Dopo aver visto confessarsi e
sfilare sul tappeto rosso star internazionali come
Tom Hanks,
Viggo Mortensen e
Oliver Stone oggi la Festa del Cinema di accoglie la
meravigliosa Meryl Streep, leggenda del
cinema.
L’attrice premio Oscar più premiata
al mondo, qui a Roma per l’anteprima italiana del film
Florence Foster Jenkins di Stephen
Frears, subito dopo la proiezione si è concessa ai
giornalisti in una lunga ed entusiasmante conferenza stampa. Ecco
il resoconto dell’incontro.
Festa di
Roma 2016:
Florence Foster Jenkins recensione del film con Meryl Streep e
Hugh Grant
Si dice che solo chi canta
senza cuore può definirsi davvero senza talento; dopo essersi messa
alla prova con il difficile ruolo di Florence, come considera
questa affermazione?
“È un’affermazione davvero
interessante e che non avevo mai sentito. Penso che la utilizzerò
in futuro quando dovrò parlare di Florence [ride]. Per me il
talento è prima di tutto una questione di passione; tutto ciò che
facciamo perde d’importanza se non lo facciamo con amore.”
Nel corso della sua
carriera l’abbiamo vista affrontare ruoli sempre differenti e mai
facili. Questa volta come si è preparata per il personaggio di
Florence?
“Devo ammettere che è stato
molto difficile ed interessante lavorare su Florence. Non ho mai
avuto un ruolo come questo […] Quando ho iniziato a prepararmi per
affrontare questo nuovo personaggio, mi è subito venuto in mente un
episodio di cui avevo letto tempo fa e che riguardava il famoso
compositore statunitense George Gershwin; nonostante il suo
incredibile talento, spesso Gershwin suonava da solo in una sala
vuota, andando fuori tempo quasi come volesse stonare di proposito.
Ecco, questo mi ha fatto pensare immediatamente a Florence, alla
quale non importava cantare bene o meno ma lo faceva solo perché
era una cosa che la rendeva felice.”
Le elezioni presidenziali
americane sono ormai alle porte e tutti noi conosciamo bene le sue
opinioni a riguardo; c’è qualcosa che vorrebbe dire agli americani,
un messaggio che vorrebbe condividere, affinché votino per Hillary
Clinton o per Donald Trump?
“[ride] Devo dire che
onestamente non ne sento la necessità. Stanno entrambi facendo un
ottimo lavoro da soli, senza il mio aiuto, a difendere i propri
valori…soprattutto Trump [ride]. Penso che gli americani abbiano
ormai capito di che pasta è fatto e di quanto valga Hillary. Ora la
decisione spetta a loro.”

Nel film St. Clair –
interpretato da uno splendido Hugh Grant – protegge sua moglie
Florence dalle recensioni negative che continuano a pioverle
addosso. C’è mai stato un St. Clair nella sua vita che, per
risparmiarle un dolore, le ha tenuto nascoste delle recensioni non
proprio lusinghiere?
“[ride] Devo ammettere che non
leggo mai le recensioni. Senza offesa ma penso che il giornalismo
al giorno d’oggi sia avvelenato da una massiccia dose di criticismo
che spesso e volentieri si abbatte sulle donne soprattutto riguardo
l’aspetto estetico; si parla di come sia invecchiata una donna, di
quante rughe le siano comparse sul viso o di quanto sia ingrassata…
Preferisco evitare tutto questo, non mi interessa. Mi affido di
solito alle persone che mi amano e che amano ciò che faccio; il
loro parere per me conta più degli altri anche non è quasi mai
obiettivo [ride].”
Lei è ormai considerata una
leggenda del cinema, un’attrice alla quale le ragazze più giovani
si ispirano e che prendono ad esempio. Come si sente ad essere un
modello per le nuove generazioni di attrici?
“Mi sento davvero onorata ed
obbligata a dare il massimo in ogni cosa che faccio. Devo dire che
mi sento spesso sotto pressione, soprattutto il primo giorno di
lavoro, perché appena metto piede sul set sento immediatamente gli
occhi di tutti addosso. Le persone tendono a trattarmi come un mito
ma io sono una persona come le altre; voglio che, soprattutto al
lavoro, non ci siano muri tra me e i miei colleghi né tantomeno che
loro abbiamo paura di me [ride]. Anche io commetto errori; spesso
sul set capita che, nonostante le indicazioni dettagliate del
regista, io sbagli o mi dimentichi una battuta o che vada a destra
invece che a sinistra: solo in quel momento le persone cominciano a
rilassarsi.”
L’abbiamo vista spesso
cantare in film come Radio America e Mamma Mia! e sappiamo che ha
una bellissima voce. Con Florence invece si è dovuta confrontare
con una donna che è tutto fuorché intonata; in che modo si è
preparata?
“Sembra strano ma la
preparazione è stata lunga e molto complessa. Avevo un vocal coach
che mi seguiva e ricordo che, proprio mentre cercavo di capivo come
riuscire ad interpretare quelle bellissime arie in pieno stile
Florence, mi divertivo a provocare con i miei atteggiamenti il mio
bravissimo pianista russo che faceva di tutto per trattenersi e non
scoppiare a ridere.”
Ricordiamo tutti con quanto
vigore ha sostenuto, all’ultima edizione del Festival di Berlino,
il film italiano Fuocoammare di Gianfranco Rosi e sicuramente saprà
che sarà il candidato italiano nella categoria Miglior Film
Straniero ai prossimi Oscar. Forse non sa che la candidatura di
Rosi è stata accompagnata da una lunga polemica proprio
perché per molti il film sarebbe stato meglio nella categoria
documentario; continuerà a sostenere Fuocoammare agli
Academy?
“Oh ma certo! Sono molto
orgogliosa che il film di Rosi sia stato scelto per rappresentare
l’Italia agli Oscar e spero che l’Academy lo vorrà sostenere. È un
film assolutamente unico nel suo genere. Per noi americani spesso
le tragedie del mediterraneo sono solo numeri o statistiche lette
dai presentatori del tg della sera; vedere invece immagini di corpi
senza vita in acqua o il volto insanguinato di un bambino
terrorizzato scampato ad un bombardamento è qualcosa che colpisce
nel profondo. Tutti sappiamo riconoscere il male ma spesso non
riusciamo ad immaginarne gli effetti catastrofici. Fuocoammare è un
film importante che continuerò a sostenere.”
Nonostante la poca maturità
di Florence, che sembra quasi una bambina intrappolata nel corpo di
un’adulta, lei è riuscita a rendere il suo personaggio molto
complesso e a regalarci tutto un caleidoscopio di
emozioni.
“Prima di tutto grazie per il
complimento, lo apprezzo molto. È bello che sia riuscita a
trasmettere così tanto con un solo personaggio. Florence è una
donna molto più complessa di quanto si possa pensare; proprio come
una bambina riesce a strapparti un sorriso con un show
improvvisato, così anche l’ingenuità di Florence ti colpisce dritto
al cuore […] In lei ci sono ancora quell’incoscienza e quella
spontaneità che tutti noi, purtroppo o per fortuna, perdiamo
naturalmente crescendo.”
Per Florence l’arte, la
musica, è una vera e propria ragione di vita; per lei cosa vuol
dire fare cinema?
“È lo stesso per me. Quando
recito mi sembra sempre la prima volta, provo le stesse sensazioni,
lo stesso brivido del primo giorno. Il mio entusiasmo non svanisce
con il passare del tempo e ogni ruolo riceve le stesse attenzioni;
ogni personaggio va difeso e curato perché ognuno merita il suo
posto nel mondo.”

Per lei recitare è un po’
come nascondersi in un personaggio oppure sente in qualche modo di
prevaricarlo?
“Alcuni dei registi con i quali
ho lavorato potrebbero dire che io in effetti l’abbia fatto [ride].
In realtà non ho mai voluto prevaricare i personaggi ma immergermi
completamente in essi: è una sorta di mio guilty pleasure [ride] È
qualcosa che ho sempre fatto già da piccola quando mi divertivo a
fingere di essere mia nonna; voler essere qualcun altro è un
privilegio che viene concesso a noi attori al quale non potrei mai
rinunciare. È terribilmente egoista, lo so [ride].”
Nel film di Stephen Frears
si parla tanto dell’amicizia di Florence con Arturo Toscanini, noto
direttore d’orchestra italiano; cosa le piace
dell’Italia?
“[parla in italiano] Ooohhh amo
tutti! In America tutti vogliono essere italiani [ride].”
C’è qualche attrice giovane
oggi che pensa possa essere in un certo senso la sua erede e che
possa fare una carriera simile alla sua?
“In tanti anni di carriera
penso di aver infranto un bel po’ di tabù e di aver fatto strada
alle nuove generazioni. Anni fa quando un’attrice arrivava a
sessant’anni diventava inutile e nessuno sapeva cosa farle fare e
la sua carriera si spegneva lentamente. Adesso, anche grazie alla
televisione, le donne hanno molto più libertà e scelta.”

Il personaggio di Florence
vive in un’illusione per placare il suo dolore fisico e non solo.
Crede che questa possa essere una soluzione? E, ha mai pensato di
saper fare qualcosa che invece non le riusciva poi così tanto
bene?
“I film sono un’illusione.
Senza il cinema e i film voi non sareste qui con me. Tutti abbiamo
bisogno di illusione per vivere e per affrontare la vita quotidiana
senza sentire il costante desiderio di suicidarci [ride] Per quanto
riguarda la seconda parte della domanda, non mi viene in mente
niente di specifico ma ho dei figli che non perdono mai occasione
di ricordarmi cosa non riesco a fare [ride].”
Non so se lo sa ma esiste
un film francese, Marguerite di Xavier Giannoli, presentato l’anno
scorso al Festival del Cinema di Venezia, che racconta una storia
molto simile a quella di Florence Foster Jenkins. Volevo sapere se
ha mai visto questo film e cosa ne pensa.
“Ho sentito molto parlare di
Marguerite e sempre con toni entusiastici ma purtroppo non l’ho
ancora visto.”