Love & Secrets, primo lungometraggio
di Andrew Jarecki, si ispira alla storia dell’imprenditore
immobiliare Robert Durst, coinvolto, nella New York degli anni ’80,
nella misteriosa scomparsa della giovane moglie Kathleen
McCormack.
Amore e altri rimedi: recensione del film

La commedia Amore e altri rimedi racconta la storia di Maggie (Anne Hathaway), seducente spirito libero refrattario a qualsiasi legame e Jamie Randall (Jake Gyllenhaal) giovane brillante inguaribile sciupa femmine, che sfrutta le sue doti per far carriera nel mondo del commercio farmaceutico.
Riassumendola così sembrerebbe proprio qualcosa di già visto, rivisto e risentito molte volte al cinema, tanto da far pensare proprio che non ci sia nient’altro da dire a riguardo. In effetti certamente in un film come questo l’originalità non la si trova certamente nella trama, che ad una prima occhiata potrebbe sembrare scontata. Tuttavia, metti una trama scontata nelle mani di un buon(vecchio) regista, e vedrai che a venir fuori sarà un film divertente, ben bilanciato a tratti commovente, e in alcuni punti anche sorprendente, il che non guasta mai.
Edward Zwick ritorna quindi dove aveva cominciato. Dopo i grandi film epici, alla Ultimo Samurai per intenderci, torna agli albori della sua carriera cominciata con una commedia intitolata A proposito della notte scorsa. Un esordio di successo sia di pubblico e di critica che in alcuni frangenti rivediamo in quest’ultimo film Amore e altri rimedi, ma solo come un riflesso luminoso. Qui ritroviamo la stessa brillante ed algida regia che fa da guida alle vicissitudini amorose dei due protagonisti, senza mai invadere lo spazio, cercando, qua e la come può, di mettere in risalto questo e quell’altro momento, riuscendoci il più delle volte, tirando fuori un film ricco di spunti interessanti.
Grazie anche, bisogna dirlo, ad una sceneggiatura sufficientemente elaborata, impreziosita da qualche dialogo eccellente, e qualche battutina esilarante che fa eco alla storia del cinema recente. Merita una sottolineatura anche il cast che è stato all’altezza del compito, con la sempre brava Anne Hathaway, sempre più lanciata nell’olimpo delle star, e il discreto Gyllenhaal, che non sfigura affatto nei panni di un belloccio e donnaiolo rappresentante farmaceutico.
Menzione speciale per Amore e altri rimedi va riconosciuta anche ad un ottimo cast di contorno, con il simpatico fratello minore che ne combina di tutti i colori, e il sempre verde, nonché bravissimo Oliver Platt, che impreziosisce il film un una performance davvero pregevole e simpaticissima. In conclusione, il film è una buona commedia come se ne vedono molte in America, a tratti scontata ma pur sempre piacevole da vedere. Ha il pregio di avere in sé un anima divertente, ma anche triste e commovente, con qualche excursus nel demenziale sempre esilarante. Ogni spettatore troverà qualcosa per cui valga la pena vederla.
Amore Cucina e Curry recensione del film con Helen Mirren
Quattrodici
anni dopo il dolcissimo viaggio nel gusto intrapreso con
Chocolat, il regista svedese
Lasse Hallstrom torna a solleticare i raffinati
palati degli spettatori con una nuova commedia, The
Hundred Foot Journey (in italiano, banalmente,
Amore Cucina e Curry). Come tradisce il
titolo tradotto nel nostro paese, è una storia che parla di cucina,
tradizioni, relazioni umane ma soprattutto… cibo indiano.
A Mumbai, per colpa di accese rivalità politiche, la famiglia del giovane cuoco Hassan è costretta ad abbandonare la città,e in generale la loro terra, dopo che un terribile incendio ha spazzato via tutto quello che possedevano, inclusi i loro affetti più cari: su tutti, l’amata madre.
Il patriarca, chiamato da tutti Papa, spinto dalla voce ectoplasmatica della moglie (una sorta di guida karmika) decide di abbandonare l’Inghilterra- dove nel frattempo si è rifugiato con i suoi cinque figli- e di partire alla volta delle alpi, tra Svizzera e Francia.
Ma, quando in mezzo al nulla della campagna francese, i freni del loro furgoncino si rompono e si salvano da un terribile incidente, tutti i membri della famiglia avvertono questo episodio come un segno, decidendo così di restare nel piccolo borgo di Saint Antonin per aprire un ristorante di cucina indiana: la Maison Mumbai. La vera stella del locale è il figlio Hassan, cuoco dal talento innato e prezioso, un vero dono che subito cattura l’attenzione di Madame Mallory, l’altera proprietaria del lussuoso ristorante situato proprio di fronte alla Maison Mumbai. La convivenza tra le due culture all’inizio è difficile, se non impossibile: ma basterà l’amore per la cucina, il talento e un pizzico di suggestiva magia per mettere d’accordo tutti quanti.
Hallstrom torna a narrare
quelle storie sospese tra dramma e commedia sentimentale che tanto
sapientemente ha saputo raccontare nel corso della sua lunga
carriera: il tono fiabesco serve a rendere accettabile, fruibile e
poetica una realtà che spesso si allontana notevolmente da questi
canoni mostrandosi sotto una veste più cinica e disillusa:
l’incanto passa attraverso l’occhio della Macchina da Presa del
regista svedese, nei suoi movimenti di macchina fluidi limpidi e
patinati, immortalati da un’impeccabile fotografia. Eppure,
nonostante dei buoni presupposti e una sceneggiatura
promettente-almeno su carta- la pellicola si incarta su se stessa,
forse vittima della fama di Hallstrom stesso: in troppi passaggi
segue pedissequamente l’iter diegetico di Chocolat, ma è
privo dell’appeal sensuale e del tono fiabesco, remoto e sospeso
che caratterizzava l’altra pellicola dei primi anni 2000.
Nonostante le ottime interpretazioni degli attori, perfettamente in linea con i loro personaggi, il film manca di originalità e sembra una versione in salsa tandoori del suo ben più noto “cugino”, col quale condivide almeno in parte la location e le atmosfere.
Amore Carne recensione
Amore Carne non è né un
film né un documentario: è lo sguardo disperatamente lucido di un
uomo che da ormai ventidue anni combatte contro un male oscuro
insidiatosi in lui, quello spietato figlio di amore e carne che si
chiama AIDS.
Come catturare dunque la carnale fugacità dell’esistenza se non con un onnipresente cellulare di ultima generazione, un fidato terzo occhio che per quasi due anni ha ripreso incessantemente la vita che pulsava intorno a lui? Da una camera d’albergo a Parigi ad un’altra a Budapest, i percorsi intrecciano un tessuto del mondo contemporaneo, una vita veramente viva a cui aggrapparsi.
Film «intimo che
abdica la distanza», Amore Carne è uno
sfogo personale del regista, che, per paura di far soffrire la
tradizionalista madre, ha sempre cercato di camuffare il suo essere
omosessuale, sieropositivo e buddista (convinto che delle tre cose
la più dolorosa fosse scoprire di non essere cattolico); ma la
signora Delbono se n’è andata l’estate scorsa, lasciandolo libero
così di esprimersi attraverso immagini, musica e poesia senza più
alcuna inibizione.
E’ proprio la poesia la forma prescelta per comunicare: oltre a monologhi scritti da lui stesso come espressioni del suo stream of consciousness, lunghi brani originali di Pier Paolo Pasolini, Arthur Rimbaud e T.S. Eliot si fanno tramite dei suoi contrastanti e sofferti sentimenti.
La decisione di catturare le immagini con un traballante smartphone rende le riprese inevitabilmente disturbate e disturbanti, tanto che lo spettatore a tratti è obbligato a distogliere lo sguardo.
Entrambe le operazioni sono volutamente eversive e stranianti, ma, guardando al risultato, decisamente azzardate: il film non riesce infatti a tenere i 75 minuti di durata e, seppure non manchi qualche altissimo momento lirico, l’insieme finisce per risultare un irritante monumento narcisistico del regista.
La pellicola inoltre è a dir poco confusa sul piano della realizzazione delle intenzioni, tutte buone intuizioni che troppo spesso però si concretizzano in modo scontato o disordinato.
La vera forza del film è invece la colonna sonora, multiforme e bellissima soprattutto laddove primeggia il violino dell’amico Alexander Barlanescu, suonato “come un urlo dell’anima”.
Ripensandoci, Amore Carne potrebbe essere uno stupendo video musicale, nel quale immagini e note si sposano senza bisogno della parola, presenza ingombrante incapace di dire l’indicibile.
Amore & altri rimedi: la storia vera dietro il film

Diretto da Edward Zwick e uscito nel 2010, Amore & altri rimedi (qui la recensione) è una commedia romantica dai toni drammatici che affonda le radici in una storia vera. Il film è infatti liberamente ispirato al libro autobiografico Hard Sell: The Evolution of a Viagra Salesman di Jamie Reidy, ex rappresentante farmaceutico che racconta in chiave ironica e provocatoria la sua esperienza nel settore durante gli anni di lancio del celebre farmaco per la disfunzione erettile. Sebbene la pellicola prenda una direzione narrativa molto diversa rispetto alla fonte originale, mantiene il contesto critico e cinico dell’ambiente medico-commerciale statunitense, rielaborandolo in una storia d’amore intensa e sofferta.
Il film esplora con delicatezza ed empatia il rapporto tra Jamie, venditore carismatico ma superficiale, e Maggie, una giovane affetta dal morbo di Parkinson in fase iniziale. Ciò che inizia come un’avventura senza impegno si trasforma gradualmente in un legame profondo, dove entrambi i protagonisti si confrontano con i propri limiti, paure e fragilità. Temi come la malattia degenerativa, il senso di inadeguatezza, la vulnerabilità fisica ed emotiva e il significato dell’amore nella quotidianità della sofferenza sono al centro del racconto. Il tono resta bilanciato tra romanticismo e realismo, evitando eccessi melodrammatici e mostrando una sensibilità rara nei confronti delle malattie croniche e di chi le vive.
La storia, pur costruita su elementi di finzione, si ispira a vicende reali e restituisce un quadro sincero e coinvolgente delle sfide che una relazione può affrontare quando la salute è in gioco. Nel corso dell’articolo approfondiremo in che modo il libro di Reidy ha influenzato la sceneggiatura di Amore & altri rimedi e quanto la malattia della protagonista trovi riscontro nella vita reale, offrendo così uno sguardo autentico su un amore che nasce in circostanze difficili ma cresce proprio grazie alla condivisione della fragilità.

La trama e il cast di Amore & altri rimedi
Pittsburgh, 1996. L’affascinante Jamie (Jake Gyllenhaal) ha un successo strepitoso con le donne, ma dopo aver fatto sesso con la moglie del capo, perde il posto di commesso nel negozio di elettronica. Arriva quindi in suo aiuto il fratello ricco Josh, il quale gli propone di diventare un rappresentante farmaceutico. Così Jamie va a lavorare per l’azienda farmaceutica Pfizer. Dopo aver frequentato un corso, il ragazzo deve convincere i medici, in particolare il Dr. Knight (Hank Azaria), a prescrivere lo Zoloft invece del Prozac, e fa affidamento sulle sue innegabili doti di ammaliatore per riuscirci.
Mentre cerca di farsi strada nel suo nuovo lavoro, Jamie incontra all’ospedale Maggie (Anne Hathaway), un’affascinante e originale ragazza affetta dal morbo di Parkinson. Dopo un primo incontro alquanto bizzarro, tra i due nasce una fortissima passione che diventa amore. Ma mentre il lavoro procede alla grande, il rapporto con Maggie s’incrina a causa del peggioramento della sua malattia.
La storia vera dietro il film
Come anticipato, il film Amore & altri rimedi si ispira liberamente al libro autobiografico Hard Sell: The Evolution of a Viagra Salesman di Jamie Reidy. Reidy, ex rappresentante farmaceutico per Pfizer e successivamente per Eli Lilly, racconta nel suo memoir le dinamiche interne dell’industria farmaceutica negli anni ’90, offrendo uno sguardo ironico e disincantato sul mondo delle vendite di farmaci, in particolare del Viagra. Nel film, il personaggio di Jamie Randall, interpretato da Gyllenhaal, è ispirato alla figura di Reidy. Tuttavia, la pellicola introduce elementi che sono di pura finzione, come la storia d’amore con Maggie Murdock, una giovane affetta dal morbo di Parkinson, interpretata da Hathaway.

Questo elemento narrativo non è presente in nessuno nel libro di Reidy, che ha dichiarato di aver evitato di includere dettagli sulla sua vita sentimentale per rispetto della privacy e per non imbarazzare la propria famiglia. La scelta di inserire una trama romantica e drammatica nel film serve però a esplorare temi più ampi, come la vulnerabilità umana, l’empatia e la complessità delle relazioni affettive in presenza di malattie croniche. Il contrasto tra la carriera ambiziosa di Jamie e la fragilità di Maggie offre una riflessione sulle priorità della vita e sull’importanza di connessioni autentiche.
Questa narrazione, pur discostandosi dalla realtà dei fatti, arricchisce il film di una dimensione emotiva che ha contribuito al suo successo presso il pubblico. Si può dunque affermare che Amore & altri rimedi è solo parzialmente basato su una storia vera e che le parti che lo sono riguardano il settore farmaceutico, il suo funzionamento e le sue particolarità. Questo contesto è stato il là per i produttori per dare dunque vita ad un racconto ambientato in tale ambito ma che si avvalesse anche di una storia d’amore attraverso cui far ulteriormente emergere il tema della malattia e della medicina.
Among the Living: trailer del nuovo horror zombie
Dread ha svelato il trailer ufficiale di Among the Living, il suo prossimo dramma horror indipendente, che arriverà in sale USA selezionate il 30 settembre. Il video presenta un fratello -e-sorella mentre lasciano la città e si recano in campagna a seguito di un’epidemia di zombi. Among the Living è scritto e diretto da Rob Worsey. Il film indipendente post-apocalittico è interpretato d a Dean Michael Gregory, George Newton e Melissa Worsey. Among the Living è prodotto da Worsey, Kate Humphries e Oliver Mitchell. Al momento il film non ha una distribuzione in Italia.
“Rimasto bloccato in campagna all’indomani di un’epidemia mortale, il fratello maggiore Harry combatte per proteggere sua sorella minore, Lily, mentre cerca disperatamente di trovare rifugio con il padre“, si legge nella sinossi. “Harry e Lily sono determinati a sopravvivere al loro viaggio mentre si sforzano di evitare una popolazione infetta con sete di sangue e la maggiore minaccia di altri sopravvissuti“.
Amnesty International a Venezia 74 a sostegno de L’Ordine delle Cose
“È importante costruire delle narrazioni che siano alternative a quelle che sono più diffuse, e raccontarle attraverso l’invenzione narrativa di un personaggio che si trova a vivere il conflitto tra quello che gli chiede il dovere istituzionale e le riflessioni suscitate dal confronto a tu per tu con degli esseri umani di cui non capisce il dramma.” Alba Bonetti, vice presidente nazionale di Amnesty International Italia, ha così parlato in relazione a L’ordine delle cose, il film di Andrea Segre che racconta il dramma dei migranti dal punto di vista di un Funzionario del Ministero degli Esteri che si occupa di stipulare accordi internazionali a tutela della grande crisi che sta vivendo il Mediterraneo e tutta l’Europa.
“Questo, per noi di Amnesty International è importante dal punto di vista culturale e della diffusione di una maggiore comprensione di quello che sta succedendo – ha continuato la Bonetti – cioè ragionare non su numeri e statistiche ma su delle vite, perché stiamo parlando di diritti umani e di vite. Non si tratta di un’invasione perché l’86% degli immigrati censiti sta fuori dall’Europa. Non è l’Europa invasa dai migranti, è l’Europa che sta collassando sotto il peso di politiche irresponsabili e incapaci di dimostrare quella solidarietà che 70 anni fa ha permesso all’Europa stessa di venire fuori dalla gigantesca crisi degli immigrati della Seconda Guerra Mondiale.”
L’ordine delle cose è stato presentato al Festival di Venezia 2017 nell’ambito degli Eventi Speciali della Mostra.
Ammutta Muddica Trailer del film con Aldo Giovanni e Giacomo
Aldo, Giovanni e Giacomo sono pronti a tornare sul grande schermo, anche solo per un giorno. Il 16 ottobre, infatti, verrà proiettato per la prima (ed ultima) volta lo show “Ammutta Muddica“, altro grande capolavoro del trio comico italiano.
Lo spettacolo, basato su storie ordinarie di personaggi strampalati, presenterà 30 minuti di scenette inedite, condimento essenziale per una serata unica nel suo genere.
Ecco Il Trailer:
Attraverso Ammutta Muddica (con la partecipazione di Silvana Fallisi), i tre comici hanno deciso di tornare alle origini e di riavvicinarsi al vasto pubblico. In che modo? usufruendo di sketch classici e divertenti, prendendo spunto dai celeberrimi “Corti“.
Per quanto riguarda il botteghino, infine, i cinema di tutta Italia stanno già pregustando la serata: lo spettacolo teatrale ha di fatto registrato il tutto esaurito, con più di 180 mila biglietti staccati, confermando lo show come “il più visto” della stagione.
Ammore e Malavita: recensione del film dei Manetti Bros.
Tre anni fa i Manetti Bros. Avevano stregato pubblico e critica alla Festa del Cinema di Roma con Song’ e Napule e stavolta sono decisi a conquistare la Laguna. E’ stato presentato oggi il loro nuovo film, Ammore e Malavita, che sembra già aver fatto strage di cuori.
La storia si svolge come sempre nella bella città di Napoli dove il boss Don Vincenzo, dopo aver subito un’aggressione, sembra deciso a ritirarsi dagli affari insieme a sua moglie e a lasciare tutte le sue attività in gestione ai suoi body guard, Ciro e Rosario. La banda decide così di inscenare la morte del boss ma qualcosa nel loro piano va storto…
Conosciuti e amati dal pubblico per la famosa serie tv L’ispettore Coliandro e per il già citato Song’ e Napule, che ha avuto un grande successo, Antonio e Marco Manetti provano a fare il bis portando il loro film pop e di genere in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia sperando di riuscire a sbaragliare l’ingombrante concorrenza e fare breccia nel cuore dei giurati.
Ammore e Malavita, il film
Il boss della malavita napoletana Don Vincenzo (Carlo Buccirosso), detto “o’ re do pesce”, dopo essere sopravvissuto quasi per miracolo ad un agguato, è deciso ad ‘abdicare’ al suo trono e a lasciare tutto in gestione alle sue Tigri, le temibili guardie del corpo, Rosario (Raiz) e Ciro (Giampaolo Morelli). Ma per uscire di scena ha bisogno di un piano strategico che gli viene fornito da sua moglie Maria (Claudia Gerini), piano che purtroppo andrà a gambe all’aria a causa dell’intromissione di Fatima (Serena Rossi), un’infermiera che si trovava al posto sbagliato e al momento sbagliato.
I Manetti Bros. fanno il pieno di applausi qui a Venezia 74 con l’attesissimo Ammore e Malavita, arruolando lo stesso meraviglioso cast di attori – più qualche new entry – e presentando al festival un nuovo ed irresistibile film destinato a diventare un vero e proprio cult. Un po’ gangster movie e un un po’ action, la nuova fatica cinematografica dei fratelli Marco e Antonio sembra stavolta avere una marcia in più; mentre nel precedente Song’ e Napule si parlava solo di musica, nel caso di Ammore e Malavita si tratta di un musical a tutti gli effetti.
Le musiche originali di Pivio & Aldo De Scalzi e le liriche del cantautore Nelson – vincitore nel 2014 del David di Donatello per la canzone A’ Verità, scritta a quattro mani con Franco Ricciardi -, sostituiscono di fatto le battute dei personaggi che, cantando, rendono la storia molto più fresca e scorrevole. Ancora una volta dunque i Manetti ci raccontano di Napoli e della sua malavita in maniera del tutto originale e irresistibilmente verace; i dialoghi sono pieni di battute brillanti e le canzoni, in pieno stile neomelodico, sono a dir poco travolgenti e trasformano il film in una sorta di moderna sceneggiata napoletana. Non passa infatti inosservata la presenza del grande Pino Mauro, cantante partenopeo con una grande tradizione musicale alle spalle.
Ottima prima prova anche di Raiz, all’anagrafe Gennaro Della Volpe, cantante degli Almamegretta dal 1991, perfetto nella parte del killer del boss, uno dei personaggi più oscuri del film. Ad un incredibile Carlo Buccirosso – che potrebbe anche arrivare a competere per la Coppa Volpi – si affianca inoltre una straordinaria Claudia Gerini che, dopo lo splendido film tv diretto da Lina Wertmüller dal titolo Francesca e Nunziata del 2002, torna a recitare in un perfetto dialetto napoletano con una tale disinvoltura da far quasi dimenticare le sue origini romane.
E come non citare il sempre affascinante Giampaolo Morelli che stavolta, svestiti i panni dell’esuberante Lollo Love, si trasforma in una sorta di killer sociopatico, con l’agilità di un ninja e la forza di un soldato, capace di far fuori un plotone di sicari armati fino ai denti in pochi secondi. Non possiamo dimenticare ovviamente la bella Serena Rossi, protagonista di una delle scene più epiche del film; nonostante la colonna sonora sia completamente originale, per la scena in questione i registi hanno pensato di adattare un testo inedito in napoletano alla melodia di What a Feeling, da Flashdance, canzone che segna l’incontro tra Ciro e Fatima, i due amanti sfortunati del film.
Ammore e Malavita è un’opera straordinaria, un film che parla di camorra ma che rema contro la corrente del ‘gomorrismo’, un piccolo capolavoro di genere che vi farà ridere ed emozionare, cantare e ballare come se non ci fosse un domani e pianificare una vacanza nella bella Napoli.
Ammore e malavita: Intervista ai Manetti Bros
In occasione di Venezia 74 abbiamo avuto il piacere di intervistare i Manetti Bros registi di Ammore e malavita, il loro nuovo film ambientato nella città di Napoli.
Foto di copertina La Biennale di Venezia
LEGGI ANCHE: Ammore e Malavita recensione del film dei Manetti Bros
Il nuovo film
dei Manetti bros vede protagonisti
Giampaolo Morelli, Serena
Rossi, Claudia
Gerini, Carlo Buccirosso
e Raiz – Il film è una produzione
MADELEINE e MANETTI BROS. FILM con RAI CINEMA in
collaborazione con TAM TAM FOTOGRAFIE e
MOMPRACEM e distribuito da 01
Distribution. Le musiche originali invece sono
state composte da
Pivio & Aldo De Scalzi.
Ammore e malativa, la trama
Napoli. Ciro (Giampaolo Morelli) è un temuto killer.
Insieme a Rosario (Raiz) è una delle due “tigri” al servizio di don
Vincenzo (Carlo Buccirosso), “o’ re do pesce”, e della sua astuta
moglie, donna Maria (Claudia Gerini). Fatima (Serena Rossi) è una
sognatrice, una giovane infermiera. Due mondi in apparenza così
distanti, ma destinati a incontrarsi, di nuovo.
Una notte Fatima si trova nel posto sbagliato nel momento
sbagliato. A Ciro viene dato l’incarico di sbarazzarsi di quella
ragazza che ha visto troppo. Ma le cose non vanno come previsto. I
due si trovano faccia a faccia, si riconoscono e riscoprono, l’uno
nell’altra, l’amore mai dimenticato della loro
adolescenza.
Per Ciro c’è una sola soluzione: tradire don Vincenzo e donna
Maria e uccidere chi li vuole uccidere. Nessuno può
fermare l’amore. Inizia così una lotta senza quartiere tra
gli splendidi scenari dei vicoli di Napoli e il mare del golfo. Tra
musica e azione, amore e pallottole.
Ammore e Malavita: il trailer del film dei Manetti Bros
LaÈ stato presentato in Concorso nella selezione ufficiale della 74° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, Ammore e Malavita, il nuovo film dei Manetti Bros.
Di seguito potete vedere il primo trailer del film che arriverà in sala il prossimo 5 ottobre. Nel cast del film Giampaolo Morelli, Serena Rossi, Claudia Gerini, Carlo Buccirosso e Raiz.
La trama di Ammore e Malavita
Napoli. Ciro (Giampaolo Morelli) è un temuto killer. Insieme a Rosario (Raiz) è una delle due “tigri” al servizio di don Vincenzo (Carlo Buccirosso), “o’ re do pesce”, e della sua astuta moglie, donna Maria (Claudia Gerini). Fatima (Serena Rossi) è una sognatrice, una giovane infermiera. Due mondi in apparenza così distanti, ma destinati a incontrarsi, di nuovo.
Una notte Fatima si trova nel posto sbagliato nel momento sbagliato. A Ciro viene dato l’incarico di sbarazzarsi di quella ragazza che ha visto troppo. Ma le cose non vanno come previsto. I due si trovano faccia a faccia, si riconoscono e riscoprono, l’uno nell’altra, l’amore mai dimenticato della loro adolescenza.
Per Ciro c’è una sola soluzione: tradire don Vincenzo e donna Maria e uccidere chi li vuole uccidere. Nessuno può fermare l’amore. Inizia così una lotta senza quartiere tra gli splendidi scenari dei vicoli di Napoli e il mare del golfo. Tra musica e azione, amore e pallottole.
Ammonite, recensione del film con Kate Winslet e Saoirse Ronan #RFF15
Dopo il successo dell’esordio God’s Own Country, Francis Lee porta alla Festa del Cinema di Roma la sua opera seconda Ammonite, in cui, puntando sulla coppia Winslet-Ronan, torna ad affrontare il tema delle relazioni e della loro difficoltà in un mondo duro e aspro come le scogliere del Dorset, in cui il lavoro e il sostentamento della famiglia vengono sempre prima della propria felicità.
Ammonite – la trama
Anni ’40 dell’Ottocento. La paleontologa autodidatta Mary Anning, Kate Winslet, lavora solitaria sulle coste del Dorset alla ricerca di fossili – l’ammonite è appunto il fossile più comune. Le sue scoperte passate sono lontane e ora lavora solo per vendere qualcosa ai turisti e guadagnare ciò che serve per il sostentamento suo e dell’anziana madre. Ciò che le riesce appena. Quando un ricco turista, Roderick Murchison, James McArdle si presenta da lei con la giovane moglie Charlotte, Saoirse Ronan, e le chiede di assistere al suo lavoro in cambio di un lauto pagamento, lei non è in condizione di rifiutare. Lo stesso avviene quando Murchison decide di affidare Charlotte, che si sta riprendendo da un momento difficile, nelle mani di Ann, mentre lui prosegue il suo tour per l’Europa. Le due donne scopriranno una comune solitudine e tra loro nascerà un’appassionata storia d’amore.
Mary Anning, una figura femminile poco valorizzata
Nell’incentrare il suo secondo lavoro sulla figura poco nota della paleontologa Mary Anning, il regista e sceneggiatore Francis Lee intendeva, come lui stesso ha chiarito: “continuare il lavoro iniziato con God’s Own Country sulle relazioni e su come ci muoviamo all’interno di esse. Quindi, parlare di Mary in una relazione intima”. Dunque l’interesse di Lee era sì mostrare il lavoro di Mary come scienziata, ma ancor più focalizzarsi sui suoi bisogni dal punto di vista emotivo e relazionale, a lungo relegati in un angolo, che trovano nell’incontro con Charlotte lo spazio per esprimersi.
Ecco dunque l’inserimento di una storia d’amore omosessuale, liberamente inventata da Lee, che scompagina l’austero equilibrio della protagonista. Della figura di Mary infatti si sa poco e non vi è quasi nulla di scritto, ancor meno sulla sua vita privata. Dunque, con assoluta libertà creativa il regista ha immaginato la relazione con la giovane e ricca Charlotte.
Nonostante la bravura
delle protagoniste,
Kate Winslet e
Saoirse Ronan – il regista
ritrova anche Alec Secareanu e Gemma
Jones – l’idillio amoroso è poco coinvolgente e non sembra
apportare un vero cambiamento nella vita delle due donne. Non si
sente insomma, quella sensazione di ineluttabilità dello stare
insieme, quella necessità che fa si che la relazione cambi davvero,
radicalmente e per sempre, le vite delle protagoniste. Il laconico
finale ne è una conferma. Non si è emotivamente trascinati,
nonostante l’amore passionale. L’incedere del film è lento, ricco
di pause e silenzi, scanditi dai brani al pianoforte della colonna
sonora.
Lee non coglie a pieno l’opportunità offerta dalla figura di donna forte ed emancipata che Mary Anning rappresenta. Una donna della working class, che ha dovuto rimboccarsi le maniche fin da bambina a causa della precoce morte del padre, completamente autodidatta, la cui scoperta paleontologica più importante, fatta a 11 anni – un fossile di ittiosauro – è conservata al British Museum. Una donna che ha dovuto farsi strada in un mondo di uomini e che, svanita la fama, ha continuato ad occuparsi con dedizione del suo lavoro. Le tematiche sociali, sia in relazione all’appartenenza di classe, che di genere avrebbero meritato più attenzione e spazio, dando così il giusto risalto ad uno spirito libero ed indipendente in un’epoca ancora fortemente influenzata da dogmi e convenzioni.
Una messa in scena realistica
Visivamente Ammonite è curatissimo e l’aspra natura delle coste inglesi del Dorset, con il freddo, l’umidità, la terra e il costante rumore del mare vanno di pari passo con l’animo di Mary, indurito da anni di fatica e solitudine. Il regista ha voluto una messinscena più realistica possibile e si è affidato per la fotografia a Stéphane Fontaine e per i costumi a Michael O’Connor. Tuttavia, Lee perde sia l’opportunità di aggiungere qualcosa alla geografia dei sentimenti disegnata fin qui, sia quella di allargare maggiormente il discorso alla sfera sociale e culturale, rendendo il lavoro di più ampio respiro.
Ammazzaragni e Gatta Nera nei prossimi film di Spider-Man
“Tutto quello che vedete relativo ai
fumetti, non è messo a caso” Avi Arad
conferma in questo modo indiretto che sia l’Ammazzaragni che la
Gatta Nera compariranno nei prossimi adattamenti cinematografici di
Spider-Man.
Abbiamo visto BJ Novak come Alistair Smythe e Felicity Jones come Felicia Hardy in The Amazing Spider-Man 2 e come ci ha detto Matt Tolmach e come poi ha confermato Arad, saranno sicuramente personaggi che rivedremo presto!
Vi ricordiamo che i progetti legati ai Sinistri Sei e a Venom sono in fase di sviluppo, mentre The Amazing Spider-Man 2 uscirà al cinema il prossimo 23 aprile.
Leggi la nostra recensione del film
Come sempre ricordiamo che nel film ritorneranno i protagonisti Andrew Garfield e Emma Stone ai quali si aggiungono Jamie Foxx nel ruolo di Electro, Dane DeHaan come Harry Osborn, il villain Paul Giamatti e Felicity Jones. Tutte le news sul film le trovate nel nostro speciale: The Amazing Spider-Man 2. Mentre per tutte le info sul film vi segnaliamo la nostra Scheda Film: The Amazing Spider-Man 2. La pellicola è diretta ancora una volta da Marc Webb su una sceneggiatura di Alex Kurtzman, Jeff Pinkner, Roberto Orci ed uscirà il 2 Maggio 2014.
In The Amazing Spider-Man 2, per Peter Parker (Andrew Garfield) affronta la vita post diploma. Lasciatosi alle spalle le scuole superiori si è ritrovato sempre più impegnato vestendo i panni di Spiderman, senza, però, dimenticare la promessa fatta al padre di Gwen (Emma Stone): proteggerla. A disturbare gli equilibri ci penserà l’arrivo di un nuova nemesi, Electro (Jamie Foxx) ed il ritorno di un vecchio amico, Harry Osborn (Dane DeHaan).
Fonte: CBM
Amleto con Benedict Cumberbatch: in anteprima al Torino Film Festival
Sono stati 225.000 gli spettatori che lo scorso ottobre, da 25 diversi paesi, si sono collegati in diretta via satellite con il National Theater di Londra per la trasmissione di Amleto di Shakespeare, con il candidato all’Oscar Benedict Cumberbatch nel ruolo del protagonista della tragedia di Shakespeare diretta da Lyndsey Turner: un record assoluto per il progetto del National Theatre Live. Ora quello spettacolo straordinario, che ha già conquistato la critica di tutto il mondo, arriva anche in Italia in anteprima al Torino Film Festival venerdì 27 novembre alle 21 al Cinema Reposi dove sarà presentato da Emanuela Martini e Marì Alberione (Festa Mobile/Palcoscenico – Fuori concorso). Il film sarà poi trasmesso nei cinema italiani il 19 e 20 aprile (dettagli sulla data e i cinema a breve disponibili su www.nexodigital.it) come evento per il quattrocentesimo anniversario della morte del poeta, nell’ambito del progetto che propone su grande schermo il meglio delle produzioni del teatro londinese in lingua originale sottotitolato in italiano.
In questo modo le celebrazione dei 400 anni dalla morte di Shakespeare (1564-1616) arriveranno nelle sale di tutta Italia per un evento attesissimo che proporrà agli appassionati di teatro, letteratura e cinema una delle tragedie più famose del poeta di Stratford-upon-Avon nell’acclamata produzione del National Theatre.
Benedict Cumberbatch, amatissimo e noto al grande pubblico per The Imitation Game e per la serie di successo mondiale Sherlock, ha dichiarato “È veramente emozionante poter aprire la nostra produzione teatrale di Amleto ad un più vasto pubblico con il National Theatre Live. L’idea che le persone che, per un qualsiasi motivo, non possono raggiungere il teatro possano invece unirsi a noi per una notte nelle sale cinematografiche di tutto il mondo è straordinaria. Ogni proiezione sarà senza dubbio caratterizzata da una propria atmosfera, ma ovunque si stia guardando lo spettacolo, grazie alla brillante squadra del National Theatre Live, sarete proprio nel cuore dell’azione e nel miglior posto disponibile in sala”.
CAST E CREDITI
Barry Aird (Soldier), Eddie Arnold (Danish Captain, Servant), Leo Bill (Horatio), Siân Brooke (Ophelia), Nigel Carrington (Servant, Cornelius), Ruairi Conaghan (Player King), Benedict Cumberbatch (Hamlet), Rudi Dharmalingam (Guildenstern), Colin Haigh (Priest, Messenger), Paul Ham (Official), Diveen Henry (Player Queen, Messenger), Anastasia Hille (Gertrude), Ciarán Hinds (Claudius), Kobna Holdbrook-Smith (Laertes), Karl Johnson (Ghost of Hamlet’s father), Jim Norton (Polonius), Amaka Okafor (Official), Dan Parr (Barnardo), Jan Shepherd (Courtier), Morag Siller (Voltemand), Matthew Steer (Rosencrantz), Sergo Vares (Fortinbras) e Dwane Walcott (Marcellus).
Le scenografie sono di Es Devlin i disegni dei costumi di Katrina Lindsay, il video di Luca Halls, illuminazione di Jane Cox, musiche di Jon Hopkins, suono di Christopher Shutt, movimenti di Sidi Larbi Cherkaoui e combattimenti di Bret Yount.
BENEDICT CUMBERBATCH
Benedict Cumberbatch è un pluripremiato attore teatrale, televisivo e cinematografico. I suoi recenti lavori teatrali per il National Theatre includono Dopo la Danza e la produzione teatrale di Danny Boyle Frankenstein, grazie a cui ha ricevuto un Olivier e riconoscimenti della critica come migliore attore dall’Evening Standard e dal Circle. Attualmente è meglio conosciuto per aver interpretato il ruolo principale in “Sherlock” della BBC e lo si vedrà il prossimo anno, nel ruolo di Riccardo III in The Hollow Crown: The Wars of the Roses. Tra i film in cui ha lavorato: Tinker Tailor Soldier Spy, Star Trek Into Darkness, 12 Anni Schiavo, Il Quinto Stato, August: Osage County e il ruolo di Smaug nella trilogia de Lo Hobbit. Cumberbatch è stato nominato ai BAFTA, al Golden Globe e agli Oscar per il suo ruolo come Alan Turing nel film The Imitation Game.
Amityville The awakening: disponibile il trailer ufficiale
A distanza di trentacinque
anni dal primo classico The Amityville
horror e a quasi dieci anni dal remake del
2005 con Ryan Reynolds e
Melissa George, ecco un nuovo ‘capitolo’ del
filone horror conosciuto dai fans del genere:
Amityville The awakening.
Il film è diretto da Franck Khalfoun e vedrà protagonista Jennifer Jason Leigh, assieme a Cameron Monaghan e Bella Thorne. Nel complesso, questo sarà il dodicesimo film della serie, che succederà agli ultimi due, The Amityville haunting e The Amityville asylum.
Noi vi proponiamo qui di seguito il trailer distribuito dalla Dimension Films. Buona visione!
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Infine, giusto per rinfrescarci la memoria, ecco le trama del primo film: La storia, ambientata nel 1975, narra della casa stregata che si trova ad Amityville, Long Island, e dei suoi nuovi inquilini: la famiglia Lutz, fra cui George che, provato dagli eventi, rasenterà la follia.
Fonte: Comingsoon.net
Amityville ecco il regista e i protagonisti
La Dimension Films si è
assicurata regista e attori per
Amityville, il nuovo film che ha per
soggetto la famosa dimora di Long Island e che ha ispirato
The Amityville Horror, prima il romanzo,
e poi il film dal quale è stato tratto.
Franck Khalfoun, di P2 e Maniac, è stato scelto come regista, mentre per il cast si sono fatti i nomi di Jennifer Jason Leigh e Bella Thorne.
Ecco le trama del primo film: La storia, ambientata nel 1975, narra della casa stregata che si trova ad Amityville, Long Island, e dei suoi nuovi inquilini: la famiglia Lutz, fra cui George che, provato dagli eventi, rasenterà la follia.
Fonte: Coming soon .net
Amityville arriverà nel 2015
La Dimension
Films ha fissato il 2 gennaio 2015 come data di uscita per il
loro prossimo film horror: Amityville ( che
precedentemente avrebbe dovuto intitolarsi The Amityville
Horror: The Lost Tapes).
Scritto e diretto da Casey La Scala e Daniel Farrands, l’ultimo capitolo di uno dei franchise più prolifici del genere horror, riprenderà a narrare gli eventi dal 1976, seguendo la trama del primo The Amityville Horror e facendo riferimento sia al libro che al film originali. Sarà un’ambiziosa giornalista televisiva a interessarsi della famosa casa infestata, sperando di ricavare un servizio scioccante in grado di lanciare la sua carriera: insieme ad una squadra di giornalisti, preti ed esperti del paranormale scoprirà la verità dietro agli eventi che resero famosa la casa…. solo per pentirsene amaramente.
Fonte: Comingsoon.net
Amityville – Il risveglio: tutto quello che c’è da sapere sul film horror
Insieme a Nightmare, Halloween e Venerdì 13, una delle saghe horror più longeve e celebri di sempre è quella di Amityville. Basata sui romanzi Orrore ad Amityville e Murder in Amityville, scritti rispettivamente da Jay Anson e Hans Holzer, questa è iniziata nel 1979 con il film Amityville Horror. Nel corso dei decenni sono ben 33 i film basati su questo contesto narrativo, con titoli su titoli che rielaborano in salse diverse la storia originale. Uno dei capitoli più recenti e apprezzati è Amityville – Il risveglio, diciottesimo film della saga nonché uno dei pochi a poter vantare un cast di rilievo.
Diretto nel 2017 da Franck Khalfoun, regista francese molto noto agli amanti del genere (suoi sono i film -2 Livello terrore, Wrong Turn at Tahoe – Ingranaggio mortale, Maniac), questo nuovo capitolo si configura in modo diverso rispetto agli altri della saga. I precedenti film di Amityville vengono infatti presentati in questo come nient’altro che dei film, collocando la trama di Il risveglio al di fuori della continuità narrativa della seria. Tale nuovo lungometraggio, dunque, è stato scritto come un capitolo a sé, nel quale è però possibile ritrovare gli elementi tipici e ricorrenti di tutta la saga.
Amityville – Il risveglio ha dunque permesso di rinfrescare la serie con qualcosa di nuovo, richiamando l’attenzione di nuove generazioni di spettatori sulla mitologia intorno al racconto di base della saga. Per gli amanti del genere horror, è dunque un titolo da non perdere assolutamente. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e la storia vera. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Amityville – Il risveglio: la trama e il cast del film
Protagonista del film è Belle, una giovane che si trasferisce con la sua famiglia al numero 112 di Ocean Avenue, nella cittadina costiera nota come Amityville. Sua madre Joan è infatti riuscita a compare lì una casa ad un prezzo vantaggioso, cosa che permette loro di far fronte alle costose spese mediche del figlio James, il quale si trova in stato comatoso. Ben presto, tuttavia, quello che sembrava essere per tutti loro un nuovo inizio si trasforma in un vero e proprio incubo. La casa in cui vivono vanta infatti un macabro passato e le voci che circolano in città, narranti di demoni e spiriti, sembrano non essere lontane dalla verità.
Ad interpretare la protagonista Belle, vi è l’attrice Bella Thorne, qui in uno dei suoi primi ruoli da protagonista. Accanto a lei, nel ruolo della madre Joan, vi è invece l’attrice candidata all’Oscar Jennifer Jason Leigh, mentre ad interpretare il fratello James c’è l’attore Cameron Monaghan, celebre per la serie Shameless. In questo film, l’attore recita per buona parte nello stato comatoso del personaggio e le sue prime parole arrivano solamente a circa quaranta minuti dall’inizio. La giovane Mckenna Grace interpreta invece Juliet, la sorella minore di Belle. L’attore Thomas Mann è invece Terrence, amico di Belle, mentre l’attrice Jennifer Morrison interpreta Candice.
Amityville – Il risveglio: la vera storia dietro al film
Come tutti i film della saga di Amityville, anche Il risveglio, pur se in modo piuttosto libero, si basa sui reali eventi avvenuti all’abitazione 112 Ocean Avenue della città di Amityville, a Long Island, nello stato di New York. Qui, nella notte tra il 12 e il 13 novembre del 1974, l’allora ventitreenne Ronald DeFeo Jr. uccise i genitori e i suoi quattro fratelli. Tutte le vittime sono state colpite con un fucile calibro 35, ma su come avvennero effettivamente gli omicidi ci sono ancora oggi diverse teorie discordanti. Inizialmente, inoltre, Ronald affermò che ad uccidere la sua famiglia era stato un uomo chiamato Louis Falini, ma in seguito, interrogato dalla polizia, confessò di essere lui l’omicida.
Ronald aveva sempre avuto accesi conflitti con il padre e negli ultimi anni precedenti gli omicidi aveva iniziato ad abusare di LSD ed eroina. Ronald tentò di difendersi affermando che a spingerlo a compiere quanto compiuto erano state delle voci nella sua testa, sostenendo che la casa era infestata da spiriti maligni. Proprio per questa sua affermazione si invocò per lui l’infermità mentale, che venne però respinta. Nel novembre del 1975 Ronald venne condannato ad un totale di 150 anni di galera. Il 12 marzo 2021 è deceduto in carcera per cause ancora sconosciute. Quanto da lui compiuto ebbe da subito grande risalto mediatico e da subito libri e film esaltarono gli aspetti più macabri e sovrannaturali della vicenda.
Amityville – Il risveglio: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Amytiville – Il risveglio grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes, Now e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 13 settembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.
Amityville – Il risveglio con Bella Thorne e Jennifer Jason Leigh
Arriverà al cinema il 23 Agosto Amityville – Il risveglio, il film di Franck Khalfoun con Bella Thorne, Cameron Monaghan e Jennifer Jason Leigh.
Con oltre 200 milioni di incasso in tutto il mondo, che l’ha resa un autentico cult, torna sul grande schermo la saga horror della casa stregata più famosa di tutti i tempi: Amityville – Il Risveglio. A dirigere quest’ultima pellicola del franchise, tratta dal romanzo di Jay Anson ispirato a fatti di cronaca realmente accaduti nella comunità di Amityville, Franck Khalfoun, regista francese molto noto agli amanti del genere (-2 Livello terrore, Wrong Turn at Tahoe – Ingranaggio mortale, Maniac).
La giovane stella nascente della cinematografia e discografia americana Bella Thorne (Una fantastica e incredibile giornata da dimenticare, L’A.S.S.O. nella manica) è la nuova inquilina della terrificante casa, insieme al ‘fratello’ Cameron Monaghan (Shameless, Cambia la tua vita con un click) e alla ‘madre’ Jennifer Jason Leigh (America oggi, The Hateful Eight). Nel cast anche Thomas Mann (Quel fantastico peggior anno della mia vita), Jennifer Morrison (Warrior, Into Darkness – Star Trek) e Kurtwood Smith (L’attimo fuggente, Ragazze interrotte, Hitchcock). Il film sarà distribuito in Italia da Notorious Pictures a partire dal 23 agosto 2017.
La trama di Amityville – Il Risveglio
Belle si trasferisce nella nuova casa a Amityville con la madre, la sorellina e il fratello in coma che ha bisogno di costanti cure mediche. Belle scoprirà presto che in quella casa, ora teatro di fenomeni paranormali, sono stati commessi degli omicidi. Ogni casa ha una storia, ma questa ha una leggenda.
Amitabh Bachchan a Firenze!
Amitabh Bachchan, la più grande star di
Bollywood, sarà ospite a Firenze per celebrare il centenario della
nascita del cinema indiano.
Amici16: Maria De Filippi annuncia i direttori artistici
Due grandi cantautori e musicisti sono i direttori artistici di Amici16: Marco Castoldi in arte Morgan con la squadra bianca ed Elisa con la squadra blu.
Ad affiancarli: Boosta e Alessandra Celentano nella squadra bianca, Rudy Zerbi e Veronica Peparini con la squadra blu.
Amici16
Sono loro a guidare gli allievi del talent show nelle scelte musicali e artistiche, negli arrangiamenti e nella produzione dei pezzi inediti di canto e nelle coreografie.
Nel Serale a giudicare le performance artistiche dei ragazzi in gara per la vittoria quattro grandi personalità del mondo dello spettacolo: l’etoile Eleonora Abbagnato, gli attori Ambra Angiolini e Daniele Liotti e il cantautore e musicista Ermal Meta.
Entrano a far parte della squadra bianca guidata da Morgan: i ballerini Sebastian, Oliviero, i cantanti Shady, Lo Strego, Mike Bird, Thomas.
Nella squadra blu capitanata da Elisa: i ballerini Andreas, Vittoria, Cosimo e i cantanti Federica, Riccardo, Michele.
Il programma è prodotto da Fascino P.g.t. per Mediaset.
Amici, Amanti e … – recensione del film
Si può avere un ‘amico di letto’ (friend with benefits) senza rimanerne alla lunga coinvolti? Secondo Adam ed Emma è possibile: i due incontratisi da piccoli in un campo estivo, si ritrovano da adulti ad instaurare questa bizzarra e complicata relazione. Quanto potrà mai durare?
Questo è a grandi linee Amici, Amanti e… (No Strings Attached), che letteralmente vuol dire qualcosa come ‘niente legami’, ma tradotto da noi con Amici, amanti e …, l’ultima commedia di Ivan Reitman che ha come protagonisti due bellissimi della scena cinematografica americana: Natalie Portman, che si lascia andare ad un ruolo frivolo e divertente, e Ashton Kutcher, perfettamente a suo agio nei panni del tenero e romantico Adam. Il film comincia con i vari incontri casuali dei due che potrebbero vagamente ricordare un illustre predecessore, ovvero Harry ti presento Sally, e prosegue con questa storia scontatissima sin dalle prime battute.
Ma dopotutto non sempre sapere come va a finire è un deterrente (vedere il successo di Titanic per credere), infatti Amici, Amanti e… riesce a mantenere un tono di quotidianità senza mescolarsi alla slapstick, come succede ad esempio nella saga dei Fotter, né al teen movie, e facendo sentire lo spettatore coinvolto negli eventi come qualcosa di normale, presentando la vicenda come un qualsiasi resoconto di una storia accaduta a chiunque. Ma non tutte sono Natalie Portman, né tutti sono il bel baby fidanzato di Demi Moore, e forse proprio questo collide con il film: una storia così comune avrebbe dovuto essere raccontata attraverso gli occhi di due persone più ‘comuni’ e meno perfette, almeno a livello estetico. Molto buona è comunque l’intesa trai protagonisti, fisicamente così ben assortiti: piccola ed esile lei, altissimo lui.
Al timone c’è Ivan Reitman (che compare in un piccolo cameo nei panni del regista), che di commedia fatta bene se ne intende e si basa su un copione intelligente ed agile, con reali situazioni comiche che servono all’economia del racconto. Molti i momenti di puro divertimento, come l’idea di Adam di regalare un cd ad Emma da ascoltare per alleviare i dolori mestruali con Sunday Bloody Sunday o Bleeding Love! Amici, Amanti e… fuori dai patetismi e dalle scenate isteriche che caratterizzano il genere si può annoverare tra quelle belle commedie, non brillanti ma leggere che riesco a strappare sorrisi e commozione.
Amici miei – come tutto ebbe inizio: recensione
Neri Parenti ci propone Amici miei – come tutto ebbe inizio, il prequel di un famosissimo film del compianto e di recente tragicamente scomparso, Mario Monicelli: Amici miei, del 1975. Si intitola appunto Amici miei – come tutto ebbe inizio e uscirà il prossimo 16 marzo.
Per questo lungometraggio, Parenti si affida a una squadra di attori che almeno sulla carta sono una garanzia di divertimento e spensieratezza: Christian De Sica, Michele Placido, Giorgio Panariello, Paolo Hendel e Massimo Ghini. Del resto, il film è ambizioso, perché riprende un lungometraggio di successo degli anni ’70, figlio di un grande regista che bene ha saputo raccontare l’Italia tra gli anni ’50 e gli anni ’70.
Le burla della compagnia di “toscanacci” si svolge questa volta nella Firenze della fine del 1400, alla corte di Lorenzo De’ Medici. Duccio (Michele Placido), Cecco (Giorgio Panariello), Jacopo (Paolo Hendel), Manfredo (Massimo Ghini) e Filippo (Christian De Sica) sono protagonisti di scherzi e vicende vissute nell’intento di prolungare lo stato felice della giovinezza e fuggire dalle responsabilità della vita adulta. Neanche la peste li fa desistere dalle loro “zingarate”. Anzi quella drammatica situazione pare la più fertile per agire liberi ed indisturbati e dare seguito ai loro scherzi. Una città rinchiusa e spaventata è infatti l’ideale per far cadere dei malcapitati nelle beffe ordite dai cinque amici per esorcizzare la paura della morte con la vita.
E quando, dopo l’ultima beffa ai danni del legnaiolo ed eroe del calcio in costume Alderighi (Massimo Ceccherini), sembrano scarseggiare le vittime, perché non prendere di mira a sua insaputa proprio uno di loro? È così che Cecco diventa oggetto di una memorabile bravata dei goliardici amici. Bravata in cui giocherà la sua parte anche Lorenzo il Magnifico in persona. Amici miei ha già avuto due sequel, nel 1982 e nel 1985, ritenuti minori e meno originali del primo. E questo come sarà? Non resta che andare al Cinema per scoprirlo.
Amici e colleghi alla veglia per Philip Seymour Hoffman
Ieri 6 febbraio si è tenuta a New York la veglia funebre per Philip Seymour Hoffman, l’attore premio Oscar tragicamente scomparso domenica scorsa mentre era nel suo appartamento del Greenwich Village.
Presenti alla cerimonia piuttosto intima, anche molti amici e colleghi famosi di Hoffman, tra cui Cate Blanchett con il marito Andrew Upton, Justin Theroux, Amy Adams, che con Hoffman aveva recitato in due film molto importanti (The Master e Il Dubbio) accompagnata dal fidanzato Darren Le Gallo, Michelle Williams, Ellen Burtyn e Joaquin Phoenix, con il quale pure aveva collaborato in The Master.
La compagna di Philip Seymour Hoffman, Mimi O’Donnell e i loro tre bambini, Cooper, 10, Tallulah, 7, e Willa, 5, erano presenti e affidati alle cure della madre di lei, Marilyn. Il giorno prima, Amy Adams aveva parlato di Hoffman a Inside the Actors Studio, riportando qualche episodio della loro collaborazione e amicizia con un intensa commozione.
Us Weekly ha riportato le parole di un testimone: “Amy ha parlato di Philip, raccontando del grande attore con cui lei stessa aveva lavorato, senza riuscire a trattenere le lacrime. Ha detto al pubblico della scuola di recitazione ‘Avrei voluto che ognuno di voi avesse avuto la possibilità di lavorare con lui'”. Oggi si tiene un funerale privato nella chiesa cattolica di Sant’Ignazio di Loyola a New York.
Fonte: JJ
Amici di Letto: trailer italiano
Dopo Amici, Amanti e… con il Cigno Natalie Portman e il baby marito Ashton Kutcher arriva ad ottobre un’altra commedia molto simile in cui i due protagonisti, da amici, diventano amanti, convinti che il sesso possa rimanere solo tela, senza evolvere in complicazioni sentimentali.
I due protagonisti sono un’altra coppia di bellissimi: Justin Timberlake e Mila Kunis e qui sotto potete vedere il trailer italiano del film Amici di Letto.
Ecco il video:
Amici di Letto: recensione del film con Justin Timberlake
Jamie e Dylan sono belli, giovani, in carriera ed entrambi disincantati. L’amore non esiste, e quindi perché non fare sesso e basta senza complicazioni sentimentali? – Le premesse di Amici di Letto (Friends with Benefit) sono praticamente identiche a quelle di Amici, amanti e… visto qualche mese fa. L’unica eccezione sono i protagonisti: da un lato Natalie Portman e Ashton Kutcher bellissimi e tanto romantici, dall’altro Mila Kunis e Justin Timberlake, un vero e proprio concentrato di erotismo, una coppia che fa scintille e ne dice di tutti i colori.
La commedia in questione ha come punti di forza infatti i due protagonisti, perfettamente assortiti, e i dialoghi, sboccati, divertenti e taglienti, tuttavia come ogni commedia che si rispetti il risultato è scontato. Tutti si aspettano esattamente quello che succede e nessuno rimane sorpreso. Non che un film debba per forza sorprendere, può anche felicemente intrattenere, ma un po’ di coraggio ogni tanto andrebbe mostrato, 500 giorni insieme docet. Al timone Will Gluck, lo stesso che ha portato sullo schermo il geniale Easy Girl con Emma Stone (qui in una piccola parte), che qui però pecca di pigrizia e realizza grandi ritratti di New York e di Los Angeles perdendo però il filo del racconto nella seconda parte e allungando troppo. Amici di Letto si fregia però di un grandissimo Woody Harrelson, gay impenitente e volga rotto nell’esprimersi ma dal cuore d’oro e dalla vista lunga.
Come è capitato già in altri casi le spalle sono i personaggi scritti meglio, e qui lo stereotipo dell’amico gay è sfruttato bene facendogli cambiare fronte: è la spalla di lui e non di lei. Come abbiamo già accennato la coppia protagonista crea una bella alchimia in scena merito sicuramente della bravura di Timberlake e del magnetismo degli occhi della Kunis, due autentici fari. Amici di Letto è una buona commedia che pecca di qualche lungaggine ma diverte, intrattiene e indulge nello scontato happy end che il pubblico di tutti i paesi e tutte le età non si è ancora stancato di guardare.
Amici come noi: recensione del film con Pio e Amedeo
C’è una tappa obbligata nella carriere del comico/cabarettista di successo: il debutto sul grande schermo. Pio D’Antini e Amedeo Grieco, meglio conosciuti come Pio ed Amedeo inviati del celeberrimo programma tv Le Iene, hanno negli ultimi tempi raggiunto una discreta popolarità in tv e sul web grazie alla loro vena comica demenziale e golardica. In virtù di questo, il produttore Pietro Valsecchi che pare si stia specializzando nella produzione di film di comici pugliesi, avrà pensato che fosse giunto il momento di scommettere anche su di loro ed eccoci qua con Amici come noi.
Amici come noi è un film dalla trama molto semplice costruita per essere una sorta di canovaccio su cui i due comici hanno potuto improvvisare le loro gag e le loro battute con estrema libertà. La storia è incentrata sulla profonda amicizia che lega due giovani foggiani, Pio ed Amedeo per l’appunto, che gestiscono insieme una singolarissima agenzia di pompe funebri. Pio sta per sposarsi con Rosa (Alessandra Mastronardi) una giovane insegnante di scuola elementare e subito dopo il matrimonio si trasferiranno al nord dove la ragazza è riuscita ad ottenere una cattedra. Tutto ciò sconvolge non poco l’esuberante Amedeo il quale, vede nell’amico Pio la sua unica famiglia. Un malinteso tra Pio e Rosa condurrà i due amici lontano da Foggia in un viaggio che avrà come tappe Roma, Milano ed Amsterdam.
Nessuno si aspetta da questo prodotto un tipo di comicità raffinata. Amici come noi non è un film per fini estimatori della risata. Bisogna tenere in considerazione il background professionale dei due attori che prima di approdare in tv e sul web, hanno fatto la loro gavetta nei villaggi turistici. E’ naturale, quindi, che la loro sia la comicità fresca, accattivante ed alla buona tipica dei cabaret organizzati dagli animatori nei villaggi vacanze o delle gite scolastiche. Goliardia ai massimi livelli, battute e (spesso rudi) doppi sensi a raffica strappano un sorriso proprio in virtù del loro essere così elementari.
La musica ha un ruolo molto importante nel film dal momento che uno dei gruppi del momento, i Modà, ha amichevolmente partecipato ad alcune scene in cui la citazione al musical e, in particolar modo ai musical prodotti a Bollywood, è resa particolarmente evidente. Questa però, non è l’unica citazione cinematografica che troviamo in Amici come noi e più avanti nel film ce ne saranno altre immediatamente riconoscibili.
Nel complesso il film, essendo forse la prima prova di questi due artisti, ha la grande pecca di una trama troppo inconsistente e di una comicità eccessivamente spontanea che però, in alcuni momenti, ne rappresenta un elemento di forza. Tra gli aspetti da salvare ci sono sicuramente gli scorci di Roma, Milano, Amesterdam e soprattutto Foggia, efficacemente resi dalla perizia tecnica del regista Enrico Lando e del direttore della fotografia Massimo Schiavon.