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Amanda Seyfried per Andrew Niccol in Anon

Amanda Seyfried

Amanda Seyfried si unisce a Clive Owen in Anon, il prossimo sci-fi diretto da Andrew Niccol. Il film è più propriamente un thriller distopico in un’altmosfera fantascientifica e a dirigerlo c’è che del genere se ne intende. A dare la notizia è Screen Daily.

Niccol ha anche firmato la sceneggiatura e torna a lavorare con la Seyfried dopo In Time.

is reporting that actress Amanda Seyfried (Ted 2, While We’re Young) has been cast opposite Clive Owen (“The Knick,” Children of Men) in the dystopian sci-fi thriller Anon from writer/director Andrew Niccol (Gattaca, The Host). Seyfried previously worked with Niccol on the futuristic In Time.

Anon racconta di un detective che vive in un mondo dove privacy e anonimato non esistono. Quando scopre che esiste una donna senza impronte digitali registrate virtualmente, capisce che c’è qualcosa che non va e si mette sulla pista di un gigantesco crimine in atto.

Il film sarà prodotto dallo stesso Niccol e da Oliver SimonDaniel Baur per la K5 Film; nelle prossime settimane dovrebbe essere resa nota anche la scelta della protagonista femminile, non appena sarà concluso il casting.

Vedremo Clive Owen anche nell’atteso Valerian di Luc Besson. Amanda Seyfried è attualmente impegnata nelle riprese di Twin Peaks.

Fonte: CS

 
 

Amanda Seyfried per Andrew Niccol

Amanda Seyfried (Mamma Mia!, Jennifer’s Body) sarà la protagonista femminile di I’m mortal, nuova proposta fantascientifica dell’autore Andrew Niccol  (Gattaca, S1mone, la sceneggiatura di The Truman Show).

 
 

Amanda Seyfried nel cast di While We’re Young

Una notizia del quotidiano The Wrap riporta che Amanda Seyfried avrebbe accettato di unirsi a Ben Stiller, Naomi Watts e Adam Driver nel cast della nuova commedia drammatica diretta da Noah Baumbach intitolata While We’re Young. La vicenda del film segue le vicessitudini di un documentarista (Stiller) e di sua moglie (Watts) la cui vita subisce un brusco cambiamento dopo aver conosciuto una coppia di giovani sposini. La Seyfried dovrebbe dunque apparire nel ruolo della giovane amica della coppia, e nel frattempo ha prestato la sua voce per il nuovo progetto di animazione della 20th Century Fox Epic. Il film verrà prodotto da Scott Rudin ed Eli Bush.

Fonte: comingsoon.net

 
 

Amanda Seyfried nel cast di Pan di Joe Wright

Arriva la conferma che l’attrice Amanda Seyfried si è unita al cast di Pan di Joe Wright che come sappiamo vedrà protagonisti un cast d’eccezione composto da Hugh Jackman, Garrett Hedlund, Rooney Mara, rispettivamente Barbanera, Capitan Uncino e Giglio Tigrato. La conferma arriva da Variety.

Pan è un adattamento del romanzo di J.M. Barrie, Peter Pan, il ragazzo che non voleva crescere. Il film sarà ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale e seguirà le vicende di un irfano, Peter, che viene rapito dai pirati e portato nell’Isola che non c’è.

La sceneggiatura del film è firmata da Jason Fuchs, mentre la produzione è affidata a Greg Berlanti e Paul Webster. Il film uscirà in tutto il mondo il 17 luglio 2015, lo stesso giorno del film Marvel Studios Ant-Man, diretto dall’omonimo di Joe, Edgar Wright.

 
 

Amanda Seyfried in Fathers and Daughters di Gabriele Muccino

Amanda Seyfried

E’ lo stesso Gabriele Muccino ad annunciare, attraverso la sua pagina ufficiale di Facebook, che Amanda Seyfried farà parte del cast del suo nuovo film Fathers and Daughters. L’attrice sarà la figlia di Russell Crowe che, come mi avevamo rivelato qualche giorno fa, sarà il protagonista della pellicola. Ecco le parole del regista:

“E’ stato chiuso il contratto con l’attrice che interpreterà la figlia di Russel Crowe in Fathers and Daugthers. Sarà Amanda Seyfried. Perfetta per il ruolo. A presto, mi auguro a ore, arriverà l’annuncio ufficiale”. 

Fathers and Daughters racconterà di una storia d’amore tra un padre vedovo e in lotta contro una malattia mentale e una 30enne con un passato turbolento. A scrivere la sceneggiatura è stato il semisconosciuto Brad Desch (Shotgun Lovesongs). A produrre la pellicola sarò la Voltage Productions di Craig J. Flores e Nicolas Chartier, insieme alla Busted Shark Productions di Sherryl Clark. Tra i produttori lo stesso Crowe, con la sua Fear Of God Films.

Fonte: Facebook

 
 

Amanda Seyfried ha rifiutato il ruolo di Gamora nel MCU

Interpretare un supereroe è un privilegio e una responsabilità, ma non è da trascurare il potere che questa scelta esercita sul futuro professionale delle star. E se alcune di loro sono entrate nel meraviglioso mondo dei cinecomic Marvel quando erano poco più che sconosciuti, e altri si sono risollevati dopo anni di anonimato, c’è chi invece ha scelto deliberatamente di non farne parte come Amanda Seyfried.

L’attrice, intervistata da MTV in occasione dell’uscita di The Art of Racing in the Rain (film che la vede protagonista al fianco di Milo Ventimiglia) ha infatti confessato di essere stata contattata anni fa da Kevin Feige e che il ruolo offertole – quello di Gamora in Guardiani della Galassia Vol.1 – fu rifiutato per diverse ragioni:

Una volta rifiutai una parte in un film di supereroi e da allora non mi hanno più richiamata. Ed è stato un grande successo. Non me ne pento perché non volevo essere verde per sei mesi ogni anno. Hollywood sa raccontare bellissime storie attraverso i supereroi, e ora mia figlia è davvero ossessionata da questi personaggi quindi una parte di me vorrebbe aver accettato quella parte, mentre l’altra parte di me ha preferito vivere la mia vita felicemente.”

Il personaggio, come saprete, è stato poi affidato a Zoe Saldana, che interpreta l’eroina dal primo film dei Guardiani e che tornerà, molto probabilmente, anche nel terzo capitolo annunciato del franchise ora in fase di sviluppo.

Leggi anche – Amanda Seyfried: 10 cose che non sai sull’attrice

 
 

Amanda Seyfried e Un milione di modi per morire

Mentre si sta preparando a presentare la cerimonia degli Oscar, Seth McFarlane continua a sviluppare il suo prossimo lavoro, una commegia western il cui titolo dovrebbe essere A Million Ways To Die In The West.

Il regista avrebbe punterebbe ad avere Amanda Seyfried nel cast e le trattative in questo senso sono già cominciate; il film – che McFarlane ha anche contribuito a scrivere e al quale parteciperà anche come attore, oltre a dirigerlo – ha già conquistato la presenta di Charlize Theron.

Protagonista è un mite pastore che viene piantato dalla fidanzata (il personaggio per il quale sarebbe stata contattata Amanda Seyfried) dopo essere scappato di fronte a una sparatoria avvenuta nel suo terreno; per poterla riconquistare, stringerà un patto con la moglie di un noto criminale (Charlize Theron) che gli insegnerà a sparare; trai due si creerà un legame speciale, che però causerà ulteriori problemi quando il fuorilegge tornerà a farsi vivo.

Assieme a McFarlane, hanno scritto la sceneggiatura Alec Sulkin e Wellesley Wild, già suoi collaboratori per Ted; l’avvio delle riprese è fissato per maggio.

Fonte: Empire

 
 

Amanda Seyfried e Taylor Swift ne I miserabili?

Si va completando il cast del musical ispirato a I Miserabili di Victor Hugo, firmato da Tom Hooper: secondo le ultime indiscrezioni, ad Amanda Seyfried e Taylor Swift sarebbero stati offerti, rispettivamente, i ruoli di Cosette ed Eponine. Quello di Cosette sarà, naturalmente uno dei personaggi chiave: è infatti la figlia di Fantine (Anne Hathaway), che viene in seguito salvata e adottata da Jean Valjean (Hugh Jackman), finendo poi per venire coinvolta in un triangolo amoroso con Marius (Ediie Redmayne) ed Eponine (che potrebbe appunto venire interpretata dalla Swift).

Né la Seyfried né la Swift sarebbero però ancora entrate in trattative ufficiali. La seconda, ormai affermatasi come cantante country-pop, non ha praticamente alcuna esperienza cinematografica di rilievo; certamente più ricco il curriculum della Seyfried, che con I Miserabili avrebbe peraltro modo di utilizzare un’altra delle sue capacità, avendo anche studiato canto operistico (oltre ad aver già mostrato le sue doti canore in Mamma Mia!). Hooper avrebbe peraltro intenzione di far cantare i brani del film dal vivo agli attori senza ricorrere a materiale pre-registrato. Del cast farà parte anche Russel Crowe nel ruolo dell’ispettore Jawert, che per tutta la storia dà la caccia a Valjean. L’inizio delle riprese è previsto per febbraio.

Fonte: EMPIRE

 
 

Amanda Seyfried e Clive Owen sul set di Anon

Amanda Seyfried

ComingSoon.net ci mostra in esclusiva le prime immagini di Amanda Seyfried e Clive Owen dal set allestito a New York di Anon, il prossimo sci-fi diretto da Andrew Niccol.

Il film è più propriamente un thriller distopico in un’altmosfera fantascientifica e a dirigerlo c’è che del genere se ne intende. Niccol ha anche firmato la sceneggiatura e torna a lavorare con la Seyfried dopo In Time.

Anon racconta di un detective che vive in un mondo dove privacy e anonimato non esistono. Quando scopre che esiste una donna senza impronte digitali registrate virtualmente, capisce che c’è qualcosa che non va e si mette sulla pista di un gigantesco crimine in atto.

Il film sarà prodotto dallo stesso Niccol e da Oliver SimonDaniel Baur per la K5 Film.

Vedremo Clive Owen anche nell’atteso Valerian di Luc Besson. Amanda Seyfried è attualmente impegnata nelle riprese di Twin Peaks.

Fonte: CS

 
 

Amanda Seyfried al posto di Emma Stone in He’s Fuckin’ Perfect

Amanda Seyfried film

La bella Amanda Seyfried è stata appena scelta per interpretare la protagonista femminili del film He’s Fuckin’ Perfect, una romcom prodotta da Will Ferrell e Adam McKay e diretta dal regista della serie tv Funny or Die Jake Szymanski. Se il titolo vi suona familiare è perchè al ruolo era stata precedentemente associata Emma Stone che però è stata adesso sostituita dalla Seyfried.

Il film racconta di una ragazza esperta di social media che è pessimista sull’amore e triova sempre difetti nelle relazioni dei suoi amici. Quando questa abitudine la porterà a scoprire il ragazzo perfetto, decide di usare la sua abilità con internet per trasformare se stessa nella sua partner perfetta.

Amanda Seyfried sta vivendo un momento molto impegnato, infatti dopo i successi raccolti nella passata stagione cinematografica grazie a Les Miserables, l’attrice è ora già coinvolta nel prossimo film di Seth MacFarlane, un western da titolo A Million Ways to Die in the West, mentre è impegnata con le riprese di While We’re Young con Noah Baumbach. Dopo questo impegno la aspetta Z for Zachariah, un adattamento sci-fi di Craig Zobel e poi Three Little Words, un dramma diretto da James Mangold. Per sua fortuna He’s Fuckin’ Perfect non ha ancora una data di inizio riprese, e quindi la Seyfried può gestire come meglio crede il suo tempo, per ora.

Fonte: SF

 
 

Amanda Peet in Identity Thief

Amanda Peet (I fantastici viaggi di Gulliver) entra nel cast della commedia Identity Thief, inizialmente intitolata ID Thief; raggiunge Jason Bateman (Juno)

 
 

Amanda Knox: recensione del Doc Netflix

Amanda Knox

Il 1 novembre 2007 si consumò a Perugia l’omicidio della giovane Meredith Kercher, studentessa inglese in Italia nell’ambito del progetto Erasmus. Per l’omicidio è stato condannato in via definitiva l’ivoriano Rudy Guede. Come concorrenti dello stesso, furono inizialmente condannati la statunitense Amanda Knox (una delle coinquiline di Meredith) e il suo ragazzo dell’epoca, l’italiano Raffaele Sollecito. Nel giro di poche settimane la Knox divenne la protagonista di uno dei più risonanti casi di cronaca nera mai avvenuti in Italia e, con il passare degli anni, di quello che è stato definito il “processo del secolo”.

Oggi, a circa un anno e mezzo dall’annullamento senza rinvio delle condanne alla Knox e a Sollecito (ufficialmente assolti per non aver commesso il fatto), arriva su Netflix Amanda Knox, documentario diretto dai registi Rod Blackhurst e Brian McGinn, che prova a gettare nuova luce su una delle più discusse e controverse protagoniste delle pagine di cronaca che la recente storia italiana ricordi.

Nonostante il forte eco nazionale e internazionale che il caso ha avuto (quindi la conseguente presunzione di un’onniscienza dei fatti da parte dei più), il documentario di Blackhurst e McGinn risulta interessante grazie alla vasta quantità di materiale inedito che il duo utilizza per ricostruire in maniera lineare, cronistica, quanto accaduto dall’arrivo di Amanda nel capoluogo umbro fino al 27 marzo 2015, quando l’annullamento senza rivio delle condanne alla giovane e a Solletico pose definitivamente fine a uno dei casi giudiziari più travagliati di sempre.

Amanda Knox documentarioVengono mostrate le immagini girate sulla scena del crimine e utilizzate dagli inquirenti per le indagini, le ricostruzioni fatte dalla scientifica, addirittura la reazione di Amanda e della sua famiglia alla lettura del verdetto della Suprema Corte di Cassazione. Tutto materiale raccolto nel corso di 5 anni di meticoloso lavoro tra Italia, America e Inghilterra, che i due registi alternano alle dichiarazioni dei veri protagonisti della storia (dalla Knox a Sollecito, dal pm Giuliano Mignini al giornalista del Daily Mail, Nick Pisa, fino a Valter Biscotti, avvocato di Guede), suscitando ancora clamore proprio per la palese impossibilità di riuscire a mettere il punto a una vicenda dall’interesse viscerale che continua a lasciare in chi ne è ossessionato (o semplicemente appassionato) più domande che risposte.

Amanda Knox

Pur cedendo alla velata empatia nei confronti della protagonista (troppo eccessiva nel finale), Amanda Knox ricostruisce in maniera precisa e accurata, attraverso un approccio più televisivo che cinematografico, un caso vittima del sensazionalismo mediatico e della morbosità umana, quella che giudica, etichetta, distrugge soltanto perché – nelle parole della stessa Amanda (attualmente giornalista freelance per un giornale di Seattle) – “le persone vogliono essere sicure di sapere chi sono i cattivi e che non sono loro”.

Sull’omicidio di Meredith Kercher sono stati realizzati il film per la tv intitolato Amanda Knox: Murder on Trial in Italy del 2001 con protagonista Hayden Panettiere, e il film The Face of an Angel del 2014 diretto da Michael Winterbottom con Daniel Brühl, Kate Beckinsale e Cara Delevingne.

 
 

Amadeus: recensione del film di Miloš Forman

Amadeus

Amadeus è un film del 1984 diretto da Miloš Forman con protagonista F. Murray Abraham, Tom Hulce, Elizabeth Berridge, Simon Callow, Jeffrey Jones, Roy Dotrice, Christine Ebersole, Richard Frank, Cynthia Nixon, Charles Kay, Vincent Schiavelli, Patrick Hines.

AmadeusTrama: Vienna, 1823. Durante la sua permanenza in manicomio, il compositore Antonio Salieri narra la funesta ammirazione provata nel corso della sua vita per Wolfgang Amadeus Mozart.

Consapevole della propria mediocrità, Salieri ripercorre l’invidia suscitata dal genio dell’esuberante rivale, mutata poi in tragica ossessione. Tra follia, adorazione e intimi dissensi inestinguibili, l’ostilità di Salieri nei confronti di Mozart alimenta la più ampia conflittualità fra Salieri e Dio.

Analisi:

“Tramite quel piccolo uomo, Dio riusciva a far giungere a tutti la propria voce, irrefrenabilmente, rendendo più amara la mia sconfitta ad ogni nota”

Amadeus è uno dei capolavori intramontabili della storia del cinema. La pellicola diretta da Miloš Forman non è un vero e proprio biopic, ma una rappresentazione senza tempo di un grande dilemma che tormenta l’essere umano: l’eterno conflitto interiore.

Amadeus è una strepitosa messa in scena della presunta rivalità tra il geniale Wolfgang Amadeus Mozart e il compositore di corte Antonio Salieri, considerato il migliore autore musicale a Vienna sino all’arrivo del talentuoso enfant prodige salisburghese. Amadeus è tratto dall’opera teatrale di successo di Peter Shaffer, rappresentata negli anni settanta e ispirata a un dramma scritto da Aleksandr Sergeevič Puškin in cui si narra la (mai realmente documentata) opposizione tra Salieri e Mozart, ipotizzando l’avvelenamento di quest’ultimo a opera del compositore italiano.

Come mostrato superbamente nel film, Salieri è infatti invidioso del talento prodigioso di Mozart, un “vanaglorioso, libidinoso, sconcio, infantile ragazzo”. A dispetto dell’astio del tormentato compositore di corte, la musica di Mozart costituisce l’incarnazione di Dio in tutta la sua sublime essenza. Questo il dramma per Antonio Salieri: consapevole della propria mediocrità – malgrado il sincero desiderio di onorare Dio con la sua musica – Salieri è impotente di fronte alla grandiosità e all’armonia dell’arte di Mozart.

Tra implacabile ammirazione e fatale invidia, l’uomo si ribella all’ingiustizia di Dio, che ha scelto un “fanciullo osceno” come proprio strumento, e si impegna a ostacolare la creatura terrena per trionfare sull’irrisione divina, emblematicamente riconosciuta nella squillante risata di Mozart.

AmadeusDel resto Amadeus (Theophilus) significa proprio “amato da Dio”, mentre Salieri è costretto non solo a misurarsi con quel schiacciante senso di mediocrità che chiunque coltivi un talento riconosce nel proprio essere, ma deve anche fronteggiare un Dio che, ai suoi occhi, si beffa di lui.

F. Murray Abraham dà vita al tormento, alla follia e allo straziante rigore di Salieri nella sua triplice lotta con se stesso, Dio e Mozart. L’attore si mimetizza perfettamente nella maschera dell’anziano Salieri dalla potente espressività, così come nei tratti del compositore che convive con il crescente strazio suscitato dal talento e dall’esuberanza di Mozart. Quest’ultimo è interpretato da uno straordinario Tom Hulce, che anima il film con la sua baldanza e spavalderia, restituendoci l’immagine di una rock star ante litteram, terreno nella sua sregolata condotta, fanciullesco, sfrontato e sicuro di sé, ma divino nell’armonia imperturbabile della sua musica. L’attore suona davvero ogni singola nota al piano, persino nell’iconica scena in cui suona disteso all’indietro.

Amadeus

Le perfette interpretazioni dei due protagonisti rappresentano una lezione di recitazione e sprigionano un impressionante magnetismo nella parte finale, in cui Mozart detta a Salieri il Confutatis sul letto di morte. Benché si tratti di una licenza che esula dalla storicità, la scena è di una suggestione impressionante non soltanto per la prova da manuale dei due interpreti, ma anche per la carica emblematica della situazione: Salieri non riesce a comprendere la frenetica dettatura di Mozart, al quale ogni complicato passaggio e virtuosismo appare invece chiaro e semplice. L’affaticato tentativo di Salieri di seguire il ritmo del geniale rivale è la sua ultima sconfitta, giacché la celeste armonia di Mozart rischia di essere offuscata dal pietoso intento di assimilare la sua gloria: il prezzo da pagare è il tormento esistenziale.

La sontuosa regia di Miloš Forman dipinge l’opulenza e l’ottusità di una corte sfarzosa che trova difficoltà ad adattarsi alla freschezza e all’originalità delle composizioni di Mozart, la cui immortalità è sancita all’indomani della sua morte.

A metà fra tragedia dell’umano, esaltazione del talento, farsa e spiccata teatralità, Amadeus è una pellicola fatta di contrasti perfettamente orchestrati, di luci e ombre, di gioiosa musicalità (Il Ratto del Serraglio, Le Nozze di Figaro, Il Flauto Magico) alternata a inquietanti rappresentazioni (su tutte, la lugubre sublimità del Don Giovanni, uno dei momenti più alti del film).

AmadeusSenza contare su una colonna sonora apposita, Amadeus fa uso strepitoso delle musiche  e delle opere di Mozart sino alla solennità del Requiem incompiuto, commissionato da un misterioso individuo dall’angosciante maschera (nel film, si tratta di Salieri) e che chiude questa ammaliante sinfonia visiva.

La spettacolare pellicola ha conquistato innumerevoli premi, tra cui ben otto Oscar (film, regia, attore protagonista – F. Murray Abraham, sceneggiatura non originale, costumi, scenografia, trucco, sonoro), quattro Golden Globe, quattro Bafta e tre David di Donatello.

Nel 2002 è uscita una versione con venti minuti aggiuntivi. La Director’s Cut è un arricchimento perfetto e appositamente ridoppiato nell’edizione italiana (eccezionale soprattutto il lavoro svolto da Massimiliano Alto che dà voce a Mozart).

Amadeus è un’opera magniloquente e ipnotica, in grado di celebrare al tempo stesso la miseria e la grandezza dell’uomo e la secolare risonanza della sua arte.

 
 

Amadeus con Will Sharpe e Paul Bettany, le prime immagini

Svelate le prime immagini della nuova serie Sky Original AMADEUS, con Will Sharpe (Too Much, The White Lotus) nei panni del prodigio musicale Wolfgang “Amadeus” Mozart, Paul Bettany (WandaVision, A Very British Scandal) in quelli dell’invidioso compositore di corte Antonio Salieri, e Gabrielle Creevey (In My Skin, The Pact) nel ruolo di Constanze Weber, moglie lealissima di Mozart. La serie debutterà prossimamente in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW.

Basata sulla acclamata opera teatrale di Peter Shaffer, audacemente adattata da Joe Barton (Black Doves, Giri/Haji, The Lazarus Project), questa spettacolare rivisitazione in cinque episodi esplora l’ascesa fulminea e la caduta leggendaria di uno dei compositori più iconici della storia — e rockstar virtuoso del XVIII secolo, Wolfgang “Amadeus” Mozart.

Le prime foto di Amadeus

Quando il venticinquenne Amadeus arriva nella vivace Vienna del Settecento, non più un bambino prodigio e desideroso di libertà creativa, il suo destino si intreccia con due figure fondamentali: la sua futura moglie Constanze Weber, di incrollabile fedeltà, e il devotissimo compositore di corte Antonio Salieri. Mentre il genio di Amadeus continua a sbocciare nonostante i suoi demoni interiori, una reputazione controversa e lo scetticismo della conservatrice corte viennese, Salieri è sempre più tormentato da quello che percepisce come un dono divino.

Amadeus diventa una minaccia a tutto ciò che egli considera sacro: il suo talento, la sua reputazione e persino la sua fede in Dio. Salieri giura di distruggerlo. Quella che nasce come una rivalità professionale si trasforma in un’ossessione profondamente personale, destinata a durare trent’anni, e a culminare in una confessione di omicidio e in un disperato tentativo di legare per sempre il proprio nome all’eredità di Mozart.

AMADEUS è prodotta da Two Cities Television (parte di STV Studios) in collaborazione con Sky Studios. Megan Spanjian è produttrice esecutiva per Sky Studios. Michael Jackson (Patrick Melrose) e Stephen Wright (Blue Lights) sono produttori esecutivi per Two Cities Television. Il produttore esecutivo della serie è John Griffin. Julian Farino (Giri/Haji – Dovere/Vergogna) e Alice Seabright (Chloe, Sex Education) sono i registi. Barton, Sharpe, Bettany e Farino figurano come produttori esecutivi. Seabright è anche Co-Executive Producer. NBCUniversal Global TV Distribution si occupa delle vendite internazionali della serie per conto di Sky Studios.

AMADEUS | Prossimamente in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW

 
 

Amabili resti (The Lovely Bones): trailer del film di Peter Jackson

Guarda il trailer ufficiale di Amabili resti (The Lovely Bones), il nuovo film del regista Premio Oscar Peter Jackson con protagonista Saoirse Ronan, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo. Nel cast anche Mark Wahlberg, Susan Sarandon e Stanley Tucci.

 
 

Alys Rivers: chi è la Strega di Harrenhal e quali sono i suoi poteri in House of the Dragon

La stagione 2, episodio 3 di House of the Dragon introduce al pubblico il personaggio di Alys Rivers, uno dei personaggi più mistici dell’universo fantasy della HBO. Il Trono di Spade è un fantasy a basso contenuto magico, in cui l’uso del potere magico è limitato rispetto a franchise come Harry Potter o The Witcher. La cronologia della seconda stagione di House of the Dragon si svolge circa 170 anni prima de Il Trono di Spade, ma la magia non ha più un ruolo prevalente nella società di Westeros ed è considerata già una questione di leggenda, nonostante l’abbondanza di draghi vivi all’epoca.

Alys Rivers è tra i nuovi personaggi della seconda stagione di House of the Dragon e appare nell’episodio 3 all’arrivo di Daemon ad Harrenhal. Harrenhal è la sede della Casa Strong durante questo periodo della storia di Westeros e Alys è una figlia bastarda della nobile famiglia che include personaggi come Lord Larys (come un bastardo del Nord si chiama “Snow”, un bastardo delle Terre dei Fiumi si chiama “Rivers”). Daemon ha appena lasciato Roccia del Drago dopo una brutale discussione con Rhaenyra e il suo stato mentale è suscettibile di manipolazione. Comincia ad avere visioni, che vengono attribuite alle capacità di Alys, sebbene la portata della sua “magia” sia lasciata vaga.

Alys Rivers ha poteri magici? È una strega?

I poteri magici sono vaghi nell’universo di George R.R. Martin, ma Alys è nota per avere visioni

L’idea dei “poteri magici” nella serie di libri Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R.R. Martin e nell’universo esteso è sempre un po’ oscura. Naturalmente, il pubblico ha visto accadere cose magiche sia in Il Trono di Spade che in House of the Dragon. Gli stregoni di Qarth fanno sì che Daenerys abbia visioni, personaggi come Helaena Targaryen e Aegon il Conquistatore hanno sogni profetici e ci sono creature magiche come draghi ed Estranei. Ma non esiste un sistema magico definito e i poteri di Alys Rivers sono in linea con quel livello di misticismo.

Non è una strega nel senso che lancia incantesimi, ma lavora con pozioni e medicine di varietà anormale. Probabilmente ha visioni in un modo simile a Helaena o Melisandre di Il Trono di Spade. Per non parlare del fatto che Harrenhal e il lago Occhio degli Dei sono luoghi di Westeros noti per vaghe proprietà mistiche. Tutto ciò la rende uno dei personaggi più misteriosi della serie, anche se probabilmente non ci saranno spiegazioni chiare su cosa sia esattamente capace di fare e come. Fa parte del fascino della magia in George R.R. Martin.

Chi interpreta Alys Rivers in House of the Dragon

Alys è interpretata dall’attrice GLOW Gayle Rankin

L’attrice Gayle Rankin si unisce al cast della seconda stagione di House of the Dragon nei panni di Alys Rivers. L’abbiamo vista in ruoli in serie TV come GLOW e la miniserie Perry Mason. È apparsa anche nei film The Greatest Showman e Men di Alex Garland. Rankin è un’attrice scozzese attiva nel settore dal 2012, il suo ruolo in House of the Dragon le permette di continuare a collezionare una lunga serie di interpretazioni in serie di alto livello. È un’entusiasmante giovane attrice capace di offrire una performance unica al dramma fantasy della HBO.

Quanti anni ha Alys Rivers?

L’età di Alys Rivers è oggetto di confusione nel libro

Proprio come è accaduto per Melisandre, l’età di Alys Rivers è oggetto di confusione nel libro. I capitoli della Danza dei Draghi di Fire & Blood sono scritti da punti di vista storici separati, che spesso non sono d’accordo sulle loro valutazioni quando si tratta di dettagli specifici dei personaggi. Nel caso di Alys, le affermazioni suggeriscono che sia in circolazione da un po’ di tempo, e tutti gli storici immaginari concordano sul fatto che avesse almeno 40 anni.

House of the Dragon apporta diverse modifiche al libro Fire & Blood, lasciando alla serie l’opportunità di aggiungere ulteriori dettagli a questo argomento. Per quanto riguarda la stagione 2, episodio 3, Alys Rivers sembra avere più o meno la stessa età della sua attrice, il che significa che sembra avere circa 30 anni. Tuttavia, questo potrebbe essere parte del suo inganno e gli episodi futuri potrebbero rivelare che ha molti anni in più.

Cosa succede con Alys Rivers e Daemon ad Harrenhal

Alys in qualche modo fa sì che Daemon abbia visioni inquietanti, costringendolo ad affrontare i suoi demoni interiori

All’arrivo di Daemon ad Harrenhal, l’antico castello spettrale sembra essere un passaggio tortuoso nella sua psicologia. Verso la fine dell’episodio, Daemon inizia ad avere visioni, inclusa quella della giovane Rhaenyra che ricuce la testa di un ragazzino, suggerendo il suo senso di colpa per il suo coinvolgimento nelle gesta di Blood & Cheese. Dopo la discussione tra Daemon e Rhaenyra nell’episodio 2 della stagione 2, Daemon lotta con le sue emozioni durante il suo viaggio verso Harrenhal, e questo sembra averlo reso in qualche modo suscettibile ad Alys.

Il modo in cui Alys causa le visioni di Daemon è da verificare. Potrebbe essere dovuto a una sorta di pozione che ha bevuto, poiché la scena di Daemon con Ser Simon Strong suggerisce la possibilità che il suo cibo sia avvelenato. Mentre Simon Strong non sembra avere alcuna cattiva intenzione nei confronti di Daemon, Alys Rivers ha qualche premonizione riguardo alla morte di Daemon ad Harrenhal, il che potrebbe essere il motivo per cui si è interessata a lui.

La storia più grande di Alys Rivers è con Aemond Targaryen

In Fire & Blood, Alys è legata principalmente a Aemond attraverso una sottotrama romantica

In Fire & Blood, la storia di Alys Rivers è principalmente incentrata sul principe Aemond Targaryen, e non viene menzionata alcuna interazione con Daemon a parte quella relativa alla sua presa iniziale di Harrenhal. Ad un certo punto, Aemond riprende il castello per i Verdi e riesce a far sì che la maggior parte del castello sia giustiziato, ma decide di risparmiare Alys e la prende come suo premio. Alys in seguito afferma di essere incinta del figlio del principe Aemond e viaggia con lui per un periodo quando lascia Harrenhal.

Uno degli scontri più significativi nella Danza dei Draghi è il duello tra Daemon e Aemond sopra l’Occhio degli Dei ad Harrenhal. Aemond afferma che Alys ha visto Daemon ad Harrenhal nelle sue visioni, e torna al castello per affrontare suo zio. Prima di prendere il volo per il duello a dorso di drago, Aemond bacia Alys. Non ritorna, ma non è qui che finisce la storia di Alys.

Cosa succede a Alys Rivers dopo House Of The Dragon

Alys governa Harrenhal per un certo periodo come “regina strega”

Dopo la Danza dei Draghi, Aegon III, figlio di Rhaenyra, finisce sul Trono di Spade. Larys Strong viene giustiziato per ordine di Cregan Stark durante l’Ora del Lupo e il nuovo Aegon cerca di ricreare la stabilità nel suo regno. Durante questo periodo, si diffusero voci secondo cui Harrenhal era governata da una “Regina Strega”, che si scoprì essere Alys Rivers. Dichiara che lei e Aemond si sono sposati, cosa che rende il loro figlio il legittimo erede al Trono di Spade seguendo la linea di sangue di Aegon II. È improbabile che la serie House of the Dragon arrivi fin qui, ma è una tradizione divertente.

House of the Dragon stagione 2 è disponibile su Sky e NOW (in contemporanea con gli Stati Uniti), con un nuovo episodio a settimana.

 
 

Alyn of Hull: Chi è questo personaggio della seconda stagione di House of the Dragon?

house of the dragon Alyn of Hull -abubakar-salim

La première della Stagione 2 della House of the Dragon ha visto il ritorno di molti personaggi iconici, come Daemon (Matt Smith) e Rhaenyra (Emma D’Arcy). Tuttavia, ha anche introdotto alcuni nuovi attori nell’universo di Game of Thrones. Lord Cregan Stark (Tom Taylor), insieme a Hugh Hammer (Kieran Bew) e all’atteso duo Blood (Sam C. Wilson) & Cheese (Mark Stobbart) sono finalmente arrivati sullo schermo. L’episodio 1 ha visto la presenza di Alyn di Hull (Abubakar Salim) in una breve scena e, sebbene sia apparso solo come personaggio secondario, c’è molto di più nella storia di Alyn.

Corlys (Steven Toussaint) cerca Alyn per ringraziarlo di avergli salvato la vita durante la guerra nelle Pietre Graffe. È interessante notare che Alyn non offre lui stesso l’informazione e sembra che preferisca passare inosservato a Corlys. Alyn è visibilmente nervoso quando parla con Corlys, il che indica che potrebbe essere già consapevole della sua eredità, anche se Corlys non lo è. Nei libri Alyn era un semplice marinaio su una nave commerciale, ma la serie cambia il suo background rendendolo un veterano della Guerra di Stepstones, dove probabilmente ha servito sotto Corlys e Vaemond (Wil Johnson).

Driftmark ha bisogno di un nuovo erede

Con la morte di Lucerys (Elliot Grihault), Corlys non ha un erede che possa ereditare Driftmark, costringendolo a mettere in discussione la sua eredità. Dopo la morte di Laenor (John MacMillan), Corlys è tornato a Stepstones per combattere di nuovo la triarchia, scampando per un pelo alla sua vita. Corlys è vecchio, ferito e non riesce a comandare le sue flotte con lo stesso vigore di un tempo. Alla fine della Stagione 1, Corlys è alle prese con la sua ricerca di una grande eredità. Ha perso sia i figli che il fratello, lasciando Corlys unicamente dipendente da Lucerys per portare avanti il nome di Velaryon, nonostante la sua discutibile eredità come Forte. L’unica opzione possibile per continuare la sua discendenza sarebbe quella di far sposare Rhaena (Phoebe Campbell) con Joffrey (Oscar Eskinazi), che è molto giovane e non produrrà altri eredi nel corso della sua vita. Tuttavia, ci sono ancora altre opzioni.

L’eredità segreta di Alyn

Alyn è un personaggio importante ne “La danza dei draghi”, lui e suo fratello Addam (Clinton Liberty) sono Velaryon illegittimi. Il romanzo originale di Fuoco e sangue ipotizza che Corlys o Laenor abbiano generato Alyn. Corlys è il candidato più adatto in House of the Dragon, dato che Laenor si rivela essere gay. Alyn diventerà importante più avanti nella stagione, quando verranno introdotti i Dragonseed. I Dragonseeds sono vari bambini nati illegittimamente con sangue valyriano. Quando la Squadra Nera cerca altri Dragonieri per i suoi draghi indomiti, si rivolge ai bambini di bassa estrazione che possono potenzialmente discendere dai Targaryen e dai Velaryon. Alyn non riesce a reclamare il drago Sheepstealer ma riesce a sopravvivere alla prova, il che lo rende una delle poche persone vive a sopravvivere a un tentativo fallito di reclamare un drago.

Mentre molti personaggi cavalcano draghi nella serie, Alyn è più adatto alla guerra navale, il che lo rende più paragonabile a Corlys. Come suo padre, Alyn è diventato famoso per i suoi viaggi in mare. Corlys si è guadagnato la fama grazie ai suoi famosi nove viaggi. Allo stesso modo, Alyn intraprende sei viaggi attraverso il mare stretto, guadagnandosi alla fine il nome di “Pugno di quercia”. Senza addentrarci troppo nel territorio degli spoiler, Alyn diventa una figura fondamentale ne “La danza dei draghi” e dimostra di essere degno del nome di suo padre.

Come Alyn influisce sul matrimonio di Corlys e Rhaenys

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Alyn pone un problema alla relazione di Corlys con Rhaenys (Eve Best). Corlys e Rhaenys erano uno dei matrimoni più sani rispetto alle molte relazioni tossiche presenti nella Stagione 1 della Casa del Drago. Tuttavia, Alyn e Addam sono la prova vivente dell’infedeltà di Corlys nei confronti della moglie. Alyn è paragonabile a Jon Snow all’inizio di Game of Thrones. Come Jon, Alyn è nato illegalmente ma ha le stesse qualità del padre, il che provoca un forte risentimento da parte della moglie del padre. A parte una furia omicida nella stagione 1, episodio 9, Rhaenys è sempre stata una delle Targaryen più equilibrate della Casa del Drago, ma anche lei ha i suoi limiti. Dopo aver perso tutti i suoi figli, l’idea di un bambino nato dagli affari di Corlys potrebbe essere troppo per lei da sopportare. Nonostante i figli di Rhaenyra non abbiano alcun legame con Laenor, Rhaenys li riconosce come suoi nipoti, ma accettare Alyn potrebbe essere un passo troppo lungo.

House of the Dragon ha ancora molti nuovi personaggi da introdurre, come il fratello di Alyn, Addam. Viste alcune modifiche apportate al materiale di partenza nella Stagione 1, sarà interessante vedere come si svolgeranno gli eventi intorno a questi nuovi personaggi nella Stagione 2. Addam finirà per reclamare il vecchio drago di Laenor, Seasmoke, il che pone la questione di come Seasmoke possa piegarsi a un altro cavaliere mentre Laenor è ancora in vita. La presenza di altri Velaryon modificherà inevitabilmente la gerarchia di successione all’interno della famiglia e potrebbe portare a ulteriori dispute su chi erediterà il trono di Driftwood da Corlys.

House of the Dragon stagione 2 è disponibile su Sky e NOW (in contemporanea con gli Stati Uniti), con un nuovo episodio a settimana.

House of Dragon – stagione 2 in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 
 

Alyn di Hull: perché si rade la testa in House of the Dragon 2×06?

House of the Dragon Alyn of Hull

ATTENZIONE – l’articolo contiene SPOILER su House of the Dragon 2×06 dal titolo “Il popolo”

House of the Dragon 2×06 (qui la recensione dell’episodio dal titolo “Il popolo”) mostra Alyn di Hull che si rade la testa, in una scena molto importante della puntata che condivide con il fratello Addam. C’è una ragione particolare per cui lo fa. Interpretata da Abubakar Salim, Alyn si è unito al cast della seconda stagione di House of the Dragon nei panni di una figura enigmatica che viene dal Driftmark e ha salvato Lord Corlys Velaryon. La sua storia non è stata approfondita fino a questo momento, ma sappiamo che Corlys Velaryon sembra essersi interessato a lui dopo che Alyn gli ha salvato la vita durante un conflitto fuori campo avvenuto intorno alla fine della prima stagione. Ma l’interesse del Serpente di Mare per Alyn va oltre.

Alyn di Hull è tra i tanti nuovi personaggi di House of the Dragon 2 il cui scopo non è stato ancora del tutto chiarito. Come suo fratello Addam e altri personaggi come Ulf e Hugh, sono stati lentamente integrati nel corso degli episodi con solo piccoli accenni al loro scopo più ampio. Il più grande indizio di Alyn viene mostrato nell’episodio 6, quando lo vediamo radersi i capelli. Addam gli dice che non potrà nascondere questa cosa per sempre, ma Alyn continua a radersi. A cosa si riferisce?

Alyn di Hull si rade la testa per nascondere i suoi capelli valyriani e la sua vera parentela

Alyn vuole nascondere i suoi capelli argentati di Valyria

Se non è stato chiarito dal particolare interesse di Corlys e dalle scene con Rhaenys Targaryen su Driftmark, Alyn di Hull è il figlio bastardo di Corlys Velaryon. Mentre Addam spera di ottenere qualcosa dai suoi genitori e incoraggia Alyn ad abbracciare l’improvviso interesse del Serpente di Mare nei loro confronti, Alyn cerca di nascondere le sue origini valyriane. Un modo per farlo è radersi i capelli, e nascondere così l’argento della sua chioma, segno inequivocabile della sua origine.

Questo è particolarmente importante per la narrativa di House of the Dragon ora che Rhaenyra e Jacaerys sono specificamente alla ricerca di discendenti delle linee valyriane. Ser Steffon Darklyn cerca di montare sul drago Seasmoke perché ha un Targaryen tra i suoi antenati, ma non riesce a stabilire il legame. Tuttavia, il finale di puntata sottintende che Addam di Hull si è unito a Seasmoke. Alyn e Addam sono i personaggi rimasti nella serie più vicini al lignaggio valyriano.

Quando verrà rivelato in House Of The Dragon che Alyn è il figlio di Corlys?

Corlys potrebbe aver legittimato Alyn entro la fine della seconda stagione

Alyn, essendo il figlio di Corlys, è fondamentale per la Danza dei Draghi. Un’importante sottotrama stabilita durante la stagione è che Corlys è vecchio e non ha un erede per la sua casa, cosa che mette a rischio l’eredità di Velaryon, se dovesse morire in guerra. Parte dell’interesse di Corlys per Alyn è che vede in lui l’opportunità di un nuovo erede se riesce a legittimare il bastardo come un vero Velaryon. Con Addam che rivendica Seasmoke, Corlys potrebbe annunciare apertamente che Alyn e Addam sono suoi figli entro la fine della stagione 2 di House of the Dragon.

House of the Dragon stagione 2 è disponibile su Sky e NOW (in contemporanea con gli Stati Uniti), con un nuovo episodio a settimana.

 
 

Alycia Debnam-Carey: 10 cose che non sai sull’attrice

Alycia Debnam-Carey

La giovane Alycia Debnam-Carey ha acquisito molta popolarità negli ultimi anni grazie ai suoi ruoli di rilievo, ricoperti tanto al cinema quanto in televisione. Per il piccolo schermo, in particolare, è stata particolarmente apprezzata per la sua partecipazione alla serie Fear The Walking Dead, di cui è membro fisso.

Ecco 10 cose che non sai di Alycia Debnam-Carey.

Alycia-Debnam-Carey LexaAlycia Debnam-Carey: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in note produzioni televisive. Nel 2006 l’attrice debutta sul piccolo schermo recitando in un episodio della serie Le sorelle McLeod. Dopo alcuni piccoli ruoli in titoli come Dream Life (2008), Dance Academy (2010) e Galyntine (2014), ottiene popolarità grazie al ruolo di Lexa nella serie The 100 (2014-2016). Ma il ruolo che la consegna alla celebrità è quello di Alicia Clark nella serie spin-off Fear The Walking Dead, dove recita a partire dal 2015.

9. Ha preso parte anche a film per il cinema. Sul grande schermo l’attrice è nota principalmente per i suoi ruoli in alcuni popolari film horror. Tra questi si annoverano Into the Storm (2014), realizzato con la tecnica del finto documentario, The Devil’s Hand (2014), dove recita accanto agli attori Rufus Sewell e Jennifer Carpenter, e Friend Request – La morte ha il tuo profilo (2016), dove è protagonista.

8. È stata lodata per le sue interpretazioni. Grazie alla serie Fear The Walking Dead, l’attrice ha avuto modo di farsi conoscere presso il grande pubblico. A lodarla come interprete è stata però anche l’industria e la critica, che hanno infatti nominato la Debnam-Carey come miglior performance in una serie televisiva ai prestigiosi Saturn Awards, rispettivamente nel 2017 e nel 2018. Pur non riportando vittorie, l’attrice ha avuto modo di consolidare il proprio status.

Alycia Debnam-Carey è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 2,1 milioni di persone. All’interno di questo è solita condividere fotografie di sé, dei propri momenti di svago o dei luoghi visitati. Non mancano però anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Alycia Debnam-Carey: chi è il suo compagno

6. È molto riservata. Molto poco si sa della vita sentimentale dell’attrice, che negli anni ha dimostrato di voler tenere particolarmente privata tale sfera della sua vita. Ad ogni modo, attualmente sembra essere single, ma in precedenza sembra aver avuto una relazione con suo amico di vecchia data di nome Marcus Castrus. I due non hanno mai approfondito pubblicamente le cause della rottura.

Alycia Debnam-Carey Fear-The-Walking-DeadAlycia Debnam-Carey è Lexa

5. Era particolarmente legata al personaggio. L’attrice ha affermato che quello di Lexa in The 100 è il primo dei personaggi da lei interpretati per cui ha avvertito davvero un profondo coinvolgimento emotivo. Nel dar vita a tale parte ha infatti messo tutta sé stessa, riconoscendosi in molti dei ragionamenti o delle azioni previste.

4. Non si aspettava che il suo personaggio fosse così caro ai fan. Nel corso del settimo episodio della terza stagione, il personaggio di Lexa viene fatto uscire di scena. Ciò ha generato numerosissime proteste dai fan, i quali minacciavano di boicottare la serie per via di tale colpo di scena. L’attrice ha espresso sorpresa, non credendo che Lexa potesse avere un posto così speciale nei cuori degli spettatori, ma affermando anche che se tale scelta è stata presa dagli sceneggiatori è per motivi validi.

Alycia Debnam-Carey in Fear The Walking Dead

3. Ha un ruolo di rilievo nella serie. All’interno di Fear The Walking Dead l’attrice ricopre il ruolo di Alicia Clark. Questa è la figlia di Madison, protagonista della serie, e sorella di Nick. Nel corso delle stagioni il suo ruolo è diventato sempre più di rilievo, e ad oggi il personaggio interpretato dall’attrice è uno dei pochi presenti sin dalla prima stagione, comparendo in un totale di circa 69 episodi.

2. Non riesce ad abituarsi alla dipartita dei suoi colleghi. In una serie come Fear The Walking Dead nessun personaggio è mai realmente al sicuro, e il rischio di morire è sempre dietro l’angolo. Nel corso delle stagioni fino ad ora realizzati sono tanti i colleghi che hanno abbandonato la serie per questo motivo, una cosa a cui l’attrice ha dichiarato di far fatica ad accettare per via del senso di comunione generatosi tra gli interpreti.

Alycia Debnam-Carey: età e altezza

1. Alycia Debnam-Carey è nata a Sydney, Australia, il 20 luglio 1993. L’attrice è alta complessivamente 165 centimetri.

Fonte: IMDb

 
 

Alvin Superstar nessuno ci può fermare: teaser trailer in italiano

Ecco il teaser trailer in italiano di Alvin Superstar nessuno ci può fermare, la nuova avventura on-the-road degli scoiattoli più scatenati di sempre. A causa di diversi equivoci, Alvin, Simon e Theodore credono che, a New York, Dave sia sul punto di chiedere la mano della sua nuova fidanzata e di piantarli in asso. Il gruppo di scoiattoli ha così solo tre giorni per raggiungerli e fermare la proposta di Dave, cercando non solo di recuperare il loro amico, ma di salvarsi dall’acquisire un pessimo fratellastro.

Il film, diretto da Walt Becker, sarà al cinema da dicembre, distribuito da Twentieth Century Fox Italia.

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Alvin Superstar nessuno ci può fermare: online il secondo trailer del film

È stato pubblicato online il secondo trailer di Alvin Superstar nessuno ci può fermare, la nuova avventura on-the-road degli scoiattoli più scatenati di sempre. Ve lo mostriamo:

A causa di diversi equivoci, Alvin, Simon e Theodore credono che, a New York, Dave sia sul punto di chiedere la mano della sua nuova fidanzata e di piantarli in asso. Il gruppo di scoiattoli ha così solo tre giorni per raggiungerli e fermare la proposta di Dave, cercando non solo di recuperare il loro amico, ma di salvarsi dall’acquisire un pessimo fratellastro.

Il film, diretto da Walt Becker, sarà al cinema da dicembre, distribuito da Twentieth Century Fox Italia.

 
 

Alvin Superstar 3: si salvi chi può!, recensione del film

Alvin Superstar 3: si salvi chi può!

A ritmo preciso, con cadenza biennale, arrivano al cinema i film dedicati ad Alvin ed ai suoi fratelli, Thoedore e Simon, i piccoli chipmunks che spopolavono in versione animata negli anni ’80 in tv. Dopo i fasti de primo episodio del 2007, e la tiepida accoglienza dedicata al cosiddetto Squeakquel, ovvero il sequel del 2009, arriva nel 2011 Alvin Superstar 3: si salvi chi può! il terzo capitolo che racconta le avventure dei tre chimpmunks e delle chippettes, entrate in scena nel secondo film. Collocato in un periodo strategico, il film esce al cinema il 3 gennaio, e purtroppo delude parecchio.

E’ pur vero che gli scoiattolini sono sempre carini e canterini, ma tutto Alvin Superstar 3: si salvi chi può! si trascina con una stanchezza ed una mancanza di originalità davvero esasperante, propria di quei film realizzati esclusivamente per la visione in home video. Anche l’operazione di marketing, massiccia e capillare nel caso dei primi due film, questa volta ha lasciato molto a desiderare, segno evidente che la stanchezza è stata lacifra distintiva alla base della realizzazione del progetto.

Alvin Superstar 3: si salvi chi può!

Questa volta nemmeno il tenero faccino di Theodore, il paffutello, riesce a sollevare un film sbagliato in partenza. La struttura si ripete ancora una volta: Alvin fa arrabbiare Dave (Jason Lee), mette tutti in guai seri, Dave li salva e tutti si vogliono più bene di prima. E’ pur vero che il film quasi senza retorica riesce a sottolineare l’importanza e il valore degli affetti familiari, messaggio se non proprio nuovo, almeno sempre valido soprattutto se consideriamo che il film è indirizzato ad un pubblico di piccolissimi.

Tuttavia si perde anche quel pizzico di cattiveria che c’era in fondo ai capitoli precedenti, accantonando quasi completamente il vero punto forte di questi animaletti, il canto. Se gli altri film erano incentrati su un’affermazione professionale e competitiva che creava movimento narrativo, qui manca il vero e proprio McGuffin e Alvin Superstar 3: si salvi chi può! si trascina stancamente fino all’inevitabile e scontato finale. Anche i numeri cantati che costituivano la vera molla degli altri due film, qui si riducono all’osso, lasciando i fan più ‘ballerini’ a bocca asciutta.

 
 

Alvin Superstar 3 – Trailer Italiano

Tornano in azione i tre scoiattolini Alvin, Theodore e Simon, questa volta insieme alle Chipettes, porteranno scompigli su una lussuosa nave da crociera…

 
 

Alvin Superstar 2 – recensione del film con Jason Lee

Alvin Superstar 2

Alvin Superstar 2 – Dagli anni ’60 con i primi dischi, agli anni ’80 con la serie aniata fino al 2007 con il primo lungometraggio a loro dedicato Alvin, Simon e Theodore sono dei Chipmunks di successo, vuoi per la loro età che abbraccia più di una generazione, vuoi per il loro innato talento a cacciarsi nei guai. Ed ora eccoli in un nuovo Squeakquel, non un sequel o un prequel, ma qualcosa di personalizzato nel quale, dopo una prima esperienza in solitaria, ritornano sul grande schermo con le Chippettes, il loro corrispetivo al femminile, grintose colorate e…neanche a dirlo, canterine.

E fondamentalmente questo secondo film dedicato alle stelline del rock si riduce a questo, l’incontro tra i due schieramenti e il conseguente, sebbene breve, scontro che porterà poi all’inevitabile amicizia tra ‘maschietti e femminucce’. Non c’è niente che non ci sia già stato, nè altre cose in più: solo i piccoli scoiattolini che si affacciano alla vita degli umani, vanno a scuola e affrontano le loro paure, sempre cercando di tenere unita quella loro famiglia atipica ma affiatata.

Alvin Superstar 2

Di più e più lunghi i numeri musicali, perchè se nel primo film erano in tre, adesso sono in sei a far ballare ugole e piedini sulla scena. E se è vero che il film presenta una sceneggiatura quasi abbozzata che lascia correre gli eventi senza una vera e propria sostanza, è pur vero che i personaggi hanno il loro fascino, sono pur sempre dolci e piccoli batuffoli di pelo e si potrebbe essere nel giusto se si afferma che nonostante i citrici più snob possano storcere il naso, il film porterà al cinema un bel po’ di gente.

 
 

Alvin and The Chipmunks The Road Trip: primo poster ufficiale

Alvin ed i suoi due fratelli sono pronti a tornare al cinema per la quarta volta negli ultimi nove anni in una nuova pellicola dal titolo Alvin and The Chimpmunks The Road Trip.

Il film, atteso per natale 2015, si svelato attraverso la pubblicazione del primo poster ufficiale ad opera della Twenty Century Fox.

Alvin And The Chipmunks The Road Trip

Il film sarà diretto da Walt Becker, mentre Jason Lee tornerà nei panni di Dave Seville, mentre Matthew Gray Gubler Jesse McCarthy daranno voce ai chipmunks. Tony Hale vestirà invece i panni del cattivo, mentre Bella Thorne si aggregherà al cast nei panni di un personaggio il cui ruolo è ancora sconosciuto.

Fonte: Movie Web

 
 

Alvin and The Chipmunks The Road Trip: Trailer ufficiale

Dopo il poster arriva il primo teaser trailer del film Alvin and The Chipmunks The Road Trip, il terzo capitolo del franchise basato su Alvin Superstar:

Il film, atteso per natale 2015, si svelato attraverso la pubblicazione del primo poster ufficiale ad opera della Twenty Century Fox.

Alvin And The Chipmunks The Road Trip

Il film sarà diretto da Walt Becker, mentre Jason Lee tornerà nei panni di Dave Seville, mentre Matthew Gray Gubler Jesse McCarthy daranno voce ai chipmunks. Tony Hale vestirà invece i panni del cattivo, mentre Bella Thorne si aggregherà al cast nei panni di un personaggio il cui ruolo è ancora sconosciuto.

 

 
 

Alvin … 3 volte Superstar!

Lo scontro è deciso: gli scoiattoli canterini affronteranno lo squadrone dei Muppets  sul grande schermo subito dopo natale, quello che si dice uno scontro tra titani! Prevista per il 3 gennaio 2012 l’uscita dell’ultimo episodio cinematografico di Alvin e la sua band, la trilogia cominciata nel 2007 torna a sorprenderci con nuove e frizzanti avventure.

 
 

Alvaro Vitali: morto il Pierino della commedia sexy

Il mondo del cinema italiano è in lutto per la morte di Alvaro Vitali, indimenticabile Pierino nella celebre commedia sexy all’italiana. A 75 anni, l’attore e comico si è spento a causa di “una broncopolmonite recidiva”, per la quale era ricoverato da due settimane. L’ex moglie Stefania Corona aveva confermato la malattia.

Prima che arrivasse la commedia sexy, Alvaro Vitali era stato scoperto da Federico Fellini, per il quale recitò una piccola parte nel Fellini Satyricon. Partecipò a I clowns (1971) e a Roma (1972), film celebre del regista che gli regalò il ruolo di un ballerino di tip-tap d’avanspettacolo, che Vitali riprese in Polvere di stelle, diretto e interpretato da Alberto Sordi, con lui Monica Vitti, e in Amarcord (1973), con Ciccio Ingrassia.

Alvaro Vitali ha lavorato in oltre 150 film. Quando la moda delle commedie sexy scemò, l’attore sparì dagli schermi, per tornare poi a Striscia la notizia, dove si specializzò in una imitazione di Jean Todt, nel periodo in cui era direttore della Scuderia Ferrari, e di altri personaggi.

 
 

Alvaro Morte: 10 cose che non sai dell’attore

Attore spagnolo molto attivo nelle produzioni televisive, Alvaro Morte ha raggiunto la fama mondiale grazie alla serie La casa di carta, dove ha avuto modo di sfoggiare le sue doti da interprete. Apprezzato da critica e pubblico l’attore vive oggi un periodo particolarmente florido della sua carriera, che gli permette di spaziare tra più progetti e ruoli. Ecco 10 cose che non sai di Alvaro Morte.

Alvaro morte film

1 I film e la carriera. Il debutto cinematografico di Alvaro Morte avviene nel 2003, con il film Los ninos del jardìn. Successivamente prende parte ai film La guarida del ermitano (2003), Ignora (2006), Lola, la pelìcula (2007), Amores ciegos (2011), e Durante la tormenta (2018).

2 Le serie TV. Particolarmente conosciuto per la sua partecipazione a diverse serie TV di successo, Alvaro Morte debutta nel 2002 con Hospital Central. Successivamente prende parte alle serie Planta 25 (2007), Cuore ribelle (2012), Il Principe – Un amore impossibile (2014), Vìctor Ros (2014), Per sempre (2014). Dal 2014 al 2017 è tra i protagonisti della serie Il segreto, dove interpreta Lucas Moliner, grazie a cui raggiunge  una discreta fama. Nel 2017 viene invece scelto per il ruolo di Sergio Marquina, alias il Professore, nella serie Netflix La casa di carta.

3 Doppiaggio. Alvaro Morte ha inoltre prestato la sua voce per il doppiaggio spagnolo del film Smallfoot – Il mio amico delle nevi, distribuito nel 2018. Il personaggio da lui doppiato è Gwangi, la cui voce originale è quella di LeBron James.

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Alvaro Morte Instagram

4 Ha un profilo personale. L’attore è presente su Instagram con un proprio account, seguito da 5,4 milioni di persone. All’interno di questo si possono trovare numerose foto scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi, e anche molti dietro le quinte dal set di La casa di carta.

Alvaro Morte vita privata

5 E’ sposato. Alvaro Morte è sposato con la stilista Blanca Clemente. Dalla loro relazione, nel 2014, sono nati i gemelli Leon e Juliet. I due coniugi sono molto riservati, e sono soliti non condividere la loro vita privata sui social network.

Alvaro morte insegnamento

6 Prima di essere un attore era un insegnante. Prima di dedicarsi alla recitazione, Alvaro Morte ha lavorato per alcuni anni come professore in Finlandia, insegnando letteratura inglese e approfondendo l’età elisabettiana presso l’Università di Tampere. Morte è infatti un grande esperto di William Shakespeare.

Alvaro Morte teatro

7 Ha fondato una compagnia. Insieme a sua moglie Blanca, Alvaro Morte è un grande appassionato di teatro. Durante un brutto spettacolo a cui i due hanno assistito, hanno deciso di fondare insieme una compagnia, chiamata “300 Pistolas”, con l’intento di dar vita ad un teatro più moderno e appassionante. Alvaro Morte ha così iniziato a dirigere rappresentazioni teatrali come El lazarillo de Tormes, La casa di Bernarda Alba e El perro del hortelano.

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Alvaro Morte premi e nomination

8 E’ stato premiato per il suo ruolo in La casa di carta. Per il suo ruolo de Il Professore, l’attore ha ricevuto una candidatura al miglior attore protagonista al Premio Feroz nel 2018. Nello stesso anno ha ricevuto una candidatura come miglior attore al Premio de la Union de Actores, ottenendo poi il premio alla sua seconda candidatura nel 2019.

Alvaro Morte tumore

9 Ha avuto un tumore alla gamba. Prima di diventare un attore di successo, Alvaro Morte ha affrontato un periodo particolarmente difficile dato dalla scoperta di avere un tumore alla gamba. L’attore ha dichiarato di aver avuto costantemente paura di morire o di vedersi amputata la gamba. Fortunatamente grazie ad una serie di cure, Morte ha sconfitto il suo male, potendo poi affrontare nuove sfide.

Alvaro Morte età e altezza

10 Alvaro Morte è nato ad Algeciras, in Spagna, il 23 febbraio 1975. L’attore è alto rispettivamente 183 centimetri.

Fonti: IMDb

 
 

Álvaro Brechner presenta il suo film, Una notte di 12 anni

Il regista uruguayano Álvaro Brechner ha presentato a Roma il suo terzo lungometraggio Una notte di 12 anni, che racconta la vicenda di tre figure simbolo dell’Uruguay contemporaneo:  José “Pepe” Mujica, ex Presidente dell’Uruguay, Eleuterio Fernández Huidobro, ex Ministro della Difesa e Mauricio Rosencof scrittore e poeta. Nei primi anni Settanta i tre erano guerriglieri tupamaros e furono imprigionati durante la dittatura militare, restando in isolamento per dodici anni, fino alla scarcerazione nel 1985. Il film è un viaggio negli abissi della disumanizzazione da cui i tre protagonisti non si  sono però fatti travolgere. Ad interpretarli sono rispettivamente Antonio De La Torre, Alfonso Tort e Chino Darín. Il film arriva in 44 sale italiane dal 10 gennaio.

Qual è stata la preparazione del film e la ricerca per ricreare quei 12 anni infiniti?

Álvaro Brechner: “Ci sono state ricerche e incontri con i protagonisti reali della storia, ma anche con altri prigionieri, con militari, storici. Questo film ha due livelli: il primo è quello astratto e storico, ma per me quello più importante è il dibattito esistenziale che vi è all’interno. Che tipo di lotta si innesca in un essere umano, che gli consente di restare tale nonostante viva in circostanze estreme? Sono stati anni e anni di incontri e tentativi di capire, perché il linguaggio stesso dell’uomo non riesce a rappresentare l’orrore. È stato molto importante parlare con i neurologi, per capire in che modo il cervello riesce a sopravvivere, a mantenersi a galla in quel tipo di circostanze.

La prima volta che ho incontrato […] Mujica, Huidobro e Rosencof , Mujica mi disse: “A volte mi sveglio la mattina e rimpiango la cella”. Io sono rimasto shockato e gli ho chiesto di spiegarmi come si potesse rimpiangere una simile condizione. Lui mi ha detto: “Mai ho avuto così tanto tempo per essere me stesso. Sono stati i dodici anni più orrendi della mia vita, eppure oggi non sarei la persona che sono, se non avessi avuto tutto quel tempo per essere me stesso”. Quindi ho capito che è vero ciò che raccontano tante persone che hanno vissuto esperienze di privazione di libertà, anche in situazioni estreme […]: c’è sempre la possibilità di rifugiarsi in un ambito intimo e personale, quello dell’immaginazione, di poter entrare dentro sé stessi e trovare in quell’immaginazione qualcosa che ti faccia conservare la dignità di essere uomo. Quindi, questa non è stata solo un esperienza di sopravvivenza, ma in un certo senso una forma di scoperta, che gli ha permesso di guardare al futuro con speranza e di creare un futuro di speranza”.  

Che reazione c’è stata all’uscita del film in Uruguay e altrove?

B.: “Dopo il Festival di Venezia il film è uscito subito in Uruguay, Argentina, Brasile, e poco dopo in Messico. È stato senz’altro un evento. In Brasile è coinciso con il momento delle elezioni, ma è stata una casualità. Ha avuto riconoscimenti sia di pubblico che di critica, […] è stato scelto dall’Uruguay come candidato agli Oscar, ai premi Goya. Per quanto riguarda la reazione interna al paese, il film racconta una storia che appartiene ad un passato ancora molto vicino, è una ferita che non è ancora chiusa ed è sempre difficile poter guardare bene ciò che è così vicino a noi. Il cinema purtroppo ha i suoi limiti e non può saldare conti che un paese non è ancora riuscito a saldare. Non ho mai voluto fare un film sulla dittatura o sulla storia dell’Uruguay, perché altrimenti avrei dovuto raccontare tre milioni di storie, una per ogni abitante […]. Volevo indagare cosa avviene all’interno di un uomo in un contesto di inferno dantesco. […] Dovunque, nei festival come nelle sale, vedo [] che il film scatena una forma di catarsi. C’è anche gente a cui il film non è piaciuto, certo, ma c’è chi si sfoga, grida […]. Il film sollecita quel bisogno di libertà che esiste all’interno di ogni persona. Ho visto persone in sala in Brasile che hanno cominciato a gridare durante i titoli di coda, richiamando l’attenzione sui pericoli che in qualunque momento una dittatura, un certo tipo di governo e di regime può provocare. […] Se da una parte mi rallegra la reazione che il film provoca, dall’altro mi preoccupa molto che ci sia questo bisogno di catarsi, che la dice lunga sui pericoli che oggi ci sono nel mondo”.

Il cinema ha raccontato storie simili in maniera molto diversa. Lei sembra sfuggire alle regole del genere, mostrando non solo orrore e violenza della dittatura, ma anche i suoi lati più grotteschi, paradossali e ridicoli. Ci parli di questa scelta.

B.: “I tre protagonisti mi hanno raccontato tantissime situazioni ridicole. […] Quando li incontravo tutti e tre insieme, mentre raccontavano non facevano altro che ridere. Raccontavano cose orrende, eppure continuavano a ridere. Penso che sia un reazione propria dell’essere umano, un tentativo di sfuggire a certe realtà proprio per sopravvivere, un meccanismo che usiamo tutti. Loro venivano considerati proprio come animali anche dai soldati. Avevano perso completamente l’uso del linguaggio, non sapevano in che momento del giorno erano, perché erano privati della luce e del contatto esterno e questo generava in loro una grossa confusione. I soldati stessi si dimenticavano di loro. […] Loro in qualche modo si difendevano, sviluppando una forma di super udito, accentuando l’unico senso che potevano usare. Sapevano tutto di tutte le persone che erano in caserma, era un modo di vendicarsi.[…] Ci sono tantissime storie di metodi che usavano per vendicarsi di questo stato in cui erano lasciati. […] Credo che l’assurdo sia forse il modo migliore per difendersi da certe forme di autoritarismo”.

Come ha scelto gli attori?

B.: “Alfonso Tort è un attore con cui avevo già lavorato, Antonio De la Torre è un famosissimo attore spagnolo. Insieme a Chino Darín hanno dovuto affrontare qualcosa di moto forte. Da un punto di vista fisico, ad esempio, hanno dovuto perdere circa 15 chili ciascuno. È stato quasi un saggio sulla follia quello che hanno vissuto, arrivare ai limiti della sopportazione. Hanno davvero fatto un viaggio nelle tenebre. È stato anche improvvisato. La sceneggiatura era assolutamente dettagliata, però abbiamo cercato sempre di filmare le cose come venivano, senza sapere sempre cosa sarebbe successo. Gli attori erano stanchi, spossati, oltre che dimagriti e si sono davvero avvicinati alla possibilità di sperimentare la follia. […] Questo li rendeva estremamente nervosi. De La Torre racconta che di una scena nella sceneggiatura c’era scritta solo una frase: Mujica sente le voci. La scena è durata 38 minuti nei quali è successo di tutto. Questo fa capire il grado di sperimentazione che c’è stato”.

Ci parli della scelta di The sound of silence per la colonna sonora

B.: “Ero in un bar e stavo lavorando alla sceneggiatura, l’hanno messa e ho cominciato a cantarla, come si fa di solito per distrarsi dal lavoro. Di colpo mi sono reso conto che quelle parole avevano un significato molto legato a quello che stavo raccontando. Questa capacità di essere nell’oscurità e di poter trovare proprio nell’oscurità una rivelazione, di ascoltare il silenzio. Non bisogna mai sottovalutare la capacità dell’uomo di poter trovare una rivelazione interiore anche nell’oscurità e nel silenzio. Quindi ho chiesto alla cantante che si sarebbe occupata del tema musicale del film – Silvia Perez Cruz, per me una delle voci più importanti in lingua spagnola, che recita anche nei panni della moglie di Huidobro nel film – di creare una versione di questa canzone che avesse come tema di fondo la lotta della disumanizzazione e la possibilità di vedere nella luce oscura una rivelazione, una fiamma che si accende alla quale potersi aggrappare per sopravvivere”.

Viene da chiedersi perché non li abbiano uccisi

B.: “È un enorme mistero, me lo sono chiesto anche io e l’ho chiesto ai tre protagonisti. Credo che abbia a che fare con l’Uruguay […]. Ci sono stati tanti prigionieri e desaparecidos, però il paese di per sé aveva un’enorme tradizione democratica. Questa dittatura ha significato una grande zona oscura. Credo dipenda anche dalle dimensioni del paese – tre milioni di abitanti. Forse nessuno voleva prendersi direttamente la responsabilità perché con un numero così esiguo di persone, tutti si conoscevano, praticamente. Ma forse la risposta più semplice è che erano stati presi come ostaggi: i militari avevano deciso che se i tupamaros avessero fatto qualunque altro attentato, li avrebbero uccisi […]. È anche una delle condanne più antiche che esista, oltre alla morte, l’espulsione dell’individuo dalla società, la negazione della sua esistenza”.