Tornare in scena dopo tanti anni, e
non ritrovarsi più nel personaggio. Non ritrovare più la persona
che si è e avere paura di scoprirlo. Sils
Maria, di Olivier Assayas, è questo
e tanto altro. Con una superba Juliette Binoche,
affiancata da Kristen Stewart e Chloe Grace Moretz, Sils
Maria arriva al cinema dopo un acclamato passaggio al
Festival
di Cannes.
Maria Enders (Juliette
Binoche) è diretta in Svizzera per ritirare un premio per
conto di Wilhelm Melchior, grande amico drammaturgo che la scoprì a
18 anni con l’opera Maloja Snake, ma poco prima di arrivare le
giunge la notizia della sua morte. Affranta e un po’ restia, viene
convinta da un giovane regista, e sotto consiglio di Valentine
(Kristen
Stewart), a prendere parte ad una nuova produzione
teatrale della commedia che aveva portato in scena vent’anni prima,
dove interpretava Sigrid, una giovane assistente che spinge al
suicidio il suo capo, Helena. Ed è proprio quest’ultimo ruolo che
le viene proposto, affidando la “sua” Sigrid a Jo-Ann Ellis
(Chloe
Grace Moretz), un’attrice in ascesa sempre al centro
del gossip.
Sils Maria è un
film dove tutto è un gioco di specchi, il riflesso di qualcosa che
è o è stato. Il film racconta il difficile percorso di crescita di
una donna che non riesce ad affrontare il tempo che passa: per
Maria non è semplice abbandonare il ruolo di Sigrid perché in
Helena vede e critica dei difetti che non è pronta ad ammettere su
stessa. La storia tra Sigrid e Helena si rispecchia nel rapporto
simbiotico di Maria e Valentine, coinvolgendole più del previsto,
ma anche nel rapporto con Jo-Ann. La stessa Jo-Ann ricorda una
Kristen Stewart degli inizi dell’era
Twilight.
L’attrice, molto a suo agio in
questo ruolo, sembra quasi affidi alla voce di Valentine continui
riferimenti a come può travolgere il successo e come il pubblico
giovane può reagire al gossip nell’era di internet, ma anche
all’abilità di riuscire a rimanere se stessi anche se con tanta
pressione da parte dei media (vedi la Stewart che calca i red
carpet più importanti del mondo in vestito da sera e Converse!).
Chloe Grace Moretz ritrae al meglio questa
gioventù bruciata di Hollywood, rimanendone per fortuna fuori, e
Juliette Binoche, talmente bella che è quasi poco
credibile nell’insicura Maria, da grande attrice qual è, affronta
il ruolo con eleganza e intelligenza.
Olivier Assayas ci
trascina in questa sua narrazione, semplice ma sfaccettata, dove a
farla da padrona sono le diverse chiavi di lettura che lui offre ma
che spetta solo allo spettatore accettare. Perché Sils
Maria va goduto soprattutto nel “non raccontato”, un
modo per dare a noi l’opportunità di interpretarlo come meglio
preferiamo.
Ecco le prime immagini tratte dal
nuovo film del regista francese Olivier Assayas
intitolato Sils Maria. La pellicola, le
cui riprese sono cominciate da qualche giorno in Italia,
precisamente in Val Gardenia (Trentino Alto Adige), vede
protagoniste Chloe Moretz e Kristen
Stewart al fianco del premio Oscar Juliette
Binoche. Di seguito vi mostriamo le prime foto dal set del
film.
La storia di Sils Maria è quella di
Maria Enders (Binoche), una famosissima attrice, ormai in declino,
preoccupata per il successo della giovane collega Jo-Ann Ellis
(Moretz); in particolare, la donna comincia ad essere
particolarmente ossessiva nel confronti dell’attrice quando
scoprirà che quest’ultima reinterpreterà il ruolo che la rese una
grande star. L’unica persona che sembra comprenderla è la sua
assistente Valentina (Stewart), con la quale l’ex star dal passato
glorioso instaura un rapporto piuttosto ambiguo.
Apple
TV+ ha svelato oggi il trailer di Silo, l’avvincente serie Apple Original basata
sulla trilogia di romanzi distopici di Hugh Howey,
bestseller del New York Times, interpretata da un cast d’eccezione
guidato da Rebecca Ferguson (“Dune“,
“Mission: Impossible”), che è anche produttrice esecutiva.
Silo è creata dallo sceneggiatore nominato agli
Emmy Graham Yost (“Band of Brothers – Fratelli al
fronte”, “Justified – L’uomo della legge”), che ne è anche
showrunner. Il candidato all’Oscar Morten Tyldum
(“In difesa di Jacob”, “The
Imitation Game“) dirige i primi tre episodi.
https://youtu.be/yRImCiQSN58
Silo: quando esce
e dove vederla in streaming
Silo in streaming
uscirà su Apple TV+ il 5 maggio con i primi due
episodi dei dieci totali, seguiti da un nuovo episodio settimanale,
ogni venerdì fino al 30 giugno.
La trama e il cast di
Silo
SILO racconta la
storia degli ultimi diecimila abitanti della Terra, la cui casa
profonda un miglio li protegge dal mondo esterno, tossico e
mortale. Tuttavia, nessuno sa quando o perché il silo sia stato
costruito e chi cerca di scoprirlo va incontro a conseguenze
fatali. Rebecca Ferguson interpreta l’ingegnere Juliette che cerca
risposte sull’omicidio di una persona cara e si imbatte in un
mistero molto più intricato di quanto avrebbe mai potuto
immaginare, portandola a scoprire che, se le bugie non ti uccidono,
lo farà la verità.
Il cast della serie comprende
Common (“The Chi”), la candidata agli Emmy
Harriet Walter (“Succession”), Chinaza Uche
(“Dickinson”), Avi Nash (“The Walking Dead”), il
vincitore del Critics Choice Award e del NAACP David
Oyelowo (“Selma”), la candidata agli Emmy Rashida Jones (“Parks and Recreation”) e il
premio Oscar Tim Robbins (“Mystic River”).
SILO è prodotta per Apple TV+ da AMC Studios e
basata sui romanzi di Hugh Howey. La serie è prodotta da Graham
Yost, Hugh Howey, Morten Tyldum e Rebecca Ferguson, insieme a Nina
Jack, Fred Golan, Rémi Aubuchon e Ingrid Escajeda.
Silo (già noto come “Wool”), la nuova serie
drammatica in 10 episodi basata sulla trilogia di romanzi distopici
bestseller del New York Times di Hugh Howey, farà il suo debutto il
5 maggio su Apple TV+.
Oggi Apple ha rilasciato il teaser trailer e le prime immagini
della serie creata dallo sceneggiatore nominato agli Emmy Graham
Yost (“Band of Brothers – Fratelli al fronte”, “Justified – L’uomo
della legge”), che ne è anche showrunner.
Il candidato all’Oscar
Morten Tyldum (“In difesa di Jacob”, “The
Imitation Game”) dirige i primi tre episodi, mentre la serie
dramedy è interpretata da un cast corale guidato da Rebecca Ferguson (“Dune”,
“Mission: Impossible”), che è anche produttrice esecutiva.
Silo uscirà su Apple
TV+ con i primi due episodi, seguiti da un nuovo episodio
settimanale ogni venerdì, fino al 30 giugno.
Silo racconta la
storia degli ultimi diecimila abitanti della Terra, la cui casa
profonda un miglio li protegge dal mondo esterno, tossico e
mortale. Tuttavia, nessuno sa quando o perché il silo sia stato
costruito e chi cerca di scoprirlo va incontro a conseguenze
fatali. Rebecca Ferguson interpreta l’ingegnere Juliette che cerca
risposte sull’omicidio di una persona cara e si imbatte in un
mistero molto più intricato di quanto avrebbe mai potuto
immaginare, portandola a scoprire che, se le bugie non ti uccidono,
lo farà la verità.
Il cast della serie comprende Common (“The Chi”), la candidata
agli Emmy Harriet Walter (“Succession”), Chinaza Uche
(“Dickinson”), Avi Nash (“The Walking Dead”), il
vincitore del Critics Choice Award e del NAACP David
Oyelowo (“Selma”), la candidata agli Emmy Rashida Jones
(“Parks and Recreation”) e il premio Oscar Tim
Robbins (“Mystic River”).
Silo è prodotta per Apple TV+
da AMC Studios e basata sui romanzi di Hugh Howey. La serie è
prodotta da Graham Yost, Hugh Howey, Morten Tyldum e Rebecca
Ferguson, insieme a Nina Jack, Fred Golan, Rémi Aubuchon e Ingrid
Escajeda.
I partecipanti al San Diego
Comic-Con 2024 hanno potuto dare un primo sguardo esclusivo
alla seconda stagione dell’avvincente serie distopica di
Apple TV+, Silo. Durante il panel, lo
showrunner Graham Yost e la star Rebecca Ferguson hanno presentato una clip
elettrizzante che ha lasciato i fan con il fiato sospeso. Con
l’attesa per la prima del 15 novembre, Silo è pronta a regalare un
altro emozionante capitolo della sua saga ricca di colpi di
scena.
La clip si apre con Juliet
(Rebecca
Ferguson) che naviga in quello che sembra essere
un silo
abbandonato. Attingendo alle sue conoscenze ingegneristiche, crea
un ponte funzionale per attraversare una passerella crollata.
Mentre la musica cresce, Juliet si lega al lato della stalla e si
avventura attraverso il suo percorso improvvisato. La tensione è
palpabile quando il suo lavoro comincia a tradirla e la struttura
inizia a crollare. In un gesto disperato, Juliet si precipita
dall’altra parte e riesce a malapena ad afferrare se stessa mentre
il ponte crolla. Per risalire verso la salvezza, è costretta a
tagliare la corda.
Una volta che ce l’ha fatta,
un’inquietante registrazione di “Moon River” inizia a suonare dalle
profondità del silo. Juliet segue la melodia inquietante, passando
accanto a cadaveri e a diverse scritte sui muri, una delle quali
recita: “Prima o poi entreremo”. Trova una porta chiusa a chiave
con un tastierino rosso e la prova, solo per essere spaventata da
un paio di occhi che appaiono attraverso la piccola finestra.
L’uomo dietro la porta, interpretato da Steve
Zahn, le dice in modo agghiacciante che capisce il motivo
per cui ha cercato di aprire la porta, ma che se ci riprova la
ucciderà.
Steve Zahn entra a far parte di
Silo
Dopo la clip, Zahn è salito sul
palco per unirsi alla discussione, aumentando l’eccitazione del
panel. L’introduzione di Zahn come nuovo personaggio promette di
portare ancora più intrigo e tensione nella serie. La sua
interazione con Juliet lascia intendere segreti e minacce
più profonde che si nascondono nelle profondità del
silo.
La serie ha affascinato il
pubblico con il suo mondo riccamente sviluppato, i suoi
personaggi complessi e la sua narrazione intensa. La nuova stagione
sembra destinata ad ampliare questi elementi, offrendo ancora più
dramma, suspense e colpi di scena inaspettati mentre Juliet
cerca di scoprire chi si nasconde dietro il mistero del
silo.
Segnatevi il calendario per il 15
novembre, quando Silo tornerà per la sua attesissima
seconda stagione. Preparatevi a immergervi nuovamente nei misteri e
nei pericoli del silo, mentre Juliet e gli altri abitanti
affrontano nuove sfide e scoprono altri segreti.
La seconda stagione di Silo sarà
presentata prima di quanto si pensi
Apple
TV+ continua la sua serie di contenuti avvincenti e di alta
qualità con l’attesissimo ritorno di
Silo. La seconda stagione
dell’acclamato dramma distopico debutterà venerdì 15 novembre
2024. I fan della serie, che è diventata rapidamente una pietra
miliare della programmazione di Apple TV+, attendono con
impazienza la continuazione di questa storia avvincente.
Silo racconta l’avvincente storia degli ultimi diecimila
abitanti della Terra, confinati in una casa sotterranea profonda un
miglio che li protegge dall’ambiente tossico del mondo esterno.
Le origini e lo scopo del silo
sono velati di mistero, con conseguenze letali per coloro che
osano scoprirne i segreti. Al centro della serie c’è Juliette,
interpretata dalla formidabile Rebecca
Ferguson, un ingegnere la cui indagine sull’omicidio
di una persona cara svela verità che potrebbero scuotere le
fondamenta stesse della loro esistenza. Al San Diego Comic Con, è
stato anche rivelato che l’acclamato attore Steve
Zahn si unirà alla seconda stagione, dopo aver fatto
un’apparizione a sorpresa sul palco del panel di San Diego.
In un’intervista esclusiva
rilasciata ad aprile , la Ferguson ha fornito alcune informazioni
sul futuro della serie. L’attrice ha rivelato i piani per le
riprese delle stagioni 3 e 4, con la quarta stagione che fungerà da
capitolo conclusivo della saga.
“Credo che la serie abbia una
fine, e so quando sarà.Quindi questa è la risposta.Lo scoprirete quando la serie sarà finita.Ad essere
onesti, non credo che sia un segreto.I libri sono i
libri.Sono tre libri e i tre libri sono divisi in quattro
stagioni.Quindi credo che, a meno che qualche persona della
Apple non si butti a capofitto, credo che non ci siano problemi a
dire che la stagione 1 è finita.La seconda stagione è stata
girata e sta per uscire, e ora stiamo cercando di dare il via
libera alla terza e alla quarta stagione.E penso che le
gireremo forse insieme, e questa sarebbe la fine”.
La seconda stagione di SILO
potrebbe debuttare il 15 novembre 2024 e preparatevi a immergervi
nuovamente nei misteri del silo.
Rebecca Ferguson, la protagonista della serie
Silo, la serie tv Apple TV+
acclamata dalla critica, ha rivelato piani ambiziosi per il futuro
dello show, lasciando intendere che le ultime due
stagioni potrebbero essere girate contemporaneamente,
concludendo potenzialmente la serie con un finale drammatico, come
ha rivelato in esclusiva durante una chiacchierata con
Steve Weintraub di
Collider per parlare della serie di successo. La serie
distopica, basata sulla trilogia bestseller Wool di Hugh
Howey, è stata un successo di critica e uno degli show più
apprezzati di Apple
TV+.
Ambientata in un mondo
post-apocalittico in cui l’umanità sopravvive in un gigantesco
silo
sotterraneo, la storia affronta i misteri e gli intrighi politici
che minacciano la loro esistenza, mentre Rebecca Ferguson interpreta Juliette, un
ingegnere che finisce per essere messo a capo del dipartimento
dello sceriffo. Il lussuoso adattamento a grande budget ha ampliato
la portata dell’universo di Howey, prevedendo di estendere la serie
di tre libri a quattro stagioni televisive. Parlando della durata
prevista della serie Silo, Rebecca Fergusonha
fatto notare che hanno già in mente un finale e che sono in corso i
piani per girare le due stagioni finali in contemporanea, in modo
da portare a termine il lavoro nel modo più efficiente
possibile.
“Credo che la serie abbia un
finale, e so quando sarà. Quindi questa è la risposta. Lo
scoprirete quando lo show sarà finito. Ad essere onesti, non credo
sia un segreto. I libri sono i libri. Sono tre libri e i tre libri
sono divisi in quattro stagioni. Quindi credo che, a meno che
qualche persona della Apple non si butti a capofitto, credo che non
ci siano problemi a dire che la stagione 1 è finita. La seconda
stagione è stata girata e sta per uscire, e ora stiamo cercando di
dare il via libera alla terza e alla quarta stagione. E credo che
le gireremo forse insieme, e questa sarebbe la fine“.
Rebecca Ferguson non vuole che i
fan di ‘Silo’ debbano attendere troppo a lungo
La Ferguson ha dichiarato che la
decisione di girare potenzialmente le stagioni tre e quattro
insieme è stata influenzata da considerazioni pratiche e incentrate
sui fan. L’attrice ha spiegato i vantaggi logistici di un tale
approccio, dicendo: “Penso che questo sia il piano, e credo che
dato che la richiesta è così esigente, il che è incredibile, il
punto sarebbe quello di dare alla gente ciò che vuole ottenere in
modo da non avere un divario troppo grande. Ma tutto cambia. Si
tratta di tempismo. Si tratta di ciò che funziona. Che cos’altro
sta uscendo. È un’equazione matematica di come le cose vengono
abbandonate e quando vengono abbandonate“.
Rebecca Ferguson dice che
girerebbe tre diversi episodi di ‘Silo’ in un solo giorno
La strategia delle riprese a
blocchi, in cui più episodi vengono girati contemporaneamente, è
stata fondamentale per gestire le intense richieste di produzione
della serie. Rebecca Ferguson ha descritto la complessa
logistica di questo metodo, sottolineando le sfide e le sue
tecniche personali per rimanere al passo con le difficoltà di
individuare l’episodio che sta girando quel giorno.
“Ma quello che bisogna anche
capire è che ci sono 20 episodi, ci possono essere cinque registi
diversi e come attori saltiamo. Niente è consecutivo. Quindi è
molto faticoso per noi, è molto faticoso per i registi. Ma è così
che abbiamo fatto anche la seconda stagione. In un giorno, ho
girato con tre registi diversi, tre episodi diversi. Così
ho coordinato i miei copioni in base al colore e alla regia. Ho
solo le mie cose, non quelle di nessun altro, e le ho in sequenza,
in ordine, così quando guardo la giornata, per quanto riguarda i
colori, so con chi sto lavorando, quando sto lavorando con loro,
dove sono. Quindi è molto poco sexy. Io lo trovo molto sexy. Adoro
tutto ciò che ha a che fare con gli evidenziatori. Sono un po’
ossessivo-compulsivo“.
La seconda stagione di Silo non ha ancora una
data di uscita. È possibile vedere la prima stagione su
Apple
TV+.
Silo in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
Secondo Deadline, la
produzione della seconda stagione della serie tv Silo di Apple TV+,
guidata da Rebecca Ferguson, è stata temporaneamente
interrotta a causa degli scioperi in corso di sceneggiatori e
attori. Il ritardo indefinito della seconda stagione di
Silo arriva dopo oltre un mese da quando lo
streamer ha annunciato il rinnovo ufficiale del thriller
fantascientifico. Oltre a Silo, il noto sito rileva anche che anche
un’altra produzione di Apple TV+ si è interrotta,
ovvero la terza stagione di Foundation.
Di cosa
parla Silos?
“In un futuro in rovina e
tossico, migliaia di persone vivono in un gigantesco silo nel
sottosuolo“, si legge nel logline. “Dopo che il suo
sceriffo infrange una regola cardinale e i residenti muoiono
misteriosamente, l’ingegnere Juliette inizia a scoprire segreti
scioccanti e la verità sul silo.”
Silo è scritto e
creato da Graham Yost (The Americans, Slow
Horses), basato sull’omonima serie di romanzi
post-apocalittici di Hugh Howey. La serie è interpretata da
Rebecca Ferguson (Dune),
Tim Robbins (The Shawshank Redemption),
Rashida Jones (The Office), David
Oyelowo (Selma), Common (John Wick:
Chapter 2), Harriet Walter (Ted Lasso),
Avi Nash (The Walking Dead), Iain
Glen (Game of Thrones), Shane McRae
(Sneaky Pete) e molti altri. I produttori esecutivi della serie
sono Ferguson, Yost, Ben Brafman, Jon Midlane, Fred Golan,
Cassie Pappas, Fred Golan, Ingrid Escajeda, Remi Aubuchon, Hugh
Howey e Nina Jack. I produttori sono Aric Avelino, Ben
Brafman e Joanna Thapa.
Dopo il debutto della seconda
stagione di “Silo”,
Apple
TV+ ne ha annunciato oggi il rinnovo fino alla quarta stagione
che porterà la serie al suo emozionante capitolo finale,
raccontando la storia completa della trilogia di romanzi distopici
di Hugh Howey, bestseller del New York Times. Interpretata e
prodotta da Rebecca Ferguson, la seconda stagione di
“Silo” è
ora disponibile in streaming su Apple TV+ con nuovi
episodi trasmessi ogni venerdì fino al 17 gennaio.
«È stata un’esperienza ricca di soddisfazioni adattare i romanzi
epici di Hugh insieme i nostri partner di Apple e siamo entusiasti
di avere l’opportunità di portare sullo schermo questa storia nel
corso di quattro stagioni», ha dichiarato Graham Yost, showrunner e
produttore esecutivo. «Con gli ultimi due capitoli di “Silo”, non
vediamo l’ora di offrire al pubblico la conclusione più
soddisfacente possibile dei molti misteri e una spiegazione alle
domande senza risposta contenute tra le mura di questi
silos».
«La coinvolgente, inventiva e commovente “Silo” ci ha appassionato
fin dal primo giorno e abbiamo adorato vedere il pubblico
innamorarsi del mondo creato da Graham Yost», ha dichiarato Matt
Cherniss, responsabile della programmazione di Apple
TV+. «Guardiamo alla terza e alla quarta stagione di
questa ambiziosa serie sci-fii, che concluderanno il viaggio di
Juliette Nichols e completeranno l’epica trilogia di romanzi di
Hugh Howey. Non vediamo l’ora che tutti possano apprezzare altre
potenti interpretazioni del cast dello show, guidato
dall’impareggiabile Rebecca Ferguson, così come gli inaspettati
colpi di scena, le svolte e le sorprese che ci aspettiamo da questa
storia molto umana».
Dal debutto della
seconda stagione, lo scorso novembre, “Silo”
ha conquistato il pubblico di tutto il mondo, guadagnandosi le lodi
di serie “genuinamente brillante”, “ampiamente soddisfacente” e
“una delle migliori serie televisive di fantascienza di oggi”.
Amata dalla critica, ha raccolto consensi per i suoi “personaggi
dinamici”, per il suo “elemento atmosferico di costruzione del
mondo”, per l’interpretazione “sconvolgente” di Rebecca Ferguson e
per la “performance della vita” del nuovo arrivato Steve
Zahn.
Il sesto episodio della seconda stagione di “Silo” debutta su Apple
TV+ questo venerdì, 20 dicembre. Nel nuovo episodio di questa
settimana, Bernard mette in atto un piano per eliminare Knox,
Shirley e Walker. Billings prende posizione. Solo salva la vita di
Juliette e vuole qualcosa in cambio.
Cosa sappiamo di Silo
Creata dallo sceneggiatore nominato agli Emmy Graham Yost, che
ricopre anche il ruolo di showrunner, “Silo” racconta la
storia degli ultimi diecimila abitanti della Terra, la cui casa
posta un miglio sottoterra li protegge dal mondo esterno, tossico e
mortale. Tuttavia, nessuno sa quando o perché il silo sia stato
costruito e chi cerca di scoprirlo va incontro a conseguenze
fatali. Rebecca Ferguson interpreta l’ingegnere Juliette che cerca
risposte sull’omicidio di una persona cara e si imbatte in un
mistero molto più intricato di quanto avrebbe mai potuto
immaginare, portandola a scoprire che, se le bugie non ti uccidono,
lo farà la verità.
Oltre a Ferguson e alla new entry
Steve Zahn, la seconda stagione vede protagonisti Tim Robbins,
Common, Harriet Walter, Chinaza Uche, Avi Nash, Alexandria Riley,
Shane McRae, Remmie Milner, Clare Perkins, Billy Postlethwaite,
Rick Gomez, Caitlin Zoz, Tanya Moodie e Iain Glen.
“Silo” è prodotta per Apple TV+ da
Apple Studios ed è prodotta esecutivamente da Yost, Michael Dinner,
Nina Jack, Joanna Thapa, Ferguson, Morten Tyldum, Howey, Fred
Golan, Rémi Aubuchon e AMC Studios.
Quando si tratta di serie
di fantascienza, ormai il minimo comun denominatore che sembra
unire la stragrande maggioranza di questi prodotti in un unico
calderone estetico/visivo è la grandezza, la magniloquenza dello
spettacolo. Non c’è poi tanto da stupirsi, visto dove si è diretto
anche il cinema hollywoodiano negli ultimi anni. È quindi un
piacere poter gustare uno show come Silo che al contrario sceglie la direzione
opposta, ovvero quella di un prodotto coerente nella visione ma
soprattutto improntato su un’idea forte di narrazione.
Silo, la serie tratta dai romanzi di Hugh
Howey
Alla base della nuova
serie di Apple
TV+ ci sono i romanzi scritti da Hugh
Howey: l’ambientazione principale è appunto un enorme silo
in cui sono rinchiusi da secoli un numero imprecisato di esseri
umani. Il mondo esterno è stato devastato e l’unica salvezza si è
rivelata nel confinamento, creando una nuova società fatta di
regole ferree e una rigida scala sociale. Alcuni membri della
comunità però iniziano a dubitare che la realtà fuori dalla
fortezza/prigione sia fatta soltanto di morte e devastazione. Tra
loro c’è Allison (Rashida
Jones), moglie dello sceriffo Holston (David
Oyelowo), intenta a scoprire la verità su cosa sta
realmente succedendo. La donna metterà in moto un catena di eventi
drammatici che vedrà protagonista quasi suo malgrado l’ingegnere
Juliette (Rebecca
Ferguson), donna dal passato doloroso che vuole
scoprire la verità sulla morte “accidentale” del suo amante.
I primi episodi di
Silo diretti da Morten Tyldum
(nomination all’Oscar per The Imitation Game,
Passengers) possiedono uno spessore drammatico
degno delle migliori produzioni di questo genere. Il regista riesce
a sfruttare al meglio l’enorme lavoro di composizione del set
principale per creare un’atmosfera di placida disperazione, un
ambiente che protegge e allo stesso tempo non permette a coloro che
vi vivono confinati una vera e propria libertà di espressione. Il
pathos generato dalla vicenda personale dei personaggi avvicina
Silo ad alcuni pilastri dell’utopia negativa
letteraria, primo tra tutti 1984 di George
Orwell.
Oltre a un
pilot di indubbio impatto emotivo anche le due
puntante successive immergono lo spettatore in un universo molto
ben delineato, la cui estetica rimanda in qualche modo allo
steampunk nella volontà di adoperare le scenografie e i costumi
retrò – anche se in questo caso il riferimento preciso sono gli
anni ‘70. Man mano che la storia procede nel corso degli episodi lo
show si concentra maggiormente sullo sviluppo della trama e della
detection, perdendo leggermente di efficacia nella rappresentazione
dei conflitti interiori.
Nonostante si noti tale discrepanza,
Silo rimane comunque uno show che sa intrattenere
con evidente competenza e conoscenza delle regole della
fantascienza distopica. Merito della riuscita va attribuito anche,
se non addirittura principalmente, a un cast di attori notevole.
Rashida Jones è la protagonista assoluta ed
emozionante della prima puntata, un ritratto femminile a tutto
tondo che diventa immediatamente eroico nella sua ricerca della
verità. Nella puntata successiva tocca invece a David
Oyelowo elevare la figura di Holston, conducendolo nel
corso di una parabola umana precisa e dolorosa.
Il resto lo fa una
Rebecca Ferguson assolutamente in parte,
capace di dotare il personaggio di Juliette di una ferocia
emozionale quasi respingente. L’attrice di origini scandinave
lavora magnificamente nello sviluppare un linguaggio del corpo e un
tipo di recitazione in grado di esplicare la vita interiore del
personaggio, una figura femminile tutt’altro che scontataç le
ferite interiori della donna vengono rappresentate dagli scatti
bruschi, dalle occhiate rabbiose, da parole lasciate uscire anche
soltanto digrignando i denti. Siamo lontani anni luce dalle
performance eleganti e carismatiche attraverso le quali abbiamo
imparato ad apprezzare Ferguson: in Silo ci offre una nuova gamma
delle sue possibilità di interprete, confermando una versatilità
ammirevole.
Potrebbe non essere una
delle serie sci-fi più originali mai realizzate
Silo, ma la lucidità e la coerenza visiva con cui
gli autori e i creator l’hanno realizzata ne testimonia la fattura
elevata. Ci troviamo di fronte a una comprensione del genere e dei
suoi sottotesti piuttosto evidente, fattore che arriva a confermare
quanto Apple
TV+ – che ci ha regalato anche la notevole
Foundation tratta da Isaac
Asimov, di cui attendiamo con trepidazione la nuova
stagione – sappia scegliere con discreta cura quando si tratta di
raccontare il nostro presente attraverso il filtro del
fantastico.
Il trailer della seconda stagione
di Silo evidenzia il ritorno di
Rebecca Ferguson e mostra la lotta di
Juliette per sopravvivere all’esterno. Adattato da Graham Yost, dai
romanzi di lana di Hugh Howey, il dramma fantascientifico
ha debuttato su Apple TV+ nel maggio
2023. I primi otto episodi si svolgono in un futuro distopico,
concentrandosi su una comunità che vive in un gigantesco silo
che continua per centinaia di piani sottoterra, ed è chiaro che i
leader della comunità vorrebbero tenere nascosti alcuni segreti.
Tutto ciò porta al finale della prima stagione di Silo,
che mette in discussione la sicurezza di Juliette Nichols
(Ferguson).
È stato presentato il trailer della
seconda stagione di Silo, il dramma scientifico che sarà
trasmesso in anteprima mondiale suApple
TV+venerdì 15 novembre con il primo
episodio. Da lì, un nuovo episodio verrà rilasciato ogni
venerdì fino al 17 gennaio 2025. La prossima stagione sarà
composta da 10 episodi. Il trailer di due minuti, che
riprende lo stile di un’epopea cinematografica, è incentrato sulle
difficoltà di Juliette dopo l’enorme cliffhanger e introduce il
nuovo personaggio interpretato dalla star di The
White Lotus Steve Zahn.
Cosa rivela il trailer della seconda stagione di
Silo
https://youtu.be/ILPBYDugEn8
La
seconda stagione di Silo riprenderà dopo che Juliette
è stata mandata a pulire. Questo è più o meno un eufemismo per dire
che viene mandata a morire a causa dell’apparente tossicità
dell’aria. Anche se Juliette accetta di essere mandata fuori, senza
protestare o essere ascoltata, in cambio di sapere cosa è successo
al suo amico George (Ferdinand Kingsley), è protetta da un nastro
adesivo che la protegge dai pericoli immediati del mondo esterno.
Ma, una volta fuori, si conferma che il mondo esterno è tossico e
sterile. Tuttavia, Juliette nota numerosi altri silos
intorno a lei.
Il trailer riprende questo filo
conduttore, probabilmente più di ogni altro, soprattutto nei
momenti finali. Il personaggio di Zahn dice a Juliette che
se proverà ad aprire di nuovo la porta, lui la ucciderà.
Questo suggerisce che Juliette provi a visitare altri silos. In un
altro momento, Juliette cade quasi a terra e sembra aggrapparsi a
malapena.
Il resto del cast del Silo
continua da posizioni familiari. Bernand Holland (Tim Robbins) e
Robert Sims (Common) cercano di mantenere la bugia che
Juliette sia morta per un bene superiore, anche se questa
bugia si sta sgretolando. Nel frattempo, personaggi come Martha
Walker (Harriet Walter) e Paul Billings (Chinaza Uche) fanno il
possibile per combattere per coloro che vivono nel silo, anche se
Paul è ancora combattuto.
La terza stagione di Silo
ha raggiunto un importante traguardo, celebrato con una foto della
star e produttrice esecutiva Rebecca Ferguson. Il
finale della seconda stagione di Silo
inizia a dare una risposta a come è nato il mondo distopico dello
show, facendo riferimento a una bomba sporca e ai problemi tra
Stati Uniti e Iran. Ha introdotto nuovi personaggi, un reporter e
un politico, che saranno fondamentali per svelare la storia. Ma la
fine non è ancora in vista, visto che Apple
TV+ ha confermato che il popolare adattamento di Hugh
Howey
si concluderà con la quarta stagione.
Lo streamer ha ora confermato che la
stagione 3 di Silo ha terminato le riprese,
condividendo una foto di Ferguson da dietro le quinte. L’attrice
nominata ai Golden Globe, che interpreta Juliette
Nichols, può essere vista in piedi al centro
dell’inquadratura mentre fa segni di “rock on” con le mani. Al
momento, la terza stagione dello show non ha ancora una data di
uscita annunciata. Tuttavia, dato che le riprese si sono concluse,
può iniziare il graduale conto alla rovescia per l’arrivo dei nuovi
episodi. Di seguito, ecco il post di Apple TV+:
La terza stagione di Silo si
ricollegherà probabilmente ai minuti finali della seconda stagione.
In essi si introduce un deputato degli Stati Uniti di nome Daniel
(interpretato da Ashley Zukerman di Succession). Ha un appuntamento con una
giornalista di nome Helen (Jessica Henwick, star
di Iron Fist). I due flirtano un po’, finché la
giornalista non chiede al politico se gli Stati Uniti hanno
intenzione di bombardare l’Iran, magari indicando come sono stati
creati i silos e perché.
Il deputato se ne va, ma lascia al
giornalista un dispenser di Pez. È un riferimento all’Università
dell’Oregon, frequentata da Helen, e alla sua mascotte Duck. Ma
come gli spettatori di Silo sanno, il dispenser di Pez si vede
anche nella linea temporale di Juliette. Questo la dice lunga su
come le due epoche si intersecano e su come questi nuovi personaggi
potrebbero collegare tutto. La prossima stagione dovrà anche
affrontare la morte di Bernard (Tim Robbins) e
altri personaggi che si contendono il potere all’indomani della sua
scomparsa. Per quanto riguarda Juliette, è tornata a Silo 18 ed è
lì che probabilmente la ritroveremo.
La trama di Silo
La storia si svolge in un futuro
distopico in cui una comunità vive in un gigantesco silo che si
estende per 144 piani sottoterra, 10.000 persone vivono in una
società vincolata da norme che credono destinate a proteggerle.
Silo racconta la storia delle ultime diecimila
persone sulla terra, la cui casa profonda un miglio le protegge dal
mondo esterno devastato da esalazioni tossiche. Tuttavia, nessuno
sa quando o perché il silo sia stato costruito e chi cerca di
scoprirlo va incontro a conseguenze fatali. Rebecca Ferguson interpreta Juliette, una
donna in cerca di risposte sull’omicidio di una persona cara, che
si imbatte in un mistero molto più intricato di quanto avrebbe mai
potuto immaginare, portandola a scoprire che, se le bugie non ti
uccidono, lo farà la verità.
La serie sci-fi di successo di
Apple
TV+Silo
è tornata per la sua seconda stagione alla fine del 2024, e ora il
dramma distopico ha ottenuto il rinnovo per la terza stagione.
Basata sull’omonima trilogia di romanzi di Hugh Howey, la serie
segue i rimanenti sopravvissuti alla post-apocalisse, che vivono
nel sottosuolo di un enorme complesso di silo.
L’impulso al dramma dello show è dato da una donna di nome Juliette
(interpretata da Rebecca Ferguson) che non accetta la storia
del governo sul passato e su come l’umanità sia arrivata a vivere
nel silo. La prima stagione è stata un successo per Apple
TV+ e sono stati ordinati rapidamente altri episodi.
La seconda stagione continua il
trend di alta tensione dello show, poiché Juliette ha finalmente
sfidato i responsabili nel suo tentativo di scoprire cosa sia
realmente accaduto all’umanità. Fuggendo dal silo, Juliette trova
qualcosa che ribalta l’intera serie e diventa rapidamente un
simbolo popolare per il resto dei residenti del complesso. È chiaro
che questa escalation non si risolverà in due sole stagioni, e sono
già in atto piani per continuare la storia in altre stagioni. Ora,
Apple TV+ ha tracciato il futuro di Silo
per le prossime due stagioni.
Silo Stagione 3 Ultime
notizie
Apple TV+ rinnova Silo per
altre due stagioni
Poche settimane dopo che la star
Rebecca Ferguson aveva annunciato che erano in programma altre
stagioni, l’ultima notizia conferma che
Apple TV+ ha rinnovato Silo per altre due stagioni.
L’annuncio arriva durante lo svolgimento della seconda stagione, il
cui secondo episodio, non ancora concluso, ha già fatto leva sul
pubblico attirato dall’avvincente prima stagione. L’annuncio delle
stagioni 3 e 4 è arrivato anche con la rivelazione che la
stagione 4 sarebbe stata l’ultima, completando così la dinamica
della storia.
Lo showrunner Graham Yost, il
responsabile della programmazione di Apple TV+, Matt Cherniss, e la
protagonista/produttrice esecutiva della serie, Rebecca Ferguson,
hanno espresso il loro entusiasmo per il futuro della serie,
dichiarando:
Graham Yost: È
stata un’esperienza ricca di soddisfazioni adattare i romanzi epici
di Hugh con i nostri partner della Apple e siamo entusiasti di
avere l’opportunità di portare sullo schermo questa storia completa
nel corso di quattro stagioni.Con gli ultimi due capitoli
di “Silo”, non vediamo l’ora di dare ai fan della serie una
conclusione incredibilmente soddisfacente dei molti misteri e delle
domande senza risposta contenute tra le mura di questi
silos.
Matt Cherniss:
L’avvincente, inventivo e commovente “Silo” ci ha appassionato fin
dal primo giorno e ci è piaciuto vedere il pubblico mondiale
diventare altrettanto innamorato del mondo creato da Graham
Yost.In vista della terza e quarta stagione di questa
ambiziosa serie fantascientifica incentrata sui personaggi, che
concluderà il viaggio di Juliette Nichols e completerà l’epica
trilogia di romanzi di Hugh Howey.Non vediamo l’ora che
tutti possano sperimentare altre potenti interpretazioni dello
show, guidate dall’impareggiabile Rebecca Ferguson, così come gli
inaspettati colpi di scena, le svolte e le sorprese che ci
aspettiamo da questa storia così umana.
Rebecca
Ferguson: Ho amato ogni minuto di portare Juliette sullo
schermo e sono immensamente orgogliosa di ciò che abbiamo creato
con “Silo” fin dal primo episodio.Ho sempre avuto la
passione di raccontare l’intera storia contenuta nei libri di Hugh
Howey, quindi non potrei essere più felice del fatto che il
pubblico di tutto il mondo abbia accolto con entusiasmo la
serie.Insieme ai nostri partner di Apple, a Graham e a
tutto il cast e la troupe, non vedo l’ora di immergermi nelle
ultime due stagioni che concluderanno magnificamente questo
racconto distopico.
La terza stagione di Silo è
confermata
Anche se era scontato che
Silo sarebbe stata rinnovata, Apple TV+ ha preso la
sorprendente decisione di ordinare non una, ma ben due
stagioni dell’avvincente dramma fantascientifico. Lo
streamer non solo ha assicurato il futuro dello show per il
momento, ma ha anche annunciato che la quarta stagione avrebbe
concluso la storia, permettendo così di esplorare completamente la
trilogia di libri sul piccolo schermo. Sebbene l’incombente
cancellazione (dopo la quarta stagione) sia piuttosto scoraggiante,
la trasparenza di Apple TV+ sulla serie significa che gli
spettatori non saranno lasciati all’oscuro dei rinnovi.
In questa fase, è difficile
prevedere chi farà parte della terza stagione di Silo ,
dato che gran parte della seconda stagione non è ancora stata
rivelata. Tuttavia, è lecito supporre che molte delle star
dello show saranno presenti al loro ritorno, soprattutto
perché all’orizzonte si profilano cose più importanti. Il ritorno
più logico è quello di Rebecca Ferguson nel ruolo di Juliette, il
cui status di martire tra i membri rimasti della comunità del silo
significa che è una figura chiave nella storia. Allo stesso modo,
figure di supporto importanti come l’Holston di David Oyelowo e il
Sims di Common sono una necessità.
Ogni eroe ha bisogno di un cattivo,
e Tim Robbins dovrebbe tornare a vestire i panni del malvagio
Bernard, soprattutto quando il suo potere sulla comunità inizia a
diminuire. Se il mondo al di là del silo continuerà a espandersi
nelle prossime stagioni, è logico che la serie aggiungerà anche una
serie di nuovi nomi al mix, anche se è impossibile indovinare chi
saranno in questo momento.
Anche se i libri offrono un quadro
di riferimento per la serie, è difficile prevedere
esattamente cosa accadrà nella stagione 3 diSilofino a quando non saranno
rivelati ulteriori dettagli nel corso della seconda
stagione. Ovviamente, la tensione sta crescendo
all’interno del silo e prima o poi la situazione sfocerà in uno
scambio violento. È molto probabile che nella stagione 2 si
verifichi una sorta di tentativo di insurrezione, ma non sarà la
fine della storia. L’annuncio delle stagioni 3 e 4 lo conferma.
Le scoperte di Juliette al di fuori
del silo cambieranno probabilmente la traiettoria della serie e, se
riuscirà a tornare al silo principale, potrà condividere queste
informazioni. Lo scenario più probabile è che la terza stagione di
Silo sia completamente diversa a causa di
qualche importante colpo di scena nella seconda stagione, ma fino a
quel momento non c’è modo di sapere esattamente quale sarà la
trama.
Silo
– stagione 3 e 4 riceve un aggiornamento incoraggiante dallo
showrunner e produttore esecutivo Graham Yost. Il
finale del thriller distopico di Apple
TV+, basato sui romanzi di Hugh Howey, ha chiuso il suo secondo
capitolo con fiducia. Juliette Nichols (Rebecca
Ferguson) e Bernard Holland (Tim Robbins) si sono
trovati faccia a faccia nel finale della seconda stagione di
Silo, ma la serie ha anche aperto la strada a
nuove storie. Tra queste, un flashback che cambia ciò che gli
spettatori pensavano di sapere.
In un’intervista post-finale con
TheWrap, Yost ha dichiarato che la terza stagione
è già in fase di riprese. Lo showrunner ha aggiunto che
le stagioni 3 e 4 saranno girate back-to-back per
tutto il 2025, con solo una breve pausa prevista. Yost ha anche
rivelato che la stagione 4 di è completamente scritta e che sapeva
fin dall’inizio, già a poche settimane dalla
prima stagione, che Apple TV+ avrebbe permesso loro di
raccontare la storia completa.
Cosa significano gli ultimi aggiornamenti per Silo
Il rinnovo per le prossime due
stagioni di Silo è stato confermato solo alla fine dello scorso
anno. Con l’ultimo commento, è anche chiaro che Yost e il resto del
team creativo sapevano di poter esplorare le storie nel modo in cui
volevano. Questo probabilmente significa che il
team ha delineato la serie fin
dall’inizio, il che ha permesso di tracciare un percorso
chiaro su dove la storia potesse andare. Questo si può dedurre dal
finale della seconda stagione, che introduce flashback che cambiano
le carte in tavola e introduce nuove importanti reliquie come il
dispenser Pez.
Ciò significa anche che
probabilmente la
terza stagione di Silo avrà un cliffhanger ancora più
grande quando la serie si avvierà verso la sua conclusione. Ci sarà
un senso di sicurezza per il fatto che, a differenza di molte serie
di alto profilo, i misteri principali del silo avranno
probabilmente una risposta. E, cosa ancora più
significativa, significa che personaggi come Juliette potranno
godere di una certa chiusura. Infine, dato che le riprese si
svolgeranno in successione, l’intervallo tra le stagioni 3 e 4
dovrebbe essere significativamente più breve.
Per celebrare gli spettacoli
passati, presenti e futuri, l’account ufficiale di Apple TV+
X ha pubblicato un nuovo video promozionale e diverse foto in
anteprima di alcuni dei suoi spettacoli più attesi. Uno degli
spettacoli che hanno ricevuto un primo sguardo è Silo
Stagione 2, il dramma fantascientifico distopico
interpretato da
Rebecca Ferguson, Tim Robbins, Common
e altri.
Tra le immagini del primo look ci
sono diversi scatti di Juliette Nichols della
Rebecca Ferguson in piedi fuori dal
Silo ( la nostra
recensione) con la sua tuta per le pulizie, così come
Robert Sims di Common e Bernard Holland di
Robbins. Le nuove immagini non hanno una data di uscita
ufficiale, ma è possibile che l’attesissima seconda
stagione di Silo possa uscire prima della
fine dell’anno.
Apple
TV+ è diventata la casa dei migliori show di
fantascienza del mondo: attualmente è in corso la messa in onda di
Dark Matter, mentre di recente è stata completata la prima
stagione di Constellation, cancellata poco dopo il finale della
prima stagione.
La prima stagione di Silo è stata
apprezzata dalla critica e divisa dal pubblico, con un punteggio
dell’88% per la prima e del 64% per la seconda sul sito aggregato
Rotten Tomatoes. Sebbene non sia stata nominata agli Emmy Awards,
la serie ha vinto diversi BAFTA per la migliore scenografia e la
migliore musica originale di fiction, e ha visto la protagonista
Ferguson ricevere una nomination al Saturn Award per la sua
interpretazione di Juliette Nichols.
La star di Silo Rebecca Ferguson è in cima al mondo
L’attrice è già partita alla grande
nel 2024, interpretando Lady Jessica nel film più importante
dell’anno, Dune: Part
Two, accanto alle star Timothée Chalamete
Zendaya. Ha anche un progetto di fantascienza in
uscita nel 2025, intitolato Mercy, in
cui reciterà con
Chris Pratt e Annabelle Wallis.
Silo racconta la
storia di un gruppo di persone che vivono in un gigantesco silo
sotterraneo e sono state condizionate a credere di essere più
sicure all’interno. Quando qualcuno si comporta male nel silo,
viene mandato fuori a “pulire”, solo per non essere più visto,
mentre i suoi amici e la sua famiglia lo guardano mentre
“muore”.
Il finale della prima stagione di
Silo è stato caratterizzato da uno dei migliori colpi di scena
della storia della televisione e i fan attendono con ansia il
prossimo capitolo della storia di Juliette Nichols.
La seconda stagione di Silo non ha ancora una
data di uscita ufficiale. Guardate le prime immagini qui sopra e
guardate la prima stagione di Silo in streaming in esclusiva su
Apple TV+.
Il finale di Silo –
stagione 2 risolve molte trame di fondo, ma solleva
anche molte nuove domande e misteri grazie a un intrigante
flashback. Dopo aver lottato per ritrovare la strada di casa e aver
affrontato una sfida dopo l’altra, Juliette trova finalmente una
svolta nel finale di Silo – stagione 2. Non solo riesce a
mettere insieme la sua tuta di fortuna da pompiere, ma salva anche
gli abitanti del suo silo tornando un attimo prima che escano.
Tuttavia, prima di concludere la
serie con una nota positiva, la seconda stagione di Silo
lascia gli spettatori senza sapere quale sarà il destino di
Juliette e Bernard dopo che i due finiscono intrappolati nella
camera di compensazione del Silo 18. Lo show accenna anche a un
significativo cambiamento nella gerarchia del Silo 18, mostrando
che l’Algoritmo sceglie Camille per un ruolo misterioso. Prima che
inizino i titoli di coda, la stagione 2 dello show fantascientifico
di Apple TV+
presenta anche un avvincente flashback che apre la strada alla
storia delle origini dell’ambientazione post-apocalittica centrale
nella stagione 3 di Silo.
La spiegazione del flashback
nel finale della stagione 2 di Silo:Chi sono Helen e il
deputato?
Nella seconda stagione di
Silo, Bernard rivela che i silos sono stati costruiti 352
anni fa. Ciò suggerisce che sono passati più di tre secoli da
quando l’evento apocalittico ha costretto molti sopravvissuti umani
a trovare rifugio nelle strutture sotterranee in questione. Per
questo motivo, è lecito supporre che il flashback finale della
seconda stagione di Silo, con l’incontro tra Helen e il
deputato, si svolga oltre 300 anni prima degli eventi
attuali della serie.
Mentre Helen si rivela essere una
giornalista del Washington Post, che vuole saperne di più sul piano
d’azione degli Stati Uniti dopo un presunto attacco da parte
dell’Iran, il deputato (Donald Keene dai libri) si presenta come
una persona che serve il popolo della Georgia XV. Inizialmente
l’Onorevole crede di avere un appuntamento con Helen, ma la
giornalista rende presto note le sue intenzioni chiedendogli il suo
punto di vista sull’attacco con la “bomba sporca”. Il deputato
sembra sapere qualcosa che lei non sa, ma sceglie di tacere e alla
fine se ne va.
Sebbene la conversazione dei due
personaggi del Silo non riveli cosa sia successo al mondo
e perché siano stati costruiti i silo, molti dettagli sottili del
flashback potrebbero servire come indizi cruciali. Ad esempio,
prima che il deputato entri in un pub per incontrare Helen, una
guardia gli controlla i livelli di radiazioni, lasciando intendere
che gli Stati Uniti stanno affrontando una minaccia radiologica.
Ha anche un opuscolo in mano con una tuta Hazmat e le
parole “The New Normal” stampate sopra, suggerendo che è
direttamente coinvolto nell’evento radiologico o che sta aiutando
gli Stati Uniti a compiere una rappresaglia contro una nazione
ostile.
Cos’è la “bomba sporca” di cui
parlano Helen e il deputato
I dispositivi di dispersione
radiologica, utilizzati per rilasciare deliberatamente materiale
radioattivo per danneggiare le persone, sono definiti “bombe
sporche”. Il fatto che Helen si chieda se l’evento “bomba sporca”
sia mai accaduto suggerisce che, a parte i funzionari governativi
come il deputato, la maggior parte delle persone non sa nulla della
verità. Questo è simile a come funzionano le cose nei
silos, dove i cittadini si aspettano semplicemente di
seguire le regole senza mettere in discussione nulla.
Sebbene la guerra radiologica possa
spiegare cosa sia successo al mondo prima che gli esseri umani si
proteggessero con i silos, la conversazione di Helen con il
deputato suggerisce che c’è qualcosa di più di quello che sembra.
Entrambe le stagioni di Silo hanno stabilito che il mondo
esterno non è sicuro per gli esseri umani, il che sembra confermare
che i disastri radiologici causati dall’uomo hanno trasformato il
mondo in una terra desolata. Tuttavia, è difficile non chiedersi se
questo sia il quadro completo.
La spiegazione e il significato
del distributore di caramelle Pez Duck
Dopo aver appreso le intenzioni di
Helen, il deputato decide di andarsene. Tuttavia, prima di uscire,
le lascia un distributore di caramelle Duck Pez, sostenendo di
averlo comprato d’impulso in un negozio di souvenir. Poiché Helen
ha studiato giornalismo all’Università dell’Oregon, dove la
mascotte è “The Oregon Duck”, il regalo dell’Onorevole è un sottile
cenno al suo passato. È un gesto dolce da parte di lui, ma ha un
significato molto più importante per la storia generale dello
show.
Nella
stagione 1 di Silo, George Wilkins ha regalato lo
stesso dispenser Pez a Juliette con un messaggio che descriveva ciò
che aveva trovato nei livelli inferiori di Silo 18. Questo potrebbe
significare che Helen era uno dei custodi della fiamma. Questo
potrebbe significare che Helen era una delle antenate di Wilkins
nel Silo 18 e che ha tramandato il dispenser come simbolo
di ribellione all’autorità del silo. Potrebbe essere stata
tra i primi Flamekeeper del Silo 18 che hanno messo in discussione
il mondo in cui vivevano, proprio come lei mette in discussione il
deputato nel flashback.
La procedura di salvaguardia
spiegata:Come si può fermare
Nel finale dell’episodio 9 della
seconda stagione di Silo, Lukas trova il tunnel sotto il
Silo 18 dopo averlo letto nella lettera di Salvador Quinn. Non
appena arriva all’ingresso del tunnel, una voce simile a quella di
un’intelligenza artificiale, soprannominata “L’algoritmo” nei
sottotitoli di Silo – stagione 2, lo
avverte che, se rivelerà a qualcuno ciò che sta per apprendere,
verrà attuato il dispositivo di salvaguardia. Nel finale, Solo
ricorda improvvisamente la procedura di Salvaguardia prima che
Juliette se ne vada, affermando che essa prevede il
rilascio di veleno in un silo attraverso un tubo collegato a una
fonte esterna.
Le dice anche che la procedura può
essere interrotta bloccando il tubo prima che rilasci il veleno.
Poiché Solo conferma che il tubo di salvaguardia si trova al
livello 14 del suo silo, dovrebbe trovarsi nella stessa posizione
nel silo 18. Nella terza stagione di Silo , Juliette
cercherà probabilmente di trovare il tubo di salvaguardia e tenterà
di bloccarlo prima che uccida gli abitanti del Silo 18.
Cosa dice Lukas a Bernard nel
finale di Silo – stagione 2 (e perché fa
decidere a Bernard di uscire)
Sebbene il finale di
Silo – stagione 2 non riveli
esplicitamente ciò che Lukas dice a Bernard, la lettera di Salvador
Quinn fornisce alcune risposte. La lettera menziona che “il
gioco è truccato” e implica che, anche se tutti i silo credono
di essere i “prescelti”, nessun silo è al sicuro. I
dettagli della lettera e della procedura di salvaguardia
suggeriscono che l’algoritmo può distruggere qualsiasi silo in
qualsiasi momento. Mentre i sopravvissuti e le figure di
spicco dei silo sono sempre stati portati a credere di essere stati
scelti per sostenere l’umanità, i fondatori non si sono mai
preoccupati di loro.
Ecco le righe che Lukas decodifica
dalla lettera di Salvador Quinn nella stagione 2 di Silo
:
Se siete arrivati fin qui sapete
già che il gioco è truccato.
Pensiamo di essere i prescelti,
ma siamo solo uno dei tanti.
I fondatori non hanno costruito
un solo silo.
Ne hanno costruiti
cinquanta.
E hanno creato la
salvaguardia…
Se non mi credete, andate in
fondo al silo.
Trovate il tunnel!Lì
avrete la conferma”.
Lukas viene a sapere che i
fondatori non ci penserebbero due volte prima di terminare un
intero silo usando la procedura di salvaguardia e sembra che lo
dica a Bernard. Questo fa sì che Bernard metta in dubbio la sua
conformità al sistema e alle regole che governano le sue azioni.
Come Salvador Quinn e il giudice Meadows, Bernard perde il senso
del suo ruolo di leader del Silo 18 quando capisce la verità e
decide di uscire per poter vivere qualche momento di libertà dal
sistema corrotto che ha promosso per tutto questo tempo.
Cosa succede a Juliette e
Bernard nella camera d’equilibrio del Silo 18
Prima che Bernard possa uscire,
Juliette (Rebecca
Ferguson) entra nel Silo 18 e gli dà la speranza di
poter ancora salvare la città sotterranea. Gli parla di come il
Safeguard possa essere potenzialmente fermato, ma prima che i due
personaggi possano finalmente vedersi negli occhi, si ritrovano
all’interno della camera di compensazione del Silo 18. La camera di
decontaminazione del Silo 18 non è ancora in funzione. Le fiamme di
decontaminazione della camera di equilibrio inghiottono l’intera
camera mentre Bernard e Juliette si calano per salvarsi. Il finale
della stagione 2 diSilo non rivela il loro destino, ma
poiché Juliette è il personaggio principale della serie,
sopravviverà.
Nel finale di Silo
– stagione 2, Juliette ha utilizzato una tuta da
pompiere di fortuna proveniente da Silo 17, che potrebbe salvarla
dall’incendio nella camera di equilibrio. Potrebbe anche salvare
Bernard, visto il modo in cui sembra redimersi verso la fine.
Nei libri originali di
Silo di Hugh Howey, Bernard tenta intenzionalmente di
bruciarsi nella camera di equilibrio dopo aver scoperto la verità
sulle motivazioni dei fondatori. Juliette crede che sia Lukas e
cerca di salvarlo con una coperta di fuoco. Tuttavia,
Bernard alla fine muore nella camera di
equilibrio, mentre Juliette riporta gravi ustioni. La
serie sembra andare in una direzione diversa, accennando a un
potenziale team-up tra Bernard e Juliette nella terza stagione di
Silo.
Perché l’algoritmo manda Robert
e suo figlio fuori dalla camera blindata
Robert Sims si reca nel caveau di
Silo 18 con sua moglie e suo figlio dopo che Lukas glielo ha
chiesto. Con sua grande sorpresa, l’Algoritmo nel caveau chiede a
lui e a suo figlio di andarsene e ordina solo a sua moglie,
Camille, di restare. Questo suggerisce che l’Algoritmo ha
tenuto d’occhio tutti i fili che Camille ha tirato da dietro le
quinte per ottenere più potere politico nel silo.
Riconosce che la fame di potere di Camille la renderebbe una grande
figura di spicco nel sistema oppressivo del silo.
Il fatto che l’algoritmo sia in
grado di valutare le motivazioni di Camille e di riconoscere il suo
potenziale di leader suggerisce che si tratta di un’IA complessa o
che è guidata da forze umane. Quest’ultima ipotesi avrebbe senso
dal momento che ci sono 51 silos, uno dei quali è potenzialmente
gestito da coloro che monitorano e controllano tutti gli altri
silos.
Anche se Bernard finisce per essere
vivo nella stagione 3 di Silo dopo l’incidente della
camera d’equilibrio nel finale della stagione 2, non sosterrà la
visione dei fondatori dopo aver appreso la verità. L’Algoritmo lo
capisce, e questo spiega perché sceglie Camille come nuovo leader.
A differenza di Robert, Camille sa come manipolare le situazioni a
proprio vantaggio, il che la aiuterebbe a mantenere il controllo e
l’ordine nel silo. Tuttavia, dopo il ritorno di Juliette nella
terza stagione del Silo, Camille potrebbe trovarsi di
fronte a una forte concorrenza, poiché la maggior parte dei
cittadini vorrebbe Juliette come nuovo leader.
La spiegazione del vero piano
del Meccanico e il sacrificio del dottor Pete Nichols
Knox si rende conto che Walker è
l’informatore di Bernard nell’episodio 9 della seconda stagione di
Silo. Tuttavia, invece di affrontarla, le fa visita nella
sua officina e sostiene che il Meccanico sta progettando di usare
la polvere da sparo rimasta per pianificare un attacco. Bernard
osserva i due attraverso una telecamera a circuito chiuso
nell’officina di Walker, credendo di sapere cosa sta facendo il
Meccanico e cadendo nella trappola di Knox. Non si rende conto che
Walker e Knox usano segretamente i gesti delle mani per comunicare
tra loro.
Come conferma il finale della
seconda stagione di Silo, Knox e i suoi hanno piazzato
delle bombe finte nella stanza del generatore per organizzare una
manovra contro Bernard. Sapevano che Bernard avrebbe mandato tutti
gli incursori a fermare l’attacco alla sala del generatore, il che
avrebbe dato loro l’opportunità di intrappolare tutti gli incursori
nei livelli inferiori. Bernard e gli incursori cadono nel complotto
dei Meccanici, credendo di eludere una grave minaccia. Tuttavia,
viene presto rivelato che il Meccanico aveva pianificato di
usare la polvere da sparo per far saltare le scale di un intero
livello e impedire ai predoni di risalire.
Il piano dei Meccanici quasi
fallisce quando il timer della loro bomba si stacca, impedendo loro
di far saltare le scale. Tuttavia, il padre di Juliette, il dottor
Pete Nichols, interviene e fa esplodere manualmente la bomba
collegandone i circuiti. Il piano dei meccanici ha così successo,
ma il dottor Nichols sacrifica la sua vita prima di poter rivedere
sua figlia.
Perché gli abitanti del Silo 17
non sono morti dopo essere usciti?
Solo sostiene che suo padre abbia
preso provvedimenti per rendere sicuro l’esterno prima che gli
abitanti del Silo 17 uscissero. Dice anche che inizialmente gli
abitanti del Silo 17 stavano bene quando sono usciti, prima che una
folata di “polvere” li uccidesse. Sebbene la serie non abbia ancora
rivelato come la polvere all’esterno abbia ucciso le persone,
l’affermazione di Solo suggerisce che anche il mondo esterno non è
quello che sembra. La gente è portata a credere che l’aria sia
tossica, ma, secondo il ricordo di Solo, la “polvere” che
ha ucciso le persone potrebbe essere più di un semplice pericolo
naturale: potrebbe essere un elemento controllato.
Come il finale di
Silo – stagione 2 ci prepara alla
stagione 3
Sebbene Silo di Apple
TV+ abbia introdotto molti cambiamenti importanti nei libri
nelle sue prime due stagioni, rimane fedele all’essenza della
storia originale di Hugh Howey. Il finale della seconda
stagione diSiloè più o
meno in linea con l’arco finale del primo libro,
Wool, della trilogia originale di Silo. Ciò
suggerisce che con
le stagioni 3 e 4 confermate, lo show di Apple TV+ coprirà i
due libri successivi: Shift e Dust. Hugh Howey ha
pianificato una nuova trilogia di libri di Silo , che si
concentrerà su Silo 40. Il secondo libro, Shift, si concentra
principalmente su Silo.
Il secondo libro, Shift, è
principalmente uno spin-off/prequel, che ripercorre le origini e lo
scopo dei silos. Il finale della seconda stagione di
Silo offre un assaggio della sua storia
grazie alla presenza di personaggi come il deputato Donald Keene e
Helen nel flashback finale. Questo apre la strada alla terza
stagione, che presenterà una nuova serie di personaggi e storie che
esploreranno la storia dei silo, mentre la linea temporale attuale
dello show si concentrerà sui nuovi conflitti politici all’interno
del silo 18.
La
serie live-action Silk: Spider Society non è
più in produzione presso Amazon. Lo spettacolo ha avuto
originariamente il via libera nel novembre 2022 in un accordo con
Sony Pictures Television per sviluppare una suite di serie basate
sui personaggi Marvel controllati da Sony. Doveva
debuttare sul canale lineare MGM+ a livello nazionale prima di un
lancio globale su Prime Video.
Angela Kang, ex
attrice di The Walking Dead, era a bordo come
produttrice esecutiva e showrunner, con Kang che ha anche firmato
un accordo pluriennale con Amazon MGM Studios. Kang continuerà con
quell’accordo. Phil Lord, Christopher Miller e
Amy Pascal sono stati anche produttori esecutivi
della serie. Secondo una persona a conoscenza della situazione
interna, Sony proverà a vendere la serie ad altri acquirenti.
All’inizio dell’anno The Ankler aveva riferito che Amazon
aveva chiuso la stanza degli sceneggiatori per Silk: Spider
Society, con lo staff di sceneggiatori annunciato per
perseguire altri lavori, sebbene Kang sia rimasta attaccato al
progetto come showrunner. The Ankler aveva riferito all’epoca che
Amazon voleva riorientare lo spettacolo pensando a un pubblico più
maschile, il che avrebbe avuto senso dato il successo di show come
“The
Boys” e lo spin-off “Gen V”, “Fallout”, “Reacher” e “Jack Ryan”.
A seguito dell’annuncio di
Silk, Amazon ha reso noto che era al lavoro a
Spider-Man Noir. Quest’altro progetto invece
sta andando avanti, con Nicolas Cage appena
annunciato come protagonista.
Sony attualmente controlla oltre 900
personaggi Marvel associati al franchise di
Spider-Man. Nessun altro spettacolo nell’ambito della partnership è
stato annunciato in questo momento. La Sony sta preparando l’uscita
nelle sale cinematografiche del terzo film “Venom”
e di “Kraven il Cacciatore” con Aaron
Taylor-Johnson, il primo dei quali dovrebbe debuttare a
ottobre mentre il secondo a dicembre.
Come riportato da Deadline poche ora fa, la Sony –
insieme ad Amy Pascal – è al lavoro per portare sul grande schermo
un altro spin-off di Spiderman dedicato al
personaggio dei fumetti Silk, aka Cindy Moon, una
supereroina di etnia koreana/americana creata da Dan Slott e
Humberto Ramos.
Tuttavia questa non sarà la prima
apparizione ufficiale di Cindy nel MCU, dal momento che in
Spider-Man: Homecoming la
ragazza era tra i compagni di squadra di Peter durante il decathlon
accademico interpretata da Tiffany Espensen,
mentre l’abbiamo vista di sfuggita anche nel bus giallo che
trasportava gli studenti (fra cui anche Peter) all’inizio di
Avengers: Infinity War.
Silk – la Sony al lavoro sullo spin-off
Per ora non abbiamo ulteriori
dettagli sullo spin-off, tranne che il film sarà sceneggiato
da Kat Wood (Genius). Ovviamente vi terremo
aggiornati.
Nei fumetti
originali, Cindy è una studentessa che frequenta la stessa classe
di Peter Parker e che viene morsa da un ragno radioattivo proprio
come lui. In seguito acquisisce abilità simili a quelle del
compagno di scuola, e sviluppa una memoria eidetica con cui è nata,
migliorando il suo “senso di seta”.
Il network americano della HBO ha
diffuso il primo trailer di Silicon Valley
2, secondo ciclo di episodi che presto farà il suo
debutto in onda negli USA.
http://youtu.be/SwTonKwwzYM
Silicon
Valley è una serie televisiva statunitense, ideata da Mike
Judge, John Altschuler e Dave Krinsky e trasmessa in prima visione
su HBO a partire dal 6 aprile 2014. Il 21 aprile dello stesso anno
HBO ha rinnovato la serie per una seconda stagione e l’8 gennaio
2015 ha annunciato che la premiere della seconda stagione sarà il
12 aprile 2015.
La serie racconta la vita di alcuni
programmatori che lavorano in un incubatore gestito da Erlich
Bachman il quale fornisce i mezzi e un luogo di lavoro in cambio
del 10% dei loro progetti.
In particolare tra i programmatori
vi è Richard il quale lavora al Pied Piper, una nuova piattaforma
musicale costruita nell’intento di aiutare i musicisti a capire se
le loro nuove canzoni possano essere produzioni creative o plagi ad
altre canzoni già uscite.
La piattaforma tuttavia si rivela
essere molto poco utile e anche esteticamente non molto
apprezzabile; per questo motivo viene completamente snobbata, fino
a quando si scopre che dietro l’inutilità e la bruttezza di Pied
Piper si cela un algoritmo di compressione di file molto più
efficiente di quanto si sia mai visto prima e che si può applicare
a qualsiasi tipo di file.
Quando ha deciso di
trasporre in immagini la storia dei nativi Osage e del loro
genocidio?
Mentre mi accingevo
a completare The Irishman mi hanno portato il libro di
Grann proponendomi di realizzarne un film. In principio non pensavo
di essere il regista giusto per farlo, devo ammettere che da
giovane non sapevo nulla o quasi della questione dei nativi
americani e di come fossero stati trattati. Gli anni ‘70 sono stati
il decennio in cui l’opinione pubblica ha iniziato a scoprire
veramente la verità su una condizione che purtroppo ancora oggi
sussiste. Prima c’era una sorta di idealizzazione agiografica, una
specie di mito del “buon selvaggio” alla maniera di Rousseau. Ho
subito messo in chiaro che se avessi deciso di girare
Killers of the Flower Moon avrei tentato di
rappresentare il mondo degli Osage in maniera realistica, anche
nelle scene in cui la loro cultura contempla la possibilità di
visioni o sogni. Quello che vediamo nel film è reale tanto quanto
il mondo dei bianchi.
Come ha lavorato con
la comunità del luogo per ricostruire eventi e
ambientazioni?
All’inizio la tribù
Osage era scettica riguardo al progetto, ho fatto del mio meglio
per rassicurare i membri che saremmo stati il più possibile
veritieri, accurati nella rappresentazione della cultura e dei loro
rituali. Siamo stati estremamente scrupolosi nel prestare
attenzione a particolari come il nome dei bambini, le coperte, gli
indumenti e ovviamente il linguaggio. Lily, Leonardo e Robert
l’hanno imparato con entusiasmo, tentando di scoprire quanto più
possibile di questa civiltà antica. Si tratta di una questione
delicata, i discendenti delle vittime di tali crimini vivono ancora
in quei luoghi e non parlano molto di ciò che è avvenuto ai loro
avi. Tutte le licenze che ci siamo presi in fase di riprese sono
state approvate dalla comunità Osage.
Vi sono differenze
sostanziali tra il testo di partenza e quello che il suo film
racconta?
Siamo passati
attraverso molte riscritture della sceneggiatura, cambiando spesso
prospettiva.
Il libro di David Grann si concentra in gran parte sul lavoro
dell’FBI, la
prima vera grossa indagine che rese celebre l’agenzia e gli conferì
potere. Con Eric Roth abbiamo lavorato a questo
aspetto della trama per quasi due anni, ci siamo spinti fin dove
potevamo. Pian piano però abbiamo compreso che il cuore della
storia era il rapporto tra Mollie e Ernest, la loro storia d’amore.
Quello è stato il momento in cui Leonardo DiCaprio
è entrato nel film come protagonista, mentre all’inizio doveva
interpretare l’agente dell’FBI Tom White, la parte
che poi è andata a Jesse
Plemons. Da quel momento la sceneggiatura ha iniziato
a cambiare, è diventata una storia raccontata dall’interno, ha
lasciato venire in superficie il peccato e l’omissione, la
complicità. La storia d’amore tra i due presuppone fiducia, e da
qui si determina il tradimento.
Cortesia di 01 Distribution & RaiCinema
Lei è un cineasta
principalmente “urbano”, come si è trovato a realizzare un film
nelle praterie specifiche del western?
È vero, io sono un
uomo di città, cresciuto nel Lower East Side di New York, ci ho
messo una vita a capire cosa volesse dire che il sole tramonta a
Ovest tanto per fare un esempio. La prima volta che sono andato in
Oklahoma per vedere alcune possibili coibentazioni è stato nel
2019, durante la lunghissima post-produzione di The
Irishman, prima che scoppiasse la pandemia. Quando mi
sono trovato di fronte quegli scenari naturali ne sono rimasto
scosso, possono aprirti veramente il cuore e la mente. Specialmente
quando guidi in quelle strade dritte per miglia e miglia e puoi
ammirare bisonti o cavalli selvaggi. Allo stesso tempo ho iniziato
anche a percepire quanto tali luoghi possano essere sinistri:
quando non hai nessuno intorno per miglia, tutto può succedere,
specialmente cento anni fa quando avvennero i fatti che racconto
nel film.
Killers of the Flower Moon adopera
la colonna sonora di Robbie Robertson in maniera audace, quasi
innovativa. Che idea c’è alla base di questa scelta?
Molti miei film
possiedono una loro musicalità interna. Per le scene di pugilato in
Toro scatenato ad esempio mi sono ispirato ai
balletti di Scarpette rosse: tutto è visto dall’interno del ring,
nella testa del combattente, allo stesso modo in cui nell’altro
film vediamo ogni cosa con gli occhi di Moira Shearer. Sul set di
Quei bravi ragazzi invece facevo sentire Layla
durante le riprese con movimenti di macchina elaborati. Qualcuno mi
ha fatto notare a ragione che Killers of the Flower
Moon possiede la cadenza di un bolero, che parte lento per
poi acquistare ritmo e potenza fino all’esplosione finale. In
questo mi aiuta moltissimo lavorare con Thelma Schoonmaker in sala
di montaggio, non potrei avere collaboratore migliore per capire i
miei film. Il giro di basso di Robbie Robertson che adopero per
quasi tutto il film è sexy, pericoloso e carnale.
Cosa l’ha portata a
scegliere Lily Gladstone per il ruolo di Mollie?
La casting director,
Ellen Lewis, mi ha fatto vedere Certain Women di
Kelly Reichardt e sono rimasto colpito dalla sua bravura. Durante
la pandemia abbiamo iniziato a collaborare via Zoom e la presenza,
la calma e l’emozione che il suo volto lasciava trasparire mi hanno
conquistato. Puoi capire che la sua mente è costantemente a lavoro
dietro quello sguardo così pacato. La prima scena che abbiamo
girato insieme è quella della cena tra Mollie ed Ernest, dove lei
lo interroga. Lily è stata magnifica nel far capire che Mollie sa
perfettamente che tipo di uomo é Ernest, in cosa si sta cacciando
quando decide di sposarlo. L’alchimia con Leonardo è stata
incredibile fin dall’inizio, hanno avuto libertà di improvvisazione
e spesso abbiamo riscritto delle scene proprio grazie al loro
supporto. Un’altra qualità di attrice di Lily che vorrei
sottolineare sta nel fatto che il suo impegno, il suo attivismo
nella vita reale non sono mai andati a sovrastare il personaggio
che stava interpretando. Questo è segno di grande competenza
professionale. Per me lavorare con lei è stata una boccata d’aria
fresca: ormai la mattina faccio fatica sul set, non ho più le
energie di un tempo. Quindi avere intorno attori più giovani ed
entusiasti come Leo, Jonah Hill, Margot Robbie o Lily Gladstone mi
aiuta notevolmente a iniziare il lavoro.
E invece cosa vuole
aggiungere riguardo il suo rapporto con Robert De Niro e Leonardo
DiCaprio?
Con Robert siamo
cresciuti insieme, ci conosciamo fin da quando eravamo adolescenti.
È l’unico attore che sa veramente da dove vengo, che tipo di
persone frequentavo. Gli anni ‘70 per il nostro rapporto sono stati
un grande banco di prova, abbiamo sperimentato tutto il possibile e
abbiamo scoperto di poterci fidare l’uno dell’altro. In quel
periodo Robert come star possedeva un potere enorme e avrebbe
potuto facilmente prendere il controllo dei nostri film. Non ho mai
avuto paura di questo. Lavoravamo in libertà, desiderosi di
sperimentare, senza alcuna paura. Anni dopo mi disse che in un film
intitolato Voglia di ricominciare aveva
recitato con un ragazzo, un certo Leonardo
DiCaprio, e mi consigliò di lavorarci un giorno. Lo disse
in maniera quasi casuale, ma non lo era affatto. Non era da Bob,
uno che non dà mai questo tipo di suggerimenti. Così anni dopo Leo
rese possibile la realizzazione di Gangs of New
York, visto che dopo Titanic era una star
mondiale. Il nostro rapporto si è consolidato con The
Aviator, ho capito grazie a quel film che eravamo sulla
stessa lunghezza d’onda. La svolta è arrivata con The
Departed, un thriller che Bill Monahan
riscriveva continuamente per stare dietro all’interpretazione
febbrile di Leo. Quello è stato il progetto che mi ha fatto capire
quanto, anche se abbiamo età diverse, possediamo moltissime cose in
comune, un’affinità umana e intellettuale. Per The Wolf of Wall Street mi
sono fidato completamente di lui, e durante le riprese mi ha
regalato momenti incredibili.
Ecco una clip esclusiva di
Silenzio! il nuovo film con François
Civil che è in sala dal 27 febbraio distribuito da No.Mad
Entertainment.
Un giovane
insegnante della periferia parigina viene accusato ingiustamente di
molestie da parte di una sua alunna, trovandosi nella scomoda
posizione tra una classe omertosa e una scuola che lo
abbandona.
Ispirato a fatti
realmente accaduti al regista e professore di lettere Teddy
Lussi-Modeste, Silenzio! arriva nei cinema italiani dal 27 febbraio
con No.Mad Entertainment, sia in versione originale con sottotitoli
italiani che doppiato.
Un dramma dai toni
del thriller, scritto dallo stesso regista con Audrey Diwan, che
vede protagonista François Civil, attore già apprezzato nel
personaggio di D’Artagnan nella saga “I Tre Moschettieri” e nel
film record di incassi in Francia “L’amore folle”, presentato in
anteprima e in competizione ufficiale all’ultimo Festival
di Cannes 2024.
François Civil
veste i panni di Julien, un professore scrupoloso che vive un
dilemma professionale e morale pur essendo innocente. Questa
vicenda lo segnerà a vita perché fuori da ogni controllo. Un
personaggio complesso e intriso di umanità che si muove in un
ambiente, la scuola, che purtroppo riflette la società di oggi.
“Silenzio!” è
un’opera pungente che riesce a far riflettere sulle dinamiche in
ambito educativo e sul complesso ruolo degli insegnanti, toccando
temi attuali come la vita scolastica, l’omosessualità, l’utilizzo
improprio dei social network e il disagio sociale nei quartieri
popolari. Teddy Lussi-Modeste è abile nel raccontare una storia
delicata e difficile, senza mai puntare il dito verso un colpevole,
ma nella quale ognuno ne è vittima.
Quando muore la giovane e adorata
moglie Tanya, Miron chiede all’amico Aist di accompagnarlo a
compiere i rituali di addio secondo la tradizione dei Merja,
antichissima tribù ugro-finnica dalla quale discendono entrambi. Li
attendono, quindi, migliaia di chilometri tra le terre sconfinate
della Russia, per giungere al luogo dove i due sposi avevano
trascorso la luna di miele e congedarsi definitivamente dalla
defunta. Insieme a loro, una coppia di zigoli, uccellini della
famiglia dei passeri che avranno un inaspettato ruolo da
protagonisti. Il lungo viaggio sarà l’occasione per Miron di
condividere con Aist i momenti più intimi della sua vita coniugale.
E forse lui non era l’unico ad amare Tanya…
Mai titolo fu più eloquente! Il che
potrebbe suonare come un ossimoro, considerato che il film di
Aleksei Fedorchenko si chiama Silent
Souls, “anime silenziose”. Ed è appunto un film fatto
di silenzi questo, di emozioni vissute intensamente dai
protagonisti ma, allo stesso tempo, trattenute nel loro io più
profondo. E non arrivano mai (o quasi) in superficie. È proprio
Aist, la voce narrante, a metterci in guardia fin dall’inizio: i
Merja sono un popolo che raramente si fa travolgere dalle emozioni.
Forse per questo, nel suo complesso, l’opera risulta piuttosto
fredda. Sarà colpa della latitudine? O è merito di quella luce
pallida e nostalgica che caratterizza certe zone del mondo, e a cui
la fotografia di Mikhail Krichman ha reso meravigliosamente
giustizia? Per altro, guadagnandosi l’Osella per il Miglior
Contributo alla Fotografia alla Mostra di Venezia 2010.
Non si può certo dire che il film
sia brutto. Racchiude delle immagini assai suggestive, che ci
restituiscono tutta l’immensità e la poesia dei paesaggi russi, con
un sottofondo musicale potente e trascinante. Il tutto si scontra
con il ‘minimalismo’ e l’‘aridità’ che invece caratterizzano i
personaggi. Non che gli attori non siano bravi, tutt’altro. E la
macchina da presa indugia sui quei corpi, coi loro gesti e i loro
movimenti lenti, ponderati, descrivendoli con assoluta
semplicità e verosimiglianza. Ma non riesce mai a coinvolgere fino
in fondo. È come se ci fosse un velo quasi impercettibile che
separa irrimediabilmente lo spettatore da ciò che viene mostrato.
Si assiste a una serie di rituali, più o meno fedeli alla
tradizione Merja, con sguardo quasi ‘clinico’, come se avessimo
davanti una sorta di documentario sugli usi e costumi di un popolo
ormai scomparso. Manca il pathos. Di fronte a tutto il dolore e a
tutta la tristezza evocati sullo schermo, noi non ci
commuoviamo.
Forse Silent
Souls è quel genere di film che ha bisogno di tempo
per lasciare il segno: di quelli che non ti travolgono in presa
diretta, ma s’insinuano silenziosamente dentro di te, per
riemergere quando meno te lo aspetti. Ma per saperlo ci vorrà un
po’.
A un mese dall’uscita nelle sale
italiane, Plaion Pictures svela il trailer italiano di
Silent Night – Il silenzio della vendetta, atteso
action movie dai produttori di John Wick e diretto dal leggendario maestro John
Woo.
Con il suo stile inconfondibile,
John Woo torna a Hollywood dopo cult come Face/Off,
Nome in codice: Broken Arrow e Mission: Impossible
II, realizzando un revenge movie adrenalinico in cui l’azione
conta letteralmente più delle parole. Il trailer si apre sulle
iconiche note natalizie di Carol of the Bells, che presto
esplodono in una travolgente variazione dell’Inno alla
gioia. Un’esplosione musicale che va di pari passo con le scene
mozzafiato, in cui a farla da padrone sono effetti speciali,
sparatorie e inseguimenti da urlo che si susseguono in un racconto
dal ritmo sincopato, anticipando un’esperienza cinematografica
unica e imperdibile, da godersi appieno sul grande schermo.
Ispirato dai capolavori e dai
successi recenti del genere,
Silent Night – Il silenzio della vendetta porta
l’action a nuovi livelli, grazie alla geniale messa in scena del
suo regista, che torna nuovamente a sfidare se stesso e il pubblico
dopo aver rivoluzionato il cinema action grazie ai suoi
indimenticabili lavori hongkonghesi quali A Better Tomorrow
e The Killer, che hanno influenzato generazioni di cineasti,
fra cui Quentin Tarantino. Intenso protagonista di questa pellicola
100% action è Joel Kinnaman. Già apprezato in
noti action movie come Robocop (2014) e nel ruolo di Rick Flag in
Suicide
Squad e The Suicide Squad – Missione suicida, Kinnaman è
il volto senza voce protagonista di questa spietata storia di
vendetta ambientata durante la notte di Natale, tutt’altro che
calma e che si tingerà di rosso per portare a compimento la
terribile missione punitiva di un padre tormentato a cui è stato
tolto il dono più prezioso – il proprio figlio – cambiando per
sempre la sua vita e quella della sua famiglia. Nel cast anche
Scott Mescudi, in arte Kid Cudi (X – A Sexy Horror
Story), e Catalina Sandino Moreno (Maria Full of
Grace).
Dopo aver visto il trailer italiano
del film, l’attesa del Natale acquisterà un senso tutto nuovo.
Diretto da John Woo,
Silent Night – Il silenzio della vendetta, sarà
nei cinema dal 30 novembre in anteprima mondiale
distribuito da Plaion Pictures.
La trama
Ancora in lutto per la morte del
giovane figlio, rimasto ucciso nel fuoco incrociato di uno scontro
fra bande, proprio il giorno di Natale, il padre decide di uccidere
i colpevoli la notte di Natale dell’anno successivo. Ferito a sua
volta durante l’inseguimento degli assassini e ormai muto, l’uomo
si addentra nei bassifondi criminali per compiere con ogni mezzo la
sua silenziosa vendetta verso chi gli ha strappato suo
figlio.
Il
primo trailer ufficiale
di Silent Nightè ufficialmente stato
diffuso, con un’anteprima del nuovo film di John
Woo e della sua prima uscita nelle sale americane a
distanza di 20 anni.Silent Night
vede protagonisti Joel
Kinnaman (The Suicide Squad), Scott
Mescudi (MaXXXine), Harold
Torres (Run Coyote Run)
e Catalina Sandino
Moreno (Ballerina). La pellicola a
sorpresa sembra non presentare praticamente alcun
dialogo.
Di cosa parla Silent Night?
“Dal leggendario regista John
Woo e dal produttore di John Wick arriva la cruenta storia di
vendetta di un padre tormentato (Joel Kinnaman) che vede il suo
giovane figlio morire quando viene coinvolto nel fuoco incrociato
di una banda alla vigilia di Natale”, si legge nella sinossi
ufficiale di Silent Night. “Mentre si sta riprendendo da una
ferita che gli costa la voce, Kinnaman fa della vendetta la
missione della sua vita e si imbarca in un regime di addestramento
punitivo per vendicare la morte di suo figlio“,
continua. “Ricco dello stile distintivo di Woo, Silent
Night ridefinisce il genere d’azione con una narrazione viscerale
da brivido.”
Woo ha diretto
Silent Night da una sceneggiatura di Robert
Archer Lynn. Woo è anche produttore del film insieme a
Christian Mercuri, Lori Tilkin deFelice, Basil Iwanyk ed
Erica Lee.Silent Night
debutterà nelle sale americane il 1 dicembre 2023. In Italia al
momento non ha una data di uscita.
Ecco una clip in esclusiva dal
titolo “Il primo morto non si scorda mai” tratta da “Silent
Night – Il silenzio della vendetta”, atteso film
action diretto da John Woo. SILENT NIGHT – IL SILENZIO DELLA
VENDETTA, sarà nei cinema dal 30 novembre in anteprima mondiale
distribuito da Plaion Pictures.
https://www.youtube.com/watch?v=YJgnIPK66oA
Con il suo stile
inconfondibile, John Woo torna a Hollywood dopo cult come
Face/Off, Nome in codice: Broken Arrow e Mission:
Impossible II, realizzando un revenge movie adrenalinico in cui
l’azione conta letteralmente più delle parole. Il trailer si apre
sulle iconiche note natalizie di Carol of the Bells, che
presto esplodono in una travolgente variazione dell’Inno alla
gioia. Un’esplosione musicale che va di pari passo con le scene
mozzafiato, in cui a farla da padrone sono effetti speciali,
sparatorie e inseguimenti da urlo che si susseguono in un racconto
dal ritmo sincopato, anticipando un’esperienza cinematografica
unica e imperdibile, da godersi appieno sul grande schermo.
Ispirato dai capolavori e
dai successi recenti del genere, SILENT NIGHT – IL SILENZIO
DELLA VENDETTA porta l’action a nuovi livelli, grazie alla
geniale messa in scena del suo regista, che torna nuovamente a
sfidare se stesso e il pubblico dopo aver rivoluzionato il cinema
action grazie ai suoi indimenticabili lavori hongkonghesi quali
A Better Tomorrow e The Killer, che hanno influenzato generazioni di
cineasti, fra cui Quentin Tarantino. Intenso protagonista di questa
pellicola 100% action è Joel Kinnaman. Già apprezato in noti
action movie come Robocop (2014) e nel ruolo di Rick Flag in Suicide Squad e The Suicide Squad –
Missione suicida, Kinnaman è il volto senza voce
protagonista di questa spietata storia di vendetta ambientata
durante la notte di Natale, tutt’altro che calma e che si tingerà
di rosso per portare a compimento la terribile missione punitiva di
un padre tormentato a cui è stato tolto il dono più prezioso – il
proprio figlio – cambiando per sempre la sua vita e quella della
sua famiglia. Nel cast anche Scott Mescudi, in arte Kid
Cudi (X – A Sexy Horror Story), e Catalina Sandino
Moreno (Maria Full of Grace).
Salutiamo con entusiasmo
il ritorno in sala di un maestro come John Woo,
regista che negli anni ha regalato al pubblico emozioni e
divertimento e che oggi torna con un film dei suoi. Al cinema dal
30 novembre – distribuito da Plaion Pictures – il
suo ultimoSilent Night – Il silenzio della
vendetta mette ben in chiaro, sin
dal titolo, cosa aspettarsi, anche se non del tutto. Ché con il
folle artigiano dell’action di A Better
Tomorrowe The Killer, Face/Off,
Broken Arrow e Mission: Impossible II c’è
poco da fidarsi. E infatti, anche in questo caso, il revenge
Movie dominato da un Joel Kinnaman ammutolito supera la tradizione
i canoni del genere per andare all’essenziale in una operazione
coraggiosa e interessante, anche se non del tutto riuscita, che i
fan apprezzeranno sicuramente.
La trama di Silent Night – Il
silenzio della vendetta
Al centro della vicenda,
come in molti film del genere, un padre di famiglia, che durante
una sparatoria tra bande vede ucciso davanti ai suoi occhi il
piccolo figlio. Un colpo insostenibile, che lo fa impazzire e che
lo spinge all’inseguimento dei responsabili. Pur ferito mortalmente
alla gola e costretto al silenzio, l’uomo si riprende e, deciso a
vendicarsi, inizia un duro addestramento per prepararsi per un
confronto finale che possa rendergli giustizia dopo un anno di
sofferenza… la sera della vigilia di Natale.
Natale di sangue
La prima reazione alla
visione di questo Silent Night potrebbe esser
simile al morettiano “Vago per la città cercando di ricordarmi
chi aveva parlato bene di questo film“, ma sono molte le
domande che il film di John Woo lascia nello
spettatore, anche il meglio disposto nei suoi confronti, anche il
più conquistato da un inizio davvero intrigante e spettacolare. Nel
quale è difficile non restare ipnotizzati dal primo piano della
renna (sonaglio incluso) sul maglione insanguinato indossato dal
protagonista e trattenere il respiro per la sua folle corsa, prima
ancora di scoprirne le ragioni.
Curiosità rapidamente
soddisfatte, almeno queste, prima di essere gettati in
un’esperienza senz’altro unica, per quanto prevedibile. Dopo tanti
revenge movie, facile intuire l’origine del male e la
destinazione che attende noi e l’innominato vendicatore (del quale
scopriremo solo il cognome, su una lapide), meno il percorso. Nel
quale racconto ed equilibrio sembrano esser stati sacrificati
sull’altare della partecipazione, emotiva o meno, sicuramente
obbligata.
Joel, giustiziere
silenzioso
Woo sceglie di non
infarcire l’azione di inutili chiacchiere, anzi, di eliminarle del
tutto, affidando all’ex Robocop un ruolo per
prepararsi al quale l’attore ha cercato – invano – di non parlare
per due mesi di riprese. Una scelta coraggiosa, quella di
abbandonare ogni dialogo (o quasi), fedele alla tendenza del
regista di ridurre all’essenziale le dinamiche messe in scena, che
si rivela la trovata più interessante del film, nel quale la
scansione del tempo e delle emozioni è affidata ai suoni, con il
battito del cuore e le reazioni del protagonista a costruire una
storia parallela a quella che vediamo svilupparsi sullo schermo, a
farci vivere il suo dramma dall’interno.
Peccato, semmai, che la
soluzione trovata – insistita oltre il prevedibile, con pro e
contro immaginabili – non porti con sé una altrettanto netta
semplificazione di esclamazioni al limite del ridicolo (forse
figlie del doppiaggio?), retorica e didascalismi (dal braccio
martoriato dalla droga della povera ragazza della gang agli stralci
degli articoli di cronaca che lo riguardano o lo smielato finale).
Elementi non inediti per Woo, che un certo gusto per certa
‘chiarezza’ a tutti i costi l’ha sempre avuto, ma che qui diventano
superflui e fiaccano uno svolgimento già in difficoltà per la
mancanza strutturale di narrativa nel quale a scene notevoli e
ammiccamenti tanto cari ai produttori (gli stessi di John Wick) si alternano twist insensati e
inutili ridondanze.
Ecco una clip in anteprima da
Silent Land, il nuovo film di Aga
Woszczyńska, al cinema dal 29 giugno, distribuito da
I
Wonder Pictures in collaborazione con Sardegna Film
Commission.
Gli assolati paesaggi della Sardegna
fanno da sfondo a un inatteso dramma interiore scatenato da un
incidente che sconvolge le vacanze estive di una benestante e
giovane coppia polacca che ha deciso di soggiornare in un’isolata
villetta in Sardegna con vista mare e completa di piscina.
L’apparente idillio quotidiano di Anna (Agnieszka
Żulewska) e Adam (Dobromir Dymecki) viene
improvvisamente interrotto da una serie di eventi: i ventilatori
non funzionano e la piscina, a causa della siccità, si trova
senz’acqua. Non bastano la limpidezza dei fondali marini, la
bellezza della macchia mediterranea e la quiete del paesaggio per
ricomporre la tensione tra i due protagonisti, al contrario, le
loro coscienze saranno profondamente scosse dagli inattesi eventi e
dalle loro conseguenze. Silent Land mette al centro un difficile
rapporto di coppia, in un racconto che esplode presto nel dramma e
fa emergere il lato più oscuro delle relazioni interpersonali.
https://www.youtube.com/watch?v=3VIxeythcbU
Silent Land è una coproduzione
polacco-italo-ceca di Agnieszka Wasiak per la polacca Lava Films,
Giovanni Pompili per l’italiana Kino Produzioni e Jordi Niubó per
la società ceca i/o post, in Italia sarà distribuito da I Wonder
Pictures in collaborazione con Sardegna Film Commission.
Ambientato nelle soleggiate spiagge
della Sardegna, Silent Land (qui
il trailer) è un film drammatico diretto dalla regista
polacca Aga Woszczynska. La pellicola, prodotta
nel 2021 e distribuita solo ora in Italia dalla I Wonder
Pictures, racconta la crisi di una coppia polacca, Anna e
Adam. Nel cast ritroviamo Agnieszka Zulewska nel ruolo della
protagonista femminile, mentre Dobromir Dymecki
interpreta il protagonista maschile.
Silent Land: i segreti nascosti in
Sardegna
Anna e Adam si trasferiscono durante
l’estate in una piccola cittadina della Sardegna, affittando una
spaziosa villa con piscina; trovando quest’ultima vuota ed
inagibile, i due turisti polacchi contattano il proprietario
affinché la sistemi in pochi giorni. Nonostante la scarsità idrica
della zona, il proprietario finisce per acconsentire, incaricando
un operaio immigrato di occuparsi delle riparazioni.
Anna sembra restare subito
affascinata ed attratta dall’aspetto mediterraneo del ragazzo. La
relazione tra lei e Adam che all’inizio sembra essere normale e
stabile, inizia pian piano a sgretolarsi. La morte dell’operaio,
scivolato e caduto nella piscina, diviene l’evento scatenante per
la crisi tra i due, in un vortice di incomprensione, mancanza di
dialogo e sensi di colpa. Pur cercando di evitare i propri
sentimenti ed i propri problemi di coppia con escursioni, cene ed
altri svaghi, finiranno per scontrarsi l’uno con l’altro.
Un simbolismo insistito
Silent Land risulta
essere una pellicola eccessivamente lenta, priva di avvenimenti
rilevanti o di una trama effettivamente avvincente. La quasi totale
mancanza di sottofondo musicale e la presenza di pochi e scarni
dialoghi rende difficile per lo spettatore mantenere l’attenzione.
La regista sembra puntare specialmente su una comunicazione visiva,
trasmettendo tutto attraverso i singoli dettagli: le riprese del
mare, i particolari della piscina, le silenziose corse dei due
polacchi.
Pur curando in maniera dettagliata
l’aspetto prettamente visivo del film, la regista non riesce a
coinvolgere pienamente lo spettatore, o, comunque, rende il
significato di Silent Land eccessivamente
complicato da cogliere tanto da rendere la pellicola fruibile
solamente per un pubblico elitario.
L’eccessiva complessità del film,
oltretutto, non si ritrova nella trama, la quale è, in verità,
molto semplice e priva di grandi colpi di scena o intrighi;
talvolta, le pellicole con degli intrecci di vicende molto
complicati e difficili da comprendere per il pubblico possono
altresì mantenere salda l’attenzione del pubblico. In questo caso
invece Silent Land è complicato per via
dell’insistito simbolismo; l’eccessiva concentrazione su alcuni
particolari dipende proprio da ciò che essi devono rappresentare,
con la presenza di pochi dialoghi si attribuisce un significato
maggiore alle poche battute presenti.
L’assenza di musica, di dialoghi e
questo simbolismo rendono il film inadatto ad un pubblico ampio. Il
cinema ha il compito di interessare, intrattenere ed anche educare
talvolta i propri spettatori, ma una pellicola come Silent
Land esclude un pubblico ampio, si chiude in una torre di
cristallo in cui solo un gruppo ristretto di spettatori riesce a
comprenderlo a pieno. Per tutti gli altri, questa risulta essere
una pellicola lenta e poco accattivante.
Crisi di coppia e sensi di
colpa
Silent Land si
incentra su due sole figure: Anna e Adam. Questi due tentano
di risolvere la loro mancanza di dialogo con un periodo di relax
nelle spiagge della Sardegna, ma fin da subito una terza figura si
insinua tra di loro. Il muratore diventa un personaggio
continuamente presente, prima e specialmente dopo la sua morte.
A separare i due turisti polacchi
emerge anche il senso di colpa per non essere intervenuti subito
per salvare l’uomo dalla morte. Adam finisce per essere tormentato
dalle vicende, sognando insistentemente il muratore ed arrivando ad
avere degli attacchi di panico durante una festa cittadina. Ad
instillare questo senso di colpa nel polacco è il capo dei
carabinieri da cui si reca per un secondo interrogatorio: questo
afferma che Adam avrebbe potuto salvarlo intervenendo subito perché
l’uomo è morto di annegamento, non sul colpo per la contusione alla
testa.
I due reagiscono al trauma in
maniera differente: mentre Anna cerca di evadere la questione, Adam
è spaventato e divorato dai sensi di colpa, e vorrebbe parlare con
la compagna dei suoi sentimenti.
Una vita che vale meno di
altre
Una tematica interessante che però
non viene sviluppata adeguatamente in Silent
Land è il totale disinteressamento dei carabinieri
riguardo la morte del giovane operaio. Questi, per non incriminare
i due turisti per omissione di soccorso, finiscono per ignorare
l’esistenza delle videocamere di sicurezza, insabbiando la
questione. Il capo dei carabinieri afferma che i turisti sono
importanti nella loro cittadina, lasciando sottinteso che essi
vengano più tutelati rispetto ad un immigrato clandestino morto sul
lavoro.
I Wonder
Pictures, in collaborazione con Sardegna Film
Commission, è lieta di diffondere il trailer di Silent
Land, primo lungometraggio diretto da Aga
Woszczyńska, al cinema dal 29 giugno.
Gli assolati
paesaggi della Sardegna fanno da sfondo a un inatteso dramma
interiore scatenato da un incidente che sconvolge le vacanze estive
di una benestante e giovane coppia polacca che ha deciso di
soggiornare in un’isolata villetta in Sardegna con vista mare e
completa di piscina. L’apparente idillio quotidiano di Anna
(Agnieszka Żulewska) e Adam (Dobromir
Dymecki) viene improvvisamente interrotto da una serie di
eventi: i ventilatori non funzionano e la piscina, a causa della
siccità, si trova senz’acqua. Non bastano la limpidezza dei fondali
marini, la bellezza della macchia mediterranea e la quiete del
paesaggio per ricomporre la tensione tra i due protagonisti, al
contrario, le loro coscienze saranno profondamente scosse dagli
inattesi eventi e dalle loro conseguenze. Silent
Land mette al centro un difficile rapporto di coppia, in
un racconto che esplode presto nel dramma e fa emergere il lato più
oscuro delle relazioni interpersonali.
Silent
Land ha debuttato in anteprima mondiale al Toronto IFF
Platform Competition nel 2021 e nello stesso anno ha vinto il
premio FIPRESCI nell’International Competition del Thessaloniki
Film Festival. Nel 2022 ha aperto il Kinoteka Film Festival ed è
stato premiato come Miglior Film al Crossing Europe Film Festival.
Prima dell’uscita in italia, il film sarà presentato alla 19a
edizione di Biografilm Festival (Bologna, 9-19 giugno).
Silent
Land è una coproduzione polacco-italo-ceca di Agnieszka
Wasiak per la polacca Lava Films, Giovanni Pompili per l’italiana
Kino Produzioni e Jordi Niubó per la società ceca i/o post, in
Italia sarà distribuito da I Wonder Pictures in collaborazione con
Sardegna Film Commission.
Silent Land, la
trama
Una giovane
coppia polacca affitta una villa in Sardegna per godersi la vacanza
ideale. Le aspettative dei due però si scontrano con la realtà
quando si rendono conto che la piscina della villa non è agibile.
Ignorando i problemi di siccità dell’isola, insistono perché venga
riparata e riempita. Ma la presenza di uno sconosciuto, addetto
alla riparazione, apre una crepa nell’apparente idillio e innesca
una serie di eventi che porterà i due ad agire in modo istintivo e
irrazionale, trascinandoli verso il punto più oscuro della loro
relazione.
Nuove foto dal set di Silent Hill: Revelation 3D. Sequel del
film tratto dalla famosa serie di videogame. Arriva anche la
primissima foto di Radha Mitchell, protagonista del primo film e di
ritorno in questo nuovo capitolo. Per vederle…
Iniziate da un paio di giorno le
riprese di Silent Hill: Revelation 3D, il sequel del film del 2006
e prodotto dalla Davis Film. Da Cambridge Ontario, dove attualmente
si trova il set sono arrivare le primissime immagini.