Home Blog Pagina 3177

La Pecora Nera: recensione del film di Ascanio Celestini

Il film La Pecora Nera di Ascanio Celestini, vincitore del “Premio Fondazione Mimmo Rotella” (dedicato alle opere più vicine alle arti figurative) allo scorso Festival del Cinema di Venezia, rappresenta l’ultimo atto di un percorso iniziato otto anni fa. Nel 2002 infatti Celestini, autore-attore teatrale romano ormai affermato e pluripremiato, insieme al Teatro Stabile dell’Umbria ha pensato di portare in scena un pezzo della nostra storia troppo spesso rimosso, come viene rimosso e accantonato tutto ciò che riguarda la malattia mentale.

Si tratta, infatti, della storia dei manicomi italiani: da quando erano ancora “le carceri dei matti” a quando, nel 1978, la legge Basaglia ne inaugurò la lenta dismissione. È questo mondo che Celestini racconta dal 2005 nello spettacolo La Pecora Nera, proponendolo con successo in Italia e all’estero. Alle spalle, un lungo lavoro antropologico: tre anni di ricerche e interviste su tutto il territorio nazionale, per raccontare la Storia attraverso le storie di chi il manicomio l’ha vissuto – medici, ma soprattutto infermieri e pazienti.

La Pecora Nera, il film

Molti forse vedranno un eccessivo autocompiacimento da parte dell’autore nel voler proporre, dopo lo spettacolo e il romanzo, anche il film. E saranno scettici circa la possibilità che nel passaggio al cinema Celestini, ottimo affabulatore, sia riuscito ad uscire dalla logica teatrale, basata sulla parola, in cui l’attore col solo ritmo e intensità del suo discorso deve catturare l’attenzione del pubblico. Diciamolo subito: c’è del teatro in La Pecora Nera. C’è una sceneggiatura molto fedele al testo dello spettacolo, scritta dallo stesso Celestini assieme a Ugo Chiti e Wilma Labate. E c’è indubbiamente molta parola, a partire dalla voce fuori campo dello stesso Celestini, nei panni del protagonista, che tiene le redini di tutta la storia, e sembra a tratti entrare in competizione con gli stessi personaggi. La parola resta per lui importantissima e non ci ha voluto rinunciare, anche a costo di apparire ridondante.

Qui però inizia la specificità del film: innanzitutto perché i personaggi evocati dalla voce narrante ora prendono corpo, interpretati da Giorgio Tirabassi (nel ruolo del coprotagonista), Luisa De Santis (la suora), Maya Sansa (Marinella adulta) e dallo stesso attore–regista – presente anche Peppe Servillo in un cameo. Prende corpo la storia di Nicola, entrato in manicomio da ragazzino, negli anni ’60, e lì rimasto per trent’anni. Difficile capire se sia pazzo anche lui, o sia stato solo sfortunato. È attraverso il cinema, proprio grazie all’immagine, che Ascanio Celestini porta lo spettatore a vedere con gli occhi di questo personaggio, a vivere la stessa esperienza da lui vissuta.

Poi ci sono gli ambienti, quelli che in teatro erano solo evocati, ma che ognuno poteva immaginare a suo modo. Qui sono inequivocabilmente presenti in tutto il loro squallore, o meglio quello del padiglione 18 dell’ex manicomio di Roma, in cui sono state girate molte scene: stanze, corridoi, muri. Proprio un muro è protagonista, insieme a un paziente, di una delle sequenze più eloquenti del film, pur senza parole. Poi ancora, eminentemente cinematografico è il risalto dato ad alcuni oggetti-chiave, fondamentali per sciogliere le ambiguità del racconto (penso ad esempio alla dicotomia tra le scarpe e gli zoccoli). Spunti interessanti, dunque, nell’utilizzo del mezzo cinematografico, apprezzabili in un’opera prima come questa.

Ma i pregi de La Pecora Nera, al di là delle diatribe sulla perizia tecnica, risiedono altrove: ottima l’interpretazione degli attori. La capacità recitativa di Ascanio Celestini regge bene l’impatto con la fotografia cinematografica diretta da Daniele Ciprì, che scruta le espressioni e le movenze nei minimi dettagli. Giorgio Tirabassi riesce a rendere perfettamente la  bizzarria tipica della malattia mentale. Il tutto infatti è raccontato con parole ed immagini in maniera emotivamente coinvolgente, ma anche con leggerezza, destreggiandosi sapientemente tra comicità e dramma. Celestini ci guida nel mondo della malattia mentale, facendoci lasciare fuori dal cancello del “manicomio elettrico” pregiudizi e stereotipi sulla follia. Facendoci anche riflettere su come il nostro mondo moderno, figlio di quei “favolosi anni ’60”, non sia poi tanto diverso da quello del manicomio.

L’operazione, insomma, riesce, anche grazie al genuino coinvolgimento che parte da Celestini stesso, ed è fatto proprio da tutti gli attori. Lo dimostrano le loro interpretazioni. Lo dimostra il fatto che il regista abbia voluto accanto a sé nel cast anche il vero Nicola, che in realtà si chiama Alberto, e Adriano, un infermiere che ha lavorato per anni al Santa Maria della Pietà a Roma. Sono loro ad aver vissuto e raccontato a Celestini molto di ciò che vediamo nel film. L’attore affida proprio ad Alberto la chiusura dell’opera. Questo sì, un colpo di teatro che strappa l’applauso al pubblico in sala.

I racconti di Terramare: recensione del film di Goro Miyazaki

0

La recensione del film d’animazione di I racconti di Terramare di Goro Miyazaki, con le voci di Marco Vivio (Arren), Vittorio di Prima (Sparviere), Roberta Paladini (Tenar), Alessandra Cassioli (Aracne), Gemma Donati (Therru) 

I racconti di TerramareNel mondo di Terramare continuano ad accadere disgrazie, e l’equilibrio con il vicino reame dei draghi è stato compromesso: Arren, l’erede al trono, che soffre di uno sdoppiamento di personalità, uccide suo padre il re e si autoesilia. In cerca di redenzione il ragazzo fugge, incontrando i maghi Sparviere e Tenar e la giovane Therru e decidendo di affrontare Aracne, un mago oscuro in cerca del segreto per ottenere la vita eterna e a capo dei mercanti di schiavi che imperversano nel regno. Arren affronterà con i suoi nuovi amici questa minaccia, lottando contro la sua metà oscura, fin quando non riuscirà a sconfiggere Aracne, con l’aiuto di Therru, diventata un drago nelle fasi finali della battaglia, e a riportare l’equilibrio nel mondo.

I racconti di Terramare: recensione del film di Goro Miyazaki

Analisi

I racconti di Terramare – Il fantasy è il genere di gran moda degli ultimi anni e non stupisce che Goro Miyazaki, figlio di Hayao, abbia scelto una storia di questo tipo per il suo debutto, tenendo conto che nel Paese del Sol levante il genere, declinato all’occidentale (Record of Lodoss War) o all’orientale (Rg Veda) è stato ampliamente frequentato da diversi autori, non ultimo Miyazaki senior, in film come Nausicaa nella valle del vento, Il castello errante di Howl e La città incantata.

Scegliendo di adattare una parte del complicato ciclo di Earthsea di Ursula K. Le Guin (che non ha gradito che sia stato il figlio e non il padre a portare in animazione il suo universo di fantasia) si mette forse con le sue stesse mani un po’ nei pasticci, e i risultati possono non sembrare eccelsi, soprattutto per i puristi dell’autrice, che serve a Goro solo come punto di partenza, visto che la vicenda narrata è molto diversa.

Goro Miyazaki ha senz’altro talento, ma deve forse ancora lavorarci su e provare a staccarsi dalla lezione stilistica, ottima per altro, di suo padre, che segue diligentemente senza aggiungeci granché: I racconti di Terramare è comunque uno spettacolo fantasy ben realizzato e avvincente, con il tema di fondo dell’espiazione e della ricerca di sé. I personaggi sono però un po’ troppo schematici, emergono Sparviere e Aracne, rispettivamente tra i buoni e i cattivi, per il loro essere outsider e un po’ meno stereotipati degli altri, oltre all’enigmatica Therru, che però non ha la grinta delle ragazze d’acciaio dei film di Hayao, Nausicaa e Sheeta in testa.

Per il resto bellissimi gli scenari, belle le ambientazioni, a metà strada tra le Mille e una notte e l’Irlanda, coinvolgente la colonna sonora e la trama in ogni caso sa avvincere. Certo, con Miyazaki padre ci si è abituati bene, Miyazaki figlio svolge un buon compito ma i paragoni sono inevitabili, anche se comunque siamo sempre ad un ottimo livello come trama e animazione, con forse un po’ troppo uso e abuso del computer in un paio di sequenze nel castello di Aracne che risultano davvero poco incisive.

Ma il volo dei draghi, all’inizio e alla fine, ha comunque il respiro dei film di Miyazaki padre: I racconti di Terramare è stato accolto comunque bene in Giappone, c’è da sperare che Goro Miyazaki si rimetta al lavoro, magari provando a fare qualcosa di un po’ diverso ma di altrettanto valido rispetto ai lavori di suo padre.

i Diversamente vivi al Museo del cinema di Torino

0

dracul copia

Il Museo del cinema di Torino alla Mole Antonelliana dedica, fino al 9 gennaio prossimo, una mostra ad alcune dei personaggi più amati dalla Settima Arte, ma non inventati dal cinema, anzi presenti nelle culture di tutte le latitudini dai tempi più antichi: Diversamente vivi: zombi, vampiri, mummie e fantasmi omaggia il cinema, i fumetti e la televisione, non solo di genere horror, che hanno avuto per protagonisti questi quattro archetipi dell’immaginario. Con dietro la paura che i morti potessero tornare ed essere pericolosi per i vivi, ma anche con una forte carica romantica legata ad attrazioni impossibili (e la saga di Twilight, ultimo successo in ordine cronologico, presenta in pieno questa tematica), i vampiri, gli zombi, le mummie e i fantasmi hanno attraversato oltre un secolo di immaginario visivo, reincarnandosi in tante storie, di sangue e paura, ma anche di passione e da ridere.

Antichrist: recensione del film di Lars Von Trier

0

Antichrist diretto da Lars Von Trier, un nome che basta e avanza per offrire due possibilità di valutazione: un voto minimo o un voto massimo. Quando si fa il nome del regista danese risulta difficile trovare una via di mezzo, in ogni suo lavoro si possono trovare innovazioni, stili e idee geniali, questa volta però c’è di tutto tranne che innovazione.

La trama di Antichrist

Una  coppia si ritrova ad affrontare la morte accidentale del proprio bambino. Lui, uno psicoterapeuta, cercherà di aiutare il più possibile lei, distrutta dal dolore.Una sinossi così semplice da poter stare abbondantemente comoda in sole due righe, non sembra esserci altro da dire per descrivere questo film che cerca di offrire una visione distaccata dalla realtà ma legata esclusivamente alla mente e a quello che accade al suo interno.

Definito dai più come un delirio di un depresso

Le aspettative per questo suo Antichrist, che è stato accompagnato da qualche polemica, erano alte, definito dai più come un delirio di un depresso, da  subito però pare molto lento, noioso e pesante. Risulta difficile superare ogni minuto della sua durata, ma proprio quando sembra che il sonno abbia avuto la meglio sull’attenzione dello spettatore qualcosa accade. La seconda parte è un po’ più dinamica (poco) ma offre qualche situazione coinvolgente e sommandosi alla prima noiosa parte nel complesso il film risulta essere sufficientemente interessante.

Antichrist (2009) Charlotte Gainsbourg
© 2009 Zentropa

Senza ombra di dubbio la regia di Antichrist è impeccabile e le cupe atmosfere insieme alle ansiose ambientazioni rappresentate riescono a solleticare lo spettatore, in maniera irritate, infastidendolo e dandogli un senso di angoscia legato a un minimo di curiosità nel sapere dove si andrà a parare. Girato in metà Europa il film ha regalato a Charlotte Gainsbourg il premio di miglior attrice al Festival di Cannes e ha dato nuovamente la possibilità a Von Trier di confermarsi un personaggio dall’inquietante mentalità.

Il cast, composto solamente da due attori, vede Charlotte Gainsbourg, attrice francese figlia d’arte dei cantanti Serge e Jane Birkin, con alle spalle diversi film tra i quali si ricordano i più recenti 21 grammi, dove interpretava la compagna di un malato Sean Penn e L’arte del sogno, visionaria pellicola di Michel Gondry; e Willem Dafoe, onnipresente attore hollywoodiano visto ultimamente nella trilogia di Spider-Man e in vari lavori di artisti come Wim Wenders, Werner Herzog e Wes Anderson, solo per citarne alcuni.

In conclusione un film a doppio taglio, proprio come il suo regista, una fetta di spettatori griderà al capolavoro e magari noterà come molti concetti e idee siano analoghe a Repulsion di Roman Polanski, film di oltre quarant’anni fa, mentre l’altra si pentirà di averne iniziato la visione.

Ponyo sulla scogliera: recensione del film

0

La recensione del film d’animazione Ponyo sulla scogliera per la regia del maestro Hayao Miyazaki.

Una bambina pesce fugge dalla sua casa incubatrice in fondo al mare e approda in una cittadina della costa, dove viene salvata da Sosuke, un bambino che la ribattezza Ponyo, senza sapere che in realtà la bambina è una creatura dell’acqua, figlia di Mammare, signora degli abissi. Fujomoto, il padre della ragazzina, cerca di riportarla nel mare, ma lei non ne vuol sapere e tenta di diventare umana usando la magia, creando uno scompenso tra terra e acqua che porta ad uno tsunami e ad una regressione all’ambiente della cittadina come era nella preistoria, sotto marino e con creature ormai estinte. Ponyo e Sosuke dovranno trovare un modo per rimanere insieme senza stravolgere i loro rispettivi mondi.

Anno: 2008

Regia: Hayao Miyazaki

Con le voci di: Agnese Marteddu (Ponyo), Ruggero Valli (Sosuke), Massimo Corvo (Fujomoto), Sabrina Duranti (Gran Mammare), Laura Romano (Risa), Carlo Scipioni (Koichi), Franca Lumachi (Toki), Ludovica Modugno (Yoshie)

Sinossi:

Una bambina pesce fugge dalla sua casa incubatrice in fondo al mare e approda in una cittadina della costa, dove viene salvata da Sosuke, un bambino che la ribattezza Ponyo, senza sapere che in realtà la bambina è una creatura dell’acqua, figlia di Mammare, signora degli abissi. Fujomoto, il padre della ragazzina, cerca di riportarla nel mare, ma lei non ne vuol sapere e tenta di diventare umana usando la magia, creando uno scompenso tra terra e acqua che porta ad uno tsunami e ad una regressione all’ambiente della cittadina come era nella preistoria, sotto marino e con creature ormai estinte. Ponyo e Sosuke dovranno trovare un modo per rimanere insieme senza stravolgere i loro rispettivi mondi.

Ponyo sulla scogliera: recensione del film

Analisi

Ponyo sulla scogliera – Dopo diversi film con tematiche più adulte, stavolta Miyazaki sembra richiamarsi al mondo delle fiabe e dell’infanzia, e lui stesso ammette in un paio d’interviste che l’idea per Ponyo gli era venuta guardando il film di Disney La Sirenetta. In realtà, Ponyo sulla scogliera non è solo una fiaba per bambini, anche se rimane uno dei film più adatti, per tematiche e assenza di scene e situazioni più adulte, ad un pubblico infantile, più ancora de La città incantata.

Rilettura della Sirenetta, certo, ma in un contesto diverso, in cui l’autore riprende i temi a lui cari, l’ecologia, l’equilibrio tra generazioni, il rispetto dell’altro, la voglia di seguire la propria strada: se l’amicizia tra diversi Sosuke e Ponyo è estremamente delicata, risultano simpatici gli altri rapporti descritti nella storia, non ultimo quello con gli ospiti del pensionato dell’isola, che ritornano alla vita grazie al nuovo rapporto con la natura e gli elementi, scatenati dalla nuova ospite della loro zona.

Nell’animazione, in piena era digitale, Miyazaki compie una scelta coraggiosa: torna a disegnare tutto prevalentemente a mano, ed ad animare, richiamandosi ai disegni dei bambini ma anche alle stampe di mare tradizionali giapponesi, in un misto molto ricco che porta valore aggiunto ad una fiaba che diverte e fa riflettere, molto lontana dagli stereotipi di un’animazione giapponese disimpegnata e violenta che in molti si portano dietro, ancora oggi, dopo anni di film decisamente di qualità presentati al cinema e per il mercato dell’home video.

Certo, in molti hanno preferito le storie più complesse del maestro giapponese, film come La città incantata, Il castello errante di Howl o La principessa Mononoke, ma Ponyo sulla scogliera resta una fiaba intelligente, per bambini attenti e per chi ha conservato in sé una parte di infanzia che non è infantilismo, ma capacità di sognare, di saper guardare oltre, di immaginare un mondo fantastico anche partendo dalla realtà di tutti i giorni, da una vita in cui può venir fuori la magia di un momento che cambia tutto e che apre nuovi orizzonti.

Carine anche le canzoni, riadattate e tradotte in italiano senza crearne di nuove, all’interno di una colonna sonora originale che come sempre è molto curata, sinfonica e di gran respiro.

Ponyo sulla scogliera consola chi non si è mai rassegnato alla fine non lieta de La Sirenetta di Andersen, costruendo una storia e un finale comunque meno melensi e più credibili, sia pure nel contesto della fiaba, di quelli de La Sirenetta di Disney. In fondo, quello che è importante è saper trovare un equilibrio, fuori e dentro di sé, con gli altri e con la natura: e il tutto viene detto, come sempre nelle opere di Miyazaki, senza retorica.

Box Office USA

0

 Niente di sorprendente sul fronte americano: era prevedibile che l’esordio di ‘The Social Network’, l’ultimo film di David Fincher – per il quale già si parla di Oscar – stravolgesse il Box Office, scalandone la vetta. E così è stato: un debutto ‘ricco’ – circa 23 milioni di dollari guadagnati in un weekend – per la pellicola che racconta la nascita di Facebook, apprezzata tanto dal pubblico quanto dalla critica, e supportata da un’intensa campagna mediatica. Distribuito in 2.771 località (per un totale di circa 3.800 schermi), ‘The Social Network’ conferma il temporaneo apprezzamento, da parte del pubblico statunitense, per i film drammatici e destinati ad un pubblico adulto (dopo le prime posizioni al box office di ‘The Town’ e ‘Wall Street 2’).

altMantiene invece il secondo posto il cartoon in 3D della Warner Bros ‘Il Regno di Ga’ Hoole – La leggenda dei guardiani’, che incassa 10,8 milioni di dollari nel weekend, arrivando ad un totale di circa 30 milioni in poco più di una settimana. Terza posizione per ‘Wall Street 2 – Il denaro non dorme mai’ (10,1 milioni), seguito da ‘The Town’ (10 milioni) di Ben Affleck: i due ‘ex campioni del botteghino’ cedono il posto alle nuove entrate, ma riescono a mantenere le posizioni più alte della classifica, senza plateali tracolli.

La quinta e la sesta posizione della classifica del Box Office americano sono invece occupate dalle due commedie Easy A (7 milioni) e ‘You Again’ (5,5 milioni): ormai è confermato, per entrambe le pellicole, una risposta al di sotto delle aspettative da parte dei telespettatori, nonostante la campagna promozionale che ha supportato la prima e la presenza di Jamie Lee Curtis e di Sigourney Weaver nella seconda.

In settima ed ottava posizione troviamo due ‘nuove entrate’: si tratta dell’horror ‘Case 39’ e il remake americano dello svedese ‘Let me in’. ‘Case 39’ guadagna 5,3 milioni di dollari, mentre ‘Let me in’ – più o meno con la stessa cifra – si rivela un vero flop nonostante l’apprezzamento da parte della critica: ci si aspettava di più da un horror sui vampiri, considerando il successo del filone in questo periodo.

Chiudono la top ten l’horror ‘Devil’ (3,6 milioni), confermatosi ormai una vera delusione al botteghino, e il cartone animato ‘Alpha & Omega’ (3 milioni). Il prossimo weekend debutterà invece il nuovo film con Katherine Heigl – ‘Life as we know it’: sarà l’occasione giusta per vedere finalmente una commedia in cima al Box Office?

Christian Bale in forma per Batman 3

0

Sembra che Christian Bale si stia già preparando per il suo ruolo di Bruce Wayne/Batman, film del quale in effetti non si sa ancora nulla di concreto. Bale è uno dei pochi attori già confermati per il nuovo sequel: l’altro è Michael Caine, mentre degli altri personaggi si sa ancora poco o nulla (tra gli ultimi rumour si citava Phillip Seymour Hoffman come villain).

Secondo Showbiz Spy, Bale sta già lavorando duramente per tornare a interpretare l’Uomo Pipistrello. Per ora persino l’attore di The Prestige non sa quasi nulla su come sarà il film, ma per portarsi avanti con il lavoro, sta già lavorando con un personal trainer e un dietologo per tornare nella forma adatta per la parte. Per quanto riguarda l’inizio delle riprese, per ora si parla dei primi mesi del 2011, tra marzo e luglio.

Fonte: Showbiz Spy

Emma Stone sarà MJ Watson?

0

emma stone

La Sony sarebbe in procinto di offrire il ruolo di Mary Jane Watson nel nuovo film su Spider-Man ad Emma Stone. L’attrice pare sia ora l’unica vera candidata alla parte.

Anche Lincoln in mezzo ai Vampiri

0

20thLogo

La 20th Century Fox ha acquisito i diritti del romanzo di Seth Grahame-Smith Abraham Lincoln: Vampire Hunter. Il progetto prevede una trasposizione cinematografica del romanzo ad opera del regista diWanted, Timur Bekmambetov, e con la partecipazione in veste di produttore di Tim Burton.

Transformers 3 nello spazio?

0

Il sito NASASpaceFlight.com rivela che il Discovery comparirà in Transformers 3. la rivelazione è stata affidata ad un articolo che parla dei preparativi del lancio dello Space Shuttle Discovery al Kennedy Space Center:

Transformers 3 nello spazio?

0

transformers2

Il sito NASASpaceFlight.com rivela che il Discovery comparirà in Transformers 3. la rivelazione è stata affidata ad un articolo che parla dei preparativi del lancio dello Space Shuttle Discovery al Kennedy Space Center:

Post Mortem

Post_Mortem

Mario Corneo (Alfredo Castro) lavora come funzionario presso l’obitorio di Santiago del Cile, con la mansione di trascrivere a macchina le autopsie. La sua vita è piatta, scorre priva di vitalità, quasi in simbiosi con la propria professione da cui pare essere influenzato da una triste “deformazione professionale”.E’ innamorato di Nancy, una ballerina di cabaret, sua vicina di casa. La quale, per carattere e professione, sembra essere quasi agli antipodi con lui.

Olivia Wilde in I’m Mortal

0

 

olivia

Dopo Justin Timberlake, Amanda Seyfried e, più di recente, Vincent Kartheiser, un’altra attrice di Alpha Dog si unisce al cast del nuovo film fantascientifico di Andrew Niccol, provvisoriamente intitolato I’m.mortal.Olivia Wilde interpreterà infatti la madre del personaggio di Timberlake, pur essendo nella realtà di tre anni più giovane di lui.

 

Transformers 3: nuove foto dal set in Florida

0

Arrivano nuove foto e video dal set di Transformers 3, anche tramite il Twitter di Tyrese Gibson. Intanto la troupe si è spostata in Florida. Le riprese di Transformers 3 a Detroit sono terminate e la troupe si è già spostata in Florida, come possiamo vedere dalle foto da cui si evince  tra l’altro,  la bontà e la gentilezza della produzione nei confronti dei fan presenti sul luogo.

Transformers 3: nuove foto dal set in Florida

0

trasformerss

Arrivano nuove foto e video dal set di Transformers 3, anche tramite il Twitter di Tyrese Gibson. Intanto la troupe si è spostata in Florida. Le riprese di Transformers 3 a Detroit sono terminate e la troupe si è già spostata in Florida, come possiamo vedere dalle foto da cui si evince  tra l’altro,  la bontà e la gentilezza della produzione nei confronti dei fan presenti sul luogo.

Superman: la shortlist perde Matt Reeves

0

La shortlist  di Christopher Nolan per dirigere Superman trapelata l’altro giorno perde uno dei nomi: il regista di Let Me In Matt Reeves ha infatti smentito di essere lizza per regia del reboot. Reeves ha dichiarato quanto segue:

Prima di tutto sono lusingato perché credo che in quella lista ci siano dei cineasti grandiosi. Ma francamente, non ho incontrato Nolan e credo sia soltanto un rumour. Sono sicuro che sarà un progetto incredibile. Ho un rispetto tremendo per Nolan e credo che il mito di Superman sia una storia incredibile.So che la Warner Bros. sta guardando con una certa attenzione a Let Me In ma, in realtà, stanno tenendo d’occhio numerosi film che possono essere potenzialmente interessanti. E’ una grande compagnia. Ma onestamente non ho idea se sarò preso in considerazione o meno a questo punto. Il nuovo Superman è stato scritto da David S. Goyer, con Christopher Nolan a supervisionare la produzione. Le riprese inizieranno nel 2011.

Spider-man reboot: attrici ed attori in lizza

0

spiderman 4

Deadline aggiorna sul casting di Spider-Man, reboot della saga l’uomoragno dei fumetti Marvel diretto da Marc Webb e interpretato da Andrew Garfield. Secondo l’autorevole sito di Nikki Finke, la Sony Pictures ha contattato due ulteriori attrici per i ruoli femmini della pellicola: si tratta di Dianna Agron, che è stata provinata proprio nella giornata di ieri, e Georgina Haig.

The Hobbit: sembra che si intraveda l’inizio delle riprese

0

Finalmente il rebus dietro al blocco si sta sciogliendo, mancano pochissimi giorni al via libera definitivo alle riprese dello Hobbit. Il Los Angeles Times rivela molti dettagli e rassicura: Peter Jackson è vicinissimo a ottenere l’OK di MGM e New Line…

Il Los Angles Times  conferma diversi rumour diffusi negli ultimi mesi, chiarisce alcune questioni che da tempo rimanevano avvolte nel mistero e tranquillizza sulla situazione legata ai problemi sindacali con gli attori neozelandesi.

secondo l’articolo:

  • * I budget dei due film sono stati finalmente definiti: si tratta di 250 milioni di dollari ciascuno.
    * La New Line Cinema (Warner Bros.) e la MGM stanno per dare il via libera. In realtà si attende principalmente il via libera della MGM, che possiede metà dei diritti di produzione del kolossal e che a sua volta attende il via libera alla ristrutturazione da parte dei suoi 100 principali creditori. Secondo il LA Times, la major si procurerà la sua parte di budget (250 milioni di dollari) tramite la Spyglass Entertainment (che a breve prenderà il controllo della MGM), la quale intende chiederli in prestito a una serie di investitori come 20th Century Fox (che potrebbe distribuire i film fuori dagli USA, come da accordi già stabiliti), oppure alla stessa Warner Bros (in cambio di porzioni di distribuzione mondiale dei film).
    * lo hobbitA breve (anzi brevissimo, si parla di giorni) dovrebbe arrivare il via libera definitivo della MGM.
    * Warner e MGM hanno insieme speso già 45 milioni di dollari in pre-produzione, per lo sviluppo degli script, lavoro sugli effetti visivi, preparazione dei set e casting. Questo basta a far capire il motivo per cui è praticamente impossibile che il kolossal venga abbandonato, qualsiasi problema produttivo si ponesse.
    * Peter Jackson dirigerà i film: il produttore e sceneggiatore ha praticamente finalizzato l’accordo per girare i film, e praticamente tutti i problemi che hanno rallentato la produzione sono stati risolti.
    * Le riprese inizieranno quasi sicuramente (salvo imprevisti clamorosi) entro metà gennaio, e le date d’uscita finali saranno dicembre 2012 e dicembre 2013. Se le riprese tarderanno a iniziare oltre marzo 2011, le release slitteranno di un altro anno.
    * A causa dei problemi con i sindacati degli attori, la Warner sta vagliando l’ipotesi di girare il film parzialmente in altri paesi (ne sono stati presi in considerazione sei), lasciando alla Nuova Zelanda le inquadrature di paesaggio o quelle senza attori neozelandesi. Tuttavia la disputa sembra vicinissima a una risoluzione pacifica che non rallenterà o modificherà i piani di girare il kolossal in Nuova Zelanda.
    * Secondo una serie di accordi presi nel corso degli ultimi anni, a partecipare degli incassi finali e derivati dei due film saranno la Tolkien Estate (eredi dell’autore del romanzo), Saul Zaentz, Peter Jackson, i Walt Disney Studios e i due produttori Bob e Harvey Weinstein. Si tratta di percentuali che vanno da cifre piccolissime a porzioni più sostanziose. MGM e Warner Bros., comunque, ritengono che Lo Hobbit incasserà abbastanza soldi da portare profitto a tutte le parti coinvolte…

Staremo in allerta per eventuali aggiornamenti!

Lo Hobbit uscirà in due parti: la prima a dicembre 2012, la seconda a dicembre 2013.

Fonte: Los Angles Times

The Hobbit : sembra che si intraveda l’inizio delle riprese

0

thehobbit

Finalmente il rebus dietro al blocco si sta sciogliendo, mancano pochissimi giorni al via libera definitivo alle riprese dello Hobbit. Il Los Angeles Times rivela molti dettagli e rassicura: Peter Jackson è vicinissimo a ottenere l’OK di MGM e New Line…

 

Emma Thompson in Men in Black 3

0

tata matilda

Emma Thompson è in trattative per entrare a far parte del cast di Men in Black III (o Men in Black 3D).Nel film l’attrice interpreterebbe un’agente il cui nome in codice è Oh. La storia vede il ritorno di Will Smith e Tommy Lee Jones nel ruolo degli agenti Jay e Kay, ma – dal momento che gran parte della storia è ambientata nel 1969 – Josh Brolin interpreterà il personaggio di Kay in età più giovanile.

Innocenti bugie: recensione con Tom Cruise

0

Arrivala al cinema distribuito da 20th Century Fox Innocenti bugie, la nuova action comedy con protagonisti Tom Cruise e Cameron Diaz.

Una solitaria casalinga della provincia americana (Cameron Diaz) vede la sua vita sconvolta dopo aver partecipato ad un appuntamento al buio con quella che si rivela una super-spia internazionale (Tom Cruise) che la conduce in un pericoloso viaggio intorno al mondo per proteggere un’invenzione che potrebbe rivelarsi la chiave dei problemi energetici del pianeta.

A rileggerla sembrerebbe proprio un’ottima premessa per un episodio del famigerato Ethan Hunt. No, invece, anche se il protagonista è lo stesso (Tom Cruise) il film non è Mission Impossible anche se però ce lo ricorda moltissimo. Verrebbe da tirar fuori una cattiveria: manca poco che il copione di Innocenti bugie sia anche meglio dell’ultima avventura di Hunt, ma di certo è che senza dubbio c’è molta più ironia di fondo, rispetto al tormentato agente della serie MI.

Innocenti bugie inizia decisamente bene ed altrettanto velocemente prosegue per la sua strada senza mancare di omaggiare/rubare qua e la passando appunto per la serie MI, oppure da nomi più altisonanti come Intrigo internazionale di Hitchcock, o mi verrebbe in mente addirittura Indiana Jones per certi spunti. Contornato da momenti molto divertenti, tanto da far strillare il pubblico in più di una volta.

Innocenti bugie è decisamente un titolo per chi apprezza film leggeri, senza nessun pretesto “altro”, che intrattengono il pubblico per il semplice gusto di farlo e che per certi versi ci riescono, senza tralasciare in nessun momento quella che è la primordiale natura della mezzo cinematografico. E se forse vogliamo spingerci oltre e trovagli un pregio, beh questo mi sembra che sia il primo e forse unico, che viene in mente vedendo la pellicola. Una pecca si trova, se vogliamo, nel momento in cui c’è un maldestro tentativo di voler moralizzare un film che non è ha bisogno, trattandosi di una natura che non gli appartiene, e che inevitabilmente finisce per passare inosservata o addirittura invisibile.

Al contrario invece non passano di certo inosservati le meravigliose location che come un magnifico contorno deliziano la visione per palati decisamente avventurieri. Dall’incantevole isolotto personale in Jamaica, alla gelida Salisburgo austriaca, sino ad arrivare ad un finale affascinante e sensuale targato Spagna, in mezzo ad una corrida con tori decisamente arrabbiati.

A reggere la storia è chiamato in causa un discreto Tom Cruise, che non se la cava poi così male a differenza della partner Cameron Diaz che ha decisamente troppi denti per i miei gusti, e in questo caso se non ti chiami Julia Roberts è difficile sopportarlo per  109 minuti. Il risultato finale è un film che concepito per il grande pubblico si dimostra funzionale alla causa, intriso di testosterone, ironia, assurdità e azione, che decisamente non guastano.

Nuovo Poster per Harry Potter ei Doni della Morte

0

Dopo i character poster dei giorni scorsi ecco un nuovo poster per pubblicizzare la sempre più vicina uscita di Harry Potter e i Doni della Morte!

Ecco il poster:

alt

Fonter: collider

Nuovo Poster per Harry Potter ei Doni della Morte

0

Harry_Potter_e_i_doni_della_morte

Dopo i character poster dei giorni scorsi ecco un nuovo poster per pubblicizzare la sempre più vicina uscita di Harry Potter e i Doni della Morte!

Darren Aronofsky per Preacher

0

darrenDarren Aronofsky, dopo Wolverine 2 e Superman, ritorna per un altro adattamento da comic book: stavolta si tratta  del cult della Vertigo, Preacher di Garth Ennis.

Julia Roberts e Meryl Streep protagoniste in August

0

robertsstreepJulia Roberts e Meryl Streep saranno le protagoniste di August: Osage County, film diretto da John Wells a partire dalla piece di Tracy Letts, vicintrice di un Tony e di un Pulitzer.

Ecco il cast di Twilight Saga: Breaking Down

0

Ecco i nomi degli attori che interpreteranno il clan Denali in The Twilight Saga: Breaking Dawn. Eleazar, Kate, Carmen, Tanya e Irina saranno…

 

Il canale Twitter ufficiale della Summit ha confermato il casting di Maggie Grace nel ruolo di Irina in The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte I e Parte II.

Annunciati anche i nomi degli altri attori del clan Denali, un clan di vampiri “vegetariani” proprio come i Cullen, la famiglia di Edward (Robert Pattinson). Ecco chi saranno gli interpreti:

nel ruolo di Eleazar: Christian Camargo (THE HURT LOCKER, Dexter);;
nel ruolo di Kate: Casey LaBow (Moonlight);;
nel ruolo di Carmen: Mia Maestro (Alias, POSEIDON);;
nel ruolo di Tanya: MyAnna Buring (DOOMSDAY);

Ancora nessuna conferma per il ruolo della piccola Renesmee.

The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte I e Parte II sono attualmente in fase di preproduzione, e saranno girati a partire da novembre, tra Baton Rouge (Louisiana) e Vancouver; rimane in forse la possibilità di girare alcune scene in Brasile.

Il film sarà diretto da Bill Condon. Breaking Dawn – Parte Prima uscirà il 18 novembre 2011; Breaking Dawn – Parte Seconda uscirà il 16 novembre 2012.

Fonte: BadTaste

Ecco il cast di Twilight Saga: Breaking Down

0

tweclipse

Ecco i nomi degli attori che interpreteranno il clan Denali in The Twilight Saga: Breaking Dawn. Eleazar, Kate, Carmen, Tanya e Irina saranno…

Trattative per Ghost Ride 2: forse nel cast Violante Placido e Ciaran Hinds

0

ghostrider

Nuove trattative per il casting di Ghost Rider: Spirit of Vengeance. Pare, infatti che, si uniranno a Nicolas Cage, Ciaran Hinds e Violante Placido.   

 

James Ivory incontra la stampa

0

Quella_sera_dorata

Mercoledì 29 settembre alla Casa del Cinema si è tenuta la conferenza stampa di Quella sera dorata, l’ultimo film di James Ivory. In sala era presente il regista assieme al direttore dell’Adelphi Matteo Codignola e il titolare della Teodora Film.