John Carter, kolossal fantascientifico prodotto dalla Walt Disney, arriverà finalmente nei cinema italiani il prossimo 7 marzo: nell’attesa, è stata finalmente rilasciata la prima clip in italiano, dove l’eroe si prepara a combattere contro un enorme e mostruosa scimmia bianca.
Ispirato al romanzo la principessa di Marte di Edgar Rice Burroughs(Tarzan) il film di Andrew Stanton ha come protagonisti Taylor Kitsch e Lynn Collins.
Salma Hayek produrrà un lungometraggio tratto da il profeta di Khalil Gibran: ad ogni poesia nel libro corrisponderà un episodio che sarà girato da un regista differente, mentre Roger Allers(il re leone, Boog & Eliot) si occuperà della cornice.
Per i singoli episodi sono stati fatti i nomi di Marjane Satrapi (Persepolis), Bill Plympton Tomm Moore, Nina Paley, Mohammed Saeed Harib, Michal Socha e Francesco Testa.
Nel libro, una delle raccolte di poesie più lette di tutti i tempi, il Profeta Al Nabi risponde alle domande poste da varie persone sulla condizione umana.
Arriva da un articolo dell’Hollywood Reporter la notizia che tutti paventavano o che aspettavano (a seconda dei casi) Marco Muller prima donna’ del Festival di Venezia sarà nominato Direttore Artistico del Festival, almeno secondo la famosa rivista americana.
Le sorelle Coulin superano la prova a pieni voti con un’opera al confine tra realismo e film adolescenziale. 17 Ragazze parla di un gruppo di giovanissime donne che stabilisce all’unanimità di rimanere incinta: «Così ci sarà qualcuno che ci amerà incondizionatamente. Per sempre».
Tale è l’input di partenza, un filo conduttore che accompagnerà lo spettatore entro il flusso che unisce ognuna di loro. Un’ondata di freschezza e di aspettativa traboccante giovinezza. «A diciassette anni non si è maturi, si sogna e si ha un’energia enorme. Nessuno può fermare una ragazza che sogna», queste le parole di una di loro. Sono compatte e irremovibili contro un mondo di adulti già disilluso che è stato incapace di infondere alcuna sorta di speranza. I grandi tentano di trovare il bandolo della matassa di fronte ad una ribellione tanto assurda, tanto folle, che – paradossalmente – arresta la loro irrefrenabile voglia di spiccare il volo. Ma forse è proprio questo il punto: ritrovare un contatto intimo e vero con sé, col proprio corpo e con il senso autentico della vita.
17 ragazze, il film
Le due registe traggono spunto da una storia realmente accaduta e decidono di ambientarla nella loro piccola città di origine nel nord della Francia, Lorient, che, ironia della sorte, si affaccia sull’Atlantico: spazio sconfinato di vita, ma anche segno della limitatezza dell’uomo. Ma l’arco di età ricalcato da Delphine e Muriel Coulin possiede già in sé il desiderio di valicare i confini, ed è ciò che meglio riesce: lo sguardo della macchina da presa non vuole né analizzare, né comprendere un presunto “problema”. Con sequenze brevi e sospese, primissimi piani e dettagli ingranditi, tra profondi silenzi nelle colorate camerette, e cori scomposti a squarciagola in macchina, emerge una prova attoriale genuina e spiazzante delle protagoniste, tra le quali c’è anche chi non ha mai messo piede su un set. L’unica volontà dell’occhio narrante è mostrare un’epoca splendida inserita in un’altra più impietosa: quella di oggi.
La tensione della vivacità di quegli anni riuscirà a partorire quella libertà così agognata? Poco importa. È di per sé tutto già sufficiente così com’è, per esplorare e ricordare ciò che ognuno di noi conserva nella sua più sorridente memoria. In una fetta di vita gustata da chiunque sappia cosa significhi vivere, ma senza timore della vita, e credere, fino in fondo alle proprie viscere, che ogni cosa sia realmente possibile e meravigliosa «insieme, solo noi, ci aiuteremo e non dovremo più sentire “rifai il letto e lava i piatti”».
Gli Oscar li aspettiamo tutti, chi più che meno siamo tutti pervasi dall’euforia della grande notte di Hollywood, in cui tutte le stelle più luminose del cinema sono riunite per autocelebrarsi. Vero è che però spesso, sempre più spesso, le nomination e le statuette vengono assegnate in base a criteri sempre più sibillini, senza per queso nulla togliere a chi quella statuetta se la porta poi a casa.
Ma la storia dell’Academy è piena di recriminazioni che critici e pubblico volgono ai Membri che hanno ignorato molte delle performance, delle pellicle e dei lavori migliori. Solo quest’anno ad esempio ci sono almeno due attori che potrebbero vivamente protestare. Uno è Leonardo diCaprio per il suo J. Edgar, completamente assente dalla corsa, l’altra è Tilda Swinton, nominata ai Golden Globe ma non agli Oscar per la sua stratosferica interpretazione in E ora parliamo di Kevin. Ma ci sono stati tutti i capolavori di Alfred Hitchcock, Arancia Meccanica, Martin Scorsese per Taxi Driver, Sentieri Selvaggi, I quattrocento Colpi, ancora DiCaprio che nel trionfo totale di Titanic rimase l’unico a non ricevere una nomination a differenza della collega e amica Kate Winslet ma ancora tanti altri.
Si e’ conclusa con le dimissioni presentate dal presidente Gianluigi Rondi, la riunione del Cda della Fondazione di Cinema per Roma, iniziata alle 14 all’Auditorium Parco della Musica. Lo ha annunciato alla fine del Cda il consigliere Michele Lo Foco, rappresentante di Roma Capitale, che ha fatto il nome di Paolo Ferrari come probabile successore di Rondi alla presidenza.
Ieri si è svolta a Roma un’inquietante e divertente anteprima de L’altra faccia del diavolo, film Horror diretto da William Brent Bell che ha già raccolto oltre 60 milioni di dollari in tutto il mondo dopo essere costato solamente 1 milione. L’evento si è svolto al cinema Farnese Persol di Roma, con un’atmosfera da brivi. Ecco tutte le foto dell’evento.
Qualche mese fa avevamo pubblicato le foto delle prime riprese di Lawless, prossimo film di Terrence Malick che sarà però ultimato quest’autunno. Ora arrivano comunicazioni ufficiali che ci danno qualche
Ghost Rider – Spirito di vendetta (Ghost Rider: Spirit of Vengeance) è un film del 2012, diretto da Mark Neveldine e Brian Taylor e basato sul personaggio dei fumetti Ghost Rider pubblicato dalla Marvel Comics e creato da Gary Friedrich, Michael Ploog e Roy Thomas.
Si tratta del sequel di Ghost Rider uscito nel 2007 e si caratterizza da quest’ultimo per un cast differente (ad eccezione di Nicolas Cage) e per un’ambientazione totalmente diversa (le riprese si sono svolte in Europa, mentre nel primo film in Australia).
Il film è uscito negli Stati Uniti il 17 febbraio 2012 mentre in Italia il 23 marzo 2012 e verrà distribuito in versione normale e in versione 3-D; esordirà nelle sale con il logo Marvel Knights, una sottoetichetta dei Marvel Studios, con il quale era già uscito Punisher – Zona di guerra.
Una commedia sulla famiglia, l’amore, i vicini e un grosso segreto. Con Rocco Papaleo e Luciana Littizzetto. Una madre scopre una verità incredibile su suo figlio, attraverso un video che lo ritrae in copertina, ricevuto da una vicina di casa pettegola. Il ragazzo, dotato di un talento nascosto e insospettato, ha pensato di sfruttare al meglio la situazione diventando un pornodivo e lasciando così di stucco i genitori.
Il Concorso Cineasti del presente, vero e proprio spazio di scoperta che presenta opere prime o seconde di giovani registi emergenti, sarà protagonista al Locarno Film Festival, in questa edizione di alcuni cambiamenti che mirano ad aumentarne la visibilità e l’importanza all’interno del Festival.
Il concorso (seconda sezione competitiva del Festival insieme al Concorso internazionale) vedrà aumentare il valore del premio principale e potrà vantare l’introduzione di un nuovo riconoscimento. Il “Pardo d’oro Cineasti del presente – George Foundation”, finora del valore di 30’000 CHF, sarà portato a 40’000 CHF. La Città di Lugano offrirà al migliore regista emergente un nuovo riconoscimento: il ”Pardo per il miglior regista emergente” del valore di 20’000 CHF.
Saranno una quindicina i film, documentari o di finzione, in prima mondiale o internazionale a contendersi i premi della sezione.
Il “Pardo d’oro Cineasti del presente – Premio George Foundation: 40’000 CHF, ripartiti equamente tra regista e produttore.
Il “Premio speciale della giuria CINE+ Cineasti del presente”: 30’000 CHF offerti dal canale francese Cine+ Club per i diritti di diffusione, versati al distributore francese.
Il nuovo premio “Pardo per il miglior regista emergente”: 20’000 CHF per il migliore regista emergente offerti dalla Città di Lugano.
Il Locarno Film Festival Locarno prevede diverse sezioni competitive tra cui il Concorso internazionale e il Concorso Cineasti del presente per i lungometraggi e i Pardi di domani per i cortometraggi. Il programma completo di tutte le sezioni del Festival sarà reso noto l’11 luglio 2012. Tutti gli aggiornamenti sul Festival sono pubblicati sul sito pardolive.ch.
Il Kolossal di Jonathan Liebesman con Sam Worthington approderà nelle sale fra quasi un mese. Ecco da Itunes un nuovo Trailer del sequel di Scontro tra Titani. Molte scene inedite e tutte molto spettacolari:
Focus Features ha rilasciato queste quattro immagini di Anna Karenina, ultimo film del regista inglese Joe Wright (Espiazione, Hanna), tratto dall’omonimo romanzo di Lev Tolstoj.
Il nemico alle porte è un film del 2001 diretto da Jean-Jacques Annaud e con protagonisti nel cast Jude Law, Ed Harris, Joseph Finnies, Rachel Weisz e Bob Hoskins.
Il nemico alle porte trama: Stalingrado, autunno 1942. La giovane recluta dell’armata rossa Vasilij Grigor’evic Zajcev (Jude Law) viene catapultato insieme ad altri sventurati compagni nell’inferno di Stalingrado, città simbolo dell’Unione Sovietica assediata ormai da settimane dalle truppe del Terzo Reich.
Durante uno dei tanti ed assurdi attacchi suicida a cui gli ufficiali dell’Armata Rossa lo costringono a partecipare, Vasilij conosce Politruck Danilov (Joseph Fiennes), ufficiale addetto alla propaganda, a cui ha modo di mostrare la sua incredibile abilità di tiratore affinata durante l’infanzia in cui era solito cacciare i lupi negli Urali.
Danilov vede nel ragazzo quell’eroe di cui l’esercito ha bisogno per mantenere alto il morale ed avere nuove motivazioni in battaglia. Spalleggiato dal cinico Nikita Khrushchev (Bob Hoskins), Danilov farà di Vasilij Zajcev un mito, una sorta di leggenda, e Vasilij a sua volta diventerà l’incubo dei tedeschi collezionando vittime su vittime soprattutto tra gli ufficiali. Il rapporto di grande complicità tra Danilov e Vasilij comincerà però ad incrinarsi quando una donna, Tania Chernova (Rachel Weisz), si intrometterà fra loro generando invidie e gelosie.
Nel frattempo, per porre fine al mito di Vasilij, il comando tedesco invierà al fronte il migliore dei tiratori della Wermacht: il maggiore Erwin Konig (Ed Harris) che inizierà con Vasilij un’appassionante quanto drammatico duello destinato ad un tragico epilogo.
Il nemico alle porte (Enemy at the gates) è un film del 2001 diretto dal regista francese Jean-Jaques Annaud (Il nome della rosa, L’amante) e tratto da una storia vera.
Annaud si conferma una volta di più straordinario a livello scenografico, ricreando con grande realismo ed efficacia il drammatico contesto in cui si svolge la vicenda. Una Stalingrado dilaniata da una delle più feroci battaglie della Seconda guerra mondiale, una città in preda alla disperazione più assoluta sia tra i civili che tra i militari di cui il regista tiene a sottolineare le terribili condizioni e i patimenti sopportati.
Il nemico alle porte
Ma se il regista francese non tradisce a livello estetico è a livello di sceneggiatura che il film genera qualche dubbio. La prima metà è indubbiamente la migliore: l’arrivo di Vasilij al fronte, il suo disorientamento, la nascita del suo mito e l’amicizia con Danilov, il tutto tiene alta la tensione emotiva dello spettatore, affascinato da una ricostruzione storica impeccabile.
La seconda parte invece si perde. La storia d’amore tra Vasilij e Tania, il duello con il maresciallo Konig, sono elementi narrativi interessanti ma che vengono trascinati con scarso ritmo e con il passare dei minuti assumono una preponderanza che non sono in grado di sostenere. Il film perde la tensione emotiva iniziale e si protrae stancamente verso un finale più che scontato.
Il cast di Il nemico alle porte è indubbiamente di prim’ordine anche se ci sentiamo di sottolineare le interpretazioni di Joseph Fiennes, molto convincente nella parte dell’enigmatico e fanatico servitore del regime staliniano, così come di Bob Hoskins, quasi irriconoscibile nei panni di un credibilissimo Nikita Khrushchev, futuro presidente dell’URSS qui spietato e irascibile ufficiale al soldo di Stalin.
Indubbiamente pregevole anche l’interpretazione di Ed Harris, efficace nelle vesti del gelido e imperscrutabile ufficiale della Wermacht, convincono invece indubbiamente meno Jude Law e Rachel Weisz non tanto per scarsezza interpretativa ma perchè non dotati di quel “phisique du role” necessari alla parte. Troppo belli e occidentali per essere credibili come stanchi e sfiancati russi al fronte da mesi.
Storicamente il film è interessante solo nella prima parte dove si evidenzia con particolare attenzione la terribile disumanità degli ufficiali sovietici pronti a sparare senza pietà verso i propri soldati ad ogni minimo accenno di ritirata. Il nemico non era solo di fronte ma anche di spalle.
Per il resto il dramma dei civili intrappolati in questo immenso fronte di guerra è solo accennato, vagamente abbozzato, le finalità registiche e della sceneggiatura propendono verso altri lidi e altre finalità. Il risultato è un film molto hollywoodiano e non dal forte impatto emotivo che avrebbe potuto avere e che abbiamo provato in altri film dal contesto simile, come il Pianista di Roman Polansky per intenderci…ma questa è tutta un’altra storia.
Roma città aperta è il film manifesto del 1945 diretto da Roberto Rossellini con protagonisti nel cast Anna Magnani, Aldo Fabrizi, Marcello Pagliero
Roma città aperta ambientato a Roma nell’inverno del 1943-44, sotto occupazione tedesca, narra le vicende umane e politiche di una popolana che per amore, morirà fucilata, contemporaneamente alla storia di un tipografo partigiano deportato, di un ingegnere comunista torturato e ucciso, come un parroco di quartiere, brutalmente fucilato davanti ai ragazzi dell’oratorio perché protettore di alcuni partigiani.
E’ l’Italia in crisi quella che Rossellini racconta nelle immagini della gente riversata per le strade in cerca di cibo, l’Italia della gente come Pina, la moglie del tipografo staffetta dei partigiani costretta a sposarsi di nascosto da Don Pietro. Ogni scena è essenziale perché il regista lascia trapelare le emozioni e le incertezze dei suoi personaggi.
Nessun aspetto della resistenza viene lasciato al caso: anche i bambini coraggiosi combattenti non rinunciano a mettersi in prima linea a fianco dei grandi perché anche loro sognano la pace, come il compagno di Pina, Francesco, che afferma: “Un giorno tornerà la primavera e noi saremo finalmente liberi. Non dobbiamo aver paura, noi lottiamo per una cosa che deve ancora venire, la libertà, che vedremo noi e i nostri figli”. Ma il sogno di felicità svanisce presto: il giorno del loro matrimonio, i nazifascisti catturano Francesco e Pina muore correndo, straziata dal dolore, per aver perso una seconda volta l’uomo amato.
Roma città aperta, il film di Rossellini
E’ questa una delle sequenze più intense e significative dell’intero film: la Magnani che insegue il vuoto con il volto segnato da una vita di sofferenza è l’immagine simbolo di Roma città aperta e del Neorealismo, che ha lasciato le tracce dei vincitori e dei vinti nella storia stessa. I traditori non mancano e, Rossellini nel suo film, accosta simbolicamente la figura positiva da eroina di Pina a quella negativa e senza pietà nella sua arroganza di Ingrid spia dei generali nazisti. Intenso e incisivo il volto di Fabrizi, tenace, gelido e impassibile, al limite della tensione, che non cede fino alla fine (“Volevate schiacciare il suo corpo ma non avete ucciso la sua anima”).
Roma città aperta è un film per le nuove generazioni, perché riporta indietro nel tempo raccontando cosa è stata la seconda guerra mondiale. Gli occhi di Don Pietro parlano di un mondo che sta per finire, che lui vede allontanarsi sempre più, mentre si toglie il cappello, recita il padre nostro ad alta voce e prima di essere fucilato pronuncia le sue ultime parole: “Dio, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”. Questo film racconta e lascia raccontare senza retorica, l’orrore che uomini, donne e bambini innocenti hanno subito nel corpo e nell’anima. Un orrore che resta nei ricordi anche quando il tempo passa come un’istantanea, uno squarcio di cielo che si apre al futuro delle nuove generazioni.
Il regista Roberto Faenza e lo scrittore Peter Cameron hanno incontrato ieri la stampa alla Casa del Cinema di Villa Borghese, in occasione della presentazione del film Un giorno questo dolore ti sarà utile, dal 24 febbraio nelle sale.
Che vuol dire essere “normali”? È la domanda che ha ispirato la pellicola diretta da Roberto Faenza, presentata fuori concorso al Festival del Cinema di Roma: Un giorno questo dolore ti sarà utile. Tratto dall’omonimo romanzo di Peter Cameron, ieri il film è stato proiettato per la stampa alla Casa del Cinema.
L’inglese Toby Regbo interpreta con disinvoltura James Sveck, 17enne solitario e anti-convenzionale che fatica a relazionarsi con la società newyorkese. Nella sua disperata ricerca di un’identità, non è certo aiutato dagli strambi parenti: la madre Marjorie (il premio Oscar Marcia Hay Garden) dirige una galleria in cui espone improbabili bidoni della spazzatura, collezionando un marito dopo l’altro (ha appena scaricato il numero 3 in luna di miele); il padre Paul (Peter Gallagher) è un vanesio avvocato che esce solo con 25enni e ricorre alle meraviglie della chirurgia estetica, e la sorella maggiore Gillian (la protagonista di True Blood), già pronta a scrivere le sue memorie, ha un rapporto con il passatello prof di semiotica. L’unica persona che si salva è la nonna Nanette (l’intramontabile Ellen Burstyn), che, nel suo rifiuto per le regole e gli standard della buona società, riesce a comprendere lo spaesato nipote.
Indifferente al richiamo della carriera e del successo, senza amici e refrattario all’Università (s’immagina artigiano), James è agli occhi altrui un “disadattato” – per questo i genitori lo spediscono da Rowena (Lucy Liu), “life coach” e terapeuta dai metodi poco ortodossi. Girato nell’arco di 6 settimane con un budget di 8 milioni di dollari, il film conduce una feroce satira nei confronti della upper-class americana, al contempo proponendo uno sguardo asciutto sui meccanismi d’emarginazione di chi ci appare “diverso”. Al centro, il ritratto di un adolescente sensibile, spiritoso, intelligente, colpevole di non volersi omologare a una mentalità e a ritmi quotidiani che gli stanno stretti. Lo sguardo sul mondo degli adulti, privi di speranza nel loro rincorrere stili di vita mainstream, è spietato.
Da segnalare la frecciatina ai luoghi comuni sul concetto di virilità implicita nella scena del pranzo padre-figlio: dopo che James ha ordinato una dietetica insalata, scatta la domanda “Sei gay?”. Ottima anche la sequenza dell’attacco di panico durante il ballo: dal punto di vista recitativo, ma anche per i movimenti della macchina da presa che, ondulatori e confusi, riproducono visivamente lo smarrimento interiore del protagonista. Faenza ci offre un film ironico, fresco, attento ai dettagli narrativi come agli attori di contorno – vedi Aubrey Plaza nei panni di Jeanine, giovane svampita che va a prendere James alla stazione di Limit, o la tornita Brooke Schloesser, irresistibile nel ruolo dell’americana patriottica ed iper-positiva. La voce limpida di Elisa (con Love is requited) affianca l’insicuro girovagare di James per le strade della metropoli.
Gli Sfiorati – Roma, giorni nostri. Mete (Andrea Bosca) è un giovane grafologo che da poco ha perso la madre spentasi dopo una lunga malattia. Il padre, andato via di casa anni prima, è in procinto di sposarsi con una donna spagnola da cui ha avuto una figlia, Belinda (Miriam Giovanelli). Suo malgrado Mete è invitato alle nozze che avranno luogo da lì a una settimana ed oltre a questo il padre chiede al ragazzo di ospitare nel frattempo l’estroversa sorellastra.
Belinda è una ragazza molto giovane ma incredibilmente sensuale e, a causa di una sorta di depressione, bivacca sul divano di Mete a guardare documentari fumando spinelli tutto il giorno. Mete è involontariamente investito da un’infatuazione che con i giorni assume i contorni di una vera e propria ossessione che lo porta a pensare a Belinda in ogni istante della sua giornata, sebbene egli faccia di tutto per evitarla. Bruno (Claudio Santamaria), suo amico e collega, formula una teoria scientifica e grafologica secondo la quale Belinda appartiene alla categoria degli “sfiorati”.
Gli “sfiorati” sono persone dotate di una sensibilità particolare che vivono più realtà insieme perdendosi spesso in esse e confondendosi in una personalità indeterminata. Anche Mete cadrà vittima in questo stesso limbo dal quale, dopo un’iniziale resistenza, non potrà e non vorrà più uscire.
La Fandango di Domenico Procacci in collaborazione con Rai Cinema presenta questo film diretto da Matteo Rovere e in uscita il prossimo 26 febbraio nelle sale italiane. Gli sfiorati è la trasposizione cinematografica di un romanzo che Sandro Veronesi scrisse negli anni ’80 e che la Fandango Libri ripropone con una nuova ristampa dal 23 febbraio.
Matteo Rovere si ripresenta alla regia con il suo secondo lungometraggio dopo essersi affermato e messosi in luce con una serie di “corti” molto apprezzati dalla critica. La storia affronta quelle emozioni e quelle sensazioni che si presentano a noi in ogni momento della nostra vita; buona parte di esse noi le sfioriamo appena lasciandole cadere, perdere nel tempo sino a ridurle a semplici e vaghi ricordi, aliti di vento. Ma qualche volta queste emozioni, questi fremiti, che possono svilupparsi in vere e proprie ossessioni, vanno affrontate, vissute e non solo “sfiorate”, a scapito delle relative conseguenze.
Questo è quello che Mete ha il coraggio e l’incoscienza di fare, smettere di evitare la vita, di sfiorarla appena; egli decide di viverla sino in fondo pur temendone terrorizzato gli imprevedibili risvolti. L’ossessione per la sorellastra è sempre più forte e incontrollabile e cercare di vivere passandole accanto risulterà per lui impossibile.
Gli sfiorati è un film diretto con garbo e senza particolari eccessi dal giovane regista che ambienta la storia in una Roma un po’ ovattata e distante dalla realtà ma comunque bellissima. La trama si perde un po’ con il passare dei minuti dove ad un certo punto lo spettatore si chiede dove il film voglia condurlo forse anche un po’ annoiato dal volto inebetito del giovane protagonista che domina tutte le sequenze con fare svanito. La giovane Miriam Giovanelli è bella e provocante come la parte richiede, Santamaria convincente nei panni di un giovane padre con mille problemi da affrontare e che cerca di riportare il protagonista alla realtà.
Da segnalare la partecipazione di Asia Argento perfetta nell’interpretare una patetica ultratrentenne che dietro ad un’apparenza di successo e gratificazioni professionali nasconde una realtà di tristezza e solitudine; alla lunga, forse, il personaggio più convincente.
La sensazione è che il film non valga il romanzo o forse che il romanzo non presenti un soggetto adatto ad un film poichè in esso la storia smarrisce consistenza e non focalizza l’attenzione dello spettatore dove, desumiamo, Veronesi ha voluto condurre i suoi lettori.
La suggestiva ed elegante cornice della Terrazza Martini in p.zza Diaz a Milano, da cui vetrate lo sguardo domina su tutta la città, è la location designata per l’incontro tra la stampa e i protagonisti del nuovo film Fandango Gli Sfiorati di Matteo Rovere. Il regista e i due giovani protagonisti Andrea Bosca e Miriam Giovanelli sono accompagnati da Domenico Procacci in persona e dall’autore del romanzo da cui la storia ha preso ispirazione, Sandro Veronesi.
Sembra che la scrittrice J.K Rowling che ha scritto la saga di Harry Potter, che si è conclusa con l’ultimo capitolo dal titolo Harry Potter e i Doni della morte stia lavorando ad un nuovo romanzo, un libro diverso e dedicato al pubblico adulto.
A sorpresa Medusa ha deciso di anticipare l’uscita italiana di Nero Fiddled, il film di Woody Allen girato a Roma con Roberto Benigni, Alec Baldwin, Penélope Cruz, Jesse Eisenberg, Ellen Page, Riccardo Scamarcio e Antonio Albanese.
Il prossimo 24 agosto uscirà in Italia, “La leggenda del cacciatore di vampiri in 3D”, il nuovo film di Timur Bekmambetov, con Mary E. Winstead, Dominic Cooper e Benjamin Walker, prodotto da Tim Burton.
Il trailer italiano ufficiale di G.I. Joe – La Vendetta, il nuovo film d’azione con Channing Tatum, Bruce Willis e Dwayne Johnson, da agosto 2012 al cinema. La squadra dei G.I. Joe torna per stupirci con nuove avventure ed effetti speciali. Chunning Tatum questa volta è affiancato da Bruce Willis e Dwayne Johnson.
Nella commedia American Pie: Ancora insieme, tutti i personaggi di American Pie incontrati poco più di una decade fa faranno ritorno alla cittadina di East Great Falls per una riunione dei compagni delle scuole superiori. In un weekend molto atteso, scopriranno cosa è cambiato, chi è rimasto sempre lo stesso e che il tempo e la distanza non possono rompere il legame dell’amicizia.
Era l’estate del 1999 quando quattro ragazzi della piccola città del Michigan iniziarono la loro ricerca sulla sessualità. Negli anni trascorsi da allora, Jim e Michelle si sono sposati mentre Kevin e Vicky si sono lasciati. Oz e Heather sono cresciuti distanti, mentre Finch desidera ancora la madre di Stilfer. Adesso questi amici di una vita sono tornati a casa da adulti per ricordarsi – ed essere ispirati – da quegli ormoni adolescenziali che hanno creato una leggenda comica.
Tratto dal romanzo di Ranulph Fiennes “The Feather Men”, racconta la storia di due organizzazioni segrete in conflitto fra loro: la prima, chiamata The Clinic, è composta da killer professionisti; la seconda, The Feather Men, da un gruppo di vigilantes che proteggono ex membri dei reparti speciali e le loro famiglie. Quando un team della prima organizzazione viene assoldato da uno sceicco arabo per uccidere dei membri della SAS che ritiene responsabili della morte del figlio, le cose si faranno davvero esplosive.
Trailer italiano definitivo del film THE RAVEN, dal 23 MARZO al cinema. Gli ultimi giorni di Edgar Allan Poe raccontati dal regista di V per Vendetta in uno strepitoso thriller gotico che ridefinisce i confini del genere. Ulteriori info nella nostra Scheda – Film: The Raven
Trama
1849, Baltimora. Quando una donna e sua figlia vengono assassinate con le identiche modalità descritte in un racconto di Edgar Allan Poe, il detective Fields (Luke Evans) si sente obbligato a coinvolgere lo scrittore (John Cusack) nella risoluzione del caso. Un nuovo omicidio, copiato ancora una volta da un racconto di Poe, convince tutti che il serial killer stia traendo ispirazione dall’autore, il quale si trova così costretto a partecipare in prima linea alle indagini per impedire che l’assassino possa fare del male ad una persona a lui cara. In un’angosciante corsa contro il tempo Poe accetta quindi la sfida: il killer va fermato prima che sia troppo tardi.