Viso pulito, modi amichevoli,
sguardo da eterno ragazzino che nasconde un’espressione ammiccante
da tombeur des femmes e un’enorme bravura. Questa, in
breve, la descrizione di Joseph Leonard
Gordon-Levitt, una delle più giovani stelle hollywoodiane
che, oltre a vantare una carriera più che ventennale alle spalle,
sembra non essere intenzionato a fermarsi, ma, anzi, vede crescere
di giorno in giorno la sua popolarità.
Joseph
Gordon-Levitt, biografia
Il celebre attore statunitense
nasce a Los Angeles il 17 febbraio 1981. Cresciuto in una famiglia
ebraica di stampo progressista, con un padre redattore per
l’emittente KPFK e una madre candidata alle elezioni per il Peace
and Freedon Party negli anni ‘70, calca le scene fin dalla
tenerissima età. A quattro anni si unisce infatti ad un gruppo
teatrale e gli viene affidata la parte dello spaventapasseri in un
adattamento de Il Mago di Oz e, poco dopo, iniziano per
lui le prime apparizioni televisive, soprattutto in spot
pubblicitari.
Joseph
Gordon-Levitt, filmografia
La vera carriera come attore prende
il via alla fine degli anni ’80, quando Joseph
Gordon-Levitt ha appena sei anni. Il bambino
prodigio appare più o meno fugacemente in svariate produzioni
televisive, tra cui Stranger on My Land, Casa Keaton e La
Signora in Giallo.
Grazie alla sua abilità, innegabile
nonostante la tenera età, nel 1991 ottiene il primo ruolo da
protagonista nel remake della soap opera Dark
Shadows e, nel 1992, debutta nel mondo del cinema, con un
ruolo da comparsa nel film Beethoven. Nello stesso
anno Joseph Gordon-Levitt entra a far parte
del cast di In mezzo scorre il fiume, un film centrato sul rapporto
tra due fratelli girato da Robert Redford, in cui
il giovane attore veste i panni di Craig Sheffer da giovane.
Da questo momento si susseguono per
lui dei ruoli sempre più importanti; negli anni a
venire Joseph Gordon-Levitt è Gregory in
Switching Parents (Gregory K), la storia
vera di un ragazzo che riesce ad ottenere legalmente il diritto a
separarsi dai suoi genitori e Roger in Angels in the
Outfield, lungometraggio che narra di un bambino
apparentemente sfortunato ma che è in grado di vedere gli
angeli.
Il successo è a portata di mano
e Joseph Gordon-Levitt riesce ad
afferrarlo grazie alla sit-com Una famiglia del terzo
tipo. La serie, che ha avuto un enorme successo in
America, gira intorno alle avventure dei Solomon, una famiglia
media americana i cui componenti sono però degli esploratori
extraterrestri che hanno preso sembianze umane allo scopo di
studiare il pianeta terra e i suoi abitanti. Joseph
Gordon-Levitt impersona Tommy Solomon, figlio adolescente
del particolare quadretto familiare, dal 1996 al 2001, anno in cui
decide di sciogliere il contratto con la produzione.
Nel frattempo la sua fama
televisiva, pur serrandolo in un ruolo che con il tempo inizierà ad
andargli stretto, non impedisce all’attore di entrare a far parte a
tutti gli effetti del mondo del cinema. Nel 1996 è il figlio di
Demi
Moore nel film Il Giurato,
nel 1998 una vittima che muore prima dei titoli di testa in
Halloween 20 anni dopo e nel 1999 è co-protagonista, insieme ad un
giovanissimo Heath Ledger, della commedia
romantica 10 cose che odio di te.
La sua passione per il cinema, la
volontà di allontanarsi da un certo modello di celebrità televisiva
e, forse, l’influenza del nonno materno (il regista politicamente
attivo Michael Gordon), lo portano però a sviare i
facili prodotti commerciali e a ricercare ruoli più difficili e
impegnati all’interno di circuiti indipendenti.
Nel 2001 il
ventenne Joseph Gordon-Levitt entra così nei
panni del protagonista Lyle nel film Manic, dramma
di Jordan Melamed ambientato in un manicomio, che
narra di un ragazzo internato per essere stato violento con un
compagno di baseball e che incontra tra le mura dell’istituto altri
ragazzi con problemi psichici alle spalle.
Dopo questa prova,
però, l’attore sembra stancarsi della vita che conduce e, nel 2002,
si ritira momentaneamente dai riflettori per iscriversi
all’università. La sua carriera di studente, piuttosto
fugace, finisce nel 2004, quando Joseph
Gordon-Levitt lascia la Columbia University dopo aver
passato due anni immerso nei corsi di storia, poesia e letteratura
francesi. La francofilia, però, non è abbastanza forte per fermare
la sua attrazione verso la recitazione e in quest’ultimo
decennio Joseph Gordon-Levitt sarà presente
in pellicole sempre più incisive.
Mysterious
Skin, film del 2004 diretto da Gregg
Araki, segna infatti, dopo il preludio di
Manic, l’inizio di una nuova strada, che
vede l’ex bambino prodigio Levitt alle prese con ruoli scomodi,
difficili, tormentati. Nel film di Araki, infatti, il giovane
attore entra nei panni di Neil McCormick, un ragazzo che, dopo
essere stato oggetto di molestie sessuali da parte del suo
allenatore di baseball da bambino, si prostituisce ed è incapace di
vivere relazioni stabili e autentiche.
L’anno successivo, con
Brick-Dose Mortale dell’esordiente
Rian Johnson, Levitt conferma la sua bravura dando
anima e corpo a Brendan Frye, un adolescente che, indagando su un
omicidio, rimane coinvolto in giri di droga poco limpidi
all’interno del college che frequenta. La sua interpretazione non
solo non passa inosservata, ma lascia una traccia più che positiva
in numerose critiche filmiche e quando nel 2007 si cala nel
Chris Pratt di Sguardo nel
Vuoto di Scott Frank, la sua
consacrazione diventa definitiva. Pratt, infatti, è un ragazzo che,
a seguito di un incidente, ha vuoti di memoria, narcolessia,
problemi di concentrazione e che viene convinto da un ex compagno
di scuola a rapinare la banca per cui lavora.
Joseph
Gordon-Levitt mette tutta la sua arte nel rendere reale
questo personaggio divorato dal senso di colpa, che confonde sogni
e realtà, e che distorce ciò che passa per il filtro della sua
mente. Forse proprio per questo ruolo gli viene assegnata,
nel 2008, la parte del killer psicopatico Richie Nix in
Killshot, thriller in cui recita accanto
ad attori del calibro di Mickey Rourke e
Diane Lane.
Dal 2009 ad oggi le interpretazioni
diventano più variegate e Joseph Gordon-Levitt
dimostra di essere a suo agio con generi differenti: fa parte del
cast di Miracolo a Sant’Anna, è il
protagonista della bellissima commedia
(500) Giorni insieme, primo
lungometraggio del regista di videoclip musicali Marc
Webb in cui veste i panni dell’innamorato romantico che
crede nel vero amore, ma è anche Hesher in
Hesher è stato qui, un personaggio volgare e
disturbante, con capelli lunghi e tatuaggi artigianali, che mette
alla prova i rapporti sociali in una famiglia che ha appena subito
un grave lutto.
Lo straordinario
Inception di
Christopher Nolan, è il suo banco di prova nel
kolossal. Affiancando
Leonardo DiCaprio ed Ellen Page, un’altra promessa
proveniente dai circuiti indipendenti, dimostra di essere
all’altezza di film di spessore destinati ad un pubblico ampio e si
ritaglia finalmente un posto tra i “grandi”. Ne è prova il fatto
che lo stesso Nolan lo richiama nel 2012, per trasformarlo
nell’agente di Gotham City John Blake, de
Il Cavaliere Oscuro-Il Ritorno, episodio che chiude la
trilogia dedicata all’uomo pipistrello.
Tra gli ultimi film in cui appare
come protagonista si possono segnalare
50 e 50, dramma in cui l’attore
interpreta Adam, un ragazzo che scopre di avere una forma di cancro
che gli lascia il 50% di possibilità di sopravvivenza, e
Senza Freni, film d’azione interamente
girato per le strade di New York con un Gordon-Levitt pony express
che cerca di sfuggire a un poliziotto corrotto a bordo della sua
bici a scatto fisso.
Si attendono quindi con ansia i
prossimi film di quello che ormai può essere considerato a tutti
gli effetti uno dei giovani attori più in auge del decennio:
Looper, un prodotto di fantascienza ambientato
in un futuro prossimo in cui degli assassini utilizzano in modo
criminale i viaggi nel tempo, e Lincoln,
un film ambientato in un passato non troppo lontano che scandaglia
le lotte del primo presidente degli Stati Uniti per l’abolizione
della schiavitù.
Nominato per due volte ai Golden
Globe come miglior attore in un film brillante (per 50
e 50 e
500 giorni insieme), Joseph
Gordon-Levitt non è solo un buon interprete, ma un vero e
proprio sperimentatore di generi e personaggi.
Nel 2010 gira come
regista il cortometraggio Morgan and Destiny’s
Eleventeenth Date: The Zeppelin Zoo, un film di sette
minuti finanziato dalla hitRECord.org, società di produzione
on-line, di proprietà dello stesso Levitt, che divide la metà
dei profitti con coloro che contribuiscono. E dopo questo primo
corto, presentato al South by Southwest Festival, il prossimo anno
è prevista l’uscita di un lungometraggio diretto interamente
dall’attore intitolato Don Jon, storia di
un Don Giovanni moderno che cerca di diventare una persona
migliore. Nel cast anche Scarlett Johansson e
Julianne Moore.
Enfant prodige, stella
televisiva, ottimo interprete cinematografico e regista esordiente,
Joseph Gordon-Levitt può essere a considerato a
tutti gli effetti un artista; un’anima eclettica che, con ogni
probabilità, non smetterà tanto presto di stupirci!