In Hysteria nel
1880 l’isteria era una delle malattie più diffuse tra le donne,
giovani e meno giovani, della medio alta borghesia londinese.
Almeno così pensava il Dottor Dalrymple (Johnathan
Pryce) che curava le sue pazienti con massaggi localizzati
… sotto le gonne. In suo aiuto arriva il giovane ed appassionato
Dottor Granville (Hugh
Dancy) che con l’aiuto di un suo facoltoso amico,
interpretato da Rupert Everett, ‘meccanizza’ il
processo di massaggio, arrivando alla straordinaria invenzione che
ha rivoluzionato la concezione della sessualità femminile, il
vibratore. Nel cast anche la bravissima e briosa Maggie Gyllenhaal, qui irrequieta figlia del
Dottor Dalrymple, Charlotte, che si batte con energia per
l’emancipazione della donna e per il sostegno verso i meno
fortunati.
Hysteria è una
commedia leggera, divertente che riesce ad intessere la sua trama
frivola, ma neanche poi tanto, di rilevanti questioni sociali,
prima tra tutte l’emancipazione femminile e l’uguaglianza tra i
sessi, con pari dignità, diritto alla conoscenza, libertà di parola
e desiderio di piacere fisico. La regista Tania
Wexler si limita a raccontare con una mano leggera ma
ligia alle regole una storia fatta di piccoli passi che con il
senno di poi hanno cambiato la società. A tutt’oggi il vibratore
resta il gadget erotico più venduto al mondo e l’isteria, come
diagnosi medica, è stata accantonata, poiché ha effettivamente (e
finalmente) preso piede la considerazione che i disturbi uterini
sono generati da insoddisfazione e non da una malattia vera e
propria.
Hysteria, il film
In
Hysteria tutti gli attori riescono a convogliare
nella loro recitazione il perfetto senso di divertito imbarazzo che
pervade la pellicola e che si riscontra negli sguardi timidi ma
coinvolti e compiaciuti di un pubblico mai così rumoroso in sala.
Su tutti spicca il sempre elegantissimo Rupert Everett, qui
mecenate della ‘medicina’, che con aria seriosa e allo stesso tempo
divertita si lascia trasportare in questa irriverente e avventurosa
scoperta.
Scontato, anche se come al solito
fondamentale, il sub-plot romantico che coinvolge i protagonisti
risente del clima scanzonato del film, e manda in tilt le
convenzioni di decoro e decenza che vigevano all’epoca dei fatti,
forse perché coinvolta è una Maggie Gyllenhaal su di giri in un ruolo che
le si addice in maniera particolare. Sceneggiatura e decor mandano
allegramente all’aria i canoni sociali dell’epoca, senza contare
gli anacronismi e le imprecisioni storiche, ma infondo
Hysteria non vuole essere una ricostruzione
documentaristica di un’invenzione ma un’allegra rilettura di un
evento storico fondamentale per l’emancipazione femminile. Come
sempre più spesso succede, occhio alle bonus scenes sui titoli di
coda! Si esce dalla sala ridendo di gusto.
Diaz, Non pulire questo
sangue’ di Daniele Vicari e’ uno dei tre film della sezione
Panorama che ha vinto il premio del pubblico. Il film che racconta
i fatti della scuola Diaz durante il G8 di Genova e’ una
coproduzione Italia-Francia-Romania.
Da Berlino arrivano notizie
tremende per i fan della saga di Twilight. Il loro beniamino Robert
Pattinson in occasione della presentazione di Bel Ami ha rilasciato
alcune sorprendenti e spiazzanti dichiarazioni sulla sua futura
partecipazione al quinto capitolo della saga, che la stessa
Stephenie Mayer sta scrivendo.
La pre-produzione del
sequel di Percy Jackson procede a gonfie vele.
Attualmente la produzione sta lavorando sul casting del seguito che
si intitolerà
Percy Jackson e il Mare dei Mostri. Oggi arriva la
notizia che Douglas Smith, interprete della
serie tv Big Love della HBO, è in trattative per un ruolo da
co-protagonista.
Vi ricordiamo che
Percy Jackson e il Mare dei Mostri, in uscita il 26
marzo 2013, è scritto da Scott Alexander e Larry Karaszewski e
diretto da Thor Freudenthal (Diario di una schiappa, Hotel Bau).
Chris Columbus, che aveva diretto il primo film, tornerà in veste
di produttore. Fra i protagonisti confermati Logan
Lerman e Alexandra Daddario, ancora
nessuna conferma invece per il resto del cast: Brandon T.
Jackson, Sean Bean, Pierce Brosnan, Steve Coogan, Rosario
Dawson.
Non se ne parlava da molto
tempo ma oggi Deadline annuncia che la la Warner Bros. non ha
ancora rinunciato a sviluppare un sequel di Io Sono Leggenda.
Infatti lo studio ha appena chiuso un accordo con il produttore e
sceneggiatore Akiva Goldsman e con la Overbriook Entertainment di
Will Smith per la realizzazione di un seguito.
Sarà il volto di Gael García Bernal a
riportare all’opera il mitico giustiziere mascherato. Infatti,
l’attore è stato scelto dalla 20th Century Fox per rilanciare
il franchise di Zorro.
E’ Screen Daily a fornire
aggiornamenti sulla situazione di stallo che sta tenendo fermi i
lavori del Festival del Film di Roma. Secondo il Daily quasi
neodirettore Marco Mueller vorrebbe spostare le date del festival
nella terza settimana di Novembre, subito prima del Thanksgiving
americano, e creare un mercato in grado di attrarre compratore
europei e asiatici.
Justin Long è alle prese con un film da lui
scritto ed interpretato. Le riprese sono già cominciate a New York
City e alla regia c’è Kat Coiro. Il film, dal titolo A Case of You,
ha tra gli interpreti da oggi anche
Sienna Miller e Brendan Fraser.
Nel film un giovane scrittore cerca
di fare colpo sulla donna dei suoi sogni mentendo su chi sia e
sulla sua personalità. Quando però la sua recita va a buon fine e
la ragazza sdi invaghisce della sua finta personalità, lui deve
continuare a recitare. Nel cast ad interpretare la bella di
Long-protagonista, c’è Evan Rachel Wood mentre
partecipano al film in veste di comprimari anche Keir
O’Connell, Busy Phillips e Peter
Dinklage.
Ecco le prime foto dall’ultimo set
dei fratelli Coen. Il film è Inside Llewyn Davis e racconta la
storia di un musicista interpretato da Osca Isaac che cerca di
sfondare nella scena folk di Greenwich Village negli anni ’60.
Nel 1849 Baltimora è
scossa da una serie di brutali omicidi. Queste morti, però, agli
occhi del Detective Emmett Fields (Luke Evans già visto in Scontro
tra Titani e I tre moschettieri), non sono casuali, ma seguono una
logica e una metodologia ben precisa: il killer uccide seguendo
meticolosamente i passi che descrivono gli assassinii più cruenti
dei racconti di Edgar Allan Poe.
… who’s the fairest of them all?”
è una delle frasi più famose al mondo, la perentoria domanda che la
perfida Regina rivolge al suo Specchio. Quest’anno la sentiremo al
cinema per due volte: la prima verrà formulata da Julia Roberts in
Mirror Mirror di Tarsem. Hollywood si immerge nelle fiabe,
recupera i classici e li reinventa. Nostalgia dell’infanzia o
mancanza di idee?
Forse, in un angolo di mondo, nel bel mezzo dell’Oceano
Pacifico, sorge un’isola misteriosa. Forse quella stessa isola,
invisibile sulle cartine geografiche, è il luogo narrato nei
romanzi di Verne, Stevenson e Swift. E se poi improvvisamente un
messaggio in codice ed una mappa nascosta diventassero la prova
dell’esistenza reale di quell’isola?
Per Sean Anderson,
diciassettenne sognatore di avventure, è già tutto scritto. Ma per
poter approdare davvero sull’isola occorre attraversare una
spasmodica tempesta ed entrare volutamente nell’occhio del ciwww.
Sean si ritrova, così, con il patrigno Hank, ad intraprendere un
viaggio alla scoperta dell’ignoto, sulle tracce del nonno scomparso
anni prima. Si offrono di accompagnarli l’unico pilota di
elicottero Gabato e sua figlia Kailani, bella quanto determinata.
Il loro volo in elicottero (o meglio un rottame di elicottero!) è,
però, soltanto il prologo di una lunga ed entusiasmante avventura.
Trascinati improvvisamente nella “pancia” di un tornado i quattro
protagonisti si ritrovano sull’isola tanto sognata da Sean. Dinanzi
ai loro occhi scenari paradisiaci, immense cascate, farfalle
giganti ed elefanti che si possono accalappiare persino con un paio
di mani. E’ il bislacco principio per cui ciò che è piccolo diventa
grande e ciò che è grande diventa piccolo.
In un batter d’occhio
l’esplorazione si trasforma in una disperata fuga da un lucertolone
affetto da gigantismo e soltanto l’intervento del nonno di Sean,
unico essere umano sull’isola, permetterà agli avventurieri di
salvarsi. Ma un’altra minaccia grava sulle loro vite.
Tra vulcani che eruttano oro, api
tanto grandi da poter essere cavalcate, inseguimenti di uccelli
mastodontici, il viaggio nell’isola misteriosa diventa poi la
ricerca incessante di un antico sottomarino, unica speranza per
poter fuggire prima che tutto si inabissi e scompaia per sempre nei
fondali marini.
Viaggio nell’isola
misteriosa è una storia travolgente, mix perfetto di
adrenalina e comicità, capace di trascinare lo spettatore in una
dimensione surreale ed affascinante, di farlo perdere in luoghi
inimmaginabili e di metterlo al centro della scena. A condire il
tutto un 3D pienamente azzeccato, in grado di far evadere dalla
realtà e di trasformare infine la platea in protagonista stessa di
questa indimenticabile avventura.
Viaggio nell’isola misteriosa, trama del film
Il giovane esploratore Sean
Anderson intraprende insieme ad Hank, il compagno di sua madre, una
pericolosa spedizione organizzata per ritrovare suo nonno,
scomparso durante l’esplorazione di un’isola sperduta. Ad
accompagnarli in questa nuova avventura ci saranno un buffo pilota
di elicottero e la sua bella e peperina figlia che gli darà del
filo da torcere.
Sono stati presentati alla stampa le
edizioni in Blu-Ray di Super 8 e di Cowboy & Aliens, entrambe pellicole che
trattano di rapporti tra alieni ed umani, ed entrambe vedono il
coinvolgimento nelle vesti di produttore l’intramontabile Steven Spielberg. Per l’occasione
Cristiana Benini di Fusion e
Alessandra Margaritelli di Universal Pictures
Italia hanno invitato i presenti a una piacevole chiacchierata
sulla mastodontica opera del regista e produttore che con la
Universal ha firmato molti dei suoi più importanti capolavori.
In un futuro immaginario il tempo è
denaro, vita, tutto. E’ un futuro immaginato da Andrew
Niccol in In Time, sua ultima fatica
cinematografica in cui le persone nascono con un orologio tatuato
su un braccio. Al compimento del 25esimo anno, questo orologio che
segna un anno comincia un countdown.
Andrew Niccol, la trama del
film
Allo scadere del tempo la persona
muore, a meno che non riesca a guadagnare altro tempo lavorando.
Will Salas vive a Dayton, una sorta di bronx, dove di tempo per
tutti ce n’è davvero poco, dove si vive letteralmente ora dopo ora
e dove tutti vanno di fretta, corrono per non sprecare tempo, tempo
prezioso che resta loro da vivere. L’incontro fortuito con uno
sconosciuto regalerà a Will addirittura un secolo di vita, e così
il giovane potrà abbandonare il quartiere povero per New Greenwich,
l’uptown, il posto in cui tutti camminano lentamente, godendosi la
vita, mangiando poco e con calma, assaporando ogni secondo di vita
poiché loro ne hanno davvero tanti, troppi per una vita sola.
Andrew Niccol, il film
Andrew Niccol è un
maestro nel creare realtà immaginarie partendo da veri i
proprio punti focali della realtà moderna. Con Gattaca
aveva affrontato l’ingegneria genetica, con S1m0ne invece
la realtà virtuale, in questo caso si chiede cosa accadrebbe se la
vecchiaia fosse sconfitta per sempre? Se si smettesse di
invecchiare a 25 anni? E se avessimo (letteralmente) i minuti
contati?
Il problema che mette in campo in
regista con questa idea davvero brillante è a ben pensare
terribilmente attuale, più terrificante di un film horror e
straordinariamente angosciante se si riflette a fondo sul binomio
tempo/denaro. Nel film i ricchi posseggono più tempo di quello che
riescono a ‘consumare’ e i poveri rubano pochi secondi per cercare
di vivere un po’ di più. E’ la perfetta e quasi didascalica
metafora del disequilibrio tra ricchezza e povertà, soprattutto
quando nel film si spiega che questo disavanzo, questa disparità di
forze in campo è fondamentale per far si che pochi siano sempre in
vita (ricchi) a discapito dei molti sempre di corsa (poveri) è
fondamentale per mantenere lo status quo, la situazione di
privilegio dei pochi.
L’immensa portata di questo
messaggio però non viene supportata dal film, che presenta una
sceneggiatura quasi solamente abbozzata, che non affonda a piene
mani nel fango della questione e si accontenta di trasformarsi in
una favola a metà strada tra Robin Hood e Bonnie e Clyde. Una
trascinante prima mezz’ora perfettamente bilanciata tra romantico
sentimentalismo e adrenalina pura, lascia spazio ad una
dissacrazione di tutto quello che si è appena visto e purtroppo, a
malincuore per chi lo ha aspettato, il film precipita.
Ne esce ugualmente bene però il
cast che nonostante la sfacciata bellezza che ostenta con unica
apparente dote riesce comunque a calarsi bene nella parte:
Justin Timberlake e
Amanda Seyfried sono davvero una bellissima coppia
cinematografica e nonostante il look un po’ troppo aggressivo di
lei, l’alchimia trai due sembra funzionare. Olivia Wilde e Cillian Murphy completano il patinatissimo
cast. Piccolo ruolo anche per Johnny Galecki che
gli appassionati di
The Big Bang Theory riconosceranno in Leonard, il nerd
innamorato della bella vicina.
In Time parte da
un guizzo intellettuale geniale che purtroppo si affloscia su se
stesso lasciando inesplorate milioni di possibilità di approfondire
un tema affascinante e attuale. Bocca amara da occasione
sprecata.
Ecco un secondo Teaser Trailer per
l’attesissimo Prometheus di Ridley Scott, rimanendo sempre in
attesa di un Full Trailer, così da poter scoprire maggiori dettagli
sul film. Fra i protagonisti del film: Charlize Theron, Guy Pearce,
Idris Elba, Kate Dickie, Logan Marshall-Green,Michael Fassbender,
Noomi Rapace, Sean Harris
Il progetto cinematografico Osage
County sembra sia in condizioni favorevoli per il via libera
definitivo. Infatti, la Weinstein Company ha finalmente annunciato
che le riprese della pellicola inizieranno quest’autunno. Deadline
rivela altri particolari del progetto. A dirigere il film è
confermato John Wells (The Company Men), mentre il cast sarà
composto da attrici del calibro di Meryl Streep e Julia
Roberts.
Ecco il commento della Roberts sulla notizia: Dopo aver
visto il ritratto ipnotico di Meryl Streep come Margaret Thatcher
in The Iron Lady, sono ancora più eccitata e orgogliosa di recitare
accanto a lei.
La trama del romanzo, già adattato
dallo stesso autore in uno spettacolo teatrale premiato ai Tony
Award, inizia quando il padre del clan Weston scompare in una notte
d’estate, e tutta la famiglia si riunisce nella casa natale in
Oklahoma, dove vengono alla luce segreti a lungo celati. La
Streep interpreterà la madre Violet, una matriarca dipendente dalle
droghe con l’inclinazione a svelare grossi segreti, mentre la
Roberts interpreterà la più vecchia delle tre figlie, Barbara, in
crisi a causa del marito che la tradisce con una studentessa.
Il 24 febbraio uscirà in Italia
Quasi amici (in originale
Intouchables), il campione di incassi in Francia
pluricandidato ai César. Ecco la locandina e il trailer in
italiano.
Intouchables è stato un
caso in Francia, un vero e proprio record al box office, con oltre
2 milioni di presenze in cinque giorni. Uscito oltralpe a novembre,
il film è ancora saldamente sul podio del botteghino francese,
diventando il film più visto di sempre, e ha registrato un incasso
straordinario: oltre 150 milioni di euro raccolti nella sola
Francia!
Il 24 febbraio la Medusa Film
distribuirà in Italia il film diretto da Olivier Nakache ed Eric
Toledano con il titolo Quasi amici. Protagonisti due
strepitosi attori, l’oramai affermato Omar Sy e François Cluzet,
uno dei migliori attori della cinematografia francese.
Questa la trama:
Dopo un incidente di parapendio che
lo ha reso paraplegico, il ricco aristocratico Philippe (François
Cluzet) assume Driss (Omar Sy), ragazzo di periferia appena uscito
di prigione come badante personale, ovvero la persona meno adatta
per l’incarico.
L’improbabile connubio genera altrettanto improbabili incontri tra
Vivaldi e gli Earth, Wind, dizione perfetta e slang, completi
eleganti e tute da ginnastica. Due universi opposti entrano in
rotta di collisione. Ma per quanto strano possa sembrare,
troveranno un punto di incontro che sfocerà in un’amicizia folle,
comica, profonda quanto inaspettata che li renderà…
Intoccabili.
Ecco una featurette di
John Carter, il colossal prossimo all’uscita tagato
Disney. John Carter è la storia del veterano di guerra John
Carter, che viene inspiegabilmente trasportato su Marte, dove si
ritrova coinvolto in un conflitto di proporzioni epiche tra gli
abitanti del pianeta.
Ulteriori info nella nostra
Schefa-Film: John Carter
Nei giorni scorsi erano arrivate
varie foto dal set di After Earth, il nuovo film di M. Night
Shyamalan, in cui comparivano il regista e i due protagonisti, Will
Smith e suo figlio Jaden. I due Smith, nel film, interpretano
proprio un padre e un figlio; in un futuro lontano 1000 anni, i due
precipitano sulla Terra, inospitale e ormai abbandonata dal genere
umano: toccherà al piccolo – il padre è ferito – darsi da fare per
cercare aiuto e affrontare la lotta per la sopravvivenza.
E’ stata postata da Jaden una nuova
foto, in cui questi è ritratto con il costume di scena, immerso in
una folta ed esotica vegetazione. Ecco la foto del secondogenito
del principe di Bel-Air:
Vi ricordiamo che il film
intitolato in Italia, After Earth – Dopo la fine del
mondo uscirà nella sale il 5 Giugno 2013. Tutte
le info utili nella nostra scheda: After Earth. After
Earth è diretto da M. Night
Shyamalan, e tra il cast troviamo attori
quali David Denman, Isabelle Fuhrman, Jaden
Smith, Kristofer Hivju, Will Smith.
Ecco la sinossi ufficiale del film:
In “After Earth”, mille anni dopo un cataclisma che ha
costretto l’umanità a fuggire dalla Terra, Nova Prime diventa la
nuova casa dell’umanità. Il leggendario Generale Cypher Raige
(interpretato da Will Smith) ritorna da una lunga missione di
lavoro dalla sua famiglia, pronto per essere un padre per suo
figlio di 13 anni, Kitai (Jaden Smith). Quando un tempesta di
asteroidi provoca dei danni all’aereo di Cypher e Kitai, i due si
schiantano su una Terra poco familiare e pericolosa. Con il padre
mortalmente ferito, Kitai deve scoprire un territorio ostile per
cercare la salvezza. Kitai ha sempre voluto essere come suo padre e
questa è la sua possibilità.
Dopo aver diviso la scena con
Michael Fassbender, Ewan McGregor e Antonio Banderas tra gli altri
in Knockout-resa dei conti di Steven Soderbegh, l’ex campionessa di
arti marziali Gina Carano sarà protagonista di In the blood, action
thriller firmato da John Stockwell (Trappola in fondo al mare,
Turistas).
Il film, scritto da Bennett
Yellin e James Robert Johnston vede protagonista una donna che,
dopo la scomparsa (e la presunta morte) del marito nel corso di una
vacanza, si improvvisa ‘giustiziera’ andando alla ricerca dei
colpevoli. Stockwell ha dichiarato recentemente che il film non si
limiterà a mostrare le abilità di combattimento della Carano ma
anche le sue doti di attrice, nel ruolo di una donna in conflitto
col suo passato violento. Le riprese verranno effettuate a Porto
Rico, confermando la predilezione di Stockwell per le ambientazioni
esotiche.
Annunciato a metà dello scorso
anno, senza che se ne fosse ancora deciso il titolo, il nuovo
progetto di Oren Peli è stato battezzato The Chernobyl Diaries.
Peli, che ha raggiunto la notorietà grazie a Paranormal Activity,
non si occuperà però della regia, affidata a Bradley Parker,
specialista in effetti speciali che ha lavorato tra gli altri su
Fight Club e Let me in (uscito in Italia col titolo di Blood story,
remake dello svedese Lasciami entrare). Il film, distribuito da
Alcon e Warner Bros, è stato scritto dallo stesso Peli assieme ai
fratelli Shane e Cary Van Dyke (nipoti del celebre Dick).
Peli parteciperà anche nelle
vesti di produttore con la Paranormal Film, per la quale sono
usciti Insidious di James Wan e Lord of Salem di Rob Zombie. In The
Chernobyl Diaries verranno narrate le vicende di un gruppo di amici
in gita nella città di Prypiat, nella quale abitavano i lavoratori
del vicino impianto nucleare, poi abbandonata a seguito della
catastrofe del 1986. Qui, oltre che con la desolazione e i silenzi
tipici di ogni luogo abbandonato, i protagonisti avranno a che fare
con presenze molto meno naturali… Il cast include alcuni habituè
del genere: Jonathan Sadowski (che ha partecipato al remake di
Venerdì 13 del 2009) e Nathan Phillips (Wolf Creek); con loro, tra
gli altri, anche l’ex idolo adolescenziale Jesse McCartney (cui
qualche anno fa arrise un breve successo anche in Italia). L’uscita
del film negli USA è prevista a fine maggio. Oren Peli è atteso nel
frattempo sugli schermi col suo prossimo film, Area 51.
Sarà probabilmente Kaare Andrews a
dirigere il prequel di Cabin Fever, film che nel 2002 segnò il
debutto alla regia di Eli Roth. Come il titolo suggerisce, il film
narrerà le origine del ‘virus cannibale’ che colpiva il gruppo di
malcapitati nel primo film. Patient Zero narrerà di un gruppo di
turisti in crociera naufragati su un’isola nella il virus si è
sviluppato e diffuso. Andrews ha esordito alla regia nel 2010 con
Altitude, incentrato su cinque amici a bordo di un aereo in
balia di una tempesta soprannaturale.
Il regista canadese è più
conosciuto tra gli amanti dei fumetti della Marvel: per la ‘Casa delle Idee’ ha
infatti prodotto diversi lavori, il più importante dei quali è
stato Spider-Man: Il Regno, storia ambientata nel futuro in cui un
Peter Parker ormai invecchiato veste per l’ultima volta il costume
dell’Uomo Ragno. Cabin Fever: Patient Zero verrà sviluppato
sulla sceneggiatura stesa da Jake Wade Wall (noto per il remake di
The Hitcher); l’inizio delle riprese è previsto entro l’anno. I
progetti legati a Cabin Fever non si fermano qui: assieme al
prequel è previsto un sequel, Cabin Fever: Outbreak, ma al momento
non si sa ancora se a dirigerlo sarà lo stesso Andrews.
Dopo aver legato il suo nome al
ruolo di Lex Luthor in Smallville, Michael Rosenbaum tenta il
definitivo salto di qualità con la sua prima prova da regista sulla
lunga distanza, intitolata Old Days. Rosenbaum sarà anche
protagonista del film, nella parte di Jim Owens, un attore
frustrato che lascia Hollywood per tornare nella sua cittadina
natale in occasione di una riunione scolastica.
Le conseguenze saranno quelle già
viste in tanti altri film e serie tv che hanno affrontato questa
situazione, col protagonista che tornerà a confrontarsi con gli
amci di un tempo e soprattutto col suo amore di una volta (qui
interpretato da Morena Baccarin, nota agli spettatori italiani per
i ruoli di Anna in V e di Jessica Brody di Homeland).
Faranno parte del cast anche Sarah Colonna, Harland Williams e Jay
Ferguson. L’inizio delle riprese è previsto per inizio marzo.
Rosenbaum, qui alla prima regia sulla lunga distanza ha in fase di
post-produzione il corto horror Fade Into You, oltre ad aver
scritto e prodotto Ghild, un altro corto, ma di ambientazione
fantasy, nel 2010, oltre ad essere stato seduto dietro la macchina
da presa anche per un episodio di Smallville.
Julia Roberts – La
romantica vicenda di cui è stata protagonista in Pretty
woman l’ha resa nota in tutto il mondo. Si è fatta
apprezzare per la sua bellezza, ammaliando il collega
Richard Gere col suo inconfondibile sorriso, e
assieme a lui è riuscita a rinverdire i fasti di un plot classico,
a metà tra Bernard Shaw e i fratelli Grimm. Ha interpretato ad arte
la prostituta Vivian: esuberante, pragmatica, forte, goffa a
contatto con l’alta società, che si riscopre romantica grazie al
suo Pigmalione, Edward Lewis/Gere.
La biografia di
Julia Roberts
Era il 1990, da allora il cinema e
Hollywood non hanno più voluto fare a meno di questa giovane col
fisico da modella, originaria del profondo sud statunitense.
L’hanno spesso ingaggiata per altre commedie romantiche, talvolta
rivelatesi di grande successo, come Il matrimonio del mio
migliore amico e Notting Hill, altre
volte meno riuscite, come i recenti Mangia, prega,
ama e L’amore all’improvviso – Larry
Crowne.
Ma ha saputo offrire ottime prove
anche nei film drammatici, da quel Fiori d’acciaio
che le valse il primo Golden Globe a Erin
Brockovich, con cui ha ottenuto il massimo riconoscimento
della sua carriera: l’Oscar. Oggi che la sua posizione nel
firmamento hollywoodiano è indiscussa, si gode il meritato successo
e si dedica anche al mestiere di produttrice, oltre che alla
famiglia.
Julia Fiona Roberts nasce in Georgia nel 1967
da una famiglia di modeste origini. Perde il padre nel ’76, colpito
da una grave malattia e ne resta profondamente scossa. Ha tre
fratelli, il maggiore è Eric che la convincerà a intraprendere come
lui la strada del cinema, per la quale abbandonerà il sogno di
diventare veterinaria.
Dal 1971, anno della separazione
dei genitori, vive con la madre nella piccola cittadina di Smyrna.
Dopo gli studi liceali, si trasferisce a New York e tenta la
carriera cinematografica. Dai tempi del liceo, fa altri lavori: per
mantenersi agli studi prima, e sbarcare il lunario poi. Tra questi,
vista la sua alta statura e il fisico slanciato, la modella.
La si vede per la prima volta sul
grande schermo nell’87 in Scuola di pompieri di
Christian Ingvordsen, ma l’esordio era stato accanto al fratello
Eric, oltre che a Giancarlo Giannini e Dennis Hopper, in
Legami di sangue di Peter Masterson. La critica e
il pubblico la notano nell’89, quando sperimenta con successo le
proprie doti di attrice drammatica, assieme a quelle di interprete
brillante, nei panni di Shelby, una giovane affetta da diabete, ma
anche piena di gioia di vivere, come tutte le donne, amiche, che
animano questo riuscito film corale.
Dramma che si intreccia
efficacemente ai toni comici, senza che le due componenti
perdano ciascuna la sua forza. Il tutto sorretto da un cast di
ottime interpreti: la Roberts recita qui accanto alle colleghe
Shirley MacLaine, Sally Field e Daryl Hannah. L’efficace prova
attoriale vale alla Roberts il suo primo Golden Globe. L’anno dopo
esploderà il fenomeno Pretty woman.
Migliaia di donne sogneranno
assieme alla sua Vivian Ward, di essere portate nel bel mondo a
vivere una folgorante storia d’amore da un principe con le fattezze
di Richard Gere. Lei gli farà riscoprire l’autenticità, non solo
dei sentimenti, ma anche la pragmatica schiettezza, che sembrano
mancare nell’alta società. Lui la convincerà che anche i ricchi
possono essere buoni ed avere un animo sensibile. Il film gioca
sugli opposti che i due protagonisti incarnano ottimamente e fila
liscio verso il suo immancabile romantico happy end. Enorme
successo della pellicola, mentre il brano Pretty
Woman di Roy Orbison diventa un vero tormentone.
Nello stesso anno l’attrice
georgiana cambia genere cinematografico, passando disinvoltamente
all’inquietante film fantastico Linea mortale, che
unisce gli interrogativi sull’aldilà ad una riflessione sulle
angosce e le questioni irrisolte del passato che tornano ad
affacciarsi nel presente dei protagonisti: un gruppo di ex studenti
di medicina in vena di esperimenti. La direzione è affidata a
Joel Schumacher; il cast può contare, oltre che
su Julia Roberts, sulle convincenti
interpretazioni di Kevin Bacon e Kiefer
Sutherland; le atmosfere sono spesso inquietanti e ricche
di suspense. Julia Roberts inizia una
relazione col collega Sutherland. Tradimenti veri o presunti
pongono presto fine all’idillio che avrebbe dovuto portarli alle
nozze: nel 1991 Sutherland viene piantato sull’altare
daJulia Roberts.
Lo stesso anno,
l’attrice è a lavoro nel thriller A letto con il
nemico, che la vede nei panni di Laura, donna in fuga
disperata da un marito violento. Continua a dipanarsi poi, nella
carriera della giovane attrice, il fil rouge delle favole. È
infatti chiamata niente meno che dal maestro Stephen
Spielberg per interpretare la parte di Campanellino in
Hook – Capitan Uncino, accanto a una star come
Dustin Hoffman nei panni del protagonista e a
Robin Williams in quelli di Peter Pan. La
nostra attrice non sfigura affatto e svolazza con leggiadria su
questo ruolo sbarazzino, ma anche tenero e romantico.
La collaborazione con Spielberg è
solo la prima di una lunga serie di esperienze lavorative che
vedono Julia Roberts diretta da alcuni dei
nomi più significativi del cinema anglosassone. Nel ’92 ha una
piccola parte ne I protagonisti di Robert
Altman, graffiante satira sul mondo del cinema. Il regista
la sceglierà ancora due anni dopo per
Prêt-à-Porter, quando il bersaglio della sua acuta
analisi sarà il mondo della moda. Qui sarà una giornalista
americana (Ann Eisenhower) chiamata a seguire la settimana della
moda prêt-à-porter a Parigi.
Sarà però distratta dal suo compito
dalla convivenza, dapprima forzata, col collega inviato Joe Flynn
(Tim Robbins). I due vivranno un’intensa storia d’amore che gli
farà trascurare il lavoro, portato a termine solo riportando le
notizie viste in tv. Dunque la satira e il tocco caustico di Altman
investono qui anche la categoria dei giornalisti (si pensi inoltre
al personaggio della cronista onnipresente Kitty Potter/Kim
Basinger).
Julia Roberts
lavora anche con Alan Pakula, già regista di Tutti gli
uomini del presidente, che la vuole accanto a Denzel
Washington nel thriller politico Il rapporto
Pelikan, dove interpreta la giovane e zelante studentessa
di legge Darby Shaw, alle prese con omicidi eccellenti e servizi
segreti: una storia più grande di lei, che mette al rischio la sua
vita, dalla quale verrà fuori con l’aiuto del giornalista Gray
Grantham/Washington.Per quel che riguarda la vita privata,
l’attrice sposa il cantante Lyle Lovett, da cui divorzierà due anni
più tardi.Nel ’96 è di nuovo sul grande schermo, diretta ora da
Stephen Frears, che la chiama ad interpretare
Mary Reilly nell’omonimo film che racconta la
storia di Dr. Jekyll e Mr. Hyde, adottando però la
prospettiva della giovane cameriera, appunto la Reilly.
Lo stesso anno recita anche
per il regista irlandese Neil Jordan in
Michael Collins. Qui, come già in La
moglie del soldato, il regista ci parla di conflitti e
contraddizioni della sua Irlanda, stavolta celebrando la figura
dell’eroe della resistenza irlandese contro il dominio britannico
Michael Collins. Racconta della strenua lotta sua
e dei suoi compagni per l’indipendenza dell’Irlanda, che si
otterrà dopo anni di lotte, al prezzo di rinunciare all’Irlanda del
Nord.
Il ruolo del protagonista è
affidato a un ottimo Liam Neeson, vincitore della Coppa Volpi per
la migliore interpretazione maschile. Mentre su Julia
Roberts/Kitty Kiernan si innesta il “filone sentimentale”
del film: la donna, fidanzata col miglior amico di Michael, lo
lascerà proprio per amore di Collins, col quale non riuscirà a
convolare a nozze per la prematura morte di quest’ultimo. La
pellicola ottiene un notevole successo al Festival di Venezia e, oltre al già
citato riconoscimento per Neeson, viene anche decretata miglior
film. In tema di collaborazioni illustri, arriva per la Roberts
anche quella con Woody Allen. Il regista la sceglie per
interpretare colei che lo fa pazzamente innamorare in Tutti
dicono I love you. Musical ambientato tra New York, Parigi
e Venezia, commedia corale e lieve sull’amore e sui suoi incerti,
condita con la consueta vena ironica e a tratti malinconica di
Allen.
Ma gli anni Novanta sono anche
quelli di due pellicole che vedono in Julia
Roberts il loro centro, due commedie sentimentali di
grande successo commerciale, che la rilanciano come regina
indiscussa dei romantic movies. La prima, a dire il vero,
ha anche un sapore un po’ amarognolo. Ne Il matrimonio del
mio migliore amico, infatti, Julia
Roberts è Julianne Potter, impegnata a cercare di
mandare a monte il matrimonio di Michael/ Dermot Mulroney, suo ex
fidanzato e caro amico, che ha scoperto di amare ancora. Superbia,
egocentrismo, possessività, più che vero amore, fanno sì che
Julianne si ostini a voler far diventare realtà una vecchia
promessa reciproca di matrimonio che lei e Michael si erano fatti
da ragazzi.
Finale inaspettato, con la
protagonista che si ravvede e rinuncia al proposito, seguendo i
consigli dell’illuminato amico George/Rupert Everett. L’ultimo anno
del secolo sarà contrassegnato invece dall’altro successo di
pubblico, che è Notting Hill di Roger Michell, in
cui Julia veste panni assai simili ai suoi: è una famosa attrice
americana che si trova a Londra per presentare un film e s’innamora
di un tranquillo libraio londinese, conosciuto per caso. La
commedia dai toni evidentemente romantici è prevalentemente giocata
sulla differenza di caratteri dei due protagonisti. Lei, Anna
Scott, è sempre sotto i riflettori, solare, spontanea, in cerca di
normalità.
Mentre lui, William Thacker/Hugh
Grant è timido, impacciato, con una vita tranquilla, forse un po’
piatta, scossa dall’arrivo di Anna. Il contrasto funziona, la
mistura comico-romantica riesce, ed è anche un’occasione per la
nostra attrice di giocare ironicamente, in maniera leggera, con la
propria condizione di star. Un cast di comprimari ben
assortiti e la location londinese fanno il resto. In questi
anni, Julia Roberts si dà anche alla
produzione cinematografica, con la sua Shoelace Productions.
Col nuovo millennio, l’ormai
affermata Roberts, star della commedia romantica, è decisa a dare
il meglio di sé e a puntare al massimo riconoscimento. Lo fa
cambiando completamente genere, atmosfere, contesto. Abbandona i
toni da commedia, la leggerezza, qualsivoglia forma di zuccheroso
romanticismo, per immergersi anima e corpo nell’interpretazione di
una donna animata da forte passione civile, protagonista di una
storia drammatica e toccante. È infatti Erin Brockovich
nell’omonimo film di Steven Soderbergh, che
inaugura il sodalizio artistico tra i due.
Erin Brockovich – Forte
come la verità è una pellicola nella quale si affrontano
vari temi: il pragmatismo e la forza delle donne senza dubbio, la
loro capacità di reggere anche da sole il peso di famiglia e lavoro
(la grintosa Erin, divorziata e con tre figli a carico ne è un
esempio lampante), il senso profondo della giustizia, che dà il
coraggio di lottare e vincere anche contro un nemico che sembrava
imbattibile, l’assenza totale di etica e scrupoli di certo
capitalismo selvaggio. Erin si batte infatti contro un
colosso industriale che versa nelle acque di una piccola cittadina
americana sostanze cancerogene, avvelenando molti dei suoi
abitanti.
La protagonista riesce a ottenere
per loro un risarcimento di portata storica, il cui valore è
soprattutto morale. Il film è tratto da una storia vera, i temi
sono forti e l’interpretazione è impeccabile. Julia
Roberts sa calarsi perfettamente nei panni di
quest’appariscente trentenne piena di problemi, ma forse proprio
perciò determinata ad aiutare altre persone in difficoltà,
schietta, pragmatica, anche brusca, ma assai sensibile. Una donna
normale, che riesce a conquistare la fiducia di altre persone
normali, e insieme a loro ottiene giustizia. L’interpretazione
efficacissima e senza fronzoli vale all’attrice l’ambìto Oscar, ma
anche il Golden Globe e il BAFTA. Soderbergh la vorrà con sé anche
nel cast stellare di Ocean’s Eleven (2001) e del
sequel Ocean’s Twelve (2004).
Prosegue anche l’attività
di Julia Roberts produttrice, al fianco del
suo secondo marito Dan Moder, sposato nel 2002 e col quale avrà tre
figli. La loro casa di produzione cinematografica ora si chiama Red
Om. L’attrice però, non rinuncia a stare davanti alla macchina da
presa e coglie l’occasione per farsi dirigere da Mike Nichols: nel
2004 in Closer e tre anni più tardi ne La
guerra di Charlie Wilson. Il primo è a metà tra la
commedia e il dramma sull’amore, dai toni realistici e poco
romantici. Protagoniste due coppie. Una formata da Julia
Roberts e Clive Owen e l’altra da Jude Law e
Natalie Portman. I loro destini s’incrociano con
inevitabile seguito di attrazioni, tradimenti, rese dei conti. La
storia, il suo procedere, i dialoghi, le chiavi interpretative dei
vari personaggi convergono tutti in un’unica direzione: quella
opposta a un film melenso sull’amore e incline invece a riflettere
sulla vera natura dei rapporti di coppia, a metterne a nudo luci e
ombre.
Nel secondo film Julia
Roberts recita accanto a Tom Hanks, un politico americano amante della
bella vita e delle donne, che non si fa mancare vizi e che
proprio la Roberts/Joanne Herring convincerà a finanziare la
guerriglia antisovietica in Afghanistan. L’attrice lavorerà ancora
con Tom Hanks nella commedia L’amore all’improvviso – Larry Crowne (2011),
diretta dallo stesso Hanks.
Questo 2012 invece, vede
Julia Roberts tornare alle favole. Se infatti il
primo film che le ha dato la notorietà è stato quel Pretty
woman in cui incarnava una sorta di Cenerentola dei giorni
nostri, e l’avevamo vista in Hook, come Campanellino, si confronta ora per
la prima volta col ruolo dell’antagonista, della cattiva per
eccellenza, la regina malvagia. Questa è infatti la parte che le
viene affidata da Tarsem Singh in Biancaneve. Vedremo come riuscirà questa
versatile attrice a calarsi in una veste per lei così insolita.
A poco meno di un anno dall’uscita
del suo ultimo film Contagion, ecco
arrivare Knockout – resa dei conti, il
nuovo film di Steven Soderbergh, presentato fuori
concorso al Festival
di Berlino. Nonostante le continue dichiarazioni del
regista, a suo dire stanco e prossimo alla pensione, la sua vena
creativa stenta ad affievolirsi, dimostrandosi sorprendentemente
prolifica.
Knockout – resa dei
conti, racconta le vicende di Mallory Kane
(Gina
Carano) un agente segreto che lavora per conto di
Kenneth (Ewan
McGregor) e che si occupa di missioni speciali che i
governi non possono autorizzare. Giovane e bellissima, Mallory è la
migliore in questo campo. Nonostante ciò la donna viene tradita ed
ingannata e decide di vendicarsi degli uomini che l’hanno tradita
scovandoli uno per uno. Dovrà usare tutte le sue capacità, i suoi
trucchi e le sue abilità per sfuggire dalla trappola che le hanno
teso, tornare negli Stati Uniti, proteggere la sua famiglia e
ricambiare il favore ai suoi traditori.
Knockout: resa dei conti, il
film
A primo acchito la nuova pellicola
del regista premio Oscar sembra un film che
mescola abilmente la suspence tipica delle spy-story di
Hitchcock e le gesta atletiche di James Bond. Dotato di un ottimo inizio ed una
affascinante sequenza d’azione magistralmente diretta, il film
nell’evolversi della narrazione porta con sé molto limiti, forse
troppi. Il talento di Soderbergh è indiscutibile, come molte altre
volte, il regista è stato abile a mettere insieme un cast
formidabile ed azzeccato, partendo dai vari co-protagonisti fino ad
arrivare all’esordiente Gina Carano, nello stesso tempo tosta e
affascinante, ma soprattutto molto brava nel rendere totalmente
credibile le sue peripezie in lungo e in largo per l’Europa.
Non a caso l’attrice è stata scelta
soprattutto per il suo passato di campionessa di Arti Marziali
Miste. Tuttavia, il vero limite del film è proprio quello di
essere concentrato troppo sulla protagonista femminile,
tralasciando completamente tutti i vari dettagli collaterali che
sono meno importanti, ma molto spesso fondamentali per
caratterizzarne la storia, soprattutto quando la partita si gioca
su un campo intricato e ingannevole. A farne le spese sono la
storia e soprattutto il ritmo, costellato di alti e bassi che
inevitabilmente ne compromettono l’equilibrio. In questo senso la
scelta di raccontare gran parte del film in un lungo flashback a
bordo di un auto in fuga, appesantisce ulteriormente la
narrazione.
Nonostante ciò, la pellicola rimane
di grande fattura, regalando bellissime sequenze d’azione pura e
attimi sospesi, lasciando spazio anche a intricati sotto testi che
forse potrebbero sembrare totalmente gratuiti.
Knockout – resa dei conti, è la storia di una
donna che combatte in un mondo dominato dagli uomini e che
inevitabilmente la porta a dover porre rimedio con il suo talento a
questa condizione.
E’ inoltre una storia di vendetta
verso coloro che hanno tradito le buone intenzioni e che meritano
tutto l’accanimento con il quale la protagonista cerca di
vendicarsi. E’ senz’altro un film che nonostante tutto ha le giuste
componenti per ritagliarsi uno spazio importante all’interno del
genere con il quale cerca di confrontarsi, e sicuramente le
innumerevoli scene concitate regaleranno più di un sussulto allo
spettatore.