Home Blog Pagina 799

Sic: il trailer del documentario su Marco Simoncelli

0
Sic: il trailer del documentario su Marco Simoncelli

A 10 anni dalla scomparsa del Campione Marco Simoncelli (20 gennaio 1987 – 23 ottobre 2011), arriva nelle sale SIC, il documentario Sky Original prodotto da Sky, Fremantle Italy e Mowe, distribuito come uscita evento al cinema da Nexo Digital solo il 28 e 29 dicembre (elenco sale a breve su nexodigital.it e prevendite aperte dal 9 dicembre).

SIC restituisce il ritratto intenso ed emozionante di un campione unico. Racconta una storia, quella di un bambino che aveva un sogno più grande dei propri limiti e che ha fatto di tutto per realizzarlo. Racconta del coraggio, al quale tutti abbiamo fatto ricorso, necessario per affrontare sfide che abbiamo ritenuto al di fuori della nostra portata. E lo racconta attraverso l’epopea della stagione 2008 che decreterà Marco Simoncelli Campione del Mondo Classe 250cc. Un mondiale iniziato da outsider, sofferto, strenuamente voluto, sorprendentemente meritato che porterà alla ribalta del mondo un nuovo talento italiano guascone, tostissimo e sempre sorridente.

Ma SIC racconta anche la vita di un bambino e poi di ragazzo allegro e scanzonato sempre pronto a divertirsi e a divertire con una battuta o mettendo un’auto di traverso tra le vie di Coriano, il tranquillo paese della “Motor Valley” romagnola dove è nato. Un ragazzo che, con le foto di Valentino Rossi nel diario, era convinto di diventare un giorno anche lui un “World Champion”.

Ad arricchire il racconto, le testimonianze e i ricordi di chi ha vissuto insieme a lui a cominciare dal padre, l’onnipresente Paolo Simoncelli, la storica fidanzata Kate Fretti, il compagno di mille sfide alla “cava”, nonché idolo e amico Valentino Rossi, il pilota Mattia Pasini amico d’infanzia e primo compagno di team ai tempi delle gare in minimoto, Carlo Pernat il manager del motomondiale con la “M” maiuscola, Paolo Beltramo, amico di Marco e storico inviato dai box, l’avversario più ostico lo spagnolo Alvaro Bautista, il poetico Dottor Claudio Costa, il preparatore atletico Carlo Casabianca, l’artista dei caschi Aldo Drudi, i membri della squadra che insieme a lui hanno reso possibile la vittoria del mondiale, il capo tecnico Aligi Deganello, il meccanico Sanzio “Malabrocca” Raffaelli, l’allora direttore gestione sportiva gruppo Piaggio Giampiero Sacchi, e poi gli amici di sempre, quelli coi quali fare “lo scemo” e festeggiare al termine di ogni gara; il tutto arricchito con le inimitabili telecronache di Guido Meda , l’”Omero” delle due ruote. Ognuno di loro descrive un tratto, svela un ricordo, fissa un momento di Marco Simoncelli e della sua vita, rendendo il docufilm un racconto unico, intenso, positivo.

La colonna sonora originale di SIC è firmata dai Mokadelic, già autori, tra le numerose produzioni, delle musiche di Gomorra-La Serie.

SIC è un docufilm diretto da Alice Filippi (“Sul più bello”, “’78 – Vai piano ma vinci”), scritto con Vanessa Picciarelli e Francesco Scarrone e prodotto da Gabriele Immirzi e Ettore Paternò per Fremantle, Roberta Trovato per Mowe e Roberto Pisoni per Sky. SIC è realizzato grazie al contributo della Regione Emilia-Romagna e il supporto di Emilia-Romagna Film Commission. È distribuito al cinema da Nexo Digital in collaborazione con i media partner Radio DEEJAY, MOTO SPRINT, MYmovies.it.

SIC: 37° Settimana internazionale della Critica, presentato il programma “radicalmente queer”

0

Un nuovo inizio, verso un futuro di speranza, dopo due anni particolarmente difficili, è questo che si prefigge di essere la SIC: 37° Settimana internazionale della Critica. Cristiana Paternò, Presidente del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI), e Beatrice Fiorentino, Delegata Generale della 37. Settimana Internazionale della Critica, hanno presentato un programma ricco e interessante, che propone sogni e colori, l’augurio di tornare a vivere la comunità.

Come quello che racconta il poster di questa edizione, realizzato da Emiliano Mammucari, Mauro Uzzeo e Fabrizio Verrocchi: una Furiosa fluida, rock, in mezzo alla gente e a sguardi, volti e storie che cominciano a ricolorarsi, in continuazione narrativa con il poster dello scorso anno, completamente in bianco e nero, realizzato dalla stessa squadra creativa con l’intenzione di portare avanti un racconto unico, che da Embracing Again, il tornare in sala a riabbracciarsi, prosegue con Creature in Eterno Movimento, il ritorno all’esistenza, al racconto, alla strada da percorrere.

“Lo sguardo del cinema contemporaneo si sofferma, ora più che mai, sull’essere, sull’esistere nonostante tutto. Siamo storie in movimento e scorriamo libere tra le strade, incrociandoci tra i conflitti, sfiorandoci nelle intenzioni, guardandoci per un istante appena e cercando tra gli sguardi la risposta a tutto quello che verrà.”

SIC: 37° Settimana internazionale della Critica – il poster

La presentazione del programma della SIC si è aperta con un appello da parte di Paternò, in difesa e sostegno di Jafar Panahi, Mohammad Rasoulof e Mostafa Aleahmad, registi iraniani imprigionati dal paese per aver “scritto una lettera“, ovvero per aver commesso un reato di opinione, “condannati al carcere senza processo, atti di provocazione contro la comunità di di intellettuali iraniani.”

Quando si parla di nuovo percorso si parla anche di innovazione e così SIC: 37° Settimana internazionale della Critica ha presentato anche il suo nuovo logo, che rappresenta un’apertura verso il futuro. Il pennino indicava solo la critica scritta – spiega Paternò – Oggi con il multimediale vogliamo guardare avanti. Ma con un’idea di dialogo, il logo è uno schermo aperto, una rottura della quarta parete, il desiderio di comunicare tra critica, autori e spettatori.” 

Oltre al logo SIC rinnova anche gli spazi e la sigla. Nasce la Casa della Critica, uno spazio dedicato a incontri, delegazioni e sponsor, mentre la nuova sigla, realizzata da Frame by Frame, che ha sviluppato la prima sigla realizzata con l’ausilio dell’intelligenza artificiale. “L’idea sperimentale è stata accolta con entusiasmo, confermando ancora una volta lo spirito di rinnovamento che definisce da sempre la SIC come luogo per eccellenza deputato alla scoperta di nuovi talenti.” Si legge nel comunicato stampa.

La Delegata Fiorentino ha poi presentato il programma del concorso di lunghi e corti, dicendosi molto emozionata per questa ripartenza, questo “ano zero”. “Il 2022 è un anno zero da cui ripartire, perché siamo consapevoli che veniamo da due anni molto difficili segnati da pandemia e calamità – ha spiegato Beatrice FiorentinoE questa vuole essere una sorta di reazione. Siamo quindi proiettati verso quello che sarà, non verso quello che è stato. Nella scelta delle pellicole della nostra selezione, siamo andati in direzione di una possibile rinascita, fosse anche solo un augurio viscerale di pancia e cuore, sperando che tra qualche mese ci siamo lasciati tutto alle spalle.”

Dopo il periodo di buio, il comitato di selezione è andato in una direzione opposta, “andiamo verso colore, spazio aperto, comunità – continua Fiorentino – I personaggi della selezione sono tutti idealisti e sognatori, tutti lottano per un futuro migliore. E inclusiva è stata anche la SIC, dal punto di vista di registi, di attori, con titoli accoglienti e accessibili, senza perdere in complessità. Questo vuole essere un segnale di fiducia nei confronti dell’industria che in questo momento è particolarmente in difficoltà. È una SIC che va verso il pubblico ed è radicalmente queer. Questa è diventata LA questione: il dato politico è che lo schema binario maschile femminile è superato. Questi film sono stati scelti perché sono belli, abbiamo riconosciuto in loro un segno importante, perché prevediamo per i registi che li hanno realizzati un grande futuro e perché insieme offrono una lettura ampia della realtà.”

SIC: 37° Settimana internazionale della Critica

SIC: 37° Settimana internazionale della Critica, il programma

CONCORSO

  • Anhell69 di Theo Montoya (Colombia): nasce nella giovane comunità queer di Medellin, ma non è un documentario. È un viaggio sentimentale tra corpi e fantasmi, una città violenta tra sogni e prospettive. La fotografia di una generazione senza futuro ma che non perde la speranza e il sogno, è una dichiarazione d’amore per il cinema, laddove intorno c’è morte, il cinema salva le vite.
  • Beating Sun – Tant que le soleil frappe di Philippe Petit (Francia): è il perno intorno al quale gira il programma. La storia di un architetto che ha il sogno di riqualificare la piazza di un quartiere di Marsiglia. Questo sogno di tornare alla piazza, e alla vita insieme, in uno spazio simbolico ma concreto, racconta benissimo il nostro presente. Un esempio di cinema civile e politico, che invita al ritorno alla comunità.
  • Dogborn di Isabella Carbonell (Svezia): racconta la storia di due gemelli, fratello e sorella senza tetto, due randagi della vita che lottano per il loro futuro in una società durissima. Il film nasce da esperienza raccolta in prima persona. Il film è sempre attaccato ai corpi, raccoglie segnali, urla e silenzi, un racconto di esclusi, una discesa all’inferno ma anche una possibile rinascita.
  • Eismayer di David Wagner (Austria): un esordio stilisticamente molto maturo, rigoroso e pudico. Si lavora sulle ellissi e per sottrazione, ispirato a persone vere. Eismayer è un ufficiale dell’esercito, un uomo d’acciaio, gay, che si trova di fronte ad una scelta importante nella sua vita. La cosa interessante è la padronanza assoluta dei codici del cinema di genere. Rom-com etero-normata e contemporaneamente soldier movie, il film riscrive i codici del linguaggio sullo schermo.
  • Have you seen this Woman? – Da li ste videli ovu zenu? di Dusan Zoric e Matija Gluscevic (Serbia): è il più spiazzante della selezione, sono tre declinazioni di un possibile femminile, sempre scomodo e corrosivo. C’è questo corpo politico, per il suo ingombro, è un corpo non conforme e ribelle, alla conquista dello schermo e del suo spazio nel mondo, una donna che fugge dal ruolo che la società le vuole imporre. Il film può infastidire ma non lasciare indifferenti.
  • Margini di Niccolò Falsetti (Italia): il colpo di fulmine, una cotta adolescenziale. Cinema popolare ambientato nella provincia toscana alla fine degli anni 2000. Una commedia punk, sincera e vitale. Anche i protagonisti di questo film sono dei sognatori. sono tre e hanno una band ma non riescono a sfondare. Il film fa divertire e sorridere ma offre anche uno specchio in questi ambiziosi protagonisti che devono fare i conti con una realtà che sta loro stretta. Sguardo pop e affettuoso, ma anche politico.
  • Skin Deep di Alex Schaad (Germania): è il film più radicale, spiazzante, con atmosfere alla Midsommar con un gioco di identità che si mescolano. Una folgorazione per questa sua difficile classificazione, è un thriller psicologico o filosofico o un potenziale body horror che evolve in un estremo atto d’amore. il film è soprattutto una riflessione transgenere, sulle leggi dell’attrazione dei corpi. Il film sfida le convenzioni dallo schema della binarietà.

FUORI CONCORSO

Film d’apertura

  • Three Nights a Week – Trois nuits par semaine di Florent Gouelou (Francia): andiamo verso luce, colore e amore. Un proseguimento naturale dell’apertura della selezione dei corti, il tema è l’identità attraverso il corpo e il racconto di sé attraverso l’immagine, una storia d’amore nel mondo delle drag queen visto dall’interno.

Film di Chiusura

  • Queens – Malikates di Yasmine Berkiran (Marocco): racconta di tre donne in fuga dalla polizia, un viaggio verso le coste dell’Atlantico e verso una possibilità di futuro, che dietro una apparenza di leggerezza, abbraccia temi importanti. Essere femministe in Marocco è un po’ più difficile che esserlo in Italia, il film è anche un inno alle donne del cinema.

Proiezione Speciale (in collaborazione con Venezia 79)

  • Blood – O Sangue di Pedro Costa (Portogallo): versione restaurata del film.

CORTOMETRAGGI

Concorso

  • Albertine Where are you? di Maria Guidone: filmmaker puglierse con una sensibilità fuori dal comune. Maria ci porta al tempo di un’estate e di un amore non convenzionale, sulla scia di Proust.
  • Come le lumache – Like Snails di Margherita Panizon: un coming of age stracolmo di grazia, di una freschezza autentica e aurorale, con temi tutt’altro che banali, attraverso l’incontro di due diversità, di due solitudini, di due ragazzini che si specchiano l’uno nell’altro. Il corto racconta l’eterno dramma delle migrazioni.
  • Nostos di Mauro Zingarelli: fantascienza distopica, un racconto proiettato nel futuro, nei panni di due riciclanti che lottano per la sopravvivenza, nella speranza di un mondo migliore.
  • Puiet – Sapling di Lorenzo Fabbro e Bronte Stahl: un piccolo documentario e insieme un racconto contemporaneo, ambientato nella quotidianità della Transilvania, in cui un ragazzino di campagna è ansioso di diventare grande e di trovare il suo posto tra gli adulti. Parabola intima di chi cerca il suo posto nel mondo.
  • Reginetta di Federico Russotto: body horror. Si muove con destrezza nelle coordinate del cinema di genere e sceglie di ambientare nel passato temi attualissimi. Aspettative sul corpo della donna, modello di bellezza, l’avidità e l’ambizione. Tutto diventa un incubo per la protagonista.
  • Resti – Remains di Federico Fadiga: si lavora su una materia quasi dimenticata che si chiama emozione, si lavora sulla memoria e sul segno, sul tempo che passa e l’emozione che resta che dice molto di più di quello che mostra.
  • La stanza Lucida – Lucid room di Chiara Caterina: Caterina è una creatrice di immagini-cinema, sa cogliere il perturbante nella quotidianità, le modalità di racconto sono spiazzanti e sorprendenti. Un uomo tornato a casa dopo la fine di un amore ed elabora quel dolore attraverso un sogno lucido.

Fuori Concorso

Corto di apertura

  • Pinned into a dress di Gianlcua Matarrese e Guillame Thomas: Il film ha molto a che fare con il discorso sulla mortificazione del corpo. Al centro Miss Fame (nome d’arte di Kurtis Dam-Mikkelsen), con il rapporto sadomaso con il suo corpo, un’identità fluida e il proprio futuro. Fare i conti con la costante narrazione di sé e le zone d’ombra dietro a una vita sotto i riflettori.

Corto di chiusura

  • Happy Birthday di Giorgio Ferrero: Piccola storia al femminile in un mondo funestato da pandemia e guerra, una possibile speranza arriva dalla connessione spontanea con la rete di due giovani donne accomunate da un ideale di pace e da una stranezza, il compleanno il 29 febbraio. Girato a Mosca nel marzo del 2022, tutto realizzato da remoto, tra Italia e Uzbekistan.

Con poche eccezioni, i titoli della selezione provengono principalmente dall’Europa, come già verificatosi nella selezione della Quinzaine des réalisateurs di Cannes 2022. Secondo Beatrice Fiorentino la mancanza di proposte da altre parti del mondo è sintomatica di un nuovo stato delle cose: “Credo sia logico dedurre che le difficoltà che stiamo attraversando (effetti della pandemia sull’industria dell’audiovisivo) avranno un certo peso in alcuni Paesi ricchi e un altro peso in Paesi in cui c’è già un tessuto economico debole. A questo si aggiungono anche problemi politici e culturali, che in alcuni casi inaspriscono la situazione.”

L’incontro si è concluso con la dedica di questa edizione della SIC a Mantas Kvedaravicius, il regista lituano “deceduto a soli 45 anni in Ucraina, durante una guerra assurda che si consuma alle porte dell’Europa nel 2022.”

La SIC: 37° Settimana internazionale della Critica si svolgerà dal 31 agosto al 10 settembre 2022.

Sibyl – Labirinti di donna: una clip esclusiva dal film

0
Sibyl – Labirinti di donna: una clip esclusiva dal film

Sibyl – Labirinti di donna è diretto da Justine Triet e vede fianco a fianco due tra le attrici più interessanti del cinema francese e internazionale: Virginie Efira e Adèle Exarchopoulos, entrambe fresche di successo all’ultimo festival di Cannes dove sono state protagoniste, rispettivamente, di Benedetta di Paul Verhoeven e dell’esordio di Julie Lecoustre ed Emmanuel Marre, Zero Fucks Given. Il film è in sala dal 2 settembre distribuito da Valmyn.

Sibyl – Labirinti di donna, la trama

In SIBYL Efira interpreta Sibyl, una scrittrice ha abbandonato la scrittura per diventare psicologa. Con il tempo, però, presa dal desiderio di scrivere decide di lasciare la maggior parte dei suoi pazienti e comincia a immaginare la trama del suo nuovo romanzo. Mentre è in cerca dell’ispirazione, però, viene contatta da Margot (Adèle Exarchopoulos), una giovane attrice in difficoltà, che la prega di vederla e Sybil accetta. Nel pieno di un dramma passionale sul set del film che sta girando, che coinvolge l’attore principale e la regista, Margot si racconta senza inibizioni, mentre Sibyl ne resta sempre più affascinata, registrando segretamente le loro conversazioni e prendendo da esse materiale per il suo romanzo…

Siberia: il nuovo film di Abel Ferrara a Berlino

Siberia: il nuovo film di Abel Ferrara a Berlino

Sarà presentato in concorso alla Berlinale Siberia, il nuovo film del regista Abel Ferrara che vede protagonista assoluto l’attore Willem Dafoe.

Nel cast del film anche Dounia Sichov nel ruolo della ex moglie del protagonista, insieme a Simon McBurney, Cristina Chiriac , Valentina Rozumenko, Daniel Giménez Cacho, Phil Neilson, Fabio Pagano, Anna Ferrara, Laurentio Arnatsiaq e Ulrike Willenbacher

Siberia è una produzione Vivo film con Rai Cinema, maze pictures e Piano, in associazione con Faliro House, Rimsky Productions, Talipot Studio, CTT e Bavaria Filmproduktion, con il sostegno di MIBACT – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Deutscher Filmförderfonds (DFFF), IDM Südtirol, FilmFernsehFonds Bayern, Regione Lazio e Fondo Regionale per il Cinema e l’Audiovisivo, EFICINE. Prodotto da Marta Donzelli e Gregorio Paonessa, Philipp Kreuzer, Jörg Schulze, Julio Chavezmontes, Diana Phillips, produttori associati Christos V. Konstantakopoulos, Michael Weber, Michel Merkt, Alessio Lazzareschi, Regina García Solórzano. Vendite internazionali: The Match Factory.

Siberia: la trama

Nel film Clint è un uomo tormentato. Si è ritirato in una baracca isolata tra i ghiacci, nella speranza di ritrovare la serenità. Gestisce un piccolo locale, frequentato dai rari viaggiatori di passaggio e dai pochi abitanti della zona. Ma neanche in questo isolamento riesce a trovare pace. Una sera, con la sua slitta e i suoi cani, si mette in viaggio verso il mondo che un tempo conosceva, nel tentativo di affrontare se stesso. È un viaggio nei sogni, nella memoria e nell’immaginazione, alla ricerca della sua vera natura.

Siberia, l’ultimo film di Abel Ferrara dal 20 Agosto al cinema

Siberia, l’ultimo film di Abel Ferrara dal 20 Agosto al cinema

Dopo essere stato presentato in Concorso alla 70. Berlinale, arriva al cinema dal 20 agosto SIBERIA, l’ultimo film di Abel Ferrara – una produzione Vivo film con Rai Cinema, maze pictures e Piano – che segna una nuova collaborazione tra il regista di Il cattivo tenente e Fratelli, da oltre quarant’anni tra le voci più originali e riconosciute del cinema contemporaneo, e Willem Dafoe, dopo New Rose Hotel, Go Go Tales, 4:44 Last Day on Earth, Pasolini, Tommaso. Un film onirico e coraggioso che è anche un’indagine profonda e pericolosa nell’inconscio del suo protagonista. 

In arrivo nelle sale a partire dal 20 agosto (elenco a breve su nexodigital.it), SIBERIA è un viaggio visionario che ci conduce nella vita di Clint, un uomo tormentato che si è ritirato in una baracca isolata tra i ghiacci, nella speranza di ritrovare la serenità. Clint gestisce un piccolo locale, frequentato dai rari viaggiatori di passaggio e dai pochi abitanti della zona. Ma neanche in questo isolamento riesce a trovare pace. Una sera, con la sua slitta e i suoi cani, si mette in viaggio verso il mondo che un tempo conosceva, nel tentativo di affrontare se stesso. Un viaggio nei sogni, nella memoria e nell’immaginazione, alla ricerca della sua vera natura.

Spiega Abel Ferrara: “Dopo Pasolini questa storia ha iniziato a prendere forma nella mia mente: immagini assurde, a dir poco strane, lontane dalla città, lontane dalla modernità. Le ho lasciate scorrere dentro di me. Un posto, una sorta di universo alla Jack London, mute di cani, una serie di incontri e di soste nel corso di un viaggio, segnati da luoghi e tempi selvaggiamente diversi. Non ho tentato di scrivere una sceneggiatura perfetta, ma al contrario di raccogliere queste immagini attingendo alla memoria, cercando di creare delle opportunità, di provocare il nostro modo di pensare, di comporre un’esperienza da registrare, sperando che sia abbastanza trasparente e piena di vita da risuonare negli spettatori. Cose che a volte sono difficili da spiegare, ma che è sempre interessante tradurre in un’esperienza puramente cinematografica. Questo non è un addio a quello che ho fatto e abbiamo fatto sino ad ora – è una continuazione. A partire dal mio primo film mi sono immerso sempre più nell’oscurità. Nutro un grande desiderio per quello che il cinema può essere”. 

Aggiunge il distributore Franco di Sarro per Nexo Digital: “Siamo molto felici che proprio questo film, particolarmente apprezzato al Festival di Berlino, sia uno dei primi a tornare in sala: speriamo che si trasformi in un’occasione di incontro per tutti gli amanti della cinematografia di Abel Ferrara e che rappresenti un segnale di ripartenza per tantissime sale sul territorio”.

Siamo tutti Alberto Sordi? il docu film su Alberto Sordi

0
Siamo tutti Alberto Sordi? il docu film su Alberto Sordi

Nell’anno del centenario dalla nascita di Alberto Sordi, Sky Arte celebra il grande attore e regista romano con Siamo tutti Alberto Sordi?, il docu-film scritto e diretto da Fabrizio Corallo in onda nel giorno di Pasqua, domenica 12 aprile alle 21.15 su Sky Arte (canali 120 e 400) e alle 21.45 su Sky Cinema Comedy (canale 309).

La narrazione si concentra sul talento unico e sulla sua personalità più intima mettendone in risalto non solo la leggendaria vicenda artistica ma soprattutto le sue doti, spesso profetiche, di interprete/autore capace di raccontare come nessun altro la commedia umana degli italiani del secolo scorso.

Il documentario ricostruisce la vita e l’opera di Sordi nell’arco della sua formazione e del consolidarsi della sua carriera lunga più di sessant’anni, raccontandolo attraverso scene cult di alcuni tra i più significativi dei 187 film da lui interpretati, filmati tratti dalle sue tante apparizioni televisive e pubbliche, interviste appositamente realizzate a compagni di lavoro, esponenti di punta del cinema recente, storici e critici, tutti chiamati a ricordarne i vari aspetti della sua poliedrica personalità tra riflessioni, aneddoti, pensieri e curiosità.

Dalla Roma trasteverina, all’Inghilterra fino ad arrivare anche oltreoceano, il re della commedia italiana ha portato in scena tanti “mostri” del suo tempo nei loro aspetti più divertenti. Il film ritratto di Corallo mostra i suoi più celebri personaggi, ma anche il più segreto e profondo Alberto Sordi.

Anche Sky Cinema dedica la sua programmazione per ricordare il grande Alberto Sordi. Da venerdì 10 a lunedì 13 aprile, Sky Cinema Comedy (e in streaming su NOW TV) propone 4 giorni di programmazione h24 dedicati a uno dei più importanti attori del cinema italiano. Da non perdere dunque il celebre film firmato Luigi Zampa, Il Medico della Mutua, con una delle interpretazioni più celebrate di Sordi; la commedia ambientata nell’antico Egitto Due notti con Cleopatra con Sophia Loren; Accadde al penitenziario in cui il secondino Aldo Fabrizi è testimone delle vicende dei vari detenuti tra cui Sordi, Walter Chiari e Peppino De Filippo; la commedia di Steno Piccola Posta, con Franca Valeri; il film a episodi Racconti d’estate con Marcello Mastroianni; la commedia turistico-sentimentale Brevi amori a Palma di Majorca con Gino Cervi; Il Marito in cui Sordi si districa tra gli affari e una moglie dispotica; e la commedia a episodi di Luigi Zampa, I Nostri Mariti, con Sordi, Ugo Tognazzi e Lando Buzzanca. Tutti i titoli – insieme al docu-filmSiamo tutti Alberto Sordi? – sono disponibili anche nella collezione on demand di Sky e su NOW TV.

SIAMO TUTTI ALBERTO SORDI? è una produzione Dean Film e Surf Film realizzata in collaborazione con Sky Arte e Istituto Luce in onda domenica 12 aprile su Sky Arte alle 21.15 e in streaming su NOW TV

Sì, Chef!, la recensione del film di Louis Julien-Petit

Sì, Chef!, la recensione del film di Louis Julien-Petit

Abbiamo da poco visto il The Menu di Mark Mylod nel quale la cucina veniva rappresentata come un vero e proprio inferno sulla Terra, qualcosa che ricorda i tanti cooking show tanto di moda da anni e decisamente più intrigante di altre che si vedono spesso. Come quella che anche il francese Louis-Julien Petit sceglie per il suo Sì, Chef! – La Brigade, nei cinema italiani dal 7 dicembre con I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection.

Le tensioni che si sviluppano in un ristorante, le sfide che pone, la necessità di adattarsi, integrarsi o crescere per superarle forniscono spesso espedienti narrativi a film, italiani o internazionali, che vogliamo raccontare storie edificanti. O socialmente utili. Come nel caso del regista in questione, non nuovo a queste ‘missioni’. E che dopo il Discount del 2014, dove delle casse automatiche minacciavano l’impiego dei dipendenti, il Carole Matthieu del 2016, con Isabelle Adjani al centro di un inquieto dramma su mobbing e depressione professionale, e Le invisibili del 2018, ambientato in un centro di accoglienza femminile, stavolta punta l’obiettivo sull’integrazione di giovani migranti in una struttura della Francia settentrionale.

“Sì, Chef!”, agli ordini di chef Audrey Lamy

Tutto parte dalla conoscenza della sous-chef Cathy di Audrey Lamy, vera chiave di volta della vicenda, dalla grande passione e consapevolezza del suo valore al punto da farsi cacciare da uno dei ristoranti migliori del Paese. Il sogno è sempre lo stesso, aprire qualcosa di proprio e conquistare la stella Michelin, ma come? Trovare un lavoro non è facile come sembra, e quando la necessità la spinge ad accettare un’offerta piuttosto creativa in una sperduta località fuori città finisce per ritrovarsi nella mensa di un centro di accoglienza per giovani migranti. Inizialmente poco convinta, e per nulla entusiasta, in breve tempo riuscirà a ritrovare una straordinaria verve e a cambiare le regole del gioco. Riuscendo a imparare una importante lezione e a raggiungere un obiettivo che non avrebbe mai immaginato.

A tutti i costi

Attratto da sempre dalla commedia sociale, Petit resta su un territorio ben noto, insistendo su etica e seconde possibilità come temi portante del film, non così originale come lo si presenta – nonostante l’ispirazione sia quella della storia vera della chef Catherine Grosjean del lycée hôtelier di Treignac – eppure ricco di trovate gradevoli e di alcune interpretazioni convincenti. Da alcune delle caratterizzazioni dei meno esperti ospiti della struttura, a quella del François Cluzet di Quasi Amici e la Audrey Lamy intorno alla quale ruota tutto – e che tutto sostiene – già agli ordini del regista nel suo precedente film.

A parte l’istintiva simpatia e partecipazione, però, sono pochi gli appigli cui aggrapparsi per restare nel film e farsene conquistare completamente. Soprattutto con una storia che puntando tutto su genuinità e buone intenzioni procede per scorciatoie ed ellissi piuttosto importanti. In primis, quella – esagerata al punto da esser impossibile da giustificare – che porta al finale, perfetto per la favola moderna che sembra proporsi di essere, ma narrativamente forzato e dimentico di fin troppi fili abbandonati a sé stessi.

Sì, chef! – La Brigade, intervista al regista Louis Julien-Petit

0
Sì, chef! – La Brigade, intervista al regista Louis Julien-Petit

Arriva nelle sale italiane il 7 dicembre Sì, chef! – La Brigade, diretto da Louis Julien-Petit, già autore e regista di Le invisibili. In occasione della presentazione del film, abbiamo incontrato il regista che ha risposto a domande e curiosità su questa commedia dal cuore grande e dal sapore confortante.

-In questo periodo c’è una vera e propria moda di raccontare storie ambientate in cucina, sia al cinema che nella serialità. Come mai lo spazio della cucina si presta così bene a raccontare l’uomo?

La cucina affascina perché è un microcosmo. Un luogo segreto poco accessibile al grande pubblico. Per “La Brigade”, sono rimasto affascinato da Catherine Grosjean, una cuoca che dava lezioni a minori migranti. 100/100 laureati e di successo. Un modello di integrazione là dove tutti gli altri stigmatizzano queste persone. Mi sono reso conto, durante la mia indagine, che la cucina francese era stata fatta da stranieri per anni. Volevo fare un film sulla trasmissione dell’amore per la cucina, più che sulla sua tecnica. Infatti nel film la cucina crea un legame tra Cathy e i giovani protagonisti, e lei riesce a far rivivere loro i ricordi della loro giovane vita sradicata.

-La storia parla di seconde possibilità e di imparare a conoscersi. Succede a Marie Cathy e succede anche ai ragazzi che imparano a conoscere se stessi e a sapere cosa vogliono attraverso un mestiere. Non le sembra però che nella vita sia molto difficile concedere seconde opportunità?

Non è una seconda possibilità, ma una prima possibilità. Questi giovani arrivano in Francia per iniziare a vivere, per imparare. La prima cosa che vogliono è tornare a casa e diffondere la loro conoscenza per impedire ad altri di attraversare mari e paesi. Sono degli eroi. Personalmente non l’avrei fatto: lasciare la mia casa a 10 anni… e penso che non lo faresti neanche tu.

-Il film racconta di una realtà, quella dei migranti, molto drammatica, ma invece di metterla in scena attraverso il conflitto, scelta più classica, si è preferito farlo con un linguaggio emotivo e accogliente. Come mai?

La commedia sociale è il genere che lo permette. I protagonisti di questa storia non hanno niente, quindi hanno tutto da guadagnare. Assistiamo a una lotta di personaggi ordinari a cui accade una storia straordinaria. La commedia è invitante in questo senso, il soggetto è condiviso e lascia spazio alla speranza, alla fine del film.

-Qual è la condizione degli immigrati in Francia? I giovani che chiedono i documenti vengono davvero sottoposti a visite mediche così specifiche?

Sì. Esistono le visite mediche. In Francia diamo il benvenuto all’Oceano Vichingo. Più seriamente, il film rende omaggio anche a tutti gli assistenti sociali che aiutano quotidianamente e con atti pratici affinché questi giovani possano integrarsi. È difficile togliere l’etichetta di “migranti”, ma la storia lo ha dimostrato e lo dimostrerà, con le guerre e il riscaldamento globale, migreremo tutti. Non è una storia di paesi e di confini, ma di umanità.

-Nel film ha lavorato con attori navigati come François Cluzet e Audrey Lamy, ma ha anche avuto intorno tantissimi giovani interpreti. Com’è stato gestire una tale quantità di attori giovani?

300 giovani coinvolti. 100 hanno partecipato a laboratori teatrali. Ho selezionato 50 persone che hanno iniziato il film. Non avevamo la sceneggiatura o le scene. Gli spiegavo tutto mentre procedevo. Il film è stato girato nell’ordine della sceneggiatura. Ho voluto proporre agli spettatori di assistere all’emancipazione di questi giovani.

-Nel cinema di oggi la commedia è solo evasione o, come in questo caso, può essere anche strumento per accendere una luce sulla contemporaneità e sui suoi problemi?

François Truffaut diceva che si va al cinema o per riconoscersi o per divertirsi. Vorrei fare entrambe le cose. Proporre problemi della società, cambiare il modo di vedere le cose, toccare la società civile e talvolta, quando necessario, riflettere sulla disobbedienza civile: è proibito ma è giusto. Mettere lo spettatore nella condizione di chiedersi: cosa avresti fatto al posto del personaggio?

Distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection, Sì, chef! – La Brigade è al cinema dal 7 dicembre.

Si vive una volta sola: Carlo Verdone presenta il suo nuovo film

0
Si vive una volta sola: Carlo Verdone presenta il suo nuovo film

Dal 26 febbraio in 700 copie, Carlo Verdone torna al cinema con la sua ultima commedia, Si vive una volta sola, in cui recita al fianco di Rocco Papaleo, Max Tortora e Anna Foglietta.

“Dopo due film fatti solo con co-protagonisti, avevo voglia di fare un film corale” ha dichiarato Carlo Verdone, che ripone proprio nella coralità le aspettative future del suo modo di fare cinema. “condividere i miei film con altri attori, noti o emergenti, e esaltare il loro lavoro.”

Per Verdone, “questo era un film difficile: semplice in apparenza, ma a rischio di diventare una storiellina. Pieno di momenti intensi che richiedevano un equilibrio giustissimo negli equivoci e nei colpi di scena. Lo abbiamo portato a termine grazie all’alchimia tra noi attori, alla grande concentrazione che abbiamo avuto per arrivare all’equilibrio perfetto dei toni. È stato difficile ma non faticoso, ora siamo più amici di prima. Ci sentiamo spesso, e mica solo perché sta uscendo il film. Ci chiamiamo per chiedere all’altro ‘come stai?’, una cosa che non fa più nessuno.”

Si vive una volta sola – amici dentro e fuori dal set

E Anna Foglietta gli fa eco, aggiungendo: “L’esperienza del set è stata fortunata, ma ancora di più lo è stata quella fuori. Abbiamo raggiunto una verità nei rapporti rara e serena, e un grande spirito di unione. E quella verità nei rapporti sta anche nel film, è il suo valore aggiunto.” Rocco Papaleo si trova perfettamente allineato con le dichiarazioni della collega, tanto che ha scherzato dicendo che “la Foglietta ha detto tutto quello che volevo dire io”.

Ma una riflessione interessante arriva da Max Tortora, che dimostra di sapersi tenere in equilibrio trai toni leggeri e quelli più drammatici: “Carlo ci ha fatto sentire liberi e protetti, liberi di giocare con i nostri personaggi, ma protetti dalla sua costante supervisione forte e autorevole”.

Perfettamente a suo agio nei panni di regista e protagonista, Verdone lascia anche un commento molto positivo e incoraggiante sullo stato attuale del cinema, in Italia: “Il cinema italiano ha ritrovato la fiducia del pubblico perché si fanno meglio i film, e con più cura. Ci sono tante serie tv, tanti servizi di streaming, tante partite di calcio in tv. Per continuare a far tornare il pubblico, per competere con tutta quest’offerta c’è poco da fare: dobbiamo fare del nostro meglio, e proporre commedie intelligenti che lascino qualcosa, che sia solo un gran divertimento o magari anche una critica di costume e sociale che racconti le fragilità attuali.”

Si vive una volta sola, al cinema il 26 novembre il nuovo film di Carlo Verdone

Uscirà al cinema il 26 Novembre 2020 dopo ben nove mesi d’attesa, come ogni lieto evento che si rispetti, Si vive una volta sola, il  ventisettesimo film di Carlo Verdone.

Il Professor Umberto Gastaldi (Carlo Verdone) e la sua formidabile équipe medica, composta dall’anestesista Amedeo Lasalandra (Rocco Papaleo), dalla strumentista Lucia Santilli (Anna Foglietta) e dal suo assistente Corrado Pezzella (Max Tortora) arriveranno quindi a breve in sala per offrire al pubblico le sorprese, la leggerezza e il sorriso che il regista romano regala agli italiani da oltre quarant’anni.

Scritto da Carlo Verdone con Giovanni Veronesi e Pasquale Plastino e girato interamente in Puglia, Si vive una volta sola è prodotto da Aurelio De Laurentiis e Luigi De Laurentiis e distribuito da Filmauro con Vision Distribution.

Si torna a ridere all’italiana: al via la rassegna FantaItaly

0

Parte alla Casa del Cinema (largo Marcello Mastroianni 1) l’evento più attesa della XXXI edizione del Fantafestival di Roma.

Si ritorna a Silent Hill, questa volta in 3D

0
Si ritorna a Silent Hill, questa volta in 3D

Sulla soglia del fatidico ventunesimo secolo e la Konami sviluppò e commercializzò un videogioco che avrebbe appassionato e terrorizzato milioni di ragazzi in tutto il Mondo: Silent Hill, un survival horror incentrato sulla risoluzione di enigmi, pur comprendendo lotte contro mostri orribili.

Si può fare! Frankenstein Junior di nuovo al cinema!

0
Si può fare! Frankenstein Junior di nuovo al cinema!

Come già anticipato qualche giorno fa, ecco di ritorno al cinema il classico di Mel Brooks Frankeinstein Junior! Il film del 1975 ritorna per soli due giorni nelle sale grazie a Nexo Digital e 20th Century Fox Home Entertainment.

Ecco il comunicato stampa:

Nexo Digital e 20th Century Fox Home Entertainment
presentano
FRANKENSTEIN JUNIOR
un ritorno al cinema in grande stile in digitale 2K
SOLO PER DUE GIORNI
2-3 febbraio 2011

“Rivive” finalmente sui grandi schermi italiani uno dei film cult di tutti i tempi: Frankenstein Junior, che con la regia di Mel Brooks ha appassionato milioni di fan in tutto il mondo.  Per festeggiare questo film eccezionale Nexo Digital e 20th Century Fox Home Entertainment hanno organizzato due serate all’insegna del divertimento e della comicità per riportare al cinema in tutto il suo splendore il capolavoro con Gene Wilder, Marty Feldman e Peter Boyle.

Campione d’incassi nel 1975, il film è una parodia del celebre Frankenstein di James Whale del 1931 e delle varie pellicole dedicate alla creatura di Mary Shelley. Girato in bianco e nero, adottando una fotografia e uno stile anni venti, Frankenstein Junior è considerato una delle migliori cento commedie americane di tutti i tempi. In Italia con oltre 500.000 copie vendute e lo straordinario doppiaggio curato da Mario Maldesi, il film è il DVD classico di maggior successo della storia dell’home video: una perla di comicità che finalmente rivive al cinema in digitale 2K.

Il ritorno di Frankenstein Junior nei cinema per il Legend Film Festival si trasforma così in una vera e propria festa che toccherà le sale italiane il 2 e il 3 febbraio con animazioni, giochi e gadget imperdibili in collaborazione con Radio Deejay e con Deejay Chiama Italia. Un’occasione unica per condividere la propria passione per un classico della comicità di tutti i tempi.

Inoltre, in omaggio per tutti coloro che acquisteranno i biglietti dell’evento, uno speciale coupon del valore di 3 euro per acquistare il Blu-Ray HD del film con i suoi numerosi contenuti speciali.

Ma non è finita qui: per promuovere la proiezione in digitale 2K di Frankenstein Jr., Nexo Digital ha realizzato un cartonato molto particolare che sta già spopolando in rete e che verrà distribuito in tutti i cinema d’Italia. La celebre locandina del film (realizzata su cartone in formato gigante 1 m X 2 m) propone infatti un foro al posto del volto di Marty Feldman: tutti gli spettatori sono invitati a farsi fotografare nei panni del mitico Igor per postare la propria foto su Facebook in una gara all’ultimo “mostruoso” scatto.

L’elenco dei cinema che aderiranno all’iniziativa sarà disponibile sul sito www.nexodigital.it.

Fonte: badtaste/nexdigital

Si Può fare l’Amore Vestiti?: recensione del film di Donato Ursitti

0

Aurora, trentenne solare ed ottimista, che fugge dal suo paesino in Puglia per trasferirsi a Roma e specializzarsi in sessuologia. Costretta a tornare a casa, poiché crede che la madre sia in fin di vita, si trova a fare i conti con la curiosità e la diffidenza dei paesani.

La professione di Aurora, nel piccolo paese, crea curiosità e scatena anche divertenti fraintendimenti, attraverso i quali vengono mostrate gli errori e l’ignoranza che molto spesso gira attorno al tema del sesso.

Si può fare l’amore vestiti? Affronta con una certa scienza una tematica che spesso è al centro di molte discussioni e di molti film. L’anno scorso Shame di Steve McQueen aveva messo in scena la malattia sessuale, si è parlato di sesso oltre la cinquantina in un’altra produzione hollywoodiana recente, Il matrimonio che vorrei, con Meryl Streep e Tommy Lee Jones. Il film italiano cerca di mettere insieme tutte queste informazioni e realizzarci intorno una storia.

E’ difficile parlare di sesso nel nostro paese senza essere ammiccanti o pudichi, la mentalità del piccolo paese, un meraviglioso Polignano a Mare in Puglia, è un po’ diffusa nell’intera nazione. Come è difficile parlare di disfunzioni legate alla sessualità.Il film è perciò una sorta di manuale pratico, sulla struttura di una storia d’amore e riscatto, che approfondisce alcune tematiche legate al sesso.

Riuniti nel film alcuni volti televisivi Bianca Guaccero, Corrado Fortuna, Marina Rocco, Maurizio Battista e Michele Venitucci, che danno un minimo di novità ad un panorama spesso fossilizzato sui nostri bravi giovani attori, ma spesso troppo presenti in diverse pellicole contemporaneamente.

Il trio di protagonisti dà una buona e naturale prova di commedia che ha come pecca l’essere un po’ troppo tecnica e nozionistica e poco coinvolgente nelle emozioni rappresentate. Comunque una buona prova di un produttore alla sua prima produzione cinematografica e un esordio senza pecche per Donato Ursitti alla sua prima prova al lungometraggio. Il film esce in sala dal 6 Dicembre prossimo, appena in tempo prima dell’arrivo dei film di Natale, anche se quest’anno senza cinepanettone.

Si intitolerà Zero Dark Thirty il film di Kathryn Bigelow sulla caccia a Bin Laden

0

Il film al quale sta attualmente lavorando Kathryn Bigelow, incentrato sulla caccia a Osama Bin Laden e inizialmente intitolato Killing Bin Laden

Si intitola When Marnie Was There il nuovo progetto dello Studio Ghibli

0

when-marnie-was-there-studio-ghibli

La più celebre casa di produzione di Anime, lo Studio Ghibli di cui Hayao Miyazaki è co-fondatore, porterà sul grande schermo il libro per bambini dell’autore britannico Joan G. Robinson. Il film sarà intitolato  Omoide no Marnie (When Marnie Was There) e verrà diretto da Hiromasa Yonebayashi. Per la release bisognerà aspettare l’estate 2014.

Omoide no Marnie sarà la prima produzione da quando Miyazaki ha deciso di ritirarsi, dopo il suo ultimo lavoro Kaze Tachinu (Wind Rises). Hiromasa Yonebayashi ha già diretto The Secret World of Arrietty , che ha guadagnato 145 milioni dollari a livello mondiale, di cui quasi 20 milioni di dollari Usa. L’ultimo film di Miyazaki ha invece incassato 120 milioni di dollari solo in Giappone ed è probabile possa contendere ai lavori animati di tutto il globo il prestigioso premio Oscar. Nel corso del 2013 lo Studio Ghibli ha rilasciato anche The Tale of Princess Kaguya, del co -fondatore Isao Takahata, che però non è riuscito ad avere il successo sperato, passando solo una settimana in vetta al botteghino, rispetto ai due mesi di Wind Rises.

When Marnie Was There è la trasposizione di una storia di Robinson, che parla di una ragazza adottata, che fa una spettrale amicizia in riva al mare inglese, che ovviamente sarà trasportata in Giappone .

Si forma il cast per Trance di Danny Boyle

0

James McAvoy, dismessi per ora i panni del giovani Charles Xavier, farà parte, nel ruolo di protagonista, del prossimo film di Danny Boyle, Trance.

Si forma il cast di Kin

0

olivia

Kin, il film che sarà diretto di Stefan Ruzowitzky (Maga Martina e il libro magico del Draghetto), sta raccogliendo i primi nomi per un cast che si preannuncia di grande livello: il primo nome è quello di Eric Bana, seguono a ruota Charlie Hunnam e Olivia Wilde, che lasciatasi alle spalle il suo numero 13 nella popolarissima serie Dott.House sarà protagonista della prossima stagione cinematografica con ben tre film Tron Legacy, Cowboys & Aliens e The Next Three Days.

La storia del film ruota intorno a due persone in fuga (Bana e la Wilde) che devono nascondersi da un ex-boxer piuttosto violento (Hunnam). Le riprese cominceranno il prossimo marzo in Canada.

Il crime-thriller Kin sta componendo un cast di primissimo ordine: Eric Bana (le ultime notizie sull’attore lo davano in Echelon), Charlie Hunnam e la lanciatissima Olivia Wilde, che dopo il successo di House si trasferirà definitivamente al cinema con i prossimi Tron Legacy, Cowboys & Aliens e The Next Three Days.

Il film, prodotto dalla 2929 Entertainment e dalla Mutual Film, sarà diretto da Stefan Ruzowitzky. La storia è quella di due persone in fuga (Bana e la Wilde) che devono nascondersi dal ritorno a casa di un ex-boxer piuttosto violento (Hunnam). Le riprese cominceranno il prossimo marzo in Canada.

Si farà il film su Veronica Mars

0

L’adattamento cinematografico della serie Veronica Mars si farà. Ormai da anni il creatore Rob Thomas e l’attrice Kristen Bell spingevano per questa soluzione, senza però mai convincere pienamente la Warner Bros, nonostante l’appoggio di numerosi fan.

Lo studio ha però dato ieri il via libera ai due per creare una pagina Kickstarter, con l’obbiettivo di raccogliere i due milioni di dollari necessari per la realizzazione del film. La cosa davvero incredibile è la velocità con cui la cifra è stata raggiunta. Thomas e Bell hanno dovuto aspettare solo quattro ore e mezza per veder superare la soglia del milione, prima di raggiungere, dopo dieci ore, i due milioni di dollari. Per ora siamo a 2,45 mln, di cui il 5% andrà però a Kickstarter.

La Warner a questo punto vedrà produrre il film e lo distribuirà attraverso la Warner Bros Digital Distribution, anche se l’intenzione dei produttori sarebbe quello di aprire alla pellicola anche le porte delle sale cinematografiche, almeno negli Usa.

Una vicenda particolare, dato che Kickstarter è spesso stato utilizzato per il finanziamento di progetti indipendenti. Stavolta è stata una Major a voler testare l’effettivo interesse dei fan. Una soluzione che non è escluso possa essere riproposta anche nei prossimi progetti per ottenere maggiori profitti.

Si è spento Michael Gough, indimenticato maggiordomo di Batman

0

 

Michael_Gough

Si è spento oggi Michael Gough, all’età di 94 anni; l’indispensabile maggiordomo del supereroe di Gotham City, Batman. L’attore aveva interpretato l’affettuoso e fedele  Alfred, nei primi quattro episodi cinematografici dedicati al paladino Batman.

Si è concluso il Festival di Gijon

0

Si è conclusa la 49esima edizione del Festival Internazionale del

Si è chiuso il FIP Workshop fra produttori e investitori!

0
Si è chiuso il FIP Workshop fra produttori e investitori!

FIP_Workshop

Scommessa vinta per FIP (Film Investimenti Piemonte) e FCTP (Film Commission Torino Piemonte), promotori e organizzatori – con Finpiemonte e Confindustria – di NEW BUSINESS? SHOW BUSINESS! il primo workshop destinato a fare incontrare progetti cinematografici con potenziali investitori dell’industria piemontese.

 

Si definisce il cast di Malavita

0

Si è finalmente definito il cast di Malavita, nuovo film di Luc Besson che potrebbe riportare il regista di Léon ai fasti qualitativi del passato.Nel Film, troveremo quindi Robert De Niro, Michelle Pfeiffer, Tommy Lee Jones e i giovani Diana Agron( Glee)e John D’Leo.

Basato su “Badfellas” di Tonino Benacquista, Malavita racconterà la storia della famiglia mafiosa dei Manzoni, che trasferitasi sotto protezione in Normandia avrà notevoli difficoltà ad adattarsi al nuovo stile di vita impostole. Le riprese inizieranno a Parigi per poi spostarsi in Normandia e a New York, mentre l’uscita è prevista per il 2013.

 

 

Si completa il cast di Pirati 4

0
Si completa il cast di Pirati 4

Continua il casting di Pirates of the Caribbean: On Stranger Tides, quarto episodio della saga fantasy diretto da Rob Marshall.

Si chiude nel segno di Diabolik la 31ma edizione del Noir in Festival

0

Si chiude nel segno di Diabolik la 31ma edizione del Noir in Festival, che per la giornata di mercoledì 15 dicembre regala al pubblico due imperdibili appuntamenti dedicati al re del terrore. Marco e Antonio Manetti, registi del nuovo, attesissimo Diabolik, saranno protagonisti alle ore 15.00, nell’Auditorium di IULM 6, di un imperdibile incontro dedicato al personaggio iconico creato dalle sorelle Giussani, in cui dialogheranno insieme a Chiara Tagliaferri, autrice del podcast Les diaboliques. L’anteprima del film dei Manetti bros., in sala per 01 Distribution dal 16 dicembre, sarà invece l’evento di chiusura del Noir 2021, grazie al sostegno di Mompracem, Rai Cinema e 01 Distribution in collaborazione con Astorina. Durante la serata i Manetti bros. e i protagonisti presenteranno il film in sala e saluteranno il pubblico del festival.

L’incontro sarà preceduto dall’annuncio dei vincitori del Premio Caligari e del Black Panther Award 2021, che saranno poi festeggiati in sala nel corso della serata di chiusura. Ospite della giornata sarà anche un autore che ha molto spesso collaborato con ai Manetti bros. ovvero Carlo Lucarelli, che presenterà il suo ultimo romanzo Léon edito da Einaudi (ore 18.00, Rizzoli Galleria). Infine Gabriele Acerbo e Roberto Pisoni presenteranno il volume Kill baby kill! Il cinema di Mario Bava (Bietti), moderati da Piera Detassis (ore 11.30, IULM – Sala dei 146).

Si avvicina il prequel di Alien

0

Alien_copia

E’ un modellatore della compagnia di effetti visivi MPC di nome Henry South a mandare alle stelle le aspettative dei fan di Alien per quanto riguarda il prequel che Ridley Scott sta sviluppando ormai da tempo.

Si arricchisce il cast di Rock of Ages

0

{jcomments off}TomCruise

Tom Cruise, Mary J. Blige, e Julianne Hough stavano negoziando nelle ultime settimane la loro partecipazione a Rock of Ages, prodotto dalla New Line.

Si arricchisce il cast di Clash of the Titans 2

0
Si arricchisce il cast di Clash of the Titans 2

scontrotratitani

E’ iniziata la produzione del sequel ancora senza titolo di Clash of the Titans, diretto da Jonathan Liebesman. La Warner Bros ha inviato un comunicato stampa che conferma il cast del film: tornano Sam Worthington (Perseo), Liam Neeson (Zeus), Ralph Fiennes (Ade), e Danny Huston (visto nel primo film ben poco nella parte di Poseidone), e saranno affiancati da Edgar Ramirez (Ares), Toby Kebbell (Argenor), Rosamund Pike (Andromeda), e Bill Nighy (Efesto).

Si alza il vento: recensione del film di Hayao Miyazaki

0

Alla luce della dichiarazione ufficiale, diffusa dopo la prima proiezione mondiale del film, del suo ritiro dalle scene possiamo considerare senza dubbio Si alza il vento come il testamento del grande maestro dell’animazione giapponese Hayao Miyazaki. Un film che in molti hanno criticato, perchè troppo realistico, troppo legato alle vicende storiche, come lo era anche Porco Rosso ad esempio, ma senza l’occhio di riguardo per la componente magica che è sempre stata una delle caratteristiche distintive (e amate) del regista.

Il volo è una delle ossessioni del maestro Hayao, in quasi tutti i suoi film il rapporto dei personaggi con l’aria è sempre molto stretto, e con Si alza il vento, Miyazaki decide di raccontare dal punto di vista di una persona realmente esistita questo magico rapporto. Il film infatti racconta la vita di Jiro Horikoshi, l’uomo che ha progettato i caccia giapponesi durante la seconda guerra mondiale. Jiro è un sognatore che sin da piccolo desidera progettare aerei. Tuttavia il suo sogno, diventato realtà, ha mostrato troppo presto l’altro lato della medaglia: un lato oscuro con cui nella vita bisogna imparare a fare i conti e che Jiro non riesce a preventivare fino a quando non viene messo davanti al fatto compiuto.

Un biografia storica e drammatica, fortemente personale e sicuramente distante dai suoi primi e più grandi capolavori; con questo film Miyazaki ha lasciato il mondo della fantasia, pur non rinunciando mai alle sequenze oniriche e al sogno, quello genuino e puro che anima il mondo di un bambino. Il tipico tratto di matita del maestro si conferma in disegni morbidi e colorati, allegri seppure velati da una patina di realistica tragedia che li rende meno sgargianti ma ugualmente grondanti di eterna bellezza. Il racconto è scandito da ritmi lenti e la sceneggiatura è sapientemente equilibrata tra momenti di grande poesia e momenti drammatici, con simpatici siparietti comici che impreziosiscono ulteriormente quello che a buon diritto può essere considerata l’opera più matura, la più dolorosa e forse la più complessa della vasta filmografia miyazakiana.

si alza il vento 1

Presentato al Festival di Venezia del 2013, il film ha avuto il riconoscimento internazionale con la nomination agli Oscar 2014 come miglior film d’animazione, arriva purtroppo solo per quattro giorni nelle sale italiane, e la brevità e l’esclusività del suo passaggio al cinema ne fanno un altro oggetto prezioso, l’ennesimo, che nel nostro Paese rischia di diventare introvabile.

Animato da una forte componente biografica, Si alza il vento assurge, come detto, a dolente, romantico, poetico e struggente testamento cinematografico del maestro Hayao Miyazaki. Alla fine della visione, con gli occhi lucidi e il cuore in tumulto, ringrazierete il maestro e il mondo intero, che ci riserva ancora opere di tale grandezza.

Si alza il vento: finalmente l’uscita italiana dell’ultimo film di Hayao Miyazaki

0

La Lucky Red ha confermato in via ufficiale che Si Alza il vento (The Wind Rises), l’ultimo film di Hayao Miyazaki, uscirà nelle sale italiano tra il 13 ed il 16 di settembre .

Leggi anche: Hayao Miyazaki parla di Si alza il vento e del suo ritiro

La casa di distribuzione dunque pone fine all’incertezza sull’uscita del film candidato all’Oscar 2014, e considerato che la pellicola è stata apprezzata già da tutto il mondo, sorprende invece il limbo nel quale era finito il film nel bel paese, almeno fino ad oggi. Il film quindi uscirà in 4 date che concentreranno l’attenzione del pubblico (si spera) sul film del leggendario Studio Ghibli.

LEGGI LA RECENSIONE DI THE WIND RISES

Il film narra la storia di  Jirō Horikoshi, un ingegnere aeronautico che progettò numerosi aerei (ma sarebbe più corretti etichettarli come velivoli) durante la seconda guerra mondiale, tra cui il Mitsubishi A6M, meglio conosciuto con il nome di Zero Fighter, utilizzato dai giapponesi contro gli americani anche nell’attacco di Pearl Harbor.

Si tratta, come già accaduto in passato per altri suoi film, di un adattamento da un manga, scritto e disegnato dallo stesso artista giapponese. Miyazaki è assente dalla pagina cinematografica dal 2008, quando scrisse e diresse Ponyo sulla scogliera. Un’assenza di qualche anno che alimenterà ulteriormente l’interesse che i numerosi fan, orientali e non, nutrono sul regista, fumettista, produttore (e chi più ne ha più ne metta) giapponese.