La Summit Entertainment ha svelato il trailer internazionale di Cold Light of Day, l’action thriller che vede accanto alla super star Bruce Willis, il giovane Henry Cavill prossimo Man of Steel,
Cold Light of Day: il trailer del film con Bruce Willis
Liam Neeson: talento e versatilità di un irlandese doc
Nella sua carriera ha interpretato sempre personaggi positivi, forse per via della sua aria rassicurante, da bravo ragazzo: vista la sua alta statura, un gigante buono dagli occhi azzurri. Ha offerto interpretazioni straordinarie di personaggi eroici in pellicole drammatiche, come Schindler’s list e Michael Collins, ma non ha mai disdegnato il cinema di genere fantastico o il thriller. Un altro dei ruoli che gli hanno portato grande notorietà è infatti quello del maestro Jedi Qui-Gon Jinn in Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma.
Ha iniziato in teatro, nella nativa Irlanda, ma presto è passato al cinema, per arrivare a lavorare con registi del calibro di Stephen Spielberg, Woody Allen, Martin Scorsese, Ridley Scott, Sam Raimi, Christopher Nolan, senza trascurare la collaborazione con il conterraneo Neil Jordan. Unanimemente apprezzato per talento, professionalità, indiscussa bravura, è rimasto però un po’ defilato rispetto a colleghi maggiormente osannati. Forse per questo il suo contributo all’arte cinematografica non è stato mai premiato con i riconoscimenti di maggior peso, pur avendo guadagnato tre nomination ai Golden Globe e una agli Oscar. Nel ’93, infatti, quando Schindler’s List di Spielberg conquistò l’Academy (7 statuette tra cui miglior film, regia, sceneggiatura), la sua impeccabile interpretazione del protagonista Oskar Schindler non venne premiata. Il riconoscimento andò al collega Tom Hanks per Philadelphia. Non sembra però che questo lo abbia turbato, anzi, ha continuato a offrire buone interpretazioni, lavorando molto negli Usa. Qualche scivolata c’è stata tra le scelte delle pellicole alle quali ha partecipato in più di trent’anni di carriera, dando però sempre un contributo di grande qualità.
Liam John Neeson nasce a Ballymena, nella contea nord irlandese di Antrim, il 7 giugno del 1952, figlio di una cuoca e di un custode di scuola elementare. Terzo di quattro figli, ha tre sorelle. A nove anni scopre la sua passione per la boxe, della quale diventa giovane promessa, finché non è costretto a lasciare, colpito da una sincope. Oggi, ama le arti marziali.
Recita a scuola sin da bambino. Frequenta il college a Ballymena. Per l’università si trasferisce a Belfast e nel ’76 si unisce al Lyric Players Theatre. Due anni dopo è a Dublino, abbandonati gli studi, e approda sul palco dell’Abbey Theatre, alla cui compagnia si unisce facendosi presto apprezzare. Nel ’79 arriva anche l’esordio nel film Pilgrim’s Progress di Ken Anderson, dove, da bravo cattolico qual è, interpreta Gesù. Il vero trampolino di lancio nel cinema, però, sarà Excalibur (1980) di John Boorman che lo sceglierà, colpito dal suo talento dopo averlo visto recitare in Uomini e topi nel ruolo di Lennie Small. Sul set di Excalibur conosce Helen Mirren, cui sarà sentimentalmente legato per alcuni anni.
Tra le sue apparizioni cinematografiche degli anni Ottanta ricordiamo quella accanto a Anthony Hopkins e Mel Gibson in Il Bounty (1984) di Roger Donaldson e quella che lo vede assieme a Robert De Niro e Jeremy Irons, diretti da Roland Joffé in Mission (1986). Produzione di grande respiro e ottima occasione per l’attore irlandese: intenso e ispirato dramma sulla lotta di alcuni missionari gesuiti in Sud America, che tentano di difendere gli indios locali contro lo strapotere spagnolo e portoghese nel XVIII secolo. Film dal profondo portato etico, vede nei missionari Irons e De Niro i suoi pilastri. Neeson compare nelle vesti del missionario Fielding. Splendide le musiche del maestro Morricone, in perfetta armonia con gli ampi paesaggi amazzonici, vincitrici del Golden Globe. Palma d’Oro a Cannes per la miglior pellicola e Oscar per la fotografia di Chris Menges.
Trasferitosi a Hollywood per tentare il grande salto, Neeson partecipa al giallo Suspect – Presunto colpevole (1987) di Peter Yates, dove incontra il collega Dennis Quaid. Fin dagli anni ’70, Neeson frequenta anche la tv, dove ora si fa apprezzare dal pubblico americano con una partecipazione nel telefilm Miami Vice. Gli anni ’80 vanno poi senz’altro ricordati nella carriera di questo artista perché vedono l’inizio di una delle collaborazioni più fortunate della sua vita professionale: quella con il regista irlandese Neil Jordan. È dell’’88, infatti la sua commedia fantastica High Spirits – Fantasmi da legare, dove Neeson è Martin Brogan. Lavoreranno insieme a pellicole di maggior successo per entrambi.
Il nuovo, fortunato e proficuo decennio si apre con un lavoro e un’interpretazione che danno all’attore irlandese il lustro che merita e lo lanciano nel panorama internazionale. Si tratta del fantascientifico Darkman di Sam Raimi. Il protagonista è proprio Liam Neeson nei panni dello scienziato Peyton Westlake/Darkman, impegnato in una lotta senza quartiere contro lo spietato criminale Robert G. Durant. L’originale fusione tra linguaggio fumettistico e cinematografico funziona e fa ottenere a Raimi ottimi riscontri di critica e pubblico. Due anni e quattro film dopo, a dirigere l’attore irlandese sarà il genio di Woody Allen, qui forse non al suo meglio, per Mariti e mogli.
Film che indaga nei rapporti di coppia e nelle loro crisi, con generazioni a confronto. In questo periodo Neeson è instancabile e nel ’93, dopo altre tre pellicole, arriva Spielberg ad affidargli uno dei ruoli che lo hanno reso più celebre: quello dell’industriale tedesco Oskar Schindler in Schindler’s List. La sua interpretazione misurata e al contempo intensa dell’uomo che salvò centinaia di ebrei da morte certa durante il nazismo, facendoli lavorare nella propria fabbrica, resta memorabile e gli vale la nomination all’Oscar, al Golden Globe e al BAFTA. Il film, quasi interamente in bianco e nero, è girato con maestria da Spielberg e punta sì a celebrare la figura eroica di un uomo, ma anche a mostrarci le contraddizioni e le debolezze di costui. All’inizio, infatti, è un convinto nazista, che prospera grazie alla manodopera ebrea, sfruttandola senza troppi scrupoli nella sua fabbrica, profittando del suo basso costo. È un personaggio freddo e cinico, apparentemente impassibile. Ha il volto nordico e lo sguardo freddo di un Neeson perfettamente in parte. Forse proprio per queste caratteristiche, colpisce ancor più il cambiamento di Schindler/Neeson: una sorta di conversione dalla religione dell’avere a quella dell’essere, quando prende coscienza dell’orrore che si sta consumando attorno a lui e decide di dedicarsi non più a un’opera di profitto economico, ma di salvataggio di esseri umani, ebrei, tanti quanti saranno quelli che riuscirà a far lavorare nella sua fabbrica. In quest’eroica impresa sarà coadiuvato dal ragioniere ebreo Itzhak Stern, un efficacissimo Ben Kinsley. Un lavoro memorabile, che guadagna l’Oscar come miglior film, per la miglior regia e sceneggiatura, consacrando Spielberg. Ma Neeson non viene premiato per quella che è senz’altro una delle migliori interpretazioni della sua lunga carriera, largamente lodata da critica e pubblico.
Gli anni ’90 sono segnati da eventi importanti anche nella vita privata di Neeson. Nel ’94 infatti, sposa Natasha Richardson, figlia dell’attrice britannica Vanessa Redgrave e lei stessa attrice. I due recitano insieme quello stesso anno in Nell di Michael Apted, accanto a Jodie Foster. L’anno seguente Michael Caton-Jones gli offre d’interpretare Rob Roy nell’omonimo film. Nel ’96 invece, è la volta di una nuova collaborazione con l’amico Neil Jordan, che lo dirige nell’appassionato Michael Collins, dove interpreta l’eroe dell’IRA che guidò la lotta per l’indipendenza irlandese nei primi decenni del secolo scorso. A Neeson è affidato proprio il ruolo del protagonista, che sostiene egregiamente, interpretando col consueto mix di impeto e misura il ruolo del patriota irlandese che guardava al futuro e dovette scontrarsi con le contraddizioni del presente, in una terra per troppo tempo oppressa e lacerata dal conflitto. Nel cast anche Julia Roberts, nei panni dell’amata che Collins non arriverà a sposare, e un giovanissimo Jonathan Rhys-Meyers. L’interpretazione di Collins vale a Neeson un’altra nomination al Golden Globe e la Coppa Volpi, che si aggiudica come miglior attore straniero al Festival di Venezia. Leone d’Oro per il film. L’attore lavorerà ancora con Jordan nell’intelligente commedia Breakfast on Pluto, ma stavolta sarà il padre del protagonista, Patrick Brady/Cillian Murphy, in cerca d’identità tra Irlanda e Inghilterra. (2005).
Il decennio si chiude con il genere fantascientifico e la partecipazione all’atteso ritorno delle Guerre Stellari nel prequel Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma di George Lucas, dove Neeson veste i panni di Qui-Gon Jinn, il maestro Jedi di Obi-Wan Kenobi. L’enorme richiamo della pellicola dà nuovo lustro all’artista. Si pensa anche a una sua partecipazione a un successivo episodio della saga, ma Neeson deve declinare a causa di un incidente in moto. Lo stesso anno la Regina Elisabetta II lo nomina ufficiale dell’Order of the British Empire.
Il nuovo millennio vede ancora l’attore irlandese collaborare con grandi registi. Martin Scorsese lo vuole accanto a Di Caprio in Gangs of New York (2002), mentre Christopher Nolan lo sceglie per partecipare al ritorno dell’uomo-pipistrello in Batman Begins (2005), assieme a un cast di tutto rispetto che annovera colleghi come Michael Caine, Gary Oldman, Morgan Freeman e Rutger Hauer. A Christian Bale il compito d’interpretare l’eroe volante di Gotham City. Partecipa anche a Le crociate di Ridley Scott, ritrovando qui Jeremy Irons. È protagonista nel film biografico Kinsey – E ora parliamo di sesso di Bill Condon (2004), sul biologo che nel ’48 pubblicò negli Usa il primo studio sul comportamento sessuale degli americani, frutto di una complessa indagine statistica e di decine di migliaia di interviste raccolte dal ricercatore, con l’obiettivo di una più serena, e scientifica, considerazione della sfera sessuale degli individui. Qui si ripercorre la vita dello stesso Kinsey, cui Neeson dà magistralmente corpo. Vita segnata da un’infanzia caratterizzata dalla rigida e sessuofobica educazione ricevuta dal padre, che egli saprà però volgere in positivo nella sua vita di scienziato.
Nel 2008 è nel thriller Io vi troverò di Peter Morel. Spazia dunque tra i generi più diversi il nostro attore, che non si fa mancare film drammatici, d’azione, thriller, fantascientifici, seguendo in questo una tendenza che lo ha contraddistinto fin dagli esordi. Il 2009 è un momento drammatico nella vita privata di Neeson. Sua moglie Natasha, con la quale ha avuto due figli, muore il 18 marzo, a causa di un trauma cranico dovuto a una brutta caduta su una pista da sci.
L’attore supera questo difficile momento tuffandosi nel lavoro, anche perché continua ad essere molto richiesto. Appare come Zeus nell’avventuroso Scontro tra titani di Louis Leterrier (2010), poco riuscito. Riannoda poi i fili col suo vecchio amore per la tv, interpretando il ruolo di Hannibal nella versione cinematografica della serie, A-Team di Joe Carnhan. Il regista lo dirigerà di nuovo in The Grey (2012). Paul Haggis, intanto gli offre di partecipare alla sua ultima fatica The next three days. Nel 2012 lo vedremo tornare nei panni di Zeus, stavolta per Jonathan Liebesman, in: La furia dei titani. Alla lunga carriera d’attore di Liam Neeson possiamo aggiungere anche una breve incursione nel mondo della musica: nel 1994 partecipò all’album tributo a Van Morrison No Prima Donna: The songs of Van Morrison, in cui interpretò il brano Coney Island.
Nosferatu – il Principe della notte
Nosferatu – il Principe della notte è il film del 1979 diretto da Werner Herzog con protagonisti Klaus Kinski,Isabelle Adjani e Bruno Ganz.
- Anno: 1979
- Regia: Werner Herzog
- Cast: Klaus Kinski (Conte Dracula); Isabelle Adjani (Lucy Harker); Bruno Ganz (Jonathan Harker); Roland Topor (Renfield); Walter Ladengast (Dr. Van Helsing); Carsten Bodinus (Schrader); Martje Grohmann (Mina)
Fine Ottocento. Jonathan Harker è un agente immobiliare di Wismar, cittadina tedesca sul Mar Baltico; è felicemente sposato con Lucy, ma i due litigano quando quest’ultima gli dice di avere un brutto presentimento riguardo al viaggio che lui dovrà intraprendere per la Transilvania. Lì lo aspetta difatti il misterioso Conte Dracula, interessato ad acquistare una casa proprio nei pressi della loro abitazione.
Jonathan così si mette in viaggio e durante il lungo viaggio ignora anche gli avvertimenti degli zingari incontrati sul suo percorso, nonché degli abitanti del posto, che si rifiutano di accompagnarlo nei pressi del castello di quel temutissimo personaggio che loro chiamano vampiro.
L’incontro tra il Conte e Jonathan, di notte, è alquanto inquietante, ma il giovane Harker è troppo preoccupato di portare a termine l’affare per prestare attenzione alle storie che girano attorno al suo cliente che, comunque, sembra non fare niente per smentire la sua sinistra fama. L’affare va in porto, ma Jonathan rimane al castello, come se una forza invisibile lo stesse trattenendo lì; fa sempre terribili sogni (ammesso che siano sogni) e comincia a dare credito alle terribili teorie sui vampiri descritte nel libro che una locandiera premurosa gli ha consegnato prima che si incamminasse verso il castello di Dracula.
Prigioniero del castello, nel cercare una via di fuga Jonathan scopre che Dracula passa le giornate a riposare all’interno di una tomba. Una sera da una finestra scorge il Conte intento ad adagiare delle bare su un carro, e infilarsi infine dentro una di esse; Jonathan capisce allora che è diretto a Wismar, e decide di calarsi da una finestra per fuggire e tentare di arrivare nella sua cittadina prima di lui…
Nosferatu – il Principe della Notte (Nosferatu: Phantom der Nacht) è un film del 1979 diretto da Werner Herzog. Si tratta del remake del capolavoro diretto da Friedrich Wilhelm Murnau, Nosferatu il vampiro (1922), primo film sul conte Dracula e classico del cinema horror. Herzog ha affermato di considerare il film di Murnau la pellicola più importante mai prodotta in Germania, e di averlo voluto rifare per stabilire un collegamento tra il grande cinema tedesco del passato e il cosiddetto ‘nuovo cinema tedesco’, di cui all’epoca e tutt’oggi era/è tra i massimi esponenti.
Per il regista tedesco, che definiremmo un ‘visionario della realtà’, si tratta di un film atipico, dal momento che la sua filmografia è costituita soprattutto da lungometraggi neorealisti o storici visti da prospettive visionarie, spesso perfino fantasiose, o a pellicole documentaristiche quasi, aventi come sfondo zone esotiche e come protagonisti popolazioni e animali in via di estinzione; ma non mancano nella lunga carriera di Herzog anche documentari veri e propri, che di recente si è approcciato anche al 3D.
Il regista tedesco affidò il ruolo di Dracula al fidato Klaus Kinski, attore polacco sopra le righe, il quale compare in molti film di Herzog, dando un forte taglio personale e caratteristico ai personaggi a lui affidati. Su tutti, hanno fatto storia Aguirre furore di Dio, Woyzeck, Fitzcarraldo e Cobra verde.
Anche nei panni di Dracula, Kinski riesce magnificamente, donando al personaggio fascino e mistero; è bastato un po’ di trucco e qualche gioco in fotografia, perché il resto lo ha fatto il suo talento. Kinski tornerà a vestire i panni di Nosferatu nel 1988, per il film Nosferatu a Venezia,iretto da Luigi Cozzi.
A completare il cast degli attori protagonisti, la bella Isabelle Adjani nel ruolo di Lucy e Bruno Ganz in quello di Jonathan. La colonna sonora fu affidata ai Popol Vuh, gruppo tedesco in attività tra il 1970 e il 2001, che propone per il film una musica di accompagnamento alle scene mai invasiva.
Sebbene non possa essere annoverato come film horror a tutti gli effetti, Nosferatu ne ha tutti i crismi, soprattutto grazie alla succitata bravura di Kinski e al cinema artigianale di Herzog, il quale con semplici giochi in chiaro-scuro, inquadrature curate e ricercate e scene ad alto impatto emotivo, ci regala un film inquietante. Tra le scene più suggestive va senza dubbio annoverata quella del pranzo all’aperto dei cittadini di Wismar, circondati da migliaia di topi bianchi ai loro piedi, portati da Dracula per diffondere la peste; un delirio, un incubo vero e proprio quando i popolani festeggiano consapevoli che il giorno dopo sarebbero tutti morti. Non a caso, oltre che dai topi, sono anche circondati da cadaveri sparsi qua e là per le strade.
Ma forse l’aspetto più interessante di questa pellicola è la raffigurazione caratteriale del famoso vampiro. Il Dracula che ci viene presentato è difatti più vittima che carnefice, immerso da secoli nelle tenebre e condannato all’eterna solitudine. Molto emozionante è proprio una scena del Conte che spiega il suo stato a Jonathan, mostrandoci un Nosferatu più umano di quanto lo si possa immaginare. Del resto, con la combinazione vincente regia Herzog-interpretazione Kinski non poteva che essere altrimenti.
Grande merito va comunque anche allo scenografo Henning von Gierke, che non a caso ha vinto per questo film il premio come Miglior scenografia al Festival di Berlino del 1979.
10 regole per fare innamorare – Trailer
Marco è uno studente universitario fuori sede. Il padre Renato, chirurgo estetico di successo e donnaiolo indefesso, lo ha sempre investito di mille aspettative, quasi lui dovesse essere il figlio perfetto. Ma la realtà è un’altra: Marco è un ragazzo timido e impacciato. Per questo continua a fingere con la famiglia di essere un brillante studente di astrofisica mentre ha soloun semplice lavoro part-time in un asilo.Quando Marco si innamora di Stefania, una stupenda quanto irraggiungibile studentessa di letteratura francese, le cose cambiano. A curare le sue pene d’amore non bastano i consigli dei amici con cui condivide un colorato e caotico appartamento. Fondamentale l’entrata in scena del padre, casualmente in visita a Roma.
Cinefilos premia i Fan!
Uscita DVD: Monsters di Gareth Edwards!
Arriva anche in Italia, in uscita in DVD da Onemovie, Monsters di Gareth Edwards, film di Fantascienza acclamatissimo dalla critica di tutto il mondo.
Diablo Cody e l’Agnello di Dio
E’ provvisoriamente intitolato Lamb of God l’esordio alla regia di Diablo Cody. Protagonista sarà Julianne Hough (che dopo aver partecipato a Burlesque e al remake di Footloose, tornerà sugli schermi in Rock Of Ages), nel ruolo di una giovane donna, molto devota, che dopo essere stata vittima di un incidente aereo, che le ha lasciato delle profonde ferite (nel corpo e nello spirito) abbandona i propri genitori e la propria fede e si trasferisce da Washington a Las Vegas, intraprendendo una nuova vita, volta alla trasgressione.
Sarà però proprio nella ‘città del peccato’ che la protagonista farà alcune amicizie importanti, con i personaggi interpretati da Russell Brand e Octavia Spencer, che la aiuteranno a trovare una via di mezzo tra le vite ‘estreme’, l’una consacrata alla religione, l’altra al ‘peccato’, vissute prima e dopo l’incidente. Del cast faranno parte anche Holly Hunter e Phil Austin; l’ultimo in ordine di tempo ad essere entrato nel cast è stato Nick Offerman, conosciuto soprattutto per le sue apparizioni televisive (ultima in ordine di tempo Parks and Recreation, acclamata sitcom della NBC), Nick Offerman vanta anche alcune partecipazioni a film sul grande schermo, tra cui Sin City e L’uomo che fissa le capre.
Fonte: Empire
Uscite Blu-ray: Final Destination 5
Arriva il 22 Febbraio in edizioni Blu-ray 3D, Blu-Ray e Dvd, il quinto capitolo della saga Final Destination. Per vivere al meglio l’ultimo inquietante capitolo di questa terrificante saga ecco pronta una spettacolare edizione Blu-ray 3D che, grazie alla terza dimensione, aumenta la suspense per tenere tutti con il fiato sospeso fino all’ultimo macabro trapasso.
Antje Traue in rampa di lancio
Nata in Sassonia, dopo aver partecipato ad alcune pellicole in Germania, Antje Traue si è fatta conoscere anche fuori dai confini nazionali nel thriller fantascientifico Pandorum. L’occasione del definitivo lancio sugli schermi internazionali sarà però la sua partecipazione a Man of Steel, reboot cinematografico in grande stile di Superman, firmato da Zack Snyder.
In attesa di vederla alle prese con ‘l’Uomo d’Acciaio’, per la Traue è in partenza un nuovo progetto: è infatti entrata nel cast di Seventh Son, nel quale reciterà a fianco di Jeff Bridges, Julianne Moore, Alicia Wikander e Ben Barnes. Lo stesso Barnes (il Pricipe Caspian nelle Cronache di Narnia) sarà il protagonista della storia, nel ruolo di un teenager dotato di poteri magici grazie al fatto di essere, appunto, il settimo figlio di un settimo figlio. Il film, sarà diretto da Sergey Brodov, e costituirà l’addatamento del libro The Spook’s Apprentice, primo volume della saga della Wardstone Chronicles di Joseph Delaney. L’inizio delle riprese è previsto per Aprile.
Paranormal Experience 3D: ecco le foto ufficiali
Nuova produzione per Guillermo Del Toro
Il titolo è Day of The Dead, ma gli appassionati di Romero non saltino sulle sedie: il nuovo progetto avviato da Guillermo Del Toro, stavolta in qualità di produttore e non di regista non è l’ennesimo remake. Scritto e dieetto da Jorge R Gutierrez, il film sarà una sorta di Romeo e Giulietta ambientato in Messico, durante i festeggiamenti dei ‘Dia de los Muertos’.
La tradizionale commemorazione dei defunti di inizio novembre si svolge in Messico all’insegna di festival, parate, occasioni di preghiera e offerte di cibo, in un’atmosfera dalle reminiscenze pagane. Mentre il cast non è ancora stato definito (Del Toro & Co. puntano al coinvolgimento di nomi di profilo internazionale), si sa che il film farà ampio ricorso alla computer grafica e che un ruolo centrale sarà rivestito dalla musica. L’uscita dovrebbe avvenire nel 2014; l’uscita del prossimo film di Del Toro, Pacific Rim, è invece prevista per il 2013.
Fonte: Empire
Fassbender confermato in The Counsellor
Ormai non passa giorno in cui non arrivi qualche notizia riguardo ai nuovi impegni di Michael Fassbender: ultima in ordine di tempo, quella della conferma della sua partecipazione come protagonista a The Counsellor, che segnerà l’esordio dello scrittore Cormac McCarthy in vesti di sceneggiatore, e che sarà diretto da Ridley Scott. Il progetto sta prendendo vita in maniera molto rapida: in gennaio McCarthy si è presentato ai propri editori non con un nuovo romanzo, ma con la sua prima sceneggiatura cinematografica; in seguito Ridley Scott ha bruciato tutti sul tempo nell’assumersi l’onore e l’onere di dirigere la pellicola.
L’inizio delle riprese è fissato per maggio. The Counsellor racconterà la storia di un avvocato di successo che pensa di essere abbastanza scaltro da poter entrare nel business del traffico di droga continuando a indossare il suo manto di rispettabilità, ma le cose non andranno esattamente come previsto… Secondo quanto anticipato in precedenza, nel film avranno un ruolo – due donne, forti figure femminili in un mondo estremamente maschilista. Oltre a quella Fassbender, al momeno non vi sono altre conferme riguardo il cast.
Fonte: Empire
Corto e Fieno, Festival di cinema rurale di Ameno!
Frankenweenie di Tim Burton: teaser poster!
In attesa del nuovissimo film di Tim Burton FRANKENWEENIE, è ora disponibile il teaster poster del film! Dal genio creativo di Tim Burton (“Alice in Wonderland”, “The Nightmare Before Christmas”) arriva “Frankenweenie”, una commovente favola su un ragazzo e il suo cane.
The Scratist – cortometraggio
Quasi Amici: recensione del film con Omar Sy
Tratto da una storia vera, Quasi Amici racconta la storia di Dris che si ritrova a fare da badante a Philippe, un ricchissimo paraplegico completamente incapace di prendersi cura di se stesso, a causa dell’incidente di parapendio che l’ha ridotto su una sedia a rotelle, immobile dalla base del collo in giù.
Dris è ciò che di meno appropriato si possa immaginare per prendersi cura di un uomo in quello stato: rozzo, un po’ ignorante, di modi bruschi e senza alcuna pietà…ma a pensarci bene, è proprio quello che cerca il ricco Philippe, nessuna pietà, nessun riguardo particolare o delicatezza eccessiva per la sua condizione. Così il giovane, un ragazzo di colore che vive in un piccolo appartamento con tantissimi fratelli e sorelle, si ritroverà solo in una elegante stanza di un palazzo a fare da badante a questo ricco signore che non può muoversi.
All’inizio il loro rapporto sembra fare attrito e genera la preoccupazione di coloro che da sempre sono intorno a Philippe, ma a poco a poco Dris farà breccia in lui e trai due nascerà un vero affetto, basato soprattutto sulla particolare vitalità del giovane capace di riportare alla vita un’intera famiglia prima soppressa dal peso dell’immobilità del capofamiglia.
Quasi Amici, il film
Il film, raccontatoci da Eric Toledano e Olivier Nakache, anche sceneggiatori, si offre con grande appetibilità all’occhio regalando grandi immagini paesaggistiche ma riuscendo anche ad entrare letteralmente nel dettaglio dei personaggi, avvicinandoci a loro e facendoci affezionare. E tutta la storia è una continua cascata di battute divertentissime, senza peli sulla lingua e decisamente dissacranti.
Ad interpretare i due protagonisti abbiamo Francois Cluzet, nei panni di Philippe e Omar Sy in quelli di Dris. La bravissima coppia mette in scena due mondi separati, che hanno ben poco in comune ma che riescono a capirsi e a diventare comunicanti. Le musiche, affidate all’italiano Einaudi accompagnano con eleganza le scene aggiungendo profondità al racconto.
Quasi Amici però racconta anche il disagio sociale di chi è costretto a fare delle scelte, di chi pur avendo tutto non possiede nulla e queste due realtà vengono messe a confronto e compenetrandosi mettono in piedi un grande affresco emotivo in questo film che già in Francia ha sbancato il box office. Quasi amici racconta di una storia semplice, forse assurda nelle sue dinamiche ma realmente accaduta, il che rende il film più romantico e gradevole.
Uscite al cinema del 23 e 24 febbraio 2012
Uscita giovedì 23 febbraio – Adisa o la storia dei mille anni: Un viaggio attraverso le regioni montuose della Bosnia centrale dove vivono alcune comunità di rom kaloperi: famiglie stanziali che possiedono una casa, guardano con sospetto gli zingari dediti al nomadismo e non parlano volentieri la lingua romanì. Di villaggio in villaggio, vengono scrutate attentamente tutte le abitudini più ordinarie dei membri delle varie famiglie e vengono registrate alcune testimonianze: esperienze e pensieri di differenti generazioni che cercano di aprire un nuovo sguardo sulla diversità e la ricchezza dei popoli rom.
Young Adult: recensione del film con Charlize Theron
L’acclamato regista Jason Reitman (Juno, Tra le nuvole) ritorna sul grande schermo con una nuova pellicola, ancora una volta scritta dalla sceneggiatrice premio Oscar Diablo Cody. Anche in questa opera Reitman conferma il suo enorme talento nella commedia dalle tinte amare, dimostrandosi fra i registi americano più interessanti della nuova generazione.
La pellicola dal titolo Young Adult racconta con sorprendente delicatezza e con naturalezza le vicende di Mavis Gray, una scrittrice di libri per ragazzi che sente di non avere alcuna identità autoriale. Decide così di tornare nella sua vecchia città del Minnesota, in cerca della se stessa di un tempo: incapace di crescere, vuole riconquistare il suo vecchio ex, ora felicemente sposato. Al suo fianco, un altro ex compagno di scuola.
Presentato al Festival di Berlino di quest’anno, Young Adult si dimostra essere un film molto interessante sotto tutti i punti di vista. La storia ben scritta e soprattutto ben raccontata s’inserisce perfettamente nella filmografia del regista che ormai è diventato uno specialista della commedia amara, visti i fasti di Juno e Tra le nuvole. Anche in questa pellicola Jason Reitman conferma tutto il potenziale dispiegato nei precedenti film, dimostrando forse una maturità arrivata quasi al culmine del suo percorso.
Young Adult, il film
Il regista è bravissimo a mettere in scena un film che riesce ad arrivare in profondità al malessere sociale che vive la protagonista, riuscendo in pieno a mostrare perfettamente il suo sgretolamento fisico e psichico. Il suo è uno sguardo riflessivo, che non vuole giudicare ma solo indagare a fondo tutti gli aspetti che ruotano a torno a Mavis e che l’hanno portata in una situazione di tremenda sofferenza. Nel suo intento, sceneggiatrice e regista trovano lo straordinario apporto di Charlize Theron che ritorna a un livello attoriale elevatissimo. La sua performance dona ulteriore profondità al personaggio, senza considerare la sua eccezionale bellezza che gli permette di muoversi in una cornice colma di sofferenza con straordinaria eleganza.
In Young Adult, Reitman sorprende anche per l’abile utilizzo del montaggio, che si sostituisce completamente al dialogo nell’intento comico, diventando un veicolo per marcare in maniera sobria la vena ironica del film, consentendogli di mantenere un perfetto equilibrio fra le due nature presenti, quella ironica e quella tragica.
Young Adult ci regala un film che racconta l’insoddisfazione di una vita passata a rincorrere una felicità ingannevole e che si dimostra essere difficile da raggiungere. La vera felicità diventa quasi un miraggio e quel che rimane è un’esistenza vuota e sofferente, almeno fino a che non si riesce a comprendere alla perfezione il disagio che ci attanaglia, e l’unico modo per sopravvivere è affrontarlo, con tutto quello che ne consegue, solo così forse alla fine si ritornerà ad essere vivi e a respirare.
Orlando Bloom e Djimon Hounsou in Zulu
Saranno Orlando Bloom e Djimon Hounsou i protagonisti d’eccezione di Zulu, nuovo progetto del regista francese Jérôme Salle ispirato all’omonimo best seller di Caryl Férey.
Il crime thriller, ambientato in un sofferente e tormentato Sudafrica appena uscito dal periodo buio dell’apartheid, è costruito sulla storia di due poliziotti, interpretati da Bloom e Hounsou, chiamati a investigare sulla morte della figlia diciottenne del giocatore di rugby degli Sprikboks. Sullo sfondo, una dolente Cape Town asfissiata dal caos per la mancanza di regole e alla prese con un ordine da ricostruire.
Le riprese del film dovrebbero iniziare il prossimo luglio. Intanto, se sembra naufragato per Hounsou il progetto di interpretare l’angelo della morte nell’adattamento di Paradise Lost della Legendary Pictures, Orlando Bloom sarà doppiamente impegnato nel dramma Cities con Kirsten Dunst nonché nel suo leggendario ruolo di Legolas ne Lo Hobbit, il tanto atteso prequel della trilogia de Il Signore degli Anelli.
A combattere contro Stallone e Schwarzenegger? Alla fine arriva Caviezel!
Antonio Banderas è Pablo Picasso in 33 Dias
Box Office ITA del 20 febbraio 2012
Com’è bello far l’amore si conferma al primo posto, seguito dal buon debutto di In Time e Paradiso Amaro. Esordio non positivo per War Horse.
Considerando gli incassi, il vincitore del weekend è Com’è bello far l’amore, che dopo dieci giorni sfiora i 5 milioni di euro totali con gli ultimi 1,5 milioni raccolti nei tre giorni. Ma a ottenere la migliore media del fine settimana è In Time, che debutta al secondo posto con 1,3 milioni incassati in 280 sale (contro le oltre 550 della commedia italiana).
Buon terzo posto per Paradiso Amaro, candidato a 5 premi Oscar: il fim con George Clooney ottiene 1,1 milioni e punta al passaparola.
Hugo Cabret scende al quarto posto: il film di Martin Scorsese mostra una buona tenuta con 1 milione raccolto negli ultimi tre giorni, per 5,3 milioni complessivi.
War Horse apre in quinta posizione. Il film di Steven Spielberg ottiene 545.000 euro in 280 sale: un debutto non particolarmente incoraggiante per una pellicola che forse non incontra i gusti dello spettatore medio italiano…
Inizia la parabola discendente di Benvenuti al Nord, che dopo cinque settimane arriva a ben 26,6 milioni totali con altri 534.000 euro.
Tre uomini e una pecora scende al settimo posto, arrivando a 1,5 milioni con altri 479.000 euro.
Jack e Jill esordisce in ottava posizione con un risultato mediocre: 338.000 euro raccolti in 206 sale; il numero di copie disponibili per la commedia con Adam Sandler è decisamente eccessivo.
Chiudono la top10 Mission: Impossible – Protocollo Fantasma (261.000 euro) e 40 carati (179.000 euro), giunti rispettivamente a 5,7 milioni e 722.000 euro.
Dai media tedeschi critiche ai Taviani: Il festival giusto, i vincitori sbagliati
La 62ma edi
zione del Festival di Berlino si è chiusa ieri, domenica 19 febbraio, con l’assegnazione dell’Orso d’Oro al film Cesare deve morire dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani.
Box Office USA del 20 febbraio
Denzel Washington è una sicurezza per il box office, oltre che assicurare un’ottima interpretazione, questa volta di un agente della CIA corrotto, ma in fondo neanche troppo, che lo vede protagonista in Safe House del quasi esordiente Daniel Espinosa.
Il film arriva in prima posizione del botteghino statunitense con un incasso di 24 milioni di dollari questa settimana, per un totale di 78. Le atmosfere d’azione e di sparatorie del primo in classifica si contrappongono specularmente alle atmosfere drammatiche e di amore impossibile che promette The vow, in cui un uomo deve riconquistare sua moglie dopo che questa ha perso la memoria a causa di un incidente.
Il film incassa 23 milioni questa settimana portandosi ad un totale di oltre 85. In terza posizione troviamo il nuovo Ghost rider: Spirit of vengeance, che vede ancora una volta protagonista Nicolas Cage. Il film incassa 22 milioni di dollari. Al quarto posto resta più o meno stazionario Journey 2: The mysterious Island, con un incasso totale di 53 milioni di dollari. A metà classifica si ferma This means war che oltre alla regia di McG, quasi un brand per i film d’azione, vanta un cast alquanto allettante: Reese Witherspoon, Tom Hardy e Chris Pine. Il film incassa 19 milioni di dollari. Scende anche la riedizione in 3D di Star Wars: A phantom menace, che aggiunge quasi altri 8 milioni di dollari al suo incasso complessivo che raggiunge così quota 33.7 milioni di dollari, ma che gli consegna la sesta posizione. In settima invece troviamo Chronicle, che dopo aver detenuto la prima posizione nella prima settimana di uscita, alla terza lo troviamo ben oltre la metà della classifica, con un incasso settimanale di 7.5 milioni di dollari e un totale di 51. In ottava posizione scende anche The woman in black, con un incasso totale di 45 milioni di dollari e in nona appare Arrietty, una produzione Ghibli Studio dell’anno scorso che riesce ad entrare nella classifica dei film più visti negli Stati Uniti. Il suo incasso è di 6 milioni di dollari. Supera la boa della quarta settimana in classifica, oltre che di uscita The grey, che chiude in decima posizione, con un incasso settimanale di 3 milioni di dollari e uno totale di 48.
La prossima settimana usciranno: The forgiveness of blood, una coproduzione americano-albanese diretta da Joshua Marston che sembra fare da contrappeso al film di Angelina Jolie sulla guerra nei Balcani, La fèe, film indipendente, ma che sembra suscitare molto interesse e Wanderlust, una nuova commedia con Jennifer Aniston.
Michael Winterbottom arricchisce il cast di King of Soho
Dopo aver scelto Steve Coogan come protagonista, Michael Winterbottom sta completando il cast del suo nuovo film, King of Soho: recentemente si sono unite al progetto Anna Friel, Tasmin Egerton e Imogen Poots. Il film segnerà un ritorno alle atmosfere di 24 Hour Party People, prendendo le mosse da una vicenda reale, quella del proprietario di locali ed editore di riviste per adulti Paul Raymond, una delle figure più influenti nel sottobosco culturale londinese tra la fine degli anni ’50 e l’inizio dei ’90.
Proprietario del primo strip-club britannico, ed editore tra le altre di Mayfire, risposta inglese a Playboy o Penthouse, Raymond fu poi battezzato ‘Il re di Soho’. La sceneggiatura del film è stata scritta Matt Greenhalgh (Control); Anna Friel reciterà nel ruolo della prima moglie di Raymond, Jean Bradley, la Egerton sarà la modella glamour Fiona Richmond, mentre Imogen Poots interpreterà la figlia Debbie, morta per un’overdose di eroina nel 1992.
Fonte: Empire
Al via le riprese del nuovo film di Paul Greengrass
Con film come United 93, Green Zone e due capitoli della saga di Jason Bourne, Paul Greengrass è stato uno dei registi che hanno più spesso affrontato le conseguenze politiche degli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001. Il regista inglese torna sull’argomento anche col suo nuovo lavoro, Captain Phillips, quasi interamente girato sulle acque dell’Oceano Indiano.
Il film sarà incentrato sulla vicenda realmente accaduta del sequestro della nave Maersk Alabama da parte di un gruppo di pirati somali. Ton Hanks sarà il progatonista, nel ruolo del Capitano Richard Phillips. Come già in Green Zone e United 93, Greengrass sarà affiancato da Barry Ackroyd, incaricato di portare sullo schermo l’atmosfera claustrofobica dei corridoi della nave, trasformatasi in una terrificante trappola per topi. Dopo le riprese nell’Oceano Indiano, la produzione si sposterà a Malta, per le riprese nei bacini artificiali della Mediterranean Film Studios e, infine, in Marocco per le scene ambientate sulle spiagge.
Fonte: Empire
Michael Fassbender… entra nel mito
Dopo aver visto la propria carriera decollare definitivamente, grazie a una grande versatilità, che l’ha portato a vestire i panni del supercriminale marvelliano Magneto, dare vita al sofferto protagonista di Shame e, in ultimo, partecipare a Knock Out – Resa dei Conti di Soderbergh, Michael Fassbender sembra ora intenzionato a portare sugli schermi un propria idea: un racconto basato sui miti del guerriero celtico Cuchulain. Fassbender sarebbe già al lavoro con Ronan Bennett (Nemico Pubblico).
Le avventure di Cuchulain rientrano nei cicli celtici risalenti all’ottavo secolo: Cuchulain è un guerriero dalle ascendenze divine, per certi versi assimilabile a Ercole. Il progetto è al momento in fase embrionale, il regista deve andora essere scelto; nel frattempo, Fassbender tornerà sugli schermi ai primi di giugno in Prometheus di Ridley Scott.
Fonte: Empire
I fratelli Weitz tornano su Elric di Melniboné
L’idea risale ormai a qualche anno fa: fu infatti nel 2007 che i fratelli Paul e Chris Weitz (produttori, sceneggiatori e registi che, soli o in coppia hanno lavorato a film come American Pie, About a Boy, Mr. e Mrs. Smith, American Dreamz) avevano espresso l’intenzione di portare sul grande schermo le avventure di Elric di Melnibonè, protagonista di una delle più importanti saghe del genere fantasy, opera dello scrittore Michael Moorcock. Dopo essere stato lasciato in stand-by, il progetto torna ora in auge, anche perché i due Weitz hanno già ottenuto i diritti, nonché l’approvazione dello stesso Moorcock: vi sarebbe già un abbozzo di sceneggiatura, che punta a rispettare lo spirito ‘anarchico’ dell’opera dello scrittore londinese, ma ovviamente ci vorrà ancora del tempo per giungere a un lavoro compiuto. Elric nasce come un autentico antieroe: in molti l’hanno visto come una risposta di Moorcock all’opera di Tolkien, che lui considerava una sorta di inno al ‘conservatorismo classista’ inglese.
Il personaggio è apparso per la prima volta all’inizio degli anni ’60 ed è stato protagonista di una dozzina di libri; in seguito, è stato adattato più volte per i fumetti; gli Hawkwind, sstorica band di space-rock britannica, hanno più volte collaborato con Moorcock, dedicando uno dei loro innumerevoli dischi proprio a Elric. Il personaggio trae la sua forza dalla demoniaca spada Stormbringer, lottando per impedire di venirne posseduto. In realtà, dopo il non esaltante successo arriso al recente Conan (cui Elric per molti versi è assimilabile), per il fantasy al cinema non sembra essere un periodo così buono; tuttavia l’uscita de Lo Hobbit a fine anno potrebbe segnare un rilancio per il genere.
Fonte: Empire
Quel ‘tranquillo weekend di paura’ al G8: Diaz, don’t clean up this blood
E’ la mezzanotte del 21 luglio 2001, 400 poliziotti sfondano le porte della scuola elementare Armando Diaz di Genova, all’interno dell’istituto sono presenti 93 persone e alla fine del massacro si contano 70 feriti di cui tre in prognosi riservata e una in coma. Questo il tragico bilancio dell’incontro tra i potenti del mondo, il G8.
Rock and Rule: recensione del film d’animazione di Clive A. Smith
Per la rubrica film d’animazione ecco la recensione di Rock and Rule di Clive A. Smith, un vero e proprio cult del genere, distribuito allora dalla MGM.
Anno: 1983
Regia: Clive A. Smith
Trama: La storia è ambientata in un futuro apocalittico dalle atmosfere che sembrano omaggiare Blade Runner di Ridley Scott. In seguito ad un’esplosione nucleare, il genere umano si è estinto e le città sono state ripopolate da cani e topi mutanti, gli unici sopravvissuti a questa tragedia. Mok, una folle rockstar in declino, vuole evocare tramite le vibrazioni generate da una particolare sequenza di note detta ‘Armageddon key’, un potentissimo demone proveniente da un’altra dimensione. Egli è alla ricerca di una voce che riesca ad emettere questa particolare melodia ed il caso vuole che si imbatta in Angel, giovane vocalist in un gruppo di topi punk-rock. La ragazza è l’unica in grado di cantare le fatidiche note dell’Armageddon key.
Analisi: Rock and Rule è un film d’animazione realizzato nel 1983 dallo studio canadese Nelvana che due anni prima aveva prodotto Heavy Metal, altro film cult del cinema d’animazione per adulti. Gli ingenti capitali investiti in quest’ambizioso progetto, portarono la Nelvana sull’orlo della bancarotta da cui riuscì a sollevarsi grazie alla realizzazione della serie televisiva Care Bear, qui da noi i famosissimi Orsetti del cuore. Inoltre la sfortuna volle che la MGM, casa di distribuzione del film, venisse acquisita dalla United Artists proprio in quel periodo. I vertici del nuovo assetto aziendale, concentrati su nuove e più pressanti priorità, si disinteressarono a Rock and Rule e così il film non venne mai distribuito negli Stati Uniti. Fu presentato ad un festival cinematografico in Germania, distribuito in alcuni cinema del Canada senza troppa fortuna ( gli spettatori di quel periodo non si aspettavano la presenza di parolacce e contenuti trasgressivi in un cartoon ) ed infine ebbe alcuni passaggi in emittenti televisive canadesi.
Rock and Rule: recensione del film d’animazione di Clive A. Smith
La riscoperta di Rock and Rule avvenne anni dopo grazie al passaparola ed alla circolazione di VHS condivisi dai vari appassionati di questo genere che lo spacciarono come opera del regista indipendente Ralph Bakshi (Fritz il gatto, Il signore degli anelli). Rock and Rule non arrivò mai nelle sale italiane ed allo stato attuale le uniche copie in circolazione sono in lingua inglese.
Sebbene il plot sia piuttosto debole e non del tutto originale, ciò che affascina in questo lavoro è lo stile grafico e la colonna sonora. Risultano particolarmente curati sia il Character Design, sia la creazione degli sfondi e delle ambientazioni. Viene fatto largo uso del Rotoscoping uno stile d’animazione che consiste nel creare i movimenti del personaggio ricalcando quelli di un modello in carne ed ossa filmato precedentemente. Viene usato per rendere più fluide e realistiche le movenze di figure antropomorfe ed è una tecnica molto antica a cui, ad esempio, fece ricorso anche la Disney in alcune scene di Biancaneve e i sette nani. Forse la voce che uno degli autori fosse Ralph Bakshi è nata proprio da questa caratteristica del film, infatti Bakshi è stato uno dei registi più radicali nell’impiego del Rotoscoping nel cinema d’animazione. A quest’uso tradizionale si affianca, però, anche una sperimentazione delle nuove tecnologie elettroniche applicate al video che negli anni ottanta vedono il loro maggiore sviluppo e che si evolveranno poi, nella grafica in tre dimensioni del cinema d’animazione contemporaneo.
Frutto della collaborazione con grandi nomi del Rock, la colonna sonora voleva essere la maggiore attrattiva di questa produzione. Infatti, subito dopo il prologo, i primi nomi presenti nei titoli di testa sono quelli dei musicisti che hanno collaborato alla sua realizzazione. Per citarne alcuni, Debbie Harry vocalist del gruppo Blondie che interpreta le canzoni di Angel (ed alla quale si ispirarono i disegnatori per il character design di questo personaggio), Lou Reed e Iggy PoP che interpretano le canzoni di Mok e gli Earth, Wind & Fire con un brano inserito all’interno di una scena in discoteca (una delle più incriminate e trasgressive del film).
Rock and Rule è un film, quindi, al servizio della musica e delle immagini in grado di ipnotizzare lo spettatore. Un opera dal passato “difficile” ma che forse, grazie a questa sua recente riscoperta, potrà riscattare in futuro.








