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Risultato straordinario per Alice in Wonderland al Box Office Italia

Risultato straordinario per Alice in Wonderland, che gode anche del weekend lungo. Secondo posto per Genitori & Figli, mentre Shutter Island debutta alla terza posizione. Non bene le altre new entry. Alice in Wonderland di Tim Burton parte col botto in Italia come nel resto del mondo: nel nostro Paese ha incassato 8,1 milioni nel weekend, ma, essendo uscito di mercoledì, ha già raccolto 10,5 milioni. Un risultato strepitoso, da ascrivere anche al prezzo maggiorato del biglietto per gli spettacoli in 3D.

Secondo posto per Genitori & Figli – Agitare bene prima dell’uso, che ottiene 1.998.000 euro per un totale di 5,8 milioni. Debutta al terzo posto Shutter Island: il nuovo film di Martin Scorsese incassa 1.935.000 euro, un risultato non particolarmente esaltante, ma la pellicola con Leonardo DiCaprio può indubbiamente godere di un buon passaparola. Cala al quarto posto Invictus, arrivato a 4,1 milioni con 1,3 milioni raccolti in questo weekend. Segue il fenomeno Avatar, che ha perso quasi tutte le sale 3D a vantaggio di Alice in Wonderland: il kolossal di James Cameron, che ha conquistato 3 Oscar tecnici su 9 nomination, ottiene altri 793.000 euro, arrivando all’eccezionale totale di 63,4 milioni di euro.

Perdono posizioni anche Codice Genesi (622.000 euro) e Wolfman (343.000 euro), arrivati rispettivamente al totale di 2,4 e 4,1 milioni di euro. Sorprende la buona tenuta de Il concerto, che sale all’ottavo posto con altri 220.000 euro, per un totale di 2,5 milioni. Nona posizione per Che fine hanno fatto i Morgan?, che ottiene altri 157.000 euro giungendo a 1,7 milioni. Chiude la top10 Il figlio più piccolo, fermo a 2 milioni con altri 145.000 euro. Esordi mediocri per le altre new entry del weekend: L’amante inglese (107.000 euro) debutta al dodicesimo posto, mentre Revanche – Ti ucciderò (25.000 euro) si piazza appena diciannovesimo. Crazy Heart, vincitore di 2 premi Oscar, ottiene solo 19.000 euro, a causa della scarsa distribuzione.

Robert De Niro è Vince Lombardi

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robert-de-niroRobert De Niro sarà infatti Vince Lombardi, l’allenatore di football americano che diventò negli anni un vero e proprio simbolo di quello sport, tanto da dare il suo nome al trofeo che viene assegnato alla squadra vincitrice del Superbowl.

Anche Nick Nolte per Michael Mann

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Anche Nick Nolte per Michael Mann

Si fa sempre più interessante  il progetto di Luck, la serie televisiva che vi annunciammo tempo fa cui stanno lavoranto Michael Mann e David Milch.


Ambientata nel mondo delle corse dei cavalli in Calfornia, Luck si era assicurata di recente un protagonista d’eccezione come Dustin Hoffman, cui si era affiancato poco dopo Dennis Farina (uno dei fedelissimi di Michael Mann): ma oggi rende ancora più felici la notiza per cui assieme a loro ci sarà con tutta probabilità anche Nick Nolte.

A questo punto non vediamo l’ora di vedere il pilot della serie, che verrà diretto proprio da Michael Mann.

 

The Ghost Writer: ecco il poster

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The Ghost Writer: ecco il poster

Uscirà ufficialmente il 9 aprile in Italia L’Uomo Nell’Ombra (The Ghost Writer in inglese), l’ultimo film di Roman Polanski, grazie al quale il regista ha conquistato l’Orso d’Argento all’ultima Berlinale.

Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo: Il Ladro di Fulmini, recensione del film

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La voglia di remake ad Hollywood non si placa, e quando i film da rifare e le storie da continuare sono finite, si comincia a ripescare nei vecchi generi cinematografici. E così ritornano al cinema le divinità dell’antica Grecia che tanto fascino hanno sempre avuto sul pubblico di tutto il mondo. Ovviamente mi riferisco a tutta quella serie di film che sono ispirati ai miti classici, prima di tutti il colossal/remake Scontro fra Titani, oppure il prossimo War of Gods. Ma in ordine di uscita, il prossimo film al cinema che riprende e trasforma le antiche saghe greche è Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo: Il Ladro di Fulmini.  Il film è tratto da un libro (primo di una serie di cinque storie) che racconta la storia di Percy, un adolescente che scopre di essere figlio del Dio del Mare, Poseidone (Kevin McKidd, il dottor Hunt di Grey’s Anatomy).

Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo diretto da Chris Columbus, racconta le avventure e le difficoltà che il giovane Percy dovrà affrontare per sventare una imminente guerra fra divinità che porterà alla distruzione della Terra. Accanto a lui la bella Annabeht, anche lei semidea figlia di Atena, e Grover, un satiro maldestro ma coraggioso. Le avventure di Percy nascono da un equivoco: Zeus, interpretato da Sean Bean, crede che lui sia il ladro della sua folgore, arma divina suprema e potentissima, simbolo della sua regalità tra gli dei. Il ragazzo verrà allora a conoscenza della sua vera origine semi divina, capirà di trovarsi in serio pericolo e farà di tutto per salvare la madre, rapita da Ade dio degli inferi(interpretato da Steve Coogan), e evitare uno scontro tra divinità.

Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo, primo di una possibile serie di cinque, è tratto dall’omonimo libro di Rick Riordan, docente di Mitologia greca in California e Texas; dettaglio importante se si pensa che la mitologia raccontata nella pellicola è davvero la mitologia classica, a parte qualche dettaglio che però è funzionale alla storia.

La pellicola, con un cast davvero ottimo e un ritmo incalzante, si presenta come una perfetta macchina per far soldi, rivolto com’è ad un pubblico giovane e educato ai film di genere fantasy (vedi la saga di Harry Potter che questo film, non troppo velatamente, mira a sostituire). Ma Percy Jackson non è solo un tripudio di effetti speciali, è anche un bellissimo racconto di un’iniziazione alla vita di un ragazzo, che come molti della sua età si sente fuori posto, solo che non tutti i ragazzi scoprono di avere poteri straordinari e un padre, per così dire, fuori dal normale.

Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo è ambientato nei nostri giorni e si dipana lungo tutta la superficie degli States, dai casinò di Las Vegas con nomi sibillini (vidi il Lotus: non vorrete più andar via), alle profondità degli Inferi collocate (a caso?) sotto l’iconica scritta che troneggia sulle colline di Hollywood, fino alla cima del Monte Olimpo la cui via d’ingresso è situata sulla sommità dell’Empire State Building (per via ascensore), inoltre è intessuto di una serie di riferimenti al mondo mitologico antico che ne impreziosiscono la trama e la rendono profonda, quasi ancorata a quella che è la vera mitologia. Questo non è un pregio da poco considerando che, l’ultima operazione di resurrezione mitologica che era stata fatta ad Hollywood (mi riferisco al Troy di Petersen) era stata un vero disastro, sia dal punto di vista della trasposizione dei “fatti” narrati, sia dal punto di vista delle dinamiche narrative che non avevano alcun nesso con l’origine del mito, scombussolando così gli ordini del racconto.

Non è questo il caso di Percy Jackson, infatti lo spettatore più accorto può cogliere tutta una serie di rimandi alla tradizione mitologica: vedi ad esempio il nome del casinò dove “temporeggiano” gli eroi, oppure l’identità del ladro di fulmini che verrà svelata nel finale, o ancora gli occhi della figlia di Atena, non a caso grandi e azzurri, proprio com’è caratteristica della dea della sapienza, per definizione dagli occhi glauchi (dal greco glaucos = azzurro). Interessante, seppure forse non alla portata del pubblico più giovane, l’ammonimento all’ingresso degli Inferi “Guai a voi anime prave”, un riferimento colto che non c’entra propriamente con la mitologia greca ma che a ragione si trova in quel punto e che può cogliere il pubblico adulto, forse quello europeo più di quello americano.

Chris Columbus, già bravissimo nel regalare grandi classici del cinema per i più giovani, confeziona un’altra opera ben diretta, con ritmo e suspence, ma anche tanto divertimento, merito di una buona sceneggiatura e di bravi attori, in particolare il satiro Grover, interpretato di Brandon T. Jackson a cui è affidata la controparte comica del protagonista, ottimamente interpretato da Logan LermanOttimo l’utilizzo di effetti speciali che accompagnano l’azione e che si misurano alla circostanze, appoggiandosi si una colonna sonora non eccelsa ma sicuramente funzionale all’epicità e all’intimità di alcune della sequenze chiave.

Menzione speciale a due donne: Rosario Dawson, la conturbante e prigioniera Persefone, regina degli inferi; e Uma Thurman, nel ruolo breve seppure determinante della Gorgone Medusa, che nella mitologia classica è decapitata da Perseo, e questa volta si troverà di fronte Percy …. e chissà quale sarà l’esito di questa battaglia.

Tron: Legacy, trailer del film con Olivia Wilde

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Tron: Legacy, trailer del film con Olivia Wilde

Disney ha diffuso il trailer ufficiale di Tron: Legacy, il film diretto da Joseph Kosinski (al suo debutto alla regia) e scritto da Adam Horowitz e Edward Kitsis, tratto da una storia di Horowitz, Kitsis, Brian Klugman e Lee Sternthal e sequel di Tron (1982). Il cast include Jeff Bridges e Bruce Boxleitner che riprendono i ruoli rispettivamente di Kevin Flynn e Alan Bradley, oltre a Garrett Hedlund, Olivia Wilde, James Frain, Beau Garrett e Michael Sheen.

Tron: Legacy è stato presentato in anteprima a Tokyo il 30 novembre 2010 e uscirà al cinema 17 dicembre 2010. La storia segue il figlio adulto di Flynn, Sam, che risponde a un messaggio del padre scomparso da tempo e viene trasportato in una realtà virtuale chiamata “la griglia”, dove Sam, suo padre e l’ algoritmo Quorra devono impedire al malvagio programma Clu di invadere. Il mondo reale.

Intervista a Stefano Bessoni

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Intervista a Stefano Bessoni

“Questo progetto nasce dall’esigenza di lavorare in un modo differente da quello che normalmente si è abituati a fare in ambito cinematografico. Da molto tempo, soprattutto dopo la stressante esperienza della realizzazione del mio film Imago Mortis, sento la necessità di “riconciliarmi” con il mezzo cinematografico e di ricercare una leggerezza calligrafica che è normalmente più congeniale ad altre forme espressive, come ad esempio la pittura, la fotografia, o la grafica.”

 

Amanda Seyfried sarà Cappuccetto Rosso

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Amanda Seyfried sarà Cappuccetto Rosso

La giovane protagonista di Mamma mia!, nonché copratagonista dell’imminente in Italia Chloe, Amanda Seyfried, ha confermato sul red carpet degli Oscar che interpreterà per la Warner Bros The Girl with the Red Riding Hood. Il film è una rivisitazione in chiave gotica della celebre fiaba di Cappuccetto Rosso, nota nella sua versione più diffusa scritta dai Grimm. Il lungometraggio sarà diretto da Catherine Hardwicke, già autrice del primo Twilight, su sceneggiatura di David Leslie Johnson (Orphan).

Fonte: comingsoon

Esclusiva sul set di Krokodyle, nuovo film di Stefano Bessoni

Esclusiva sul set di Krokodyle, nuovo film di Stefano Bessoni

Reduce dalla buona prova di Imago mortis, soprattutto per quel che riguarda l’aspetto estetico, Bessoni ritorna dietro la macchina da presa per regalarci un altro viaggio, come lui stesso ci anticipa, all’insegna del pre-cinema, meta-cinema e un mondo fantastico, popolati da strane creature che sono frutto dei suoi sogni più intimi ma che presto diventeranno reali e tangibili nella prossima sfida registica dell’autore.

La suddetta opera è ancora in fase di ripresa, ma interessa a noi di Cinefilos per molti aspetti, primo fra tutti quello della sperimentazione sia da un punto di vista linguistico che da un punto di vista di mezzo produttivo e di impiego di nuove tecnologia. In un panorama come quello italiano, nel quale a mano a mano che si va avanti si affievolisce la voglia e la forza di osare, è di essenziale importanza per un futuro di crescita porre l’attenzione su quelle realtà produttive messe al margine dal sistema che osano, spinti dalla passione e dalla voglia di far emergere quel lato che per molto tempo è rimasto nascosto ai molti ma ben presente ai pochi, ovvero un genere fatto di sogni, fantasia ed ossessioni profonde che un tempo ci hanno reso celebri ma che ora ci vedono ai margini della cinematografia mondiale.

Ad un primo approccio suonerebbe quasi strano parlare di effetti speciali nell’era del digitale dove tutto o quasi (esclusi quegli autori che della forma ne fanno una religione) viene ricostruito al computer e non viene lasciato nulla di realmente tangibile o ripreso. Sotto questo profilo Krokodyle nel panorama produttivo italiano rappresenta una vera eccezione. Infatti, il film farà largo uso di creature concepite da Bessoni e realizzate artigianalmente dal Leonardo Cruciano Workshop che è anche co-produttore del film. Lo stesso Leonardo ci ha preannunciato che nel film si userà anche l’animatronic per riportare in vita le creature che affollano la mente del Bessoni visionario, supportate laddove serve anche dalla computer grafica.

Interviste con i Protagonisti di Chiara Guida

Incontriamo Lorenzo Pedrotti nel suo camerino, già pronto per cominciare le sue ultime riprese romane di Krokodyle, film in produzione di Stefano Bessoni, del quale è protagonista principale. “Sono felicissimo di lavorare di nuovo con Stefano – racconta entusiasta – dopo l’esperienza di  Imago Mortis, ma qui la mia parte è più impegnativa. Quando studiavo alla Nuct mi intrufolavo alle sue lezioni di regia, ero affascinato dal suo immaginario e dalla sua visione del cinema e del lavoro del regista”.

Qual è il tuo personaggio?

“Io sono il protagonista, Kaspar, un regista in attesa di poter realizzare un suo progetto e che nel frattempo si da da fare per produrre qualcosa che dia concretezza alle sue idee sul cinema; sono un alter ego di Stefano, e il mio personaggio è circondato da amici con nomi evocativi (valga per tutti Bertold, interpretato da Francesco Martino) che a loro volta sono altri aspetti di Stefano. Insieme formiamo una sorta di mosaico che compone le sue ossessioni e le sue immaginazioni.”

Lo stile di Stefano, in questo progetto, subisce un cambiamento notevole rispetto a Imago Mortis. Qui ha scelto di usare molto la camera fissa, come ti trovi in rapporto all’obbiettivo che ti guarda in maniera così diretta?

“Ho una formazione teatrale, per cui con la macchina fissa la recitazione cinematografica si avvicina di più a quella del teatro, ma sono ugualmente due linguaggi diversi. Nei miei studi mi hanno insegnato ad usare molto il corpo a teatro, e qui invece è tutto molto diverso. Ma mi piace, è un’esperienza importante e sento che non avrei potuto farla con nessun altro se non con Stefano. Mi piace il suo modo di lavorare e spero che questo progetto per quanto rischioso abbia successo.”

Francesco Martino è un volto abbastanza noto della nostra televisione, anche lui, come Lorenzo Pedrotti ha già lavorato con Bessoni in Imago Mortis, e anche lui condivide con tutto il cast il desiderio di riscatto, desiderio che nelle speranze e nelle intenzioni di tutti verrà esaudito da Krokodyle.

Chi sei nel film?

“Sono Bertold, un amico di Kaspar, e anche io interpreto un regista. Il mio personaggio è reduce da una delusione artistica, poiché il suo film è stato straziato da decisioni di distribuzione”

Quello che è successo nella realtà al primo film di Bessoni…
“Appunto, il mio personaggio è un’altra faccia di Kaspar, e quindi un altro aspetto di Stefano stesso. Mi sento onorato ad avere la possibilità di interpretare un pezzetto di lui. È una grande opportunità che ci viene data. E soprattutto è una grande responsabilità, questo è il primo film nel quale sono così coinvolto, ogni componente della troupe e del cast è in qualche misura produttore, ognuno di noi ci mette la sua parte e speriamo che poi il prodotto sarà apprezzato”.

Jun Ichikawa, già protagonista di Cantando dietro i paraventi di Olmi, ha appena terminato le sue riprese. Sembra stanca ma soddisfatta, ci racconta la sua esperienza sul set di Bessoni: “La mia prima esperienza cinematografica è stata con un grande maestro come Olmi, e lui mi ha insegnato a lavorare in armonia con il resto del cast e soprattutto della troupe. Quest’armonia è quella che siamo riusciti a creare su questo set, grazie a Stefano. Siamo riusciti ad essere collaborativi soprattutto grazie al grande rispetto che ci lega”.

Anche tu, nel film, sei un alter ego di Bessoni?
“Io sono Helix, la parte femminile di Kaspar. Sono quella che non ha paura di essere crudele, anche cattiva. Quello che il suo animo riservato gli impedisce di fare, è concesso a me. Mi è piaciuto poter essere così diretta, così cruda, è stato divertente.”

Cosa ti aspetti dal film?
“E’ un’operazione coraggiosa, e ovviamente mi aspetto che venga bene, ma spero che ci sia anche qualcuno che lo guardi e che apprezzi il lavoro e il coraggio che qui è stato messo in gioco. Questo film puo’ essere la testimonianza che in Italia si riesce ancora ad osare, a sperimentare.”

Interviste di Chiara Guida

And the Oscar goes to..

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Nell’anno della rivoluzione 3D, è Kathryn Bigelow a trionfare agli 82° Academy Awards. Una donna vince, per la prima volta nella storia degli Oscar  vince il premio per la Miglior Regia. Ma le soddisfazioni sono 6 perchè “The Hurt Locker” vince anche la categoria del Miglior Film, Miglior Sceneggiatura, Miglior Montaggio Sonoro, Migliori Effetti Sonori e Miglior Montaggio.

Revanche – Ti ucciderò: recensione del film di GOTZ SPIELMANN

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Revanche – Ti ucciderò: recensione del film di GOTZ SPIELMANN

Revanche – Ti ucciderò, è il film di  GOTZ SPIELMANN, in corsa agli Oscar per il miglior film straniero. Non è la prima volta, il regista austriaco è già stato selezionato con Lo Straniero (1999) e candidato con lo «scandaloso» Antares (2004) tra i componenti dell’Academy.

Il suo ultimo lavoro racconta la vita serena della campagna rurale austriaca, con le sue famiglie modello – villette, matrimonio, figli, ordine, e naturalmente razzismo. C’è pure la Vienna di sesso, commercio del corpo meglio se «clandestino», bordelli, coca e botte in cui vivono i due protagonisti, Alex e Tamara, lui è stato dentro e ora lavora come tuttofare per il padrone del bordello. Lei è ucraina, ha un debito da saldare e si prostituisce.

I due stanno insieme di nascosto, lui progetta di rapinare la banca del paesino del nonno. Lì abitano anche Suzanne e suo marito Robert, poliziotto, non riescono a avere figli, la colpa è forse di lui, lei è devota iporcita, lui macho, sono razzisti, non adotterebbero mai un bambino – «chissà poi che carattere ha ».

I principi di ordine e pistola, la morale dell’«essere costretti a difendersi», la finta distanza nel livello di crudeltà tra città e mondo rurale sono gli elementi che caratterizzano la pellicola. innestati in una costruzione narrativa canonica: un prologo, il dramma, l’epilogo innestati nel «genere vendetta» – la storia dell’uomo che vuole uccidere l’altro perché a sua volta gli ha ucciso l’amata – col paesaggio sociale e culturale ove pian piano la stessa vendetta si confonde.

Legion: recensione del film con Paul Bettany

Legion: recensione del film con Paul Bettany

La prima impressione che si evince da Legion è una semplice e chiara considerazione: il genere apocalittico non pare proprio voler tramontare. Dopo i vari titoli che si sono occupati di scenari della medesima fattispecie, come il recentissimo The Book of Eli (da noi tradotto maldestramente CODICE GENESI), il cinema Hollywoodiano sembra non volersi fermare a sfornare film di questa caricatura.

Ma dietro a tanta perseveranza in genere dovrebbe esserci quantomeno un riscontro sul mercato, o (sarebbe la cosa migliore) un avvicendarsi di opere di una certa levatura artistica. Se nel film precedentemente citato dei Fratelli Hughes almeno si poteva riscontrare il loro indubbio talento e la bravura di certi attori protagonisti, in questo caso ahimè siamo di fronte a, vale la pena di dirlo, un totale disastro per l’appunto apocalittico. Sin dall’inizio appare chiaro il limite registico che introduce una seppur buona interpretazione di Paul Bettany.   Nel deserto del Mojave uno squallido ristorante diventa l’epicentro del giudizio finale per la Terra; Los Angeles, 23 dicembre. Dio si è stancato delle malefatte umane e ha sguinzagliato sulla Terra una legione di angeli per portare l’Apocalisse. L’arcangelo Michael, però, non è d’accordo e vuole salvare l’umanità.  Nonostante il buon presupposto, del tutto ottimistico che l’uomo merita di essere salvato, il film a stento decolla.

Questo fallimento è dovuto a molti aspetti. In primis senza alcun dubbio, la mancata costruzione di una vera e propria climax d’assedio. Infatti, la vicenda ruota tutta intorno ad un’area di servizio nel deserto, dove vive Bob Hanson (Dennis Quaid), proprietario di un ristorante isolato, Charlie (Adrianne Palicki), la bella cameriera del ristorante, prossima al parto del nuovo messia, Sandra e Howard (Kate Walsh e Jon Tenney) e alla loro figlia adolescente Audrey (Willa Holland), capitati lì inseguito alla rottura della proprio autovettura e bloccati in attesa che il figlio di Bob, Jeep (Lucas Black), ripari la loro automobile.

Mentre in casi esemplari come GLI UCCELLI del maestro Hitchcock, il film faceva leva su un carico di tensione che culminava con una insostenibilità dovuta appunto alla costruzione di una climax  d’assedio elevatissima, in questo caso il film è ingabbiato in un forzato tentativo di moralizzare il prossimo e perde di vista gli aspetti fondamentali che rendono un film di questo tipo (in)sostenibile. Poi si vanno ad aggiungere la poca originalità del pretesto, ossia proteggere il parto di un bambino che dovrebbe rappresentare l’unico baluardo di un’umanità ormai allo sbando, e la poca credibilità del tentativo retorico del mezzo cinematografico.  Peccato perché i presupposti per un buon film almeno nella base di partenza c’erano tutti.

Nuoce gravemente a LEGION anche una precaria regia che amalgama malamente le varie vicissitudini che accompagnano i personaggi.  Alcune note positive si possono riscontrare nell’efficace scelta iniziale di utilizzare la comunicazione come primo segnale di isolamento, la comparsa di un’insolita vecchietta che da il via alle danze, e la scena del bambino che da un punto di vista spettacolare sono di grande effetto. In ultimo la volontà di rifarsi all’iconografia rinascimentale dei due arcangeli tipica dei dipinti di quel periodo.   In definitiva, LEGION è un film molto debole che rasenta il ridicolo in alcune scene lasciando poco margine ad una riflessione di altro genere.

Oscar: momenti memorabili

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Oscar: momenti memorabili

Ecco una carrellata dei momenti più memorabili della storia degli Oscar.
Per noi italiani rimane indimenticabile la premiazione di Roberto Benigni, che nel 1999 vinse l’Oscar come miglior attore protagonista e per il miglior film straniero con “La vita è bella”.

Oscar ci siamo!

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Oscar ci siamo!

Tutto è pronto per la serata più importante del mondo cinematografico, la notte degli Oscar, che vedrà l’assegnazione del più importante premio del mondo del Cinema.

 

Alice in Wonderland: recensione del film di Tim Burton

Alice in Wonderland: recensione del film di Tim Burton

Alice in Wonderland è indubbiamente uno dei film più attesi del 2010, avendo suscitato l’entusiasmo generale a partire dalla pre-produzione. Ma le enormi aspettative dei fan di Tim Burton, della storia tratta dai romanzi di Lewis Carroll, o della versione Disney degli anni cinquanta non vengono soddisfatte del tutto.

Alice in Wonderland è infatti un film che presenta diversi aspetti negativi, a partire dalla sceneggiatura: dopo quindici minuti dall’inizio apprendiamo immediatamente che Alice è destinata a riportare la pace nel Sottomondo sconfiggendo, nel giorno Gioiglorioso, il Ciciarampa, restituendo così la corona alla Regina Bianca e liberando il regno dalla dispotica Regina Rossa. Il tutto è scritto sull’Oraculum, il che evidenzia che il ruolo di Alice, attesa da anni dagli abitanti del Sottomondo, è soggetto a un destino al quale lei dovrà attenersi: dunque ben poco spazio è lasciato al libero arbitrio. In tal modo lo spettatore è già consapevole di come si concluderà il film, eliminando ogni potenziale colpo di scena.

Alice dovrà realizzare che ciò che sta vivendo non è un sogno, ma il compimento del proprio destino nel “Paese delle Meraviglie”, dove si intravede il nonsense, anche se non risulta dominante: l’assurdo e la follia si palesano nel personaggio del Leprotto Bisestile, nel martellante indovinello (no, non si tratta della domanda “Perché i tramonti son pupazzi da legare?”, bensì del quesito: “Perché un corvo somiglia a una scrivania?”) e nello straordinario Cappellaio Matto.

Alice in Wonderland, il film

Alice in Wonderland cast

Uno degli aspetti che rende godibile il film è proprio il cast, a partire dal trasformista Johnny Depp, che ci regala l’ennesima interpretazione indimenticabile: il suo personaggio potrebbe apparentemente sembrare un mix tra Jack Sparrow e Willy Wonka, ma in realtà è originalissimo nella mimica, nell’atteggiamento, oltre che nell’aspetto variopinto, e la caratteristica più interessante è la facilità con cui cambia d’umore, passando da battute divertenti e risate ai suoi tratti più oscuri ed inquietanti, rivelati nel cambiamento di colore delle iridi e nelle ombre violacee sotto gli occhi.

Oltre Depp spicca l’interpretazione della signora Burton: la Regina Rossa di Helena Bonham Carter conquista il pubblico e suscita simpatia molto più della sorella Regina Bianca, una Anne Hathaway a tratti ridicola che, con la sua esagerata leggiadria dei modi, sembra prendere in giro le principesse Disney. Se la cava bene la giovane Mia Wasikowska nei panni della protagonista, bionda e diafana al punto giusto, anche se la sua performance è talvolta sottolineata da un doppiaggio non all’altezza, che fa desiderare di vedere il film in lingua originale, anche per sentire le voci di Alan Rickman, Stephen Fry e Michael Sheen, rispettivamente nei panni del Brucaliffo, dello Stregatto e del Bianconiglio (i primi due sono personaggi riusciti alla perfezione).

Rovina un po’ la performance del Fante di Cuori (Crispin Glover) la sua camminata legnosa, che rende palese, anche a chi non ne fosse a conoscenza, che l’attore ha dovuto costantemente misurarsi con i trampoli per riprodurre l’imponente altezza del personaggio. In effetti le sproporzioni sono altri aspetti che caratterizzano altri soggetti, dalla testa ingigantita della Regina Rossa agli occhi ingranditi del Cappellaio.

Mia Wasikowska Alice in Wonderland

Gli aspetti migliori del film sono di natura tecnica: le sontuose scenografie e gli ottimi effetti speciali, gli splendidi costumi e la strepitosa colonna sonora di Danny Elfman. Quanto al 3D, esso risulta efficace in alcune scene (come la caduta di Alice nel buco e le evaporazioni dello Stregatto), talvolta fastidioso (creando immagini doppie) e in altri casi del tutto assente; di certo è impossibile paragonarlo al 3D di Avatar, anche perché Alice è stato rimasterizzato in stereoscopia soltanto in post-produzione.

E la regia? Ecco l’altro aspetto dolente. La visionarietà di Tim Burton risulta frenata, limitata, non molto riconoscibile (forse per volere della Disney), e Alice in Wonderland non è certamente il suo capolavoro: nel finale ci sono alcuni momenti imbarazzanti, in altri casi è chiaro che il film vuole conquistare innanzitutto il target infantile, e infatti piacerà sicuramente ai bambini. Noialtri possiamo limitarci a trascorrere due ore d’intrattenimento, con l’amarezza di non essere stati completamente catturati da un mondo che speravamo fosse più onirico di quanto sia in realtà.

Anche McAdams per Woody Allen

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Vi avevamo appena comunicato che Marion Cotillard avrebbe affiancato Owen Wilson nel film ancora senza titolo che Woody Allen girerà in estate.

Robert De Niro in Dark Fields

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Robert De Niro sarà tra i protagonisti del thriller Dark Fields, il nuovo film che verrà diretto dal regista di The Illusionist Neil Burger.

Uscite al cinema 5 marzo


Shutter Island: 1954, dall’ospedale psichiatrico Ashecliffe, situato sull’isola di Shutter Island a largo di Boston, scompare misteriosamente una donna, Rachel Solando, una maniaca depressiva accusata di aver ucciso i suoi tre figli. Il fatto è inspiegabile, oltre ai vari sistemi di sicurezza, alla sorveglianza di infermieri e guardie, l’isola è circondata dall’oceano e battuta da violenti uragani il che rende impossibile qualsiasi tipo di fuga.

Indiana Jones 5 ha una storia

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Indiana Jones 5 ha una storia

C’è accordo tra Steven Spielberg, George Lucas e Harrison Ford su un’idea di soggetto per un quinto film che vedrà protagonista il personaggio di Indiana Jones. A dichiararlo è stato lo stesso attore nel corso di un’intervista alla BBC, aggiungendo però che i tempi per l’eventuale realizzazione del film non saranno brevi.

“Funziona così,” ha raccontato Ford. “Ci mettiamo d’accordo su un’idea di base e poi George si occupa di svilupparla da solo per un tempo piuttosto lungo. E poi torniamo a partecipare ancora Steven e io.”

Sinceramente non sentivamo molto il bisogno di un altro film della serie, visto il risultato dell’ultimo Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo, ma evidentemente i 786 milioni di dollari incassati dal quel film in tutto il mondo pesano un po’ di più del nostro giudizio personale.

Fonte:comingsoon

Marion Cotillard per Woody Allen

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Ci sarà anche la splendida Marion Cotillard nel nuovo film che Woody Allen girerà a Parigi quest’estate, quello che vedrà protagonista Owen Wilson e conterà sulla partecipazione di Carla Bruni Sarkozy.

Box office Italia: Avatar perde la prima posizione!

Box office Italia: Avatar perde la prima posizione!

Dopo sette weekend consecutivi in cui ha mantenuto il primato al box office italiano, Avatar perde la prima posizione. Al primo posto si è infatti classificato Genitori & Figli: Agitare bene prima dell’uso, con 2,7 milioni: un risultato non particolarmente esaltante, considerando i primi weekend delle altre pellicole di Veronesi. Segue Invictus, che tutti davano per terzo: il nuovo film di Clint Eastwood si piazza secondo con 1.941.000 euro, dimostrando l’apprezzamento del pubblico italiano per l’acclamato regista americano.

Avatar si accontenta del terzo posto: con 1,8 milioni raccolti in questo weekend, il kolossal di James Cameron diventa ufficialmente il film di maggiore incasso nella storia del cinema italiano, arrivando allo stupefacente totale di 63 milioni di euro e superando dunque il risultato di Titanic. Cameron può dunque continuare a festeggiare, dopo aver inoltre abbattuto worldwide l’incredibile somma di 2,5 miliardi!

Quarto posto per Codice Genesi: la pellicola apocalittica con Denzel Washington e Gary Oldman debutta con il buon risultato di 1,3 milioni. Calo dunque per Wolfman, arrivato a 3,5 milioni con i 883.000 euro di questo weekend. Seguono due pellicole italiane, i cui risultati si rivelano sotto le aspettative: Il figlio più piccolo arriva ancora al totale di 1,7 milioni con altri 456.000 euro; Scusa ma ti voglio sposare giunge a quota 6,5 milioni con i 453.000 euro di questo weekend.

All’ottavo posto si piazza Che fine hanno fatto i Morgan?, che raccoglie altri 420.000 euro e arriva a 1,5 milioni. Regge ancora nella top10 Il concerto, che con 254.000 euro giunge a 2,1 milioni, un risultato soddisfacente considerando il genere non particolarmente amato in Italia. Chiude la top10 Alvin superstar 2 (233.000 euro per un totale di 5,8 milioni). A partire da oggi, a cambiare sensibilmente la situazione, arriva l’attesissimo Alice in Wonderland di Tim Burton.

Chartier fuori dalla cerimonia degli Oscar

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Chartier fuori dalla cerimonia degli Oscar

Il quarto produttore di The Hurt Locker, Nicolas Chartier, è stato punito per il suo comportamento. La scorsa settimana Chartier aveva inviato (contravvenendo alle regole dell’Academy) delle mail ad amici e conoscenti (non tutti membri dell’associazione che conferisce gli Oscar) invitandoli a votare per la sua pellicola e soprattutto facendo commenti discutibili sul budget di Avatar.

Per queste ragioni, l’Academy (che ha saggiamente atteso la deadline per la consegna delle schede di voto, indicando in questo modo di non considerare responsabili tutti i realizzatori del film, ma soltanto l’autore del gesto) ha deciso che Chartier non sarà presente alla cerimonia di premiazione che si svolgerà domenica 7 marzo. Questo significa che, nel caso The Hurt Locker dovesse vincere, Chartier ovviamente non salirà sul palco per ritirare la statuetta, che invece gli verrebbe consegnata in seguito. La soluzione è un compromesso anche accettabile per Chartier, considerando che qualcuno lo voleva anche eliminare dalla lista dei nominati (in cui aveva fatto peraltro molta fatica a entrare).

Optimus e Bumblebee cambiano look

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Optimus e Bumblebee cambiano look

Scott Farrar, supervisore agli effetti visivi di Transformers, ha parlato del terzo episodio ai VES Awards, e ha spiegato che attualmente la Industrial Light and Magic sta lavorando sodo per migliorare il design dei personaggi, e modificare in meglio due protagonisti come Optimus Prime e Bumblebee:

I nostri due protagonisti, Optimus e Bumblebee, dovevano essere aggiornati per il prossimo capitolo della serie. Bumblebee è maturato un po’, quindi stiamo apportando delle leggere modifiche al suo fisico, per farlo crescere.

Prime avrà molti piccoli dettagli in più che lo spettatore medio potrebbe non notare, ma che i fanboy vedranno. Darete un’occhiata in luoghi dove prima c’era una cosa, e ora vedrete che ce ne sarà un’altra. Modificheremo dei dettagli per proporzionare il personaggio e renderlo più pratico e agile, in modo da facilitare il lavoro degli animatori. Alla fine, vogliamo sempre che i robot siano più belli di quanto lo erano l’ultima volta, quindi sarà tutto un po’ più eroico.

Farrar ha aggiunto anche qualche aggiornamento sullo script di Ehren Kruger, ancora segretissimo:

C’è una bozza per la storia e l’intero script è ormai quasi pronto. Non ci è stato ancora consegnato completamente, perché vogliono tenerlo al riparo da occhi indiscreti, comunque abbiamo abbastanza. L’art department a Los Angeles è in pieno lavoro. E abbiamo un reparto alla ILM dedicato appositamente a questi film.

Bill Murray ‘odia’ Ghostbusters3 ?

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Bill Murray ha già parlato di Ghostbusters 3 in passato confermando al Sunday Mail alcune voci che lo volevano ritornare nella serie sottoforma di fantasma. Ora l’attore, ospite al Late Show With David Letterman, commenta per la prima volta la notizia in pubblico, e sentendolo parlare di persona il suo atteggiamento dimostra un forte disinteresse nei confronti del film.

Murray immediatamente definisce questo sequel “il suo incubo”, e dopo aver spiegato nuovamente la richiesta fatta ai produttori di essere ucciso nella primissima parte del film per tornare come fantasma, parla del progetto come di “una follia”. Insomma, è possibile che tutta la storia del suo ritorno come fantasma altro non sia se non una beffa dell’attore nei confronti di un progetto verso il quale non nutre alcun interesse, così come è possibile che, nonostante lo scarso entusiasmo, decida infine di accettare la parte alle sue condizioni.

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