Bionda, delicata, raffinata e
brillante, con grandi occhi azzurri e un completo nero largo, a
nascondere la sua pancina da futura mamma. Rosamund
Pike appare così, sorridente e accogliente, e sembra
uscita proprio Amy la protagonista delle pagine di Gilliam
Flynn, l’autrice de L’amore
bugiardo – Gone Girl da cui è tratto l’omonimo
film che la Pike è venuta a promuovere a Roma. Alla regia c’è
David Fincher.
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Fincher ha detto che il
film farà divorziane milioni di coppie, cosa ne pensa
lei?
“David Fincher in genere fa
sempre dei film provocatori, ed è per questo che continuiamo a
vederli. Il film è ambientato negli USA e pensiamo forse che in
Europa la situazione è diversa. Comuqneu ovunque c’è un fortissimo
aumento del narcisismo, ci vengono presentate sempre le coppie
ideali dalla stampa, le coppie bellissime formate dagli attori o
dagli sportivi, e così comincia ad accedere che si guardi al
proprio rapporto dall’esterno piuttosto che dall’interno. Diventa
più importante essere la coppia più cool, ed è questa la trappola
in cui cadono Nick e Amy nel film. Amy ha una battuta in cui dice
‘Siamo la coppia più felice del mondo, che senso ha stare insieme
se non si è la coppia più felice del mondo?’. Questa per me è la
ricetta per aspettative che non sono sostenibili.”
Quanto è interessante per
un’attrice interpretare un ruolo così centrato su un carattere
sgradevole?
“Come personaggio Amy è molto
affascinante, seducente e complicato. Dalle prime reazioni, molti
sono disturbati da lei, ma anche attratti o respinti. A me piace
lavorare su questo confine su cui molti non riescono ad elaborare
un giudizio nei suoi confronti. Molti la ammirano e altri la
odiano, è un personaggio molto complicato e interessante. Come
donna devo dire che è bello il ruolo perché spesso i personaggi
femminili sono rappresentati da un punto di vista maschile, in modo
che piacciano ai maschi. Io penso che lei sia un personaggio che
non sarebbe mai potuto essere uomo. Spesso abbiamo questi
personaggi femminili forti che però hanno caratteristiche maschili
o usano il sesso per ottenere ciò che vogliono. Amy invece ha un
cervello molto femminile, un modo di fare da donna. Riflette molto
su come agire, pianifica le sue azioni. Dopo aver combattuto per
anni contro Miranda Frost (personaggio che la Pike ha
interpretato in un Bond Mive, ndr), sono molto felice di fare
adesso un ruolo come questo. Non sono spaventata ma sono
interessata, voglio vedere le reazioni del pubblico.”
La bella Rosamund continua con una
riflessione sulla rabbia femminile, vero filo rosso che lega i
romanzi della Flynn: “Gilliam ama molto
esplorare l’idea della rabbia femminile nei suoi romanzi. La rabbia
spesso è vista come un’emozione maschile, mentre se una donna è
arrabbiata viene considerata isterica. Nei suoi libro, la Flynn
parla sempre di complesse psicologie femminili con dei traimi nella
loro infanzia. Amy ha avuto un’infanzia privilegiata dal punto di
vista economico, ma è cresciuta con questa sorella fittizia creata
dai suoi genitori che era sempre migliore di lei. E’ cresciuta con
questo forte senso di rabbia, anche inconsapevole, e questo le ha
causato una fortissima paura di essere tradita.”
Se con Miranda Frost ci hai
messo 15 anni, quanto tempo pensi di metterci a toglierti di dosso
Amy? Pensi ad un sequel del film, visto il finale
aperto?
“David ha sempre un finale
aperto e provocatorio per i suoi film, non credo che l’idea sia
quella di fare un sequel, ma quella di lasciare allo spettatore di
concludere le storie dei personaggi. Penso che ci sia qualcosa in
alcuni personaggi che non si può conoscere, non si può definire,
come nel caso di Amy, mentre il personaggio di Miranda Frost era
piuttosto chiaro. Facile da conoscere. Spesso le donne che
interpretano le Bond Girl non hanno un vero e proprio ruolo, viene
chiesto loro di essere se stesse. Invece quello che mi piace di Amy
è il suo essere un personaggio camaleontico, e io sono grata a
Fincher perché con me ha deciso di correre un rischio, ha visto che
potevo interpretare questo ruolo. Come attrici chiediamo solo
questo, che ci venga data la possibilità di raggiungere profondità
emotive con questi personaggi e che qualcuno sia disposto a correre
il rischio per noi.”
“Nei suoi film Fincher cerca
sempre una storia più grande del racconto stesso – ha
raccontato Rosamund Pike – In questo
caso ha fatto satira sociale tramite il thriller. C’è un sottile
umorismo dark in tutto il film, come se lui volesse dare allo
spettatore il permesso di ridere, anche se non lo fa sentire
proprio a suo agio. David vuole raccontare solo gli esseri umani
che vivono al margine di quello che può essere socialmente
accettato, indipendentemente dal fatto se sono uomini o donne.
L’autrice, Gilliam Flynn, è stata accusata di essere misogina, in
verità è una femminista, come Fincher stesso. So per certo che lui
in un lavoro cerca la persona più qualificata per farlo, senza
distinzioni di genere. Legge il curriculum e sceglie.”
Sul set ha mai avuto la percezione che il regista non
fosse interessato di più allo stile che ai personaggi?
“Tutta la campagna di marketing
per questo film è stata incentrata sul pubblico. Lui ha a cuore
l’esperienza cinematografica per il pubblico, che dovrebbe essere
un evento, qualcosa di emozionante. Penso che per contratto abbia
stabilito che il materiale pubblicitario del film non dovesse
rivelare nulla dei colpi di scena del film stesso. Sono pochi i
registi che hanno il potere di fare questo, ma anche il rispetto
verso il pubblico. E’ importante che gli spettatori possano vedere
qualcosa di nuovo e sorprendente. Quindi il suo interesse maggiore
quando gira è riservato al pubblico che vedrà il film, ma
ovviamente deve essere interessato alla storia che racconta. Riceve
talmente tanti copioni che ha detto di recente che se li avesse
accettati tutti si sarebbe già potuto ritirare. Penso che mantenere
l’interesse vivo sia la chiave che alimenta la passione. Noi come
attori siamo stati fortunati perché lui è molto preciso e da
indicazioni puntuali a tutti, sia comparse sia protagonisti,
chiunque abbia lavorato con lui sia poi andato via
arricchito.”