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Ritorna Il giustiziere della notte!

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Progetto conteso da diversi produttori di Hollywood, il remake di un classico del poliziesco ha posto le sue basi, trovando finalmente il suo regista. La Paramount e

Code Name: Geronimo, ovvero Kathleen Robertson sulle tracce di Bin Laden

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Iniziano oggi, in New Mexico, le riprese di Code Name: Geronimo, il film ispirato alle missioni militari delle forze speciali della U.S. Navy in Pakistan impiegate con

Un cast eccezionale per il musical Frank or Francis

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Con un ispirato Charlie Kaufman alla scenografia e alla regia e un cast notevolmente ricco, è in arrivo il brillante e promettente musical Frank or Francis.

Elizabeth Banks nel nuovo film di Charlie Kaufman

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Si va completando il cast di Frank Or Francis, satira sul mondo di Hollywood in forma di musical scritta e diretta da Charlie Kaufman: ultima in ordine di tempo ad entrarvi, Elizabeth Banks. Il film sarà incentrato su un regista (Steve Carell), che si imbarca in un’autentica guerra con lo stereotipo del nerd cinefilo (Jack Black) che vive ancora coi genitori e passa il tempo ad attaccare i film del regista sul suo blog.

Del cast faranno parte anche Nicolas Cage, nel ruolo di una star da blockbuster e Kevin Kline, che interpreterà addirittura due personaggi. La Banks vestirà i panni di un’affermata attrice di commedie che ha una relazione sentimentale col personaggio interpretato da Carell. L’attrice di Pittsfield sarà a brevissimo sugli schermi italiani con 40 Carati (titolo originale: Man on a Ledge) e, più avanti, con il post-apocalittico Hunger Games, in Italia a maggio.

Fonte: Empire

Screen Actors Guild: trionfano The Help e The Artist

Viola Davis, Jean Dujardin, Octavia Spencer e Christopher Plummer: ecco i favoriti alla corsa all’Oscar, che hanno conquistato gli Screen Actors Guild Awards.

Box Office USA del 30 Gennaio

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Liam Neeson e la lotta contro eventi più grandi di lui vincono al botteghino USA di questa settimana. L’attore, che ultimamente ha interpretato sempre ruoli al limite (un uomo che perde e riacquista la memoria, ma a quel punto nessuno gli crede, un padre che deve recuperare la figlia rapita) ora si trova in Alaska, insieme ad un gruppo di superstiti di un incidente aereo a combattere con i lupi.

Questa la sinossi di The grey, che questa settimana è appunto in vetta alla classifica dei film più visti nelle sale statunitensi con un incasso di 20 milioni di dollari. Lo segue il quarto episodio di Underworld: Awakening che questa settimana incassa altri 12 milioni portando il suo totale a 45. Katherine Heigl è una sicurezza, le sue commedie fanno sempre botteghino ed infatti troviamo l’ultima pellicola di cui è protagonista al terzo posto, con un incasso di 12 milioni di dollari. In One for the money la Heigl è una donna appena divorziata e disoccupata che si ritrova a dover stare alle costole di un suo ex per riscuotere dei debiti da lui contratti. In quarta posizione scende Red tails, che porta il suo incasso totale a quasi 34 milioni di dollari dopo 2 settimane di classifica. In quinta posizione, un film sfida, come fu qualche anno fa Phonebooth, tutto girato dentro e attorno una cabina telefonica in cui era costretto a rimanere Colin Farrell, ora la storia di Man on a ledge si sviluppa su di un cornicione dove è in equilibrio Sam Worthington, un ex galeotto che minaccia di lanciarsi da un grattacielo nuiorchese, mentre è in atto la più grande rapina di diamanti mai commessa. A cercare di dissuaderlo, la psicologa Elizabeth Banks. Il film ha incassato quasi 9 milioni di dollari. In sesta posizione sale lentamente Extremely loud, incredibly close, il nuovo film di Stephen Daldry tratto dal romanzo di Jonathan Safran Froer, il film è uscito infatti già da 6 settimane ma si è affacciato in classifica solo nelle ultime due, guadagnandosi questa settimana la posizione grazie ai 7 milioni di dollari incassati che portano il suo totale a 21 milioni. Riappare, grazie probabilmente ai Golden Globes e alle candidature agli Oscar anche il film di Alexander Payne, The descendants, che infatti è in sala da 11 settimane, era uscito di classifica ed ora rientra in settima posizione con un incasso settimanale di 6 milioni di dollari e uno totale di quasi 59.

In ottava posizione scende l’action con Mark Wahlberg Contraband, che ha incassato fino ad oggi 56 milioni di dollari, mentre in nona posizione troviamo la riedizione di Beauty and the beast della Disney con un incasso totale di 41 milioni di dollari, infine chiude la classifica il film di Steven Soderbergh Haywire che dopo due settimane in sala ha incassato 15 milioni di dollari.  

In uscita la prossima settimana: l’atteso film di Madonna, W.E., presentato all’ultimo Festival del film di Venezia sulla storia d’amore tra Wallis Simpson e l’erede al trono Edward, The woman
in black,
un thriller-horror che segna il tentativo di Daniel Radcliffe di staccarsi dal ruolo di Harry Potter, e un film su superpoteri e supereroi, Chronicle.

La Furia dei Titani – Trailer

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Dieci anni dopo aver sconfitto il mostruoso Kraken, Perseus (Worthington) — il semidio figlio di Zeus (Neeson) — cerca di trascorrere una vita più tranquilla facendo il pescatore e allevando da solo il figlioletto di 10 anni, Helius. Intanto scoppia una lotta per il potere tra Dei e Titani. Indeboliti pericolosamente dalla mancanza di devozione dell’umanità, gli Dei stanno perdendo il controllo dei Titani prigionieri e del loro feroce capo, Crono, padre dei fratelli Zeus, Ade (Fiennes) e Poseidone (Danny Huston), che in passato lo avevano rovesciato e condannato a marcire negli abissi del Tartaro, una tenebrosa prigione sotterranea nel profondo degli inferi.
Perseus non può far finta di nulla quando Ade, insieme ad Ares (Edgar Ramírez) il devoto figlio di Zeus, tradisce e stringe un accordo con Crono per catturare Zeus. La forza dei Titani cresce sempre di più, mentre diminuisce quella di Zeus, e sulla terra si scatena l’inferno.
Con l’aiuto della regina guerriera Andromeda (Rosamund Pike), di Argenor (Toby Kebbell) il figlio semidio di Poseidone, e del Dio caduto in disgrazia Hephaestus (Bill Nighy), Perseus si addentra coraggiosamente nell’oltretomba per salvare Zeus, rovesciare i Titani e salvare il genere umano.

Box Office ITA del 30 gennaio 2012

Ottima tenuta di Benvenuti al Nord, che si conferma al primo posto, seguito dalle new entry Mission: Impossible 4, A.C.A.B. e The Iron Lady.

Per il week-end appena concluso, era prevedibile una contesa fra Benvenuti al Nord e Mission: Impossible 4 per il primato al box office italiano. A spuntarla senza troppa difficoltà è Benvenuti al Nord, già primo incasso della stagione, che agguanta altri 5,4 milioni di euro e vola a quota 20,8 milioni totali in dodici giorni.

Mission: Impossible – Protocollo fantasma esordisce dunque al secondo posto con 2,2 milioni di euro.

Seguono altre due new entry, che registrano buoni risultati. A.C.A.B. di Stefano Sollima apre in terza posizione con 1,1 milioni, mentre The Iron Lady, che è valso la diciassettesima nomination all’Oscar per Meryl Streep, debutta al quarto posto con 841.000 euro.

Immaturi – il viaggio scende dunque in quinta posizione con 443.000 euro, arrivando a quota 11,3 milioni. Subito dopo Underworld – il risveglio raccoglie altri 433.000 euro per 1,7 milioni complessivi. Alvin Superstar 3 – si salvi chi può segue con 284.000 euro e giunge a 5,8 milioni totali.

La Talpa precipita in ottava posizione: con altri 248.000 euro la spy story per la quale Gary Oldman si è aggiudicato la prima nomination agli Academy Awards arriva a 2,5 milioni: un risultato abbastanza positivo, considerando il passaparola – tipicamente italiota – non eccelso di cui è oggetto la pellicola.

The Help non sfonda in Italia: nonostante i numerosi premi di categoria e della critica conquistati nelle ultime settimane, il film corale tutto al femminile con due performance da Oscar (Viola Davis e Octavia Spencer) ottiene altri 202.000 euro per 638.000 euro totali.

Chiude la top10 J. Edgar: il film di Clint Eastwood giunge a quota 5,8 milioni con altri 148.000 euro.

Da segnalare infine la risalita di The Artist che, dopo le 10 nomination all’Oscar, sale in tredicesima posizione con 116.000 euro, per 1,4 milioni complessivi. Inoltre stupisce in negativo l’esordio di L’arte di vincere (6 nomination, tra cui Brad Pitt) che, distribuito in sole 42 sale, apre al quindicesimo posto con 102.000 euro.

The Double – Trailer italiano

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Trailer italiano del film THE DOUBLE, da MARZO al cinema. Grande storia di spionaggio post guerra fredda, The Double è un perfetto meccanismo che crea tensione con continui colpi di scena. L’ossessione di una carriera. L’agente della CIA, Paul Shepherdson (Richard Gere), è andato in pensione senza essere riuscito ad inchiodare un misterioso e imprendibile killer sovietico. Ora viene richiamato in servizio perché l’omicidio di un senatore sembra portare la firma del suo storico avversario. Una caccia voluta dal suo ex superiore Tom Highland (Martin Sheen) che lo vede collaborare con il giovane agente dell’FBI, Ben Geary (Topher Grace). La coppia analizza i crimini del passato, ricostruisce la personalità dell’assassino e scopre che la realtà è molto diversa da quello che si pensava.

Michel Hazanavicius vince il DGA Award 2012

Michel Hazanavicius, il regista di The Artist, si è aggiudicato il DGA Award, il premio di categoria dei registi: ora è il favorito agli Oscar.

The Amazing Spider-man: video virale a Roma! …

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E’ apparso su youtube un video virale di The Amazing Spider-man, presumibilmente in attesa della proiezione in anteprima di alcune scene del film, come anticipato in questo articolo. Ecco invece il video dell’apparizione del logo del film sul colosseo: 

Oscar 2012: il miglior film – The Help

Oscar 2012: il miglior film – The Help

The Help di Tate Taylor

Oscar 2012: il miglior film – L’arte di Vincere

Oscar 2012: il miglior film – L’arte di Vincere

L’arte di Vincere di Bennett Miller

Oscar 2012: il miglior film – War Horse

Oscar 2012: il miglior film – War Horse

War Horse di Steven Spielberg

Oscar 2012: il miglior film – Molto forte e Incredibilmente vicino

Oscar 2012: il miglior film – Molto forte e Incredibilmente vicino

Molto forte e Incredibilmente vicino di Stephen Daldry

Oscar 2012: il miglior film – The Artist

Oscar 2012: il miglior film – The Artist

The Artist di Michel Hazanavicius

Oscar 2012: il miglior film – Midnight in Paris

Oscar 2012: il miglior film – Midnight in Paris

Midnight in Paris di Woody Allen

Oscar 2012: il miglior film – Paradiso Amaro

Oscar 2012: il miglior film – Paradiso Amaro

Paradiso Amaro di Alexander Payne

Oscar 2012: il miglior film – Hugo Cabret

Oscar 2012: il miglior film – Hugo Cabret

Hugo Cabret di Martin Scorsese

Oscar 2012: il miglior film – The Tree of Life

Oscar 2012: il miglior film – The Tree of Life

The Tree of Life di Terrence Malick

Lo Hobbit: nuova foto e intervista a Evangeline Lilly

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Come sappiamo Lo Hobbit sarà il racconto cinematografico della prima parte dell’omonimo libro di Tolkien, e sappiamo anche che Peter Jackson in fase di sceneggiatura si è preso la libertà

Oscar 2012: il miglior regista – Alexander Payne

Oscar 2012: il miglior regista – Alexander Payne

Alexander Payne, già premiato dall’Academy per la sceneggiatura di Sideways, gareggia ora come miglior regista per Paradiso Amaro.

Oscar 2012: il miglior regista – Woody Allen

Oscar 2012: il miglior regista – Woody Allen

La lettera d’amore a Parigi è valsa a Woody Allen una nomination come miglior regista, stiamo parlando ovviamente di Midnight in Paris.

Oscar 2012: il miglior regista – Michel Hazanavicius

Oscar 2012: il miglior regista – Michel Hazanavicius

Michel Hazanavicius, francese, sta sbaragliando tutta la concorrenza con il suo coraggioso e bellissimo film, The Artist, visto e apprezzato già al Festival di Venezia del 2011.

Oscar 2012: il miglior regista – Terrence Malick

Oscar 2012: il miglior regista – Terrence Malick

Terrence Malick ha ricevuto la sua seconda nomination per la miglior regia, e questa volta per The Tree of Life, già vincitore di Cannes 2011 e pellicola completamente rivoluzionaria e ambiziosa.

Oscar 2012: il miglior regista – Martin Scorsese

Oscar 2012: il miglior regista – Martin Scorsese

Scorsese, alla sua sesta nomination agli Oscar, concorre quest’anno per il suo primo esperimento in 3D, Hugo Cabret.

Noah di Darren Aronofsky: Michael Fassbender protagonista?

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Darren Aronofsky sembra essere sempre più convinto del suo prossimo progetto Noah, il kolossal a sfondo biblico da 130/150 milioni di dollari di budget. Ora arriva anche conferma dal suo abituale direttore della fotografia Matthew Libatique. L’uomo ha rivelato di aver discussi con il regista della sceneggiatura e che le riprese dovrebbero partire a New York e in Islanda a Luglio.  Libatique ha parlato anche di un Villain del film:

C’è una grande ruolo per il villain, ci deve essere un cattivo nella storia di Noé. Qualcuno che dice “Non state a sentire le sue parole. Va tutto bene, non c’è alcuno bisogno di costruire un arca. Non siate allarmisti. Non siate così fondamentalisti”. Avere presente no? Uno di questi tizi.

Ovviamente nulla di tutto ciò è ufficiale. Le ultime voci, inoltre vorrebbero che l’attore Michael Fassbender in trattative per la parte del protagonista, ma anche queste non ancora confermate. Non ci resta che aspettare ulteriori conferme.

 

The Amazing Spider-Man: proiezioni in anteprima anche a Roma!

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Manca poco per il ritorno di Peter Parker. La Sony Pictures ha lanciato una iniziativa virale che condurrà ad alcune proiezioni speciali di scene selezionate di The Amazing Spider-Man fissate per il 6 febbraio.

Il Federale: un grande Tognazzi per una commedia che aiuta a riflettere

Il Federale – Roma, primi mesi del 1944. Nella penisola si infittiscono i combattimenti tra i nazi-fascisti e gli anglo-americani i quali, appena sbarcati, tentano di risalire il paese. Primo Arcovazzi (Ugo Tognazzi) è un graduato della milizia fascista estremamente ligio al dovere e fanaticamente attaccato alla causa.

In virtù di queste qualità i suoi superiori lo incaricano di una missione molto delicata e importante: arrestare e riportare a Roma il prof. Erminio Bonafè (Georges Wilson), noto filosofo antifascista e prescelto per la carica di primo ministro dell’Italia libera.

Saputo da informatori certi che il professore è nascosto nel suo paesino natale sulle montagne abruzzesi, il buon Arcovazzi si mette in sella ad un side-car e si dirige a prelevare il fuggiasco. Trovatolo senza particolari problemi inizia il viaggio di ritorno verso Roma e sopratutto verso quella promozione a federale che il bravo graduato anela da tempo.

Purtroppo per Arcovazzi il viaggio verso la capitale sarà costellato da vari inconvenienti e ostacoli accidentali che renderanno la sua missione più complicata del previsto. Allo stesso modo però daranno a lui modo di entrare in contatto se non in distaccata simpatia con un altro uomo non più visto come un semplice traditore ma solo come un essere umano. E sarà proprio questo essere umano, inizialmente osservato con fredda ed ironica diffidenza, che salverà la vita di Primo nel grottesco finale.

Il Federale

Luciano Salce, uno dei maestri della commedia italiana, confezione questo film nel 1961, in collaborazione con i famosi sceneggiatori Castellano e Pipolo. Il federale è un classico esempio di quella tragi-commedia all’italiana che rappresenta uno dei filoni più amati e di maggior successo nella storia del cinema nostrano.

Il Federale, un film dall’indubbia impronta comica ma che al contempo si presta ad un’analisi e ad un’introspezione seria e a tratti drammatica del contesto storico in cui le vicende sono inserite. Un film che non può essere considerato solo una commedia e che allo stesso modo non può essere catalogato come un film drammatico; Il federale raccoglie il lato buono di uno e dell’altro genere mescolando sapientemente le sequenze divertenti e spassose con quelle più serie e riflessive.

La scena è dominata dai due splendidi protagonisti, eccellenti nelle rispettive interpretazioni: Tognazzi incarna perfettamente il ruolo del fanatico e convinto fascista, il quale non contempla nemmeno l’idea che qualcuno possa non esserlo essendo cresciuto in una società, per lui, da sempre fascistizzata. Wilson, al contrario, raffigura con garbo ed eleganza l’intellettuale democratico che tenta disperatamente di aprire gli occhi e la mente al suo carceriere.

Il viaggio di ritorno verso Roma, diventa una sorta di odissea omerica in cui tutto sembra ostacolare o quantomeno ritardare il compimento della missione di Primo, un lungo e tortuoso percorso in cui i due uomini si avvicinano e conoscono gradualmente, imparando anche ad apprezzare oltre che rispettare ognuno le qualità dell’altro.

Il film di Salce sa essere incredibilmente divertente così come profondo e toccante, Tognazzi si conferma mattatore straordinario e dalla comicità esplosiva ma al tempo stesso grande attore drammatico. Nel film, in cui compare anche una giovanissima Stefania Sandrelli, si ride e si riflette così come vuole la tradizione della grande tragi-commedia all’italiana.

Nello struggente finale in cui Arcovazzi entra nella Roma liberata con il suo prigioniero e indossando una divisa da federale rimediata a poco prezzo, Salce mostra la violenza cieca e incontenibile di un popolo stremato e incattivito da anni di dittatura ma al contempo vuole chiudere con uno straordinario gesto di umanità e pietà con cui il prof. Bonafè salverà Primo mantenendo fede a quei valori di civiltà a cui aveva sempre creduto e a cui si era da sempre affidato.

Kapò: il capolavoro di Gillo Pontecorvo sugli orrori dell’Olocausto

Kapò è un film del 1959 diretto da Gillo Pontecorvo. Fu nominato per l’Oscar al miglior film straniero nel 1961.

A Parigi si vivono i terribili e oscuri giorni dell’occupazione nazista; gli ebrei vengono quotidianamente prelevati dalle loro abitazioni nel ghetto e caricati sui lugubri treni della morte, diretti verso la Germania e i campi di concentramento.

A questa drammatica sorte non sfuggono nemmeno la giovane Nicole (Susan Strasberg) e i suoi amati genitori. Catapultata d’improvviso nella realtà apocalittica del lager, la timida e graziosa fanciulla riuscirà a sopravvivere grazie all’aiuto di un medico del campo che le fornirà la divisa con il triangolo nero, quello dei “ladri”, decisamente meno sconveniente del distintivo portato dagli ebrei, destinati a morte sicura.

La vita nel campo è dura e sopravvivere è l’unica preoccupazione di ogni giorno, per farlo, spesso, bisogna sopraffare il prossimo, le normali regole della convivenza civile non valgono più. Nicole comprende questo al punto di accettare l’incarico di Kapo, le terribili sorveglianti, aguzzine delle loro stesse compagne. Il degrado morale oltre che fisico a cui la ragazza si abbandona verrà riabilitato in uno straziante finale nel quale la giovane troverà la forza di un estremo sacrificio nell’amore verso Sasha (Laurent Terzieff), un giovane soldato russo prigioniero nel campo.

Kapo è un film del 1959 diretto mirabilmente da Gillo Pontecorvo che qui si presentava con il suo secondo lungometraggio in carriera. Sceneggiato insieme all’amico Franco Solinas, il regista prese lo spunto per raccontare questa storia dalla lettura di Se questo è un uomo di Primo Levi. Infatti il tema dominante del film è proprio quell’assuefazione all’orrore di cui lo scrittore piemontese parla e descrive nel suo celeberrimo libro.

Pontecorvo narra la storia della giovane Nicole come fosse una sorta di parabola, in cui la giovane ed innocente fanciulla buona e  generosa tanto da cedere il suo misero rancio alle compagne più anziane, cede alla paura e all’orrore dilagante corrompendo la propria anima e perdendo ogni rimasuglio di umanità. Una degradazione morale che inizia rubando una semplice patata ad una compagna e che continua gradualmente sino ad accettare l’incarico più infame, quello di Kapò, le temute e ignobili sorveglianti del campo.

Il regista pisano ci racconta questa storia con il suo abituale tratto documentaristico, fedele strumento per fare quel cinema-verità a cui rimarrà legato per tutta la sua carriera. Come lui stesso racconta, per raggiungere un livello di realismo simile a quello dei cine-giornali del tempo, venne usata una particolarissima tecnica conosciuta come “fotografia controtipata” adatta a rendere un’immagine più granulosa ed un effetto meno cinematografico.

Nel cast artistico spiccano le interpretazioni di Didi Perego ed Emanuelle Riva, quest’ultima reduce dal successo di Hiroshima mon amour, così come di Laurent Terzieff nel ruolo del protagonista maschile Sasha, colui che ridarà amore e dignità a Nicole. Susan Strasberg, figlia di Lee Strasberg fondatore dell’Actor Studio, fu invece una scelta difficile per Pontecorvo e anche sul set non mancarono momenti di difficoltà legati ad una capacità interpretativa non sempre naturale e immediata. Il risultato è comunque notevole in quanto la giovane Susan riesce a trasmettere quel senso di innocente candore che progressivamente lascia il posto all’insensibilità e al maligno opportunismo necessario per sopravvivere nel campo.

Da buon compositore mancato (i genitori non gli fecero concludere gli studi al conservatorio) Gillo Pontecorvo riserba un ruolo fondamentale alla musica che scandisce la varie sequenze narrative in modo estremamente efficacie, accompagnando con note prima dolci e melanconiche e poi grevi e drammatiche la degradazione morale della protagonista.

Convintosi solo dopo lunghe discussioni con il suo co-sceneggiatore, Pontecorvo introduce nell’ultima parte del film la storia d’amore tra Nicole ed il bel soldato russo Sasha, una scelta narrativa inizialmente osteggiata dal regista poco propenso a mescolare l’amore tra due giovani nel contesto drammatico del film.

L’amore per il prigioniero russo sarà la leva per riabilitarsi come essere umano in quanto grazie e per lui Nicole deciderà di sacrificarsi ed aiutare così la fuga dal campo. Pontecorvo avrebbe preferito un altro finale, con la protagonista ancora viva e “sola” in mezzo alle compagne festanti per la liberazione, accentuandone così l’alienazione morale.

Forse convinto da una produzione più orientata ad un finale più spettacolare e ad effetto, il regista ha in fine optato per la morte di Nicole e l’intima disperazione di Sasha che dimentica il successo di tutti e soffre per la donna amata.

Ma è evidente che la relazione tra i due giovani sia estremamente marginale nel contesto di un film che ha ben altri scopi e finalità; una delle più fedeli e crude testimonianze cinematografiche riguardo il tema dell’Olocausto, in cui Gillo Pontecorvo tocca uno dei punti più alti, se non il più alto, della sua importante carriera. Un realismo forte e non sempre compreso dalla critica del tempo, il critico e regista francese Jacques Rivette definì “un’abiezione” la carrellata in avanti sul cadavere imprigionato nei fili dell’alta tensione, ma che in realtà rimane ad oggi uno delle migliori testimonianze su un tema tanto battuto ma sempre attuale come quello dell’Olocausto.

Un film da vedere e rivedere periodicamente per non dimenticare l’orrore a cui la follia dell’uomo può portare, per mantenere vigile l’attenzione verso ogni rigurgito di odio e intolleranza.