Sin dall’annuncio
di Toy Story 4 numerosi fan
della saga Pixar hanno storto il naso di
fronte a quella che sembrava essere un’operazione indirizzata più a
cavalcare l’onda della notorietà del franchise piuttosto che parte
di un piano ben definito, ebbene a sciogliere i dubbi ci ha
pensato Andrew Stanton, regista
di Finding Dory.
“Nessuno più di noi è
intenzionato a fare un grande film su Toy Story. Conosciamo bene le
difficoltà e per questo lo abbiamo rimandato in modo che potessimo
farlo a dovere. So che c’è molto scetticismo a riguardo e molti si
chiedono perché un quarto? Ma la verità è che abbiamo sempre avuto
intenzione di continuare la storia.”
Toy Story
4, ricordiamo, sarà una commedia romantica
completamente slegata dalla trilogia originale. La storia è
stata ideata da Lasseter assieme a Andrew
Stanton, Lee Unkrich e Pete
Docter, mentre la sceneggiatura è stata curata da
Rashida Jones e Will McCormack.
Ricordiamo infine che Toy Story 4
uscirà nelle sale il 17 luglio 2017.
Rocky, Star Trek,
Batman, sono tantissimi i franchise di successo che
arrivati al quarto capitolo si sono dovuti arrendere alla povertà
di idee e alla pochezza di realizzazione, ma contro questa tendenza
si erge Toy Story 4, il nuovo film Pixar, dal 26 giugno in sala, che prova a
ribaltare la tradizione.
Il compito è difficilissimo, visto
che con Toy Story 3 – La
Grande Fuga, nel 2010, lo Studio aveva realizzato un
capolavoro di storia, testi e sottotesti, un’addio commovente e
accorato a quei personaggi che avevano visto nascere la
Pixar stessa e che con essa erano cresciuti e si
erano perfezionati.
Nove anni fa, Andy aveva preso la
decisione di regalare tutti i suoi giocattoli a Bonnie: lo
sceriffo, lo space ranger, la cowgirl, il ronzino e tutti gli altri
simpatici giocattoli sono passati così di mano, da un ragazzo
pronto per l’età adulta e l’università, a una bambina di tre anni,
con ancora davanti tanti anni di giochi e di avventure. Una nuova
vita per Woody e i suoi, che con Bonnie tornano ad essere di
proprietà di qualcuno, utili a un bambino come gioco, conforto e
compagnia.
La storia di Toy Story
4 si concentra però su Woody, scivolano in secondo piano
sia gli altri giocattoli che il legame d’amicizia con Buzz, e il
centro drammatico della storia diventa il dilemma esistenzione di
un giocattolo, abituato ad essere il preferito, sempre in prima
linea per difendere e proteggere il proprio bambino, che però
comincia ad essere messo da parte. Se infatti il cowboy è il gioco
prediletto da Andy, con Bonnie non è più così, tanto che la bimba
arriva a togliere la spilla da sceriffo dal suo gilet, per
appuntarla su quello di Jessie. Un passaggio di consegne al quale
Woody non è affatto pronto.
Toy Story 4 parte
da questo assunto e si trasforma ben presto in un on the road in
cui alla girandola di avvenimenti rocamboleschi si sovrappone un
torrente di emozioni che travolge lo spettatore insieme ai
giocattoli protagonisti. Ovviamente non mancano gli espedienti
comici esilaranti, affidati ai nuovi personaggi, i segmenti ad alto
tasso di adrenalina e quelli che omaggiano con raffinatezza il
cinema di genere, dal noir all’horror, ma il centro assoluto del
racconto è la presa di coscienza di Woody. La sua fedeltà totale
nei confronti dei suoi bambini, prima Andy e poi Bonnie, lo ha reso
completamente cieco ad ogni altra cosa e presto scoprirà che
l’altra faccia di questo suo altruismo totalizzante, il sano
egoismo di cui sembra incapace, potrebbe essere l’inizio di una
nuova magica avventura.
Ad aprirgli gli occhi ci sarà Bo
Peep, la pastorella del primo Toy Story che qui
torna in versione aggiornata, indipendente, brillante,
intraprendente, un giocattolo molto diverso da quello che
conoscevamo.
La devozione di Woody viene messa in
gioco quando il cowboy decide a tutti i costi di proteggere Forky,
un nuovo “giocattolo” di Bonnie, la sua coperta di Linus per
affrontare l’asilo e le prime novità legate alla crescita. Per
questo, il nostro eroe si troverà in una serie di situazioni in cui
non solo verrà testato il suo coraggio ma soprattutto la sua natura
di amico fedele e devoto al suo bambino. Ma cosa accade quando il
“lavoro” di una vita, d’improvviso, si rivela non più
necessario?
Se in Toy Story 3
Andy ha detto addio ai suoi giochi, in Toy Story 4
sarà Woody a dire finalmente addio a Andy, al suo ruolo di leader,
ai suoi amici, insomma sarà lui a “diventare grande”, perché se è
vero che è immutabile nel tempo, le sue esperienze e le sue
emozioni lo arricchiscono e lo rendono, per una volta, capace di
scegliere per se stesso. Per ogni essere umano arriva il momento di
scegliere tra se stessi e gli altri, tra il proprio futuro e il
proprio passato. In Toy Story 4 sembra che lo
stesso avvenga per i giocattoli.
Se la trilogia di Toy
Story era il racconto, lo sviluppo e il compimento della
parabola narrativa di Andy, dal punto di vista dei suoi giocattoli,
Toy Story 4 trova lo spazio per un altro racconto
avvincente con protagonista assoluto Woody. Probabilmente sarà
difficile eguagliare la bellezza e la grandezza dei precedenti
capitoli, ma il film diretto da Josh Cooley è
sicuramente un ottimo quarto capitolo, con una storia forte, grandi
momenti d’azione, risate garantite sia per i grandi che per i
piccoli, e quel tocco di commozione che non permetterà a nessuno di
uscire dalla sala con gli occhi asciutti.
Disney Italia ha
diffuso il poster ufficiale e il nuovo trailer italiano di
Toy Story 4, l’annunciato quarto capitolo della
saga animata targata Disney Pixar.
“Come molti, anch’io pensavo
che la storia si fosse conclusa con Toy Story 3 – La Grande
Fuga”, afferma il regista Josh Cooley. “E in effetti in quel
film si concludeva la storia di Woody con Andy. Ma, come accade
nella vita di tutti i giorni, ogni fine è in realtà un nuovo
inizio. La vita di Woody in una nuova cameretta con nuovi
giocattoli e un nuovo bambino è qualcosa che non abbiamo mai visto
prima. Ci siamo chiesti come sarebbe stato e da questa domanda ha
cominciato a prendere vita una nuova storia che meritava di essere
esplorata”.
Nel 1995 Toy Story – Il
Mondo dei Giocattoli rivoluzionò il cinema d’animazione
come primo lungometraggio interamente realizzato con la computer
grafica. Il film ottenne il più alto incasso di quell’anno e fu
candidato a tre premi Oscar e due Golden Globe. Quattro anni
dopo, Toy Story 2 – Woody e Buzz Alla Riscossa vinse il
Golden Globe come miglior film – commedia o musical, e un Grammy
per la miglior canzone scritta per un lungometraggio, un prodotto
televisivo o un altro media visivo (Randy Newman, “When She Loved
Me”/ “Quando lei mi amava”). Uscito nel 2010, Toy Story 3 –
La Grande Fuga ha vinto due Oscar come Miglior film
d’animazione e per la Miglior canzone originale (Randy Newman, “We
Belong Together”), oltre a un Golden Globe® e un BAFTA come Miglior
film d’animazione, diventando inoltre il secondo lungometraggio
Pixar a essere candidato all’Oscar come Miglior film.
Toy Story 4, la trama
Diretto da Josh Cooley e prodotto da Jonas Rivera e Mark
Nielsen, Toy Story 4 vede Woody e Buzz alle prese
con un viaggio in compagnia di vecchi amici, inaspettati ritorni e
nuovi arrivi come Forky, una forchetta trasformata in un riluttante
giocattolo. Quando Bonnie porta con sé tutta la banda di giocattoli
in un viaggio con la sua famiglia, Woody fa un’inaspettata
deviazione che lo porta a ritrovare la sua amica scomparsa da
tempo, Bo Peep. I due scopriranno che le loro rispettive vite come
giocattoli sono ormai agli antipodi, ma presto si renderanno conto
che questo è l’ultimo dei loro problemi.
Woody ha sempre saputo quale fosse
il suo posto nel mondo e la sua priorità è sempre stata prendersi
cura del suo bambino, che si trattasse di Andy o di Bonnie. Quando
Forky, il nuovo progetto scolastico di Bonnie trasformato in un
giocattolo, si autodefinisce “spazzatura” e non giocattolo, Woody
decide di mostrargli gli aspetti positivi di questa nuova vita. Ma
quando Bonnie porta con sé tutta la banda di giocattoli in un
viaggio con la sua famiglia, Woody fa un’inaspettata deviazione,
che lo porta a ritrovare la sua amica scomparsa da tempo, Bo Peep.
Dopo aver trascorso anni per conto proprio, lo spirito avventuroso
di Bo e la vita “on the road” hanno rovinato la sua
porcellana. Woody e Bo scopriranno che le loro rispettive vite
come giocattoli sono ormai agli antipodi, ma presto si renderanno
conto che questo è l’ultimo dei loro problemi.
La più amata banda di giocattoli
torna al cinema con un’avventura completamente nuova nel nuovo
lungometraggio Disney e Pixar Toy Story 4. Diretto
da Josh Cooley e prodotto da Jonas
Rivera e Mark Nielsen, il film è da oggi
nelle sale italiane distribuito in oltre 800 copie da The
Walt Disney Company Italia.
Nella versione italiana di Toy
Story 4 un importante cast di voci dà vita ai nuovi
giocattoli. Luca Laurenti è Forky, un
cucchiaio-forchetta usa e getta trasformato in un giocattolo dalla
piccola Bonnie; Corrado Guzzanti è Duke
Caboom, un giocattolo degli anni ‘70 che, a cavallo della sua
potente motocicletta acrobatica, è sempre pronto a mostrare le
proprie pose da stuntman con sicurezza e
spavalderia; Rossella Brescia è una
ballerina volante tra i giocattoli a disposizione
dei bambini nel parco giochi.
Il duo musicale più popolare
d’Italia, Benji & Fede, fa uno speciale cameo
dando voce a due ranocchiette, fra gli ambiti premi del luna park
in cui è ambientata parte della nuova avventura, oltre a
interpretare una nuova versione dell’iconico brano firmato da Randy
Newman “Hai un Amico in Me” (“You’ve Got a Friend in Me”) che
accompagna i titoli di coda del film.
L’atteso nuovo capitolo della saga
vede inoltre il ritorno delle storiche voci di Massimo
Dapporto, nei panni dello Space Ranger Buzz Lightyear,
e Riccardo Cocciante, ancora una volta
interprete della canzone “Hai un Amico in Me” (“You’ve Got a Friend
in Me”), presente nel film insieme al nuovissimo brano “Non
Permetto” (“I Can’t Let You Throw Yourself Away”). Dopo la
scomparsa del celebre e amato conduttore Fabrizio
Frizzi, indimenticabile voce italiana di Woody, lo
sceriffo cowboy torna sul grande schermo con l’interpretazione
di Angelo Maggi, già doppiatore di Tom Hanks,
voce originale del personaggio.
Presentato in anteprima a Roma,
durante la serata la proiezione del film è stata anticipata in sala
da una performance esclusiva di Benji & Fede sul palco con Riccardo
Cocciante per interpretare insieme il celebre brano che da sempre
accompagna le avventure di Toy Story.
Toy Story 4 è uno dei
titoli di punta che vanno ad arricchire l’offerta estiva
dell’iniziativa MOVIEMENT, il movimento culturale che promuove
cinema tutto l’anno e che vede per la prima volta unito tutto il
mondo dell’industria cinematografica. Obiettivo di Moviement è
allineare l’Italia al resto del mondo, rilanciando il cinema come
forma di intrattenimento, culturale e sociale attivo 12 mesi
l’anno, grazie alla sinergia, alla collaborazione e al
coordinamento tra distributori, esercenti, produttori e
istituzioni.
Ecco il primo divertentissimo
trailer di Toy Story
4, che annuncia l’uscita ufficiale del film durante la
prossima estate 2019. Di seguito potete vedere il video, condiviso
dall’account ufficiale di Instagram della Picar, in cui Woody,
Buzz, Jesse e tutti i giocattoli di Andy fanno un girotondo, fino a
che un oggetto che “non è un giocattolo” semina il panico.
A dirigere il film c’è Josh
Cooley, mentre la sceneggiatura è stata firmata
da Stephany Folsom, tra gli autori di
Thor: Ragnarok. Il film arriverà in
sala il 21 giugno 2019. Il film racconterà della relazione tra
Woody e Bo Peep, che nel terzo film era stata
venduta; Woody, con l’aiuto di Buzz, cercherà di ritrovarla.
Toy Story
4 non uscirà nelle sale prima del 2017, ma
recenti notizie suggeriscono che quello che vedremo non sarà un
continuum del filone classico, quello incentrato sul rapporto tra i
giocattoli e gli esseri umani.
La notizia arriva direttamente dallo
stesso presidente delle Pixar, Jim Morris,
che ha rivelato che il nuovo capitolo sarà una storia d’amore, una
commedia romantica che spezzerà con i tre film precedenti.
La conclusione del terzo
capitolo, secondo Morris, ha completato in maniera soddisfacente il
racconto e non avrebbe bisogno di ulteriori aggiunte.
Ha inoltre aggiunto che la Pixar fa
sequel solo di progetti di cui sono appassionati, non solo di film
che garantiscono un successo al box office (Toy Story
3 nel 2010 aveva incassato un miliardo di
dollari).
“Non è quello il punto”, ha detto.
“Riguarda un’idea che viene accolta con entusiasmo”.
La
regia sarà nuovamente affidata a John Lasseter, regista dei primi dueToy Story.
La sceneggiatura sarà scritta da
Rashida Jones e Will
McCormack, già co-sceneggiatori della commedia romantica
Separati innamorati del 2012, e
torneranno Tom Hanks, Tim Allen e
Joan Cusack a dare voce ai personaggi, insieme a
new entries, ancora top secret, che completeranno il cast.
Toy Story 4 sarà il
primo film della Pixar dal 1995 a non includere un cortometraggio.
Per anni, il pubblico si è abituato a vedere, prima dei film dello
Studio, cortometraggi divertenti e anche di un certo spessore,
spesso protagonisti dei premi di categoria durante le stagioni dei
premi.
Cominciò tutto con A Bug’s Life nel
1998 e la tradizione è proseguita a lungo, fino ad oggi. Di
recente, il toccante
Bao è stato proiettato prima de Gli Incredibili
2 e ha vinto l’Oscar per il miglior
cortometraggio d’animazione.
Tra pochi giorni, la Pixar tornerà
al cinema con Toy Story 4, l’ultima puntata del
loro franchise di punta. Per coincidenza, la quarta puntata ha
qualcosa in comune con il film originale, oltre ai personaggi
principali. Per la prima volta in quasi 25 anni, un film Pixar non
sarà preceduto da un cortometraggio.
La Disney ha confermato la notizia a
Slate. Non è stato fornito alcuna spiegazione dietro alla
decisione, quindi sarà interessante vedere se qualcuno alla Pixar
fornirà ulteriori dettagli in merito alla rottura dalla tradizione
in un secondo momento.
Toy Story 4
è il nuovo, e forse ultimo, capitolo del franchise che ha dato
inizio alla grande produzione della Pixar. Nel trailer vediamo
Woody e Buzz alle prese con la loro nuova vita con Bonnie, ma
incontriamo anche Forky, uno dei giocattoli più originali
dell’intera saga.
Nel 1995 Toy Story – Il
Mondo dei Giocattoli rivoluzionò il cinema d’animazione
come primo lungometraggio interamente realizzato con la computer
grafica. Il film ottenne il più alto incasso di quell’anno e fu
candidato a tre premi Oscar e due Golden Globe. Quattro anni
dopo, Toy Story 2 – Woody e Buzz Alla Riscossa vinse il
Golden Globe come miglior film – commedia o musical, e un Grammy
per la miglior canzone scritta per un lungometraggio, un prodotto
televisivo o un altro media visivo (Randy Newman, “When She Loved
Me”/ “Quando lei mi amava”). Uscito nel 2010, Toy Story 3 –
La Grande Fuga ha vinto due Oscar come Miglior film
d’animazione e per la Miglior canzone originale (Randy Newman, “We
Belong Together”), oltre a un Golden Globe® e un BAFTA come Miglior
film d’animazione, diventando inoltre il secondo lungometraggio
Pixar a essere candidato all’Oscar come Miglior film.
“Come molti, anch’io pensavo che
la storia si fosse conclusa con Toy Story 3 – La Grande Fuga”,
afferma il regista Josh Cooley. “E in effetti in quel film si
concludeva la storia di Woody con Andy. Ma, come accade nella vita
di tutti i giorni, ogni fine è in realtà un nuovo inizio. La vita
di Woody in una nuova cameretta con nuovi giocattoli e un nuovo
bambino è qualcosa che non abbiamo mai visto prima. Ci siamo
chiesti come sarebbe stato e da questa domanda ha cominciato a
prendere vita una nuova storia che meritava di essere
esplorata”.
Proprio oggi vi abbiamo
annunciato che il 16 giugno 2017 arriverà al cinema Toy
Story 4. Adesso John Lasseter,
regista del primo indimenticabile Toy Story e
regista futuro anche di questo quarto film, parla della decisione
che sta dietro alla realizzazione di questo già discusso progetto e
delle motivazioni che hanno spinto lui e gli altri vertici della
Pixar e della Disney a dire di sì ad una quarta avventura di Woody
e Buzz.
“Un sacco di persone nell’industria credono che fare sequel sia
solo una questione di soldi, ma per noi si tratta di passione. Noi
facciamo dei sequel solo quando abbiamo una storia che pensiamo sia
buona quanto quella del film precedente, se non di più. Non
decidiamo di fare un sequel automaticamente, in base al successo
del film per poi cercare di capire dopo cosa raccontare.”
Toy Story
3, uscito nel 2010, ha incassato i miliardo di
dollari in tutto il mondo. E’ stato seguito da una serie di
speciali televisivi che hanno portato avantile avventure dei
giocattoli di Andy. Toy Story of Terror è
stato trasmesso lo scorso anno, mentre per il 2 dicembre arriverà
sulle tv americane Toy Story That Time
Forgot.
La sceneggiatura di Toy
Story 4 sarà scritta da Rashida
Jones e Will McCormack che hanno già
lavorato insieme, scrivendo e interpretando la commedia romantica
Separati innamorati. Lavoreranno su
un’idea di Lasseter, Andrew Stanton, Pete Docter e
Lee Unkrich. A produrre per la Pixar ci sarà
Galyn Susman.
La Disney ha annunciato le
nuove date di uscita di due attesissimi film, ossia Toy
Story 4 e Gli Incredibili 2. Il primo è
stato è stato posticipato di circa un anno e arriverà nelle sale il
21 giugno 2019: il secondo, invece, è stato anticipato di un anno è
uscirà adesso 15 giugno 2018.
Toy Story 4 sarà
una commedia romantica completamente slegata dalla trilogia
originale. La storia è stata ideata da JohnLasseter assieme a Andrew
Stanton, Lee Unkrich e Pete
Docter, mentre la sceneggiatura è stata curata da
Rashida Jones e Will
McCormack.
I dettagli su Gli Incredibili 2 invece
sono ancora piuttosto scarsi. In una recente intervista il regista
Brad Bird aveva dichiarato: “Stiamo lavorando in maniera molto
attiva e siamo tutti davvero eccitati. Stiamo cercando di spingere
la storia verso territori inesplorati. Quello che vogliamo è
mantenere i medesimi personaggi e le medesime sensazioni, ma
indirizzare il tutto in nuove direzioni. È questa la parte più
complicata di un sequel. Riuscire a ripeterti senza essere
ripetitivo!”
Toy Story 4 e
Gli Incredibili 2: ecco le nuove date di
uscita
Ricordiamo che tra i prossimi film
d’animazione in cantiere alla Pixar ci sono Cars 3, che arriverà il
16 giugno 2017, e Coco, che
uscirà invece il 22 novembre 2017. Dal canto suo
la Disney è a lavoro su Gigantic, che farà il
suo debutto il 9 marzo 2018.
La pellicola, la sesta prodotta
dagli Pixar Animation
Studios e la prima in cui la storia si basa unicamente
su personaggi umani (seppur dotati di superpoteri), è stata
distribuita negli Stati Uniti dal 5 novembre 2004, e in Italia
dal 26 dello stesso mese.
Se c’è un sequel che gli
amanti del cinema di qualità desiderano ardentemente è quello di
Toy Story.
La Walt Disney ci accontenta tutti
con l’annuncio, da parte del Chairman e CEO Bob Iger della Walt
Disney Company, che nel 2017 arriverà Toy Story
4. La sorpresa ancora più bella è che il film verrà
diretto nientemeno che da John Lasseter, che ha diretto il primo
pionieristico Toy Story e che ha curato la parte artistica di tutta
la prima trilogia.
Anche se non abbiamo la conferma
ufficiale, immaginiamo che in Toy Story 4
torneremo a sentire le voci di Tom Hanks, Tim Allen, Joan
Cusack e del resto del cast di giocattoli.
Toy Story
3, uscito nel 2010, ha incassato i miliardo di
dollari in tutto il mondo. E’ stato seguito da una serie di
speciali televisivi che hanno portato avantile avventure dei
giocattoli di Andy. Toy Story of Terror è
stato trasmesso lo scorso anno, mentre per il 2 dicembre arriverà
sulle tv americane Toy Story That Time
Forgot.
“Amiamo tantissimo vedere questi
personaggi; sono come una famiglia per noi – ha dichiarato
Lasseter – Non vogliamo fare nulla con loro a meno che non
siano cose che superano quelle che abbiamo già fatto. Toy Story 3
concludeva in maniera perfetta la storia di Woody e Buzz con Andy,
e non avremmo mai pensato di poter tornare a raccontare qualcosa di
loro. Ma quando Andrew, Pete, Lee e io ci siamo messi a parlare è
venuta fuori questa nuova idea, e non potevamo smettere di
pensarci. E’ stato davero eccitante per me, sapevo che dovevamo
fare questo film, e volevo dirigerlo io in persona.”
La sceneggiatura di Toy Story 4 sarà
scritta da Rashida Jones e Will
McCormack che hanno già lavorato insieme, scrivendo e
interpretando la commedia romantica Separati
innamorati. Lavoreranno su un’idea di
Lasseter, Andrew Stanton, Pete Docter e
Lee Unkrich. A produrre per la Pixar ci sarà
Galyn Susman.
Nel 2004, a seguito della rottura
tra Steve Jobs della Pixar e Michael
Eisner della Disney, la Disney ebbe la possibilità, a
seguito degli accordi che vennero stipulati dopo la rottura, di
mettere mano ai sequel dei capolavori della Pixar. Bob
Iger (Disney) e i suoi cominciarono così a mettre mano a
Alla ricerca di Nemo 2, a
Monsters and Co 2 e a Toy
Story 3.
In una versione mai realizzata di
quest’ultimo film, la storia ruotava intorno a Buzz e al
danneggiamento dei sui cip interni. Di seguito vediamo infatti una
serie di concept con un deciso accento tragico, in cui vediamo
Woody, Jess e tutti i giocattoli di Andy, preoccupati per la sorte
del Ranger Spaziale loro amico.
Per fortuna le cose sono andate
diversamente e nel Toy Story 3 che
abbiamo poi visto al cinema Buzz è soltanto protagonista di un
simpaticissimo siparietto in cui viene formattato e trasformato in
un romantico tanghero.
Ecco invece i concept della storia
mai realizzata:
Il regista di Toy Story 3, Lee Unkrich, ha
confermato che Woody, Buzz e tutti gli altri giocattoli
nell’universo animato possono davvero morire. Il primo Toy
Story è uscito nel 1995, diventando uno dei film più visti
dell’anno e contribuendo a rendere celebre la Pixar. Il sequel del
1999 si è rivelato un altro incredibile successo per lo studio,
mentre Toy Story 3 non sarebbe arrivato nelle sale fino al
2010. N’è valsa comunque la pena aspettare, dal momento che la
storia di un Andy ormai adulto che si prepara per andare al college
e a dire addio alla sua infanzia ha contribuito a rendere il film
incredibilmente emozionante.
I film della saga di Toy
Story sono ancora oggi alcuni dei titoli più popolari di
Pixar. L’idea di far prendere vita ai giocattoli quando gli umani
non sono in circolazione era decisamente unica e originale, ed è
riuscita a dare vita a ben tre sequel. Nel corso degli anni ci sono
stati parecchi dibattiti in merito ad una questione particolarmente
spinosa: i giocattoli sono effettivamente immortali poiché non
invecchiano? Oppure Andy giocherebbe con i loro “cadaveri” se
questi potessero morire? Adesso, è stato proprio Unkrich a
stabilire la verità.
Secondo Unkrich, i giocattoli
possono morire nell’universo di Toy Story se
vengono distrutti. Il regista ha risposto via
Twitter ad un fan che gli ha chiesto di risolvere un dibattito
che stava avendo con la sua ragazza. La risposta di Unkrich è
stata: “Vivono finché esistono. Ma se dovessero venire
completamente distrutti? Tipo in un inceneritore? Game
over!”
Se in Toy Story i giocattoli
possono morire, sono anche in grado di creare la vita?
Anche se Unkrich ha chiarito che i
giocattoli possono morire, Toy Story
4 ha generato un’altra domanda senza risposta: i
giocattoli possono creare la vita? Forky è stato creato perché
Bonnie si sentiva sola a scuola, e non riuscendo a fare amicizia
con gli altri bambini si era creata un nuovo amichetto nato da un
ammasso di scarti di immondizia.
Dopo che Bonnie ha costruito Forky e
ha messo il suo nome sul fondo del suo bastone, Forky è diventato
un giocattolo senziente. Josh Cooley, il regista
di Toy
Story 4, ha cercato di spiegare questo mistero affermando
che l’amore e la cura di un bambino possono creare la vita
nell’universo di Toy Story e che Forky aveva chiaramente
un posto speciale nel cuore di Bonnie.
Un nutrito gruppo di dipendenti del
Disneyland Resort si è riunito, complice il loro sindacato, per
protestare contro una nuova forma contrattuale: secondo le nuove
direttive, i dipendenti in mansioni “minori”, come fattorini,
uomini delle pulizie, saranno costretti a pagare le spese sanitarie
per sè e i propri figli, spese che invece erano fino ad ora a spese
della stessa Disney.
Andy è ormai cresciuto e Woody,
Buzz e gli altri giocattoli sono molto incerti riguardo al loro
futuro: finiranno sul marciapiede (nella spazzatura) o in soffitta?
Sicuramente non potranno seguire il loro padrone al college!
Comincia così la terza avventura dei giocattoli più famosi del
grande schermo, che si troveranno a dover combattere contro dei
bambini dell’asilo SunnySide, dove finiranno per sbaglio, ed a
sventare gli oscuri piani di Lotso, un orsacchiotto peloso e rosa
che profuma di fragole, ma che ha un cuore nero…
Toy Story
3 è universalmente riconosciuto come il miglior
prodotto Pixar. Ci sono tantissimi fan della grande fabbrica di
sogni che continuano a preferire Wall-E
oppure UP, eppure di fronte all’epica
avventura della crescita, dell’abbandono dell’infanzia e del mondo
dei giocattoli, il cuore di ognuno sussulta e si commuove.
Ecco che sul blog di appassionati
di Oh My Disney, compaiono una serie di grafici
che ci informano su quanto si piange in Toy Story
3 in maniera precisa e metodica, con tanto di
variazioni di scena, di livelli di risate e di interiezioni
sparse.
Ecco i grafici. Provate a
controllare se vi ci rispecchiate!
Toy Story 3 – La grande
fuga (Toy Story 3) è
il film d’animazione del 2010 diretto
da Lee Unkrich e sequel di Toy
Story – Il mondo dei
giocattoli eToy
Story 2 – Woody e Buzz alla riscossa. Le voci
originali sono di Tom
Hanks, Tim Allen, Joan Cusack, Don
Rickles, Wallace Shawn, Michael
Keaton, Timothy Dalton, Bonnie Hunt e
Whoopi Goldberg.
La trama
Se Toy
Story ha rappresentato una pietra miliare del
panorama cinematografico della tua infanzia, è inevitabile
attendere con trepidazione il terzo e ultimo capitolo della saga
dei giocattoli più amati del cinema. E quando Toy Story
3 si rivela un gioiello in grado di suscitare una
varietà di emozioni, allora non puoi che dire “grazie”. Spesso il
cinema ci ha abituati a sequel poco riusciti o che facevano
rimpiangere il primo titolo che dà avvio a una data trilogia/saga,
soprattutto quando si arriva al capitolo numero 3. Toy
Story 3 – La grande fuga è una piacevole eccezione,
in grado persino di superare il secondo capitolo e di classificarsi
come la pellicola più matura della saga sui giocattoli di Andy.
Benché le premesse della storia
fossero chiare dai trailer promozionali – la partenza di Andy per
il college, il destino incerto dei giocattoli che vengono dati in
beneficenza a un asilo -, è decisamente sorprendente scoprire come
una pellicola d’intrattenimento destinata soprattutto ai bambini
sia in grado di optare per scelte coraggiose e, in alcuni casi,
alquanto dark. Perché se i momenti divertenti non mancano (in
particolare un’esibizione di Ken e la versione spagnola di Buzz
Lightyear), diversi frangenti si tingono di venature horror che ci
presentano il Sunnyside come un luogo tutt’altro che ‘soleggiato’:
un asilo-prigione dal quale Woody, Buzz e i loro amici desiderano
(e a ragione) di scappare. Pensiamo al primo momento in cui i bimbi
irrequieti dell’asilo strapazzano i giocattoli, i quali si sentono
a dir poco torturati, come testimoniato dalle tinte horror della
musica…
Toy Story 3 – La grande fuga, una divertente avventura
Ma, sia chiaro, Toy
Story 3 è tutt’altro che una pellicola paurosa! C’è
tensione, ma anche azione, gag esilaranti e, soprattutto, momenti
commoventi: la nostalgia è il sentimento dominante dei giocattoli,
che bramano rimanere con Andy, e di Andy stesso, il quale si trova
a vivere uno dei momenti più difficili dell’adolescenza: quello in
cui ti rendi conto di essere cresciuto, di dover proseguire per la
tua strada chiudendo le brecce al passato e imparando a cavartela
da solo senza la famiglia; momenti vissuti da tutti noi, che ci
consentono di provare una forte empatia con il personaggio del
diciassettenne Andy. Impossibile trattenere le lacrime e restare
indifferenti al profondo legame che unisce tutti i giocattoli: se
uno di loro è in difficoltà, tutti si mobilitano per salvarlo e, se
alla fine la speranza viene meno, basta tenersi tutti per mano per
darsi forza e affrontare con dignità le fiamme del pericolo.
Passando alle questioni meramente
tecniche, non si può che lodare in primis la sceneggiatura, in
grado di dare spazio a tutti i protagonisti senza sacrificare
nessuno, e di introdurre nuovi personaggi efficaci e sorprendenti:
tra questi, l’irresistibile Ken
(purtroppo non al top per via del doppiaggio non all’altezza di
Fabio De Luigi, mentre in generale il doppiaggio
italiano si rivela soddisfacente). La Pixar continua a superare se
stessa anche nella resa visuale dei personaggi e degli ambienti,
talmente verosimili da regalare una forte impressione di realtà.
Quanto al 3D, benché non particolarmente notevole, si fa apprezzare
parecchio e, soprattutto, ci offre dei momenti indimenticabili di
estetica e poesia nel corto Quando il giorno
incontra la notte che precede la pellicola.
Un merito supplementare: grazie
agli occhialini è possibile nascondere le lacrime che
Toy Story 3 ci induce a versare
nella sequenza finale, durante la quale non vuoi rassegnarti che
questo sia il capitolo conclusivo e tu, proprio come Andy, sei
costretto a dire addio a Woody, Buzz e i loro compagni. E allora,
citando Andy, non puoi che dire: “Grazie, ragazzi”.
Prende il via a New York la
Toy Fair, convention newyorchese dedicata
esclusivamente ai giocattoli di cui Lego è sicuramente un marchio
protagonista.
Ecco quindi che da Comingsoon.net arrivano oltre 300 foto dedicate
all’esposizione dei mattoncini colorati, in cui troviamo tra i
marchi riprodotti Star
Wars, Ghostbusters, Marvel e, ovviamente,
The Lego Movie.
Qua sotto potete ammirare una foto gallery riassuntiva mentre
cliccando qui avrete la gallery completa
Dopo avervi riportato le riproduzioni Lego di alcuni famosi film ora
vi mostriamo le immagini delle tantissime action figure e di varia
oggettistica presente alla Toy Fair di New York;
da Godzilla a Game of Thrones passando per
Marvel,DC
Comics, Star
Wars e Hunger Games la lista è lunga e
corposa.
Qua sotto potete ammirare una gallery riassuntiva mentre a questi
link (link1 e link2) trovate le foto gallery complete.
La Disney Consumer
Products ha dato il via Lunedì mattina ad un evento
speciale durante i Toy Fair 2014 nel
quale hanno presentato i prodotti basati su i prossimi film
tra cui Star
Wars Rebels,
PlanesFire &
Rescue, The Amazing Spider-Man
2, Guardian of the Galaxy
e il nuovo spettacolo di animazione Disney XD in uscita in
autunno.
L’evento è stato ancora una
volta presentato da Jim Babcock, direttore
delle comunicazioni interne alla Walt
Disney.
The Amazing Spider-Man 2
L’evento dedicato al sequel del film
di Marc Webb è iniziata con la proiezione del più recente trailer,
seguita dalla presentazione dell’action figure di Electro
accompagnato dall’arrivo della piccola star Jorge Vega, un
attore bambino che appare nel film ed è coinvolto nello scontro tra
Spider Man e Rhino nel film. Il bambino ha parlato di quanto era
legato a Andrew Garfield come nuovo Spider-Man, a quel
punto è comparso proprio l’attore:
Pare che CS.net non sia riuscito a
filmare un video per intero dell’evento ma riferiscono che è stata
mostrata una featurette del film con interviste a
Kevin Feige, Chris Pratt , James
Gunn e altri, così come alcune sequenze riprese del
film , che probabilmente saranno quelle che vedremo oggi
nell’atteso trailer. Nel filmato c’era una particolarmente
divertente scena tra Chris Pratt e Djimon Hounsou
, dove il primo sta cercando di spiegare a quest’ultimo che è
“Star -Lord , il leggendario” , ma il personaggio di
Hounsou non ha mai sentito parlare di questo leggendario
personaggio.
Variety riporta che
Macon Blair (I Don’t Feel At Home in This
World Anymore) è stato scelto dalla Legendary per scrivere
e dirigere un reboot del cult The Toxic Avenger
.
L’esordio alla regia di Blair,
I Do not Feel At Home in This World Anymore, è
stato presentato per la prima volta nel 2017 e ha vinto il Gran
Premio della giuria al Sundance Film Festival. Sullo schermo, Blair
ha recitato in Blue Ruin, Green Room, Murder Party, Gold,
La truffa dei Logan, American Woman e nel film horror di
NetflixHold the Dark.
La commedia originale del 1984,
prodotta da Lloyd Kaufman e Michael
Herz, è ambientata nella città fittizia di Tromaville, NJ,
e incentrata su un custode in un centro benessere che viene
lanciato dalla finestra del secondo piano da un gruppo di bulli,
atterrando in un bidone di rifiuti tossici. I prodotti chimici lo
portano a trasformarsi nel Vendicatore tossico, che ha dimensioni e
forza sovrumane e contrasta i bulli e la corruzione.
Il film originale ha dato il via a
un franchise, tra cui sequel, The Toxic Avenger Part II, The Toxic
Avenger Parte III: The Last Temptation of Toxie e Citizen Toxie:
The Toxic Avenger IV, nonché a una strana produzione musicale, un
film per bambini, una serie di cartoni animati e un fumetto
Marvel.
Kaufman e Herz lavoreranno come
produttori al riavvio per Troma Entertainment, con Alex
Garcia e Jay Ashenfelter che
supervisionano per Legendary. Lo studio ha acquisito i diritti sul
film a dicembre.
Jacob Tremblay è stato scelto per recitare,
al fianco di Peter Dinklage, in Toxic
Avenger, che sarà prodotto da Legendary. Macon
Blair
è stato scelto in veste di regista del film. Sarà una
rivisitazione contemporanea della commedia d’azione a basso budget
di successo prodotta da Troma Entertainment del 1984.
The Toxic Avenger
sarà una storia che, dietro la maschera di commedia irriverente,
sul genere di Deadpool, porterà con sé contenuti
importanti, come temi ambientali, sovvertendo i canoni del genere
supereroistico hollywoodiano.
Quando un uomo qualunque in
difficoltà viene spinto in una vasca di rifiuti tossici, viene
trasformato in un mostro mutante che da emarginato, evitato dalla
gente, diventa un eroe sfortunato, mentre lotta per salvare suo
figlio, i suoi amici e la sua comunità dalle forze della corruzione
e dell’avidità. Lloyd Kaufman e Michael Herz della
Troma ricopriranno il ruolo die produttori.
Jacob Tremblay ha ricevuto una nomination ai
SAG per la sua straordinaria interpretazione in Room del 2015, al fianco della vincitrice
dell’Oscar Brie Larson, e nel 2017 ha recitato in
Wonder, film di grande successo di critica e pubblico.
È stato il protagonista della commedia di successo della Universal,
Good Boys, nel 2019.
Prossimamente,
Tremblay presterà la voce a Flounder, il
pesciolino amico di Ariel, nell’imminente adattamento live-action
della Disney de La
Sirenetta, nonché il personaggio principale del
prossimo film Disney e Pixar Luca.
In occasione
dell’uscita di TOWER HEIST – COLPO AD ALTO
LIVELLO disponibile in Blu-ray e DVD dal 28 Marzo, la
Universal presenta IL “PREMIO SPECIALE TOWER HEIST”
Un gruppo di dipendenti di una grande
azienda americana viene truffato dal loro stesso datore di lavoro,
un ricco uomo d’affari di Wall Street che vive agli arresti
domiciliari in un attico a Manhattan. Traditi e umiliati gli uomini
progettano di rapinare la loro stessa azienda, guidati dal manager
Josh Kovacs e da Slide, un criminale fatto uscire di prigione
proprio per questa occasione.
Ecco il Full Trailer
ufficiale di Tower Heist, la commedia d’azione di Brett
Ratner con Ben Stiller, Eddie Murphy, Matthew Broderick, Téa Leoni,
Gabourey Sidibe, Casey Affleck, Stephen Henderson, Judd Hirsch,
Michael Peña e Alan Alda.
Arriva nelle sale italiane
Tower Heist – Colpo ad alto livello, commedia che
parla di poveri che tentano di derubare i ricchi. Un gruppo di
addetti alla manutenzione, per punire l’uomo che li ha defraudati
delle loro pensioni, un ricco uomo d’affari di Wall Street che vive
in un attico a Manhattan, organizzano un furto in grande stile,
guidati dal loro direttore.
In Tower Heist – Colpo ad
alto livello un gruppo di addetti alla manutenzione, per
punire l’uomo che li ha defraudati delle loro pensioni, un ricco
uomo d’affari di Wall Street che vive in un attico a Manhattan,
organizzano un furto in grande stile, guidati dal loro
direttore.
Tower Heist – Colpo ad alto
livello, il film
Gli ingredienti che si mescolano
nell’opera sono tutti quelli di una commedia alla “Colpo Grosso”
anche se gli splendori di quel film non sono minimamente
paragonabili al tiepido luccichio che emana questa pellicola. Il
problema di fondo del il film diretto da Brett
Ratner è che escluso il simpatico siparietto fra i
personaggi di Ben Stiller e
Tea Leoni, non ci sono altri spunti e il tutto pecca
di originalità. Le vicende narrate come gli espedienti che mandano
avanti il racconto sono già visti e nulla possono il talento comico
di Ben Stiller o quello un po’ arrugginito di Eddy
Marphy che solo in alcuni tratti riescono ad esaltare il
film.
Pur impreziosito da un cast di
caratteristi niente male il film a stento decolla, rimanendo sempre
in una sufficiente aurea d’immobilità. Per quanto ci si
aspetti una svolta che faccia cambiare ritmo all’azione, quando
arriva è così blanda che la si avverte appena, diventando anche in
molte occasioni prevedibile e ripetitiva.
Nota positiva è la performance di
Matthew Broderick, attore poco utilizzato
dall’industria ma che possiede delle buone doti di autoironia.
D’altro canto invece la presenza di
Casey Affleck non fa altro che insinuare nello
spettatore più arguto la nostalgia per i bei momenti passati
insieme nella saga di Ocean’s, ricordato a tratti anche dalle
musiche qui composte da Christophe Beck.
Tower Heist è una commedia che
rasenta la sufficienza, a tratti piacevole ma completamente
incostante. Da attori di questo calibro ci si aspetta sempre
qualcosa in più che per ovvie ragioni molto spesso non si
verifica.
Presentato all’interno della
Selezione Ufficiale della dodicesima edizione della Festa del
cinema di Roma, Tout nous sépare scritto e diretto
da Thierry Klifa combina borghesia e mondo
criminale in un racconto noir dalle tinte forti.
Il film è ambientato in una
cittadina della costa francese, tra Sete e Perpignan. Una madre e
una figlia rimangono invischiate, a seguito di un omicidio, in un
pericoloso giro criminale.
Il regista delinea due mondi molto
diversi tra loro ma che nel corso del film finiscono per
intersecarsi. Il primo è quello borghese al quale appartengono le
due protagoniste. La macchina da presa si muove soprattutto
all’interno della loro grande casa piena di libri e di quadri. Il
secondo mondo è quello criminale caratterizzato da squallidi
palazzoni (mostrati con campi lunghissimi), combattimenti
clandestini tra cani, risse, droga e soldi sporchi. Il mondo
criminale viene dipinto con inquadrature nervose, concitate.
Tout nous sépare, la recensione
Per quanto riguarda i
personaggi la madre (Louise), interpretata da Catherine
Deneuve, è delineata come una donna molto forte che deve
proteggere la figlia insabbiando il violento omicidio di cui si è
macchiata. Già dalla sua presentazione, mentre sorveglia il
cantiere a cui lavora, ne scopriamo le caratteristiche: esercita la
sua autorità ma vuole proteggere la facciata per bene che ha
adottato in pubblico. La figlia Julia, interpretata da Diane Kruger, è una donna fragile, in
contrasto. È storpia e tossicodipendente. Il personaggio ci viene
presentato a letto, mentre indossa soltanto una leggerissima
camicia da notte. Julia nasconde anche un animo sensibile e
innamorato del suo pusher Rodolphe, interpretato da Nicolas
Duvauchelle. Quest’ultimo, in coppia con Ben (Ken
Samaras), rappresenta una variante a metà tra il mondo
criminale, come estrazione, e quello borghese, come
sensibilità.
Samaras in particolare è un noto
rapper francese e per questo film ha dovuto letteralmente cambiare
stile, approccio al modo di esporsi di fronte a un pubblico, sia
pure mediato dalla macchina da presa. Nicolas
Duvauchelle ha già lavorato con Klifa nel 2011 nel film
Le yeux de sa mère. I due attori si
contrappongono così a due veterane del cinema, come la Deneuve e la
Krueger.
Il film è ben costruito e Klifa si
ispira in maniera precisa al cinema di Jean – Pierre
Melville, maestro del noir e del poliziesco, indugiando
anche in oggetti di scena che omaggiano il genere, come il poster
de L’uomo che sapeva troppo di Alfred
Hitchcock. Il regista ritrae inoltre in modo efficace
l’inevitabile scambio che esiste tra borghesia e criminalità e la
conseguente contaminazione reciproca con un sottile richiamo a
La caduta degli dei di
Visconti.
Esce nelle sale italiane il
prossimo 16 Marzo Tournée di Mathieu
Amalric, attore francese pluripremiato, ora regista di un
film che all’ultimo Festival di
Cannes ha vinto proprio la palma d’oro per la miglior
regia. Forte di questo, ci si concentra sulle immagini e la storia
perché i dialoghi, complice quasi certamente la traduzione in
italiano, sono a volte incomprensibili.
La storia principale di
Tournéeriguarda un gruppo
di personaggi; da questi partiranno poi due racconti: motore della
storia principale è Joachim, ex divo della televisione francese,
fuggito in America a cercare fortuna, torna in patria come
impresario con un carico di ballerine di New Burlesque nel quale
vede vita, vitalità e novità. Le ha riunite scegliendole in varie
città statunitensi, ognuna con una caratteristica diversa e una
storia da raccontare, ognuna con un suo modo di interpretare il
burlesque di cui però tutte e quattro rappresentano l’essenza
principale: non è un gioco per rifatte dai corpi perfetti, ma
piuttosto donne che così prendono in giro i loro difetti e mettono
in gioco se stesse e il pubblico, finendo poi con apprezzare anche
quello che non va.
Tournée, film
Joachim le ha selezionate una ad
una, perché normalmente lavorano da sole, tra di loro c’è anche un
uomo, e ha promesso loro una tournée in Francia, prima nelle città
più piccole e di porto, per poi arrivare a Parigi. Sulla strada per
la capitale però capita un imprevisto e Joachim deve abbandonare il
suo gruppo per correre a Parigi a risolvere il problema, ritornando
di colpo in quella realtà che aveva abbandonato: l’amico ex collega
regista televisivo di successo che lo aiuta con molti sforzi e poca
voglia, l’impresario parigino che ha rimpiazzato lo spettacolo di
sconosciute glitter di Joachim con uno spettacolo serio che ha però
per protagonista una star, una vecchia fiamma che non aspettava di
vederlo per potersi finalmente infuriare per il trattamento
ricevuto.
Persa ogni speranza di
riconquistare Parigi, Joachim torna dal gruppo di signore americane
che chiedono di vedere la Francia, ma che per ora vedono solo
filtrata dalle catene di alberghi tutti uguali, in cui lavorano
concierge del tutto simili (è in realtà lo stesso attore che fa lo
stesso ruolo in due hotel differenti) che ormai è la sua nuova
famiglia. La sensazione che si ha guardando
Tournée è quella di assistere ad un
esperimento di incrocio culturale: Amalric prende
infatti delle ultraquarantenni attrici di avanspettacolo e le mette
in gioco in un’ambientazione a loro totalmente estranea, per vedere
cosa succede.
L’idea di
Tournée viene da un libro degli inizi del
secolo scorso di Colette, “L’altra faccia del Music Hall” poi
contaminato da un articolo sul new burlesque che il regista lesse
più di sei anni fa. L’operazione, più che far interessare alla
disciplina dello spettacolo, ormai di gran moda, si concentra sulle
donne e su cosa le spinge e che cosa esprimono attraverso questo
spettacolo. Amalric porta sullo schermo la vita di queste donne che
hanno trovato in questa arte un sistema per affrontare i loro
problemi sia di accettazione del proprio fisico che un modo per
avere la possibilità di dimenticare o sminuire una situazione
familiare magari difficile.
Delle quattro donne protagoniste
non conosciamo niente di più che il nome, Amalric
lascia infatti che siano i loro corpi a parlare, i tatuaggi le
rughe, le pance e i fondoschiena. Su di loro infatti la macchina da
presa indugia in dettagli molto stretti, mentre l’impresario
Joachim è quasi sempre ripreso inquadrato in qualcos’altro, una
volta la cabina telefonica, in un altro momento è l’apertura sul
palco che gli permette di vedere una delle ragazze mentre mette in
scena in suo spettacolo. D’altra parte Joachim e le performers sono
rappresentazioni di due stati d’animo opposti: la libertà che le
donne hanno trovato attraverso il burlesque e dall’altro lato la
costrizione, data dalla famiglia, dalle amicizie, dalla rigidità
degli schemi, come ad esempio quello che non permette al concierge
di abbassare la musica dell’albergo perché “è stata programmata
così”, in cui invece fino a quel momento ha vissuto Joachim.
Katie
Holmes e Luke Kirby sono i
protagonisti del trailer ufficiale di Touched With
Fire, pellicola scritta, diretta, editata e musicata
dal regista Paul Dialo.
La pellicola, basata sull’omonimo
romanzo di Kay Redflield Jamison pubblicato nel 1996,
racconta la storia di due poeti affetti da disturbo bipolare che,
incontrandosi in un ospedale psichiatrico, finiranno con lo
scoprire una forte affinità che li condurrà ad instaurare un
profondo legame d’interdipendenza.
Ecco quanto dichiarato
da Dalio in merito al film:
“Quando lessi Touchet With Fire
fu una rivelazione, inizi pensando di essere un difetto genetico e
finisci col credere che sia un dono. Parti col pensare che a
malapena riuscirai a confrontarti con la vita e finisci col credere
di poter realizzare qualcosa di davvero significativo.”
Il regista ha basato entrambi i
personaggi su esperienze che ha affrontato nel corso della vita,
essendo egli stesso affetto da disturbo bipolare.
Prodotto da Spike
Lee il film arriverà nelle sale il 12
febbraio 2016.
Ecco il trailer di
Touch, il film di Baltasar
Kormakur, che arriverà in sala il prossimo 29 agosto con
Universal. Il film è stato presentato in anteprima al
Festival di Taormina. Nel cast del film Mitsuki
Kimura, Pálmi Kormákur Baltasarsson, Egill Ólafsson, Yôko
Narahashi.
Touch, la trama
Una storia romantica ed emozionante
che attraversa decadi e continenti. Touch
segue il viaggio emotivo di un uomo
alla ricerca del suo primo amore, scomparso cinquanta anni fa,
prima che il suo tempo finisca.