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About endlessness, recensione del film di Roy Andersson #Venezia76

Dopo il meritatissimo e inaspettato Leone d’Oro nel 2014 per Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza, Roy Andersson torna in forma smagliante in concorso alla 76° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, con un nuovo collage di agghiaccianti e gustosi tableaux vivant, che ci costringono a riflettere sulla condizione umana e sulla vita. Il titolo della nuova fatica dell’autore svedese è About endlessness (Om det oändliga).

Il film esce dagli schemi e fugge da qualsiasi forma di classificazione, non segue una linea narrativa ed è difficile andare a individuare una trama. Ma è cinema, grande cinema. È un utilizzo puro e intelligente del linguaggio cinematografico come forma di espressione. Dopo “La trilogia vivente”, composta da Song from the second floor del 2000, You, the Living del 2007 e Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza del 2014, incentrata sulle difficoltà dell’essere esseri umani, Roy Andersson continua la sua indagine entomologica sull’esistenza, diventando ancora più caustico e offrendo piccoli quadri spietati che raggelano dietro l’ombra di un sorriso. Si allontana l’idea di avvicinarlo all’ umorismo nero dei Monty Python o alla poesia grottesca di Aki Kaurismaki, come si poteva ipotizzare per il suo lavoro precedente. Qui la lama della sua visione si affila e la sua ironia diviene sempre più gelida, confondendo la risata con un brivido.

About endlessness è composto da tanti piccoli episodi, a camera fissa e con un’unica inquadratura, che descrivono la condizione dolente di tanti personaggi alla ricerca di risposte sulla propria condizione di esseri viventi. Sono uniti tra loro da una voce femminile che, all’inizio di ogni quadro, racconta chi sono, una voce fuori campo che descrive e racconta e si mescola alle richieste o ai lamenti disperati dei fantasmi emaciati che popolano l’universo di Andersson, Sono pupazzi, marionette costrette a recitare continuamente la stessa frase, a interrogarsi all’infinito sugli stessi quesiti esistenziali, senza chiaramente trovare risposta alcuna.

C’è un prete che ha perso la fede e sogna con angoscia di essere crocifisso e vorrebbe essere aiutato da uno psicologo che teme di perdere l’autobus, un uomo tormentato da un suo vecchio compagno di scuola che non lo saluta, una donna che ha paura che nessuno l’aspetti alla stazione, un padre che accompagna la figlia a una festa di compleanno e si ferma per allacciarle le scarpe sotto una pioggia torrenziale, un uomo col mal di denti che rifiuta l’anestesia e urla facendo spazientire il dentista. Tante storie, o meglio tante non-storie, che è bello scoprire una dopo l’altra, sperando non ci riguardino. Ma proprio quando ci si sente al sicuro, ridendo delle tormentose divagazioni di questi dannati anderssoniani, ecco che un nuovo tableaux tocca un tema o una sensazione che ci tocca. Così il sorriso scompare, si avverte una strana sensazione allo stomaco e partono ricordi profondi che ci rendono protagonisti di ciò che credevamo di osservare a distanza, con distacco e magari scherno o altezzosità.

Il cinema di Andersson è pittura vivente e nel suo dipingere sullo schermo omaggia e rilegge l’opera di tanti pittori. Edward Hopper per esempio, tenuto come solido canovaccio visivo per impostare la fotografia, immersa in una luce livida e innaturale, che priva i personaggi di ombre e nascondigli e che crea un mondo immaginario, metafisico, specchio dolente del reale. Ma c’è anche Marc Chagall, con il suo dipinto più famoso Sopra la città del 1914/1918, che in apertura di film e anche tra i vari teatrini, prende vita, grazie all’interpretazione di due attori in carne e ossa, che volano abbracciati sulle rovine di una città distrutta dalla guerra.

Roy Andersson racconta: “La cornucopia è il mitico corno di una capra ed è ricolma di simboli di ricchezza e abbondanza. Di solito è rappresentata traboccante di prodotti e di frutta di ogni genere: un’abbondanza generosa che, secondo il mito, non diminuisce mai, perché vera e propria rappresentazione dell’inesauribilità infinita. È stato il mito greco a ispirarmi a unire tutte queste scene, tutti questi temi in uno stesso film. Io voglio sottolineare la bellezza di essere vivi e umani, ma per dimostrarlo ci vuole un contrasto, bisogna rivelare anche il lato peggiore. Questo film è sull’infinità dei segni dell’esistenza.”

About endlessness è uno sketch-book animato che ritrae gli interrogativi di un’umanità ormai sbandata, alla ricerca di barlumi di speranza che gli restituiscano labili motivi per non lasciarsi morire d’inedia. Roy Andersson riempie pagina dopo pagina, affannandosi con matite e acquerelli, realizzando un bestiario umano prezioso e impenetrabile ai più.

About Elly: recensione del film di Asghar Farhadi

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About Elly: recensione del film di Asghar Farhadi

About Elly è il quarto film dell’iraniano Asghar Farhadi, il quale ha vinto svariati premi tra cui l’Orso d’Argento per la Migliore Regia al 59° Festival Internazionale di Berlino e il premio Best Narrative Feature al Tribeca Film Festival 2009.

In About Elly dopo aver vissuto per molti anni in Germania, Ahmad fa ritorno in Iran. I suoi vecchi compagni di università colgono l’occasione per organizzare una rimpatriata in una villa sul Mar Caspio. Una delle donne del gruppo, la vitale Sepideh, all’insaputa dei compagni, ha invitato Elly, l’insegnante di sua figlia.

Ahmad è reduce da un matrimonio infelice con una donna tedesca e non disdegna l’ipotesi di mettere su casa con una donna iraniana. Pertanto gli amici, che hanno compreso perché Sepideh ha invitato Elly, dedicano alla ragazza mille attenzioni e non fanno altro che lodare platealmente le sue qualità. Ma all’improvviso, dopo un incidente, Elly scompare nel nulla. L’atmosfera gioiosa evapora istantaneamente, mentre il gruppo di amici cerca di capire perché la ragazza sia scomparsa. Il panico si diffonde all’interno della compagnia e improvvisamente il carattere di Elly diventa ai loro occhi pieno di zone d’ombra: tutte le sue qualità svaniscono gradualmente, finché la verità non viene rivelata.

About Elly è un film corale, di stampo teatrale, costellato da lunghi dialoghi e scambi di battute. Gli attori offrono un’ottima performance, soprattutto la bellissima (famosissima in patria) Golshifteh Farahani nel ruolo di Sepideh, involontario perno della fine tragica di Elly. Tutto il turbinio di emozioni, sospetti, dichiarazioni, bugie non fa altro che mettere in luce  i  sottili e delicati legami che esistono tra religione e comportamenti sociali, non circoscrivendo il tutto solo alla realtà iraniana; d’altronde una ragazza già fidanzata che parte con un gruppo di amici, dove un ragazzotto sta per chiederle la mano, non sarebbe vista con malignità in buona parte dell’Italia? Un elemento di cui soffre il film è una certa ridondanza nella seconda parte, quando il ripetersi di alcune situazioni e fraintendimenti non combacia con una certa fluidità che avrebbe giovato alla pellicola,  la quale, però, viene risollevata da un finale ben costruito.

About Dry Grasses, recensione del film di Nuri Bilge Ceylan – Cannes 76

Tutto ciò che hai conosciuto qui è noia“. Arriva in concorso al Festival di Cannes About Dry Grasses il nuovo film del celebre regista turco Nuri Bilge Ceylan, già vincitore della Palma d’Oro per Il regno d’inverno – Winter Sleep nel 2014. Tra una malinconia arida come l’erba del suo titolo, scontri dialogici e lunghe camminate nella neve, il nuovo film di Ceylan si configura indubbiamente come una delle proposte più interessanti del Festival, Nel cast, Deniz Celiloğlu, Musab Ekici, Merve Dizdar.

About dry grasses, la trama: noia imperante

Samet (Deniz Celiloğlu), un giovane insegnante che ha prestato servizio obbligatorio nella scuola di un piccolo villaggio della Turchia dove esistono solo due stagioni, inverno ed estate, attende di poter procedere con il trasferimento a Istanbul, sperando di andare incontro a nuova vita nella cosmopolita capitale. Dopo una lunga attesa, perde ogni speranza di sfuggire dalla sua squallida vita quando viene accusato di comportamenti inopportuni nei confronti dei suoi studenti. Tuttavia, l’amicizia con la sua nuova collega Nuray lo aiuta a ritrovare una prospettiva vincente.

L’Anatolia sudorientale, agli occhi di Samet, è un posto in cui la noia regna sovrana e da cui vorrebbe fuggire; ecco allora che il regista Ceylan interviene in soccorso del suo personaggio imbastendo una serie di azioni che movimentino il tutto. Eppure, quando si tratta di giocare, Saman dimostra di essere caratterialmente molto più simile al territorio da cui tanto vuole evadere. Insegue una sua idea imprecisa di verità, che verrà contrastata e anche smorzata, a riprova della futilità di un pensiero che il personaggio ha abbozzato nella sua testa ma non è mai diventato atto compiuto.

Uomini interrotti

Trattato sugli effetti che la monotonia genera sulla psiche di uomini per nulla risolutivi ed eterni adolescenti, About Dry Grasses eleva esponenzialmente la capacità di Ceylan di inquadrare il dialogo, centellinarlo oppure renderlo verboso per caratterizzare i suoi personaggi, figli di un territorio in cui è la natura a imporsi sull’uomo, ad appiattirne ancora di più le velleità o a generare un impeto di ribellione nei loro cuori a seconda dei casi.

Kenan e Samet sono due uomini messe alle strette da due donne in diverse fasi della vita. Una lotta tacita tra fratelli non di sangue ma di terra, personalità distanti che nascono e crescono da un’unica radice e, in base ai rispettivi percorsi di vita, possono germogliare o seccarsi. Sono le donne che attivano la riflessione negli uomini, che insinuano il dubbio nelle loro menti e li mettono alla prova. Attraverso la conoscenza e anche lo studio di queste figure femminili, forse è possibile trovare qualcosa di inedito in un territorio già battuto: forse la giovane Saman nasconde un germoglio in se, forse ancora non lo sa, ma il solo fatto di riuscire a coglierlo dall’esterno è un regalo. Forse Ninay potrebbe scuotere le fondamenta di un’amicizia, o diventare il terzo uomo in questo rapporto tra uomini interrotti.

Ruralità dei sentimenti

Sono le inquadrature fisse di About Dry Grasses a definire i contatti, i dialoghi, le attese che intercorrono tra i personaggi. Il tempo è un concetto paradossale nella Turchia rurale: l’attesa del trasferimento a Istanbul potrebbe sembrare infinita, ma un dialogo concitato di una donna (Ninay) che interroga un uomo (Saman) sulle sue idee politiche, può mettere talmente a disagio da estendere il tempo del racconto fino a guidare con mano i personaggi a delle scelte.

L’erba secca può essere calpesata solo se prima si calpesta la neve. Anche se si è infortunati, infreddoliti, sprovvisti di un mezzo, l’inverno turco non fa sconti: l’aridità è già nella neve, in una distesa di bianco tutt’altro che angelica, anche se in mezzo vi sono i bambini che giocano. Puoi fermare l’attimo – e Ceylan lo ferma e immortala veramente con inserti fotografici – ma la verità è che l’attimo è già fermo e noi con lui. Allora, forse è meglio andare, percorre distanze fisiche piuttosto che cercare di riallineare quelle mentali. Incolpare la geografia per il nostro stato mentale, piuttosto che accettare di essere diventati come il paesaggio. Aridi, inconsistenti, persi.

About a Boy 2×08: anticipazioni e promo

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Si intitola About a Christmas Carol, About a Boy 2×08, l’ottava puntata della seconda stagione della serie televisiva About a Boy, che andrà in onda sul network americano NBC.

About-a-Boy-2x08-4In About a Boy 2×08 Will è tormentato dalla sua stessa canzone Runaway Sleigh, che risuona in continuazione nell’aria per celebrare il Natale e che gli ricorda i suoi problemi legali legati ai diritti d’autore; per cercare di sbloccare la situazione, Will e Marcus cercheranno delle prove per dimostrare che Will è il solo compositore della canzone, proprio mentre Fiona ed Andy cercano di creare la perfetta atmosfera natalizia per Marcus.

About a Boy 2×07: anticipazioni e foto

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About-a-Boy-2x07-1Si intitola About a Duck, About a Boy 2×07, la settima puntata della seconda stagione della serie televisiva About a Boy, che andrà in onda sul network americano NBC

In About a Boy 2×07 Fiona chiede alla sua amica Dakota di accompagnarla al suo appuntamento con Chris e di farle da rete di salvataggio e Will si unisce a loro nel tentativo di corteggiare Dakota; mentre Fiona e Will sono impegnati con il loro doppio appuntamento, Marcus trascorrerà la serata con Andy e Laurie e sarà per il bambino un’esperienza veramente interessante.

About a Boy è una serie televisiva statunitense sviluppata da Jason Katims per conto di NBC, trasmessa dal 22 febbraio 2014. La serie si basa sull’omonimo romanzo di Nick Hornby, scritto nel 1998. Will Freeman è uno scapolo cantautore di successo, fiero della sua vita spensierata e senza problemi. Il suo mondo perfetto viene sconvolto quando Fiona, una mamma single, insieme a suo figlio undicenne Marcus si trasferiscono nella casa a fianco. Will e Marcus instaureranno un rapporto davvero speciale arrivando a stipulare uno strano accordo.

About a Boy 2×06: anticipazioni e foto

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Si intitola About a Balcony, About a Boy 2×06, la sesta puntata della seconda stagione della serie televisiva About a Boy, che andrà in onda sul network americano CBS .

About-a-Boy-2x06-2In About a Boy 2×06 Marcus è al settimo cielo quando il nuovo insegnante, Chris, decide di fargli avere la parte di Romeo nella recita scolastica ispirata al dramma di Shakespeare; nel frattempo, Will si sente minacciato da Chris, che non solo sembra essere riuscito ad attirare l’attenzione del piccolo Marcus, ma è riuscito a stregare anche Fiona e cercherà di prendere provvedimenti in merito ad entrambe le questioni.

About a Boy è una serie televisiva statunitense sviluppata da Jason Katims per conto di NBC, trasmessa dal 22 febbraio 2014. La serie si basa sull’omonimo romanzo di Nick Hornby, scritto nel 1998. Will Freeman è uno scapolo cantautore di successo, fiero della sua vita spensierata e senza problemi. Il suo mondo perfetto viene sconvolto quando Fiona, una mamma single, insieme a suo figlio undicenne Marcus si trasferiscono nella casa a fianco. Will e Marcus instaureranno un rapporto davvero speciale arrivando a stipulare uno strano accordo.

About a Boy 2×02: anticipazioni e promo

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Si intitola About a House for Sale, About a Boy 2×02, la seconda puntata del secondo ciclo di episodi della serie trasmessa dal network americano della NBC.

About a Boy 2×02In About a Boy 2×02  a Will viene consigliato di vendere la sua casa di San Francisco per fronteggiare le difficoltà economiche ed a causa dell’assenza di Fiona cercherà di stare più vicino a Marcus; intanto, Sam si presenta a casa di Will per aiutarlo a sistemare le ultime cose, ma troverà una serie di sorprese al suo arrivo.

About a Boy 2×01: anticipazioni e promo

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Si intitola  About a VasectomyAbout a Boy 2×01, il primo episodio del secondo ciclo di puntate della serie televisiva trasmessa sul network americano della NBC.

 

In About a Boy 2×01 Will ritorna a San Francisco e deve risolvere una serie di problemi finanziari, oltre a desiderare ardentemente di rivedere Marcus, che gli è mancato più di quanto si aspettasse mentre era a New York con Sam; nel frattempo, la notizia cheLaurie sta aspettando un bambino convince Fiona a voler supervisionare la gravidanza.

About a Boy 2×05: anticipazioni sul prossimo episodio

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About a Boy 2x05Si intitola About an Angry Ex, About a Boy 2×05, la quinta puntata della seconda stagione della serie televisiva di successo trasmessa dal network americano della NBC.

In About a Boy 2×05 Will è tormentato dalla sua ex ragazza Stacy, che afferma di avere diritto ad un risarcimento, dato che ha scritto con lui la canzone Runaway Sleigh e chiede aiuto a Fiona, ma la situazione precipita quando le due donne si coalizzano; nel frattempo, Marcus cerca disperatamente di attirare l’attenzione della cattiva ragazza Shea e non si arrenderà davanti a nulla.

About a Boy è una serie televisiva statunitense sviluppata da Jason Katims per conto di NBC, trasmessa dal 22 febbraio 2014[1]. La serie si basa sull’omonimo romanzo di Nick Hornby, scritto nel 1998.

Will Freeman è uno scapolo cantautore di successo, fiero della sua vita spensierata e senza problemi. Il suo mondo perfetto viene sconvolto quando Fiona, una mamma single, insieme a suo figlio undicenne Marcus si trasferiscono nella casa a fianco. Will e Marcus instaureranno un rapporto davvero speciale arrivando a stipulare uno strano accordo.

Abissi d’acciaio: Akiva Goldsman firmerà la sceneggiatura

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Abissi d’acciaio: Akiva Goldsman firmerà la sceneggiatura

Sono ormai passati cinque anni da quando la 20th Century Fox ha annunciato l’adattamento cinematografico di Abissi d’acciaio (The Caves of Steel), romanzo di fantascienza scritto nel 1954 da Isaac Asimov.

Oggi torniamo a parlare del progetto. Come riportato da Variety, infatti, sarà lo sceneggiatore premio Oscar Akiva Goldsman (A Beautiful Mind) a scrivere lo script della pellicola. Avika Goldsman ha firmato le sceneggiature di tantissimi film di successo come Il codice da Vinci, Angeli e Demoni e Io sono leggenda. Ha anche debutto alla regia nel 2014 con Storia d’inverno.

Non è la prima volta che lo sceneggiatore si trova a dover adattare per il grande schermo un romanzo di Asimov: Goldsman, infatti, aveva già curato lo script di I, Robot, pellicola di fantascienza del 2004 diretta da Alex Proyas e con protagonista Will Smith.

abissi dacciaio

Abissi d’acciaio appartiene al ciclo dei Robot. Essenzialmente è una detective story e chiarisce un’idea di Asimov: la fantascienza è un ingrediente che può essere applicato ad ogni genere letterario. Il romanzo venne pubblicato per la prima volta sulla rivista fantascientifica Galaxy, in 3 puntate, fra l’ottobre ed il dicembre del 1953. Nel 1954 fu ristampato e raccolto in un unico volume dalla casa editrice newyorkese Doubleday.

Il romanzo apparve per la prima volta in italiano a puntate in appendice ai Romanzi di Urania, collana in seguito conosciuta semplicemente come Urania (Arnoldo Mondadori Editore): la prima puntata fu pubblicata in appendice al n. 55 dei Romanzi di Urania del 10 settembre 1954. Solo nel 1963, per l’editore Ponzoni, fu stampata un’edizione a volume unico del romanzo nella collana I Romanzi del Cosmo (n. 116) con il titolo La metropoli sotterranea. Fu poi ristampato su Urania (n. 578 del 31 ottobre 1971). Le successive edizioni pubblicate dalla Mondadori usano la traduzione di Giuseppe Lippi, curatore dal 1989 di Urania.

Fonte: CS

Abigail: una nuova clip dal film horror

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Abigail: una nuova clip dal film horror

Abigail, l’ultimo film horror di Tyler Gillett e Matt Bettinelli-Olpin (registi di Scream e Scream VI), uscirà nei cinema il 19 aprile negli USA e il 16 maggio in Italia. Il film vede protagonista Alisha Weir già vista in Matilda the Musical, nei panni di una ballerina apparentemente innocente che viene rapita da una banda di criminali che ottiene molto più di quanto si aspettassero quando la ragazzina si scopre essere un mostro omicida.

I trailer e le clip promettevano grande divertimento, e sembra che sia esattamente ciò che i realizzatori hanno ottenuto. Abigail è attualmente all’80% su Rotten Tomatoes, anche se vale la pena notare che finora sono state aggiunte solo 15 recensioni, il che significa che il punteggio probabilmente oscillerà nei prossimi giorni. È stata diffusa anche una nuova clip, che vede Abigail uscire dalla sua cella con facilità e attaccare il personaggio di Dan Stevens.

Un gruppo di aspiranti criminali rapisce una ballerina dodicenne, figlia di un potente personaggio della malavita, e tutto ciò che i membri del gruppo devono fare per ottenere un riscatto di 50 milioni di dollari è sorvegliare la ragazza durante la notte. In una villa isolata, i rapitori iniziano a diminuire, uno dopo l’altro, e scoprono, con crescente orrore, di essere rinchiusi in quella enorme villa insieme a un mostro.

Da Radio Silence, il team di registi formato da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett dietro i terrificanti successi horror moderni Ready or Not, Scream del 2022 e Scream VI dell’anno scorso, arriva una nuova versione sfacciata e assetata di sangue di vampiri cinematografici, scritta da Stephen Shields (Il buco nel terreno, Zombie Bashers) e Guy Busick (franchise di Scream, Ready or Not).

Nel cast di Abigail figurano anche Melissa Barrera (franchise di Scream, In the Heights), Dan Stevens (Gaslit, Legion), Kathryn Newton (Ant-Man and the Wasp: Quantumania, Freaky), William Catlett (Black Lightning, True Story), Kevin Durand ( Resident Evil: Retribution, X-Men Origins: Wolverine) e Angus Cloud (Euphoria, North Hollywood) nei panni dei rapitori.

Il film è prodotto da William Sherak (franchise di Scream, Ready or Not), Paul Neinstein (franchise di Scream; produttore esecutivo, The Night Agent) e James Vanderbilt (franchise di Zodiac, Scream) per Project X Entertainment, da Tripp Vinson (Ready or Not , Journey 2: The Mysterious Island) e da Chad Vilella di Radio Silence (produttore esecutivo del franchise Ready or Not e Scream). I produttori esecutivi sono Ron Lynch e Macdara Kelleher.

Abigail: Melissa Barrera svela un finale alternativo per il film sui vampiri

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Diretto da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett di Scream, Abigail ruota attorno a un gruppo di aspiranti criminali che rapiscono una ballerina di 12 anni nella speranza di riscuotere un riscatto di 50 milioni di dollari dal padre malavitoso.

Ben presto, però, si accorgono che la ragazza non è una bambina normale, ma una vampira assetata di sangue. Quello che segue è un racconto cupamente divertente e intriso di sangue che vede Melissa Barrera, Alisha Weir e Dan Stevens interpretare tutti i personaggi in scena.

Nei momenti finali di Abigail, il personaggio di Melissa Barrera, Joey, sfugge a una morte quasi certa dopo che il padre del vampiro del titolo (interpretato dalla star di Watchmen Matthew Goode) le permette di liberarsi. La donna riceve un messaggio vocale dal figlio che l’ha abbandonata dopo averlo contattato all’inizio del film, suggerendo che Joey alla fine riparerà il loro rapporto dopo aver trovato una nuova prospettiva di vita.

Ora, Barrera ha rivelato un finale leggermente diverso per il film, spiegando perché è stato lasciato in sospeso.

Come sarebbe stato il finale alternativo di Abigail

Abbiamo registrato una chiamata con mio figlio nel furgone, quindi c’era la possibilità che rispondesse e che Joey dicesse: “Sto tornando a casa“. Ma credo che i ragazzi abbiano deciso che non ce n’era bisogno, perché c’era già stata quella grande telefonata emotiva e, data la natura del finale con Abigail e suo padre che arrivavano, sarebbe sembrata una doppia battuta“, racconta l’attrice a Screen Rant.

Penso che non ne avessimo bisogno, e che sia solo un [combattimento] cazzuto e che poi si lasci così. Bastava dire: ‘Non sappiamo cosa succederà. Andrà a casa?  Abigail ha detto la verità che si trasformerà in un vampiro?”. Chi lo sa?“.

Abigail avrà un sequel?

Purtroppo, nonostante abbia ricevuto recensioni positive sia dai fan che dalla critica, Abigail ha guadagnato solo 37,5 milioni di dollari su un budget di 28 milioni. Questo lo colloca nel territorio del “flop”, rendendo improbabile un sequel.

Alla domanda su un possibile seguito, Melissa Barrera ha risposto: “L’idea di un sequel per me è sempre stata eccitante, perché voglio essere un vampiro. [È tutto ciò che voglio nella vita, è tutto ciò che voglio. Quindi, per me, era la cosa giusta, ma non so se ne abbiamo bisogno. E sarà davvero difficile farlo con Alisha, perché tecnicamente non può invecchiare, e lei è in quell’età in cui sta invecchiando“.

Non che non si possa fare con il deaging, la CGI e tutto il resto, ma chi lo sa? Sarei sicuramente disponibile a tornare. Lavorerò con Matt e Tyler in qualsiasi momento, ovunque, per qualsiasi progetto. Quindi, se mi dicessero: “Facciamo un altro film”, risponderei: “Sì, quando? Torniamo in Irlanda‘”.

Abigail: i registi si dicono disponibili a un sequel

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Abigail: i registi si dicono disponibili a un sequel

Il duo di registi dietro Finché morte non ci separi e Scream VITyler Gillett e Matt Bettinelli-Olpin, si è cimentato con Abigail in un diverso tipo di horror: un monster movie della Universal che racconta di un gruppo di aspiranti criminali che rapiscono una ballerina dodicenne per riscuotere un riscatto di 50 milioni di dollari, scoprono che la bambina è un vampiro. In attesa di vedere il film al cinema dal 16 maggio, i due hanno ora dichiarato che affonderebbero volentieri i denti in un sequel, ma questo loro nuovo progetto potrebbe rimanere un’opera a sé.

A differenza dei classici film sui mostri della Universal che hanno generato decenni di sequel – come Dracula, Frankenstein e L’uomo lupo – i due hanno affermato che Abigail non è stato progettato con un franchise in mente. “Penso che torneremmo a qualsiasi cosa legata ad Abigail in un batter d’occhio. Ma ad ora non c’è un progetto per farlo“, ha detto Gillett a ComicBook. “Non siamo entrati in questo film con l’intenzione di fare poi un sequel, perché i nostri film preferiti e i film che amiamo fare sono quelli che hanno la sensazione di avere una fine del personaggio davvero definitiva e soddisfacente.”

“Anche se ci sono alcune cose lasciate in sospeso, amiamo anche le storie che esistono al di fuori della cornice“, ha poi aggiunto Gillett nell’intervista. “Ma ci presenteremo per fare qualsiasi cosa con questo incredibile personaggio“, ha continuato Gillett. “E lavorare di nuovo con la Universal sarebbe un tale onore“. Un eventuale sequel di Abigail potrebbe dunque dipendere dai risultati al box office del film e se tale seguito venisse confermato potrebbe a quel punto narrare anche eventi nuovi e non necessariamente legati a quelli del primo film.

Abigail: la trama e il cast del film

Dopo che un gruppo di aspiranti criminali ha rapito una ballerina dodicenne, figlia di un potente personaggio della malavita, tutto ciò che devono fare per riscuotere un riscatto di 50 milioni di dollari è sorvegliarla durante la notte. In una villa isolata, i rapitori iniziano a sparire uno dopo l’altro e scoprono, con crescente orrore, di essere rinchiusi con una ragazzina non comune.

Protagonista è la giovanissima attrice e cantante irlandese Alisha Weir, nota soprattutto per Matilda The Musical, qui nei panni di Abigail, una ragazzina dodicenne con la passione della danza e figlia di un misterioso e pericoloso personaggio della malavita, che verrà rapita da un gruppo di criminali per ottenere un ingente riscatto e rinchiusa in una villa isolata: ma il gruppo si renderà presto conto con crescente orrore che la ragazza è tutt’altro che ordinaria.

Nei panni dei rapitori troviamo invece Melissa Barrera (Scream franchise, Sognando a New York – In the Heights), Dan Stevens (Gaslit, Legion), Kathryn Newton (Ant-Man and the Wasp: Quantumania, Freaky), William Catlett (Black Lightning, True Story), Kevin Durand (Resident Evil: Retribution, X-Men le origini – Wolverine) e Angus Cloud (Euphoria, North Hollywood). Completano il cast Matthew Goode e Giancarlo Esposito.

Abigail: i registi condividono un ricordo di Angus Cloud

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Abigail: i registi condividono un ricordo di Angus Cloud

In occasione della promozione di Abigail, i registi Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett hanno condiviso un loro ricordo di Angus Cloud, l’attore scomparso lo scorso agosto a soli 25 anni e qui alla sua ultima performance sul grande schermo. Il film è dedicato a lui.

Abigail è l’ultima apparizione sul grande schermo del compianto Angus Cloud, a cui il film è dedicato. Averte un ricordo particolare di lui dal set?

  • Tyrell: Tantissimi. Ma c’è una cosa che non abbiamo detto ancora a nessuno. C’è una scena in cui lui gironzola per la casa e noi davamo a tutti delle indicazioni, e lui ha detto a voce molto bassa ‘non ricordo proprio tutto, se sbaglio non vi arrabbiate. Ma farò del mio meglio’. Ed è stato così tenero! si impegnava sempre tantissimo.
  • Matt: Potremmo stare qui a parlarne per ore. I pochi mesi che abbiamo passato insieme sono stati così speciali, abbiamo lavorato insieme e lui ha portato una vivacità e un’energia, sul set e fuori dal set. Era veramente contagioso, e credo che abbia reso migliore la vita di tutte le persone coinvolte. C’era sempre, con una battuta, una parola.
  • Tyrell: Odiava essere al centro dell’attenzione, ma c’era sempre! Era così accattivante. Penso che siamo stati molto fortunati ad averlo con noi nel film.
  • Matt: Spero che il film mostri altro di lui, oltre a quello che avevamo già visto in Euphoria e nelle sue altre cose. È speciale.

Abigail, la recensione del film di Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett

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Dopo aver rilanciato con grande successo la saga di Ghostface con Scream V e VI, Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett cercano di distaccarsi dal franchise affacciandosi al mondo dei vampiri con Abigail, il prossimo horror distribuito da Universal Pictures e in arrivo nelle nostre sale il 16 maggio. Definire questo progetto “una storia di vampiri” è corretto anche se limitante, dal momento che in questa recensione di Abigail proveremo a raccontare, senza rovinare la trama, in quali ambiti il film si muove, spaziando trai generi e i toni.

Abigail, la trama

Abigail è una bimba di 12 anni che sta danzando sulla melodia de Il lago dei Cigni. È tardi e la vediamo uscire dal teatro dove ha provato da sola, salire su un’auto di lusso e raggiungere una dimora altrettanto lussuosa, sempre in solitudine. Parallelamente ci viene mostrato un gruppo di criminali che sta mettendo a punto il rapimento della bambina. Non si conoscono tra loro, non sanno i rispettivi nomi, ma hanno accettato questo “lavoro sporco” assegnatogli da uno sconosciuto: rapire la figlia di un ricco e potente boss della malavita, tenerla in custodia in una casa per una notte e richiedere un riscatto di 50 milioni, che si divideranno alla fine della faccenda, il mattino successivo. Se non fosse che, ben presto si scoprirà che non sono loro a tenere prigioniera la bimba, ma è lei, la ballerina Abigail, a tenerli sotto scacco e a voler “giocare” con loro.

Giochi con generi e forme della narrazione

Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett giocano con la mitologia, con i generi, con lo stile della regia e mettono insieme un film che celebra un felice matrimonio tra il crime ad alto budget, con sequenze iniziali ad alta tensione, dolly e steadycam a rendere le immagini fluide e ricercate, e lo splatter indie, con tantissimi effetti speciali prostetici, macchina a mano e scene ruvide e sgradevoli.

Al centro di questa composizione così ricca e diversificata, che riesce sempre a dare un quadro armonico della storia e degli eventi, si muove, neanche a dirlo, a passo di danza, Abigail, interpretata dalla piccola Alisha Weird. Il balletto macabro è un archetipo del genere e già dalla sequenza di apertura ce lo aveva suggerito, dato che per quanto classico e abusato, Il lago dei Cigni conserva dentro al suo DNA il germe dell’inquietudine, cosa che Darren Aronofski aveva portato al cinema con tanta efficacia ne Il Cigno Nero.

E la nostra piccola protagonista si trasforma in effetti nella creatura più nera che esista, trascinando i rapitori, da carnefici a vittime, in una spirale danzante di morte. La danza non è solo una metafora, ma anche una effettiva presenza pervasiva in ogni movimento e “ammazzamento” di Abigail, che sceglie movimenti aggraziati e eleganti che man mano che il film procede e le vittime cadono, diventa sempre più concitato e aggressivo.

Abigail melissa barreraIl potenziale per un successo estivo

Tuttavia la storia non procede dritta e prevedibile fino al bagno di sangue (annunciato) del finale, e riesce a smuoversi con piccoli colpi di scena e rivelazioni che la rendono di grande intrattenimento, soprattutto alla luce di un plot estremamente semplice. Questo dettaglio rende il film un vero e proprio potenziale successone estivo, un’esperienza cinematografica da vivere con un enorme cesto di popcorn e tanti amici che tra uno spavento e l’altro non perdono occasione per ridere di questo o di quel momento nel film.

Trai vari volti coinvolti, oltre a Melissa Barrera, quasi una musa per Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, risalta Angus Cloud, alla sua ultima performance sul grande schermo. Il film è dedicato alla sua memoria.

Abigail, dal 16 maggio al cinema con Universal Pictures International Italy

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Arriverà nelle sale italiane dal 16 maggio, distribuito da Universal Pictures International Italy, Abigail, il nuovo horror firmato Radio Silence – il team di registi formato da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett che ha realizzato i terrificanti successi dell’horror moderno, tra cui Ready or Not, Scream e Scream VIe scritto da Stephen Shields (Hole – L’abisso, Zombie Bashers) e Guy Busick (Scream Franchise, Finché morte non ci separi): un cast tecnico e produttivo d’eccellenza e specializzato nel genere per una moderna e sfacciata versione di film sui vampiri, dove non mancano tensione, azione, una massiccia dose di sangue e anche una sana dose di black-humour, per quasi 2 ore di puro intrattenimento sul grande schermo.

Protagonista è la giovanissima attrice e cantante irlandese Alisha Weir, nota soprattutto per Matilda The Musical, qui nei panni di Abigail, una ragazzina dodicenne con la passione della danza e figlia di un misterioso e pericoloso personaggio della malavita, che verrà rapita da un gruppo di criminali per ottenere un ingente riscatto e rinchiusa in una villa isolata: ma il gruppo si renderà presto conto con crescente orrore che la ragazza è tutt’altro che ordinaria.

Nei panni dei rapitori troviamo invece Melissa Barrera (Scream franchise, Sognando a New York – In the Heights), Dan Stevens (Gaslit, Legion), Kathryn Newton (Ant-Man and the Wasp: Quantumania, Freaky), William Catlett (Black Lightning, True Story), Kevin Durand (Resident Evil: Retribution, X-Men le origini – Wolverine) e Angus Cloud (Euphoria, North Hollywood). Completano il cast Matthew Goode e Giancarlo Esposito.

Abigail, la trama

Dopo che un gruppo di aspiranti criminali ha rapito una ballerina dodicenne, figlia di un potente personaggio della malavita, tutto ciò che devono fare per riscuotere un riscatto di 50 milioni di dollari è sorvegliarla durante la notte. In una villa isolata, i rapitori iniziano a sparire uno dopo l’altro e scoprono, con crescente orrore, di essere rinchiusi con una ragazzina non comune.

Abigail sarà nei cinema italiani dal 16 maggio con Universal Pictures International Italy.

Abigail Spencer: 10 cose che non sai sull’attrice

Abigail Spencer: 10 cose che non sai sull’attrice

Nota per i suoi ruoli televisivi, l’attrice Abigail Spencer ha saputo dar vita a personaggi di rilievo in alcune delle più note serie TV degli ultimi anni. Con la fama acquisita ha potuto debuttare anche al cinema, prendendo parte ad alcuni film di successo. Ad oggi l’attrice è in cerca del ruolo che possa consacrarne la carriera, e nel frattempo si può godere gli apprezzamenti ricevuti da parte della critica.

Ecco 10 cose che non sai di Abigail Spencer.

Abigail Spencer: i suoi film

1. Ha recitato in diversi lungometraggi. L’attrice debutta sul grande schermo nel 2001 con il film Campfire Stories. Successivamente prende parte a Truth and Dare (2003), Jekyll (2007) e In My Sleep (2010). Nel 2011 ottiene un ruolo di rilievo nel film Cowboys & Aliens (2011), per poi recitare in Una spia non basta (2012), Chasing Mavericks (2012), The Haunting in Connecticut 2: Ghosts of Georgia (2013) e in Il grande e potente Oz (2013). Negli ultimi anni è apparsa al cinema nei film This Is Where I Leave You (2014), The Forger (2014) e Bastardi insensibili (2015).

2. È nota per i ruoli televisivi. La Spencer è particolarmente nota per i suoi ruoli televisivi, in particolare nelle serie La valle dei pini (1998-2000), Angela’s Eyes (2006), Mad Men (2009), Hawthorne – Angeli in corsia (2010), Childrens Hospital (2010-2012), Burning Love (2012-2013), How I Met Your Mother (2007 e 2014), True Detective (2015), Rectify (2013-2016), Timeless (2016-2018), Suits (2011-2019), Grey’s Anatomy (2017-2019) e Reprisal (2019).

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Abigail Spencer – in the SundanceTV original series “Rectify” – Photo Credit: James Minchin

Abigail Spencer è su Instagram

3. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo seguito da 536 mila persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago, ma anche numerose immagini promozionali dedicate ai suoi progetti da interprete.

Abigail Spencer ha un ex marito

4. È divorziata.  L’attrice sposò Andrew Pruett nel 2004. Nel 2008 la coppia diede vita al loro unico figlio. Nel febbraio del 2012 annunciano la separazione per incompatibilità con i rispettivi stili di vita, giungendo poi al divorzio nel 2013.

Abigail Spencer al Royal Wedding

5. Era tra gli invitati al matrimonio reale. Nel maggio del 2019 si svolge il matrimonio tra il principe Harry e l’attrice statunitense Meghan Markle. La Spencer figura tra gli invitati al matrimonio, in quanto amica della sposa. L’abito sfoggiato quel giorno è inoltre stato indicato come uno dei più belli visti al matrimonio.

Abigail Spencer in How I Met Your Mother

6. Ha interpretato un personaggio divenuto celebre. Pur comparendo soltanto in due episodi della serie How I Met Your Mother, l’attrice è rimasta celebre per aver interpretato una delle fiamme di Ted Mosby, nota come Blah Blah, poiché il protagonista non riusciva a ricordare il suo nome ma soltanto il suo essere logorroica.

Abigail Spencer in True Detective

7. Ha interpretato un personaggio nella seconda stagione. Nella seconda stagione della serie antologica, l’attrice ricopre il ruolo di Gena, moglie del personaggio di Ray, interpretato dall’attore Colin Farrell. L’attrice ha definito il suo personaggio non come una vittima ma come una sopravvissuta ai terribili eventi che circondano la sua storia nella stagione.

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Abigail Spencer in Suits

8. È tornata nella serie a distanza di tempo. L’attrice ha annunciato che sarebbe tornata a recitare in Suits dopo anni dall’ultima apparizione. La Spencer ha così ripreso il ruolo di Scottie, vecchia compagna di studi del protagonista Harvey, con il quale condivide una lunga storia d’amore.

Abigail Spencer in Grey’s Anatomy

9. Ha partecipato alla celebre serie medical drama. L’attrice ha ricoperto il ruolo della dottoressa Megan Hunt nella celebre serie, salvo poi allontanarsi dalla trama centrale e ricomparire nella quindicesima stagione della serie.

Abigail Spencer età e altezza

10. Abigail Spencer è nata a Gulf Breeze, in Florida, Stati Uniti, il 4 agosto 1981. L’attrice è alta complessivamente 168 centimetri.

Fonte: IMDb

Abigail Breslin: la metamorfosi di Little Miss Sunshine

Ricordate la piccola e tenera Olive che ha attraversato gli Stati Uniti a bordo di un furgoncino, con la sua strampalata famiglia, per partecipare al concorso di Little Miss Sunshine? Ebbene il tempo è passato, e la dolce e tenera Abigal Breslin ha lasciato da parte elastici colorati, occhialoni e modi impacciati per diventare… Beh, scopritelo da soli nella nostra photogallery.

 

Abigail Breslin: 10 cose che non sai sull’attrice

Abigail Breslin: 10 cose che non sai sull’attrice

Celebre sin da bambina, l’attrice Abigail Breslin è tra quelle personalità che hanno saputo incantare il pubblico e la critica grazie ai propri ruoli, e crescendo la Breslin ha saputo continuamente convincere con un talento sempre più maturo. Oggi è un’apprezzata attrice, che si divide tra cinema d’autore e film più popolari dal grande budget.

Ecco 10 cose che non sai di Abigail Breslin.

Abigail Breslin film

1. È celebre per i suoi ruoli da bambina. L’attrice debutta giovanissima nel film Signs (2002), e raggiunge una grande popolarità con il film Little Miss Sunshine (2006). Da quel momento recita in numerosi film, come Santa Clause è nei guai (2006), Sapori e dissapori (2007), La custode di mia sorella (2009), Benvenuti a Zombieland (2009), Capodanno a New York (2011), The Call (2013), Ender’s Game (2013), I segreti di Osage County (2013), Contagious – Epidemia mortale (2015), Final Girl (2015) e Zombieland – Doppio Colpo (2019).

2. Ha recitato anche in televisione. Negli anni l’attrice è apparsa anche in televisione, recitando nelle serie TV NCIS – Unità anticrimine (2004), Ghost Whisperer – Presenze (2006), Grey’s Anatomy (2006), e Scream Queens (2015-2016), dove ricopre il ruolo di Libby Putney.

3. Ha lavorato anche come doppiatrice. Negli anni l’attrice si è distinta anche come doppiatrice, prestando la sua voce ai film Air Buddies – Cuccioli alla riscossa (2006), Quantum Quest: A Cassini Space Odyssey (2009), Rango (2011) e Zambezia (2012).

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Abigail Breslin Instagram

4. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 535 mila persone. All’interno di questo è possibile ritrovare numerose foto scattate in momenti di svago, ma anche immagini promozionali dei progetti dell’attrice o anche curiosità su di lei.

Abigail Breslin bambina

5. Recita sin da piccola. La Breslin è entrata nel mondo dello spettacolo nel 1999, a soli tre anni, nel ruolo di protagonista di uno spot televisivo. Debutta nel 2002 al cinema con il film Signs, recitando accanto agli attori Mel Gibson e Joaquin Phoenix.

Abigail Breslin e Michael Clifford

6. Aveva una relazione con il musicista. Nel 2013, in occasione dei Teen Choice Awards, l’attrice conosce il musicista Michael Clifford, del gruppo 5 Seconds Of Summers. I due hanno avuto una relazione, fino a che non hanno annunciato di essersi separati. In seguito l’attrice ha pubblicato il suo primo singolo musicale, intitolato You Suck e dedicato proprio all’ex fidanzato.

Abigail Breslin Zombiland 2

7. Ha ripreso il suo ruolo. L’attrice torna ad interpretare il personaggio Little Rock, recitando accanto agli attori Woody Harrelson, Emma Stone e Jesse Eisenberg. All’interno del sequel il suo personaggio, ora cresciuto, trova maggiore approfondimento e l’attrice ha avuto modo così di ottenere uno spazio maggiore all’interno della pellicola.

abigail-breslin-zombiland

8. Il ruolo le ha permesso di fare qualcosa di nuovo. L’attrice ha dichiarato di non sopportare chi la vorrebbe ancora bambina, e ha affermato che proprio il ruolo nel sequel del film le ha permesso di togliersi definitivamente i panni della bambina e dell’adolescente, consentendole di dire e fare cose nuove e che fino ad ora non ci si aspettava da lei.

Abigail Breslin 2019

9. Ha nuovi progetti in programma. L’attrice, dopo essersi presa una pausa dalla recitazione nel 2018, è tornata nel 2019 ad essere protagonista al cinema con il film Zombieland – Doppio Colpo, mentre attualmente è a lavoro sui film Saturday at the Starlight e Stillwater, previsti entrambi per il 2020.

Abigail Breslin età e altezza

10. Abigail Breslin è nata a New York, Stati Uniti, il 14 aprile 1996. L’altezza complessiva dell’attrice è di 155 centimetri.

Fonte: IMDb

Abigail Breslin protagonista del remake di Dirty Dancing

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Sarà Abigail Breslin il nuovo volto femminile di Dirty Dancing. Il film culto con protagonisti Patrick Swayze e Jennifer Grey avrà infatti un remake. Lo annuncia Entertainment Weekly.

Si tratterà di una versione musical di tre ore prodotta dalla ABC.

L’appeal dell’originale film ha già prodotto nel 2004 un sequel, Dirty Dancing Havana Night, con Diego Luna e Romola Garai, che riprende la stessa trama nella Cuba del 1958.

Abigail Breslin in The Hive al fianco di Halle Berry

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La giovanissima Abigail Breslin – la carta d’identità dice 14 aprile 1996 – entra nel cast di The Hive, thriller diretto da Brad Anderson e scritto da

Abigail Breslin in Haunter

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Dopo essere entrata nel cast di The Hive, dove reciterà al fianco di Halle Berry, Abigail Breslin ha aggiunto alla sua lita d’impegni il soprannaturale Haunter.

Diretto da Vincenzo Natali (Cube), Haunter vedrà la Breslin nel ruolo di Lisa, una giovane morta in circostanze misteriose nel 1986, il cui fantasma continuerà ad aleggiare nella casa in cui abitava; quando in questa verrà ad abitare un’altra ragazza, trovandosi in pericolo, Lisa cercherà di aiutarla. La storia sembrerebbe di quelle già viste, sul contatto tra viventi e fantasmi, ma la presenza di Natali dietro la telecamera offre qualche speranza. Le riprese cominceranno a fine aprile a Toronto.

Abigail Breslin bambina zombie di Arnold Schwarzenegger in Maggie

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Dopo la conferma della presenza di Abigail Breslin nel film Maggie ora emergono ulteriori dettagli circa il ruolo che dovrebbe interpretare. L’attrice sarà la figlia zombie di Arnold Schwarzenegger. A riportarlo è l’Hollywood Reporter, una delle più importanti rivste di intrattenimento statunitensi.

Abigail Breslin interpreterà una bambina infettata che si sta lentamente trasformando in una non-morta, il cui padre sarà interpretato invece da Arnold Schwarzenegger. Il progetto nasce da uno script realizzato da John Scott. La regia sarà invece di Henry Hobson, regista che negli anni passati si era dedicato esclusivamente al mondo pubblicitario, ora alla prova in un contesto diverso, quello cinematografico.

Ricordiamo la tagline che descrive lo script: Mentre un virus zombie si sta diffondendo attraverso il paese, una famiglia di campagna aiuta la propria figlia maggiore a convivere con la sua infezione a e farla diventare lentamente una mangiatrice di carne zombie.

Abel il figlio del vento: trailer italiano

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Abel il figlio del vento: trailer italiano

Ecco il trailer italiano di Abel il figlio del vento, il film di Gerardo Olivares e Otmar Penker con protagonisti Jean Reno, Tobias Moretti e Manuel Camacho.

Abel il figlio del vento arriverà nelle sale italiane il 29 settembre con Adler Entertainment, e sarà presentato in anteprima nazionale durante la 46esima edizione del prestigioso Giffoni Film Festival, in concorso nella categoria Elements +10.

Abel- il figlio del vento è un’intensa favola di scoperta e di speranza che vede protagonisti Jean Reno, Tobias Moretti e il giovanissimo Manuel Camacho sullo sfondo di un paesaggio mozzafiato. La storia dell’aquila protagonista ha inizio nel nido in cui è nata. In natura, infatti, l’aquilotto primogenito scaccia il fratello più debole dal nido condannandolo a morte certa una volta caduto nel bosco. Ma il destino dà una mano al cucciolo: Lukas, un timido ragazzino, trova l’aquilotto, lo chiama Abel e decide di prendersene cura in segreto, offrendogli tutto l’amore e la compagnia che gli sono invece negati a casa. Sarà pronto Lukas, quando arriverà il momento, a restituire Abel alla natura selvaggia dalla quale proviene, e a cominciare una nuova vita? Una profonda amicizia che regalerà al ragazzo serenità e coraggio e che permetterà al piccolo aquilotto di crescere e spiccare il volo verso le più alte vette alpine. Dal film sarà tratto un libro omonimo, edito in Italia da Mondadori e disponibile da settembre.Abel il figlio del vento

Abel il figlio del vento arriverà al cinema il 29 Settembre

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Abel il figlio del vento arriverà al cinema il 29 Settembre

Abel il figlio del vento arriverà nelle sale italiane il 29 settembre con Adler Entertainment, e sarà presentato in anteprima nazionale durante la 46esima edizione del prestigioso Giffoni Film Festival, in concorso nella categoria Elements +10.

Abel- il figlio del vento è un’intensa favola di scoperta e di speranza che vede protagonisti Jean Reno, Tobias Moretti e il giovanissimo Manuel Camacho sullo sfondo di un paesaggio mozzafiato. La storia dell’aquila protagonista ha inizio nel nido in cui è nata. In natura, infatti, l’aquilotto primogenito scaccia il fratello più debole dal nido condannandolo a morte certa una volta caduto nel bosco. Ma il destino dà una mano al cucciolo: Lukas, un timido ragazzino, trova l’aquilotto, lo chiama Abel e decide di prendersene cura in segreto, offrendogli tutto l’amore e la compagnia che gli sono invece negati a casa. Sarà pronto Lukas, quando arriverà il momento, a restituire Abel alla natura selvaggia dalla quale proviene, e a cominciare una nuova vita? Una profonda amicizia che regalerà al ragazzo serenità e coraggio e che permetterà al piccolo aquilotto di crescere e spiccare il volo verso le più alte vette alpine. Dal film sarà tratto un libro omonimo, edito in Italia da Mondadori e disponibile da settembre.

Abel- il figlio del vento sarà proiettato al Giffoni Film Festival sabato 16 luglio alla presenza del giovane protagonista Manuel Camacho e di uno dei registi Gerardo Olivares.

Abel Ferrara porta il caso Strauss-Kahn al cinema

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Il celebrato regista newyorkese Abel Ferrara ha individuato nel sex-gate Strauss-Kahn il soggetto ideale per il suo prossimo film; si è già

Abel Ferrara parla di Padre Pio, il film con Shia Labeouf presentato a Venezia 79

Abel Ferrara ha presentato in anteprima il suo nuovo film Padre Pio alle Giornate degli Autori della Mostra del Cinema di Venezia 2022. In conferenza stampa, ci ha raccontato cosa lo ha portato a voler riprendere nuovamente in mano la storia del personaggio, già affrontata nel documentario del 2016 Searching For Padre Pio, e a scegliere Shia LaBeouf come protagonista.

Cosa affascina così tanto Abel Ferrara di Padre Pio?  “Perché l’ho conosciuto la prima volta come un Santo e quindi mi è venuto spontaneo chiedermi, cosa rende una persona un santo. Io stavo lavorando a Napoli, e a Napoli è: o Marandona o Padre Pio. Quindi, mi sono chiesto chi fosse Padre Pio e quello che ho capito è che è prima di tutto una persona di compassione e servizio. Un uomo che non si è mai mosso dalla Puglia, che ha vissuto come in una gabbia, indossando abiti da monaco pesanti con temperature altissime e che si impegnava tutto il giorno ad ascoltare le confessioni degli altri: mio figlio è malato, i pomodori non crescono, ho fame. E lui trovava una soluzione a tutto. Questo l’ha reso universale senza mai muoversi nel mondo.”

É arrivato in Puglia senza possedere niente, su un asino. Ha costruito un ospitale da 35.000 euro in un posto in cui non c’era neanche l’acqua. Qualcosa di estremamente potente in un posto in cui non c’era nulla. Ha realizzato quello che voleva realizzare”. Come Pasolini, era anche un grande scrittore. Scriveva come Baudlaire. Ci ha aperto il suo cuore con la scrittura. Il film è basato quasi interamente sui suoi scritti. E su un evento che si, é misconosciuto, ma è successo c***o. Perché un film su di lui? Per questo. Le sue sono parole estremamente evocative. Non ci siamo inventati nulla, è tutto vero quello che trovate nel film“.

La domanda sulla tanto chiacchierata conversione di Shia LaBeouf è sorta spontanea: questa svolta personale ha coinciso con la produzione di Ferrara? “La sua conversione è qualcosa avvenuto prima di quando ci siamo conosciuti, qualcosa che faceva già parte in quel momento di una situazione di crisi che stava vivendo, come le stigmate e il massacro, che sono due eventi che accadono in contemporaneo. Prima non ci conoscevamo proprio, ci siamo trovati su zoom e questo è un miracolo in sé”.

Uno dei punti di forza di Padre Pio è sicuramente la colonna sonora: Abel Ferrara ha parlato approfonditamente del suo rapporto con il compositore Joe Delia, che va avanti da tantissimi anni:  “Come negli altri film con lui l’obiettivo principale era quello di realizzare qualcosa che potesse essere musicalmente tradizionale, come Nino Rota Morricone Cage, ma volevamo anche ottenere qualcosa di diverso e organico.” “Negli ultimi film avevamo 3 musicisti. Hanno realizzato le musiche ancora prima della sala montaggio, poi ci sono stati altri due pezzi importanti: il canto dei monaci, pezzi che hanno 500 anni. Shia l’ha imparato, gli altri monaci sono tutti monaci veri. Questi tre musicisti hanno preso i testi dei monaci e li hanno esplorati“.

La trama di Padre Pio di Abel Ferrara è ambientata durante la fine della Prima Guerra Mondiale, quando i giovani soldati italiani tornano a San Giovanni Rotondo, una terra povera, violenta, sulla quale la chiesa e i ricchi proprietari terrieri esercitaano un dominio incontrastato. Le famiglie sono disperate, gli uomini, seppur vittoriosi, appaiono distrutti.

Abduction: recensione del film con Taylor Lautner

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Abduction: recensione del film con Taylor Lautner

Arriva al cinema Abducation, il film thriller diretto da John Singleton e con protagonisti Taylor Lautner e Lily Collins. In Abduction Nathan (Taylor Lautner) è in apparenza un normale adolescente di famiglia benestante, che occupa il suo tempo tra le ricerche scolastiche, le feste e le ragazze. Proprio a causa di un compito a casa, incapperà in una sua foto da bambino, inserita in un database di persone scomparse.

Questo avvenimento lo porterà a voler indagare la verità sulla sua vita, atto che lo porterà ad attraversare Stati, saltare giù da treni e scivolare sulle vetrate di un ascensore di uno stadio di baseball mentre fugge dallo spietato Kozlow, l’assassino di sua madre e dei genitori adottivi. Applicare il sistema Bourne ad un ragazzo che va ancora al liceo. Questa deve essere l’idea che è venuta in mente allo sceneggiatore Shawn Christensen, che ha trovato supporto nella produzione, che gli ha effettivamente affiancato buona parte del team che ha realizzato la trilogia dell’agente della CIA con memoria resettata, interpretato da Matt Damon.

Nathan, però, al contrario di Bourne, ha fin  troppe identità, visto che scopre di avere due famiglie, oltre che di avere un destino segnato. Come Bourne, però, ci sono i viaggi, i soldi, l’azione, la prestanza fisica del protagonista, Taylor Lautner, che, alla sua prima prova da protagonista, tenta da un lato di scrollarsi di dosso il personaggio di Jacob della trilogia saga di Twilight, ma allo stesso tempo non delude le sue fan, che posso ammirarne prestanza e agilità già nei primi 15 minuti di film.

Abduction, il film

Il film è infatti più che altro costruito sul personaggio interpretato da Taylor, per attirare un pubblico diversificato, sebbene comunque di target adolescenziale, in sala, piuttosto che su di una storia originale, visto che di Bourne Identity si ricalcano perfettamente i ritmi e lo sviluppo.

Le famiglie protagoniste non sono esattamente comuni, tutte addestrate alle arti marziali e con programmi di vacanze in barca di settimane, Nathan non è un ragazzo comune già nella sua vita prima di scoprire di essere ricercato da un criminale internazionale.

A dare un punto di vista diverso e un tocco che non stia semplicemente ad contemplare le gesta del protagonista ci pensa la regia di John Singleton, autore assurto alla fama grazie a Boyz ‘n the hood che gli valse la candidatura all’Oscar come miglior regista a soli 24 anni, e che poi si è specializzato nei film d’azione da 2 Fast 2 Furious al remake del classico anni ’70 della Blaxploitation Shaft.

Infatti le scene d’azione, soprattutto la lunga sequenza del treno, sono ben montate e architettate per costruire tensione e azione.

A prendere in cura i due giovani protagonisti, due grandi attori come Sigourney Weaver e Alfred Molina che funzionano proprio da mentori e danno un maggiore corpo alla storia. Un film di per sé riuscito, che centra l’obiettivo di creare un “Bourne per le nuove generazioni”, anche se con alcuni aspetti decisamente da migliorare, primo fra tutti, capire come dare un seguito alla storia.

Abduction: ecco il trailer del film con Taylor Lautner

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La Lionsgate ha diffuso il trailer di Abduction, action thriller diretto da John Singleton ed interpretato dalla teen star Taylor Lautner.

Abducation: anticipata l’uscita al 7 Ottobre 2011!

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La Moviemax ha appena comunicato che il film che vede protagonista fra gli altri Taylor Lautner, Abducation sarà anticipato al 7 Ottobre 2011.