Siete pronti a leggere
tutte le curiosità sull’attesissimo film targato Marvel, The Avengers?.. allora cosa
aspettate!
Richard Donner e Arma Letale 5
Il popolare magazine britannico Empire, in occasione del 25° anniversario del primo film della serie di Arma Letale, ha riunito il regista Ricahrd Donner e i protagonisti Mel Gibson e Danni Glover. Nel corso dell’incontro si è parlato anche del fantomatico quinto film del ciclo, un progetto rimasto purtroppo sulla carta, che Donner ha dichiarato avrebbe amato portare sullo schemo.
Un abbozzo di sceneggiatura era stato già steso da Shane Black, ma Donner ha ammesso di non averlo mai letto, cosa che invece sembra aver fatto Gibson: la vicenda si sarebbe aperta coi protagonisti orami dediti a una vita più tranquilla, ma i due non ci avrebbero messo molto a mettersi nuovamente nei guai (nella sequenza di apertura, Riggs e Murtaugh a bordo di un camper per le vacanze, ne avrebbero perso il controllo, finendo per radere quasi al suolo un villaggio); della partita sarebbero tornate a far parte anche Rene Russo e Darlene Love.
Fonte: Empire
Zooey Deschanel sul set per Richard Curtis
L’attrice losangelina affiancherà probabilmente Domhnall Gleeson (il Bill Weasley della saga di Harry Potter) in About Time, nuova commedia a basso costo firmata da Richard Curtis (Quattro matrimoni e un funerale, I love radio rock). Gleeson vestirà i panni dell’ultimo erede di una famiglia di viaggiatori del tempo, che viene a sapere del proprio potere solo quando il padre lo reputa maturo; dopo esserne venuto a conoscenza, comincerà a viaggiare avanti e indietro nel tempo, nel tentativo di cambiare la storia per migliorare il mondo… ma come sempre succede in questi casi, il risultato non è quello sperato.
Dato che si tratta di una commedia a basso costo, c’è comunque da pensare che i ‘desideri’ del protagonista saranno un pò meno ‘ambiziosi’ rispetto alla classica uccisione di Hitler, o al salvataggio di JFK… La Deshanel viene data come vicina alla chiusura dell’accordo per la parte di Mary, amore del protagonista; le riprese, previste in estate, dovrebbero consentire all’attrice di parteciparvi senza sovrapporsi al suo attuale impegno nella serie New Girl. Zooey Deschanel , già protagonista di film come E venne il giorno, Yes Man e 500 giorni insieme, è recentemente apparsa in Sua Maestà e Our Idiot Brother, mentre Gleeson sarà presto sugli schermi in Dredd e Anna Karenina.
Fonte: Empire
Hugh Jackman nella prima foto ufficiale del film I Miserabili
Werner Herzog al lavoro su due nuovi documentari
Il ritorno del grande regista
tedesco. Werner Herzog si conferma instancabile: oltre ad
apparire come villain nel film One Shot, a fianco di Tom
Cruise, è già al lavoro su due documentari.
Dark Shadows: torna la coppia Tim Burton/Johnny Depp in una film gotico a metà tra horror e commedia
La prossima primavera
cinematografica riserva sorprese e uscite eccellenti tra cui
spicca, senza ombra di dubbio, il nuovo film di Tim Burton che vede
come protagonista, manco a dirlo, Johnny Depp, e chi altrimenti?
Depp interpreta il personaggio di Barnabas Collins, un ricco e scapestrato donnaiolo che commette l’errore di sedurre e abbandonare una bellissima donna che ha la non irrilevante peculiarità di essere una strega (Eva Green). L’avvenente fattucchiera trasforma Collins in un vampiro e lo seppellisce sottoterra dove inizierà un lungo sonno; Barnabas si risveglierà per caso solo nel 1972 e per prima cosa farà ritorno nel vecchio e amato maniero.
La decima vittima – recensione del film di Elio Petri
La decima vittima è un film del 1965 di Elio Petri con protagonisti nel cast Marcello Mastroianni e Ursula Andress.
Trama del film La decima vittima
In un futuro imprecisato gli uomini hanno trovato il modo di evitare guerre e violenza gratuita e indiscriminata; un fantomatico Ministero della Caccia ha ideato un sistema in cui chiunque lo voglia può essere vittima o cacciatore.
All’interno di questo circuito uccidere e commettere omicidi non è reato anzi porta a dei premi in denaro. Per chi dovesse raggiungere l’obbiettivo della decima vittima sono garantiti un milione di dollari oltre all’illustrissimo titolo di campione decathon.
Caroline Meredith (Ursula Andress), una capacissima cacciatrice, ha da eliminare ancora l’ultima vittima prima dell’agognato bottino, peccato che quest’ultima vittima sia Marcello Poletti (Marcello Mastroianni) un’affascinante e nobile italiano che le renderà il compito alquanto arduo.
La decima vittima, la recensione
Per chi avesse un minimo di familiarità con il cinema di Elio Petri non può non convenire che questo film, La decima vittima, sia un’eccezione abbastanza peculiare nel suo solito cinema di denuncia sociale. Diretto nel 1965 prendendo spunto dal romanzo di Robert Sheckley The seventh victim, Petri ha sceneggiato questo film con l’illustre collaborazione di Ennio Flaiano e Tonino Guerra, scomparso pochi giorni fa.
La decima vittima è un film che estremizza e porta al paradosso paure e limiti di una società che, a metà degli anni ’60, stava mutando ed evolvendo lasciandosi alle spalle valori e lucchetti morali sempre meno accettati sopratutto dalla classe borghese. La violenza e la criminalità dilagante, la famiglia, la fedeltà coniugale, il rapporto con gli anziani e sopratutto l’affermazione di una febbre mediatica e commerciale che stava prendendo piede attraverso il mezzo televisivo.
Petri affronta tutti questi temi con un tono meno drammatico e realistico rispetto ad altri meravigliosi suoi capolavori come Indagine di un cittadino…, La classe operaia va in paradiso o A ciascuno il suo, ma tende per un taglio più sarcastico e satirico, quasi comico, avvalendosi della straordinaria capacità di Mastroianni ad affrontare film e sceneggiature di questo tipo.
In questa ipotetica società del “duemila” Petri immagina uomini e donne sopraffatti da un indicibile cinismo e a cui più nulla importa nella vita se non il denaro, il guadagno. Uccidere, essere un marito o una moglie fedele, rispettare gli anziani genitori e avere sinceri rapporti umani con chicchessia è assolutamente futile se non indirizzato e motivato ad un debito guadagno. Petri in questo film, che ricordiamo è girato quasi cinquant’anni fa, profetizza una società dominata dalla commercializzazione ossessiva e indiscriminata per cui anche la morte, anche l’omicidio diventa spot, diventa prodotto.
Come detto Marcello Mastroianni, qui con un’ insolita capigliatura ossigenata, veste con disinvoltura i panni di un uomo annoiato e disilluso dalla vita, un uomo che non crede più nell’amore e nelle donne, un uomo cui unico interesse è sopravvivere con un minimo di agio. Un personaggio, per certi versi, simile al Marcello della Dolce Vita di felliniana memoria in quanto con esso condivide uno stanco cinismo verso l’esistenza. Attorno al grande attore italiano si muove con la solita gattoneria la biondissima Ursula Andress sicuramente più bella che brava oltre ad una stuola di ottimi interpreti secondari tra cui ci preme evidenziare la fugace quanto esemplare interpretazione del grande Salvo Randone, attore feticcio di Elio Petri.
La decima vittima è un film molto interessante anche riguardo le scelte musicali e scenografiche; le ambientazioni, infatti, riportano all’arte concettuale e minimalista oltre che pop creando un contesto particolare e originale.
Riconosciamo che anche in La decima vittima, il grande Petri è spinto dal desiderio di sottolineare e sensibilizzare su determinate crepe della società moderna, a cambiare è il mezzo non il fine. Ma rispetto ai suoi più celebri capolavori che hanno in Gian Maria Volontè il volto identificativo di un cinema crudo e asciutto che espone senza fronzoli i grandi mali della società italiana in questo diversivo imperniato di satira e sarcasmo la tensione narrativa va progressivamente scemando, non regge sino ad un finale un po’ troppo pasticciato.
Avrete capito che preferiamo “l’altro” Petri ma anche questo merita di essere conosciuto altrimenti che confronto si potrebbe fare?
Marco Tullio Giordana e il cast di Romanzo di una strage ci raccontano come Piazza Fontana cambiò la storia
C’è una vasta
rappresentanza del cast assieme al regista Marco Tullio Giordana a
spiegare ai giornalisti modi e motivi di Romanzo di
una strage, che porta la strage di Piazza Fontana al
cinema 43 anni dopo quel 12 dicembre 1969. A spiegare ragioni e
intenti dell’opera, al cinema Adriano di Roma oltre al regista
intervengono i produttori Riccardo Tozzi (Cattleya) e Paolo Del
Brocco (Rai Cinema), gli sceneggiatori Stefano Rulli e Sandro
Petraglia e un nutrito gruppo di attori.
Il Gatto con gli Stivali: in uscita il 3 aprile il Blu-ray e DVD
Il Gatto Con Gli Stivali è l’epico prequel della Saga di Shrek e racconta l’avvincente storia di uno dei personaggi più amati dell’universo DreamWorks.
Impreziosito dalle voci di Antonio Banderas e Salma Hayek, il film si è rivelato un successo strepitoso al box office natalizio con oltre 16 milioni di euro incassati solo in Italia, confermando il grande appeal del franchise Shrek, che ha venduto più di 1.500.000 prodotti tra Blu-ray e DVD. Il DVD e Blu-ray de Il Gatto Con Gli Stivali uscirà in Italia il prossimo 3 aprile.
SINOSSI
Molto prima di incontrare Shrek, il noto combattente, seduttore e fuorilegge Gatto Con Gli Stivali diventa un eroe, quando, per salvare la sua città, si imbarca in un’avventura con la tosta e intelligente gattina di strada Kitty Zampe Di Velluto e il cervellone Humpty Dumpty. A complicargli le cose lungo la strada ci penseranno i famigerati fuorilegge Jack e Jill, pronti a tutto per far fallire l’impresa di Gatto e la sua banda.
RECENSIONE
Era il 2004 quando al cinema arrivò Shrek 2 e con lui fece la sua comparsa anche Gatto con gli Stivali, una simpatica rivisitazione del famoso gatto magico delle fiabe, qui armato di fioretto, munito di cappelli con tanto di piuma e ovviamente dei fantastici stivali.
Dopo sette anni arriva al cinema lo spin-off dedicato al misterioso personaggio, con tanto di tuffo nel suo passato burrascoso e nella sua triste storia di orfano. Il Gatto con gli Stivali 3D è un bel film d’animazione: colorato, umoristico con battute e situazioni dedicate al pubblico adulto, ben confezionato, con un buon 3D abbastanza luminoso e con un divertentissimo doppiaggio di Antonio Banderas, che come già in Shrek 2, 3 e 4 presto la voce (anche quella italiana) al rosso felino, passionale amatore.
La storia di Gatto è quella di un’amicizia infranta e tradita a causa della quale il povero micio è ricercato dalle guardie della sua città d’adozione. Gatto incontra di nuovo il suo losco amico, l’uovo Humpty Dumpty, dopo sette anni (che per gli umani sono quasi 35), che in compagnia della misteriosa Kitty cerca di realizzare il sogno di una vita rubando i fagioli magici a Jack e Jill, due terribili figuri che si aggirano nel deserto alla ricerca del luogo giusto per piantare i legumi miracolosi e raggiungere l’Oca d’Oro. Riusciranno le abilità e il buon cuore di Gatto a salvarlo dall’inganno che gli è stato teso?
Chris Miller ci racconta questa
rocambolesca storia in perfetto stile DreamWorks in cui ad una
fiaba se ne accavalla un’altra e si sprecano le citazioni
cinematografiche (su tutte quella di Fight Club!). L’aspetto
davvero interessante di questo strano felino protagonista è che
riesce a prendersi sul serio soprattutto quando fa le ‘cose da
gatto’, come inseguire le lucine o bere il latte, apparendo tenero
e divertente ma senza mai scomporre il suo atteggiamento di Gatto
coraggioso, furbo e soprattutto gran seduttore. I punti in comune
con il suo doppiatore Banderas vanno molto oltre la voce!
Con lui in questa avventura troviamo Kitty, doppiata da Salma Hayek, prorompente gattina dalla mano di velluto che creerà diversi problemi al nostro, proprio a causa dell’inguaribile amore che Gatto ha per le donne, hops … per le gatte!
I bambini ridono, e i grandi pure, in un film del quale forse non si sentiva la necessità, ma che senza dubbio regala 90 minuti di buon intrattenimento con il solo inconveniente degli occhialini 3D sul naso.
CONTENUTI SPECIALI DEL DVD:
- Il Gatto Con Gli Stivali: I Tre Diablos;
- Accoppiate purr-fette: Le Voci dietro la leggenda;
- Scene eliminate;
- Trailer di Madagascar 3;
- Trailer del videogioco de “Il Gatto con gli Stivali”;
- Il Mondo della DreamWorks Animation: Shrek, Dragon Trainer, Kung Fu Panda, Madagascar, Megamind.
CONTENUTI SPECIALI DEL BLU-RAY:
- Il Gatto Con Gli Stivali: I Tre Diablos;
- L’Angolo degli animatori (Contenuto Esclusivo del Blu-ray): Storyboards, musiche e interviste a creatori, animatori, cast e troupe;
- Quiz e Curiosità (Contenuto Esclusivo del Blu-ray);
- Da gattino a gatto: l’evoluzione del Gatto con gli Stivali (HD);
- Scene eliminate (HD);
- Gattino cleptomane (HD);
- Accoppiate purr-fette: Le voci dietro la leggenda (HD);
- Cassa da ballo: la sfida! (HD);
- Tanti altri giochi e GATTività!
LA VERSIONE BLU-RAY 3D COMPRENDE:
- Disco 1: Blu-ray 3D con Il Gatto Con Gli Stivali + Il Gatto Con Gli Stivali: I Tre Diablos;
- Disco 2: Blu-ray con Il Gatto Con Gli Stivali + Il Gatto Con Gli Stivali: I Tre Diablos + extra del Blu-ray;
- E-Copy: Il Gatto Con Gli Stivali in Formato Digitale
Il Gatto con gli stivali e il suo tour pasquale, a Roma e Milano!
Stanley Tucci ed Emma Watson … sentono le Voci
Attualmente sugli schermi nel ruolo di Caesar Flickerman in The Hunger Games, Stanley Tucci farà presto da ‘mentore’ ad Emma Watson sul set di Your Voice In My Head.
La Watson ritroverà sul set David Yates, regista di quattro film della saga di Harry Potter, e interpreterà il ruolo di un’aspirante suicida dopo ila fine di una relazione con un noto giornalista. La protagonista sarà aiutata da un psichiatra (Tucci) il quale ha la sua bella dose di problemi, visto che è un malato terminale. La Warner appare intenzionata a puntare fortemente sul film, che viene considerato un potenziale candidato agli Oscar.
Tucci nel frattempo ha finito di lavora su Jack The Giant Killer, che uscirà il prossimo anno, nel quale Tucci sarà sul grande schermo con il remake di Gambit firmato da Michael Hoffman e nel thriller The Company You Keep, per la regia di Robert Redford.
Fonte: Empire
Josh Hutcherson in detenzione
Da una decina d’anni sulle scene, Josh Hutcherson si è cominciato a far valere solo negli di recente: dopo aver partecipato a The Kids Are All Right, l’attore del Kentucky è stato prima tra gli aspiranti al ruolo del nuovo Uomo Ragno, per poi prendere parte a The Hunger Games, suo primo autentico blockbuster. Trai progetti in cantiere vi è anche Detention, storia di serial killer ambientata in un college: Clapton (Hutcherson) è il classico studente che non si impegna troppo in attesa di capire cosa fare della sua vita, portando avanti la tipica storia d’amore con una cheerleader (Spencer Locke) ; le cose si faranno più movimentate quando un serial killer, che si è dato come nome Cenerentola, comincera a far fuori i suoi compagni di classe uno dopo l’altro.
Temendo un’autentica strage in occasione della festa di fine anno, il direttore della scuola imprigiona tutti i principali sospettati, i quali quindi dovranno prima riuscire a scappare per poi savare la situazione. Dietro alla macchina da presa siederà Joseph Kahn, regista specializzato in videoclip con un solo precedente su grande schermo, Torque. Il film, la cui uscita è prevista negli Stati Uniti per inizio aprile, nel corso del 2011 è stato presentato in vari Festival dedicati al cinema ‘per giovani’, ottenendo discreti riscontri. Josh Hucherson sarà prossimamente sugli schermi anche nel remake del futuristico – bellico Alba Rossa.
Fonte: Empire
Titanic 3D: ecco la photogallery del red carpet
Ieri, martedì 27 marzo, presso la
Royal Albert Hall di Londra, si è svolta la premiere mondiale di
Titanic 3D, il film campione d’incassi che
James Cameron e la 20th Century Fox
Lone Wolf: David e Janet Peoples gli sceneggiatori
Compie un bel passo in avanti l’adattamento cinematografico del manga di culto Lone Wolf and Cub: il film, diretto da Justin Lin, sembra aver trovato gli scenggiatori: David and Janet Peoples (Blade RunnerL’esercito delle 12 scimmie). Tratto dall’opera di Kazuo Konue, Lone WOlf and Cub narra le vicende di Ogami Itto, celebre samurai che, dopo l’uccisione della moglie e accusato ingiustamente di un crimine non commesso, è costretto a darsi alla fuga, portando con se il figlio di tre anni.
Lavorando come assassino mercenario, Itto cercherà nel frattempo di vendicarsi. Il progetto è ancora alle fasi iniziali, ma il coinvolgimento dei Peoples rende il tutto molto promettente: lo stesso Justin Lin ha espresso grande soddisfazione per la scelta.
Fonte: Empire
Kenneth Branagh e Gli INIZI di Jack Ryan
Potrebbe essere Kenneth Branagh a dirigere il nuovo film con protagonista il personaggio di Jack Ryan: la Paramount avrebbe contattato l’attore e regista di Belfast dopo l’uscita dal progetto di Jack Bender a causa di impegni concomitanti. L’arruolamento di Branagh darebbe indubbiamente nuovo impulso al progetto, del quale si parla dal 2006, e che nel frattempo ha subito rimandi e ritardi, con vari registi e scrittori di volta in volta dati affiancati ad esso, come Fernando Meireilles, Anthony Peckham, Steven Zaillian e David Koep.
Il film sarà un prequel delle precedenti avventure, con protagonista un Jack Ryan giovane (per il ruolo si parla di Chris Pine) che dopo aver lasciato i Marines lavora come consulente per un miliardario russo, venendo poi coinvolto in un intrigo terroristico. In attesa di capire se Branagh assumerà effettivamente l’incarico, Branagh sarà sul set nel ruolo di Katniss nel prossimo capitolo del ciclo di Hunger Games; successivamente, sarà James T Kirk nel sequel di Star Trek; altri progetti in cantiere sono The Guernsey Literary e Potato Peel Pie Society: a quest’ultimo, da lui diretto, era prevista la partecipazione di Kate Winslet.
Fonte: Empire
The Dictator: ecco il trailer esteso
Dopo l’annunciata e inaspettatamente
tranquilla comparsata del Dittatore Sacha Baron Cohen sul red
carpet degli Academy
Awards lo scorso 26 febbraio
James Cameron nella fossa delle Marianne: ecco il video
Avevamo già parlato dell’impresa titanica (è il caso di dirlo) in cui si era cimentato James Cameron: essere il primo uomo ad arrivare nel punto più profondo della Terra, la fossa delle Marianne. Adesso, direttamente dal sito della National Geographic arriva il primo video con immagini e impressioni del registapremio Oscar che ancora una volta si cimenta il esplorazioni pionieristiche, forse per realizzare un’altro dei suoi film frantuma-record.
Ricordiamo che fu grazie ad una spedizione finanziata dal lui che il 2 settembre del 1985 venne raggiunto per la prima volta il relitto del Titanic, il resto è storia (del cinema).
Ecco il video:
250 schermi per Titanic 3D
Uscirà di nuovo a distanza di 15 anni dalla prima
volta Titanic di James Cameron. La data fissata è il 6 aprile,
data che commemora il centenario del varo dello sfortunato
transatlantico.
Harry Potter trasloca su eBook
Ryan Gosling: foto rubate dal set di Only God Forgives
Ryan Gosling si aggira insanguinato e pestato per i boschi di Bangkok, cosa gli saràsuccesso? In realtà si tratta delset dell’ultimo film di Nicholas Winding Refn,in cui l’attore canadese recita bissando la collaborazione con il regista dopo Drive. In Only God Forgives è un ex bover che si da alla malavita.
Ryan sarà conciato veramente male a giudicare dal trucco!
Ecco alcune foto:
Foto: JustJared
La Furia dei Titani: recensione del film con Liam Neeson
Torna sugli schermi in La Furia dei Titani l’eroe mitologico Perseo sempre impersonato da Sam Warthington che dopo Scontro tra Titani si cimenta in questa seconda impresa eroica; dopo aver sconfitto il kraken Perseo questa volta deve vedersela direttamente con Crono, il padre del padre degli dei, suo padre (!).
Ne La Furia dei Titani, Perseo, figlio di Zeus, ha rinunciato a governare il mondo dall’Olimpo insieme al padre divino. Ha scelto la sua parte mortale e vive con il figlio Helios (la moglie Io è morta) in una piccola comunità di pescatori. Ma gli uomini ormai non pregano più e i poteri divini degli dei si stanno assottigliando riducendoli a comuni mortali e provocando anche la distruzione di tutto ciò che essi hanno edificato. Tra queste opere c’è la prigione del Tartaro, dove Zeus, con i fratello Poseidone e Ade, ha rinchiuso Crono, il padre che voleva divorarli. Toccherà ai figlio degli dei andare in soccorso dei propri padri, e così Perseo dissotterra la spada e parte di nuovo all’avventura a cavallo di Pegaso. Con lui la principessa Andromeda e Agenore, figlio scapestrato di Poseidone.
La Furia dei Titani, il film
Archiviato il regista Louis Leterrier, che diresse Scontro tra Titani, il testimone è passato a Jonathan Liebesman, già regista di World Invasion, che gestisce molto bene il 3D, principale pecca del film precedente che era stato riconvertito. Di questo film si sapeva già che la trama sarebbe stata un terribile insalata: personaggi mitologici, divinità e semidei vengono infatti indebitamente sovrapposti e imparentati in un gioco perverso di snaturamento della mitologia che gli americani fanno quasi con piacere. Questo premettendo, La Furia dei Titani è una pellicola di puro intrattenimento, divertente e ottimamente realizzata, con un ritmo serrato, sequenze d’azione efficaci e degli effetti speciali davvero notevoli. Ottimo il 3D che riesce ad essere funzionale alla spettacolarizzazione e al racconto stesso, soprattutto nelle belle sequenze in cui scendiamo nell’Ade e arriviamo al Tartaro.
Il cast di La Furia dei Titani, oltre al ritorno di Warthington, annovera i due pezzi da novanta Liam Neeson e Ralph Fiennes che riprendono rispettivamente le tuniche di Zeus e Ade; nuova attrice invece per la regina Andromeda, tolta di mezzo Alexa Davalos, il ruolo è stato ora affidato alla bionda Rosamund Pike, forse non proprio a suo agio nei corsetti e nei gonnellini da guerriera; infine Edgar Ramirez è Ade, dio della guerra e figlio rancoroso, mentre Toby Kebbell è il cugino Agenore, figlio di Poseidone, ladro, bugiardo, ma dalla fede salda e dal cuore d’oro. La Furia dei Titani non ha pretese, si offre allo spettatore per quello che è, un’ora e quaranta di divertimento con gli occhialini sul naso.
Uscite al cinema di venerdì 30 marzo
I
colori della passione: Nel 1564 Pieter Bruegel
completa la tela intitolata “La salita al Calvario” in cui
rappresenta la Passione di Cristo ambientandola nelle Fiandre del
suo tempo, oppresse dalla presenza spagnola. Filippo II (salito al
trono nel 1556 alla morte di Carlo V) infatti sta conducendo una
feroce repressione contro i movimenti religiosi riformistici che
suscitano reazioni negli ambienti colti ispirati dal pensiero di
Erasmo da Rotterdam. Il pittore viene mostrato mentre sta
concependo l’opera all’interno della quali colloca se stesso e i
personaggi che lo circondano nella vita quotidiana.
Total Recall – Atto di forza – Promo Trailer
Non perdere il promo
del trailer di Total Recall –
Atto di
forza. spirato ancora una volta dal famoso racconto di
Phillip K. Dick “Ricordiamo per voi”, Total Recall è un thriller
d’azione incentrato sui temi della realtà e della memoria. Con
Bill Nighy, Colin Farrell, Ethan Hawke, Jessica Biel, John Cho, Kate Beckinsale.
Romanzo di una strage: recensione del film
Nell’Italia del ‘68/69 la contestazione studentesca è forte, gli operai sono in lotta. Si rivendicano diritti, si cerca un cambiamento che scuota anche il nostro paese dal torpore e dall’arretratezza, portando modernità. Le istituzioni vedono con allarme questi sommovimenti sociali. In questo clima, il 12 dicembre del ’69, l’esplosione a Piazza Fontana a Milano, alla Banca Nazionale dell’Agricoltura. 17 morti e più di 80 feriti. Tutto questo è Romanzo di una strage.
Su questo evento tragico della nostra storia, ancora non è stata fatta piena luce, e anzi si sono susseguite indagini, depistaggi, processi, affastellando dati e informazioni spesso in contraddizione tra loro. Marco Tullio Giordana raccoglie coraggiosamente questa sfida con Romanzo di una strage, film corale nel solco dell’esperienza del regista de La meglio gioventù, ma anche de I Cento Passi e Pasolini, un delitto italiano, con cui già aveva provato a far luce su alcune pagine oscure italiane. Si cimenta dunque nel tirare le fila di una vicenda intricata e di una stagione contraddistinta da altri eventi tragici rimasti senza una spiegazione definitiva. Vicenda intricata, ma sulla quale oggi, a distanza di 43 anni da quel ’69, abbiamo almeno un certo numero di dati accertati. Così parte il viaggio di ricostruzione del regista, coadiuvato dagli sceneggiatori Rulli e Petraglia, nonché da un cast di validissimi attori (Mastandrea, Favino, Gifuni, Lo Cascio, Antonutti, Colangeli, Tirabassi sono solo alcuni). Nel film appare molto evidente l’intento di chiarezza espositiva, esplicativo, ad uso delle giovani generazioni che non hanno vissuto quegli anni, ma hanno ereditato un mondo che ne portava il peso, e anche ad uso delle meno giovani, che a caldo non hanno potuto guardare ai fatti oggettivi e averne un panorama complessivo, come si è delineato poi negli anni.
In dieci capitoli e con un lavoro di scrittura certamente impegnativo, basato su atti processuali, inchieste giornalistiche e altro materiale, Giordana assieme agli sceneggiatori ricostruisce fatti e indagini, condotte dal commissario Luigi Calabresi/Valerio Mastandrea. Questi è inizialmente convinto che la pista da seguire sia quella anarchica, per questa strage come per altre bombe che da mesi mettono a rischio la città. Tra gli anarchici fermati, Giuseppe Pinelli/Pierfrancesco Favino, già noto a Calabresi come persona non violenta, ma da cui spera di ottenere informazioni importanti, in primis su Pietro Valpreda, l’anarchico che sarà poi arrestato, in base alla testimonianza del tassista Rolandi. Dopo tre giorni di fermo, la notte del 15 dicembre, Pinelli cade giù dalla finestra dell’ufficio di Calabresi, che non è presente nella stanza.
La versione ufficiale della Questura giustifica in modo maldestro l’accaduto, lasciando spazio al sospetto che Calabresi sia il diretto responsabile. Parte una campagna di stampa e d’opinione contro di lui. Nel frattempo, in Veneto, grazie al lavoro di due giudici, prende corpo un’altra pista, che vede in organizzazioni neonaziste e in particolare in Giovanni Ventura/Denis Fasolo e Franco Freda/Giorgio Marchese, gli autori di alcuni degli “attentati dimostrativi” dell’autunno. Ma su Piazza Fontana il panorama è ben più complesso: ci sono i depistaggi e la copertura di una parte dei servizi segreti italiani. Anche Calabresi, che continua ad indagare sulla strage, arriva a comprendere che vi sono legami, ancora oscuri, tra quest’eversione di destra e parti dello Stato, ma viene assassinato poco dopo.
A livello istituzionale più alto, poi, non mancano divisioni. I più cauti e lungimiranti di fronte ai torbidi scenari che si configurano dietro la strage, che vedono insieme movimenti eversivi di destra e pezzi deviati dello Stato, vorrebbero fare chiarezza, per eliminare macchie dalle istituzioni. Soprattutto Aldo Moro/Fabrizio Gifuni, allora Ministro degli Esteri. Altri invece, come il Presidente della Repubblica Saragat/Omero Antonutti, preferiscono nascondere le responsabilità a più alti livelli. Sarà alla fine questa la tesi che verrà seguita, e alla quale anche Moro si sottometterà, nella convinzione comune che il Paese non possa reggere la verità.
Romanzo di una strage, la verità esiste?
Se vi aspettate che il film risponda a tutti gli interrogativi, sarete in parte delusi. “La verità esiste”, come si legge sulla locandina, ed è un filo che c’è e che viene seguito per tutto il film, mettendo dei punti fermi dove è possibile, come si diceva in apertura, ma restano inevitabilmente aperte domande che il film ci pone e si pone, cimentandosi in ipotesi ricostruttive, sulla base però dei dati acclarati. È dunque un film aperto per molti aspetti. Giordana si espone e non teme di mettersi in gioco e prendere una posizione: descrive ad esempio in maniera precisa il rapporto tra Calabresi e Pinelli come cordiale e reciprocamente rispettoso e accredita la versione, suffragata dalle testimonianze, che il commissario non fosse nella stanza al momento della caduta di Pinelli.
Affida a Moro alcune delle battute più significative del film, come quelle del dialogo col confessore in apertura, o del colloquio con Saragat a ridosso del Natale ’69, in cui la sua visione pare molto presente nelle parole dell’allora ministro. Il regista dà poi anche una sua lettura più ampia, che vede in quella strage del ’69 il momento di rottura, quello in cui si è persa l’occasione per la nostra democrazia, nata da poco, di crescere, rafforzarsi e sperimentarsi liberamente. Quel tragico evento, ma soprattutto la mancata chiarezza, le ombre, l’opacità con cui l’intera vicenda e quelle ad essa legate sono state gestite da parte delle istituzioni, hanno creato una frattura estremamente difficile da ricomporre, tra cittadini e istituzioni. Tra i primi si è fatta largo la diffidenza nei confronti delle seconde, e ancora oggi il nostro sistema democratico paga le conseguenze di quelle scelte. Ecco dunque l’importanza di riesaminare quegli eventi, ora con maggiore serenità e obiettività.
Veniamo al punto di vista strettamente cinematografico. Qui, l’impressione è che si sia un po’ sacrificato alla chiarezza espositiva l’aspetto del coinvolgimento e dell’emozione. La divisione in capitoli, se da una parte è funzionale al primo aspetto, dall’altra interrompe la narrazione, spezzando il ritmo e allontanando lo spettatore. La ricchezza della materia trattata è poi certo una delle ragioni per cui non ci si è potuti soffermare a delineare in maniera molto complessa i personaggi. Si è scelto ad esempio di lasciare fuori quasi del tutto gli aspetti privati della vita di Calabresi e Pinelli, i personaggi a cui si dà più risalto nel film. Tuttavia, specie nel caso del commissario Calabresi, forse qualche elemento in più poteva essere aggiunto, anche per aiutare a capire meglio la sua figura, che invece resta per certi versi nebulosa, criptica.
Si è scelta una chiave interpretativa direi minimalista, a sottrarre, più adatta ad alcuni frangenti, ma che in altri non riesce a coinvolgere molto, nonostante la buona interpretazione di Valerio Mastandrea. In certi momenti cruciali, ad esempio la caduta di Pinelli o la successiva riunione in questura coi superiori, sembra strano che Calabresi non pronunci qualche parola in più. Il personaggio e la vicenda di Pinelli riescono invece comunque ad emergere bene, e ci regalano forse, assieme alla dolente consapevolezza dei gesti e delle parole di Moro, alcune delle parti più riuscite del film. Doverosa una menzione per l’ottimo Omero Antonutti nei panni di Saragat, ma come detto tutto il cast dà ottime prove. Tuttavia, il complesso della vicenda, non coinvolge fino in fondo, non conquista il cuore dello spettatore, non lo avvince del tutto, non fa venire la pelle d’oca o commuovere, come in altre occasioni le pellicole del regista, pur a confronto con vicende complesse, avevano saputo fare. Molto curate sono la fotografia, la scenografia, le musiche.
L’operazione era senz’altro ardua e va reso merito a Giordana e al cast di aver avuto grande coraggio nell’affrontare finalmente anche al cinema questa pagina buia della nostra storia, inaugurando speriamo, una nuova stagione di riflessione e chiarimento. E ricordandoci anche il nostro diritto a chiedere quella parte di verità che ancora manca. Non solo per rispetto nei confronti delle vittime e dei loro familiari, cui il film è dedicato, ma anche perché solo così, sembra dirci il regista, si potrà provare a ripartire dal punto in cui quell’esplosione ci ha interrotti. Romanzo di una strage sarà nelle sale dal 30 marzo.
Marion Cotillard di nuovo diretta da Guillaume Canet
Dopo Piccole Bugie tra Amici,
in questi giorni nelle sale italiane, Marion
Cotillard, la splendida attrice francese premio Oscar per La
vie en rose, verrà di nuovo diretta dal marito, l’attore e
regista
Dopo il successo di Gomorra, Matteo Garrone torna con Big House, commedia dolce-amara ispirata ai reality
Era il 2008 quando Gomorra,
film di denuncia tratto dal romanzo-inchiesta di Roberto Saviano,
otteneva uno strepitoso successo di critica e pubblico,
collezionando riconoscimenti importanti come sette David, due
Nastri d’argento e quattro Ciak d’oro ma mancando clamorosamente la
nomination all’Oscar. Quasi quattro anni dopo quel successo, più di
10 milioni di euro incassati, Matteo Garrone torna nelle sale
cinematografiche italiane con un nuovo lavoro, Big
House, un film incentrato sui reality show e sul peso, il
ruolo, che essi occupano oggi nella quotidianità degli
italiani.
Tra agosto e settembre le riprese Vinodentro, l’ultimo film di Ferdinando Vicentini Orgnani
Rashomon: recensione del film di Akira Kurosawa
Rashomon è il film culto del 1050 di Akira Kurosawa con protagonisti Toshirô Mifune, Machiko Kyô, Masayuki Mori, Takashi Shimura, Minoru Chiaki, Kichijiro Ueda, Fumiko Honma.
Anno: 1950
Regia: Akira Kurosawa
Cast: Toshirô Mifune, Machiko Kyô, Masayuki Mori, Takashi Shimura, Minoru Chiaki, Kichijiro Ueda, Fumiko Honma.
Negli anni ’50 un vento nuovo cominciò a soffiare da Oriente investendo la cinematografia mondiale: un regista sconosciuto come Akira Kurosawa riuscì a presentare al Festival del Cinema di Venezia, una delle rassegne cinematografiche più prestigiose al mondo, il suo ultimo film intitolato Rashomon. Un film rivoluzionario per quanto riguarda la scrittura narrativa che non segue un ordine cronologico predefinito né una rigida gerarchia: il film ha scardinato uno dei precetti chiave del cinema classico aprendo le porte alla disomogeneità temporale tipica del cinema moderno (la Nouvelle Vague ne è un esempio).
Rashomon trae spunto da un racconto dello studente ventitreenne Ryūnosuke Akutagawa che, dopo una delusione d’amore, pubblicò nel 1915 su una rivista un suo racconto breve intitolato proprio come il film: Rashomon. Solo nel 1922 scrisse invece un racconto completo intitolato “Nel bosco” che, fino ad oggi, è considerato il capolavoro della sua produzione. Kurosawa prese spunto da quest’ultimo ampliandolo però in alcune parti- perché altrimenti, secondo lui, il film risultava incompleto- e modificandone il finale, troppo nichilista nell’originale e più ottimista (forse troppo) nella versione cinematografica.
Rashomon riflette maestosamente sulla relatività e sulle innumerevoli facce che la verità mostra al mondo; e lo fa in chiave storica, calando i suoi personaggi nel Giappone medievale e feudale.
Durante una giornata uggiosa, tre uomini (un monaco, un boscaiolo e un comune passante) si fermano a commentare un cruento fatto di cronaca avvenuto qualche tempo prima: un samurai è stato ucciso da un brigante che ha persino abusato di sua moglie. La storia è raccontata da quattro testimoni che forniscono quattro versioni totalmente differenti dei fatti, e tra questi troviamo le voci del brigante stesso, la moglie del samurai e suo marito (che comunica solo attraverso un medium) e, infine, un narratore. Le versioni sembrano totalmente diverse l’una dall’altra e discostano vistosamente tra loro e sono raccontate attraverso l’uso di una serie di flashback man mano che i vari personaggi- il bandito, la moglie del samurai, la vittima e l’anonimo boscaiolo- procedono con la narrazione.
Le prime tre versioni sono fornite dal monaco che era stato l’ultimo testimone ad aver visto vivi i coniugi prima della tragica vicenda; è il boscaiolo che smentisce queste versioni e fornisce, infine, la sua che non è comunque completamente attendibile. Alla fine le quattro versioni sono raccontate da un comune cittadino mentre tutti insieme attendono la fine del temporale (ecco che la vicenda si ricollega con l’inizio) riparandosi sotto la porta Rashomon, che delimita a sud la città di Kyoto.
Le influenze e i
debiti di Kurosawa verso un altro modo di concepire e fare cinema
sono notevoli, infatti il regista stesso dichiara che una delle sue
fonti d’ispirazione primaria è stato proprio il cinema muto, che ha
cercato di ricreare (almeno nelle dinamiche) grazie a delle
scenografie minimaliste e a un continuo processo di semplificazione
delle scene, visto che- sempre secondo la sua opinione- il sonoro
tendeva a moltiplicare le difficoltà. Molto forte e
determinante è, allo stesso tempo, il ruolo della luce:
Kurosawa avrebbe voluto utilizzare soltanto la luce naturale come
fonte d’illuminazione ma, essendo troppo fioca, preferì sostituirla
con degli specchi che “illuminavano” i volti degli attori
inquadrati. Secondo alcuni critici (Tadao Sato, Nda) l’anomalo uso
della luce nel film ripropone i temi del male e del peccato, mentre
invece secondo altri (K.I.McDonald) l’illuminazione ripropone il
tipico binomio manicheo bene/male: la luce indica la ragione, le
tenebre il male e l’impulsività.
La struttura anti-narrativa del film, che procede per flashback e frammenti senza rispettare nessuna consecutio temporum, ha rivoluzionato il modo di concepire e fare cinema fino a oggi, influenzando non solo alcuni registi che ne hanno realizzato dei remake (più o meno pregevoli) come quello realizzato da Martin Ritt nel 1964, L’Oltraggio, un western con protagonisti Paul Newman ed Edward G. Robinson; oppure il nostrano Mario Bava – re dell’horror gore – che diresse nel 1969 una versione italiana in chiave comico erotica intitolata “Quante volte… quella notte” fino ad arrivare a pellicole più contemporanee, come il bellissimo e poetico Hero (2002), distribuito nelle sale americane e poi mondiali grazie alle pressioni di Quentin Tarantino (appassionato dei film cinesi di genere wuxiapian). Ma nemmeno la televisione è rimasta immune al richiamo di Kurosawa: perfino un longevo serial tv come CSI-Crime Scene Investigation ha omaggiato il film del maestro giapponese attraverso un episodio della sesta stagione intitolato Rashomama e riprendendo la decostruzione cronologica e l’uso dei flashback per esprimere una propria versione, relativistica, della verità.