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Lo Hobbit: videoblog 7 con Peter Jackson dal set!

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Arriva il settimo videoblog dal set dello Hobbit,  a pubblicare il filmato ci ha pensato Peter Jackson attraverso la pagina Facebook.

E’ morto Ray Bradbury!

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E’ morto a Los Angeles lo scrittore statunitense Ray Bradbury. A confermare la notizie è stata sua figlia Alexandra.

Il Cavaliere Oscuro il Ritorno: nuova foto

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Ecco una nuova fotografia di Selina Kyle, alias Catwoman, nel prossimo e atteso Il cavaliere oscuro – Il ritorno. La parte della donna gatto, com’è ormai noto, è stata assegnata allatalentuosa e bellissima Anne Hathaway. Ecco la in tutto il suo elegante e oscuro splendore:

La foto è stata pubblicata da Empire.

Justice League: la Warner ci riprova

Il successo dei Vendicatori non ammette repliche, e così anche per la DC e la sua ‘casa madre’ Warner Bros sembra ormai imprescindibile lanciare sul grande schermo il proprio supergruppo: Justice League è il nome della squadra che raccoglie i principali supereroi della casa editrice, a partire da Superman, Batman, Wonder Woman, Green Lantern, Flash e altri. Il nuovo incaricato di scrivere la sceneggiatura è Will Beall (Gangster Squad).

L’idea di un film incentrato sulla squadra non è certo nuova, anzi se ne parla già da anni, tuttavia il progetto ha trovato sulla sua strada vari ostacoli: nel 2007 si era vicini al decollo – probabile regista, George Miller – ma poi sorsero vari impedimenti, dal design dei costumi poco convincente allo sciopero degli sceneggiatori che bloccò definitivamente la produzione; ma in proposito vanno anche ricordati altri fattori, a cominciare dallo scarso successo arriso al Superman interpretato da Brandon Routh, fino ad arrivare in tempi più recenti all’esito inferiore alle aspettative di Green Lantern, passando per la più volte ipotizzata, ma mai realizzata, pellicola dedicata a Wonder Woman.

La DC non è insomma riuscita a effettuare lo stesso percorso della Marvel: lanciare – con successo – i singoli personaggi, per poi raccoglierli tutti insieme. L’unico vero successo è stato quello di Batman, mentre molte speranze sono ora affidate al Superman firmato Zack Snyder. Il progetto Justice League insomma, ha ancora un lungo cammino davanti a sé: tutto dipenderà dal riscontro del nuovo Superman, e dall’effettiva realizzazione dei film su Wonder Woman e Flash.

Fonte: Empire

Il gatto con gli stivali (1969): recensione del film di Kimio Yabuki

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Anno:
1969

Regia: Kimio Yabuki

Con le voci di: Carlo Romano e Fabrizio Vidale (il gatto Pero nel 1968 e nel 2004), Paolo Torrisi e Alessio Puccio (Pierre nel 1968 e nel 2004), Francesca Fossi e Veronica Puccio (la principessa Rosa nel 1968 e nel 2004), Riccardo Garrone e Roberto Pedicini (Lucifero nel 1968 e nel 2004), Roberto Bertea e Sergio Tedesco (il Re nel 1968 e nel 2004).

Un nuovo esordio Marvel sul grande schermo?

Negli ultimi tempi, la Marvel è sembrata voler concentrare i propri sforzi cinematografici sui sequel: nel giro dei

Jon Favreau per Jersey Boys?

Jersey Boys: The Story Of Frankie Valli And The Four Seasons è un noto musical che da qualche anno si sta pensando di portare sugli schermi: il progetto sta ora prendendo maggiormente forma e in prima fila per la regia vi è Jon Favreau. Il regista cambierebbe così radicalmente ambiente, dopo aver diretto i due film di Iron Man e aver avuto il ruolo di produttore esecutivo in Avengers.

Jersey Boys seguirà le vicende di Valli e degli altri Four Seasons nel corso della loro scalata alle classifiche, a inizio anni ’60. Lanciato a Broadway nel 2005, il musical ha riscosso grande successo, venendo poi anche portato in tour all’estero. A John Logan (Hugo Cabret) è stata affidata la stesura della più recente versione sceneggiatura. Sui tempi della realizzazione non vi è comunque certezza, dato che Favreau sta attualmente lavorando su Magin Kingdom; nel frattempo sarà sugli schermi come attore in People Like Us, Identity Theft e nel terzo Iron Man (uscita prevista a inizio maggio 2013) nel ruolo di Happy Hogan.

Fonte: Empire

Andrew Garfield: da “agnellino” a supereroe, ed è solo l’inizio

Tra poco vedremo Andrew Garfield nei panni di uno dei più famosi supereroi dei fumetti e del cinema in The Amazing Spider-Man di Mark Webb, reboot della celebre saga, ma nella sua ancor breve carriera hanno trovato posto anche la tv e il teatro, sua prima passione cui tuttora si dedica. Infatti, ha da poco  debuttato a Broadway, portando in scena, assieme ad esimi colleghi come Philip Seymour Hoffman,  Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller per la regia del grande Mike Nichols.

Lo spettacolo è candidato a ben sette Tony Awards (e una nomination ovviamente è anche per lui); domenica sapremo se e quali premi avrà portato a casa. E a chi gli chiede se sia stato difficile trovare spazio per il teatro in un periodo di fitti impegni cinematografici, risponde tranquillo: “E’ stata una decisione semplice (…). Arthur Miller è il mio autore preferito e mi sento molto legato a quest’opera”. Questo per dire che il talentuoso giovane di cui parliamo forse non ha ancora preso esattamente le misure al successo, ma certo ha capito che il giusto bilanciamento tra progetti diversi è la strada da seguire.

Andrew Garfield: da “agnellino” a supereroe, ed è solo l’inizio

Per restare solo al cinema, in cinque anni ha partecipato a una manciata di film piuttosto eterogenei, a partire da quel Leoni per agnelli in cui convinse il regista Robert Redford, tanto da affidargli una delle sequenze più significative del film, che lo vedeva confrontarsi aspramente con lo stesso Redford. È riuscito poi a farsi apprezzare anche dal genio visionario di Terry Gilliam, che lo ha voluto nel cast del suo Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo. Mentre lo abbiamo visto assieme a Jesse Eisenberg e Justin Timberlake nell’acclamato The Social Network, che ci racconta la nascita e l’esplosione di Facebook, uno dei fenomeni più rilevanti degli ultimi anni in fatto di social media.

Andrew Garfield è nato a Los Angeles il 20 agosto del 1983, cinque anni dopo il fulvo gattone dei fumetti di Jim Davies con cui condivide il nome. E chissà se da bambino ha mai pensato che un giorno avrebbe interpretato addirittura l’Uomo Ragno. Di padre statunitense e madre inglese, a tre anni si sposta con la famiglia dagli Usa all’Europa, precisamente in Inghilterra nella contea del Surrey. La doppia origine gli sarà molto utile cinematograficamente parlando, perché gli consentirà di padroneggiare sia l’accento americano, che quello inglese. Dopo il diploma, inizia gli studi di recitazione alla Central School of Speech and Drama, che conclude con successo nel 2004. Si fa subito notare sul palcoscenico nella commedia Kes, per la quale ottiene il Men Theatre Award. L’anno successivo esordisce sul grande schermo nel corto Mumbo Jumbo. Poi s’impegna in lavori televisivi che tra il 2005 e il 2007 sono per lui un’importante vetrina e un trampolino di lancio verso occasioni più ghiotte. Tra le serie cui partecipa, Sugar Rush (2005), Simon Schama’s Power of Art (2006), Freezing e Doctor Who (2007).

Il cammino cinematografico si apre con un’interessante pellicola indipendente britannica: il regista John Crowley, offre ad Andrew l’opportunità di un ruolo da protagonista nel drammatico Boy A, adattamento da un romanzo di Jonathan Trigell. Garfield si immerge nel personaggio di Jack Burridge, ovvero Boy A: ventiquattrenne inglese la cui vita è stata precocemente segnata dall’aver commesso un tremendo crimine e che cerca faticosamente di ricostruirsi, o costruirsi per la prima volta vista la giovane età, un’esistenza con una nuova identità, dimenticando il passato. Ma liberarsene sembra difficilissimo. Da una parte dunque, la voglia di apprezzare la vita, di imparare a conoscerla e viverla come una persona “normale”, imparare ad aprirsi agli altri, reinserirsi nella società. Dall’altra il passato, sempre vivo nella sua mente, ma che deve nascondere per proteggersi da una società tutt’altro che pronta ad accoglierlo, nonostante abbia pagato il suo debito con la giustizia. Personaggio complesso e tematiche non facili, attraverso cui il giovane attore riesce a traghettare lo spettatore e, inevitabilmente, a portarlo dalla sua parte. Complice anche lo sguardo di Crowley che ne fa il suo eroe, intrappolato in un meccanismo troppo più grande di lui. Così il talentuoso Garfield si accaparra il BAFTA come miglior attore per il ruolo di Jack Burridge, sbaragliando brillantemente la concorrenza. La pellicola ottiene lo stesso riconoscimento per regia, montaggio e fotografia. Nel cast, nei panni del tutore di Jack troviamo Peter Mullan.

Quello stesso 2007, lo dicevamo in apertura, porta un’altra grande occasione a Garfield: l’incontro con Robert Redford. Il regista è subito pronto a sfruttare in Leoni per agnelli il potenziale che riconosce in quel giovanotto dallo sguardo sornione e dall’aria sveglia e gli affida un compito arduo: tenere testa proprio a lui, Redford, in un serrato colloquio professore-studente. In questo film, articolato su tre episodi, che riflette criticamente sull’America d’oggi, quella della lotta al terrorismo e delle guerre mediorientali, il regista tiene per sé il ruolo di un maturo professore universitario di scienze politiche, ormai disincantato rispetto alla politica e alla società americana, e fors’anche disilluso rispetto al proprio mestiere. Ciò nonostante, quando gli capita davanti uno dei più promettenti allievi del suo corso che non si sta impegnando negli studi come dovrebbe, il professor Malley cerca in ogni modo di scuoterlo, facendogli capire che vale sempre la pena di mettere a frutto le proprie capacità, di impegnarsi per ciò in cui si crede, di lottare contro quelle che consideriamo ingiustizie. Dal canto suo Andrew Garfield nei panni del promettente allievo Todd, interpreta ottimamente quel senso di impotenza che diventa indolenza, mista al disprezzo e al rifiuto rispetto ad un sistema politico e sociale che non riconosce e ritiene impossibile da riformare, tipico di molti suoi coetanei di ogni latitudine.

Nel 2009 Andrew è Anton in Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo, creatura del genio visionario di Terry Gilliam che mette in campo i temi della vita e della morte, della realtà e della fantasia, dell’immaginazione come straordinario potere umano. Il film è anche un sentito omaggio all’attore Heath Ledger, scomparso prematuramente durante la lavorazione. Proprio tre dei suoi migliori amici, infatti, si sono alternati nel ricoprire parte del suo ruolo: Johnny Depp, Jude Law e Colin Farrell, e nei titoli di coda il regista Gilliam ha fatto inserire al posto del classico “un film di Terry Gilliam”, il più sentito e a suo avviso adatto “un film di Heath Ledger e dei suoi amici”.

L’anno seguente Garfield dà ancora prova della sua bravura interpretando Eduardo Saverin, il migliore amico di Mark Zuckerberg/Jesse Eisenberg in The Social Network di David Fincher, film biografico sul fondatore di Facebook, ben diretto, interpretato e ottimamente sceneggiato da Aaron Sorkin. Saverin è il miglior amico del protagonista, ma il loro rapporto s’incrinerà irrimediabilmente quando le questioni legali legate a Facebook avranno la meglio e la realtà virtuale acquisirà sempre maggiore importanza nella vita dello stesso Zuckerberg. È facile dunque capire come, grazie alle valide forze messe in campo, si vada oltre la semplice biografia, per confrontarsi con il terreno da cui nasce l’idea del social network, che è quello delle difficoltà relazionali, della frustrazione e del cinismo del giovane protagonista, i cui vuoti trovano consolazione nel mondo virtuale e/o nella sensazione di potere derivante dalla consapevolezza di poter influire in qualche modo sulla vita degli altri. La pellicola ottiene un enorme successo di critica e pubblico, tre Oscar per la sceneggiatura di Sorkin, la colonna sonora e il montaggio, numerosi Golden Globe, tra cui regia, sceneggiatura e film drammatico. E conquista anche la Francia, che gli assegna il César come miglior film straniero.

Dello stesso anno è il dramma futuribile Non lasciarmi, diretto da Mark Romanek e tratto dal romanzo di Kazuo Ishiguro. Al nostro attore tocca il ruolo di Tommy, giovane che vive confinato nel rigido mondo di un college inglese assieme a Kathy/Carey Mulligan e Ruth/Keyra Knightley. Solo pian piano ci si accorge che la realtà di questi tre ragazzi, e di altri come loro, è molto peggiore di ciò che sembra: sono cloni, perciò non hanno radici o famiglia, e assolvono all’unica funzione di fornire organi. Ma chi vuole sacrificarli sull’altare della scienza e di un fine in apparenza nobile non ha tenuto conto della loro umanità, quella che fa sì che comunque tra loro nascano legami, amicizia, amore. Si pongono in questione i limiti della scienza e la legittimità di perseguirne il progresso a qualsiasi costo, anche a scapito di vite umane (da una parte, alcune vengono salvate; dall’altra, altre vengono stroncate), ma ci si chiede anche quale sia la vera natura dell’uomo, ciò per cui veramente vive, ciò che dà senso alla sua esistenza. Il tutto è veicolato da un’atmosfera sospesa e rarefatta e trattato con estrema delicatezza. Garfield e le due colleghe riescono a rendere efficacemente il senso delle loro esistenze trattenute, bloccate in attesa della precoce fine che li attende. L’attore parlando ai microfoni della BBC, ha sottolineato l’intensità di quest’esperienza ed ha consigliato la lettura del romanzo di Ishiguro, molto ricco e pertanto difficile da rendere sul grande schermo in tutta la sua la sua complessità. Nella stessa sede ha anche parlato dell’ultima sfida della sua ancor breve carriera: quella di diventare Spider-Man in The Amazing Spider-Man di Mark Webb. Se da una parte ha ammesso di essersi molto divertito a vestire i panni che molti al suo posto avrebbero voluto indossare, dall’altra ha invitato a non sottovalutare un film come questo, derubricandolo a semplice prodotto d’intrattenimento fantascientifico perché, dice, al suo interno “ci sono temi come quelli che possiamo trovare nelle grandi tragedie di Shakespeare o di Eschilo”. I grandi temi dell’esistenza con cui Garfield si è confrontato già più volte. Dunque vedremo come se la caverà a raccogliere il testimone di Tobey Maguire, che ha interpretato l’Uomo Ragno negli episodi della saga diretti da Sam Raimi.

D’altra parte però, si tratta di una storia autonoma, un nuovo inizio, diretto da un nuovo regista e, appunto con un nuovo cast (che comprende anche Emma Stone e Rhys Ifans), che si gioca la possibilità di stupire e catturare ancora un volta il pubblico. L’uscita nelle sale è prevista per il prossimo 4 luglio.

Affidato a Jeremy Garelick il remake di Scuola di Polizia

Da ormai un paio d’anni si parla di un remake di Scuola di Polizia; il progetto non è mai tuttavia definitivamente decollato,

Uscite del 6, 8, 9 e 11 giugno 2012

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Mercoledì 6 –  Project X – Una festa che spacca: Il film segue le vicende di tre apparentemente anonimi studenti ed il loro tentativo di costruirsi una reputazione. La loro idea è tutto sommato innocente: organizzare una festa indimenticabile… purtroppo però non sono preparati per questo tipo di festa. La voce si sparge in fretta tra sogni spezzati, record abbattuti e leggende che nascono.

Contraband: recensione del film con Mark Wahlberg

Ironia, azione e dramma sono i tre elementi che il regista islandese Baltasar Kormàkur unisce, mescola e ri-impasta in Contraband. Eh sì, pur trattandosi di un film a basso budget, solo 25 milioni di dollari, sotto alcuni aspetti sembra che il cineasta abbia unito più elementi senza far combaciare alla perfezione gli ingranaggi.

Contraband regala agli spettatori una bella avventura, a volte mozzafiato, sul tentativo di Chris Farraday (Mark Wahlberg) di riscattare Andy (Caleb Landry Jones), fratello piccolo della sua sposa, che immischiato in affari loschi, non porta a termine come previsto il suo compito e si trova in debito con lo spietato boss Timm Briggs (Giovanni Ribisi). L’alta morale e il senso di protezione di Farraday lo porteranno ad occuparsi del cognato e a riaprire un capitolo che doveva rimanere totalmente chiuso: il contrabbando. Così, grazie ai contatti del padre, personaggio rispettato nel mondo mafioso ma bloccato in carcere a vita, riesce a imbarcarsi in una nave cargo per raggiungere Panama e ottenere la somma di denaro necessaria per rimettere le pedine nella posizione di stasi.

Gli imprevisti non mancano, ma da buon film che ha ottenuto 70 milioni di dollari al botteghino negli States, il buon e intraprendente Farraday riesce a cavarsela e da salvatore della situazione scioglie ogni enigma e riporta le cose alla fase di allegria e leggerezza con cui inizia il film. Il cast di Contraband è di grande spessore, e Mark Wahlberg, attore protagonista e produttore del film, vede al suo fianco un’interpretazione compiuta e affascinante di Ben Foster nel ruolo del suo migliore amico Sebastian Abney e un arrogante a cattivissimo Giovanni Ribisi nei panni di Tim Briggs.

Nonostante dei protagonisti di alta fama internazionale, i personaggi di Contraband sembrano non essere sviluppati all perfezione e si incastrano con difficoltà nella trama del film piuttosto scontata. Tim Briggs al comando della sua gang, appare come un uomo sprezzante e senza scrupoli che però si trasforma in un docile agnellino al cospetto di Sebastian Abney. Quest’ultimo dal canto suo, malgrado la posizione rivestita di imprenditore alla luce del sole e vero boss di traffici illeciti nella sua realtà, appare come un dandy che si circonda di bellezze effimere, alcolista nei suoi periodi di difficoltà, amico fedele e imprescindibile per Farraday ma al contempo alto traditore, viscido negli atteggiamenti e non così sottile nei ragionamenti come potrebbe sembrare.

Contraband girato tra New Orleans e Panama City diventa accattivante nelle scene di combattimento.

Clive Barker per Zombie vs Gladiators

L’idea è di quelle obbiettivamente improbabili, tuttavia affidata alle mani giuste potrebbe rivelarsi meno risibile di quanto

The Tim Burton Collection: Batman il ritorno

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In occasione del rilascio nelle sale cinematografiche di Dark Shadows, ultima fatica della coppia Tim Burton e Johnny Depp, Warner Home Video propone un imperdibile Cofanetto da Collezione in Edizione Limitata, contenente tutti i film Warner Bros.

The Tim Burton Collection: Batman

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In occasione del rilascio nelle sale cinematografiche di Dark Shadows, ultima fatica della coppia Tim Burton e Johnny Depp, Warner Home Video propone un imperdibile Cofanetto da Collezione in Edizione Limitata

The Tim Burton Collection: Sweeney Todd

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In occasione del rilascio nelle sale cinematografiche di Dark Shadows, ultima fatica della coppia Tim Burton e Johnny Depp, Warner Home Video propone un imperdibile Cofanetto da Collezione in Edizione Limitata, contenente tutti i film Warner Bros.

Killer Elite: intervista a Clive Owen

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Anche Clive Owen è trai protagonisti di Killer Elite, adrenalinico film che vede sullo schermo Robert De Niro e Jason Statham. Ecco a seguire un’intervista rilasciata da Owen,

La mia vita è uno zoo, recensione: la speranza secondo Cameron Crowe

Abbiamo rivisto La mia vita è uno zoo, il film diretto da Cameron Crowe tratto dal romanzo autobiografico di Benjamin Mee, e possiamo dire che rappresenta uno dei lavori più sinceri e sottovalutati del regista premio Oscar. Un’opera che parla di perdita, di ricostruzione e di quel piccolo miracolo quotidiano che chiamiamo “ricominciare”. Con un cast d’eccezione – Matt Damon, Scarlet Johansson, Elle Fenning e Thomas Haden ChurchLa mia vita è uno zoo fonde dramma familiare, commedia e racconto di formazione con la delicatezza e la sensibilità tipiche di Crowe.

Un padre, due figli e un sogno impossibile

La mia vita è uno zoo
Foto di Neal Preston – © 2011 Twentieth Century Fox Film Corporation.

Benjamin Mee (Matt Damon) è un padre rimasto vedovo dopo la morte prematura della moglie Katherine. Disorientato e incapace di trovare un senso alla vita, decide di lasciare la città e trasferirsi in campagna insieme ai suoi due figli, il ribelle adolescente Dylan e la piccola Rosie, per ricominciare altrove. Il luogo scelto per il nuovo inizio è un vecchio zoo in disuso, circondato dalla natura ma ormai in rovina. Nonostante l’apparente follia dell’impresa, Benjamin decide di acquistarlo, convinto che la rinascita di quel posto possa coincidere con la rinascita della propria famiglia.

Accanto a lui c’è Kelly (Scarlett Johansson), la determinata responsabile dello zoo, che crede ancora nella possibilità di restituire vita agli animali e speranza alle persone. Tra loro nasce un legame profondo, fatto di rispetto reciproco e di una dolcezza mai forzata, che diventa il cuore emotivo del film.

Il cinema empatico di Cameron Crowe

Con La mia vita è uno zoo, Crowe torna a esplorare uno dei suoi temi più cari: la resilienza di fronte al dolore. Già in Jerry Maguire e Elizabethtown aveva raccontato protagonisti alle prese con crisi personali e professionali, ma qui la riflessione si fa più intima e universale.
La perdita della moglie non è solo il punto di partenza della storia, ma il prisma attraverso cui il regista indaga il rapporto tra dolore e speranza. Benjamin non cerca di dimenticare, ma di trasformare il lutto in un atto d’amore verso la vita stessa.

L’approccio di Crowe è empatico e mai retorico: il dolore non viene spettacolarizzato, bensì interiorizzato, restituito attraverso gesti quotidiani, sguardi, silenzi e piccoli progressi. La sceneggiatura alterna con equilibrio momenti comici e malinconici, riuscendo a fondere leggerezza e profondità in un racconto che scorre con naturalezza.

Un film sul coraggio di rischiare

Matt Damon, Patrick Fugit, Scarlett Johansson, Crystal the Monkey, and Felix in La mia vita è uno zoo (2011)
Foto di Neal Preston – © 2011 Twentieth Century Fox Film Corporation.

La vera chiave di lettura del film è il concetto di coraggio. “A volte bastano venti secondi di coraggio folle” dice Benjamin in una delle frasi più celebri del film. È una sintesi perfetta dello spirito croweiano: affrontare la vita anche quando non ci sono certezze, lanciarsi nel vuoto per scoprire che, forse, si può ancora volare.

Il regista costruisce attorno a questa idea un racconto di rinascita che vale tanto per il protagonista quanto per i personaggi secondari. Kelly, ad esempio, è una donna che ha sacrificato tutto per il suo lavoro; Dylan è un adolescente che, dopo la perdita della madre, deve imparare a gestire la rabbia e a riconnettersi con il padre. Tutti cercano un modo per riappropriarsi della propria vita, e lo zoo diventa la metafora perfetta di quel processo: uno spazio ferito ma vivo, che può tornare a brillare se qualcuno ha il coraggio di crederci.

La regia e la scrittura: equilibrio tra emozione e misura

Crowe riesce a evitare le trappole del sentimentalismo, mantenendo il tono sempre misurato e realistico. Il merito è di una scrittura intelligente, che non forza mai la commozione ma la lascia emergere spontaneamente dai personaggi. I dialoghi, asciutti e pieni di ironia, restituiscono la complessità dei rapporti familiari senza mai scadere nel cliché. Allo stesso modo, la regia predilige inquadrature ampie e luminose, che amplificano la sensazione di libertà e rinascita.

La colonna sonora, come in ogni film di Crowe, gioca un ruolo centrale. Le musiche originali di Jónsi (frontman dei Sigur Rós) accompagnano il racconto con una poesia sonora che amplifica i momenti di malinconia e di gioia, rendendo l’esperienza emotiva ancora più completa.

Il cast e le interpretazioni

Matt Damon offre una delle sue interpretazioni più toccanti e contenute. Il suo Benjamin è un uomo comune che affronta un dolore straordinario, e Damon riesce a trasmettere ogni sfumatura di smarrimento e forza interiore. Accanto a lui, Scarlett Johansson interpreta Kelly con autenticità e naturalezza: non una figura salvifica, ma una donna concreta, fragile e determinata. Elle Fanning porta sullo schermo una dolce energia, mentre Thomas Haden Church aggiunge leggerezza e ironia nel ruolo del fratello di Benjamin. Ma è la piccola Maggie Elizabeth Jones, nel ruolo della figlia Rosie, a conquistare il pubblico con la sua spontaneità e dolcezza disarmanti.

Tra realismo e fiaba contemporanea

La mia vita è uno zoo è una fiaba moderna, ma radicata nella realtà. La presenza degli animali e la cura con cui Crowe li filma non sono mai decorativi: rappresentano la connessione dell’uomo con la natura e la possibilità di guarire attraverso la cura dell’altro. Il film, pur non nascondendo le sue venature melodrammatiche, riesce a costruire una narrazione sincera e luminosa che parla di ricostruzione, empatia e fiducia.

C’è una purezza nello sguardo di Crowe che lo distingue da molti altri registi contemporanei. Non è un film per cinici: La mia vita è uno zoo è un inno alla vulnerabilità come forma di forza, alla gentilezza come atto rivoluzionario.

Cameron Crowe firma un film semplice ma profondamente umano, capace di toccare corde universali. La mia vita è uno zoo racconta che la felicità non è l’assenza del dolore, ma la capacità di trovare bellezza anche dopo una perdita. È un film per chi cerca nella vita – e nel cinema – la possibilità di ricominciare.

Naomi Watts e Jessica Alba in Giappone per Montblanc!

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Montblanc festeggia il suo nuovo Concept Store e più grande del mondo, situato in Giappone. All’inaugurazione molte star presenti, fra le più belle Naomi Watts e Jessica Alba, Amber Heard. Premiato anche Nicolas Cage.

Alla ricerca di nemo 3D – Trailer italiano

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Diretto da Andrew Stanton e vincitore dell’Academy Award® come Miglior lungometraggio di animazione, ALLA RICERCA DI NEMO torna sul grande schermo.

Tre nuovi spot per il Musical Rock of Ages con Tom Cruise!

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Al cinema dal 20 giugno con Tom Cruise nel ruolo della rock star Stacee Jaxx “Rock of Ages” racconta di una ragazza di provincia, Sherrie, e di un ragazzo di città, Drew, che si incontrano sul Sunset Strip mentre cercano di realizzare i loro sogni a Hollywood. La loro storia è vissuta sulle note di successi di Def Leppard, Joan Jett, Journey, Foreigner, Bon Jovi, Night Ranger, REO Speedwagon, Pat Benatar, Twisted Sister, Poison, Whitesnake e molti altri.

 

Due Spot per Chernobyl Diaries – La mutazione

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Arrivano due Spot TV 30″ del film CHERNOBYL DIARIES – La Mutazione, thriller/horror scritto e prodotto dal regista di Paranormal Activity, Oren Peli. Dal 20 giugno al cinema.

L’Umbrella Corporation di Resident Evil: Retribution 3D recluta a Roma

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L’Umbrella Corporation invita tutti voi ad entrare a far parte del proprio team in concomitanza con l’inizio della campagna di Resident Evil: Retribution 3D, che uscirà nelle sale italiane il 14 settembre 2012.

Christopher Nolan desidera dirigere un film di James Bond!

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Come già noto ai fan di Christopher Nolan, il regista stravede per il franchise James Bond e oggi arriva una dichiarazione rilasciata ad Empire Magazine, nel quale il regista spiega che è già alla ricerca di “un altro ricco, particolare personaggio rimasto orfane da giovane” ribadendo che è inoltre un grandissimo fan di James Bond, serie che ha citato più volte come metro di paragone per Inception, al quale si ispirava molto. Inoltre il regista ha detto di essere “molto serio riguardo la prospettiva di dirigere un episodio del franchise”.

 Comunque, Nolan spiega di aver incontrato i produttori della EON in passato, e che il suo potenziale coinvolgimento dipenderebbe dalla “situazione giusta e dal momento giusto nel loro ciclo di eventi”. Non dimentichiamo che il una volta conclusa l’uscita del Il Cavaliere oscuro – il ritorno, Nolan sarà legato al reboot di Superman: Man of Steel, che ha prodotto e che è diretto da Zack Snyder. Chissà magari una volta finiti gli impegni e una volta uscito Bond23, Skyfall diretto da Sam Mendes può darsi che si verificheranno quel ciclo di eventi di cui parla Nolan e che magari Bond 24 avrà la sua firma.

Fonte: Empire Magazine via Badtaste.it

Scream da Film a Serie Tv

mtvScream 4 non ha avuto molto successo ai botteghini ma MTV ha comunque deciso di prendere il Ghostface più famoso del mondo e farne una tv series.

Branded il nuovo sci-fi sui messaggi subliminari

Cosa succederebbe se il controllo e il dominio globale avvenisse attraverso la pubblicità e i messaggi subliminali? È quello su cui si interroga il film

Clint Eastwood riceve il Jhon Ford Award

clint-eastwoodSabato scorso, Clint Eastwood ha ricevuto il John Ford Award, istituito per onorare i registi che seguono la sua eredità. Di fatti, come Ford, Clint Eastwood

Ridley Scott pensa a Mosè

Ridley Scott si sta preparando per girare il suo prossimo film a fine del mese, il dramma di Cormac McCarthy The Counselor. Ma recentemente ha rivelato che sta lavorando su un adattamento del racconto biblico di Mosè. Durante un’intervista ad Esquire ha rivelato “La cosa interessante per me su Mosè non è la roba grossa che tutti conoscono. Si tratta di altro, come il suo rapporto con Ramses [II, il faraone]” ma a disturbagli i progetti c’è Steven Spielberg che sta preparando un film epico chiamato Gods and Kings, le riprese probabilmente cominceranno nella primavera del 2013. Inoltre, il regista Darren Aronofsky si appresta ad iniziare la produzione su Noah con Russell Crowe nel ruolo del protagonista affiancato da Jennifer Connelly.

Quindi il 2012 sembra essere già occupato per trasposizioni cinematografiche di alto profilo biblico, questo non significa che non ci sia spazio per il Mosè di Scott. Però c’è d’aggiungere che il regista inglese sta anche sviluppando un sequel su Blade Runner, infatti lo sceneggiatore originale del film, Hampton Fancher, è salito a bordo da pochi giorni.

Fonte:Collider

Cambio di date d’uscita per Resident Evil: Retribution e Total Recall – Atto di forza!

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Cambiano le date d’uscita di due attesi film, ormai sta diventando una prassi consolidata quella di cambiare data d’uscita, quindi dopo Reality, Prometheus e molti altri cambiano anche quelle di Resident Evil: Retribution 3D 

Iron Man 3: prima foto ufficiale dal set!

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Come sapete sono iniziate le riprese dell’attesissimo film Marvel IRON MAN 3. Arriva la prima foto ufficiale dal set:

Box Office ITA del 4 giugno 2012

Weekend estivo al botteghino italiano, con Men in Black 3 che si conferma primo, seguito da Lorax e Dark Shadows. Poco soddisfacenti le new entry. L’estate è ormai arrivata per il botteghino italiano, con buona pace di distributori ed esercenti. Il fine settimana registra infatti incassi in diminuzione al box office nostrano, ma bisogna tener conto di altri importanti fattori che hanno inciso negativamente sugli incassi, quali i festeggiamenti del 2 giugno e soprattutto la tragedia del terremoto in Emilia.

Men in Black 3 si conferma dunque primo con 1,1 milioni di euro, arrivando a quota 4,4 milioni. Seconda posizione per Lorax: il guardiano della foresta, lanciato in ritardo rispetto agli USA e in un numero eccessivo di sale: 631.000 euro raccolti in oltre 500 copie, una delusione per il cartoon degli stessi creatori di Cattivissimo Me, che invece era stato un successo in Italia.

Dark Shadows scende al terzo posto e supera i 6 milioni complessivi con altri 310.000 euro. Seguono tre novità, dai risultati tutt’altro che brillanti. Killer Elite apre con 291.000 euro in 190 sale, mentre Marilyn ottiene la seconda media del weekend: distribuito con mesi di ritardo rispetto al lancio internazionale durante la stagione dei premi, il minibiopic sulla diva per eccellenza incassa 252.000 euro in 150 copie.

Viaggio in Paradiso debutta al sesto posto con il pessimo risultato di 227.000 euro in ben 320 sale. Cosmopolis precipita al settimo posto con 147.000 euro, giungendo a soli 639.000 euro in dieci giorni. Netto calo anche per il drammatico Molto forte, incredibilmente vicino, arrivato a 426.000 euro con altri 110.000 euro. Chiudono la top10 due new entry con risultati mediocri. Attack the Block – invasione aliena esordisce con 108.000 euro in 260 copie, mentre Love&Secrets, uscito con un paio d’anni di ritardo, raccoglie 97.000 euro in 86 sale.