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Sils Maria: recensione del film di Olivier Assayas

Sils Maria: recensione del film di Olivier Assayas

Tornare in scena dopo tanti anni, e non ritrovarsi più nel personaggio. Non ritrovare più la persona che si è e avere paura di scoprirlo. Sils Maria, di Olivier Assayas, è questo e tanto altro. Con una superba Juliette Binoche, affiancata da Kristen Stewart e Chloe Grace Moretz, Sils Maria arriva al cinema dopo un acclamato passaggio al Festival di Cannes.

Maria Enders (Juliette Binoche) è diretta in Svizzera per ritirare un premio per conto di Wilhelm Melchior, grande amico drammaturgo che la scoprì a 18 anni con l’opera Maloja Snake, ma poco prima di arrivare le giunge la notizia della sua morte. Affranta e un po’ restia, viene convinta da un giovane regista, e sotto consiglio di Valentine (Kristen Stewart), a prendere parte ad una nuova produzione teatrale della commedia che aveva portato in scena vent’anni prima, dove interpretava Sigrid, una giovane assistente che spinge al suicidio il suo capo, Helena. Ed è proprio quest’ultimo ruolo che le viene proposto, affidando la “sua” Sigrid a Jo-Ann Ellis (Chloe Grace Moretz), un’attrice in ascesa sempre al centro del gossip.

Sils Maria film

Sils Maria è un film dove tutto è un gioco di specchi, il riflesso di qualcosa che è o è stato. Il film racconta il difficile percorso di crescita di una donna che non riesce ad affrontare il tempo che passa: per Maria non è semplice abbandonare il ruolo di Sigrid perché in Helena vede e critica dei difetti che non è pronta ad ammettere su stessa. La storia tra Sigrid e Helena si rispecchia nel rapporto simbiotico di Maria e Valentine, coinvolgendole più del previsto, ma anche nel rapporto con Jo-Ann. La stessa Jo-Ann ricorda una Kristen Stewart degli inizi dell’era Twilight.

L’attrice, molto a suo agio in questo ruolo, sembra quasi affidi alla voce di Valentine continui riferimenti a come può travolgere il successo e come il pubblico giovane può reagire al gossip nell’era di internet, ma anche all’abilità di riuscire a rimanere se stessi anche se con tanta pressione da parte dei media (vedi la Stewart che calca i red carpet più importanti del mondo in vestito da sera e Converse!). Chloe Grace Moretz ritrae al meglio questa gioventù bruciata di Hollywood, rimanendone per fortuna fuori, e Juliette Binoche, talmente bella che è quasi poco credibile nell’insicura Maria, da grande attrice qual è, affronta il ruolo con eleganza e intelligenza.

Olivier Assayas ci trascina in questa sua narrazione, semplice ma sfaccettata, dove a farla da padrona sono le diverse chiavi di lettura che lui offre ma che spetta solo allo spettatore accettare. Perché Sils Maria va goduto soprattutto nel “non raccontato”, un modo per dare a noi l’opportunità di interpretarlo come meglio preferiamo.

 

Sils Maria prime foto dal film con Chloe Moretz

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Ecco le prime immagini tratte dal nuovo film del regista francese Olivier Assayas intitolato Sils Maria. La pellicola, le cui riprese sono cominciate da qualche giorno in Italia, precisamente in Val Gardenia (Trentino Alto Adige), vede protagoniste Chloe Moretz e Kristen Stewart al fianco del premio Oscar Juliette Binoche. Di seguito vi mostriamo le prime foto dal set del film.

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La storia di Sils Maria è quella di Maria Enders (Binoche), una famosissima attrice, ormai in declino, preoccupata per il successo della giovane collega Jo-Ann Ellis (Moretz); in particolare, la donna comincia ad essere particolarmente ossessiva nel confronti dell’attrice quando scoprirà che quest’ultima reinterpreterà il ruolo che la rese una grande star. L’unica persona che sembra comprenderla è la sua assistente Valentina (Stewart), con la quale l’ex star dal passato glorioso instaura un rapporto piuttosto ambiguo.

Fonte: Sils Maria blog

Silo: trailer della nuova serie Apple TV+ con Rebecca Ferguson

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Silo: trailer della nuova serie Apple TV+ con Rebecca Ferguson

Apple TV+ ha svelato oggi il trailer di Silo, l’avvincente serie Apple Original basata sulla trilogia di romanzi distopici di Hugh Howey, bestseller del New York Times, interpretata da un cast d’eccezione guidato da Rebecca Ferguson (“Dune“, “Mission: Impossible”), che è anche produttrice esecutiva. Silo è creata dallo sceneggiatore nominato agli Emmy Graham Yost (“Band of Brothers – Fratelli al fronte”, “Justified – L’uomo della legge”), che ne è anche showrunner. Il candidato all’Oscar Morten Tyldum (“In difesa di Jacob”, “The Imitation Game“) dirige i primi tre episodi.

https://youtu.be/yRImCiQSN58

Silo: quando esce e dove vederla in streaming

Silo in streaming uscirà su Apple TV+ il 5 maggio con i primi due episodi dei dieci totali, seguiti da un nuovo episodio settimanale, ogni venerdì fino al 30 giugno.

La trama e il cast di Silo

SILO racconta la storia degli ultimi diecimila abitanti della Terra, la cui casa profonda un miglio li protegge dal mondo esterno, tossico e mortale. Tuttavia, nessuno sa quando o perché il silo sia stato costruito e chi cerca di scoprirlo va incontro a conseguenze fatali. Rebecca Ferguson interpreta l’ingegnere Juliette che cerca risposte sull’omicidio di una persona cara e si imbatte in un mistero molto più intricato di quanto avrebbe mai potuto immaginare, portandola a scoprire che, se le bugie non ti uccidono, lo farà la verità.

Il cast della serie comprende Common (“The Chi”), la candidata agli Emmy Harriet Walter (“Succession”), Chinaza Uche (“Dickinson”), Avi Nash (“The Walking Dead”), il vincitore del Critics Choice Award e del NAACP David Oyelowo (“Selma”), la candidata agli Emmy Rashida Jones (“Parks and Recreation”) e il premio Oscar Tim Robbins (“Mystic River”).

SILO è prodotta per Apple TV+ da AMC Studios e basata sui romanzi di Hugh Howey. La serie è prodotta da Graham Yost, Hugh Howey, Morten Tyldum e Rebecca Ferguson, insieme a Nina Jack, Fred Golan, Rémi Aubuchon e Ingrid Escajeda.

Silo: teaser trailer della nuova serie in arrivo il 5 maggio su Apple TV+

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Silo (già noto come “Wool”), la nuova serie drammatica in 10 episodi basata sulla trilogia di romanzi distopici bestseller del New York Times di Hugh Howey, farà il suo debutto il 5 maggio su Apple TV+. Oggi Apple ha rilasciato il teaser trailer e le prime immagini della serie creata dallo sceneggiatore nominato agli Emmy Graham Yost (“Band of Brothers – Fratelli al fronte”, “Justified – L’uomo della legge”), che ne è anche showrunner.

Il candidato all’Oscar Morten Tyldum (“In difesa di Jacob”, “The Imitation Game”) dirige i primi tre episodi, mentre la serie dramedy è interpretata da un cast corale guidato da Rebecca Ferguson (“Dune”, “Mission: Impossible”), che è anche produttrice esecutiva. Silo uscirà su Apple TV+ con i primi due episodi, seguiti da un nuovo episodio settimanale ogni venerdì, fino al 30 giugno.

Silo racconta la storia degli ultimi diecimila abitanti della Terra, la cui casa profonda un miglio li protegge dal mondo esterno, tossico e mortale. Tuttavia, nessuno sa quando o perché il silo sia stato costruito e chi cerca di scoprirlo va incontro a conseguenze fatali. Rebecca Ferguson interpreta l’ingegnere Juliette che cerca risposte sull’omicidio di una persona cara e si imbatte in un mistero molto più intricato di quanto avrebbe mai potuto immaginare, portandola a scoprire che, se le bugie non ti uccidono, lo farà la verità.

Il cast della serie comprende Common (“The Chi”), la candidata agli Emmy Harriet Walter (“Succession”), Chinaza Uche (“Dickinson”), Avi Nash (“The Walking Dead”), il vincitore del Critics Choice Award e del NAACP David Oyelowo (“Selma”), la candidata agli Emmy Rashida Jones (“Parks and Recreation”) e il premio Oscar Tim Robbins (“Mystic River”).

Silo è prodotta per Apple TV+ da AMC Studios e basata sui romanzi di Hugh Howey. La serie è prodotta da Graham Yost, Hugh Howey, Morten Tyldum e Rebecca Ferguson, insieme a Nina Jack, Fred Golan, Rémi Aubuchon e Ingrid Escajeda.

Silo: Rebecca Ferguson affronta la nuova minaccia nelle immagini della seconda stagione

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I partecipanti al San Diego Comic-Con 2024 hanno potuto dare un primo sguardo esclusivo alla seconda stagione dell’avvincente serie distopica di Apple TV+, Silo. Durante il panel, lo showrunner Graham Yost e la star Rebecca Ferguson hanno presentato una clip elettrizzante che ha lasciato i fan con il fiato sospeso. Con l’attesa per la prima del 15 novembre, Silo è pronta a regalare un altro emozionante capitolo della sua saga ricca di colpi di scena.

La clip si apre con Juliet (Rebecca Ferguson) che naviga in quello che sembra essere un silo abbandonato. Attingendo alle sue conoscenze ingegneristiche, crea un ponte funzionale per attraversare una passerella crollata. Mentre la musica cresce, Juliet si lega al lato della stalla e si avventura attraverso il suo percorso improvvisato. La tensione è palpabile quando il suo lavoro comincia a tradirla e la struttura inizia a crollare. In un gesto disperato, Juliet si precipita dall’altra parte e riesce a malapena ad afferrare se stessa mentre il ponte crolla. Per risalire verso la salvezza, è costretta a tagliare la corda.

Una volta che ce l’ha fatta, un’inquietante registrazione di “Moon River” inizia a suonare dalle profondità del silo. Juliet segue la melodia inquietante, passando accanto a cadaveri e a diverse scritte sui muri, una delle quali recita: “Prima o poi entreremo”. Trova una porta chiusa a chiave con un tastierino rosso e la prova, solo per essere spaventata da un paio di occhi che appaiono attraverso la piccola finestra. L’uomo dietro la porta, interpretato da Steve Zahn, le dice in modo agghiacciante che capisce il motivo per cui ha cercato di aprire la porta, ma che se ci riprova la ucciderà.

Steve Zahn entra a far parte di Silo

Dopo la clip, Zahn è salito sul palco per unirsi alla discussione, aumentando l’eccitazione del panel. L’introduzione di Zahn come nuovo personaggio promette di portare ancora più intrigo e tensione nella serie. La sua interazione con Juliet lascia intendere segreti e minacce più profonde che si nascondono nelle profondità del silo.

La serie ha affascinato il pubblico con il suo mondo riccamente sviluppato, i suoi personaggi complessi e la sua narrazione intensa. La nuova stagione sembra destinata ad ampliare questi elementi, offrendo ancora più dramma, suspense e colpi di scena inaspettati mentre Juliet cerca di scoprire chi si nasconde dietro il mistero del silo.

Segnatevi il calendario per il 15 novembre, quando Silo tornerà per la sua attesissima seconda stagione. Preparatevi a immergervi nuovamente nei misteri e nei pericoli del silo, mentre Juliet e gli altri abitanti affrontano nuove sfide e scoprono altri segreti.

La seconda stagione di Silo sarà presentata prima di quanto si pensi

Rebecca Ferguson Silo - Stagione 2

Apple TV+ continua la sua serie di contenuti avvincenti e di alta qualità con l’attesissimo ritorno di Silo. La seconda stagione dell’acclamato dramma distopico debutterà venerdì 15 novembre 2024. I fan della serie, che è diventata rapidamente una pietra miliare della programmazione di Apple TV+, attendono con impazienza la continuazione di questa storia avvincente. Silo racconta l’avvincente storia degli ultimi diecimila abitanti della Terra, confinati in una casa sotterranea profonda un miglio che li protegge dall’ambiente tossico del mondo esterno.

Le origini e lo scopo del silo sono velati di mistero, con conseguenze letali per coloro che osano scoprirne i segreti. Al centro della serie c’è Juliette, interpretata dalla formidabile Rebecca Ferguson, un ingegnere la cui indagine sull’omicidio di una persona cara svela verità che potrebbero scuotere le fondamenta stesse della loro esistenza. Al San Diego Comic Con, è stato anche rivelato che l’acclamato attore Steve Zahn si unirà alla seconda stagione, dopo aver fatto un’apparizione a sorpresa sul palco del panel di San Diego.

In un’intervista esclusiva rilasciata ad aprile , la Ferguson ha fornito alcune informazioni sul futuro della serie. L’attrice ha rivelato i piani per le riprese delle stagioni 3 e 4, con la quarta stagione che fungerà da capitolo conclusivo della saga.

“Credo che la serie abbia una fine, e so quando sarà. Quindi questa è la risposta. Lo scoprirete quando la serie sarà finita. Ad essere onesti, non credo che sia un segreto. I libri sono i libri. Sono tre libri e i tre libri sono divisi in quattro stagioni. Quindi credo che, a meno che qualche persona della Apple non si butti a capofitto, credo che non ci siano problemi a dire che la stagione 1 è finita. La seconda stagione è stata girata e sta per uscire, e ora stiamo cercando di dare il via libera alla terza e alla quarta stagione. E penso che le gireremo forse insieme, e questa sarebbe la fine”.

La seconda stagione di SILO potrebbe debuttare il 15 novembre 2024 e preparatevi a immergervi nuovamente nei misteri del silo.

Silo: la terza e la quarta stagione potrebbero essere girate insieme ed essere anche il finale di serie

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Rebecca Ferguson, la protagonista della serie Silo, la serie tv Apple TV+ acclamata dalla critica, ha rivelato piani ambiziosi per il futuro dello show, lasciando intendere che le ultime due stagioni potrebbero essere girate contemporaneamente, concludendo potenzialmente la serie con un finale drammatico, come ha rivelato in esclusiva durante una chiacchierata con Steve Weintraub di Collider per parlare della serie di successo. La serie distopica, basata sulla trilogia bestseller Wool di Hugh Howey, è stata un successo di critica e uno degli show più apprezzati di Apple TV+.

Ambientata in un mondo post-apocalittico in cui l’umanità sopravvive in un gigantesco silo sotterraneo, la storia affronta i misteri e gli intrighi politici che minacciano la loro esistenza, mentre Rebecca Ferguson interpreta Juliette, un ingegnere che finisce per essere messo a capo del dipartimento dello sceriffo. Il lussuoso adattamento a grande budget ha ampliato la portata dell’universo di Howey, prevedendo di estendere la serie di tre libri a quattro stagioni televisive. Parlando della durata prevista della serie Silo, Rebecca Ferguson ha fatto notare che hanno già in mente un finale e che sono in corso i piani per girare le due stagioni finali in contemporanea, in modo da portare a termine il lavoro nel modo più efficiente possibile.

Credo che la serie abbia un finale, e so quando sarà. Quindi questa è la risposta. Lo scoprirete quando lo show sarà finito. Ad essere onesti, non credo sia un segreto. I libri sono i libri. Sono tre libri e i tre libri sono divisi in quattro stagioni. Quindi credo che, a meno che qualche persona della Apple non si butti a capofitto, credo che non ci siano problemi a dire che la stagione 1 è finita. La seconda stagione è stata girata e sta per uscire, e ora stiamo cercando di dare il via libera alla terza e alla quarta stagione. E credo che le gireremo forse insieme, e questa sarebbe la fine“.

Rebecca Ferguson non vuole che i fan di ‘Silo’ debbano attendere troppo a lungo

La Ferguson ha dichiarato che la decisione di girare potenzialmente le stagioni tre e quattro insieme è stata influenzata da considerazioni pratiche e incentrate sui fan. L’attrice ha spiegato i vantaggi logistici di un tale approccio, dicendo: “Penso che questo sia il piano, e credo che dato che la richiesta è così esigente, il che è incredibile, il punto sarebbe quello di dare alla gente ciò che vuole ottenere in modo da non avere un divario troppo grande. Ma tutto cambia. Si tratta di tempismo. Si tratta di ciò che funziona. Che cos’altro sta uscendo. È un’equazione matematica di come le cose vengono abbandonate e quando vengono abbandonate“.

Rebecca Ferguson dice che girerebbe tre diversi episodi di ‘Silo’ in un solo giorno

La strategia delle riprese a blocchi, in cui più episodi vengono girati contemporaneamente, è stata fondamentale per gestire le intense richieste di produzione della serie. Rebecca Ferguson ha descritto la complessa logistica di questo metodo, sottolineando le sfide e le sue tecniche personali per rimanere al passo con le difficoltà di individuare l’episodio che sta girando quel giorno.

Ma quello che bisogna anche capire è che ci sono 20 episodi, ci possono essere cinque registi diversi e come attori saltiamo. Niente è consecutivo. Quindi è molto faticoso per noi, è molto faticoso per i registi. Ma è così che abbiamo fatto anche la seconda stagione. In un giorno, ho girato con tre registi diversi, tre episodi diversi. Così ho coordinato i miei copioni in base al colore e alla regia. Ho solo le mie cose, non quelle di nessun altro, e le ho in sequenza, in ordine, così quando guardo la giornata, per quanto riguarda i colori, so con chi sto lavorando, quando sto lavorando con loro, dove sono. Quindi è molto poco sexy. Io lo trovo molto sexy. Adoro tutto ciò che ha a che fare con gli evidenziatori. Sono un po’ ossessivo-compulsivo“.

La seconda stagione di Silo non ha ancora una data di uscita. È possibile vedere la prima stagione su Apple TV+.

Silo in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 

Silo: la seconda stagione interrompe la lavorazione

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Silo: la seconda stagione interrompe la lavorazione

Secondo Deadline, la produzione della seconda stagione della serie tv Silo di Apple TV+, guidata da Rebecca Ferguson, è stata temporaneamente interrotta a causa degli scioperi in corso di sceneggiatori e attori. Il ritardo indefinito della seconda stagione di Silo arriva dopo oltre un mese da quando lo streamer ha annunciato il rinnovo ufficiale del thriller fantascientifico. Oltre a Silo, il noto sito rileva anche che anche un’altra produzione di Apple TV+ si è interrotta, ovvero la terza stagione di Foundation.

Di cosa parla Silos?

In un futuro in rovina e tossico, migliaia di persone vivono in un gigantesco silo nel sottosuolo“, si legge nel logline. “Dopo che il suo sceriffo infrange una regola cardinale e i residenti muoiono misteriosamente, l’ingegnere Juliette inizia a scoprire segreti scioccanti e la verità sul silo.”

Silo è scritto e creato da Graham Yost (The Americans, Slow Horses), basato sull’omonima serie di romanzi post-apocalittici di Hugh Howey. La serie è interpretata da Rebecca Ferguson (Dune), Tim Robbins (The Shawshank Redemption), Rashida Jones (The Office), David Oyelowo (Selma), Common (John Wick: Chapter 2), Harriet Walter (Ted Lasso), Avi Nash (The Walking Dead), Iain Glen (Game of Thrones), Shane McRae (Sneaky Pete) e molti altri. I produttori esecutivi della serie sono Ferguson, Yost, Ben Brafman, Jon Midlane, Fred Golan, Cassie Pappas, Fred Golan, Ingrid Escajeda, Remi Aubuchon, Hugh Howey e Nina Jack. I produttori sono Aric Avelino, Ben Brafman e Joanna Thapa.

Silo: confermate la terza e la quarta e ultima stagione della serie Apple Tv+

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Dopo il debutto della seconda stagione di “Silo”, Apple TV+ ne ha annunciato oggi il rinnovo fino alla quarta stagione che porterà la serie al suo emozionante capitolo finale, raccontando la storia completa della trilogia di romanzi distopici di Hugh Howey, bestseller del New York Times. Interpretata e prodotta da Rebecca Ferguson, la seconda stagione di “Silo” è ora disponibile in streaming su Apple TV+ con nuovi episodi trasmessi ogni venerdì fino al 17 gennaio.

«È stata un’esperienza ricca di soddisfazioni adattare i romanzi epici di Hugh insieme i nostri partner di Apple e siamo entusiasti di avere l’opportunità di portare sullo schermo questa storia nel corso di quattro stagioni», ha dichiarato Graham Yost, showrunner e produttore esecutivo. «Con gli ultimi due capitoli di “Silo”, non vediamo l’ora di offrire al pubblico la conclusione più soddisfacente possibile dei molti misteri e una spiegazione alle domande senza risposta contenute tra le mura di questi silos».

«La coinvolgente, inventiva e commovente “Silo” ci ha appassionato fin dal primo giorno e abbiamo adorato vedere il pubblico innamorarsi del mondo creato da Graham Yost», ha dichiarato Matt Cherniss, responsabile della programmazione di Apple TV+. «Guardiamo alla terza e alla quarta stagione di questa ambiziosa serie sci-fii, che concluderanno il viaggio di Juliette Nichols e completeranno l’epica trilogia di romanzi di Hugh Howey. Non vediamo l’ora che tutti possano apprezzare altre potenti interpretazioni del cast dello show, guidato dall’impareggiabile Rebecca Ferguson, così come gli inaspettati colpi di scena, le svolte e le sorprese che ci aspettiamo da questa storia molto umana».

Silo 2 stagione
© Cortesia Apple TV+

Dal debutto della seconda stagione, lo scorso novembre, “Silo” ha conquistato il pubblico di tutto il mondo, guadagnandosi le lodi di serie “genuinamente brillante”, “ampiamente soddisfacente” e “una delle migliori serie televisive di fantascienza di oggi”. Amata dalla critica, ha raccolto consensi per i suoi “personaggi dinamici”, per il suo “elemento atmosferico di costruzione del mondo”, per l’interpretazione “sconvolgente” di Rebecca Ferguson e per la “performance della vita” del nuovo arrivato Steve Zahn.

Il sesto episodio della seconda stagione di “Silo” debutta su Apple TV+ questo venerdì, 20 dicembre. Nel nuovo episodio di questa settimana, Bernard mette in atto un piano per eliminare Knox, Shirley e Walker. Billings prende posizione. Solo salva la vita di Juliette e vuole qualcosa in cambio.

Cosa sappiamo di Silo

Creata dallo sceneggiatore nominato agli Emmy Graham Yost, che ricopre anche il ruolo di showrunner, “Silo” racconta la storia degli ultimi diecimila abitanti della Terra, la cui casa posta un miglio sottoterra li protegge dal mondo esterno, tossico e mortale. Tuttavia, nessuno sa quando o perché il silo sia stato costruito e chi cerca di scoprirlo va incontro a conseguenze fatali. Rebecca Ferguson interpreta l’ingegnere Juliette che cerca risposte sull’omicidio di una persona cara e si imbatte in un mistero molto più intricato di quanto avrebbe mai potuto immaginare, portandola a scoprire che, se le bugie non ti uccidono, lo farà la verità.

Oltre a Ferguson e alla new entry Steve Zahn, la seconda stagione vede protagonisti Tim Robbins, Common, Harriet Walter, Chinaza Uche, Avi Nash, Alexandria Riley, Shane McRae, Remmie Milner, Clare Perkins, Billy Postlethwaite, Rick Gomez, Caitlin Zoz, Tanya Moodie e Iain Glen.

“Silo” è prodotta per Apple TV+ da Apple Studios ed è prodotta esecutivamente da Yost, Michael Dinner, Nina Jack, Joanna Thapa, Ferguson, Morten Tyldum, Howey, Fred Golan, Rémi Aubuchon e AMC Studios.

Silo, recensione della serie Apple Tv+ con Rebecca Ferguson

Silo, recensione della serie Apple Tv+ con Rebecca Ferguson

Quando si tratta di serie di fantascienza, ormai il minimo comun denominatore che sembra unire la stragrande maggioranza di questi prodotti in un unico calderone estetico/visivo è la grandezza, la magniloquenza dello spettacolo. Non c’è poi tanto da stupirsi, visto dove si è diretto anche il cinema hollywoodiano negli ultimi anni. È quindi un piacere poter gustare uno show come Silo che al contrario sceglie la direzione opposta, ovvero quella di un prodotto coerente nella visione ma soprattutto improntato su un’idea forte di narrazione.

Silo, la serie tratta dai romanzi di Hugh Howey

Alla base della nuova serie di Apple TV+ ci sono i romanzi scritti da Hugh Howey: l’ambientazione principale è appunto un enorme silo in cui sono rinchiusi da secoli un numero imprecisato di esseri umani. Il mondo esterno è stato devastato e l’unica salvezza si è rivelata nel confinamento, creando una nuova società fatta di regole ferree e una rigida scala sociale. Alcuni membri della comunità però iniziano a dubitare che la realtà fuori dalla fortezza/prigione sia fatta soltanto di morte e devastazione. Tra loro c’è Allison (Rashida Jones), moglie dello sceriffo Holston (David Oyelowo), intenta a scoprire la verità su cosa sta realmente succedendo. La donna metterà in moto un catena di eventi drammatici che vedrà protagonista quasi suo malgrado l’ingegnere Juliette (Rebecca Ferguson), donna dal passato doloroso che vuole scoprire la verità sulla morte “accidentale” del suo amante.

I primi episodi di Silo diretti da Morten Tyldum (nomination all’Oscar per The Imitation Game, Passengers) possiedono uno spessore drammatico degno delle migliori produzioni di questo genere. Il regista riesce a sfruttare al meglio l’enorme lavoro di composizione del set principale per creare un’atmosfera di placida disperazione, un ambiente che protegge e allo stesso tempo non permette a coloro che vi vivono confinati una vera e propria libertà di espressione. Il pathos generato dalla vicenda personale dei personaggi avvicina Silo ad alcuni pilastri dell’utopia negativa letteraria, primo tra tutti 1984 di George Orwell.

Oltre a un pilot di indubbio impatto emotivo anche le due puntante successive immergono lo spettatore in un universo molto ben delineato, la cui estetica rimanda in qualche modo allo steampunk nella volontà di adoperare le scenografie e i costumi retrò – anche se in questo caso il riferimento preciso sono gli anni ‘70. Man mano che la storia procede nel corso degli episodi lo show si concentra maggiormente sullo sviluppo della trama e della detection, perdendo leggermente di efficacia nella rappresentazione dei conflitti interiori.

Nonostante si noti tale discrepanza, Silo rimane comunque uno show che sa intrattenere con evidente competenza e conoscenza delle regole della fantascienza distopica. Merito della riuscita va attribuito anche, se non addirittura principalmente, a un cast di attori notevole. Rashida Jones è la protagonista assoluta ed emozionante della prima puntata, un ritratto femminile a tutto tondo che diventa immediatamente eroico nella sua ricerca della verità. Nella puntata successiva tocca invece a David Oyelowo elevare la figura di Holston, conducendolo nel corso di una parabola umana precisa e dolorosa.

Rebecca Ferguson, un protagonista feroce

Il resto lo fa una Rebecca Ferguson assolutamente in parte, capace di dotare il personaggio di Juliette di una ferocia emozionale quasi respingente. L’attrice di origini scandinave lavora magnificamente nello sviluppare un linguaggio del corpo e un tipo di recitazione in grado di esplicare la vita interiore del personaggio, una figura femminile tutt’altro che scontataç le ferite interiori della donna vengono rappresentate dagli scatti bruschi, dalle occhiate rabbiose, da parole lasciate uscire anche soltanto digrignando i denti. Siamo lontani anni luce dalle performance eleganti e carismatiche attraverso le quali abbiamo imparato ad apprezzare Ferguson: in Silo ci offre una nuova gamma delle sue possibilità di interprete, confermando una versatilità ammirevole.

Potrebbe non essere una delle serie sci-fi più originali mai realizzate Silo, ma la lucidità e la coerenza visiva con cui gli autori e i creator l’hanno realizzata ne testimonia la fattura elevata. Ci troviamo di fronte a una comprensione del genere e dei suoi sottotesti piuttosto evidente, fattore che arriva a confermare quanto Apple TV+ – che ci ha regalato anche la notevole Foundation tratta da Isaac Asimov, di cui attendiamo con trepidazione la nuova stagione – sappia scegliere con discreta cura quando si tratta di raccontare il nostro presente attraverso il filtro del fantastico.

Silo 2: trailer della seconda stagione rivela la lotta di Juliette per la sopravvivenza

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Il trailer della seconda stagione di Silo evidenzia il ritorno di Rebecca Ferguson e mostra la lotta di Juliette per sopravvivere all’esterno. Adattato da Graham Yost, dai romanzi di lana di Hugh Howey, il dramma fantascientifico ha debuttato su Apple TV+ nel maggio 2023. I primi otto episodi si svolgono in un futuro distopico, concentrandosi su una comunità che vive in un gigantesco silo che continua per centinaia di piani sottoterra, ed è chiaro che i leader della comunità vorrebbero tenere nascosti alcuni segreti. Tutto ciò porta al finale della prima stagione di Silo, che mette in discussione la sicurezza di Juliette Nichols (Ferguson).

È stato presentato il trailer della seconda stagione di Silo, il dramma scientifico che sarà trasmesso in anteprima mondiale su Apple TV+ venerdì 15 novembre con il primo episodio. Da lì, un nuovo episodio verrà rilasciato ogni venerdì fino al 17 gennaio 2025. La prossima stagione sarà composta da 10 episodi. Il trailer di due minuti, che riprende lo stile di un’epopea cinematografica, è incentrato sulle difficoltà di Juliette dopo l’enorme cliffhanger e introduce il nuovo personaggio interpretato dalla star di The White Lotus Steve Zahn.

Cosa rivela il trailer della seconda stagione di Silo

https://youtu.be/ILPBYDugEn8

La seconda stagione di Silo riprenderà dopo che Juliette è stata mandata a pulire. Questo è più o meno un eufemismo per dire che viene mandata a morire a causa dell’apparente tossicità dell’aria. Anche se Juliette accetta di essere mandata fuori, senza protestare o essere ascoltata, in cambio di sapere cosa è successo al suo amico George (Ferdinand Kingsley), è protetta da un nastro adesivo che la protegge dai pericoli immediati del mondo esterno. Ma, una volta fuori, si conferma che il mondo esterno è tossico e sterile. Tuttavia, Juliette nota numerosi altri silos intorno a lei.

Il trailer riprende questo filo conduttore, probabilmente più di ogni altro, soprattutto nei momenti finali. Il personaggio di Zahn dice a Juliette che se proverà ad aprire di nuovo la porta, lui la ucciderà. Questo suggerisce che Juliette provi a visitare altri silos. In un altro momento, Juliette cade quasi a terra e sembra aggrapparsi a malapena.

Il resto del cast del Silo continua da posizioni familiari. Bernand Holland (Tim Robbins) e Robert Sims (Common) cercano di mantenere la bugia che Juliette sia morta per un bene superiore, anche se questa bugia si sta sgretolando. Nel frattempo, personaggi come Martha Walker (Harriet Walter) e Paul Billings (Chinaza Uche) fanno il possibile per combattere per coloro che vivono nel silo, anche se Paul è ancora combattuto.

Silo – Stagione 3: una foto BTS di Rebecca Ferguson annuncia la fine delle riprese

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La terza stagione di Silo ha raggiunto un importante traguardo, celebrato con una foto della star e produttrice esecutiva Rebecca Ferguson. Il finale della seconda stagione di Silo inizia a dare una risposta a come è nato il mondo distopico dello show, facendo riferimento a una bomba sporca e ai problemi tra Stati Uniti e Iran. Ha introdotto nuovi personaggi, un reporter e un politico, che saranno fondamentali per svelare la storia. Ma la fine non è ancora in vista, visto che Apple TV+ ha confermato che il popolare adattamento di Hugh Howey si concluderà con la quarta stagione.

Lo streamer ha ora confermato che la stagione 3 di Silo ha terminato le riprese, condividendo una foto di Ferguson da dietro le quinte. L’attrice nominata ai Golden Globe, che interpreta Juliette Nichols, può essere vista in piedi al centro dell’inquadratura mentre fa segni di “rock on” con le mani. Al momento, la terza stagione dello show non ha ancora una data di uscita annunciata. Tuttavia, dato che le riprese si sono concluse, può iniziare il graduale conto alla rovescia per l’arrivo dei nuovi episodi. Di seguito, ecco il post di Apple TV+:

Cosa significa una terza stagione per Silo

La terza stagione di Silo si ricollegherà probabilmente ai minuti finali della seconda stagione. In essi si introduce un deputato degli Stati Uniti di nome Daniel (interpretato da Ashley Zukerman di Succession). Ha un appuntamento con una giornalista di nome Helen (Jessica Henwick, star di Iron Fist). I due flirtano un po’, finché la giornalista non chiede al politico se gli Stati Uniti hanno intenzione di bombardare l’Iran, magari indicando come sono stati creati i silos e perché.

LEGGI ANCHE: Silo – stagione 2, la spiegazione del finale e dei flashback: ecco come tutto si collega!

Il deputato se ne va, ma lascia al giornalista un dispenser di Pez. È un riferimento all’Università dell’Oregon, frequentata da Helen, e alla sua mascotte Duck. Ma come gli spettatori di Silo sanno, il dispenser di Pez si vede anche nella linea temporale di Juliette. Questo la dice lunga su come le due epoche si intersecano e su come questi nuovi personaggi potrebbero collegare tutto. La prossima stagione dovrà anche affrontare la morte di Bernard (Tim Robbins) e altri personaggi che si contendono il potere all’indomani della sua scomparsa. Per quanto riguarda Juliette, è tornata a Silo 18 ed è lì che probabilmente la ritroveremo.

La trama di Silo

La storia si svolge in un futuro distopico in cui una comunità vive in un gigantesco silo che si estende per 144 piani sottoterra, 10.000 persone vivono in una società vincolata da norme che credono destinate a proteggerle. Silo racconta la storia delle ultime diecimila persone sulla terra, la cui casa profonda un miglio le protegge dal mondo esterno devastato da esalazioni tossiche. Tuttavia, nessuno sa quando o perché il silo sia stato costruito e chi cerca di scoprirlo va incontro a conseguenze fatali. Rebecca Ferguson interpreta Juliette, una donna in cerca di risposte sull’omicidio di una persona cara, che si imbatte in un mistero molto più intricato di quanto avrebbe mai potuto immaginare, portandola a scoprire che, se le bugie non ti uccidono, lo farà la verità.

Silo – Stagione 3: cast, storia e tutto quello che sappiamo

Silo – Stagione 3: cast, storia e tutto quello che sappiamo

La serie sci-fi di successo di Apple TV+ Silo è tornata per la sua seconda stagione alla fine del 2024, e ora il dramma distopico ha ottenuto il rinnovo per la terza stagione. Basata sull’omonima trilogia di romanzi di Hugh Howey, la serie segue i rimanenti sopravvissuti alla post-apocalisse, che vivono nel sottosuolo di un enorme complesso di silo. L’impulso al dramma dello show è dato da una donna di nome Juliette (interpretata da Rebecca Ferguson) che non accetta la storia del governo sul passato e su come l’umanità sia arrivata a vivere nel silo. La prima stagione è stata un successo per Apple TV+ e sono stati ordinati rapidamente altri episodi.

La seconda stagione continua il trend di alta tensione dello show, poiché Juliette ha finalmente sfidato i responsabili nel suo tentativo di scoprire cosa sia realmente accaduto all’umanità. Fuggendo dal silo, Juliette trova qualcosa che ribalta l’intera serie e diventa rapidamente un simbolo popolare per il resto dei residenti del complesso. È chiaro che questa escalation non si risolverà in due sole stagioni, e sono già in atto piani per continuare la storia in altre stagioni. Ora, Apple TV+ ha tracciato il futuro di Silo per le prossime due stagioni.

Silo Stagione 3 Ultime notizie

Apple TV+ rinnova Silo per altre due stagioni

Poche settimane dopo che la star Rebecca Ferguson aveva annunciato che erano in programma altre stagioni, l’ultima notizia conferma che Apple TV+ ha rinnovato Silo per altre due stagioni. L’annuncio arriva durante lo svolgimento della seconda stagione, il cui secondo episodio, non ancora concluso, ha già fatto leva sul pubblico attirato dall’avvincente prima stagione. L’annuncio delle stagioni 3 e 4 è arrivato anche con la rivelazione che la stagione 4 sarebbe stata l’ultima, completando così la dinamica della storia.

Lo showrunner Graham Yost, il responsabile della programmazione di Apple TV+, Matt Cherniss, e la protagonista/produttrice esecutiva della serie, Rebecca Ferguson, hanno espresso il loro entusiasmo per il futuro della serie, dichiarando:

Graham Yost: È stata un’esperienza ricca di soddisfazioni adattare i romanzi epici di Hugh con i nostri partner della Apple e siamo entusiasti di avere l’opportunità di portare sullo schermo questa storia completa nel corso di quattro stagioni. Con gli ultimi due capitoli di “Silo”, non vediamo l’ora di dare ai fan della serie una conclusione incredibilmente soddisfacente dei molti misteri e delle domande senza risposta contenute tra le mura di questi silos.

Matt Cherniss: L’avvincente, inventivo e commovente “Silo” ci ha appassionato fin dal primo giorno e ci è piaciuto vedere il pubblico mondiale diventare altrettanto innamorato del mondo creato da Graham Yost. In vista della terza e quarta stagione di questa ambiziosa serie fantascientifica incentrata sui personaggi, che concluderà il viaggio di Juliette Nichols e completerà l’epica trilogia di romanzi di Hugh Howey. Non vediamo l’ora che tutti possano sperimentare altre potenti interpretazioni dello show, guidate dall’impareggiabile Rebecca Ferguson, così come gli inaspettati colpi di scena, le svolte e le sorprese che ci aspettiamo da questa storia così umana.

Rebecca Ferguson: Ho amato ogni minuto di portare Juliette sullo schermo e sono immensamente orgogliosa di ciò che abbiamo creato con “Silo” fin dal primo episodio. Ho sempre avuto la passione di raccontare l’intera storia contenuta nei libri di Hugh Howey, quindi non potrei essere più felice del fatto che il pubblico di tutto il mondo abbia accolto con entusiasmo la serie. Insieme ai nostri partner di Apple, a Graham e a tutto il cast e la troupe, non vedo l’ora di immergermi nelle ultime due stagioni che concluderanno magnificamente questo racconto distopico.

La terza stagione di Silo è confermata

Anche se era scontato che Silo sarebbe stata rinnovata, Apple TV+ ha preso la sorprendente decisione di ordinare non una, ma ben due stagioni dell’avvincente dramma fantascientifico. Lo streamer non solo ha assicurato il futuro dello show per il momento, ma ha anche annunciato che la quarta stagione avrebbe concluso la storia, permettendo così di esplorare completamente la trilogia di libri sul piccolo schermo. Sebbene l’incombente cancellazione (dopo la quarta stagione) sia piuttosto scoraggiante, la trasparenza di Apple TV+ sulla serie significa che gli spettatori non saranno lasciati all’oscuro dei rinnovi.

La seconda stagione di Silo ha debuttato il 15 novembre 2024.

Dettagli sul cast di Silo – Stagione 3

Silo - stagione 2 finale
Cortesia di © AppleTV+

Chi tornerà nella terza stagione?

In questa fase, è difficile prevedere chi farà parte della terza stagione di Silo , dato che gran parte della seconda stagione non è ancora stata rivelata. Tuttavia, è lecito supporre che molte delle star dello show saranno presenti al loro ritorno, soprattutto perché all’orizzonte si profilano cose più importanti. Il ritorno più logico è quello di Rebecca Ferguson nel ruolo di Juliette, il cui status di martire tra i membri rimasti della comunità del silo significa che è una figura chiave nella storia. Allo stesso modo, figure di supporto importanti come l’Holston di David Oyelowo e il Sims di Common sono una necessità.

Ogni eroe ha bisogno di un cattivo, e Tim Robbins dovrebbe tornare a vestire i panni del malvagio Bernard, soprattutto quando il suo potere sulla comunità inizia a diminuire. Se il mondo al di là del silo continuerà a espandersi nelle prossime stagioni, è logico che la serie aggiungerà anche una serie di nuovi nomi al mix, anche se è impossibile indovinare chi saranno in questo momento.

Dettagli sulla trama di Silo – Stagione 3

Rebecca Fercusong nella stagione 2 di Silo
Cortesia di © AppleTV+

Anche se i libri offrono un quadro di riferimento per la serie, è difficile prevedere esattamente cosa accadrà nella stagione 3 di Silo fino a quando non saranno rivelati ulteriori dettagli nel corso della seconda stagione. Ovviamente, la tensione sta crescendo all’interno del silo e prima o poi la situazione sfocerà in uno scambio violento. È molto probabile che nella stagione 2 si verifichi una sorta di tentativo di insurrezione, ma non sarà la fine della storia. L’annuncio delle stagioni 3 e 4 lo conferma.

Le scoperte di Juliette al di fuori del silo cambieranno probabilmente la traiettoria della serie e, se riuscirà a tornare al silo principale, potrà condividere queste informazioni. Lo scenario più probabile è che la terza stagione di Silo sia completamente diversa a causa di qualche importante colpo di scena nella seconda stagione, ma fino a quel momento non c’è modo di sapere esattamente quale sarà la trama.

Silo – stagione 3 e 4: lo showrunner aggiorna sull’inizio delle riprese

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Silo – stagione 3 e 4 riceve un aggiornamento incoraggiante dallo showrunner e produttore esecutivo Graham Yost. Il finale del thriller distopico di Apple TV+, basato sui romanzi di Hugh Howey, ha chiuso il suo secondo capitolo con fiducia. Juliette Nichols (Rebecca Ferguson) e Bernard Holland (Tim Robbins) si sono trovati faccia a faccia nel finale della seconda stagione di Silo, ma la serie ha anche aperto la strada a nuove storie. Tra queste, un flashback che cambia ciò che gli spettatori pensavano di sapere.

In un’intervista post-finale con TheWrap, Yost ha dichiarato che la terza stagione è già in fase di riprese. Lo showrunner ha aggiunto che le stagioni 3 e 4 saranno girate back-to-back per tutto il 2025, con solo una breve pausa prevista. Yost ha anche rivelato che la stagione 4 di è completamente scritta e che sapeva fin dall’inizio, già a poche settimane dalla prima stagione, che Apple TV+ avrebbe permesso loro di raccontare la storia completa.

Cosa significano gli ultimi aggiornamenti per Silo

Il rinnovo per le prossime due stagioni di Silo è stato confermato solo alla fine dello scorso anno. Con l’ultimo commento, è anche chiaro che Yost e il resto del team creativo sapevano di poter esplorare le storie nel modo in cui volevano. Questo probabilmente significa che il team ha delineato la serie fin dall’inizio, il che ha permesso di tracciare un percorso chiaro su dove la storia potesse andare. Questo si può dedurre dal finale della seconda stagione, che introduce flashback che cambiano le carte in tavola e introduce nuove importanti reliquie come il dispenser Pez.

Ciò significa anche che probabilmente la terza stagione di Silo avrà un cliffhanger ancora più grande quando la serie si avvierà verso la sua conclusione. Ci sarà un senso di sicurezza per il fatto che, a differenza di molte serie di alto profilo, i misteri principali del silo avranno probabilmente una risposta. E, cosa ancora più significativa, significa che personaggi come Juliette potranno godere di una certa chiusura. Infine, dato che le riprese si svolgeranno in successione, l’intervallo tra le stagioni 3 e 4 dovrebbe essere significativamente più breve.

Silo – Stagione 2: le prime immagini della seconda stagione

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Silo – Stagione 2: le prime immagini della seconda stagione

Per celebrare gli spettacoli passati, presenti e futuri, l’account ufficiale di Apple TV+ X ha pubblicato un nuovo video promozionale e diverse foto in anteprima di alcuni dei suoi spettacoli più attesi. Uno degli spettacoli che hanno ricevuto un primo sguardo è Silo Stagione 2, il dramma fantascientifico distopico interpretato da Rebecca Ferguson, Tim Robbins, Common e altri.

Tra le immagini del primo look ci sono diversi scatti di Juliette Nichols della Rebecca Ferguson in piedi fuori dal Silo ( la nostra recensione) con la sua tuta per le pulizie, così come Robert Sims di Common e Bernard Holland di Robbins. Le nuove immagini non hanno una data di uscita ufficiale, ma è possibile che l’attesissima seconda stagione di Silo possa uscire prima della fine dell’anno.

Apple TV+ è diventata la casa dei migliori show di fantascienza del mondo: attualmente è in corso la messa in onda di Dark Matter, mentre di recente è stata completata la prima stagione di Constellation, cancellata poco dopo il finale della prima stagione.

La prima stagione di Silo è stata apprezzata dalla critica e divisa dal pubblico, con un punteggio dell’88% per la prima e del 64% per la seconda sul sito aggregato Rotten Tomatoes. Sebbene non sia stata nominata agli Emmy Awards, la serie ha vinto diversi BAFTA per la migliore scenografia e la migliore musica originale di fiction, e ha visto la protagonista Ferguson ricevere una nomination al Saturn Award per la sua interpretazione di Juliette Nichols.

La star di Silo Rebecca Ferguson è in cima al mondo

Rebecca Ferguson ha dato una delle interpretazioni più sottovalutate e poco apprezzate dell’anno in Silo, oltre a comparire al fianco di Tom Cruise in Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One.

L’attrice è già partita alla grande nel 2024, interpretando Lady Jessica nel film più importante dell’anno, Dune: Part Two, accanto alle star Timothée Chalamet e Zendaya. Ha anche un progetto di fantascienza in uscita nel 2025, intitolato Mercy, in cui reciterà con Chris Pratt e Annabelle Wallis.

Silo racconta la storia di un gruppo di persone che vivono in un gigantesco silo sotterraneo e sono state condizionate a credere di essere più sicure all’interno. Quando qualcuno si comporta male nel silo, viene mandato fuori a “pulire”, solo per non essere più visto, mentre i suoi amici e la sua famiglia lo guardano mentre “muore”.

Il finale della prima stagione di Silo è stato caratterizzato da uno dei migliori colpi di scena della storia della televisione e i fan attendono con ansia il prossimo capitolo della storia di Juliette Nichols.

La seconda stagione di Silo non ha ancora una data di uscita ufficiale. Guardate le prime immagini qui sopra e guardate la prima stagione di Silo in streaming in esclusiva su Apple TV+.

Silo – stagione 2, la spiegazione del finale e dei flashback: ecco come tutto si collega!

Il finale di Silo – stagione 2 risolve molte trame di fondo, ma solleva anche molte nuove domande e misteri grazie a un intrigante flashback. Dopo aver lottato per ritrovare la strada di casa e aver affrontato una sfida dopo l’altra, Juliette trova finalmente una svolta nel finale di Silo – stagione 2. Non solo riesce a mettere insieme la sua tuta di fortuna da pompiere, ma salva anche gli abitanti del suo silo tornando un attimo prima che escano.

Tuttavia, prima di concludere la serie con una nota positiva, la seconda stagione di Silo lascia gli spettatori senza sapere quale sarà il destino di Juliette e Bernard dopo che i due finiscono intrappolati nella camera di compensazione del Silo 18. Lo show accenna anche a un significativo cambiamento nella gerarchia del Silo 18, mostrando che l’Algoritmo sceglie Camille per un ruolo misterioso. Prima che inizino i titoli di coda, la stagione 2 dello show fantascientifico di Apple TV+ presenta anche un avvincente flashback che apre la strada alla storia delle origini dell’ambientazione post-apocalittica centrale nella stagione 3 di Silo.

La spiegazione del flashback nel finale della stagione 2 di Silo: Chi sono Helen e il deputato?

Silo - stagione 2 finale
Cortesia di © AppleTV+

Nella seconda stagione di Silo, Bernard rivela che i silos sono stati costruiti 352 anni fa. Ciò suggerisce che sono passati più di tre secoli da quando l’evento apocalittico ha costretto molti sopravvissuti umani a trovare rifugio nelle strutture sotterranee in questione. Per questo motivo, è lecito supporre che il flashback finale della seconda stagione di Silo, con l’incontro tra Helen e il deputato, si svolga oltre 300 anni prima degli eventi attuali della serie.

Mentre Helen si rivela essere una giornalista del Washington Post, che vuole saperne di più sul piano d’azione degli Stati Uniti dopo un presunto attacco da parte dell’Iran, il deputato (Donald Keene dai libri) si presenta come una persona che serve il popolo della Georgia XV. Inizialmente l’Onorevole crede di avere un appuntamento con Helen, ma la giornalista rende presto note le sue intenzioni chiedendogli il suo punto di vista sull’attacco con la “bomba sporca”. Il deputato sembra sapere qualcosa che lei non sa, ma sceglie di tacere e alla fine se ne va.

Sebbene la conversazione dei due personaggi del Silo non riveli cosa sia successo al mondo e perché siano stati costruiti i silo, molti dettagli sottili del flashback potrebbero servire come indizi cruciali. Ad esempio, prima che il deputato entri in un pub per incontrare Helen, una guardia gli controlla i livelli di radiazioni, lasciando intendere che gli Stati Uniti stanno affrontando una minaccia radiologica. Ha anche un opuscolo in mano con una tuta Hazmat e le parole “The New Normal” stampate sopra, suggerendo che è direttamente coinvolto nell’evento radiologico o che sta aiutando gli Stati Uniti a compiere una rappresaglia contro una nazione ostile.

Cos’è la “bomba sporca” di cui parlano Helen e il deputato

Silo - stagione 2
Cortesia di © AppleTV+

I dispositivi di dispersione radiologica, utilizzati per rilasciare deliberatamente materiale radioattivo per danneggiare le persone, sono definiti “bombe sporche”. Il fatto che Helen si chieda se l’evento “bomba sporca” sia mai accaduto suggerisce che, a parte i funzionari governativi come il deputato, la maggior parte delle persone non sa nulla della verità. Questo è simile a come funzionano le cose nei silos, dove i cittadini si aspettano semplicemente di seguire le regole senza mettere in discussione nulla.

Sebbene la guerra radiologica possa spiegare cosa sia successo al mondo prima che gli esseri umani si proteggessero con i silos, la conversazione di Helen con il deputato suggerisce che c’è qualcosa di più di quello che sembra. Entrambe le stagioni di Silo hanno stabilito che il mondo esterno non è sicuro per gli esseri umani, il che sembra confermare che i disastri radiologici causati dall’uomo hanno trasformato il mondo in una terra desolata. Tuttavia, è difficile non chiedersi se questo sia il quadro completo.

La spiegazione e il significato del distributore di caramelle Pez Duck

Silo - stagione 2
Cortesia di © AppleTV+

Dopo aver appreso le intenzioni di Helen, il deputato decide di andarsene. Tuttavia, prima di uscire, le lascia un distributore di caramelle Duck Pez, sostenendo di averlo comprato d’impulso in un negozio di souvenir. Poiché Helen ha studiato giornalismo all’Università dell’Oregon, dove la mascotte è “The Oregon Duck”, il regalo dell’Onorevole è un sottile cenno al suo passato. È un gesto dolce da parte di lui, ma ha un significato molto più importante per la storia generale dello show.

Nella stagione 1 di Silo, George Wilkins ha regalato lo stesso dispenser Pez a Juliette con un messaggio che descriveva ciò che aveva trovato nei livelli inferiori di Silo 18. Questo potrebbe significare che Helen era uno dei custodi della fiamma. Questo potrebbe significare che Helen era una delle antenate di Wilkins nel Silo 18 e che ha tramandato il dispenser come simbolo di ribellione all’autorità del silo. Potrebbe essere stata tra i primi Flamekeeper del Silo 18 che hanno messo in discussione il mondo in cui vivevano, proprio come lei mette in discussione il deputato nel flashback.

La procedura di salvaguardia spiegata: Come si può fermare

Nel finale dell’episodio 9 della seconda stagione di Silo, Lukas trova il tunnel sotto il Silo 18 dopo averlo letto nella lettera di Salvador Quinn. Non appena arriva all’ingresso del tunnel, una voce simile a quella di un’intelligenza artificiale, soprannominata “L’algoritmo” nei sottotitoli di Silo – stagione 2, lo avverte che, se rivelerà a qualcuno ciò che sta per apprendere, verrà attuato il dispositivo di salvaguardia. Nel finale, Solo ricorda improvvisamente la procedura di Salvaguardia prima che Juliette se ne vada, affermando che essa prevede il rilascio di veleno in un silo attraverso un tubo collegato a una fonte esterna.

Le dice anche che la procedura può essere interrotta bloccando il tubo prima che rilasci il veleno. Poiché Solo conferma che il tubo di salvaguardia si trova al livello 14 del suo silo, dovrebbe trovarsi nella stessa posizione nel silo 18. Nella terza stagione di Silo , Juliette cercherà probabilmente di trovare il tubo di salvaguardia e tenterà di bloccarlo prima che uccida gli abitanti del Silo 18.

Cosa dice Lukas a Bernard nel finale di Silo – stagione 2 (e perché fa decidere a Bernard di uscire)

Silo - stagione 2
Cortesia di © AppleTV+

Sebbene il finale di Silo – stagione 2 non riveli esplicitamente ciò che Lukas dice a Bernard, la lettera di Salvador Quinn fornisce alcune risposte. La lettera menziona che “il gioco è truccato” e implica che, anche se tutti i silo credono di essere i “prescelti”, nessun silo è al sicuro. I dettagli della lettera e della procedura di salvaguardia suggeriscono che l’algoritmo può distruggere qualsiasi silo in qualsiasi momento. Mentre i sopravvissuti e le figure di spicco dei silo sono sempre stati portati a credere di essere stati scelti per sostenere l’umanità, i fondatori non si sono mai preoccupati di loro.

Ecco le righe che Lukas decodifica dalla lettera di Salvador Quinn nella stagione 2 di Silo :

Se siete arrivati fin qui sapete già che il gioco è truccato.

Pensiamo di essere i prescelti, ma siamo solo uno dei tanti.

I fondatori non hanno costruito un solo silo.

Ne hanno costruiti cinquanta.

E hanno creato la salvaguardia…

Se non mi credete, andate in fondo al silo.

Trovate il tunnel! Lì avrete la conferma”.

Lukas viene a sapere che i fondatori non ci penserebbero due volte prima di terminare un intero silo usando la procedura di salvaguardia e sembra che lo dica a Bernard. Questo fa sì che Bernard metta in dubbio la sua conformità al sistema e alle regole che governano le sue azioni. Come Salvador Quinn e il giudice Meadows, Bernard perde il senso del suo ruolo di leader del Silo 18 quando capisce la verità e decide di uscire per poter vivere qualche momento di libertà dal sistema corrotto che ha promosso per tutto questo tempo.

Cosa succede a Juliette e Bernard nella camera d’equilibrio del Silo 18

Prima che Bernard possa uscire, Juliette (Rebecca Ferguson) entra nel Silo 18 e gli dà la speranza di poter ancora salvare la città sotterranea. Gli parla di come il Safeguard possa essere potenzialmente fermato, ma prima che i due personaggi possano finalmente vedersi negli occhi, si ritrovano all’interno della camera di compensazione del Silo 18. La camera di decontaminazione del Silo 18 non è ancora in funzione. Le fiamme di decontaminazione della camera di equilibrio inghiottono l’intera camera mentre Bernard e Juliette si calano per salvarsi. Il finale della stagione 2 diSilo non rivela il loro destino, ma poiché Juliette è il personaggio principale della serie, sopravviverà.

Nel finale di Silo – stagione 2, Juliette ha utilizzato una tuta da pompiere di fortuna proveniente da Silo 17, che potrebbe salvarla dall’incendio nella camera di equilibrio. Potrebbe anche salvare Bernard, visto il modo in cui sembra redimersi verso la fine.

Nei libri originali di Silo di Hugh Howey, Bernard tenta intenzionalmente di bruciarsi nella camera di equilibrio dopo aver scoperto la verità sulle motivazioni dei fondatori. Juliette crede che sia Lukas e cerca di salvarlo con una coperta di fuoco. Tuttavia, Bernard alla fine muore nella camera di equilibrio, mentre Juliette riporta gravi ustioni. La serie sembra andare in una direzione diversa, accennando a un potenziale team-up tra Bernard e Juliette nella terza stagione di Silo.

Perché l’algoritmo manda Robert e suo figlio fuori dalla camera blindata

Robert Sims si reca nel caveau di Silo 18 con sua moglie e suo figlio dopo che Lukas glielo ha chiesto. Con sua grande sorpresa, l’Algoritmo nel caveau chiede a lui e a suo figlio di andarsene e ordina solo a sua moglie, Camille, di restare. Questo suggerisce che l’Algoritmo ha tenuto d’occhio tutti i fili che Camille ha tirato da dietro le quinte per ottenere più potere politico nel silo. Riconosce che la fame di potere di Camille la renderebbe una grande figura di spicco nel sistema oppressivo del silo.

Il fatto che l’algoritmo sia in grado di valutare le motivazioni di Camille e di riconoscere il suo potenziale di leader suggerisce che si tratta di un’IA complessa o che è guidata da forze umane. Quest’ultima ipotesi avrebbe senso dal momento che ci sono 51 silos, uno dei quali è potenzialmente gestito da coloro che monitorano e controllano tutti gli altri silos.

Anche se Bernard finisce per essere vivo nella stagione 3 di Silo dopo l’incidente della camera d’equilibrio nel finale della stagione 2, non sosterrà la visione dei fondatori dopo aver appreso la verità. L’Algoritmo lo capisce, e questo spiega perché sceglie Camille come nuovo leader. A differenza di Robert, Camille sa come manipolare le situazioni a proprio vantaggio, il che la aiuterebbe a mantenere il controllo e l’ordine nel silo. Tuttavia, dopo il ritorno di Juliette nella terza stagione del Silo, Camille potrebbe trovarsi di fronte a una forte concorrenza, poiché la maggior parte dei cittadini vorrebbe Juliette come nuovo leader.

La spiegazione del vero piano del Meccanico e il sacrificio del dottor Pete Nichols

Knox si rende conto che Walker è l’informatore di Bernard nell’episodio 9 della seconda stagione di Silo. Tuttavia, invece di affrontarla, le fa visita nella sua officina e sostiene che il Meccanico sta progettando di usare la polvere da sparo rimasta per pianificare un attacco. Bernard osserva i due attraverso una telecamera a circuito chiuso nell’officina di Walker, credendo di sapere cosa sta facendo il Meccanico e cadendo nella trappola di Knox. Non si rende conto che Walker e Knox usano segretamente i gesti delle mani per comunicare tra loro.

Come conferma il finale della seconda stagione di Silo, Knox e i suoi hanno piazzato delle bombe finte nella stanza del generatore per organizzare una manovra contro Bernard. Sapevano che Bernard avrebbe mandato tutti gli incursori a fermare l’attacco alla sala del generatore, il che avrebbe dato loro l’opportunità di intrappolare tutti gli incursori nei livelli inferiori. Bernard e gli incursori cadono nel complotto dei Meccanici, credendo di eludere una grave minaccia. Tuttavia, viene presto rivelato che il Meccanico aveva pianificato di usare la polvere da sparo per far saltare le scale di un intero livello e impedire ai predoni di risalire.

Il piano dei Meccanici quasi fallisce quando il timer della loro bomba si stacca, impedendo loro di far saltare le scale. Tuttavia, il padre di Juliette, il dottor Pete Nichols, interviene e fa esplodere manualmente la bomba collegandone i circuiti. Il piano dei meccanici ha così successo, ma il dottor Nichols sacrifica la sua vita prima di poter rivedere sua figlia.

Perché gli abitanti del Silo 17 non sono morti dopo essere usciti?

Solo sostiene che suo padre abbia preso provvedimenti per rendere sicuro l’esterno prima che gli abitanti del Silo 17 uscissero. Dice anche che inizialmente gli abitanti del Silo 17 stavano bene quando sono usciti, prima che una folata di “polvere” li uccidesse. Sebbene la serie non abbia ancora rivelato come la polvere all’esterno abbia ucciso le persone, l’affermazione di Solo suggerisce che anche il mondo esterno non è quello che sembra. La gente è portata a credere che l’aria sia tossica, ma, secondo il ricordo di Solo, la “polvere” che ha ucciso le persone potrebbe essere più di un semplice pericolo naturale: potrebbe essere un elemento controllato.

Come il finale di Silo – stagione 2 ci prepara alla stagione 3

Sebbene Silo di Apple TV+ abbia introdotto molti cambiamenti importanti nei libri nelle sue prime due stagioni, rimane fedele all’essenza della storia originale di Hugh Howey. Il finale della seconda stagione diSilo è più o meno in linea con l’arco finale del primo libro, Wool, della trilogia originale di Silo. Ciò suggerisce che con le stagioni 3 e 4 confermate, lo show di Apple TV+ coprirà i due libri successivi: Shift e Dust. Hugh Howey ha pianificato una nuova trilogia di libri di Silo , che si concentrerà su Silo 40. Il secondo libro, Shift, si concentra principalmente su Silo.

Il secondo libro, Shift, è principalmente uno spin-off/prequel, che ripercorre le origini e lo scopo dei silos. Il finale della seconda stagione di Silo offre un assaggio della sua storia grazie alla presenza di personaggi come il deputato Donald Keene e Helen nel flashback finale. Questo apre la strada alla terza stagione, che presenterà una nuova serie di personaggi e storie che esploreranno la storia dei silo, mentre la linea temporale attuale dello show si concentrerà sui nuovi conflitti politici all’interno del silo 18.

Silk: Spider Society, Amazon rinuncia al progetto

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Silk: Spider Society, Amazon rinuncia al progetto

La serie live-action Silk: Spider Society non è più in produzione presso Amazon. Lo spettacolo ha avuto originariamente il via libera nel novembre 2022 in un accordo con Sony Pictures Television per sviluppare una suite di serie basate sui personaggi Marvel controllati da Sony. Doveva debuttare sul canale lineare MGM+ a livello nazionale prima di un lancio globale su Prime Video.

Angela Kang, ex attrice di The Walking Dead, era a bordo come produttrice esecutiva e showrunner, con Kang che ha anche firmato un accordo pluriennale con Amazon MGM Studios. Kang continuerà con quell’accordo. Phil Lord, Christopher Miller e Amy Pascal sono stati anche produttori esecutivi della serie. Secondo una persona a conoscenza della situazione interna, Sony proverà a vendere la serie ad altri acquirenti.

All’inizio dell’anno The Ankler aveva riferito che Amazon aveva chiuso la stanza degli sceneggiatori per Silk: Spider Society, con lo staff di sceneggiatori annunciato per perseguire altri lavori, sebbene Kang sia rimasta attaccato al progetto come showrunner. The Ankler aveva riferito all’epoca che Amazon voleva riorientare lo spettacolo pensando a un pubblico più maschile, il che avrebbe avuto senso dato il successo di show come “The Boys” e lo spin-off “Gen V”, “Fallout”, “Reacher” e “Jack Ryan”.

A seguito dell’annuncio di Silk, Amazon ha reso noto che era al lavoro a Spider-Man Noir. Quest’altro progetto invece sta andando avanti, con Nicolas Cage appena annunciato come protagonista.

Sony attualmente controlla oltre 900 personaggi Marvel associati al franchise di Spider-Man. Nessun altro spettacolo nell’ambito della partnership è stato annunciato in questo momento. La Sony sta preparando l’uscita nelle sale cinematografiche del terzo film “Venom” e di “Kraven il Cacciatore” con Aaron Taylor-Johnson, il primo dei quali dovrebbe debuttare a ottobre mentre il secondo a dicembre.

Silk: la Sony lavorerà allo spin-off di Spider-Man

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Silk: la Sony lavorerà allo spin-off di Spider-Man

Come riportato da Deadline poche ora fa, la Sony – insieme ad Amy Pascal – è al lavoro per portare sul grande schermo un altro spin-off di Spiderman dedicato al personaggio dei fumetti Silk, aka Cindy Moon, una supereroina di etnia koreana/americana creata da Dan Slott e Humberto Ramos.

Tuttavia questa non sarà la prima apparizione ufficiale di Cindy nel MCU, dal momento che in Spider-Man: Homecoming la ragazza era tra i compagni di squadra di Peter durante il decathlon accademico interpretata da Tiffany Espensen, mentre l’abbiamo vista di sfuggita anche nel bus giallo che trasportava gli studenti (fra cui anche Peter) all’inizio di Avengers: Infinity War.

Silk – la Sony al lavoro sullo spin-off

Per ora non abbiamo ulteriori dettagli sullo spin-off, tranne che il film sarà sceneggiato da Kat Wood (Genius). Ovviamente vi terremo aggiornati.

Nei fumetti originali, Cindy è una studentessa che frequenta la stessa classe di Peter Parker e che viene morsa da un ragno radioattivo proprio come lui. In seguito acquisisce abilità simili a quelle del compagno di scuola, e sviluppa una memoria eidetica con cui è nata, migliorando il suo “senso di seta”.

Silicon Valley 2: trailer della seconda stagione

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Il network americano della HBO ha diffuso il primo trailer di Silicon Valley 2, secondo ciclo di episodi che presto farà il suo debutto in onda negli USA.

http://youtu.be/SwTonKwwzYM

Silicon Valley 1×07Silicon Valley è una serie televisiva statunitense, ideata da Mike Judge, John Altschuler e Dave Krinsky e trasmessa in prima visione su HBO a partire dal 6 aprile 2014. Il 21 aprile dello stesso anno HBO ha rinnovato la serie per una seconda stagione e l’8 gennaio 2015 ha annunciato che la premiere della seconda stagione sarà il 12 aprile 2015.

La serie racconta la vita di alcuni programmatori che lavorano in un incubatore gestito da Erlich Bachman il quale fornisce i mezzi e un luogo di lavoro in cambio del 10% dei loro progetti.

In particolare tra i programmatori vi è Richard il quale lavora al Pied Piper, una nuova piattaforma musicale costruita nell’intento di aiutare i musicisti a capire se le loro nuove canzoni possano essere produzioni creative o plagi ad altre canzoni già uscite.

La piattaforma tuttavia si rivela essere molto poco utile e anche esteticamente non molto apprezzabile; per questo motivo viene completamente snobbata, fino a quando si scopre che dietro l’inutilità e la bruttezza di Pied Piper si cela un algoritmo di compressione di file molto più efficiente di quanto si sia mai visto prima e che si può applicare a qualsiasi tipo di file.

Silenzio, parla Martin Scorsese… Intervista al regista di Killers of the Flower Moon

In arrivo nelle sale italiane il 19 ottobre con 01 Distribution prima di approdare su Apple TV+, Killers of the Flower Moon (qui la recensione) segna il grande ritorno di Martin Scorsese. Tratto dall’omonimo libro-inchiesta di David Grann, il film racconta dei crimini perpetrati negli anni ‘20 ai danni della tribù di nativi Osage dopo la scoperta del petrolio nei terreni dell’Oklahoma a loro assegnati. Interpretato dai fedelissimi del regista Leonardo DiCaprio e Robert De Niro e dall’astro nascente Lily Gladstone, Killers of the Flower Moon ci è stato presentato da Scorsese stesso. Ecco la nostra chiacchierata con il grande autore di Taxi Driver, Toro scatenato e L’età dell’innocenza.

Quando ha deciso di trasporre in immagini la storia dei nativi Osage e del loro genocidio?

Mentre mi accingevo a completare The Irishman mi hanno portato il libro di Grann proponendomi di realizzarne un film. In principio non pensavo di essere il regista giusto per farlo, devo ammettere che da giovane non sapevo nulla o quasi della questione dei nativi americani e di come fossero stati trattati. Gli anni ‘70 sono stati il decennio in cui l’opinione pubblica ha iniziato a scoprire veramente la verità su una condizione che purtroppo ancora oggi sussiste. Prima c’era una sorta di idealizzazione agiografica, una specie di mito del “buon selvaggio” alla maniera di Rousseau. Ho subito messo in chiaro che se avessi deciso di girare Killers of the Flower Moon avrei tentato di rappresentare il mondo degli Osage in maniera realistica, anche nelle scene in cui la loro cultura contempla la possibilità di visioni o sogni. Quello che vediamo nel film è reale tanto quanto il mondo dei bianchi.

Come ha lavorato con la comunità del luogo per ricostruire eventi e ambientazioni?

All’inizio la tribù Osage era scettica riguardo al progetto, ho fatto del mio meglio per rassicurare i membri che saremmo stati il più possibile veritieri, accurati nella rappresentazione della cultura e dei loro rituali. Siamo stati estremamente scrupolosi nel prestare attenzione a particolari come il nome dei bambini, le coperte, gli indumenti e ovviamente il linguaggio. Lily, Leonardo e Robert l’hanno imparato con entusiasmo, tentando di scoprire quanto più possibile di questa civiltà antica. Si tratta di una questione delicata, i discendenti delle vittime di tali crimini vivono ancora in quei luoghi e non parlano molto di ciò che è avvenuto ai loro avi. Tutte le licenze che ci siamo presi in fase di riprese sono state approvate dalla comunità Osage.

Vi sono differenze sostanziali tra il testo di partenza e quello che il suo film racconta?

Siamo passati attraverso molte riscritture della sceneggiatura, cambiando spesso prospettiva. Il libro di David Grann si concentra in gran parte sul lavoro dell’FBI, la prima vera grossa indagine che rese celebre l’agenzia e gli conferì potere. Con Eric Roth abbiamo lavorato a questo aspetto della trama per quasi due anni, ci siamo spinti fin dove potevamo. Pian piano però abbiamo compreso che il cuore della storia era il rapporto tra Mollie e Ernest, la loro storia d’amore. Quello è stato il momento in cui Leonardo DiCaprio è entrato nel film come protagonista, mentre all’inizio doveva interpretare l’agente dell’FBI Tom White, la parte che poi è andata a Jesse Plemons. Da quel momento la sceneggiatura ha iniziato a cambiare, è diventata una storia raccontata dall’interno, ha lasciato venire in superficie il peccato e l’omissione, la complicità. La storia d’amore tra i due presuppone fiducia, e da qui si determina il tradimento.

Gli anni 20 killers-of-the-flower-moon
Cortesia di 01 Distribution & RaiCinema

Lei è un cineasta principalmente “urbano”, come si è trovato a realizzare un film nelle praterie specifiche del western?

È vero, io sono un uomo di città, cresciuto nel Lower East Side di New York, ci ho messo una vita a capire cosa volesse dire che il sole tramonta a Ovest tanto per fare un esempio. La prima volta che sono andato in Oklahoma per vedere alcune possibili coibentazioni è stato nel 2019, durante la lunghissima post-produzione di The Irishman, prima che scoppiasse la pandemia. Quando mi sono trovato di fronte quegli scenari naturali ne sono rimasto scosso, possono aprirti veramente il cuore e la mente. Specialmente quando guidi in quelle strade dritte per miglia e miglia e puoi ammirare bisonti o cavalli selvaggi. Allo stesso tempo ho iniziato anche a percepire quanto tali luoghi possano essere sinistri: quando non hai nessuno intorno per miglia, tutto può succedere, specialmente cento anni fa quando avvennero i fatti che racconto nel film.

Killers of the Flower Moon adopera la colonna sonora di Robbie Robertson in maniera audace, quasi innovativa. Che idea c’è alla base di questa scelta?

Molti miei film possiedono una loro musicalità interna. Per le scene di pugilato in Toro scatenato ad esempio mi sono ispirato ai balletti di Scarpette rosse: tutto è visto dall’interno del ring, nella testa del combattente, allo stesso modo in cui nell’altro film vediamo ogni cosa con gli occhi di Moira Shearer. Sul set di Quei bravi ragazzi invece facevo sentire Layla durante le riprese con movimenti di macchina elaborati. Qualcuno mi ha fatto notare a ragione che Killers of the Flower Moon possiede la cadenza di un bolero, che parte lento per poi acquistare ritmo e potenza fino all’esplosione finale. In questo mi aiuta moltissimo lavorare con Thelma Schoonmaker in sala di montaggio, non potrei avere collaboratore migliore per capire i miei film. Il giro di basso di Robbie Robertson che adopero per quasi tutto il film è sexy, pericoloso e carnale.

Leonardo DiCaprio Robert De Niro Killers of the Flower Moon
Gentile concessione di © 01 Distribution

Cosa l’ha portata a scegliere Lily Gladstone per il ruolo di Mollie?

La casting director, Ellen Lewis, mi ha fatto vedere Certain Women di Kelly Reichardt e sono rimasto colpito dalla sua bravura. Durante la pandemia abbiamo iniziato a collaborare via Zoom e la presenza, la calma e l’emozione che il suo volto lasciava trasparire mi hanno conquistato. Puoi capire che la sua mente è costantemente a lavoro dietro quello sguardo così pacato. La prima scena che abbiamo girato insieme è quella della cena tra Mollie ed Ernest, dove lei lo interroga. Lily è stata magnifica nel far capire che Mollie sa perfettamente che tipo di uomo é Ernest, in cosa si sta cacciando quando decide di sposarlo. L’alchimia con Leonardo è stata incredibile fin dall’inizio, hanno avuto libertà di improvvisazione e spesso abbiamo riscritto delle scene proprio grazie al loro supporto. Un’altra qualità di attrice di Lily che vorrei sottolineare sta nel fatto che il suo impegno, il suo attivismo nella vita reale non sono mai andati a sovrastare il personaggio che stava interpretando. Questo è segno di grande competenza professionale. Per me lavorare con lei è stata una boccata d’aria fresca: ormai la mattina faccio fatica sul set, non ho più le energie di un tempo. Quindi avere intorno attori più giovani ed entusiasti come Leo, Jonah Hill, Margot Robbie o Lily Gladstone mi aiuta notevolmente a iniziare il lavoro.

E invece cosa vuole aggiungere riguardo il suo rapporto con Robert De Niro e Leonardo DiCaprio?

Con Robert siamo cresciuti insieme, ci conosciamo fin da quando eravamo adolescenti. È l’unico attore che sa veramente da dove vengo, che tipo di persone frequentavo. Gli anni ‘70 per il nostro rapporto sono stati un grande banco di prova, abbiamo sperimentato tutto il possibile e abbiamo scoperto di poterci fidare l’uno dell’altro. In quel periodo Robert come star possedeva un potere enorme e avrebbe potuto facilmente prendere il controllo dei nostri film. Non ho mai avuto paura di questo. Lavoravamo in libertà, desiderosi di sperimentare, senza alcuna paura. Anni dopo mi disse che in un film intitolato Voglia di ricominciare aveva recitato con un ragazzo, un certo Leonardo DiCaprio, e mi consigliò di lavorarci un giorno. Lo disse in maniera quasi casuale, ma non lo era affatto. Non era da Bob, uno che non dà mai questo tipo di suggerimenti. Così anni dopo Leo rese possibile la realizzazione di Gangs of New York, visto che dopo Titanic era una star mondiale. Il nostro rapporto si è consolidato con The Aviator, ho capito grazie a quel film che eravamo sulla stessa lunghezza d’onda. La svolta è arrivata con The Departed, un thriller che Bill Monahan riscriveva continuamente per stare dietro all’interpretazione febbrile di Leo. Quello è stato il progetto che mi ha fatto capire quanto, anche se abbiamo età diverse, possediamo moltissime cose in comune, un’affinità umana e intellettuale. Per The Wolf of Wall Street mi sono fidato completamente di lui, e durante le riprese mi ha regalato momenti incredibili.

SILENZIO! Una clip esclusiva dal film con François Civil

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SILENZIO! Una clip esclusiva dal film con François Civil

Ecco una clip esclusiva di Silenzio! il nuovo film con François Civil che è in sala dal 27 febbraio distribuito da No.Mad Entertainment.

Un giovane insegnante della periferia parigina viene accusato ingiustamente di molestie da parte di una sua alunna, trovandosi nella scomoda posizione tra una classe omertosa e una scuola che lo abbandona.

Ispirato a fatti realmente accaduti al regista e professore di lettere Teddy Lussi-Modeste, Silenzio! arriva nei cinema italiani dal 27 febbraio con No.Mad Entertainment, sia in versione originale con sottotitoli italiani che doppiato.

Un dramma dai toni del thriller, scritto dallo stesso regista con Audrey Diwan, che vede protagonista François Civil, attore già apprezzato nel personaggio di D’Artagnan nella saga “I Tre Moschettieri” e nel film record di incassi in Francia “L’amore folle”, presentato in anteprima e in competizione ufficiale all’ultimo Festival di Cannes 2024.

François Civil veste i panni di Julien, un professore scrupoloso che vive un dilemma professionale e morale pur essendo innocente. Questa vicenda lo segnerà a vita perché fuori da ogni controllo. Un personaggio complesso e intriso di umanità che si muove in un ambiente, la scuola, che purtroppo riflette la società di oggi.

“Silenzio!” è un’opera pungente che riesce a far riflettere sulle dinamiche in ambito educativo e sul complesso ruolo degli insegnanti, toccando temi attuali come la vita scolastica, l’omosessualità, l’utilizzo improprio dei social network e il disagio sociale nei quartieri popolari. Teddy Lussi-Modeste è abile nel raccontare una storia delicata e difficile, senza mai puntare il dito verso un colpevole, ma nella quale ognuno ne è vittima.

Silent Soul: recensione del film di Aleksej Fedorčenko

Silent Soul: recensione del film di Aleksej Fedorčenko

Quando muore la giovane e adorata moglie Tanya, Miron chiede all’amico Aist di accompagnarlo a compiere i rituali di addio secondo la tradizione dei Merja, antichissima tribù ugro-finnica dalla quale discendono entrambi. Li attendono, quindi, migliaia di chilometri tra le terre sconfinate della Russia, per giungere al luogo dove i due sposi avevano trascorso la luna di miele e congedarsi definitivamente dalla defunta. Insieme a loro, una coppia di zigoli, uccellini della famiglia dei passeri che avranno un inaspettato ruolo da protagonisti. Il lungo viaggio sarà l’occasione per Miron di condividere con Aist i momenti più intimi della sua vita coniugale. E forse lui non era l’unico ad amare Tanya…

Mai titolo fu più eloquente! Il che potrebbe suonare come un ossimoro, considerato che il film di Aleksei Fedorchenko si chiama Silent Souls, “anime silenziose”. Ed è appunto un film fatto di silenzi questo, di emozioni vissute intensamente dai protagonisti ma, allo stesso tempo, trattenute nel loro io più profondo. E non arrivano mai (o quasi) in superficie. È proprio Aist, la voce narrante, a metterci in guardia fin dall’inizio: i Merja sono un popolo che raramente si fa travolgere dalle emozioni. Forse per questo, nel suo complesso, l’opera risulta piuttosto fredda. Sarà colpa della latitudine? O è merito di quella luce pallida e nostalgica che caratterizza certe zone del mondo, e a cui la fotografia di Mikhail Krichman ha reso meravigliosamente giustizia? Per altro, guadagnandosi l’Osella per il Miglior Contributo alla Fotografia alla Mostra di Venezia 2010.

Non si può certo dire che il film sia brutto. Racchiude delle immagini assai suggestive, che ci restituiscono tutta l’immensità e la poesia dei paesaggi russi, con un sottofondo musicale potente e trascinante. Il tutto si scontra con il ‘minimalismo’ e l’‘aridità’ che invece caratterizzano i personaggi. Non che gli attori non siano bravi, tutt’altro. E la macchina da presa indugia sui quei corpi, coi loro gesti e i loro movimenti lenti, ponderati,  descrivendoli con assoluta semplicità e verosimiglianza. Ma non riesce mai a coinvolgere fino in fondo. È come se ci fosse un velo quasi impercettibile che separa irrimediabilmente lo spettatore da ciò che viene mostrato. Si assiste a una serie di rituali, più o meno fedeli alla tradizione Merja, con sguardo quasi ‘clinico’, come se avessimo davanti una sorta di documentario sugli usi e costumi di un popolo ormai scomparso. Manca il pathos. Di fronte a tutto il dolore e a tutta la tristezza evocati sullo schermo, noi non ci commuoviamo.

Forse Silent Souls è quel genere di film che ha bisogno di tempo per lasciare il segno: di quelli che non ti travolgono in presa diretta, ma s’insinuano silenziosamente dentro di te, per riemergere quando meno te lo aspetti. Ma per saperlo ci vorrà un po’.

Silent Night: trailer dell’action di John Woo

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Silent Night: trailer dell’action di John Woo

A un mese dall’uscita nelle sale italiane, Plaion Pictures svela il trailer italiano di Silent Night – Il silenzio della vendetta, atteso action movie dai produttori di John Wick e diretto dal leggendario maestro John Woo.

Con il suo stile inconfondibile, John Woo torna a Hollywood dopo cult come Face/Off, Nome in codice: Broken Arrow e Mission: Impossible II, realizzando un revenge movie adrenalinico in cui l’azione conta letteralmente più delle parole. Il trailer si apre sulle iconiche note natalizie di Carol of the Bells, che presto esplodono in una travolgente variazione dell’Inno alla gioia. Un’esplosione musicale che va di pari passo con le scene mozzafiato, in cui a farla da padrone sono effetti speciali, sparatorie e inseguimenti da urlo che si susseguono in un racconto dal ritmo sincopato, anticipando un’esperienza cinematografica unica e imperdibile, da godersi appieno sul grande schermo.

Ispirato dai capolavori e dai successi recenti del genere, Silent Night – Il silenzio della vendetta porta l’action a nuovi livelli, grazie alla geniale messa in scena del suo regista, che torna nuovamente a sfidare se stesso e il pubblico dopo aver rivoluzionato il cinema action grazie ai suoi indimenticabili lavori hongkonghesi quali A Better Tomorrow e The Killer, che hanno influenzato generazioni di cineasti, fra cui Quentin Tarantino. Intenso protagonista di questa pellicola 100% action è Joel KinnamanGià apprezato in noti action movie come Robocop (2014) e nel ruolo  di Rick Flag in Suicide Squad e The Suicide Squad – Missione suicida, Kinnaman è il volto senza voce protagonista di questa spietata storia di vendetta ambientata durante la notte di Natale, tutt’altro che calma e che si tingerà di rosso per portare a compimento la terribile missione punitiva di un padre tormentato a cui è stato tolto il dono più prezioso – il proprio figlio – cambiando per sempre la sua vita e quella della sua famiglia. Nel cast anche Scott Mescudi, in arte Kid Cudi (X – A Sexy Horror Story), e Catalina Sandino Moreno (Maria Full of Grace).

Dopo aver visto il trailer italiano del film, l’attesa del Natale acquisterà un senso tutto nuovo. Diretto da John Woo, Silent Night – Il silenzio della vendetta, sarà nei cinema dal 30 novembre in anteprima mondiale distribuito da Plaion Pictures.

La trama

Ancora in lutto per la morte del giovane figlio, rimasto ucciso nel fuoco incrociato di uno scontro fra bande, proprio il giorno di Natale, il padre decide di uccidere i colpevoli la notte di Natale dell’anno successivo. Ferito a sua volta durante l’inseguimento degli assassini e ormai muto, l’uomo si addentra nei bassifondi criminali per compiere con ogni mezzo la sua silenziosa vendetta verso chi gli ha strappato suo figlio.

Silent Night: trailer del nuovo film di John Woo con Joel Kinnaman

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Il primo trailer ufficiale di Silent Night è ufficialmente stato diffuso, con un’anteprima del nuovo film di John Woo e della sua prima uscita nelle sale americane a distanza di 20 anni. Silent Night vede protagonisti  Joel Kinnaman  (The Suicide Squad),  Scott Mescudi (MaXXXine), Harold Torres (Run Coyote Run) e  Catalina Sandino Moreno  (Ballerina). La pellicola a sorpresa sembra non presentare praticamente alcun dialogo.

Di cosa parla Silent Night?

Dal leggendario regista John Woo e dal produttore di John Wick arriva la cruenta storia di vendetta di un padre tormentato (Joel Kinnaman) che vede il suo giovane figlio morire quando viene coinvolto nel fuoco incrociato di una banda alla vigilia di Natale”, si legge nella sinossi ufficiale di Silent Night. “Mentre si sta riprendendo da una ferita che gli costa la voce, Kinnaman fa della vendetta la missione della sua vita e si imbarca in un regime di addestramento punitivo per vendicare la morte di suo figlio“, continua. “Ricco dello stile distintivo di Woo, Silent Night ridefinisce il genere d’azione con una narrazione viscerale da brivido.”

Woo ha diretto Silent Night da una sceneggiatura di Robert Archer Lynn. Woo è anche produttore del film insieme a Christian Mercuri, Lori Tilkin deFelice, Basil Iwanyk ed Erica Lee. Silent Night debutterà nelle sale americane il 1 dicembre 2023. In Italia al momento non ha una data di uscita.

Silent Night – Il silenzio della vendetta: il primo morto non si scorda mai – clip esclusiva

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Ecco una clip in esclusiva dal titolo “Il primo morto non si scorda mai” tratta da “Silent Night – Il silenzio della vendetta”, atteso film action diretto da John Woo. SILENT NIGHT – IL SILENZIO DELLA VENDETTA, sarà nei cinema dal 30 novembre in anteprima mondiale distribuito da Plaion Pictures.

https://www.youtube.com/watch?v=YJgnIPK66oA

Con il suo stile inconfondibile, John Woo torna a Hollywood dopo cult come Face/Off, Nome in codice: Broken Arrow e Mission: Impossible II, realizzando un revenge movie adrenalinico in cui l’azione conta letteralmente più delle parole. Il trailer si apre sulle iconiche note natalizie di Carol of the Bells, che presto esplodono in una travolgente variazione dell’Inno alla gioia. Un’esplosione musicale che va di pari passo con le scene mozzafiato, in cui a farla da padrone sono effetti speciali, sparatorie e inseguimenti da urlo che si susseguono in un racconto dal ritmo sincopato, anticipando un’esperienza cinematografica unica e imperdibile, da godersi appieno sul grande schermo.

Ispirato dai capolavori e dai successi recenti del genere, SILENT NIGHT – IL SILENZIO DELLA VENDETTA porta l’action a nuovi livelli, grazie alla geniale messa in scena del suo regista, che torna nuovamente a sfidare se stesso e il pubblico dopo aver rivoluzionato il cinema action grazie ai suoi indimenticabili lavori hongkonghesi quali A Better Tomorrow e The Killer, che hanno influenzato generazioni di cineasti, fra cui Quentin Tarantino. Intenso protagonista di questa pellicola 100% action è Joel Kinnaman. Già apprezato in noti action movie come Robocop (2014) e nel ruolo  di Rick Flag in Suicide Squad e The Suicide Squad – Missione suicida, Kinnaman è il volto senza voce protagonista di questa spietata storia di vendetta ambientata durante la notte di Natale, tutt’altro che calma e che si tingerà di rosso per portare a compimento la terribile missione punitiva di un padre tormentato a cui è stato tolto il dono più prezioso – il proprio figlio – cambiando per sempre la sua vita e quella della sua famiglia. Nel cast anche Scott Mescudi, in arte Kid Cudi (X – A Sexy Horror Story), e Catalina Sandino Moreno (Maria Full of Grace).

Silent Night – Il silenzio della vendetta, la recensione del nuovo John Woo

Salutiamo con entusiasmo il ritorno in sala di un maestro come John Woo, regista che negli anni ha regalato al pubblico emozioni e divertimento e che oggi torna con un film dei suoi. Al cinema dal 30 novembre – distribuito da Plaion Pictures – il suo ultimo Silent Night – Il silenzio della vendetta mette ben in chiaro, sin dal titolo, cosa aspettarsi, anche se non del tutto. Ché con il folle artigiano dell’action di A Better Tomorrow e The Killer, Face/Off, Broken Arrow e Mission: Impossible II c’è poco da fidarsi. E infatti, anche in questo caso, il revenge Movie dominato da un Joel Kinnaman ammutolito supera la tradizione i canoni del genere per andare all’essenziale in una operazione coraggiosa e interessante, anche se non del tutto riuscita, che i fan apprezzeranno sicuramente.

La trama di Silent Night – Il silenzio della vendetta

Al centro della vicenda, come in molti film del genere, un padre di famiglia, che durante una sparatoria tra bande vede ucciso davanti ai suoi occhi il piccolo figlio. Un colpo insostenibile, che lo fa impazzire e che lo spinge all’inseguimento dei responsabili. Pur ferito mortalmente alla gola e costretto al silenzio, l’uomo si riprende e, deciso a vendicarsi, inizia un duro addestramento per prepararsi per un confronto finale che possa rendergli giustizia dopo un anno di sofferenza… la sera della vigilia di Natale.

Natale di sangue

La prima reazione alla visione di questo Silent Night potrebbe esser simile al morettiano “Vago per la città cercando di ricordarmi chi aveva parlato bene di questo film“, ma sono molte le domande che il film di John Woo lascia nello spettatore, anche il meglio disposto nei suoi confronti, anche il più conquistato da un inizio davvero intrigante e spettacolare. Nel quale è difficile non restare ipnotizzati dal primo piano della renna (sonaglio incluso) sul maglione insanguinato indossato dal protagonista e trattenere il respiro per la sua folle corsa, prima ancora di scoprirne le ragioni.

Curiosità rapidamente soddisfatte, almeno queste, prima di essere gettati in un’esperienza senz’altro unica, per quanto prevedibile. Dopo tanti revenge movie, facile intuire l’origine del male e la destinazione che attende noi e l’innominato vendicatore (del quale scopriremo solo il cognome, su una lapide), meno il percorso. Nel quale racconto ed equilibrio sembrano esser stati sacrificati sull’altare della partecipazione, emotiva o meno, sicuramente obbligata.

silent night filmJoel, giustiziere silenzioso

Woo sceglie di non infarcire l’azione di inutili chiacchiere, anzi, di eliminarle del tutto, affidando all’ex Robocop un ruolo per prepararsi al quale l’attore ha cercato – invano – di non parlare per due mesi di riprese. Una scelta coraggiosa, quella di abbandonare ogni dialogo (o quasi), fedele alla tendenza del regista di ridurre all’essenziale le dinamiche messe in scena, che si rivela la trovata più interessante del film, nel quale la scansione del tempo e delle emozioni è affidata ai suoni, con il battito del cuore e le reazioni del protagonista a costruire una storia parallela a quella che vediamo svilupparsi sullo schermo, a farci vivere il suo dramma dall’interno.

Peccato, semmai, che la soluzione trovata – insistita oltre il prevedibile, con pro e contro immaginabili – non porti con sé una altrettanto netta semplificazione di esclamazioni al limite del ridicolo (forse figlie del doppiaggio?), retorica e didascalismi (dal braccio martoriato dalla droga della povera ragazza della gang agli stralci degli articoli di cronaca che lo riguardano o lo smielato finale). Elementi non inediti per Woo, che un certo gusto per certa ‘chiarezza’ a tutti i costi l’ha sempre avuto, ma che qui diventano superflui e fiaccano uno svolgimento già in difficoltà per la mancanza strutturale di narrativa nel quale a scene notevoli e ammiccamenti tanto cari ai produttori (gli stessi di John Wick) si alternano twist insensati e inutili ridondanze.

Silent Land: una clip esclusiva dal film

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Silent Land: una clip esclusiva dal film

Ecco una clip in anteprima da Silent Land, il nuovo film di Aga Woszczyńska, al cinema dal 29 giugno, distribuito da I Wonder Pictures in collaborazione con Sardegna Film Commission.

Gli assolati paesaggi della Sardegna fanno da sfondo a un inatteso dramma interiore scatenato da un incidente che sconvolge le vacanze estive di una benestante e giovane coppia polacca che ha deciso di soggiornare in un’isolata villetta in Sardegna con vista mare e completa di piscina. L’apparente idillio quotidiano di Anna (Agnieszka Żulewska) e Adam (Dobromir Dymecki) viene improvvisamente interrotto da una serie di eventi: i ventilatori non funzionano e la piscina, a causa della siccità, si trova senz’acqua. Non bastano la limpidezza dei fondali marini, la bellezza della macchia mediterranea e la quiete del paesaggio per ricomporre la tensione tra i due protagonisti, al contrario, le loro coscienze saranno profondamente scosse dagli inattesi eventi e dalle loro conseguenze. Silent Land mette al centro un difficile rapporto di coppia, in un racconto che esplode presto nel dramma e fa emergere il lato più oscuro delle relazioni interpersonali.

https://www.youtube.com/watch?v=3VIxeythcbU

Silent Land è una coproduzione polacco-italo-ceca di Agnieszka Wasiak per la polacca Lava Films, Giovanni Pompili per l’italiana Kino Produzioni e Jordi Niubó per la società ceca i/o post, in Italia sarà distribuito da I Wonder Pictures in collaborazione con Sardegna Film Commission.

Silent Land: recensione del nuovo film polacco

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Silent Land: recensione del nuovo film polacco

Ambientato nelle soleggiate spiagge della Sardegna, Silent Land (qui il trailer) è un film drammatico diretto dalla regista polacca Aga Woszczynska. La pellicola, prodotta nel 2021 e distribuita solo ora in Italia dalla I Wonder Pictures, racconta la crisi di una coppia polacca, Anna e Adam. Nel cast ritroviamo Agnieszka Zulewska nel ruolo della protagonista femminile, mentre Dobromir Dymecki interpreta il protagonista maschile.

Silent Land: i segreti nascosti in Sardegna

Anna e Adam si trasferiscono durante l’estate in una piccola cittadina della Sardegna, affittando una spaziosa villa con piscina; trovando quest’ultima vuota ed inagibile, i due turisti polacchi contattano il proprietario affinché la sistemi in pochi giorni. Nonostante la scarsità idrica della zona, il proprietario finisce per acconsentire, incaricando un operaio immigrato di occuparsi delle riparazioni.

Anna sembra restare subito affascinata ed attratta dall’aspetto mediterraneo del ragazzo. La relazione tra lei e Adam che all’inizio sembra essere normale e stabile, inizia pian piano a sgretolarsi. La morte dell’operaio, scivolato e caduto nella piscina, diviene l’evento scatenante per la crisi tra i due, in un vortice di incomprensione, mancanza di dialogo e sensi di colpa. Pur cercando di evitare i propri sentimenti ed i propri problemi di coppia con escursioni, cene ed altri svaghi, finiranno per scontrarsi l’uno con l’altro.

Silent Land il film

Un simbolismo insistito

Silent Land risulta essere una pellicola eccessivamente lenta, priva di avvenimenti rilevanti o di una trama effettivamente avvincente. La quasi totale mancanza di sottofondo musicale e la presenza di pochi e scarni dialoghi rende difficile per lo spettatore mantenere l’attenzione. La regista sembra puntare specialmente su una comunicazione visiva, trasmettendo tutto attraverso i singoli dettagli: le riprese del mare, i particolari della piscina, le silenziose corse dei due polacchi.

Pur curando in maniera dettagliata l’aspetto prettamente visivo del film, la regista non riesce a coinvolgere pienamente lo spettatore, o, comunque, rende il significato di Silent Land eccessivamente complicato da cogliere tanto da rendere la pellicola fruibile solamente per un pubblico elitario.

L’eccessiva complessità del film, oltretutto, non si ritrova nella trama, la quale è, in verità, molto semplice e priva di grandi colpi di scena o intrighi; talvolta, le pellicole con degli intrecci di vicende molto complicati e difficili da comprendere per il pubblico possono altresì mantenere salda l’attenzione del pubblico. In questo caso invece Silent Land è complicato per via dell’insistito simbolismo; l’eccessiva concentrazione su alcuni particolari dipende proprio da ciò che essi devono rappresentare, con la presenza di pochi dialoghi si attribuisce un significato maggiore alle poche battute presenti.

L’assenza di musica, di dialoghi e questo simbolismo rendono il film inadatto ad un pubblico ampio. Il cinema ha il compito di interessare, intrattenere ed anche educare talvolta i propri spettatori, ma una pellicola come Silent Land esclude un pubblico ampio, si chiude in una torre di cristallo in cui solo un gruppo ristretto di spettatori riesce a comprenderlo a pieno. Per tutti gli altri, questa risulta essere una pellicola lenta e poco accattivante.

Crisi di coppia e sensi di colpa

Silent Land si incentra su due sole figure: Anna e Adam.  Questi due tentano di risolvere la loro mancanza di dialogo con un periodo di relax nelle spiagge della Sardegna, ma fin da subito una terza figura si insinua tra di loro. Il muratore diventa un personaggio continuamente presente, prima e specialmente dopo la sua morte.

A separare i due turisti polacchi emerge anche il senso di colpa per non essere intervenuti subito per salvare l’uomo dalla morte. Adam finisce per essere tormentato dalle vicende, sognando insistentemente il muratore ed arrivando ad avere degli attacchi di panico durante una festa cittadina. Ad instillare questo senso di colpa nel polacco è il capo dei carabinieri da cui si reca per un secondo interrogatorio: questo afferma che Adam avrebbe potuto salvarlo intervenendo subito perché l’uomo è morto di annegamento, non sul colpo per la contusione alla testa.

I due reagiscono al trauma in maniera differente: mentre Anna cerca di evadere la questione, Adam è spaventato e divorato dai sensi di colpa, e vorrebbe parlare con la compagna dei suoi sentimenti.

Una vita che vale meno di altre

Una tematica interessante che però non viene sviluppata adeguatamente in Silent Land  è il totale disinteressamento dei carabinieri riguardo la morte del giovane operaio. Questi, per non incriminare i due turisti per omissione di soccorso, finiscono per ignorare l’esistenza delle videocamere di sicurezza, insabbiando la questione. Il capo dei carabinieri afferma che i turisti sono importanti nella loro cittadina, lasciando sottinteso che essi vengano più tutelati rispetto ad un immigrato clandestino morto sul lavoro.

Silent Land, il trailer del film di Aga Woszczyńska

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Silent Land, il trailer del film di Aga Woszczyńska

I Wonder Pictures, in collaborazione con Sardegna Film Commission, è lieta di diffondere il trailer di Silent Land, primo lungometraggio diretto da Aga Woszczyńska, al cinema dal 29 giugno.

Gli assolati paesaggi della Sardegna fanno da sfondo a un inatteso dramma interiore scatenato da un incidente che sconvolge le vacanze estive di una benestante e giovane coppia polacca che ha deciso di soggiornare in un’isolata villetta in Sardegna con vista mare e completa di piscina. L’apparente idillio quotidiano di Anna (Agnieszka Żulewska) e Adam (Dobromir Dymecki) viene improvvisamente interrotto da una serie di eventi: i ventilatori non funzionano e la piscina, a causa della siccità, si trova senz’acqua. Non bastano la limpidezza dei fondali marini, la bellezza della macchia mediterranea e la quiete del paesaggio per ricomporre la tensione tra i due protagonisti, al contrario, le loro coscienze saranno profondamente scosse dagli inattesi eventi e dalle loro conseguenze. Silent Land mette al centro un difficile rapporto di coppia, in un racconto che esplode presto nel dramma e fa emergere il lato più oscuro delle relazioni interpersonali.

Silent Land ha debuttato in anteprima mondiale al Toronto IFF Platform Competition nel 2021 e nello stesso anno ha vinto il premio FIPRESCI nell’International Competition del Thessaloniki Film Festival. Nel 2022 ha aperto il Kinoteka Film Festival ed è stato premiato come Miglior Film al Crossing Europe Film Festival. Prima dell’uscita in italia, il film sarà presentato alla 19a edizione di Biografilm Festival (Bologna, 9-19 giugno).

Silent Land è una coproduzione polacco-italo-ceca di Agnieszka Wasiak per la polacca Lava Films, Giovanni Pompili per l’italiana Kino Produzioni e Jordi Niubó per la società ceca i/o post, in Italia sarà distribuito da I Wonder Pictures in collaborazione con Sardegna Film Commission.

Silent Land, la trama

Una giovane coppia polacca affitta una villa in Sardegna per godersi la vacanza ideale. Le aspettative dei due però si scontrano con la realtà quando si rendono conto che la piscina della villa non è agibile. Ignorando i problemi di siccità dell’isola, insistono perché venga riparata e riempita. Ma la presenza di uno sconosciuto, addetto alla riparazione, apre una crepa nell’apparente idillio e innesca una serie di eventi che porterà i due ad agire in modo istintivo e irrazionale, trascinandoli verso il punto più oscuro della loro relazione.

Silent Hill: Revelation 3D: ecco Radha Mitchell sul set!

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Silent Hill: Revelation 3D: ecco Radha Mitchell sul set!

silenthill

Nuove foto dal set di Silent Hill: Revelation 3D. Sequel del film tratto dalla famosa serie di videogame. Arriva anche la primissima foto di Radha Mitchell, protagonista del primo film e di ritorno in questo nuovo capitolo. Per vederle…

Silent Hill: Revelation 3D: ecco le prime immagini!

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Silent Hill: Revelation 3D: ecco le prime immagini!

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Iniziate da un paio di giorno le riprese di Silent Hill: Revelation 3D, il sequel del film del 2006 e prodotto dalla Davis Film. Da Cambridge Ontario, dove attualmente si trova il set sono arrivare le primissime immagini. 

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