È stato diffuso un nuovo poster di
Assassin’s Creed con protagonista Michael Fassbender. Nel manifesto
leggiamo che “il destino è nel sangue“, scritta che indica
le origini genetiche del destino di Callum Lynch,
protagonista di questa nuova storia ispirata al famoso e amatissimo
gioco Ubisoft.
Le riprese del film sono iniziate ad
agosto 2015 e si sono svolte a Londra, a Malta e in Spagna. Si sono
poi ufficialmente concluse a gennaio 2016.
Assassin’s
Creed, prodotto e distribuito dalla È, uscirà in
America il 21 dicembre 2016. Nelle sale
italiane invece arriverà il 5 gennaio 2017.
Di seguito la prima trama:
Callum Lynch (Michael
Fassbender) scopre di essere un discendente di una
società segreta di assassini dopo aver sbloccato memorie genetiche
che gli permettono di rivivere le avventure del suo antenato,
Aguilar, nella Spagna del 15esimo secolo. Dopo aver acquisito una
conoscenza e delle abilità incredibili, decide di attaccare gli
oppressivi Cavalieri Templari ai giorni nostri.
È stato diffuso un
nuovo trailer di Trainspotting
2 in cui riusciamo a cogliere un accenno di
storia e vediamo nuove immagini dal film decisamente movimentate.
Il film è diretto da Danny Boyle.
Trainspotting
2 è basato sui personaggi del romanzo di
Irvine Welsh che abbiamo conosciuto nel primo
film. La sceneggiatura è scritta da John Hodge e
tutti i protagonisti del film del 1996 torneranno. Si tratta di
Ewan McGregor,
Jonny Lee Miller, Ewen Bremner e Robert
Carlyle di nuovo nei panni di Renton, Sick Boy, Spud e
Begbie. Ilfilm è atteso per il 2017 al cinema, esattamente 21 anni
dopo il primo film.
20 ani dopo Trainspotting, Renton,
Sick Boy, Begbie e Spud, interpretati rispettivamente da
Ewan McGregor,
Jonny Lee Miller, Robert Carlyle e Ewen Bremner,
tornano sul grande schermo in quello che dovrebbe essere
l’adattamento del romanzo di Irvine Welsh “Porno”. Il libro
riprende i personaggi del fortunato predecessore Trainspotting nove
anni dopo, tracciando le loro vite non più alle prese con i
problemi legati all’eroina bensì con l’idea di realizzare un
business legato alla pornografia. Nel romanzo sono presenti anche
alcuni personaggi tratti da Colla dello stesso autore.
Il canale YoutubeJFID JaguarFilmInternationalDistribution ha diffuso il
primo trailer di The last face, il film da regista
di Sean Penn che vede protagonista
Charlize Theron al fianco di Javier
Bardem.
Il film è stato già presentato al
Festival
di Cannes 2016 e vede nel cast anche Adèle
Exarchopoulos e Jean Reno.
La pellicola racconta
di Miguel, un coraggioso medico spagnolo, ha fatto del suo
lavoro una missione, portando aiuto alle vittime delle sollevazioni
militari in Africa. In Liberia incontra Wren, portavoce di
un’organizzazione internazionale che fornisce assistenza medica ai
paesi in via di sviluppo. Sullo sfondo di una guerra civile, tra i
due nascerà un’appassionata storia d’amore.
Sono state annunciate le nomination
agli Independent Spirit Awards 2017. Trai film più
importanti nominati nelle categorie principali segnaliamo
Jackie, Manchester by the Sea e
American Honey, film che hanno già fatto parlare
di sé nel circuito dei festival più importanti dell’anno.
Ecco le nomination agli
Independent Spirit Awards
MIGLIOR FILM
American Honey
Chronic
Jackie
Manchester by the Sea
Moonlight
MIGLIOR REGISTA
Andrea Arnold, American
Honey
Barry Jenkins, Moonlight
Pablo Larrain, Jackie
Kelly Reichardt, Certain Women
Jeff Nichols, Loving
MIGLIOR
SCENEGGIATURA
Moonlight
Manchester by the Sea
20th Century Women
Little Men
Hell or High Water
MIGLIORE OPERA
PRIMA
The Childhood of a Leader
The Fits
Other People
Swiss Army Man
The Witch
MIGLIOR SCENEGGIATURA
D’ESORDIO
The Witch
Other People
Barry
Jean of the Joneses
Christine
MIGLIOR ATTORE
PROTAGONISTA
Casey Affleck, Manchester by the
Sea
David Harewood, Free in Deed
Viggo Mortensen, Captain Fantastic
Jesse Plemons, Other People
Tim Roth, Chronic
Joel Edgerton, Ruth Negga, Loving
MIGLIOR ATTRICE
PROTAGONISTA
Annette Bening, 20th Century
Women
Isabelle Huppert, Elle
Sasha Lane, American Honey
Ruth Negga, Loving
Natalie Portman, Jackie
MIGLIOR ATTORE NON
PROTAGONISTA
Ralph Fiennes, A Bigger
Splash
Ben Foster, Hell or High Water
Lucas Hedges, Manchester by the Sea
Shia LaBeouf, American Honey
Craig Robinson, Morris from America
MIGLIOR ATTRICE NON
PROTAGONISTA
Edwina Findley, Free in
Deed
Paulina Garcia, Little Men
Lily Gladstone, Certain Women
Riley Keough, American Honey
Molly Shannon, Other People
MIGLIOR
DOCUMENTARIO
13th
Cameraperson
I Am Not Your Negro
O.J.: Made in America
Sonita
Under the Sun
MIGLIOR FILM
INTERNAZIONALE
Aquarius
Chevalier
My Golden Days
Toni Erdmann
Under the Shadow
MIGLIORE
FOTOGRAFIA
Free in Deed
Childhood
Eyes of My Mother
Moonlight
American Honey
MIGLIOR
MONTAGGIO
Swiss Army Man
Manchester by the Sea
Moonlight
Hell or High Water
Jackie
JOHN CASSAVETES AWARD
(Miglior Film sotto i 500 mila dollari)
Free in Deed
Hunter Gatherer
Lovesong
Nakom
Spa Night
ROBERT ALTMAN AWARD (Miglior
Cast Corale)
Moonlight
Lisa Kjerulff
Jordana Mollick
Melody C. Roscher
Craig Shilowich
SOMEONE TO WATCH
AWARD
Andrew Ahn, Spa Night
Claire Carre, Embers
Anna Rose Holmer, The Fits
Ingrid Jungermann, Women Who Kill
TRUER THAN FICTION
AWARD
Kristi Jacobson,
Solitary
Sara Jordenö, Kiki
Nanfu Wang, Hooligan Sparrow
La cerimonia di premiazione degli
Independent Spirit Awards si svolgerà il 25 febbraio 2017. I premi
sono assegnati ogni anno dall’organizzazione no-profit
IFP/West (ora chiamata Film
Independent) per promuovere e sostenere il cinema
indipendente che ha poco spazio nella corsa ai premi più rinomati
come Golden Globes o Oscar.
Walt Disney Animation Studios ha diffuso il primo
trailer di Inner Workings, il nuovo cortometraggio
Disney che arriverà al cinema con
Oceania.
Ecco il trailer di Inner Workings
Diretto da Leo
Matsuda, che ha già lavorato a Big Hero 6
e Ralph Spaccatutto, Inner
Workings (letteralmente ‘funzionamento interno’) racconta
la storia della lotta interna tra pragmatismo e logica e avventura
e istinto nel corpo di un uomo.
Il film arriverà al cinema insieme a
Oceania.
Oceania uscirà il
22 dicembre in Italia. La sceneggiatura porterà la firma degli
stessi registi in collaborazione con Jared Bush, Pamela
Ribon e Taika Waititi.
Trama: Vaiana è una teenager
vivace che decide di partire in barca per una missione rischiosa,
intenzionata a onorare il destino mai compiuto dei suoi antenati.
Incontrerà il semidio Maui (Dwayne Johnson) e,
insieme a lui, attaverserà l’Oceano Pacifico in un viaggio ricco
d’azione.
Nel cast vocale originale del film
ci sono l’esordiente di 14 anni Auli’i
Cravalho, che doppierà la protagonista Vaiana,
Dwayne Johnson e Phillipa Soo,
cantante e attrice statunitense.
Oggi, mercoledì 23 novembre al
Cinema Massimo è stato presentato in anteprima mondiale e alla
presenza del regista, il restauro di Palombella
rossa – realizzato con la supervisione del regista
Nanni Moretti e la collaborazione alla color
correction di Beppe Lanci, direttore della
fotografia di quel set.
Il restauro digitale in 4k è stato
realizzato partendo dai negativi scena e colonna originali messi a
disposizione dalla Sacher Film. Per le immagini di repertorio
presenti nel film sono stati recuperati i filmati super 8 originali
conservati da Nanni Moretti. Le lavorazioni sono
state eseguite presso il laboratorio Augustus color di Roma.
Per la sua opera prima, Il
più grande sogno, Michele Vannucci ha
scelto una storia vera, onesta e semplice e proprio per questo con
un cuore grande così. La storia è quella di Mirko, che a 39 anni è
appena uscito dal carcere: fuori, nella periferia di Roma, lo
aspetta un “futuro da riempire”, possibilmente in modo onesto.
Quando viene eletto a furor di popolo Presidente del comitato di
quartiere, decide di sognare un’esistenza diversa. Non solo per sé
e per la propria famiglia, ma per tutta la borgata in cui vive.
Questo film racconta di un “bandito” che si inventa custode di una
felicità che neanche lui sa bene come raggiungere. È la storia di
un sogno fragile e irrazionale, capace di regalare un futuro a chi
non credeva di meritarsi neanche un presente.
A interpretare Mirko c’è lui
stesso, Mirko Frezza, che racconta la sua storia
senza filtri e senza abbellimenti, con un approccio, quello di
Vannucci, alla Accattone di
Pasolini, meno disperato e sporco ma ugualmente
appassionato. Lo script semplice ed essenziale racconta la storia
in maniera lineare, con gli alti e i bassi, mostrando con
particolare cura e enfasi i momenti di difficoltà affrontati dallo
stesso Mirko per realizzare il più grande sogno. Pur essendo un
attore esordiente alle prese con il personaggio di se stesso (e
forse proprio per questo), Frezza consegna allo schermo
un’interpretazione autentica, così come quella del suo partner
sullo schermo, Alessandro Borghi, che torna a interpretare un
figlio della periferia di Roma, un po’ semplice e rustico, ma con
tanto cuore. Il Vittorio di Non essere cattivo si conferma
all’altezza del ruolo.
Il Più Grande
Sogno: trailer con
Alessandro Borghi
Il regista effettua un pedinamento
dei protagonisti nel loro ambiente reale, nella tenacia con cui
mettono insieme una vita che fatica a stare in piedi.
L’inseguimento dei personaggi appare però soffocante, i personaggi
finiscono per non avere il loro spazio, nemmeno
nell’inquadratura.
Nonostante la bellezza e il
coraggio della vicenda raccontata, Il più grande
sogno può essere il riscatto di molti, di tanti che
cercano di ricostruirsi una vita dopo una partenza infelice, ma
forse proprio per questo una vicenda anonima.
Uno dei punti forti di
Animali Fantastici e Dove
Trovarli, al momento in sala, è senza dubbio la
caratterizzazione e la presentazione di nuovi personaggi. In
particolare Jacob (Dan Fogler) e
Queenie (Alison Sudol)
sono trai personaggi più riusciti e amati deli film (insieme allo
Snaso dispettoso di Newt).
parlando con Cinemablend, David
Yates, regista del film, ha raccontato di due scene
tagliate che riguardavano proprio questi due personaggi. La prima
vede protagonista Jacob. Quando il suo prestito
viene rifiutato, all’inizio della storia, l’uomo torna nel suo
appartamento dove lo aspetta… la sua fidanzata! Alla notizia della
fallita richiesta di finanziamento da parte della banca però, la
donna lo lascia, restituendogli l’anello di fidanzamento.
Yates ha detto che la scena è stata tolta perché
il pubblico non aveva bisogno di un altro motivo per simpatizzare
con Jacob, dal momento che Fogler ha svolto
benissimo il suo lavoro.
La seconda scena vedeva invece
coinvolta la sorella legilimens di Tina. La scena
era situata nel moento in cui tutti e quattro gli eroi sono nella
valiga di Newt e riguardava le due sorelle,
Queenie in particolare, che insegnavano a
Scamander e a Jacob l’inno di
Ilvermonry, la scuola di magia americana appena
menzionata nel film e frequentata dalle sorelle Goldstein.
per qunto riguarda invece il
rapporto romantico tra Queenie e
Jacob, Yates non ha fornito
ulteriori dettagli, ma la scena finale, in cui la strega fa visita
alla pasticcerie di un obliviato Jacob fa ben
sperare per il futuro della coppia.
Il film è uscito il 17 novembre
2016, e avrà come protagonista Newt
Scamandro, autore de Gli animali fantastici dove
trovarli, che ha esattamente 23 anni. Il film è
ambientato a New York, 70 anni prima delle vicende di Harry
Potter. Nel cast Eddie
Redmayne, Katherine Waterston, Ezra Miller,
Dan Folger e Alison Sudol.
Gellert Grindelwald: quello che sappiamo sul
personaggio di Animali Fantasitici
L’account Twitter di E!
News, @enews, ha diffuso un nuovo trailer
di Passengers, con protagonisti Chris
Pratt e Jennifer Lawrence. Lo sci-fi è
diretto da Morten Tyldum (The Imitation Game) e arriverà nelle
sale il 30 dicembre 2016.
A proposito del film, il regista
Morten Tyldum (The Imitation
Game) ha spiegato: “Gli spettatori piangeranno e
rideranno. Resteranno col fiato sospeso. Volevamo realizzare un
film che riuscisse a far ridere e piangere nello stesso momento. E
se hai due star come Jennifer e Chris la cosa è ancora più facile.
Sono entrambi due attori estremamente divertenti, ma al tempo
stesso estremamente drammatici. Tra di loro c’è un alchimia
incredibile. È stata un’esperienza bellissima dirigerli. Credo che
in un periodo come questo, pieno di sequel e reboot, sia molto
bello avere una storia originale con due delle più grandi star del
momento. Sono davvero orgoglioso di questo film”.
Al centro della storia sceneggiata
da Jon Spaihts (Prometheus) c’è il meccanico Jim
Preston (Pratt) che, durante un viaggio di
120 anni a bordo di un’astronave diretta su un pianeta situato in
una galassia lontana dalla Terra, scopre di essersi erroneamente
svegliato dal sonno criogenico quasi cento anni prima del
previsto. Soffrendo la solitudine – unico uomo in mezzo a robot e
androidi – Jim decide un anno dopo di risvegliare uno dei
passeggeri e la sua scelta ricade sulla bella giornalista Aurora
(Jennifer Lawrence). I due ben presto si
innamorano, ma dovranno affrontare più di un ostacolo, in primis il
malfunzionamento della navicella che li porrà seriamente in
pericolo. Nel cast anche Laurence Fishburne e
Michael Sheen.
Sono state diffuse due nuove
immagini da Logan, il film su
Wolverine con cui Hugh Jackman
dirà addio al personaggio. La prima foto è un dettaglio delle mani
del protagonista, sulle cui nocche sono visibili le cicatrici degli
iconici artigli retrattili; questo vuol dire che l’eroe non è più
lo stesso, e che le sue ferite non guariscono più come prima. La
seconda immagine, diffusa da Empire, è la prima foto a colori del
film, in cui Logan tiene in braccio la ragazzina
che sarà X-23 nel film.
Logan: il teaser poster italiano di Wolverine
3 con Hugh Jackman
Per Hugh Jackman questo ritorno nei panni
del mutante con gli artigli di adamantio sarà la sua ottava volta
(se si conta anche il cameo di X-Men L’Inizio) nel
personaggio. È l’attore che più di tutti rappresenta i mutanti
Marvel al cinema, una sorta
di Robert Downey Jr per il
corrispettivo MCU, e potrebbe essere arrivato
alla fine del suo coinvolgimento nel franchise proprio con questo
film.
Logan ha un’uscita
prevista per il 3 marzo 2017. Alla regia c’è James
Mangold (già regista di Wolverine
L’Immortale), mentre nel cast ci saranno Hugh
Jackman,Boyd Holbrook, Richard
E. Grant, Stephen Merchant, Eriq La
Salle, Elise Neal e Patrick
Stewart.
I celebri personaggi ideati da
Peyo tornano nel trailer italiano de I
Puffi: Viaggio nella Foresta Segreta. Diretto da
Kelly Asbury il film è in uscita nelle sale
italiane il 6 aprile distribuito da Warner Bros.
Pictures.
I Puffi : Viaggio nella Foresta
Segreta, il trailer italiano
Sinossi: In questo
nuovo episodio interamente animato, una mappa misteriosa spinge
Puffetta ed i suoi migliori amici Quattrocchi, Tontolone e Forzuto
ad una corsa emozionante ed avvincente attraverso la Foresta
Segreta, un luogo abitato da creature magiche, per trovare un
misterioso villaggio perduto, prima che ci arrivi il perfido mago
Gargamella. Intraprendendo un viaggio mozzafiato ricco d’azione e
pericoli, queste piccole creature blu arriveranno a scoprire il più
grande segreto della storia dei Puffi!
Trai doppiatori originali del film
ci sono Demi Lovato, Rainn Wilson e Joe
Manganiello.
Si è chiuso domenica 20 il primo
Torino Short Film Market, l’unico mercato
internazionale del corto in Italia organizzato dal Centro Nazionale
del Cortometraggio in collaborazione con il Museo Nazionale del
Cinema e il Torino Film Festival e con il sostegno della Film
Commission Torino Piemonte.
Il bilancio è straordinariamente
positivo. Sono circa 300 i professionisti che si occupano di
formato breve – dai produttori ai distributori, dai registi ai
buyers – che hanno affollato gli spazi del che il Centro di
Produzione RAI di Torino ha gentilmente messa a disposizione per
l’occasione. 60 gli ospiti internazionali che il TSFM ha invitato.
I due pitch – “Oltrecorto” e “Distributors meet buyers” – hanno
registrato il tutto esaurito, così come il panel “Supporting Short
Films”; la proiezione di corti “All you need is short”, curata dal
TSFM all’interno del programma del TFF, ha avuto, anch’essa, un
grande riscontro di pubblico.
Il successo di una manifestazione
non si vede però solo dai numeri, ed è per questo che il Centro
Nazionale del Cortometraggio sta monitorando il grado di
soddisfazione degli ospiti e degli accreditati. Le prime risposte
sono estremamente confortanti e, in generale, il feedback immediato
di tanti ospiti e intervenuti è stato, come avremmo auspicato prima
dell’evento, la conferma della necessità di uno spazio di incontri
professionali dedicato al cortometraggio anche nel nostro Paese. In
fondo, basta poco perché l’Italia diventi un Paese normale.
Continuano a Roma le riprese di
The Music of Silence, biopic su Andrea
Bocelli che ha fatto visita al set di Michael
Radford (Il Postino) per realizzare un
cameo nel film con protagonista Toby Sebastian (il principe
Trystane Martell di
Game of Thrones).
A dare volto e voce al personaggio
di Andrea Bocelli è l’attore inglese Toby
Sebastian che insieme a Antonio Banderas,
Luisa Ranieri, Jordi Mollà,
Ennio Fantastichini e Nadir
Caselli compongono il cast del prestigioso progetto
internazionale. E ieri sul set a Cinecittà si è palesato il grande
cantante per girare un cameo del film a lui dedicato, THE
MUSIC OF SILENCE, tratto dall’omonima autobiografia edita
in Italia da De Agostini e diretto dal regista inglese
Michael Radford (Il Postino, Il
mercante di Venezia). Di fronte al pianoforte a coda su un
palco dalle luci soffuse, i ciak di Radford catturano la famosa
aria pucciniana Nessun dorma
intonata dal tenore toscano.
The Music of Silence: Andrea
Bocelli sul set per un cameo
Tutti conoscono la voce di Bocelli,
le sue canzoni, le interpretazioni di famose arie liriche, la sua
popolarità internazionale. Meno però si conosce della sua infanzia
e del percorso che lo ha portato da Lajatico, paese della campagna
toscana, agli allori della sua carriera attuale. Anna
Pavignano e Michael Radford firmano la
sceneggiatura in collaborazione con Andrea
Bocelli. The Music of Silence, le cui
riprese sono in corso a Roma e a seguire in Toscana, è
prodotto da Roberto Sessa per Picomedia con
Andrea Iervolino e Monika Bacardi
per AMBI Media Group.
Si intitola ‘il bacio’ la clip che
vi proponiamo di seguito di Come Diventare Grandi
Nonostante i Genitori, film DIsney Italia dal 24 novembre
in sala. Il film è diretto da Luca
Lucini, regista di Tre metri sopra il cielo, Amore,
bugie e calcetto, Solo un padre, Nemiche per la
pelle, mentre la a sceneggiatura è firmata da Gennaro
Nunziante, autore di alcuni dei più grandi successi di box
office degli ultimi quindici anni.
Prodotto
da Piero Crispino per 3ZERO2 e The Walt Disney Company
Italia, Come Diventare Grandi Nonostante i Genitori sarà
distribuito da Disney Italia in circa 400 copie.
Presentato a Roma il 10 novembre presso la Casa del Cinema,
Come Diventare Grandi Nonostante i Genitori vede
protagoniste due delle più amate e premiate attrici del cinema
italiano, Giovanna Mezzogiorno (La finestra di fronte
di Ferzan Özpetek, La bestia nel cuore di Cristina
Comencini, Vincere di Marco Bellocchio)e Margherita
Buy (Maledetto il giorno che t’ho incontrato di Carlo
Verdone, Saturno contro di Ferzan Özpetek, Mia madre
di Nanni Moretti) con la partecipazione dell’attore americano
Matthew Modine (Birdy – Le ali della libertà di Alan
Parker, Full Metal Jacket di Stanley Kubrick, Il cavaliere oscuro – Il ritorno di Christopher
Nolan).
Al loro
fianco, Sergio Albelli, Ninni Bruschetta, Paolo Calabresi, Giovanni
Calcagno, Roberto Citran, Francesca De Martini, Sara D’Amario,
Gabriella Franchini, Elena Lietti, Aglaia Mora, Paolo Pierobon, e,
al suo esordio cinematografico, il popolare conduttore televisivo e
speaker radiofonico Federico Russo.
Il film
vede anche la presenza di alcuni giovani promettenti attori, come
Emanuele Misuraca, Chiara Primavesi, Toby Sebastian e alcuni volti
noti dell’amata serie Tv Alex & Co. in onda su Disney
Channel: Leonardo Cecchi, Eleonora Gaggero, Saul Nanni, Federico
Russo e Beatrice Vendramin.
3ZERO2,
società di produzione che fa parte del gruppo internazionale EMG, è
la società che, insieme a Disney Italia, ha ideato e prodotto la
serie Tv Alex & Co. Il film Come Diventare
Grande Nonostante i Genitori è stato realizzato in
associazione con Banca Monte dei Paschi di Siena ai sensi delle
norme sul tax credit.
Sempre
più spesso i genitori assumono comportamenti competitivi verso i
professori dei propri figli: contestano voti e programmi, inventano
complotti, fra simpatie e antipatie immaginarie. Così, invece di
aiutare i ragazzi nella loro formazione, diventano ostacoli
insormontabili alla loro crescita. I genitori pensano con
presunzione: “Noi conosciamo meglio di chiunque altro i nostri
figli, sappiamo quanto valgono, come e cosa gli si deve
insegnare”. È quello che accade anche ai ragazzi di Come
Diventare Grandi Nonostante i Genitori.
Quando
al liceo arriva la nuova preside, che decide di non aderire al
concorso scolastico nazionale per gruppi musicali, i ragazzi, con
la loro sfrenata passione per la musica, subiscono un duro colpo.
Anche i genitori corrono a protestare: a quel punto, la preside
decide addirittura di raddoppiare il lavoro quotidiano dei ragazzi.
Dopo i primi voti bassi, i genitori consigliano prudentemente ai
propri figli di sottostare alle decisioni della nuova preside: ma i
ragazzi, con orgoglio, decidono di iscriversi al concorso musicale
pur avendo contro scuola e genitori. L’ardua sfida li porterà a
crescere in modo sorprendente tra ostacoli di ogni tipo da
superare.
Dietro un grande blockbuster
pop a stelle e strisce c’è sempre la lunga e sapiente mano
degli artisti dei Visual Effects, gli unici in grado di
realizzare l’impossibile – o, almeno, l’improbabile – con
sofisticati software, estro e creatività: solo così è possibile
vedere, sul grande schermo, un’invasione aliena senza dilapidare
l’intero budget a disposizione o senza scomodare gli inquilini di
altre galassie.
È ciò che il regista tedesco – ma
naturalizzato statunitense – Roland Emmerich ha
saputo, sapientemente, orchestrare fin dagli esordi della sua
carriera nel cinema, realizzando film cult che hanno
riscritto “l’immaginario della catastrofe” più recente:
Fantasmi ad Hollywood, Moon 44 – Attacco alla Fortezza,
Stargate, Independence Day, Godzilla, The Day After Tomorrow, 10.000 AC, Sotto
Assedio – White House Down e Independence Day –
Resurgence sono stati resi possibili solo grazie al
lavoro delle società di Visual Effects che vi hanno preso
parte.
Nell’ultimo capitolo della “saga” di
Independence Day Resurgence, uscito in
sala nel 2016, ha preso parte alla post produzione anche una
società italiana di produzione impiegata nell’ambito pubblicitario,
cinematografico e nei Visual Effects, la Why Worry
Production.
Noi di Cinefilos.it
abbiamo fatto una chiacchierata con Diego Panadisi (WWP
Founder e Visual Effects Producer) e Pietro
Silvestri (Visual Effects Project Manager) per scoprire
qualche dettaglio in più sul mondo della post produzione, i suoi
segreti, le sue potenzialità e analizzare la loro esperienza
hollywoodiana insieme ad Emmerich.
Why Worry
Production: incontro con Diego Panadisi e Pietro
Silvestri
Come siete approdati in
questo progetto hollywoodiano di Independence Day
Resurgence? C’è qualche aneddoto particolare che ci potete
raccontare?
Diego: noi collaboriamo da diversi
anni con un visual effects supervisor di Los Angeles – anche se in
realtà è di origini tedesco polacche – che lavora da diversi anni
proprio con Roland Emmerich. Circa quattro anni fa
ci è stato proposto di lavorare su alcune scene di un film con
protagonista Michael Douglas, dal titolo
The Reach – Caccia all’Uomo (Beyond The Reach,
2014) e diretto da Jean- Baptiste
Léonetti. Il nostro lavoro e il nostro approccio a
quest’ultimo sono piaciuti, così hanno deciso di affidarci l’intero
film e non soltanto le scene che ci avevano affidato: quando siamo
subentrati noi, il film era suddiviso per tre società che partivano
da Los Angeles per arrivare a noi, in Italia; quindi ci dovevamo
limitare a fare un pacchetto per uno prima che prendessero la
decisione di affidarci tutto l’insieme. Ovviamente il film ci ha
dato visibilità – trattandosi di un grande progetto cinematografico
– permettendoci di entrare in tal modo in questo settore dei visual
effects con un prestigioso biglietto da visita in mano. Nel
frattempo, abbiamo continuato a lavorare su altri progetti in
collaborazione sempre con Los Angeles
Pietro: come un kolossal
Diego: sì, un kolossal americano le
cui riprese non sono ancora iniziate (dal titolo
Singularity, sempre per la regia di
Emmerich) ma per il quale avevamo già realizzato gli
animatics finali del film, costituiti da un aereo che
veniva attaccato e che, infine, precipitava.
Solo dopo l’inizio di quest’altro
lavoro, durante l’anno scorso, abbiamo ricevuto la chiamata di
GregStrasz che ci
illustrava la situazione dei Visual Effects di
Independence Day Resurgence sui quali
stavano già lavorando da diversi mesi e, allo stesso tempo, ci
proponeva di collaborare con loro realizzando qualche pezzetto di
visualizzazione e post visualizzazione che ancora non era stato
completato.
Dopo due/ tre mesi di
visualizzazione e post visualizzazione incentrate sul materiale
girato, i live actions con gli attori, il
compositing e il 3D solo intorno a Febbraio/Marzo abbiamo
iniziato a lavorare sulle 20-21 scene del trailer: quelle che poi
sono diventati i finals per uno dei tre trailers ufficiali
(quello ribattezzato Air Defense)
Pietro: Una Chiamata alle
Armi, era stato ribattezzato così
Diego: che è uscito intorno ad
Aprile, quasi a ridosso dell’uscita in sala del film.
Successivamente ci è stato anche chiesto di lavorare alla logo
animation di Centropolis, la casa di
produzione (Centropolis Entertainment)
fondata da Emmerich che, da oltre vent’anni – cioè dall’uscita del
primo Independence Day– utilizzava la
vecchia edizione del logo; noi lo abbiamo rifatto animandolo in
stereoscopia e, adesso, aprirà ogni film del regista tedesco sia
come regista che come produttore. Per noi è stato un vero fiore
all’occhiello.
Pietro: aggiungendo qualche
dettaglio tecnico… abbiamo realizzato il logo di Centropolis in 4K
stereoscopico. L’unico riferimento video che avevamo era il logo
originale di vent’anni fa, che abbiamo deciso di ricostruire ed
implementare, visto che si trattava di un bel “pezzetto”
d’animazione che non avvertiva, assolutamente, il peso dell’età.
Siccome sono rimasti molto soddisfatti del risultato finale, a quel
punto ci hanno chiesto di lavorare sulle scene di visualizzazione e
post visualizzazione che già avevamo realizzato, visto che si era
arrivati agli sgoccioli delle lavorazioni e a ridosso delle
scadenze stabilite. A ridosso della scadenza, è stato davvero
difficile lavorare sull’inizio e la fine del film.
In quanti stavate lavorando
al progetto?
Diego: Eravamo in 25. 25-30 persone
nei picchi massimi, tra visualizers, illustratori, map
paintings, animatori etc. Ci hanno proposto di lavorare su una
scena emersa in quei giorni, dopo alcuni screenings:
mancava una sequenza fondamentale per la comprensione del film, non
presente nella sceneggiatura originale, ma senza la quale sarebbe
stato difficile, per uno spettatore, capire fluentemente la trama e
i suoi colpi di scena. Ci hanno mandato qualche immagine
primordiale di astronavi aliene e navette più piccole (ma non la
nave madre quanto un modello più piccolo), e in sole 5 settimane
abbiamo realizzato questo shot in 3D senza materiali di
partenza, solo a partire da alcuni concept e da pochi
schizzi.
Pietro: la scena è questa: c’è
un’astronave aliena più piccola di quella madre, che arriva al
bunker della Cheyenne Mountain dove si è rifugiato il
presidente; qui mancava il punto di raccordo che riguardava lo
sbarco degli alieni sulla terra. Il nostro compito consisteva nel
creare questa astronave che atterrava nel bunker, lo colpisce
sparando, lo distrugge e infine spalanca il suo portellone
liberando l’alieno che, di lì a breve, ucciderà il presidente.
Senza dilungarci ulteriormente in altri spoiler del film, abbiamo
quindi cercato di creare il modello dell’astronave partendo dal
disegno, aggiornandolo di nuovo in base alle richieste di Emmerich
(come, ad esempio, la posizione delle braccia, i movimenti, le
animazioni etc.), passando dall’inquadratura all’oggetto
ricostruito. Ci siamo soffermati sul movimento stesso dell’oggetto
e sullo sfondo che avevamo a disposizione: le Cheyenne
Mountain che abbiamo ricostruito in 2D e in 3D con un map
painting in 16K; una volta completato questo processo, abbiamo
inserito le esplosioni e i materiali ad effetto fluido: tutto
questo, in un solo shot, evidentemente, molto ricco di
dettagli sui quali lavorare.
Come avevamo già accennato in
precedenza, lavorare in visualizzazione e visualizzazione
sull’inizio e la fine di un film del genere è stato molto
difficile: si trattava di parti fondamentali ed importantissime, e
per noi è stata una vera fonte d’orgoglio vedere come l’inizio sia
rimasto fedele alla nostra visualizzazione mentre la fine è davvero
molto simile alla nostra idea, a partire semplicemente dagli sfondi
utilizzati (il Marocco, L’Area 51). La scena che ci aveva mostrato
Emmerich (durante la fase di pre-visualizzazione) era ambientata
già in Marocco ma ci ricordava terribilmente kolossal
vecchio stile come La Bibbia, con queste
scene così povere e scarne: a quel punto, ascoltammo le esigenze
del regista – il deserto, il Marocco, le montagne innevate – e
decidemmo di assecondarle, iniziando così il nostro lavoro. Alla
fine poi non abbiamo accettato i final realizzati perché
avevamo davvero troppo poco tempo, ma quelli proiettati al cinema
sono davvero molto simili ai nostri, rendendoci decisamente
soddisfatti dei nostri post viz.
Diego: I nostri post viz
erano davvero molto alti, e abbiamo sempre consegnato tutto in
tempi davvero record: per tale motivo siamo stati lodati, fin da
subito, per il nostro lavoro, perché abbiamo scelto –in modo
volontario – di spingere molto su questo versante per farci vedere
e conoscere, scegliendo di adottare una tendenza opposta rispetto
ai grandi colossi del settore che non devono (o non vogliono)
dimostrare niente del genere.
Quanto vi ha “accompagnato”
Roland Emmerich, che ruolo ha avuto nel vostro processo creativo?
Quanto è grande lo scarto tra gli effetti speciali di
Independence Day (1996) e
Independence Day – Resurgence (2016) e quanto ha
influenzato, il loro percorso, il primo capitolo?
Pietro: La maggior parte degli
artisti che lavora con noi ha iniziato a fare questo lavoro dopo
aver visto Independence Day nel 1996, un
film che è stato una grande fonte d’ispirazione, come per il nostro
supervisore del 3D Alessandro: per lui era qualcosa di
assolutamente incredibile! In fin dei conti il primo capitolo vinse
un Accademy Award nel 1996 per i Miglior Effetti Speciali, anche se
lo scarto è significativo: negli anni ’90 si usavano dei modellini,
mentre nell’ultimo film – 2016 – gli effetti speciali sono molto
più presenti, rispetto a Independence Day
che era piuttosto una commedia basata sui “vedo non vedo”.
Per quanto gli sviluppi nell’ambito dei Visual Effects
abbiano aperto nuove strade e spianato nuove potenzialità, ancora
non si è arrivati alla perfezione assoluta: la ricerca è appena
iniziata, c’è ancora del tempo per cercare di raggiungere altri
effetti
Magari effetti più
totalizzanti, come nelle esperienze “da concerto” che investono
tutti e cinque i sensi, anche quelli finora “trascurati” dal
cinema
Diego: esatto… poi, per quanto
riguarda invece la presenza di Roland Emmerich e il suo apporto,
noi siamo stati “fortunati” a godere fin da subito della sua
vicinanza; poi GregStrasz, il suo Visual Effects Supervisor
“personale”, l’unico impiegato di Centropolis e
figura unica nella compagine societaria, è a stretto contatto
costante con Emmerich: così, anche noi potevamo avere un feedback
quotidiano su ogni materiale inviato e parlare di continuo –
attraverso delle conference call – con lui e gli altri
supervisors riuniti, ascoltando ogni giorno i suoi spunti
e le sue ispirazioni che ci comunicava per far progredire il
lavoro: ad esempio, certe volte ci mandava dei bozzetti con degli
schizzi, costituiti da quattro linee a matita difficili anche solo
da decifrare. Siamo riusciti ad instaurare con il regista un
rapporto molto efficace, riuscendo a produrre in tempi stretti
molto materiale e creando un legame diretto basato sulla fiducia
reciproca. Mentre eravamo immersi nel lavoro, ho avuto modo di
passare più di due settimane a Los Angeles proprio nel cuore
pulsante del quarter della Centropolis
Entertainment e la Uncharted Territory di Volker
Engel e Marc Weigert (la società di
Visual Effects che, da sempre, collabora con Emmerich), e
ovviamente continuavamo a lavorare con l’Italia nonostante il fuso
orario e le varie differenze, con Roland sempre presente ed
incuriosito dai nostri progressi. È uno di quei registi che ha
sempre il controllo della situazione e prende le sue decisioni
Pietro: com’è accaduto con la scena
finale sulla Cheyenne Mountain, che era già stata
realizzata da un altro gruppo di lavoro americano: quando abbiamo
visto il risultato finale ci sembrava un po’ scarno, povero; così
il nostro supervisore ci ha suggerito di migliorarla un po’. Certe,
si potevano creare degli attriti con l’altra società, ma a Emmerich
è piaciuta la nostra versione e quindi alcuni elementi li abbiamo
passati agli altri, all’insegna di un lavoro creativo ed
incrociato.
Diego: l’esperienza di
Independence Day – Resurgence è stata una
delle esperienze di post produzione più complesse che ci siano mai
capitate, un vero e proprio banco di prova e di confronto con
realtà più grandi e più strutturate della nostra
Pietro: sì, infatti è stato
affascinante dimostrare come anche noi possiamo essere
competitivi
Diego: siamo finiti nella lista
insieme ad altre trenta società leader nei Visual Effects che hanno
collaborato insieme per realizzare il film e, vedere che in questa
lista ci siamo finiti anche noi… è stato un vero onore
E… in Italia? Cosa avete
realizzato o cosa realizzerete nel prossimo futuro?
Diego: per adesso in Italia, con la
mia società, avevamo lavorato soprattutto nell’ambito della
pubblicità, producendo e post producendo spot e prodotti video per
la comunicazione: questo era il nostro core business fino
a poco tempo fa; diciamo che, adesso, dopo il progetto di
Independence Day – Resurgence una fetta
importante della mole di lavoro si è spostata verso i Visual
Effects: bisognerà vedere al momento con quale frequenza entreranno
nuovi progetti oppure decideremo di scegliere nuovi progetti. Ci
sta capitando di parlare di molte cose: alcune ci attirano molto,
altre un po’ meno… stiamo valutando varie proposte, insomma
Ma solo in Italia o anche
all’estero?
Diego: sia italiane che straniere,
con piccoli progetti da Los Angeles magari
E invece di strettamente
italiano? Qualche progetto di cui potete già parlare
magari…
Diego: ci piacerebbe terminare le
ultime due/tre piccole sequenze di un progetto – che hanno dei
tempi di rendering molto lunghi – sul quale stiamo
lavorando al momento in contemporanea con altri, che purtroppo non
ci permettono quindi di potergli dedicare tutto il tempo
necessario. Ci piacerebbe moltissimo cominciare a farci conoscere
presso altre produzioni e distribuzioni, per mostrare ciò che
abbiamo fatto fino ad oggi – soprattutto, Independence
Day – Resurgence – per vedere se sono interessati a
come lavoriamo e magari ad avviare delle fruttuose collaborazioni.
Al momento stiamo solo discutendo sulle possibilità che potrebbero
aprirsi per quanto riguarda i film italiani, ma siamo solo in
trattative: nessun progetto ci è stato ancora pienamente
affidato
Pietro: qua in Italia abbiamo
lavorato molto in pubblicità e in tv, per esempio abbiamo
realizzato i Visual Effects di una puntata del programma di
divulgazione scientifica Ulisse dedicata
a Pompei, nella quale abbiamo ricostruito l’eruzione del Vesuvio su
– appunto – Pompei stessa ed Ercolano, per poi realizzare in
seguito anche un lavoro di compositing nella Villa dei
Misteri: siccome non si poteva girare con gli attori sul set
reale, abbiamo deciso di fare una scansione 3D delle sale per poi
realizzare, inoltre, un’altra scansione del movimento degli attori
registrata nella sede Rai.
Diego: come progetti cinematografici
abbiamo un film horror indipendente per il quale abbiamo realizzato
delle piccole sequenze di post viz e che per adesso è
“bloccato”; si tratta di un progetto di Harald
Kloser, sempre uno dei co – produttori di
Independence Day – Resurgence nonché
compositore.
E con Roland Emmerich avete
ipotizzato qualche nuova collaborazione?
Diego: ma, in realtà abbiamo
continuato a collaborare con lui anche dopo il film – attraverso il
logo Centropolis– realizzando un cortometraggio
presentato al Sundance Film Festival, per
il quale abbiamo realizzato una scena semplice solo in apparenza:
era uno shot di 4800 fotogrammi realizzato con il drone,
girato nel parcheggio di una scuola deserta che abbiamo riempito di
auto, inserendo circa cento personaggi all’interno della scuola: ci
abbiamo impiegato due/tre mesi per dare vita a tutti e creare il
risultato finale.
Pietro: si parlava anche di
Moonfall, il nuovo progetto di Emmerich,
ma tutto sembra essersi bloccato dopo l’annuncio del
reboot di Stargate, che per
adesso sembra aver calamitato del tutto l’attenzione. Si sa ancora
molto poco su questo progetto, anche noi siamo in attesa di qualche
notizia in più.
Piccola domanda
autobiografica: c’è qualche film in particolare che vi ha
influenzato per la scelta del vostro mestiere, qualcuno che magari
vi ha influenzato particolarmente?
Diego: Personalmente, non essendo un
tecnico per quanto riguarda nel senso stretto i Visual Effects, non
sono legato ai film dal punto di vista lavorativo quanto da puro
spettatore; la mia ispirazione per affrontare questo mondo è venuto
da altro, dalla mia esperienza personale, con mio padre ingegnere
elettronico che progettava impianti audiovisivi professionali fino
ai primi anni 2000 e che mi ha fatto respirare, fin da piccolo,
quest’aria così “tecnologica”. Prima mi sono avvicinato al video,
poi al montaggio e infine alla pubblicità come montatore ed editor,
lavorando con software come After Effects.
Pietro: io sono un appassionato di
documentari e film sperimentali, ai quali mi dedico anche dal punto
di vista registico… i Visual Effects sono simili alla video arte,
alla parte più sperimentale della creatività. A tal proposito, non
posso non citare quindi i miei maestri Peter Greenaway,
Derek Jarman o, in assoluto, Sergei
Parajanov.
A proposito di software,
quale usate di solito?
Diego: After Effects è
usato molto ma non di solito, magari solo con qualche pezzetto di
pre viz e post viz; di solito preferiamo usare
3DS MAX oppure Nuke.
Pietro: abbiamo una nostra
farm interna con delle nostre postazioni: ciò significa
che siamo anche cresciuti come infrastruttura proprio per
supportare il progetto di Independence Day –
Resurgence, per poter essere in tal modo più
autonomi. Il coordinamento è fondamentale: è un’organizzazione
perfetta, dove tutto dev’essere tracciato; ci deve essere ogni
commento e lo storico di ogni shot, e bisogna ripetere
questo lavoro per migliaia di shot, figuriamoci per un
film intero
Per quanto riguarda il
cinema italiano, come lo vedete da spettatori ma soprattutto da
addetti ai lavori, soprattutto alla luce di un ultimo anno
costellato da successi come Il Racconto dei Racconti o Lo
Chiamavano Jeeg Robot? C’è qualche buona prospettiva per
quanto riguarda un’apertura verso il mondo dei Visual
Effects?
Diego: premettendo il fatto che ci
piacerebbe tantissimo lavorare con Gabriele
Mainetti ad esempio.
Pietro: il cinema digitale in Italia
sta arrivando solo adesso: per tale motivo ci piacerebbe realizzar
piuttosto degli stage per i registi che magari ancora non conoscono
bene le potenzialità dei Visual Effects: manca un po’ un approccio,
una conoscenza delle potenzialità a partire proprio dalla
progettazione del film stesso; siamo ancora carenti di una cultura
digitale e del suo impatto a livello di costi
Diego: spesso molti registi
incappano, a fine film, in quel drammatico momento durante il quale
realizzano di non avere più a disposizione i soldi del budget
destinati agli effetti speciali, e così decidono di tagliare i
costi; questo è uno dei motivi che, fino ad oggi, ci ha tenuti
lontani dal mondo del cinema italiano. Meglio non correre il
rischio di lavorare male perché ancora non c’è troppa
organizzazione.
Si parla da tempo del
pericolo latente che, i Visual Effects, possano un giorno
soppiantare gli attori “in carne ed ossa” al cinema: secondo voi,
questo rischio è reale oppure si tratterà di una svolta definitiva
per contenere certi costi?
Diego: Oggi come oggi mi sembra
davvero estremo parlare di un pericolo simile: sono problemi dei
quali, magari, potremmo tornare a discutere tra quindici o
vent’anni; di solito si apportano effetti estetici praticamente
invisibili, di pulizia dell’immagine più che di
compositing vero e proprio, e per esempio in Italia si
fanno lavori su questa falsariga, concentrati piuttosto sulla
correzione dei dettagli: l’unica eccezione italiana al momento è
rappresentata, appunto, da un film “di genere” come Lo
Chiamavano Jeeg Robot, che tende a seguire
quella linea tipicamente americana incentrata sugli sci –
fi e, soprattutto, sugli horror: la parola chiave per
loro è il già citato genere.
Anche se nella vita non va sempre
così, al cinema, di solito, il bene vince sempre, o quasi! Ecco
10 film in cui è il villain a vincere la partita
contro l’eroe. Qualunque sia l’esito della pellicola in questione,
sulla bilancia finale, è il bad guy che la spunta.
Il mito del bad guy che è più
affascinante dell’eroe o del buono in generale non viene smentito
da questi film in cui, alla fine, si finisce anche per simpatizzare
per il villain che trionfa, metaforicamente, sul buono.
Da che parte state voi? Preferite il
cari vecchi eroi o i villain?
Spider-Man
Homecoming sarà il terzo inizio cinematografico per il
personaggio dell’Uomo Ragno. A interpretare il protagonista, questa
volta abbiamo Tom Holland, molto più giovane
rispetto ai suoi predecessori e sicuramente interprete di grande
talento che proverà a raccontarci un altro
Spider-Man rispetto a quanto realizzato da
Tobey Maguire e Andrew
Garfield.
In cosa Spider-Man Homecoming è
diverso dagli altri film sull’Uomo Ragno?
Ma in cosa sarà davvero diverso
questo Spider-Man dai suoi predecessori? Secondo Kevin
Feige, presidente dei Marvel Studios, la differenza più grande è che
questo film e questo personaggio saranno inseriti in un contesto
più ampio, più esteso, che avrà relazioni con gli altri film del
MCU. “Spider-Man Homecoming
sarà ambientato all’interno di quest’universo che abbiamo costruito
in 14 film – ha spiegato Feige a Variety – nei film
precedenti Spider-Man era l’unico supereroe di questo mondo. Ma nei
fumetti Spider-Man vive in una realtà in cui gli Avengers esistono,
Iron Man esiste, Hulk fugge per le strade, Captain America è stato
scongelato. In questo film Peter Parker è un giovane che deve
rientrare a casa al tramonto per non far preoccupare sua zia May,
deve andare a scuola, fare i suoi compiti. È in contrasto con le
vite di un Tony Stark o di un Dottor Strange.”
Riuscirà Peter a finire i compiti di
chimica e a salvare il mondo?
Diretto da Jon
Watts, Spider-Man
Homecoming vedrà protagonista Tom
Holland nei panni di Peter
Parker, Marisa Tomei in quelli di zia
May e Zendaya sarà invece Michelle. Al
cast si aggiungono Michael
Keaton, Michael Barbieri, Donald
Glover, Logan Marshall-Green, Martin Starr, Abraham
Attah, Selenis Leyva, Hannibal Buress, Isabella
Amara, Jorge Lendeborg Jr., J.J. Totah, Michael
Mando, Bokeem
Woodbine, Tyne
Daly e Kenneth
Choi.
La Lionsgate Movies ha diffuso una nuova
featurette di La la Land in cui i protagonisti del
film parlano dell’esperienza artistica e produttiva del film. Nel
video ci sono Ryan Gosling ed Emma
Stone, ma anche JK Simmons, che nel film
interpreta un piccolo ruolo, e il regista Damien
Chazelle.
La La
Land è un musical a metà tra dramma e commedia che segue
la storia di Sebastian (Gosling) e Mia (Stone), che stanno insieme
grazie alla loro passione comune per la musica. Ma appena il
successo bussa alla loro porta devono fare i conti con il sottile
tessuto che tiene insieme il loro amore.
Diretto da Damien
Chazelle (che ha anche curato la sceneggiatura), il film
arriverà nei cinema USA il 15 luglio 2016. Nel cast figura anche il
premio Oscar JK Simmons, alla sua seconda
collaborazione con Chazelle dopo
Whiplash, per il quale ha ricevuto
l’Oscar come Miglior Attore Non Protagonista. Completano il cast
Finn Wittrock, Sonoya Mizuno, Rosemarie DeWitt, Josh
Pence e Jason Fuchs.
La Gallery Nucleus ha condiviso diverse
immagini dalla mostra organizzata per rendere omaggio a Ron
Clements e John Musker, registi storici
della Disney a breve in sala con Oceania. Nella loro
filmografia si annoverano La
Sirenetta, Aladdin, La
principessa e il Ranocchio, Hercules e
altri dei classici della Casa di Topolino.
Ecco la gallery
Disney che omaggia Clements e Musker
[nggallery id=3005]
Oceania uscirà il
22 dicembre in Italia. La sceneggiatura porterà la firma degli
stessi registi in collaborazione con Jared Bush, Pamela
Ribon e Taika Waititi.
Trama: Vaiana è una teenager vivace
che decide di partire in barca per una missione rischiosa,
intenzionata a onorare il destino mai compiuto dei suoi antenati.
Incontrerà il semidio Maui (Dwayne Johnson) e,
insieme a lui, attaverserà l’Oceano Pacifico in un viaggio ricco
d’azione.
Nel cast vocale originale del film
ci sono l’esordiente di 14 anni Auli’i
Cravalho, che doppierà la protagonista Vaiana,
Dwayne Johnson e Phillipa Soo,
cantante e attrice statunitense.
Per quanto possa essere doloroso per
tutti i fan del MCU, presto gli
Avengers cinematografici avranno altri volti. È
quello che inevitabilmente accadrà a personaggi del calibro di
Iron Man o Captain America con lo
sviluppo, ancora lungo e programmato nel futuro, delle Fasi 3 e 4
del progetto Marvel Studios.
Il MCU e i recasting degli
Avengers
Parlando proprio di recasting dei
Vendicatori, il presidente degli StudiosKevin Feige ha
dichiarato: “Robert Downey Jr. è Iron Man, e proprio ora io non
riesco a vedere nessun’altro nel ruolo. Chris Evans ha impersonato
Captain America così bene come nessun altro ha mai dato vita a
un’icona pop. Guardo indietro e vedo Christopher Reeves come
Superman come standard d’eccellenza, e allo stesso modo penso a
Chris Evans come Cap. Non immagino nessun altro… Ma si deve
guardare anche alla storia: abbiamo un nuovo Spider-Man da Captain
America Civil War e lo rivedremo in Spider-Man Homecoming, e le
persone lo hanno accettato. Si può guardare a Sherlock Holmes,
James
Bond, Batman come a personaggi che sono durati di più di ogni
attore che li abbia mai interpretati. Ci sono precedenti in altri
franchise che ci mostrano che il recasting è possibile.”
Per quanto sia difficile da
digerire, è indubbio che un recasting avverrà a breve. Il Tony
Stark di Robert Downey Jr e il Cap di Chris Evans sono iconici per
il MCU, ma allo stesso tempo sono
anche personaggi potenti che hanno una autonomia insita nella
figura dei fumetti, per cui, con buona pace dei puristi della
Marvel, assumeranno probabilmente
dei volti differenti.
Con Star
Wars Episodio IX, potremmo dire addio per sempre agli
Skywalker e ai loro drammi familiari.
Star Wars è un affare di
famiglia
Può esistere uno Star
Wars senza uno Skywalker coinvolto? Abbiamo sempre saputo,
dall’inizio della saga galattica, che Star Wars è un franchise “di
famiglia” e che questa famiglia era quella degli Skywalker, in
tutte le sue declinazioni. La trilogia originale parlava dei
gemelli Luke e Leia, e di un misterioso Lord Sith che si era poi
rivelato essere il capostipite degli Skywalker, Anakin. La trilogia moderna ha
raccontato questa discesa nell’oscurità del giovane Anakin, mentre
questa trilogia appena cominciata con Il Risveglio della Forza, pur
concentrandosi su altri personaggi, sembra sviluppare ancora
l’eredità di Darth Vader, di Leia
(con Ben Solo/Kylo Ren) e forse anche di Luke.
Star Wars Episodio IX chiuderà la
saga degli Skywalker?
Ma cosa ci verrà raccontato in
Episodio IX? In che modo questa grande saga può giungere alla fine?
E soprattutto sarà possibile continuare il franchise senza uno
Skywalker alla guida dello stesso? Se le supposizioni che stanno
circolando in rete dovessero essere confermate, allora Star
Wars Episodio IX vedrà la fine della saga degli Skywalker
e forse l’inizio di un nuovo corso per il franchise. Secondo le
presidente della LucasFilm, Kathleen Kennedy, potrebbe essere
possibile anche procedere per film singoli.
“Ci sono discussioni che stanno
andando avanti proprio in questo momento. Ve lo dirò onestamente,
possiamo permetterci di procedere per film standalone? Sicuro. Ma
non saprei, stiamo vagliando le opzioni.”
Sembra infatti chiaro che una volta
conclusa questa terza trilogia e usciti gli spin-off in programma,
la LucasFilm continuerà a sfornare film del
franchise, ma a questo punto non sappiamo se e in che modo le
storie saranno interconnesse.
Che ne pensate? Sicuramente l’uscita
di Rogue One a Star Wars
Story, primo spin-off, renderà chiara l’idea e
l’eventualità di uno sviluppo della saga per film standalone.
Star Wars Episodio
VIII sarà diretto da Rian Johnson e
arriverà al cinema il 15 dicembre 2017. Il film racconterà le
vicende immediatamente successive a Il Risveglio della
Forza.
Capita anche ai supereroi di essere
rifiutati, ogni tanto, ed è quello che è capitato allo
Spider-Man di Tom Holland durante
una visita al Presbyterian Hospital nel reparto
pediatrico.
Vestito da Uomo Ragno e in compagnia
delle sue co-star Zendaya e Jacob
Batalon, Tom Holland ha fatto visita al
piccolo Nicholas, degente dell’ospedale, ma ha scoperto che l’eroe
preferito del piccoletto è in realtà Batman. Ecco
il video:
Un video pubblicato da Zendaya (@zendaya) in data:
Holland non ha però perso le
speranze e sappiamo che ci saranno in giro per il mondo moltissimi
altri ragazzini che preferiscono il suo Spider-Man al Cavaliere
Oscuro!
Diretto da Jon
Watts, Spider-Man
Homecoming vedrà protagonista Tom
Holland nei panni di Peter
Parker, Marisa Tomei in quelli di zia
May e Zendaya sarà invece Michelle. Al
cast si aggiungono Michael
Keaton, Michael Barbieri, Donald
Glover, Logan Marshall-Green, Martin Starr, Abraham
Attah, Selenis Leyva, Hannibal Buress, Isabella
Amara, Jorge Lendeborg Jr., J.J. Totah, Michael
Mando, Bokeem
Woodbine, Tyne
Daly e Kenneth
Choi.
Quando nel cast di Animali
Fantstici e Dove Trovarli venne annunciata la presenza di
Colin Farrell, era chiaro che scegliere un attore
con un carisma così “oscuro” avrebbe portato la produzione a fargli
interpretare un personaggio misterioso, se non addirittura
“cattivo“. Il Parcival Graves di
Animali Fantastici si è infatti rivelato uno dei
personaggi meglio riusciti del film, che però sembra non avere
futuro nei sequel.
Parlando a Snitch Seeker,
il produttore David Heyman ha infatti dichiarato:
“Non ci sono piani per riportare Colin Farrell nei
sequel.”
Considerando gli sviluppi del
personaggio nel film di David Yates, sembra quasi
una conseguenza inevitabile, purtroppo per i fan dell’attore e per
il personaggio di Graves. Tuttavia, a difesa di
Colin Farrell e della sua ottima performance
nel ruolo, possiamo dire che il franchise di Harry
Potter è piano di personaggi che, anche se per breve
tempo, hanno brillato nella saga e sono entrati nel cuore dei fan.
Sarà questo il destino di Percival?
Il film è uscito il 17 novembre
2016, e avrà come protagonista Newt
Scamandro, autore de Gli animali fantastici dove
trovarli, che ha esattamente 23 anni. Il film è
ambientato a New York, 70 anni prima delle vicende di Harry
Potter. Nel cast Eddie
Redmayne, Katherine Waterston, Ezra Miller,
Dan Folger e Alison Sudol.
Gellert Grindelwald:
quello che sappiamo sul personaggio di Animali
Fantasitici
Lo spin-off su Han Solo, che ci racconterà
la giovinezza dell’amatissimo contrabbandiere spaziale, prende ogni
giorno più forma e mentre la galassia di Star
Wars continua ad espandersi, veniamo a sapere altri
interessanti dettagli che riguardano il film che vedrà protagonista
Alden Ehrenreich.
Parlando con Variety del progetto,
Ehrenreich ha dichairato: “Il film sarà molto
simile a un film di truffa o a un western, con lo stesso stile.
Abbiamo parlato dei dipinti di Frederic Remington, di quei colori primari che sono
usati per definire il look di quello chevorremmo
apparisse nel film.”
In effetti per raccontare
un’avventura di un contrabbandiere, l’heist movie sembra adeguato,
ma anche il sapore western potrebbe dare al film il giusto senso di
familiarità ed epicità insieme, sentimenti destati senza dubbio da
un personaggio del calibro di Han Solo.
Ricordiamo che lo spin-off dedicato
a Han Solo sarà ambientato dieci anni prima degli
avvenimenti di Una Nuova Speranza. Nel film ci
sarà anche Chewbacca. Alden
Ehrenreich interpreterà il giovane personaggio che fu di
Harrison Ford. Nel cast anche Emilia
Clarke e Donald Glover.
Lo spin-off sul personaggio è
previsto per il 25 maggio 2018 e sarà diretto da Phil Lord
e Christopher Miller, registi di 21 Jump
Street e The LEGO Movie. La sceneggiatura
porterà la firma di Lawrence Kasdan e di suo
figlio Jon Kasdan.
Animali Fantastici e dove
trovarli ha senza dubbio conquistato il cuore del
pubblico, non solo dei potteriani storici, ma anche di una nuova
generazione di fan pronti a farsi trasportare nel mondo magico
della Rowling.
Newt non sarà il protagonista del
franchise di Animali Fantastici
Parlando con CinemaBlend del futuro del franchise, che
prevede altri 4 film oltre a quello al momento in sala, il
produttore David Heyman ha dichiarato che al
centro delle prossime vicende non ci sarà il Newt Scamander di
Eddie Redmayne, anche se sarà comunque una parte
della storia. “Non credo che Newt sarà il cuore di tutto
questo. Penso che ne farà parte, come Tina, Queenie e Jacob,
saranno tutti parte del prossimo.”
Sembra però chiaro che, stando anche
alle notizie trapelate secondo cui vedremo anche un giovane
Silente all’opera, e soprattutto stando al fatto
che questa saga si concluderà nel 1945, anno della sconfitta di
Gellert Grindelwald, lo sviluppo del racconto ci
porterà al duello finale tra il mago oscuro e il preside di
Hogwarts (evento citato già nel 1997 in
Harry Potter e la Pietra Filosofale).
Heyman ha infatti
confermato una cosa molto interessante: “Silente, Credence e
Grindelwald saranno gli interpreti principali della
storia.”
Nonostante ci muoviamo su un terreno
sconosciuto, possiamo quindi affermare che i più dotti in storia
potteriana possono già farsi un’idea dei racconti che verranno.
Il film è uscito il 17 novembre
2016, e avrà come protagonista Newt
Scamandro, autore de Gli animali fantastici dove
trovarli, che ha esattamente 23 anni. Il film è
ambientato a New York, 70 anni prima delle vicende di Harry
Potter. Nel cast Eddie
Redmayne, Katherine Waterston, Ezra Miller,
Dan Folger e Alison Sudol.
Gellert Grindelwald: quello che sappiamo sul
personaggio di Animali Fantasitici
Ci era già stato raccontato da
Kevin Feige (boos Marvel Studios) che Captain Marvel, prossima eroina a
essere introdotta nel MCU in Avengers Infinity
War, sarebbe stata la più potente in circolazione.
Durante un’intervista con Variety, Feige
ha ribadito il concetto, spiegando che il personaggio interpretato
da Brie Larson sarà “fuori scala”.
“Per quanto riguarda Captain
Marvel, lei è il personaggio più
potente mai messo in un nostro film. I suoi poteri sono fuori
scala, e quando la introdurremo, sarà senza dubbio il personaggio
più forte mai avuto. Ci è sembrato importante quindi
controbilanciare questa forza con dei grandi sentimenti. Lei ha
bisogno di avere molta umanità e quindi abbiamo pensato a
Brie.”
I poteri di Captain Marvel sono
fuori scala
Per usare un paragone molto caro al
mondo dei nerd, Feige ha portato l’esempio delle
famose figurine collezionabili degli anni ’90. “Se dovessimo
avere le figurine collezionabili per i personaggi Marvel con i livelli di potenza
indicati sopra, lei sarebbe fuori scala in paragone a tutti gli
altri personaggi introdotti fino a questo momento in un
film.”
Mentre, tornando alla scelta del
premio Oscar Brie Larson, Feige ha dichiarato:
“Data l’estensione dei suoi poteri, avevamo bisogno di
controbilanciare con qualcuno che sembrasse molto umana e con cui
ci si possa relazionare con facilità. Ci serviva qualcuno credibile
nei suoi poteri ma allo stesso tempo con cui si potesse stabilire
un contatto anche attraverso le proprie debolezze.”
E Brie Larson
sembra certamente una scelta intrigante.
Nell’ultima shor-tlist di candidate
alla regia di Captain Marvel c’erano
Rebecca Thomas, Niki
Caro, Lesli Linka Glatter e Lorene
Scafaria, Jennifer Kent e
Jennifer Yuh, mentre non è stato ancora scartato
il nome di Michelle MacLaren, quella che in
un primo momento avrebbe dovuto dirigere per la DC Films il progetto su Wonder Woman, poi passato a
Patty Jenkins.
Scritto da Nicole
Perlman (Guardians of the Galaxy) e
Meg LeFauve (Inside Out), Captain
Marvel arriverà al cinema l’8 marzo 2019.
Dopo anni di pausa, il franchise di
Star
Wars si è espanso in maniera esponenziale, a partire
dalla nuova trilogia “ufficiale” fino agli spin-off che esordiranno
il 15 dicembre prossimo con Rogue One a Star Wars
Story.
Gli spin-off di Star Wars sono
un’idea di Lucas
Adesso, durante un’intervista con
EW, veniamo a sapere da
Kathleen Kennedy che lo stesso George
Lucas aveva avuto l’idea di questi spin-off e racconti di
origini prima che si ultimasse l’acquisizione della
LucasFilm da parte di Disney
(correva il 2012).
“George me ne parlò appena
entrai a far parte del progetto – ha dichiarato la
Kennedy– Aveva pensato spesso a fare questo
tipo di cosa e aveva già scritto 3 o 4 idee che potevano
trasformarsi in film. Ovviamente all’interno della mitologia
c’erano un sacco di opportunità, quindi è stata questa la prima
volta che ho sentito parlare degli spin-off.”
In merito al progetto su
Han Solo però, il boss della
LucasFilm ha detto che Lucas non
ha partecipato a questa idea: “No, abbiamo parlato di storie di
origine, ma non siamo mai stati così specifici. Abbiamo parlato dei
Jedi e delle idee di fondazione che George aveva avuto in merito
alla creazione di questa mitologia. È stata un’idea venuta fuori
dal confronto e dalle nostre conversazioni.”
Gli spin-off saranno inaugurati da
Rogue One a Star Wars Story
Dopo Star Wars il Risveglio
della Forza, il futuro del franchise prevede Rogue One e lo spin-off su Han
Solo che si alterneranno al cinema con gli Episodi VIII e IX della
gasa ufficiale.
Intanto il prossimo appuntamento al
cinema è con Rogue One, in arrivo il 15 dicembre in sala.
Diretto da Gareth
Edwards e interpretato da Felicity Jones
e Diego Luna, il film seguirà un gruppo di ribelli
con il compito di rubare i piani di costruzione della Morte Nera e
si posiziona, cronologicamente, parecchi anni dopo La
Vendetta dei Sith e qualche anno prima de Una
Nuova Speranza.
Anche se non abbiamo ancora visto
una sua immagine ufficiale per Thor Ragnarok,
Cate Blanchett resta il punto interrogativo più
affascinante del film di Taika Waititi. L’attrice
due volte premio Oscar interpreta la villain Hela,
che potrebbe apparire anche in Avengers Infinity
War nella personificazione di Morte (per saperne di più), non è stata ancora vista
sul set, se non per qualche brevissimo scatto rubato molto
distante. Oggi però, grazie a YouTuber bigfootkam, vi mostriamo un video che
riprende Zoe Bell, la controfigura della Blanchett, alle prese con
gli stunt sul set.
Gli stunts di Cate Blanchett in Thor
Ragnarok
Thor
Ragnarok sarà diretto da Taika Waititi. Nel cast del film
Chris Hemsworth sarà ancora Thor;
Tom Hiddleston il fratello
adottivo di Thor, Loki; Il vincitore del Golden Globe e Screen
Actors Guild Award Idris Elba sarà la
sentinella di Asgard, Heimdall; il premio Oscar Sir Anthony Hopkins interpreterà
nuovamente Odino, signore di Asgard.
Nelle new entry invece si annoverano
il premio OscarCate
Blanchett (Blue Jasmine,
Cenerentola) nei panni del misterioso e
potente nuovo cattivo Hela, Jeff Goldblum (Jurassic
Park, Independence Day:
Resurgence), che sarà l’eccentrico
Grandmaster, Tessa Thompson
(Creed, Selma)
interpreterà Valkyria, mentre Karl Urban (Star
Trek, il Signore degli Anelli: il ritorno
del re) aggiungerà la sua forza nella mischia come
Skurge. Marvel ha anche confermato che
Mark Ruffalo riprenderà il suo ruolo
di Bruce Banner / Hulk nel sequel. La data d’uscita è prevista per
il 3 novembre 2017.
La Stoffa dei Sogni
è l’imponente – ed elegante – opera scritta (insieme a Ugo
Chiti e Salvatore De Mola) e diretta dal regista
Gianfranco Cabiddu, che ha deciso di imbarcarsi –
con uno sparuto gruppo di fidati collaboratori, colleghi, attori e
non solo – nella titanica impresa di adattare, per il grande
schermo, La Tempesta di William
Shakespeare, l’adattamento in napoletano antico ed aulico
che ne fece Eduardo De Filippo e la pièce teatrale
di quest’ultimo L’Arte della Commedia: la
presentano alla stampa il regista, gli attori Sergio
Rubini, Ennio Fantastichini, Renato Carpentieri, Teresa
Saponangelo, I due produttori Isabella Cocuzza e
Arturo Paglia per la Paco Cinematografica
(in collaborazione con Rai Cinema) e il delegato
di Microcinema Distribuzione.
La prima domanda viene rivolta
proprio a Cabiddu, per scrutare un po’ nell’oscuro iter produttivo
e distributivo intrapreso da questo film presentato durante la
Festa del Cinema di Roma 2015 e che approderà solo
adesso in sala, il prossimo 1 Dicembre.
Il regista conferma che la sua più
grande fortuna è stata quella di collaborare, in gioventù, proprio
con De Filippo mentre stave traducendo ed adattando La
Tempesta: si occupava delle riprese, mentre un già malato
Eduardo cercava di rendere al meglio le mille sfaccettature dei
singoli personaggi coinvolti nella pièce e tutti interpretati da
lui stesso. Solo anni dopo quest’evento, scoprendo che l’isola
dell’Asinara era diventata un parco protetto, si è reso
effettivamente conto della magnifica bellezza incantata del luogo e
delle sue infinite possibilità per ospitare I fatti narrati
all’interno dell’opera shakespeariana.
Come incipit si è orientato, invece,
verso un’altra opera scritta da De Filippo: la commedia
L’Arte della Commedia, che vede proprio in scena –
fin dall’incipit – un gruppo di guitti (attori girovaghi) che
perdono il loro teatro, andato a fuoco: il prefetto al quale si
rivolgono si rifiuta di aiutarli, ma da quel momento in poi perde
completamente il senso del confine tra realtà e finzione, con
personaggi che si avvicendano sulle scena e che sembrano tutti
attori, incarnazione di una finzione.
L’intento di Cabiddu, insieme
soprattutto a Chiti, era quello di restitutire – attraverso la
scrittura – quella leggerezza tipica del teatro trasferendola sul
grande schermo, muovendosi in bilico tra la lievità e la soavità
che appartiene tipicamente al linguaggio teatrale. Ovviamente,
trattandosi di un adattamento tratto anche da De Filippo, non
poteva mancare un piccolo cameo, all’inizio del film, del figlio
Luca De Filippo (nei panni del capitano del
traghetto diretto verso l’Asinara) e morto un anno dopo la fine
delle riprese: l’esperienza di questo grande maestro e uomo di
teatro ha insegnato a tutti (soprattutto a Cabiddu stesso) a
concentrarsi su un messaggio più ampio che fosse veicolato dal
film, ovvero che bisogna sempre riferirsi e dialogare con le nostre
tradizioni senza perdere la nostra natura, concentrandosi
soprattutto sulle nostre tradizioni culturali e, nello specifico,
teatrali.
Una nuova domanda riguarda, invece,
lo stretto rapporto tra la parola e lo spazio (entrambe
protagoniste assolute ne La Stoffa dei Sogni):
quale dialogo si è creato tra queste due “entità”, in particolare
in relazione allo spazio fisico del paesaggio?
A prendere la parola è sempre
Cabiddu, che conferma ancora una volta come l’isola dell’Asinara
sia già, di per sé, un personaggio vero è proprio: si tratta
infatti di un luogo dal sapore incantato dove può avvenire davvero
tutto, un posto dove il turismo non è la risorsa principale,
permettendo in tal modo agli attori di restare lontani da alcune
comodità della vita moderna (acqua calda, cellulari etc.) e
facendoli immergere in una simbiosi totale tra uomo e natura,
regalando un’esperienza di andata, ritorno ma soprattutto approdo.
Inoltre, sempre parlando dell’apporto fondamentale che ha avuto la
precisa scelta della location, nessun membro della crew si può
esimere dal considerare l’isola come un luogo che ha conferito loro
concentrazione durante il periodo delle riprese, restituendo uno
spazio dall’ampio respiro. Ogni luogo, ogni set naturale era
assolutamente lontano dal concetto stesso di claustrofobia: la
caratteristica era l’ampiezza sconfinata, evocate dal mare, dal
palco ricostruito nel carcere, dalla natura incontaminata della
vegetazione selvaggia, evocando una natural “empatia
scenografica”.
Dopo il regista, a prendere la
parola, sono i due protagonisti e mattatori, gli attori
Sergio Rubini ed Ennio Fantastichini: entrambi
riconfermano il clima incline al cameratismo che si era creato sul
set e il forte legame creato con la natura incontaminata e
pericolosa che li circondava: quest’ultima ha regalato a tutto il
cast la possibilità di maturare un nuovo impatto con lo spazio,
riflettendo sulla sua natura intrinseca che lo rende unico, puro ed
incontaminato, fedele solo a sé stesso.
Anche gli altri due membri del cast,
Teresa Saponangelo e Renato Carpentieri,
condividono il pensiero dei colleghi e sottolineano – ancora una
volta – quelle che sono state le caratteristiche chiave della loro
avventura shakespeariana: il cameratismo e il ruolo portante della
natura, vera “mattatrice” sulla scena, che ha permesso di definire
lo spazio della narrazione conferendo un nuovo respiro al film.
La Stoffa dei Sogni: Gianfranco
Cabiddu presenta il film a Roma
Dopo aver parlato strettamente del
film e della sua essenza, alcune domande spostano il discorso
intavolato durante la conferenza dal piano del “realismo magico” de
La Stoffa dei Sogni alla realtà effettiva, nuda e
cruda: qual è la condizione del cinema italiano oggi e cosa ne
pensano I protagonisti del film, regista, produttori e distributore
incluso?
Ognuno di loro ha in cantiere nuovi
progetti: alcuni ambiziosi (come il film che sta girando
Fantastichini, il biopic The Music of Silence su
Andrea Bocelli diretto da Michael
Radford), altri indipendenti e rischiosi, altri
“multitasking” (come Rubini che approderà a teatro, in TV e al
cinema) oppure più nel solco della tradizione (una fiction targata
Rai per la Saponangelo oppure esperienze di ricerca ed insegnamento
teatrale per Carpentieri), ma non sono comunque esenti dalla
polemica nei confronti dell’industria del cinema italiano: secondo
Ennio Fantastichini, il più coinvolto, oggi tutto
si è trasformato, focalizzando l’attenzione non sulla qualità di un
film quanto sul numero di copie distribuite, vendute o sul totale
degli incassi durante la prima settimana. Più si cerca di piacere a
tutti – aggiunge – più ci si limita, puntando in basso. Il rapporto
conflittuale tra produzione e distribuzione è così complesso solo
in Italia: perfino gli esercenti sono concentrate soprattutto
sull’incasso e non sulla bontà della poesia, una caratteristica che
invece va difesa a qualunque costo; e questo istinto dovrebbe
partire proprio dalle istituzioni, che dovrebbero fornire il buon
esempio non solo dimostrando “simpatia” per l’industria
dell’audiovisivo ma procedendo con una serie di azioni concrete per
migliorare proprio gli aspetti più difficili, sostenendo tutti
coloro che, nel settore, cercano di «combattere il sistema, non di
assecondarlo».
Sergio Rubini,
invece, è pronto a lanciare una nuova polemica rivolta proprio alla
stampa e al rapporto conflittuale che spesso intercorre tra gli
organi di comunicazione e l’industria della quale dovrebbero
parlare: dopo aver citato il commediografo Aristofane con la sua
opera Le Rane, concentra la sua attenzione sul
problema della percezione collettiva che si ha di un film come
La Stoffa dei Sogni che “scomoda” due icone del
teatro mondiale come William Shakespeare ed Eduardo De
Filippo: «non sono loro il vero problema» , sottolinea
Rubini.
Anche il produttore Arturo
Paglia ricorda le varie difficoltà incontrate: il
montaggio complesso, la ricerca degli sponsor, la partecipazione di
Rai Cinema e la regione Sardegna che si sono
impegnate a livello produttivo, oltre a Microcinema
Distribuzione per la diffusione in sala.
Ed è proprio il delegato
della Microcinema a raccontare, dal punto di
vista della distribuzione, la sua avventura sia umana ma
soprattutto lavorativa: il problema nei confronti dell’industria
audiovisiva è ben più ramificato, e si “infittisce” soprattutto
nelle aree provinciali dove manca, alla base, una sorta di
“educazione al gusto” verso prodotti diversi, ricercati e raffinati
del mercato; ovviamente questo problema non è preso in
considerazione dalle istituzioni che se ne dovrebbero occupare. A
livello umano, invece, il suo percorso è coinciso con quello di
Cabiddu sovrapponendosi in più punti: da ragazzo di provincia in
cerca di fortuna a Roma a giovane assistente di Ferruccio
Marotti, diviso tra dipartimenti vari incentrati sullo
spettacolo, questo iter è sembrato riemergere solo davanti alla
lettura del copione di La Stoffa dei Sogni,
spingendolo in tal modo a percepire che quello era davvero il
momento giusto per investire su questo ambizioso progetto, visto
che «se possiamo sognare, perché non farlo dopo aver letto la
poesia?»
È Rubini a chiudere il discorso
prima di approfondirne un altro, sottolineando il fatto che, oggi
come oggi, è impossibile pensare al “Cinema d’Autore” vincolandolo
solo al circuito delle sale: oggi il vero luogo promettente è la TV
(nonostante le discussioni in merito), come mostrano spesso I
risultati oltreoceano è l’ultimo avamposto dov’è ancora possibile
pensare alla qualità della scrittura, in modo tale da preservare
gli autori; si tratta di una scrittura vicina alla modernità che
può raccogliere più soldi permettendo anche di allargare lo spettro
degli ipotetici supporti di distribuzione e fruizione di un’opera.
E sempre l’attore pugliese viene accostato, nella domanda
successive, alla figura immortale di Eduardo De
Filippo: quanto il suo personaggio nel film, il capocomico
Oreste Campese, è un omaggio alle tante maschere del grande
Maestro, come ha interpretato il ruolo meta – teatrale di Prospero
(se sempre con questo modello in mente), e come ha reagito di
fronte al ruolo?
L’attore si è definite
subito entusiasta nei confronti del film: voleva farne parte, per
cui ha aspettato con pazienza le innumerevoli difficoltà superate
dalla produzione e da Cabiddu. Per quanto riguarda il confronto con
De Filippo, oltre ad una vaga (e velata) somiglianza fisica ha
cercato di staccarsi assolutamente da quel modello di partenza e da
qualunque suggestione in merito, lavorando piuttosto sull’empatia
immediata che ha provato, leggendo, nei confronti del personaggio,
liberandosi da ogni tipo di cliché che aveva in mente.
E Fantastichini, invece, come ha
visto e percepito il personaggio del direttore del carcere, il vero
Prospero del film?
Il film – commenta l’attore – è una
sorta di doppio racconto incrociato, che procede lungo due binari
paralleli tra la vita, le situazioni che accadono e nel quale si
ritrovano coinvolti I personaggi: sono queste circostanze che
spingono il direttore del carcere ad identificarsi con Prospero,
uno dei protagonisti de La Tempesta di
Shakespeare. Il copione l’ha coinvolto da subito, spingendolo a
prendere parte al progetto nonostante le innumerevoli difficoltà
che sapeva avrebbe incontrato lungo il percorso; un ulteriore
elemento che l’ha spinto a decidere è stato proprio il fattore
determinante del rapporto tra il direttore e sua figlia, Miranda:
anche Fantastichini nella vita è un padre e gli sta a cuore il tema
della libertà, che è la forma più alta d’amore, la semplice
possibilità di poter lasciar andare I propri figli per vederli
crescere liberi e felici, alla ricerca del loro posto nel
mondo.
Anche la Saponangelo e Carpentieri
intervengono nella questione: la prima era emozionata di fronte
alla sola possibilità di poter adattare un testo di Shakespeare in
una lingua così nobile come il napoletano antico, un dialetto così
aulico: questa opportunità, insieme a quella di aver condiviso il
set con altri attori del genere, l’ha fatta sentire orgogliosa di
essersi lasciata coinvolgere; Carpentieri, invece, è rimasto
positivamente colpito dalla delicatezza di certi momenti narrate da
Cabiddu nel corso del film (come il legame tra i giovani Miranda e
Ferdinando), dove ogni piccolo gesto si trasforma in un grane atto
d’amore o di libertà nonostante la nostra società sia immerse
nell’epoca della velocità, dove tutto è così rapido: qui in questa
storia, al contrario, il tempo e il respiro rallentano recuperando
il loro ritmo natural e la dimensione del sogno. L’attore confessa
inoltre di sognare da sempre di interpretare La
Tempesta nella rilettura di Eduardo: quando, sul set, lo
confesso al figlio Luca De Filippo, la sua replica
fu lapidaria e, ironicamente, basata su un discorso di incassi e
ritorno economico: «ma quella non fa soldi!»
A chiudere la ricca conversazione è,
ancora una volta, Cabiddu stesso che parafrasa Eduardo per parlare
del lavoro sul set: “Nel tetro vero, se non ascolti gli altri non
ascolti te stesso”, e infatti la forza de La Stoffa dei
Sogni sono stati anche i suoi attori che sono stati in
grado di collaborare tra loro ascoltandosi ed escludendo le
suggestioni del mondo esterno dal processo creative (complice anche
al natura impervia del luogo) realizzando, alla fine, un prodotto
collettivo dove ognuno di loro ha trovato qualcosa di sé nel testo
e ha contribuito con un proprio, forte, apporto personale.
L’ultimo pensiero va proprio a
Luca De Filippo, e al ricordo che Cabiddu ha del
suo coinvolgimento nelle riprese: avevano collaborato insieme, a
teatro, innumerevoli volte, e per entrambi questo film
rappresentava la possibilità di rendere omaggio ad un modo
tradizionale di fare – e vedere – il teatro: a maggior ragione
nell’ultimo periodo (prima della sua prematura scomparsa), le
preoccupazioni maggiori che aveva erano legate alla sorte della
propria compagnia una volta che non ci sarebbe stato più. Ma, come
accade sulla scena, anche nella vita è la tradizione che permette
al tempo di aggiustare tutto e di poter continuare, incessante, a
scorrere.
Di seguito sono state pubblicate
anche alcune foto dal film e il primo intenso poster.
Il film, dalla produzione turbolenta
doveva essere la pallicola più lunga della produzione di
Scorsese, sfociando nelle tre ore. Deadline ha però annunciato che il film sarà
lungo 2 ore e 39 minuti, una durata comunque considerevole ma negli
standard dei grandi film storici protagonisti in genere della
stagione dei premi.
Silence è basato
sul romanzo di Shusaku Endo (adattato per lo schermo da Jay Cocks)
ed è ambientato nel 17° secolo: segue la storia di due sacerdoti
gesuiti mentre affrontano violenze e persecuzioni quando viaggiano
in Giappone per individuare il loro mentore e per diffondere il
vangelo del cristianesimo. Il cast del film include Andrew
Garfield, Ken Watanabe, Liam Neeson, Adam Driver, Ciaran Hinds e
Tadanobu Asano.