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Il gioco delle coppie: trama, cast e curiosità sul film

Il gioco delle coppie: trama, cast e curiosità sul film

Sempre più negli ultimi anni Olivier Assayas si è affermato come uno degli autori più interessanti e acuti della cinematografia francese. Tra i suoi titoli più recenti, Sils Maria e Personal Shopper hanno conquistato numerose lodi e portato nuove riflessioni sul ruolo dell’arte e e del suo rapporto con l’essere umano. Nel 2018, invece, Assayas ha presentato Il gioco delle coppie (il cui titolo originale è Doubles vies, letteralmente “doppie vite”). Si tratta di un film insolito nella sua filmografia, poiché è questo una pura commedia ricca di situazioni e dialoghi sagaci. Un genere a suo modo inedito nel cinema di Assayas, che riesce però a raccontare ugualmente qualcosa della contemporaneità.

Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, con Il gioco delle coppie (qui la recensione) Assayas costruisce dunque un confronto serrato tra analogico e digitale, realtà e finzione, vita e letteratura. La doppia vita non è dunque solo quella che i personaggi possiedono, ma si estende anche al mondo della comunicazione sempre più frammentato e in costante mutamento proprio come se, appunto, stesse vivendo una seconda vita. Per Assayas il cuore del racconto è dunque il modo in cui si sceglie di rapportarsi a queste inevitabili trasformazioni, tra chi vi si oppone fermamente e chi invece vi si adatta ritrovandovi dei vantaggi.

Il gioco delle coppie è dunque una fotografia dei nostri tempi, spesso esilarante, alimentata da una serie di conversazioni su ciò che questa transizione tecnologica significa per tutti noi, su cosa si guadagna e cosa si perde. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il gioco delle coppie: la trama del film

In Il gioco delle coppie, Alain Danielson è un editore parigino di successo che fa fatica ad adattarsi alla rivoluzione digitale che sta investendo il mondo della comunicazione e dell’editoria. Mentre cerca di capire come muoversi all’interno di questo caotico territorio per lui ancora inesplorato, egli cerca di continuare il suo lavoro nel modo più tradizionale possibile, leggendo e selezionando nuovi manoscritti da pubblicare. Tra questi compare anche il nuovo romanzo di Leonard Spiegel, suo autore e amico da lungo tempo. Alain, che non ha mai mancato di pubblicare i libri di Leonard, si trova inaspettatamente a doversi opporre a questa nuova opera.

Il lavoro di Leonard risulta infatti già vecchio e profondamente banale. Eppure,  Selena, moglie di Alain e attrice di successo, sembra aver preso molto a cuore il progetto, considerandolo un vero capolavoro, il miglior libro mai scritto da Leonard. Di parere opposto sembra invece la moglie dello scrittore, Valérie, la quale è ormai totalmente disinteressata al marito in favore della sua brillante carriera. A complicare la situazione l’azienda di Alain assume una giovane e ambiziosa donna, Laure, con il compito di facilitare l’accesso dell’azienda nell’era digitale. Ben presto, i rapporti di questi personaggi finiranno per intrecciarsi e diventare caotici come il mondo della comunicazione che li circonda.

Il gioco delle coppie cast

Il gioco delle coppie: il cast del film

Ad impreziosire il film di Assayas vi sono alcuni tra i più celebri interpreti del cinema francese, a partire da Guillaume Canet nei panni dell’editore Alain. Recentemente visto in titoli come Gli infedeli, 7 uomini a mollo e La belle époque, Canet si disse molto interessato al progetto di Assayas, apprezzando la volontà di raccontare il mondo della comunicazione contemporanea attraverso il genere della commedia. Accanto a lui, nel ruolo di sua moglie Selena, vi è l’attrice vincitrice del premio Oscar Juliette Binoche. Per lei si è trattato del terzo film girato sotto la regia di Assayas dopo Ore d’estate sils Maria.

L’attore Vincent Macaigne, visto anche in Eden, C’est la vie e The French Dispatch, interpreta invece lo scrittore Leonard. Per lui è stata la prima collaborazione con Assayas. Nei panni della moglie Valérie si ritrova invece Nora Hamzawi, vista poi l’anno successivo nell’acclamato film Alice e il sindaco. La giovane Christa Théret, celebre grazie ai film Cacciatore di teste, LOL – Il tempo dell’amore e La figlia del capo, interpreta qui il ruolo di Laure, la giovane neo impiegata presso l’azienda di Alain. Nel film si ritrovano poi gli attori Pascal Greggory, visto in La vie en Rose e Frankie, nel ruolo di Marc-Antoine Roulvel e Antoine Reinartz in quello di Blaise.

Il gioco delle coppie: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il gioco delle coppie è infatti disponibile nei cataloghi di Chili e Rai Play. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 10 maggio alle ore 21:15 sul canale Rai 5.

Fonte: IMDb

Il gioco delle coppie, il trailer del nuovo film di Olivier Assayas

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Sono stati diffusi in rete da I Wonder Pictures il trailer e il poster di Il gioco delle coppie, il cui titolo originale è Non Fiction (Double Vies), il nuovo film di Olivier Assayas presentato nella selezione ufficiale dell’ultimo Festival di Venezia e premiato dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani SNCCI.

Ecco il trailer:

Il film che ha divertito il pubblico dell’ultima Mostra del Cinema di Venezia, firmato dal regista francese Olivier Assayas, arriva in sala in Italia dal 3 gennaio, distribuito da I Wonder Pictures, col titolo italiano IL GIOCO DELLE COPPIE (titolo internazionale Non Fiction – Doubles Vies). Nel cast, Guillaume Canet, Juliette Binoche, Vincent Macaigne, Nora Hamzawi, Christa Théret, Pascal Greggory.

Il film è stato designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI con la seguente motivazione: «Acuto narratore della contemporaneità, stavolta Assayas ci porta con la sua brillante scrittura dentro un confronto serrato tra analogico e digitale, realtà e finzione, vita e letteratura, in una giostra, apparentemente leggera e scanzonata, dove anche tradimenti e segreti rappresentano un segnale evidente di questi tempi controversi».

Ecco il poster del film:

Il gioco delle coppie poster
Analogici o digitali, fedeli o fedifraghi… Il Vecchio Mondo, quello di carta e libri, e il Nuovo Mondo, quello degli e-book e del digitale… Olivier Assayas racconta con brio queste trasformazioni dei tempi moderni in una raffinatissima commedia che indaga le relazioni e i giochi di coppia di un gruppo di uomini e donne sull’orlo di una crisi di valori e certezze. Una fotografia dei nostri tempi, spesso esilarante, alimentata da una serie di conversazioni su ciò che questa transizione tecnologica ha significato per tutti noi, su cosa si guadagna e cosa si perde.

Alain (Guillaume Canet) è un editore di libri di successo e sicuro di sé che lotta con i pro e i contro della sua vita professionale e privata. Il suo rapporto con la moglie Serena, star delle serie tv (Juliette Binoche), è un po’ stantio, e deve trattare delicatamente con uno dei suoi autori di lunga data (Vincent Macaigne), per la pubblicazione del suo nuovo libro. A complicare la situazione è l’interesse di Alain per i media digitali e social, che lo ha portato ad assumere una giovane donna incredibilmente ambiziosa come “responsabile della transizione digitale” nella sua azienda…

Leggi la recensione de Il gioco delle coppie

«Il nostro mondo è in continuo cambiamento – dichiara il regista – è sempre stato così. La questione è la nostra capacità di tenere d’occhio tale flusso, di capire che cosa è veramente in gioco e poi di adattarci o meno. Dopo tutto, questo è il senso della politica e dell’opinione pubblica. La digitalizzazione del nostro mondo e la sua riduzione ad algoritmi è il vettore moderno di un cambiamento che ci confonde e ci travolge inesorabilmente. Questo film cerca di osservare, a volte in modo divertente, le domande che assillano ciascuno di noi».

Il film è scritto e diretto dal pluripremiato regista Olivier Assayas (Qualcosa nell’aria, Sils Maria, Personal Shopper), la fotografia è di Yorick Le Saux, il montaggio di Simon Jacquet, è prodotto da Charles Gillibert – CG Cinéma, in coproduzione con Vortex Sutra ARTE France Cinéma, Playtime in associazione con Lynk Investment Trading Service Construction Company Ltd, con la partecipazione di ARTE France, Canal+, Cine+. In Italia è distribuito da I Wonder Pictures dal 3 gennaio.

Il gioco della piramide: trailer della nuova serie thriller sudcoreana

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Paramount+ ha presentato il trailer ufficiale della nuova serie thriller sudcoreana Il gioco della piramide (Pyramid Game). Il gioco della piramide è interpretato dagli attori Kim Jiyeon (Twenty-Five Twenty-One), Jang Da A, RYU DA IN, Shin Seul Ki e Kang Na Eon. La serie è diretta da Bak So Yeon (The Heavenly Idol) e scritta da Choi Sui.

Dopo BARGAIN e A BLOODY LUCKY DAY, acclamati dalla critica, Il gioco della piramide è il nuovo progetto sviluppato da Paramount+ e TVING grazie a una partnership tra Paramount e la principale società di intrattenimento CJ ENM. IL GIOCO DELLA PIRAMIDE è prodotto da Film Monster e CJ ENM STUDIOS e distribuito da Paramount Global Content Distribution al di fuori di Corea, Giappone e Taiwan.

Il gioco della piramide in streaming, quando esce!

Il gioco della piramide in streaming uscirà con tutti i 10 episodi saranno trasmessi in anteprima giovedì 30 maggio su Paramount+ in Italia, oltre che negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Canada, Australia, America Latina, Brasile, Francia, Germania, Svizzera e Austria.

Il gioco della piramide: trama

Ne Il gioco della piramide, Seong Su-ji è una studentessa appena arrivata alla Baekyeon Girls’ High School. Tra i bulli, lo studio e la lotta per la popolarità, il liceo sembra già un gioco di sopravvivenza per Su-ji. Ma quando le viene presentato un sistema di classificazione che sceglie gli emarginati della classe attraverso un voto segreto, Su-ji deve decidere se accettare il suo status e le sue violente conseguenze o guidare una rivolta contro il “Gioco della Piramide”.

Il gioco del destino e della fantasia, il trailer del film dal 26 agosto al cinema

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«Divertitevi ad essere sorpresi dall’imprevedibilità del mondo!». Certe volte bastano solo otto parole (e un punto esclamativo) per condensare una filosofia artistica. O, almeno, bastano ad Hamaguchi Ryusuke, nome forte del nuovo cinema giapponese. Una filosofia, una visione, che gli ha fatto vincere a distanza ravvicinata l’Orso d’Argento a Berlino con Il gioco del destino e della fantasia (Wheel of Fortune and Fantasy) e il premio per la miglior sceneggiatura a Cannes con Drive My Car.

Sarà la Tucker Film, reduce dal successo della monografia su Wong Kar Wai, a portare nei cinema italiani entrambi i capolavori di Hamaguchi, cominciando da Il gioco del destino e della fantasia: l’uscita è fissata per giovedì 26 agosto, mentre l’uscita di Drive My Car è programmata per la fine di settembre.

Cosa succede quando il caso comincia a muovere le sue pedine? Quanto può influire sulla nostra vita un semplice imprevisto? Il gioco del destino e della fantasia indaga sulla rotta di collisione tra cuore e sorte. Un tema per cui Hamaguchi elabora tre variazioni narrative, dettando il ritmo attraverso i dialoghi (Hamaguchi firma anche lo script) e disegnando quattro intensi personaggi femminili alle prese con i propri sentimenti, con la propria immaginazione e con l’imprevedibile geometria delle coincidenze e delle casualità. Questo il filo rosso che mette in connessione i tre capitoli (Magia, Porta spalancata, Ancora una volta) e le anime delle quattro donne (Meiko, Nao, Natsuko, Nana), questo il motore di un grande film dove Tokyo, pur mantenendo la propria essenza giapponese, diventa teatro di emozioni universali…

Nato nel 1978 a Kanagawa, Hamaguchi Ryusuke si è laureato all’Università di Tokyo e ha studiato regia alla Tokyo University of the Arts. Il film con cui si è laureato, Passion, è stato selezionato per il Tokyo Filmex del 2008, ma la vera svolta è avvenuta con Happy Hour (2015), della durata di oltre cinque ore, che ha fatto incetta di premi. Il suo primo film commerciale, Asako I & II, è stato selezionato in concorso al Festival di Cannes nel 2018. Due anni più tardi, Hamaguchi ha firmato la sceneggiatura di Wife of a Spy di Kurosawa Kiyoshi (Leone d’Argento).

Il Giocatore: Rounders – recensione del film con Matt Damon

Il Giocatore: Rounders – recensione del film con Matt Damon

Il Giocatore: Rounders è il film del 1998 diretto da John Dahl e con protagonisti nel cast Matt Damon, Edward Norton, Martin Landau, John Turturro, Famke JanssenJohn Malkovich.

  • Anno: 1998
  • Regia: John Dahl
  • Cast: Matt Damon, Edward Norton, Martin Landau, John Turturro, Gretchen Mol, John Malkovich, Famke Janssen

La trama del film Il Giocatore: Rounders

Trama: Michael (Matt Damon, protagonista “acqua e sapone” perfettamente a suo agio nella parte)  è uno studente newyorkese di giurisprudenza che ha una passione (o forse un’ossessione compulsiva) per il poker. È abile, ha fiuto, si sa muovere in mezzo agli “squali” e sa come spennare per bene i “polli” più ingenui.

Una sera crede di compiere il colpo della sua vita vincendo contro il russo Teddy Kgb (John Malkovich), affiliato della mala, battendolo direttamente sul suo campo di gioco (il club di sua proprietà); ma il ragazzo sbaglia i calcoli, forse pecca di Hybris e si abbandona alla propria arroganza…  fatto sta che perde la partita. 30.000$ dollari, i risparmi di una vita, la retta universitaria, e perfino il suo rapporto con la fidanzata Jo (Gretchen Mo) ne risente.

L’amico, giocatore e mentore Joey Knish (John Turturro) gli offre un lavoro serio, pulito. Per sei mesi Mike esce dal giro, smette di giocare. Ma il richiamo del tavolo verde è troppo forte, e le mille luci di Las Vegas semplicemente irresistibili… la situazione si complica ulteriormente quando esce di prigione l’amico di sempre, il “fratello” Lester Murphy detto “verme”- nomen omen, come dicevano i latini- (Edward Norton), il quale non faticherà troppo a riportarlo sulla “retta via” del vizio e del gioco…

Analisi: Nel 1998 il regista John Dahl regala alla storia del cinema un film senza grandi pretese ma con un cast all-stars assolutamente d’eccezione che riesce a diventare in breve tempo un oggetto di culto non solo per gli appassionati del genere.

Il Giocatore, il mondo del poker attraverso gli occhi di un giovane Matt Damon

Il Giocatore è un film sullo sport? Probabile, se mescolare un mazzo di carte e calare una mano vincente è uno sport nazionale. Perché Il Giocatore Rounders analizza nel profondo il mondo del poker filtrandolo attraverso gli occhi di un giovane, ma esperto, giocatore (un rounder, appunto) che sa bene come giocare le carte che il destino gli ha servito, non senza incontrare numerosi ostacoli sul proprio cammino.

A suo modo, forse, può anche  raccontare una storia esistenziale, perché Michael ha sempre respirato e vissuto in quel mondo, lui le regole del gioco non le ricorda nemmeno più: ormai fanno parte del suo dna, del suo tessuto umano e personale. E negando la sua vera natura- o “vocazione”, se preferite- per amore della fidanzatina Jo non raggiungerà la felicità personale né la piena realizzazione di sé.

Snodandosi tra citazioni dei più famosi giocatori della storia del poker e partite giocate fino all’ultimo respiro, il film Il Giocatore risulta, in definitiva, un pregevole prodotto pronto a soddisfare qualunque tipo di palato, dall’appassionato pokerista al cinefilo più incallito fino allo spettatore casuale.

La regia asciutta, mai prolissa, la trama scarna ed essenziale come i dialoghi ricreano con sapiente maestria il sottobosco newyorkese popolato da volti pallidi e stanchi, barbe sfatte dopo sessantaquattro ore di partita, mafiosi russi, creditori sadici, club fumosi, night-club infimi e bari da quattro soldi; sembra quasi di ritrovare, in quei vicoli malfamati illuminati dalle luci artificiali le atmosfere del miglior Martin Scorsese “nudo e crudo”, e la voce narrante di Michael che fa da “colonna sonora” alle prime immagini ci riporta dalle parti del cinema noir, come nei grandi classici della letteratura hard-boiled.

Nonostante sia una pellicola lenta e riflessiva, proprio come una partita di poker, dove fino alla fine si attende il colpo di scena che sovvertirà la partita e decreterà il vincitore, forse ci regala alcune tra le più belle interpretazioni degli attori protagonisti: un taciturno John Malkovich impone la propria presenza sullo schermo pur pronunciando soltanto una manciata di parole, ma il suo modo di masticare i biscotti Oreo non lascia spazio all’immaginazione… Edward Norton è perfetto nel ruolo di verme, un viscido codardo che risulta, però, agli occhi dello spettatore come un’irresistibile canaglia; Matt Damon mette in scena in modo credibile e intenso il dilemma morale e personale che affligge il suo personaggio: mollare tutto e mettere la testa apposto, oppure assecondare la propria vera natura?

Come insegna il professor Abe Petrovsky (interpretato da un convincente Martin Landau), è difficile non seguire la propria vocazione. Anche se il gioco potrebbe rivelarsi più pericolo del previsto e si potrebbe correre il rischio di… restare bruciati.

Il gigante: trama, cast e curiosità sul film con James Dean

Il gigante: trama, cast e curiosità sul film con James Dean

Sono bastati tre film all’attore James Dean per entrare nella storia del cinema come uno dei più importanti interpreti di sempre. Un talento unico il suo, tragicamente spezzato all’età di 24 anni in seguito ad un incidente d’auto. Tra il 1955 e il 1956 egli si è infatti distinto con le pellicole La valle dell’Eden, Gioventù bruciata e, in ultimo, Il gigante. Sono queste le sue uniche volte da protagonista, dove ha potuto dar prova di tutta la sua intensità e del suo valore. Il suo ultimo film, diretto da George Stevens e basato sull’omonimo romanzo di Edna Ferber, è ancora oggi considerato uno dei più belli della storia.

Il film è un ritratto epico di una potente famiglia di allevatori del Texas (il gigante del titolo) sfidata dai tempi che cambiano e dall’arrivo del grande petrolio. Allo stesso tempo, è un’opera che riflette sulla società statunitense, sul razzismo e sull’importanza dei diritti umani. Al momento della sua uscita in sala fu accolto da pareri critici estremamente entusiasti, che ne evidenziavano la profondità delle tematiche e della sua ricca messa in scena. Si rivelò anche un grande successo di pubblico, arrivando a guadagnare oltre 39 milioni di dollari a fronte di un budget di appena 5.

Candidato a ben nove premi Oscar, ma vincitore soltanto di quello per la miglior regia, il film è dunque un’opera imprescindibile per i cinefili e gli appassionati spettatori. La grandezza de Il gigante è infatti anche quella di saper apertamente parlare anche al pubblico di oggi. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il gigante: la trama del film

La vicenda si svolge nel Texas degli anni Venti, un’epoca di transizione e di pieno sviluppo per gli Stati Uniti, sempre più indirizzati verso la modernità. In questo contesto il barone Bick Benedict sposa la bellissima Leslie Lynnton e la relega al ruolo di moglie. La donna deve infatti da subito misurarsi con una serie di difficoltà all’interno della sua nuova casa, tra cui l’ostilità della cognata Luz Benedict, ma anche il modo di pensare locale, estremamente chiuso e patriarcale. Allo stesso tempo, anche Bick ha i suoi problemi, notando i mutamenti del suo mondo ma incapace ad adattarvisi per via dei suoi valori ormai all’antica. Ciò è ben presto causa di crisi economica per la famiglia.

Tra i braccianti di Bick spica Jett Rink, il quale si innamora perduta di Leslie, pur consapevole dell’impossibilità di dare un futuro a quell’amore. Inaspettatamente, egli si ritrova però ad ereditare un piccolo terreno che cambierà per sempre le sue sorti. Quel pezzo di terra, infatti, rivela giacimenti di petrolio che conferiranno al giovane ricchezza e prestigio inimmaginabili. Ora egli ha la possibilità di conquistare Leslie e condurla verso una vita felice. Prima, però, dovrà fare i conti con Bick, il quale non è disposto a vedersi privato anche della sua donna. La rivalità tra i due avrà così inizio, destinata a durare per anni.

Il gigante cast

Il gigante: il cast del film

Ad interpretare il ruolo del bracciante Jett Rink vi è l’attore James Dean, il quale desiderava così tanto recitare in questo film da accettare di lavorare per il minimo salariale. Per interpretare al meglio il suo ruolo, egli fece in modo che i cowboy locali gli insegnassero come maneggiare un lazo e il cappello affinché potesse risultare più realistico nel maneggiarli. Egli decise infatti di calarsi quanto più possibile nel ruolo, assumendo una serie di atteggiamenti e movenze tipiche di un uomo di quel periodo. Tale metodo lo portò ad avere diversi scontri con il regista, il quale però non riuscì a fargli cambiare atteggiamento. Per la sua intensa interpretazione, Dean venne candidato ai premi Oscar come miglior attore protagonista e fu il primo a ricevere tale onore postumo.

Nei panni di Bick Benedict vi è invece il noto attore Rock Hudson. Questi venne scelto principalmente per la sua possibilità di risultare realistico sia come uomo di trent’anni che come sessantenne, come appare il suo personaggio alla fine del film. Durante le riprese, però, Hudson non ebbe un buon rapporto con Dean, criticando anch’egli il suo metodo lavorativo. L’astio tra i due li aiutò a risultare ancor più realistici nel dar vita a quello dei loro personaggi. Per il ruolo di Leslie Lynnton, fu infine Hudson a scegliere l’attrice Elizabeth Taylor. Nel film sono poi presenti Dennis Hopper nel ruolo di Jordan Benedict III e Carroll Baker per Luz Benedict II. L’attrice Mercedes McCambridge è invece Luz Benedict, sorella di Bick.

Il gigante: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il gigante è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 6 aprile alle ore 21:00 sul canale Warner TV.

Fonte: IMDb

Il Gigante di Ferro: Vin Diesel annuncia il sequel?

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Il Gigante di Ferro: Vin Diesel annuncia il sequel?

Proprio oggi abbiamo riportato la notizia del ritorno nei cinema Usa del film Il gigante di ferro in versione rimasterizzata, in vista di una edizione digital video che verrà presentata al Comic Con 2015.

Ora Vin Diesel, attore che doppiava il personaggio, potrebbe aver rivelato una notizia ancora più interessante: WB starebbe preparando un sequel. Ecco cosa ha scritto l’attore:

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Il gigante di ferro racconta la storia dell’amicizia che nasce fra Hogarth, un bambino di 9 anni orfano del padre e un enorme robot di metallo, piovuto dal cielo in una notte di pioggia. Ciò che era stato creato per essere un’arma mortale diventa, grazie a questo profondo legame, umano ed intensamente sensibile, fino a compiere l’estremo sacrificio per le persone che ama ed in cui crede.

Fonte: CBM

Il gigante di ferro torna al cinema: il nuovo poster

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Il gigante di ferro torna al cinema: il nuovo poster

Il gigante di ferro torna al cinema in versione rimasterizzata. Il 30 settembre e il 4 ottobre l’esordio alla regia di Brad Bird ritorna nei cinema Usa, in vista di una edizione digital video che verrà presentata al Comic Con 2015 in corso.

La storia dell’amicizia che nasce fra Hogarth, un bambino di 9 anni orfano del padre e un enorme robot di metallo, piovuto dal cielo in una notte di pioggia. Ciò che era stato creato per essere un’arma mortale diventa, grazie a questo profondo legame, umano ed intensamente sensibile, fino a compiere l’estremo sacrificio per le persone che ama ed in cui crede.

Nella versione originale del 1999, il gigante robot protagonista era doppiato da Vin Diesel.

Di seguito il nuovo poster del film:

Il gigante di ferro

Il Gigante di Ferro torna al cinema, ecco il trailer

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Il Gigante di Ferro torna al cinema, ecco il trailer

Il gigante di ferro torna al cinema in versione rimasterizzata. Il 30 settembre e il 4 ottobre l’esordio alla regia di Brad Bird ritorna nei cinema Usa, in vista di una edizione digital video che verrà presentata al Comic Con 2015.

La storia dell’amicizia che nasce fra Hogarth, un bambino di 9 anni orfano del padre e un enorme robot di metallo, piovuto dal cielo in una notte di pioggia. Ciò che era stato creato per essere un’arma mortale diventa, grazie a questo profondo legame, umano ed intensamente sensibile, fino a compiere l’estremo sacrificio per le persone che ama ed in cui crede.

Nella versione originale del 1999, il gigante robot protagonista era doppiato da Vin Diesel.

Il Gigante di Ferro al Tiff 2015 [foto]

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Brad Bird sta promuovendo la versione rimasterizzata del suo esordio alla regia nonchè uno dei suoi migliori film e trai migliori film d’animazione della storia del mezzo espressivo, Il Gigante di Ferro. Ecco le foto della presentazione al Tiff 2015.

Il giardino delle vergini suicide: 10 cose che non sai sul film

Il giardino delle vergini suicide: 10 cose che non sai sul film

Il giardino delle vergini suicide è uno dei film che ha segnato il cinema di fine anni ’90, raccontando sentimenti ed emozioni della fascia d’età adolescenziale, rimanendo un film autoriale, preciso e rispettoso.

Sofia Coppola, dopo alcuni corti, ha debuttato alla regia proprio con questo lungometraggio che ha da subito avuto pareri e critiche positive, sia per quanto riguardano le tematiche narrate (in quanto la regista è stata anche sceneggiatrice) sia per le sue innate qualità registiche.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Il giardino delle vergini suicide.

Il giardino delle vergini suicide film

1. A Sofia Coppola era stato consigliato il libro. Sembra che Thurston Moore della band Sonic Youth abbia suggerito di leggere Il giardino delle vergini suicide a Sofia Coppola, prestandole una copia. Dopo averlo letto, la regista decise di adattarlo in un film.

2. La Coppola non era l’unica interessata all’adattamento. Dopo aver scritto la sceneggiatura, Sofia Coppola ci rimase male nel sapere che già un’altra compagnia stava lavorando ad un adattamento del libro. Tuttavia, essi non erano contenti del loro lavoro, così lei mostrò loro il suo lavoro che alla fine venne usato per la realizzazione del film.

3. Un film per teenager (e non solo) di qualità. Stando alle dichiarazioni della regista, sembra che lei abbia voluto realizzare Il giardino delle vergini suicide perché connessa con i temi affrontati nell’omonimo romanzo e anche per la volontà di dare vita ad un film sui teenagers che fosse di qualità, con una buona fotografia e trattando gli argomenti con il dovuto rispetto.

Il giardino delle vergini suicide streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere questo film, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle piattaforme di streaming digitale legale come Rakuten Tv, Google Play e iTunes.

Il giardino delle vergini suicide cast

5. Scarlett Johansson era stata considerata per un ruolo. Dopo averla vista nel film Manny & Lo (1996), Sofia Coppola trovò che Scarlett Johansson sarebbe stata perfetta nel suo film e le offrì un ruolo. Tuttavia, l’attrice considerò la sceneggiatura troppo intensa e preferì rifiutare l’offerta.

6. Una prova d’attrice per Kirsten Dunst. Secondo Kirsten Dust, interpretare il ruolo di Lux Lisbon è stata una prova attoriale non di poco conto. È proprio grazie al suo personaggio che la giovane attrice ha potuto dimostrare di avere tutte le capacità per interpretare un ruolo complesso.

Il giardino delle vergini suicide libro

7. Il film è l’adattamento di un romanzo del 1993. In quell’anno venne pubblicato il romanzo Le vergini suicide, scritto da Jeffrey Eugenides. Con questo libro, l’autore cerca di raccontare la vita dei teenager e, attraverso un narratore che si fa portavoce di un gruppo di ragazzi, viene raccontatala storia delle cinque sorelle Lisbon a distanza di vent’anni dallo svolgimento degli eventi.

8. Il romanzo è anche una fotografia sui legami famigliari. Oltre che analizzare l’adolescenza vissuta dai protagonisti, il libro di Eugenides prova a fare una fotografia circa le dinamiche che uniscono una famiglia, l’evoluzione che può avvenire e le conseguenze dettate da certe azioni, proponendo un parallelismo con la malattia che colpisce gli alberi della città.

9. Cinque copie della stessa ragazza. Se si legge attentamente il romanzo, ci si può rendere conto come le cinque ragazze non siano altro che punti di vista e osservazioni di una stessa ragazza, mentre altre volte ognuna sembra essere completamente diverse dall’altra.

Il giardino delle vergini suicide frasi

il giardino delle vergini suicide

10. Frasi che rimangono nella memoria. Non sono molti i film che riescono a rimanere nella memoria collettiva grazie a delle frasi incisive: tuttavia, questo è stato il caso de Il giardino delle vergini suicide. Ecco, allora, qualche esempio:

  • Evidentemente lei, dottore, non è mai stato una ragazzina di tredici anni… (Cecilia Lisbon)
  • Scoprimmo che le ragazze sapevano tutto di noi e che noi non potevamo capirle affatto.
  • Quello che abbiamo qui è un sognatore. Qualcuno completamente fuori dalla realtà (Tim Weiner)
  • Nel corso degli anni sono state dette tante cose sulle ragazze, ma non abbiamo mai trovato una risposta. In fondo non importava la loro età, né che fossero ragazze… La sola cosa che contava è che le avevamo amate… e che non ci hanno sentito chiamarle… e ancora non ci sentono che le chiamiamo perché escano dalle loro stanze… dove sono entrate per restare sole per sempre… e dove non troveremo mai i pezzi per rimetterle insieme.

Fonti: IMDbThe Guardian

Il giardino delle parole: i paesaggi reali confrontati con le scene dell’anime

Il giardino delle parole, è un film d’animazione giapponese del 2013 prodotto da Comix Wave Films e diretto da Makoto Shinkai. Il film, ambientato a Tokyo durante la stagione delle piogge, è incredibilmente fedele alla rappresentazione della città, che appare verde e luccicante sotto lo scorrere dell’acqua. Ecco alcune immagini del film in confronto con le rispettive vedute “dal vero” della città raccolte dal sito Nijipoi. Il risultato è incredibile:

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Il giardino delle delizie: 90 anni del film di Alfred Hitchcock

Il giardino delle delizie: 90 anni del film di Alfred Hitchcock

Domenica 7 giugno 1925 un treno carico di turisti proveniente da Monaco giunge alla stazione di Genova. A bordo, fra i numerosi passeggeri recalcitanti vi sono l’attore Miles Mander, il cameraman e barone Giovanni Ventimiglia, un’anonima attrice di origine orientale e un giovanissimo regista di cui nessuno conosce ancora il nome. Il corpulento ragazzetto che guida il gruppo è nientemeno che il ventiseienne Alfred Hitchcock, giunto in Italia per dare il primo giro di manovella al film d’esordio della sua carriera, un dramma amoroso dal titolo The pleasure garden (edito in italiano come Il giardino delle delizie ma anche Il labirinto delle passioni).

Il giovanissimo autore nato a Leytonstone nel 1899 da una famiglia di fruttivendoli dell’Est End di Londra, dopo un brevissimo quanto fulminante apprendistato come grafico e disegnatore dei cartelli per i film muti nel distaccamento inglese della Famous Player-Lasky (la futura Paramount), aveva avuto la possibilità di esordire nel suo primo esperimento di regia, purtroppo naufragato e perduto, con il cortometraggio Number 13 del 1922, per poi farsi le ossa con ben due esperienze di co-regia nel 1923 in altri due cortometraggi, Dillo sempre a tua moglie e Donna contro donno, grazie alle quali ebbe modo di incontrare la montatrice, collaboratrice e futura moglie Alma Reville. Dopo aver stretto un forte sodalizio con il produttore inglese Michael Balcon, assieme al regista e mentore Graham Cutts Hitchcock si era trasferito in Germania per collaborare alla regia di Il furfante, realizzato negli studi della UFA, all’epoca il complesso di teatri di posa più all’avanguardia in Europa.

In seguito ad alcuni screzi con Cutts sorti durante la collaborazione de Il peccato della puritana, Balcon, avendo riconosciuto le grandi e promettenti capacità del giovane Hitchcock decise di affidarlo agli studi tedeschi della Emelka, dandogli la possibilità di imparare direttamente dallo stile dei grandi registi tedeschi dell’espressionismo, primo fra tutti F.W. Muranu, e fu proprio Balcon che, grazie ad una co-produzione con la Decla Bioschop di Erich Pommer, diede al giovane regista la possibilità di realizzare il primo vero film della sua carriera. Scritturando alcune star di prima grandezza come gli attori Virginia Valli, Miles Mander e Ferdinad Martini, grazie alla collaborazione di un cast tecnico di scafati professionisti e un ottimo soggetto tratto dal romanzo di Oliver Sandys, Balcon mise in mano ad un esordiente (ma non inesperto) Hitchcock la possibilità di realizzare un pellicola innovativa dallo stile tipicamente americano e dunque esportabilissima.

Il film narra la vicenda di Patsy, una giovane ballerina di cabaret che sposa il soldato di fortuna Levett, il quale è costretto subito dopo il matrimonio a partire in missione per le colonie inglesi dei tropici. Passati alcuni anni durante i quali si viene a sapere che Levett versa in gravi problemi di salute, Patsy decide di andare a trovarlo e scopre che il marito è diventato un alcolizzato e si è risposato con un’indigena del luogo. Durante il tragico finale la giovane amante tropicale muore suicida affogata e Levett finisce ammazzato da un colpo di fucile sparato dal dottor Jill, medico della colonia che ben presto consolerà la povera ed affranta Patsy.

Dopo aver girato molte delle scene in interni negli stabilimenti dell’Emelka di Monaco, Hitchcock decise di trasferirsi con una piccola troupe in Italia, in particolare a Genova dove vennero girate le inquadrature del varo della nave di Levett, a San Remo dove ebbe luogo la scena del suicidio in acqua dell’amante indigena e nientemeno che sulle splendide rive del lago di Como, dove nel suggestivo paesino di Contesa sul Lario vennero girate le sequenze della luna di miele dei giovani sposi.

Ma a cominciare da quel fatidico giorno di novant’anni fa Hitchcock visse un vero e proprio “battesimo del fuoco” poiché la lavorazione del film in territorio italiano fu minata da numerose peripezie: il sequestro della macchina da presa (non dichiarata alla dogana) e dei 3000 metri di pellicola al confine con l’Austria; il furto di oltre 10.000 lire che costrinsero Hitchcock a chiedere un prestito alla troupe per poter alloggiare in albergo e l’improvvisa ed inattesa visita sul set delle attrici (non invitate!) Virginia Valli e Carmelita Geraghty, abituate a vivere lussuosamente e che rischiarono di prosciugare in un solo giorno l’intero budget del film in toilette e alloggi a cinque stelle. Malgrado questi inconvenienti il film venne portato a termine e piacque così tanto a Balcon da convincerlo ad affidare all’ormai battezzato Hitch la regia di una nuova produzione dal titolo L’aquila della montagna (1926), film oggi considerato perduto di cui rimangono solo alcuni fotogrammi. The pleasure garden pur essendo un film d’esordio contiene già una serie di temi e soluzioni artistiche che anticipano di fatto la produzione matura del maestro del brivido, come ad esempio la presenza del tema del voyeurismo e i riferimenti metalinguistici all’atto di visione teatrale nella sequenza di apertura, così come l’ormai famoso humor che vena l’intera opera del regista, senza dimenticare un uso sperimentale ed innovativo dei virtuosistici movimenti di macchina.

Dopo una fugace prima uscita in Germania il 3 novembre 1925 e un congelamento di oltre due anni dovuto alla non completa soddisfazione dei distributori, finalmente il 14 gennaio 1927 la pellicola uscì in Inghilterra, suscitando giudizi entusiasti da parte del pubblico e dei critici, i quali elogiavano lo stile innovativo e la bravura del giovane regista e notavano influssi derivati da Fritz Lang e D.W.Griffith, tutto questo mentre veniva proiettato il suo terzo lungometraggio, il primo veramente inglese, Il pensionate, ultimo atto della così detta “trilogia d’esordio” che permise in soli tre anni di far apparire il nome di Hitchcock sulla bocca di tutti i pubblici del mondo. Dopo oltre tre anni di restauro compito dal British Film Institute, una nuova versione completa di 90’ minuti è stata presentata nel 2012 al Festival Lumière, e noi quest’anno festeggiamo una decade importante che avvicina quest’opera d’esordio al suo primo secolo di vita, il primo fulgido (e forse ormai per molti sconosciuto) mattone della carriera di uno dei più grandi autori della storia del cinema.

Il Giardiniere, la spiegazione del finale: ci sarà una stagione 2?

La serie Netflix Il giardiniere si conclude con Elmer che torna alla vita che pensava di essersi lasciato alle spalle. L’affascinante miniserie, raccontata su due linee temporali, inizia con Elmer, un giardiniere e assassino, che si sbarazza di un marito violento. China, la madre di Elmer, viene assunta da Sabela, una madre in lutto che vuole che Violeta, la donna responsabile della morte di suo figlio, scompaia per sempre. Quando Violeta ed Elmer si incontrano per caso, lui inizia a innamorarsi di lei, il che manda all’aria i suoi piani, dato che avrebbe dovuto ucciderla.

Mentre Elmer e Violeta si innamorano sempre più, due agenti di polizia che lavorano nel dipartimento Persone Scomparse iniziano a stringere il cerchio intorno all’assassino dopo che questi ha ucciso un uomo che molestava la sua ragazza. China, invece, assume un suo amico per uccidere Violeta perché la loro relazione ha causato una frattura tra lei e suo figlio. Invece di finire uccisa, Violeta uccide brutalmente la persona che avrebbe dovuto farla fuori. Prima che la serie originale Netflix giunga al termine, Elmer aiuta Violeta a sbarazzarsi del cadavere.

Cosa è successo a Elmer alla fine di Il giardiniere

Elmer è tornato a fare l’assassino

Quando Elmer era bambino, lui e sua madre hanno avuto un incidente che ha danneggiato la parte del suo cervello che controllava le emozioni, mentre China ha perso una gamba. Per questo motivo, Elmer ha trascorso la maggior parte della sua vita senza provare nulla fino a quando non ha incontrato Violeta. Prima che lui e Violeta iniziassero la loro storia d’amore, all’assassino è stato diagnosticato un tumore al cervello, ma lui si è rifiutato di curarlo, cosa che è diventata motivo di litigio tra Elmer e China.

Nell’ultimo episodio del thriller psicologico, China ha assunto Orson per sbarazzarsi di Violeta e riavere suo figlio. Violeta ha vinto la lotta contro Orson dopo averlo picchiato a morte. Non sapendo cosa fare del cadavere, ha chiamato Elmer, che l’ha aiutata a sbarazzarsene. Dopo che Violeta se ne andò, Elmer iniziò a vedere sua madre per quella che era realmente. Affrontò China, dicendole che non avrebbe più partecipato all’omicidio di persone per denaro.

Proprio mentre Elmer se ne stava andando, sua madre lo colpì alla testa e lo portò in ospedale, dove fu sottoposto a un intervento chirurgico per rimuovere il tumore. Quando Elmer guarì, perse nuovamente la capacità di provare emozioni. Ma questa volta smise di fare l’assassino e si dedicò invece al giardinaggio. Per Elmer, ciò che sua madre gli aveva fatto era imperdonabile e non poteva più fidarsi di lei. Non solo aveva quasi fatto uccidere l’unica donna che avesse mai amato, ma lo stava usando per fare soldi.

Elmer e Violeta finiranno insieme

Il Giardiniere

Violeta si trasferisce in un’altra città

L’incontro con Violeta aveva cambiato irrevocabilmente Elmer perché lei era la prova che era possibile per lui innamorarsi. La loro relazione, tuttavia, era piena di alti e bassi, poiché Elmer non sapeva particolarmente come stabilire dei limiti e poteva sembrare troppo intenso. Quando la coppia si lasciò, Elmer curò i suoi sentimenti feriti mentre Violeta continuò a vivere la sua vita. Ma alla fine, Violeta sentì la mancanza di Elmer e tornarono insieme.

Tuttavia, Violeta era anche un’assassina, quindi una parte di lei capiva il suo ex fidanzato.

La loro relazione ha affrontato un altro ostacolo quando Elmer ha ucciso Sabela. A questo punto, Violeta sapeva che lui era responsabile non solo dell’omicidio di Sabela, ma anche di quello di Mon. Quando Elmer ha raccontato a Violeta tutto quello che aveva fatto e le persone che aveva ucciso, lei ha deciso di lasciarlo e di trasferirsi fuori città. In un certo senso, visto che Violeta aveva scoperto che Elmer era un killer a pagamento, era logico che non volesse continuare la loro relazione. Tuttavia, anche Violeta era un’assassina, quindi una parte di lei capiva il suo ex fidanzato.

La polizia arresta China ed Elmer nel finale di Il Giardiniere?

Il Giardiniere

Elmer e China non hanno subito alcuna conseguenza per le loro azioni

Per anni, China ed Elmer erano riusciti a impedire alla polizia di scoprire che erano loro i responsabili della maggior parte dei casi di persone scomparse nella loro città. La situazione è cambiata quando i detective Torres e Carrera hanno iniziato a indagare sulla scomparsa di Mon, un uomo che Elmer aveva ucciso. Elmer era meticoloso quando si trattava di far sparire le persone, perché passava mesi a pianificare prima di ucciderle. Ma con Mon ha commesso un errore e ha lasciato una prova sulla scena del crimine perché era un assassino impulsivo.

Dopo aver interrogato Violeta, che ha condotto gli agenti di polizia da Elmer, la detective Carrera era sicura che ci fosse qualcosa sotto, ma non aveva modo di provarlo. Continuando a indagare e a esaminare vecchi casi di persone scomparse, è giunta alla conclusione che Elmer e China erano gli assassini dopo aver visto la vedova di uno dei loro clienti visitare il loro negozio di piante. Sebbene la detective avesse ragione, non aveva modo di collegare Elmer a nessuna delle scene del crimine.

Il giardiniere è interpretato da Álvaro Rico, Cecilia Suárez e Catalina Sopelana.

Invece di aspettare il suo partner, la detective Carrera si recò nel giardino di Elmer e scoprì che le piante avevano degli strani riflessi, che indicavano la presenza di cadaveri sepolti sotto di esse. La detective, tuttavia, non sapeva che China l’aveva vista nel giardino. Così, quando è tornata con la sua squadra per iniziare a scavare, ha scoperto che China aveva già rimosso i corpi, il che significava che non potevano essere arrestati perché non c’erano prove che avessero commesso un crimine. Anche se la poliziotta non ha trovato alcuna prova né ha arrestato Elmer e China, ha giurato di continuare a cercare.

Come il finale di Il giardiniere prepara la seconda stagione

Il Giardiniere

La prima stagione di Il giardiniere si è conclusa con un colpo di scena

Il giardiniere si è concluso con Elmer e China che non sono finiti dietro le sbarre. Con il detective Carrera determinato a catturare i due, il finale di Il giardiniere prepara perfettamente la seconda stagione. Dato che Violeta è tornata nelle scene finali del crime drama e ha chiesto a Elmer se poteva uccidere qualcuno, questo indica che è tornato alle sue vecchie abitudini, anche se aveva detto che aveva chiuso con quella vita. Ci sono diverse domande che non hanno trovato risposta nella prima stagione di Il giardiniere, come chi vuole uccidere Violeta e se Elmer e China verranno arrestati.

Cosa significa davvero il finale di Il giardiniere

Il finale di Il giardiniere ha messo in luce diversi aspetti. Sebbene l’obiettivo di China fosse quello di proteggere Elmer, ha agito nel modo sbagliato, finendo per allontanare ancora di più suo figlio. Invece di lasciare che Elmer imparasse ad amare un’altra persona, China non ha fatto altro che prepararlo a una delusione amorosa. Elmer, d’altra parte, era entusiasta di innamorarsi, ma la sua incapacità di controllare le proprie emozioni lo ha portato a pensare che l’amore fosse dolore. In sostanza, la conclusione di Il giardiniere parla di una madre che ha tenuto troppo stretto suo figlio e di conseguenza lo ha ferito.

Il GGG: Teaser trailer del nuovo fantasy di Steven Spielberg

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Il GGG: Teaser trailer del nuovo fantasy di Steven Spielberg

Guarda il teaser trailer di Il GGG, il nuovo fantasy diretto da Steven Spielberg e basato su classico romanzo per ragazzi di Roald Dahl.

Il GGG è prodotto dalla Amblin Entertainment per la Walt Disney Pictures. Ne cast del film Mark Rylance (il Grande Gigante Gentile), la piccola Ruby Barnhill (Sophie), Penelope Wilton (la regina), Rebecca Hall (Mary) e Bill Hader,Jemaine Clement, Michael David Adamthwaite, Daniel Bacon, Chris Gibbs, Adam Godley,Jonathan Holmes, Paul Moniz de Sa e Olafur Olaffson nei panni dei giganti.

Il GGG (The BFG) è un libro per ragazzi scritto da Roald Dahl e pubblicato da Salani nella collana Gl’istrici con il numero 1. Nel 1989 ne è stato tratto un film d’animazione. Nel settembre 2011, la DreamWorks ha annunciato di aver acquisito i diritti cinematografici del libro; i produttori saranno Kathleen Kennedy e Frank Marshall, mentre sarà la sceneggiatrice Melissa Mathison ad adattare la storia.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: online un nuovo poster

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Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: online un nuovo poster

Presentato nella giornata di ieri al Festival di Cannes, la nuova pellicola diretta da Steven Spielberg, basata sul romanzo per bambini Il GGG – Il Grande Gigante Gentile di Roald Dahl, torna a mostrarsi in un nuovo e meraviglio poster.

Leggi la recensione di Il GGG – Il Grande Gigante Gentile

Il GGG è prodotto dalla Amblin Entertainment per la Walt Disney Pictures. Ne cast del film Mark Rylance (il Grande Gigante Gentile), la piccola Ruby Barnhill (Sophie),Penelope Wilton (la regina), Rebecca Hall (Mary) e Bill Hader,Jemaine Clement,Michael David Adamthwaite, Daniel Bacon, Chris Gibbs, Adam Godley, Jonathan Holmes, Paul Moniz de Sa e Olafur Olaffson nei panni dei giganti.

Il GGG (The BFG) è un libro per ragazzi scritto da Roald Dahl e pubblicato da Salani nella collana Gl’istrici con il numero 1. Nel 1989 ne è stato tratto un film d’animazione. Nel settembre 2011, la DreamWorks ha annunciato di aver acquisito i diritti cinematografici del libro; i produttori saranno Kathleen Kennedy e Frank Marshall, mentre sarà la sceneggiatrice Melissa Mathison ad adattare la storia.

Fonte: Comic Book Movie

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: intervista a Spielberg e Rylance

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Arriva dal canale Yotube di Medusa Film Official un nuovo contenuto speciale per Il GGG – Il Grande Gigante Gentile. Si tratta di un’intervista al regista Steven Spielberg e a Mark Rylance, interprete del gigante protagonista e già premio Oscar per Il Ponte delle SPie, in cui è stato diretto proprio da Spielberg.

IL GGG – Il Grande Gigante Gentile arriverà in Italia il 30 dicembre grazie a Medusa Film in collaborazione con Leone Film Group.

L’intervista a Spielberg e Rylance su Il GGG – Il Grande Gigante Gentile

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile, diretto dal tre volte premio Oscar Steven Spielberg, (Il Ponte delle Spie, Schindler’s List, Salvate il Soldato Ryan), da una sceneggiatura di Melissa Mathison (E.T.: L’Extra-Terrestre, Black Stallion) e basato sul best-seller di Roald Dahl “The BFG”, ha come protagonisti il premio Oscar  Mark Rylance – vincitore di tre Tony Award, due Olivier Award e Oscar 2016 per “Il Ponte delle Spie” – la piccola Ruby Barnhill al suo esordio sul grande schermo, Penelope Wilton (Marigold Hotel, Downton Abbey), Jemaine Clement (Rio 2” The Flight of the Conchords), Rebecca Hall (The Gift, Iron Man 3), Rafe Spall (La grande scommessa, Prometheus) e Bill Hader (Inside Out, “Un disastro di ragazza”).

SINOSSI

Il GGG (Mark Rylance) è un gigante, un Grande Gigante Gentile, molto diverso dagli altri abitanti del Paese dei Giganti che come San-Guinario e Inghiotticicciaviva si nutrono di esseri umani, preferibilmente bambini. E così una notte il GGG – che è vegetariano e si ciba soltanto di Cetrionzoli e Sciroppio – rapisce Sophie (Ruby Barnhill), una bambina che vive a Londra e la porta nella sua caverna. Inizialmente spaventata dal misterioso gigante, Sophie ben presto si rende conto che il GGG è in realtà dolce, amichevole e può insegnarle cose meravigliose. Il GGG porta infatti Sophie nel Paese dei Sogni, dove cattura i sogni che manda di notte ai bambini e le spiega tutto sulla magia e il mistero dei sogni. L’affetto e la complicità tra i due cresce rapidamente, e quando gli altri giganti sono pronti a una nuova strage, il GGG e Sophie decidono di avvisare nientemeno che la Regina d’Inghilterra dell’imminente minaccia, e tutti insieme concepiranno un piano per sbarazzarsi dei giganti una volta per tutte.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: il grande sogno di Steven Spielberg

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Medusa Film ha diffuso il primo poster ufficiale e la prima featurette di  Il GGG – Il Grande Gigante Gentile, il film nato dalla collaborazione di tre dei più grandi narratori del mondo – Roald Dahl, Walt Disney e Steven Spielberg – che porta sul grande schermo uno dei più amati classici di Dahl.

IL GGG – Il Grande Gigante Gentile arriverà in Italia il 30 dicembre grazie a Medusa Film in collaborazione con Leone Film Group.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile recensione del film di Steven Spielberg

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile, diretto dal tre volte premio Oscar Steven Spielberg, (Il Ponte delle Spie, Schindler’s List, Salvate il Soldato Ryan), da una sceneggiatura di Melissa Mathison (E.T.: L’Extra-Terrestre, Black Stallion) e basato sul best-seller di Roald Dahl “The BFG”, ha come protagonisti il premio Oscar  Mark Rylance – vincitore di tre Tony Award, due Olivier Award e Oscar 2016 per “Il Ponte delle Spie” – la piccola Ruby Barnhill al suo esordio sul grande schermo, Penelope Wilton (Marigold Hotel, Downton Abbey), Jemaine Clement (Rio 2” The Flight of the Conchords), Rebecca Hall (The Gift, Iron Man 3), Rafe Spall (La grande scommessa, Prometheus) e Bill Hader (Inside Out, “Un disastro di ragazza”).

SINOSSI

Il GGG – Il Grande Gigante GentileIl GGG (Mark Rylance) è un gigante, un Grande Gigante Gentile, molto diverso dagli altri abitanti del Paese dei Giganti che come San-Guinario e Inghiotticicciaviva si nutrono di esseri umani, preferibilmente bambini. E così una notte il GGG – che è vegetariano e si ciba soltanto di Cetrionzoli e Sciroppio – rapisce Sophie (Ruby Barnhill), una bambina che vive a Londra e la porta nella sua caverna. Inizialmente spaventata dal misterioso gigante, Sophie ben presto si rende conto che il GGG è in realtà dolce, amichevole e può insegnarle cose meravigliose. Il GGG porta infatti Sophie nel Paese dei Sogni, dove cattura i sogni che manda di notte ai bambini e le spiega tutto sulla magia e il mistero dei sogni. L’affetto e la complicità tra i due cresce rapidamente, e quando gli altri giganti sono pronti a una nuova strage, il GGG e Sophie decidono di avvisare nientemeno che la Regina d’Inghilterra dell’imminente minaccia, e tutti insieme concepiranno un piano per sbarazzarsi dei giganti una volta per tutte.

Il GGG secondo Steven Spielberg: bellezza e diversità

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Il GGG secondo Steven Spielberg: bellezza e diversità

Arriva questo 30 dicembre al cinema Il GGG – il Grande Gigante Gentile. Trasformare la diversità in rara bellezza e accoglierla come ricchezza. Il cinema di Steven Spielberg ci ha insegnato, da sempre, anche questo.

Il GGG – il Grande Gigante Gentile, la magia di Dahl

Uscito nel Regno Unito nel luglio del 2016, per il pubblico italiano, il film sarà un regalo di chiusura d’anno che aiuterà anche i più grande a sentire la magia di dicembre perché, non importa quanto siamo cresciuti, se pensiamo a quanti degli adulti di oggi siano diventati tali insieme ai film di Spielberg e a quanti siano affezionati alla letteratura di Roald Dahl. Un’accoppiata, quella del regista e lo scrittore che è stata attesa perché è da sempre sembrata naturale: Spielberg era già entrato nel mondo dello scrittore quando, nel 1984 era stato produttore esecutivo de I Gremlins diretto da Joe Dante. Oggi, il connubio si fa più vivo nella veste di Spielberg che conosciamo meglio, quella del regista delle storie di infanzia e scoperta, crescita e consapevolezza. Il testo originale, datato 1982, narra dell’amicizia tra Sophie, una bambina rimasta orfana e un gigante creatore di sogni, nata in una notte in cui, mentre tutti dormono, la nostra protagonista si attarda a leggere sotto le coperte… di nascosto perché leggere a quell’ora è proibito. E il proibito, si sa, dà l’opportunità di conoscere, a chi osa sfidarlo, le più grandi avventure.

Cosa Il GGG ha in comune con E.T. – L’extraterrestre?

Il GGG 3Alla notizia che Spielberg avrebbe dato una sua interpretazione de Il GGG – il Grande Gigante Gentile, è impossibile non pensare a un indiretto revival del successo e della poesia che ha portato sul grande schermo con E.T. – L’extraterrestre  (con il quale il GGG condivide tra l’altro la sceneggiatrice, Melissa Mathisson) ed è altrettanto impossibile non avere altissime aspettative sul nuovo viaggio verso terre e popoli sconosciuti che ci propone. In uscita domani, venerdì 30 dicembre 2016, il film è il secondo lungometraggio ispirato al racconto dello scrittore anglo-norvegese che quest’anno avrebbe compiuto 100 anni: lo ha infatti preceduto il film d’animazione britannico Il mio amico gigante (1989).

Il trailer ci promette effetti visuali fantastici – basti pensare al fatto che, prima ancora di essere realizzato, è stato previsualizzato in digitale -, ma anche uno snodo narrativo tradizionale e lineare che fa della semplicità il suo reale punto di forza.

Il GGG: un progetto lungo 25 anni

Il GGGLo stesso Spielberg ha dichiarato che realizzare un film sul racconto di Roald Dahl è un sogno che ha da ben 25 anni, poiché, come nella maggior parte dei suoi film, parla di una storia tra la paura e la più forte curiosità, tra il profondo, tenebroso mistero e la meraviglia nello svelarlo… ma anche tanto humor: l’estratto della scena della colazione del Gigante a casa della regina ne è un valido esempio.

Il GGG segna anche il debutto sul grande schermo di Ruby Barnhill, scelta tra numerosissimi aspiranti piccoli attori. Se Spielberg può essere infatti semplicisticamente considerato un regista per bambini (grandi e piccoli), non è da sottovalutare il suo talento di regista di bambini, un talento che sembra gli sia connaturato perché è proprio lui a non aver mai perso lo spirito di un bambino che gli permette di lasciare libera l’immaginazione e di creare, come il protagonista del suo ultimo film, incantevoli sogni, in cui la tecnologia è una materia che si mette al servizio delle più “antiquate” emozioni.

Il GGG recensione del film di Steven Spielberg

Il GGG recensione del film di Steven Spielberg

Dopo l’impegnativo e magnifico Il ponte delle spie, a distanza di circa un anno Steven Spielberg torna al cinema, con una fiaba per bambini che fa breccia anche nel cuore dei più grandi, Il GGG – il Grande Gigante Gentile.

C’era una volta Roal Dahl, scrittore di libri per l’infanzia amato da grandi e piccini, e conosciuto in tutto il mondo. Nella storia del cinema più volte Hollywood gli ha reso omaggio: da Chi ha paura delle Streghe? con Anjelica Huston, a Matilda 6 mitica di e con Danny DeVito, passando per il visionario La fabbrica di Cioccolato, il cui remake era stato opera di Tim Burton. Questa volta alla regia troviamo Steven Spielberg che dà corpo e forma a un progetto in gestazione da 25 anni.

La storia de Il GGG

La storia è una fiaba fantastica, incentrata sull’incontro tra una bambina orfana e un gigante buono, unico nella sua specie fatta di mostri mangia-bambini. Tra i due nascerà una profonda amicizia e un sodalizio che li vedrà lottare assieme alla Regina d’Inghilterra contro i giganti cattivi.

La colonna sonora è affidata al maestro John Williams, e il main theme partecipa per grazia e intensità alla figura dinoccolata ma allo stesso tempo aggraziata del Gigante Gentile su cui la pellicola è volta a focalizzarsi. Creatura fantastica che di lavoro “acchiappa” i sogni per poi “soffiarli” sui bambini che dormono. Il Gigante è interpretato magistralmente da Mark Rylance, col quale Spielberg aveva già lavorato ne Il ponte delle spie e che il regista ha voluto personalmente, ritenendolo perfetto per la parte. Visivamente magnifico, Il GGG si avvale di una CGI ottima grazie al contributo della WETA DIGITAL.

Il GGG 3Il GGG non centra il cuore del pubblico

Purtroppo però Il GGG non è un film che centra il cuore del pubblico. Adulto o bambino che esso sia, lo spettatore non è mai davvero coinvolto dalle vicende che si susseguono sullo schermo. Nulla è memorabile, sicuramente non come lo furono le canzoni degli Humpa-Lumpa o la Strega Suprema di Anjelica Huston.

Spielberg si limita a girare con la maestria che ormai gli è consona, esibendosi in riprese magistrali e permeando tutto di una luce irreale che ben si addice al clima fantasy. Ma nulla convince davvero: nei momenti di (presunto) humor non si ha mai davvero voglia di ridere, e in quelli più toccanti non ci si sente davvero coinvolti.

Il GGG – il Grande Gigante Gentile: guarda il trailer

Il GGG è una favola “all’antica”, che forse i bambini di oggi (come pure gli adulti) faticheranno ad apprezzare anche a causa del cambiamento dei tempi: abituati come siamo alla frenesia dei videogames e al colorato caos dei cartoni Pixar, nulla ci risulta più difficile che abituarci al ritmo lento e pacato delle fiabe da “C’era una volta”. Dove il lieto fine porta con sé la morale buonista di un mondo da fiaba che gli anni 2000, forse, hanno spazzato via per sempre. Il GGG - Il Grande Gigante mark rylance steven spielberg trailer Gentile

Il GGG di Steven Spielberg ha una data d’uscita

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Il GGG, film tratto dal libro per ragazzi Il Grande Gigante Gentile, diretto da Steven Spielberg ha una data d’uscita. Il film verrà distribuito a partire dal 22 luglio 2016 nel Regno Unito, data in cui dovrà vedersela con il King Arthur di Guy Ritchie.

In una dichiarazione ufficiale, Steven Spielberg ha dichiarato di essere contento che la prima data internazionale ad essere stata ufficializzata sia quella in UK e che spera di rendere onore con il suo film all’eredità straordinaria lasciataci da Roald Dahl, autore della storia.

Il GGG (The BFG) è un libro per ragazzi scritto da Roald Dahl e pubblicato da Salani nella collana Gl’istrici con il numero 1. Nel 1989 ne è stato tratto un film d’animazione. Nel settembre 2011, la DreamWorks ha annunciato di aver acquisito i diritti cinematografici del libro; i produttori saranno Kathleen Kennedy e Frank Marshall, mentre sarà la sceneggiatrice Melissa Mathison ad adattare la storia.Il GGG

Fonte: Empire

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: tutte le curiosità sul film

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: tutte le curiosità sul film

Nel corso della sua lunga e gloriosa carriera, Steven Spielbeg ha dato vita a lungometraggi di ogni tipo, sempre pronto a stupire il suo pubblico. Particolarmente amati sono ad esempio i suoi film pensati tanto per gli adulti quanto per i più piccoli. Opere come E.T – L’extraterrestre o il più recente Ready Player One sono un esempio lampante di ciò. Un altro titolo di questo filone è Il GGG – Il Grande Gigante Gentile (qui la recensione), uscito in sala nel 2016.

Si tratta del primo film diretto da Spielberg ad essere prodotto e distribuito dalla Walt Disney, ed inoltre l’adattamento dell’omonimo romanzo per ragazzi scritto nel 1982 da Roald Dalh. Spielberg, affascinato dalla dolcezza e dalla magia insite nel racconto, desiderava da tempo farne un lungometraggio in live-action, ricorrendo però alla tecnica della motion capture per dar vita ai giganti presenti nel film.

Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: la trama del film

Il GGG è un gigante, un Grande Gigante Gentile, molto diverso dagli altri abitanti del Paese dei Giganti che come San-Guinario e Inghiotticicciaviva si nutrono di esseri umani, preferibilmente bambini. E così una notte il GGG – che è vegetariano e si ciba soltanto di Cetrionzoli e Sciroppio – rapisce Sophie, una bambina che vive a Londra e la porta nella sua caverna. Inizialmente spaventata dal misterioso gigante, Sophie ben presto si rende conto che il GGG è in realtà dolce, amichevole e può insegnarle cose meravigliose.

Il GGG porta infatti Sophie nel Paese dei Sogni, dove cattura i sogni che manda di notte ai bambini e le spiega tutto sulla magia e il mistero dei sogni. L’affetto e la complicità tra i due cresce rapidamente, e quando gli altri giganti sono pronti a nuova strage, il GGG e Sophie decidono di avvisare nientemeno che la Regina d’Inghilterra dell’imminente minaccia, e tutti insieme realizzeranno un piano per sbarazzarsi dei giganti una volta per tutte.

Il GGG - Il Grande Gigante Gentile cast

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: il cast del film

Ad interpretare il GGG vi è l’attore Mark Rylance, che aveva già collaborato con Spielberg per Il ponte delle spie. È stato durante il primo giorno delle riprese di quel film, un drammatico thriller sulla Guerra Fredda, che Spielberg si è reso conto di aver trovato il suo gigante. Il famoso attore teatrale interpretava lì la spia sovietica condannata Rudolf Abel, un personaggio molto lontano da quello del dolce, ma semplice gigante raffigurato in questo film. Eppure il regista vide nell’interpretazione di Rylance qualcosa che gli fece pensare alla natura del protagonista del GGG. Per interpretarlo, Rylance si è poi dunque cimentato nella tecnica della motion capture, trovando l’esperienza entusiasmante.

Accanto a lui, nel ruolo della piccola Sophie, vi è invece l’attrice Ruby Barnhill, qui al suo film di debutto. Per ottenere la parte, la giovane interprete imparò a memoria numerose pagine del copione e quando si presentò al provino Spielberg rimase impressionato dalle sue capacità, affidandole la parte. Nel film sono poi presenti gli attori Penelope Wilton nei panni della Regina Elisabetta II, mentre Jemaine Clement è il gigante Inghiotti-Ciccia. Rebecca Hall interpreta Mary, mente Rafe Spall è Mr. Tibbs. Il noto attore Bill Hader, invece, dà vita al gigante Sangue-Succhia.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Il GGG – Il Grande Gigante Gentile grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Now, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 30 novembre alle ore 21:10 sul canale TwentySeven.

Fonte: IMDb

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: trailer italiano del film di Steven Spielberg

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Ecco il teaser trailer ufficiale italiano di film Il GGG – Il Grande Gigante Gentile (The BFG), il nuovo fantasy diretto da Steven Spielberg e basato su classico romanzo per ragazzi di Roald Dahl. Protagonista, nei panni del gigante del titolo, Mark Rylance, premio Oscar per Il Ponte delle Spie, in cui è stato diretto sempre da Spielberg.

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Il GGG è prodotto dalla Amblin Entertainment per la Walt Disney Pictures. Ne cast del film Mark Rylance (il Grande Gigante Gentile), la piccola Ruby Barnhill (Sophie), Penelope Wilton (la regina), Rebecca Hall (Mary) e Bill Hader,Jemaine Clement, Michael David Adamthwaite, Daniel Bacon, Chris Gibbs, Adam Godley, Jonathan Holmes, Paul Moniz de Sa e Olafur Olaffson nei panni dei giganti.

Il GGG - Il Grande Gigante Gentile Il GGG (The BFG) è un libro per ragazzi scritto da Roald Dahl e pubblicato da Salani nella collana Gl’istrici con il numero 1. Nel 1989 ne è stato tratto un film d’animazione. Nel settembre 2011, la DreamWorks ha annunciato di aver acquisito i diritti cinematografici del libro; i produttori saranno Kathleen Kennedy e Frank Marshall, mentre sarà la sceneggiatrice Melissa Mathison ad adattare la storia.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: Steven Spielberg racconta il suo film

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Ecco un nuovo video che promuove Il GGG – Il Grande Gigante Gentile, il nuovo film di Steven Spielberg già presentato al Festival di Cannes 2016 e con protagonista Mark Rylance, premio Oscar per Il Ponte delle Spie.

Nella featurette vediamo il regista del film che parla del lavoro svolto per raccontare la magica storia del Gigante protagonista.

Di seguito due clip dal film:

Leggi la recensione di Il GGG – Il Grande Gigante Gentile

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Il GGG è prodotto dalla Amblin Entertainment per la Walt Disney Pictures. Ne cast del film Mark Rylance (il Grande Gigante Gentile), la piccola Ruby Barnhill (Sophie), Penelope Wilton (la regina), Rebecca Hall (Mary) e Bill Hader,Jemaine Clement, Michael David Adamthwaite, Daniel Bacon, Chris Gibbs, Adam Godley, Jonathan Holmes, Paul Moniz de Sa e Olafur Olaffson nei panni dei giganti.

Il GGG - Il Grande Gigante Gentile Il GGG (The BFG) è un libro per ragazzi scritto da Roald Dahl e pubblicato da Salani nella collana Gl’istrici con il numero 1. Nel 1989 ne è stato tratto un film d’animazione. Nel settembre 2011, la DreamWorks ha annunciato di aver acquisito i diritti cinematografici del libro; i produttori saranno Kathleen Kennedy e Frank Marshall, mentre sarà la sceneggiatrice Melissa Mathison ad adattare la storia.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: recensione del film di Steven Spielberg

Sin dal suo primo bazzicare sulla Terra, l’uomo ha sempre avuto paura di qualcosa: del buio, del fuoco, dei fulmini. Quando ha iniziato a organizzarsi in comunità, di qualsiasi grandezza, ha cominciato ad aver timore anche del diverso, di ciò che nominalmente non segue – per un motivo o per un altro – le regole del branco. Un peccato capitale, per chi ha gli orizzonti mentali occlusi da muri troppo spessi, che porta inevitabilmente alla ghettizzazione, all’isolamento, al bullismo più becero. È ciò che accade a Il GGG – Il Grande Gigante Gentile dello scrittore britannico Roald Dahl, un essere tanto enorme quanto buono nel profondo, rifiutato dagli altri abitanti della Terra dei Giganti poiché per nulla incline a nutrirsi degli uomini, solo di spropositati e genuini cetrioli, e a vivere in una casa con tanto di laboratorio annesso. Un affronto troppo grande, per chi invece è solito vivere nel fango, a dettare legge e violenza, a calpestare le libertà altrui senza ragione, per spasso e cieca insolenza.

Il GGG - Il Grande Gigante Gentile

Steven Spielberg fa sua la sceneggiatura della compianta Melissa Mathison, l’autrice di E.T. scomparsa lo scorso novembre, per realizzare un film fantasy per ragazzi formalmente perfetto, che ha ogni elemento essenziale al suo posto. Aiutato da una talentuosa Ruby Barnhill, alla sua prima esperienza cinematografica, e da Mark Rylance, che regala in maniera superlativa volto e voce al gigante buono, il regista de Lo Squalo e di Schindler’s List prende per mano lo spettatore e lo accompagna in un mondo surreale, incantato, dove sott’acqua esiste un altro universo sottosopra e i sogni si possono catturare come farfalle.

Quando non è intento a cucinare deliziosi manicaretti vegetariani, il GGG infatti custodisce e crea bei sogni da consegnare ai bambini bisognosi, andati magari a letto con l’umore a terra e la tristezza sulle labbra. Sulla sua spalla si annida sempre la piccola Sophie, un’orfanella intenta a smuovere l’animo del gigante, a cercare una soluzione per non vederlo soffrire sotto le grinfie dei suoi ottusi simili. Quale modo migliore dunque se non spintonarlo sin sotto la finestra della Regina d’Inghilterra, l’unica persona in grado di mobilitare un intero esercito per la causa?

Il GGG - Il Grande Gigante Gentile castGirato quasi interamente in CGI, in un modo che appena qualche anno fa sarebbe stato impensabile, Il GGG – Il Grande Gigante Gentile fa tornare bambini – con fantasia e ironia – tutti gli adulti cresciuti con il libro di Dahl, mentre i più piccoli sono catapultati in una storia di fiducia e amicizia senza tempo. Dal 1982, anno di uscita dell’opera letteraria, le società hanno ovviamente subito profondi cambiamenti a 360 gradi, accettare la diversità è però un tema tristemente attuale, soprattutto se guardiamo al nostro Paese, che riempie tutt’oggi le pagine di cronaca dei giornali con bimbi autistici isolati dalle loro classi o feroci proteste per le unioni civili omosessuali.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile è dunque ancora una figura dell’immaginario collettivo fondamentale, utile a insegnare ai più piccoli che nel diverso non c’è nulla di sbagliato, al contrario è molto probabile trovarvi qualcosa che possa addirittura arricchirci nell’anima; agli adulti invece ricorda quanto è stupido emarginare o discriminare un essere umano per motivi soggettivi, che possono essere uno stile di vita ben preciso, un orientamento sessuale o religioso. Dispensare odio inoltre non porta mai a nulla di buono, almeno secondo la penna “giustiziera” di Dahl: è bene pensare che in un attimo il fato potrebbe ripagarci con la stessa moneta spesa per offendere. Chi mal semina…

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: nuovo trailer del film di Steven Spielberg

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È stato presentato ieri al Festival di Cannes 2016, al momento in svolgimento, Il GGG – Il Grande Gigante Gentile, nuovo film di Steven Spielberg, basato su classico romanzo per ragazzi di Roald Dahl. Protagonista, nei panni del gigante del titolo, Mark Rylance, premio Oscar per Il Ponte delle Spie, in cui è stato diretto sempre da Spielberg.

Leggi la recensione di Il GGG – Il Grande Gigante Gentile

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Il GGG è prodotto dalla Amblin Entertainment per la Walt Disney Pictures. Ne cast del film Mark Rylance (il Grande Gigante Gentile), la piccola Ruby Barnhill (Sophie), Penelope Wilton (la regina), Rebecca Hall (Mary) e Bill Hader,Jemaine Clement, Michael David Adamthwaite, Daniel Bacon, Chris Gibbs, Adam Godley, Jonathan Holmes, Paul Moniz de Sa e Olafur Olaffson nei panni dei giganti.

Il GGG - Il Grande Gigante Gentile Il GGG (The BFG) è un libro per ragazzi scritto da Roald Dahl e pubblicato da Salani nella collana Gl’istrici con il numero 1. Nel 1989 ne è stato tratto un film d’animazione. Nel settembre 2011, la DreamWorks ha annunciato di aver acquisito i diritti cinematografici del libro; i produttori saranno Kathleen Kennedy e Frank Marshall, mentre sarà la sceneggiatrice Melissa Mathison ad adattare la storia.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: la performance di Mark Rylance – video

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Ecco una bella featurette dal dietro le quinte di Il GGG – Il Grande Gigante Gentile, il nuovo film di Steven Spielberg che è stato presentato all’ultimo Festival di Cannes.

Nel video possiamo vedere la performance in mo-cap di Mark Rylance, premio Oscar per Il Ponte delle Spie, che ha dato vita al giganteprotagonista.

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Il GGG è prodotto dalla Amblin Entertainment per la Walt Disney Pictures. Ne cast del film Mark Rylance (il Grande Gigante Gentile), la piccola Ruby Barnhill (Sophie), Penelope Wilton (la regina), Rebecca Hall (Mary) e Bill Hader,Jemaine Clement, Michael David Adamthwaite, Daniel Bacon, Chris Gibbs, Adam Godley, Jonathan Holmes, Paul Moniz de Sa e Olafur Olaffson nei panni dei giganti.

Il GGG - Il Grande Gigante Gentile Il GGG (The BFG) è un libro per ragazzi scritto da Roald Dahl e pubblicato da Salani nella collana Gl’istrici con il numero 1. Nel 1989 ne è stato tratto un film d’animazione. Nel settembre 2011, la DreamWorks ha annunciato di aver acquisito i diritti cinematografici del libro; i produttori saranno Kathleen Kennedy e Frank Marshall, mentre sarà la sceneggiatrice Melissa Mathison ad adattare la storia.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: in home video il film di Steven Spielberg

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È disponibile a partire dal 19 aprile in home video con Eagle Pictures Animation la favola magica e visionaria di Spielberg che trasporta lo spettatore in un universo estraneo agli esseri umani, popolato di giganti crudeli, aggressivi e affamati di essere umani. Il GGG (Mark Rylance) è un Grande Gigante Gentile, molto diverso dagli altri abitanti del Paese dei Giganti poiché è vegetariano e si ciba soltanto di Cetrionzoli e Sciroppio, e una sera rapisce Sophie (Ruby Barnhill), una bambina che vive a Londra e la porta nella sua caverna. Inizialmente spaventata dal misterioso gigante, Sophie ben presto si rende conto che il GGG è in realtà dolce, amichevole e può insegnarle cose meravigliose. Il GGG porta infatti Sophie nel Paese dei Sogni, dove cattura i sogni che manda di notte ai bambini e le spiega tutto sulla magia e il mistero dei sogni. L’affetto e la complicità tra i due cresce rapidamente, e quando gli altri giganti sono pronti a nuova strage, il GGG e Sophie decidono di avvisare nientemeno che la Regina d’Inghilterra dell’imminente minaccia, e tutti insieme concepiranno un piano per sbarazzarsi dei giganti una volta per tutte.

L’adattamento cinematografico del bestseller di Roald Dahl sarà disponibile in dvd, blu-ray e blu-ray 3D a partire dal 19 aprile e conterrà il trailer e il B-roll del film.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile è un prodotto Eagle Pictures Entertainment e partecipa all’iniziativa GIVE ME FIVE!: acquistando 1 DVD o Blu Ray della categoria Eagle Pictures Animation, evidenziato dall’adesivo GIVE ME FIVE! troverai all’interno 1 leaflet promozionale che riporterà le indicazioni per ottenere uno sconto di 5€ valido per l’acquisto di un biglietto intero di MIRABILANDIA.

Acquistando 2 DVD o Blu Ray con le stesse caratteristiche sarà possibile cumulare il vantaggio per ottenere fino a 10€ di sconto su 1 biglietto di ingresso al Parco.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: due clip dal film di Steven Spielberg

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Ecco le prime due clip da Il GGG – Il Grande Gigante Gentile, il nuovo film di Steven Spielberg già presentato al Festival di Cannes 2016 e con protagonista Mark Rylance, premio Oscar per Il Ponte delle Spie.

Leggi la recensione di Il GGG – Il Grande Gigante Gentile

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Il GGG è prodotto dalla Amblin Entertainment per la Walt Disney Pictures. Ne cast del film Mark Rylance (il Grande Gigante Gentile), la piccola Ruby Barnhill (Sophie), Penelope Wilton (la regina), Rebecca Hall (Mary) e Bill Hader,Jemaine Clement, Michael David Adamthwaite, Daniel Bacon, Chris Gibbs, Adam Godley, Jonathan Holmes, Paul Moniz de Sa e Olafur Olaffson nei panni dei giganti.

Il GGG - Il Grande Gigante Gentile Il GGG (The BFG) è un libro per ragazzi scritto da Roald Dahl e pubblicato da Salani nella collana Gl’istrici con il numero 1. Nel 1989 ne è stato tratto un film d’animazione. Nel settembre 2011, la DreamWorks ha annunciato di aver acquisito i diritti cinematografici del libro; i produttori saranno Kathleen Kennedy e Frank Marshall, mentre sarà la sceneggiatrice Melissa Mathison ad adattare la storia.

Il genio inconfondibile di Pedro Almodóvar

Il genio inconfondibile di Pedro Almodóvar

Pedro Almodóvar  – Ironico, dissacrante, fantasioso, colorato, coraggioso, critico, estroso, geniale. Sono solo alcuni degli aggettivi che vengono in mente nel descrivere il cinema di Pedro Almodóvar.

Negli anni ’80 ha incarnato e magnificamente rappresentato con le sue pellicole la reazione spagnola ai rigidi schemi della morale franchista, ipocrita e bigotta. È stato, allora, il più dirompente talento del cinema iberico ed è, oggi, unanimemente riconosciuto tra i maestri europei della settima arte. Tra le sue qualità, l’estro assoluto, che gli consente di creare mondi eccentrici, popolati da personaggi altrettanto sopra le righe, ma perfettamente coerenti e quindi credibili, cui il pubblico inevitabilmente si appassiona. E la capacità di coniugare realismo e immaginazione, grazie alla quale riesce a trattare temi anche scomodi o scabrosi, utilizzando la chiave della fantasia con risultati di grande efficacia. Il tutto senza dimenticare la sua vena critica, ad esempio nei confronti della religione e della chiesa.

Il genio inconfondibile di Pedro Almodóvar

Pedro Almodóvar nasce a Calzada de Calatrava, nella Mancha, ma sul giorno e l’anno non ci sono certezze. Pare che lui stesso sia sempre stato piuttosto vago al riguardo – 24 settembre 1949, o 25 settembre 1951? Ad ogni modo, dalla terra di Don Chisciotte si allontana a otto anni, alla volta dell’Estremadura. Qui frequenta la scuola presso i frati Salesiani e Francescani. L’esperienza non è certo delle migliori: è quella da cui trarrà ispirazione molti anni dopo per il suo La mala educación, e certo ha una responsabilità nel suo allontanamento dalla religione cattolica, cui spesso riserverà ironia e sarcasmo nelle sue pellicole. Nel 1968 Almodóvar lascia la famiglia e si trasferisce a Madrid, dove fa vari lavori e vorrebbe studiare cinema, ma siamo ancora nel periodo franchista e la dittatura comporta anche la chiusura delle scuole di cinema. Così il nostro futuro regista dovrà formarsi da autodidatta, e intanto cercarsi un impiego che gli garantisca qualche guadagno. Lo trova alla Compagnia Telefonica spagnola, dove sarà impiegato per più di dieci anni. Anche quest’esperienza troverà un’eco nei suoi film. Basti pensare alla presenza e al ruolo del telefono in Donne sull’orlo di una crisi di nervi. La lunga permanenza alla compagnia telefonia, però, consente ad Almodóvar di risparmiare il necessario per acquistare una macchina da presa Super 8, con la quale comincia a fare le prime prove di ripresa. Siamo negli anni ’70 e Pedro ha tutt’altro che abbandonato la passione per cinema e teatro: partecipa ad un gruppo teatrale, Los Galiardos, e per non farsi mancar nulla, fonda anche il gruppo musicale Almodóvar e McNamara, e scrive racconti. Insomma, una doppia vita, quella del nostro in questi anni: di giorno impiegato, di sera e di notte preso a coltivare le sue passioni artistiche. Nel frattempo, il franchismo tramonta, e Almodovar s’inserisce a pieno titolo nella Movida: quel movimento di cultura che segna il rifiorire della Spagna dopo il periodo oscuro della dittatura.

Pedro Almodovar, film e filmografia

Dopo i primi cortometraggi, nel 1980 arriva l’esordio nel lungometraggio con Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio. Protagonista, un’attrice che Pedro Almodóvar  porterà al successo e vorrà spesso con lui nelle successive pellicole: Carmen Maura. Un gruppo di donne per un esordio dissacrante, dove si affrontano temi quali: sessualità in tutte le sue forme, violenza, perversione, disagio. Il tutto in maniera assolutamente esplicita, puntando a stuzzicare, scandalizzandolo, il perbenismo ancora imperante nella Spagna dell’epoca. Una pellicola di rottura insomma, di grande coraggio perché pone al centro temi che forse mai prima d’allora erano stati affrontati in maniera così significativa e diretta.

Due anni dopo, è la volta di Labirinto di passioni, commedia corale che ruota attorno al sesso. Oltre a Cecilia Roth, altra attrice prediletta da Pedro Almodóvar, qui ha inizio il sodalizio tra il regista e Antonio Banderas, che deve proprio a lui la sua prima fama. Nel 1983 lo sguardo del regista spagnolo punta invece dritto sul mondo religioso, che egli però rivisita in chiave grottesca, con abbondanti dosi di ironia. Esce infatti L’indiscreto fascino del peccato, dove il regista ritrova Carmen Maura, affiancandole Julieta Serrano e Marisa Paredes. Anche qui siamo di fronte a un gruppo di personaggi, in particolare di donne, di suore, che nel loro convento ne fanno di tutti i colori (sono eroinomani, scrivono riviste porno ecc…). Un universo grottesco, proprio perché Pedro Almodóvar  rende il convento un coacervo di vizi, mostrando, in maniera volutamente esagerata, cosa può celarsi dietro un’apparenza di rettitudine e rigore. Gioca a frastornare lo spettatore, a scardinare le sue convinzioni e princìpi, a divertirlo facendo accadere l’improbabile. Nell’84 sarà ancora Carmen Maura, nei panni della casalinga Gloria, la protagonista di Che ho fatto io per meritare questo? dove il regista va ancora alla ricerca di ciò che si cela dietro alle apparenze di un tranquillo nucleo familiare. Tre anni dopo, il film che farà conoscere il regista spagnolo anche nel nostro paese: La legge del desiderio. Omosessualità, incesto, omicidio, molta ironia e gusto kitsch sono gli ingredienti di questa commedia, che ancora una volta, come quasi sempre nel cinema di Almodóvar, non può prescindere dal raccontare dinamiche di gruppo. In questi anni, il regista spagnolo fonda assieme al fratello Agustín una casa di produzione cinematografica: El Deseo, con la quale produrrà tutte le pellicole successive. Il passo, a quanto pare, è fondamentale, visto che nel 1988 esce il film che lo farà conoscere e apprezzare a livello internazionale: Donne sull’orlo di una crisi di nervi. Commedia sofisticata, come l’ha definita lo stesso autore, dove tutto appare straordinariamente a posto: ambienti, costumi, tutto esteticamente perfetto e appagante, il che mette ancor più in evidenza ciò che invece non va.

Il “dramma” infatti, è che gli uomini continuano a lasciare le donne, come accade alla protagonista Pepa/Carmen Maura ed anche, attraverso gli intrecci tipici della commedia, ad altre donne che animano il gruppo al centro del film. Pepa viene lasciata da Ivan nel più sgradevole dei modi: con un messaggio lasciato sulla segreteria telefonica. Tenta di parlare con lui più volte, per sfogare la sua rabbia, ma si scontra sempre con la solita segreteria. Ivan è l’insensibile dispensatore di sofferenza, ma è anche un uomo solo, incapace di una vera relazione e di un confronto adulto. Tanto altro però accade a Pepa in questa commedia dai ritmi serrati: si vede arrivare a casa un giovane (Carlos/Antonio Banderas) – che poi scoprirà essere il figlio del suo amante – con la fidanzata (Marisa/Rossy De Palma) interessati ad affittare il suo appartamento. Ma arriverà anche la stravagante amica di Pepa, Candela/María Barranco, convinta che la polizia sia sulle sue tracce. Un universo prevalentemente femminile raccontato nelle sue debolezze e fragilità, ma anche evidenziandone tenacia e voglia di reagire, senza nascondere una rabbia che, opportunamente diretta – anche contro gli apparecchi telefonici, come s’è detto – finisce per essere innocua, ma liberatoria. In Italia il film ottiene ampi consensi e premi: David di Donatello come Miglior Film straniero, Ciack d’Oro a Carmen Maura e Osella per la Miglior Sceneggiatura a Venezia.

L’anno successivo è la volta di Lègami!, in cui Pedro Almodóvar sceglie Antonio Banderas come protagonista, accanto a Victoria Abril, per indagare diversità e normalità, mettendo in discussione le certezze di chi guarda. Lo fa però in modo meno dissacrante e scabroso di quanto si potrebbe prevedere. Antonio Banderas è un ragazzotto che esce da un ospedale psichiatrico e decide di sequestrare in casa una pornostar, legandola al letto, per costringerla a conoscerlo, amarlo e infine sposarlo. Da una premessa eccentrica si dipana una trama incentrata sul rapporto complesso tra i due protagonisti. Ritmo veloce e coinvolgente, humour, ironia, quel tocco visionario e surreale che non guasta ed è ormai cifra distintiva del regista spagnolo. Anche il giovane Banderas è ormai lanciatissimo nel panorama internazionale. Una curiosità: Pedro Almodóvar ha dichiarato in un’intervista che fu proprio la visione di questa pellicola a convincerla a intraprendere la strada del cinema. Il cammino artistico dell’attrice sotto la guida del regista spagnolo sarà poi lungo e fruttuoso.

Gli anni ’90 si aprono per Pedro Almodóvar all’insegna di un’altra commedia corale: Tacchi a spillo. Due donne, madre e figlia (Marisa Paredes e Victoria Abril). Un uomo: ex amante della prima e marito della seconda, assassinato. La moglie che si autoaccusa e un giudice (Miguel Bosé) che indaga. Sembrerebbe un poliziesco, invece il modo di trattare la materia tipico del regista spagnolo, la rende una commedia che gravita attorno ai suoi personaggi femminili, coloratissima, strampalata, amorale, come tanta parte del cinema di Pedro Almodóvar.

Negli anni a seguire, il regista continuerà a scegliere le sue attrici predilette (Paredes, Abril, De Palma). Ma nel ’97 cambia registro, sia per quel che riguarda il tipo di film, sia, quasi del tutto, per il cast che sceglie. Protagonista di Carne tremula è infatti, accanto a Javier Bardem e Liberto Rabal, Francesca Neri, che per la sua interpretazione di Elena si aggiudica il Nastro d’Argento. Lo stesso premio otterrà il film come miglior pellicola straniera. Dicevamo un Almodovar diverso, con meno eccessi, che qui si muove nel registro del dramma, con una storia di destini incrociati e vite irrisolte. E non disdegna neppure il tema politico – il film è ambientato a Madrid e fotografa gli ultimi anni dell’era Franco e il passaggio al post franchismo.

Il trionfo di Tutto su mia madre

Tutto su mia madre filmA fine anni ’90 e con l’inizio del nuovo millennio, il regista spagnolo mette a punto e perfeziona uno stile maturo, in cui affianca al racconto di un’umanità variopinta ed eccentrica, accenti di grande delicatezza. Non punta più tanto, o non solo, a sconvolgere e scandalizzare, quanto a far emergere la parte più delicata e fragile dei suoi personaggi, come sempre in massima parte femminili. Ed è questo nuovo tocco delicato e appassionato al tempo stesso, a regalargli la maggior notorietà e una miriade di riconoscimenti internazionali, tra cui l’ambitissima statuetta dell’Academy. Esce infatti nel 1999 uno dei suoi capolavori: Tutto su mia madre. Il regista sceglie ancora due tra le sue attrici feticcio: Marisa Paredes e Cecilia Roth, alle quali affianca la giovane promessa Penelope Cruz, per raccontare una storia dove riconosciamo i consueti ingredienti del cinema almodóvariano: il tradimento, donne che fanno fronte da sole alla vita, ambiguità sessuale, scardinamento dei pilastri della morale tradizionale. Qui però a prevalere non è l’atmosfera comico-grottesca dei primi lavori del regista. C’è il dolore per una perdita (quella vissuta da Cecilia Roth/Manuela, il cui figlio diciassettenne Esteban muore investito da un’auto), la depressione e il senso di colpa di una famosa attrice solitaria (Marisa Paredes/Huma Rojo, la cui auto ha investito Esteban), la bislacca, ma toccante storia d’amore e dolore tra una giovane suora (Penelope Cruz/Rosa) e l’ex marito di Manuela, il transessuale Lola. Non mancano poi i colori accesi prediletti da Pedro Almodóvar, nella luce di Barcellona, cornice esteticamente perfetta. Interpretazioni impeccabili, sceneggiatura che funziona a meraviglia e successo assicurato: la pellicola ottiene l’Oscar e il Golden Globe come Miglior Film straniero e la Palma d’Oro a Cannes per la Miglior Regia, consacrando definitivamente Pedro Almodóvar nell’olimpo delle star.

Due anni dopo, il successo è bissato da Parla con lei. Anche qui amore e dolore, disagio, malattia, tutto raccontato con sublime grazia e un geniale ricorso al surreale al momento opportuno. Non un gruppo di protagonisti, ma due uomini e due donne, in situazioni omologhe, e un intreccio di cui il regista tiene abilmente le fila. Oscar per la sceneggiatura e Golden Globe come Miglior Film Straniero.

Nel 2004 il regista spagnolo attinge al proprio passato, e in particolare alla dolorosa esperienza educativa in collegio, in cui fu testimone di abusi. Parte da qui La mala educación. Protagonisti due ex compagni di collegio (Gael García Bernal/Ignacio e Fele Martinez/Enrique), uno attore, l’altro regista, che si ritrovano dopo anni con l’idea di mettere su uno spettacolo su una sceneggiatura che rievoca proprio i tristi fatti dell’infanzia scolastica, quando Ignacio era vittima delle morbose attenzioni di Padre Manolo. Segue un intreccio complicato, che vedrà compiersi il destino di queste due vite segnate per sempre, in modo indelebile, dall’esperienza infantile.

Due anni dopo arriva Volver, in cui Pedro Almodóvar torna a un suo classico, rielaborandolo in maniera egregia. Tragicommedia che gravita attorno a un gruppo di donne, e alla loro incrollabile forza, con la quale affrontano e superano i momenti bui della vita. Trionfo della figura femminile, cui rende omaggio innanzitutto col personaggio di Raimunda, splendidamente incarnato dalla Penelope Cruz, ma anche ritrovando Carmen Maura. Ancora incetta di premi: Palma d’Oro a Cannes per tutte le protagoniste femminili, Nastro d’Argento come Miglior Film europeo. Torna poi a scegliere la Cruz anche per Gli abbracci spezzati (2009), che però non ottiene lo stesso riscontro della precedente pellicola.

E siamo a questi giorni, a quest’ultimo mese, che ha visto il regista spagnolo presentare al Festival del Cinema di Venezia la sua ultima fatica: La pelle che abito, in cui ritrova Antonio Banderas dopo dodici anni e cambia genere, virando su un dramma che sa di thriller psicologico. Fa interpretare all’attore un chirurgo plastico che cerca contemporaneamente di vendicarsi e riportare in vita, almeno in apparenza, l’amata moglie. Il regista stesso, nel presentare il film alla stampa romana ne ha ribadito i temi centrali: l’abuso di potere, l’istinto di sopravvivenza e l’identità, che nessuno ci può togliere. Il film è nelle sale dal 23 settembre.

Pedro Almodovar: frasi

  • Trovo molto attraente Gael García Bernal sia come uomo che come donna.
  • Penélope Cruz appartiene alla scuola di recitazione mediterranea, uno stile caratterizzato da carnalità, sfrontatezza, mancanza di inibizioni, capelli scompigliati, una scollatura generosa e un modo assai vociante di comunicare. Anna Magnani, Sophia Loren, Claudia Cardinale, la Silvana Mangano dei primi anni, persino Elizabeth Taylor e Rachel Weisz furono maestre di questo stile.
  • Penélope è capace di tutto, è diventata una donna eterna e senza età. Le inquadrature iniziali di Carne tremula sono state concepite apposta per lei. La sequenza dura otto minuti e lo spettatore ne trae l’impressione che si tratti di una protagonista del film, anche se poi non ricompare più.