Michael Fassbender
– In una manciata di anni è arrivato al successo, questo giovane
irlandese di origine tedesca. È infatti reduce dall’aver
conquistato a Venezia 2011 la Coppa Volpi come Miglior Attore per
il ruolo di Brandon nel secondo lungometraggio di Steve
McQueen, Shame – ma era presente
al Lido anche con l’ultima fatica di
David Cronenberg
A dangerous method – mentre solo quattro
anni fa era alle sue prime prove sul grande schermo, diretto da
Françoise Ozon in Angel – La
vita, il romanzo. Ha accettato incarichi i più
diversi, facendo molta televisione nei primi anni 2000, prima
dell’approdo al cinema. Qui, ha preso parte a piccoli film,
progetti indipendenti, ma appena si è presentata l’occasione non si
è fatto scappare l’opportunità del “salto” oltreoceano. Ora
infatti, la sua carriera si divide tra Europa e Stati Uniti e lui
continua a non sbagliare un colpo.
Michael Fassbender
nasce ad Heidelberg il 2 aprile del 1977, da padre tedesco e madre
nord irlandese (discendente del leader indipendentista irlandese
Michael Collins). Nel ’79 tutta la famiglia si trasferisce in
Irlanda, a Killarney, dove i suoi aprono il ristorante West End
House, con il padre Josef come chef. Michael riceve un’educazione
cattolica, mentre la sua formazione da attore avviene al Drama
Centre di Londra.
I suoi primi lavori (2001-2006)
sono televisivi: telefilm e fiction. Ma lavora anche per il canale
radio della BBC irlandese, interpretando Jonathan
Harker in una versione a puntate di Dracula. Nel
2006 ha occasione di vestire I panni del suo antenato Michael
Collins in Allegiance, uno spettacolo teatrale
incentrato sul’incontro tra Collins e Churchill, per la regia di
Mary Kenny. Sempre in teatro, lavora a un progetto che rivela la
sua ammirazione per Quentin Tarantino, dal quale
poi sarà diretto. Infatti, produce – con la sua Peanut
Productions – dirige e interpreta la versione teatrale de
Le iene. Nel 2007, come detto, lavora
per il cinema in una pellicola europea: Angel – La
vita, il romanzo, in cui il regista francese
François Ozon traspone il romanzo di
Elizabeth Taylor sulla vicenda umana e artistica
della giovane scrittrice britannica del primo Novecento, Angel
Deverell. Ozon affida a Michael Fassbender il
ruolo del pittore Esmé, innamorato della Deverell/Romola Garai. Nel
cast anche Sam Neill e Charlotte
Rempling. Il film è presentato al Festival
di Berlino. Ma Michael Fassbender
partecipa anche alla sua prima produzione americana:
300 di Zack Snyder, che racconta
dell’eroica resistenza degli Spartani alle Termopili, capitanati da
Leonida/Gerard
Butler, contro l’esercito persiano enormemente più
numeroso. Michael Fassbender è Stelios. Per lui è
senz’altro un buon trampolino di lancio verso futuri successi made
in USA.
Michael Fassbender: nuova star tra
Europa e America
Il 2008 porta all’attore i primi
riconoscimenti di peso per un’interpretazione che fa emergere in
maniera inequivocabile le sue capacità attoriali, inaugurando una
collaborazione assai importante nella sua carriera. Si tratta di
Hunger, un film indipendente, con cui
esordisce alla regia cinematografica l’artista britannico
Steve McQueen. McQueen ci
racconta la vicenda di Bobby Sands, membro dell’IRA, morto in
carcere dopo un lungo sciopero della fame, nel 1981. Fassbender
presta a Sands le sue fattezze tedesco-irlandesi e il suo fisico
appositamente emaciato. Non gli è difficile conquistare con la sua
interpretazione il British Independent Film Award e la Camera d’Oro
a Cannes.
Il 2009 è l’anno dell’incontro con
Quentin Tarantino, che lo chiama a far parte del
cast della sua acclamata ultima fatica Bastardi senza
gloria. “I Bastardi” sono un gruppo di
americani-ebrei a caccia di nazisti nella Francia occupata della
Seconda Guerra Mondiale. Alla loro testa c’è il tenente Aldo
Raine/Brad
Pitt. A Michael Fassbender è affidato
il ruolo del tenente Archie Hicox. La pellicola fa incetta di
riconoscimenti: Nastro d’Argento come Miglior Film
extraeuropeo, David di Donatello come Miglior Film
Straniero. Senza dimenticare i premi ricevuti da Christoph
Waltz, che veste i panni dell’ufficiale delle SS Hans
Landa. Tra questi, spicca certamente l’Oscar come Miglior Attore
non protagonista. Sembra che Michael Fassbender
tornerà a lavorare con Tarantino per il suo prossimo
Django Unchained (2013).
Il nostro, però, non si monta la
testa e non disdegna pellicole meno blasonate, come l’indipendente
Fish Tank (2010) di Andrea Arnold,
che affronta il tema del disagio giovanile nella periferia inglese
dell’Essex. Il film riceve il BAFTA come miglior
pellicola britannica ed è accolto calorosamente a Cannes, che gli
riserva il Premio della Giuria. Nello stesso anno,
Michael Fassbender torna nell’antichità, dopo 300,
ancora a combattere un ostico nemico (in questo caso, i barbari
Pitti che lo fanno prigioniero). E’ quanto accade al suo
personaggio, il caporale romano Quinto Dias, in Centurion di
Neil Marshall. Lavora poi anche con Joel
Schumaker, che lo recluta per l’horror Blood
Creek.
Il 2011 è per lui un anno pieno di
impegni e soddisfazioni. La sua popolarità cresce enormemente
quando partecipa al prequel di X
Men: X Men – L’inizio. Interpreta qui il ruolo di
Magneto, accanto a James McAvoy/Charles Xavier. Il prequel, che si
concentra sull’incontro tra i due personaggi e sulla nascita del
loro gruppo, si rivela riuscito ed è un successo al botteghino.
Grazie all’enorme risonanza della pellicola, Michael
Fassbender è definitivamente consacrato nel mondo
delle star. E non mancano altri riconoscimenti internazionali. A
settembre infatti, Michael Fassbender trionfa a
Venezia 2011, aggiudicandosi la Coppa Volpi per la miglior
interpretazione con
Shame. La pellicola gli dà l’occasione di
tornare a lavorare con Steve McQueen che, dopo
Hunger, lo vuole anche per il suo secondo lavoro. In questo caso,
gli viene affidato il ruolo di Brandon, uomo dilaniato dalla sua
ossessione per il sesso. Accanto a lui, la sorella
Sissy/Carey Mulligan, anch’ella afflitta da gravi
problemi di relazione. Dunque un’altra sfida difficile, un
personaggio complesso per l’attore irlandese, che però riesce a
renderlo al meglio. Ma questo non è l’unico film con cui Fassbender
è presente al Lido di Venezia nel 2011. È infatti anche uno dei tre
protagonisti dell’ultima creatura di
David Cronenberg
A dangerous method, accanto a
Viggo Mortensen e
Keira Knightley. Il regista è affascinato
dalla complessità dei meccanismi che sottendono alle azioni umane e
qui indaga i meandri della mente, scegliendo come protagonisti
proprio coloro che di essa sono stati i principali indagatori nel
‘900: Sigmund Freud/Mortensen e il suo discepolo Carl Gustave
Jung/Fassbender. Ad accomunarli e poi a dividerli, una paziente
affetta da isteria: Sabina Spielrein/Knightley – divenuta poi
psicologa – con la quale Jung intreccia una relazione,
contravvenendo ai codici deontologici della sua professione.
Da venerdì nelle sale italiane sarà
invece
Jane Eyre di Cary Fukunaga,
con cui Michael Fassbender affronta un
capitolo nuovo della sua filmografia: la trasposizione di grandi
capolavori della letteratura inglese. E lo fa in grande stile,
trovandosi a gestire il ruolo che nel ’95 fu di William
Hurt: quello del burbero proprietario di Thornfield Hall,
Edward Rochester. L’attore affianca Mia
Wasikowska, nel ruolo della protagonista Jane
Eyre.
Michael Fassbender
sta poi lavorando a numerosi progetti, tra cui la collaborazione
con Ridley Scott per
Prometheus (2012), che lo vedrà nei
panni di un androide, e un film sui vampiri diretto da Jim
Jarmush, ancora senza titolo ma che, ha assicurato, si
farà. Del cast farà parte anche Mia Wasikowska.
Senza contare il ritorno assieme a Tarantino di cui si è detto in
precedenza, per Django Unchained
(2013).