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8 film sui viaggi nel tempo che hanno davvero senso

Matthew McConaughey e Anne Hathaway

Il viaggio nel tempo è uno dei temi più rilevanti nella fantascienza e che permette a scrittori e registi di creare le proprie regole per sviscerarlo. Tuttavia, questo modus operandi a condotto spesso a storie apparentemente senza senso sul topic, anche se ce ne sono altrettante che riescono quasi a sembrare verosimili. L’introduzione di questa tematica nel cinema può essere fatta risalire al 1949 con l’adattamento del romanzo di Mark Twain del 1889 Un americano alla corte di Re Artù, interpretato da Bing Crosby, e uno dei primi e più influenti film sui viaggi nel tempo è stato l’adattamento di George Pal del 1960 del romanzo di H.G. Well del 1895 La macchina del tempo.

Da allora, il viaggio nel tempo è stato un argomento affascinante da trattare nel cinema e si è fatto strada in vari generi, dal dramma (come Questione di tempo) all’horror (come L’armata delle tenebre di Sam Raimi) e persino nel mondo dei supereroi (Avengers: Endgame). Poiché il viaggio nel tempo è un concetto piuttosto che una realtà comprovata, si tratta di un’idea aperta all’interpretazione, che ha consentito agli artisti di creare le proprie regole e inventare i propri metodi per portare i personaggi in avventure attraverso il tempo e lo spazio. Questo ha dato spazio a regole confuse e anche piuttosto insensate che regolano il viaggio nel tempo, ma ce ne sono altri che hanno davvero senso, sia nei metodi che nel modo in cui il viaggio nel tempo influisce sulla storia: eccone otto esempi.

1Terminator (1984)

Terminator Arnold Schwarzenegger

Terminator è un film d’azione fantascientifico diretto da James Cameron. The Terminator segue Kyle Reese (Michael Biehn), un soldato inviato dal 2029 al 1984 per fermare un assassino cibernetico noto come Terminator (Arnold Schwarzenegger), anch’egli mandato indietro nel tempo. La missione del Terminator nel 1984 è uccidere Sarah Connor (Linda Hamilton) per non far nascere suo figlio, John Connor. Nel futuro, una rete di difesa AI nota come Skynet prende coscienza di sé e scatena una guerra nucleare globale per sterminare la specie umana. John Connor raduna i sopravvissuti e guida un movimento di resistenza contro Skynet, motivo per cui Terminator è stato inviato nel 1984, mentre Reese è stato mandato a salvare Sarah Connor.

Grazie al semplice uso del viaggio nel tempo, Terminator affronta temi come il libero arbitrio, il destino, i cicli di causalità e altro ancora, poiché se Terminator riuscisse nel suo intento, un’intera linea temporale verrebbe cancellata. Nel frattempo, John Connor deve rimandare indietro Kyle Reese perché è anche suo padre, quindi non si tratta solo di salvare sua madre, ma di assicurarsi che venga concepito. Il viaggio nel tempo di Terminator è così efficace che ha dato vita a un intero franchise.

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8 film Marvel che forse non conoscete

Captain America (1944) film Marvel

Come sappiamo da qualche anno a questa parte la Marvel ha allungato con prepotenza il suo tentacolo spettacolare sul cinema, dando origine non solo ad un genere ma ad una vera e propria industria parallela, quella dei Cinefumetti.

Tra i film del Marvel Cinematic Universe, quelli della Fox e quelli Sony, i fumetti al cinema sono ormai routine. Ma forse ci sono dei film, realizzati negli anni passati, che pur avendo come protagonisti personaggi della Marvel, gli stessi famosi eroi che oggi conoscono tutti (anche grazie al cinema), sono poco noti, quasi sconosciuti. Ecco 8 film Marvel che forse non conoscete:

1Captain America (1944) serial cinematografica

Captain America (1944) film Marvel

Captain America (conosciuto anche come Return of Captain America, titolo con il quale è stato redistribuito nelle sale cinematografiche statunitensi nel 1953) è un serial cinematografico della Republic Pictures e basato sul personaggio di Capitan America dei fumetti Timely Comics (oggi Marvel Comics). Il serial, datato 1944, fu l’ultimo su un supereroe che la Republic produsse.

Il serial vedeva il procuratore distrettuale Grant Gardner divenire l’eroe Capitan America e smascherare i piani del diabolico The Scarab, in realtà il Dr. Cyrus Maldor. Il serial rappresenta con i suoi $222,906 di budget, il più costoso serial che la Republic abbia mai prodotto

Il serial è vagamente ispirato al personaggio dei fumetti Capitan America. Ci sono molte differenze, infatti, con la versione fumettistica:

  • La sua identità segreta è il procuratore distrettuale Grant Gardner anziché il soldato Steve Rogers. Alcuni rumor vogliono che lo script del primo episodio, in realtà, fosse destinato per un nuovo fumetto chiamato “Mr.Scarlet”, il cui alter ego sarebbe stato un procuratore distrettuale.
  • Il siero del supersoldato non appare.
  • Il caratteristico scudo a stelle e strisce del personaggio non appare; esso è rimpiazzato da una semplice pistola.
  • Il personaggio dell’amico Bucky non appare;
  • I nazisti non appaiono come nemici.

Quali di questi conoscete e avete visto?

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8 film mai realizzati su personaggi Marvel

Prima che la Disney e i Marvel Studio prendessero in mano la produzione di film basati sui fumetti Marvel, c’erano in cantiere diversi progetti che poi non si sono sviluppati in film. Eccone 8:

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8 dettagli nascosti della serie tv Maid

MAID DETTAGLI NASCOSTI

Maid, ultima serie di successo Netflix, ha conquistato il pubblico grazie alla profondità emotiva della narrazione e le avvincenti performance di Margaret Qualley, Andie MacDowell, Nick Robinson, Anika Noni Rose e altri grandi attori.

Oltre alla storyline principale, l’arco narrativo dei personaggi, i luoghi che Alex ha attraversato nella sua ricerca di asilo e condizioni di vita sicure e stabili per sé stessa e Maddy, la serie è piena di alcuni dettagli nascosti che il pubblico poteva facilmente perdere per strada: vediamo assieme quali.

1La colonna sonora della rock band HAIM

MAID COLONNA SONORA

Un paio di canzoni della rock band HAIM sono presenti nello serie, specialmente quando Alex pulisce e ascolta la musica. “Now I’m In It” e “Up From a Dream” sono due tracce portanti di Maid, questo proprio perché Este degli HAIM ha curato personalmente la colonna sonora dello show. Altri artisti i cui brani musicali compaiono nello show sono:  Sharon Van Etten, Thom Yorke e Salt-n-Pepa.

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8 delle rivelazioni dei costumi dei supereroi più controverse di tutti i tempi

8 costumi da supereroi controversi

Un paio di giorni fa, i DC Studios e James Gunn hanno condiviso un primo sguardo a David Corenswet vestito da Superman. È passato un po’ di tempo dall’ultima volta che abbiamo visto un costume da supereroe dividere le opinioni in misura così ampia, ma non è certo la prima volta.

L’Uomo d’Acciaio non è il primo personaggio ad essere al centro della scena in un’anteprima spettacolare che ha lo scopo di entusiasmare i fan. Anche se di solito funziona, ci sono occasioni in cui i fan odiano ciò che vedono. Altri, invece, si affrettano a difendere ciò che di solito equivale a una completa revisione che avviene durante il passaggio dalla pagina allo schermo.

Questo non è un elenco dei peggiori costumi dei film di supereroi… ma solo di quelli che hanno diviso le opinioni quando sono stati mostrati per la prima volta al mondo (e che a volte continuano a farlo ancora oggi).

Spider-Man (The Amazing Spider-Man)

The Amazing Spider-Man 2011
© 2011 – Columbia Pictures Industries, Inc. All Rights Reserved. **ALL IMAGES ARE PROPERTY OF SONY PICTURES ENTERTAINMENT INC.

The Amazing Spider-Man non è riuscito a raccontare la “Untold Story” promessa nei trailer e la storia delle origini di Peter Parker ha finito per svolgersi in modo molto simile al suo predecessore.

La Sony ha però dato una scossa alla tuta di Spidey, e i fan non sono stati contenti. La mancanza della “cintura” ha rovinato l’aspetto per molti, così come la texture simile a quella di un pallone da basket e il design piuttosto affollato intorno ai polsi (per quanto riguarda il logo, avrebbe sempre ricevuto una risposta di amore/odio).

In seguito, anche gli occhi dorati e le scarpe da ginnastica hanno diviso le opinioni, ma il reveal del costume di The Amazing Spider-Man 2 è andato decisamente meglio un paio di anni dopo.

Captain America (Captain America: il primo vendicatore)

La prima occhiata al Vendicatore a stelle e strisce dei Marvel Studios è arrivata sotto forma di foto del set e, ragazzi, a molti non è piaciuta affatto l’interpretazione di Captain America: Il primo vendicatore ha ripreso il costume di Steve Rogers dell’epoca della Seconda Guerra Mondiale.

L’abito è stato paragonato a una trapunta e si è rivelato un alimento perfetto per coloro che sostenevano che Chris Evans fosse troppo magro per interpretare un Super Soldato.

In seguito avrebbe dimostrato che si sbagliavano, naturalmente, mentre l’uniforme di Cap è risultata molto più bella in movimento. Tuttavia, Chris Evans si è ritrovato a indossare un altro costume che ha suscitato polemiche quando è uscito The Avengers (nemmeno lui era un fan di questo film).

The X-Men (X-Men)

X men The Marvels

Il genere dei film di supereroi era agli albori quando uscì X-Men, quindi Bryan Singer riuscì per lo più a farla franca apportando cambiamenti radicali alla squadra di mutanti.

Alla fine abbiamo ottenuto un film piuttosto buono, ma i costumi di pelle nera della squadra hanno ancora diviso le opinioni. È abbastanza facile capire perché lo spandex colorato non sia stato scelto nel 2000; gli X-Men, però, meritavano di più di tute con zero personalità.

L’unica volta che gli eroi hanno indossato un costume simile a quello dei fumetti è stato durante i momenti finali di X-Men: Apocalypse (ma non è durato). Fortunatamente, i Marvel Studios si stanno muovendo per cambiare la situazione.

The Joker (Suicide Squad)

Suicide Squad

È stato un pasticcio. Inizialmente, l’entusiasmo per Suicide Squad di David Ayer era positivo. Il regista era reduce dal successo di Fury e un’interpretazione cupa e grintosa della Task Force X sembrava esattamente ciò di cui il DCEU aveva bisogno per differenziarsi dal MCU.

Poi abbiamo visto il Joker di Jared Leto. La notizia che il vincitore dell’Oscar avrebbe interpretato il Clown Principe del Crimine ci ha fatto credere che avremmo avuto un’interpretazione del cattivo superiore persino a quella di Heath Ledger de Il Cavaliere Oscuro. I tatuaggi… i denti… la scritta “Damaged” sulla fronte… non era quello che i fan della DC volevano. Il prodotto finito non sembrava migliore.

Green Lantern (Green Lantern)

Ryan ReynoldsRyan-Reynolds Green Lantern

Bisognava essere presenti per capire come è stata la preparazione all’uscita di Lanterna Verde. Le concept art trapelate che mostravano il Corpo delle Lanterne Verdi hanno rapidamente creato entusiasmo, portando alla convinzione radicata che questo film sarebbe stato lo Star Wars o l’Avatar della DC.

La scelta di Ryan Reynolds per il ruolo di Hal Jordan ha ovviamente suscitato polemiche fin dall’inizio e, quando è uscito il primo trailer, le polemiche si sono fatte sentire. I VFX incompiuti hanno fatto sembrare l’attore una vera e propria barzelletta. Per quanto riguarda i membri del Corpo, sono stati fatti paragoni poco lusinghieri con il tipo di personaggi rudimentali in computer grafica che si potevano vedere negli anni ’90. Le immagini del montaggio finale erano leggermente migliori, ma una tuta completamente in computer grafica era un grosso errore.

Green Goblin (Spider-Man)

spider-man

Per questa voce ci teniamo al verde e passiamo all’Universo Marvel. Sam Raimi ha tentato di adattare fedelmente il Goblin Verde in Spider-Man del 2002 (i filmati di prova lo dimostrano), solo per decidere che non avrebbe funzionato.

All’epoca non c’era la tecnologia necessaria per realizzare un Goblin animato e realistico, quindi il cattivo fu rivisto e assomigliò a quello che molti avrebbero poi descritto come un Power Ranger verde.

Da un punto di vista narrativo, il cambiamento aveva senso. Tuttavia, era insipido e mancava di gran parte delle caratteristiche che facevano emergere il personaggio dalla pagina. I Marvel Studios hanno cercato di rimediare a questa mancanza e diremmo che ci sono riusciti.

Scarlet Witch (Avengers: Age of Ultron)

Scarlet Witch

I Marvel Studios hanno sempre avuto un’ottima reputazione per quanto riguarda i costumi. Purtroppo, la versione di Avengers: Age of Ultron non era quello che alcuni fan avevano in mente per l’atteso debutto in live-action del personaggio.

Volevano vedere Elizabeth Olsen con gli abiti succinti dei fumetti, non con quelli che si riducono essenzialmente a vestiti da strada. Nel corso degli anni sono stati testati diversi look, ma alla fine WandaVision è riuscita a ottenere un design fedele al fumetto (senza sembrare biancheria intima). È un peccato che ci sia voluto così tanto tempo per arrivarci.

Superman (SUPERMAN)

superman film 2025

Abbiamo già parlato molto di questo costume rivelato questa settimana, ma si tratta di un caso innegabilmente unico. Per la maggior parte, il costume ha ricevuto una risposta positiva dai fan desiderosi di vedere SUPERMAN.

Tuttavia, è la presentazione a causare un problema. Facendo sedere l’Uomo d’Acciaio nel tentativo di ritrarlo come un uomo comune, l’abito è appallottolato e sembra poco aderente. E perché si toglie gli stivali ignorando la distruzione che piove fuori dalla sua finestra? Non c’è da stupirsi che le persone siano divise su questo tema.

 
 

8 cose che Spider-Man della MCU ha imparato da Iron Man

MCU-Spider-Man

Con Spider-Man: No Way Home si chiude il primo capitolo della storia di Peter Parker nell’Universo Cinematografico Marvel. Finalmente Spidey ha imparato che essere un supereroe non significa solo avere un grosso potere, ma comporta anche una grande carico di responsabilità. È Tony Stark ad insegnare all’inesperto Peter come muovere i primi passi nell’MCU. Iron Man è una figura paterna per il giovane Tom Holland, in grado di fornire lezioni di vita essenziali.

Anche dopo la scomparsa di Stark, Parker continua a trarre frutti dalle nozioni di saggezza apprese. Vediamo le otto lezioni più importanti impartite dal mentore di Spider-Man al suo pupillo.

1Spider-Man deve sapersi sacrificare

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Ci sono motivi per cui vale la pena sacrificare la propria vita. Peter non è mai stato un codardo, ma è solo vedendo Tony dare la vita per l’universo che apprende cosa voglia dire offrirsi in sacrificio.

La conclusione di No Way Home mostra Peter fare un enorme rinuncia: annulla la sua intera identità in modo che i suoi amici possano vivere liberamente le loro esistenze. Perde amore e amicizia, ma, seguendo l’esempio di Tony, dimostra che ci sono cose più importanti della propria felicità.

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8 cose che non sapevate sul logo della Disney

Film Disney-fox
The Walt Disney Company Italia

Quante volte ci siamo imbattuti nel logo della Disney? Prima di guardare un film, durante un viaggio a Disneyland, davanti al merchandise ufficiale, quel marchio è praticamente ovunque.

Ma cosa sappiamo davvero di questo iconico logo? Ecco 10 curiosità:

1Il logo attuale

Film Disney-fox

Il logo attuale presenta un castello molto più dettagliato, il font unico e un fossato intorno, con l’aggiunta di una stella cadente che si inarca attraverso la scena. Oltre a evocare un senso di meraviglia, riesce a portare un messaggio nascosto di desideri che diventano realtà.

Leggi anche – Disney +: data di lancio, prezzo e dettagli del servizio streaming

Fonte: Screenrant

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8 cose che nessun fan Marvel ammetterebbe mai sul MCU

avengers 4 marvel studios

I risultati raggiunti dai Marvel Studios dal 2008, anno di uscita di Iron Man, sono a dir poco incredibili. Hanno sfornato un successo dopo l’altro e anche alcuni beniamini della critica, creando un mondo condiviso che non ha nulla da invidiare a nessun altro franchise.

Come molti di voi, amiamo il MCU (quindi, niente panico: non c’è odio qui). Tuttavia, ci sono alcuni difetti e problemi in questo mondo condiviso che i suoi fan più accaniti non vogliono accettare! In questo articolo facciamo un’immersione profonda in questi aspetti, esplorando i punti deboli del MCU, le decisioni che non hanno senso e il motivo per cui è improbabile che questi film e spettacoli televisivi possano creare lo stesso entusiasmo tra i fan di un tempo.

1I suoi giorni migliori sono alle spalle

Marvel Studios

I Marvel Studios stanno cercando di correggere la rotta, revisionando creativamente Daredevil: Born Again, dando la priorità alla qualità rispetto alla quantità e rimodellando la Saga del Multiverso dopo che Kang non è riuscito a entrare in sintonia con il pubblico. Per questo, meritano un grande riconoscimento.

Purtroppo, la sensazione è che i giorni migliori del MCU siano ormai alle spalle. Questi film non sembrano più eventi veri e propri e, anche se c’è sempre spazio per un cambiamento, l’entusiasmo non c’è più. Forse è una cosa troppo bella dal 2008?

I prossimi film sui Vendicatori saranno probabilmente epici, ma riusciranno a colpire nello stesso modo in cui Avengers: Endgame? Sembra improbabile. È stato quello il momento in cui l’entusiasmo dei fan ha raggiunto l’apice; basti vedere quanto poco i fan si interessino agli show televisivi del MCU rispetto a quando è stata lanciata WandaVision.

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8 cose che nessun fan DC ammetterebbe mai sul DCEU

DCEU

Il DC Extended Universe, anche noto semplicemente come DCEU, è definitivamente terminato con l’uscita in sala nel dicembre 2023 del film Aquaman e il Regno Perduto. A questo franchise che ha sin dall’inizio faticato a trovare la propria identità, pur regalando momenti molto entusiasmanti, subentrerà ora il DCU di James Gunn e Peter Safran. In attesa che questo diventi realtà, con il Superman del 2025, è ancora tempo di riguardare al DCEU per riflettere su ciò che ha funzionato e su ciò che non ha funzionato, ma anche su quelle cose che non si è ancora disposti ad accettare. Proprio su quest’ultimo punto, ecco 8 cose che nessun fan della DC vuole accettare sul DCEU.

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1Il MCU è meglio del DCEU

mcu-vs-dc (1)

Mettendo da parte i fumetti e riferendoci solo a quanto visto sullo schermo, è difficile non riconoscere che la maggior parte dei supereroi Marvel e anche diversi villain del MCU si siano dimostrati essere più interessanti di quelli del DCEU. Naturalmente i personaggi di quest’ultimo franchise sono incredibili: Superman, Wonder Woman e Batman sono tutte icone innegabili. Tuttavia, il problema di questi personaggi – e questo è il caso della DC da decenni – è che questi Dei tra gli uomini non sono relazionabili.

I personaggi del Marvel Cinematic Universe sono più vicini alla realtà, e persino un Dio del Tuono letterale come Thor è una persona imperfetta e credibile. Per questo motivo, i fan e gli spettatori abituali graviteranno senza dubbio sempre di più verso i personaggi della Marvel, con Spider-Man e Hulk che continueranno a incuriosire ed emozionare più di quanto non faranno mai Shazam e Aquaman. Certo, il DCU di Gunn potrebbe cambiare quest’aspetto e offrire delle gradite novità.

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8 cinecomics Marvel e DC che hanno floppato al botteghino

Morbius Marvel

Sebbene molti cinecomics Marvel e DC continuino a riscuotere un grande successo al botteghino, il genere non è mai stato immune da qualche flop finanziario. A volte, ciò è dovuto al fatto che alcuni personaggi non entrano in sintonia con gli spettatori. In altre occasioni, un adattamento di un fumetto è giudicato talmente scadente che la gente semplicemente non vuole spendere i propri soldi in un biglietto del cinema, nonostante la popolarità di franchise come The Avengers e Spider-Man. Nelle ultime settimane si è parlato molto delle difficoltà che il DCEU deve affrontare quest’anno. La Warner Bros. ha registrato tre flop consecutivi di cinecomics, di cui The Flash è uno degli ultimi esempi. Tuttavia, se pensavate che le cose fossero andate male per quel film… beh, potreste impallidire in confronto ad alcuni di quelli che troverete in questa lista!

1Morbius

morbius

La Sony Pictures ha ottenuto un grande successo collaborando con i Marvel Studios per il suo franchise di Spider-Man, ma ha ancora intenzione di espandere l’universo dell’arrampica-muri… senza di lui. Senza dubbio spinto dal successo di Venom, lo studio aveva grandi speranze per Morbius, soprattutto per la presenza di Jared Leto come protagonista. Quello che la Sony non ha capito è che nonostante il Protettore Letale sia in grado di stare in piedi da solo, i fan non si preoccupano dei cattivi di serie B di Spidey quando non c’è lui a picchiarli.

Nel caso di Morbius, il film ha sempre avuto l’aspetto di B-movie, e questo è diventato evidente quando sono arrivate le prime recensioni (inoltre non è mai un bene quando una scena post-credits, che dovrebbe anticipare qualcosa di estremamente emozionante, diventa oggetto di scherno). Dopo un calo record del 74% nel secondo fine settimana, Morbius ha guadagnato solo 167 milioni di dollari in tutto il mondo, un risultato scioccante dopo che Spider-Man: No Way Home aveva incassato poco meno di 2 miliardi di dollari mesi prima. Anche una riedizione destinata a sfruttare i meme ha fallito e non prevediamo la possibilità di rivedere questo Vampiro Vivente.

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8 cartoons anni ’90 che (forse) non ricordate

Ecco 8 serie a cartoni animati, alcune delle quali ispirate a cinema e videogiochi, che sono andate in onda, in Italia e negli Stati Uniti negli anni ’90 e che forse non tutti ricordano:

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James Bond Jr.

 
 

8 attori che hanno recitato in film di supereroi deludenti prima di approdare a ruoli iconici della Marvel e della DC

Samuel L. Jackson in The Spirit (2008)
© 2008 Lions Gate Films

Molti personaggi dei fumetti sono stati portati sul grande schermo nel corso degli anni, ma gli attori disposti a ricoprire questi ruoli sono davvero pochi. Ad esempio, Ryan Reynolds ha quasi stroncato la sua carriera interpretando Green Lantern nel flop del 2011; tuttavia, ha più che recuperato con il suo ruolo nel franchise di Deadpool, con Deadpool & Wolverine di quest’anno. Oggi analizziamo 8 attori che hanno interpretato personaggi dei fumetti in film di supereroi poco apprezzati, per poi riscattarsi con interpretazioni molto più riuscite in film e telefilm che non hanno fatto fiasco con i fan, la critica e il botteghino. Per vedere chi è stato scelto, basta premere i pulsanti “Avanti”/Indietro” qui sotto…

Scarlett Johansson

Scarlett Johansson

Prima di vestire i panni della Vedova Nera del MCU in Iron Man 2 del 2010, Scarlett Johansson ha interpretato la scienziata femme fatale Silken Floss nell’adattamento per il grande schermo di The Spirit di Frank Miller, stroncato dalla critica.

Il film è stato terribile e non ha rappresentato la giusta direzione per l’attrice, che cercava di entrare nel mondo dei blockbuster hollywoodiani. Fortunatamente, il ruolo di Natasha Romanoff è stato ripagato alla grande e, sebbene abbia avuto difficoltà con i film a grande budget (Lucy è stato solo un successo moderato, ma la Johansson ha Jurassic World Rebirth all’orizzonte), il suo tempo come Vendicatrice ha più che compensato gli errori del passato. In compenso, la Johansson è stata fenomenale nel flop del 2008 ed è facile capire perché Jon Favreau l’abbia vista come la perfetta femme fatale per il suo sequel di Iron Man.

Josh Brolin

Josh Brolin

Josh Brolin ha avuto un successo contrastante nel corso degli anni nel mondo dei film tratti da fumetti, soprattutto a causa dei suoi ruoli difficili da dimenticare (e non in senso positivo) in film come Jonah Hex e Sin City: A Dame to Kill For, che hanno entrambi fatto fiasco.

Tuttavia, il 2018 è stato decisamente il suo anno: l’attore ha interpretato un incredibile cattivo in motion-capture con Thanos in Avengers: Infinity War, per poi vestire i panni del mutante Cable, beniamino dei fan, in Deadpool 2. In entrambi i casi si è distinto per la sua bravura. Ha eccelso in entrambi e il suo lavoro in Avengers: Endgame è stato altrettanto impressionante.

Anche questi film hanno avuto un enorme successo e hanno consacrato Brolin come una delle migliori star di Hollywood. Secondo recenti indiscrezioni, il ruolo di Hal Jordan in Lanterns potrebbe essere il prossimo per lui, anche se si suppone che abbia rifiutato il ruolo.

Chris Evans

Chris Evans - Fantastici Quattro

Chris Evans ha interpretato in modo memorabile il ruolo di Johnny Storm nei terribili film della Fox sui Fantastici Quattro ed è stato altrettanto guardabile in The Losers (scommettiamo che molti di voi l’hanno dimenticato).

Tuttavia, anche se in seguito ha fornito un’interpretazione che ha rubato la scena in Scott Pilgrim vs. The World di Edgar Wright, è stata l’interpretazione di Capitan America che si è rivelata una svolta per l’attore. Quel ruolo lo ha visto diventare non solo un’icona, ma anche una star che non è più costretta a recitare in blockbuster e commedie romantiche di secondo piano. Certo, Ghosted non era un granché, ma guardate quanto è stato bravo in Knives Out di Rian Johnson.

Se Captain America: Il primo vendicatore non fosse arrivato nel 2011, chissà che direzione avrebbe preso la sua carriera.

Michael B. Jordan

Michael B. Jordan

La scelta di Michael B. Jordan per il ruolo di Johnny Storm nel reboot dei Fantastici Quattro di Josh Trank ha suscitato molte polemiche. La cosa è stata rapidamente dimenticata quando i fan si sono lasciati coinvolgere da tutte quelle notizie succulente su ciò che è accaduto dietro le quinte della 20th Century Fox.

Con la colpa sollevata per il pasticcio che è stato fatto, il cast ne è uscito per lo più indenne e Jordan, in particolare, è riuscito a riscattarsi assumendo il ruolo di Erik Killmonger in Black Panther.

È stata un’interpretazione incredibile che, dopo il suo lavoro in Creed, ha dimostrato che è uno dei migliori attori in circolazione. Prima della nascita dei DC Studios, sembrava che potesse vestire i panni della versione di Calvin Ellis di Superman.

Ryan Reynolds

Ryan Reynolds Blake Lively
Ryan Reynolds e Blake Lively in Lanterna Verde

Prima di ottenere il meritato successo con Deadpool, Ryan Reynolds ha tentato più volte di entrare nel genere dei film di supereroi con scarso successo. È stato piacevole da vedere in Blade: Trinity, ma quel film è stato una tale delusione dopo i primi due, che non è importato a nessuno.

Poi c’è stato X-Men Origins: Wolverine. Il primo film da solista di Logan ha fatto un grosso passo falso con il personaggio di Deadpool e, sebbene Reynolds si sia messo in luce in Lanterna Verde, è stato un altro disastro critico e commerciale. Anzi, ha rischiato di distruggere completamente la sua carriera.

Di conseguenza, solo quando ha vestito i panni del Merc with the Mouth è tornato nella A-List e da allora la sua stella è in ascesa. Dopo Deadpool e Wolverine, non vediamo l’ora di vedere il suo prossimo ruolo di Wade Wilson sullo schermo.

Brandon Routh

Superman Returns avrebbe dovuto fare di Brandon Routh un nome conosciuto in tutto il mondo, ma l’insistenza di Bryan Singer affinché l’attore interpretasse Christopher Reeve ha danneggiato la sua carriera in un modo da cui è stato difficile riprendersi.

Per fortuna, Edgar Wright gli ha dato l’opportunità di mostrare un lato molto diverso in Scott Pilgrim vs. The World, e in seguito ha trovato il successo come Ray Palmer in Arrow e con un ruolo principale nello spinoff Legends of Tomorrow. Sfortunatamente, il suo periodo in quest’ultimo si è concluso prematuramente, cosa per cui Routh e i fan hanno espresso il loro disappunto prima che le serie televisive DC di The CW venissero comunque cancellate.

Prima che ciò accadesse, ha avuto un’altra possibilità di interpretare Superman in Crisi sulle Terre Infinite e di dare l’addio all’Uomo d’Acciaio in modo sorprendente e soddisfacente.

Samuel L. Jackson

Samuel L. Jackson in The Spirit (2008)
© 2008 Lions Gate Films

Samuel L. Jackson ha cambiato per sempre il MCU quando ha interpretato Nick Fury alla fine di Iron Man, ma l’attore ha preso molte decisioni molto strane nel corso degli anni. Onestamente, The Spirit è stato probabilmente il suo ruolo più discutibile e il suo cattivo, Octopus, era, beh, terribile.

In effetti, se i fan avessero saputo che era stato scritturato per il ruolo di Nick Fury mentre guardavano questo pasticcio, qualcosa ci dice che non sarebbero stati entusiasti di vedere il leggendario attore come parte del mondo condiviso della Marvel.

Fortunatamente, Jackson ha avuto un impatto duraturo interpretando Fury, un ruolo che ha reso completamente suo. A distanza di anni, continua a interpretare l’ex direttore dello S.H.I.E.L.D. e noi lo amiamo per questo. Speriamo che il resto della Saga del Multiverso sia all’altezza.

Mark Strong

Mark Strong

Mark Strong ha ottenuto un discreto successo in film come Kick-Ass e i due Kingsman, ma il suo ruolo in Lanterna Verde ha perseguitato l’attore britannico per diversi anni (sia in senso positivo che negativo).

Sebbene fosse un’ottima scelta per il ruolo di Sinestro, appariva sciocco come Ryan Reynolds grazie alla sua pelle rosa acceso e al suo costume in CGI. Di conseguenza, quella che doveva essere un’eccitante scena post-credits si è rivelata un’aggiunta confusa e deludente a un film già piuttosto terribile.

Ci è voluto un po’ di tempo, ma Strong ha avuto la possibilità di tornare sul grande schermo dell’Universo DC dove ha interpretato il cattivo di Shazam!, il Dr. Sivana, un cattivo molto più memorabile del Sinestro che abbiamo avuto nel 2011. È un peccato che Shazam! La furia degli dei non gli abbia reso giustizia…

 
 

8 attori a cui la Marvel ha “cambiato” la carriera

Interpretare un supereroe è un privilegio e una responsabilità, ma non è da trascurare il potere che questa scelta esercita sul futuro professionale delle star. Alcune di loro sono entrate nel meraviglioso mondo dei cinecomic Marvel quando erano poco più che sconosciuti, altri si sono risollevati dopo anni di anonimato…

Ecco allora di seguito 8 perfetti esempi di attori la cui carriera è cambiata dopo aver lavorato con i Marvel Studios:

1Chris Pratt

chris pratt

Sei ad un altro panino dall’obesità...”, diceva Drax a Star-Lord in una delle sue migliori battute. Ma questa è anche la storia personale di Chris Pratt, comico conosciuto per il ruolo di Andy Dwyer nella sit-com Parks and Recreation.

Nessuno, prima di vederlo nei panni di Peter Quill in Guardiani della Galassia, pensava che l’attore potesse interpretare un eroe con quel fisico, e invece Pratt stupì tutti trasformandosi in un perfetto incrocio tra Han Solo e Indiana Jones.

Ora, è una delle più grandi stelle di Hollywood protagonista di franchise di successo come Jurassic World e The LEGO Movie.

LEGGI ANCHE – MCU: i migliori momenti improvvisati dagli attori

Fonte: ScreenRant

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8 “errori” creativi del MCU per i quali non perdoniamo i Marvel Studios

La rottura della quarta parete di She-Hulk - Marvel Studios

Dall’uscita di Iron Man nel 2008, i Marvel Studios hanno cambiato la percezione che l’industria e il pubblico aveva dei film di supereroi. Ora, non tutti i film – o le serie televisive – che hanno realizzato sono stati perfetti e, sì, alcuni sono stati decisamente brutti.

Nel complesso, però, il MCU ha una media di battute impressionante per usare una metafora ripresa dal baseball, che fa registrare sempre ottimi risultati in questi adattamenti. Mentiremmo se dicessimo che lungo il percorso non sono stati commessi alcuni passi falsi creativi significativi, e oggi li analizziamo da vicino.

Non tutti i difetti sono stati commessi e ogni fan avrà probabilmente la sua opinione in merito che rispettiamo (la rappresentazione dei poteri di Ms. Marvel ha mancato di poco l’inclusione in questa lista). In definitiva, pensiamo che sarete d’accordo che questi errori che sono difficili da perdonare!

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1Kang vs. Ants

Kang il Conquistatore film-poteri

Essendo internet, è circolata una strana voce secondo cui il grande cattivo della Saga del Multiverso, Kang il Conquistatore, sarebbe stato sconfitto dalle formiche. Ovviamente non è del tutto vero, ma sprecare questo cattivo in Ant-Man and The Wasp: Quantumania rimane una mossa incomprensibile da parte dei Marvel Studios.

Kang il Conquistatore era il cattivo che dovevamo temere, il “boss finale”, per così dire. Invece, è stato relegato in questo disordinato trequel e, alla fine, è stato eliminato da Scott Lang e Hope Van Dyne in un combattimento insoddisfacente, frutto di reshoots.

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Non dubitiamo che ci fosse un piano più grande in gioco. Forse, un giorno, ripensandoci, tutto questo avrà un senso. Per ora, però, tutto ciò che ha fatto è stato dimostrare che la Saga del Multiverso non dovrebbe essere orchestrata dagli scrittori di Rick e Morty.

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7° Festival Internazionale del Documentario Visioni dal Mondo, aperti i bandi

Visioni dal Mondo

Il Festival Internazionale del Documentario Visioni dal Mondo, ideato, fondato e diretto da Francesco Bizzarri con la direzione artistica di Maurizio Nichetti in calendario a Milano dal 16 al 19 settembre, annuncia l’apertura del bando per la selezione di progetti documentari work in progress in concorso a Visioni Incontra 2021, sezione Industry del Festival.

Dedicata ai professionisti del settore ed esclusivamente a inviti, Visioni Incontra torna in presenza, compatibilmente con l’evoluzione della situazione sanitaria, nei primi due giorni della manifestazione,giovedì 16 e venerdì 17 settembre.

Novità dell’edizione 2021 di Visioni Incontra è l’apertura del concorso a progetti internazionali work in progress in cerca di finanziamento.

A conferma infatti della vocazione del Festival e della sua dimensione sempre più internazionale, gli organizzatori hanno deciso di aprire il concorso, fino alla scorsa edizione rivolto a progetti esclusivamente italiani, anche a progetti indipendenti stranieri. Una decisione che si allinea perfettamente ai principali obiettivi del Festival come quello di far crescere il genere del cinema documentario, il cinema della realtà.

Il bando di concorso Visioni Incontra 2021 e il form di iscrizione è disponibile da oggi, 16 marzo, sul sito del Festival www.visionidalmondo.it. Il termine ultimo per l’iscrizione al concorso è il 7 giugno 2021.

Potranno partecipare al concorso produzioni e co-produzioni indipendenti e già finanziate per il 30% del budget preventivato. Il concorso Visioni Incontra selezionerà progetti di film documentari italiani e internazionali con particolare riferimento alla realtà contemporanea che dimostreranno qualità artistica del progetto, unicità di contenuto, rilevanza dell’argomento, potenziale di distribuzione internazionale così come fattibilità finanziaria.

I progetti selezionati saranno presentati in una sessione di pitching a un pubblico di professionisti dell’audiovisivo. Seguiranno appuntamenti individuali fra le parti – incontri one to one – per finanziamenti, co-produzioni e accordi di distribuzioni.

 
 

78 edizioni di cinema internazionale della Biennale Cinema al Lido di Venezia

Biennale Cinema al Lido di Venezia
Fonte: Archivio Storico Giacomelli

Dal primo all’11 settembre 2021 al Lido di Venezia, nell’anno delle celebrazioni dei 1600 anni della fondazione della città, prende il via la 78 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, organizzata dalla Biennale di Venezia e diretta da Alberto Barbera: la Mostra vuole favorire la conoscenza e la diffusione del cinema internazionale in tutte le sue forme di arte, di spettacolo e di industria, in uno spirito di libertà e di dialogo.

La prima Esposizione Internazionale d’Arte Cinematografica risale al 1932 nell’ambito della diciottesima Biennale di Venezia. Il festival, denominato “1ª Esposizione Internazionale d’Arte Cinematografica”, nacque da un’idea del presidente della Biennale di allora, il conte Giuseppe Volpi, dello scultore Antonio Maraini, segretario generale, e di Luciano De Feo, segretario generale de L’Unione Cinematografica Educativa (emanazione della Società delle Nazioni con sede a Roma), concorde sull’idea di svolgere la rassegna nella città lagunare e primo direttore-selezionatore.

L’edizione 1932 si svolse dal 6 al 21 agosto 1932 e fu la prima manifestazione internazionale di questo tipo: si svolse interamente sulla terrazza dell’Hotel Excelsior al Lido di Venezia e, anche se non era una rassegna competitiva, nel cartellone c’erano titoli che fecero la storia del cinema. Tra questi, vale la pena di ricordare Probito del grande regista statunitense Frank Capra, Grand Hotel di Edmund Goulding, Il Campione di King Vidor, il primo e inimitabile Frankestein di James Whale. Alla serate erano presenti gli attori protagonisti dei film che fecero arrivare al Lido oltre 25mila spettatori: si parla dei maggiori divi internazionali dell’epoca come Greta Garbo, Clark Gable, Fredric March, Loretta Young, John Barrymore, Joan Crawford, senza dimenticare l’idolo italiano Vittorio De Sica e il grande Boris Karloff, passato alla storia per il suo ruolo del mostro nel primo Frankestein. Il primo film della storia della Mostra, che venne proiettato la sera del 6 agosto 1932, fu Il dottor Jekyll (Dr. Jekyll and Mr. Hyde) di Rouben Mamoulian. Il primo film italiano, Gli uomini, che mascalzoni… di Camerini, venne presentato invece la sera dell’11 agosto 1932.

In mancanza di una giuria e dell’assegnazione di premi ufficiali, introdotti solamente più tardi, un referendum indetto dal comitato organizzatore, presieduto da Attilio Fontana dell’Ice (Istituto del Commercio Estero), svolto tra il pubblico accorso alla rassegna, decretò come miglior regista il sovietico Nikolaj Ekk per il film Il cammino verso la vita, mentre il film di René Clair A me la libertà venne eletto come il più divertente. Come migliore attrice fu premiata Helen Hayes, come miglior attore Fredric March; il film “più commovente” risultò essere la pellicola americana Il fallo di Madelon Claudet di Edgar Selwyn.

La seconda edizione si svolse due anni dopo, nel 1934, e fu la prima rassegna competitiva: i Paesi rappresentati erano 19 e i giornalisti accreditati più di 300. Dal 1935 la Mostra diventò annuale, segno evidente del successo internazionale della manifestazione. In quello stesso anno venne istituita la Coppa Mussolini per il miglior film straniero e italiano, ma non esisteva una vera giuria. Era la presidenza della Biennale che decretava i vincitori dei premi. Oltre alla Coppa Mussolini, vennero distribuite le Grandi Medaglie d’oro dell’Associazione nazionale fascista dello spettacolo, inoltre i premi per le migliori interpretazioni e giovani registi alla loro opera prima.

Con il crescere della notorietà e del prestigio della rassegna, crebbe anche il numero di opere e dei Paesi partecipanti in concorso. A partire da questa edizione, però, e fino al Dopoguerra, alla Mostra non parteciparono più i film sovietici, mentre il prestigioso premio per gli attori assunse la denominazione di Coppa Volpi, dal cognome del conte Giuseppe Volpi, padre della rassegna.

Di edizione in edizione, molte furono le innovazioni della Mostra: nel 1937 venne inaugurato il nuovo Palazzo del Cinema, opera dell’architetto Luigi Quagliata, costruito a tempo di record secondo i dettami del Modernismo, diffusosi all’epoca e mai più abbandonato nella storia della rassegna, tranne che tra il 1940 ed il 1948.

Gli anni Quaranta rappresentarono uno dei momenti più difficili della rassegna a causa delle guerre in corso: le edizioni del 1940, 1941 e 1942 si svolsero a Venezia, ma lontano dal Lido. Pochi furono i Paesi partecipanti. La mostra riprese a pieno regime nel 1946 a seguito della conclusione della guerra, ma le proiezioni si svolsero stavolta al cinema San Marco, a causa della requisizione del Palazzo del Cinema da parte degli Alleati.

L’edizione del 1946 per la prima volta si svolse nel mese di settembre, a seguito dell’accordo con il neonato Festival di Cannes, che proprio nella primavera del ‘46 aveva organizzato la sua prima rassegna. Nel 1947 la mostra si tenne al Palazzo Ducale, in una splendida e unica cornice, raggiungendo un record di novantamila presenze. Il 1947 vide anche ripristinata la Giuria internazionale per assegnare il Gran premio internazionale di Venezia.

La crescita della Mostra e la sua importanza sempre maggiore portò a un richiesta di maggiori spazi: tra il 2000 e il 2001 la direzione si concentrò su un forte rafforzamento delle infrastrutture, affiancando ai palazzi storici nuove ampie sedi, ristrutturate o create appositamente per il festival, migliorando i collegamenti tra le diverse zone e portando lo spazio totale a disposizione della rassegna ad oltre 11.000 metri quadrati.

 
 

76° Emmy Awards: tutte le nomination! Shogun e The Bear i più nominati

Shōgun rifiuta la narrativa del salvatore bianco

La stagione degli Emmy è tornata e Tony Hale (“Veep”) e Sheryl Lee Ralph (“Abbott Elementary”) hanno annunciato le nomination agli Emmy del 2024, insieme al nuovo presidente della Television Academy Cris Abrego.

FX ha avuto i due programmi più nominati quest’anno: “Shogun” e “The Bear“. Il dramma giapponese ha ottenuto ben 25 nomination, compresi i riconoscimenti per la recitazione di Hiroyuki Sanada e Anna Sawai, mentre “The Bear” è subito dietro con 23. The Bear vede protagonisti Jeremy Allen White, Ayo Edebiri, Ebon Moss-Bachrach, Lionel Boyce e Liza Colón-Zayas che hanno ricevuto riconoscimenti come attori.

The Bear 3 spiegazione finalePer chi facesse confusione con gli Emmy di Gennaio 2024, specifichiamo. Gli scioperi di Hollywood hanno costretto la Television Academy a posticipare la trasmissione del 2023 a gennaio di quest’anno, proprio nel bel mezzo della stagione degli Oscar. E ora, appena nove mesi dopo, eccoci di nuovo a parlare di Emmy.

La 76esima edizione degli Emmy Awards sarà trasmessa in diretta dal LA Live Peacock Theatre del centro di Los Angeles domenica 15 settembre dalle 20:00. alle 23:00 ET/17:00 alle 20:00 PT sull’ABC. La trasmissione sarà quindi disponibile per essere trasmessa in streaming il giorno successivo su Hulu.

Emmy 2024Ecco tutti i candidati ai 76° Emmy Awards

Lead Actor in a Drama Series

  • Idris Elba (“Hijack”)
  • Donald Glover (“Mr. & Mrs. Smith”)
  • Walton Goggins (“Fallout”)
  • Gary Oldman (“Slow Horses”)
  • Hiroyuki Sanada (“Shōgun”)
  • Dominic West (“The Crown”)

Lead Actress in a Drama Series

  • Jennifer Aniston (“The Morning Show”)
  • Carrie Coon (“The Gilded Age”)
  • Maya Erskine (“Mr. and Mrs. Smith”)
  • Anna Sawai (“Shōgun”)
  • Imelda Staunton (“The Crown”)
  • Reese Witherspoon (“The Morning Show”)

Drama Series

  • “The Crown” (Netflix)
  • “Fallout” (Prime Video)
  • “The Gilded Age” (Max)
  • “The Morning Show” (Apple TV+)
  • “Mr. and Mrs. Smith” (Prime Video)
  • “Shōgun” (FX)
  • “Slow Horses” (Apple TV+)
  • “3 Body Problem” (Netflix)

Lead Actor in a Comedy Series

  • Matt Berry (“What We Do in the Shadows”)
  • Larry David (“Curb Your Enthusiasm”)
  • Steve Martin (“Only Murders in the Building”)
  • Martin Short (“Only Murders in the Building”)
  • Jeremy Allen White (“The Bear”)
  • D’Pharaoh Woon-A-Tai (“Reservation Dogs”)

Lead Actress in a Comedy Series

  • Quinta Brunson (“Abbott Elementary”)
  • Ayo Edebiri (“The Bear”)
  • Selena Gomez (“Only Murders in the Building”)
  • Maya Rudolph (“Loot”)
  • Jean Smart (“Hacks”)
  • Kristen Wiig (“Palm Royale”)

Comedy Series

  • “Abbott Elementary” (ABC)
  • “The Bear” (FX)
  • “Curb Your Enthusiasm” (Max)
  • “Hacks” (Max)
  • “Only Murders in the Building” (Hulu)
  • “Palm Royale” (Apple TV+)
  • “Reservation Dogs” (FX)
  • “What We Do in the Shadows” (FX)

Lead Actor in a Limited or Anthology Series

  • Matt Bomer (“Fellow Travelers”)
  • Jon Hamm (“Fargo”)
  • Tom Hollander — “Feud: Capote vs. the Swans”
  • Andrew Scott (“Ripley”)

Lead Actress in a Limited or Anthology Series

  • Jodie Foster (“True Detective: Night Country”)
  • Brie Larson (“Lessons in Chemistry”)
  • Juno Temple (“Fargo”)
  • Sofia Vergara (“Griselda”)
  • Naomi Watts (“Feud: Capote vs. the Swans”)

Limited or Anthology Series

  • “Baby Reindeer” (Netflix)
  • “Fargo” (FX)
  • “Lessons in Chemistry” (Apple TV+)
  • “Ripley” (Netflix)
  • “True Detective: Night Country” (Max)

Outstanding Talk Series

  • “The Daily Show”
  • “Jimmy Kimmel Live!”
  • “Late Night With Seth Meyers”
  • “The Late Show With Stephen Colbert”

Reality Competition Program

  • “The Amazing Race”
  • “RuPaul’s Drag Race”
  • “Top Chef”
  • “The Traitors”
  • “The Voice”

Supporting Actress in a Drama Series

  • Christine Baranski (“The Gilded Age”)
  • Nicole Beharie (“The Morning Show”)
  • Elizabeth Debicki (“The Crown Netflix”)
  • Greta Lee (“The Morning Show”)
  • Lesley Manville (“The Crown”)
  • Karen Pittman (“The Morning Show”)
  • Holland Taylor (“The Morning Show”)

Supporting Actor in a Drama Series

  • Tadanobu Asano (“Shōgun”)
  • Billy Crudup (“The Morning Show”)
  • Mark Duplass (“The Morning Show”)
  • Jon Hamm (“The Morning Show”)
  • Takehiro Hira (“Shōgun”)
  • Jack Lowden (“Slow Horses”)
  • Jonathan Pryce (“The Crown”)

Supporting Actress in a Comedy Series

  • Carol Burnett (“Palm Royale”)
  • Liza Colón-Zayas (“The Bear”)
  • Hannah Einbinder (“Hacks”)
  • Janelle James (“Abbott Elementary”)
  • Sheryl Lee Ralph (“Abbott Elementary”)
  • Meryl Streep (“Only Murders In The Building”)

Supporting Actor in a Comedy Series

  • Lionel Boyce (“The Bear”)
  • Paul W. Downs (“Hacks”)
  • Ebon Moss-Bachrach (“The Bear”)
  • Paul Rudd (“Only Murders In The Building”)
  • Tyler James Williams (“Abbott Elementary”)
  • Bowen Yang (“Saturday Night Live”)

Supporting Actress in a Limited or Anthology Series

  • Dakota Fanning (“Ripley”)
  • Lily Gladstone (“Under The Bridge”)
  • Jessica Gunning (“Baby Reindeer”)
  • Aja Naomi King (“Lessons In Chemistry”)
  • Diane Lane (“Feud: Capote vs. The Swans”)
  • Nava Mau (“Baby Reindeer”)
  • Kali Reis (“True Detective: Night Country”)

Supporting Actor in a Limited or Anthology Series

  • Jonathan Bailey “(Fellow Travelers”)
  • Robert Downey Jr. (“The Sympathizer”)
  • Tom Goodman-Hill (“Baby Reindeer”)
  • John Hawkes (“True Detective: Night Country”)
  • Lamorne Morris (“Fargo”)
  • Lewis Pullman (“Lessons In Chemistry”)
  • Treat Williams (“Feud: Capote vs. The Swans”)

Outstanding Animated Program

  • Blue Eye Samurai
  • Bob’s Burgers
  • Scavengers Reign
  • The Simpsons
  • X-Men ’97

Outstanding Production Design For A Narrative Contemporary Program (One Hour Or More)

  • The Crown
  • Fargo
  • The Gentlemen
  • The Morning Show
  • True Detective: Night Country

Outstanding Production Design For A Narrative Period Or Fantasy Program (One Hour Or More)

  • Fallout
  • The Gilded Age
  • Palm Royale
  • Ripley
  • Shogun

Outstanding Production Design For A Narrative Program (Half-Hour)

  • The Bear
  • Frasier
  • Hacks
  • Only Murders in the Building
  • What We Do in the Shadows

Outstanding Production Design For A Variety Or Reality Series

  • Last Week Tonight With John Oliver
  • The Late Show With Stephen Colbert
  • RuPaul’s Drag Race
  • Saturday Night Live
  • Squid Game: The Challenge

Outstanding Production Design For A Variety Special

  • Dick Van Dyke 98 Years Of Magic
  • 66th Grammy Awards
  • Hannah Waddingham: Home For Christmas
  • The Oscars
  • 76th Annual Tony Awards

Outstanding Casting For A Comedy Series

  • Abbott Elementary
  • The Bear
  • Curb Your Enthusiasm
  • Hacks
  • Only Murders in the Building

Outstanding Casting For A Drama Series

  • The Crown
  • The Morning Show
  • Mr. and Mrs. Smith
  • Shogun
  • Slow Horses

Outstanding Casting For A Limited Or Anthology Series Or Movie

  • Baby Reindeer
  • Fargo
  • Feud: Capote vs. the Swans
  • Ripley
  • True Detective: Night Country

Outstanding Casting For A Reality Program

  • The Amazing Race
  • The Golden Bachelor
  • Love on the Spectrum
  • RuPaul’s Drag Race
  • Squid Game: The Challenge

Outstanding Choreography For Variety Or Reality Programming

  • Dancing With The Stars
  • Dick Van Dyke 98 Years of Magic
  • The Oscars
  • RuPaul’s Drag Race
  • 76th Annual Tony Awards

Outstanding Choreography For Variety Or Reality Programming

  • Dancing with the Stars
  • Dick Van Dyke 98 Years of Magic
  • The Oscars
  • RuPaul’s Drag Race
  • 76th Annual Tony Awards

Outstanding Choreography For Scripted Programming

  • The Idol
  • Only Murders in the Building
  • Palm Royale
  • Physical

Outstanding Cinematography For A Multi-Camera Series (Half-Hour)

  • Bob Hearts Abishola
  • The Conners
  • Fraiser
  • How I Met Your Father
  • Night Court
  • The Upshaws

Outstanding Cinematography For A Single-Camera Series (Half-Hour)

  • The Bear
  • Hacks
  • Physical
  • Reservation Dogs
  • Sugar

Outstanding Cinematography For A Series (One Hour)

  • The Crown – Ritz
  • The Crown – Sleep, Dearie Sleep
  • Shōgun – Anjin
  • Shōgun – Crimson Sky
  • 3 Body Problem
  • Winning Time: The Rise Of The Lakers Dynasty

Outstanding Cinematography For A Limited Or Anthology Series Or Movie

  • All the Light We Cannot See
  • Fargo
  • Griselda
  • Lessons in Chemistry
  • Ripley
  • True Detective: Night Country

Outstanding Cinematography For A Nonfiction Program

  • Beckham
  • Jim Henson Idea Man
  • Our Planet II
  • Planet Earth III

Outstanding Cinematography For A Reality Program

  • The Amazing Race
  • Life Below Zero
  • Survivor
  • The Traitors
  • Welcome to Wrexham

Outstanding Commercial

  • Album Cover – Apple iPhone 15
  • Best Friends – Uber One | Uber Eats
  • Fuzzy Feelings – Apple – iPhone + Mac
  • Just Joking – Sandy Hook Promise
  • Like A Good Neighbaaa – State Farm
  • Michael CeraVe – CeraVe Moisturizing Cream
  • Television Academy Awards

Outstanding Period Costumes For A Series

  • The Gilded Age
  • The New Look
  • Palm Royale
  • Shōgun
  • Winning Time: The Rise Of The Lakers Dynasty

Outstanding Period Costumes For A Limited Or Anthology Series Or Movie

  • Feud: Capote vs. The Swans
  • Griselda
  • Lessons in Chemistry
  • Mary and George
  • Ripley

Outstanding Fantasy/Sci-Fi Costumes

  • Ahsoka
  • Echo
  • Fallout
  • Loki
  • What We Do In The Shadows

Outstanding Contemporary Costumes For A Series

  • The Bear
  • The Crown
  • Hacks
  • Only Murders in the Building
  • The Righteous Gemstones

Outstanding Contemporary Costumes For A Limited Or Anthology Series Or Movie

  • American Horror Story: Delicate
  • Baby Reindeer
  • Fargo
  • The Regime
  • True Detective: Night Country

Outstanding Directing For A Comedy Series

  • Abbott Elementary
  • The Bear – Fishes
  • The Bear – Honeydew
  • The Gentlemen
  • Hacks
  • The Ms. Pat Show

Outstanding Directing For A Drama Series

  • The Crown
  • The Morning Show
  • Mr. and Mrs. Smith
  • Shōgun
  • Slow Horses
  • Winning Time: The Rise Of The Lakers Dynasty

Outstanding Directing For A Limited Or Anthology Series Or Movie

  • Baby Reindeer
  • Fargo
  • Feud: Capote vs. The Swans
  • Lessons in Chemistry
  • Ripley
  • True Detective: Night Country

Outstanding Directing For A Variety Series

  • The Daily Show
  • Jimmy Kimmel Live!
  • The Late Show with Stephen Colbert
  • Saturday Night Live

Outstanding Directing For A Variety Special

  • Dave Chappelle: The Dreamer
  • Dick Van Dyke 98 Years Of Magic
  • The Oscars
  • Tig Notaro: Hello Again
  • 76th Annual Tony Awards
  • Trevor Noah: Where Was I

Outstanding Directing For A Documentary/Nonfiction Program

  • Albert Brooks: Defending My Life
  • Beckham
  • Girls State
  • The Greatest Night in Pop
  • Jim Henson Idea Man
  • Steve! (Martin) A Documentary in 2 Pieces
 
 

7500: la storia vera dietro il film

7500 storia vera

7500 (qui la recensione), film del 2019 diretto da Patrick Vollrath, si inserisce nel filone del thriller claustrofobico, con una messa in scena ridotta ma ad altissima tensione. Ambientato quasi interamente all’interno della cabina di pilotaggio di un aereo di linea, il film racconta una vicenda di dirottamento aereo con uno stile asciutto e realistico, facendo leva più sulla tensione psicologica che sull’azione spettacolare. Protagonista assoluto è Joseph Gordon-Levitt, nei panni del primo ufficiale Tobias Ellis, chiamato a confrontarsi con una situazione estrema e imprevedibile. Il titolo stesso fa riferimento al codice d’emergenza utilizzato nel settore dell’aviazione civile per segnalare un atto di pirateria aerea.

Quello che rende 7500 particolarmente interessante è la sua capacità di ridurre lo spazio narrativo al minimo, concentrandosi esclusivamente sulle reazioni dei personaggi coinvolti, sulle dinamiche tra ostaggi e dirottatori, e sulle difficili decisioni che il protagonista è costretto a prendere in tempo reale. Il film, infatti, evita volutamente ogni distrazione esterna: non ci sono salti temporali, flashback o sottotrame secondarie. Tutto si consuma davanti agli occhi dello spettatore in tempo quasi reale, amplificando il senso di ansia e impotenza. In questo senso, 7500 si pone come un esempio efficace di cinema d’urgenza, capace di raccontare una vicenda estrema attraverso la pura tensione narrativa.

Nel corso dell’articolo, analizzeremo non solo le scelte stilistiche e narrative che rendono il film un’esperienza visiva coinvolgente, ma ci soffermeremo anche sul legame di esso con eventi realmente accaduti. La vicenda narrata, pur con elementi romanzati, trae infatti ispirazione da casi reali di dirottamenti aerei avvenuti in Europa negli ultimi decenni. Sarà dunque interessante approfondire fino a che punto la trama rispecchi la realtà e quali elementi siano stati modificati per esigenze cinematografiche.

Joseph Gordon-Levitt in 7500
Joseph Gordon-Levitt in 7500

La trama di 7500

Il film segue la storia di Tobias Ellis, un giovane e tranquillo pilota americano che vive in Germania con la sua ragazza turca, Gökce, che lavora come hostess. I due, un giorno, si trovano a volare insieme per lavoro su un normale aereo passeggeri da Berlino a Parigi. Tobias è il secondo comandante affiancato da Michael, il primo pilota. Tutto sembra andare bene, fino a quando, poco dopo il decollo, improvvisamente un gruppo di terroristi tenta di prendere d’assalto la cabina di volo, ferendo gravemente Michael e il braccio di Tobias.

Il giovane co-pilota spaventato, riesce a chiudere la porta e contattare la torre di controllo per un atterraggio di emergenza. Ma i dirottatori iniziano ad agitarsi, uccidono un passeggero e ne prendono in ostaggio un altro minacciando di tagliargli la gola se Tobias non li lascerà entrare in cabina.
Tobias sarà così costretto ad affrontare una situazione inimmaginabile per impedire ai terroristi di massacrare tutti i passeggeri.

La storia vera dietro il film

Tecnicamente, 7500 non è basato su una storia vera. La vicenda narrata nasce dalla volontà di Vollrath di realizzare un film ambientato all’interno della cabina di pilotaggio di un aereo, evitando però di rifare la solita versione del dirottamento che ritrae un tipico eroe d’azione hollywoodiano che salva la situazione. Egli preferiva infatti concentrarsi sulla tensione e la claustrofobia di un pilota che deve prendere decisioni difficili in un ambiente così stressante. Per prepararsi al film, ha quindi letto rapporti su dirottamenti realmente avvenuti e ha dovuto mettersi al passo con gli aspetti tecnici di un aereo e i protocolli richiesti ai piloti.

Joseph Gordon-Levitt e Omid Memar in 7500
Joseph Gordon-Levitt e Omid Memar in 7500

Ha ricevuto inoltre un grande aiuto da Carlo Kitzlinger, l’attore che interpreta il pilota al fianco del personaggio di Gordon-Levitt. Kitzlinger aveva lavorato come pilota professionista per Lufthansa e ha aiutato i realizzatori del film a mantenere il tutto il più vicino possibile alla realtà. Oltre a realizzare un film che lasciasse il pubblico senza fiato, Vollrath voleva anche aggiungere più profondità e dimensioni ai suoi personaggi. Non voleva creare una linea netta tra il bene e il male e voleva evitare di stereotipare i ruoli. Concentrandosi sulla pressione affrontata dal pilota, voleva anche dare un assaggio della paura provata da un giovane che si trova coinvolto in una situazione che non ha scelto.

In un’intervista con Variety, Vollrath ha infatti spiegato come è arrivato al personaggio del dirottatore Vedat. “Nel 2015 c’è stato un periodo in cui molti ragazzi molto giovani, per lo più europei, hanno lasciato le loro case e hanno cercato di unirsi all’ISIS. Ho visto un servizio su un ragazzo di 18 anni che era tornato dopo essersi unito all’ISIS… completamente disilluso e deradicalizzato… Ho sentito il desiderio di realizzare un film su un ragazzo che si deradicalizza nel momento in cui si ritrova con le mani sporche di sangue. E da lì ho voluto raccontare la storia di un ragazzo che stava diventando così. Ma lui non è solo una vittima, è anche un carnefice, o un misto di entrambi. È proprio questa sottile linea che mi ha interessato”, ha detto.

Ma nell’esplorare questo territorio, ha anche dovuto riconoscere il bisogno di vendetta che crea una spirale infinita di violenza. “Mentre stavo scrivendo, sono avvenuti gli attentati di Parigi e quelli in Germania. Ho smesso di scrivere e mi sono chiesto: ‘Devo continuare a raccontare una storia su questa situazione?’. Mi sono detto che dobbiamo cercare di dare una risposta su come uscire da questa spirale di orrore. Come rompere questo circolo vizioso di violenza che genera altra violenza”, ha aggiunto. Pur non avendo basato il film su precise vicende reali, il regista si è dunque basato sui più recenti casi di attentati terroristici, anche quelli non avvenuti a bordo di aerei in volo.

 
 

7500, recensione del film con Joseph Gordon-Levitt

7500 recensione

Presentato in anteprima al Festival di Locarno e disponibile dal 18 giugno su Amazon Prime Video, 7500 è l’esordio al lungometraggio del regista tedesco Patrick Vollrath, che aveva già fatto parlare di sé al Festival di Cannes, dove aveva presentato il cortometraggio Alles Wird Gut. Per la sua opera prima, Vollrath si affida a Joseph Gordon-Levitt, star hollywoodiana dalla carriera sicuramente particolare. Di indiscusso talento ed estrema curiosità, porta avanti una carriera misurata, operando scelte mai scontate e abbracciando causa e film che potrebbero essere considerati rischiosi. È il caso di 7500 che racconta di un attentato terroristico a bordo di un aereo con il conseguente tentativo di dirottamento.

Tobias (Joseph Gordon-Levitt) è il co-pilota di un volo commerciale che da Berlino è diretto a Parigi, ha una relazione con una delle hostess a bordo dello stesso volo, che è anche madre di suo figlio. Non appena il volo raggiunge l’alta quota, si palesano a bordo dei terroristi, integralisti religiosi, che tentano di dirottare l’aereo. Tutto il racconto è concentrato su Tobias, che da una parte vorrebbe intervenire attivamente per abbattere gli assalitori e difendere non solo i passeggeri ma soprattutto la donna che ama, dall’altra sente la responsabilità del comando, come un capitano coraggioso che nella tempesta si impegna a far approdare la nave in porto, non importa a quale costo.

In 7500, Joseph Gordon-Levitt è un eroe per caso

7500 si inserisce pienamente nella tradizione del thriller claustrofobico, ambientato interamente in uno spazio angusto che, in questo caso, non è soltanto l’aereo in volo, isolato dal resto del mondo, ma è proprio la cabina di pilotaggio, lo spazio della sopravvivenza e della responsabilità. L’eroe per caso di Joseph Gordon-Levitt porta sulle sue spalle tutto il film, non solo le sorti dei passeggeri a bordo dell’aereo, e dalla sua postazione privilegiata, si comporta come un assediato all’interno di un castello: la porta della cabina viene percossa in continuazione, per tutta la durata del film, tanto che il rumore sembra il suono di un ariete che tenta di sfondare le protezioni dall’assedio. Il monitor, che gli mostra i movimenti nello spazio antistante alla cabina, è l’occhio che gli permette di essere al corrente di ciò che accade fuori, ma questa conoscenza se da un lato lo mette in controllo della situazione, dall’altro lo rende anche terribilmente consapevole di quello che potrebbe succedere, del pericolo effettivo che corrono gli ostaggi (e la sua amata).

Il pregio più grande di 7500 è il sapiente uso che Vollrath fa dello spazio, attraverso lunghi piani sequenza tesi a restituire il tempo reale dell’attacco e del suo epilogo, in maniera sempre più concitata, aderendo pienamente al genere. Nulla di nuovo, quindi, ma è chiaro che siamo di fronte ad un giovane di talento che ha confezionato un prodotto perfettamente inserito nei canoni, un vero e proprio gioiellino per gli appassionati del genere.

 
 

7 team che vorremmo nel MCU dopo la fusione Disney/Fox

La Disney ha ufficialmente “assorbito” la 21st Century Fox, e come conseguenza diretta della fusione, avrà accesso a tutti i personaggi Marvel finora gestiti dallo studio concorrente. Questo, per i fan, significa una cosa sola: il “ritorno” a casa dei loro eroi che ora potranno inserirsi nel MCU e mescolare le loro avventure a quelle dei Vendicatori.

Ma quali sono i team che vorremmo vedere presto nell’universo cinematografico Marvel? Ecco 7 proposte:

1Dark Avengers

Dark Avengers

Sempre a proposito di importanti crossover, la trama di Dark Reign potrebbe fornire i presupposti per l’arrivo nel MCU degli Oscuri Vendicatori, coloro che dopo gli eventi di Secret Invasion si riuniscono nello stesso team formato da Norman Osborn (che nel frattempo ha ottenuto poteri speciali dal governo americano).

Si tratta principalmente di una squadra di supercriminali, sulla falsariga di una Suicide Squad, agli ordini di Osborn, con costumi e nome di celebri supereroi. Tra questi ci sono Bullseye, Moonstone, Venom, Ares, Sentry, Noh-Varr e Daken.

Un’ipotesi alquanto intrigante per il MCU che non ha mai proposto un cinecomic con villain assoluti protagonisti.

LEGGI ANCHE – Marvel: gli X-Men che l’universo condiviso “deve evitare”

Fonte: Screenrant

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7 sconosciuti a El Royale: trama e cast del film di Drew Goddard

7 sconosciuti a El Royale film

Drew Goddard si è affermato nel panorama cinematografico e televisivo statunitense come una personalità alla continua ricerca di sperimentazioni e novità narrative e visive. Noto come sceneggiatore di film come Cloverfield, Sopravvissuto – The Martian, e di serie come Buffy l’ammazzavampiri, Alias e Lost, egli si è in due occasioni cimentato anche con la regia. La prima volta risale al 2011, quando realizzò l’ingegnoso horror Quella casa nel bosco, mentre nel 2018 è tornato sul grande schermo con 7 sconosciuti a El Royale, da lui anche scritto e prodotto, all’interno del quale torna a giocare con il genere, i suoi canoni e le possibilità di decostruzione attraverso cui dar vita a qualcosa di inedito.

Il film (qui la recensione), il cui titolo originale è Bad Times at the El Royale si configura come un thriller neo-noir composto da un cast di grandi celebrità hollywoodiane. Anche in questo caso Goddard gioca con la storia per ottenere sempre risvolti inaspettati. In particolare, ciò che emerge, è il ritratto di un’umanità ricca di complessi, continuamente scissa tra bene e male, con forti crisi di fede in atto. Visivamente accattivante, con colori e scenografie che si fanno specchio dell’animo dei personaggi, il film è poi stato accolto in modo molto positivo dalla critica.

Pur non ottenendo un buon successo economico, questo ha guadagnato una propria schiera di fan, che ancora oggi non mancano di parlarne e di analizzarlo in ogni suo più piccolo aspetto. Per gli amanti dei film che non sono quello che sembrano, questo è un titolo da non perdere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

7 sconosciuti a El Royale: la trama del film

La vicenda si svolge nell’hotel El Royale, situato al confine tra il Colorado e il Nevada. Qui si incontrano sette personaggi, ognuno con il proprio vissuto e i propri scheletri nell’armadio. Tra questi vi sono l’agente FBI Dwight Broadbeck, incaricato di risolvere alcuni misteri legati a quel luogo, la hippie Emily Summerspring e il prete cattolico Daniel Flynn. A loro si aggiungeranno poi anche l’impiegato dell’hotel Miles Miller, la giovane afroamericana Darlene e Rose, sorella di Emily. I tesi rapporti tra di loro inizieranno a farsi sempre più complicati nel momento in cui un nuovo elemento si presenterà a El Royale, ovvero il sadico Billy Lee. I reali motivi della presenza di ognuno di loro in quell’hotel verranno dunque ben presto alla luce.

7 sconosciuti a El Royale: il cast del film

Come anticipato, il film è interpretato da alcuni tra i più noti interpreti del momento a Hollywood. Tra questi si ritrovano Jon Hamm, celebre per la serie Mad Men e qui impegnato nei panni dell’agente Dwight Broadbeck, un ruolo inizialmente pensato per l’attore Russell Crowe. L’attore ebbe solo un giorno per leggere la sceneggiatura e una settimana per memorizzarla. Il prete Daniel Flynn è invece interpretato dal premio Oscar Jeff Bridges, il quale era la prima scelta del regista e che accettò di partecipare al film subito dopo aver letto la sceneggiatura. Per il ruolo di Darlene è invece stata scelta l’attrice Cynthia Erivo. Celebre anche come cantante, questa chiese al regista di aggiungere un monologo per il suo personaggio, così da conferire anche a questo un suo momento di valore.

7 sconosciuti a El Royale cast

Nel ruolo del criminale Billy Lee si ritrova invece Chris Hemsworth, il quale aveva già collaborato con Goddard per Quella casa nel bosco. Reduce da uno dei film di Thor, l’attore aveva in quel momento un fisico particolarmente imponente. Al suo personaggio è assegnato il colore rosso, che rappresenta la sua voglia di sangue e morte. Per assumere il nuovo ruolo, dunque, si trovò a dover perdere circa 15 chili di muscoli. Primaria fonte di ispirazione per il suo personaggio è stato il celebre assassino Charles Manson. Nel film si ritrovano poi l’attrice Dakota Johnson nei panni di Emily Summerspring e Cailee Spaeny in quelli di sua sorella Rose. L’attore Lewis Pullman è l’impiegato Miles Miller, mentre il regista canadese Xavier Dolan ha un piccolo ruolo come Buddy Sunday. Completano poi il cast Shea Whigham nei panni del dottor Woodbury Laurence e Nick Offerman in quelli di Felix O’Kelly.

7 sconosciuti a El Royale: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di 7 sconosciuti a El Royale grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Disney+, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 20 settembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

 
 

7 Sconosciuti a El Royale: recensione del film di Drew Goddard

7 sconosciuti a el royale

Film d’apertura della tredicesima edizione della Festa del cinema di Roma, 7 Sconosciuti a El Royale è l’opera seconda di Drew Goddard. L’idea dell’hotel come laboratorio del mondo e microcosmo dell’umanità non è certo nuova nel cinema hollywoodiano, per questo si rimanda il giudizio alla capacità dei singoli autori di plasmarla e attualizzarla secondo le esigenze artistiche personali o le urgenze politiche del tempo in cui vivono. Ci era riuscito Stanley Kubrick nel 1980 con Shining, quando il racconto degli orrori dell’Overlook Hotel sconvolse l’atteggiamento della critica nei confronti del genere horror e abituò gli spettatori ad un altro tipo di esperienza con la paura; l’epoca era abbastanza fertile e il regista così ispirato da scatenare nella coscienza americana un senso di ansia che il luogo fisico metteva in scena, ospitava, a cui dava una forma reale e immaginaria.

Ovviamente non è un racconto classico dell’orrore (eppure potrebbe sembrarlo, vista l’allucinazione in cui è immerso), tuttavia 7 Sconosciuti a El Royale di Drew Goddard – noto sceneggiatore di serie tv e candidato all’oscar per The Martian – condivide con il capolavoro di Kubrick la stessa concezione del luogo come casa-laboratorio dove vengono prodotte immagini più o meno realistiche della società: non siamo in Colorado, ma al confine tra Nevada e California, e laddove l’Overlook funzionava da epicentro  dell’inconscio collettivo con conseguente perdita dell’identità, questo El Royale di inizio anni Settanta manifesta i traumi di un paese che sta cambiando, nel bene e nel male, la decadenza del “sogno”, le ferite della guerra in Vietnam, la risposta delle sette religiose alle incertezze della politica, i danni perpetuati alla popolazione afroamericana e così via.

Questa fascinazione del reale si traduce sullo schermo in 7 Sconosciuti a El Royale nell’incontro tra sette personaggi che in comune hanno la voglia di riscatto e la volontà di redimersi, ognuno a suo modo, facendosi a pezzi prima di una fine imminente; di certo la visione di Goddard sulla storia è più ottimista di quella di Shining, secondo cui la vera utopia è accettare il fatto che le radici del male sono comunque nell’uomo e che questo non dovrebbe consolarci affatto. Piuttosto, in Bad Times at El Royale, si ribadisce – anche romanticamente – la possibilità che esista uno spiraglio tra l’orrore e la bellezza, e che in questo spiraglio l’arte, o una forma di comunicazione in generale, abbia un peso e un potere inestimabili. La scena finale del film ne è il perfetto testamento e il messaggio che il regista voleva trasmettere: fuori dal tempo e dalla civiltà, questo motel fatiscente situato al confine, dunque neutrale e indefinito, racconta più di quanto pensiamo la memoria americana e i danni che si ripercuotono nel presente.

Trailer di 7 sconosciuti a El Royale

 
 

7 Sconosciuti a El Royale arriva nelle sale italiane

7 sconosciuti a el royale

Dopo esser aver aperto la XIII edizione della Festa del Cinema di Roma, 7 Sconosciuti a El Royale arriva nelle sale italiane. Il sensazionale thriller diretto diretto dal candidato al Premio Oscar Drew Goddard (sceneggiatore di Sopravvissuto – The Martian, regista di Quella casa nel Bosco) segue le vicende, nell’arco di una notte, degli ospiti dell’hotel El Royale, al confine tra California e Nevada. 7 misteriosi sconosciuti, ognuno con un passato da svelare, interpretati da un cast stellare che include anche il Premio Oscar Jeff Bridges (Il Grinta) e Chris Hemsworth (Rush, Avengers: Infinity War).

“Billy Lee è imprevedibile e incredibilmente istintivo”: così Chris Hemsworth descrive il suo personaggio, affascinante quanto pericoloso e che porterà ulteriore scompiglio a El Royale. Jeff Bridges è invece Padre Flynn: ma El Royale non è propriamente un posto per preti e la sua presenza suscita più di una perplessità negli altri ospiti.

LEGGI ANCHE: Sconosciuti a El Royale, la recensione del film di Drew Goddard

Insieme a Hemsowrth e Bridges, 7 sconosciuti ad El Royale vanta le eccezionali performance di Jon Hamm (Mad Men, Baby Driver – Il genio della fuga), Cynthia Erivo (Widows – Eredità criminale), Cailee Spaeny (Pacific Rim: Uprising), Lewis Pullman (La battaglia dei sessi).

Sette estranei, ognuno con un passato da seppellire, si incontrano nel fatiscente El Royale, un hotel a Lake Tahoe sul confine tra California e Nevada. Nel corso di una notte, ognuno di loro avrà un’ultima possibilità per redimersi, prima che vada tutto in malora.

 
 

7 Psicopatici: recensione del film con Colin Farrell

Con la sua opera prima Martin McDonagh ci aveva fatto ridere, ci aveva fatto anche un po’ commuovere, e soprattutto aveva realizzato una delle migliori sceneggiature originali degli ultimi anni. Non c’è da stupirsi quindi se questo suo secondo lavoro da regista/sceneggiatore fosse molto atteso. Il 15 novembre uscirà al cinema 7 Psicopatici e chi ha amato In Bruges, non può fare altro che correre al cinema. Martin (Colin Farrell) è uno sceneggiatore irlandese che vive a Hollywood e sta cercando di lavorare ad una storia per un nuovo film dal titolo, appunto, 7 Psicopatici.

Un certo disfattismo e la sua pericolosa relazione con l’alcool gli impediscono di procedere con il lavoro, fino a che non si offre di aiutarlo il suo migliore amico, Billy (Sam Rockwell), un ragazzo che per vivere fa il “rapitore di cani”, ovvero rapisce i cani e li restituisce una volta che il padrone ha predisposto una ricompensa per il ritrovamento. Suo socio in “affari” è Hans (Christopher Walken), che passa tutto il suo tempo tra il “deposito” di cani rubati e l’ospedale in cui è ricoverata la sua amata moglie. Le oziose e tranquille vite dei tre vengono stravolte quando Billy rapisce il cane sbagliato: il suo proprietario, un boss psicopatico (Woody Harrelson), è disposto a tutto pur di riavere la sua amata e pelosa Bonnie.

7 Psicopatici, il film

7 Psicopatici

Una trama apparentemente intricata e tanti personaggi magnificamente scritti compongono questo film surreale che commenta se stesso in ogni battuta e in ogni dialogo tra gli squinternati protagonisti. McDonagh fa un eccelso lavoro, costruisce il film progressivamente, lasciando lo spettatore disorientato tra realtà e finzione per tutta la prima parte, svelando solo con il procedere del racconto le sue intenzioni.

Se regia e sceneggiatura costituiscono una buona parte della riuscita del film, il cast è senza dubbio un altro elemento fondamentale, e McDonagh si affida a Colin Farrell, che con lui ha vinto il suo primo Golden Globe, che non delude, regalandoci una performance divertente e sbigottita, in un ruolo che gli si addice alla perfezione. A fargli da spalla troviamo il sempre ottimo Sam Rockwell, attore molto dotato sia in ruoli drammatici che in quelli comici, che qui sfodera le sue ormi migliori. E ancora Christopher Walken e Woody Harrelson concludono il quadro dei protagonisti straordinariamente psicopatici. Nel cast anche Abbie Cornish, Olga Kurylenko e uno straordinariamente inquietante Tom Waits, nel ruolo dell’unico autentico psicopatico dichiarato.

7 Psicopatici è una commedia pulp straordinariamente divertente, che non manca di momenti deboli, ma che si fa il verso dal primo all’ultimo minuto, scandita da dialoghi serrati e geniali, splendidamente scritti per ogni ruolo, che per quanto piccolo, è fondamentale alla costruzione di una narrazione stratificata e onirica.

 
 

7 Psicopatici blu-ray – recensione

7-psicopatici-blu-rayArriva in Blu-ray e Dvd, distribuiti da Universal Pictures Italia, la pulp-comedy  7 Psicopatici, secondo lavoro di Martin McDonagh che ha esordito pochi anni fa con l’apprezzatissimo In Bruges – La coscienza dell’assassino.

 
 

7 personaggi salvati dai fans

7 personaggiSempre più spesso capita che le produzioni cinematografiche, o anche televisive, consultino il pubblico per decidere definitivamente della sorte di alcuni personaggi.

La storia del cinema e della televisione, ma anche della letteratura, èpiena di personaggi che sono stati salvati dai fans, ovvero personaggi che sarebbero dovuti morire o comunque essere accantonati in qualche modo, ma che grazie ai fans sono stati risuscitati/salvati/riperscati/reinserti e posti di nuovo al centro delle loro storie.

Ecco una piccola gallery di 7 personaggi che sono stati salvati dai fans:

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7 personaggi Fox Marvel che meritano una seconda chance nel MCU dopo Deadpool & Wolverine

Magneto

Ci aspettavamo che Deadpool & Wolverine chiudesse la porta dell’universo Fox. Invece, ha celebrato la Terra-10005 e ha posto le basi perché quel mondo continui a prosperare insieme alla Terra-616/la Sacra Linea Temporale.

Sebbene sperassimo in dei camei, il threequel ha alzato la posta in gioco portandoci nel Vuoto prima di dare una seconda possibilità a Elektra (Jennifer Garner), Blade (Wesley Snipes), Gambit (Channing Tatum) e X-23 (Dafne Keen). È stato davvero speciale, ma ci ha fatto pensare… quali altri eroi e cattivi della Terra-10005 meritano una seconda possibilità nel MCU?

Questo potrebbe avvenire in un prossimo progetto della Saga del Multiverso (il che sembra più probabile) o anche nel MCU, che si dice sia il piano per questo mondo condiviso dopo Avengers: Secret Wars. Speriamo che i nomi precedenti vi sorprendano!

1Magneto

Michael Fassbender Magneto

Il franchise degli X-Men ha sicuramente bisogno di abbandonare Magneto, ma ci sono ancora molti modi diversi in cui questo cattivo potrebbe essere utilizzato. Tra questi c’è anche la strada dell’eroe/antieroe, che si è rivelata così popolare nelle sue recenti avventure a fumetti. Anche come membro degli X-Men, non rinuncia a adottare misure estreme per affrontare gli umani che li minacciano.

Con tutto il rispetto per il leggendario Sir Ian McKellen, Michael Fassbender è sempre stato il miglior Maestro del Magnetismo. Non avendo mai ricevuto materiale particolarmente forte con cui lavorare da quando Matthew Vaughn ha lasciato la serie, Fassbender avrebbe sicuramente colto al volo l’occasione di unirsi al MCU.

Ci piacerebbe vedere Magneto alla guida degli X-Men al fianco del Professor X, evitando la prevedibile svolta da cattivo, scontrandosi con Charles sul piano filosofico piuttosto che su quello fisico. D’altra parte, una scena con Scarlet Witch in Avengers: Doomsday è molto allettante…

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7 nuovi poster per Inception!

Sono uscite ben sette character poster di Inception, che svelano anche alcuni dettagli dei vari personaggi del kolossal di Christopher Nolan.

 
 

7 nuovi poster per Inception!

Inception

Sono uscite ben sette character poster di Inception, che svelano anche alcuni dettagli dei vari personaggi del kolossal di Christopher Nolan.

Ciascuna locandina mostra uno dei protagonisti, descritto dalla tagline: Leonardo DiCaprio è l’Estrattore, Ken Watanabe  è il Turista, Joseph Gordon-Levitt è l’Uomo Punto (The Point Man), Marion Cotillard è l’Ombra, Ellen Page è l’Architetto, Tom Hardy  è il Contraffattore, Cyllian Murphy è l’Obiettivo. La spiegazione di questi nomi non è ben chiara, anche se sappiamo che il personaggio di Ellen Page è davvero un architetto (ma che lavora anche sulla manipolazione dei sogni) e che Cyllian Murphy è l’obiettivo della missione del team di Leonardo DiCaprio (incaricato di “impiantare” una idea).

 
 

7 nuovi poster per Inception!

Inception

Sono quattro i nuovi banner promozionali di Inception pubblicati da VirginMedia e ScreenWeek, tutti molto suggestivi. Potete vederli  cliccando sulle miniature sottostanti:

Intanto, continua il virale del film. Mentre per le strade di Chicago sono comparsi dei nuovi poster dedicati al “furto dei pensieri” e altri crimini della mente, è online il “terzo livello” del gioco Mind Crime, a questo indirizzo: http://www.mind-crime.com/stage3.

E’ simile al secondo livello – il nuovo livello contiene, nel gameplay, anche dei personaggi chiamati “servizio di sicurezza dell’inconscio”, armati di pistola, che spareranno al giocatore nel caso lo identifichino. Inoltre sono stati aggiunti anche due nuovi oggetti: un orologio che rallenta il tempo, e occhiali da sole che impediscono di essere identificati. La creazione delle mappe è diventata molto ricca, e si possono aggiungere cinema, torri, magazzini e molto altro, e vengono sbloccati mano a mano che si procede nel gioco. Poi si può controllare la difficoltà di gioco o stabilire i livelli di sicurezza per impedire che altri “rubino” i propri asset.  Sicuramente nei prossimi giorni, proprio come accaduto nel primo e nel secondo livello, verranno sbloccati nuovi contenuti del film come premi di gioco… Inception uscirà il 16 luglio 2010 negli USA, da noi 3 settembre 2010.