Nonostante la storia sia
considerata la più debole di tutti i film Marvel e il personaggio di
Chris Evans sia stato offuscato dal carisma di
Iron Man nel film The Avengers, il film Captain America: The Winter Soldier è
ugualmente molto atteso da tutti gli appassionati.
In una intervista il regista Joe
Russo, parlando anche a nome dell’altro regista, il fratello
Anthony, ha parlato del nuovo look di Captain
America, che si ispira alla
tuta che il supereroe indossava in “Steve Rogers: Super – Soldier”
serie a fumetti uscita nel 2010.
“Si tratta di un approccio più
aderente alla realtà, nello spirito cioè del fumetto di Ed
Brubaker, che è un thriller postmoderno e decostruzionista”,
ha osservato. “Cap è un agente delle forze speciali per SHIELD
che va in missione in tutto il mondo. Questi agenti possono essere
considerati dei clandestini che lavorano in incognito che talvolta
richiedono un certo livello di anonimato”.
Joe ha poi continuato: “Abbiamo
voluto usare il costume dal fumetto Super Soldier per
rappresentare, tematicamente, il suo posto nel mondo dello SHIELD e
la differenza tra lavorare per lo SHIELD ed essere Captain America.
Questo è qualcosa che viene esplorato in modo molto concreto negli
abiti che vengono utilizzati nel film”.
Nel frattempo, Russo ha anche
risposto alle recenti critiche che “Winter Soldier” è meno
patriottico del suo predecessore, perché indossa solo un costume
blu, piuttosto che un indumento che mette in mostra l’intera gamma
di colori della bandiera americana.
“Non vogliamo scherzare
sull’iconografia del personaggio. I fan più appassionati dicono che
la vera versione del personaggio è quella che si rifà ai fumetti
degli anni ’60 e ’70. Ma se avete letto i fumetti più attuali avete
sicuramente scoperto che il personaggio è andato avanti, c’è stato
uno sviluppo di esso anche molto esplicito. E’ per questo che ci
siamo sentiti di essere più fedeli ai temi dei fumetti più
recenti”.
Russo si è dichiarato fiducioso che
i fan capiranno il perché di queste scelte una volta che avranno
visto il film: “Il film ha una componente molto tematica in
termini di utilizzo di costumi. Quando si arriverà a vedere il film
penso che si capirà il motivo per cui abbiamo fatto la scelta che
abbiamo fatto …”
Captain America: The Winter Soldier comprende
nel cast già attori del calibro di Chris
Evans, Sebastian
Stan, Anthony
Mackie, Frank
Grillo, Samuel L.
Jackson, Cobie
Smulders, Scarlett
Johansson, Emily
VanCamp e Toby
Jones.Anthony e Joe
Russo dirigeranno la pellicola, la cui uscita statunitense
è fissata per il 4 Aprile 2014. Le riprese sono iniziate
a Cleveland.
La storia si legerà alla fine di
The Avengers, continuando a seguire il Captain America impegnato
con Nick Fury e la S.H.I.E.L.D e alle prese con la modernità. Al
momento l’uscita del film è prevista per il 4 aprile del 2014. Vi
ricordiamo che tutte le news sul film sono reperibili nel nostro
speciale: Captain America: il soldato
d’inverno. Tutte le info utili nella nostra scheda:
Captain America: The Winter
Soldier.
La settimana scorsa, il regista
Marc Webb ha rivelato che BJ
Novak interpreterà il ruolo di Alistair Smythe nel
prossimo The Amazing Spider-Man
2. Oggi, il sito virale del Daily Bugle ha aggiornato
la pagina con una nuova storia direttamente connessa al personaggio
di Novak . Ecco cosa hanno scritto:
“Da una settimana dall’annuncio
che la polizia di New York e l’ufficio del procuratore distrettuale
aveva aperto un’inchiesta sulle attività illecite e sulle pratiche
mediche discutibili della Oscorp Industries di Manhattan, fonti
indicano che a molti dei loro scienziati è stato chiesto di
lasciare il lavoro.
Di particolare rilevanza le
dimissioni forzate del dottor Spencer Smythe, il direttore di
Robotica, che è stato visto lasciare la Oscorp ieri con una scatola
piena dei suoi effetti personali.
Quando è stato chiesto di
commentare la situazione occupazionale attuale del dottor Smythe,
il portavoce della Oscorp, Donald Menken non ha fatto commenti. Nel
corso della giornata, la Oscorp ha inviato un comunicato stampa
congratulandosi con Alistair Smythe sulla sua promozione come
direttore di Robotica precedentemente detenuta dal padre.”
Questo post non dà alcuna garanzia
che vedremo Smythe costruire il suo famoso Spider-Slayers nel
prossimo film, ma è sicuramente una possibilità interessante per
gli appassionati.
In The Amazing Spiderman 2, per Peter
Parker (Andrew Garfield) affronta la vita
post diploma. Lasciatosi alle spalle le scuole superiori si è
ritrovato sempre più impegnato vestendo i panni di Spiderman,
senza, però, dimenticare la promessa fatta al padre di Gwen
(Emma Stone): proteggerla. A disturbare gli
equilibri ci penserà l’arrivo di un nuova nemesi, Electro
(Jamie Foxx) ed il ritorno di un vecchio amico,
Harry Osborn (Dane DeHaan).
Alzi la mano chi sapeva che la
matrigna di Josh James Brolin si chiama Barbra
Streisand. Nessuno? Beh, è la terza moglie di suo padre, anche
lui attore. Un vizio di famiglia. In realtà, sembra che Josh abbia
iniziato a interessarsi al mestiere solo dopo una lezione di
improvvisazione al liceo, ma nei geni qualcosa ci doveva pur
essere.
Nato a L.A. nel 1968, il ragazzo
debutta al cinema a 17 anni in quello che diventerà un teen-cult,
uno di quei classici che ancora oggi, quando lo danno in TV, non
puoi non riguardarlo. Il titolo? I Goonies, in
cui Josh è Brandon Walsh (niente a che vedere con l’eroe di
Beverly Hills 90210), il fratello strafottente di
Mikey/Sean Astin (alias Samwise Gamgee, l’hobbit
cicciotello della Compagnia). Archiviato il tesoro di Willy
l’Orbo, il giovane si affaccia anche alla televisione: prova prima
con 21 Jump
Street, ma Johnny Depp gli soffia il ruolo da
protagonista dopo una sfida all’ultimo provino, e Josh si dove
accontentare di una particina nella prima stagione (i due,
comunque, durante il casting sono diventati amici e l’antagonismo
sembra non aver rovinato il rapporto). Poco male: Mr Brolin si
rifarà presto con un’altra serie, il westernI ragazzi
della prateria, che lo vede nei panni polverosi del
pony express Wild Bill Hickok (l’imbronciato del gruppo) per
tre stagioni, dall’89 al ’92. Seguono vari progetti sul piccolo e
grande schermo, fra cui Amori e disastri,
Mimic, Melinda e Melinda, L’uomo
senza ombra. Josh non si fa mancare nemmeno un po’ di
teatro, in attesa della svolta con la S maiuscola, che arriva più o
meno nel 2007. L’anno è sicuramente prolifico per Mr Brolin, che
appare in titoli quali Planet Terror (uno dei due
episodi di Grindhouse della premiata coppia
Rodriguez/Tarantino), Nella valle di
Elah e American Gangster, fino al ruolo che
lo porta alla ribalta in Non è un paese per vecchi
dei Coen. Era l’ora. A questo punto l’attore si butta su
personaggi tendenzialmente cattivi, o per lo meno un po’
bastardelli, tipo Gorge W. Bush nel biopic W.
di Oliver Stone, il consigliere comunale di
Milk che ammazza Sean Penn (e per questo si
merita una bella nomination all’Oscar da non protagonista), per
arrivare allo squalo della finanza (o meglio, un “barracuda”) in
Wall Street: Il denaro non dorme mai. Nel 2010 Josh
torna a lavorare coi fratelli Coen (e a calzare stivali speronati)
nel remake de Il grinta, per poi darsi alla
fantascienza cool (e ai completi scuri) di Men in Black
3, dove interpreta la versione giovane di Tommy Lee
Jones. Dopo qualche sbandamento (vedi, ad esempio,
Gangster Squad e il remake americano di
Oldboy), promette ora di riscattarsi con l’imminente
Labor Day, in coppia con Kate Winslet, prima
di tornare a farsi dirigere da Rodriguez nel sequel di Sin
City, A Dame to Kill For, e di scalare
l’Everest (in sala l’anno prossimo). Fino all’ultimo,
Brolin è stato tra i favoriti per il ruolo di Batman nel
chiacchierato sequel di Man of Steel, ma
sappiamo bene che il mantello lo ha vinto Ben Affleck, con
tutte le bat-conseguenze. Chissà come avrebbero reagito i fan se il
volto del nuovo Bruce Wayne fosse stato quello di Josh…
Sicuramente per lui sarebbe stato catartico interpretare il
giustiziere mascherato, visto che in privato si è trovato spesso
nei guai con la giustizia. Nel 2004, a pochi mesi dal matrimonio
con la moglie n°2, Diane Lane, il signorino finisce in
manette per violenza coniugale: lei dirà poi che è stato tutto un
“misunderstanding”, ma la fedina penale ha perso smalto, e il
matrimonio pure (il divorzio – il secondo per entrambi – è stato
ufficializzato pochi mesi fa). Nel 2008 è la volta dell’arresto per
la rissa scoppiata in un locale notturno durante le riprese di
W. (con lui ci sono pure un collega attore e alcuni membri
della troupe), mentre alla vigilia di Capodanno del 2013 Brolin
viene arrestato per disturbo della quiete pubblica (probabilmente
ha bevuto troppo per festeggiare l’arrivo del nuovo anno,
diventando un pochino molesto).
Oggi avremmo voluto evitare lo
spumante, ma se poi si arrabbia, chi lo sente quello? Quindi
leviamo in alto i calici e… HAPPY BIRTHDAY JOSH!
Nel corso di una nuova intervista
con Gary Oldman, l’attore ha parlato del prossimo
capitolo del film campione di incassi nel 2011 Planet
of the Apes, intitolato Dawn of the
Planet of the Apes (Il Pianeta dell
Scimmie – Revolution nel titolo italiano) rivelando
non solo alcune informazioni sul suo personaggio, ma un sacco di
nuovi dettagli della trama .
Di seguito verranno perciò rivelati
importanti spoiler sulla pellicola
“Il mio personaggio è il l
leader designato dalla comunità di quelli che hanno avuto la
fortuna di sopravvivere al virus nato dalle scimmie, alla malattia
e poi alla rivolta sociale derivante da esso. Quindi sono dei
sopravvissuti, e lui con un passato da ufficiale di polizia,
diventa il leader eletto di questo gruppo”.
Oldman ha proseguito: “Il gruppo
ha bisogno di elettricità ed energia per sopravvivere. C’è una
centrale elettrica ma è necessario andare prima a vedere se è
funzionante. Solo che una volta arrivati scoprono che c’è una
intera comunità di scimmie che vive lì. Il gruppo viene quindi
letteralmente spazzato via dalle scimmie e il mio personaggio, in
seguito a questa grave perdita, avrà una sola risposta per la sua
vendetta, ovvero distruggere tutti i primati”.
L’attore ha continuato dicendo che
il piano è sempre stato quello di concentrarsi sugli esseri umani,
e solo successivamente dedicarsi alle scimmie. “Il regista
Matt Reeves era interessato non solo mantenere a
vivo il franchise, ma voleva fare di più rispetto al primo
capitolo, e cioè esplorare il passato e porre l’accento sul lato
umano della storia”.
Trama: Una nazione di
scimmie geneticamente modificate ed evolute, guidate da
Cesare,è minacciata da un gruppo di esseri umani
sopravvissuti al terribile virus diffusosi dieci anni
prima. Entrambi i fronti per un po’ di tempo
convivono in pace, ma la stabilità presto si sgretola, dando inizio
ad una guerra che determinerà quale sarà la specie dominante sulla
Terra.
La Warner Bros ha fatto uscire il
secondo full trailer del debutto alla regia del direttore della
fotografia Wally Pfister,Transcendence, interpretato da
Johnny Depp. Nei mesi scorsi avevamo già avuto
modo di vedere un paio di teaser e un trailer ma questo video
permette di approfondire maggiormente la linea narrativa della
pellicola concentrandosi in particolare sulla storia d’amore.
Transcendence,
di cui Nolan è produttore, annovera nel cast anche
Paul Bettany, Morgan
Freeman, Kate
Mara e
Cillian Murphy. La trama di questo sci-fi ruota
attorno ad un gruppo di tre scienziati (Will, Evelyn e Max) che
inventeranno un codice per il funzionamento del primo computer al
mondo dotato di intelligenza artificiale. Quando il team viene
colpito da una banda di terroristi, Will (Depp) perde la vita.
Evelyn (Hall), sua moglie, riesce però a far rivivere la sua
coscienza attraverso il computer da loro progettato. Il nuovo Will
sarà lo stesso uomo di prima o si tratta di un clone malvagio che
sta progettando la fine del mondo? L’uscita di Transcendence nei
cinema americani è prevista per il 18 aprile
2014.
La storia originale del film in animazione
computerizzata 3D segue la storia di Emmet, un ordinario omino lego
che è per errore identificata come la persona più straordinaria del
mondo e quindi come la chiave per salvare il mondo. Così viene
trascinato da una stranissimo gruppo di persone in un’avventura
epica per fermare un malvagio tiranno. Ovviamente Emmet è
incredibilmente impreparato ad affrontare questa grande
avventura!
Nel cast vocale del film
troviamo Chris Pratt che sarà il
protagonista Emmet, Will Ferrell sarà un
primo avversario President Business, Liam
Neeson sarà invece il prepotente scagnozzo del
presidente, Morgan Freeman sarà
Vitruvius, un vecchio mistico, Elizabeth
Banks sarà Lucy, love interest di Emmet che scambierà
per il salvatore del mondo, Will
Arnett sarà Batman (!) una figurina Lego con la quale
Lucy ha avuto una storia, Nick
Offerman sarà un personaggio ossessionato dalla
vendetta contro President Business, mentre Alison Brie sarà un
dolce e amabile membro del gruppo con poteri segreti.
A dirigere il film ci
sono Phil Lord & Christopher
Miller (21 Jump
Street e Piovono
Polpette) che hanno scritto anche la sceneggiatura da
una storia di Dan Hageman & Kevin
Hageman che si sono basati sui famosi mattoncini.
Nella storia sono state coinvolte alcune delle figurine lego più
popolari in modo tale da invogliare tutti coloro che hanno giocato
con i Lego ad andare a vedere il film al cinema in un 3D che pare
sia davvero unico.
Presentato in anteprima mondiale
lunedì 10 febbraio al 64° Festival Internazionale del Cinema di
Berlino – sezione Berlinale Special, l’attesissimo Non
buttiamoci giù, uscirà in Italia il 20 marzo
distribuito da Notorious Pictures. Tratto dal best sellerA Long Way Down di Nick Hornby. Ad
interpretare la commedia diretta da Pascal Chaumeil, Pierce
Brosnam, Aaron Paul, Imogen Poots, Toni Collette e Rosamund Pike.
Ecco il Trailer:
Dal Best Seller di Nick Hornby
(“About a Boy”, “Alta Fedeltà”), la storia di quattro sconosciuti
che, durante la notte di Capodanno, si incontrano in cima al
grattacielo più alto di Londra con lo stesso intento, ovvero quello
di saltare giù. Questa coincidenza è talmente grottesca da farli
desistere temporaneamente e stringere un patto: nessuno dei quattro
si suiciderà per almeno 6 settimane, ma la notte di San Valentino
si ritroveranno sullo stesso grattacielo per fare il punto della
situazione sulle loro vite. Una commedia sull’amore, sull’amicizia
e sull’importanza di avere qualcuno con cui condividere qualsiasi
cosa, anche il tetto di un grattacielo…
Arriva da Hitfix il rumors che rivela la
possibile data di inizio riprese di Star
Wars Episodio VII di J.J.
Abrams. Secondo quando apprendiamo pare che la data sarà
un giorno di metà Maggio e questo rumors sembra confermare le
parole di qualche tempo fa dello stesso regista che ipotizzava
questo periodo per l’inizio delle riprese.
Tanto tempo fa, in una galassia
lontana lontana… Così inizia una delle saghe più famose della
storia del cinema. Una saga che non ha bisogno di presentazioni,
una storia che parla dell’eterna lotta tra bene e male, con
protagonisti eroi ed eroine, mostri e simpatiche creature.
Ed ecco arrivare anche
il look Back di Darth Vader su facebook:
Anakin Skywalker, in seguito conosciuto col
suo nome Sith Dart Fener, è il protagonista dell’intera saga di
Guerre stellari, nonché, di conseguenza, uno degli unici quattro
personaggi ad apparire in ognuno dei sei film della saga
cinematografica (insieme a Obi-Wan Kenobi, C-3PO e R2-D2). Il nome
originale nella versione inglese è Darth Vader.
È stato presentata oggi
al Savoy di Roma l’ultima fatica di Carlo Verdone,
Sotto una buona stella. Insieme al regista hanno
partecipato alla conferenza stampa la co-protagonista Paola
Cortellesi, Tea Falco,Lorenzo Richelmy,
Eleonora Sergio, i produttori Aurelio e Luigi De
Laurentiis e gli sceneggiatori Pasquale Plastino,
Gabriele Pignotta e Maruska Albertazzi.
A Carlo Verdone.
Dove è nata l’idea, l’ispirazione
per questo film?
Questo film ha avuto un parto molto
lungo. È durato di più nell’ideazione e nella soggettazione, mentre
nella sceneggiatura è stato abbastanza fluido, ma per trovare
l’idea francamente abbiamo lavorato molto; mi ha ricordato un po’
Borotalco per il quale per trovare il soggetto
impiegai la bellezza di dodici mesi. Inizialmente non riuscivamo a
trovare un accordo con il produttore, una cosa piaceva a me, ma
lasciava perplessi Aurelio e Luigi, così abbiamo esplorato altre
storie. Alla fine, quando eravamo stremati, PasqualePlastino si è ricordato di un bel plot iniziale che
scrivemmo addirittura prima ancora di Posti in piedi in
Paradiso, era una paginetta piena di appunti, che ricordava
la prima parte di questo film: ancora non era delineato il
personaggio della vicina di casa, c’erano due figli, c’era il
personaggio interpretato da Eleonora Sergio (la compagna
più giovane del protagonista, nda), mancavano qua e là delle
cose, però come inizio era interessante. Abbiamo buttato giù con
una certa facilità il soggetto e finalmente, deo gratias,
abbiamo trovato un accordo comune (con Aurelio De
Laurentiis, nda), perché iniziare un film con un produttore che
ti dice “Se lo vuoi fa’, fallo”, io non lo faccio, perché
significa partire con uno stato depressivo terribile.
(ride)
Cos’è per te questo film?
Per me è un film di stampo
prettamente teatrale, anche se ha delle aperture, però si svolge
principalmente in due ambienti, girati a Cinecittà. Sono molto
contento di aver girato lì, ringrazio Aurelio e Luigi che mi hanno
dato la possibilità di essere una troupe che ha portato un po’ di
lavoro e spero che altri possano seguire il mio esempio, perché
vale la pena sfruttare le bravissime maestranze. A un certo punto è
diventato un film il cui tema era delle persone alla ricerca di
affetto, di solidarietà, di un abbraccio; quindi siamo partiti da
questa famiglia dissestata ed è uscito fuori uno sfondo
generazionale, perlomeno nella prima parte, poi la commedia si apre
con l’arrivo del personaggio di Paola. È un film un po’ sulle
solitudini che però alla fine trovano in qualche modo la luce di
una buona stella per rimettersi in gioco. È un film che osserva un
po’ la realtà, le fragilità di questo momento, però la nostra
abilità di scrittori e anche quella mia di regista è stata quella
di incanalare con molto senso della misura e delicatezza questi
argomenti, che sembrerebbero da film serio, nel percorso di una
commedia. Spero di esserci riuscito.
Questa, secondo me, è la migliore
troupe che io abbia mai avuto. Sulla carta sembrava un film
abbastanza semplice, in realtà era pieno di tranelli, bisognava
avere misura ed equilibrio in tutto. Devo dire un grazie non solo a
tutti quelli che hanno collaborato a questo film, in primis agli
attori, ma anche a Ennio Guarnieri, il direttore della
fotografia, che mi ha veramente stimolato, è stato un alleato
preziosissimo, lui che è un veterano è stato il più veloce di tutti
noi e questo mi ha aiutato molto. Un grazie anche al montatore, a
tutti, perché avevamo davvero poco tempo; io ho cominciato
addirittura il 14 di ottobre e sembrava quasi fantascienza
dopodomani, come si fa. Abbiamo lavorato in edizione fino a 13, 14
ore al giorno, fino a perdere il filo del film perché a un certo
punto io non sapevo più che film avevo fatto; questo capita spesso
a un regista che sta tutte quelle ore a vedere continuamente un
film.
Puoi parlarci del cast?
Io sono molto felice di aver avuto
una grandissima interprete come Paola, non era per me una
sorpresa perché lei è un’attrice assolutamente in ascesa, sempre
più sicura e abile con portare con naturalezza il suo personaggio,
dà veramente tanta verità, tanta umanità; con lei in particolare ho
trovato un bel feeling dal punto di vista dei tempi recitativi, non
ho faticato nel dirigerla, era già nella parte. Ha l’arte di
nascondere l’arte. Tea, una splendida scoperta di
Bertolucci, è stata in qualche modo l’accento astratto del film
perché rispecchia questo modo di essere dei giovani; ha un primo
piano molto particolare e dei tempi tutti suoi, però è qui la sua
originalità. Lorenzo idem, ha un grande viso, dei bellissimi
tempi, sono entrambi due ragazzi secondo me destinati ad avere un
buon successo. Eleonora è mia amica da tempo, ma non avevamo
mai avuto la possibilità di lavorare insieme, anche lei ha dato
tanta energia nonostante il ruolo ingrato.
Qual è stata la difficoltà nel
far ridere partendo da temi sui quali non c’era proprio niente da
ridere.
Questa è una grossa sfida, io
francamente se non osservassi la realtà e certi dettagli non molto
positivi in questi ultimi anni non saprei più che raccontare. Io
sono un osservatore della realtà, sono un pedinatore di italiani,
leggo, tante idee spesso vengono dalla lettura di un quotidiano. Io
devo raccontare il tempo che sto vivendo e quindi non possono non
mettere certe emergenze che ci sono in questo momento e
convogliarle in un discorso di commedia; è molto difficile,
l’errore è a portata di mano e ci vuole un equilibrio terribile,
molto delicato, frutto della concentrazione di regista e
sceneggiatori durante la stesura del copione. Io senza realtà non
so lavorare.
A Paola
Cortellesi.
Com’è Verdone nel ruolo di
regista?
Come prevedibile, non desideravo
altro che lavorare con Carlo, da sempre, è stato ancora più bello
di come me lo aspettavo. Conoscevo Carlo da tempo, mi aveva fatto
simpaticamente una promessa, pubblicamente, e l’ha mantenuta;
insomma, pensavo veramente che fosse una battuta, un complimento
carino fatto sul momento e mi sarebbe bastato. Carlo è una mia
fonte d’ispirazione, per chi si dedicata a un certo tipo di
registro il maestro è Carlo Verdone. Lavorare con lui è stato
facile, come lavorassimo insieme da anni; poi, come piace a me,
Carlo è molto rigoroso, perché anche per far le cose più
divertenti, più pazze ci vuole serietà, soprattutto quando il
regista è anche l’interprete principale. C’è bisogno di una grande
disciplina, questo Carlo te lo assicura, però in più c’è anche il
tempo di giocare, di lavorare in grande rilassatezza. Un ambiente
ideale, lo consiglio a tutti. (ride)
A Verdone.
Questa ricerca d’affetto è
autobiografica o puramente finzione?
Fortunatamente non c’è nulla di
autobiografico, per carità, facciamo le corna. Mi sono ispirato a
situazioni che purtroppo vivono tante persone che conosco, tanti
amici, sono situazioni presenti in molte famiglie. Più incontro le
persone, i ragazzi, più sento che c’è grande bisogno di affetto, di
protezione; l’abbiamo visto con i ragazzi che abbiamo preso con noi
sul set, ragazzi dai 26 ai 29 anni, erano felici, hanno dato il
massimo. Lo stesso Guarnieri ha voluto dei giovani accanto a
lui, anche in settori delicati, come la correzione del colore, gli
assistenti alla macchina, nei costumi, nella scenografia; abbiamo
dato molte opportunità e si sono dimostrati tutti estremamente
validi ed efficaci, e questa è una cosa che fa molto piacere. È un
film fatto da veterani, ma pieno pieno di giovani. Il primo giorno
se la facevano sotto, Ennio è stato anche molto severo, ha detto
che li doveva preparare, però alla fine si sono affidati a me, a
lui e agli altri.
Ad Aurelio De Laurentiis.
Temete lo sbarco di George
Clooney e compagnia nello stesso vostro giorno d’uscita?
Sono due film completamente
antitetici, quindi c’è spazio per tutti. Ho letto che in Europa
occidentale c’è stata una perdita di spettatori, tranne che in
Italia, Russia e Ungheria; credo che questo freno a un’emorragia
continua di spettatori sia dovuto anche a una presenza di commedia,
che in Italia nasce dal dramma, è sempre così dagli anni ’60 in
poi.
A Carlo.
Rispetto alla prima parte della
tua carriera si è passati da personaggi che avevano percorsi
paralleli, spesso anche a due o tre storie divise nello stesso
film, a film in cui il collettivo è essenziale, soprattutto
collettivi estemporanei, come Io, loro e Lara e Posti in
piedi in Paradiso. Questa differenziazione la senti anche
tu?
Inizio col dire che non mi sarei mai
aspettato di durare così tanto, quindi cerco di andare avanti con
onestà ma anche di non dare mai al pubblico la stessa cosa. Ogni
tanto sono tornato indietro per fare cose che avevo voglia di fare,
ma sapevo che era l’ultima volta sennò avrei rischiato il
patetismo. Vedi, io sono partito prima dai personaggi, ho costruito
le storie sui personaggi (il bullo, il candido, il coatto), poi a
un certo punto ho capito che avevo dato tutto e mi sono ricordavo
della grande lezione che fu per me Compagni di
Scuola. Inizia quel film nel peggiore dei modi, ricevetti
dal produttore Mario Cecchi Gori il copione in faccia, mi
disse che avremmo preso pizze da tutti perché non c’era un
protagonista, eravamo in diciotto, non si sapeva dove si rideva,
però a tutt’oggi è uno dei miei migliori ed era un film corale. È
chiaro che più vado avanti e più ho bisogno di lavorare con altri
attori, soprattutto con i giovani perché mi danno forza, carica,
stupore. Io do la mia esperienza, però anch’io mi metto in gioco
sulla parte che adesso la mia maschera può dare, non posso
interpretare delle cose che non posso più fare, mi devo adattare a
delle cose che posso fare. In questa fase qua la commedia più
congeniale è quella corale.
Hai in animo di dirigere un film
solamente da regista, magari per sfruttare meglio la tua vena
malinconica?
(Interviene Aurelio De
Laurentiis) Abbiamo un contratto che contempla anche
questo.
Comunque, io sono pronto per fare un
film come regista e sono anche pronto, perché no se capiterà
l’occasione, per una prova d’attore non in una commedia com’è
successo ne La Grande Bellezza. Insomma, ho l’età
giusta per poter fare queste cose, però è chiaro, io nasco nella
commedia e finirò nella commedia, perché è la mia specialità.
Cosa ci dici della tua voce fuori
campo?
È la prima volta, anche se l’avevo
utilizzata in Maledetto il giorno che ti ho
incontrato, non mi era venuta bene una cosa allora ho usato
la voce fuori campo. Stavolta, invece, è stata un’idea di
Plastino di metterla proprio per accelerare un po’ il film e
arrivare velocemente al punto d’incontro con Paola e di scontro con
i figli. Io l’ho sposata subito, certe volte mi sembrava un po’
lunga, poi è andata nel migliori dei modi. È la prima volta che la
uso e mi sono trovato bene, però bisogna stare attenti perché ci
sono dei registi che abusano della voce fuori campo.
Prendendo spunto da una domanda,
Verdone, Falchi, Richelmy e Aurelio De
Laurentiis ci offrono in dieci minuti le loro diverse opinioni
socio-politiche sul futuro precario o quasi inesistente dei giovani
in Italia e sulla loro frequente fuga all’estero. Solo verso la
fine della conferenza viene strappata qualche risata; si parla di
poesia e del Festival di Castel Porziano nel ’79 e si fa qualche
battuta sulla semifinale di ritorno di domani sera tra la squadra
di De Laurentiis, il Napoli, e quella di Verdone, la Roma.
Con 750 copie Sotto una buona
stella sarà in sala da giovedì 13 febbraio.
Ecco finalmente il trailer
ufficiale di Under the
Skin, il film che vede protagonista
Scarlett Johansson nei panni di una sexy e letale
aliena. Il film è stato presentato in concorso alla 7oesima
edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia ed è
diretto da Jonathan Glazer. Il film è un
adattamento dell’omonimo romanzo di Michel
Faber (in Italia edito da Einaudi con il
titolo Sotto la pelle).
Ecco un nuovo teaser del film:
Il film Under the Skin
Under the
Skin vede
Scarlett Johansson nel ruolo di Isserley,
un’aliena che percorre le autostrade deserte a caccia di prede
umane, sfruttando la sua bellezza come esca. Isserley avrà modo di
conoscere e apprezzare la natura degli uomini e delle donne e
mettere così in dubbio la propria identità e origine aliena.
Nel cast oltre alla protagonista
femminile anche gli attori Antonia Campbell-Hughes,
Paul Brannigan, Krystof Hadek, Robert J. Goodwin, Scott Dymond,
Michael Moreland, Jessica Mance e Jeremy
McWilliams. Under the
Skin non ha ancora una data d’uscita in Italia e non
ha avuto una buona accoglienza alla Mostra.
(foto di Claudio Iannone)Aveva 98 anni
e faceva l’attrice, almeno negli ultimi nove anni di vita.
Valeria De Franciscis aveva debuttatoper
divertimento, con quell’ironia signorile che la contraddistingueva,
nel terzo film di Matteo Garrone,
Estate romana, e poi
aveva avuto la sua grande occasione con Gianni Di
Gregorio in Il Pranzo di
Ferragosto. Per la sua interpretazione fu premiata al
Batik Film Festival di Perugia come miglior attrice esordiente e
vinse il premio Sosterzio d’Argento. Nel 2009 ha partecipato invece
al film I mostri oggi di Enrico
Oldoini. Sempre con Di Gregorio aveva ripreso il ruolo
della “mamma” in Gianni e le Donne film
per il quale riceve una candidatura ai David di Donatello,
riconoscimento che vince diventando la più anziana attrice a
vincere il premio, a 96 anni.
Tratto dal libro “Monuments
Men. Eroi alleati, ladri nazisti e la più grande caccia al tesoro
della storia” di Robert M. Edsel,
George Clooney rimuove quei toni più
cinici e seriosi che avevano contraddistinto i suoi ottimi ultimi
film da regista (Good Night, and Good
Luck e Le Idi di Marzo) per cercare un
alchimia tra le sue star che renda la confezione divertente,
appetibile e al servizio di un messaggio nobile; il gioco funziona
ma non sempre è efficace o duraturo ed è proprio quando si vedono
queste lacune che ci si accorge di quanto il film sia allungato e
non curato quanto dovrebbe.
In Monuments Men
durante la seconda guerra mondiale un gruppo di atipici “soldati”
(scultori, direttori di musei, imprenditori ecc) ottiene il
permesso dal governo americano per organizzare una spedizione che
rintracci e porti in salvo le opere d’arte trafugate dai nazisti,
opere che poi sarebbero passate sotto il giudizio del Fuhrer per
essere approvate e inserite nel grande museo del Reich a Berlino o
bruciate perché non considerate degne (e parliamo di Picasso, Dali,
Klimt e molti altri). Per molti membri dei Monuments
Men questa sarà un’occasione per riscattare una vita
o renderla memorabile, mettendo la propria vita al servizio
dell‘arte e salvando così il patrimonio culturale di un intero
continente.
La sceneggiatura in
particolare è il punto focale di tutta l’operazione; scritta a
quattro mani proprio da Clooney e dall’amico fraterno Grant
Heslov (vincitore dell’Oscar per
Argo come produttore con Clooney, e
nominato alla statuetta dorata altre volte grazie proprio a
Le Idi di Marzo e Good
Night, and Good Luck) la scrittura ha un certo grado
di discontinuità e poca uniformità nel raccontare le vicende,
dislocando a coppie i suoi protagonisti (che funzionano meglio
quando invece sono uniti), alternando momenti (poco) drammatici,
umoristici e lasciando cadere qua e là qualche goccia di flirt
rosa.
Nonostante questo, il cast merita
una menzione a parte, se Cate Blanchett è come sempre ottima e
affascinante, più sopra le righe vi sono John Goodman e
Bill Murray, a loro sono affidati i momenti più
divertenti e iconici. Svolgono bene il compito Matt Damon (molto efficace il siparietto sul
suo francese), Bob Balaban e Jean Dujardin, mentre fra tutti il più
sottotono sembra proprio
George Clooney. Accompagna le vicende la colonna
sonora del plurinominato Alexandre Desplat con un
componimento molto variegato che, per quanto riesca ad essere un
abito perfetto per quello che viene mostrato sullo schermo, a volte
tende ad enfatizzare troppo certe situazioni.
La sensazione finale che ti lascia
Monuments Men è quella che Clooney abbia
girato un film tra amici, in cui si nota un certo divertimento e
affiatamento tra tutti i membri, ma che eccede nello sdrammatizzare
i fatti e risponde vagamente alla (valida) domanda che ricorre per
tutta la pellicola: conta di più la difesa della cultura o il
sacrificio di una vita umana?
Hansel & Gretel e la
Strega della Foresta Nera è un progetto horror low
budget, diretto da Duane Journey, che riprende i nomi dei
personaggi del racconto solo per mere ragioni commerciali, poiché a
parte alcuni riferimenti c’è veramente poco in comune con la fiaba
di Hansel & Gretel dei fratelli Grimm.
Per prima cosa dimenticate la
vecchia fiaba per i bambini. Che le fiabe siano oggetto di
trasposizioni moderne non è certo una novità, quindi perché
meravigliarsi del fatto che la strega di Hansel e Gretel ormai non
attiri più i ragazzini con caramelle e leccornie varie ma con erba?
Già protagonisti nel 2013 in un film in cui, cresciuti, davano la
caccia alle streghe, Hansel e Gretel tornano con una versione
attualizzata e infedele, a parte qualche riferimento, della fiaba
dei fratelli Grimm dove diventano dei teenager di Pasadena.
È praticamente un teen slasher, con
qualche sprizzo di vago torture porn, questo adattamento di Hansel
& Gretel – il terzo arrivato al cinema solo nel 2013
(Hansel & Gretel – Cacciatori di Streghe e
Asylum, inedito in Italia), in cui
praticamente la protagonista principale è Gretel, mentre Hansel
sembra quasi farle da spalla, entrando in scena praticamente solo
nel finale.
Forse con intenti provocatori il
regista Duane Journey inonda la scena con sangue, carne e tessuti
umani delle vittime prese prigioniere, e l’idea di partenza non è
male, l’idea di trasformare una favola per bambini in un horror in
chiave moderna è veramente buona, ma dopo una partenza promettente,
Hansel e Gretel e la Strega della Foresta
Nera si limita a mettere in scena l’antico canovaccio,
con una trama esile e scontata, riproponendo luoghi comuni, cliché
e un repertorio vastissimo di stereotipi, tra i quali anche la
componente demenziale dei vari Scary Movie, con effetti che,
per quanto ben fatti, appesantiscono e basta la trama, ottenendo
solo una perdita di pazienza da parte dello spettatore; un horror
molto leggero insomma che non riesce a spaventare o ad
impressionare, nonostante non ci sia niente di risparmiato, ma
neanche a divertire, se questo era l’intento.
Unica nota positiva:
l’interpretazione di Lara Flynn Boyle (I
Segreti di Twin Peaks, Men in Black II)
che riesce a donare al personaggio della strega quella dose giusta
di autoironia; dispiace vedere Cary Elwes
(Robin Hood – Un Uomo in Calzamaglia,
Saw) in un ruolo di secondaria importanza, mentre un
velo pietoso è da stendere sulle interpretazioni dei due
protagonisti, Michael Welch
(Twilight) e Molly C.
Quinn (Castle), al punto che nel finale il tifo va
inevitabilmente alla perfida strega.
Distribuita dalla Adler, questa
fiaba horror dai risvolti inevitabilmente comici, è nelle sale
italiane dal 6 febbraio. Sconsigliato ai deboli di stomaco.
L’ultimo film di
Superman, L’Uomo d’Acciaio di
Zack Snyder ha diviso molti
fan ma una cosa è certa, ha entusiasmato un bambino di sedici mesi
che reagisce così alle sequenze di volo di Henry
Cavill nei panni del supereroe DC
Entertainment.
L’uomo d’Acciaio è
diventato, con 263 milioni di incasso, il migliore incasso di un
reboot di un cinefumetto al box office, dopo aver
superato The Amazing
Spider-man(262 milioni).
Inizia a definirsi il programma
dell’attesissima Notte degli Oscar 2014, e infatti
oggi arriva la conferma che uno delle performance canore della
serata sarà quella diIdina
Menzel che canterà Let It
Go, la canzone di Frozen Il regno di
ghiaccio. Come molti di voi sapranno il brano è anche
candidato nella categoria Miglior Canzone. Il
brano è stato scritto da Robert Lopez e Kristen
Anderson-Lopez e sarà cantato live
da Idina Menzel.
Vi ricordiamo che la cerimonia degli Oscar si terrà il
prossimo 2 marzo presso il Dolby Theatre e, in contemporanea,
sarà trasmessa dal Network Televisivo ABC.
Il 13 febbraio2014
arriverà in Italia, distribuito dalla Twentieth Century Fox,
Monuments Men, il nuovo film interpretato
e diretto da George Clooney, con un cast d’eccezione:
Matt Damon, Bill Murray, Cate Blanchett,
John Goodman e Jean Dujardin. Ecco cinque clip del
film
Ispirato alla storia
vera della più grande caccia al tesoro di tutti i tempi, MONUMENTS
MEN è un film d’azione che racconta la vicenda di un gruppo di
sette soldati, non più giovani e non più tanto in forma, composto
da direttori di museo, curatori, artisti, architetti e storici
dell’arte che, durante la seconda guerra mondiale, raggiunsero le
linee del fronte per recuperare i capolavori artistici trafugati
dai nazisti e restituirli ai legittimi proprietari. Considerando
che le opere d’arte erano in territorio nemico, come potevano
questi uomini sperare di riuscire nell’impresa? E tuttavia, quando
si trovarono coinvolti in una gara contro il tempo per evitare la
distruzione di un patrimonio artistico millenario, tutti i
Monuments Men misero in gioco la vita per proteggere e difendere i
grandi tesori dell’umanità.
Dopo l’annuncio delle date di apertura dei casting per le comparse
italiane di The Avengers Age of Ultron,
ecco arrivare altre novità in merito, direttamente dalla pagina
ufficiale Facebook del Forte di Bard, location scelta dalla
produzione Marvel.
Ecco cosa si legge sulla pagina:
Casting Avengers: si precisa che ogni
scelta in merito ai casting è effettuata dalla Produzione che allo
stato ha prediletto, per motivi logistici legati alla complessità
delle riprese, comparse residenti il più vicino possibile alle
location e quindi più facilmente reperibili e gestibili. La
Produzione non esclude una seconda fase di casting che potranno
essere aperti anche a non residenti in Valle d’Aosta. Ogni altra
valutazine è destituita di fondamento.
Ovviamente si trata di una flebile
speranza per coloro che non risiedono nella Regione più piccola
d’Italia, tuttavia è già tanto per i moltissimi fan che erano
intenzionati a partire per la Valle d’Aosta.
The Avengers Age of
Ultron uscirà nelle sale cinematografiche di
tutto il mondo l’ 1 maggio 2015. La regia è affidata ancora una
volta a Joss Whedon, mentre la sceneggiatura
sarà tratta dal lavoro di Jack Kirby e
Stan Lee.
Gli interpreti principali di
The Avengers Age of
Ultron restano quelli del primo episodio:
Scarlett Johansson (vedova
nera), Chris
Hemsworth (Thor), Samuel L.
Jackson (Fury), Robert Downey
Jr (IronMan), Chris
Evans (Capitan America) e Mark
Ruffalo (Hulk), Jeremy Renner
(Occhio di Falco).
Morta Shirley Temple,
la straordinaria bambina prodigio che rimarrà per sempre nella
memoria di tutti come Riccioli d’Oro. L’attrice aveva 85 anni e
oltre ad una lunghissima carriera come attrice, la Temple era anche
stata ambasciatrice dell’Onu per gli Usa, dirante l’amministrazione
Raegan.
A fine anni ’60 infatti intreprese
la carriera politica, candidandosi al Congresso degli Stati Uniti
per il Partito Repubblicano. Ma la sua carriera cinematografica è
quella che l’ha fatto rimanere nella storia della settima arte.
Esordisce a quattro anni nel primo lungometraggio, e da lì in poi
per tutta la sua infanzia ed adolescenza, la sua carriera è stata
una continua scalata al successo. Nel 1935 è arrivato
Riccioli d’Oro e da quel momento in poi
la Temple è rimasta ‘in parte’, praticamente per tutta la sua
carriera sul grande schermo. Proprio quell’anno arrivò un premio
Oscar, per riconoscerle il suo contributo all’industria
cinematografica nell’anno precedente.
Nel 2006, un’altra bambina prodigio,
Dakota Fanning, presentò in occasione degli Screen
Actors Guild Awards, il premio alla carriera che le venne
consegnato in riconoscimento di una vita passata davanti alla
macchina da presa.
Andrea Iervolino e Monika Bacardi
producono i due premi Oscar Al Pacino e Barry
Levinson. Dopo più di 40 anni da Serpico, Al
Pacino partecipa nuovamente ad un film con due
coproduttori italiani. Stanno per terminare a New York le
riprese di The Humbling, film di
Barry Levinson, che vede protagonisti
Al Pacino e Kyra Sedgwick. Il film
è coprodotto da Andrea Iervolino e
Monika Bacardi, fondatori della Ambi
Pictures. The
Humbling racconta una storia incentrata sul
rapporto sessuale (e non) tra un vecchio attore suicida e una donna
molto più giovane. Oltre ad Al Pacino il cast
stellare è composto da Mandy Patinkin , Greta Gerwig,
Louise Trenner, Dianne Wiest e Charles
Grodin.
The
Humbling è il secondo film internazionale in fase di
produzione per Ambi Pictures, dopo Sights Of Death, di cui sono
appena terminate le riprese a Roma.
Jack Black e
James Marsden sono stati ingaggiati per recitare
nella commedia D-Train, il cui script è
stato ideato da Mike White che per Black aveva già
sceneggiato School of Rock e
Nacho Libre.
Alla regia di questo film ci
saranno Jarrad Paul e Andrew
Mogel,famosi al grande pubblico per la sceneggiatura di
Yes Man; i due racconteranno una
storia che vede Black presidente di un comitato per ricevere
l’onorificenza di studente più popolare durante la cerimonia di
ritrovo per i 20 anni delle scuole superiori,ma presumibilmente non
tutto andrà per il verso giusto.
Mentre i vari talent che valorizzano
le doti artistiche dei concorrenti stanno cominciando a perdere
l’appeal sul pubblico, le trasmissioni che invece mettono in gioco
le doti culinarie dei protagonisti stanno prendendo sempre più
piede in Italia e in tutto il mondo.
Deve aver pensato proprio a questo
la San Carlo, quando ha deciso di realizzare un
nuovo spot per promuovere le nuove Rustiche,
quelle patatine ondulate e croccanti che ai buffet delle feste sono
le prime a finire!
La San Carlo
infatti propone delle pubblicità in cui il gusto delle patatine, in
un formato più spesso, largo e croccante, viene messo in risalto in
cucina. I gourmet di turno saranno appena rabbrividiti! Eppure
l’idea funziona: le nuove rustiche sono un’ottima base per tartine
o accompagnamento per pietanze al forno, croccanti e gustose.
Per realizzare gli spot, pensato
sotto forma di gara di cucina, la San Carlo si è
avvalsa della partecipazione di Roberto Valbuzzi,
l’affascinante chef che coniuga nel suo lavoro moda e cucina. In
una recente intervista alla Milano Food Week, Valbuzzi ha
dichiarato che l’errore più grande che possa mai commettere uno
chef è quello di essere presuntuoso: “Credo che l’umiltà sia il
punto di partenza di una buona cucina”. E lo dimostra lui
stesso, aprendo la sua cucina alle patatine San
Carlo. Negli spot di seguito ci da qualche consiglio
gustoso e innovativo per esaltare il sapore dei nostri piatti con
l’accompagnamento delle Rustiche San Carlo!
Magnolia Pictures ha pubblicato
online il trailer di The Double di
Richard Ayoade che vede protagonisti il novello
Lex Luthor Jesse Eisenberg e Mia
Wasikowska.
Il film, liberamente ispirato al racconto di Fedor
Dostoevskij, racconta di Simon, un uomo isolato, timido,
che ha trascurato il lavoro,è disprezzato dalla madre e ignorato
dalla donna dei suoi sogni.
L’arrivo del un nuovo collega James servirà a sconvolgere gli
equilibri,infatti l’uomo è fisicamente identico a Simon ma al
contrario di questo è carismatico, fiducioso e sa parlare alle
donne.
Così giorno dopo giorno Simon si accorge che James lo sta
rimpiazzando nella vita di tutti i giorni.
Il film scritto da Avi Korine (Mister
Lonely) e prodotto tra gli altri da Michael
Caine, include nel cast anche Sally Hawkins, Paddy
Constantine, James Fox e Yasmin
Paige. Di seguito trovate poster e trailer di
The Double
Sono queste le parole che
campeggiano su una targa, di quelle che si fissano poi sulla base
della statuetta degli Oscar, che la CNN ha ripreso e mandato in
onda, generando poi un tam tam di elettrizzati fan che erano
finalmente soddisfatti dal sapere che il prezioso riconoscimento
sarebbe andato a Leonardo DiCaprio il prossimo 2
marzo durante la serata di premiazione degli Academy Awards al
Dolby Theatre per la categoria Miglior attore protagonista.
E invece no, tutti tranquilli, non
si tratta di uno spoiler, ma semplicemente della ripresa di una
delle targhe che l’Academy prepara ogni anno in attesa di sapere
chi sarà il vincitore del premio. Infatti, ogni anno, vengono
realizzate tutte le targhe, una per ogni nominato, e solo alla fine
verrà utilizzata quella del vincitore effettivo. Sarà DiCaprio?
Chissà!
I bookmaker puntano su
Matthew McConaughey, ma i giochi non sono ancora
del tutto fatti e Leo ha delle buone possibilità di spuntarla.
Ecco l’elenco completo dei nominato
per gli Oscar 2014: NOMINATION
La foto aveva generato una vera
andata di panico ed eccitazione, ma dopo qualche ora cinemablend ha
chiarito il malinteso, spiegando che i nomi dei nominati vengono
stampati tutti.
Il giornalista del canale KTLA
Sam Rubin l’ha combinata grossa con la persona
sbagliata; ecco come si può riassumere il fatto accaduto durante
un’intervista, tra il reporter e Samuel L.
Jackson, per la promozione di Robocop (Qui la nostra recensione).
Tra una domanda e un’altra Rubin
chiede a Jackson che riscontri ha ricevuto per lo spot andato in
onda durante il Super Bowl (riferendosi allo spot KIA con
Laurence Fishburne), Jackson, inizialmente
perplesso, risponde poi al giornalista tra l’offeso e l’ironico. Il
fatto,tutto da ridere, lo potete vedere qua sotto insieme alle
scuse di Sam Rubin e allo spot Kia incriminato.
Arriva al cinema l’atteso debutto
alla regia dello sceneggiatore premio Oscar per A Beautiful Mind, Akiva
Goldsman con Storia
d’Inverno, tratto dall’omonimo
romanzo di Mark Herlprin. Protagonisti di questa
storia sono gli attori
Colin Farrell, Jessica Brown Findlay,
Russell Crowe, Eva Marie Saint,
Jennifer Connelly e William Hurt.
Storia d’Inverno
racconta una romantica storia d’amore in cui i destini dei
protagonisti s’incrociano, tra passato e presente, sullo sfondo
della New York del 1916 e di quella dei giorni nostri. Tutto ha
inizio quanto Peter Lake, ladro di professione, durante un
tentativo di rapina in una villa, si imbatte nella bellissima
Beverly Penn, figlia del ricco proprietario dell’abitazione. Per
entrambi è un colpo di fulmine, ma Beverly è afflitta da una
malattia incurabile e come se ciò non bastasse, a contrastare il
loro amore c’è di mezzo anche un pericoloso gangster che ha un
conto in sospeso con Peter ed è deciso a liberarsi di lui una volta
per tutte.
Storia d’Inverno, il film
Ambientato a New York nell’arco di
oltre un secolo, Storia d’Inverno è un film che
parla di miracoli, destini incrociati e dell’antica battaglia tra
bene e male. Partendo da temi consolidati, la pellicola si sviluppa
su due livelli narrativi che dovrebbero incrociarsi in un legame
indissolubile nel tempo. Ma è proprio in questo punto cardine della
trama che la pellicola scritta
da Goldsman presenta le sue debolezze.
Il racconto anche se fluido, langue in alcuni tasselli chiave che
servono alla storia per trasportare e coinvolgere lo spettatore.
Fra tutti, quello che balza di più agli occhi è il legame fra i due
periodi storici (praticamente assente) che non giustifica tutto
l’impianto narrativo, rendendolo poco credibile i nostri occhi.
In seconda battuta, debole è anche
la chiave di racconto scelta da Goldsman, che
pone da subito l’accento sul conflitto fra i due personaggi
Peter Lake (Colin
Farrell) e Perly Soames (Russell
Crowe). Il loro scontro, anche se ben articolato,
manca completamente di una motivazione umana. E’ probabile che il
loro rapporto sia stato sacrificato a discapito invece della storia
d’amore che diventa predominante. Nonostante questo però, per tutto
il film ci si aspetta di scoprire la motivazione di questa diatriba
che in questo caso rimane una pura e semplice metafora facilona
dello scontro tra bene e male, banalizzando tutto il contesto nel
quale si svolge la vicenda.
Dal punto di vista scenografico
Storia d’Inverno regge e sono di ottima fattura
alcune sequenze che coinvolgono zone storiche della New York dei
primi del ‘900, ad esempio le scene sul ponte Brooklyn. Non
perfetta è invece la fotografia che in alcuni punti si mostra ben
curata e calibrata, mentre in altri appare trascurata e scialba.
Stessa ambivalenza è assunta dagli effetti digitali, che in alcuni
punti regalano delle vedute mozzafiato della città di NewYork,
mentre in altri lasciano a desiderare, facendo risaltare agli occhi
il comune denominatore di questa pellicola: la poca cura nei
dettagli. Nota positiva del film è il cast con l’attore Colin Farrell credibile nei panni di Peter
Lake e la bella Jessica Brown Findlay(Downton
Abbey) in quelli dell’amata Beverly. Ma la vera sorpresa sono
i co-protagonisti, con un notevole Russell Crowe nei panni del cattivo, e due
comprimari eccellenti: l’intramontabile bellezza e bravura di
Jennifer Connelly e la fierezza e la fisicità
di William Hurt.
Ancora senza nome il progetto che
vedrà coinvolti Seth Rogen e Joseph
Gordon-Levitt in una commedia di natale mentre è già noto
chi sarà il regista; si tratta di Jonathan Levine
(Warm Bodies) che ha già diretto i due
attori nell’ottimo 50/50. Levine ha già
ultimato la sceneggiatura che racconta la storia di tre amici
d’infanzia che si ricongiungono a New York per la vigilia di
Natale.
Il film dovrebbe uscire per la
vigilia di Natale prodotto dallo stesso Rogen, dalla Point Foto di
Evan Goldberg e da Sony.
Durante un’intervista all’ Huffington
Post, Sir Ben Kingsley ha parlato del corto
MarvelAll Hail The
King e di Trevor Slattery, suo personaggio nel
recente Iron
Man 3.
Ora che il film è uscito, Kinglsey è finalmente libero di poter
parlare del suo personaggio, senza timore di aver svelato segreti o
dettagli importanti:
” Non ero preoccupato della reazione dei fan, prima di
girare così tanti film era molto impegnato con il teatro e ho avuto
il privilegio di poter interpretare un sacco di
ruoli shakespeariani che la maggior parte delle persone
conosceva e in particolare si sa che verso Shakespeare ci
sono dei preconcetti, quindi in Iron Man doveva essere il
mio Mandarino , il mio Trevor, senza timori”
Continuando a parlare del giudizio dei fan Kinglsey afferma:
” Non cerco mai di essere troppo coinvolto dai giudizi.
Quando recito, mi esprimo in quel modo, dipingo il mio ritratto e
poi una volta finito poso i miei pennelli e mi allontano, ma alla
fine mi è stato detto che veramente pochi fan non
erano d’accordo su questa interpretazione.”
All’attore viene poi chiesto se l’ultima volta di Trevor sullo
schermo è stata proprio durante questo corto:
“Sinceramente non lo so, so che ci sono molti fan che
vorrebbero vedere come va a finire questo corto in un
film. Il personaggio è molto amato nonostante sia pazzo! In questo
momento potrebbe essere disteso in una pozza di sangue e
birra”
Serata all’insegna del
romanticismo invece quella in programmazione su Rai 1. Infatti il
film che vi segnaliamo è Ricatto
d’amore con Sandra Bullock
e Ryan Reynolds che andrà in onda in
prima serata alle 21:10.
Ricatto d’amore (The Proposal) è una
commedia romantica del 2009 diretta da Anne Fletcher ed
interpretata da Sandra Bullock e Ryan Reynolds. Il film ha
debuttato nelle sale statunitensi il 12 giugno 2009, mentre in
Italia è uscito nelle sale cinematografiche il 3 settembre 2009.
Nomination ai Golden Globe 2010 per la Miglior attrice in un film
commedia o musicale a Sandra Bullock.
Trama: A New York le
aspirazioni di un ragazzo che sogna un futuro nell’editoria, magari
anche da scrittore, si infrangono contro le infinite vessazioni del
suo capo, la classica donna tutto lavoro e niente divertimento. Il
giorno in cui però il capo rischia di essere deportato nel natio
Canada per problemi di visto si presenta l’occasione per un
matrimonio di interesse, operazione di certo rischiosa ma
potenzialmente foriera della sospirata promozione. L’unico problema
sarà tenere in piedi la rappresentazione senza che nessuno, nemmeno
l’immigrazione, se ne accorga.
Nel suo giorno di apertura, il film
ha incassato $ 12,7 milioni in 3056 cinema. In seguito ha
continuato a essere il numero uno per il weekend con 33,6 milioni
di dollari, battendo le altre nuove release del weekend. Ricatto
d’amore inoltre ha guadagnato $ 10 milioni da 10 mercati esteri,
con un n ° 1 in Australia ($ 3,3 milioni) e Russia ($ 2,8 milioni).
In Sudafrica, il film ha debuttato al numero 2, perdendo contro la
nuova release L’Era Glaciale 3: L’Alba dei Dinosauri, ma in tre
settimane il film è riuscito a portarsi a casa un totale di
1.299,853 000 dollari. Il film ha incassato 317.375.031 $ in tutto
il mondo che lo rende uno dei più grandi successi al botteghino
nella carriera di Sandra Bullock.
Serata all’insegna del
Cinecomics quella in programmazione questa sera su
Italia 1. Infatti il film che vi segnaliamo oggi è
Thor di Kenneth Branagh che andrà
in onda in prima serata alle ore 21:10. Nel cast del
film Chris Hemsworth, Natalie Portman, Anthony
Hopkins e Tom Hiddleston.
Thor è un film del 2011 diretto da
Kenneth Branagh, basato su Thor, personaggio della Marvel Comics (e a sua volta ispirato
dall’omonimo dio della mitologia norrena). La scena dopo i titoli
di coda della pellicola è stata diretta da Joss Whedon ed è
l’anteprima del successivo film dei Marvel Studios, The Avengers dove per la prima
volta in un film vengono raggruppati in un team diversi supereroi
Marvel per debellare una minaccia
che uno solo di essi non sarebbe in grado di affrontare. Il film,
distribuito in 3D, esce negli Stati Uniti il 6 maggio 2011, mentre
in Italia era già uscito il 27 aprile 2011.
Curiosità Cameo:
Nel film sono presenti
dei cameo:
Stan Lee, co-creatore del
personaggio, interpreta il guidatore del camioncino che tenta di
estrarre Mjolnir dal cratere usando delle catene.
J. Michael Straczynski, famoso
sceneggiatore del fumetto e autore della storia del film,
interpreta il camionista che per primo trova e tenta di
estrarre Mjolnir dal cratere.
Walt Simonson, storico autore del
fumetto, fa una brevissima apparizione accanto a Lady
Sif in una delle sequenze finali.
Adriana Barraza interpreta il
piccolo ruolo di Isabel Alvarez, padrona della locanda
in cui Thor, Jane, Erik e Darcy si recano a bere e mangiare.
Nel aprile 2011 il presidente dei
Marvel Studios Kevin Feige annunciò
che dopo il film sui vendicatori (The Avengers del 2012) Thor
avrebbe intrapreso “una nuova avventura”. I primi ad essere
confermati furono Hemsworth e Hiddleston, che avrebbero ripreso i
loro ruoli di Thor e Loki, e in seguito quasi la totalità del cast
del primo film. In occasione del Comic-con di San Diego del 2012,
la Marvel ha annunciato i titoli dei
sequel che comporranno la seconda fase che si concluderà con
The Avengers 2: quello scelto per il
secondo capitolo di Thor è Thor: The Dark World uscito nelle sale
l’8 novembre 2013. La fase di produzione e riprese sono iniziate il
10 settembre 2012 in Bourne Wood, Surrey