LionsgateFilmsUK ha
diffuso un nuovo trailer di American
Assassin, film con protagonisti Michael
Keaton e Dylan O’Brien, che
arriverà in sala negli Usa il prossimo 15 settembre, distribuito
da Lionsgate.
American Assassin:
prime foto dal film
[nggallery id=2980]
Il film sarà diretto dall’acclamato
regista Michael Cuesta (Kill
the Messenger, Homeland, LIE) e sceneggiato
da Stephen Schiff (The
Americans, Ultimate Rush). Alla produzione troveremo
invece Lorenzo di
Bonaventura (Transformers,
Red) e Nick
Wechsler (The Road, Magic
Mike).
Nel film Michael
Keatoninterpreterà Stan Hurley, un veterano
della Guerra Fredda conoscosciuto solo da alcuni membri della CIA.
La storia inizia quando Hurley riceve il compito di addestrare
Mitch Rapp (Dylan O’Brien), un agente devastato
dalla perdita della sua fidanzata, morta durante un attacco
terroristico. I due, insieme ad un altro agente turco, dovranno
affrontare una missione per cercare di fermare un’operazione che
potrebbe causare l’inizio della Terza Guerra Mondiale in Medio
Oriente.
American
Assassin sarà l’ultimo film rilasciato
dalla CBS Films in collaborazione con
la Lionsgate.
Bruce Willis potrebbe entrare nel
cast di American Assassin, film targato CBS diretto da Jeffrey
Nachmanoff e scritto da Mike Finch. Adattamento dell’omonimo
romanzo di Vince Flynn, American Assassin racconta di Mitch Rapp,
un giovane che entra nella CIA dopo che la sua ragazza è morta in
un attentato terroristico. Bruce Willis andrebbe a interpretare
l’esperto agente che fa da mentore a Rapp. Lontano l’inizio delle
riprese: si parla dell’autunno 2013. Che fai, Bruce, sali a bordo?
Per tutti i fan, ricordiamo che la star de Il sesto senso,
recentemente vista ne I Mercenari 2, nei primi mesi del 2013 sarà
in sala con Looper e Die Hard – Nulla è come appare.
ComingSoonriferisce che American
Assassin, film con protagonisti Michael
Keaton e Dylan O’Brien, arriverà in sala
negli Usa il prossimo 15 settembre, distribuito da
Lionsgate.
American Assassin:
prime foto dal film
[nggallery id=2980]
Il film sarà diretto dall’acclamato
regista Michael Cuesta (Kill the
Messenger, Homeland, LIE) e sceneggiato da
Stephen Schiff (The Americans,
Ultimate Rush). Alla produzione troveremo invece
Lorenzo di Bonaventura (Transformers,
Red) e Nick Wechsler
(The Road, Magic Mike).
Nel film Michael Keaton interpreterà Stan
Hurley, un veterano della Guerra Fredda conoscosciuto solo da
alcuni membri della CIA. La storia inizia quando Hurley riceve il
compito di addestrare Mitch Rapp (Dylan O’Brien),
un agente devastato dalla perdita della sua fidanzata, morta
durante un attacco terroristico. I due, insieme ad un altro agente
turco, dovranno affrontare una missione per cercare di fermare
un’operazione che potrebbe causare l’inizio della Terza Guerra
Mondiale in Medio Oriente.
American
Assassin sarà l’ultimo film rilasciato dalla
CBS Films in collaborazione con la
Lionsgate.
Il 23 Novembre il genere action si
arricchirà di un nuovo film, American Assassin,
probabilmente il primo di una copiosa saga. La pellicola trae
ispirazione dai romanzi di Vince Flynn, serie di
quindici volumi dedicata all’agente della CIA Mitch Rapp. I libri
di Flynn, scritti a partire dal 1999, hanno avuto
subito un enorme successo di pubblico e sono entrati tra i Best
Sellers del New York Times.
American Assassin –
L’Assassino Americano è il primo volume della saga, e dà
il calcio di inizio a tutte le peripezie del giovane protagonista
Mitch, spiegandone anzitutto le origini e le motivazioni. Mitch
Rapp (Dylan O’Bryan) vede morire davanti ai suoi
occhi l’amata fidanzata Katrina (Charlotte Vega)
per mano di un gruppo di terroristi islamici. Deciso a vendicarsi,
viene assoldato dalla CIA e allenato duramente dal veterano della
Guerra Fredda, Stan Hurley (Michael
Keaton). Dovrà sventare più di un attacco criminoso e
scontrarsi col più temibile dei nemici – Ghost (Taylor
Kitsch) – un ex allievo di Hurley, impazzito e in
procinto di costruire un ordigno nucleare.
Il regista Michael
Questa, già vincitore di due Emmy Awards per i pilot delle
serie tv Homeland e Dexter, si trova ormai a suo agio col genere
spy e thriller, senza però badare troppo al fatto che il passaggio
da piccolo a grande schermo dovrebbe avere delle connotazioni
differenti.
Quando si guarda American
Assassin non è infatti facile liberarsi dell’impressione
di stare assistendo all’ennesima puntata di un crime drama
stile Homeland, dove però vi è la primaria
necessità di condensare in 120 minuti ciò che in una serie tv viene
sciorinato in decine e decine di puntate.
Come se non bastassero le
spiegazioni “frettolose” che premono per catapultare i personaggi
nell’azione pura, la logica svanisce dopo i primi minuti del film,
quando apprendiamo che Mitch Rapp, giovanotto senza particolare
inclinazione o presenza, nell’arco di 18 mesi apprende letali
tecniche di combattimento nonché l’intera conoscenza della lingua e
della cultura arabo-islamica.
Inoltre, American
Assassin tocca i suoi punti più bassi nella disarmante
piattezza di contenuti e di moralità. Questo tipo di storie peccano
dell’ormai nota ipocrisia americana per cui la violenza made in USA
è pienamente giustificabile, rispetto a quella dello straniero. La
sequenza iniziale – quell’idillio d’amore infranto, dal retrogusto
melò – diventa un pretesto per la messa in scena dei deliri
d’onnipotenza di un giovane americano qualunque. Un Giustiziere
fai-da-te che combatte contro un terrorismo stereotipato, senza un
approfondimento o quanto meno un tentativo di inquadrare in
un’ottica più ampia una situazione politica estremamente spinosa
(quella tra israeliani e palestinesi).
E se la maggior parte del cast, a
partire dal protagonista Dylan O’Brien,
risulta poco credibile, ancora più incomprensibile sembra la
presenza di Michael Keaton, sghignazzante macchietta di un
Sergente Hartman di kubrickiana memoria. In aggiunta ai cliché
sulla cultura mediorientale, buona parte del film mette in scena
una Roma da cartolina poco credibile, con i soliti adrenalinici
inseguimenti per le viuzze del centro storico.
L’heist movie è da sempre
un sottogenere particolarmente apprezzato al cinema. Attraverso il
racconto di spericolate rapine e della loro organizzazione
maniacale, si possono infatti dar luogo a racconti particolarmente
ricchi di tensione, dove in ogni momento la sfida tra successo e
fallimento è quantomai incerta. Cosa succede però quando un
racconto di questo tipo non nasce per il cinema, ma trae spunto
proprio dalla realtà? Un brillante esempio a riguardo è il film del
2018 American Animals, incentrato su una
reale rapina avvenuta nel 2004 alla Transylvania University di
Lexington.
Ad essere oggetto di furto non sono
però preziosi gioielli o grandi quantità di denaro, bensì dei libri
particolarmente antichi e preziosi. A dirigere questa insolita
vicenda vi è il regista Bart Layton, qui al suo
primo lungometraggio di fiction. Egli aveva infatti già realizzato
nel 2012 un documentario dal titolo L’impostore. Tale
modalità di racconto ritorna, seppur in modo parziale, anche in
American Animals. Il regista alterna infatti la
ricostruzione tramite attori alle interviste ai veri protagonisti
della rapina. Si crea così un continuo dialogo tra ciò che
realmente accadde e come il cinema riadatta tale vicenda.
Presentato con successo al Sundance
Film Festival, American Animals venne accolto in maniera
estremamente positiva dalla critica e dal pubblico, affascinati
dall’originalità del racconto. Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla vera storia dietro il film.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
American Animals: la trama del
film
Protagonisti del film sono
Spencer e Warren, due amici
conosciutisi e cresciuti insieme all’interno dell’università di
Lexington. Da sempre concentrati sugli studi, questi aspirano a
poter vivere avventure più grandi e straordinarie, come quelle che
si vedono nei film. Nel tentativo di dare una svolta alla loro
vita, inizieranno ad organizzare una rapina ai danni proprio
dell’istituto che li accoglie. L’obiettivo sono alcuni rarissimi
libri antichi che, nonostante il loro enorme valore, vengono
conservati nella biblioteca come fossero libri qualunque. Per
riuscire nel colpo, e rivendere con successo tali opere, i due
avranno però bisogno anche dell’aiuto di altri compagni. Si
uniscono così il contabile Eric e lo sportivo
Chas. Ben presto, la loro impresa diventerà più
grande e imprevedibile di quanto potessero immaginare.
American Animals: il cast del
film
Per dar vita ai quattro
protagonisti del film, il regista si è avvalso di interpreti
giovani ma promettenti, alcuni dei quali sono oggi indicati come i
migliori della loro generazione. Il primo di questi è Evan Peters,
che ricopre il ruolo di Warren. L’attore è noto in particolare per
i suoi numerosi ruoli all’interno della serie American Horror
Story, come anche quello di Quicksilver in alcuni dei più
recenti film dedicati agli X-Men. Ad interpretare Spencer è invece
il giovane e talentuoso Barry Keoghan, divenuto
celebre grazie a film come Il sacrificio del cervo
sacro e Dunkirk. Blake Jenner,
celebre per aver interpretato Ryder Lynn nella serie Glee,
è invece il volto dello sportivo Chas.
Jared Abrahamson,
noto in particolare per la serie NetflixTravelers, è invece l’interprete di
Eric. Pur interpretando persone realmente esistenti, ai quattro
attori è stato categoricamente vietato di incontrare queste. Il
regista voleva infatti evitare che potesse generarsi un certo
rapporto tra di loro, e che le interpretazioni dei personaggi
venissero influenzate da queste. Nel film è inoltre presente
l’attore tedesco Udo Kier, celebre per la sua
collaborazione con il regista Lars Von Trier, che dà vita al
personaggio di Mr. Van Der Hoek. Come accennato, sono poi presenti
interviste ai veri protagonisti della vicenda, come anche ai loro
conoscenti, amici e famigliari.
American Animals: la vera storia
dietro il film
Il film di Layton si apre con una
curiosa quanto precisa didascalia: Questo film non è tratto da
una vera storia, è una storia vera. Il regista dichiara
infatti da subito l’intento tanto di dar vita ad una ricostruzione
di quanto avvenuto quanto di ripercorrere fedelmente la reale
vicenda. Questa si svolge nel dicembre del 2004, quando quattro
studenti della Transylvania University di Lexington decidono di
sottrarre alla biblioteca alcune edizioni originali di volumi
rarissimi. Tra questi vi era anche Birds of America, di
John James Audubon. Una copia di questo era stata venduta pochi
anni prima per un valore di 12 milioni di dollari. Desiderosi di
replicare tale fortuna, il gruppo inizia a pianificare nei dettagli
il furto. Questo si verifica però più complesso del previsto, a
causa del peso dei volumi scelti e della mancanza di via di uscita
sicure.
Costretti a lasciarsi alle spalle
alcuni dei libri inizialmente frugati, i quattro riescono infine a
lasciare l’edificio, nascondere la refurtiva e tornare in aula come
se nulla fosse. Accortisi della sparizione dei libri, l’Università
ha subito avvertito le autorità, che hanno intrapreso delle ferree
indagini. In breve, grazie ad una serie di email, l’FBI è
riuscito a risalire all’identità dei quattro giovani, arrestandoli.
Accusati di furto di opere culturali di grande valore, il gruppo
venne condannato a ben sette anni di prigione. Divenuti ormai delle
celebrità, i quattro ricevettero la visita di diversi produttori e
registi durante la loro prigionia. Soltanto Layton riuscì però a
convincerli sulla bontà del film che voleva realizzare su di loro.
Ottenuto il loro benestare, questi iniziò a lavorare al progetto,
avvalendosi della collaborazione dei veri ladri di questa
vicenda.
American Animals: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
American Animals grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV e
Chili Cinema. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di martedì 9febbraio alle
ore 21:20 sul canale Rai 4.
Il cinema dei Fratelli D’Innocenzo non è facile, dove con
“facile” s’intende quel tipo di spettacolo fruibile al grande
pubblico, con poche sfumature che distinguano i semplici gusti da
uno sguardo più paziente nell’osservare.
Alla 78esima edizione
della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica i gemelli Fabio
e Damiano presentano in concorsoAmerica Latina, il loro terzo lungometraggio. Che,
appunto, non è fatto con un linguaggio spontaneo e d’immediata
lettura. E, c’è da dire, che ci avevano ben abituati con La terra dell’abbastanza e Favolacce, grazie ai quali sono stati
ricoperti di premi e riconoscimenti anche internazionali.
America Latina è
una conferma per i Fratelli D’Innocenzo
Mantenendo fede al
proprio stile, non si discostano di un millimetro dalla qualità a
cui hanno sempre puntato e mettono insieme un’opera che racconta
molto di più di quel che mostra. E quello che mostra, a sua volta,
è teatro di richiami ed evocazioni di mondi sotterranei, pur con
l’uso di un’estetica estremamente raffinata.
Non sanno cosa sia l’uso
dozzinale del mezzo cinematografico, con tutto quel che ne
consegue. Manovrano il complesso di luci, fotografia e scenografia
componendo immagini che regalano il languore annoiato della
borghesia della fine degli anni ’60, e a supporto di tutto ciò, ci
sono ovviamente le prove attoriali d’interpreti incredibili.
Interpreti incredibili
Massimo (Elio
Germano) è un dentista proprietario di uno studio che
conduce una vita tranquilla e benestante in una villa ai margini di
Roma, tra le paludi bonificate. Lì abita con la dolce e impalpabile
moglie Alessandra (Astrid Casali) e le due figlie,
altrettanto diafane, Laura e Ilenia (Carlotta Gamba e
Federica Pala). La loro vita scorre con la consueta e
inquietante armonia che accompagna sempre le trame dei due registi,
dove gli adulti sono fragili, repressi, infantili o compiacenti. E
il mondo dei ragazzi ne è vittima o, se non altro, inerme
spettatore.
Massimo è dunque un uomo
che scopre a poco a poco i propri mostri interiori, all’interno di
una cornice fissa e duramente fissata, insieme al quale volteggiano
le donne di casa sua, come ninfe provenienti dai canneti poco
lontani da lì, ignare dell’orco orribile che abita con loro. È
esattamente questo il modo di raccontare dei fratelli D’Innocenzo.
Paiono cantastorie che narrano di personaggi di mondi lontani, e
riescono a farlo giustapponendo tutto alla profonda depressione che
comprime l’uomo moderno, romano, che conduce una vita
silenziosamente impeccabile.
Così come è vero che, a
partire dall’artificiosità di case perfette, laccate e profumate,
riescono a trarre le maschere stilizzate di figure che dal
mitologico giungono a parlare dell’incontrollabilità della propria
bruttezza, così vicina al quotidiano di chiunque. I protagonisti
scritti dai due registi, compiono parabole ascendenti che arrivano
al culmine della follia e della tensione della trascuratezza dei
propri abissi interiori.E le giovani figlie di Massimo, così come
la moglie, sembrano essere ancora intaccate, ma pare che tutto sia
fragile, inconsistente. Così come la psiche umana, senza confini,
capace di qualunque cosa.
America Latina
racconta un degrado mentale
Verrebbe da pensare che
ai D’Innocenzo quasi non interessi narrare storie di per sé, quanto
usare tali storie come mezzo per ritrarre l’orrore a cui le persone
sono in grado di arrivare: il degrado senza fine, che in America
Latina non è più sociale ma psichico.
Allora il quadro
disperato che ne esce diventa la constatazione di qualcosa che si
sa e appare con chiarezza già all’inizio del film: un lento
scorrere, vuoto di contenuti, stracolmo di apparenza. Un biancore
sfocato di lenti indispensabili per osservare gli altri e se
stessi. Senza le quali il rischio è quello d’iniziare a vedere la
realtà per quella che è davvero, fuori e dentro di sé. E di aprire il vaso di
Pandora contenente ciò che di più ripugnante possa esserci in un
uomo.
Presentato in concorso alla 78.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia, America
Latina, il terzo film dei Fratelli
D’Innocenzo sarà nelle sale cinematografiche a partire dal
13 gennaio 2022. Con Elio Germano, Astrid Casali, Sara
Ciocca, Maurizio Lastrico, Carlotta Gamba, Federica Pala, Filippo
Dini e con la partecipazione di Massimo Wertmüller è
prodotto da Lorenzo Mieli per THE APARTMENT, società del gruppo
FREMANTLE e VISION DISTRIBUTION, in co-produzione con LE PACTE, in
collaborazione con SKY.
La trama di America Latina
Latina: paludi, bonifiche, centrali
nucleari dismesse, umidità. Massimo Sisti è il titolare di uno
studio dentistico che porta il suo nome. Professionale, gentile,
pacato, ha conquistato tutto ciò che poteva desiderare: una villa
immersa nella quiete e una famiglia che ama e che lo accompagna
nello scorrere dei giorni, dei mesi, degli anni. La moglie
Alessandra e le figlie Laura e Ilenia (la prima adolescente, la
seconda non ancora) sono la sua ragione di vita, la sua felicità,
la ricompensa a un’esistenza improntata all’abnegazione e alla
correttezza. È in questa primavera imperturbabile e calma che
irrompe l’imprevedibile: un giorno come un altro Massimo scende in
cantina e l’assurdo si impossessa della sua vita.
Dopo la presentazione a Venezia 78,
America Latina dei Fratelli D’Innocenzo si prepara ad uscire
in sala, il 13 gennaio, tra le prime uscite del nuovo anno a
destare un certo interesse tra le fila degli amanti del cinema
italiano e soprattutto di coloro che seguono dal 2017 i gemelli di
Tor Bella Monaca e il loro lavoro cinematografico.
Dopo Favolacce, i due si avvalgono ancora della
collaborazione di Elio Germano, che in questo caso
è il loro protagonista unico, per una storia che tocca molti generi
cinematografici e che nel titolo nasconde proprio questa
dichiarazione: siamo a Latina, certo, ma siamo anche in un ambito
narrativo di genere che è più affine al cinema e alla letteratura
degli Stati Uniti.
Il film, terzo in 4 anni, è stato
definito di importanza capitale da Fabio
D’Innocenzo, che con Damiano e
Elio Germano ha partecipato ad una nuova
conferenza stampa in cui i protagonisti hanno raccontato il film.
“È un film al quale teniamo tantissimo – ha spiegato Fabio
– è nato in fretta, rispetto ai primi due film che hanno avuto
una gestazione lunghissima. Ci siamo trovati nella condizione di
realizzare subito quello che avevamo da dire. È stato fatto di
getto, ma senza rinunciare alla precisione. È un film figlio di ciò
che stiamo vivendo, mette trai suoi temi tante paure archetipiche.
Ciò che è accaduto in questi due anni ha fatto esplodere queste
paure. Per noi è un film personale e per questo dialoga con
tutti.”
Il film racconta di ferite e
vulnerabilità, di ciò che, in poche parole, ci rende uomini.
Secondo Damiano D’Innocenzo è la vita stessa, la
condizione di essere vivi, a fare paura: “La vita mi rende
vulnerabile e anche la paura, e spesso camminano a braccetto.
L’unica qualità che mi riconosco è quella di non abdicare alla mia
vulnerabilità, per cercare capirla, di capire perché si concentra
tanto nei miei confronti. So che esiste e farà parte della mia vita
e provo ad analizzarla in racconti audiovisivi. Credo che il cinema
possa essere un buon palcoscenico per chi è così
introspettivo.”
La
terra dell’abbastanza,
Favolacce, America Latina: non si può certo dire che
il cinema dei D’Innocenzo sia rassicurante, ma per
i due registi romani non si tratta certo di un deterrente. “Non
credo che il pubblico possa rifiutare una storia disturbante perché
siamo in un periodo disturbante – dice Damiano – A parlare
sarà il film stesso, lo deciderà il pubblico che sceglierà di
andare in sala a vederlo.”
Anche in relazione al momento storico che stiamo vivendo, secondo
Fabio “adesso tutti cerchiamo storie dense e i film perturbanti
ci aiutano a portarci in dimensioni altre. Per questi film non ci
sono momenti buoni o sbagliati, quindi questo momento va bene come
un altro.”
Elio
Germano interpreta il protagonista assoluto del film, un
professionista affermato, con una famiglia bellissima, che si gode
la sua vita tranquilla in periferia: “Per me è stato un viaggio
molto appassionante. Quando si lavora cercando il personaggio è
sempre un processo interessante, anche quando la ferita che si
racconta è profonda. E in questo caso, si tratta di una ferita che
si allarga man mano che il film procede. La possibilità che veniamo
feriti è il nostro essere umani. Professionalmente è stato
appassionante, piacevole e faticoso insieme.”
Un elemento ricorrente nel cinema
dei Fratelli D’Innocenzo è senz’altro la famiglia,
e anche in questo film ritorna questa dimensione domestica e
familiare: “Il film passa dall’essere un thriller, all’indagine
antropologica, fino quasi all’horror. La famiglia è al centro delle
nostre indagini perché lì si formano i problemi e le battaglie che
combattiamo ogni giorno. Il senso della famiglia va letto in senso
moderno. La famiglia di questo film è particolare, è generata da un
grandissimo amore, che poi sia non corrisposto o intrappolato è in
secondo piano. Ma l’amore è in grado di dare la soluzione ai
problemi, anche quando i problemi arrivano dalla famiglia stessa. I
nostri film sono tutti sui rapporti di sangue, sulle famiglie e su
come esse sono l’origine dei problemi ma spesso rappresentano anche
la soluzione.”
America
Latina, terzo film dei Fratelli
D’Innocenzo, sarà nelle sale cinematografiche a partire
dal 13 gennaio 2022. Con Elio Germano, Astrid
Casali,Sara Ciocca, Maurizio Lastrico,
Carlotta Gamba, Federica Pala, Filippo Dini e
con la partecipazione di Massimo Wertmüller è prodotto da
Lorenzo Mieli per THE APARTMENT, società del gruppo
FREMANTLE e VISION DISTRIBUTION, in co-produzione con
LE PACTE, in collaborazione con SKY.
Svelata oggi la prima immagine di
backstage dal set del nuovo film scritto e diretto da
Damiano e Fabio D’innocenzo, AMERICA
LATINA.
La foto, scattata dai gemelli
D’Innocenzo, è stata diffusa oggi dai registi stessi attraverso il
loro profilo ufficiale di Instagram @fabiodinnocenzo. L’immagine
ritrae il protagonista Elio Germano poco prima di un ciak. Le
riprese del film, definito dagli stessi registi “una storia
d’amore, e come tutte le storie d’amore quindi un thriller“,
si stanno svolgendo in questi giorni a Latina. Nel cast, accanto a
Elio Germano, Astrid Casali, Sara Ciocca, Maurizio
Lastrico, Carlotta Gamba, Federica Pala, Filippo Dini e
Massimo Wertmüller.
@fabiodinnocenzo
AMERICA
LATINA è prodotto da Lorenzo Mieli per The
Apartment, società del gruppo Fremantle, Vision Distribution e Le
Pacte. AMERICA LATINA sarà distribuito in Italia e nel mondo
da Vision Distribution.
America Latina, terzo film di Damiano e Fabio
D’Innocenzo, arriva in prima tv domenica 8 maggio alle
21.15 su Sky Cinema Due, in streaming su NOW e disponibile on
demand.
Presentato
in concorso alla 78ª Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia, il film vede nel cast Elio Germano, Astrid Casali,
Sara Ciocca, Maurizio Lastrico, Carlotta Gamba,
Federica Pala, Filippo Dini e con
la partecipazione di Massimo Wertmüller.
AMERICA LATINA è prodotto da Lorenzo
Mieli per THE APARTMENT, società del
gruppo FREMANTLE e VISION
DISTRIBUTION, in co-produzione con LE
PACTE, in collaborazione con SKY.
La trama
Latina: paludi, bonifiche, centrali
nucleari dismesse, umidità. Massimo Sisti è il titolare di uno
studio dentistico che porta il suo nome. Professionale, gentile,
pacato, ha conquistato tutto ciò che poteva desiderare: una villa
immersa nella quiete e una famiglia che ama e che lo accompagna
nello scorrere dei giorni, dei mesi, degli anni. La moglie
Alessandra e le figlie Laura e Ilenia (la prima adolescente, la
seconda non ancora) sono la sua ragione di vita, la sua felicità,
la ricompensa a un’esistenza improntata all’abnegazione e alla
correttezza. È in questa primavera imperturbabile e calma che
irrompe l’imprevedibile: un giorno come un altro Massimo scende in
cantina e l’assurdo si impossessa della sua vita.
AMERICA LATINA– Domenica 8
maggio in prima tv alle 21.15 su Sky Cinema Due, in streaming su
N0W e disponibile on demand.
Presentato in concorso alla
78.Mostra internazionale del Cinema di Venezia, il terzo film dei
Fratelli D’Innocenzo, America
Latina, sarà nelle sale cinematografiche a partire dal
27 gennaio 2022. Con Elio
Germano, Astrid Casali, Sara Ciocca, Maurizio
Lastrico, Carlotta Gamba, Federica Pala, Filippo
Dini e con la partecipazione di Massimo
Wertmüller è prodotto da Lorenzo Mieli
per THE APARTMENT, società del gruppo FREMANTLE e
VISION DISTRIBUTION, in co-produzione con
LE PACTE, in collaborazione con
SKY.
La trama di America
Latina. Latina: paludi, bonifiche, centrali nucleari
dismesse, umidità.
Massimo Sisti è il titolare di uno
studio dentistico che porta il suo nome. Professionale, gentile,
pacato, ha conquistato tutto ciò che poteva desiderare: una villa
immersa nella quiete e una famiglia che ama e che lo accompagna
nello scorrere dei giorni, dei mesi, degli anni. La moglie
Alessandra e le figlie Laura e Ilenia (la prima adolescente, la
seconda non ancora) sono la sua ragione di vita, la sua felicità,
la ricompensa a un’esistenza improntata all’abnegazione e alla
correttezza.
È in questa primavera imperturbabile e calma che irrompe
l’imprevedibile: un giorno come un altro Massimo scende in cantina
e l’assurdo si impossessa della sua vita.
Celebre per il suo ruolo da
protagonista nella serie Ugly Betty, l’attrice
America Ferrera si è nel corso degli anni distinta
anche per altri progetti cinematografici e televisivi, dimostrando
di potersi liberare del personaggio che l’ha resa nota. La sua
versatilità è stata così messa a disposizione di opere di vario
genere, quanto anche per l’arte del doppiaggio, che la Ferrera ha
conseguito con successo.
Ecco 10 cose che non sai di
America Ferrera.
America Ferrera: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
commedie. L’attrice debutta al cinema con il film Le
donne vere hanno le curve (2002), per poi recitare anche nella
commedia 4 amiche e un paio di jeans (2005) e nei film
Lords of Dogtown (2005) e La stessa luna (2007).
Nel 2008 recita nel sequel 4 amiche un paio di jeans 2,
per prendere parte negli anni successivi a Matrimonio in
famiglia (2010), End of Watch –
Tolleranza zero (2012), Cesar Chavez (2014),
diretto da Diego
Luna, e Special Correspondents (2016). È poi
tornata al cinema nel 2023 con il film Barbie, diretto da
Greta Gerwig e
interpretato da Margot Robbie e
Ryan Gosling.
Sempre nel 2023 sarà al cinema con la commedia Dumb
Money.
2. È celebre per i ruoli
televisivi. Dopo aver recitato nei film televisivi
Diamoci una mossa! (2002) e
$5.15/Hr. (2004), la Ferrera diventa nota grazie al
ruolo di Betty Suarez, protagonista di Ugly
Betty, che ricopre dal 2006 al 2010. Successivamente,
grazie anche al successo ottenuto, prende parte a note serie
come The Good
Wife (2011-2013), Christine (2012)
e Superstore, dove dal 2015 al 2021 ha ricoperto il
ruolo della protagonista Amy. Nel 2022 ha invece recitato nella
serie WeCrashed.
3. Si è distinta come
doppiatrice. L’attrice ha legato in modo indissolubile la
sua carriera da doppiatrice al film Dragon Trainer (2010),
dove ha dato voce al personaggio di Astrid, che ha nuovamente
doppiato nei sequel Dragon Trainer 2 (2014)
e Dragon Trainer – Il mondo nascosto (2019). Dal 2012
al 2014 ha doppiato il personaggio anche per la serie animata
Dragons: I paladini di Berk. Nel 2024 la si ritroverà tra
i doppiatori del film Pixar Elio.
America Ferrera, il film
Barbie e il suo monologo
4. Ha un importante
monologo all’interno del film. In Barbie la Ferrera interpreta Gloria, una madre
single con un difficile rapporto con la figlia adolescente, che
vive nel mondo reale e lavora alla fabbrica Mattel. È proprio lei a
mostrare a Barbie le contraddizioni impossibili nelle quali le
donne sono costrette a vivere nel mondo reale. Ciò avviene con un
monologo particolarmente apprezzato, riguardo il quale l’attrice ha
dichiarato: “Credo di averlo ripetuto 500 volte. Greta mi ha
lasciato massima libertà. Poi abbiamo girato per ben due giorni.
Avremo fatto 30-50 ciak solo per il mio monologo. Alla fine tutta
la crew lo sapeva a memoria!”
America Ferrera è su
Instagram
5. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram, dove possiede un profilo seguito da oltre 1,5 milione di
persone. Qui la Ferrera è solita condividere fotografie scattate in
momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non mancano
anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete, così
come curiosità quotidiane che l’attrice condivide con i suoi fan.
Seguendola si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue
novità.
America Ferrera: chi è suo
marito
6. È sposata. Dopo
un anno di fidanzamento, nel giugno del 2011 la Ferrera ha
annunciato le nozze con Ryan Piers Williams, regista e attore. I
due si sono sposati con una cerimonia celebrata dall’attrice Judith
Light, collega della Ferrera in Ugly Betty. All’evento
erano presenti amici stretti, famigliari e colleghi di set.
7. Hanno avuto un
figlio. Nella notte di Capodanno del 2017 l’attrice ha
annunciato tramite un post sul proprio profilo Instagram di essere
incinta del primo figlio. Questi nasce nel maggio del 2018, e da
quel momento la coppia si è dimostrata attenta nel evitare
l’esposizione mediatica del bambino, conducendo pertanto una vita
ben scissa dai riflettori del loro mestiere.
America Ferrera in Ugly
Betty
8. Ha stabilito un
importante primato. Grazie al ruolo di Betty Suarez,
ragazza poco attraente ma dalle ottime competenze nel campo della
moda, la Ferrera è diventata la prima attrice
latinoamericana a vincere un Emmy Award come miglior attrice
protagonista in una serie comedy nel 2007, stabilendo un
importante primato all’interno dell’industria.
9. Ha ottenuto il ruolo
senza sapere nulla della serie. Produttrice esecutiva
della serie è l’attrice Salma
Hayek, la quale racconta di aver personalmente scelto
la Ferrera come protagonista dopo averla incontrata quasi per caso.
Questa non sapeva nulla della serie in stato di realizzazione, così
non capì subito cosa volesse dire la Hayek, ma accettò per via
della reverenza nei suoi confronti.
America Ferrera: età e
altezza
10. America Ferrera è nata
a Los Angeles, California, Stati Uniti, il 18 aprile 1984.
L’attrice è alta complessivamente 155 centimetri.
America Ferrera riceverà l’ottavo
SeeHer Award alla 29esima edizione dei Critics
Choice Awards, ha annunciato la Critics Choice Association.
Riceverà l’onorificenza all’evento del 14 gennaio 2024, che sarà
ospitato da Chelsea Handler.
Il premio SeeHer viene assegnato a
una donna che “sostiene l’uguaglianza di genere, ritrae i
personaggi con autenticità, sfida gli stereotipi e oltrepassa i
confini”, si legge nel comunicato. SeeHer, movimento globale
leader per una rappresentazione accurata delle donne e delle
ragazze nei media, comprende operatori di marketing, organizzazioni
mediatiche e influencer del settore impegnati a creare pubblicità e
media privi di pregiudizi di genere.
Anche se quest’anno l’ha vista
partecipare a Barbie e
Dumb Money, America Ferrera è nota soprattutto per i suoi
ruoli in Ugly Betty, Real Women Have
Curves, The Sisterhood of the Traveling
Pants e la serie disponibile su Netflix, Superstore. Attrice,
regista e produttrice pluripremiata, Ferrera ha ricevuto un Emmy,
uno Screen Actors Guild Award e un ALMA e un Imagen Awards per la
sua interpretazione in Ugly Betty.
Per quanto riguarda il suo lavoro
nell’attivismo, Ferrera ha lanciato “Poderistas” nel 2020 con altre
nove donne, tra cui Eva Longoria Bastón e
Christy Haubegger. Una comunità di stile di vita
digitale e senza scopo di lucro, “Poderistas” ha lo scopo di
informare, affermare e ispirare i latini a trasformare le loro
vite, comunità e nazione sfruttando il loro potenziale. Insieme al
marito Ryan Piers Williams e all’amico
Wilmer Valderrama, America Ferrera ha anche co-fondato “Harness”,
una comunità di artisti, influencer e leader di base che utilizzano
l’arte e la narrazione per creare un mondo più equo.
Inoltre, Ferrera ha parlato in
numerosi eventi importanti come TED, DNC e March for Our Lives. È
stata relatrice di apertura e presidente del Comitato degli artisti
per la marcia delle donne a Washington nel 2017. I precedenti
destinatari del SeeHer Award includono Viola Davis, Gal Gadot, Claire Foy, Kristen Bell, Zendaya,
Halle Berry e Janelle Monáe.
Fresca della sua prima nomination
all’Oscar per Barbie,
America Ferrera è pronta a fare il suo debutto
alla regia. I Am Not Your Perfect Mexican
Daughter è in fase di sviluppo presso la Orion
Pictures di Amazon MGM, con Ferrera alla guida. Deadline riporta che il film
sarà basato sull’omonimo romanzo bestseller di Erika
Sánchez.
Il progetto è stato annunciato per
la prima volta nel 2021, quando era sviluppato da Netflix;
da allora il film è stato trasferito su Amazon, con Ferrera ancora
legata al progetto per firmare la regia. Anche se questo sarà il
suo primo lungometraggio,
America Ferrera non è estranea alla sedia da regista;
in precedenza ha diretto quattro episodi della sitcom della NBC
Superstore e cinque episodi della serie NetflixGentefied, di cui è stata anche produttrice
esecutiva.
Pubblicato per la prima volta nel
2017, I Am Not Your Perfect Mexican
Daughter è incentrato su Julia Reyes, un’aspirante
scrittrice e figlia di una pecora nera di una famiglia di immigrati
messicani a Chicago. Lavora all’ombra di sua sorella Olga, che è
rimasta uccisa in un incidente prima che qualcosa potesse offuscare
la sua perfezione. Tuttavia, quando Julia scopre che la breve vita
di Olga potrebbe aver avuto un lato nascosto e oscuro, arruola la
sua amica Lorena e il suo fidanzato Connor per scoprire la vera
verità su sua sorella. Il progetto è in fase di sviluppo presso
Orion Pictures, la vetrina della MGM per registi
sotto-rappresentati provenienti da gruppi emarginati; non ha ancora
fissato una data di uscita.
America Ferrera ha dichiarato di essere “un po’ sotto
shock”, nel bene e nel male, in merito alle nomination agli Oscar
2024. L’aspetto che la rende felice è sicuramente la sua prima
nomination personale, come Migliore attrice non protagonista, per
Barbie,
che lei definisce “surreale e incredibile”; il lato negativo è il
fatto che Greta
Gerwig e Margot Robbie, le visionarie dietro
l’innovativo blockbuster, sono state snobbate, rispettivamente
nelle categorie Regia e Miglior Attrice. Il suo disappunto segue
delle
dichiarazioni simili di
Ryan Gosling.
“Sono le mie ragazze e voglio
vedere celebrato il loro incredibile, straordinario lavoro. Hanno
fatto la storia, hanno fissato un nuovo standard”, ha detto
Ferrera a Deadline. “Non solo hanno
battuto i record al botteghino, ma hanno realizzato qualcosa che ha
avuto risonanza in tutto il mondo, e l’impatto di ciò che hanno
realizzato è e continuerà a farsi sentire nella nostra cultura.
Penso di unirmi a molte persone nel volerle vedere riconosciute per
questo.”
Per America
Ferrera, ciò che ha reso Barbie un progetto così unico è stato quanto
fosse inaspettato, a partire dalla decisione della star produttrice
Margot Robbie di rivolgersi a Greta
Gerwig come co-sceneggiatrice e regista. “Penso che da
quel momento la gente si sia interessata a ciò che la mente di
Greta come regista avrebbe fatto con Barbie, e lei ha messo insieme
artisti incredibili, davanti alla macchina da presa e dietro, per
dare vita alla sua visione” ha detto l’attrice. “La
sceneggiatura era così divertente, sovversiva e irriverente, ma
osava anche avere un cuore e un messaggio.”
“È un viaggio davvero
incredibile, incredibilmente divertente e sorprendente da
intraprendere, per tornare indietro e rendersi conto che il film
parlava sempre di noi, della bellezza della vita e della vita che
vale la pena vivere. Sento che è così che mi fanno sentire i grandi
film”, ha detto Ferrera. “Quando ho visto un film
fantastico, mi sento più entusiasta non solo di ciò che è possibile
nella narrazione, ma anche di ciò che è possibile nella vita, e
sento che questo è ciò che Greta è riuscita a realizzare con questo
film.”
La cerimonia degli Oscar 2024 si
terrà domenica 10 marzo alle 16:00. PT al Dolby Theatre
dell’Ovation Hollywood di Los Angeles. Jimmy
Kimmel torna come presentatore per il secondo anno
consecutivo e per la quarta volta complessiva.
America Chavez è
pronta a fare il suo debutto in live-action nel film del MCUDoctor
Strange nel Multiverso della Follia. Sebbene la trama
del film di prossima uscita rimanga avvolta dal mistero, è
probabile che incorporerà almeno alcuni aspetti delle migliori
storyline di America Chavez della MarvelComics, specialmente quelle che riguardano la sua
singolare e tragica storia.
America Chavez
riesce a farsi prepotentemente largo verso nuove dimensioni,
aprendo portali a forma di stella che conducono ad altri universi.
Questo la rende un personaggio ideale da aggiungere alla trama del
film, con uno degli universi di cui verremo a conoscenza che è in
realtà quello che lei credeva essere la sua realtà natale. Molte
delle sue migliori storie a fumetti riguardano ciò che America
pensava di sapere sulla sua singolare identità: vediamo assieme le
migliori.
Giovani Vendicatori #14
La backstory di America,
che sicuramente avrà un ruolo rilevante nel film in uscita, viene
esplorata a fondo in Young Avengers #14. È una
storia essenziale per capire chi è effettivamente America, o
almeno, chi lei crede di essere a quel punto.
America vive la sua giovinezza nel
Parallelo Utopico, una realtà immaginaria al di fuori del tempo e
dello spazio. Le sue madri hanno sacrificato le loro vite per
salvare non solo questo territorio, ma tutto il multiverso dalla
distruzione, fatto che potrebbe benissimo convergere con la trama
del film su Doctor
Strange.
Giovani Vendicatori #15
Young Avengers
#15 è una delle migliori storyline di America
Chavez, in quanto è in questo numero che la giovane
protagonista finalmente riconosce la sua sessualità. America mette
subito in chiaro di essere gay, con una forza e vigore
significativa, per uno dei pochi supereroi dichiarati della
Marvel Comics (anche se, come Kate Bishop ha
capito, molti dei Giovani Vendicatori appartenevano alla comunità
LGBTQ+).
I Giovani Vendicatori continuano ad
essere una squadra in divenire, che il MCU sta
impreziosendo con la partecipazione di grandi personaggi come
Kate Bishop e America e Young Avengers #15 è solo
una delle tante avventure interessanti dei giovani, che potrebbero
essere presentate in live-action.
America #1
America #1
è il primo numero della prima serie solista di America
Chavez, primo passo chiave per lo sviluppo della sua
storia d’amore con Lisa Halloran. Il personaggio
di Lisa è una delle probabili future aggiunte nel MCU, in quanto EMT e
membro del Damage Control, un’organizzazione ormai ben consolidata
nel franchise cinematografico.
Nonostante i grandi momenti
romantici tra America e Halloran la prima, dal carattere anche
burbero a seconda delle circostanze, finisce per abbandonare Lisa:
si tratta di una delle rappresentazioni più sentite e vere delle
relazioni LGBTQ+ nei fumetti di supereroi.
Vengeance #1
America
Chavez fa il suo debutto nella Marvel Comics in Vengeance #1
del 2011, numero co-creato dallo scrittore Joe Casey e dall’artista
Nick Dragotta, la cui trama è fondamentale, in quanto stabilisce
quali siano i poteri unici dell’eroina e la sua appartenenza alla
Teen Brigade.
L’aggiunta del personaggio di
America all’interno di questo numero è stata parecchio inaspettata,
dal momento che era focalizzato principalmente sulla convergenza
dei principali supercattivi Marvel come
Magneto, Doctor Doom e
Red Skull; eppure la prima impressione del
personaggio è stata grandiosa, America riesce a colpire nel segno
contro alcuni dei villain più duri dei fumetti.
Secret Wars Too #1
I fan dei fumetti sanno che
Kate Bishop è una delle migliori amiche di
America Chavez nella Marvel Comics, ma una delle tante versioni di
Kate nel multiverso era quasi più che un’amica di America. La
giovane eroina, infatti, ha fatto la conoscenza di una variante di
Kate chiamata Lady Kate di Bishop nel divertente e dolce numero
Secret Wars Too #1.
America Chavez aveva una cotta per
questa versione di Kate, anche se alla fine non venne ricambiata: é
possibile che questa o un’altra variante di Kate Bishop possa
apparire in Doctor
Strange in the Multiverse Of Madness, a seconda di
quanto punti in alto il film.
Vendicatori #0
America
Chavez è un punto cardine di molte grandi squadre
formatesi nei recenti fumetti Marvel, e Avengers
#0 ne assembla una delle più potenti. Unisce le sue forze
con Capitan Marvel, Pantera Nera, Monica
Rambeau e altri per affrontare Galactus in quella che potrebbe
essere un’anticipazione di ciò che accadrà nel MCU.
I poteri sovrumani di America e la
sua capacità di scandagliare la realtà la rendono un personaggio
ideale in questa storia dal ritmo serrato e dal vasto respiro
cosmico. La squadra si riunisce sulla scia di Secret
Wars, un grande evento che potrebbe accadere nel MCU nel prossimo futuro.
A-Force #1
America
Chavez è uno dei membri più potenti dell’
A-Force, la squadra di supereroine tutta al
femminile che è nata dall’evento Secret Wars del
2015. Questo rende A-Force #1 un numero chiave per
i fan del personaggio, in cui America è nodo nevralgico della
squadra neofita, che si riunisce su Battleworld.
America aiuta a perlustrare
Battleworld, tutto ciò che rimane del multiverso, e combatte anche
un gigantesco squalo megalodonte. Questa storyline la porterà anche
ad avere l’unico contatto reale con Doctor Strange, che in questa realtà è il
maggiordomo del Dio Imperatore Doom. Questo potrebbe essere uno
scenario interessante da analizzare in Doctor
Strange nel Multiverso della Follia.
America Chavez: Made In The USA
#3
America Chavez:
Made in the USA #3 è una puntata fondamentale nella
relativamente breve storia a fumetti del personaggio. Infatti, in
questo numero chiave della sua serie solista del 2018, scopre che
tutto ciò che pensava del suo passato era completamente
sbagliato.
America aveva capito di provenire da
una realtà immaginaria, ma viene a sapere dalla sorella appena
ritrovata che i suoi genitori l’hanno cresciuta su un’isola remota,
e non erano entità cosmiche ma persone normali che cercavano di
salvare la vita di bambini afflitti da una terribile malattia.
Giovani Vendicatori #3
Gran parte della backstory
di America è inizialmente illustrata in Young Avengers
#3, una delle sue prime avventure con la squadra. Sebbene
sia poi contraddetta nei fumetti, potrebbe non esserlo nel MCU: in questa
storyline, America rivive il dolore della morte dei suoi genitori
per salvare il Parallelo Utopico.
Il Parallelo Utopico era una realtà
immaginaria, popolata interamente da donne, incluse le madri di
America. Il MCU potrebbe
scegliere di lasciare la backstory così com’è, specialmente se i
suoi poteri le permettono di visitare la realtà remota nel corso
della storia in Doctor
Strange in the Multiverse of Madness.
All-New Hawkeye #3
Ci sono molte versioni di
Capitan America nella Marvel Comics: una delle più potenti è una
versione futura di America Chavez. In una futura
linea temporale alternativa intravista nella serie solista di Kate
Bishop Hawkeye, è proprio America che ne ha assunto
il ruolo.
È una storia entusiasmante che la fa
entrare in contatto con entrambe le versioni di Occhio di
Falco, entrambe più vecchie di 30 anni in questa linea
temporale alternativa. Uno scenario del genere potrebbe
potenzialmente manifestarsi nel MCU in qualche modo,
sia in What If… o in una qualche trama resa in
live-action.
Cinefilos.it offre
la possibilità di vedere al cinema gratis Amen di
Andrea Baroni con Grace Ambrose, Francesca
Carrain, Luigi Di Fiore, Paola Sambo, Valentina Filippeschi, Simone
Guarany, Silvia D’Amico.
La proiezione è prevista il
prossimo venerdì 21 giugno alle ore 20,10 presso il cinema CITYLIFE
ANTEO di Milano.
Ci sono a disposizione dei lettori
di Cinefilos 10 (dieci) biglietti da richiedere
inviando una email a [email protected] e da
ritirare direttamente alla biglietteria del cinema dando il proprio
cognome e nome.
I biglietti andranno richiesti
improrogabilmente entro le ore 14,30 di giovedì 20 giugno e
verranno consegnati agli assegnatari fino ad esaurimento dei posti
disponibili in sala.
Amen, il trailer
Amen, la trama
In un casolare di campagna fermo nel
tempo, vive una famiglia estremamente religiosa, di quelle
cristiane che seguono alla lettera le Scritture del Vecchio
Testamento. Le tre figlie non hanno mai abbandonato la proprietà
spinte da rispetto, dovere e sotto l’egida di un padre padrone e
una nonna dogmatica.
Vivono di poco: l’orto e i campi
permettono alla famiglia di sfamarsi e commerciare il minimo
durante il mercato paesano. Il padre, Armando, ha abituate tutte a
non chiedere più del dovuto. Sara, delle tre figlie, è la maggiore,
quella più legata agli studi religiosi e per questo mistica. In
armonia con la terra che coltiva e in contatto diretto con la sua
parte emozionale e spirituale, è la figlia preferita. Ester è la
più disinibita e reazionaria, vorrebbe vedere che c’è oltre la
vallata ed è alla continua ricerca della sfida.
L’educazione religiosa e sociale è
affidata a nonna Paolina, che guida la piccola Miriam e le due
sorelle in un Cammino stretto e difficile, prevedendo e augurandosi
la Salvezza per le nipoti.
Le lezioni sono infinte ed
estenuanti, le preghiere dolorose, le imposizioni non poche. Il
momento comune della Confessione è forse il più importante tra le
attività della giornata: la chiude e ne conserva gli aspetti per
cui fare ammenda. Le tre sorelle, infatti, sono costrette a
rivelare ogni loro azione e pensiero recondito.
Intanto da pochi giorni è arrivato
misteriosamente al casolare Primo, un altro nipote di Paolina.
Armando lo mal sopporta, teme per il contatto con le figlie e lo
utilizza nei lavori più duri. A lui non è concesso né di dormire in
casa, né di mangiare al tavolo con la famiglia. A causa di questo
innesto inizia un conflitto collerico ma silenzioso tra la madre e
il figlio: Paolina è convinta di poterlo redimere, Armando invece
vorrebbe usare il suo fucile e scacciarlo come normalmente fa con i
lupi. Nello stesso tempo, le ragazze, per la prima volta, scoprono
il viso e il corpo di un giovane maschio che, giorno dopo giorno,
osservano curiose. Le sensazioni e le decisioni che le tre sorelle
avranno e prenderanno su Primo, cambieranno per sempre la loro
vita.
Cinefilos.it offre
la possibilità di vedere al cinema gratis Amen di
Andrea Baroni con Grace Ambrose, Francesca
Carrain, Luigi Di Fiore, Paola Sambo, Valentina Filippeschi, Simone
Guarany, Silvia D’Amico.
Ecco le proiezioni disponibili:
TORINO – CINEMA ROMANO
Martedì 25 giugno – spettacolo delle h. 21,00
NAPOLI – CINEMA FILANGIERI
Venerdì 28 giugno – spettacolo delle h. 21,00
Ci sono a disposizione dei lettori
di Cinefilos 10 (dieci) biglietti da richiedere
inviando una email a [email protected] e da
ritirare direttamente alla biglietteria del cinema dando il proprio
cognome e nome.
I biglietti verranno
consegnati agli assegnatari fino ad esaurimento dei posti
disponibili in sala.
Amen, il trailer
Amen, la trama
In un casolare di campagna fermo nel
tempo, vive una famiglia estremamente religiosa, di quelle
cristiane che seguono alla lettera le Scritture del Vecchio
Testamento. Le tre figlie non hanno mai abbandonato la proprietà
spinte da rispetto, dovere e sotto l’egida di un padre padrone e
una nonna dogmatica.
Vivono di poco: l’orto e i campi
permettono alla famiglia di sfamarsi e commerciare il minimo
durante il mercato paesano. Il padre, Armando, ha abituate tutte a
non chiedere più del dovuto. Sara, delle tre figlie, è la maggiore,
quella più legata agli studi religiosi e per questo mistica. In
armonia con la terra che coltiva e in contatto diretto con la sua
parte emozionale e spirituale, è la figlia preferita. Ester è la
più disinibita e reazionaria, vorrebbe vedere che c’è oltre la
vallata ed è alla continua ricerca della sfida.
L’educazione religiosa e sociale è
affidata a nonna Paolina, che guida la piccola Miriam e le due
sorelle in un Cammino stretto e difficile, prevedendo e augurandosi
la Salvezza per le nipoti.
Le lezioni sono infinte ed
estenuanti, le preghiere dolorose, le imposizioni non poche. Il
momento comune della Confessione è forse il più importante tra le
attività della giornata: la chiude e ne conserva gli aspetti per
cui fare ammenda. Le tre sorelle, infatti, sono costrette a
rivelare ogni loro azione e pensiero recondito.
Intanto da pochi giorni è arrivato
misteriosamente al casolare Primo, un altro nipote di Paolina.
Armando lo mal sopporta, teme per il contatto con le figlie e lo
utilizza nei lavori più duri. A lui non è concesso né di dormire in
casa, né di mangiare al tavolo con la famiglia. A causa di questo
innesto inizia un conflitto collerico ma silenzioso tra la madre e
il figlio: Paolina è convinta di poterlo redimere, Armando invece
vorrebbe usare il suo fucile e scacciarlo come normalmente fa con i
lupi. Nello stesso tempo, le ragazze, per la prima volta, scoprono
il viso e il corpo di un giovane maschio che, giorno dopo giorno,
osservano curiose. Le sensazioni e le decisioni che le tre sorelle
avranno e prenderanno su Primo, cambieranno per sempre la loro
vita.
Vi avevamo messo al corrente del
pesante spoiler di fine midseason di The Walking
Dead che la AMC aveva piazzato in bella vista sulla
sua pagina ufficiale di Facebook e di Twitter. Adesso vi mostriamo
le bellissime reazioni del web, che, nonostante le maledizioni
lanciate da ogni continente sull’emittente, è riuscito a contenere
la furia dei fan, che si è sfogata in maniera creativa. Ecco i
migliori MEME per mandare a quel paese la AMC:
L’imminente uscita di
Star Wars: Il Risveglio della
Forza sta ovviamente scatenando eventi in tutto
il mondo. Dopo lo spettacolare trailer rilasciato appena poche
ore fa, AMC Theaters ha pubblicato il primo poster
in esclusiva del film. L’immagine fa parte dell’iniziativa “Star
Wars Sundays”, a partire infatti dal 20 dicembre 2015 al 10 gennaio
2016 chiunque acquisterà un biglietto per vedere il settimo
capitolo della saga, in IMAX 3D, riceverà un poster esclusivo
firmato dall’artista Dan Mumford. Questo è solo il primo della
serie.
È stato rilasciato il
primo trailer
di Ambush per il prossimo
film sulla guerra del Vietnam di Saban
Films, che mostra le star
Jonathan Rhys Meyers e
Aaron Eckhart in azione.
“Aaron
Eckhart(Il
Cavaliere Oscuro) e
Jonathan Rhys Meyers (Vikings)
sono i protagonisti di questa epopea intensa, grintosa e ricca di
azione sulla guerra del Vietnam”, si legge nella sinossi del
film. “Quando un piccolo avamposto cade in un’imboscata, una
squadra dell’esercito americano deve portare la battaglia sotto
terra in una missione ad alto rischio in un nuovo tipo di guerra
che non ha mai visto”.Dai un’occhiata al
trailer ufficiale
di Ambush qui sotto:
Ambush è stato diretto da Mark Burman,
che ha anche scritto la sceneggiatura con Johnny Lozano, e Michael
McClung. Nel cast Jonathan Rhys Meyers, Connor Paolo e
Aaron Eckhart. Il film uscirà negli USA nelle sale e
tramite video-on-demand il 24 febbraio.
Reduce dall’esperienza di 6
Underground, un blockbuster pensato per gli schermi
ridotti di Netflix, l’esplosivo
regista Michael Bay torna al
cinema con un nuovo progetto che sin dalla sua idea di base si
presenta a lui congeniale. Si tratta di
Ambulance,
thriller d’azione
nonché remake dell’omonimo lungometraggio danese del 2005. Bay
raccoglie la storia alla base di questo per rielaborarla in un film
fortemente calato nell’immaginario culturale statunitense e
all’interno dei canoni del genere di cui è tra i più maggiori
esponenti (nel bene o nel male). Prende così vita un nuovo
adrenalinico ed esplosivo capitolo del cinema di Bay, il quale però
anche stavolta pecca nel voler spingere troppo in là il film.
Tutto parte dal suo protagonista di
turno, ovvero Will Sharp (Yahya
Abdul-Mateen II), reduce di guerra il quale nel momento
del bisogno si vede abbandonato dal Paese per cui ha rischiato la
vita. Bisognoso di denaro, egli è costretto a rivolgersi al
fratello Danny (JakeGyllenhaal), il quale vanta una lunga carriera
da rapinatore. Se vuole i soldi di cui ha bisogno, Will dovrà
dargli una mano a compiere un ultimo colpo. Le cose, naturalmente,
si metteranno da subito male e per i due Sharp l’unica via di fuga
è un’ambulanza presente sul luogo del crimine. All’interno di
questa, però, si trovano l’infermiera Cam Thompson
(Eiza González)
ed un poliziotto ferito. Ognuno di loro ha le ore contate, ma prima
dovranno riuscire a seminare le forze dell’ordine alle loro
calcagna.
L’ambulanza come luogo del conflitto
Come accennato, con
Ambulance Bay sembra voler andare a smentire una delle
critiche che più frequentemente vengono rivolte ai suoi film:
sceneggiature e personaggi inconsistenti. Difficile dare torto a
queste affermazioni e lo stesso Bay non ha mai nascosto di dedicare
tutto sé stesso all’azione, agli effetti speciali e ad esplosioni
il più strabilianti possibile.
Con Ambulance egli sembra però interessato anche
ad affrontare alcuni aspetti sociali sempre attuali negli Stati
Uniti. Il reduce di guerra abbandonato e deluso dal suo stesso
Paese è ormai grossomodo un archetipo già più volte affrontato e
che fa anche qui capolino, in realtà giusto per fornire al
protagonista una serie di motivazioni utili allo svolgersi della
vicenda.
Questo sembra il massimo che Bay e
lo sceneggiatore Chris Fedak possono fare per
rendere il personaggio di Will il meno piatto possibile. Una volta
che il meccanismo e l’ambulanza in questione sono entrati in moto,
si passa infatti all’azione pura e cruda. D’altronde, sarebbe
sbagliato chiedere qualcosa di troppo diverso a Bay rispetto a ciò
per cui egli è noto ed ha passione. È però anche vero che nel
momento in cui ha inizio l’inseguimento e con esso l’azione, il
regista si lascia ad andare ad alcuni eccessi e digressioni che
rischiano di spezzare tanto l’interesse quanto la tensione. In
molteplici occasioni Bay fa ad esempio assumere alla sua macchina
da presa l’occhio che può avere un drone, facendogli dunque
compiere acrobazie e movimenti fin troppo vertiginosi.
Se per certi punti di vista può
essere una trovata interessante, più facilmente diventano questi
momenti di distrazione, che allontanano dal cuore del racconto.
Tutto ciò che conta avviene infatti proprio dentro l’ambulanza, con
buona pace delle scene esterne ad essa. In quanto spazio limitato,
il mezzo costringe i protagonisti a confrontarsi tra di loro,
facendo emergere il tema della fratellanza tra i due protagonisti,
il quale seppur non dotato di chissà che profondità di sguardo, si
rivela un espediente interessante ai fini del racconto. L’interno
dell’ambulanza, allo stesso tempo, permette di generare quella
certa claustrofobia che arricchisce la tensione ricercata da
Bay.
Ambulance: la recensione del film
Era tuttavia difficile immaginare un
film unicamente ambientato all’interno di questo mezzo, ma le
numerose digressioni esterne portano senza dubbio in più occasioni
tanto ad uno smorzarsi della tensione quanto ad un eccessivo
dilatarsi dell’azione. L’errore più grande, probabilmente, è l’aver
puntato su di un’eccessiva quantità di eventi, che hanno portato il
film a durare circa due ore e un quarto, senza però che si
avvertano sostanziali cambiamenti all’interno del racconto.
L’inseguimento occupa la stragrande maggioranza della durata del
film ed è una dinamica che inevitabilmente finisce per diventare
ripetitiva se non addirittura stancante, dove neanche un montatore
esperto come Pietro Scalia può fare molto.
Certo, le interpretazioni dei due
protagonisti sono di ottimo livello e fanno il loro all’interno del
film, ma sono comunque parte di un tutto fin troppo ricco di
eccessi. Volendo sorvolare sulle innumerevoli illogicità di
sceneggiatura, il principale difetto di Ambulance è senza
dubbio il suo abbandonarsi ad una serie di lungaggini che
disperdono tutto il potenziale di base. Fosse durato
considerevolmente di meno, è molto probabile che ne avrebbe
guadagnato tanto in adrenalina quanto in atmosfera. Un’occasione
totalmente sprecata dunque? Nonostante quanto fin qui elencato, se
visto senza grandi pretese Ambulance può comunque essere
un prodotto godibile, buono per chi ha voglia di staccare per un
po’ la spina.
Noto soprattutto per la
realizzazione di film d’azione ad alto budget, caratterizzati da un
ampio uso di effetti speciali, Michael
Bay ha prodotto e diretto film come The Rock (1996), Armageddon (1998), Pearl
Harbor (2001) e i primi cinque film della saga di Transformers (dal 2007 al 2017). Attualmente, il suo
ultimo film è Ambulance
(qui
la recensione), uscito nel 2022 e tra i pochi suoi
lungometraggi ad essere stati accolti con critiche positive. Il
film offre infatti un adrenalinico inseguimento su strada tra le
forze dell’ordine e due criminali rifuggiatisi all’interno di
un’ambulanza.
Si tratta del remake dell’omonimo
film danese del 2005 diretto da Laurits
Munch-Petersen. Bay ha però ovviamente apportato del suo
al progetto, scritto da Chris Fedak, che offre
un’ora di racconto in più rispetto all’originale. La volontà di
realizzare questo progetto è in realtà nata quasi per caso. Bay
aveva in mente un altro film, ma la pandemia di COVID-19 a Los
Angeles ha cancellato i suoi piani. Il regista ha poi ricordato di
aver detto al suo agente: “Dannazione, voglio solo uscire e
girare qualcosa in fretta! Sono stanco di stare chiuso in
casa!”.
Ha così avuto modo di realizzare
Ambulance,
potendo avvalersi di grandi attori e un grado di realismo che rende
il film molto più convincente ed emozionante, una vera e propria
corsa verso l’azione più sfrenata. In questo articolo,
approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a
Ambulance.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla spiegazione del
finale. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Jake Gyllenhaal e Yahya Abdul-Mateen II in Ambulance.
La trama e il cast di Ambulance
Protagonisti di Ambulance
sono Will e Danny, due fratelli
molto diversi tra loro. Il primo è un veterano di guerra, che ha
bisogno di molti dollari per pagare un importante intervento a sua
moglie; il secondo, invece, è un criminale affermato. Quando Will
chiede aiuto economico a Danny, quest’ultimo non gli propone un
prestito, ma una rapina, la più grande mai fatta alla banca di Los
Angeles, che permetterebbe loro di tornare a casa con 32 milioni di
dollari. Will si convince ad accettare, soprattutto perché non ha
altre alternative per pagare le spese mediche della moglie.
Durante il colpo, però, qualcosa va
storto. Un ufficiale di polizia, infatti, arriva nella banca per
questioni personali, mandando all’aria il piano. Il poliziotto
viene gravemente ferito e Will e Danny non hanno altre scelta se
non la fuga col bottino. Quando s’imbattono in un’ambulanza, i due
ne prendono il controllo, non immaginando che al suo interno ci sia
un’infermiera, Cam Thompson con un poliziotto
ferito, che ha bisogno di andare in ospedale. La fuga ad alta
velocità tra le strade di Los Angeles si farà sempre più
rocambolesca e i due fratelli saranno ben presto costretti a
compiere delle scelte.
Ad interpretare i fratelli Will e
Danny Sharp vi sono gli attori Yahya Abdul-Mateen
II e Jake Gyllenhaal. I due, per la scena con
l’inseguimento dell’elicottero, invece di ingaggiare controfigure,
si sono cimentati Gyllenhaal nello stare appeso al lato della porta
dell’ambulanza e Abdul-Mateen II alla guida del veicolo.
Recita poi nel film l’attrice Eiza González nel ruolo di Cam Thompson. Per
la parte, ha affittato un’ambulanza e l’ha usata per fare pratica.
Recitano poi nel film Garret Dillahunt nel
ruolo del capitano Monroe, Keir O’Donnell nel
ruolo dell’agente Anson Clark e Jackson White in
quello dell’agente Zach.
La spiegazione del finale del film
Nel finale di Ambulance,
l’ambulanza arriva all’ospedale, ma Danny minaccia di uccidere Cam
davanti a un pubblico televisivo in diretta. Danny è inoltre
diventato sospettoso del legame sviluppato tra la donna e il
fratello Will e raggiunge un punto di rottura quando si rende conto
che è stata Cam a sparare a quest’ultimo. Will però, che sa che
Danny è abbastanza pazzo da ucciderla, spara a Danny al petto con
un fucile da caccia. I due giacciono insieme per strada,
condividendo un momento di tacito perdono mentre Danny lentamente
muore.
A quel punto Cam va ad operare
d’urgenza Will e incontra sua moglie Amy e il loro
figlio neonato. Prima Will aveva passato a Cam una parte del denaro
che avevano rubato e ha insistito perché lei lo dia a sua moglie
nel caso in cui non riesca ad uscire vivo da quella vicende. Quando
la incontra di persona, Cam riconosce che Amy non ha legami con la
criminalità e probabilmente esiterebbe a prendere il denaro rubato,
quindi Cam nasconde i soldi nel seggiolino dell’auto che contiene
il figlio di Will.
Cam chiede anche ad Amy di perdonare
il marito, nonostante i suoi crimini. La donna la informa che Will
ha salvato la vita a lei e a Zach, il poliziotto ferito, durante la
loro fuga. Anche quest’ultimo, difende Will, spiegando l’eroismo di
Will agli agenti che lo interrogano. Zach ritrova poi anche il suo
partner, Mark. Nonostante fosse il loro primo
incarico insieme, Mark è sempre stato fedele a Zach ed è stato lui
a guidare l’inseguimento per salvarlo, sentendosi in colpa per aver
lasciato che gli sparassero. Zach non informa nessuno che in realtà
è stato Will a sparargli all’inizio.
Dopo essersi assicurata che
l’assoluzione di Will sia nota, Cam lascia l’ospedale. Si mette la
giacca e si prepara a tornare al lavoro. Anche se non è chiaro se
qualcuno abbia tratto vantaggio dalla violenta rapina, riconosce
che il denaro potrebbe aiutare la famiglia in difficoltà
economiche. Cam sembra sperare che Amy possa guidare il figlio di
Will verso una vita più onorevole di quella del padre. In
definitiva, il finale di Ambulance
di Michael Bay parla di redenzione.
Danny sembra essere irredimibile,
anche se affascinante, perché è un criminale sociopatico a tutti
gli effetti. Per Cam, la redenzione arriva sotto forma di pressione
intensa, mettendo alla prova i suoi limiti nel salvare vite umane e
dimostrando di avere le capacità per farlo. Questo permette a Cam
di vedere il suo valore. Per Will, la redenzione arriva invece
sotto forma di volontà di proteggere le persone anche di fronte a
una scelta sbagliata, che alla fine gli fa ottenere i soldi
necessari e probabilmente una condanna più lieve in seguito.
Il trailer di
Ambulance e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di
Ambulance
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Apple iTunes,
Infinity+, Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video.
Diretto da Michael
Bay da una sceneggiatura di Chris Fedak e
adattato dall’omonimo film danese, Ambulance
(qui
la recensione) è la specialità del regista: un film d’azione ad
alto tasso d’adrenalina con molta suspense e dramma. La trama ruota
attorno a Will Sharp, un uomo che, alla ricerca
disperata di denaro per pagare l’intervento chirurgico della
moglie, si rivolge al fratello Danny per un
prestito. Questi, tuttavia, lo recluta per una rapina in banca che
vedrà i due portare via 32 milioni di dollari, sempre che non
vengano catturati. Lee cose, naturalmente, prendono una piega
inaspettata quando il loro piano va storto e sono costretti a
rubare un’ambulanza nel tentativo di impedire alla polizia di
inseguirli.
Uscito in sala nel 2022 e accolto da
buoni pareri della critica e del
pubblico, Ambulance vanta un cast che
comprende alcune grandi star, tra cui un veterano come Jake Gyllenhaal, e altre in ascesa. Anche se
il film è incentrato principalmente su alcuni personaggi
principali, ci sono diversi attori non protagonisti che svolgono
ruoli cruciali nel corso del film, il che rende alcuni aspetti del
film ancora più intensi. In questo articolo, proponiamo una guida
completa al cast, ai personaggi che interpretano e a quali altri
progetti hanno partecipato in precedenza.
Il cast principale di Ambulance
Jake Gyllenhaal nel ruolo di Danny
Sharp
Danny Sharp è un
rapinatore di banche che ha un sistema collaudato per i suoi colpi,
almeno fino a quando uno di essi non va storto. Egli ha infatti
rapinato bene 38 banche nella sua vita ed è protettivo nei
confronti del fratello, seppure si approfitta del suo aiuto per
portare a termine i propri obiettivi. Il personaggio è interpretato
da Jake Gyllenhaal, noto soprattutto per i suoi
ruoli in Donnie Darko, Prisoners, Brokeback Mountain,
Source Code, Nightcrawler, Zodiac, The Guilty e Spider-Man:
Far From Home.
Will Sharp è invece
il fratello di Danny. I due sono cresciuti insieme dopo che il
padre di Danny lo ha accolto. All’inizio del film, Will è un
veterano dei Marines degli Stati Uniti che sta lottando per trovare
un lavoro e per pagare l’intervento chirurgico sperimentale della
moglie, che l’assicurazione non copre. Per questo si unisce a Danny
nella sua rapina in banca. Il personaggio è interpretato da
Yahya Abdul-Mateen II, noto soprattutto per
Candyman,
Aquaman, Watchmen, Il processo ai Chicago 7, Matrix Resurrections, The Greatest Showman e la serie NetflixThe Get Down.
Il Capitano Monroe
è a capo della Sezione Investigazioni Speciali, l’unità di
sorveglianza tattica del Dipartimento di Polizia di Los Angeles. Si
tratta di una figura tanto bizzarra quanto divertente all’interno
del film. Il personaggio è interpretato da Garret
Dillahunt, noto soprattutto per Deadwood,
12
anni schiavo, Non è un paese per vecchi, Raising Hope,
Fear the Walking Dead, Widows e The Mindy Project.
L’agente Zach è un
poliziotto alle prime armi che si trova nel mezzo di una rapina in
banca. Zach è interpretato da Jackson White, noto
per le serie Mrs. Fletcher, SEAL Team e The
Middle.
Olivia Stambouliah nel ruolo del
tenente Dhazghig
Il tenente Dhazghig
è un dipendente della polizia di Los Angeles ed è responsabile
della sorveglianza della città dalla sua posizione di pilota di
elicotteri. Dhazghig è interpretata da Olivia
Stambouliah, nota soprattutto per Packed to the
Rafters e Soul Mates.
Moses Ingram nel ruolo di Amy
Sharp
Amy Sharp è la
moglie di Will e madre del loro figlio Tate. Moses
Ingram, l’attrice che la interpreta, è nota per The Tragedy of Macbeth e per la miniserie di successo
di Netflix La regina degli scacchi.
Colin Woodell nel ruolo di
Scott
Scott è un
paramedico e partner di Cam nel lavoro. Ad interpretarlo vi è
Colin Woodell, conosciuto soprattutto per le serie
televisive The Flight Attendant, The Purge, Devious Maids
e The Originals.
Mark è il partner
di Zach. L’attore che lo interpreta è Cedric Sanders, conosciuto
soprattutto per The Social Network, American Gangster, American
Koko, Future Man e ha partecipato come guest star a Law &
Order: Special Victims Unit e NCIS: Los Angeles.
Jesse Garcia nel ruolo di
Roberto
Roberto è il figlio
di Papi, che lavora con Danny durante gli eventi
di Ambulance. Jesse Garcia è conosciuto
soprattutto per Narcos: Messico, Dal tramonto
all’alba: la serie e Una fantastica e incredibile giornata
da dimenticare.
Devan Chandler Long nel ruolo di
“Mel Gibson”
“Mel Gibson” è uno
degli uomini di Danny, chiamato così perché ricorda l’attore.
Devan Chandler Long, l’attore che lo interpreta, è
apparso in Ghosts, Doom Patrol e Bosch.
La Universal ha diffuso il primo
trailer ufficiale del prossimo thriller action/heist di
Michael Bay Ambulance, che sembra essere uno dei
film più esplosivi del 2022.
Il film è interpretato dal
candidato all’Oscar Jake Gyllenhaal (Spider-Man:
Far From Home; Zodiac), il vincitore del Primetime Emmy
Yahya Abdul-Mateen II (The Matrix:
Resurrections; Watchmen) e Eiza
González (Baby
Driver; Bloodshot) nel ruoli principali. Gyllenhaal e
Abdul-Mateen II interpretano fratelli adottivi che stanno tentando
la più grande rapina nella storia di Los Angeles, mentre Gonzalez
interpreta un EMT che i due prendono in ostaggio.
Il trailer arriva poche settimane
dopo il suo debutto iniziale al CinemaCon, dove è stato accolto
abbastanza favorevolmente, ed è lecito ritenere che il film
potrebbe finire per sorprendere al botteghino a metà febbraio,
anche se dovrà far fronte alla competizione con Uncharted.
Arriva in prima tv su Sky
Ambulance,
action movie vertiginoso diretto e prodotto da Michael
Bay, in onda lunedì 19 dicembre alle 21.15 su Sky
Cinema Uno (e alle 21.45 su Sky Cinema Action), in streaming su NOW
e disponibile on demand.
Protagonista
del film è il candidato all’Oscar Jake Gyllenhaal, con lui nel cast anche il
premio Emmy Yahya Abdul-Mateen II(“Candyman”,
“Matrix Resurrections”) ed Eiza González (“Fast &
Furious: Hobbs & Shaw”, “Baby Driver – Il genio della fuga).La
sceneggiatura è di Chris Fedak (“Prodigal Son”,
“Chuck”).
La trama del film
Nell’arco di una giornata sulle
strade di Los Angeles, tre vite cambieranno per sempre. Il decorato
veterano di guerra Will Sharp, alla disperata ricerca di denaro per
coprire le spese mediche di sua moglie, chiede aiuto alla persona
meno indicata. Si tratta di suo fratello adottivo Danny, un
carismatico criminale in carriera. Danny gli propone la più grande
rapina in banca nella storia di Los Angeles: un furto da 32 milioni
di dollari. Quando però la loro fuga va clamorosamente storta, i
fratelli disperati prendono in ostaggio un’ambulanza con a bordo un
poliziotto ferito che lotta per la vita e l’esperta paramedico Cam
Thompson.
Ambra Angiolini ha fatto parte dei
migliori ricordi televisivi dell’infanzia di qualcuno di noi (e
musicali: chi di voi ha già cominciato a canticchiare
T’appartengo?). È una delle grandi icone italiane degli anni ’90,
che nel tempo è diventata una conduttrice radio, televisiva e
un’attrice di talento, oltre che ad una delle celebrità italiane
più seguite e chiacchierate.
Ecco dieci curiosità su
Ambra
Angiolini: attrice, cantante, presentatrice,
produttrice.
Ambra Angiolini: Non è
la Rai, la carriera e i suoi film
1. Ambra Angiolini è nata a
Roma il 22 aprile 1977. I genitori si chiamano Doriana e
Alfredo, e Ambra è l’ultima di tre figli: ci sono anche una
sorella, Barbara, e un fratello, Andrea. Ha frequentato la scuola
in un istituto di suore, e già da piccolina comincia a dedicarsi
alle arti performative: studia danza, ed è proprio la sua
insegnante ha convincerla a presentarsi ad un casting per piccole
ballerine tenuto dalla Fininvest. Il provino andò bene!
2. Gli esordi di Ambra
Angiolini: Bulli e Pupe e Non è la
Rai.Non è la Rai non è stato la sua
prima apparizione televisiva, come molti pensano. Infatti, il
debutto angiolini arrivo con lo spin-off Bulli e pupe
nel 1992, dove partecipò alla gara di canto. Fu da qui che passò
poi appunto a Non è la Rai, del quale fece parte
regolarmente dal 1992 al 1995. La svolta arrivò nel 1993 e ’94,
quando fu presentatrice ufficiale del programma. Non si trattò
solamente del lancio della sua carriera come presentatrice (fu
infatti il primo dei 28 programmi televisivi ai quali Ambra
Angiolini ha preso parte), ma anche come cantante: da lì, ha
pubblicato quattro dischi. Cominciando proprio
da T’appartengo, del 1994. Fu il simbolo degli anni
Novanta: giovanissima, irriverente e sempre con la battuta
pronta.
4. Quanto è bella la
radio. E Ambra ci ha debuttato nel 1998, quando per tutto
il mese d’agosto conduce, su Radio 105, 105 estate.
Prosegue poi con RTL 102.5, e nel febbraio 2000 conduce per Radio
Kiss Kiss un programma dedicato al Festival di Sanremo,
chiamato Tutti pazzi per Sanremo, oltre a
cominciare con il proprio programma radiofonico su Radio
Due, 40 gradi all’Ambra, in onda per tutta l’estate
fino a metà settembre, seguito poi da Luci e Ambra,
andato in onda fino al giugno 2001. Arriva poi un altro Festival, e
Ambra conduce su Radio Due Ambra e gli Ambranati. E,
anche qui, non si è più fermata, lavorando in radio fino al
2006.
5. È una strenua attivista
per i diritti LGBT+. Lo diventa molto presto, quando
lavora in radio. Il suo attivismo diventa presto pubblico: nel 2000
partecipa al Pride di Roma. Nel 2002 ha condotto insieme a Jane
Alexander il Pride Concert in Piazza Bocca della Verità a
Roma, durant eil quale ha baciato la Alexander suscitando
scalpore. Più di una volta ha ringraziato i fan omosessuali,
per averla sostenuta e creduto in lei anche quando altri avevano
smesso di farlo: in occasione del Torino Gay&Lesbian Festival
del 2014, del quale è stata madrina, ha detto “Quella omosessuale è
una comunità che ha il mio stesso spirito, vive la realtà in
maniera molto profonda ma i gay comunicato con leggerezza, una
bella gioia di vivere che non vuol dire superficialità”.
6. Ambra Angiolini,
l’attivismo, la polemica del maglione firmato e Instagram.
Quello che è successo è che, il 1 maggio 2018, in occasione del
Concerto del primo maggio, Ambra Angiolini ha indossato un maglione
firmato Alberta Ferretti, dal valore stimato di 350 euro. Insomma,
le polemiche avevano a che fare col fatto che indossare tale
maglione fossero in contraddizione con i principi della
manifestazione, che dovrebbe onorare i lavoratori. Ambra ha
risposto velocemente su Instagram con ironia e serietà al tempo
stesso, postando una fotografia di un set di mutandine dal prezzo
di 5 euro e scrivendo: “Però i miei slip costavano pochissimo! Ora
posso riappropriarmi delle parole dette, dell’energia nuova, della
poca retorica e di un concerto che per chi lo ha vissuto è stato e
sarà sempre qualcosa di più che una maglietta firmata, comprata o
prestata? #primomaggio #ancoragrazie”
Ambra Angiolini e Francesco
Renga
7. Ambra Angiolini,
Francesco Renga e la storia di 11 anni. I due si sono
conosciuti in radio, ma non c’è stato alcun colpo di fulmine. Ma è
successo poi che i due hanno condiviso più di un decennio (senza
sposarsi), hanno avuto due figli, Jolanda e Leo, e hanno vissuto
insieme a Brescia.
8. La separazione nel
2015. L’annuncio ufficiale della separazione dei due è
arrivata nel 2015 e, nonostante i pettegolezzi di tradimento, i due
hanno parlato pubblicamente di come sono finite le cose tra di
loro. È stata Ambra a parlarne per prima, durante un’intervista
a Io Donna, durante la
quale ha affermato di aver preso la decisione di separarsi insieme,
di averlo fatto in modo amichevole, e di aver deciso di restare a
Brescia dopo la separazione per fare in modo di dare continuità ai
figli.
Ambra Angiolini: nuovo
fidanzato
9. Lorenzo Quaglia e
Massimiliano Allegri. Dopo la separazione, Ambra Angiolini
si è innamorata di nuovo: prima, c’è stato Lorenzo Quaglia,
modello, imprenditore, e amico di vecchia data. Ma questa relazione
è durata poco, e il nuovo fidanzato di Ambra è l’allenatore della
Juventus Massimiliano Allegri.
10. I figli con Francesco
Renga: Jolanda e Leonardo. Ambra Angiolini ha parlato più
volte dei figli e del rapporto familiare e privato che li lega,
separato dalla vita pubblica, soprattutto in occasione della
separazione da Renga. I due figli avuti con lui si chiamano Jolanda
e Leonardo. Jolanda ha compiuto quattordici anni da poco, mentre
Leonardo ne ha 11. Nel gennaio di quest’anno, in occasione del
compleanno della figlia, Ambra ha postato una vecchia fotografia di
lei che tiene tra le braccia la figlia neonata.
Ambo, la
commedia di Pierluigi Di Lallo interpreta da
Serena Autieri e Adriano Giannini, con
Maurizio Mattioli e con le canzoni di NOEMI, che
arriva oggi in sala con Microcinema Distribuzione. Nella clip,
oltre alle scene del film, potrete ascoltare Se tu fossi qui, brano
della cantante italiana Noemi.
SINOSSI
Ad Atessa, vive una famiglia felice, composta dai genitori Giulio
(Adriano Giannini) e Veronica (Serena Autieri) e dal piccolo Marzio
(Marzio Falcione). La coppia desidera tanto avere un altro figlio
che però stenta ad arrivare. Tutto sembra tranquillo, fino a quando
Giulio inizia a dubitare che Marzio sia veramente suo figlio.
Veronica non riesce a comprendere il cambiamento di umore del
marito, che all’improvviso sembra un’altra persona. Per fortuna, a
pensare al bambino c’è il simpatico barbiere del paese Nando
(Maurizio Mattioli), mentre Lucrezia (Sara Putignano), cerca di
aiutare sua sorella Veronica ad affrontare le
inspiegabili incomprensioni con il marito. Intanto Giulio,
aiutato dal suo amico Cesareo (Riccardo Graziosi) inizia una
ricerca concitata e comica per capire se veramente Veronica
lo ha tradito e chi potrebbe essere il vero padre di suo figlio.
Dopo equivoci esilaranti e sospetti infondati l’amore avrà la
meglio su tutto e Giulio capirà che ciò che è veramente importante
è solo la sua famiglia.
Il falco e il leone sono tornati in
trincea. Questa volta non per combattersi, ma per combattere
insieme. La metafora della giungla, con i suoi dominatori su terra
e cielo, continua a essere la chiave simbolica di
Ambizione 3, dramma
turco di Netflix
creato da Meriç Acemi, anche in veste di
sceneggiatrice. Nella centrifuga del serial, fino ad ora sono stati
versati diversi temi stuzzicanti: dall’invidia divoratrice
all’ambizione più incontrollata, fino a quello scontro
generazionale rappresentato da Lale e Asli, terreno fertile per
raccontare la nera realtà del giornalismo odierno, dove la notizia
non è più figlia della verità ma è frutto di tendenze social il cui
effetto domino diventa uno tzunami impossibile da placare.
Uno dei punti di forza
dello show è stato usare come pretesto l’attualità –
quindi il mal uso di Instagram, X o Tik Tok – per mettere a
confronto due generazioni che sembrano non capirsi, ma che
invece, se si ponessero in condizione d’ascolto l’uno verso l’altro
mettendo al margine diffidenza e superiorità, avrebbero molto da
imparare. Ed è qui che Ambizione 3 arriva, a soli pochi mesi
d’uscita dalla seconda season, determinando – si spera – la sua
conclusione con l’atto finale.
La trama di Ambizione
3
Lo show turco che per due stagioni
ha seguito lo scontro fra Lale, giornalista veternana appartenente
alla Generazione X, e Asli, novella nell’ambiente della Generazione
Z, aveva risolto l’astio fra le due nelle battute finali della
seconda stagione, spalancando le porte a una loro
“collaborazione” in questa terza season. Lale, dopo aver aperto un
suo canale lanciando un format nuovo, viene ingaggiata da un nuovo
network, REDW, a cui capo come CEO c’è Muge, sua vecchia amica che
nutre per lei solo odio, e con la quale aveva lavorato insieme a
Dall’altra parte prima che arrivasse Asli a detronizzarla.
Quest’ultima, però, negli ultimi episodi della stagione precedente
era stata licenziata da Gulbin, a capo dell’azienda, salvo poi
venire richiamata per condurre accanto a Yusuf, ancora una volta,
il programma. Il testa a testa, in questa nuova stagione, avviene
dentro le rispettive aziende, ma il turining point arriva quando,
per un presunto video a sfondo hard di Lale (non vero), questa
viene licenziata da REDW e decide di lasciare Istanbul per sparire
dai radar degli sciacalli del web. Ma sarà proprio Asli a farle
cambiare idea, convincendola a rimanere in Turchia e proponendole
un’alleanza insieme con Dall’altra parte, per farle
ripulire l’immagine e distruggere Muge e il suo impero.
Uno show che ha perso il suo
baricentro
Il problema di alcuni prodotti
streaming è che, forti dei grandi ascolti e della fedeltà del
pubblico, continuano a oltranza non preoccupandosi più della
qualità, che passa in secondo piano. Un ragionamento che
applichiamo anche per Ambizione 3, almeno
in parte. Il primo episodio sembrava contenere un evento
scatenante, incentrato su Yusuf, che avrebbe virato verso altri
lidi tematici, quali i disagi giovanili e l’inadeguatezza verso un
mondo ancora troppo ancorato al passato e ai veterani dei mestieri.
Largo spazio alle nuove generazioni, si sente dire spesso, un eco
che però ad oggi ancora non pare stia facendo smuovere le acque
come dovrebbe. È una tematica calda, questa, sentita da tantissimi,
molti dei quali fra l’altro guardano proprio la serie, che avrebbe
perciò potuto dare allo show una nuova linfa vitale.
Se c’è l’intenzione di andare
avanti, deve esserci anche il coraggio di rinnovarsi e non
fossilizzarsi sull’impostazione contenutistica iniziale, altrimenti
il rischio è la ridondanza e la perdita di valore del prodotto
stesso. Nel caso del dramma turco, l’essere rimasti fermi
sui medesimi precedenti punti non solo ne ha evidenziato la
stanchezza, ma ha anche fatto sì che tornassero
ciclicamente le stesse dinamiche, estremamente speculari a
quanto già visto, scivolando nel ripetitivo. Lale e Asli sono
oramai alleate, e incarnano la prova vivente di un’unione fruttuosa
che può esserci fra Generazione X e Z (si sarebbero potuti fermare
qui), ma nel mirino questa volta finiscono il resto dei personaggi,
proseguendo ancora un discorso già esaurito, senza aggiungere così
niente di ciò che era stato processato.
È solo verso metà racconto che
lo show introduce un nuovo campo di discussione,
quello della pericolosità dei sextape, provando a parlare
dell’importanza di riflettere bene sulle proprie azioni perché
spesso possono arrecare danni irreversibili al prossimo, ma
purtroppo anche questa si riduce a essere solo una parentesi veloce
e soprattutto molto approssimata. Dispiace, indubbiamente,
considerato che Ambizione 3 conserva
comunque alcune scene e dialoghi molto potenti (uno di questi è
contenuto nell’episodio 5) , frutto di una sceneggiatura che si
ricorda – seppur non spesso – di avere un bel potenziale su cui far
leva. Considerato il climax finale e le sequenze in ultima battuta,
lo show sembra però (potremmo dire per fortuna) aver deciso per un
epilogo che metta un punto e non una virgola. Speriamo perciò di
non sentire annunci di rinnovi, a meno che l’idea per una eventuale
quarta stagione non si fondi su un impegno di attuare un
refresh.