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Festival di Roma 2014: #ScrivimiAncora intervista al regista Christian Ditter

In occasione della presentazione al Festival del Film di Roma di #ScrivimiAncora con Lily Collins e Sam Claflin abbiamo avuto l’occasione di parlare con il giovanissimo regista Christian Ditter che ci ha raccontato cosa lo ha spinto a scegliere questo progetto: “E’ una storia che mi ha intrigato dalla prima lettura! Questa sceneggiatura mi ha fatto ridere molto ma anche commuovere e ho sempre voluto girare un film dove si ride e si piange ma i personaggi sembrano reali. E devo dire che siamo riusciti in questo intento, perché quando io lavoro voglio fare cose che andrei io in prima persona a vedere al cinema. Leggo tanto materiale e proposte ma deve essere qualcosa che mi faccia venire la voglia di uscire di casa, chiamare una baby sitter e pagare il biglietto del cinema il primo weekend (in questo caso il 30 ottobre) e se è così allora decido di girarlo.”

“La grande sfida nell’adattare il libro al film è stata nel fatto che nel libro i tempi sono molto più lunghi e i personaggi arrivano fino ai 60 anni di età ma io ho voluto evitare un ulteriore casting per cercare attori che li interpretassero in età adulta e quindi abbiamo dovuto comprimere gli eventi in un lasso più breve ma comunque accettabile, compressa ma non affrettata.”Racconta Ditter sulle differenze tra la storia su pellicola è quella su carta nata dalla penna di Cecilia Ahern,”Quando sono stato coinvolto esisteva già un ottimo copione in cui la sceneggiatrice aveva fatto delle scelte molto intelligenti anche se poi in termini temporali era ancora troppo lungo e il finale diverso. Il mio approccio è stato quello di cercare di riempire spazi tra lettere, sms e mail e in questo il romanzo si è prestato molto. Ci si è potuti concentrare su cosa era successo prima di una lettera o sms e ho cercato di rapportare il tutto alla mia vita, per evitare di cadere in cliché. Ho quindi affrontato e cercato di parlare di cose che io solo sapevo perché magari sono successe a me e anche sul set ho cercato di stimolare Lily e Sam, chiedendo ‘Come avete reagito quando nella vostra vita è successo qualcosa del genere?Cosa è accaduto? Come è andato avanti?’ E questo ci ha aiutato tantissimo perché è stato fondamentale che ci fosse il collegamento con la vita vera.”

Scemo e piu’ Scemo 2: teaser trailer italiano con Jim Carrey

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Vent’anni dopo il grande successo di Scemo e piu’ Scemo 2Jim Carrey e Jeff Daniels tornano nei panni dei leggendari Lloyd ed Harry nel sequel del film che e’ diventato un cult della commedia mondiale. 

 

E’ passato molto tempo, ma in realta’ nessuno e’ mai cresciuto. Lloyd ed Harry sono rimasti due ragazzacci. Finche’ uno dei due scoprira’ di avere una figlia ed insieme affronteranno un viaggio per ritrovarla, combinandone di tutti i colori…  Dai fratelli Farrelly (Tutti Pazzi per Mary), il film arriverà nelle sale il 3 dicembre distribuito da 01 Distribution

La Prochaine fois je viserai le coeur: recensione del film

Il suo viso pulito, lo sguardo buono e il sorriso sempre a fior di labbra ci hanno dato un’immagine dell’attore francese Guillaume Canet che in suo ultimo film stravolgerà. Si intitola La Prochaine fois je viserai le coeur, è diretto da Cédric Anger e vede protagonista Canet nei panni di un gendarme che nasconde un terribile segreto.

Frank è un gendarme che di giorno va a caccia di criminali e cerca di far rispettare la legge e di notte si trasforma in un maniaco omicida, che insegue e uccide la sue vittime, tutte giovani donne. Quando questi suoi crimini, che ci tiene a commentare in lettere che poi spedisce alla Gendarmeria, diventano di tali proporzioni da coinvolgere nelle indagini anche la polizia, Frank si impegnerà in prima persona a condurre le operazioni di investigazione per cercare di occultare le prove che portano a lui. Nel frattempo però scopriamo anche le sue abitudini (inquietanti e masochiste), i suoi rapporti umani (difficili se non inesistenti) e le sue manie, che nascondono un passato misterioso, che forse ha contribuito a trasformarlo nel mostro che vediamo nella storia.

Il regista Anger si basa su una storia di cronaca degli anni ’70 e realizza un noir dal ritmo dilatato, dai toni cupi che non si crogiola nei risvolti sanguinolenti in cui si poteva indugiare e ci consegna un buon prodotto di narrazione. Guillaume Canet riesce con grande presenza scenica ad offrire un volto apparentemente impassibile al suo tormentato personaggio, rivelando allo spettatore una figura traumatizzata, in guerra con il mondo e, apparentemente, in alcuni momenti, anche con se stesso.

La Prochaine fois je viserai le coeur è un thriller dai ritmi lenti, privo del linguaggio adrenalinico tipico del genere, ma comunque un prodotto interessante, condotto da un ottimo protagonista.

Festival di Roma 2014: Video commento di Gone Girl e Next Time I’ll Aim for the Heart

Nel quinto giorno della nona edizione Festival Internazionale del Film di Roma nella sezione Gala è stato presentato l’attesissimo Gone Girl film di David Fincher. Nick Dunne decide di tornare nella sua città natale per aprire un bar. Poco dopo sua moglie scompare misteriosamente, nel giorno del quinto anniversario del loro matrimonio, e Nick diventa il sospettato principale della sua sparizione. Nel cast troviamo: Ben Affleck, Rosamund Pike, Neil Patrick Harris, Tyler Perry, Carrie Coon e Kim Dickens

Nella sezione Mondo Genere è stato presentato Next Time I’ll Aim for the Heart di Cédric Anger. La trama vede un poliziotto disciplinato e scrupoloso, un vero agente modello, apprezzato dai suoi superiori, indagare sui delitti di un serial killer che uccide giovani ragazze. Eppure, nonostante tutti gli sforzi delle forze dell’ordine, il killer sembra sempre dileguarsi nel nulla dopo ogni omicidio. Poco alla volta la trama dei delitti e dell’identità dell’assassino inizia a offrire alla polizia indizi sempre più sconcertanti che puntano tutti in una sola direzione. Adrenalinico thriller ispirato alla vera storia di Alain Lamare.
Nel cast troviamo: Guillaume Canet, Ana Girardot, Arnaud Henriet e Douglas Attal

Se non visualizzi il video clicca qui

https://www.youtube.com/watch?v=_9w6TG4i52U&feature=youtu.be

L’amore Bugiardo – Gone Girl: recensione del film di David Fincher

Opera magistrale, capolavoro di regia, Rosamund Pike da Oscar, saggio di cinema. In questi minuti, successivi alla proiezione di L’amore Bugiardo – Gone Girl al Festival Internazionale del Film di Roma 2014, le definizioni si sprecano. David Fincher consegna alla settima arte un film straordinario, basato su un romanzo di altrettanto valore e interpretato da un cast che sembra letteralmente uscito dalle pagine di Gillian Flynn.

In L’amore Bugiardo – Gone Girl Amy e Nick Dunne sono una coppia bellissima, il loro sembra il matrimonio perfetto che aspetta di essere coronato dall’arrivo di un bebè, ma la mattina del loro quinto anniversario di matrimonio, Nick torna a casa e non trova più sua moglie. Chiari segni di colluttazione e tracce di sangue in cucina conducono ad una sola, inequivocabile conclusione: Amy è stata rapita e forse uccisa. Prima che possa rendersene conto, Nick si trova ad essere il primo e unico imputato del crimine.

L’amore Bugiardo – Gone Girl, il film

Fincher è un autore la cui presenza si sente in ogni inquadratura, in ogni movimento e soprattutto in ogni nota che Trent Reznor compone per lui. L’amore Bugiardo – Gone Girl non fa eccezione e si pone con prepotenza trai migliori prodotti del cineasta statunitense coniugando una storia decisamente forte, che si regge su un plot twist geniale, e l’inconfondibile e personalissimo stile di David. Il regista si confronta con una bella storia nelle sue corde e, dopo un lavoro di casting perfetto, mette in scena Ben Affleck e Rosamund Pike nei panni della coppia protagonista. Se Affleck, amato più per le sue doti da regista che per quelle da attore, è un perfetto Nick Dunne, Rosamund Pike trova in Amy il suo primo ruolo da grande protagonista, un personaggio difficile, mai incontrato prima, lontano da qualunque archetipo femminile che il cinema, e la letteratura, ci abbiano mostrato in precedenza. La Pike si dimostra all’altezza della situazione, mettendo al servizio di Fincher la sua algida ed elegante bellezza e il suo talento fino ad ora relegato allo sfondo.

L’amore Bugiardo - Gone Girl

La sceneggiatura, adattata dalla stessa Flynn, perde la personalità del romanzo ma acquista potenza cinematografica grazie all’attenta messa in scena che non trascura i personaggi di contorno come la sorella di Nick, Margo, interpretata da Carrie Coon, oppure il misterioso personaggio interpretato da Neil Patrick Harris, che vediamo per la prima volta in un ruolo non comico.

L’amore Bugiardo – Gone Girl mette a nudo l’essere umano, la natura dei rapporti di coppia e conduce per mano lo spettatore in un racconto che sconvolge e coinvolge, un racconto che il maestro Ficher, non senza qualche lungaggine, conduce ad una conclusione inaspettata.

Festival di Roma 2014: Wim Wenders presenta ‘Il Sale della Terra’

Il regista tedesco Wim Wenders è stato protagonista di uno degli incontri tenuti al Festival Internazionale del Film di Roma. Il maestro del cinema tedesco ha incontrato in sala Sinopoli il pubblico e la stampa per parlare del prossimo film che il regista ha realizzato Il Sale della terra in cui oltre a raccontare le storie che Sebastião Salgado ha immortalato da la possibilità all’autore di sviscerare i temi trattati come solo Wenders sa fare.
Dall’incontro e dalle varie clip mostrate durante l’incontro è emerso il profondo rapporto che il maestro ha con la fotografia e di come questo lo ha avvicinato al cinema.

In un libro da lei scritto, Una Volta, lei sostiene che una foto non testimonia solo ciò che si vede ma parla anche di chi ha fatto quella foto. Come può spiegarci meglio questo principio?
Tutto è reso molto più complesso grazie all’evoluzione della tecnologia, ma c’è un fenomeno che mi affascina da sempre e mi intriga ed è che in ogni fotografia è come se vi fosse un controcampo incorporato questo effetto è invisibile ma riusciamo a percepirlo. In seguito ho conosciuto il lavoro di questo straordinario fotografo che in questo controcampo ci regala un senso di avventura, di amore e rispetto che ha nel proprio mestiere e un’infinita conoscenza. Questo però non riuscivo a comprenderlo fino infondo ad immagarmi bene come fosse la persona responsabile di queste immagini e quindi ho deciso che era venuto il momento di incontrarlo. E quindi per una volta ho deciso di sollevare questo velo invisibile e fare il film su queste immagini, su questo controcampo.

Nel libro lei sostiene che il viaggiare ed il fotografare sono un’esperienza di vita e di conoscenza della realtà. Possiamo dire che Salgado è un’applicazione perfetta di questa accoppiata?
L’aspetto del tempo è fondamentale per quest’avventura che è stata intrapresa, io inizialmente avevo ipotizzato che nel giro di un paio di settimane avrei potuto fare questo film e sapere tutto quello che c’era da sapere di questo fotografo. Abbiamo iniziato con delle interviste ama mi sono reso conto che la sua opera si basa su un senso del tempo completamente diverso e la profondità di questo suo lavoro era tale da non consentirmi di fare un film rapidamente, avevo bisogno di tempo e il segreto è che lui stesso dedica sempre tanto tempo ad ogni tema sul quale lavora, per questo motivo viaggia moltissimo, sparisce addirittura per mesi per riuscire ad arrivare ad un grado di verità davvero straordinaria.

Lei all’inizio ha raccontato che era molto più interessato alla fotografia e alla pittura, le piaceva il cinema perché le sembrava che ci fosse la verità della fotografia ma era molto sospettoso del montaggio, del racconto. Crede che in Salgado ci sia tantissimo cinema?
La prima volta che ho visto le foto di questa miniera d’oro l’impressione che ho avuto è quella di un enorme set cinematografico mentre invece mi sono reso conto che era verità e non era finzione, questo mi ha portato a riflettere su quanto tempo aveva sicuramente passato l’autore in questi luoghi e se si riguardano attentamente si intravede una forte complicità tra il fotografo e i suoi soggetti. Vi racconto un episodio che non vediamo nel film ma che credo sia significativo, inizialmente quando è sceso con la sua macchina fotografica lungo queste scale ha percepito una lunga ostilità nei suoi confronti gli uomini non lo volevano, non voleva che fossero visti e poi ad un certo punto è arrivata la polizia, lo ha arrestato e gli ha messo le manette e questa è stata una scena al quale gli uomini hanno assistito, quando è riuscito a dimostrare che è un cittadino brasiliano e non c’era motivo per trattenerlo, in quel momento tutti si sono fermati e hanno cominciato a battere forte con senso di approvazione, perché avevano capito che non era amico della polizia e da quel momento ha potuto scattare qualsiasi tipo di foto, viveva con loro.
Le fotografie di Salgado si leggono come una storia ed egli la racconta come farebbe un regista, con inquadrature diverse campo lungo, stretto, riprese dall’alto, dal basso, primissimi piani ed è proprio come un film ed è come si potrebbe immaginare un documentario. Ed in ogni fotografia vediamo un frammento di tempo e tutti insieme creano questa serie che si avvicina in maniera impressionante ad un film.

Ci sono state delle difficoltà nel mostrare le reazione di Salgado alla visione delle sue stesse foto?
Questo è un film che è stato girato due volte la prima volta lo abbiamo girato per diverse settimane e poi mi sono reso conto che quello non poteva essere il mio film, avevamo deciso di adottare un’impostazione tradizionale e convenzionale: noi due seduti ad un tavolo, due cineprese con una terza che ci riprendeva le foto contenute nei suoi libri pile e pile di fotografie per rappresentare tutto il suo lavoro dalle origini fino ai giorni nostri. Ma poi lui quando si avvicinava per vedere una foto, il carico emotivo diventava fortissimo perché lui riviveva quel momento nel quale aveva scatto quell’immagine, poi però quando rialzava lo sguardo ed incrociava il mio rientrava in un meccanismo diverso, più rivolto a me che alle immagini e quindi una volta finito questo primo film ero arrivato ad avere una vaga idea di quello che era stato il suo percorso e la sua opera, volevo vederlo più preso e più coinvolto che era esattamente quello che accadeva quando scrutava le sue foto.
Poi quando abbiamo iniziato a girare quello che è diventato questo film abbiamo adottato un’altra tecnica, una camera oscura, abbiamo pensato che questo buio fosse più consono ad un fotografo perché più familiare e tutto quello che vedeva erano le sue foto mostrate una dopo l’altra, non su carta ma abbiamo quello che in televisione si chiama gobbo elettronico, quelli trasparenti. Perciò lui in realtà guardava uno schermo semi trasparente, non un testo ma le sue foto, solo non c’era nessun altro. E questo mezzo ci ha permesso di avere il suo sguardo in macchina ed era questa intimità che volevo, trovare con però la possibilità di comunicazione.

C’è un pensiero ricorrente nel cinema, che guardare implichi sempre una posizione morale e credo di poter dire nella cultura moderna e contemporanea. Questo concetto si applica in maniera impeccabile in questo film ed in generale al lavoro di Salgado, che spariva in questi luoghi per mesi senza che nessuno lo sapesse.
Devo dire che io stesso ho questo desiderio, di poter sparire in un luogo dove non so niente, dove non c’è un incontro, dove non ho punti di riferimento. La sequenza dedicata al Sudamerica è particolarmente lunga, perché è proprio li che ha iniziato a lavorare come fotografo. Inizialmente Salgado era un economista, poi ha deciso di abbandonare questa strada e di dedicarsi alla fotografia, lui non aveva di ritornare in patria ed aderire alle correnti politiche. Quindi cercò di avvicinarsi in posti vicini al suo paese ma sconosciuti, quindi si è letteralmente perso in Sudamerica ed allora non poteva comunicare come lo si fa oggi, questo rappresenta per me uno stato ideale sia per chi vuole fare cinema, sia per chi vuole fare fotografia. Abbandonare tutti e diventare ciò che noi vediamo e vogliamo conoscere.

Nel film viene anche tratta la delicatissima relazione di Salgado con il figlio, Juliano.
Ogni famiglia è un po’ particolare ed il rapporto tra padre-figlio è molto speciale. Juliano che insieme a me ha curato la regia di questo film è cresciuto con un padre che spariva per lunghissimi periodi, che era assente e che quando era a casa, si buttava sul lavoro, montando le sue immagini e lavorando con la moglie che era la sua editor. Quindi questo giovane in realtà non conosceva suo padre, poi ha deciso di diventare un documentarista e ha pensato che la cosa più avventurosa che potesse fare era un viaggio con il padre e scoprirne l’identità. La cosa per me è stata molto stimolante perché il suo punto di vista sul padre era per forza di cose completamente diverso dal mio, ed ho pensato che insieme avremmo potuto realizzare un film che poteva essere complesso e vero più di quanto non sarebbe stato possibile fare individualmente.

Da queste immagini emerge la sconvolgente bellezza di questo pianeta e poi subito dopo c’è il tanto dolore e la tanta ingiustizia.
Nel corso della sua carriera Salgado è stato criticato da molti, perché lo hanno accusato di estetizzante il suo modo di fare fotografia, un concetto che ho sviscerato con lui è stato il senso della bellezza e della verità. Poi ho deciso di non includere questa parte nel film perché non volevo arrivare ad una mera discussione sulla fotografia, volevo solo mostrarla. Mostrando il modo in cui lui si pone nei confronti della siccità, dalla fame, delle persecuzioni e cosa significavano per lui. Io credo che piuttosto che parlare di “foto belle” sia più giusto parlare di foto giuste, perché la bellezza non centra, indubbiamente lo sono, però per me questo era il suo modo per mostrare il rispetto di fronte a queste situazioni e farlo con dignità. Quindi si potrebbe dire che nessuno ha il diritto di raffigurare la sofferenza, la fame e la morte ma questo è assolutamente assurdo perché è essenziale che la gente veda queste cose e se c’è bisogno di farlo è con dignità. Quindi credo che questa sia la funzione indiretta della bellezza e che il dibattito su “bellezza e verità” si passato, l’unica cosa che conta sono il rispetto e la dignità.

Festival di Roma 2014, Foto: Josh Hutcherson, Sam Claflin, Richard Gere e …

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Ieri è stato un grande giorno al Festival di Roma 2014. Infatti sono state molte le star che hanno sfilato alla kermesse romana in un unico giorno: Benicio del Toro Josh Hutcherson, Sam Claflin, Richard Gere, Lily Collins; e ancora i registi Stephen Daldry, Wim Wenders.

LEGGI ANCHE: Festival di Roma 2014: video intervista a Benicio del Toro e Josh Hutcherson

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Festival di Roma 2014Escobar: Paradise Lost, opera prima del giovane attore e regista italiano Andrea Di Stefano, che ha recitato per autori come Marco Bellocchio (Il principe di Homburg), Dario Argento (Il fantasma dell’opera), Mike Figgis (Hotel), Rob Marshall (Nine), Ryan Murphy (Mangia prega ama), Ang Lee (Vita di Pi).

Il film vede protagonisti Benicio del Toro – Oscar® come miglior attore non protagonista per Traffic, candidato allo stesso premio per 21 grammi, miglior interprete al Festival di Cannes per il dittico Che – Guerriglia e Che – L’argentino – e Josh Hutcherson, protagonista di Un ponte per Terabithia e I ragazzi stanno bene (film premiato a Berlino e nominato all’Oscar®), di nuovo al Festival dopo il successo mondiale della saga “Hunger Games”. Attrice principale è Claudia Traisac, nota attrice cinematografica (El 7° día di Carlos Saura) e di serie televisive di successo. In Paradise Lost, presentato nella linea di programma Gala, Hutcherson interpreta Nick, un giovane surfer in vacanza che si innamora di Maria (Claudia Traisac): tutto sembra andare per il meglio fino al momento in cui Maria gli presenta suo zio: il noto criminale colombiano Pablo Escobar (Benicio del Toro). Benicio del Toro, Josh Hutcherson e Claudia Traisac saranno sul red carpet alle ore 22.

Festival di Roma 2014: Takashi Miike incontra il pubblico

Takashi Miike è un personaggio dotato di un fascino particolare. Aldilà della sua storia (è uno dei registi preferiti di Tarantino, e i due, come buoni amici si regalano cameo a vicenda nei rispettivi film, per la gioia dei fan e dei cinefili) Miike è un regista che negli ultimi 20 anni ha realizzato quasi 100 film.

Molte di queste pellicole sono materia di venerazione per i giovani fan che si sono radunati oggi all’Auditorium Parco della Musica di Roma, durante il Festival del cinema, per seguire la Masterclass del regista, che il giorno prima ha ricevuto il Maverick Directing Award. Si parte con il parlare del suo ultimo film, As Gods will, presentato al Festival, un Battle royale in cui a decidere della vita e della morte dei protagonisti sono delle teste Daruma, incarnazione di divinità giapponesi.

Come spesso è capitato nella filmografia del regista, anche questo titolo è tratto da un manga.

'As the Gods Will' Photocall - The 9th Rome Film FestivalDa dove viene l’ispirazione per As Gods will?

Conoscevo questo fumetto; è un manga molto famoso. Per noi giapponesi i manga sono importanti, questo in particolare ha avuto tantissimo successo. Qui avete visto un anteprima mondiale, ancora non so come verrà recepito in Giappone. A me piace il cinema tradizionale, adoro Kurosawa ma amo anche fare pellicole per le nuove generazioni, per fare in modo che ci sia anche qualche eredità moderna per loro. Per questo mi piacciono i manga.

Lei è sempre stato molto libero nella realizzazione dei suoi film, che rapporto ha con la censura?

A Tokyo nell’ufficio preposto alla censura cinematografica ci sono tutti quei cineasti che non hanno avuto successo, e quindi usano quel lavoro per vendicarsi!

A parte gli scherzi, credo che la censura sia utile, è giusto dare delle regole per ciò che può essere visto e da chi. Non vorrei mai che mia figlia vedesse Ichi the killer adesso che ha meno di quindici anni, la voglio proteggere ovviamente dalla violenza.

So di fare film molto violenti, ma perchè mi piace essere libero di esprimere quello che voglio. Soprattutto sono in questa possibilità quando il budget è limitato, lì in quei casi, nessuno ti controlla.

Vi racconto un aneddoto: quando anni fa mi chiamarono per realizzare un episodio di Masters of horror negli Stati Uniti, mi dissero che avrei avuto ogni libertà di espressione ,che non c’erano limiti né per le scene di sesso, né per la violenza. Bene, è andata a finire che Imprint, il mio episodio, non è mai andato in onda, perchè la rete lo trovò eccessivamente violento e disturbante, e questo è successo in quel posto che si definisce la terra della libertà!

Molta critica dice che in diversi suoi film sembrano esserci omaggi al cinema italiano, è così?

Quando ero giovane in televisione c’erano sempre i film spaghetti-western, e mi piacevano, li trovavo molto divertenti, e per questo poi mi ha divertito fare Sukyiaki western Django, che effettivamente è un omaggio a questo genere. Oltre a questo, mi piacciono anche Fellini e Pasolini, quindi direi che il vostro cinema per me è molto importante.

Lucca Comics & Games 2014: Il Signore dei Porcelli la parodia

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Dal 30 ottobre al 2 novembre torna Lucca Comics & Games 2014, l’imperdibile appuntamento annuale per gli appassionati di fumetti, cinema d’animazione, illustrazione, giochi e cosplay. Anche quest’anno tra gli espositori ci sarà la casa editrice toscana Dentiblù, che porterà una nota di fantasy umoristico e presenterà le sue ultime uscite. Lo stand Dentiblù si trova nel padiglione Napoleone, postazione E118.

Tra i titoli più attesi, l’anteprima della versione restaurata de “Il Signore dei Porcelli… non deve morire!”, di Stefano Bonfanti e Barbara Barbieri, disponibile dal 13 novembre 2014 e l’attesissimo secondo volume di “Deficients&Dragons”, dalla matita di Emanuele Tonini, in libreria e fumetteria in concomitanza con l’inizio della manifestazione.

“Il Signore dei Porcelli… non deve morire!” fa parte della collana Gold delle Edizioni Dentiblù, che ripropone in una veste grafica rinnovata e restaurata alcuni degli albi più amati con protagonista Zannablù, goffo e simpatico cinghiale dalle lunghe zanne cerulee, personaggio di punta delle pubblicazioni dalla casa editrice. In questo albo la prima delle storie è “Il Signore dei Porcelli”, una divertente parodia in chiave suina de Il Signore degli anelli, il cui protagonista è, appunto, il
nostro cinghiale. Pubblicato per la prima volta nel 2003, ha venduto fino ad oggi oltre 17.000 copie, e viene ora presentato in una nuova veste grafica restaurata. In questa avventura Zannablù visiterà la locanda del “Puledro Spennato” e le pericolose miniere di Muoria fino a spingersi nell’oscurità di Porkor ove regna il terribile Pauron. La seconda storia è “Zannablù… non deve morire”, in cui il nostro eroe… muore. Ma niente paura: si ritroverà a contrattare coi piani alti per avere una
serie di chance – tutte da ridere – per rimettersi in carreggiata fra i comuni mortali.

Il secondo albo presentato è il secondo episodio di “Deficients&Dragons”, dal titolo “Il Siero della Draghitudine”. Maghi, nani, ladri, draghi e tutti i principali personaggi che popolano le saghe di cappa, spada e amuleti, rivisitati con ironia dalla dissacrante matita dell’autore. Nel precedente episodio “Il fiatone del Drago Vampone”, Akkacielle, Diossina, Ser Rod e Luppolo, simpatici quanto singolari eroi fantastici, vagavano dalle foreste incantate alle assolate terre di Rakarra, cercando
di coprirsi di gloria, ma con il solo risultato di coprirsi… di ridicolo! In questo secondo episodio il perfido mind-flyer Assioma ha deciso di conquistare il mondo alla testa di un esercito di draghi. L’unico che può fermarlo è il coboldo stregone Kulkunsneak… Ma se questa è l’unica speranza di salvezza allora siamo fritti, anzi arrosto! Ciclopi decerebrati, goblin logorroici, un’elfa tanto malvagia quanto “tettuta”…

Dentiblù è illustrazioni, disegno di fumetti, storyboard, character design, una fucina di idee creative, scrittura creativa, storie per fumetti, libri, progettazione di giocattoli e giochi, ma anche realizzazione di contenuti multimediali e per web. E’ una casa editrice giovane, innovativa, che si sta imponendo nello scenario dell’editoria a fumetti italiana, anche acquisendo diritti di pubblicazioni internazionali di successo. www.dentiblu.it

Jane The Virgin 1×02: anticipazioni e promo

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Si intitola capitolo 2, Jane The Virgin 1×02, la seconda puntate della nuova serie comedy, tratta da una soap sudamericana.

https://www.youtube.com/watch?v=jgU2o7X8RTo

Jane-The-Virgin-1x02In Jane The Virgin 1×02 Jane (Gina Rodriguez) si sforza di impedire che la sua gravidanza inaspettata abbia delle conseguenze sulla sua vita, ma con sua mamma Xiomara (Andrea Navedo) che le fa pressioni per citare in giudizio il medico che accidentalmente l’ha inseminata, e i suoi costanti scontri con il padre biologico del bambino, Rafael (Justin Baldoni), la vita è tutt’altro che normale. Per finire, (Brett Dier) la gelosia di Michael per il trascorso tra Jane e Rafael lo porta a fare un’alleanza inaspettata con Petra (Yael Grobglas). Nel frattempo, il padre di Jane, Rogelio (Jaime Camil), insiste per incontrare sua figlia, ma Xiomara vuole mantenere il segreto da Jane un po ‘più a lungo.

Exodus Dei e Re: trailer italiano del film con Christian Bale

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Arriverà in Italia il prossimo 15 gennaio 2015, distribuito dalla Twentieth Century Fox, l’attesissimo kolossal diretto da Ridley ScottExodus Dei e Re, con Christian BaleJoel EdgertonAaron Paul e Sigourney Weaver.

Exodus Dei e Re racconta  di colui che nella tradizione ebraica ha restituito la libertà al popolo eletto dalla schiavitù d’Egitto.  Come da tradizione, quando il faraone ordina di uccidere ogni primo nato del popolo ebraico, la madre di Mosè lo affida alle acque del Nilo, al sicuro in una cesta. Qui il bimbo viene ritrovato dalla figlia del Faraone che lo alleva come suo insieme al figlio stesso del Faraone, quello che diventerà Rhamses II. Cresciuti i due sono amici, ma la scoperta da parte di Mosè delle sue vere origini farà cambiare completamente i loro rapporti e il loro futuro. La storia, celebre nella Bibbia, è stata portata sul grande schermo con immenso successo nel 1956 da Cecil B. De Mille, I Dieci Comandamenti, con protagonista Charlton Heston nei panni di Mosè.

Exodus Dei e Re diretto da Ridley Scott su sceneggiatura di Bill Collage, Adam Cooper e Steven Zaillian vede nel cast Christian Bale, Ben Kingsley, Joel Edgerton, John Turturro, Sigourney Weaver, Indira Varma e Aaron Paul. Il film uscirà il 5 dicembre 2014 nel Regno Unito e il 15 gennaio 2015 in Italia.

Ecco la nostra gallery del film:

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Avengers Age of Ultron: sarà il film Marvel con più effetti VFX

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La notizia arriva da produttore esecutivo Victoria Alonso di Avengers Age of Ultron che durante un discorso presso la Visual Effects Society ha dichiarato che il sequel do Joss Whedon avrà oltre 3 mila scatti elaborati in VFX. Ovvero, circa 500 in più rispetto a Captain America The Winter Soldiere e 250 rispetto a Guardiani della Galassia. Per far ciò la Marvel coinvolge ben dodici diversi studi di VFX.

Al produttore è stato inoltre chiesto quando la Marvel farà un film singolo, tutto al femminile, visto che la Warner Bros ha ufficializzato Wonder Woman per il 2017. Ha risposto:

“Se fosse per me,” ha detto Alonso “Si farebbe oggi”.

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Avengers Age of Ultron-Vi ricordiamo che nel cast Avengers Age of Ultron sono presenti Robert Downey Jr., Chris Evans, Mark Ruffalo, Chris Hemsworth, Scarlett Johansson, Cobie Smulders, Jeremy Renner, Aaron Taylor-Johnson, Elizabeth Olsen oltre a Paul Bettany, Samuel L. Jackson e James Spader. Il terzo capitolo del franchise di Avengers è scritto e diretto, come sempre, da Joss Whedon. Le riprese hanno avuto luogo inizialmente agli Shepperton Studios (Surrey,Inghilterra), ma in seguito sono state effettute delle riprese aggiuntive in Italia, Korea e in varie parti dell’Inghilterra.

L’uscita del film nelle sale cinematografiche è prevista per il primo maggio 2015.

Box Office ITA del 20 ottobre 2014

box office…E fuori nevica apre in testa al box office italiano, seguito da Il giovane favoloso che ottiene la media migliore della classifica. Non pervenute le altre new entry.

Festival di Roma 2014: video intervista a Benicio del Toro e Josh Hutcherson

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Ieri  al Festival di Roma 2014, è stato il giorno di Escobar: Paradise Lost di Andrea Di Stefano, ed ecco la nostra video intervista a Benicio del ToroJosh Hutcherson, protagonisti del film.

Alle ore 22.30 la Sala Santa Cecilia ospiterà Escobar: Paradise Lost, opera prima del giovane attore e regista italiano Andrea Di Stefano, che ha recitato per autori come Marco Bellocchio (Il principe di Homburg), Dario Argento (Il fantasma dell’opera), Mike Figgis (Hotel), Rob Marshall (Nine), Ryan Murphy (Mangia prega ama), Ang Lee (Vita di Pi).

Il film vede protagonisti Benicio del Toro – Oscar® come miglior attore non protagonista per Traffic, candidato allo stesso premio per 21 grammi, miglior interprete al Festival di Cannes per il dittico Che – Guerriglia e Che – L’argentino – e Josh Hutcherson, protagonista di Un ponte per Terabithia e I ragazzi stanno bene (film premiato a Berlino e nominato all’Oscar®), di nuovo al Festival dopo il successo mondiale della saga “Hunger Games”. Attrice principale è Claudia Traisac, nota attrice cinematografica (El 7° día di Carlos Saura) e di serie televisive di successo. In Paradise Lost, presentato nella linea di programma Gala, Hutcherson interpreta Nick, un giovane surfer in vacanza che si innamora di Maria (Claudia Traisac): tutto sembra andare per il meglio fino al momento in cui Maria gli presenta suo zio: il noto criminale colombiano Pablo Escobar (Benicio del Toro). Benicio del Toro, Josh Hutcherson e Claudia Traisac saranno sul red carpet alle ore 22.

Josh Hutcherson: video intervista al Festival di Roma 2014

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Josh Hutcherson è arrivato a Roma per presentare il suo ultimo film da protagonisti al fianco del grande Benicio del Toro, e ieri sul red carpet abbiamo avuto l’opportunità di intervistarlo.

Josh HutchersonEscobar: Paradise Lost, opera prima del giovane attore e regista italiano Andrea Di Stefano, che ha recitato per autori come Marco Bellocchio (Il principe di Homburg), Dario Argento (Il fantasma dell’opera), Mike Figgis (Hotel), Rob Marshall (Nine), Ryan Murphy (Mangia prega ama), Ang Lee (Vita di Pi).

Il film vede protagonisti Benicio del Toro – Oscar® come miglior attore non protagonista per Traffic, candidato allo stesso premio per 21 grammi, miglior interprete al Festival di Cannes per il dittico Che – Guerriglia e Che – L’argentino – e Josh Hutcherson, protagonista di Un ponte per Terabithia e I ragazzi stanno bene (film premiato a Berlino e nominato all’Oscar®), di nuovo al Festival dopo il successo mondiale della saga “Hunger Games”. Attrice principale è Claudia Traisac, nota attrice cinematografica (El 7° día di Carlos Saura) e di serie televisive di successo. In Paradise Lost, presentato nella linea di programma Gala, Hutcherson interpreta Nick, un giovane surfer in vacanza che si innamora di Maria (Claudia Traisac): tutto sembra andare per il meglio fino al momento in cui Maria gli presenta suo zio: il noto criminale colombiano Pablo Escobar (Benicio del Toro). Benicio del Toro, Josh Hutcherson e Claudia Traisac saranno sul red carpet alle ore 22.

Festival di Roma 2014: Marc’Aurelio alla Carriera a Walter Salles

Walter SallesAlle ore 17 in Sala Petrassi il Festival assegnerà il Marc’Aurelio alla Carriera al grande cineasta brasiliano Walter Salles, Orso d’Oro e Golden Globe per Central do Brasil, regista di uno dei film più amati degli ultimi anni, I diari della motocicletta, premiato a Cannes e Oscar® alla miglior canzone. Dopo la premiazione, il regista presenterà in prima mondiale la versione work in progress del suo nuovo lavoro, Jia Zhangke, Un Gars de Fenyang, dedicato al cineasta cinese Jia Zhangke, che Salles considera “il più importante filmmaker contemporaneo”. I due, dopo la proiezione, saranno in sala per un incontro con il pubblico, moderato da Marie-Pierre Duhamel e Marco Müller.

Sempre in Sala Petrassi, alle ore 22.30, avrà luogo la proiezione in prima mondiale di Chen Jialing di Tian Ye e Gu Yugao, ritratto del famoso pittore Chen Jialing, profondamente influenzato da tutte le trasformazioni sociali e culturali avvenute in Cina dal secondo dopoguerra a oggi. Jia Zhangke, produttore del lungometraggio, incontrerà il pubblico dopo la proiezione.

Festival di Roma 2014: oggi L’amore bugiardo – Gone Girl con Ben Affleck

La linea di programma Gala presenterà, inoltre, alle 19.45 in Sala Santa Cecilia, L’amore bugiardo – Gone Girl, ultimo lavoro del cineasta di culto David Fincher, autore di pellicole celebri in tutto il mondo come Se7en e Fight Club, premiato con l’Oscar per Il curioso caso di Benjamin ButtonThe Social NetworkMillennium – Uomini che odiano le donne, regista e produttore della pluripremiata serie televisiva “House of Cards”. Il cast del film ospita il premio Oscar® Ben Affleck, premiato dall’Academy per la migliore sceneggiatura di Will Hunting – Genio ribelle e per il miglior film (Argo), Rosamunde Pike,

“Bond girl” ne La morte può attendere, attrice de La versione di Barney (presentato a Venezia) e di An Education (candidato all’Oscar®) e Neil Patrick Harris, celebre attore televisivo (How I Met Your Mother) e teatrale vincitore di tre Tony Award e di un Emmy. Il nuovo film di Fincher, un thriller tratto dal romanzo “L’amore bugiardo” di Gillian Flynn, racconta la vicenda di un giornalista appena licenziato che finisce sotto i riflettori dei media come principale indiziato a seguito dell’improvvisa scomparsa della moglie.

Festival di Roma 2014: arrivano gli Spandau Ballet

Spandau BalletIl Festival Internazionale del Film di Roma rende omaggio a uno dei gruppi simbolo degli anni Ottanta ospitando domani, lunedì 20 ottobre alle ore presso la Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica, il documentario Spandau Ballet: Il Film – Soul Boys of the Western World di George Hencken: sul red carpet delle ore 19.30, i cinque componenti del gruppo, Tony Hadley, Steve Norman, John Keeble, Martin e Gary Kemp. L’opera prima di George Hencken – produttrice di pluripremiati video musicali, film concerto, documentari su alcune figure chiave della scena musicale moderna e contemporanea come Jimi Hendrix, Sex Pistols, Madness, Dr. Feelgood – narra la repentina ascesa e il successivo declino degli Spandau Ballet, band di ragazzi della classe operaia londinese divenuta simbolo di un’intera generazione. I protagonisti si raccontano a trent’anni di distanza dai loro maggiori successi, attraverso video di concerti, interviste, filmati personali e materiale inedito: un viaggio nella musica, nella cultura e nella storia degli anni ’80 raccontato attraverso lo sguardo e le canzoni di un gruppo capace di conquistare la vetta delle classifiche mondiali, vendendo venticinque milioni di dischi e piazzando ventitré singoli nella hit parade.

Sleepy Hollow 2×05: anticipazioni e promo

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Si intitola The Weeping Lady , Sleepy Hollow 2×05, la quinta puntate dell’atteso secondo ciclo di episodi dello show di successo trasmesso dal network americano della FOX.

Sleepy Hollow 2x05-In Sleepy Hollow 2×05  Una donna del passato di Ichabod arriva a Sleepy Hollow con obiettivi segreti e oscuri. Intanto sia Crane che Katrina imparano cose inquietanti dal loro passato mentre Abby fa degli incontri inaspettati.

Sleepy Hollow è una serie televisiva statunitense in onda dal 16 settembre 2013 sulla rete televisiva Fox. Si tratta di un adattamento in chiave moderna del racconto La leggenda di Sleepy Hollow, di Washington Irving.

chabod Crane, morto in combattimento con il misterioso “Cavaliere” circa 250 anni prima degli avvenimenti presenti, si risveglia in una grotta in pieno ventunesimo secolo, nella Sleepy Hollow del presente, in un mondo totalmente diverso da quello che ricordava. Poco dopo scopre che anche il Cavaliere senza Testa si è risvegliato ed è in cerca della sua testa. Ad aiutarlo nel tentativo di fermare il Cavaliere, che si rivela essere uno dei quattro Cavalieri dell’Apocalisse, è la giovane detective Abbie Mills.

The Big Bang Theory 8×06: anticipazioni e promo

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Si intitola The Expedition Approximation, The Big Bang Theory 8×06, la sesta puntata dell’atteso ottavo ciclo di episodi della sit-com di enorme successo trasmessa dal network americano della CBS.

https://www.youtube.com/watch?v=Thl2z8UquTg

The Big Bang Theory 8x06In The Big Bang Theory 8×06 Sheldon Cooper (Jim Parsons) e Raj Koothrappali (Kunal Nayyar) vogliono provare se riuscirebbero a sopravvivere a una spedizione per la ricerca della materia oscuro in un miniera di sale, simulandola in un tunnell per il calore. Non sarà una passeggiata per i due scienziati. Nel frattempo Leonard (Johnny Galecki) e Penny (Kaley Cuoco) continuano a litigare per motivi futili, e principalmente per la gestione dei soldi, più oculata da parte di lui, più sprezzante da parte di lei. Così chiedono consiglio a Howard (Simon Helberg) e Bernadette (Melissa Rauch) che ci sono già passati ma a ruoli invertiti.

Big Bang Theory (The Big Bang Theory) è una sitcom statunitense ideata da Chuck Lorre e Bill Prady e prodotta dalla Warner Bros. Television in collaborazione con la Chuck Lorre Productions. L’episodio pilota è andato in onda il 24 settembre 2007 sul canale CBS.

In Italia la serie viene trasmessa in prima visione pay dalla piattaforma Mediaset Premium dal 19 gennaio 2008, mentre in chiaro è trasmessa dai canali Mediaset dal 20 settembre 2010.

Pasadena. Quattro giovani scienziati di diversi campi – il fisico sperimentale Leonard Hofstadter, il fisico teorico Sheldon Cooper, l’ingegnere aerospaziale Howard Wolowitz e l’astrofisico Raj Koothrappali – lavorano insieme al California Institute of Technology.

Il loro legame d’amicizia è cementato principalmente dalla rispettiva condizione sociale, essendo i ragazzi dei nerd e geek a tutti gli effetti. La grande intelligenza ne fa tra le menti più valide del Paese, ma di contro li rende socialmente degli inetti: fuori dal lavoro, il tempo libero dei quattro trascorre principalmente tra la lettura di fumetti, partite a videogame e giochi di ruolo, e la visione di film e serie TV di fantascienza; l’assenza di ragazze è una costante nelle loro vite.

Questa routine cambia radicalmente quando Leonard s’innamora di Penny, una ragazza di provincia col sogno di diventare attrice, appena trasferitasi nell’appartamento di fronte a quello di Leonard e Sheldon. La nuova vicina di pianerottolo, bella ed esuberante, è l’esatto opposto dei quattro amici; lo strano e complicato mondo dei ragazzi finisce ben presto per scontrarsi con quello semplice e superficiale di Penny, e le loro tranquille esistenze vengono stravolte.

The Millers 2×01: anticipazioni e promo

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Si intitola Movin’ Out (Carol’s Song),The Millers 2×01, la prima puntata della seconda stagione della sitcom di successo trasmessa dal network americano della CBS.

The-Millers-2x01-2In The Millers 2×01 Carol inizia la ricerca del suo nuovo appartamento, facendo sì cheNathan e Debbie inizino una corsa contro il tempo per assicurarsi che la donna trovi un appartamento il più lontano possibile dalle loro abitazioni; mentre è impegnata nella caccia alla casa, Carol stringe un legame ancora più forte con Kip Finkle, il suo migliore amico.

The Originals 2×03: anticipazioni e promo

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Si intitola  Every Mother’s Son, The Originals 2×03, il terzo episodio del secondo ciclo di puntate della serie televisiva di successo trasmessa dal network americano MTV.

 

In The Originals 2×03  Klaus ed Elijah ricevono uno strano invito a cena da loro madre,Esther, il cui spirito è ospitato dal corpo della giovane Cassie e cercano di anticipare le mosse della madre con l’aiuto di una giovane strega di nome Lenore e Hayley; durante la cena, Esther rivela notizie sconvolgenti sull’infanzia di Klaus e finalmente rende noti i suoi piani per il figlio.

 

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Tutte le foto della seconda stagione: [nggallery id=1063]

The Originals 2×03The Originals è una serie televisiva statunitense di genere fantasy, creata da Julie Plec, che ha debuttato il 3 ottobre 2013 sul network The CW. Si tratta di uno spin-off della serie televisiva The Vampire Diaries, il cui backdoor pilot è stato trasmesso il 25 aprile 2013 come ventesimo episodio della quarta stagione della serie principale.

La serie è ambientata nel quartiere francese della città di New Orleans e segue le vicende dell’ibrido Originale Klaus e dei suoi due fratelli Elijah eRebekah.

Niklaus Mikaelson è l’ibrido appartenente alla famiglia dei Vampiri Originali che si trasferisce dalla cittadina di Mystic Falls (Virginia) a New Orleans, città che lui e i suoi fratelli contribuirono a costruire ma che poi abbandonarono per fuggire da loro padre, che gli dava la caccia. Con il suo ritorno, Klaus scopre che Marcel, vampiro che lui stesso trasformò secoli prima, detiene il controllo del quartiere francese della città e di tutte le creature sovrannaturali che lo abitano, comprese le streghe che non possono praticare la magia senza il suo permesso. Quest’ultime, guidate dalla giovane strega Sophie Deveraux, vogliono stipulare un patto con Klaus: se lui le aiuterà ad eliminare Marcel loro proteggeranno Hayley, la giovane licantropa che aspetta un figlio da lui. Klaus, spinto dalla voglia di rubare il controllo della città a Marcel e convinto dal fratello maggioreElijah, accetta il patto e decide di rimanere a New Orleans. Mesi dopo, anche Rebekah, la sorella di Klaus ed Elijah, giunge in città e si ricongiunge con i suoi fratelli.

Castle 7×03: anticipazioni e promo

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Si intitola Child’s Play, Castle 7×03, il terzo episodio della settima stagione di Castle,  la serie televisiva di enorme successo trasmessa dal network americano della ABC.

Castle-7x03-4In Castle 7×03 quando un venditore di gelati viene sparato, le prove portano Beckett (Stana Katic) e Castle (Nathan Fillion) a credere che un bimbo di sei/sette anni possa avere informazioni di vitale importanza sul caso. Castle è in una scuola elementare sotto copertura per provare a identificare il bambino di sei-sette anni, ma nulla va secondo il piano.

Castle è una serie televisiva statunitense prodotta dal 2009.

Creata da Andrew W. Marlowe, la serie è interpretata da Nathan Fillion e Stana Katic, e narra le vicende di Richard Castle, un famoso scrittore diromanzi gialli che collabora alle indagini della detective di polizia Kate Beckett.

La serie è trasmessa in prima visione assoluta negli Stati Uniti da ABC dal 9 marzo 2009. In Italia viene trasmessa in prima visione dal canalesatellitare Fox Life dal 16 ottobre 2009 (con il titolo Castle – Detective tra le righe per le prime due stagioni, poi con il titolo originale Castle), e successivamente in chiaro da Rai 2 dal 10 gennaio 2010 (con il solo titolo originale).

Gotham 1×05: anticipazioni e promo

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Si intitola Viper, Gotham 1×05,  la quinta puntata della prima stagione della serie televisiva Gotham, che andrà in onda sul network americano Fox. 

In Gotham 1×05 Gordon e Bullock saranno impegnati nella ricerca di un nuovo tipo di droga che si sta diffondendo a Gotham che porta prima ad uno stato di euforia e poi alla morte; nel frattempo, Oswald Cobblepot cerca di farsi strada per riuscire a farsi notare ed entrare nel circolo particolarmente ristretto di Maroni mentre Fish Mooney continua a tramare alle spalle di Falcone.

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Gotham-1x05-4Il cast dello show è composto da Ben McKenzie(Detective James Gordon)Robin Lord Taylor (Oswald Cobblepot/il Pinguino)Sean Pertwee (Alfred Pennyworth)Zabryna Guevara (Capitano Essen) Erin Richards (Barbara Kean)Donal Logue(Harvey Bullock), Jada Pinkett Smith (Fish Mooney)David Mazouz (il giovane Bruce Wayne)Camren Bicondova (la giovane Selina Kyle).

Gotham racconta la storia di origine dei grandi supercriminali e vigilantes della DC Comics, e racconta nuovi capitoli mai visti prima sulla schermo.

Gotham sarà caratterizzata da un giovane Bruce Wayne, i primi villain principali saranno Joker, Catwoman, l’Enigmista e il Pinguino. Mentre il produttore esecutivo sarà Bruno Heller (The Mentalist) e a dirigere il pilot ci sarà Danny Cannon (CSI). Il primo dei cattivi noti sarà il Pinguino, ma essendo una storia di origini difficilmente lo vedremo da subito in costume.

Il pilot, che sarà diretto da Danny Cannon, è stato scritto da Bruno Heller (The Mentalist), il quale sarà anche produttore esecutivo; la casa di produzione sarà la Warner Bros. Television.

 

Scorpion 1×05: anticipazioni e promo

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Si intitola Plutonium Is Forever, Scorpion 1×05, la quinta puntata della prima stagione della serie televisiva Scorpion, che andrà in onda sul network americano CBS.

In Scorpion 1×05 Walter ed il suo team dovranno accettare a malincuore di chiedere l’aiuto di un ex membro del loro team che ha dimostrato di avere una serie di disturbi per poter riuscire a fronteggiare una terribile catastrofe, ovvero il possibile collasso di un reattore nucleare di Los Angeles che potrebbe provocare una tragedia di proporzioni epiche.

Festival di Roma 2014: video intervista a Richard Gere sul red carpet

E’ arrivato al Festival di Roma 2014 l’attore nominato all’Oscar Richard Gere per presentare il suo ultimo film Time Out of Mind che lo vede coinvolto come protagonista e produttore.

Il divo di Ufficiale e gentiluomoPretty Woman e Chicago sfilerà alle ore 19 come protagonista di Time Out of Mind di Oren Moverman che sarà presentato in prima europea alle ore 19.30 presso la Sala Santa Cecilia (linea di programma Cinema d’Oggi).

La pellicola segna il ritorno dietro la macchina da presa del cineasta israeliano-americano Orso d’Argento alla miglior sceneggiatura (con Alessandro Camon) per l’opera prima Oltre le regole – The Messenger, regista di Rampart, basato su un soggetto dello scrittore di culto James Ellroy, co-autore della sceneggiatura. In Time Out of Mind, Gere interpreta un uomo in grandi difficoltà costretto a trovar rifugio in un centro d’accoglienza. Cercherà di rifarsi una vita ripartendo da zero e riallacciando i rapporti con la figlia, interpretata da Jena Malone (Ritorno a Cold Mountain, Orgoglio e Pregiudizio, Into the Wild, Oltre le regole – The Messenger, Hunger Games – La ragazza di fuoco).

Secondo The Hollywood Reporter, con questo film “Richard Gere regala una delle sue performance più notevoli, una commovente opera di poesia urbana che dimostra come Oren Moverman sia un regista socialmente consapevole, di rara convinzione e autorevolezza”.

Festival di Roma 2014: Richard Gere presenta Time Out of Mind

“Buongiorno a tutti!”, Richard Gere si è presentato come una vera rock star, con una mano in tasca e l’altra a salutare la folla di giornalisti accorsi per sentirlo parlare del suo ultimo film, Time Out of Mind, presentato al Festival di Roma 2014 e per il quale Gere è protagonista assoluto e produttore. Un’esperienza che l’ha messo decisamente in condizione di approcciarsi al progetto in maniera diversa, come lui stesso racconta.

“La sceneggiatura mi è stata mandata più di dieci anni fa e conteneva già il seme di questo film – ha cominciato Richard Gere in merito alla genesi del film – Non pensavo di poter fare quel film allora, ma lo script risaliva addirittura agli anni ’80. E’ una di quelle sceneggiature che mi hanno catturato.”

Durante questo viaggio nel mondo dei senzatetto ha scoperto qualcosa che ancora non sapeva?

“Ho fatto ricerche per tutti i dieci anni in cui ho voluto realizzare questo film, quindi durante quest’ultimo anno non ho scoperto niente che già non sapessi, è stata una sorpresa continua. Abbiamo deciso che la realizzazione del film sarebbe dovuta essere invisibile. Sarei dovuto essere io, sui marciapiedi, ma l’attrezzatura e la troupe sarebbe stata nascosta, per esempio dietro le vetrine. Temevano che non funzionasse, che potessi essere riconosciuto dalla folla, perciò abbiamo fatto il primo test nel cuore di New York, nel Greenwich Village, dove c’è una forte concentrazione di attività artistiche e dove potevano essere concentrati molti dei nostri potenziali spettatori. Con mia grande sorpresa, nessuno mi ha riconosciuto. Avendo girato in digitale, potevamo permetterci riprese prolungate, credo che la prima sia durata circa 45 minuti, ma nessuno si è mai fermato a guardarmi davvero in faccia. La cosa che avvertivo, fin da due isolati di distanza, era l’indifferenza nei miei confronti, poiché mi identificavano come un barbone.”

Cosa ha provato nel chiedere l’elemosina?

“Vengo dalla tradizione britannica, dove il gesto dell’elemosina (‘begging’ chiedere pregando in inglese, ndr) ha un significato diverso da molte altre culture. Nella maggior parte dei casi chi elemosina viene visto come qualcuno che cerca denaro per se stesso, per mangiare, bere o anche drogarsi. Ma per noi l’elemosina equivale a un’offerta, cioè offrire ai passanti la possibilità di compiere un’azione positiva, e avere perciò del merito. Nella nostra condizione di cineasti, noi stavamo facendo la stessa cosa, offrivamo ai passanti una possibilità. Ovviamente non potrò mai provare cosa voglia dire elemosinare, non mi servono né soldi né cibo per sopravvivere, e rimarranno perciò esperienze completamente diverse.”

Time Out of MindLa sua è una scelta che va verso piccoli film, girati in tempi stretti e con budget irrisori, che si piazzano al di fuori degli schemi e degli studios. Secondo lei è questo il futuro?

“Penso che sia il futuro non solo per la mia carriera ma per il cinema serio in generale. Queste produzioni indipendenti realizzano film diversi, che magari anni fa trovavano spazio nella produzione degli studios, ma che ora non essendo commercialmente appetibili non vengono più fatti, e bisogna allora trovare il modo di farceli da soli. Nessuno fa soldi con questi film, ve lo assicuro, ma è comunque il futuro.”

Qual è stata la differenza nell’interpretare questo ruolo, così diverso dai suoi precedenti di uomini ricchi e di successo? 

“La tecnica attoriale è la stessa, la differenza è a livello filmico. Non è un film che segue una trama, ci interessava rendere l’idea della sensazione, di cosa può essere vivere in questo modo, e dovevamo capire non solo come farlo ma anche come renderlo efficace per due ore.”

Che accorgimenti tecnici ci sono stati da parte del regista?

“Guardando il film vi accorgerete che in ogni inquadratura vi è una stratificazione di densità, la camera è fissa, a volte si muove ma in maniera impercettibile, non suggerisce dove allo spettatore dove guardare e spesso è difficile capire dove mi trovo esattamente nell’inquadratura. Allo stesso modo funziona l’uso del suono, che qui non sottolinea banalmente l’azione, ma le va contro, creando una cacofonia, un contrappunto.”

RFF9, Scrivimi Ancora: video intervista a Sam Claflin e Lily Collins

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Guarda la nostra video intervista ai protagonisti di Scrivimi Ancora Sam Claflin e Lily Collins che hanno sfilato sul red carpet del Festival di Roma 2014 acclamati dai loro fan.

Sam ClaflinQuarto giorno al Festival di Roma 2014 ricco di star. Si inizia Alle ore 17 presso la Sala Sinopoli dove si terrà in prima internazionale la proiezione di Love, Rosie (#ScrivimiAncora), adattamento cinematografico del best seller “Scrivimi ancora” della scrittrice Cecelia Ahern: il film, nella linea di programma Gala, è diretto dal regista e sceneggiatore tedesco Christian Ditter, autore dei pluripremiati cortometraggi Enchanted e Grounded, e del successo di botteghino French for Beginners – Lezioni d’amore. Il film racconta la storia di due ragazzi, Rosie e Alex, amici per la pelle fin da bambini, costretti a separarsi: il loro rapporto proseguirà grazie a e-mail, lettere, sms, cartoline, fra riavvicinamenti e distacchi, sempre in bilico fra amicizia e amore.

Protagonista femminile del film è Lily Collins, attrice e modella resa celebre dal film Biancaneve, al fianco di Julia Roberts. Con lei, Sam Claflin, giovane attore di “Hunger Games”, Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare e di Biancaneve e il cacciatore, famoso per il suo ruolo nella serie televisiva “I pilastri della Terra”), e Christian Cooke (Mercuzio nel Romeo and Juliet di Carlo Carlei presentato al Festival di Roma 2013). I due beniamini del pubblico giovane, Lily Collins e Sam Claflin, saranno sul tappeto rosso alle ore 16.30.

Festival di Roma 2014: Giulio Cesare Compagni di scuola presentato oggi

Giulio Cesare Compagni di scuolaE’ stato presentato oggi il film documentario Giulio Cesare Compagni di scuola, primo lungometraggio di Antonello Sarno, critico cinematografico per le reti Mediaset e autore di oltre venti documentari presentati a festival internazionali, ottenendo molti riconoscimenti tra cui il Nastro d’Argento, il David di Donatello della Critica, il Globo d’oro e il Leone di cristallo della Mostra di Venezia alla carriera.

Il documentario racconta la storia di un liceo romano che ha ormai la ragguardevole età di ottant’anni, uno dei più famosi, che ha avuto come allievi ragazzi poi divenuti tasselli importanti della storia politica e culturale italiana.

Marco Pannella, Maurizio Costanzo, Tullio De Mauro, Chiara Ingrao, Gian Luigi Rondi, Zero Assoluto, sono solamente alcuni degli ex studenti del liceo romano Giulio Cesare, che, insieme al prezioso materiale di repertorio dell’Istituto Luce, compongono un efficace mosaico di ricordi e testimonianze. Tra i tanti ospiti figura anche Antonello Venditti, che per l’occasione ha eseguito dal vivo in aula magna il famoso brano omonimo dedicato alla scuola.

Oltre a tanti ospiti del passato ci sono anche gli studenti attuali, sospesi tra il futuro e un passato che sembra quasi non riguardarli più. Per Sarno l’emozione più grande è stata fare un film sulla sua scuola e afferma con una punta di orgoglio: “Il Giulio Cesare l’ho fatto anch’io.”

Festival di Roma 2014: Benicio Del Toro e Josh Hutcherson raccontano il loro Paradiso Perduto

E’ uno degli attori più amati del momento e il suo ruolo nella saga Hunger Games lo accompagna anche quando va in giro per Festival a presentare progetti che con Panem non c’entrano nulla. Così anche al Festival di Roma 2014, Josh Hutcherson è stato accompagnato da frotte di ragazze che hanno passato la notte sotto le stelle per riuscire a prendere posto davanti al red carpet. Hutcherson non è venuto da solo, ma ha portato con sé il regista del suo film, Andrea Di Stefano, e le sue co-star, la bella Claudia Traisac e nientemento che Benicio Del Toro, che in Escobar Paradise Lost interpreta proprio il temibile e celeberrimo Re della Cocaina, Pablo Escobar.

– Josh il tuo personaggio è molto simile a quello di Peeta in Hunger Games, entrambi cercate di fare l’impossibile per proteggere il vostro amore.

Hutcherson: “Nick e Peeta sono molto diversi, ma in questo è vero, si somigliano perché entrambi farebbero di tutto per salvare il loro amore.”

-Come è nato il film e cosa sapevate di Escobar prima del film?

Di Stefano: “L’idea nasce da una storia vera, un mio amico mi ha raccontato di un uomo che credeva di essere amico di Escobar e che poi è diventato uno delle sue prede. La cosa particolare di questo criminale era proprio che non seguiva nessuna regola, neppure quelle dei criminali stessi che difendono i loro amici. Ho cominciato a studiare il personaggio leggendo le biografie e sentivo che c’era una storia da raccontare perché Escobar è quasi un personaggio mitologico. Volevo fare un film su di lui e su un’anima pura che arrivava a conoscerlo,  e che poi veniva danneggiato, ferito proprio da questo incontro.”

Hutcherson: “Non sapevo molte cose su di lui, immaginavo che fosse una specie di Robin Hood che faceva i soldi con la droga e che poi donava i soldi alla povera gente. Poi ho scoperto quanto fosse terribilmente violento, come manipolava le persone dandogli la sua fiducia e come poi le tradiva per i suoi scopi. Ho conosciuto un altro aspetto del personaggio. Un aspetto mostruoso.”

-Come mai Benicio Del Toro sceglie soltanto personaggi cupi e cattivi? Farebbe un ruolo comico?

Del Toro: “Certo, mi piace molto ridere. Ci sono momenti nel film in cui sono molto divertente, ma faccio film in cui sono cattivo perché sono un bad boy!”

-Come è partito il progetto?

Di Stefano: “In un modo molto classico, ho scritto la sceneggiatura e nella mia idea c’era da subito Benicio per il ruolo di Escobar.”

-Del Toro ha diretto Josh in Sette Giorni all’Havana. Com’è stato lavorare insieme da regista e attore e adesso da compagni di set?

Del Toro: “Ma io non l’ho diretto, gli ho lasciato fare quello che voleva e poi ho fatto i miei tagli al montaggio! Scherzi a parte, Josh è fantastico.”

Hutcherson: “Dai! Mi hai dato qualche indicazione! In realtà è stato bellissimo, mi ha dato molta libertà perché il mio personaggio era molto simile a me e quindi ho avuto molto margine per divertirmi.”

Del Toro: “Per me dirigere è dare libertà. Abbiamo lavorato insieme molto bene. Quando lavori con gli attori devi cercare la verità e Josh è uno di quegli ragazzi che davanti alla macchina cerca sempre di creare questa verità e di essere credibile.”

-Josh il film è girato quasi tutto in spagnolo, che difficoltà hai avuto con la lingua?

Hutcherson: “Beh io sono americano e parlo solo inglese, quindi è stato difficile. Ho imparato alcune cose perché ero circondato da una troupe che parlava prevalentemente spagnolo, ma ero più impegnato a imparare le mie battute. E’ stata una sfida interessante.”

-Che differenze hai trovato nell’interpretare Escobar e Che Guevara, che sono due figure molto famose e opposte?

Del Toro: “Entrambi i ruoli sono stati di documentazione, ma mentre Che era raccontato in prima persona, questo Escobar era visto attraverso gli occhi di Nick interpretato da Josh. La cosa che mi è piaciuta tanto di tutti e due i personaggi è stata la documentazione necessaria, mi piace molto fare ricerca per i miei personaggi.”

-Per Claudia Traisac, il tuo personaggio è in adorazione per Escobar all’inizio del film, poi però capisce che è pericoloso. Come hai vissuto questa mutazione in lei?

Traisac: “Il mio personaggio è in continuo conflitto. Vedevo tutte le cose terribili che ha fatto, ma nel mio personaggio dovevo esprimere adorazione e affetto, poi lentamente Maria doveva capire che Escobar era un criminale, una persona terribile e quindi ha dovuto prendere la difficile decisione di provare ad andare via, per salvarsi e per salvare il suo amore.”