprevisto.

«Non volevo la pesantezza dei set mobili, con spostamenti e camion. Avevo bisogno di uno spazio che ci permettesse di sperimentare e di essere sorpresi», ha spiegato Ben Hania a SCAM. In questo modo, le scene non vengono ripetute più volte; spesso la prima ripresa resta definitiva, proprio perché cattura l’emergere inatteso di una parola o di un ricordo.

Olfa tra amore e violenza

Il cuore del film è la figura di Olfa, ritratta in tutta la sua ambivalenza: madre affettuosa e al tempo stesso autoritaria, capace di violenza, segnata da un patriarcato interiorizzato che finisce per trasmettere alle figlie. Ben Hania decide di affiancarle un doppio attoriale per gestirne la forza travolgente: «Olfa aveva una personalità così potente che rischiava di fagocitare il film. La presenza di Hend Sabri mi ha permesso di restituirla nella sua complessità».

Il film non cerca di assolvere né di condannare, ma di comprendere. Laddove i media tunisini avevano spesso dipinto Olfa come “mostro” o “madre snaturata”, il dispositivo cinematografico ne svela la fragilità e le contraddizioni, permettendo allo spettatore di coglierne la dimensione umana.

Olpha e il suo "doppio" Hend Sabri in Quattro Figlie di Kaouther Ben Hania

Le figlie come specchio di una società

Se Olfa è il centro magnetico del racconto, le figlie minori – Eya e Tayssir – ne sono il contrappunto vitale. Cresciute nella Tunisia post-rivoluzionaria, vivono il bisogno di libertà attraverso gesti quotidiani: truccarsi, vestirsi di nero, indossare o togliere il velo. Sono segni di ribellione ma anche strategie di sopravvivenza, che il film registra con attenzione.

Partecipando alla messa in scena, le ragazze si confrontano con il ricordo delle sorelle assenti: un esercizio doloroso, a tratti ludico, che diventa occasione di consapevolezza. «La loro resistenza al patriarcato non nasce da un discorso politico, ma da un istinto quasi organico» afferma la regista. Ed è forse questa spontaneità a rendere il film così universale.

Un solo volto per gli uomini

Un’altra scelta radicale di Quattro Figlie riguarda le figure maschili: a interpretarle tutte è lo stesso attore. Non per mancanza di risorse, ma per una precisa intenzione. I padri, i compagni, gli uomini che circondano la famiglia di Olfa hanno un ruolo intercambiabile e marginale; ciò che conta, per Ben Hania, è la coralità delle voci femminili. In questo modo il film sottolinea come la vicenda di Olfa e delle sue figlie sia soprattutto un racconto di sguardi e di corpi femminili, di legami che resistono e di ferite che si trasmettono.

Le quattro protagoniste di Four Daughters

Il montaggio come scrittura

Il percorso di Quattro figlie per arrivare sul grande schermo è stato lungo e accidentato. Il primo montaggio durava cinque ore e, solo attraverso un intenso lavoro di sottrazione, Ben Hania e i suoi collaboratori sono riusciti ad attestarsi su un minutaggio di 110 minuti. «Ho capito che il film era pronto quando ho provato ad aggiungere scene che amavo e il film, come se fosse vivo, le ha rifiutate» (CNC). È un processo che conferma come il documentario non equivalga meramente a una registrazione passiva, ma atto di scrittura.

Pur senza agitare fragorosamente bandiere, Quattro Figlie resta un documento profondamente politico, che interroga le radici del patriarcato, il ruolo dei media, la responsabilità delle istituzioni. Non è un caso che sia stato il primo film tunisino in concorso a Cannes dopo più di cinquant’anni: un segnale della vitalità di un cinema capace di guardare alla propria realtà senza timori. «Il patriarcato non è solo una questione di uomini. Molte donne lo interiorizzano, lo riproducono come unica forma di protezione» ha dichiarato Ben Hania a TROISCOULEURS.

Quattro figlie non è solo un documentario, ma un’esperienza che ridefinisce il rapporto tra chi racconta e chi guarda. Preferisce mostrare la complessità delle relazioni, i silenzi, le contraddizioni, la fragilità della memoria: è in questo spazio che il cinema di Kaouther Ben Hania trova la sua forza, restituendo dignità al dolore, dando voce a chi è rimasto nell’ombra e mostrando come il racconto, per quanto terribilmente doloroso, possa diventare la forma più radicale di resistenza.

Avengers: Doomsday, Shane Black afferma che Dottor Destino rivoluzionerà i cinecomic

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Mentre Robert Downey Jr. si prepara a tornare nel Marvel Cinematic Universe in Avengers: Doomsday, uno dei precedenti registi della Marvel Studios, reagisce alla sua scelta per il ruolo di Dottor Destino. In una nuova intervista con ComicBook, il regista di Iron Man 3, Shane Black, ha infatti commentato il ritorno dell’ex attore di Tony Stark nel franchise, ma ora come antagonista centrale dell’attuale narrazione della Marvel Studios.

Dopo aver lavorato con la star nel film del 2013, che ha incassato 1,2 miliardi di dollari al botteghino mondiale, il regista ha condiviso quanto segue sul sorprendente casting: “Penso che con questo ruolo riuscirà a rinvigorire da solo l’intero settore dei film tratti dai fumetti. All’inizio sembrava un’idea cinica, del tipo:Oh, torniamo al vecchio trucco dell’unico tizio che sembra salvarci sempre”. Ma funzionerà. Funzionerà davvero. E lui ha portato… Non posso dire nulla, non che io sappia. Sono entusiasta perché sarò il primo a vederlo. Non ho visto tutti i film Marvel. Vedrò prima quello”.

L’attore premio Oscar ha recentemente terminato le riprese con il cast di Avengers: Doomsday, ma il film del 2026 non è l’unico progetto MCU in cui apparirà. Dottor Destino tornerà anche in Avengers: Secret Wars, le cui riprese inizieranno più avanti, molto probabilmente nel 2026. Date anche le parole di Black, che non è però chiaro cosa e quanto sappia del ruolo di Downey Jr. nel film, c’è da aspettarsi che Dottor Destino avrà un peso enorme non solo sulla conclusione di questa saga ma anche sull’inizio della prossima.

Cosa sappiamo di Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars arriveranno in sala rispettivamente il 18 dicembre 2026, e il 17 dicembre 2027. Entrambi i film saranno diretti da Joe e Anthony Russo, che tornano anche nel MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

Sono confermati nel cast del film (per ora): Paul Rudd (Ant-Man), Simu Liu (Shang-Chi), Tom Hiddleston (Loki), Lewis Pullman (Bob/Sentry), Florence Pugh (Yelena), Danny Ramirez (Falcon), Ian McKellen (Magneto), Sebastian Stan (Bucky), Winston Duke (M’Baku), Chris Hemsworth (Thor), Kelsey Grammer Bestia), James Marsden (Ciclope), Channing Tatum (Gambit), Wyatt Russell (U.S. Agent), Vanessa Kirby (Sue Storm), Rebecca Romijn (Mystica), Patrick Stewart (Professor X), Alan Cumming (Nightcrawler), Letitia Wright (Black Panther), Tenoch Huerta Mejia (Namor), Pedro Pascal (Reed Richards), Hannah John-Kamen (Ghost), Joseph Quinn (Johnny Storm), David Harbour (Red Guardian), Robert Downey Jr. (Dottor Destino), Ebon Moss-Bachrach (La Cosa), Anthony Mackie (Captain America).

Man of Tomorrow: James Gunn chiarisce se Brainiac è il cattivo principale

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Dopo il ritorno sul grande schermo dell’Uomo d’Acciaio quest’estate con la nuova incarnazione cinematografica di David Corenswet, il finale del film di Superman è solo l’inizio per l’amato supereroe. Dato che il film del 2025 ha superato i 615 milioni di dollari al botteghino mondiale, oltre a ricevere diverse recensioni positive, è stato ufficialmente deciso di realizzare un sequel, dato che James Gunn ha già terminato la sceneggiatura del nuovo film: Man of Tomorrow.

Tuttavia, i dettagli sono ancora estremamente limitati, compreso il tipo di nuova minaccia che l’ultimo figlio di Krypton dovrà affrontare tra circa due anni. In una nuova intervista con Entertainment Weekly, Gunn è stato però ora finalmente interrogato sulla misteriosa pagina della sceneggiatura di Man of Tomorrow, che ha dato vita alla teoria secondo cui Brainiac sarà il cattivo principale del film del 2027. Tuttavia, il co-CEO della DC Studios ha condiviso la seguente risposta sullo status del famoso antagonista nel prossimo capitolo:

Ascoltate, ovviamente non ignoravo che quando ho pubblicato la copertina della sceneggiatura ci sarebbero state discussioni su quel particolare argomento. Ma penso che per il momento non riveleremo cosa succederà esattamente”, si è limitato a dire Gunn. Le sue parole dunque non smentiscono Brainiac come antagonista del film, ma potrebbero esserci altre sorprese in merito oppure la sua partecipazione potrebbe comportare qualcosa di particolare che al momento è difficile da prevedere. Come sempre, non resta che attendere maggiori novità.

Tutto quello che sappiamo su Man of Tomorrow

Le riprese principali di Man of Tomorrow dovrebbero iniziare nella primavera del 2026, con una data di uscita fissata per il 9 luglio 2027. David Corenswet riprenderà il ruolo nel sequel al fianco di Lex Luthor, interpretato da Nicholas Hoult, poiché i due si alleeranno contro questo nuovo nemico, come ha dichiarato il regista.

James Gunn ha infatti affermato: “È una storia in cui Lex Luthor e Superman devono collaborare in una certa misura contro una minaccia molto, molto più grande. È più complicato di così, ma questa è una parte importante. È tanto un film su Lex quanto un film su Superman. Mi è piaciuto molto lavorare con Nicholas Hoult. Purtroppo mi identifico con il personaggio di Lex. Volevo davvero creare qualcosa di straordinario con loro due. Adoro la sceneggiatura”.

Gunn annunciato Man of Tomorrow sui social media il 3 settembre. Nel suo annuncio, lo sceneggiatore e regista ha incluso un’immagine tratta dal fumetto in cui Superman è in piedi accanto a Lex Luthor nella sua Warsuit. Nei fumetti DC, Lex crea la tuta per eguagliare la forza e le abilità di Superman. Mentre l’immagine teaser suggeriva che Lex e Superman sarebbero stati di nuovo in contrasto, ora sembra che Lex userà la sua Warsuit per poter essere allo stesso livello di Superman per qualsiasi grande minaccia si presenti loro. Al momento, è confermata la presenza della Lois Lane di Rachel Brosnahan.

Il film è stato in precedenza descritto come un secondo capitolo della “Saga di Superman”. Ad oggi, Gunn ha affermato unicamente che “Superman conduce direttamente a Peacemaker; va notato che questo è per adulti, non per bambini, ma Superman conduce a questo show e poi abbiamo l’ambientazione di tutto il resto della DCU nella seconda stagione di Peacemaker, è incredibilmente importante”.

Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo, la storia vera che ha ispirato il film

È il 1971, Clint Eastwood presenta al mondo uno dei personaggi più iconici suoi e di Hollywood, l’ispettore “Dirty” Harry Callahan nel thriller d’azione Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo di Don Siegel. Callahan è la definizione stessa di una mina vagante, un poliziotto duro e cinico che non esita a spingersi oltre i limiti della legge per catturare i criminali di San Francisco. Armato di un atteggiamento risoluto e di una Magnum .44, Callahan è alla ricerca di un serial killer. Nel mondo reale, in quegli anni, anche la polizia di San Francisco era alla ricerca di un serial killer: il famigerato Killer dello Zodiaco. Una coincidenza? Niente affatto. Il film è infatti basato sulla storia vera della caccia della polizia di San Francisco all’inafferrabile assassino.

Chi era il Killer dello Zodiaco su cui è basato il film

Dal 1969 al 1974, un uomo conosciuto solo come Killer dello Zodiaco ha fatto vivere nella paura la popolazione di San Francisco. Il suo regno di terrore è iniziato il 20 dicembre 1968, quando il diciassettenne David Faraday e la sua ragazza, la sedicenne Betty Lou Jensen, sono stati trovati fuori Vallejo, in California. Entrambi erano stati uccisi a colpi di pistola, apparentemente in modo casuale. Il killer dello Zodiaco colpì nuovamente il 5 luglio 1969, quando una coppia, la ventiduenne Darlene Ferrin e il diciannovenne Mike Mageau, fu avvicinata da un uomo mentre era in macchina. Il killer dello Zodiaco sparò una raffica di colpi contro i due, ferendo gravemente Mageau e uccidendo Ferrin.

Nel settembre 1969, Cecelia Shepard e Bryan Hartnell furono aggrediti da un uomo che indossava un cappuccio e una maglietta con un simbolo a forma di cerchio e croce sulla riva del lago Berryessa. Furono legati e poi pugnalati senza pietà. Entrambi sopravvissero a stento all’aggressione, ma purtroppo Shepard morì poco dopo a causa delle gravi ferite riportate. L’ultimo omicidio attribuito direttamente al Killer dello Zodiaco avvenne poco dopo, quando un tassista di 29 anni, Paul Stine, fu ucciso a colpi di pistola nel quartiere Presidio Heights di San Francisco. Cinque omicidi in tutto, ma il numero potrebbe arrivare fino a 37, come sostenuto dallo stesso killer dello Zodiaco. Ciò che era più inquietante non era necessariamente la casualità degli omicidi, ma la spavalderia dell’assassino.

Egli provocava il pubblico e la polizia attraverso una serie di lettere e telefonate, rivelando senza timore i luoghi e rivendicando la responsabilità dei suoi omicidi. Le lettere iniziavano con “qui parla Zodiac” ed erano firmate con un disegno che assomigliava a un mirino. Quattro delle lettere erano crittogrammi, uno dei quali fu decifrato in pochi giorni e recitava: “Mi piace uccidere le persone perché è molto divertente”. Un altro codice, che iniziava con “Spero che vi stiate divertendo molto a cercare di catturarmi”, non è stato decifrato fino al 2020 da un trio di decodificatori dilettanti. Altrettanto inquietante era il fatto che, nonostante le impronte digitali, le descrizioni, le segnalazioni e le piste, il killer Zodiac non è mai stato trovato e potrebbe benissimo essere ancora in libertà.

Ispettore Callaghan - il caso Scorpio è tuo! film

Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo affronta il Killer dello Zodiaco, più o meno

Una donna viene uccisa mentre nuota in una piscina sul tetto a San Francisco. L’assassino, chiamato “Scorpio” (Andy Robinson), lascia una lettera in cui chiede 100.000 dollari, altrimenti ucciderà altre persone. La nota viene trovata dall’ispettore Harry Callahan della polizia di San Francisco, alias “Dirty” Harry, che è frustrato quando il sindaco cede alle richieste di Scorpio. Durante la pausa pranzo, Callahan si imbatte in una rapina in banca. Uccide uno dei rapinatori e tiene sotto tiro l’altro, intimandogli di arrendersi (il leggendario monologo “Mi sento fortunato?”). Ora, insieme al suo partner Chico Gonzalez (Reni Santoni), cercano di catturare Scorpio dopo che un elicottero della polizia lo ha avvistato, ma senza successo.

Il giorno dopo arriva un’altra lettera di Scorpio, in cui afferma di aver rapito un’adolescente e che la ucciderà se non gli verranno dati 200.000 dollari. Callahan deve consegnare il denaro e Scorpio lo fa rincorrere le telefonate da una cabina all’altra in tutta la città prima di mandarlo finalmente al Mount Davidson Cross. Scorpio ha la meglio su Callahan, intenzionato a ucciderlo e a lasciar morire l’adolescente. Callahan riesce a fuggire pugnalando Scorpio alla gamba, ma Scorpio riesce a scappare di nuovo. Callahan finisce per rintracciarlo al Kezar Stadium, gli spara alla gamba e gli calpesta la ferita, torturando Scorpio affinché riveli dove si trova l’adolescente.

La cattiva notizia è che la ragazza è già morta. Peggio ancora, le prove raccolte da Callahan sono inammissibili a causa del trattamento che gli ha riservato. Scorpio è un uomo libero, ma Callahan lo segue ovunque. Quando Callahan è costretto a smettere di seguire Scorpio, quest’ultimo ruba una pistola da un negozio, dirotta uno scuolabus e chiede un riscatto che include un volo fuori città. Callahan rintraccia l’autobus e salta sul tetto. L’autobus si schianta contro un cumulo di terra vicino a una cava, spingendo Scorpio a prendere un ostaggio. Callahan lo fissa dopo aver liberato l’ostaggio ferendo Scorpio. Ripete l’ultimatum che aveva dato in precedenza al rapinatore di banca.

Scorpio, sentendosi fortunato, cerca di prendere la pistola ma non ci riesce e viene ucciso dall’ultimo proiettile di Callahan. Callahan poi prende il suo distintivo della polizia e lo getta in una pozza d’acqua. Il parallelismo più evidente tra Dirty Harry e il caso reale del Killer dello Zodiaco è il nome dell’assassino, Scorpio. Come lo Zodiac, Scorpio provoca la polizia attraverso lettere e telefonate, anche se in modo molto più diretto rispetto a quanto faceva il vero killer (niente uccide un thriller d’azione più rapidamente che vedere dei tizi che cercano di decifrare una lettera sullo schermo). A un certo punto del film, Scorpio indossa una maschera, cosa per cui era noto il Killer dello Zodiaco.

Ispettore Callaghan - il caso Scorpio è tuo! cast

In una lettera da lui inviata, questi minacciava di dirottare uno scuolabus. Anche se ciò non si è mai verificato, il climax del film riproduce questo scenario. Un altro aspetto del film ispirato alla vita reale è lo stesso Callahan, basato sul detective della polizia Dave Toschi, che all’epoca lavorava al caso. Il detective era, come Callahan, un tipo anticonformista, schietto e imprevedibile (anche se non così imprevedibile), e non solo ha ispirato “Dirty” Harry Callahan, ma anche Steve McQueen in Bullitt (Toschi ha ammesso che gli piacevano McQueen e la sua interpretazione, ma ha abbandonato la proiezione di Dirty Harry perché troppo simile alle indagini sul Killer dello Zodiaco).

Dirty Harry ha avuto successo dove la polizia di San Francisco ha fallito

Il successo di Harry Callahan sta nel fatto che è riuscito a ottenere ciò che la polizia di San Francisco non è riuscita a fare: porre fine alle azioni del serial killer. In questo senso, il film diventa una sorta di fantasia, presentando un agente vendicativo e tenace che rintraccia e uccide il serial killer che ha paralizzato la città nella paura. Callahan non ha rispettato le regole e non ha esitato a ricorrere a qualsiasi mezzo necessario per salvare la città e i suoi abitanti. La polizia di San Francisco ha rispettato le regole, anche Toschi, e, ingiustamente o meno, il pubblico voleva risultati, non correttezza. Il finale del film lo dimostra. Quando Callahan uccide Scorpio, la .44 Magnum lo fa cadere all’indietro con forza, diventando una catarsi per la gente, un senso di giustizia servita. Se non nel mondo reale, almeno da qualche parte.

E quando Callahan getta via il suo distintivo della polizia, riconosce visivamente che nemmeno lui vede la polizia di San Francisco fare ciò che dovrebbe. Non tutti hanno provato piacere nel vedere “Dirty” Harry fare giustizia. Il film è stato controverso al momento dell’uscita, con molti che hanno citato il fatto che la percezione positiva del vigilantismo denigrasse i diritti dell’imputato. Ciononostante, Dirty Harry è stato un successo che ha dato vita a quattro sequel: Una 44 Magnum per l’ispettore Callaghan, Cielo di piombo, ispettore Callaghan, Coraggio… fatti ammazzare e Scommessa con la morte. Dei cinque, solo Dirty Harry aveva un legame con eventi della vita reale e per giunta molto attuali. E, cosa inquietante, è molto probabile che lo Zodiac Killer fosse seduto in un cinema della città che aveva terrorizzato, godendosi il racconto fittizio di ciò che aveva fatto.

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The Social Reckoning: svelato il titolo ufficiale del sequel di The Social Network

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Il seguito di The Social Network del premio Oscar Aaron Sorkin è ora ufficialmente intitolato The Social Reckoning e uscirà nelle sale il 9 ottobre 2026, come annunciato dalla Sony Pictures.

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Tutto quello che c’è da sapere su The Social Reckoning

Il film vedrà la partecipazione dell’attore premio Oscar Mikey Madison (“Anora”, “C’era una volta a… Hollywood”), del vincitore del Golden Globe e dell’Emmy Award Jeremy Allen White (“The Bear”, “Springsteen: Liberami dal Nulla”), del candidato all’Emmy e al Grammy Bill Burr (“Old Dads”, “The King Of Staten Island”) e del candidato all’Oscar Jeremy Strong (“The Apprentice”, “Succession”) reciteranno in The Social Reckoning, con Strong confermato nel ruolo del fondatore di Facebook Mark Zuckerberg.

Il film è scritto e diretto da Sorkin, che è anche produttore insieme a Todd Black, Peter Rice e Stuart Besser. La produzione dovrebbe iniziare il mese prossimo. Descritto come un “compagno” di “The Social Network”, il nuovo film si concentra sugli eventi che hanno avuto luogo quasi vent’anni dopo che il giovane programmatore geniale e un gruppo di pionieri della tecnologia hanno inventato quella che sarebbe diventata la più grande piattaforma di social media al mondo.

The Social Reckoning racconta la storia vera di come Frances Haugen (Madison), una giovane ingegnere di Facebook, chieda l’aiuto di Jeff Horwitz (White), un giornalista del Wall Street Journal, per intraprendere un viaggio pericoloso che finirà per svelare i segreti più gelosamente custoditi del social network. Il reportage di Horwitz, una serie di articoli noti come “The Facebook Files”, è stato pubblicato nel 2021 e ha denunciato Facebook per i suoi effetti dannosi sugli adolescenti e la sua consapevole diffusione di disinformazione, che ha contribuito ad atti di violenza politica.

Il film The Social Network del 2010, uscito anch’esso nel mese di ottobre, è stato un successo di critica e di pubblico, incassando 226 milioni di dollari al botteghino mondiale e ricevendo otto nomination agli Oscar, tra cui quella per il miglior film. La vittoria di Sorkin per la migliore sceneggiatura non originale (il film era liberamente ispirato al libro di Ben MezrichThe Accidental Billionaires”) è stata una delle tre statuette che il film ha portato a casa.

Jurassic World – Il dominio: la spiegazione del finale del film

Jurassic World – Il dominio: la spiegazione del finale del film

Il finale di Jurassic World – Il Dominio (qui la recensione) conclude la trilogia di Jurassic World e la storia iniziata con Jurassic Park. Il film termina infatti con Owen, Claire e il team del primo film – Ellie Sattler, Alan Grant e Ian Malcolm – che fuggono dalla Biosyn mentre il santuario brucia dopo che Lewis Dodgson ha tentato di distruggere le prove relative alle locuste prima che la notizia venisse diffusa. Dopo aver salvato Maisie, il dottor Henry Wu studia il suo DNA per creare un agente patogeno che alteri il DNA delle locuste, impedendo loro di distruggere i raccolti globali e ripristinando l’equilibrio dell’ecosistema.

Con la Biosyn ormai al collasso in seguito alla testimonianza di Ramsay Cole, la valle viene dichiarata santuario globale per tutti i dinosauri, che possono vagare liberi senza timore di essere catturati illegalmente. Il finale del film conclude così la storia iniziata in Jurassic World e chiude il cerchio per tutti i personaggi, vecchi e nuovi, prima che scorrano i titoli di coda. Tuttavia, ci sono ancora alcuni elementi del finale che potrebbero non essere chiari e alcuni aspetti che vale la pena approfondire.

La spiegazione del piano della Biosyn

Negli anni successivi a Jurassic Park, Lewis Dodgson è andato oltre il semplice furto di embrioni di dinosauro. È diventato l’amministratore delegato della Biosyn, un’azienda genetica con le risorse per sperimentare sui genomi dei dinosauri. L’azienda ha anche creato un santuario per i dinosauri nelle Dolomiti italiane. Sebbene l’azienda si vanti di sperimentare sui dinosauri nel tentativo di curare le malattie umane e aiutare il mondo, Lewis ha in realtà creato locuste dinosauri che si nutrono dei raccolti di tutto il mondo che non provengono direttamente dalla Biosyn.

Questo sta devastando il sistema ecologico mondiale, poiché le locuste mangiano le fonti di cibo degli animali. Questo li lascia affamati e minaccia di sterminarli, il che si ripercuoterebbe sugli esseri umani che mangiano proprio questi animali. Interrompere la catena alimentare è ciò che Lewis vuole, perché costringerebbe il mondo a fare affidamento sulla Biosyn come risorsa primaria. Le locuste che distruggono i raccolti globali mettono effettivamente la Biosyn al controllo del sistema ecologico. Soprattutto, Lewis voleva il controllo e il potere. Nascondere la missione aziendale della Biosyn era il modo migliore per ottenere qualcosa di sinistro con il pretesto di fare del bene.

Jurassic World - Il dominio cast film

 

Perché il dottor Henry Wu ha deciso di aiutare

Il dottor Henry Wu è stato un antagonista per gran parte della serie Jurassic World. Sebbene il suo ruolo in Jurassic Park fosse stato ridimensionato, alla fine è salito a posizioni di potere all’interno della InGen ed è stato responsabile della creazione di dinosauri ibridi come l’Indominus Rex. In Jurassic World – Il Dominio, Henry prova un forte senso di colpa per ciò che la Biosyn stava facendo; non gli andava giù che le locuste stessero danneggiando il sistema ecologico mondiale.

Ha visto con i propri occhi la distruzione causata dagli esperimenti sui genomi dei dinosauri e ha voluto contribuire a risolvere il problema dimostrando che la sperimentazione sul genoma poteva effettivamente aiutare a risolvere il problema delle locuste e a curare le malattie. Henry ha deciso di studiare il DNA clonato di Maisie per capire come Charlotte Lockwood fosse riuscita a rimuovere qualsiasi anomalia genetica dalla sequenza.

Capendo e comprendendo il genoma di Maisie, Henry poteva alterare il DNA delle locuste in modo che si estinguessero nel giro di una generazione e smettessero completamente di nutrirsi dei raccolti. Il piano di Henry contribuì efficacemente a salvare il mondo dal disastro ecologico e aprì la strada alla possibilità che i patogeni genomici potessero curare le malattie umane su scala globale.

La clonazione di Maisie Lockwood e la spiegazione del retcon di Il regno distrutto

Jurassic World – Il regno distrutto ha rivelato che Maisie Lockwood era il clone di Charlotte Lockwood, la figlia di Benjamin Lockwood presumibilmente morta in un incidente d’auto. Tuttavia, Jurassic World – Il Dominio ha confermato che Maisie non era solo il clone di Charlotte, ma che Charlotte stessa era la madre biologica della quattordicenne. Charlotte desiderava davvero un figlio e, in qualità di una delle principali genetiste della InGen, ha clonato se stessa e ha portato Maisie in grembo per nove mesi prima che nascesse.

Inoltre, Charlotte non è affatto morta in un incidente stradale, ma a causa di una malattia genetica di cui non si era resa conto fino alla nascita di Maisie. Tuttavia, Charlotte è riuscita a creare una cura che ha garantito che il DNA di Maisie non presentasse alcuna malattia genetica, permettendole di vivere una vita diversa da quella di Charlotte. La decisione di Charlotte di clonare se stessa è ciò che alla fine ha portato alla rottura tra Benjamin e il suo socio in affari John Hammond, ex amministratore delegato della InGen e fondatore del Jurassic Park.

Jurassic World - Il dominio trama
L’attrice Bryce Dallas Howard in una scena di Jurassic World – Il dominio

Cosa succede ai personaggi originali di Jurassic Park dopo questo film?

Alan Grant, Ellie Sattler e Ian Malcolm sono tornati in Jurassic World – Il Dominio, collaborando per chiudere la Biosyn e rivelare al mondo cosa stava realmente facendo l’azienda con le locuste. Dopo il loro successo, i tre personaggi di Jurassic Park hanno testimoniato contro la Biosyn e rivelato la verità su ciò che stava accadendo. Alan ed Ellie sono tornati insieme dopo essersi corteggiati per tutto il film.

Alan decide di non tornare ai suoi scavi paleontologici, scegliendo invece di unirsi a Ellie. Questo è significativo perché la coppia inizialmente si era lasciata a causa dell’amore di Alan per i dinosauri piuttosto che per Ellie. Il futuro di Ian Malcolm è meno chiaro, anche se probabilmente continuerà a tenere conferenze sulla coesistenza tra dinosauri e esseri umani ora che non è più impiegato dalla Biosyn.

Come Jurassic World – Il Dominio conclude la storia di Owen e Claire

Owen e Claire hanno trascorso la maggior parte di Jurassic World – Il Dominio alla ricerca della rapita Maisie. Dopo averla salvata e essere fuggiti dalla Biosyn, Owen e Claire tornano alla loro baita nel bosco con Maisie. Claire continuerà probabilmente a essere un’attivista per i diritti degli animali e a liberare i dinosauri dalla prigionia, anche se è possibile che lo farà in modo diverso. Claire e Owen sono ancora insieme alla fine e si sono stabilizzati nei loro ruoli di genitori di Maisie. Ora che Maisie non è più in pericolo, può vivere una vita più normale invece di nascondersi.

Jurassic World - Il dominio film
Gli attori Laura Dern e Sam Neill in una scena di Jurassic World – Il dominio

Cosa succederà agli altri personaggi di Jurassic World Dominion?

Jurassic World – Il Dominio ha presentato una miriade di personaggi, molti dei quali hanno svolto un ruolo attivo nella trama. Alla pilota Kayla Watts viene assegnato un nuovo aereo dopo che il suo è stato distrutto durante la missione di salvataggio alla Biosyn. Dopo aver contribuito a salvare Maisie, è improbabile che Kayla torni a trasportare merci illegali e dinosauri in cattività. Ramsay Cole, nel frattempo, ha testimoniato su ciò che stava facendo la Biosyn.

Dopo il finale di Jurassic World – Il Dominio, è possibile che guiderà progetti sul genoma dei dinosauri molto più morali di quelli di Lewis, contribuendo al progresso della biologia umana. Barry, che è tornato qui dopo essere stato visto l’ultima volta nel primo film, continuerà a lavorare con i servizi segreti francesi, mentre Franklin Webb e Zia Rodriguez rimarranno probabilmente al fianco di Claire come attivisti per i diritti degli animali.

Perché il T-Rex e il Therizinosaurus hanno collaborato per sconfiggere il Giganotosaurus

La lotta tra il Tyrannosaurus rex e il Therizinosaurus contro il Giganotosaurus è stata esagerata e di breve durata, ma i due hanno collaborato per sconfiggere quest’ultimo e dimostrare la loro supremazia. Il Giganotosaurus era il carnivoro più grande e potente, cosa che viene menzionata spesso in Jurassic World – Il Dominio.

Il T-Rex e il Therizinosaurus non sono certo intervenuti per proteggere i personaggi umani che cercavano di sfuggire al Giganotosaurus. La loro alleanza era più che altro una dimostrazione di forza. Con il Giganotosaurus che dominava il santuario della Biosyn, gli altri due dinosauri hanno pensato che fosse il momento opportuno per andare in battaglia. Due dinosauri sono meglio di uno contro il carnivoro più minaccioso in circolazione.

Jurassic World Il Dominio

I dinosauri possono davvero coabitare sulla Terra con gli esseri umani?

Jurassic World – Il Dominio afferma che gli esseri umani e i dinosauri hanno convissuto a malincuore per quattro anni. Ian Malcolm afferma con fermezza che gli esseri umani non hanno il dominio sulla natura, ma sono subordinati ad essa. I dinosauri fanno parte della natura, anche se il loro numero non è superiore a quello della popolazione umana, che ora dispone di diversi modi per impedire loro di distruggere le persone e le vite che si sono costruite.

La fine di Jurassic World – Il Dominio dimostra che sì, i dinosauri e gli esseri umani possono coabitare sul pianeta senza che nessuna delle due specie venga sterminata. Alcuni dinosauri vengono mostrati mentre corrono accanto ai cavalli e volano con gli uccelli. I dinosauri più grandi e pericolosi sono tenuti nel santuario globale che un tempo era di proprietà della Biosyn. E ora che il problema delle locuste è stato risolto, la modifica del genoma dei dinosauri dimostra che queste creature possono vivere insieme agli esseri umani e alla popolazione animale mondiale senza causare danni devastanti.

Cosa significa davvero il finale di Jurassic World – Il Dominio

Questo film si concentra molto sulla coesistenza tra esseri umani e dinosauri. Per molto tempo, gli esseri umani sono stati al vertice della catena alimentare, ma la ricomparsa dei dinosauri ha influenzato e sconvolto notevolmente l’attuale livello di dominio. Tuttavia, il tema generale è fermamente convinto che gli esseri umani debbano cooperare e adattarsi al loro nuovo mondo se vogliono sopravvivere e, soprattutto, prosperare.

A tal fine, il film offre un messaggio di tolleranza, di adattamento al cambiamento a prescindere da ciò che accade, di rispetto per tutti gli esseri viventi, siano essi umani, animali, cloni o ibridi. Il finale conferma anche ciò che Ian Malcolm dice sulla vita: essa trova sempre una via d’uscita e si libera. Jurassic World – Il Dominio è una vetrina primaria di questi temi, una combinazione di valorizzazione della vita invece che di distruzione, a prescindere da ciò che accade.

65 – Fuga dalla terra: la spiegazione del finale del film

65 – Fuga dalla terra: la spiegazione del finale del film

Scott Beck e Bryan Woods, già co-autori del primo A Quiet Place, firmano con 65 – Fuga dalla Terra (qui la recensione) un’opera che mescola fantascienza, azione e suggestioni survival. Il film, interpretato da Adam Driver e Ariana Greenblatt, costruisce un racconto che unisce il futuro tecnologico con il passato primordiale della Terra, riportando in scena i dinosauri in una veste spettacolare e al tempo stesso spaventosa. Ma dietro la sua patina di avventura e spettacolo, la pellicola propone anche un nucleo emotivo forte, fatto di perdita, lutto e ricerca di un nuovo legame umano. Il finale, in particolare, si rivela il momento più intenso e ricco di significati, con una combinazione di azione frenetica e rivelazioni emotive che meritano di essere analizzate nel dettaglio.

La trama di 65 – Fuga dalla terra

La vicenda ha inizio con Mills (Driver), un pilota spaziale proveniente da un pianeta lontano, incaricato di trasportare passeggeri verso una destinazione ignota. La sua missione viene improvvisamente stravolta quando la nave che comanda entra in collisione con un ammasso di asteroidi. I danni sono gravissimi e il veicolo precipita su un pianeta sconosciuto. Ben presto, però, lo spettatore scopre che non si tratta di un mondo alieno: Mills è atterrato sulla Terra, ma 65 milioni di anni fa, in piena era dei dinosauri. L’impatto uccide quasi tutti i passeggeri, e l’unica superstite oltre a lui è una bambina di nome Koa (Greenblatt).

Inizia così un viaggio disperato per raggiungere la metà ancora integra della nave, dove si trova la capsula di salvataggio che potrebbe permettere loro di fuggire. Fin dalle prime battute, 65 – Fuga dalla Terra gioca sulla tensione derivata dall’incontro tra un uomo armato di tecnologia avanzata e un mondo dominato da creature preistoriche. I blaster e i sensori sofisticati non bastano a garantire la sopravvivenza, perché Mills e Koa devono affrontare una natura ostile fatta di predatori giganteschi, ambienti letali e continue insidie. Questa lotta per la sopravvivenza diventa presto una metafora più ampia: non si tratta solo di resistere ai dinosauri, ma di fare i conti con i propri traumi personali.

65 65 Fuga Dalla Terra

Mills porta con sé una ferita profonda, la morte della figlia Nevine, che condiziona ogni sua scelta. Koa, dal canto suo, è ignara del destino dei propri genitori e viaggia con la speranza di ritrovarli. Il film chiarisce sin dall’inizio che Mills non proviene dal futuro terrestre, ma da un altro pianeta in cui la civiltà è tanto avanzata da sembrare umana sotto ogni aspetto. Non c’è quindi un viaggio nel tempo, bensì un curioso intreccio tra specie distanti nello spazio ma simili nella forma e nelle emozioni. Questa scelta narrativa consente agli autori di evitare spiegazioni complesse e concentrarsi sul cuore del racconto: lo scontro tra l’avanzata tecnologia e la brutalità primitiva del mondo in cui Mills si ritrova intrappolato.

Una delle intuizioni più forti della sceneggiatura è l’introduzione del meteorite che causò l’estinzione di massa dei dinosauri. Nel cielo compare infatti una scia rossa che cresce progressivamente, inizialmente scambiata per una nave di soccorso. Lo scanner di Mills rivela invece la verità: si tratta della gigantesca meteora destinata a schiantarsi sulla Terra, l’evento che cambierà per sempre la storia del pianeta. Il legame con la vicenda è ancora più stretto: gli stessi frammenti che hanno colpito la nave di Mills provengono proprio da quella meteora, anticipando il disastro imminente. La scoperta trasforma la sopravvivenza dei protagonisti in una vera corsa contro il tempo.

Il trauma personale di Mills viene mostrato con forza. Dopo l’incidente, l’uomo appare quasi rassegnato alla morte: cancella il messaggio di soccorso, considera inutile continuare e arriva a pensare di togliersi la vita. La disperazione deriva dal peso della perdita della figlia Nevine, morta mentre lui era lontano per lavoro. Il trasporto dei passeggeri, infatti, era stato accettato da Mills per pagare le cure necessarie alla figlia, ma il tempo lo ha tradito. Nonostante i suoi sforzi, non è riuscito a salvarla e il senso di colpa lo divora. L’incontro con Koa cambia radicalmente le cose. La bambina, con la sua vitalità e il suo bisogno di protezione, diventa per lui un nuovo motivo per andare avanti, quasi una figlia surrogata.

65 - Fuga dalla Terra recensione
Adam Driver stars in 65.

La relazione tra i due protagonisti è al centro del film. All’inizio il rapporto è complicato: non parlano la stessa lingua, e questo genera incomprensioni, frustrazione e conflitti. Mills cerca di mantenere l’autorità, mentre Koa agisce spesso di testa propria, rischiando di compromettere la loro sicurezza. Col passare del tempo, però, le barriere si sciolgono. Un momento chiave è la scena in cui guardano insieme l’ologramma di Nevine: per Mills è un ricordo doloroso, per Koa un modo per conoscere meglio l’uomo che la protegge. Da quel momento, il loro legame si consolida, trasformandosi in una relazione autenticamente padre-figlia.

Parallelamente, il viaggio mette in mostra la brutalità del pianeta. I dinosauri, resi con grande efficacia visiva, sono solo una parte delle minacce. Ci sono insetti giganti, sabbie mobili, geyser bollenti, grotte instabili e campi di catrame pronti a inghiottire chi vi si avventura. L’ambiente stesso diventa nemico, rendendo ogni passo un rischio. Questa attenzione ai dettagli ambientali contribuisce a costruire un mondo ostile e immersivo, in cui lo spettatore percepisce costantemente la fragilità dei protagonisti.

Uno degli snodi emotivi più forti riguarda la menzogna che Mills racconta a Koa. Per motivarla durante il viaggio, le dice che i suoi genitori la aspettano vicino alla capsula di salvataggio. In realtà, sa bene che sono morti nello schianto. Quando la verità viene a galla, Koa si sente tradita e si ribella, arrivando a considerare inutile continuare senza di loro. Solo la confessione di Mills sul destino di Nevine riesce a ristabilire il loro legame. L’uomo le racconta il dolore della perdita e ammette che proteggerla è diventato per lui un modo per fare ciò che non ha potuto fare per sua figlia. Questa condivisione sincera permette a Koa di perdonarlo e di proseguire insieme a lui verso la salvezza.

La spiegazione del finale del film

Il climax del film concentra tutta la tensione accumulata. I frammenti della meteora cominciano a devastare la zona, minacciando di spazzare via ogni cosa. Mills e Koa raggiungono la capsula di salvataggio e avviano la sequenza di lancio, ma una frana causata dall’impatto li fa precipitare di nuovo. Sopravvissuti per miracolo, si ritrovano assediati da due enormi dinosauri. Mills tenta di distrarli, ma la sua arma smette di funzionare. Quando tutto sembra perduto, un ologramma di Nevine, mostrato da Koa, gli ridà la forza per combattere. Riesce a ferire i dinosauri, e uno di loro, urtando la capsula, la rimette in posizione di decollo.

Il pericolo, però, non è finito: uno dei dinosauri sopravvive e si scaglia nuovamente contro di loro. Mills decide di sacrificarsi attirandolo verso i geyser bollenti incontrati all’inizio del viaggio. Ferito e stremato, sembra destinato a soccombere, ma Koa interviene e con coraggio colpisce la bestia, spingendola definitivamente verso la morte. Questa sequenza suggella la crescita della bambina, che non è più soltanto una vittima da proteggere, ma una compagna capace di salvare la vita del suo “nuovo padre”.

Con la meteora ormai vicinissima, i due protagonisti riescono a decollare all’ultimo istante. Il film li mostra in fuga nello spazio, mentre la Terra viene colpita dalla gigantesca esplosione che segna la fine dei dinosauri e l’inizio di una nuova era. Il destino di Mills e Koa non viene mostrato esplicitamente, ma il fatto che siano diretti verso un punto di intercettazione lascia intendere che abbiano una reale possibilità di essere salvati. I titoli di coda completano il quadro, mostrando l’evoluzione del pianeta dopo l’impatto e la nascita della civiltà umana.

65 - Fuga dalla Terra adam driver
Adam Driver and Ariana Greenblatt stars in 65.

Il finale di 65 – Fuga dalla Terra è quindi duplice: da un lato, lo spettacolo visivo dell’estinzione dei dinosauri e della fuga disperata nello spazio; dall’altro, la conclusione emotiva del rapporto tra Mills e Koa. La loro unione, costruita passo dopo passo tra diffidenza, bugie e rivelazioni, diventa il cuore pulsante della storia. Mills trova una sorta di redenzione nel proteggere Koa, colmando simbolicamente il vuoto lasciato dalla perdita di sua figlia. Koa, dal canto suo, impara a fidarsi e a lottare, trasformandosi da bambina fragile a giovane sopravvissuta consapevole.

Oltre all’azione e all’avventura, il film invita a riflettere su temi universali: il dolore del lutto, la possibilità di trovare speranza anche nelle situazioni più disperate, la forza dei legami umani capaci di nascere anche tra individui inizialmente lontani e diffidenti. Il contrasto tra la tecnologia futuristica di Mills e la brutalità primitiva della Terra preistorica diventa il simbolo di una lotta più intima e personale: quella tra la rassegnazione e la volontà di andare avanti nonostante tutto.

In definitiva, 65 – Fuga dalla Terra è un film che unisce spettacolarità e intimità emotiva. Il suo finale, teso e adrenalinico, è al tempo stesso una chiusura catartica che regala ai protagonisti un barlume di speranza. Sopravvivere all’estinzione significa anche, per Mills e Koa, aver trovato un senso nuovo alla propria esistenza. Ed è proprio questo messaggio, più che le battaglie con i dinosauri, a restare impresso nello spettatore.

Netflix: tutte le uscite di ottobre 2025 tra novità, grandi ritorni e 10 anni in Italia

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Ottobre sarà un mese speciale per Netflix, che celebra 10 anni di attività in Italia con una ricca programmazione di film, serie, documentari e una collection dedicata ai titoli che hanno segnato la piattaforma nel nostro Paese: dalle storie d’attualità come Sulla mia pelle e SanPa: Luci e tenebre di San Patrignano, alle avventure in costume come Il Gattopardo e La legge di Lidia Poët, passando per serie cult come Baby, Suburra – La serie e Strappare lungo i bordi, fino agli show che ci hanno fatto ballare (Nuova Scena) e ai film applauditi da pubblico e critica come È stata la mano di Dio e Il treno dei bambini.

Oltre alle celebrazioni, ottobre porta nuove stagioni, debutti e film inediti: la nuova serie true crime Monster: La storia di Ed Gein apre il mese, tornano L’Amore è Cieco, The Diplomat e Nobody Wants This, arriva la quarta stagione di The Witcher e debutta un nuovo film Original il 24 ottobre. Non mancano contenuti per tutti i gusti: animazione (Winx Club: The Magic Is Back, Ranma 1/2 S2), docuserie, classici dell’horror (Scary Movie 1-3), blockbuster (Aquaman e il Regno Perduto) e nuovi show dedicati alle star (Victoria Beckham).

Le novità Netflix di ottobre 2025

Monster: La storia di Ed Gein (dal 3 ottobre)

Nuovo capitolo della serie true crime Monster, dedicato a uno dei più noti assassini seriali americani. Dopo Jeffrey Dahmer e Lyle ed Erik Menendez, Netflix esplora un altro caso reale che ha sconvolto l’opinione pubblica.

Rivali (dal 1 ottobre)

Nuova serie Netflix che debutta ad ottobre (data da definire), pronta ad arricchire l’offerta del mese. Rivali racconta tensioni, competizione e alleanze in un contesto ad alto tasso drammatico, con un cast tutto da scoprire.

L’Amore è Cieco – stagione 9 (dal 1° ottobre)

Nuova stagione del dating show di successo che mette alla prova i sentimenti di coppie che si incontrano senza vedersi.

The Diplomat – Stagione 3 (dal 16 ottobre)

Terza stagione della serie politica con Keri Russell, che torna nei panni dell’ambasciatrice Kate Wyler tra crisi internazionali e intrighi personali.

Il Mostro (dal 22 ottobre)

Nuova serie Netflix che arricchisce l’offerta del mese. In arrivo il 22 ottobre, Il Mostro promette atmosfere cupe e tensione crescente, aggiungendosi ai titoli crime e thriller che hanno reso celebre la piattaforma.

Nobody Wants This – Stagione 2 (dal 23 ottobre)

Seconda stagione per la serie Original che mescola commedia e dramma raccontando le sfide di un gruppo di trentenni alle prese con scelte di vita e di cuore.

The Witcher – Stagione 4 (dal 30 ottobre)

L’attesissimo ritorno della saga fantasy tratta dai romanzi di Andrzej Sapkowski. La quarta stagione segna un nuovo capitolo per Geralt di Rivia, Ciri e Yennefer tra battaglie, magia e complotti.

Young Sheldon S7, Winx Club: The Magic Is Back, Ranma 1/2 S2, Le avventure di Ortone, Spartacus S1-4, Starting 5: Il Quintetto Iniziale S2 – Un’ondata di titoli per famiglie, animazione e serie cult arricchiscono il catalogo fin dai primi giorni del mese.

Film Original Netflix

A House of Dynamite (dal 24 ottobre su Netflix)

Presentato in anteprima in concorso alla 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, segna il ritorno alla regia della premio Oscar Kathryn Bigelow. Dopo l’uscita in cinema selezionati dall’8 ottobre, il film sarà disponibile in streaming su Netflix dal 24 ottobre.

Il thriller parte da un incipit ad altissima tensione: un singolo missile, non attribuito ad alcuna nazione, viene lanciato contro gli Stati Uniti. Inizia così una corsa contro il tempo per scoprire i responsabili e decidere come reagire, tra pressioni politiche, intrighi internazionali e il rischio di escalation globale. Una pellicola che promette di unire lo sguardo autoriale della regista alla sua capacità di raccontare l’attualità con ritmo serrato e tensione crescente.

Blockbuster e grandi library

Tra i film in arrivo Scary Movie 1-3, Aquaman e il Regno Perduto, La donna della cabina numero 10, Don’t Say a Word, Steve, Hunger Games, Dallas Buyers Club, John Wick 4 e molti altri.

Underworld: tutto quello che c’è da sapere sulla saga, film, dove e come vederli

Oscura, adrenalinica e gotica, Underworld è una delle saghe più iconiche degli ultimi vent’anni. Nata nel 2003 con il primo film diretto da Len Wiseman, ha reinventato il fantasy-horror portando sul grande schermo un universo popolato da vampiri e licantropi impegnati in una guerra millenaria fatta di vendette, intrighi e passioni proibite. Il successo immediato al botteghino – e l’impatto estetico del look dark, delle scenografie e della fotografia blu-grigio – hanno trasformato Underworld in un cult capace di fondere azione e mitologia gotica in un racconto che mescola combattimenti spettacolari, politica dei clan e storie d’amore tormentate.

Protagonista assoluta è Selene, la guerriera vampira interpretata da Kate Beckinsale, che nel corso dei film diventa filo conduttore di un arco narrativo in continua evoluzione. Oggi i cinque capitoli della saga (più il cortometraggio animato Endless War) sono disponibili sulle principali piattaforme streaming, da Prime Video a Netflix, e continuano ad attrarre nuove generazioni di fan.

Tutti i film della saga Underworld

La serie cinematografica Underworld è composta da cinque lungometraggi live-action distribuiti tra il 2003 e il 2016, a cui si aggiunge il progetto animato Underworld: Endless War.

Underworld (2003)

Il film Underworld che dà il via alla saga introduce l’universo e i suoi codici: una guerra segreta e plurisecolare tra vampiri aristocratici e licantropi reietti. Selene, letale “death dealer” vampira, scopre che la battaglia non è così netta come le hanno sempre raccontato. Mentre dà la caccia ai licantropi incontra Michael, un medico umano che diventerà la chiave di un nuovo equilibrio di potere. Atmosfere gotiche, sparatorie coreografate e un’estetica che ha fatto scuola.

Underworld: Evolution (2006)

Underworld: Evolution, secondo capitolo diretto ancora da Len Wiseman, amplia il mito introducendo i primi vampiri Marcus e William. Selene e Michael sono in fuga mentre scoprono i segreti delle origini dei due clan. Più spettacolare e sanguigno del precedente, Evolution sposta il conflitto verso un piano quasi biblico, mettendo alla prova la relazione tra i protagonisti.

Underworld: La ribellione dei Lycans (2009)

Prequel che racconta la nascita dei licantropi liberi e la storia d’amore tra il loro leader Lucian (Michael Sheen) e Sonja (Rhona Mitra), figlia del potente vampiro Viktor (Bill Nighy). Ambientato secoli prima, svela le radici della guerra e introduce temi di oppressione e libertà, con atmosfere più medievali e un tono epico.

Underworld: Awakening – Il risveglio (2012)

Ritorno al presente Underworld: Awakening – Il risveglio: gli umani hanno scoperto l’esistenza di vampiri e licantropi e li sterminano. Selene si risveglia da un sonno criogenico in un mondo ostile, scoprendo di avere una figlia ibrida dotata di poteri unici. Inizia una corsa contro il tempo per salvarla e sfuggire alle forze militari che le danno la caccia.

Underworld: Blood Wars (2016)

Underworld: Blood Wars, quinto capitolo diretto da Anna Foerster. Selene, sempre più isolata, deve affrontare nuove fazioni e proteggere la figlia in un conflitto che deciderà il destino dei clan. Intrighi politici, nuove alleanze e un finale che apre a possibili sviluppi futuri chiudono provvisoriamente la saga live-action.

(Da segnalare anche i tre corti animati di Underworld: Endless War del 2011, che raccontano missioni di Selene in epoche diverse e colmano alcuni vuoti narrativi.)

I protagonisti della saga

Cuore pulsante di Underworld è Kate Beckinsale, che con Selene ha creato un’icona pop: la sua interpretazione fisica e intensa ha dato credibilità a un personaggio divenuto simbolo dell’action gotico. Al suo fianco Scott Speedman nel ruolo di Michael, umano trasformato in ibrido, e Michael Sheen, straordinario nel dare spessore al leader licantropo Lucian. Bill Nighy interpreta Viktor, il patriarca vampiro gelido e spietato; Rhona Mitra è Sonja nel prequel, mentre nei capitoli successivi entrano Theo James (David), Charles Dance (Thomas) e Lara Pulver (Semira), arricchendo la mitologia con nuovi personaggi e conflitti. L’alchimia tra questi interpreti – molti provenienti dal teatro inglese – ha contribuito a rendere credibile l’universo di Underworld, alternando carisma, pathos e azione.

A distanza di anni, la saga continua a essere citata e maratonata: un universo coerente e riconoscibile che, tra vampiri e licantropi, ha saputo raccontare potere, oppressione e amore impossibile, lasciando il segno nell’immaginario del cinema di genere.

Come guardare i film di Underworld: ordine di uscita o ordine cronologico?

Underworld - Evolution cast

Ordine di uscita nelle sale

È l’ordine originale pensato dai produttori e permette di scoprire la storia così come l’hanno conosciuta gli spettatori al cinema, con rivelazioni e colpi di scena distribuiti film dopo film:

  1. Underworld (2003)

  2. Underworld: Evolution (2006)

  3. Underworld: La ribellione dei Lycans (2009 – prequel)

  4. Underworld: Awakening – Il risveglio (2012)

  5. Underworld: Blood Wars (2016)
    (+ il corto animato Underworld: Endless War del 2011, da vedere dopo i primi due film)

Ordine cronologico degli eventi

Se invece si vuole seguire la storia nell’ordine interno degli avvenimenti, iniziando dal prequel e poi proseguendo con i capitoli moderni, l’ordine diventa:

  1. Underworld: La ribellione dei Lycans

  2. Underworld

  3. Underworld: Evolution

  4. Underworld: Endless War (corto animato)

  5. Underworld: Awakening – Il risveglio

  6. Underworld: Blood Wars

Questo doppio percorso permette sia di rispettare la progressione narrativa originale (ordine di uscita) sia di ricostruire la cronologia interna dell’universo (ordine degli eventi), offrendo due esperienze diverse per maratonare l’intera saga.

Dove e come vedere la saga Underworld

Oggi i cinque film live-action di UnderworldUnderworld, Underworld: Evolution, Underworld: La ribellione dei Lycans, Underworld: Awakening e Underworld: Blood Wars – insieme al corto animato Endless War sono disponibili in Italia su diverse piattaforme streaming. L’intera saga è attualmente inclusa nel catalogo Prime Video (dove ad ottobre 2025 è stata inserita in blocco) e si può trovare anche a noleggio o acquisto su Apple TV, Google TV, YouTube e Rakuten TV.

Per chi preferisce i supporti fisici, la serie è uscita in DVD e Blu-ray anche in box set completi con contenuti extra e scene tagliate. Ordinando i film secondo l’ordine cronologico interno – La ribellione dei Lycans, Underworld, Evolution, Awakening, Blood Wars – è possibile seguire l’arco narrativo completo. Per una prima maratona, invece, l’ordine di uscita al cinema restituisce meglio l’esperienza con cui è stata pensata la saga.

Underworld in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Prime Video: tutte le uscite di ottobre 2025 tra Original, esclusive e grandi ritorni

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Il mese di ottobre su Prime Video si annuncia come uno dei più ricchi dell’anno. La piattaforma di Amazon mette in campo nuovi Original italiani e internazionali, film esclusivi, docuserie sportive, reality show e blockbuster da rivedere, costruendo un palinsesto che mescola intrattenimento, cinema di genere e produzioni di punta.

Tra gli highlight spiccano The Traitors Italia, la versione italiana del format premiato ai BAFTA e agli Emmy condotto da Alessia Marcuzzi; Roast in Peace, il comedy show che trasforma i funerali in roast spietati; i thriller Original Play Dirty – Triplo Gioco e Boneyard – Il caso oscuro; il film-evento È Colpa Nostra?; nuove docuserie su Saquon Barkley e Allen Iverson; e il ritorno di Hazbin Hotel con la seconda stagione. Il catalogo di Prime Video si arricchisce inoltre di prime e seconde visioni, grandi saghe (come 007 e Hunger Games) e nuove stagioni di serie cult.

Le novità di ottobre su Prime Video

The Traitors Italia (dal 30 ottobre) – Reality show Original italiano condotto da Alessia Marcuzzi con un cast di personaggi famosi, tra cui Michela Andreozzi, Paola Barale, Filippo Bisciglia, Giancarlo Commare, Giuseppe Giofrè, Pierluca Mariti, Tess Masazza, Alessandro Orrei, Mariasole Pollio, Raiz, Aurora Ramazzotti, Daniele Resconi, Rocco Tanica e Yoko Yamada. In una magione spettacolare, i concorrenti devono collaborare per accumulare un montepremi ma tra loro si nascondono dei traditori pronti a manipolare il gruppo per vincere da soli. Sei episodi: quattro dal 30 ottobre e due dal 6 novembre.

Roast in Peace (dal 9 ottobre) – Nuovo comedy show Original con Stefano Rapone, Edoardo Ferrario, Beatrice Arnera, Eleazaro Rossi, Corrado Nuzzo e Maria Di Biase, che commemorano a modo loro Selvaggia Lucarelli, Roberto Saviano, Elettra Lamborghini e Francesco Totti in un “funerale” spietato e divertente. Officiante d’eccezione: Michela Giraud.

Play Dirty – Triplo Gioco (dal 1° ottobre) – Thriller Original diretto da Shane Black con Mark Wahlberg, LaKeith Stanfield e Rosa Salazar. Parker, Grofield, Zen e una squadra di professionisti si scontrano con la mafia newyorkese nel colpo della vita.

È Colpa Nostra? (dal 16 ottobre) – Film Original che riunisce Noah e Nick in un amore impossibile tra rancori e destini incrociati.

  • Tagliando d’Amore (dall’8 ottobre) – Nuovo film Original.
  • Saquon (dal 9 ottobre) – Documentario Original sul percorso dell’atleta.
  • John Candy: I Like Me (dal 10 ottobre) – Film Original.
  • Boneyard – Il caso oscuro (dal 15 ottobre) – Film Exclusive.
  • Lazarus di Harlan Coben (dal 22 ottobre) – Nuova serie Original, 6 episodi binge.
  • Allen Iv3rson (dal 23 ottobre) – Docuserie Original, 3 episodi binge.
  • Hedda (dal 29 ottobre) – Film Original.
  • Hazbin Hotel S2 (dal 29 ottobre) – Seconda stagione della serie Original, 8 episodi con due episodi a settimana fino al 19 novembre.
  • Dimmi il tuo nome (dal 31 ottobre) – Nuova serie Original, 6 episodi binge.

Prime e seconde visioni e grandi cataloghi

Ad ottobre arrivano in streaming prime e seconde visioni come Il talento di Mr. C (3 ottobre), Gli occhi del diavolo (4 ottobre), When Evil Lurks (6 ottobre), Die Alone (10 ottobre), In a Violent Nature (17 ottobre), Terrifier 3 (20 ottobre), Red Flags (20 ottobre), Il Clown di Kettle Springs (23 ottobre) e Until Dawn – Fino all’alba (25 ottobre).

Il catalogo si arricchisce delle saghe 007 (da Licenza di uccidere a No Time to Die), dei tre Hunger Games, del cult La fiera delle illusioni – Nightmare Alley, dei due Ted, della saga Underworld e di molti altri titoli. In arrivo anche nuove stagioni di Will & Grace (S1-5 dal 13 ottobre) e Outlander (S3-4 dal 18 ottobre).

Roma Blues: dal 4 ottobre in esclusiva su RaiPlay il film di Gianluca Manzetti

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Debutta sabato 4 ottobre in esclusiva su RaiPlay Roma Blues, primo lungometraggio del regista Gianluca Manzetti. Presentato in anteprima al 41° Torino Film Festival e passato per il RIFF (Russia Italia Film Festival), il Festival del Cinema Città di Spello, N.I.C.E. Russia e il Sudestival – dove ha ottenuto il Premio della Giuria Giovani – il film racconta una Roma contemporanea con occhi giovani e outsider.

Protagonisti della pellicola sono Francesco Gheghi, già interprete di Io sono tempesta, Mio fratello rincorre i dinosauri e Padrenostro di Claudio Noce, e Mikaela Neaze Silva, al suo debutto cinematografico. Accanto a loro compaiono due cameo d’eccezione, Mino Caprio e Lidia Vitale.

Trama e cast di Roma Blues

Ambientato in una Roma torrida, invasa da rifiuti e monopattini elettrici, il film segue Al (Gheghi), un sognatore seriale convinto di essere destinato al successo con la sua rock band. Quando il suo sogno musicale si sgretola, il destino gli mette in mano un telefono con le prove di un delitto. Forte della sua conoscenza dei noir, Al si convince di poter risolvere il caso. Durante le indagini incontra Betty (Silva), giovane outsider conosciuta su un’app di incontri: insieme, entrambi in cerca di un posto nel mondo, si addentrano in un mistero più grande di loro.

«Roma Blues è un coming of age dal sapore noir e indie. Il film prende forma dalla volontà di raccontare come vedo la Roma di oggi, città in cui sono nato. Una capitale infuocata, criminale, immobile, che nonostante tutto può ancora essere un luogo capace di generare amore», spiega Gianluca Manzetti. «Da sempre sono attratto dagli outsider, dagli eccentrici che vivono fuori dagli schemi, non si curano del giudizio altrui e cercano modelli al di fuori di quelli imperanti. Sono questi gli umani che mi interessa raccontare».

Roma Blues è prodotto da Art Film Kairos con Rai Cinema in associazione con Eliofilm. Ha ottenuto il contributo del Ministero della Cultura come Opera di Giovani Autori e quello della Regione Lazio.

L’Uovo dell’Angelo di Mamoru Oshii al cinema dal 4 al 10 dicembre

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L’Uovo dell’Angelo (Tenshi no Tamago/Angel’s Egg), film d’animazione diretto da Mamoru Oshii (1985), arriva per la prima volta nelle sale italiane come evento speciale di una settimana dal 4 al 10 dicembre.

La nuova versione restaurata in 4K, realizzata a partire dai materiali originali in 35mm, è stata presentata in anteprima internazionale all’ultimo Festival di Cannes, all’interno della sezione Cannes Classics.

Mamoru Oshii, regista e sceneggiatore, indaga nelle sue opere temi esistenziali, spirituali e filosofici attraverso un linguaggio visivo profondamente evocativo. Prima di raggiungere la fama internazionale con Ghost in the Shell (1995), aveva delineato la sua poetica proprio ne L’Uovo dell’Angelo, un’opera onirica e carica di significato.

Diventato un film di culto dell’animazione giapponese, L’Uovo dell’Angelo è caratterizzato da una forte componente simbolica e da un approccio visivo e narrativo sperimentale. Ambientato in un mondo deserto e sospeso, racconta l’incontro tra una giovane ragazza che custodisce un uovo misterioso e un guerriero errante.

La direzione artistica e il character design sono ad opera di Yoshitaka Amano, illustratore e artista di fama internazionale, noto per il suo contributo all’animazione giapponese e al mondo dei videogiochi, in particolare per la saga di Final Fantasy.

A Roma è in corso fino al 12 ottobre la mostra personale “Amano Corpus Animae”, ospitata al Museo di Roma a Palazzo Braschi, che presenta oltre 200 opere originali dell’artista.

La trama di L’Uovo dell’Angelo

Una ragazza custodisce un misterioso uovo in un mondo desolato, ai margini di una città gotica abbandonata. L’incontro con un enigmatico viandante dà inizio a un viaggio simbolico e visionario, fatto di dialoghi accennati, domande spesso senza risposta e riflessioni aperte alle più svariate interpretazioni.