Di seguito sono state pubblicate
anche alcune foto dal film e il primo intenso poster.
Il film, dalla produzione turbolenta
doveva essere la pallicola più lunga della produzione di
Scorsese, sfociando nelle tre ore. Deadline ha però annunciato che il film sarà
lungo 2 ore e 39 minuti, una durata comunque considerevole ma negli
standard dei grandi film storici protagonisti in genere della
stagione dei premi.
Silence è basato
sul romanzo di Shusaku Endo (adattato per lo schermo da Jay Cocks)
ed è ambientato nel 17° secolo: segue la storia di due sacerdoti
gesuiti mentre affrontano violenze e persecuzioni quando viaggiano
in Giappone per individuare il loro mentore e per diffondere il
vangelo del cristianesimo. Il cast del film include Andrew
Garfield, Ken Watanabe, Liam Neeson, Adam Driver, Ciaran Hinds e
Tadanobu Asano.
Un operaio taiwanese è morto in un
incidente sul set di Silence, il prossimo
film di Martin Scorsese. Nell’incidente sono
rimasti feriti altri due operai.
L’incidente si è verificato intorno
alle 10 del mattino, ora locale, quando delle impalcature
temporanee in legno sono cadute al Chinese Culture and Movie Center
di Taipei.
L’operai è morto dopo l’arrivo in
ospedale, mentre la gravità dei danni subiti dagli altri due operai
è per adesso sconosciuta. Il set del film era in avanzato stato di
costruzione,con le riprese che sarebbero cominciate da li a qualche
giorno. Non sappiamo adesso se la produzione subirà dei
ritardi.
Silence è
basato sul romanzo di Shusaku Endo (adattato per lo schermo da Jay
Cocks) ed è ambientato nel 17° secolo: segue la storia di due
sacerdoti gesuiti mentre affrontano violenze e persecuzioni quando
viaggiano in Giappone per individuare il loro mentore e per
diffondere il vangelo del cristianesimo. Il cast del film include
Andrew Garfield, Ken Watanabe e Liam Neeson.
Arriverà in Italia il prossimo 12
gennaio Silence, di Martin
Scorsese, film dalla lunga produzione che ha per
protagonisti Andrew Garfield (The Social
Network), Adam Driver (Star
Wars il Risveglio della Forza) e Liam
Neeson (Schindler’s List). Di seguito
tante nuove e suggestive immagini dal film: [nggallery id=3076]
Il film, dalla produzione turbolenta
doveva essere la pallicola più lunga della produzione di
Scorsese, sfociando nelle tre ore. Deadline ha però annunciato che il film sarà
lungo 2 ore e 39 minuti, una durata comunque considerevole ma negli
standard dei grandi film storici protagonisti in genere della
stagione dei premi.
Silence è basato
sul romanzo di Shusaku Endo (adattato per lo schermo da Jay Cocks)
ed è ambientato nel 17° secolo: segue la storia di due sacerdoti
gesuiti mentre affrontano violenze e persecuzioni quando viaggiano
in Giappone per individuare il loro mentore e per diffondere il
vangelo del cristianesimo. Il cast del film include Andrew
Garfield, Ken Watanabe, Liam Neeson, Adam Driver, Ciaran Hinds e
Tadanobu Asano.
Dalla croce alla
croce, Martin Scorsese si riconcilia con il
simbolo della religione cristiana trent’anni dopo le provocazioni
allucinatorie de L’ultima
tentazione di Cristo: un paesaggio arido di polvere e
secchezza faceva allora da ultimo orizzonte; oggi, in
Silence (progetto fortemente voluto dal regista
americano) l’uomo condannato a morte giace legato al legno, rivolto
verso il mare.
Onde altissime
d’acqua salata lo schiaffeggiano, gli tolgono il respiro, ma non la
fede; perché in quell’atto spietato egli ritrova il primo incontro
con Dio, il sacramento del battesimo, l’inizio di una nuova vita.
Siamo nella prima metà del diciassettesimo secolo e le potenze
europee come Olanda, Inghilterra, Spagna e Portogallo navigano
sulle rotte orientali per conquistare, colonizzare, convertire.
Spesso sinonimi tra loro, soprattutto quando a dettarli è un credo
religioso, sono tre verbi che in Silence ridondano
come il tambureggiare delle mani su una superficie, proprio a
indicare un monito che non si deve, e non si può trascurare.
Silence – la fede
come arma e missione
Quando due padri
gesuiti portoghesi, interpretati nel film da Andrew Garfield e Adam Driver, vengono inviati in Giappone sulla
strada percorsa dal loro mentore scomparso (Liam
Neeson), la voce narrante li definisce in tre parole,
tanto affilate e pericolose come il taglio della carta sulle dita,
“army of two” “un esercito di due”. Esercito, perché i missionari
di pace sono militari della fede, esercito perché è attraverso
l’esercizio e la pratica cristiana che si conquista la mente, ancor
prima che la terra, dei popoli lontani. D’altronde tutti ambiscono
a diventare immagine eterna, a osservare il mondo dalla stessa
altezza di Dio (come suggerisce splendidamente la posizione della
macchina da presa di Scorsese), e per farlo è necessario il gesto
della preghiera, il vero grande inganno del cristianesimo:
preghiamo, parliamo a un’entità evanescente in cerca di risposte,
con la promessa della salvezza. Un inganno “rivelato” dal cinema
stesso attraverso un lungo e doloroso percorso esistenziale, quello
di padreRodriguez, ma anche
dello spettatore, nelle camere oscure della fede, tra luci e ombre
dell’anima.
Silence – la riflessione di
Scorsese a 30 anni da L’ultima tentazione
di Cristo
Diversamente
provocatorio ma ugualmente ancorato al dilemma dell’umanità (chi
siamo? in cosa crediamo?), Silence prosegue un
discorso iniziato con L’ultima tentazione di
Cristo con nuove consapevolezze, forse più mature per
l’età e per lo sguardo completo del suo regista. Discreto, quando
si pone al lato della storia, violento e spietato quando affonda il
giudizio morale, eppure sempre a favore dello spettacolo
cinematografico, della bellezza dell’immagine, qui sottolineata
dalla fotografia di Rodrigo Prieto, dalle inquadrature nascoste dal
fumo; un incenso che stordisce celando quella verità su cui ognuno,
prima o poi, torna a riflettere.
Come il personaggio
di Garfield che specchiandosi nelle acque di un
ruscello vede il riflesso di se stesso che si fonde con quello di
Gesù, uomo tra gli uomini, giunge in luoghi ostili, viene
perseguitato, sfida le tentazioni come il Cristo nel deserto, e
infine, contemplando il silenzio, scopre di essere egli in persona
la verità, la risposta a tutte le domande. Trovare
Dio è trovare se stessi? Siamo forse noi stessi la fonte
di ogni cosa, benessere, sofferenza? Chi abbiamo pregato
finora?
Grazie a Variety abbiamo la possibilità di vedere la
prima clip originale di Silence, il nuovo e
attesissimo film di Martin Scorsese che arriverà
in Italia all’inizio del 2017 e che vede protagonisti Liam
Neeson, Andrew Garfield e Adam
Driver.
Il film, dalla produzione turbolenta
doveva essere la pallicola più lunga della produzione di
Scorsese, sfociando nelle tre ore. Deadline ha però annunciato che il film sarà
lungo 2 ore e 39 minuti, una durata comunque considerevole ma negli
standard dei grandi film storici protagonisti in genere della
stagione dei premi.
Silence è basato
sul romanzo di Shusaku Endo (adattato per lo schermo da Jay Cocks)
ed è ambientato nel 17° secolo: segue la storia di due sacerdoti
gesuiti mentre affrontano violenze e persecuzioni quando viaggiano
in Giappone per individuare il loro mentore e per diffondere il
vangelo del cristianesimo. Il cast del film include Andrew
Garfield, Ken Watanabe, Liam Neeson, Adam Driver, Ciaran Hinds e
Tadanobu Asano.
Martin
Scorsese è ormai da tempo al lavoro
su Silence, pellicola basata sul
romanzo di Shusaku Endo, con
protagonisti Andrew
Garfield, Liam Neeson
ed Adam Driver, tuttavia ancora, sino ad
oggi, non era stata fatta alcuna previsioni di rilascio della
pellicola.
Ebbene a rompere il silenzio ci ha
pensato il produttore Gaston
Pavlovich che si è detto speranzoso di un debutto del
film al Festival
di Cannes 2016.
Secondo il produttore,
infatti, Scorsese è giunto a metà del
processo di editing, motivo che gli rende impossibile sbilanciarsi
su una durata effettiva della pellicola che, tuttavia, potrebbe
aggirarsi attorno alle 2 ore e 10 minuti. In merito alla release
di Silence si spera possa aver luogo
nel corso della seconda metà del 2016 per così approdare
al Festival di Cannes.
Silence è
basato sul romanzo di Shusaku Endo (adattato per lo schermo da Jay
Cocks) ed è ambientato nel 17° secolo: segue la storia di due
sacerdoti gesuiti mentre affrontano violenze e persecuzioni quando
viaggiano in Giappone per individuare il loro mentore e per
diffondere il vangelo del cristianesimo. Il cast del film include
Andrew Garfield, Ken Watanabe, Liam Neeson, Adam Driver,
Ciaran Hinds e Tadanobu Asano.
L’attore Liam
Neeson è entrato a far parte de cast del prossimo atteso
film di Martin Scorsese,
Silence. A riportare la notizia è stato
il noto sito Deadline, secondo il quale l’attore
si aggiunge ai già confermati Andrew Garfield
e Ken Watanabe.
Silence è
basato sul romanzo di Shusaku Endo (adattato per lo schermo da Jay
Cocks) ed è ambientato nel 17 ° secolo e segue la storia di due
sacerdoti gesuiti mentre affrontano violenze e persecuzioni quando
viaggiano in Giappone per individuare il loro mentore e per
diffondere il vangelo del cristianesimo .
Silence
nell’ultimo periodo ha subito grossi ritardi in seguito ad una
disputa legale con il produttore Vittorio Cecchi Gori, secondo
il quale deteneva un accordo con Scorsese per dirige il film, lo
stesso Cecchi Gori figura ancora tra i produttori della pellicola.
La produzione del film dovrebbe iniziare entro la fine dell’anno in
Taiwan.
Nel 2014 vedremo Liam
Neeson in molte pellicole tra cui The Lego
Movie, in cui presta la sua voce, nell’ultimo film del
regista Unknown, Jaume
Collet-Serra dal titolo No-Stop.
Sarà anche nella commedia irriverente di Seth
MacFarlaneUn Milione di Modi per Morire
nel West al fianco di Charlize
Theron.
Quella di
Silence (qui la recensione), film diretto
dal premio Oscar Martin
Scorsese, è una lavorazione sofferta e durata circa 26
anni. Si tratta di un progetto estremamente personale a tematica
spirituale, come lo sono stati Kundun e
L’ultima tentazione di Cristo. Ed è
proprio dopo l’uscita nel 1988 di quest’ultimo film che il cineasta
viene invitato da Paul Moore, vescovo della Chiesa
Episcopale di New York, a leggere il romanzo dello scrittore
giapponese Shūsaku EndōSilence. Un
libro che avrà una fortissima influenza sul regista, che riconobbe
nelle tematiche trattate molte di quelle care a lui e al suo
cinema, dal mistero al tormento della fede.
Pubblicato nel 1966, il libro
racconta il drammatico viaggio in Giappone all’inizio del XVII
secolo di due padri gesuiti portoghesi. Questi sono alla ricerca
del loro mentore, il quale sembra aver rinnegato Dio a seguito
delle persecuzioni nei confronti dei cristiani in atto nel paese.
Una storia di apostasia che racchiude valori universali e sempre
attuali. La complessità di un tale materiale narrativo, però, ha
richiesto anni a Scorsese e al fidato Jay
Cocks per scrivere una sceneggiatura convincente. A causa
anche di dispute legali, il progetto tarda ad essere realizzato.
Nel 2014, però, la sua produzione ha finalmente inizio.
Dopo innumerevoli ostacoli, il film
riesce infine ad arrivare in sala. Qui si rivela però una delle
pellicole di minor successo commerciale per Scorsese. A fronte di
un budget di circa 46 milioni, il film ne incassa soltanto 23 a
livello mondiale, di cui 7 nei soli Stati Uniti. Nonostante tale
scarso risultato, Silence ha guadagnato un’aura speciale,
affermandosi come un film complesso ma ricco di fascino. Come molte
opere del regista, anche questo nuovo lungometraggio trova poi
rivalsa con il tempo, dimostrando la grande capacità di Scorsese di
muoversi in territori impervi, suscitando domande e riflessioni
capaci di comunicare con l’animo di ogni spettatore.
Silence: la trama del
film
La storia ha inizio nel 1633, quando
due giovani gesuiti portoghesi, Sebastião
Rodrigues e Francisco Garupe, vengono
informati che il loro confessore Cristóvão
Ferreira, missionario in Giappone, è stato vittima di
torture e ha scelto la strada dell’apostasia rinunciando a Dio. I
due non riescono a credere alla notizia, e per scoprire la verità
decidono in intraprendere un viaggio alla ricerca del loro mentore.
Giunti infine sul suolo giapponese, i due si ritrovano a doversi
confrontare con una realtà inaspettata. Qui si imbattono infatti in
comunità di contadini cristiani, i quali sono però costretti a
praticare in segreto la loro fede. In Giappone, scopriranno a loro
spese i due gesuiti, sono previste severe torture per coloro che
praticano tale credo.
Ben presto i due si imbatteranno
nelle autorità del luogo, in continua ricerca di cristiani da
crocifiggere o bruciare vivi. Per loro ha così inizio un percorso
ricco di pericoli e segreti, durante il quale saranno chiamati a
mettere alla prova la loro fede in un Dio che appare ora più
silenzioso che mai. Gli orrori a cui vengono sottoposti mirano
continuamente a spezzare la loro integrità morale, ma il desiderio
di ritrovare Ferreira sembra essere più forte di ogni tortura.
Traditi e venduti come prigionieri, Sebastião e Francisco si
ritrovano a vivere una vera e propria via crucis, attraverso un
paese che mira in modo inequivocabile ad evitare il diffondersi di
quella religione considerata pericolosa.
Silence: il cast del
film
Come sempre per i suoi film, anche
in questo caso Scorsese si è avvalso di celebri attori per poter
dar vita ai suoi complessi e imperfetti personaggi. Originariamente
il ruolo dei due gesuiti e quello del loro mentore erano stati
affidati agli attori Benicio del Toro,
Gael Garcia
Bernal e Daniel
Day-Lewis. Per via del prolungarsi dei tempi di
pre-produzione, i tre finiranno però con l’abbandonare il progetto,
impegnandosi in altri film. Scorsese affidò allora il ruolo del
protagonista Sebastião Rodrigues all’attore Andrew
Garfield e quello di Francisco Garupe ad Adam
Driver. Per prepararsi ai loro ruoli, i due si
recarono in un convento gesuita in Galles per un ritiro religioso
di una settimana. Qui non parlarono mai per tutto il tempo della
loro permanenza, sviluppando la spiritualità loro necessaria.
I due lavorarono anche in vista di
una trasformazione fisica. Un anno prima delle riprese del film
iniziarono a lasciarsi crescere barba e capelli, così da ottenere
un look diverso dal solito. Garfield, inoltre, si sottopose ad un
duro processo di dimagrimento, così da ottenere un aspetto più
gracile e sofferente. Perse infatti ben 13 chili prima delle
riprese del film, per poi perderne altri 9 nel corso di queste. Nel
ruolo di Cristóvão Ferreira vi è invece l’attore Liam
Neeson. Questi non compare se non verso la fine del
film, lasciando però il segno. Anche Neeson infatti si preparò a
lungo per la parte, studiando quanto più possibile l’argomento, il
contesto e il ruolo dei gesuiti. Nel film sono poi presenti
numerosi attori giapponesi. I più memorabili tra questi sono
Yōsuke Kubozuka, nei panni della guida Kichijiro,
e Shin’ya Tsukamoto, nel ruolo di Mokichi.
Silence: la vera storia
dietro al film
Il romanzo scritto da Endō, e su cui
il film si basa, narra delle persecuzioni subite dai cristiani in
Giappone durante il periodo Tokugawa, il quale ha avuto luogo nel
corso del XVII secolo. Tali eventi ebbero realmente luogo nel
paese, e lo scrittore parte da questi per scrivere una storia
originale ma molto fedele allo svolgersi di tali atrocità. In
particolare, egli si è basato sulla vita dei due veri gesuiti che
andarono incontro alle persecuzioni. Questi sono Cristóvão Ferreira
e l’italiano Giuseppe Chiara. Mentre del primo è stato mantenuto il
vero nome, il secondo è invece stato adattato nel portoghese
Sebastião Rodrigues. Ferreira, vissuto tra il 1580 e il 1650,
divenne noto come uno dei maggiori “sacerdoti caduti”. Dopo essere
stato torturato per ore, egli abiurò la fede cristiana. Assunse a
quel punto un nome giapponese e visse in quella terra fino alla
fine dei suoi giorni.
Chiara, invece, visse dal 1602 al
1685. Come viene mostrato anche nel film, egli venne inviato in
Giappone con il tentativo di ritrovare Ferreira e convincerlo a
tornare sui suoi passi. Qui il gesuita si scontrò però a sua volta
con le torture in atto nel paese. Alla fine, anche lui dopo poco
rinnegò la fede cristiana, rimanendo a vivere in Giappone. Qui
sposò una donna del luogo, assumendo il nome e lo status di samurai
del defunto marito di lei. Terminò i suoi giorni in Giappone
soltanto con il sopraggiungere della morte, all’età di 83 anni.
Compiendo ricerche su queste due personalità, Endō ebbe modo di
costruire quello che è definito il suo romanzo migliore. Una
testimonianza cruda e sincera di un periodo difficile per il
cristianesimo e i suoi missionari.
Silence: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili.
Silence è infatti presente su
Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes,
Netflix e Tim Vision. In base alla
piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo
sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio
della qualità video. Il film è inoltre in programma in televisione
per martedì 23 agosto alle
ore 23:35 sul canale Rai
Movie.
Come riportato da Deadline, sarà la
Paramount a distribuire il prossimo film di
Martin Scorsese, dal titolo
Silence. Anche se la notizia non è ancora
ufficiale, la Paramount avrebbe intenzione di distribuire la
pellicola a novembre del 2015
(giusto in tempo, probabilmente, per la corsa agli Oscar 2016).
Silence è
basato sul romanzo di Shusaku Endo (adattato per
lo schermo da Jay Cocks) ed è ambientato nel 17°
secolo: segue la storia di due sacerdoti gesuiti mentre affrontano
violenze e persecuzioni quando viaggiano in Giappone per
individuare il loro mentore e per diffondere il vangelo del
cristianesimo. Il cast del film include Andrew Garfield,
Ken Watanabe e Liam Neeson.
La 01Distribution ha diffuso il trailer italiano
di Silence, il nuovo film di Martin
Scorsese in arrivo in Italia il prossimo 12 gennaio 2017.
Protagonisti del film sono Andrew Garfield
(The Social Network), Adam Driver
(Star
Wars il Risveglio della Forza) e Liam
Neeson (Schindler’s List).
Il film, dalla produzione turbolenta
doveva essere la pallicola più lunga della produzione di
Scorsese, sfociando nelle tre ore. Deadline ha però annunciato che il film sarà
lungo 2 ore e 39 minuti, una durata comunque considerevole ma negli
standard dei grandi film storici protagonisti in genere della
stagione dei premi.
Silence è basato
sul romanzo di Shusaku Endo (adattato per lo schermo da Jay Cocks)
ed è ambientato nel 17° secolo: segue la storia di due sacerdoti
gesuiti mentre affrontano violenze e persecuzioni quando viaggiano
in Giappone per individuare il loro mentore e per diffondere il
vangelo del cristianesimo. Il cast del film include Andrew
Garfield, Ken Watanabe, Liam Neeson, Adam Driver, Ciaran Hinds e
Tadanobu Asano.
Una lavorazione sofferta, durata
almeno 26 anni, quella di Silence di Martin Scorsese che torna alla regia
con un progetto personale a tematica spirituale, come lo sono stati
Kundun e L’ultima tentazione di
Cristo. Ed è proprio dopo l’uscita nel 1988 di questo
film, duramente contestato dal Vaticano e dai cristiani
conservatori, che il cineasta viene invitato da Paul
Moore, vescovo della Chiesa Episcopale di New York, a
leggere il romanzo dello scrittore giapponese Shūsaku
EndōSilence.
Pubblicato nel 1966, il libro
racconta il drammatico viaggio in Giappone all’inizio del XVII
secolo di due padri gesuiti portoghesi, Sebastião
Rodrigues e Francisco Garrpe, che
decidono di scoprire cosa è successo al loro mentore, padre
Cristóvão Ferreira, dopo aver saputo che l’uomo ha
rinnegato Dio. In Giappone affronteranno le violenze e le
ripercussioni fisiche, psicologiche e spirituali della persecuzione
dello Shogunato Tokugawa nei confronti dei
missionari cattolici e della popolazione convertita.
Questa storia non poteva che toccare
Martin Scorsese, interessato a indagare la natura,
il mistero e anche il tormento della fede, e attratto dal concetto
di apostasia (il ripudio del proprio credo religioso). La strada
per trasportare sul grande schermo Silence è,
però, impervia.
La gestazione
del film è travagliata per motivi artistici –
Scorsese e il collaboratore Jay
Cocks faticano a scrivere una sceneggiatura convincente –
ma soprattutto per motivi legali ed economici. I diritti di
sfruttamento del romanzo sono acquistati nel 1990 dal gruppo
Cecchi Gori per il cineasta, che doveva dirigere
l’adattamento dopo Kundun, nel 1997, e che invece
rimanda il film per girare altri progetti, accettando di pagare
penali salate.
Dopo la querela della Cecchi Gori
Pictures nel 2012, le parti trovano un accordo sui diritti nel 2014
e il film può finalmente essere realizzato, grazie anche al
reclutamento di finanziatori e alla Paramount che
diventa il distributore americano.
Costato circa 50 milioni di dollari,
Silence entra in produzione nel 2015 a Taiwan per
contenere i costi. Se la lavorazione è subito funestata da un
incidente sul set, che causa un morto e due feriti, le riprese sono
complicate dal clima tropicale e persino da un terremoto.
Benicio del Toro, Daniel Day Lewis e Gael
Garcia Bernal dovevano essere originariamente i
protagonisti, ma sono infine Andrew Garfield, Adam
Driver e Liam Neeson a interpretare
rispettivamente padre Rodrigues,
Garrpe e Ferreira, perdendo peso
e facendo gli esercizi spirituali di Sant’Ignazio di
Loyola.
L’incontro di
Scorsese con Papa Francesco a
fine novembre e l’anteprima di Silence in Vaticano
per alcuni sacerdoti della Compagnia di Gesù paiono aver dato la
benedizione al film, che ha superato innumerevoli ostacoli per
arrivare al pubblico. E questo, comunque vada, è già un
successo.
La pagina FacebookSilence Movie ha
diffuso il secondo trailer del film diretto da Martin
Scorsese e con protagonisti Andrew Garfield, Adam
Driver e Liam Neeson.
Il film, dalla produzione turbolenta
doveva essere la pallicola più lunga della produzione di
Scorsese, sfociando nelle tre ore. Deadline ha però annunciato che il film sarà
lungo 2 ore e 39 minuti, una durata comunque considerevole ma negli
standard dei grandi film storici protagonisti in genere della
stagione dei premi.
Silence è basato
sul romanzo di Shusaku Endo (adattato per lo schermo da Jay Cocks)
ed è ambientato nel 17° secolo: segue la storia di due sacerdoti
gesuiti mentre affrontano violenze e persecuzioni quando viaggiano
in Giappone per individuare il loro mentore e per diffondere il
vangelo del cristianesimo. Il cast del film include Andrew
Garfield, Ken Watanabe, Liam Neeson, Adam Driver, Ciaran Hinds e
Tadanobu Asano.
Si era già parlato in precedenza
della possibile durata di Silence, il nuovo film
di Martin Scorsese che uscirà il prossimo 23
dicembre negli Usa per una release limitata Oscar-friendly. Il film, dalla
produzione turbolenta doveva essere la pallicola più lunga della
produzione di Scorsese, sfociando nelle tre ore.
Adesso però Deadline annuncia che il film sarà lungo 2 ore
e 39 minuti, una durata comunque considerevole ma negli standard
dei grandi film storici protagonisti in genere della stagione dei
premi.
Silence durerà 2 ore e 39
minuti
The Wolf of Wall Street
mantiene quindi il primato di film più lungo di Martin
Scorsese (esattamente 3 ore) seguito da
Casino (2:58 minuti).
Silence è basato
sul romanzo di Shusaku Endo (adattato per lo schermo da Jay Cocks)
ed è ambientato nel 17° secolo: segue la storia di due sacerdoti
gesuiti mentre affrontano violenze e persecuzioni quando viaggiano
in Giappone per individuare il loro mentore e per diffondere il
vangelo del cristianesimo. Il cast del film include Andrew
Garfield, Ken Watanabe, Liam Neeson, Adam Driver, Ciaran Hinds e
Tadanobu Asano.
Arriva da EW la prima foto ufficiale
di Andrew Garfield nel nuovo atteso film di
Martin
Scorsese, Silence e
tratto dal romanzo del 1966 scritto da Shosaku Endo.
Silence è
basato sul romanzo di Shusaku Endo (adattato per lo schermo da Jay
Cocks) ed è ambientato nel 17° secolo: segue la storia di due
sacerdoti gesuiti mentre affrontano violenze e persecuzioni quando
viaggiano in Giappone per individuare il loro mentore e per
diffondere il vangelo del cristianesimo. Il cast del film include
Andrew Garfield, Ken Watanabe, Liam Neeson, Adam Driver,
Ciaran Hinds e Tadanobu Asano.
A distanza di otto mesi dall’ultima
notizia giuntaci riguardo il cast
di Silence, un nuovo tassello si
aggiunge al prossimo film di Martin Scorsese,
reduce dal recente The Wolf of WallStreet.
Secondo notizie dell’ultima ora,
Adam Driver, attore californiano interprete a fianco
di Daniel
Radcliffe di The F
Word e recentemente congedatosi dalla nota serie
TV Girls, rivestirà un ruolo
principale all’interno del prossimo film
firmato Scorsese.
Al suo fianco confermatissimi
sono Andrew Garfield (attualmente al
lavoro sul set di The Amazing Spiderman2) e Ken Watanabe.
Silence rappresenta un vecchio
pallino ed un desiderio sinora irrealizzato per il regista
statunitense che, da anni, è intenzionato a realizzare una
trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo dello scrittore
nipponico Shusaku Endo.
Vi ricordiamo
che Silencesarà
ambientato nel Giappone del diciassettesimo secolo, periodo in cui
una delegazione di preti gesuiti (fra i quali Andrew
Garfield) giungeranno nell’arcipelago asiatico per
investigare circa le accuse di persecuzione
religiosa. Ken Watanabe interpreterà il
traduttore che accompagnerà i preti nel corso del loro viaggio.
Anche se ci ha fatto aspettare
parecchio, Martin Scorsese è tornato con il suo
ambizioso Silence, film in cui dirige
Liam Neeson, Andrew
Garfield e Adam Driver, tra gli altri. I primi
commenti che arrivano dagli USA sono lusinghieri ma anche molto
duri. Eccone alcuni collezionati da The
Playlist:
È assolutamente mozzafiato.
Merita di essere paragonato ai capolavori di Ingmar Bergman. Un
vero e proprio film sulla fede sotto attacco.
Silence di Scorsese è
frustrante.
Andrew Garfield è straordinario
nel declinare la volontà di non perdere la fede.
Ho visto Silence due volte oggi.
La prima volta ero assorbito, impressionato e commosso. La seconda
ero in lacrime. Uno dei più grandi film di Scorsese.
Silence è sia una tortura che un
affascinante studio sulla fede in tutte le sue forme.
Il film, dalla produzione turbolenta
doveva essere la pallicola più lunga della produzione di
Scorsese, sfociando nelle tre ore. Deadline ha però annunciato che il film sarà
lungo 2 ore e 39 minuti, una durata comunque considerevole ma negli
standard dei grandi film storici protagonisti in genere della
stagione dei premi.
Silence è basato
sul romanzo di Shusaku Endo (adattato per lo schermo da Jay Cocks)
ed è ambientato nel 17° secolo: segue la storia di due sacerdoti
gesuiti mentre affrontano violenze e persecuzioni quando viaggiano
in Giappone per individuare il loro mentore e per diffondere il
vangelo del cristianesimo. Il cast del film include Andrew
Garfield, Ken Watanabe, Liam Neeson, Adam Driver, Ciaran Hinds e
Tadanobu Asano.
Anche se le riprese sono
terminate da quasi un anno, non si è più sentito parlare di
Silence, prossimo film di Martin
Scorsese. Il progetto però potrebbe avere adesso una data
d’uscita nel Regno Unito. Sacondo lo Screendaily.com, la Paramount avrebbe fissato
una data a novembre prossimo, in attesa di scoprire se Martin
porterà il film a uno dei prossimi festival internazionali. Con
l’esclusione di Cannes, dove 40 anni fa trionfò con
Taxi Driver, il regista potrebbe
presentare a settembre il film a Venezia o Toronto.
Silence è
basato sul romanzo di Shusaku Endo (adattato per lo schermo da Jay
Cocks) ed è ambientato nel 17° secolo: segue la storia di due
sacerdoti gesuiti mentre affrontano violenze e persecuzioni quando
viaggiano in Giappone per individuare il loro mentore e per
diffondere il vangelo del cristianesimo. Il cast del film include
Andrew Garfield, Ken Watanabe, Liam Neeson, Adam Driver,
Ciaran Hinds e Tadanobu Asano.
Finalmente il
Silence di Martin
Scorsese ha una data d’uscita ufficiale: il 23 dicembre
2016. La data è molto interessante in quanto colloca il film nel
cuore della season premiere, o meglio nel periodo propizio alle
uscite al cinema di quei film che poi verranno considerati maggiormente per le
nomination agli Oscar.
L’uscita del 23 dicembre sarà una
release limitata, che verrà poi ampliata a gennaio. Il film sarà
però di fronte a una concorrenza spietata. Arrivano al cinema negli
Usa il 21 dicembre film del calibro di
Sing, nuovo musical d’animazione,
Assassin’s Creed, adattamento del
videogioco omonimo con protagonista Michael
Fassbender, Passengers, sci-fi
con Chris Pratt e Jennifer
Lawrence.
Dopo una lunga “storia d’amore non
corrisposta” con gli Oscar, Martin Scorsese ha
conquistato il suo primo Academy
Award per la regia nel 2006 con The
Departed.
Silence è
basato sul romanzo di Shusaku Endo (adattato per lo schermo da Jay
Cocks) ed è ambientato nel 17° secolo: segue la storia di due
sacerdoti gesuiti mentre affrontano violenze e persecuzioni quando
viaggiano in Giappone per individuare il loro mentore e per
diffondere il vangelo del cristianesimo. Il cast del film include
Andrew Garfield, Ken Watanabe, Liam Neeson, Adam Driver,
Ciaran Hinds e Tadanobu Asano.
Non è un dato certo, ma
rispecchierebbe senza dubbio la lunghissima gestazione del film.
Silence, ormai leggendario progetto di
Martin Scorsese con Liam Neeson e Andrew Garfield, potrebbe essere
lungo oltre tre ore, diventando così il film più lungo del cineasta
americano. Si parla per l’esattezza di 3 ore e 15 minuti.
Ricordiamo che la lunghezza di un
film non deve soddisfare soltanto il regista, ma anche la
produzione e la distribuzione. Nel caso di Scorsese, ad esempio, si
ricorda la versione originale di Gangs of New
York, che andava oltre le tre ore e mezza e che fu
tagliata a 2 ore e 47 minuti per intercessione della Weinstein che
distribuiva il film.
Potrebbe essere quindi plausibile
che la Paramount Pictures voglia accorciare il
film per renderlo più vendibile alle sale.
Se il minutaggio dovesse rimanere
intatto, Silence sarebbe il film più
lungo di Scorsese, dopo The Wolf of Wall Street
(esattamente 3 ore) e Casino (2:58
minuti).
Silence è
basato sul romanzo di Shusaku Endo (adattato per lo schermo da Jay
Cocks) ed è ambientato nel 17° secolo: segue la storia di due
sacerdoti gesuiti mentre affrontano violenze e persecuzioni quando
viaggiano in Giappone per individuare il loro mentore e per
diffondere il vangelo del cristianesimo. Il cast del film include
Andrew Garfield, Ken Watanabe, Liam Neeson, Adam Driver,
Ciaran Hinds e Tadanobu Asano.
Secondo
Sigourney Weaver, James Cameron era un fan del progetto di
Alien 5 messo a punto da Neil
Blomkamp. I piani del regista per il sequel sono stati poi
cancellati, ma non è mai mancato loro il sostegno del regista di
Aliens e quindi sembra plausibile che l’attrice e
il regista possano ancora sostenere quella visione e contribuire a
portarla sullo schermo.
Nel 2015, Blomkamp, noto
principalmente per il bellissimo District 9, fu incaricato dalla Fox di
lavorare a un Alien 5. Il film sarebbe stato un
sequel diretto di Aliens di Cameron, e non avrebbe tenuto in
considerazione i fatti accaduti nel capitolo tre e quattro. Per il
resto, non si sapeva molto della trama del film, a parte qualche
concept art diffuso in rete (che potete vedere
qui).
Sigourney Weaver
sembra ancora interessata al progetto e durante un’intervista con
THR, ha
discusso di quanto le sia piaciuto lavorare con Blomkamp a
Humandroid e di quanto le piacerebbe poi lavorare di nuovo con il
regista.
Anche Cameron era eccitato all’idea
del sequel proposto da Blomkamp, considerandola una buona
continuazione per il suo Aliens, a sua volta
sequel dell’originale di Ridley Scott. Ecco cosa
ha detto a The Hollywood Reporter:
“Abbiamo quasi iniziato a
lavorarci quando ero con James Cameron. Ma quando arrivò il momento
giusto per la Fox, Neill aveva in cantiere così tanti lavori che
dovevamo aspettare. Ora sono impegnata a lavorare ad Avatar 4 e 5.
Mi piace lavorare con Neill e penso che farebbe un lavoro
fantastico, e James Cameron pensa davvero che sia una grande idea,
quindi non si sa mai. In questo momento, penso che Neill stia
lavorando a tre progetti contemporaneamente.”
Molti fan saranno contrari all’idea
di Neill Blomkamp, tuttavia ora che le proprietà
Fox passeranno alla Disney, sarà interessante copire come la
Casa di Topolino gestirà questi franchise che si
troverà a “possedere”.
Sigourney Weaver è
una di quelle attrici che ha saputo farsi valere nel mondo del
cinema e che ha regalato al mondo delle interpretazioni memorabili
ed uniche, grazie alle quali ha dimostrato in particolare la forza
di personaggi femminili fino a quel momento poco trattati al
cinema. Il suo passato non è stato facile, ma l’attrice americana
ha sempre lavorato duramente, fronteggiando i pregiudizi e le
convenzioni, per costruirsi una carriera solida e per arrivare dove
è ora.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Sigourney Weaver.
2. Sigourney Weaver è anche
doppiatrice e produttrice. Nel corso della sua carriera,
Sigourney Weaver si è cimentata in diversi ambiti del cinema,
vestendo i panni della doppiatrice e della produttrice. Come
doppiatrice, infatti, ha lavorato al doppiaggio dei film
d’animazione come Cenerentola e gli 007 nani (2006),
WALL•E (2008), Le avventure del topino
Despereraux (2008) e Alla ricerca di Dory
(2016). In quanto produttrice, invece, la Weaver ha co-prodotto i
film Alien3 e Alien – La clonazione,
rispettivamente il terzo e il quarto capitolo della saga.
Sigourney Weaver altezza
3. Sigourney Weaver è un
gigante. Se c’è qualcosa da riconoscere a Sigourney
Weaver, è proprio l’altezza che l’ha resa un vero e proprio gigante
in quel di Hollywood. Infatti, l’attrice americana è alta ben 182
centimetri. Se con queste misure la Weaver ha letteralmente
svettato in confronto alla maggior parte dei suoi colleghi di set,
ciò le ha comunque permesso di realizzare una carriera nel mondo
della recitazione più che solida.
4. Sigourney Weaver ha fatto
di un “difetto” la sua virtù. Sigourney Weaver ha
raccontato in diverse interviste tutte le problematiche che ha
dovuto affrontare a causa della sua altezza. Dalla scuola, in cui
veniva presa in giro perché già adolescente era alta un metro e
ottanta, a quando veniva guardata male da produttori di film o le
venivano dati ruoli da prostituta o da maschio. Eppure, di quello
che sembrava essere un difetto, la Weaver ha saputo farne una
virtù, grazie anche all’aiuto di Ridley Scott e
James Cameron che rifiutano le convenzioni, dando
il via ad una schiera di donne guerriere che hanno fatto la storia
del cinema.
Sigourney Weaver nella saga di
Alien
5. Sigourney Weaver ha amato
girare il primo Alien. In diverse interviste,
Sigourney Weaver ha sempre detto di aver amato molto girare
Alien, perchè era libera di poter fare quello che voleva,
di poter recitare in abiti sporchi e di doversi sempre confrontare
con l’entità aliena. L’unica cosa che la spaventava era
l’improvvisazione: Ridley Scott non era un tipo da prove e, venendo
dal teatro, l’attrice si era trovata un po’ a disagio.
6. Ha difeso Fincher sul set
del terzo film. Il terzo film della saga, diretto da
David Fincher, è ricordato come un capitolo
particolarmente ambizioso ma problematico. Le continue interferenze
da parte dei produttori hanno infatti portato la lavorazione a
subire continui cambiamenti, che hanno inficiato sul risultato
finale. La Weaver ha infatti in più occasioni descritto il set del
film come un completo caos, dovuto alle continue intromissioni da
parte della produzione. La Weaver ha inoltre sempre preso le difese
di Fincher, apprezzando la sua visione del film a sua detta poi
castrata dallo studios
7. Ha recitato nel quarto
film poiché affascinata dalla nuova Ripley. Nonostante
l’insuccesso del terzo film, i produttori avevano deciso di dar
vita ad un ulteriore film. L’attrice, tuttavia, non era
assolutamente interessata a partecipare ad un quarto capitolo. Pur
di convincerla, i produttori le offrirono un compenso molto più
elevato, ma alla fine la Weaver accettò anche poiché aveva trovato
interessante l’idea di dar vita ad un personaggio allo stesso tempo
simile e diverso rispetto alla Ripley vista nei precedenti film.
L’attrice ha inoltre avuto grande potere decisionale, e si impose
ad esempio perché la scena dell’incontro con la regina degli alieni
non venisse rimossa.
Sigourney Weaver: il marito e la
figlia
8. Sigourney Weaver è
sposata da 35 anni. Della vita privata di Sigourney Weaver
si è sempre saputo poco, ma è noto di quanto lei faccia parte di
una delle più longeve coppie di Hollywood. L’attrice, infatti, nel
1983 ha conosciuto, durante un festival di teatro, Jim
Simpson, per poi sposarlo un anno più tardi. I due, dopo
quasi 35 anni di matrimonio, sono sempre più innamorati e tutti
questi anni non hanno fatto altro che renderli più forti.
9. È madre molto
orgogliosa. Dal suo matrimonio con Jim Simpson, nel 1990
Sigourney Weaver ha avuto una figlia, Charlotte.
Per l’attrice americana la famiglia viene prima di tutto e, con il
lavoro che fa, le viene molto difficile lasciarla per troppo tempo.
A causa di ciò, la Weaver si sottoposta anche ad una terapia
psicologia per poter risolvere questi sensi di colpa. Uno dei
momenti più devastanti in questo senso è stato quando la Weaver
doveva andare e stare in Nuova Zelanda per diverso tempo (per
girare Avatar), con la figlia che stava per andare al
college.
Sigourney Weaver: oggi, tra
Ghostbusters e Avatar
10. Sigourney Weaver ha
molti progetti all’attivo. Sigourney Weaver è sempre stata
un’attrice che ha lavorato sodo e non è mai rimasta con le mani in
mano. L’attrice, infatti, ha molti progetti all’attivo: per il 2022
e il 2024 sono previste le uscite di Avatar 2 e Avatar
3, che la Weaver ha già finito di girare da qualche mese e
che ora sono in fase di post-produzione. A questi seguiranno poi
gli ulteriori due sequel Avatar 4 e Avatar 5, con uscite previste per
il 2026 e il 2028. Tra gli altri film in cui è comparsa di recente
si annoverano invece Un anno con Salinger e
Ghostbusters: Legacy, dove ha ripreso il personaggio di
Dana Venkman.
Sigourney
Weaver ha confessato che le piacerebbe molto tornare nei
panni di Ellen Ripley per un quinto e conclusivo capitolo di
Alien. A quanto pare i fan non sono i
soli a voler vedere di nuovo sul grande schermo l’orribile mostro
spaziale, perchè secondo la Weaver ci sarebbe tanto altro da
raccontare sul suo personaggio.
L’attrice aprlando agli spettatori
del Hero Complex Film Festival ha dichiarato: “Se avessimofatto unquinto
film,non dubitoche la suaumanitàavrebbe
prevalso.…Misento come seci fosse altra storia da raccontare.”
Ovviamente le speranze di
Sigourney Weaver sono oggettivamente basse, perchè
sembra che il franchise di Alien,con l’effettiva entrata in
produzione di Prometheus 2, sia concentrata
più su ciò che è accaduto prima di Ellen Ripley che su quello che
accadrà dopo il quarto film in cui, lo ricordiamo, Ellen veniva
clonata.
Ma mai mettere limiti alla
provvidenza, e se dovesse venire in mente a qualcuno di chiudere la
saga di Alien con un quinto film,
Sigourney Weaver sarà pronta a riprendere il posto
che le spetta.
Sigourney Weaver si è emozionata mentre
parlava di Kamala Harris durante la conferenza
stampa al Festival del Cinema di Venezia, in occasione del quale
riceverà il premio
Leone d’Oro alla Carriera.
Alla domanda sull’impatto della sua
recitazione nell’emancipazione delle donne, in particolare il suo
personaggio di Ripley in “Alien“, e su come questo
personaggio possa aiutare Kamala Harris a
diventare presidente degli Stati Uniti, Weaver ha detto di essere
“così emozionata per Kamala”. Poi è sembrata commuoversi
al pensiero di avere una qualche influenza. “Pensare anche solo
per un momento che il mio lavoro possa avere a che fare con la sua
ascesa mi rende molto felice, in realtà, perché è vero”, ha
detto. “Ci sono così tante donne che vengono a
ringraziarmi”. Su Harris, ha aggiunto: “È stato
difficile dal 2016 e le siamo tutti molto grati”.
L’esperienza di Sigourney
Weaver come donna a Hollywood è stata una delle linee
guida della conferenza, con l’attrice che ha riflettuto anche
sull’invecchiamento nel settore. “All’improvviso, penso che
abbiano deciso in qualche modo che le donne più anziane potevano
effettivamente interpretare personaggi interessanti e hanno
iniziato a scrivere molti personaggi di donne più anziane”, ha
detto. “All’improvviso, abbiamo smesso di essere personaggi
secondari e abbiamo iniziato a essere persone vere perché in realtà
gran parte del nostro pubblico è composta da persone
vere”.
Quando le è stato chiesto della sua
tendenza ad assumere personaggi femminili difficili, Weaver ha
detto che non è una scelta consapevole ma un tratto intrinseco
delle donne.“Mi chiedono sempre perché interpreto donne forti e
penso sempre che sia una domanda così strana perché interpreto solo
donne, e le donne sono forti e non si arrendono”, ha detto.
“Sai perché? Non possiamo. Dobbiamo farlo”.
Weaver ha anche parlato con
entusiasmo del cinema italiano e del suo desiderio di lavorare di
più in Italia. Ha suggerito che, insieme al Leone d’oro, dovrebbe
esserci una “piccola clausola che ti permetta di venire in
Italia e lavorare con un regista italiano, dovrebbe essere parte
del pacchetto”. Ha anche aggiunto che suo figlio si è sposato
di recente e che il primo film che hanno guardato insieme è stata
la commedia drammatica del 1961 Divorzio
all’italiana, che ha aggiunto essere stata una “scelta
curiosa“.
Per quanto riguarda invece la sua
opinione sul cinema di supereroi, Sigourney Weaver non ha seguito la strada di
molti veterani del settore nel criticarli, dicendo che “la
Marvel va bene e tutti dovrebbero
fare ciò che vogliono“. Ma ha affermato che la sua scelta
personale sarebbe stata il cinema italiano. “Non ne ho ancora
abbastanza di ciò che il cinema italiano significa e ci dà, quindi
datevi da fare, registi italiani: sono disponibile!”
In occasione dell’uscita di Alien Anthology, la tetralogia di
Alien in Blu-Ray Disc, la protagonista Sigourney Weaver ha
rilasciato qualche dichiarazione sui suoi prossimi progetti.
L’attrice, che non farà parte
dell’attesissimo prequel di Alien diretto da Ridley Scott – il cui
budget si preannuncia faraonico-, ha confermato invece di essere
stata contattata da Ivan Reitman per Ghostbuster 3. E su un
possibile ritorno in Avatar
2? “Non posso rivelare niente. James Cameron mi ha solo detto
“Sai, nella fantascienza la morte non è davvero la morte”.
Ricordiamo anche che la Weaver affiancherà Robert De Niro in Red
Light, un thriller diretto da Rodrigo Cortés, le cui riprese
cominceranno a febbraio.
In occasione dell’uscita di Alien
Anthology, la tetralogia di Alien in Blu-Ray Disc, la protagonista
Sigourney Weaver ha rilasciato qualche dichiarazione sui suoi
prossimi progetti. L’attrice, che non farà parte dell’attesissimo
prequel di Alien diretto da Ridley Scott – il cui budget si
preannuncia faraonico-, ha confermato invece di essere stata
contattata da Ivan Reitman per Ghostbuster 3. E su un possibile
ritorno in Avatar
2? “Non posso rivelare niente. James Cameron mi ha solo detto
“Sai, nella fantascienza la morte non è davvero la morte”.
Ricordiamo anche che la Weaver affiancherà Robert De Niro in Red
Light, un thriller diretto da Rodrigo Cortés, le cui riprese
cominceranno a febbraio.
ComingSoon.net in occasione
dell’uscita di Abduction, è riuscito a intervistare Sigourney
Weaver che ha parlato di due progetti molto attesi: i sequel di
Avatar e Ghostbusters 3.
Per quanto riguarda Avatar
2 & 3, l’attrice ha confermato che ritornerà nel film:
Non vi preoccupate, sarò nei film. James Cameron dice
che nessuno muore mai nella fantascienza. Mi ha raccontato le trame
dei prossimi due sequel e devo dire che sono meravigliose, qualcosa
di grosso bolle in pentola. Ora non resta che fare questi
film!
Riguardo a Ghostbusters 3, invece, l’attrice ha detto che non ha
più saputo nulla da parecchio tempo: Devo ancora
leggere lo script. Mi hanno chiamato un paio di volte, so che lo
stanno riscrivendo. Quello che ho detto è che speravo che mio
figlio Oscar fosse cresciuto come un vero Ghostbuster, e Ivan
Reitman mi ha detto di sì. Oltre a quello, non so nulla. Spero lo
facciano, ma abbiamo già fatto due bei film e se dovremo
lasciar perdere, poco male
Sigourney Weaver ha appena condiviso ciò che
l’ha spinta a partecipare al prossimo film di Star
Wars,
The Mandalorian & Grogu, e tutto ciò ha a che
fare con il protagonista e il personaggio preferito dai fan, Grogu.
The Mandalorian and Grogu è forse
il film più atteso tra quelli in uscita di Star Wars,
anche se i dettagli su The Mandalorian & Grogu sono ancora
per lo più tenuti nascosti. Tuttavia, con l’avvicinarsi
della data di uscita del film, il 22 maggio 2026, il pubblico è
ansioso di scoprire di più su ciò che questa nuova storiadi Star
Warspotrebbe comportare.
Secondo
GamesRadar, Grogu ha avuto un ruolo importante nella decisione
di Sigourney Weaver di firmare per The
Mandalorian & Grogu. La Weaver ha condiviso:
“Ho la possibilità di avere delle scene con un piccolo Grogu,
che probabilmente è il motivo per cui ho fatto il film….Ed
è anche un po’ cazzuto.Sarà meraviglioso per le persone
vedere cosa sta facendo Grogu ora, perché è cresciuto un po’ ed è
capace di molto di più di quello che pensiamo guardando la
serie”.
Oltre a condividere la spiegazione (piuttosto divertente) della
Weaver sul suo interesse per The Mandalorian & Grogu,
questa intervista rivela molto di più su come la storia di
Grogu potrebbe essere sorprendente per molti nel film in
uscita.
Grogu è diventato molto più
potente dalla prima stagione di The Mandalorian
Grogu può aver iniziato
come “baby Yoda” inThe
Mandalorian, ma è cresciuto in più di un modo
nel corso delle tre stagioni dello show. Il
finale della
terza stagione di The Mandalorian lo ha dimostrato
chiaramente quando Grogu ha usato l’incredibile potere della Forza
Barriera di Forza e ha salvato se stesso, Din Djarin e Bo-Katan
Kryze dall’essere inghiottiti dalle fiamme e morire insieme al Moff
Gideon. Grogu è chiaramente passato da un bambino a un personaggio
di Star Wars molto più potente e, evidentemente, The
Mandalorian e Grogu lo vedranno crescere ancora di più.
Non è chiaro se i commenti di
Weaver si riferiscano specificamente alle capacità della Forza di
Grogu, soprattutto se si considera che Grogu ha deciso di
allontanarsi dagli insegnamenti di Luke e dal percorso Jedi ne
Il libro di Boba Fett. Che questi commenti si riferiscano
o meno all’uso della Forza da parte di Grogu, comunque, è chiaro
che è diventato un po’ più vecchio e ancora più potente dalla fine
della terza stagione di The
Mandalorian. Sarà emozionante vedere quale forma prenderà
questo sviluppo.
Dopo anni di attesa
Ghostbusters 3 è stato finalmente ufficializzato,
ma ciononostante sono ancora molti i dubbi intorno a questo sequel.
A rivelare oggi qualche informazione in più è Sigourney Weaver, che
nel pieno della promozione di Avatar ha risposto anche a qualche
domanda riguardante Ghostbusters, mostrando un mix di scetticismo e
entusiasmo.
Leggiamo quindi le dichiarazioni
della Weaver prima di commentarle:
Temo proprio che il film si farà.
Spero che la gente sia contenta. Non so se ne farò parte, ho
ricevuto un paio di telefonate per leggere lo script. So che il
figlio del mio personaggio, Oscar, che avevo rapito, è cresciuto
diventando uno dei nuovi Ghostbusters. Potrei partecipare, non ci
vedo niente di sbagliato anche se non penso che avrei una grande
parte. Penso invece che Bill Murray ne abbia a che fare di più,
sapete, potrebbe essere un fantasma.
Sigourney Weaver ha ritirato il suo Leone
d’Oro alla Carriera alla 81° Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica della Biennale di Venezia. “Sono
sicura di stare sognando”, ha detto ricevendo il premio.
“Grazie per questo carburante per jet di
incoraggiamento”.
In seguito ha detto che il suo Leone
d’oro è stato “l’onore più sorprendente che potessi
immaginare”, aggiungendo che la statua sarebbe stata
“seduta accanto a me sull’aereo, sarà la prossima a essere
nella gondola e mio marito dovrà abituarsi ad averla a letto con
noi”.
Il Direttore Alberto Barbera ha dichiarato: “Ha poche
rivali un’attrice del calibro di Sigourney Weaver. Forte di
un’importante formazione teatrale, ha conquistato il grande
pubblico cinematografico con Alien, di Ridley Scott, diventando in
breve una figura emblematica degli anni ’80, nel corso dei quali ha
coniato l’immagine di un’eroina senza precedenti per il genere
d’azione, capace di reggere vittoriosamente il confronto con i
modelli maschili che fino a quel momento avevano dominato nel
cinema epico e avventuroso. Non contenta di aver aperto la strada a
numerose altre epigone, l’attrice ha proseguito nella ricerca
incessante di una propria identità costantemente rimessa in
discussione, attraverso scelte che spaziano dal film di genere alla
commedia, dal cinema d’autore a quello per bambini, sfuggendo alle
etichette che l’avrebbero voluta confinata all’icona vittoriosa del
periodo reaganiano.
Nel ruolo di autentica
collaboratrice piuttosto che di semplice strumento plasmabile dalle
mani di un regista, ha contribuito al successo dei film di James
Cameron, Paul Schrader, Peter Weir, Michael Apted, Roman Polanski,
Ivan Reitman, Mike Nichols, Ang Lee e molti altri, riuscendo ogni
volta a imprimere alla propria carismatica presenza il segno
indelebile di una figura complessa, talvolta contradditoria, sempre
autentica. Dotata di un grande temperamento, capace di muoversi con
delicatezza ma senza fragilità, ha imposto un’immagine di donna
sicura e determinata, dinamica e tenace, non senza lasciar
trapelare, con sfumature sempre diverse, una sensibilità femminile
di intenso magnetismo.Il Leone d’oro alla carriera è il
doveroso riconoscimento a una star che ha saputo costruire ponti
fra il cinema d’autore più sofisticato e i film che dialogano con
il pubblico in forma schietta e originale, senza mai rinunciare a
essere se stessa”.
Sigourney Weaver Leone d’Oro alla
carriera
Sigourney Weaver ha
dichiarato: “Sono davvero onorata di ricevere il Leone d’oro
alla carriera dalla Biennale di Venezia. Questo premio è un
privilegio che condivido con tutti i registi e collaboratori con
cui ho lavorato nel corso degli anni. Accetto con orgoglio questo
riconoscimento, che celebra anche tutti coloro che hanno
contribuito a dare vita a questi film”.
Il premio viene descritto
come “un riconoscimento per una star che ha costruito ponti tra
il cinema d’essai più sofisticato e il cinema che dialoga con il
pubblico in modo franco e originale, pur rimanendo fedele a se
stessa”. Il premio dell’anno scorso è stato assegnato alla
regista Liliana Cavani e all’attore Tony Leung Chiu-wai.
La conferenza stampa di
Venezia 81 si svolgerà il 23 luglio. L’81esima
edizione del festival si svolgerà dal 28 agosto al 7 settembre di
quest’anno.