Si può avere un ‘amico di letto’
(friend with benefits) senza rimanerne alla lunga
coinvolti? Secondo Adam ed Emma è possibile: i due incontratisi da
piccoli in un campo estivo, si ritrovano da adulti ad instaurare
questa bizzarra e complicata relazione. Quanto potrà mai
durare?
Questo è a grandi
linee Amici, Amanti e…(No
Strings Attached), che letteralmente vuol dire qualcosa come
‘niente legami’, ma tradotto da noi con Amici,
amanti e …, l’ultima commedia di Ivan
Reitman che ha come protagonisti due bellissimi della
scena cinematografica americana: Natalie Portman, che si lascia andare ad un
ruolo frivolo e divertente, e Ashton Kutcher, perfettamente a suo agio nei
panni del tenero e romantico Adam. Il film comincia con i vari
incontri casuali dei due che potrebbero vagamente ricordare un
illustre predecessore, ovvero Harry ti presento
Sally, e prosegue con questa storia scontatissima sin
dalle prime battute.
Ma dopotutto non sempre sapere come
va a finire è un deterrente (vedere il successo di
Titanic per credere), infatti Amici,
Amanti e… riesce a mantenere un tono di quotidianità senza
mescolarsi alla slapstick, come succede ad esempio nella saga dei
Fotter, né al teen movie, e facendo sentire lo spettatore coinvolto
negli eventi come qualcosa di normale, presentando la vicenda come
un qualsiasi resoconto di una storia accaduta a chiunque. Ma non
tutte sono
Natalie Portman, né tutti sono il bel baby fidanzato
di Demi Moore, e forse proprio questo collide con
il film: una storia così comune avrebbe dovuto essere raccontata
attraverso gli occhi di due persone più ‘comuni’ e meno perfette,
almeno a livello estetico. Molto buona è comunque l’intesa trai
protagonisti, fisicamente così ben assortiti: piccola ed esile lei,
altissimo lui.
Al timone c’è Ivan
Reitman (che compare in un piccolo cameo nei panni del
regista), che di commedia fatta bene se ne intende e si basa su un
copione intelligente ed agile, con reali situazioni comiche che
servono all’economia del racconto. Molti i momenti di puro
divertimento, come l’idea di Adam di regalare un cd ad Emma da
ascoltare per alleviare i dolori mestruali con Sunday Bloody Sunday
o Bleeding Love! Amici, Amanti e… fuori dai
patetismi e dalle scenate isteriche che caratterizzano il genere si
può annoverare tra quelle belle commedie, non brillanti ma leggere
che riesco a strappare sorrisi e commozione.
Ecco arrivare il trailer completo
di Habemus Papan, nuovo film del regista Nanni Moretti, con
Margherita Buy e Michel Piccoli. Il film è stato girato in cinque
mesi tra Palazzo Farnese (sede dell’ambasciata francese), Palazzo
Barberini e Cinecittà, dove è stata ricostruita una Cappella
Sistina in scala 1 a 1 dopo del rifiuto del Vaticano di far entrare
la troupe in quella originale.
Iniziate da un paio di giorno le
riprese di Silent Hill: Revelation 3D, il sequel del film del 2006
e prodotto dalla Davis Film. Da Cambridge Ontario, dove attualmente
si trova il set sono arrivare le primissime immagini.
Sono state pubblicate nuove foto di
Pirati dei Caraibi: Oltre i Confini del Mare, e tra queste possiamo
vedere alcuni dei nuovi personaggi del film che vedrà per la quarta
volta Jhonny Depp nei panni del Capitano Jack Sparrow:Philip Swift
e Syrena, interpretati da Astrid Bergès-Frisbey e Sam Claflin.
Arriva nelle sale italiane
Kick-Ass, oggetto di difficile definizione, del
quale si è parlato moltissimo e con una storia produttiva
particolare, sviluppatasi su carta e (più o meno) su celluloide
quasi in contemporanea. La storia è molto semplice: perché nessun
essere umano ‘normale’ si traveste da super eroe e sgomina le bande
di malintenzionati? È questa l’idea che balena in testa a Dave
Lizewski, adolescente con gli ormoni in subbuglio che decide di
diventare un ‘amichevole super eroe di quartiere’.
Ma ben presto Dave avrà la sua
risposta: nessuna persona normale fa il super eroe perché fa male!
Il nostro finirà ben presto all’ospedale, con la sua muta da sub
comprata su e-bay sporca del suo stesso sangue, e dopo diverso
tempo se ne ritornerà a casa, intero, ma con le terminazioni
nervose danneggiate … ecco quello che ci voleva! Ora ha un super
potere e può incassare botte senza sentire dolore. Comincia così la
sua vera (dis)avventura che lo porterà a diventare un vero e
proprio fenomeno mediatico, attirando su di sé l’attenzione di Big
Daddy e Hit Girl, due super eroi armati fino ai denti, e l’ira del
mafioso Frank D’Amico, che farà di tutto per sbarazzarsi di lui,
Kick-Ass.
Molti sono gli elementi di questo
film che ammiccano e fanno riferimento, più o meno riverente, al
suo genere di appartenenza, l’universo super eroistico dei fumetti,
a partire dagli echi musicali di Superman e dell’ultimo
Batman targato Nolan, fin al rito della vestizione dell’eroe
e alla sua ‘nascita’. Ma importante sembra anche il tema, forse
solo accennato, di cosa voglia dire davvero essere un super eroe,
avere poteri o responsabilità che esulano da essi. In
Kick-Ass però questi processi sono spogliati
dell’epicità caratteristica del fumetto tradizionale e vengono
quasi abbassati alla quotidianità di questo ragazzino che pensa di
poter cambiare le cose così intensamente che alla fine ci
riuscirà.
Kick-Ass tra cinema e
fumetto
Definito come omaggio, e non come
sberleffo, dai suoi creatori, Kick-Ass si basa
precisamente sul fumetto, riprendendone filologicamente i costumi e
le situazioni, ma edulcorandone la violenza che invece sulla carta
la fa da padrone. Alla regia quel Matthew Vaughn
che rinunciando a X-Men Conflitto Finale portò nel 2007 sullo
schermo la favola di Neil Gaiman, Stardust,
ricreandone abbastanza fedelmente il mondo e l’atmosfera, ma anche
qui mitigandone il finale decisamente triste nell’originale.
Vaughn si rivela comunque molto bravo a
sincronizzare questa specie di baraccone colorato che è
Kick-Ass, regalando diverse sequenze davvero
interessanti e coinvolgenti, su tutte quelle di combattimento, che
pur essendo concitate restano lineari, permettendo allo spettatore
di rimanere stupito ma non intontito dalle immagini.
Perfetto Aaron Johnson nei panni del protagonista
Kick-Ass, finto nerd ma non troppo riesce a
catturare la simpatia del pubblico, risultando terribilmente simile
a quel Peter
Parker di Tobey Maguire, ma senza ragni radioattivi.
Accanto a lui un cast azzeccato: su tutti gli adulti Mark Strong e Nicolas Cage; il primo, già visto collaborare
con Vaughn in Stardust,
si conferma come uno dei più bravi caratteristi in circolazione,
riuscendo a dare sempre ai suoi personaggi quell’aura di grettezza
che necessitano (dal momento che è sempre o quasi cattivo) aiutato
anche da una fisionomia affascinante e riconoscibile.
Cage
finalmente ritorna ad essere credibile in un personaggio, amorevole
padre di giorno e spietato vendicatore di notte, il suo Big Daddy è
un omaggio a quello che secondo Cage stesso è l’unico vero Batman,
Adam West. Notevole anche la piccola Chloe
Moretz, nei panni di Hit Girl: non provate a regalarle
bambole, le userà per esercitarci con i suoi ninja shuriken e i
suoi coltelli a farfalla! È lei la protagonista delle due sequenza
d’azione meglio congeniate e sicuramente non sfigura accanto ai
suoi colleghi più adulti e conformi all’idea comune di super eroe
che picchia duro.
Aiutato da un montaggio ben
costruito e da una colonna sonora efficace,
Kick-Ass è un film godibile, ricco di spunti e
riferimenti, che lascia aperta la porta agli ormai onnipresenti
sequel strizzando l’occhio a quel mondo dei super eroi, tanto
frivolo per qualcuno, quanto serio per qualcun altro, lasciandosi
guardare senza fatica nonostante le sue due ore di durata.
Gli anni di attesa per The
Tree of Life, l’ultimo film del regista texano Terrence
Malick, giungeranno finalmente al termine questo maggio. L’idea che
circolava da un po’ era che il film avrebbe fatto il suo ingresso
trionfale in sala attraverso qualche Festival, ed ora Variety
riporta che il film effettivamente sarà presentato al prossimo
Festival
di Cannes, probabilmente nella sezione fuori concorso.
Gli anni di attesa per The
Tree of Life, l’ultimo film del regista texano Terrence
Malick, giungeranno finalmente al termine questo maggio. L’idea che
circolava da un po’ era che il film avrebbe fatto il suo ingresso
trionfale in sala attraverso qualche Festival, ed ora Variety
riporta che il film effettivamente sarà presentato al prossimo
Festival
di Cannes, probabilmente nella sezione fuori concorso.
IL RINGRAZIAMENTO DI CINECITTÀ LUCE
– Il Presidente Roberto Cicutto e l’Amministratore Delegato di
Cinecittà Luce Luciano Sovena accolgono con immenso favore
l’intervento del Governo per il reintegro del FUS, che mette
la Società in condizione di continuare la sua attività a sostegno
del cinema italiano in Italia e nel Mondo;
Sucker Punch: Baby Doll è una giovane ragazza
rinchiusa in un istituto psichiatrico dal suo malefico patrigno che
la vuole lobotomizzare. Per sfuggire alla triste realtà, Baby Doll
e le sue compagne di sventura:
Blondie, Amber, Rocket e Sweet Pea;
creano una realtà alternativa dove le cinque ragazze sono delle
invincibili guerriere che combattono contro i perfidi Blue, Madam
Gorski e High Roller. Tra draghi, samurai e incredibili armi, le
cinque ragazze dovranno trovare cinque oggetti per poter essere
finalmente libere.
Dopo “300” e “Watchmen” il regista Zack Snyder dà vita ad un altro
action movie, questa volta tutto al femminile. La storia,
totalmente frutto della mente di Snyder che è quindi anche autore
del film, è molto originale e particolare, gli effetti speciali
incredibili e i personaggi ben strutturati…insomma un film
godibile.
Frozen: i tre
universitari, Dan Walker, la sua ragazza Parker O’Neil e il
migliore amico di lui Joe Lynch, partono per le montagne del
Massachusetts per trascorrere una giornata sugli snowboard. Poco
prima che gli impianti chiudano i tre convincono l’addetto alla
seggiovia a farli salire per un ultima discesa. Per un banale
errore, gli impianti vengono chiusi e tutti tornano a casa fino
alla prossima settimana….mentre i tre ragazzi vengono dimenticati
sulla seggiovia!! In preda al panico Dan, Parker e Joe tentano di
tutto pur di salvarsi!!
Adam Green prende spunto da una situazione normale, una semplice
gita in montagna, e la trasforma in un vero e proprio incubo che
ognuno di noi potrebbe vivere. Senza effetti speciali vengono
pienamente rappresentate le paure più profonde dei personaggi
attraverso efficaci inquadrature e un splendido paesaggio
trasformato in un luogo terrificante. Non lasciarmi: Kathy, Ruth e Tommy sono degli
orfani cresciuti nell’istituto Hilsman, una specie di scuola dove
tutti i bambini hanno un nome ma non un cognome. La storia è
raccontata dalla voce narrante di Kathy che ricorda i bei momenti
passati insieme ai suoi amici Ruth e Tommy e alla fine i tre
scopriranno la terribile verità sull’istituto Hilsman. Ogni bambino
è segnato, ogni bambino ha un tremendo destino già scritto…
Tratto dall’omonimo romanzo di Kazuo Ishiguro, questo film pone il
problema del progresso, dell’eticità della clonazione e di come il
progresso può provocare la perdita d’identità di ogni
individuo. Ottimo il lavoro del regista Mark Romanek che
riesce a presentare l’umanità, la fragilità e la forza dei
personaggi, per non parlare dell’ambientazione tutta grigia che
appesantisce l’atmosfera, e ottima l’interpretazione dei
protagonisti: Keira Knightley, Andrew Garfield e Carey
Mulligan.
Amici, amanti e…:
Adam ed Emma si sono conosciuti da piccoli in un campeggio estivo
dove Adam sperava di consumare la sua prima volta proprio con
Emma…ma questa rifiutò! Durante gli anni i due si sono sempre
frequentati come amici, lui è stato accanto a lei dopo la morte del
padre, e Emma è stata accanto a Adam quando suo padre, una star
tramontata, andò a letto con la fidanzata del figlio! Insomma sono
sempre stati buoni amici. Entrambi decidono di non avere bisogno di
una relazione seria, di non volere nessun tipo di legame
sentimentale con un altra persona. Perciò fanno un patto: fare
sesso senza complicazioni. Niente messaggini, niente colazioni
insieme, niente soprannomi, niente coccole….solo sesso, puro e
semplice sesso senza coinvolgimento emotivo. Tutto sembra andare
come previsto finché un giorno Adam scopre di provare qualcosa per
la bella Emma…cosa fare? Ivan Reitman gira questa divertente
commedia che si pone la famosa domanda: due amici posso rimanere
tali e fare sesso? È possibile quindi non innamorarsi? Ashton
Kutcher, qui uomo amorevole e romantico, e Natalie Portman,
che interpreta una donna sicura di sé e decisa a non avere
coinvolgimenti emotivi con Adam, faranno riflettere molti
spettatori.
Sotto il vestito niente –
L’utima sfilata: Federico Marinoni è un grande stilista
che ha come modella di punta la bellissima e biondissima Alexandra.
Durante una sfilata a Milano Alexandra viene esaltata e ammirata da
tutti, questo è il suo momento di trionfo…che purtroppo però dura
poco. Quella di Milano è infatti la sua ultima sfilata perché poco
dopo, mentre si reca a casa di amici, Alexandra viene travolta da
un pirata della strada rimanendo uccisa. Ad indagare sull’accaduto
arriva l’ispettore Vincenzo Malerba che non crede si tratti di un
incidente bensì di un omicidio. L’ispettore scopre infatti che un
altra top model era morta anni prima cadendo dalla finestra del
residence di Marinoni…anche allora si parlò di terribile incidente.
Nel frattempo Marinoni è disperato, ha perso la sua più bella
modella e non sa cosa fare. Manda allora la sua assistente Heidi in
giro per il mondo alla ricerca di un altra Venere. Heidi per puro
caso incontra Britt, una fioraia, e decide di portarla da Marinoni.
Quest’ultimo quando la vede ne rimane affascinato e la trasforma
nella sua nuova pupilla. Tutto questo scatena la gelosia della
altre modelle soprattutto di Cris, migliore amica di Alexandra e
convinta di dover prendere lei il suo posto. Tutto viene nuovamente
sconvolto da un altro omicidio…questa volta la vittima è
Cris….riuscirà l’ispettore Malerba a fermare l’assassino prima che
colpisca anche Britt??
Carlo Vanzina torna al cinema con questo film che ovviamente si
ispira a quello omonimo del 1985. Un thriller ambientato per lo più
a Milano, presentata come una città dove dominano l’alcol, la droga
e il sesso…almeno negli ambiente legati alla moda!
Silvio Forever:
Gian Antonio Stella, Sergio Rizzo, Roberto Faenza e Filippo
Macelloni danno vita a questa autobiografia non autorizzata di
Silvio Berlusconi. Un film documentario composto da materiale di
repertorio montato ad hoc, il tutto unito dalla voce narrante di
Neri Marcoré. Ritratto di uomo che da quasi vent’anni domina la
scena politica e non solo italiana.
Space Dogs 3D:
dopo essere giunta a Washington come dono per la piccola Caroline
Kennedy, la cucciola Pushinka, una cagnolina russa, inizia a
raccontare ai suoi nuovi amici l’avventura della due cagnette
andate nello spazio. Nel 1960 Strelka, star di un circo di animali,
e Belka, una randagia che gironzola con il suo amico topolino,
vengono catturate dalla pattuglia di accalappiacani che le porta in
centro per l’addestramento aerospaziale. Qui, sotto il rigido
comando di un pastore tedesco, le due cagnette verranno addestrate
e mandate nello spazio sullo Sputnik 5.
Attraverso la storia delle due
eroiche cagnette il film racconta la Russia di quegli anni e anche
la storia di molti animali che inconsapevolmente sono rimasti
coinvolti loro malgrado nel progresso scientifico…tutto questo per
festeggiare il 50esimo anniversario del rientro dello Sputnik
5.
E’ iniziata la produzione del
sequel ancora senza titolo di Clash of the Titans, diretto da
Jonathan Liebesman. La Warner Bros ha inviato un comunicato stampa
che conferma il cast del film: tornano Sam Worthington (Perseo),
Liam Neeson (Zeus), Ralph Fiennes (Ade), e Danny Huston (visto nel
primo film ben poco nella parte di Poseidone), e saranno affiancati
da Edgar Ramirez (Ares), Toby Kebbell (Argenor), Rosamund Pike
(Andromeda), e Bill Nighy (Efesto).
Qual è il vostro rapporto
con il coniglietto pasquale? Comincia con questa domanda
un po’ infatile la conferenza stampa di Hop, che questa mattina ha
visto il protagonista, James Marsden, e i doppiatori italiani,
Francesco Facchinetti (C.P.) e Luca Argentero (Fred), confrontarsi
con le domande dei giornalisti, che sono stati sommersi da montagne
di dolci e caramelle.
Harry Potter e i Doni della
Morte: parte II arriverà in Italia due giorni prima che
negli USA. Ad annunciarlo è la pagina facebook ufficiale della
Warner Bros, che è stata aggiornata con una lista delle date di
uscita internazionali del film. Quella di Harry Potter è fissata
per il 13 luglio, quindi così come gli ultimi episodi usciti al
cinema, il film arriverà nelle sale di mercoledì.
Elizabeth Taylor, o meglio Liz, è
stata una delle più grandi protagoniste del cinema classico
hollywoodiano. La sua carriera è costellata di premi e
riconoscimenti, tra cui i più prestigiosi, due Oscar: ‘Venere in
visone’ (1960) e ‘Chi ha paura di Virginia Woolf?’ (1966).
Roman Polanski, messi da parte i
vari problemi legali sta girando il nuovo Carnage, tratto dal
testo teatrale Il Dio della carneficina di Yasmina Reza. Ecco
arrivare un po’ di foto del film: un cast stellare.
Doug Liman,
regista di Jumper e Fair Game, ha in cantiere dal
2007 un progetto senza titolo ma che ha a che fare con la luna
(Untitled Moon Project appunto) e pare che dopo diversi
anni di stasi abbia ora ripreso in mano quest’idea.
Keira Knightley –
Fisico esile, atletico ed elegante al tempo stesso, tantissimo
fascino e altrettanta energia, volto delicato, forme slanciate,
sono le doti fisiche che subito colpiscono in Keira
Knightley la giovane ed affermata attrice britannica nata
a Teddington il 26 Marzo 1985.Il 25 Marzo, vigilia del suo
compleanno, arriverà in Italia Non lasciarmi (Never let me go),
dove è diretta da Mark Romanek (One Hour
photo).
Il film è l’adattamento
dell’omonimo romanzo di Kazuo Ishiguro, scrittore di origini
giapponesi cresciuto in Inghilterra. Keira
Knightley interpreta Ruth, la co-protagonista di questa
storia a carattere fantastico narrata attraverso i ricordi della
sua amica d’infanzia Kathy. Ruth, insieme a Kathy e Tommy, i
ragazzi con cui è cresciuta e di cui sono rievocate le vicende, è
costretta dalla nascita a un triste destino. E’ un clone creato con
il solo scopo di mettere a disposizione i suoi organi per eventuali
trapianti.
Non lasciarmi, presentato al
London Film Festival dello scorso Ottobre, sembra destinato ad un
grande successo di pubblico e critica ed è molto atteso anche per
la presenza di altri due interpreti di rilievo come Carey
Mulligan (Brothers; Wall
Street) e Andrew Garfield
(Leoni per agnelli; Parnassus). La Mulligan già
nel 2005 aveva lavorato con Keira in Orgoglio e
Pregiudizio (Pride &
Prejudice di Joe Wright), film con cui proprio Keira aveva
ottenuto le nomination come migliore attrice sia agli Oscar che ai
Golden Globe e sul cui set aveva conosciuto l’attuale compagno,
Rupert Friend. Entrambe le attrici erano brillanti
nei ruoli di Elizabeth e Kitty Bennet tratti dal celebre romanzo
della Austen. Andrew Garfield è invece l’attore,
quotatissimo dopo il successo del pluripremiato The Social Network di David
Fincher (interpretava Saverin), che ha conquistato
l’ambita eredità di Tobey Maguire nel ruolo di
Spider-Man in Theamazing Spider-Man
(uscita prevista per il 3 Luglio 2012). Non
lasciarmi va quindi ad aggiungersi alla filmografia
di Keira Knightley che già può vantare molti
titoli degni di nota. Figlia d’arte (il padre, Will Knightley è
attore teatrale e televisivo, e la madre, Sharman Macdonald,
sceneggiatrice) ottiene le prime parti in giovanissima età trovando
nella passione per la recitazione un mezzo e uno stimolo per
superare i suoi problemi di dislessia.
A nove anni ha una parte nel film
Tv A Village Affair, una storia di amore
lesbico e già due anni prima era apparsa nella serie Tv
Screen One. La sua prima apparizione al
cinema è sempre del 1995 in Intrigo
perverso (Innocent lies) , film di Patrick
Dewolf inedito nelle sale italiane.
Nel 1999 ottiene un ruolo
secondario ma ben più significativo, anche per la portata del film.
Ha infatti modo di lavorare con un’icona del cinema mondiale come
George Lucas che la dirige in Star
Wars: Episodio I- La minaccia fantasma.
Il suo ruolo è comunque degno di nota ai fini della trama:
interpreta Sabé, un’ancella della regina Amidala (Natalie
Portman) che nel corso del film si sostituirà a lei per
proteggerla. Keira Knightley in sostanza viene
scelta come alter-ego della Portman, altra attrice giovane
e talentuosa.
Nel 2001 è Frances, una dei ragazzi
del thriller The Hole di Nick
Hamm. Keira interpreta un ruolo difficile in un film
claustrofobico di follia e isterismo in cui quattro ragazzi
rimangono chiusi nel bunker dove pensavano di trascorre un week-end
di sfrenati divertimenti. Il film seppur non eccelso, tratto dal
romanzo di Guy Burt, After the
Hole, concede a Keira
Knightley maggiore visibilità (anche per via di una
scena di nudo) proprio in un thriller, genere con cui aveva preso
contatto nelle sue prime prove d’attrice.
Keira Knightley: ritratto
dell’attrice in costume
Il film che le da maggiore fama è
però la commedia del 2002, Sognando
Beckham di Gurinder Chadha (regista britannica, nata
in Kenya ma di origini indiane) dove interpreta Jules, amica del
cuore di Jess Bahmra (Parminder Nagra), una ragazza di origine
indiane che per seguire la sua passione per il calcio dovrà
confrontarsi con diversi tipi di pregiudizi. Nel 2003 recita in un
altra commedia “made in UK”: Love
Actually di Richard Curtis. Qui,
sommersa dalle tante storie a mosaico che compongono il film, ha il
ruolo di Juliet, giovane sposa che scopre di essere amata dal
miglior amico di suo marito. Il film di natale dai toni leggeri e a
volte troppo banali se non altro, nella carrellata di volti noti
che compongono il cast, marchia anche Keira
Knightley come “patrimonio inglese”. Sempre nel 2003, il
film USA Pirati dei Caraibi- La Maledizione della Prima
Luna, diretto da Gore Verbinski che la rende una star
di Hollywood.
Umorismo, agilità e
sensualità possono emergere così nel ruolo di Elizabeth Swann,
figlia del governatore britannico di Port Royal. Promessa sposa del
commodoro è però innamorata di Will Turner (Orlando Bloom), l’umile
fabbro con cui scoprirà di avere in comune un destino votato alla
pirateria. L’Action Movie nel mondo dei pirati vede Keira Knightley
sullo stesso set dello strabordante Jack Sparrow di Johnny Depp
(tanto strabordante da aver quasi fagocitato lo stesso Depp).
Grande è la difficoltà, felicemente fronteggiata, di caratterizzare
e dar risalto anche al proprio personaggio. Altrettanto successo
riscuoteranno gli altri due titoli della saga: La
maledizione del forziere fantasma (2006) e
Ai confini del mondo (2007). Keira,
sicuramente amata dal grande pubblico nel ruolo della Swann, ha
però progetti diversi che non si risolvono nella semplice necessità
di un ruolo dal sicuro successo di botteghino. Già nel 2009
dichiara: “E’ stata una bella esperienza. Ma e’
un’avventura ormai archiviata, odio fare sempre la stessa parte.
Voglio essere libera di interpretare i ruoli che mi piacciono. Sono
sicura che non mi farò più stringere in un corsetto e non cercherò
più di brandire una sciabola“. Lo dimostrano gli altri film,
eterogenei e impegnativi che interpreta. Nel 2004 è Ginevra
nell’anomalo (per l’immaginario comune) King
Arthur di Antoine Fuqua, che riscuote poco successo
di pubblico ma vede anche gli apprezzamenti della critica. Nel 2005
torna al thriller (stavolta di qualità ben superiore) a fianco di
Adrien Brody in The Jacket di Massy
Tadjedin.
Orgoglio e Pregiudizio è seguito da altri film non
hollywoodiani e legati alla narrativa. Diretta da Joe
Wright, interpreta Cecilia, l’ eroina di Ian McEwan
nell’omonimo romanzo Espiazione. Il film
apre il 64^ Festival di Venezia e le vale la seconda
nomination della sua carriera ai Golden Globe. Nel 2007 è
coprotagonista del film Seta, di François
Girard, a fianco di Michael Pitt, tratto dal romanzo breve di
Alessandro Baricco (sua anche la sceneggiatura).
Nel 2008 recita in The
Edge of Love di Jon Maybury in
un film sul poeta gallese Dylan Thomas. Sempre dello stesso anno è
l’ottima prova in La Duchessa di Saul Dibb, l’ ennesimo film in
costume. L’ultima volta nelle sale italiane per Keira è stata con
Last Night di Tadjedin sul dramma
sentimentale di una coppia di sposi e sui reciproci tradimenti che
deve fare i conti con la scarsa efficacia della sceneggiatura dello
stesso Tadjedin.
Keira Knightley si
conferma però un’attrice coraggiosa e dalle grandi potenzialità. Ha
saputo esprimere e confermare nei suoi molti film le sue doti ed è
ormai diventata un’icona di bellezza e di stile come conferma anche
la Griffe francese Chanel che dal 2007 l’ha scelta come
suo testimonial. Stile, sicurezza e grandi aspettative
caratterizzano il futuro di Keira che il 25 Marzo, quando
Non Lasciarmi sarà in Italia, avrà
soltanto 25 anni e 364 giorni.
In Non Lasciarmi
Kathy, Tommy e Ruth, vivono un’idilliaca esistenza nel collegio di
Hailsham nelle campagne inglesi. Qui però scoprono un oscuro
segreto, che li rende speciali, e allo stesso tempo li unisce
ancora di più, un segreto che condizionerà per sempre la loro vita.
Quando si lasciano alle spalle il rassicurante collegio, i tre
giovani entrano nella vita vera, che li porterà a scontrarsi e
separarsi per poi infine ritrovarsi, mettendo a dura prova i legami
che trai tre si sono cementati nel corso delle loro giovani
vite.
Amore, tradimento e gelosia
penetreranno i loro equilibri e alla fine li cambieranno per
sempre. Non lasciarmi (Never Let Me
Go) è un film di Mark Romanek, tratto
dall’acclamato romanzo di Kazuo Ishiguro e ha il privilegio di
avere nel suo cast tre degli attori più rappresentativi della nuova
generazione di grandi star: Keira Knightley, che ormai è una conferma;
Carey Mulligan, esplosa con la nomination
all’Oscar per An Education e che silenziosamente
prosegue la sua carriera; infine Andrew Garfield, già visto in
The Social Network ma in attesa di sbocciare per il
grande pubblico dal momento che sarà lui il prossimo Peter
Parker/Spiderman. Dunque, facendo il punto: storia interessante e
complessa e attori molto bravi, ma non basta, perché Non Lasciarmi
si trasforma ben presto, quasi subito a dire la verità, in un
monologo troppo lungo, diluendo i fatti e le relazioni in un tempo
spropositatamente lungo rispetto a quello veramente necessario a
raccontarle, e a farne le spese sono senza dubbio i poveri giovani
protagonisti.
Nel terzetto sembra risplendere
maggiormente Garfield, che riesce con delicatezza a dare
corpo al fragile Tommy, mentre la bella Keira, che per l’occasione
si lascia imbruttire senza troppe storie, viene relegata ad un
piccolo ruolo, determinante per lo svolgersi della vicenda, ma
curiosamente condensato nella parte centrale del film.
Carey Mulligan disattende le aspettative più del
film stesso, poiché sembra assumere per tutto il film la stessa
aria rassegnata e affranta senza mai dare un vero e proprio volto
reale al suo personaggio.
Non Lasciarmi, il film
di Mark Romanek
Un altro problema che si evidenzia
andando avanti con la narrazione è la mancanza di una motivazione
profonda all’agire dei personaggi, e a quello della società intorno
a loro: non posso ora spiegarmi meglio senza spoiler are troppo la
trama, ma si avverte da subito che nella bella Hailsham c’è
qualcosa di misterioso, ma questo sebbene sia palesato non viene
poi argomentato, mancanza imputabile senza dubbio all’adattamento
dal romanzo.
Non Lasciarmi
potrebbe deludere molte aspettative, a cominciare dal fatto che il
trailer, tanto per cambiare, racconta tutta un’altra storia da
quello che è in verità il film, fino ad arrivare all’eccessiva
calma con cui tutto viene esposto, non dando mai ritmo alla storia
che si perde in quei campi lunghi e abbacinati da una luce quasi
sempre molto calda, che contrasta con la freddezza di questi
giovani che non riescono a trovare la forza di ribellarsi al loro
destino, rassegnati.
Nota positiva dell’intero film è la
colonna sonora, solennemente ispirata (suppongo) all’opera di
Philipp Glass e dalle sonorità che si rincorrono
offre un bellissimo esempio del tempo che scorre su queste brevi
vite, e dell’ineluttabilità del loro destino che faticano ad
accettare.
La Marvel ha rilasciato una nuova
immagine da Captain America: The First
Avenger che uscirà in 3D il 22 luglio. Oltre al protagonista
Chris Evans che si può vedere nelle foto, il cast sarà composto da:
Hayley Atwell, Tommy Lee Jones, Sebastian Stan, Toby Jones, Stanley
Tucci, e Hugo Weaving.
In Hop sull’isola
di Rapa Nui, più comunemente conosciuta come l’Isola di Pasqua, il
Coniglio Pasquale si sta preparando al giorno tanto atteso
dell’investitura a Coniglio Pasquale (successivo) di suo figlio
C.P. un teen ager coniglio che però ha qualcosa in contrario alle
decisioni pater. Quando il giorno dell’’incoronazione si avvicina e
mancano poco più di due settimane a Pasqua, C.P. scappa dall’isola
per andare ad Hollywood, lì dove si avverano i sogni e dove il
coniglietto pensa di riuscire a sfondare nel mondo della musica
come batterista.
Qui incontro Fred, quello che si
definirebbe da noi un bamboccione che cerca un lavoro che gli
interessi davvero, e nel frattempo resta a casa dai genitori.
Inutile dire che l’incontro trai due scatenerà imprevisti e porterà
ad un mieloso happy end. Hop si presenta come un film colorato,
dove pulcini e coniglietti fabbricano, a mo’ di Humpa Lumpa, golose
leccornie cioccolatose che riempiranno i cestini pasquali di tutto
il mondo.Quella stessa Illumination Entertainment
che lo scorso anno ha stregato il mondo con Cattivissimo Me, si conferma con questo
prodotto un’industria capace di realizzare animazioni e personaggi
in CGI davvero notevoli, rendendo i personaggi digitali
straordinariamente realistici rispetto ai primi esperimenti di
questo tipo e regalando un tocco di realismo che serve sicuramente
ai personaggi reali ad interagire meglio con i ‘colleghi’.
Il regista Tim
Hill, lo stesso di Alvin Superstar, si
ritrova ad avere a che fare con roditori che vogliono sfondare nel
campo della musica, e conduce i giochi con discreta bravura, senza
eccedere, semplicemente raccontando. Quello che però davvero mina
la godibilità del film, è (come al solito?) la scelta del
doppiaggio in italiano: Francesco Facchinetti e
Luca Argentero non sono proprio l’ideale per
prestare la voce ai protagonisti; soprattutto Facchinetti scade
troppo nella caratterizzazione, marchiando il personaggio con il
gergo da Dj Francesco che assolutamente distrugge la simpatia di
C.P. divertenti le musiche che accompagnano con efficacia le scene
più divertenti, montate ad accrescere l’effetto comico, fatta
eccezione per il tormentone estivo We not speak Americano.
Hop è ricco di
evocazioni e citazioni più o meno consce e/o volute, a partire
dalla bellissima sequenza iniziale che ci accompagna nella
‘fabbrica di cioccolato’ dove pulcini e conigli lavorano gomito a
gomito sotto il comando del perfido Carlos, pulcino (un po’
cresciuto a dire la verità) che tenta il golpe, “che in spagnolo
vuol dire golpe de stato (cit.)” e che subisce curiose
trasformazioni per colpa della luce della luna piena di Pasqua. Nei
panni di Fred, un James Marsden che ha decisamente abbandonato
(già da un po’) i ruoli duri (è stato ciclope nella trilogia
cinematografica degli X-Men) dedicandosi a
commedie leggere (Come d’Incanto, Hairspray, Sex Movie)
che ne valorizzano forse il bel sorriso, ma non fanno risaltare le
sue piuttosto timide capacità attoriali.
Accanto a lui, la sorella nel film
Kaley Cuoco, attrice simpatica e smorfiosa (in
senso buono) che il pubblico italiano conosce per il suo
personaggio di Penny nella serie tv The Big Bang
Theory. Divertente invece la piccola parte ritagliata per
David Hasselhoff, nel ruolo di se stesso, che alla
domanda sul perché non si stupisse a sentire un coniglio suonare e
parlare, risponde: “Ehi, il mio migliore amico è una macchina
parlante!” … se lo dice lui.
Hop uscirà il
primo di Aprile, e in Italia vedrà la concorrenza dell’attesissimo
Boris, ma chissà, magari in odore di vacanze pasquali, il tenero
coniglietto potrebbe essere una buona scusa per i più piccoli di
trascinare al cinema i più grandi. Hop è un
filmetto molto ben fatto, garbato e gentile, confezionato
visibilmente per i più piccoli e a loro dedicato.
Non è ancora domani – La
pivellina Di Tizza Covi e Rainer Frimmel , 2009 Con
Patrizia Gerardi, Walter Saabel, Asia Crippa, Tairo Caroli.
In una mattina d’inverno la
cinquantenne Patti, artista di strada che vive in una piccola
roulotte nel quartiere romano di San Basilio, esce a cercare il
cane scappato per l’ennesima volta in un‘area verde non lontana da
casa; grande è la sua sorpresa quando trova invece sola su un
altalena una bambina di due anni, con una lettera della madre che
le chiede di prendersi cura della piccola con la promessa di
tornare a riprenderla. Patti non ci pensa due volte e accoglie Asia
nella piccola comunità dove vive con compagno Water e il nipote
adottivo Tairo: insieme le doneranno l’amore e l’affetto di cui lei
ha bisogno, costruendo una famiglia anticonvenzionale ma molto
unità forte al di là di ogni difficoltà economica.
Recensione : Via
dagli edifici monumentali del centro e dal verde di complessi
residenziali ogni metropoli ha il suo lato oscuro: le luci della
nostra capitale brillano poco o niente per gli invisibili che
vivono nell’ombra delle baracche e delle roulotte in periferia, con
l’eco del traffico cittadino in lontananza, di un’esistenza umile
ma mai degradante. Vite di semplicità e d’affetto si raccontano ne
La pivellina – Non è ancora domani, seconda
pellicola della bolzanina Tizza Covi e dell’austriaco Rainer
Frimmel dopo il documentario pluripremiato
Babooska dedicato alla realtà circense: una realtà
affascinante, verso la quale la coppia gira nuovamente l’obiettivo:
abbandonando definitivamente la coltre dorata di lustrini e
riflettori che da sempre costruiscono lo stereotipo di questo mondo
misterioso, i due raccontano la storia di Asia, che
abbandonata dalla madre su un’altalena con una lettera disperata in
cui lei promette di tornare, avvolta nel suo cappottino viene
salvata e adottata da una piccola comunità di artisti di
strada.
L’arrivo di una bambina abbandonata
per sconvolgere un piccolo microcosmo familiare e sociale è sul
grande schermo classico espediente narrativo, ma ciò che più
stupisce in quest’interessante variazione è proprio la serenità con
cui l’adolescente Rom Tairo, Walter il clown e lanciatore di
coltelli e la sua compagna Patti, superate le ovvie perplessità
iniziali (i pregiudizi dall’esterno su un possibile rapimento
sarebbero scontati ) si apprestano con totale dedizione a dare alla
bimba sperduta ( come altri prima di lei) tutta l’attenzione
possibile.
Spicchi di vita quotidiana si
susseguono numerosi, da un marito che insegna alla moglie a guidare
fra mille critiche, a una nonna che cerca di aiutare il nipote
svogliato a fare i compiti di storia, a un ragazzino quattordicenne
che rinuncia a un’uscita romantica per occuparsi della sorellina:
poco importa che non abbiano in realtà nessun legame di
parentela, perché questa straordinaria famiglia fuori
dagli schemi non si sostiene su semplici e casuali ragioni di
sangue ma su generosità e solidarietà disinteressate che
nella precarietà quotidiana sono la più forte delle certezze.
Documentario dalle velleità quasi neorealistiche, la pellicola
segue con camera a mano la pivellina Asia e gli altri personaggi,
focalizzandosi sui volti inquieti e malinconici per i tanti
spettacoli finiti senza pubblico e per la mancanza di lavoro ma
sempre sorridenti intorno alla piccola, forza luminosa fra le tinte
sbiadite della borgata di San Basilio che solo nei capelli rosso
fuoco della volitiva Patti (Patrizia Gerardi) trova una pari
sfumatura di contrasto; intense le prove dei protagonisti, tutti
rigorosamente esordienti e chiamati a raccontare la verità
(mantengono rigorosamente nomi e ruoli reali), l’incertezza e la
paura di essere dimenticati in un universo di piccole cose ma che
mai rinnega sé stesso né dimentica di donare
calore e generosità senza chiedere niente.
Nonostante l’assenza di un
accompagnamento musicale di qualunque sorta che avrebbe di gran
lunga giovato ai ritmi un po’ troppo lenti e posati di questa
placida osservazione, il film vive comunque intensi momenti fra
amarezza e commozione (la nonna che ricorda con Tairo la
disperazione del ragazzo quando ancora bambino i genitori si sono
separati è l’apice del climax) ma soprattutto brilla della
tenerezza smisurata della piccola Asia Crippa a soli due anni
un’attrice nata che, a differenza di altri bambini visti altrove
impazienti e capricciosi, sembra non avere affatto paura
della telecamera: presenza fresca, spontanea, dolce, deliziosa e
assolutamente irresistibile anche se il lieto fine per lei resta
tutto in discussione, Asia chiede solo amore e attenzione, dandoci
in cambio qualcosa di più grande: un roseo raggio di speranza.
Un film, un docu-film, una
biografia (non autorizzata) del premier: Silvio
Forever. Mi riferisco al film, di cui oggi è stata
presentata l’anteprima alla stampa, di Roberto Faenza e Filippo
Macelloni, dagli autori de La Casta, Gian Antonio
Stella e Sergio Rizzo, che uscirà nelle sale italiane il 25 marzo
in poco più di 100 copie, distribuito dalla Lucky
Red e prodotto da Ad Hoc Film.
Silvio Forever ha
già fatto parlare di sé con la decisione sospettosa della Rai di
non mandare in onda il trailer. Tutti pensavano fosse un film
dichiaratamente anti-berlusconiano e invece no. Silvio
Forever è un racconto cinematografico in diretta, è una
fotografia scattata dallo stesso protagonista. Lo descrivono così
gli autori Stella e Rizzo e lo confermano i registi Faenza e
Macelloni. “Fare un film perfido su Silvio sarebbe stato troppo
semplice, invece la nostra è stata una scelta precisa: volevamo
stare alla larga da un processo a priori ostile e raccontare invece
la persona; il personaggio strepitoso, la superstar che è Silvio
Berlusconi”, commenta Faenza che insieme ai suoi colleghi, per
tutta la durata della conferenza si sono dovuti difendere dalle
critiche della stampa che ha visto il film come un recupero della
figura berlusconiana che momentaneamente sta perdendo il suo
magnetismo.
Perché Silvio
Forever racconta la vita, i successi e le poche sconfitte
del Premier, attraverso le sue parole, (che derivano da video sul
web, video trovati negli archivi e alcuni doppiati dalla voce del
bravissimo Neri Marcorè), che vanno a favore quindi della
sua “seducente” personalità. Il film inizia raccontando l’infanzia
di Berlusconi sotto il fascismo, la sua intraprendenza fin da
piccolo, le sue grandi doti da intrattenitore: cantava la notte nei
locali Parigini per pagarsi la Sorbona, nelle navi da crociera. Poi
il suo esordio da imprenditore nell’edilizia, in televisione, nello
sport e infine la sua decisione di entrare in politica per
“difendere l’Italia dai comunisti” che inevitabilmente non
rappresentavano la sua categoria. Da qui in poi il film è costruito
attorno alle vicende politiche e personali, già conosciute, senza
approfondirne una e portando avanti solo la linea dei suoi successi
e delle sue battute (poco) simpatiche. Un film preso dal web, che
non aggiunge assolutamente nulla di nuovo, non fa riflettere, anzi
è causa di tristezza per chi lo vede. Ma non perché ci rende
evidente le sue mancanze come Premier, ma perché ancora una volta
mostra una parte dell’Italia che è quella che ormai è entrata
nell’immaginario del mondo, un’Italia ignorante, cresciuta con i
modelli e i “valori” della tv, quella privata, che non a caso ha
creato Berlusconi.
“Questo non è un film
militante – si difende Stella – e io non sono nemico di
Berlusconi”. BirgitSchönau, DieZeit, Germania
ha definito l’Italia, la democrazia dell’intrattenimento. E noi che
facciamo? Ci ritroviamo a vedere un altro film che non fa che
avvalorare questa tesi. Perché Silvio Forever,
nonostante le premesse, nonostante la velata ironia di opposizione
e le affermazioni forti, di Italiani, come Montanelli, Dario Fo,
Benigni, ancora una volta, come accade ormai troppo
spesso nel cinema , non fa riflettere ma intrattiene. Rizzo si
difende dalle critiche affermando che non deve essere un film a
sovvertire il governo, ma devono essere gli italiani a farlo.
Niente di più vero, ma il problema non è l’obiettività del lavoro
giornalistico dei due autori, ma il fatto che sia un film non
contestualizzato, che non parla del nostro Paese, ma del Suo Paese,
quello che Berlusconi ha creato attorno a sé, figlio del benessere
e della televisione.
La mia domanda è: Era veramente
necessario creare un film che parlasse della figura personale di
Berlusconi superstar e personaggio strepitoso a livello mediatico,
in un periodo cupo e frustrante come quello in cui stiamo vivendo?
Forse, Silvio Forever è stata una scelta mediatica
e il fatto che non sia stata divulgata nella televisione pubblica
non dà che conferma della superficialità dei nostri tempi.
Abbiamo già anticipato che si farà
un Resident Evil 5, e che probabilmente tornerà a dirigere il
franchise Paul W.S. Anderson. Adesso la bella Sienna Guillory, Jill
Valentine della saga Resident Evil, ha confermato tramite Twitter
la sua partecipazione al prossimo film basato sul famoso
video-game.
Sucker Punch
uscirà in Italia il 25 Marzo e si presenta come un film ad
altissimo impatto visivo. E’ un fantasy d’azione diretto da
Zack Snyder, il regista di Watchmen, controverso e poco noto fumetto di
Alan Moore, e del più celebre adattamento della
graphic novel 300, un film che sulla potenza
dell’immagini e poco altro ha fondato il suo fascino, estetizzante
fino all’eccesso.
La storia di Sucker
Punch è fatta di mondi immaginari incastonati dentro altri
mondi immaginari ma la struttura è talmente schematica da sembrare
solo il pallido riflesso di esempi notevoli come quelli offerti da
Lynch o Nolan. Babydoll
(Emily
Browning) è l’alter ego immaginario di una ragazza
rinchiusa ingiustamente in un manicomio criminale. Lei, nella sua
realtà trasfigurata, è prigioniera in un bordello. Qui convince
altre quattro ragazze (Rocket, Blondie, Amber, Sweet Pea) a unire
le forze per fuggire. Le sue armi sono la fantasia e la
determinazione. Il piano che ordisce è scandito da quattro prove da
superare. Lo spettatore non le vedrà direttamente ma solo
attraverso le trasfigurazioni della sua immaginazione.
Arti marziali, mondi fantastici e
onirici, un gruppo di giovani eroine sexy, sono gli
ingredienti su cui si fonda Sucker Punch. La
storia, scritta dallo stesso Snyder insieme a Steve Shibuya,
sembrerebbe molto invitante per chi ama un cinema d’intrattenimento
ricco d’azione e tecnicamente di alto livello. Le scenografie
hanno la firma del premio Oscar Rick Carter (Avatar)
mentre direttore della fotografia (Larry Fong), costumista (Michael
Wilkinson) e montatore (William Hoy) sono gli stessi che con
Snyder hanno lavorato proprio in Watchmen e 300.
Sucker Punch, il film
Sucker Punch
invece, nonostante il tripudio di scene d’azione, i virtuosismi
della regia e gli effetti speciali, finisce col dimostrare come un
immenso talento tecnico fine a se stesso non può bastare a
coinvolgere e appassionare lo spettatore. La storia è banale e
prevedibile e sfiora momenti di eccessivo infantilismo.
Snyder eccede in stilemi da videogame e videoclip,
con utilizzo di cover musicali scontatamente allusive come
Sweet Dream e White Rabbit. E
dire che spesso, quando l’aspetto narrativo ha più respiro,
Snyder riesce a creare atmosfere intese, come
nelle primissime scene, dove l’utilizzo di immagini e musica è
usato in modo efficace per raccontare le violenze subite dalla
protagonista.
Il cast offre una prova nel
complesso positiva. Del resto le sexy eroine e i cattivi di
contorno non hanno tratti particolarmente psicologizzati. Emily
Browning (The Uninvited) è adatta nella parte di Babydoll.
La sua costituzione minuta ed esile viene sfruttata dalla regia:
gli ambienti e le figure umane che la sovrastano la mostrano inerme
e fragile. Abbie Cornish (Elizabeth: The Golden Age;
Un Ottima annata e, ad Aprile, nelle sale con De Niro in
Limitless)
interpreta Sweet Pea, Jamie Chung (Una
notte da leoni 2 e prossimamente Premium Rush di
David Koech ) è Amber, Vanessa Hudgens (Thirteen; High School
Musical 2 e 3) ha il ruolo di Blondie e Jena
Malone invece è Rocket. Dignitosa Carla Gugino (Sin City ;
Watchmen) nella parte di Vera Gorski mentre
Oscar Isaac (Robin hood; Agorà)
risulta poco incisivo nel ruolo di Blu Jones, il cattivo subdolo e
collerico. Immaturo e noioso, Sucker Punch (
letteralmente “pugno del fesso” ) non sembra il migliore dei colpi
che Zack Snyder potesse sferrare.
In Space Dogs 3D a
Mosca, negli anni ’60, un accalappiacani raccoglie cani randagi che
poi vengono inviati in un campo di addestramento per astronauti a
quattro zampe. Lì vengono portate Belka e Strelka, due cagnette, e
il loro amico topo. Qualche anno dopo, il cucciolo che Belka ha
avuto viene dato in regalo da Krusciov a Kennedy, e racconta
l’eroica avventura della madre agli altri animali del Presidente
degli Stati Uniti.
In principio c’era Laika, su questo
presupposto parte la storia delle due cagnette e dei cani spaziali.
Una è alla ricerca di suo padre, che è sicura sia da qualche parte
in mezzo alle stelle, l’altra vuole semplicemente essere la stella.
Il film prende ispirazione dalla vera avventura di Belka e Strelka,
che nel 1960 vennero inviate per un giorno intero nello spazio,
tornando indenni dalla missione. Space Dogs 3D è
la prima produzione 3D realizzato in Russia ed è stato uno dei
maggiori incassi della scorsa stagione nell’Est
Europa.
Quello che è stupefacente, aldilà
del paese di provenienza di questo Space Dogs
3D, film di animazione in 3D insieme alla ormai
sempre più presente collaborazione di artisti indiani, punto di
riferimento per la realizzazione tecnica dei film di animazione, è
il fatto che le assolute protagoniste del film siano due cani di
sesso femminile. E si tratta, in fin dei conti, di un film di
azione. Belka e Strelka dominano l’azione e perfino la storia
d’amore è ribaltata: il cane maschio ha un ruolo secondario
nell’avventura, utile a giustificarne lo sviluppo successivo. Le
tecniche per accattivarsi il pubblico dei piccoli e per farli
accompagnare dai proprio genitori a vedere il film ci sono tutti:
animali parlanti che dicono cose buffe, la storia d’amore, i buoni
sentimenti.
Ma poi, sotto la superficie, il
film racconta molto sulla propria terra di origine e devia dalla
nostra solita percezione del “percorso dell’eroe”. I passaggi in
realtà vengono seguiti: Belka e Strelka si trovano loro
malgrado in una situazione di disagio che le porta all’azione, ma
qui abbiamo già la prima variazione: le cagnette avranno la meglio
perchè più furbe dei contendenti maschi, non perché più valide o
prestanti, alla fine però dimostreranno essere più che adatte a
compiere la missione. Il film ha anche un certo gusto nel proporre
le grandiosità del passato sovietico, in cui è possibile piazzare
anche una metafora: Strelka e il topolino accolgono Belka nella
loro casa, che è all’interno del monumento del “lavoratore e della
contadina”, imponente statua che fu presentata all’esposizione
universale di Parigi del 1937 come simbolo del progresso sovietico;
sono figlie della nazione.
I cattivi, poi, non sono
monomaniacali, ma capiscono quando è il momento di riconoscere la
vittoria altrui. L’operazione è di per sé molto interessante. Il
film, in alcuni momenti, lascia spiazzati come fanno alcuni film
più vecchi di Miyazaki, e ci si accorge che ormai anche per le
favole raccontate tramite i cartoni animati, la nostra mente sia
abituata alla matrice occidentale e hollywoodiana, per cui i
sistemi entro cui si muovono i personaggi sono più o meno
standardizzati. Che ben venga quindi una variazione sul tema.
Il box office americano è in
continua variazione. Ogni nuova uscita di una certa importanza ha
la sua settimana di dominio della prima posizione, per poi
arretrare e lasciare il posto alla successiva uscita o a film che
guadagnano consensi con il passare del tempo. Questo è quello che
accade anche questa settimana, dove la novità Limitless, in cui
Bradley Cooper acquista dei superpoteri grazie ad una fantomatica
sostanza, esce nelle sale e subito diventa il primo incasso della
settimana, scalzando World invasion: Battle Los Angeles, che ora si
trova in terza posizione.
A fare da contrappeso, ritorna
Rango, che, alla terza settimana di uscita e riconquista quasi la
vetta della classifica, visto anche il suo incasso totale di 96
milioni di dollari. In quarta posizione, un’altra nuova uscita: The
Lincoln lawyer, in cui Matthew McConaughey è un avvocato con una
sede di lavoro molto particolare, seguito da Paul, un film di fantascienza ad alto tasso di
demenza, data dalla presenza di Nick Frost e Simon Pegg.
Red riding hood scende a metà
classifica, nella settimana incassa poco più di sette milioni di
dollari, per un totale di 26 milioni, seguito dal thriller di
fantascienza tratto da Philip K.Dick, The adjustment bureau, che
guadagna altri 6 milioni di dollari. Il resto della classifica è
per le vecchie conoscenze delle scorse settimane: Mars needs
moms, il film di animazione Disney che non ha potuto nulla
per contrastare il rivale Rango, e la Bella e la bestia in versione teen,
Beastly, che, con i 3 milioni di dollari di incasso di questa
settimana, raggiunge i 22 milioni di dollari.
Il film dei fratelli Farrelly si
avvia ad uscire dalla classifica dei maggiori incassi, Hall pass è
infatti il decimo film più visto di questa settimana. Le uscite
attese sono invece discretamente interessanti: primo fra tutti
Sucker Punch un action tutto al femminile diretto da
Zack Snyder, che si riscalda prima di mettersi alla macchina da
presa per Superman, e quindi alcune uscite da festival
di Cannes e Venezia, che arrivano con un discreto margine di
ritardo: Miral, film di Julian Schnabel presentato a Venezia di
quest’anno basato sul libro di Rula Jebreal, la sua attuale
compagna, nonché ex anchor della nostra tv, e Potiche, ultima
fatica di François Ozon con un’eccezionale, e abbastanza cotonata,
Catherine Deneuve.
Esce anche la commedia per bambini
Diary of a wimpy kid, che ha tutta l’aria di essere un nuovo
Piccola Peste.
Il weekend ‘lungo’ segna il primato
di Nessuno mi può giudicare su
Amici miei. Regge bene
Rango, mentre Dylan
Dog ottiene un risultato non molto incoraggiante.
Questa settimana le new entry hanno
sfruttato i cinque giorni, da mercoledì a domenica, per incassare
al botteghino nostrano, in virtù della festa di giovedì. E nel
testa a testa che si prevedeva, a spuntarla è Nessuno
mi può giudicare, che raccoglie 3 milioni di euro
(1,8 milioni nei tre giorni).
Amici miei – come tutto
ebbe inizio, invece, si accontenta del secondo posto
con 2,1 milioni (e 1,1 milioni nel weekend tradizionale). Si tratta
di un dato molto interessante, soprattutto se consideriamo che le
due commedie italiane sono uscite in un numero praticamente
identico di sale.
Rango
scende quindi al terzo posto, raccogliendo altri 854.000 euro che
gli consentono di superare i 4 milioni complessivi.
Segue Dylan
Dog, che debutta al quarto posto con 1,3 milioni
(790.000 euro nei tre giorni): un dato discreto, di certo ottenuto
grazie ai fans che si sono precipitati a vedere l’adattamento
americano della celebre serie a fumetti ideata da Tiziano
Sclavi.
Il rito
scende al quinto posto, con altri 608.000 euro per 2,7 milioni
totali.
Le due posizioni successive sono
occupate da due novità: Gnomeo &
Giulietta ottiene 950.000 euro nei cinque giorni e
501.000 euro nei tre, un dato affatto positivo, che probabilmente
bisogna attribuire in parte alla concorrenza di Rango.
Quanto a Street Dance 3D, il film
esordisce con 821.000 euro (473.000 euro da venerdì a
domenica).
Il discorso del
re e Il cigno nero,
rispettivamente all’ottavo e nono posto, si apprestano a lasciare
la top10: il primo raccoglie 292.000 euro, mentre il secondo
235.000 euro. Dopo otto settimane, il film Premio Oscar arriva a
ben 7,7 milioni totali, mentre il thriller di Aronofsky giunge a
quota 5,5 milioni con tre settimane in meno di sfruttamento.
Chiude la top10 I
ragazzi stanno bene, che alla sua seconda settimana
raccoglie altri 226.000 euro per 886.000 euro totali.
In un panorama cinematografico
nazionale che ultimamente non fa che inneggiare alla grande rivalsa
della commedia, sembra strano che proprio i Vanzina, specializzati
nel più vario genere di commedia, si siano dedicati ad un progetto
quantomeno originale. Esce infatti il 25 marzo al cinema
Sotto il vestito niente – L’ultima sfilata, film
diretto da Carlo e sceneggiato dalla stesso con Enrico e Franco
Ferrini, thriller classico che prova a strizzare l’occhio a
Hitchcock, ma che involontariamente diverte.
Eppure tradizionalmente lo scopo
dei Vanzina è far ridere, il problema si pone però nel momento in
cui lo spettatore ride del film e non con il film.
La storia di Sotto il
vestito niente – L’ultima sfilata racconta l’ambiente
della moda milanese che ruota intorno alla figura di Federico
Marinoni, stilista di fama mondiale, che vede la sua modella di
punta morire apparentemente investita da un pirata della strada.
L’ispettore Montanari non crede alla teoria dell’incidente e
comincia ad indagare, scoprendo pian piano che dietro alla famiglia
Marinoni si nascondono molti più segreti di quelli che si
immaginano.
La trama non è particolarmente
brillante, ma onestamente chiara e distesa tanto da poter
rappresentare un buon plot su cui costruire un film interessante.
Purtroppo il risultato finale somiglia più ad una brutta serie tv,
in cui la qualità dell’immagine e le performance un po’ ingessate
di quasi tutto il cast minano il risultato finale. Sembra ormai
scontato che il ruolo più interessante sia affidato alla coppia
semi comica di turno, parlo dell’Ispettore interpretato da
Francesco Montanari e del suo sottoposto Mancuso, Vincenzo Zampa,
entrambi molto bravi a reggersi la battuta.
Se il film ha qualche buon momento
sicuramente lo si deve a questi bravi attori di teatro che
purtroppo però non bastano a compensare la farraginosità con cui la
storia è spezzettata, senza contare la mancanza di equilibrio nel
narrare gli eventi, sia quelli più drammatici che quelli più
cruenti. Nel cast del film anche la bellissima Vanessa
Hesseler e l’internazionale
Richard E. Grant.
Insomma i Vanzina hanno operato una
scelta coraggiosa, scostandosi dal target che al botteghino sta
premiando i più, ma hanno portato avanti un linguaggio
probabilmente sbagliato, dichiarando apertamente le loro fonti
letterarie, quelle della nuova letteratura scandinava, ma
sfruttandola molto male in un prodotto che rischia di far
involontariamente ridere troppo lo spettatore.
Finalmente arriva la conferma
ufficiale del ruolo che Joseph Gordon-Levitt avrà in The Dark
Knight Rises. L’attore interpreterà Alberto Falcone
a rivelarlo è Variety, da fonti
attendibilissime.
Alberto Falcone, noto anche come il
killer Festa, è il figlio del capomafia Carmine Falcone,
interpretato da Tom Wilkinson in Batman Begins. Questo tassello
conferma ancora di più, (come se ce ne fosse bisogno) le intenzioni
dichiarate da Nolan di seguire i precedenti avvenimenti, andando a
comporre una trilogia.
Nel cast di The Dark Knight Rises,
oltre a Christian Bale, Michael Caine, Morgan Freeman e Gary
Oldman, anche Tom Hardy (Bane) e Anne Hathaway (Selina
Kyle/Catwoman). Il film uscirà il 20 luglio 2012. Si attendono
conferme ufficiali anche per Marion Cotillard
Finalmente arriva la conferma
ufficiale del ruolo che Joseph Gordon-Levitt avrà in The Dark
Knight Rises. L’attore interpreterà Alberto Falcone
a rivelarlo è Variety, da fonti
attendibilissime.
Le riprese dell’adattamento più a
lungo atteso tratto dal libro di JRR Tolkien The Hobbit prenderà il
via Lunedi a Wellington, Nuova Zelanda. L’assistente del regista
Peter Jackson, Matt Dravitski ha rilasciato un eloquente commento
“non vede l’ora di andare”.
L’inizio delle riprese dei due film
da 500 milioni dollari – prequel de Il Signore degli Anelli – si
avviano ad iniziare dopo alcune battute d’arresto che hanno incluso
le controversie sui diritti di distribuzione per il film, le
difficoltà finanziarie di studios come MGM e New Line,
l’abbandono di Guillermo Del Toro come regista; lo sciopero causata
da NZ Actros Equity, che ha minacciato di spostare il film dalla
Nuova Zelanda, e non ultimo il ricovero di Jackson a febbraio per
un’ulcera allo stomaco perforato. Finalmente sembra che non ci
siano più intoppi e che le riprese sono iniziate!
Martin Freeman, che interpreta
Bilbo Baggins, ha scherzato sulla “maledizione di The Hobbit”
commentando così: “Ci sono alcune punte di sfortuna ad esso
associati [ma] siamo pronti per andare” Intanto i 13 nani, Baggins
e Gandalf il mago (Ian McKellen) sono stati a Wellington negli
ultimi due mesi a prepararsi per il film. Ricordiamo che il film
sarà diviso in due parti, e girato in 3D. Il cast dei nani è
composto da:i Nani, interpretato da Richard Armitage (Thorin
Scudodiquercia), Ken Stott (Balin), Graham McTavish (Dwalin),
William Kircher (Bifur), James Nesbitt (Bofur), Stephen Hunter
(Bombur), Rob Kazinsky (Fili), Aidan Turner (Kili), Hambleton Peter
(Gloin), John Callen (Oin), Jed Brophy (Nori), Hadlow Mark (Dori) e
Adam Brown (Ori).
La Warner Bros. ha confermato che
Cate Blanchett (Galadriel), Andy Serkis (Gollum) e Elijah Wood
(Frodo) riprenderanno i loro ruoli dal Signore degli Anelli. Mentre
gli attori Jeffrey Thomas e Mike Mizrahi completeranno il cast nei
ruoli di Kings Thror e Thráin.
Le riprese, curate dal
direttore della fotografia Andrew Lesnie, si terranno a Wellington
Stone Street Studios, al villaggio di Matamata e in altre località
segrete in giro per la Nuova Zelanda. Lo Hobbit è prodotto da
Jackson e Fran Walsh, accanto Carolynne Cunningham. I produttori
esecutivi sono Ken Kamins e Zane Weiner, con Philippa Boyens come
co-produttore. Co-prodotto da New Line Cinema e MGM, con la New
Line(controllata della Warner Bros.) impegnata nella gestione della
produzione. Warner Bros. Pictures si occuparà della
distribuzione in tutto il mondo.