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Antony Starr condivide la reazione al finale della quinta stagione di The Boys, mentre il cast riceve i copioni finali

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Antony Starr ha condiviso la sua reazione alla fine della quinta stagione di The Boys, quando il cast ha ricevuto le sceneggiature finali dello show, suggerendo cosa aspettarsi dal finale. The Boys stagione 5 sarà l’ultima parte dello show televisivo sui supereroi di Prime Video, con il gruppo protagonista che si scontrerà con Patriota (Starr) e gli eroi della Vought. La quarta stagione si è conclusa con un grande colpo di scena, con la maggior parte dei membri del gruppo rapiti mentre il Supe antagonista viene messo a capo di una task force sovrumana mentre il presidente Steven Calhoun (David Andrews) dichiara la legge marziale.

Parlando con Collider, Starr ha spiegato la sua reazione alla fine della quinta stagione di The Boys, quando lui e il resto del cast hanno ricevuto gli script finali della serie. L’attore ha sottolineato quanto saranno imprevedibili gli episodi finali, spiegando di aver letto i primi sei episodi finora. Tuttavia, sa cosa accadrà negli ultimi episodi dello show, dicendo che lascerà le persone “sorprese o scioccate. Ecco cosa ha detto Starr:

È strano perché per quanto ami la serie, non mi piace vedere le cose andare oltre il dovuto, quindi sono abbastanza contento che finisca alle cinque, e basta. Adoro la serie e i personaggi, quindi è un momento agrodolce.

Ma devo dire che, come al solito in Boys, non mi accorgo mai di cosa succederà in questa serie. Ogni volta che penso di sapere cosa succederà, succede qualcos’altro. Questi ultimi copioni non hanno fatto eccezione.

Sono arrivato al sesto. Non ho ancora visto il penultimo finale, ma so cosa succede e penso che i fan rimarranno sorpresi o scioccati, a seconda del loro sistema nervoso, ma molto, molto divertiti.

Cosa significa la reazione di Starr per la quinta stagione di The Boys

The Boys 4

The Boys – stagione 4 si è conclusa con Patriota che ottiene tutto il potere che ha sempre desiderato, aiutato da Sage (Susan Heyward), che ha usato la sua intelligenza per manipolarlo e farlo salire di livello. Con la maggior parte del gruppo catturato, ad eccezione di Annie (Erin Moriarty) e Butcher (Karl Urban), sembra che sia più vicino alla vittoria che mai. Tuttavia, il modo in cui si svolge la quinta stagione significa che la sua vittoria potrebbe essere di breve durata, a seconda di come i principali eroi possono reagire nonostante la maggior parte di loro sia stata catturata.

Per ora, il piano a lungo termine di Homelander è quello di rendere Supes dominante sugli esseri umani normali, con parte di quel piano che consiste nel catturare gli eroi principali dello show per ragioni poco chiare.

Nel frattempo, la scena post-crediti della quarta stagione di The Boys ha confermato il ritorno di Soldier Boy (Jensen Ackles), che il personaggio di Starr sembra stia per tirare fuori dalla stasi. Anche se i due non si sono mai piaciuti, le anticipazioni dell’attore su storie imprevedibili e selvagge in arrivo indicano che tutto ciò che ha a disposizione potrebbe essere usato per creare un finale adrenalinico.

Antonio Toscano e i lego-trailer

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Antonio Toscano e i lego-trailer

Ecco due video realizzati in stop motion con le costruzioni lego che ricostruiscono i trailer di L’uomo d’Acciaio e di Star Trek Into Darkness. A realizzarli è stato Antonio Toscano, un filmaker italiano con l’aiuto del fratello.

Eccoli di seguito:

Fonte: Badtaste

 

Tutte le info utili nella nostra Scheda Film: L’uomo d’Acciaio. Tutte le news nel nostro speciale: Superman: Man of steel. Di seguito la foto gallery completa del film:

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Tutte le news sul film le trovate nel nostro speciale: Star Trek 2.

Tutta la Foto Gallery:

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Antonio Dikele Distefano presenta Zero: “Il cambiamento ci sarà quando tutto diventerà normale”

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“Penso che nella vita tutti abbiamo degli obbiettivi, e questi più che un traguardo da raggiungere a tutti i costi siano uno stimolo a correre più forte verso la versione migliore di noi stessi. Io sono partito anni fa come scrittore di romanzi e sono arrivato qui, oggi, come scrittore di una serie tv, d’altronde non è sempre tutto chiaro dall’inizio, altrimenti Marracash sarebbe diventato ricco nel 2008.” Così, Antonio Dikele Distefano esordisce durante la conferenza stampa di presentazione di Zero, che ha scritto e che è stata creata da Menotti, insieme a Stefano Voltaggio (anche Creative Executive Producer) Massimo Vavassori, Lisandro Monaco e Carolina Cavalli dando forma ad una originale e unica esplorazione di Milano e raccontando un mondo ricco e variegato di culture sottorappresentate, a cui si aggiungeranno significativi contributi presi dalla scena rap.

“C’è una cosa che mi è sempre stata chiara – continua Distefano – è che avrei sempre dovuto avere un approccio personale sincero nel mio lavoro, perché la cosa che ho imparato dalla musica è che non vince chi lo dice meglio, ma chi si racconta meglio. Un approccio che ho portato anche in Zero, a cui ho lavorato con tanti altri autori. In questa serie c’è dentro un po’ della mia storia, quella di un ragazzino afro-italiano cresciuto fuori dal centro dell’attenzione, un po’ come quelle persone che nella vita si sono sempre date per sconfitte, anche prima di scendere in campo. In Zero non volevamo raccontare la vita di un supereroe predestinato, ma quella di un ragazzo che è costretto a diventarlo. Zero è la storia di chi impara ad accettare la propria diversità, al di là di ogni tratto estetico, come quella che nascondiamo ogni giorno, quando usciamo dalla nostra porta di casa. Zero è la nostra storia, che spero diventi presto la storia di tutti, la storia di chi impara che spesso le cose più importanti che ci salveranno sono proprio quelle che avevamo tenuto invisibili.”

“Il cambiamento ci sarà quando tutto diventerà normale” Antonio Dikele Distefano

La serie è il primo prodotto italiano che per protagonista ha un cast composto esclusivamente da ragazzi neri, un unicum, al momento, ma anche un primo passo verso quella che Distefano si augura possa diventare normalità.

“Io dico sempre che la cosa che conta di più è esistere, quando abbiamo cominciato a lavorare al progetto, dicevano che non c’erano attori, registi, direttori della fotografia neri, pensavano tutti che fosse possibile. Ma a vedere il cast di Zero, ci rendiamo conto che esistono questi attori neri. Esistono questi talenti, bisogna coinvolgerli. Questa è la prima finestre verso una rappresentazione migliore. L’errore che non bisogna fare è che questa sia una serie che parla di tutti i ragazzi neri italiani. La cosa che ci accomuna non è il colore della pelle, ma sono le emozioni. La storia parla di Omar, un ragazzo timido che vuole disegnare i fumetti. E spero che in futuro si parli di Omar e non del fatto che è nero.”

Partendo da una base letteraria, sembra inevitabile un confronto tra ciò che è scritto e ciò che è filmato, differenze e affinità, spirito, sviluppo dei personaggi e dei luoghi. Per l’autore la differenza è insita principalmente nel tono, dal momento che il romanzo è più biografico e legato ad un solo immaginario, mentre la serie è frutto di una collaborazione e di diversi punti di vista: “Il romanzo di partenza spinge molto alla riflessione, mentre la serie dà molta leggerezza. Quando l’ho vista sono rimasto piacevolmente colpito, in un periodo come questo, qualcosa che alleggerisca è la cosa che ci vuole.”

Ma Zero è l’inizio di un cambiamento? “Mio padre è arrivato in Italia negli anni ’80, io sono nato nel ’92 e quando facevo le medie, mi dicevano che era nuovo avermi in classe e io pensavo che a 14 anni non ero nuovo. Succede anche oggi, a 28 anni come faccio a essere nuovo? C’è sempre questa politica del non siamo pronti, ma la verità è che questo è un Paese da sempre restio al cambiamento. Ma se una serie come questa ha successo, costringi i poteri forti a includerti. Se Zero dovesse essere un successo, allora questo mondo si racconterà. Penso che Zero sia l’inizio di un processo, di un cambiamento.”

E sull’inclusione e la diversity, Antonio Dikele Distefano ha le idee estremamente chiare: “Il termine diversità non mi piace, mi piace molto il termine normalità. Zero deve essere la prima serie che racconta la normalità e solo quando sarà normale avere serie come queste, ci sarà un cambiamento. La maggior parte delle domande di oggi sono legate al fatto che i protagonisti della serie sono neri. Il vero cambiamento ci sarà quando alla prossima conferenza stampa parleremo delle cose che hanno fatto Zero e i suoi amici nella serie.”

Gli otto episodi di Zero sono diretti da 4 registi diversi: Paola Randi, Ivan Silvestrini, Margherita Ferri e Mohamed Hossameldin. In particolare Paola Randi ha diretto il primo e terzo episodio, Mohamed Hossameldin il secondo, Margherita Ferri il quarto e quinto episodio, mentre Ivan Silvestrini il sesto, settimo e ottavo episodio. Personalità diverse che affiorane dalle immagini ma che trovano la loro uniformità stilistica grazie alla fotografia di Daniele Ciprì, che ha confezionato un altro ottimo lavoro che si aggiunge al suo CV.

Il bellissimo cast è composto da giovani talenti italiani: Giuseppe Dave Seke (Zero/Omar), Haroun Fall (Sharif), Beatrice Grannò (Anna), Richard Dylan Magon (Momo), Daniela Scattolin (Sara), Madior Fall (Inno), Virginia Diop (Awa), Alex Van Damme (Thierno), Frank Crudele (Sandokan), Giordano de Plano (Ricci), Ashai Lombardo Arop (Marieme), Roberta Mattei (La Vergine), Miguel Gobbo Diaz (Rico) e Livio Kone (Honey). Tutti volti interessanti, decisamente tutti belli (e forse questo è poco realistico) e tutti portatori di un’energia incredibile che traspare da ogni singola scena.

ZERO è la nuova serie originale italiana Netflix in 8 episodi nata da un’idea di Antonio Dikele Distefano e prodotta da Fabula Pictures con la partecipazione di Red Joint Film, disponibile su Netflix in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo dal 21 aprile.

Zero

Antonio Banderas: film e carriera dell’attore

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Antonio Banderas: film e carriera dell’attore

Dal  suo ingresso nel cinema americano con il tanto acclamato  I Re del mambo, Antonio Banderas è indiscutibilmente uno dei principali attori internazionali della sua generazione.

Ha ricevuto elogi da parte della critica  per le sue interpretazioni in film, televisione e teatro, così come dietro le quinte da regista  cinematografico. Nel 2005, è stato onorato con una stella sulla Hollywood Walk of Fame.

La sua seconda opera di regia cinematografica è il film spagnolo  El  Camino de los ingleses ( negli Stati Uniti  è intitolato Summer Rain )  storia di formazione, il film segue i primi amori, i desideri e le ossessioni  di amici i vacanza alla fine degli anni Settanta. Invece,  il suo debutto alla regia è stato con Pazzi  in Alabama interpretato da Melanie Griffith.

Antonio Banderas, filmografia

Nel 2003 Antonio Banderas ottiene  una  nomination per il Tony Award come  Migliore Attore di Musical  per il suo debutto  a Broadway  nell’allestimento della Roundabout Theater company di Nine, un musical ispirato a 8 1/2 di Fellini. Riceve anche un Drama Desk Award  per migliore attore, l’Outer critics circle Award, il Drama League Award e il Theatre World Award. In Nine, diretto da David Leveaux, ha recitato anche Chita Rivera.

Antonio Banderas ha lavorato con alcuni dei migliori registi di Hollywood e  con gli attori più importanti, tra questi in Desperado di Robert Rodriguez  con  Salm Hayek e nel sequel C’era una volta in Messico con Johnny Depp, in Peccato originale con Angelina Jolie, in Evita di Alan Parker con Madonna, per il quale ha ricevuto la sua prima nomination ai Golden Globe come  migliore attore, Ne La Maschera di zorro di Martin Campbell insieme a Catherine Zeta-Jones, per il quale  ha ricevuto la sua seconda nomination ai Golden Globe come miglior attore e nel sequel La Leggenda di zorro, in Intervista col Vampiro di Neil Jordan con con Tom Cruise e Brad Pitt, in  Philadelphia di Jonathan Demme  con Tom Hanks e Denzel Washington, ne La Casa  degli spiriti  di Bille August con Meryl Streep e Glenn Close e in Femme fatale di Brian de Palma. Ha ricevuto la sua terza nomination ai Golden Globe  come migliore attore per l’interpretazione  del famigerato Pancho Villa in And starring Pancho Villa as himself distribuito da HBO nel 2003.

Antonio Banderas, biografia

Nato a Malaga, in Spagna, Banderas ha frequentato la Scuola di Arte Drammatica nella sua città natale e dopo la laurea ha iniziato la carriera di attore lavorando in un piccolo teatro  della zona. Antonio Banderas è alto 1,74 centimetri

In seguito si è trasferito a  Madrid ed è entrato nella compagnia del prestigioso Teatro Nazionale di Spagna. Nel 1982 è stato scelto dallo scrittore e regista Pedro Almodovar  per  Labirinto di passioni. Era il primo dei sette film che Banderas avrebbe fatto  con Almodovar, gli altri saranno Matador, La  Legge del desiderio, Donne sull’orlo di una crisi di nervi e Legami!

Il successo internazionale di questi film lo porta a Hollywood. Banderas recita  anche ne La Pelle che abito (La Piel que habito)  e Gli Amanti passeggeri, sempre scritti e diretti da Almodovar.  Tra le altre partecipazioni ci sono quelle in Automata, Knight of cups, I Mercenari 3, Spongebob – Fuori dall’acqua, Machete kills, Justin e i cavalieri valorosi, Ruby sparks, Knockout-Resa dei conti, Il Principe del deserto, Il Gatto con gli stivali,  Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni, The Big bang, L’Ombra del sospetto, Shrek 2 e Shrek  terzo,  Shrek e vissero felici e contenti, Ti va di ballare?, Spy kids ( la trilogia) Promesse e compromessi, Four rooms,  Assassins, Mai con uno sconosciuto, Two much – uno di troppo, Il 13° guerriero, Incontriamoci a las vegas e  Ballistic.. Antonio Banderas recita anche in The 33, diretto da Patricia Riggen, con Juliette Binoche e Rodrigo Santoro. Ultimamente ha terminato la realizzazione del film d’azione di Simon West, Salty, in n cui recita affianco a Olga Kurylenko, Black Butterfly, con Piper Perabo e Jonathan Rhys Meyers e  Security, il film d’azione di Alan Defroche.

Antonio Banderas Zorro

Antonio Banderas è diventato popolare anche con la pubblicita della Mulino Bianco 

Antonio Banderas: 10 cose che non sai sull’attore

Antonio Banderas: 10 cose che non sai sull’attore

Tra i più celebri attori spagnoli ad aver raggiunto il successo a livello mondiale, Antonio Banderas vanta una carriera ricca di importanti titoli e prestigiosi riconoscimenti. Negli anni ha oltrepassato i confini nazionali per affermarsi anche in quel di Hollywood, dove ha avuto modo di diventare un interprete sempre più quotato e apprezzato.

Ecco 10 cose che non sai su Antonio Banderas.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Antonio Banderas Dolor y gloria

Antonio Banderas: i film in cui ha recitato

10. Ha preso parte a celebri lungometraggi. Banderas esordisce sul grande schermo con il film Labirinto di passioni (1982), di Pedro Almodovar, con il quale tornerà a recitare anche per Matador (1986), Donne sull’orlo di una crisi di nervi (1988) e Légami (1989). Negli anni successivi recita poi in titoli come La casa degli spiriti (1993), con Meryl Streep, Philadelphia (1993), con Tom Hanks, Intervista col vampiro (1994), Four Rooms (1995), Evita (1996), La maschera di zorro (1998), con Anthony Hopkins, Femme fatale (2003), Frida (2002), con Salma Hayek, C’era una volta in Messico (2003), Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni (2010), La pelle che abito (2011), I mercenari 3 (2014), Knight of Cups (2015), Black Butterfly (2017), La vita in un attimo (2018), Panama Papers (2019), Dolor y gloria (2019), con Penelope Cruz, e Dolittle (2020).

9. È un noto doppiatore. Banderas si è inoltre fatto apprezzare per aver prestato la voce al personaggio del gatto con gli stivali nei film d’animazione Shrek 2 (2004), Shrek terzo (2007) e Shrek e vissero felici e contenti (2010), dove ha collaborato con Eddie Murphy e Cameron Diaz, anche loro doppiatori per i film. Ha poi avuto uno spazio tutto suo con lo spin-off Il gatto con gli stivali (2012), dedicato esclusivamente alle avventure del proprio personaggio.

8. Ha ricevuto una nomination al premio Oscar. Nel 2020 Banderas ottiene una nomination come miglior attore per il film Dolor y gloria ai prestigiosi premi Oscar. Nonostante le tante apprezzate interpretazioni della sua carriera, questa era la prima volta che Banderas veniva nominato al premio, e anche se non ha riportato la vittoria, ha simbolicamente inaugurato una nuova fase della propria attività di attore.

Antonio Banderas: chi è sua moglie

7. È stato sposato con una nota attrice. Nel 1996 Banderas ha sposato l’attrice Melanie Griffith, celebre protagonista del film Una donna in carriera. Nello stesso anno è nata la loro unica figlia. Negli anni la coppia ha anche recitato insieme in alcuni film, come Pazzi in Alabama e il fantascientifico Automata. Nel 2014, tuttavia, i due annunciano di essersi separati, divorziando poi ufficialmente nel 2015.

Antonio Banderas: il suo patrimonio

6. È un attore molto ricco. Particolarmente prolifico, negli anni Banderas non si è limitato alla sua attività di interprete, ma ha ricoperto anche ruoli di regista e produttore. È stato inoltre protagonista di numerose campagne pubblicitarie. Tutte i lavori da lui svolti lo hanno portato ad ottenere uno status sempre maggiore, che gli ha permesso di arrivare a importanti guadagni, con un patrimonio oggi stimato di circa 45 milioni di dollari.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Antonio Banderas Zorro

Antonio Banderas è Zorro

5. Ha rifiutato l’utilizzo di controfigure. Data la grande presenza di sequenze dinamiche e di combattimento, la produzione aveva previsto una serie di controfigure che potessero sostituire Banderas. Questi, tuttavia, fu irremovibile a riguardo, volendo eseguire da sé ogni scena del film, anche la più rischiosa. Preparatosi a dovere, l’attore fu dunque in grado di non avere necessità di essere sostituito.

4. Si è esercitato con la spada. Elemento imprescindibile di Zorro è la sua spada. Per poterla maneggiare al meglio e in totale sicurezza, l’attore è stato addestrato da Bob Anderson, vera e propria leggenda nell’uso di tale arma. Banderas si è inoltre esercitato con il team olimpico spagnolo di scherma. Stando a quanto da questi riportato, egli si è distinto come uno spadaccino formidabile.

Antonio Banderas in Dolittle

3. Ha avuto un ruolo nel nuovo film dedicato al personaggio. Nel 2020 l’attore torna al cinema con il film Dolitte, con protagonista Robert Downey Jr.. Qui Banderas interpreta re Rassouli, a capo di una celebre isola di ladri. Questi nutre particolare odio nei confronti del protagonista, per un particolare legame che li unisce. Tuttavia, nel momento del bisogno non mancherà di rivelarsi magnanimo.

Antonio Banderas in Dolor y gloria

2. Ha lavorato molto sul personaggio. In Dolor y glori, Banderas è il regista Salvador Mallo, ispirato proprio allo stesso Almodovar. Per la sua interpretazione, Banderas ha dichiarato di aver lavorato molto sul decostruire l’animo del personaggio, cercando di esaltare le sue piccole particolarità. Per l’attore, era importante non dar vita ad un’imitazione di Almodovar, quanto ricercare invece una diversa versione di quella stessa personalità.

Antonio Banderas: età e altezza

1. Antonio Banderas è nato a Málaga, in Spagna, il 10 agosto 1960. L’attore è alto complessivamente 175 centimetri.

Fonte: IMDb

Antonio Banderas protagonista in The 33

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antonio banderasL’attore Antonio Banderas sarà protagonista di The 33, film drammatico sulla vicenda cilena che riguardò, nel 2010, i 33 minatori rimasti intrappolati nelle miniere di Copiapó. La vicenda, eroica e seguita minuto per minuto dai media, durò 69 giorni e il produttore Mike Medavoy ebbe il buon senso di comprare subito i diritti cinematografici per la storia. Adesso, nell’ambito del Festival di Cannes in svolgimento, il produttore ha annunciato che sarà l’attore Antonio Banderas ad interpretare Mario Sepulveda, il carismatico minatore soprannominato dai colleghi, in quella tremenda occasione, Super Mario.

La regia è stata affidata a Patricia Riggen già lo scorso dicembre, mentre fanno parte del cast Martin Sheen e Rodrigo Santoro. Ed McGurn produrrà il film le cui riprese partiranno quest’autunno in Cile. La sceneggiatura, scritta da Mikko Alanne e Jose Rivera, è stata redatta in collaborazione con i minatori, i loro soccorritori e le loro famiglie, che hanno vissuto in prima persona la paura e la speranza di quei 69 giorni.

Il produttore Mike Medavoy è noto per aver partecipato a Black Swann e Shutter Island. Antonio Banderas sarà presto impegnato sul set di Machete Kills.

Fonte: CS.net

Antonio Banderas in La musica del silenzio, biopic su Andrea Bocelli

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Antonio Banderas affiancherà Toby Sebastian (Trystane Martell nella serie Game of Thrones) e Jordi Molla in La musica del silenzio, adattamento cinematografico dell’omonima autobiografia del tenore italiano Andrea Bocelli. Dietro la macchina da presa ci sarà Michael Redford (Il postino, Il mercante di Venezia).

La musica del silenzio racconterà l’infanzia, l’insorgere della malattia e il percorso di ascesa professionale di Amos Bardi, vero e proprio alter ego di Bocelli, interpretato da Toby Sebastian. Antonio Banderas sarà il Maestro, Jordi Molla e Luisa Ranieri incarneranno i genitori del celebre cantante, mentre Ennio Fantastichini sarà lo zio. Del resto, la famiglia di Andrea Bocelli ha giocato un ruolo essenziale nella formazione dell’artista toscano, incoraggiandolo fin da piccolo a coltivare il proprio talento musicale.

A produrre e finanziare il biopic, scritto da Anna Pavignano e Michael Radford in collaborazione con lo stesso Bocelli, è l’Ambi Group di Andrea IervolinoMonika Bacardi, insieme a Roberto Sassa con la sua Picomedia company.

Le riprese del film, che conterrà anche canzoni inedite scritte dal tenore mai pubblicate, inizieranno questo mese a Roma.

Fonte

Antonio Banderas e Salma Hayek a Roma per Il Gatto con gli Stivali

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Arriva il prossimo 16 dicembre su circa 400 schermi Il Gatto con gli Stivali, ultima creatura DreamWorks e spin-off del famosissimo Shrek. A presentare il film alla stampa romana oggi c’erano i doppiatori Antonio Banderas e Salma Hayek, accompagnati dal regista del film Chris Miller.

Antonio Banderas è Pablo Picasso in 33 Dias

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33 Dias (33 giorni) è il progetto in fieri del regista Carlos Saura dedicato a una delle più brillanti e geniali figure del secolo scorso, il maestro spagnolo Pablo Picasso. Ad avere

Antonio Banderas e Melanie Griffith divorziano dopo 18 anni di matrimonio

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Ormai non dovrebbe essere più una novità o una notizia che fa scalpore, ma è innegabile che la separazione tra Antonio Banderas e Melanie Griffith, bi-decennale coppia nella vita e sullo schermo, abbia fatto chiacchierare. Ebbene i due attori si separano dopo 18 anni di matrimonio, stando alle fonti, a causa di differenze inconciliabili.

La coppia si era conosciuta sul set di Too Much e da allora aveva fatto coppia fissa, dando alla luce anche una bimba, adesso 17enne, Stella. La loro collaborazione sul grande schermo si è ripetuta poi diverse volte, come nel debutto alla regia della Griffith in Crazy in Alabama, del 1999 e nel recente sci-fi spagnolo Autòmata.

Probabilmente Banderas aveva sviluppato, nell’ultimo periodo, una predilezione per la vita di campagna (vedi professione fornaio) che Melanie non riusciva a sopportare!

Fonte: VF

Antonio Banderas e Jonathan Rhys Meyers nel thriller Black Butterfly

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Vedremo presto Antonio Banderas e Jonathan Rhys Meyers nel thriller psicologico Black Butterfly, un remake del film francese Papillon Noir scritto da Hervé Korian. Responsabili dell’adattamento della sceneggiatura in lingua inglese saranno Justin Stanley e Steve Hilts, mentre dietro la macchina da presa siederà Brian Goodman.

Antonio Banderas è Paul, uno scrittore in crisi che decide di ospitare un vagabondo (Jonathan Rhys Meyers). Quando l’uomo prende Paul in ostaggio, costringendolo a scrivere, il loro rapporto prende una piega del tutto imprevista, portando a galla dal passato segreti tenuti ben nascosti.

Dietro al progetto ci sono l’Ambi Group di Andrea IervolinoMonika Bacardi e i Paradox Studios di Silvio Muraglia che produrranno e finanzieranno il film. Tra i produttori figura anche Marc Frydman, mentre produttori esecutivi saranno Mikael Wiren e Alexandra Klim.

La Ambi Distribution, costola dell’Ambi Group, porterà Black Butterfly al mercato di Cannes il prossimo mese. La fase di produzione inizierà il mese prossimo in Italia. La Ambi Pictures è impegnata in ambiziose produzioni internazionali, tra cui la commedia romantica All Roads Lead To Rome con protagonista Sarah Jessica Parker e La battaglia di James Franco.

Fonte: The Hollywood Reporter

Antonio Banderas e Alec Baldwin saranno Lamborghini e Ferrari

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Ambi Media Group ha scelto Antonio Banderas per interpretare il ruolo di Ferruccio Lamborghini in un biopic ancora senza titolo, al fianco di Alec Baldwin che invece sarà Enzo Ferrari.

Michael Radford (“The Merchant of Venice,” “The Postman”) dirigerà il film che sarà scritto da Bobby Moresco (“Crash,” “Million Dollar Baby”).

Già nel 2015 Andrea Iervolino e Monika Bacardi con la loro Ambi Group hanno opzionato i diritti per un film dal titolo Ferruccio Lamborghini. La storia ufficiale, scritto dal figlio di Lamborghini, ToninoAmbi Distribution, la società di distribuzione della Ambi Group, si sta occupando della vendita del progetto che parteciperà al mercato del Festival di Cannes.

Il film, che ha come titolo di lavorazione Lamborghini – the legend, sarà girato in Italia e in altre location intorno al mondo. Tonino Lamborghini ha dichiarato: “Il mio libro, Ferruccio Lamborghini La storia Ufficiale è l’unico testo perfettamente fedele alla vita di mio padre, nonostante le numerose leggende e gli aneddoti scritti o raccontati da altre persone che cercavano un momento di celebrità. Credo davvero che questo film possa tradurre in immagini e parole la grande umanità di Ferruccio e trasmettesse agli spettatori di tutto il mondo la sua personalità: un uomo pieno di energia, carisma e passione.”

Il film racconterà il lancio della carriera di Lamborghini come realizzatore di trattori e creatore di veicoli militari durante la Seconda Guerra Mondiale, oltre chiaramente al lavoro di designer delle automobili, che lanciò in commercio nel 1963 con la compagnia Automobili Lamborghini.

Fonte: Variety

Antonio Banderas designa il suo successore nel ruolo di Zorro

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Antonio Banderas designa il suo successore nel ruolo di Zorro

Mentre tre adattamenti televisivi sono ancora in fase di sviluppo per il personaggio, Antonio Banderas condivide la sua idea per un nuovo film di Zorro con Tom Holland. Originariamente creato dallo scrittore Johnston McCulley, Zorro è un vigilante mascherato noto per aver aiutato a difendere la gente della sua città natale del Pueblo di Los Angeles da una varietà di avidi uomini d’affari e leader politici corrotti. Sebbene interpretato da una varietà di persone sia sul grande che sul piccolo schermo, il ritratto di Zorro da parte di Banderas sia in The Mask of Zorro che in The Legend of Zorro rimane uno dei suoi ruoli e incarnazioni più iconici, tanto che l’idea di trovare un erede sullo schermo per il personaggio si fa davvero complicata.

In una recente intervista con ComicBook.com per discutere dell’imminente Il gatto con gli stivali: L’ultimo desiderio, ad Antonio Banderas è stato chiesto cosa pensasse di tornare per un nuovo film di Zorro. Non solo l’attore ha confermato il suo interesse ad essere in un’altra avventura, ma ha anche espresso interesse a cercare un nuovo attore nel ruolo, nominando Tom Holland come suo successore ideale.

“Sì, lo farei. Considererei questa possibilità. Perché no? Penso che durante le interviste di oggi ho detto qualcosa del genere a qualcuno… ho detto che se lo chiamano Zorro, farò quello che ha fatto Anthony Hopkins nel primo film e quindi passerò il ruolo a qualcun altro. Tom Holland. Ho fatto Uncharted con lui, ed è così energico e divertente, e ha anche questa scintilla. Perché no?”

Tra Spider-Man e Uncharted, Tom Holland ha già la sua quantità di saghe da raccontare al cinema, ma chissà che la proposta di Antonio Banderas non verrà accolta!

Antonio Albanese: 10 cose che non sai sull’attore

Antonio Albanese: 10 cose che non sai sull’attore

Tra i più apprezzati interpreti italiani, Antonio Albanese si è distinto per i suoi ruoli tragici, di umani fragili e sensibili. Dotato sia di grandi doti comiche che drammatiche, nella sua carriera ha saputo non ripetersi, riuscendo ad infondere in ogni ruolo sfumature che gli hanno permesso di ottenere l’apprezzamento di critica e pubblico.

Ecco 10 cose che non sai di Antonio Albanese.

Antonio Albanese e i suoi film

1. Ha recitato in celebri titoli italiani. L’attore intraprende la carriera cinematografica nel 1993 con il film Un’anima divisa in due, e recita poi in Uomo d’acqua dolce (1996), Tu ridi (1998), La fame e la sete (1999), Il nostro matrimonio è in crisi (2002), ed ottiene la consacrazione con il film La seconda notte di nozze (2005). Recita poi in Manuale d’amore 2 – Capitoli successivi (2007), Giorni e nuvole (2007), Qualunquemente (2011), che lo rende celebre al grande pubblico, To Rome with Love (2012), Tutto tutto niente niente (2012), L’intrepido (2013), L’abbiamo fatta grossa (2016), Mamma o papà? (2017), Come un gatto in tangenziale (2017), Contromano (2018), Cetto c’è, senzadubbiamente (2019), Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto (2021), Grazie ragazzi (2023) e Cento domeniche (2023).

2. È anche sceneggiatore e regista. Negli anni l’attore si è distinto anche come sceneggiatore e regista, realizzando i film Uomo d’acqua dolce, La fame e la sete, Il nostro matrimonio è in crisi, Contromano e Cento domeniche, ma anche la serie I topi (2018-2020)  Ha però contribuito anche alla scrittura dei film Qualunquemente, Tutto tutto niente niente e Cetto c’è, senzadubbiamente.

3. È anche doppiatore. Albanese si è reso celebre anche per le sue doti di doppiatore, prestando la voce al Grande Topo del film d’animazione La gabbianella e il gatto (1998) e al personaggio Gedeone in La famosa invasione degli orsi in Sicilia (2019).

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Antonio Albanese e la moglie e il figlio

4. È sposato. L’attore è sposato con Maria Maddalena Gnudi, dottoressa commerciale specializzata in revisione contabile. La coppia è molto riservata riguardo la loro vita privata, a tal punto da rivelare soltanto dopo alcuni anni di aver avuto un figlio nel 2010.

Antonio Albanese ha origini siciliane

5. Ha origini del sud Italia. L’attore è nato in Lombardia, in provincia di Lecco, ma i suoi genitori erano originari di Petralia Soprana, in Sicilia. L’attore ha in seguito dichiarato di essere profondamente legato alla terra dei suoi genitori e di recarvisivi molto spesso.

Antonio Albanese e i suoi personaggi

6. È celebre per i suoi personaggi comici. La carriera comica di Albanese inizia grazie alla trasmissione comica Mai dire gol, dove presenta una serie di personaggi divenuti poi celebri. Tra questi si annoverano il gentile Epifanio, l’aggressivo Alex Drastico, il telecronista-ballerino Frengo e Stop, e il giardiniere gay e interista di Berlusconi. Uno dei personaggi più riusciti di Albanese è tuttavia Cetto La Qualunque, imprenditore e politico siculo-calabrese corrotto, perverso e depravato. Tale personaggio è stato poi protagonista di tre film al cinema.

Antonio Albanese è Epifanio Gilardi

7. È tra i suoi personaggi più apprezzati. Apparso per la prima volta sul palcoscenico televisivo di Su la testa, il personaggio di Epifanio Gilardi è sempre stato tra i più apprezzati di Albanese. Di carattere timido e gentile, ingenuo ma profondo, Gilardi è anche il protagonista del film Uomo d’acqua dolce, diretto e interpretato da Albanese.

antonio-albanese-personaggi

Antonio Albanese in Grazie ragazzi

8. Ha amato molto il film.  In Grazie Ragazzi Antonio Albanese interpreta un attore che accetta malvolentieri di curare la regia di uno spettacolo di un laboratorio teatrale di un gruppo di carcerati, finendo però così per dare un nuovo senso alla sua vita piena di delusioni e a quella problematica dei suoi allievi. Come raccontato da Albanese, il film gli ha permesso di confrontarsi nuovamente con il suo amore per il teatro, ritrovando molto di sé nel personaggio interpretato e rimanendo particolarmente sorpreso dalla recitazione offerta dai detenuti.

Antonio Albanese e il suo nuovo film Cento domeniche

9. Con il suo nuovo film ha voluto raccontare gli ultimi. Albanese ha raccontato che prima di intraprendere la carriera di attore, ha lavorato per sei anni come operaio. A loro ha ora voluto dedicare il suo nuovo film, intitolato Cento domeniche, nel quale si racconta di un operaio che si vede derubato dei suoi soldi dalla banca a cui li aveva affidati. Albanese si è inoltre ispirato a diverse storie vere di questo tipo per poter raccontare in modo più sincero e veritiero la situazione di chi vive questo tipo di disagi.

Antonio Albanese età e altezza

10. Antonio Albanese è nato a Lecco, in Lombardia, il 10 ottobre 1964. L’altezza complessiva dell’attore è di 173 centimetri.

Fonte: IMDb

Antonio Albanese presenta: Qualunquemente!

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Antonio Albanese presenta: Qualunquemente!

Qualunquemente

Registra il pienone la presentazione di Qualunquemente, il film che porta al cinema Antonio Albanese porta e uno dei suoi personaggi più noti, il politico calabrese Cetto La Qualunque, del Partitodu Pilu.

Antonio Albanese presenta Tutto tutto niente niente

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Come era accaduto l’anno scorso per Qualunquemente, il nuovo film con Antonio Albanese, Tutto tutto, niente niente, diretto da Giulio Manfredonia e prodotto da Fandango, esce in un periodo storico/politico del nostro paese ideale, che quasi rispecchia il film stesso.

Antonia: recensione dei primi tre episodi della serie Prime Video

Si sa, “le donne sono destinate a soffrire”, dice un ginecologo qualunque (e qualunquista) ad una giovane paziente in visita che lamenta forti dolori mestruali. È un inserto di pochi minuti ma incisivo, che racchiude a pieno uno dei temi principali di Antonia, nuova serie Prime Video firmata da Chiara Malta con protagonista Chiara Martegiani nel ruolo anche di co-sceneggiatrice, che del suo incontro reale con l’endometriosi, avvenuto oramai qualche anno fa, ha voluto farne tessuto narrativo per un prodotto che vuole essere da una parte processo di riconoscimento di una patologia per anni rimasta un tabù, dall’altro un aiuto a tutte le donne che ne soffrono e si sentono sole.

Sì, perché per tanto tempo questa malattia – molto invalidante – è stata sottovalutata proprio dai medici, schiacciata da quel luogo comune secondo cui le donne sono abituate a star male, è “la loro natura”, un pensiero socio-culturale che ha solo contribuito ad alimentare un’idea del corpo femminile completamente distorta. Chiara Martegiani non ci sta, e allora da un suo momento di crisi, che doveva essere l’incipit di Antonia, decide di inserire anche il processo di metabolizzazione e convivenza con l’endometriosi, scoperto dall’attrice stessa proprio in una fase complicata della sua vita. Una dramedy che si pone l’obiettivo di mettersi in dialogo con tutti, partendo da una microstoria prettamente femminile per poi piano piano abbracciarne altre più universali, sollevando diverse altre considerazioni, dalla fragilità del singolo, alla normalità di soffrire e non farcela (che siano uomini o donne), fino all’affrontare i cambiamenti senza scappare. Antonia è prodotta da Fidelio e Groenlandia, in collaborazione con Prime Video e Rai Fiction.

Antonia, la trama

Fare i conti tutti i giorni con la vita non è facile. Il sole spesso lascia spazio a nubi e pioggia, e a volte arriva il vento a spazzare quel briciolo di serenità rimasto. È un po’ la metafora che descrive una giornata cruciale di Antonia, 33enne andata in piena crisi poco dopo aver spento le sue candeline. Da quel momento, da quel soffio, sembra che la sua esistenza sia precipitata nel caos più totale: lascia il compagno, è senza casa, perde il lavoro… scopre di avere l’endometriosi. Un disastro dopo l’altro, ma il nemico principale sembra essere la patologia che le è stata appena diagnosticata e che senza saperlo l’ha condizionata da quando era ragazzina. I suoi dolori erano svalutati, presi sottogamba, definiti normali in quanto donna, e le donne da sempre soffrono, che male c’è. Ma è proprio da qui, dall’affrontare una patologia di cui ancora si parla troppo poco, che inizia l’evoluzione di Antonia, costretta a interfacciarsi con se stessa per capire chi è, cosa vuole, cosa è stato il suo passato. Un racconto di rinascita, di coraggio, di buona volontà, che la porta a conoscersi nel profondo e farle iniziare un percorso di analisi, tutti processi che la aiutano a non fuggire più da se stessa, ma anzi a guardarsi dentro con attenzione.

Riconoscersi in Antonia

Oltre a essere la prima serie a mettere al centro della scena l’endometriosi, Antonia è anche una storia che tesse il suo discorso attorno a personaggi incredibilmente veri e, soprattutto, realistici. Dalla sua protagonista, all’inizio respingente e un po’ antipatica, passando per l’amica Radiosa, mamma a tempo pieno alle prese con giornate infernali, fino al compagno Manfredi, un uomo che non ha paura di mostrare le sue fragilità e ha più paranoie di lei. Sono autentici, pieni di sfumature e sfaccettature, che non sposano mai lo stereotipo con cui siamo abituati a confrontarci in svariate altre opere. Figure dunque per niente scontate, e che dovrebbero essere per questo più raccontante dal cinema, intanto perché ne garantiscono a pieno l’identificazione, e poi perché fungono da specchio attraverso cui il pubblico si può sentire più compreso ma soprattutto rappresentato.

In particolare la protagonista fa proprio questo: l’impressione è infatti quella di avere davanti a sé un’amica virtuale, che dà voce a dubbi, preoccupazioni e crisi identitarie comuni a tutti, e alla quale di conseguenza ci sentiamo particolarmente vicini. Caotica, distante, arrabbiata con il mondo, ma anche spaventata per la malattia, Antonia è prima che donna un individuo in lotta con se stesso e con gli altri, che vede la vita quasi come un percorso a ostacoli, una montagna da scalare con le infradito, per intederci, e spera di tagliare il traguardo il prima possibile. Ma questo si può fare solo se si è disposti a mettersi in discussione, affrontando quei cambiamenti che spaventano terribilmente ma sono necessari e propedeutici alla crescita, che servono per dare alla persona che si era ieri nuove consapevolezze per essere quella – migliore – di domani.

La forza dell’ironia

Nel veicolare messaggi di un certo calibro, Antonia sceglie la chiave ironica e un tono leggero senza però mai depotenziare la portata delle tematiche trattate, ma anzi paradossalmente esaltandole nella risata, come le vere commedie sanno fare. Nel divertissement scatenato dal sarcasmo e dalle gag della protagonista vengono infatti aperti dei canali tematici che fanno luce sul nostro tessuto sociale e su esso hanno un forte impatto, come per esempio quello riguardante la salute mentale. Sin dal primo episodio ad Antonia viene suggerito di iniziare un percorso di terapia che possa supportarla nella malattia, una scelta che ancora oggi vede una resistenza da parte di molti.

Che sia per la paura di mettersi a nudo o per l’indole “fuggitiva” nascosta in ognuno di noi, la serie cerca di trasmetterci l’importanza del chiedere aiuto, qualsiasi sia la causa del nostro malessere, e che far fronte ai propri problemi mettendosi in ascolto è la prima soluzione per poter stare meglio e sentirsi più liberi (il terzo episodio – no spoiler – è uno dei migliori sia a livello visivo che narrativo). Antonia, dunque, sia per le riflessioni di cui si fa carico che per la sua originale e frizzante confezione, si appresta a diventare una di quelle serie che difficilmente dimenticheremo, e di cui la nostra industria ha bisogno. Merito in particolare della sua interprete, una Chiara Martegiani talmente naturale e ben calata nelle vesti del suo alter ego che è impossibile non connettersi con lei. Speriamo allora ci regali tanti altri ruoli così.

Antonia: le interviste alle protagoniste

Antonia: le interviste alle protagoniste

Ecco le nostre interviste a Chiara Martegiani, protagonista di Antonia, e alle fillmaker, sceneggiatrici e regista, Chiara Malta, Elisa Casseri e Carlotta Corradi. La nuova serie Prime Video è disponibile in piattaforma dal 4 marzo.

Leggi la recensione di Antonia

Antonia è la nuova serie dramedy con   Chiara Martegiani e Valerio Mastandrea, disponibile in esclusiva su Prime Video da lunedì 4 marzo. Ideata da Chiara Martegiani, diretta da  Chiara Malta  e scritta da  Elisa Casseri,  Carlotta Corradi  e Chiara Martegiani con la supervisione creativa di Valerio Mastandrea, Antonia è una produzione Fidelio e Groenlandia (una società del Gruppo Banijay) in collaborazione con Prime Video, in collaborazione con Rai Fiction.  Nel cast anche Barbara Chichiarelli,  Emanuele Linfatti,  Leonardo Lidi  e  Chiara Caselli.

Antonia: il trailer della serie Prime Video sull’endometriosi

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Antonia: il trailer della serie Prime Video sull’endometriosi

Prime Video ha svelato oggi il trailer ufficiale di Antonia, la nuova serie dramedy con   Chiara Martegiani e Valerio Mastandrea, disponibile in esclusiva su Prime Video dal prossimo 4 marzo. Ideata da Chiara Martegiani, diretta da  Chiara Malta  e scritta da  Elisa Casseri,  Carlotta Corradi  e Chiara Martegiani con la supervisione creativa di Valerio Mastandrea, Antonia è una produzione Fidelio e Groenlandia (una società del Gruppo Banijay) in collaborazione con Prime Video, in collaborazione con Rai Fiction.  Nel cast anche Barbara Chichiarelli,  Emanuele Linfatti,  Leonardo Lidi  e  Chiara Caselli.

Antonia è un’ironica serie dramedy in sei episodi che ruota intorno a una giovane donna in fuga dal dolore e da se stessa. Dopo aver lasciato la sua famiglia poco più che adolescente, Antonia ha trovato una sorta di equilibrio a Roma, una giungla urbana ed emotiva perfetta per integrarsi senza dover fornire troppe spiegazioni. Ma al suo 33esimo compleanno, il suo piano di difesa fallisce: litiga con tutti, viene licenziata e finisce in ospedale, dove scopre di avere l’endometriosi, malattia cronica che, senza che Antonia se ne rendesse conto, ha influenzato tutta la sua vita. Attraverso uno strano percorso di psicoterapia, la scoperta della malattia diventerà però un’occasione per conoscersi e smettere di scappare, iniziando ad affrontare i nodi della sua vita.

Antonia: la nuova serie dramedy di Prime Video

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Antonia: la nuova serie dramedy di Prime Video

Prime Video ha svelato oggi il poster della nuova serie dramedy  Antonia.  La serie, ideata da  Chiara Martegiani, diretta da  Chiara Malta  e scritta da Elisa Casseri,  Carlotta Corradi e Chiara Martegiani con la supervisione creativa di Valerio Mastandrea, ha per protagonisti  Chiara Martegiani e Valerio Mastandrea. Nel cast anche Barbara Chichiarelli,  Emanuele Linfatti,  Leonardo Lidi e Chiara Caselli.  Una produzione Fidelio e Groenlandia (una società del Gruppo Banijay) in collaborazione con Prime Video, in collaborazione con Rai Fiction, Antonia sarà disponibile in esclusiva su Prime Video dal 4 marzo.

Antonia è un’ironica serie dramedy in sei episodi che ruota intorno a una giovane donna in fuga dal dolore e da se stessa. Dopo aver lasciato la sua famiglia poco più che adolescente, Antonia ha trovato una sorta di equilibrio a Roma, una giungla urbana ed emotiva perfetta per integrarsi senza dover fornire troppe spiegazioni. Ma al suo 33esimo compleanno, il suo piano di difesa fallisce: litiga con tutti, viene licenziata e finisce in ospedale, dove scopre di avere l’endometriosi, malattia cronica che, senza che Antonia se ne rendesse conto, ha influenzato tutta la sua vita. Attraverso uno strano percorso di psicoterapia, la scoperta della malattia diventerà però un’occasione per conoscersi e smettere di scappare, iniziando ad affrontare i nodi della sua vita.

Antonia si unirà a migliaia di film e serie già presenti nel catalogo di Prime Video, tra cui le produzioni italiane Original No Activity – Niente da segnalare, Elf Me, Gigolò per caso e tanti altri.

Antonia Thomas: 10 cose che non sai sull’attrice

Nota per i suoi ruoli televisivi, l’attrice Antonia Thomas ha saputo guadagnarsi l’attenzione di critica e pubblico. Quando in scena c’è lei è difficile non restarne affascinati, tanto l’attrice dimostra grande padronanza dei ruoli ricoperti, e merito anche di una presenza scenica che non fa che aggiungere valore. Ancora alla ricerca del ruolo che possa consacrarla, l’attrice ci ha comunque fino ad ora regalato ritratti appassionati e sempre variegati.

Ecco 10 cose che non sai di Antonia Thomas.

Antonia Thomas carriera

1 I film. La carriera cinematografica dell’attrice ha inizio nel 2012, quando prende parte al film Spike Island. Successivamente partecipa a Sunshine on Leith (2013), Hello Carter (2013), Northern Soul (2014), The Hybrid (2014) e Survivor (2016).

2 Le serie TV. Ben più ricca è la sua carriera televisiva, con il debutto che avviene nel 2009 nella serie Misfits, dove fa parte del cast principale nel ruolo di Alisha Daniels. Ruolo che ricoprirà fino al 2011. Successivamente prende parte alla serie The Deep (2010), Transporter: The Series (2014), e Lovesick, dove dal 2014 ricopre il ruolo di Evie. L’attrice entra poi nel cast della serie The Good Doctor, con protagonista Freddie Highmore, dove ricopre il ruolo della dottoressa Claire Brown.

Antonia Thomas Instagram

3 Ha un proprio account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo verificato, seguito da 193 mila persone. All’interno di questo è possibile trovare fotografie scattate in momenti di svago con colleghi o amici, o ancora foto promozionali dei progetti a cui l’attrice prende parte.

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Antonia Thomas studi

4 Ha studiato teatro e arte. Prima di intraprendere la carriera da attrice, la Thomas ha studiato alla Bristol Old Vic Theatre, dove ha conseguito una laurea breve in recitazione. Prima di ciò l’attrice aveva frequentato un corso al Central Saint Martins College in belle arti e design.

5 La pittura è la sua passione. La Thomas si è sempre dichiarata appassionata di arte e pittura, tanto che stava per fare di ciò il proprio mestiere. Tuttavia fu attratta dai corsi di recitazione che si svolgevano nelle aule adiacenti alla sua. Si rese così conto che pur adorando dipingere, la vita solitaria dell’artista non era cosa per lei, e decise dunque di trasferirsi ai corsi di recitazione.

Antonia Thomas Misfits

6 Era entusiasta del suo personaggio. L’attrice ha dichiarato di essersi sempre sentita molto diversa dal suo personaggio nella serie, Alisha Daniels, ma che ciò era proprio quello che la entusiasmava. La Thomas si è infatti sempre dichiarata curiosa di scoprire dove si sarebbe spinto il personaggio, e capire di riflesso quanto in là potesse spingersi anche lei.

Antonia Thomas The Good Doctor

7 È una forte sostenitrice della diversità messa in gioco dalla serie. L’attrice ha dichiarato di essersi sentita conquistata subito dalla storia di The Good Doctor, e dal fatto che è raro che ad un personaggio affetto da autismo venga data la possibilità di essere il protagonista. Secondo l’attrice il successo della serie è dato proprio dalla diversità presente in essa, e nella quale chiunque può rispecchiarsi.

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Antonia Thomas famiglia e vita privata

8 Non è l’unica artista della famiglia. Il padre di Antonia Thomas è cantante d’opera, e seguendo le orme del padre l’attrice aveva iniziato a prendere lezioni di canto, arrivando ad essere una mezzo soprano con ottime doti. Anche sua sorella fa parte del mondo dello spettacolo, essendo a sua volta un’attrice.    

9 È molto riservata. L’attrice è particolarmente riservata riguardo la propria vita privata e sentimentale, tanto da lasciar trasparire poco o nulla dai suoi profili social. L’unica cosa che l’attrice ha più volte, con naturalezza, sottolineato è di avere una fidanzata, confermando dunque la sua omosessualità.

Antonia Thomas età e altezza

10 Antonia Thomas è nata a Londra, In Inghilterra, il 3 novembre 1986. L’altezza complessiva dell’attrice è di 155 centimetri.

Fonte: IMDb

Antonia Fotaras racconta il suo nuovo ruolo in Una Fottuta Bugia

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Antonia Fotaras racconta il suo nuovo ruolo in Una Fottuta Bugia

L’abbiamo vista ne Il primo Re e in Luna Nera, lo scorso anno in Un’estate fa, e ora Antonia Fotaras è pronta per diventare Claudia, la protagonista femminile di Una Fottuta Bugia, il film di Gianluca Ansanelli attualmente in fase di riprese tra Roma e la Calabria. Abbiamo incontrato Antonia Fotaras sul set romano e ci ha raccontato dell’esperienza di interpretare una giovane malata terminale di cancro.

“Claudia è una ragazza di 25 anni che si trova a affrontare una delle situazioni più difficili che una persona debba affrontare – ha spiegato Antonia FotarasParlavo con una psicologa che mi ha spiegato che l’accettare la propria morte è una delle prove più difficili che una persona possa affrontare. Infatti, secondo me c’è una Claudia prima e una dopo la notizia della malattia, è come se avesse provato a rinnovare e rivoluzionare la sua vita. Mi dà l’idea di essere una persona che ha voglia di volare, di scappare via da tutto, e a volte ci riesce, proprio grazie all’incontro con Pietro.”

Che tipo di preparazione ha richiesto un ruolo del genere?

“Tanta forza con lo stomaco e tanta ricerca. Ho letto tante interviste di ragazze malate, terminali e non. Ho imparato a capire che momento della vita è dalla bocca di chi vive questa situazione, ho parlato con tante persone, anche di suicidio assistito. Ho imparato a capire le pressioni delle persone malate, le scelte che si trovano ad affrontare, mai semplici. Poi ho anche fatto delle ricerche sulla classe sociale di Claudia, che è stata più leggera.”

Che aspettative si costruiscono dentro un attore durante le riprese di un film?

“Non ne ho la più pallida idea, ci pensavo da più piccola. Oggi sono molto concentrata sul lavoro da fare, non mi pongo affatto la domanda. Certo, spero che i messaggi che cerchiamo di raccontare con questo film coinvolgano le persone e possano arricchirle, ma non so come andranno le cose.”

La scoperta del cancro e l’incontro con Pietro sono due momenti fondamentali nella vita di Claudia. In che modo la cambiano?

“È come se entrambi gli eventi le ridiano vita, nonostante la tragicità del cancro. Pietro, per Claudia, è come l’acqua per una pianta. Lui le dà l’acqua e lei riesce a rivivere, a vivere ancora un po’.”

Hai avuto fino a questo momento una carriera molto densa, anche se sei ancora molto giovane, come scegli i progetti?

“Do sempre la priorità alla storia. Se la storia mi piace e penso ci sia qualcosa da scoprire, qualcosa che sia utile a me e che arricchisca le persone che la guarderanno. Allora mi piace dire di sì, e anche le sfide mi piacciono molto. Poi penso che un po’ li scegli tu i ruoli, un po’ ti scelgono loro. Sono aperta a tutte le storie che possono arricchirmi e che mi possano portare a scoprire cose nuove di me e del mondo.”

Le riprese di Una Fottuta Bugia dureranno 5 settimane e si snoderanno tra Roma e la Calabria. Il film è prodotto da Play Entertainment.

Antonello Fassari: morto a 72 anni l’attore de I Cesaroni

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Antonello Fassari: morto a 72 anni l’attore de I Cesaroni

Si è spento all’età di 72, dopo una lunga malattia, l’attore Antonello Fassari, volto amatissimo del piccolo schermo, dove è divenuto popolarissimo grazie alla fiction I Cesaroni, dove ha recitato nel ruolo di Cesare dal 2006 al 2014, rendendosi memorabile in particolare grazie all’espressione “Che amarezza!”. Ma ridurre la sua carriera a questo titolo sarebbe a dir poco riduttivo: Fassari si è diplomato all’Accademia d’arte drammatica Silvio d’Amico nel 1975 e da quel momento ha lavorato ininterrottamente tra teatro, televisione e cinema.

Nell’ultimo decennio si è ad esempio fatto apprezzare in film come La mossa del pinguino – esordio alla regia dell’amico fraterno Claudio Amendola, Suburra, Non ci resta che il crimine, L’agenzia dei bugiardi, I cassamortari (di nuovo diretto da Amendola), L’ultima volta che siamo stati bambini Flaminia. La sua ultima apparizione televisiva è relativa al programma Rai “La volta buona”, mentre è noto che l’attore non avrebbe ripreso il ruolo di Cesare nella nuova stagione de I Cesaroni, le cui riprese sono attualmente in corso e che verrà dedicata alla sua memoria.

Proprio Claudio Amendola non ha tardato a ricordare l’amico affermando: Sarai per sempre mio fratello. Sapevamo che questa serie nuova sarebbe stata dedicata a lui. Per me è un pezzo di vita che va via, è dura anche parlare. Mi aspetto che stia borbottando da qualche parte lassù“. La notizia è indubbiamente un duro colpo per chi è cresciuto con la fiction Mediaset e che proprio in Antonello Fassari ritrovava un personaggio indimenticabile, capace di parlare a giovani e adulti.

Anton Yelchin: morto a 27 anni l’attore di Star Trek

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Il giovanissimo Anton Yelchin è morto a soli 27 anni. TMZ, primo sito a riportare la notizia, riferisce di uno stupido incidente d’auto. Dopo diverse presenze minori al cinema, l’attore ha trovato la fama con il reboot di Star Trek, in cui interpretava Pavel Chekov.

Anton Yelchin è morto in un incidente stradale stamattina presto. La famiglia ha richiesto il rispetto della sua privacy in questi duri momenti“. Questo il commento del suo agente.

anton yelchinNato a Sanpietroburgo l’11 marzo 1989, quando ancora si chiamava Leningrado e faceva parte dell’URSS, Anton si trasferì negli Stati Uniti ancora in fasce, quando i genitori, pattinatori di figura, scapparono in america con lo status di rifugiati nel dicembre dello stesso anno.

Anton, a soli nove anni, ottiene il suo primo ruolo in un film indipendente; successivamente recita una piccola parte in A Time for Dancing e nel 2001 ricopre un ruolo minore in 15 minuti – Follia omicida a New York con Robert De Niro e Edward Burns. Sempre nel 2001 lavora al fianco di Morgan Freeman in Nella morsa del ragno e con Anthony Hopkins in Cuori in Atlantide; per quest’ultimo film ha ricevuto critiche lusinghiere e ha ottenuto un Young Artist Award.

In seguito lavora in alcune serie TV come Taken e Huff con Hank Azaria. Nel 2006 fa parte del cast del film di Nick Cassavetes Alpha Dog.

Nel 2007 è il protagonista di una commedia sui problemi adolescenziali, in cui collabora con l’attore Robert Downey Jr. nel film Charlie Bartlett.

Nel 2009 ottiene due ruoli importanti: Pavel Chekov nell’undicesimo film di Star Trek, prodotto e diretto da J.J. Abrams, e il ruolo di Kyle Reese in Terminator Salvation di McG. In seguito presta la voce al personaggio di Tontolone nel film in tecnica mista dedicato ai Puffi, uscito nel 2011.

Anton Yelchin: la famiglia di Star Trek e Hollywood omaggiano l’attore scomparso

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La notizia della scomparsa prematura di Anton Yelchin ha travolto Hollywood come un vero e proprio uragano. Di seguito potete leggere alcuni dei messaggi di cordoglio che hanno invaso la rete e che appartengono ad amici, colleghi e collaboratori di Anton, dal cast di Star Trek, fino a volti noti di Hollywood che conoscevano Anton.

La Paramount Pictures, produttrice di Star Trek, ha diffuso questo messaggio: “Tutti noi alla Paramount ci uniamo al cordoglio del mondo intero per la morte di Antony Yelchin. Come membro della famiglia di Star Trek era amato da tantissime persone e mancherà a tutti. Condividiamo le condoglianze con sua madre, suo padre e la sua famiglia.”

J.J. Abrams: “Anton – eri straordinario. Eri gentile. Eri dannatamente divertente, e avevi un talento supremo. E sei rimasto qui con noi davvero troppo poco. Mi mancherai… JJ”

Justin Lin (regista di Star Trek Beyond): “Sono ancora sconvolto. Riposa in pace, Anton. La tua passione e il tuo entusiasmo vivranno per sempre con tutti quelli che hanno avuto il piacere di conoscerti.”

John Cho (Sulu): “Volevo un sacco di bene a Anton Yelchin. Era un vero artista – curioso, bello, coraggioso. Era un grande amico e un grande figlio. Sono devastato. […] Mandate tutto l’affetto che avete alla famiglia di Anton. Ne hanno bisogno.”

Karl Urban (Bones): “Non riesco a crederci, sono davvero distrutto”

Zachary Quinto (Spock): “Il nostro caro amico. Il nostro compagno. Il nostro Anton. Una delle persone più aperte e intellettualmente curiose che abbia mai avuto il piacere di conoscere. Un grandissimo talento e un cuore generoso. Così saggio, alla sua età. Se n’è andato prima del tempo. Tutto l’amore e la forza possibili alla sua famiglia in questo momento impossibile da sostenere.”

 

Anche Guillermo del Toro, che ha lavorato con Yelchin a Trollhunters ha scritto: “Il ragazzo più dolce, umile, delizioso e di maggior talento che abbia mai conosciuto. Abbiamo lavorato insieme per circa un anno. Sono sconvolto. […] Anton era dolcissimo. Un grande partner creativo e un grande artista. […] Per quanto mi riguarda, il 2016 può anche chiudersi qui”.

Il messaggio di Stephen King:

Il commento di Drake Doremus, che aveva lavorato con Anton Yelchin in Like Crazy:

Anton era unico. Un’animo vecchio stampo, una delle persone più sincere e divertenti che abbia mai incontrato. Mi ha insegnato cosa significa essere un artista umile e gran lavoratore. La sua risata era il suono più bello al mondo, era contagiosa e ti faceva stare bene. Era sempre in grado di trovare qualcosa che ti facesse ridere, in particolare se ti sentivi frustrato o troppo serio. Anton ha cambiato la mia vita in tantissimi modi, e non lo dimenticherò mai. Tutti quanti, nella famiglia di Like Crazy, vogliono mandare affetto e amore alla famiglia di Anton in questo giorno incredibilmente devastante. Laphroaig nel mio bicchiere, amico mio. Ti voglio bene Anton.

Jodie Foster, che aveva lavorato con l’attore in Mr. Beaver:

Anton… un’anima rara e splendida, con la sua inarrestabile passione per la vita. Era da un lato un serio pensatore, e dall’altra il fratellino più divertente che avresti mai potuto sognare. Sono onorata di aver diretto un attore così profondo, impegnato e genuino. Sarò sempre grata per tutti i piccoli scambi di battute che abbiamo condiviso, il suo entusiasmo contagioso, le sue domande, la sua compagnia. Il mio cuore è spezzato per sua madre e suo padre, che facevano sempre parte dei suoi aneddoti. Contagiava qualsiasi cosa toccasse con il loro amore.

E ancora:

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Anton Yelchin: i genitori fanno causa alla FIAT per la sua morte

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Anton Yelchin: i genitori fanno causa alla FIAT per la sua morte

Sono passate soltanto poche settimane dalla notizia della tragica e inaspettata scomparsa di Anton Yelchin. Il giovane Chekoc della saga di Star Trek è morto a soli 27 anni in seguito ad uno stupido incidente d’auto.

Oggi Variety riporta la notizia, diramata dall’avvocato della famiglia di Anton, che i genitori hanno intenzione di fare causa alla Fiat Chrysler, l’azienda  italo-statunitense di diritto olandese, produttrice della Jeep Grand Cherokee, il veicolo guidato dall’attore al momento dell’incidente: la famiglia di Yelchin sarebbe intenzionata a presentare una querela per omissione di soccorso.

Ricordiamo che al momento dell’incidente l’automobile di Yelchin era sotto richiamo per problemi con la leva del cambio (con oltre 700 segnalazioni in merito): la causa dell’incidente che ha portato alla morte dell’attore potrebbe dunque essere stata un difetto di progettazione della sua Jeep.

Anton Yelchin: nessuno prenderà il suo posto in Star Trek 4

Nato a Sanpietroburgo l’11 marzo 1989, quando ancora si chiamava Leningrado e faceva parte dell’URSS, Anton si trasferì negli Stati Uniti ancora in fasce, quando i genitori, pattinatori di figura, scapparono in america con lo status di rifugiati nel dicembre dello stesso anno.

Anton, a soli nove anni, ottiene il suo primo ruolo in un film indipendente; successivamente recita una piccola parte in A Time for Dancing e nel 2001 ricopre un ruolo minore in 15 minuti – Follia omicida a New York con Robert De Niro e Edward Burns. Sempre nel 2001 lavora al fianco di Morgan Freeman in Nella morsa del ragno e con Anthony Hopkins in Cuori in Atlantide; per quest’ultimo film ha ricevuto critiche lusinghiere e ha ottenuto un Young Artist Award.

In seguito lavora in alcune serie TV come Taken e Huff con Hank Azaria. Nel 2006 fa parte del cast del film di Nick Cassavetes Alpha Dog.

Nel 2007 è il protagonista di una commedia sui problemi adolescenziali, in cui collabora con l’attore Robert Downey Jr. nel film Charlie Bartlett.

Nel 2009 ottiene due ruoli importanti: Pavel Chekov nell’undicesimo film di Star Trek, prodotto e diretto da J.J. Abrams, e il ruolo di Kyle Reese in Terminator Salvation di McG. In seguito presta la voce al personaggio di Tontolone nel film in tecnica mista dedicato ai Puffi, uscito nel 2011.

Fonte: Variety

Anton Yelchin ‘ammazzavampiri’

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Sarà Anton Yelchin, che abbiamo visto di recente nello Star Trek di Abrams, ad interpretare Charley Brewster, il teenager appassionato di storie dell’orrore che scopre che il suo vicino di casa è un vampiro, in Fright Night, annunciato remake della commedia horror Ammazzavampiri.

Anton Corbijn artista dell’immagine

Anton Corbijn artista dell’immagine

 È da venerdì nelle sale italiane il suo secondo film, The American, thriller con George Clooney, ambientato tra i boschi dell’Abruzzo. Per capire chi è Anton Corbijn basta poco. Pensate alla foto più famosa di Miles Davies: bianco e nero, primo piano, mani sul viso e occhi sgranati; o al video di One degli U2; alla copertina di Automatic for the People dei R.E.M.; al video del Devotional Tour dei Depeche Mode.

Ebbene, tutta opera di questo cinquantacinquenne olandese: fotografo, regista di video musicali e regista cinematografico. Colui che ha fatto dell’immagine una filosofia e della musica il suo campo d’azione preferito. La sua cifra stilistica: la predilezione per il bianco e nero (ma non disdegna il colore), la capacità di mostrarci le star come persone comuni e l’ironia con cui spesso le ritrae. Celebri le sue sfocature dei soggetti in primo piano, in favore di quelli sullo sfondo. Tecnica che fece infuriare un giovane Dave Gahan all’epoca del primo incontro artistico di Anton Corbijn coi Depeche Mode, a metà anni ’80, dando però l’avvio a un fortunato sodalizio, da allora ininterrotto.

In trent’anni di carriera ha ritratto i grandi del rock e del pop – Bon Jovi, Metallica, Nick Cave, Springsteen, Tom Waits, Morrissey, David Bowie, Massive Attack, Bee Gees – e collaborato con le maggiori riviste musicali, fotografando star per conto del Rolling Stone, di NME, di Q, solo per citarne alcune.

Ha realizzato video per David Sylvian, Brian Adams, Nirvana. Per questi ultimi ha curato il clip di Heart Shaped Box, vincitore dell’MTV Award 1993. Per non parlare, poi, delle collaborazioni più longeve con gruppi dei quali ha forgiato l’immagine artistica: appunto U2, Depeche Mode, R.E.M..

Anton Corbijn artista dell’immagine

Fu la musica a portarlo a Londra dall’Olanda  nel 1979, per seguire la sua passione: il post-punk. Fu qui che iniziò la sua collaborazione con “NME” e poi, a metà anni ’80, la sua attività di videomaker, che gli ha dato la maggior notorietà. Ed è sempre alla passione per la musica che dobbiamo il suo passaggio al cinema. Nel 2007, infatti, debutta alla regia cinematografica con Control: doveroso omaggio alla band da lui più amata, i Joy Division, e alla figura del suo leader, Ian Curtis, morto suicida il 18 maggio del 1980, a soli 23 anni. In questo caso, la scelta cade inevitabilmente sul bianco e nero. Sorprendente la cura con cui il regista sceglie gli interpreti, straordinariamente somiglianti ai componenti del gruppo. Sam Riley brilla nel ruolo del protagonista, cantando lui stesso i brani nelle scene dei concerti e interpretando al meglio la complessa personalità di Curtis, pervasa da quel disagio esistenziale che lo avrebbe portato a impiccarsi nella cucina della sua casa di Macclesfield.

Samantha Morton interpreta il ruolo della moglie, Deborah. Il film è prodotto da quest’ultima – anche autrice della biografia di Ian da cui è tratta la sceneggiatura – e dallo stesso Anton Corbijn. Control è ben accolto dalla critica e ottiene diversi premi: Miglior Attore Sam Riley e Miglior Film Britannico al Festival di Edimburgo, Menzione Speciale Camera d’Oro al Festival di Cannes. Diventa presto una pellicola di culto per gli amanti della storica band di Manchester.

Oggi, l’artista dell’immagine torna a dirigere per il cinema e passa al colore, scegliendo proprio il nostro paese per ambientare un thriller, protagonista George Clooney. L’attore americano veste i panni di Jack: un assassino che decide di cambiare vita, ma prima dovrà portare a termine il suo ultimo lavoro. Nel cast anche attori italiani: Violante Placido, nel ruolo di Clara, Paolo Bonacelli e Filippo Timi.

Antoine Fuqua: “La cosa più difficile in ogni film è il primo giorno sul set”

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Antoine Fuqua“Quando ero un bambino mi piaceva tantissimo Sergio Leone, ho visto tante volte tutti i suoi film. Mi piaceva tanto il suo stile, penso che siano realizzati in maniera eccezionale. All’epoca non sapevo nulla di cinema, ma mi piaceva il ritmo e l’umorismo che c’era sempre nei suoi film. Anche se il personaggio principale era un pistolero, alla fine faceva sempre la cosa giusta.”

Antoine Fuqua ha confessato così, a cuore aperto, la sua passione per Sergio Leone, una passione che lo accompagna fin da bambino e che si è portato dietro anche nella regia di The Equalizer Il Vendicatore, il suo ultimo film con protagonista Denzel Washington che è venuto a presentare a Roma.

Come ha costruito i personaggi? Ha lavorato insieme agli attori?

“E’ stato Denzel che mi ha chiamato a realizzare il film. Lui aveva già letto la sceneggiatura e già sapeva come sarebbe stato il personaggio. E’ stato proprio lui ad aggiungere tante caratteristiche al ruolo, rendendolo quello che vedete sullo schermo. Lui ha deciso di rasarsi a zero, e sempre lui ha voluto che il personaggio fosse ossessivo compulsivo. Ha scelto il tipo di abbigliamento del personaggio, con queste camicie molto larghe. Ha costruito tutti i piccoli dettagli che si sono aggiunti nel tempo al personaggio. In genere con gli attori parlo molto, mi piace fare ricerche sui personaggi e costruirli con gli attori stessi. Alla fine però voglio anche essere sorpreso da loro e magari qualche volta loro tirano fuori dettagli che diventano importanti.”

Nel film non ci sono solo i cattivi canonici. La polizia, ad esempio, non è rappresentata sempre sotto una luce positiva. Come vede le istituzioni, alla luce anche delle notizie della cronaca americana.

“Non mi piacciono le istituzioni. Mi piacciono i poliziotti buoni, ma in generale non mi piace l’abuso di potere, a qualsiasi livello. I poliziotti, soprattutto quelli che girano per strada e che hanno un contatto con le persone, hanno prestato un giuramento di proteggere i cittadini, ma non è sempre così. Quindi ogni volta che posso enfatizzo questo aspetto. Il mio rapporto con le istituzioni è di odio e amore.”

Sony_TheEqualizer_UKQuadIn Training Day Los Angeles era definita come una giungla. Com’è invece Boston, in cui è ambientato questo film? Come mai ha scelto questa città e come mai i cattivi sono esponenti della mafia russa?

“Boston era l’ambientazione della storia da sceneggiatura, così come i russi erano già presenti nella storia. Boston è però un grande personaggio; per definizione è la città dell’istruzione, di Harvard, ma è anche la città degli operai; è una città piccola ma con tanti segreti. Inoltre è la città della mafia: c’è la mafia russa, la mafia italiana, la mafia irlandese. E’ facile sparire a Boston. Durante le riprese del film era un atto un processo contro un rappresentante della mafia irlandese, e l’autista che mi portava sul set ogni giorno era un amico di questo personaggio. Un giorno ci fermiamo e si mette a salutare un ragazzo, scopro poi che anche questo ragazzo era implicato nel processo e dopo una settimana è stato trovato morto. Ecco, questa è Boston.”

Qual è stata la difficoltà più grande durante la realizzazione del film?

“La cosa più difficile di ogni film è il primo giorno. Il regista deve trovare sempre il ritmo giusto con la nuova troupe, il nuovo cast, e con Denzel non lavoravo da 13 anni, per cui non sapevo se saremmo riusciti a ritrovare la sintonia che avevamo raggiunto sul set di Training Day.”

Che influenze registiche ha avuto nella sua carriera? E, se ne avesse la totale libertà, di quale film farebbe un remake?

“Ho sempre visto tanti film. Oltre a Sergio Leone, mi hanno sempre ispirato Scorsese, Coppola e alcuni grandi film, anche di quelli molto vecchi, come il Primo Scarface. Adoro Fellini, faceva film sulle persone e lui aveva un modo così particolare di fare che non sarei assolutamente capace di rifarlo. Un altro film che mi piace tanto è Nuovo Cinema Paradiso, quando sono triste lo rivedo sempre, parla un po’ della mia storia, di quando ero piccolo e per tenermi lontano dalla strada andavo al cinema. Se avessi la libertà totale farei il remake di un film, farei qualcosa tipo Nemico Pubblico, qualcosa che si addice molto alle mie corde. Oltretutto mi accingo a realizzare I Magnifici Sette, che è un remake di un western, e lo farò con Denzel Washington. Quindi avrò già la mia possibilità in questo senso. Ma alcuni film sono così belli che non oserei mai rifarli.”

Antoine Fuqua dirigerà The Short and Tragic Life of Robert Peace

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Antoine Fuqua dirigerà The Short and Tragic Life of Robert Peace

Dopo il grande successo commerciale di The Equalizer con il partner storico Denzel Washington, Antoine Fuqua ora vuole provare nuovamente la corsa all’Oscar (Training Day ebbe nomination solo per gli attori) adattando il libro di Jeff HobbsThe Short and Tragic Life of Robert Peace: A Brillant Young Men who left Newmark for the Ivy League.

Il libro parla della storia di Robert Peace, un afro-americano eccellente in biochimica molecolare e biofisica, che decise di accettare l’offerta di Yale ed entrare così nella Ivy League dei college americani. Il film non dovrebbe vedere la luce prima che Fuqua finisca di realizzare gli altri suoi progetti, ovvero un thriller con Jake Gyllenhaal e il remake de I Magnifici Sette con Denzel Washington.

Fonte: CS.net

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