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Amanda Sthers e Pierfrancesco Favino presentano Promises #RFF16

Amanda Sthers e Pierfrancesco Favino presentano Promises #RFF16

Coproduzione italo-francese, Promises di Amanda Sthers fa parte della selezione ufficiale della Festa del Cinema di Roma. È la storia di un amore mai veramente vissuto, che continua però a vivere nei due protagonisti, nonostante le loro esistenze prendano strade diverse. Ne parlano la regista e il protagonista Pierfrancesco Favino.

Promises è un inno alla libertà di immaginare, che rende il tempo circolare, in contrapposizione alla linearità del tempo reale. La regista Amanda Sthers spiega così come ha lavorato sul tempo nel film e che concezione ne ha: “Tutti guardano al tempo in modo diverso. Un minuto non è sempre uguale. A volte può essere davvero molto lungo. Tutti guardano a come siamo almeno esternamente, ma interiormente siamo sempre gli stessi. Riesci a capirlo quando diventi più grande. […] Le persone spesso si aspettano che tu ti comporti in un determinato modo. […] Sei un po’ prigioniera del tuo aspetto esteriore. La nostalgia, le proiezioni, sono un modo per fuggire da questa prigione rappresentata dalla tua persona. […] Ho sfruttato l’immaginazione del personaggio di Alexander per avere due mondi: uno in cui si immagina con un’altra donna, in un altro paese, e l’altro mondo, che rappresenta la realtà. Penso che tutti viviamo in due realtà diverse, con ricordi che […] ci fanno immaginare come sarebbe potuta essere la nostra vita. Raramente viviamo nel presente”.

A proposito di tempo, alla domanda circa in che tempo si trovi la sua carriera, Favino risponde così: “E’ un tempo molto bello. Ho sempre guardato avanti nelle cose che faccio. Penso che l’errore più grande che potrei fare è cristallizzarmi nell’idea di aver fatto delle cose che sono andate bene  e per questo non osare, tentare di avere sempre le garanzie. Non credo che sarebbe giusto. Nel mio lavoro vedo i margini che ancora ho di crescita: sono legati molto all’abbandono, al consentire alle cose di avvenire in una maniera più naturale. […] Punto alla stessa essenzialità che ha il pittore quando riesce con tre segni a farti capire una cosa. Quell’essenzialità non virtuosistica, ma di pienezza del gesto, è quello che mi piacerebbe riuscire a guadagnare, ma non so se sarò mai in grado”. 

Amanda Sthers e Pierfrancesco Favino presentano Promises

Un tema che è emerge in Promises è quello dell’accettazione, della presa di coscienza delle proprie fragilità. Tema tra l’altro molto attuale oggi, considerato il momento che stiamo vivendo. Pierfrancesco Favino sottolinea come il mestiere dell’attore richieda di essere in costante contatto con le proprie emozioni le proprie fragilità, e come il cinema e le arti possano essere una guida nell’accostarsi alla sfera delle emozioni: “Non ho mai pensato che essere in contatto con le proprie emozioni fosse un sintomo di debolezza. Non ho mai vissuto la maschilità come qualcosa che non si piega alle passioni e alle emozioni e la ritengo una fortuna. Credo che in questo momento […] siamo molto in contatto con la nostra fragilità, con la nostra paura. Questo ultimo anno e mezzo ci ha costretto ad avere a che fare con noi stessi. Abbiamo così, fortunatamente, scoperto quanto siamo fragili, quanto abbiamo bisogno degli altri, e al contempo, quanto ci siamo forse un po’ induriti […]. In questo momento c’è una scelta da fare, secondo me, accettare questa fragilità con tutte le conseguenze o contrapporsi ad essa. Io scelgo la prima strada. Non mi stupisce che intorno a noi stiano accadendo grandi movimenti. Movimenti emotivi, non unicamente politici o sociali. Tutto il mondo sta vivendo un momento di grande connessione, ma venendo da un lungo periodo in cui l’educazione  emotiva sembra essere stata cancellata, non sappiamo da che parte prenderla. Credo che il cinema e le arti, che per tanto e troppo tempo sono state messe da parte come se fossero tempo libero, siano esattamente la guida, […] i luoghi dell’attenzione a questo mondo.”

Il suo personaggio, Alexander, è un mercante di libri, e alcuni testi sono una sorta di raccordo tra le diverse parti del lavoro. A chi gli chiede quali libri abbiano segnato la sua infanzia e i suoi vent’anni, Favino risponde: E’ bizzarro dirlo, ma penso che nell’infanzia ci siano dei libri che ti colpiscono per varie vicende. Io più che nella lettura, ero molto colpito da un’edizione della Divina Commedia illustrata da Gustave Dorè, che avevamo in casa. Non è che la leggessi, però quelle illustrazioni […] parlavano ad un mondo immaginario […], avevano una grande attrattiva per me. Poi, avevo anche per casa “Frigidare”, “Il Male”, “Linus”. Sono stato un avido lettore di fumetti e non lo rinnego affatto, anzi lo sono ancora. […] Verso i vent’anni ero più vicino al mondo della poesia. […] Ero un baudelairiano, però, giusto perchè rimorchiavo parecchio”. Mentre a chi domanda dei suoi gusti attuali da spettatore cinematografico risponde citando Another Round, che definisce “bellissimo e commovente”, e L’ultimo film di Paolo Sorrentino che, dice, “mi ha emozionato moltissimo”. 

L’incontro diventa poi un’occasione per approfondire il mestiere dell’attore. Favino spiega come lo intende, quando gli si chiede se, dirigendo a Firenze una scuola per attori, stia sviluppando una sua teoria della recitazione. Questa diventa anche l’occasione per ribadire la necessità della libertà creativa ed espressiva degli attori e degli artisti in generale: “Non penso che esista un metodo, un modo di fare l’attore. Non penso che esista, perchè ognuno di noi è una persona e alcune cose funzionano di più rispetto a che persona sei. Vi sono attori estremamente sensibili alle immagini, per cui hanno bisogno di essere sollecitati con delle immagini, con delle associazioni libere per aderire a dei ruoli. […] In questo caso, per esempio, ci sono degli elementi del personaggio che sicuramente si sono messi dentro di me perchè c’è qualcosa di mio, lì. Sono andato a Londra a 11 anni. Ho sempre vissuto la passione per quel mondo. Per un periodo avevo il desiderio di chiamarmi “Johnny”. Poi non più. Allora, mi sono domandato se questo potesse nutrire il personaggio di Alexander. […] Quello che povo a far insegnare […] nella mia scuola non è imporre loro una maniera di lavorare, ma dare loro gli strumenti per capire chi sono, in modo che possano usare, con la tecnica che viene loro data, la loro specificità. Poi, che sappiano lavorare insieme”. E aggiunge: “ Se c’è una cosa che non auguro loro è il successo presto. Un attore prima di diventarlo ha bisogno di tempo. Il suo viso non si forma prima dei 35 anni per gli uomini, e 25 per le donne. Così la sua identità artistica. C’è bisogno di lasciare che questo avvenga. I grandi attori, che invecchiano bene, sono quelli in cui non vedi più nessun tipo di sforzo. […] Ci vuole tempo per arrivarci, non si può avere fretta. Ci vogliono soprattutto ruoli e registi. Sfido a trovare una grande interpretazione che non faccia parte di un grande film.”

Sulla necessità, poi, di annullare ogni distanza tra sé e il personaggio, di non giudicarlo, Favino aggiunge:Non posso fare a meno di abbracciare il personaggio. […] Alexander sarà sempre dentro di me […] dal punto di vista affettivo. Farei di tutto per salvare Alexander. Farei di tutto per salvare il Libanese. L’attore è lo strenuo difensore del personaggio che interpreta. Se crea una distanza e ti fa vedere di non essere così, allora perchè vedere il film? Devo lasciar libero lo spettatore di farsi il suo film, non imporgli il mio. Per far questo c’è bisogno che l’attore maturi anche un po’ di stanchezza, che non abbia sempre la pallottola in canna e dia allo spettatore il ruolo che deve avere. […] Non mi interessa andare sullo schermo a far vedere chi sono io. […] A me la spontaneità non interessa, mi interessa la creazione artistica, che può confondersi con la verità, ma la verità fine a sé stessa mi interessa fino a un certo punto. Mi interessa la libertà espressiva e creativa del cinema, quando si fa arte, quando diventa simbolo, diventa altro”. Per quel che riguarda l’interpretazione di personaggi storicamente esistiti ed anche controversi, come Buscetta o Craxi, l’attore ribadisce che ciò che gli interessa è il loro lato umano: “L’umanità, che tu voglia o no, alberga anche in Craxi, quello è interessante. […] Alberga anche in Buscetta. Dovremmo essere preoccupati di ritrovare in Buscetta nostro padre o noi stessi, come padri, ma sollevati dal fatto  che, come padri, non abbiamo scelto quella strada. Io però, alle sue lacrime ci ho sempre creduto. Il rapporto tra lo spettatore e la storia è sacro”. Dunque, in quel rapporto l’attore non deve intromettersi con il suo ego o il suo giudizio. “Si tratta comunque di una rappresentazione, e io sono molto affascinato dalla rappresentazione artistica proprio perchè non è reale, perchè ha la libertà di essere tutto ciò che vuole. […] Non si può pensare che l’opera dell’artista stia ai laccioli della logica storica o politica. L’artista […] deve avere la sacrosanta libertà, e gli va riconosciuta, di immaginarsi che la realtà non vada come va, e di emozionarsi. […] Sennò – conclude – che ci stiamo a fare?

Promises arriva nelle sale il 18 novembre, distribuito da Vision.

Amanda Seyfried: intervista ai protagonisti di Mank di David Fincher

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Amanda Seyfried interpreta Marion Davies in Mank, il nuovo film di David Fincher che ricostruisce le vicende dietro alla produzione di Quarto Potere di Orson Welles. Questa la nostra intervista all’attrice. Mank arriva il 4 dicembre su Netflix.

Guarda il trailer di Mank

Dopo aver lanciato brand del calibro di House of Cards e Mindhunter, David Fincher torna a lavorare con Netflix. Mank, un progetto dalla lunghissima gestazione per lui, racconta dell’uomo che ha condiviso con Orson Welles il premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale di Quarto Potere.

A interpretare lo sceneggiatore, Herman J. Mankiewicz, ci sarà Gary Oldman, mentre il film è stato scritto da Howard Fincher il padre defunto di David. Il film dovrebbe entrare in fase di riprese il prossimo novembre a Los Angeles, e Fincher girerà in bianco e nero. A produrre il film invece troviamo Ceán Chaffin, frequente collaboratrice di Fincher, e Douglas J. Urbanski che aveva già prodotto L’ora più buia, film per il quale Oldman ha il premio Oscar come migliore attore protagonista. Mank doveva essere il progetto a cui David Fincher voleva dedicarsi dopo The Game del 1997, con Kevin Spacey accreditato come protagonista, tuttavia la produzione è stata rallentata a causa della decisione di Fincher di girare in bianco e nero, proprio come Quarto Potere.

Mankiewicz è stato uno degli sceneggiatori più noti e meglio pagati nei primi anni di Hollywood e ha lavorato con Orson Welles per Quarto Potere. Ex-corrispondente di Berlino per il Chicago Tribune e critico teatrale del New York Times e del New Yorker, Mankiewicz ha scritto alcuni dei film più importanti del suo periodo, e sia lui che Welles hanno condiviso l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale per Quarto Potere nel 1941. Altri film a cui ha lavorato durante la sua carriera includono Il mago di Oz, L’uomo del mondo, Pranzo alle otto, L’idolo delle folle e The Pride of St. Louis. Oldman ha appena recitato per Netflix nel film diretto da Steven Soderbergh The Laundromat, il film drammatico che racconta lo scandalo dei Panama Paper, insieme a un cast che include Meryl Streep e Antonio Banderas. Sempre per Netflix, David Fincher ha prodotto la raccolta di racconti animati Love, Death & Robots.

Amanda Seyfried: 10 cose che non sai sull’attrice

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Amanda Seyfried: 10 cose che non sai sull’attrice

Amanda Seyfried è una delle attrici che farà ancora molta strada nella storia del cinema. Ha sempre dimostrato di avere un talento innato per la recitazione e per il canto e, nonostante il suo successo, non si è mai montata la testa. Sempre umile, con quel viso da bambina, con i suoi occhi azzurri e la sua chioma bionda ha fatto innamorare il pubblico di mezzo mondo. Da Mamma Mia! a First Reformed, il successo continua ad avanzare, così come la sua bravura.

Ecco, allora, dieci cose che non sapevate di Amanda Seyfried.

Amanda Seyfried: i suoi film film

1. Amanda Seyfried: i film e la carriera. Il debutto cinematografico della Seyfried risale al 2004, quando partecipa alla commedia Mean Girls. Successivamente reciterà in Alpha Dog (2006), Solstice (2008) e all’adattamento cinematografico di Mamma Mia!, in cui interpreta Sophie, la figlia di Donna, interpretata da Meryl Streep. In seguito, ha lavorato in film come Jennifer’s Body (2008), Chloe – Tra seduzione e inganno (2009), Letters to Juliet (2010), Dear John (2010), Cappuccetto rosso sangue (2011) e In Time (2011). Ritorna al musical con Les Misérables nel 2012, e interpreta poi la pornodiva Linda Lovelace in Lovelace (2013), per poi lavorare in Un milione di modi per morire nel West (2014), Giovani si diventa (2015), Pan – Viaggio sull’isola che non c’è (2015) e Padri e Figlie (2015). Tra i suoi film più recenti si annoverano First Reformed (2017), Mamma Mia! Ci risiamo (2018), Anon (2018), Ve ne dovevate andare (2020), Mank (2020) e L’apparenza delle cose (2021).

Amanda Seyfried
AMANDA SEYFRIED as Valerie in Warner Bros. Pictures’ fantasy thriller “RED RIDING HOOD,” a Warner Bros. Pictures release.

2. Ha recitato anche per la televisione. La carriera dell’attrice è però iniziata in televisione, dove dal 2000 al 2001 ha recitato nella soap opera Così gira il mondo. Successivamente è apparsa anche in serie come La valle dei pini (2002-2003), Veronica Mars (2004-2006), Dr. House (2005), Wildfire (2006) e Big Love (2006-2011). Nel 2015, Amanda Seyfriend si è aggiudicata una parte molto importante nella terza stagione di Twin Peaks, quella di Rebecca Burnett. La Seyfried ha invece ora terminato le riprese della serie The Dropout, dove recita nel ruolo di Elizabeth Holmes.

Amanda Seyfried, il 2020 e gli Oscar

3. È stata candidata al prestigioso premio. Il 2020 è stato un anno particolarmente importante per la Seyfried. Oltre ad essere diventata mamma per la seconda volta, ha infatti recitato nel film Mank, interprentando l’attrice Marion Davies. Grazie a questo ruolo la Seyfried ha ottenuto alcune delle migliori recensioni della sua carriera, vincendo anche diversi premi. Ha poi guadagnato anche la sua prima candidatura al premio Oscar come miglior attrice non protagonista. Pur non vincendo il premio, si è rilanciata come una delle grandi interpreti della sua generazione.

Amanda Seyfried è hot

4. Amanda Seyfried non ha problemi ha girare scene di nudo. L’attrice americana ha ammesso che, per lei, le scene di sesso sono liberatorie. Nel girare il film Lovelace, in cui interpreta la pornodiva Linda Lovelace, la Seyfried ha ammesso di sentirsi libera e di essersi divertita mentre girava le scene hot, senza avere nessun problema di vergogna o di pudore: “Crescendo mi hanno fatto sentire il nudo come qualcosa di sbagliato perché veniva sempre censurato nei film, ma perché continuiamo a coprire noi stessi?”.

Amanda Seyfried in In Time

5. Per il film si è esercitata nella corsa con i tacchi. Nel film fantascientifico In Time, l’attrice interpreta la figlia dei due ricchi Weis, Sylvia. Pur essendo la co-protagonista, la Seyfried compare in scena soltanto a mezz’ora dall’inizio del film. L’attrice ha ricordato con entusiasmo il set di questo film, raccontando però di aver avuto molta difficoltà nel recitare in questo, poiché erano per lei previste diverse scene di corsa sui tacchi. Per poter riuscire in queste, ha dunque dovuto esercitarsi a lungo per evitare di farsi male.

Amanda Seyfried in Mamma Mia!

6. Amanda Seyfried si è fatta conoscere anche grazie alla sua voce. Amanda ha sempre coltivato la passione per il canto, seguendo delle lezioni già quando era bambina. Passione che poi è diventata parte integrante ed importante del suo lavoro. Infatti, è stato grazie all’enorme successo di Mamma Mia! che l’attrice è diventata famosa in tutto il mondo, mostrando tutte le sue qualità di attrice e cantante. È proprio lei a cantare i tanti brani degli ABBA previsti per il suo personaggio, senza essere dunque ricorsa ad alcuna sostituta.

Amanda Seyfried

Amanda Seyfried è su Instagram

7. Amanda Seyfried è utilizzatrice di social. L’attrice americana ha un profilo Instagram seguito da più di 5,1 milioni di persone: una cifra mica da ridere. L’attrice non è ossessionata dall’utilizzo del social, ma è comunque molto attiva. Le foto la ritraggono sempre protagonista di momenti lavorativi ma anche, e soprattutto, dei momenti quotidiani che desidera condividere con i suoi fan. Seguendola si può dunque rimanere aggiornati su di lei e sulle sue attività.

Amanda Seyfried: il marito e i figli

8. Amanda Seyfried ha avuto dei fidanzati da invidia. L’attrice americana è sposata dal 2017 con il collega Thomas Sadoski, conosciuto nel 2015 sul set di The Way We Get By e pare che tra i due sia stato colpo di fulmine. Ma Amanda ha dei precedenti da invidia: in passato, infatti, Amanda è stata fidanzata con Justin Long e, ancora prima, con Ryan Philippe e Dominic Cooper, quest’ultimo conosciuto sul set di Mamma Mia!.

9. Amanda Seyfried è una mamma a tempo pieno. Nel marzo del 2017, la Seyfried ha dato alla luce la sua prima figlia, avuta dall’oggi marito Thomas Sadoski. Da quel momento l’attrice ha parzialmente diradato le sue partecipazioni cinematografiche per stare accanto alla piccola di casa. Nel settembre del 2020, invece, è nato Thomas, secondo figlio della coppia.

Amanda Seyfried: età e altezza dell’attrice

10. Amanda Seyfried è piccoletta. L’attrice, nata il 3 dicembre del 1985, non è di certo una donnona, ma si sa che il vino buono sta nella botte piccola. Alta 1 metro e 59 centimetri, la sua grazia innata non è passata comunque inosservata ed è riuscita a tenere testa a tutti i suoi colleghi. Se poi si aggiunge che ha gli occhi come il color del cielo e i capelli biondi come il grano, ci si rende conto che la sua bellezza è totale.

Fonti: IMDb, biography, famousbirthdays

Amanda Seyfried torna sui film di supereroi: “Non sono una fan del green screen”

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Amanda Seyfried pensa che non si sarebbe divertita a lavorare in un film di supereroi. L’attrice sta ricevendo diverse recensioni entusiastiche per la sua interpretazione di Marion Davies nel nuovo film di David Fincher, Mank, dedicato alla realizzazione del classico del 1941 Quarto potere, con Gary Oldman nel ruolo del protagonista. Dopo aver debutto nella commedia adolescenziale Mean Girls, Seyfried ha avuto una carriera di grande successo. Tra i suoi film più celebri si ricordano certamente Mamma Mia! film, Les Misérables e First Reformed.

In passato all’attrice era stato offerto il ruolo di Gamora in Guardiani della Galassia (poi andato a Zoe Saldana), ma all’epoca rifiutò perché pensava che il film non avrebbe avuto successo. Parlando con l’Associated Press, Seyfried ha ammesso che ci possono essere dei limiti nel fare determinati film e che tali limiti, dal suo punto di vista, riguardano anche i film di supereroi. L’attrice ha spiegato di non essere una grande fan delle tecniche impiegate per realizzare questi tipi di film (ad esempio, recitare davanti al green screen) e ha ammesso che, ogni volta che le veniva proposto un ruolo in un cinecomic, ha dovuto insistere per far valere la sua volontà di non prendervi parte.

Tuttavia, Seyfried riconosce l’importanza del genere, così come la sua eredità e la varietà incredibile di mondi e universi in cui sono grado di trasportare gli spettatori. “Immagino che non ci siamo molti agenti che pensavo che i loro clienti non trarrebbero vantaggio da un grande film di supereroi, ma io ho sempre dovuto combattere contro questa filosofia. Penso che i cinecomic siano meravigliosi. Semplicemente, riescono a trasportarti in un questo incredibile universo che non esiste. Sono divertenti e credo davvero che, per i bambini di oggi, possano rappresentare una grande eredità in futuro. Ma ad essere onesti non mi interessa quell’aspetto così ‘fisico’ della recitazione, né tantomeno essere costretta a far viaggiare così tanto la mia immaginazione ogni giorno. Non sono una fan del green screen, questa è la verità. Voglio divertirmi quando lavoro.”

Ogni attore ha chiaramente dei gusti personali e, come si evince da queste dichiarazioni, i film di supereroi non sono il genere prediletto di Amanda Seyfried. Grazie al successo di Mank, è certo che l’attrice avrà ancora molte opportunità in futuro. Ad oggi non sappiamo dove il suo percorso la porterà, né quali sfide sarà eventualmente pronta a raccogliere. Quel che è certo, ad oggi, è che quasi sicuramente non la vedremo mai recitare in un cinecomic.

Amanda Seyfried sta sviluppando un musical basato su Thelma & Louise

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Amanda Seyfried sta sviluppando un musical basato su Thelma & Louise, mentre Evan Rachel Wood si è unito al progetto. Secondo il rapporto di Variety, un musical basato sull’iconico film è in lavorazione dal 2021 circa, con Callie Khouri – che ha scritto la sceneggiatura del film originale del 1991 – a bordo per scrivere il musical e la cantautrice indipendente Neko Case lavorerà sulla musica.

Scott Delman sarà il produttore del film. I rapporti nel 2021 suggerivano che il regista teatrale Trip Cullman (Six Degrees of Separation) fosse a bordo per dirigere l’adattamento musicale, ma al momento non è chiaro se sia ancora così.

La notizia del musical è emersa durante i Golden Globe, quando Amanda Seyfried era assente e non ha potuto accettare la sua vittoria per la migliore interpretazione in una serie limitata, una serie antologica o un film per la televisione per la sua interpretazione di Elizabeth Holmes in The Dropout di Hulu. Sul palco, i presentatori Mo Brings Plenty e Cole Hauser hanno rivelato che Seyfried non ha potuto partecipare perché era “profondamente immersa nel processo di creazione di un nuovo musical”, il che ha indotto i fan a iniziare a speculare.

Sebbene Seyfried non abbia confermato la notizia, è andata su Instagram dopo i premi e ha confermato che stava “facendo qualcosa di magico ed è musicale“. Non poteva dire di più, ma ha notato che è qualcosa che non aveva mai fatto e che era entusiasta di continuare a farlo.

Rilasciato nel 1991, Thelma & Louise ha interpretato Susan Sarandon e Geena Davis nei panni di due amiche che intraprendono un viaggio. Dopo che i due hanno sparato a un uomo che tentava di violentarne uno, devono cercare di eludere la polizia. Il film è stato un successo sia di critica che commerciale e ha ottenuto sei nomination all’Oscar, vincendo la migliore sceneggiatura originale. Da allora il film è diventato noto come un film femminista di riferimento ed è stato inserito nella Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti nel 2016.

Amanda Seyfried sarà Cappuccetto Rosso

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Amanda Seyfried sarà Cappuccetto Rosso

La giovane protagonista di Mamma mia!, nonché copratagonista dell’imminente in Italia Chloe, Amanda Seyfried, ha confermato sul red carpet degli Oscar che interpreterà per la Warner Bros The Girl with the Red Riding Hood. Il film è una rivisitazione in chiave gotica della celebre fiaba di Cappuccetto Rosso, nota nella sua versione più diffusa scritta dai Grimm. Il lungometraggio sarà diretto da Catherine Hardwicke, già autrice del primo Twilight, su sceneggiatura di David Leslie Johnson (Orphan).

Fonte: comingsoon

Amanda Seyfried rivela perché ha rifiutato il ruolo di Gamora

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Amanda Seyfried rivela perché ha rifiutato il ruolo di Gamora

Come molti di voi già sapranno ad Amanda Seyfried durante lo sviluppo di Guardiani della Galassia fu offerto il ruolo di Gamora, prontamente rifiutato dall’attrice dopo un primo incontro con Kevin Feige. Ebbene a distanza di molti anni l’attrice è tornata a parlare della cosa rivelando finalmente il vero motivo che l’ha portata a rifiutare un ruolo che poi si è rivelato di enorme successo che ha contribuito ad aumentare al notorietà alla sua interprete odierna, Zoe Saldana.

L’occasione per ritornare a parlare della vicenda è stata la promozione del suo ultimo film in uscita You Should Have Left e durante l’intervista ha spiegato cosa è accaduto e perché ha poi deciso di declinare l’offerta: “Ci penso spesso. Non sono davvero una grande spettatrice dei film Marvel, il che penso, sia il motivo per cui all’epoca ho pensato tipo: “Ah, non voglio essere verde. È davvero così tanto lavoro.” Ricordo di aver parlato una volta di Jennifer Lawrence, e abbiamo discusso di quanto tempo impiegava a diventare blu, e io ho subito pensato “Sembra un inferno sulla terra”, perché poi arrivi sul set e sei lì solo per un paio d’ore, e poi devi toglierti tutto. il vero motivo per cui rifiutai era letteralmente quello”.

Che dire probabilmente alla fine tutte le cose sono andate a loro posto perché la Gamora di Zoe Saldana è a dir poco perfetta dunque non riusciamo davvero ad immaginare il personaggio senza il suo volto non trovate? Intanto sappiamo che rivedremo  Zoe Saldana nell’annunciato terzo capitolo della saga di Guardiani della Galassia che sarà diretto ancora una volta da James Gunn, dopo il suo reintegro. Guardiani della Galassia 3 dovrebbe partire non appena il regista ultimerà il suo lavoro nell’Universo DC con The Suicide Squad.

In merito al terzo capitolo della saga, sappiamo che il film era già stato scritto proprio da James Gunn e che i ritardi sono dovuti principalmente alla vicenda del suo licenziamento e il successivo reintegro.

Amanda Seyfried protagonista femminile di Ted 2

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Amanda Seyfried protagonista femminile di Ted 2

Come riportato da Deadline, Amanda Seyfried sarà la protagonista femminile di Ted 2, il tanto atteso sequel della commedia campione d’incassi diretta da Seth MacFarlane. Per quanto riguarda Mila Kunis, protagonista del primo film, sembra che in questo sequel l’attrice avrà soltanto un piccolo ruolo.

Seth MacFarlane tornerà a scrivere e a dirigere Ted 2, oltre a prestare nuovamente la sua voce al pupazzo protagonista della storia. Anche Mark Wahlberg tornerà a recitare nel film. Ted 2 uscirà al cinema il 26 Giugno 2015. Le riprese dovrebbe partire a breve.

Questa sarà la seconda volta che Amanda Seyfried e Seth MacFarlane lavoreranno insieme. L’attrice, infatti, è tra i protagonisti della nuova commedia western di MacFarlane, dal titolo A Million Ways to Die in the West, che uscirà al cinema il prossimo 30 Maggio.

Fonte: CS

Amanda Seyfried per Andrew Niccol in Anon

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Amanda Seyfried per Andrew Niccol in Anon

Amanda Seyfried si unisce a Clive Owen in Anon, il prossimo sci-fi diretto da Andrew Niccol. Il film è più propriamente un thriller distopico in un’altmosfera fantascientifica e a dirigerlo c’è che del genere se ne intende. A dare la notizia è Screen Daily.

Niccol ha anche firmato la sceneggiatura e torna a lavorare con la Seyfried dopo In Time.

is reporting that actress Amanda Seyfried (Ted 2, While We’re Young) has been cast opposite Clive Owen (“The Knick,” Children of Men) in the dystopian sci-fi thriller Anon from writer/director Andrew Niccol (Gattaca, The Host). Seyfried previously worked with Niccol on the futuristic In Time.

Anon racconta di un detective che vive in un mondo dove privacy e anonimato non esistono. Quando scopre che esiste una donna senza impronte digitali registrate virtualmente, capisce che c’è qualcosa che non va e si mette sulla pista di un gigantesco crimine in atto.

Il film sarà prodotto dallo stesso Niccol e da Oliver SimonDaniel Baur per la K5 Film; nelle prossime settimane dovrebbe essere resa nota anche la scelta della protagonista femminile, non appena sarà concluso il casting.

Vedremo Clive Owen anche nell’atteso Valerian di Luc Besson. Amanda Seyfried è attualmente impegnata nelle riprese di Twin Peaks.

Fonte: CS

Amanda Seyfried per Andrew Niccol

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Amanda Seyfried (Mamma Mia!, Jennifer’s Body) sarà la protagonista femminile di I’m mortal, nuova proposta fantascientifica dell’autore Andrew Niccol  (Gattaca, S1mone, la sceneggiatura di The Truman Show).

Amanda Seyfried nel cast di While We’re Young

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Una notizia del quotidiano The Wrap riporta che Amanda Seyfried avrebbe accettato di unirsi a Ben Stiller, Naomi Watts e Adam Driver nel cast della nuova commedia drammatica diretta da Noah Baumbach intitolata While We’re Young. La vicenda del film segue le vicessitudini di un documentarista (Stiller) e di sua moglie (Watts) la cui vita subisce un brusco cambiamento dopo aver conosciuto una coppia di giovani sposini. La Seyfried dovrebbe dunque apparire nel ruolo della giovane amica della coppia, e nel frattempo ha prestato la sua voce per il nuovo progetto di animazione della 20th Century Fox Epic. Il film verrà prodotto da Scott Rudin ed Eli Bush.

Fonte: comingsoon.net

Amanda Seyfried nel cast di Pan di Joe Wright

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Amanda Seyfried nel cast di Pan di Joe Wright

Arriva la conferma che l’attrice Amanda Seyfried si è unita al cast di Pan di Joe Wright che come sappiamo vedrà protagonisti un cast d’eccezione composto da Hugh Jackman, Garrett Hedlund, Rooney Mara, rispettivamente Barbanera, Capitan Uncino e Giglio Tigrato. La conferma arriva da Variety.

Pan è un adattamento del romanzo di J.M. Barrie, Peter Pan, il ragazzo che non voleva crescere. Il film sarà ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale e seguirà le vicende di un irfano, Peter, che viene rapito dai pirati e portato nell’Isola che non c’è.

La sceneggiatura del film è firmata da Jason Fuchs, mentre la produzione è affidata a Greg Berlanti e Paul Webster. Il film uscirà in tutto il mondo il 17 luglio 2015, lo stesso giorno del film Marvel Studios Ant-Man, diretto dall’omonimo di Joe, Edgar Wright.

Amanda Seyfried in Fathers and Daughters di Gabriele Muccino

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Amanda Seyfried in Fathers and Daughters di Gabriele Muccino

E’ lo stesso Gabriele Muccino ad annunciare, attraverso la sua pagina ufficiale di Facebook, che Amanda Seyfried farà parte del cast del suo nuovo film Fathers and Daughters. L’attrice sarà la figlia di Russell Crowe che, come mi avevamo rivelato qualche giorno fa, sarà il protagonista della pellicola. Ecco le parole del regista:

“E’ stato chiuso il contratto con l’attrice che interpreterà la figlia di Russel Crowe in Fathers and Daugthers. Sarà Amanda Seyfried. Perfetta per il ruolo. A presto, mi auguro a ore, arriverà l’annuncio ufficiale”. 

Fathers and Daughters racconterà di una storia d’amore tra un padre vedovo e in lotta contro una malattia mentale e una 30enne con un passato turbolento. A scrivere la sceneggiatura è stato il semisconosciuto Brad Desch (Shotgun Lovesongs). A produrre la pellicola sarò la Voltage Productions di Craig J. Flores e Nicolas Chartier, insieme alla Busted Shark Productions di Sherryl Clark. Tra i produttori lo stesso Crowe, con la sua Fear Of God Films.

Fonte: Facebook

Amanda Seyfried ha rifiutato il ruolo di Gamora: “Credevo sarebbe stato il primo flop della Marvel”

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L’attrice Amanda Seyfried è stata ospite del podcast “Happy Sad Confused” e ha dichiarato di aver ricevuto da James Gunn e dai Marvel Studios l’offerta di interpretare Gamora nel franchise di Guardiani della Galassia. La candidata all’Oscar ha “rimuginato” sull’offerta per qualche giorno prima di rendersi conto che il progetto non faceva per lei. “Ero davvero spaventata dall’idea di essere bloccata e dipinta di un colore diverso a causa della quantità di tempo [che richiede]”, ha detto la Seyfried.

Era un’opportunità gigantesca. Avevo appena conosciuto James di persona. È meraviglioso. A quanto pare qualcuno ha detto che non se lo ricordava, ma è sicuramente vero. Ho ricevuto l’offerta e ho riflettuto per un paio di giorni. Non volevo vivere a Londra per sei mesi all’anno. C’era un altro film che volevo fare con Seth MacFarlane, ‘Un milione di modi per morire nel West’. Mi sembrava una buona opportunità”.

Ricordiamoci anche che far parte del primo film Marvel che fa il botto non è un bene per la tua carriera”, ha continuato l’attrice. “Pensavo che, trattandosi di un albero e di un procione parlanti, sarebbe stato il primo flop della Marvel e che io e Chris Pratt non avremmo mai più lavorato. Mi sbagliavo! Ma cercavo solo di essere furba, decisamente non coraggiosa”.

Amanda Seyfried ha dunque ammesso di essere stata “troppo spaventata” per rischiare. Il ruolo di Gamora è dunque stato affidato a Zoe Saldaña e Guardiani della Galassia ha poi finito per essere un successo per i Marvel Studios nel 2013 con 773 milioni di dollari al botteghino mondiale, generando due sequel che hanno incassato entrambi oltre 840 milioni di dollari in tutto il mondo, mentre la Gamora di Saldaña sarebbe apparsa anche in altri film Marvel, come Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

Ero in un momento precario della mia carriera e non volevo soffrire per il lavoro”, ha aggiunto la Seyfried a proposito della resistenza al processo di trucco. “Stare seduta lì per quattro ore e mezza ogni mattina mi sembrava che non sarebbe stato divertente. Avevo già fatto delle riprese sul green screen e ho capito che non faceva per me. Non rimpiango nulla. Ho preso quella decisione per me stessa. È stato un bene per me allora ed è stato un bene per me adesso”, ha concluso Amanda Seyfried.

Amanda Seyfried ha rifiutato il ruolo di Gamora nel MCU

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Interpretare un supereroe è un privilegio e una responsabilità, ma non è da trascurare il potere che questa scelta esercita sul futuro professionale delle star. E se alcune di loro sono entrate nel meraviglioso mondo dei cinecomic Marvel quando erano poco più che sconosciuti, e altri si sono risollevati dopo anni di anonimato, c’è chi invece ha scelto deliberatamente di non farne parte come Amanda Seyfried.

L’attrice, intervistata da MTV in occasione dell’uscita di The Art of Racing in the Rain (film che la vede protagonista al fianco di Milo Ventimiglia) ha infatti confessato di essere stata contattata anni fa da Kevin Feige e che il ruolo offertole – quello di Gamora in Guardiani della Galassia Vol.1 – fu rifiutato per diverse ragioni:

Una volta rifiutai una parte in un film di supereroi e da allora non mi hanno più richiamata. Ed è stato un grande successo. Non me ne pento perché non volevo essere verde per sei mesi ogni anno. Hollywood sa raccontare bellissime storie attraverso i supereroi, e ora mia figlia è davvero ossessionata da questi personaggi quindi una parte di me vorrebbe aver accettato quella parte, mentre l’altra parte di me ha preferito vivere la mia vita felicemente.”

Il personaggio, come saprete, è stato poi affidato a Zoe Saldana, che interpreta l’eroina dal primo film dei Guardiani e che tornerà, molto probabilmente, anche nel terzo capitolo annunciato del franchise ora in fase di sviluppo.

Leggi anche – Amanda Seyfried: 10 cose che non sai sull’attrice

Amanda Seyfried e Un milione di modi per morire

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Mentre si sta preparando a presentare la cerimonia degli Oscar, Seth McFarlane continua a sviluppare il suo prossimo lavoro, una commegia western il cui titolo dovrebbe essere A Million Ways To Die In The West.

Il regista avrebbe punterebbe ad avere Amanda Seyfried nel cast e le trattative in questo senso sono già cominciate; il film – che McFarlane ha anche contribuito a scrivere e al quale parteciperà anche come attore, oltre a dirigerlo – ha già conquistato la presenta di Charlize Theron.

Protagonista è un mite pastore che viene piantato dalla fidanzata (il personaggio per il quale sarebbe stata contattata Amanda Seyfried) dopo essere scappato di fronte a una sparatoria avvenuta nel suo terreno; per poterla riconquistare, stringerà un patto con la moglie di un noto criminale (Charlize Theron) che gli insegnerà a sparare; trai due si creerà un legame speciale, che però causerà ulteriori problemi quando il fuorilegge tornerà a farsi vivo.

Assieme a McFarlane, hanno scritto la sceneggiatura Alec Sulkin e Wellesley Wild, già suoi collaboratori per Ted; l’avvio delle riprese è fissato per maggio.

Fonte: Empire

Amanda Seyfried e Taylor Swift ne I miserabili?

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Si va completando il cast del musical ispirato a I Miserabili di Victor Hugo, firmato da Tom Hooper: secondo le ultime indiscrezioni, ad Amanda Seyfried e Taylor Swift sarebbero stati offerti, rispettivamente, i ruoli di Cosette ed Eponine. Quello di Cosette sarà, naturalmente uno dei personaggi chiave: è infatti la figlia di Fantine (Anne Hathaway), che viene in seguito salvata e adottata da Jean Valjean (Hugh Jackman), finendo poi per venire coinvolta in un triangolo amoroso con Marius (Ediie Redmayne) ed Eponine (che potrebbe appunto venire interpretata dalla Swift).

Né la Seyfried né la Swift sarebbero però ancora entrate in trattative ufficiali. La seconda, ormai affermatasi come cantante country-pop, non ha praticamente alcuna esperienza cinematografica di rilievo; certamente più ricco il curriculum della Seyfried, che con I Miserabili avrebbe peraltro modo di utilizzare un’altra delle sue capacità, avendo anche studiato canto operistico (oltre ad aver già mostrato le sue doti canore in Mamma Mia!). Hooper avrebbe peraltro intenzione di far cantare i brani del film dal vivo agli attori senza ricorrere a materiale pre-registrato. Del cast farà parte anche Russel Crowe nel ruolo dell’ispettore Jawert, che per tutta la storia dà la caccia a Valjean. L’inizio delle riprese è previsto per febbraio.

Fonte: EMPIRE

Amanda Seyfried e Clive Owen sul set di Anon

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Amanda Seyfried e Clive Owen sul set di Anon

ComingSoon.net ci mostra in esclusiva le prime immagini di Amanda Seyfried e Clive Owen dal set allestito a New York di Anon, il prossimo sci-fi diretto da Andrew Niccol.

Il film è più propriamente un thriller distopico in un’altmosfera fantascientifica e a dirigerlo c’è che del genere se ne intende. Niccol ha anche firmato la sceneggiatura e torna a lavorare con la Seyfried dopo In Time.

Anon racconta di un detective che vive in un mondo dove privacy e anonimato non esistono. Quando scopre che esiste una donna senza impronte digitali registrate virtualmente, capisce che c’è qualcosa che non va e si mette sulla pista di un gigantesco crimine in atto.

Il film sarà prodotto dallo stesso Niccol e da Oliver SimonDaniel Baur per la K5 Film.

Vedremo Clive Owen anche nell’atteso Valerian di Luc Besson. Amanda Seyfried è attualmente impegnata nelle riprese di Twin Peaks.

Fonte: CS

Amanda Seyfried commenta la possibilità di Mamma Mia 3

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Amanda Seyfried commenta la possibilità di Mamma Mia 3

Il musical cinematografico Mamma Mia! è stato un successo strepitoso, e ha avuto un sequel Mamma Mia! Ci risiamo, dieci anni dopo. Sia il film del 2008 che il sequel del 2018 presentavano praticamente lo stesso cast, con l’aggiunta di nuovi membri, come Cher, al sequel.

Con Amanda Seyfried e Meryl Streep, il film presentava musica della band svedese ABBA. Il sequel, che ha visto il ritorno di Seyfried come Sophie con un cameo di Streep alla fine come Donna, ha remixato le canzoni per inserirle in un nuovo contesto. Ma ora sorge spontanea la domanda: ci sarà mai un Mamma Mia 3? Parlando con Christina Radish di Collider per Long Bright River, Amanda Seyfried ha rivelato le sue speranze per un terzo capitolo:

“Sono ottimista al 100%. Penso che il secondo dimostri che c’è sempre bisogno o desiderio. Continuo a sperare. Non trattengo il fiato perché accada in un momento specifico, ma credo, nel profondo del mio cuore, che ci uniremo tutti per farlo accadere. Io ci credo. Perché c’è solo un desiderio da parte nostra, anche da parte dei creatori, e quando c’è abbastanza desiderio, di solito si realizza, soprattutto se è così positivo. Non vedo l’ora. Non so come fosse la mia vita a quel punto, ma è solo il momento di tornare in Grecia. Non andiamo in Grecia dal 2008. Sono anche sicura al 100% che lo faremo in Grecia per portarlo a casa. La Croazia è stata fantastica. Non fraintendetemi, Croazia è un posto fantastico. Ma è ambientato in Grecia, quindi torniamo in Grecia.”

Amanda Seyfried al posto di Emma Stone in He’s Fuckin’ Perfect

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Amanda Seyfried al posto di Emma Stone in He’s Fuckin’ Perfect

La bella Amanda Seyfried è stata appena scelta per interpretare la protagonista femminili del film He’s Fuckin’ Perfect, una romcom prodotta da Will Ferrell e Adam McKay e diretta dal regista della serie tv Funny or Die Jake Szymanski. Se il titolo vi suona familiare è perchè al ruolo era stata precedentemente associata Emma Stone che però è stata adesso sostituita dalla Seyfried.

Il film racconta di una ragazza esperta di social media che è pessimista sull’amore e triova sempre difetti nelle relazioni dei suoi amici. Quando questa abitudine la porterà a scoprire il ragazzo perfetto, decide di usare la sua abilità con internet per trasformare se stessa nella sua partner perfetta.

Amanda Seyfried sta vivendo un momento molto impegnato, infatti dopo i successi raccolti nella passata stagione cinematografica grazie a Les Miserables, l’attrice è ora già coinvolta nel prossimo film di Seth MacFarlane, un western da titolo A Million Ways to Die in the West, mentre è impegnata con le riprese di While We’re Young con Noah Baumbach. Dopo questo impegno la aspetta Z for Zachariah, un adattamento sci-fi di Craig Zobel e poi Three Little Words, un dramma diretto da James Mangold. Per sua fortuna He’s Fuckin’ Perfect non ha ancora una data di inizio riprese, e quindi la Seyfried può gestire come meglio crede il suo tempo, per ora.

Fonte: SF

Amanda Peet in Identity Thief

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Amanda Peet (I fantastici viaggi di Gulliver) entra nel cast della commedia Identity Thief, inizialmente intitolata ID Thief; raggiunge Jason Bateman (Juno)

Amanda Knox: recensione del Doc Netflix

Amanda Knox: recensione del Doc Netflix

Il 1 novembre 2007 si consumò a Perugia l’omicidio della giovane Meredith Kercher, studentessa inglese in Italia nell’ambito del progetto Erasmus. Per l’omicidio è stato condannato in via definitiva l’ivoriano Rudy Guede. Come concorrenti dello stesso, furono inizialmente condannati la statunitense Amanda Knox (una delle coinquiline di Meredith) e il suo ragazzo dell’epoca, l’italiano Raffaele Sollecito. Nel giro di poche settimane la Knox divenne la protagonista di uno dei più risonanti casi di cronaca nera mai avvenuti in Italia e, con il passare degli anni, di quello che è stato definito il “processo del secolo”.

Oggi, a circa un anno e mezzo dall’annullamento senza rinvio delle condanne alla Knox e a Sollecito (ufficialmente assolti per non aver commesso il fatto), arriva su Netflix Amanda Knox, documentario diretto dai registi Rod Blackhurst e Brian McGinn, che prova a gettare nuova luce su una delle più discusse e controverse protagoniste delle pagine di cronaca che la recente storia italiana ricordi.

Nonostante il forte eco nazionale e internazionale che il caso ha avuto (quindi la conseguente presunzione di un’onniscienza dei fatti da parte dei più), il documentario di Blackhurst e McGinn risulta interessante grazie alla vasta quantità di materiale inedito che il duo utilizza per ricostruire in maniera lineare, cronistica, quanto accaduto dall’arrivo di Amanda nel capoluogo umbro fino al 27 marzo 2015, quando l’annullamento senza rivio delle condanne alla giovane e a Solletico pose definitivamente fine a uno dei casi giudiziari più travagliati di sempre.

Amanda Knox documentarioVengono mostrate le immagini girate sulla scena del crimine e utilizzate dagli inquirenti per le indagini, le ricostruzioni fatte dalla scientifica, addirittura la reazione di Amanda e della sua famiglia alla lettura del verdetto della Suprema Corte di Cassazione. Tutto materiale raccolto nel corso di 5 anni di meticoloso lavoro tra Italia, America e Inghilterra, che i due registi alternano alle dichiarazioni dei veri protagonisti della storia (dalla Knox a Sollecito, dal pm Giuliano Mignini al giornalista del Daily Mail, Nick Pisa, fino a Valter Biscotti, avvocato di Guede), suscitando ancora clamore proprio per la palese impossibilità di riuscire a mettere il punto a una vicenda dall’interesse viscerale che continua a lasciare in chi ne è ossessionato (o semplicemente appassionato) più domande che risposte.

Amanda Knox

Pur cedendo alla velata empatia nei confronti della protagonista (troppo eccessiva nel finale), Amanda Knox ricostruisce in maniera precisa e accurata, attraverso un approccio più televisivo che cinematografico, un caso vittima del sensazionalismo mediatico e della morbosità umana, quella che giudica, etichetta, distrugge soltanto perché – nelle parole della stessa Amanda (attualmente giornalista freelance per un giornale di Seattle) – “le persone vogliono essere sicure di sapere chi sono i cattivi e che non sono loro”.

Sull’omicidio di Meredith Kercher sono stati realizzati il film per la tv intitolato Amanda Knox: Murder on Trial in Italy del 2001 con protagonista Hayden Panettiere, e il film The Face of an Angel del 2014 diretto da Michael Winterbottom con Daniel Brühl, Kate Beckinsale e Cara Delevingne.

Amadeus: recensione del film di Miloš Forman

Amadeus: recensione del film di Miloš Forman

Amadeus è un film del 1984 diretto da Miloš Forman con protagonista F. Murray Abraham, Tom Hulce, Elizabeth Berridge, Simon Callow, Jeffrey Jones, Roy Dotrice, Christine Ebersole, Richard Frank, Cynthia Nixon, Charles Kay, Vincent Schiavelli, Patrick Hines.

AmadeusTrama: Vienna, 1823. Durante la sua permanenza in manicomio, il compositore Antonio Salieri narra la funesta ammirazione provata nel corso della sua vita per Wolfgang Amadeus Mozart.

Consapevole della propria mediocrità, Salieri ripercorre l’invidia suscitata dal genio dell’esuberante rivale, mutata poi in tragica ossessione. Tra follia, adorazione e intimi dissensi inestinguibili, l’ostilità di Salieri nei confronti di Mozart alimenta la più ampia conflittualità fra Salieri e Dio.

Analisi:

“Tramite quel piccolo uomo, Dio riusciva a far giungere a tutti la propria voce, irrefrenabilmente, rendendo più amara la mia sconfitta ad ogni nota”

Amadeus è uno dei capolavori intramontabili della storia del cinema. La pellicola diretta da Miloš Forman non è un vero e proprio biopic, ma una rappresentazione senza tempo di un grande dilemma che tormenta l’essere umano: l’eterno conflitto interiore.

Amadeus è una strepitosa messa in scena della presunta rivalità tra il geniale Wolfgang Amadeus Mozart e il compositore di corte Antonio Salieri, considerato il migliore autore musicale a Vienna sino all’arrivo del talentuoso enfant prodige salisburghese. Amadeus è tratto dall’opera teatrale di successo di Peter Shaffer, rappresentata negli anni settanta e ispirata a un dramma scritto da Aleksandr Sergeevič Puškin in cui si narra la (mai realmente documentata) opposizione tra Salieri e Mozart, ipotizzando l’avvelenamento di quest’ultimo a opera del compositore italiano.

Come mostrato superbamente nel film, Salieri è infatti invidioso del talento prodigioso di Mozart, un “vanaglorioso, libidinoso, sconcio, infantile ragazzo”. A dispetto dell’astio del tormentato compositore di corte, la musica di Mozart costituisce l’incarnazione di Dio in tutta la sua sublime essenza. Questo il dramma per Antonio Salieri: consapevole della propria mediocrità – malgrado il sincero desiderio di onorare Dio con la sua musica – Salieri è impotente di fronte alla grandiosità e all’armonia dell’arte di Mozart.

Tra implacabile ammirazione e fatale invidia, l’uomo si ribella all’ingiustizia di Dio, che ha scelto un “fanciullo osceno” come proprio strumento, e si impegna a ostacolare la creatura terrena per trionfare sull’irrisione divina, emblematicamente riconosciuta nella squillante risata di Mozart.

AmadeusDel resto Amadeus (Theophilus) significa proprio “amato da Dio”, mentre Salieri è costretto non solo a misurarsi con quel schiacciante senso di mediocrità che chiunque coltivi un talento riconosce nel proprio essere, ma deve anche fronteggiare un Dio che, ai suoi occhi, si beffa di lui.

F. Murray Abraham dà vita al tormento, alla follia e allo straziante rigore di Salieri nella sua triplice lotta con se stesso, Dio e Mozart. L’attore si mimetizza perfettamente nella maschera dell’anziano Salieri dalla potente espressività, così come nei tratti del compositore che convive con il crescente strazio suscitato dal talento e dall’esuberanza di Mozart. Quest’ultimo è interpretato da uno straordinario Tom Hulce, che anima il film con la sua baldanza e spavalderia, restituendoci l’immagine di una rock star ante litteram, terreno nella sua sregolata condotta, fanciullesco, sfrontato e sicuro di sé, ma divino nell’armonia imperturbabile della sua musica. L’attore suona davvero ogni singola nota al piano, persino nell’iconica scena in cui suona disteso all’indietro.

Amadeus

Le perfette interpretazioni dei due protagonisti rappresentano una lezione di recitazione e sprigionano un impressionante magnetismo nella parte finale, in cui Mozart detta a Salieri il Confutatis sul letto di morte. Benché si tratti di una licenza che esula dalla storicità, la scena è di una suggestione impressionante non soltanto per la prova da manuale dei due interpreti, ma anche per la carica emblematica della situazione: Salieri non riesce a comprendere la frenetica dettatura di Mozart, al quale ogni complicato passaggio e virtuosismo appare invece chiaro e semplice. L’affaticato tentativo di Salieri di seguire il ritmo del geniale rivale è la sua ultima sconfitta, giacché la celeste armonia di Mozart rischia di essere offuscata dal pietoso intento di assimilare la sua gloria: il prezzo da pagare è il tormento esistenziale.

La sontuosa regia di Miloš Forman dipinge l’opulenza e l’ottusità di una corte sfarzosa che trova difficoltà ad adattarsi alla freschezza e all’originalità delle composizioni di Mozart, la cui immortalità è sancita all’indomani della sua morte.

A metà fra tragedia dell’umano, esaltazione del talento, farsa e spiccata teatralità, Amadeus è una pellicola fatta di contrasti perfettamente orchestrati, di luci e ombre, di gioiosa musicalità (Il Ratto del Serraglio, Le Nozze di Figaro, Il Flauto Magico) alternata a inquietanti rappresentazioni (su tutte, la lugubre sublimità del Don Giovanni, uno dei momenti più alti del film).

AmadeusSenza contare su una colonna sonora apposita, Amadeus fa uso strepitoso delle musiche  e delle opere di Mozart sino alla solennità del Requiem incompiuto, commissionato da un misterioso individuo dall’angosciante maschera (nel film, si tratta di Salieri) e che chiude questa ammaliante sinfonia visiva.

La spettacolare pellicola ha conquistato innumerevoli premi, tra cui ben otto Oscar (film, regia, attore protagonista – F. Murray Abraham, sceneggiatura non originale, costumi, scenografia, trucco, sonoro), quattro Golden Globe, quattro Bafta e tre David di Donatello.

Nel 2002 è uscita una versione con venti minuti aggiuntivi. La Director’s Cut è un arricchimento perfetto e appositamente ridoppiato nell’edizione italiana (eccezionale soprattutto il lavoro svolto da Massimiliano Alto che dà voce a Mozart).

Amadeus è un’opera magniloquente e ipnotica, in grado di celebrare al tempo stesso la miseria e la grandezza dell’uomo e la secolare risonanza della sua arte.

Amadeus di Milos Forman torna al cinema!

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Amadeus di Milos Forman torna al cinema!

A oltre quarant’anni dalla sua prima uscita, Amadeus di Milos Forman torna nelle sale cinematografiche italiane, pronto a conquistare nuovamente il pubblico e riportarlo nel cuore di un’epoca musicale straordinaria, la Vienna del XVIII secolo.

Il film, che nel 1984 aveva ottenuto un incredibile successo di critica e di pubblico, uscirà nella versione restaurata 4k.

La storia di Wolfgang Amadeus Mozart (uno straordinario Tom Hulce) raccontata attraverso gli occhi di un invidioso Antonio Salieri (un altrettanto straordinario F. Murray Abraham) – un’opera che mescola storia e finzione, passione e talento – ha fatto di Amadeus uno dei film più iconici di sempre, un classico indiscusso, vincitore di ben otto premi Oscar, tra cui Miglior Film, Miglior Regia e Miglior Attore non Protagonista.

Un capolavoro di luci, costumi, trucco, scenografia, sceneggiatura, interpretazioni e regia per la musica eterna di Mozart. Un’opportunità unica per i tanti appassionati di riviverlo sul grande schermo e per le nuove generazioni di scoprire uno dei film più importanti della storia del cinema.

“La sola cosa che avessi mai desiderato era poter cantare Dio: una bramosia che Lui mi aveva dato, per poi rendermi muto. Perché? E se Lui non voleva che lo esaltassi con la musica, perché instillarmene il desiderio, come una smania in ogni mia fibra, e poi negarmi il talento?”

Amabili resti (The Lovely Bones): trailer del film di Peter Jackson

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Guarda il trailer ufficiale di Amabili resti (The Lovely Bones), il nuovo film del regista Premio Oscar Peter Jackson con protagonista Saoirse Ronan, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo. Nel cast anche Mark Wahlberg, Susan Sarandon e Stanley Tucci.

Alys Rivers: chi è la Strega di Harrenhal e quali sono i suoi poteri in House of the Dragon

La stagione 2, episodio 3 di House of the Dragon introduce al pubblico il personaggio di Alys Rivers, uno dei personaggi più mistici dell’universo fantasy della HBO. Il Trono di Spade è un fantasy a basso contenuto magico, in cui l’uso del potere magico è limitato rispetto a franchise come Harry Potter o The Witcher. La cronologia della seconda stagione di House of the Dragon si svolge circa 170 anni prima de Il Trono di Spade, ma la magia non ha più un ruolo prevalente nella società di Westeros ed è considerata già una questione di leggenda, nonostante l’abbondanza di draghi vivi all’epoca.

Alys Rivers è tra i nuovi personaggi della seconda stagione di House of the Dragon e appare nell’episodio 3 all’arrivo di Daemon ad Harrenhal. Harrenhal è la sede della Casa Strong durante questo periodo della storia di Westeros e Alys è una figlia bastarda della nobile famiglia che include personaggi come Lord Larys (come un bastardo del Nord si chiama “Snow”, un bastardo delle Terre dei Fiumi si chiama “Rivers”). Daemon ha appena lasciato Roccia del Drago dopo una brutale discussione con Rhaenyra e il suo stato mentale è suscettibile di manipolazione. Comincia ad avere visioni, che vengono attribuite alle capacità di Alys, sebbene la portata della sua “magia” sia lasciata vaga.

Alys Rivers ha poteri magici? È una strega?

I poteri magici sono vaghi nell’universo di George R.R. Martin, ma Alys è nota per avere visioni

L’idea dei “poteri magici” nella serie di libri Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R.R. Martin e nell’universo esteso è sempre un po’ oscura. Naturalmente, il pubblico ha visto accadere cose magiche sia in Il Trono di Spade che in House of the Dragon. Gli stregoni di Qarth fanno sì che Daenerys abbia visioni, personaggi come Helaena Targaryen e Aegon il Conquistatore hanno sogni profetici e ci sono creature magiche come draghi ed Estranei. Ma non esiste un sistema magico definito e i poteri di Alys Rivers sono in linea con quel livello di misticismo.

Non è una strega nel senso che lancia incantesimi, ma lavora con pozioni e medicine di varietà anormale. Probabilmente ha visioni in un modo simile a Helaena o Melisandre di Il Trono di Spade. Per non parlare del fatto che Harrenhal e il lago Occhio degli Dei sono luoghi di Westeros noti per vaghe proprietà mistiche. Tutto ciò la rende uno dei personaggi più misteriosi della serie, anche se probabilmente non ci saranno spiegazioni chiare su cosa sia esattamente capace di fare e come. Fa parte del fascino della magia in George R.R. Martin.

Chi interpreta Alys Rivers in House of the Dragon

Alys è interpretata dall’attrice GLOW Gayle Rankin

L’attrice Gayle Rankin si unisce al cast della seconda stagione di House of the Dragon nei panni di Alys Rivers. L’abbiamo vista in ruoli in serie TV come GLOW e la miniserie Perry Mason. È apparsa anche nei film The Greatest Showman e Men di Alex Garland. Rankin è un’attrice scozzese attiva nel settore dal 2012, il suo ruolo in House of the Dragon le permette di continuare a collezionare una lunga serie di interpretazioni in serie di alto livello. È un’entusiasmante giovane attrice capace di offrire una performance unica al dramma fantasy della HBO.

Quanti anni ha Alys Rivers?

L’età di Alys Rivers è oggetto di confusione nel libro

Proprio come è accaduto per Melisandre, l’età di Alys Rivers è oggetto di confusione nel libro. I capitoli della Danza dei Draghi di Fire & Blood sono scritti da punti di vista storici separati, che spesso non sono d’accordo sulle loro valutazioni quando si tratta di dettagli specifici dei personaggi. Nel caso di Alys, le affermazioni suggeriscono che sia in circolazione da un po’ di tempo, e tutti gli storici immaginari concordano sul fatto che avesse almeno 40 anni.

House of the Dragon apporta diverse modifiche al libro Fire & Blood, lasciando alla serie l’opportunità di aggiungere ulteriori dettagli a questo argomento. Per quanto riguarda la stagione 2, episodio 3, Alys Rivers sembra avere più o meno la stessa età della sua attrice, il che significa che sembra avere circa 30 anni. Tuttavia, questo potrebbe essere parte del suo inganno e gli episodi futuri potrebbero rivelare che ha molti anni in più.

Cosa succede con Alys Rivers e Daemon ad Harrenhal

Alys in qualche modo fa sì che Daemon abbia visioni inquietanti, costringendolo ad affrontare i suoi demoni interiori

All’arrivo di Daemon ad Harrenhal, l’antico castello spettrale sembra essere un passaggio tortuoso nella sua psicologia. Verso la fine dell’episodio, Daemon inizia ad avere visioni, inclusa quella della giovane Rhaenyra che ricuce la testa di un ragazzino, suggerendo il suo senso di colpa per il suo coinvolgimento nelle gesta di Blood & Cheese. Dopo la discussione tra Daemon e Rhaenyra nell’episodio 2 della stagione 2, Daemon lotta con le sue emozioni durante il suo viaggio verso Harrenhal, e questo sembra averlo reso in qualche modo suscettibile ad Alys.

Il modo in cui Alys causa le visioni di Daemon è da verificare. Potrebbe essere dovuto a una sorta di pozione che ha bevuto, poiché la scena di Daemon con Ser Simon Strong suggerisce la possibilità che il suo cibo sia avvelenato. Mentre Simon Strong non sembra avere alcuna cattiva intenzione nei confronti di Daemon, Alys Rivers ha qualche premonizione riguardo alla morte di Daemon ad Harrenhal, il che potrebbe essere il motivo per cui si è interessata a lui.

La storia più grande di Alys Rivers è con Aemond Targaryen

In Fire & Blood, Alys è legata principalmente a Aemond attraverso una sottotrama romantica

In Fire & Blood, la storia di Alys Rivers è principalmente incentrata sul principe Aemond Targaryen, e non viene menzionata alcuna interazione con Daemon a parte quella relativa alla sua presa iniziale di Harrenhal. Ad un certo punto, Aemond riprende il castello per i Verdi e riesce a far sì che la maggior parte del castello sia giustiziato, ma decide di risparmiare Alys e la prende come suo premio. Alys in seguito afferma di essere incinta del figlio del principe Aemond e viaggia con lui per un periodo quando lascia Harrenhal.

Uno degli scontri più significativi nella Danza dei Draghi è il duello tra Daemon e Aemond sopra l’Occhio degli Dei ad Harrenhal. Aemond afferma che Alys ha visto Daemon ad Harrenhal nelle sue visioni, e torna al castello per affrontare suo zio. Prima di prendere il volo per il duello a dorso di drago, Aemond bacia Alys. Non ritorna, ma non è qui che finisce la storia di Alys.

Cosa succede a Alys Rivers dopo House Of The Dragon

Alys governa Harrenhal per un certo periodo come “regina strega”

Dopo la Danza dei Draghi, Aegon III, figlio di Rhaenyra, finisce sul Trono di Spade. Larys Strong viene giustiziato per ordine di Cregan Stark durante l’Ora del Lupo e il nuovo Aegon cerca di ricreare la stabilità nel suo regno. Durante questo periodo, si diffusero voci secondo cui Harrenhal era governata da una “Regina Strega”, che si scoprì essere Alys Rivers. Dichiara che lei e Aemond si sono sposati, cosa che rende il loro figlio il legittimo erede al Trono di Spade seguendo la linea di sangue di Aegon II. È improbabile che la serie House of the Dragon arrivi fin qui, ma è una tradizione divertente.

House of the Dragon stagione 2 è disponibile su Sky e NOW (in contemporanea con gli Stati Uniti), con un nuovo episodio a settimana.

Alyn of Hull: Chi è questo personaggio della seconda stagione di House of the Dragon?

La première della Stagione 2 della House of the Dragon ha visto il ritorno di molti personaggi iconici, come Daemon (Matt Smith) e Rhaenyra (Emma D’Arcy). Tuttavia, ha anche introdotto alcuni nuovi attori nell’universo di Game of Thrones. Lord Cregan Stark (Tom Taylor), insieme a Hugh Hammer (Kieran Bew) e all’atteso duo Blood (Sam C. Wilson) & Cheese (Mark Stobbart) sono finalmente arrivati sullo schermo. L’episodio 1 ha visto la presenza di Alyn di Hull (Abubakar Salim) in una breve scena e, sebbene sia apparso solo come personaggio secondario, c’è molto di più nella storia di Alyn.

Corlys (Steven Toussaint) cerca Alyn per ringraziarlo di avergli salvato la vita durante la guerra nelle Pietre Graffe. È interessante notare che Alyn non offre lui stesso l’informazione e sembra che preferisca passare inosservato a Corlys. Alyn è visibilmente nervoso quando parla con Corlys, il che indica che potrebbe essere già consapevole della sua eredità, anche se Corlys non lo è. Nei libri Alyn era un semplice marinaio su una nave commerciale, ma la serie cambia il suo background rendendolo un veterano della Guerra di Stepstones, dove probabilmente ha servito sotto Corlys e Vaemond (Wil Johnson).

Driftmark ha bisogno di un nuovo erede

Con la morte di Lucerys (Elliot Grihault), Corlys non ha un erede che possa ereditare Driftmark, costringendolo a mettere in discussione la sua eredità. Dopo la morte di Laenor (John MacMillan), Corlys è tornato a Stepstones per combattere di nuovo la triarchia, scampando per un pelo alla sua vita. Corlys è vecchio, ferito e non riesce a comandare le sue flotte con lo stesso vigore di un tempo. Alla fine della Stagione 1, Corlys è alle prese con la sua ricerca di una grande eredità. Ha perso sia i figli che il fratello, lasciando Corlys unicamente dipendente da Lucerys per portare avanti il nome di Velaryon, nonostante la sua discutibile eredità come Forte. L’unica opzione possibile per continuare la sua discendenza sarebbe quella di far sposare Rhaena (Phoebe Campbell) con Joffrey (Oscar Eskinazi), che è molto giovane e non produrrà altri eredi nel corso della sua vita. Tuttavia, ci sono ancora altre opzioni.

L’eredità segreta di Alyn

Alyn è un personaggio importante ne “La danza dei draghi”, lui e suo fratello Addam (Clinton Liberty) sono Velaryon illegittimi. Il romanzo originale di Fuoco e sangue ipotizza che Corlys o Laenor abbiano generato Alyn. Corlys è il candidato più adatto in House of the Dragon, dato che Laenor si rivela essere gay. Alyn diventerà importante più avanti nella stagione, quando verranno introdotti i Dragonseed. I Dragonseeds sono vari bambini nati illegittimamente con sangue valyriano. Quando la Squadra Nera cerca altri Dragonieri per i suoi draghi indomiti, si rivolge ai bambini di bassa estrazione che possono potenzialmente discendere dai Targaryen e dai Velaryon. Alyn non riesce a reclamare il drago Sheepstealer ma riesce a sopravvivere alla prova, il che lo rende una delle poche persone vive a sopravvivere a un tentativo fallito di reclamare un drago.

Mentre molti personaggi cavalcano draghi nella serie, Alyn è più adatto alla guerra navale, il che lo rende più paragonabile a Corlys. Come suo padre, Alyn è diventato famoso per i suoi viaggi in mare. Corlys si è guadagnato la fama grazie ai suoi famosi nove viaggi. Allo stesso modo, Alyn intraprende sei viaggi attraverso il mare stretto, guadagnandosi alla fine il nome di “Pugno di quercia”. Senza addentrarci troppo nel territorio degli spoiler, Alyn diventa una figura fondamentale ne “La danza dei draghi” e dimostra di essere degno del nome di suo padre.

Come Alyn influisce sul matrimonio di Corlys e Rhaenys

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Alyn pone un problema alla relazione di Corlys con Rhaenys (Eve Best). Corlys e Rhaenys erano uno dei matrimoni più sani rispetto alle molte relazioni tossiche presenti nella Stagione 1 della Casa del Drago. Tuttavia, Alyn e Addam sono la prova vivente dell’infedeltà di Corlys nei confronti della moglie. Alyn è paragonabile a Jon Snow all’inizio di Game of Thrones. Come Jon, Alyn è nato illegalmente ma ha le stesse qualità del padre, il che provoca un forte risentimento da parte della moglie del padre. A parte una furia omicida nella stagione 1, episodio 9, Rhaenys è sempre stata una delle Targaryen più equilibrate della Casa del Drago, ma anche lei ha i suoi limiti. Dopo aver perso tutti i suoi figli, l’idea di un bambino nato dagli affari di Corlys potrebbe essere troppo per lei da sopportare. Nonostante i figli di Rhaenyra non abbiano alcun legame con Laenor, Rhaenys li riconosce come suoi nipoti, ma accettare Alyn potrebbe essere un passo troppo lungo.

House of the Dragon ha ancora molti nuovi personaggi da introdurre, come il fratello di Alyn, Addam. Viste alcune modifiche apportate al materiale di partenza nella Stagione 1, sarà interessante vedere come si svolgeranno gli eventi intorno a questi nuovi personaggi nella Stagione 2. Addam finirà per reclamare il vecchio drago di Laenor, Seasmoke, il che pone la questione di come Seasmoke possa piegarsi a un altro cavaliere mentre Laenor è ancora in vita. La presenza di altri Velaryon modificherà inevitabilmente la gerarchia di successione all’interno della famiglia e potrebbe portare a ulteriori dispute su chi erediterà il trono di Driftwood da Corlys.

House of the Dragon stagione 2 è disponibile su Sky e NOW (in contemporanea con gli Stati Uniti), con un nuovo episodio a settimana.

House of Dragon – stagione 2 in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Alyn di Hull: perché si rade la testa in House of the Dragon 2×06?

ATTENZIONE – l’articolo contiene SPOILER su House of the Dragon 2×06 dal titolo “Il popolo”

House of the Dragon 2×06 (qui la recensione dell’episodio dal titolo “Il popolo”) mostra Alyn di Hull che si rade la testa, in una scena molto importante della puntata che condivide con il fratello Addam. C’è una ragione particolare per cui lo fa. Interpretata da Abubakar Salim, Alyn si è unito al cast della seconda stagione di House of the Dragon nei panni di una figura enigmatica che viene dal Driftmark e ha salvato Lord Corlys Velaryon. La sua storia non è stata approfondita fino a questo momento, ma sappiamo che Corlys Velaryon sembra essersi interessato a lui dopo che Alyn gli ha salvato la vita durante un conflitto fuori campo avvenuto intorno alla fine della prima stagione. Ma l’interesse del Serpente di Mare per Alyn va oltre.

Alyn di Hull è tra i tanti nuovi personaggi di House of the Dragon 2 il cui scopo non è stato ancora del tutto chiarito. Come suo fratello Addam e altri personaggi come Ulf e Hugh, sono stati lentamente integrati nel corso degli episodi con solo piccoli accenni al loro scopo più ampio. Il più grande indizio di Alyn viene mostrato nell’episodio 6, quando lo vediamo radersi i capelli. Addam gli dice che non potrà nascondere questa cosa per sempre, ma Alyn continua a radersi. A cosa si riferisce?

Alyn di Hull si rade la testa per nascondere i suoi capelli valyriani e la sua vera parentela

Alyn vuole nascondere i suoi capelli argentati di Valyria

Se non è stato chiarito dal particolare interesse di Corlys e dalle scene con Rhaenys Targaryen su Driftmark, Alyn di Hull è il figlio bastardo di Corlys Velaryon. Mentre Addam spera di ottenere qualcosa dai suoi genitori e incoraggia Alyn ad abbracciare l’improvviso interesse del Serpente di Mare nei loro confronti, Alyn cerca di nascondere le sue origini valyriane. Un modo per farlo è radersi i capelli, e nascondere così l’argento della sua chioma, segno inequivocabile della sua origine.

Questo è particolarmente importante per la narrativa di House of the Dragon ora che Rhaenyra e Jacaerys sono specificamente alla ricerca di discendenti delle linee valyriane. Ser Steffon Darklyn cerca di montare sul drago Seasmoke perché ha un Targaryen tra i suoi antenati, ma non riesce a stabilire il legame. Tuttavia, il finale di puntata sottintende che Addam di Hull si è unito a Seasmoke. Alyn e Addam sono i personaggi rimasti nella serie più vicini al lignaggio valyriano.

Quando verrà rivelato in House Of The Dragon che Alyn è il figlio di Corlys?

Corlys potrebbe aver legittimato Alyn entro la fine della seconda stagione

Alyn, essendo il figlio di Corlys, è fondamentale per la Danza dei Draghi. Un’importante sottotrama stabilita durante la stagione è che Corlys è vecchio e non ha un erede per la sua casa, cosa che mette a rischio l’eredità di Velaryon, se dovesse morire in guerra. Parte dell’interesse di Corlys per Alyn è che vede in lui l’opportunità di un nuovo erede se riesce a legittimare il bastardo come un vero Velaryon. Con Addam che rivendica Seasmoke, Corlys potrebbe annunciare apertamente che Alyn e Addam sono suoi figli entro la fine della stagione 2 di House of the Dragon.

House of the Dragon stagione 2 è disponibile su Sky e NOW (in contemporanea con gli Stati Uniti), con un nuovo episodio a settimana.

Alycia Debnam-Carey: 10 cose che non sai sull’attrice

Alycia Debnam-Carey: 10 cose che non sai sull’attrice

La giovane Alycia Debnam-Carey ha acquisito molta popolarità negli ultimi anni grazie ai suoi ruoli di rilievo, ricoperti tanto al cinema quanto in televisione. Per il piccolo schermo, in particolare, è stata particolarmente apprezzata per la sua partecipazione alla serie Fear The Walking Dead, di cui è membro fisso.

Ecco 10 cose che non sai di Alycia Debnam-Carey.

Alycia-Debnam-Carey LexaAlycia Debnam-Carey: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in note produzioni televisive. Nel 2006 l’attrice debutta sul piccolo schermo recitando in un episodio della serie Le sorelle McLeod. Dopo alcuni piccoli ruoli in titoli come Dream Life (2008), Dance Academy (2010) e Galyntine (2014), ottiene popolarità grazie al ruolo di Lexa nella serie The 100 (2014-2016). Ma il ruolo che la consegna alla celebrità è quello di Alicia Clark nella serie spin-off Fear The Walking Dead, dove recita a partire dal 2015.

9. Ha preso parte anche a film per il cinema. Sul grande schermo l’attrice è nota principalmente per i suoi ruoli in alcuni popolari film horror. Tra questi si annoverano Into the Storm (2014), realizzato con la tecnica del finto documentario, The Devil’s Hand (2014), dove recita accanto agli attori Rufus Sewell e Jennifer Carpenter, e Friend Request – La morte ha il tuo profilo (2016), dove è protagonista.

8. È stata lodata per le sue interpretazioni. Grazie alla serie Fear The Walking Dead, l’attrice ha avuto modo di farsi conoscere presso il grande pubblico. A lodarla come interprete è stata però anche l’industria e la critica, che hanno infatti nominato la Debnam-Carey come miglior performance in una serie televisiva ai prestigiosi Saturn Awards, rispettivamente nel 2017 e nel 2018. Pur non riportando vittorie, l’attrice ha avuto modo di consolidare il proprio status.

Alycia Debnam-Carey è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 2,1 milioni di persone. All’interno di questo è solita condividere fotografie di sé, dei propri momenti di svago o dei luoghi visitati. Non mancano però anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Alycia Debnam-Carey: chi è il suo compagno

6. È molto riservata. Molto poco si sa della vita sentimentale dell’attrice, che negli anni ha dimostrato di voler tenere particolarmente privata tale sfera della sua vita. Ad ogni modo, attualmente sembra essere single, ma in precedenza sembra aver avuto una relazione con suo amico di vecchia data di nome Marcus Castrus. I due non hanno mai approfondito pubblicamente le cause della rottura.

Alycia Debnam-Carey Fear-The-Walking-DeadAlycia Debnam-Carey è Lexa

5. Era particolarmente legata al personaggio. L’attrice ha affermato che quello di Lexa in The 100 è il primo dei personaggi da lei interpretati per cui ha avvertito davvero un profondo coinvolgimento emotivo. Nel dar vita a tale parte ha infatti messo tutta sé stessa, riconoscendosi in molti dei ragionamenti o delle azioni previste.

4. Non si aspettava che il suo personaggio fosse così caro ai fan. Nel corso del settimo episodio della terza stagione, il personaggio di Lexa viene fatto uscire di scena. Ciò ha generato numerosissime proteste dai fan, i quali minacciavano di boicottare la serie per via di tale colpo di scena. L’attrice ha espresso sorpresa, non credendo che Lexa potesse avere un posto così speciale nei cuori degli spettatori, ma affermando anche che se tale scelta è stata presa dagli sceneggiatori è per motivi validi.

Alycia Debnam-Carey in Fear The Walking Dead

3. Ha un ruolo di rilievo nella serie. All’interno di Fear The Walking Dead l’attrice ricopre il ruolo di Alicia Clark. Questa è la figlia di Madison, protagonista della serie, e sorella di Nick. Nel corso delle stagioni il suo ruolo è diventato sempre più di rilievo, e ad oggi il personaggio interpretato dall’attrice è uno dei pochi presenti sin dalla prima stagione, comparendo in un totale di circa 69 episodi.

2. Non riesce ad abituarsi alla dipartita dei suoi colleghi. In una serie come Fear The Walking Dead nessun personaggio è mai realmente al sicuro, e il rischio di morire è sempre dietro l’angolo. Nel corso delle stagioni fino ad ora realizzati sono tanti i colleghi che hanno abbandonato la serie per questo motivo, una cosa a cui l’attrice ha dichiarato di far fatica ad accettare per via del senso di comunione generatosi tra gli interpreti.

Alycia Debnam-Carey: età e altezza

1. Alycia Debnam-Carey è nata a Sydney, Australia, il 20 luglio 1993. L’attrice è alta complessivamente 165 centimetri.

Fonte: IMDb

Alvin Superstar nessuno ci può fermare: teaser trailer in italiano

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Ecco il teaser trailer in italiano di Alvin Superstar nessuno ci può fermare, la nuova avventura on-the-road degli scoiattoli più scatenati di sempre. A causa di diversi equivoci, Alvin, Simon e Theodore credono che, a New York, Dave sia sul punto di chiedere la mano della sua nuova fidanzata e di piantarli in asso. Il gruppo di scoiattoli ha così solo tre giorni per raggiungerli e fermare la proposta di Dave, cercando non solo di recuperare il loro amico, ma di salvarsi dall’acquisire un pessimo fratellastro.

Il film, diretto da Walt Becker, sarà al cinema da dicembre, distribuito da Twentieth Century Fox Italia.

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