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Sex Education: le prime immagini ufficiali della terza stagione

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Sex Education: le prime immagini ufficiali della terza stagione

Netflix rilascia le nuove immagini della terza stagione di Sex Education, che sarà disponibile con otto nuovi episodi in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo dal 17 settembre 2021.

È un nuovo anno: Otis fa sesso occasionale, Eric e Adam hanno ufficializzato la loro relazione e Jean sta per avere un bambino. Nel frattempo, la nuova preside Hope (interpretata da Jemima Kirke) cerca di ripristinare gli standard di eccellenza della Moordale, Aimee scopre il femminismo, Jackson si prende una cotta, mentre un messaggio vocale perduto incombe ancora.

Sex Education 3 stagione
Cr. Sam Taylor/NETFLIX © 2020
Sex Education
Cr. Sam Taylor/NETFLIX © 2020
Sex Education 3
Sex Education Season 3. Mimi Keene as Ruby Matthews in Episode 1 of Sex Education Season 3. Cr. Sam Taylor/NETFLIX © 2020
Sex Education Season 3. Ncuti Gatwa as Eric Effiong, Connor Swindells as Adam Groff in Episode 2 of Sex Education Season 3. Cr. Sam Taylor/NETFLIX © 2020
Sex Education Season 3. Tanya Reynolds as Lily Iglehart in Episode 2 of Sex Education Season 3. Cr. Sam Taylor/NETFLIX © 2020
Sex Education 3
Sex Education Season 3. Aimee Lou Wood as Aimee Gibbs, Emma Mackey as Maeve Wiley in Episode 1 of Sex Education Season 3. Cr. Sam Taylor/NETFLIX © 2020

Episode 5 of Sex Education Season 3. Cr. Sam Taylor/NETFLIX © 2020
Sex Education Season 3. Ncuti Gatwa as Eric Effiong, Connor Swindells as Adam Groff, Mimi Keene as Ruby Matthews in Episode 3 of Sex Education Season 3. Cr. Sam Taylor/NETFLIX © 2020
Cr. Sam Taylor/NETFLIX © 2020

Tra i nuovi membri del cast anche: Jason Isaacs nel ruolo di Peter Groff, il fratello maggiore, di maggior successo e decisamente poco modesto del padre di Adam; l’artista Dua Saleh, al debutto attoriale nel ruolo di Cal, un nuovo studente non binario della Moordale; e Indra Ové nel ruolo di Anna, la madre adottiva di Elsie, la sorellina di Maeve.

Sex Education vede protagonisti Asa Butterfield, Gillian Anderson, Ncuti Gatwa, Emma Mackey, Connor Swindells e Kedar Williams-Stirling.

Sex Education 3 è scritta e creata da Laurie Nunn e prodotta da Eleven. Il team di sceneggiatori comprende Sophie Goodhart, Selina Lim, Mawaan Rizwan, Temi Wilkey e Alice Seabright, con il contributo di Jodie Mitchell. La terza stagione è diretta da Ben Taylor e Runyararo Mapfumo. Laurie Nunn, Ben Taylor e Jamie Campbell sono i produttori esecutivi.

Sex Education: le prime immagini della quarta ed ultima stagione

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Sex Education: le prime immagini della quarta ed ultima stagione

Dopo il primo trailer, Netflix rilascia oggi le prime immagini della quarta stagione di Sex Education, invitando gli spettatori a dare una sbirciatina a cosa accadrà in questa stagione finale, che debutterà il 21 settembre in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo. Le foto offrono la possibilità di rivedere alcuni dei volti più iconici della serie e avere uno sguardo più approfondito su come si svilupperanno le loro storie.

Dal suo debutto su Netflix nel 2019, la serie è stata candidata e ha vinto numerosi premi, incluso l’International Emmy Awards nel 2022 come miglior serie comedy. Inoltre, nei primi 91 giorni dall’uscita la terza stagione ha totalizzato 66.6 milioni di visualizzazioni. A inizio luglio, Netflix ha annunciato che la quarta stagione sarà quella finale pubblicando una lettera ai fan, in cui la creatrice, sceneggiatrice e produttrice esecutiva Laurie Nunn ha affermato:

Siamo incredibilmente orgogliosi di Sex Education e siamo in debito con il nostro fantastico team di sceneggiatori, attori e tutta la troupe che ha messo così tanto amore nel realizzare ogni episodio. Hanno lavorato in maniera instancabile per questa stagione finale, e non vediamo l’ora di condividerla con voi”. Di seguito, ecco le immagini rilasciate da Netflix:

La trama della quarta stagione di Sex Education

La sinossi ufficiale recita: “Dopo la chiusura del liceo di Moordale, Otis e Eric devono affrontare un nuovo inizio – il loro primo giorno al Cavendish Sixth Form College. Otis è nervoso all’idea di creare una nuova clinica, mentre Eric spera con tutto sé stesso che non saranno di nuovo degli “sfigati”. L’istituto Cavendish rappresenta uno shock culturale per tutti gli studenti di Moordale, che fino ad allora pensavano di essere progressisti. Questa nuova scuola è molto diversa, ogni giorno si fa yoga nel giardino comune, si respira un’atmosfera all’insegna della sostenibilità e c’è un gruppo di ragazzi popolari per la loro… gentilezza?!

Viv è totalmente sconvolta dall’atteggiamento non competitivo degli studenti, mentre Jackson sta ancora cercando di superare la sua storia con Cal. Aimee decide di fare qualcosa di nuovo frequentando lezioni d’arte e Adam prova a capire se un’istruzione di tipo tradizionale sia adatta a lui. Negli Stati Uniti, Maeve sta vivendo il suo sogno alla prestigiosa Wallace University, in cui segue le lezioni dell’autore di culto Thomas Molloy. Otis si strugge per lei, mentre deve abituarsi al fatto di non essere più figlio unico, o l’unico terapista della scuola…”

Il cast della quarta stagione di Sex Education

Asa Butterfield torna a interpretare il protagonista Otis Milburn, al suo fianco Gillian Anderson, Ncuti Gatwa, Aimee-Lou Wood, Emma Mackey, Connor Swindells, Kedar Williams-Stirling, Mimi Keene. Confermati nei rispetivi ruoli anche George Robinson, Chinenye Ezeudu, Dua Saleh, Alistair Petrie, Samantha Spiro, Jim Howick, Rakhee Thakrar e Daniel Ings.

Si uniscono al cast in questa stagione finale Dan Levy, vincitore dell’Emmy come miglior attore non protagonista per Schitt’s Creek, Thaddea Graham (Doctor Who), Lisa McGrillis (Somewhere Boy), Marie Reuther (Kamikaze), l’attrice e modella Jodie Turner Smith, il comico Eshaan Akbar e gli esordienti Felix Mufti, Anthony Lexa, Alexandra James, Reda Elazouar, Bella Maclean e Imani Yahshua.

Sex Education: il trailer e le immagini della quarta stagione

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Sex Education: il trailer e le immagini della quarta stagione

Netflix rilascia oggi il trailer della quarta e ultima stagione di Sex Education. Il trailer anticipa una stagione ricca di nuove esperienze sessuali, crescita personale, amore, risate, lacrime, amicizia, e tanto altro, come il fantastico guardaroba di Eric, il ritorno al lavoro di Jean con un nuovo capo (interpretato da Hannah Gadsby), quello di Adam in fattoria, e le abilità artistiche di Aimee, e per finire… Maeve torna a Moordale per il suo primo vero appuntamento con Otis.

Con questa ultima stagione diciamo addio alla banda di Moordale, che ci tiene compagnia dal 2019. È giunto il momento di preparare i fazzoletti e salutarci con otto nuovi episodi, incluso un finale di stagione eccezionale della durata di 83 minuti. Sarà un viaggio fantastico: finiamolo insieme.

Sex Education 4, la trama

Dopo la chiusura del liceo di Moordale, Otis e Eric devono affrontare un nuovo inizio – il loro primo giorno al Cavendish Sixth Form College. Otis è nervoso all’idea di creare una nuova clinica, mentre Eric spera con tutto sé stesso che non saranno di nuovo degli “sfigati”. L’istituto Cavendish rappresenta uno shock culturale per tutti gli studenti di Moordale, che fino ad allora pensavano di essere progressisti. Questa nuova scuola è molto diversa, ogni giorno si fa yoga nel giardino comune, si respira un’atmosfera all’insegna della sostenibilità e c’è un gruppo di ragazzi popolari per la loro… gentilezza?! Viv è totalmente sconvolta dall’atteggiamento non competitivo degli studenti, mentre Jackson sta ancora cercando di superare la sua storia con Cal. Aimee decide di fare qualcosa di nuovo frequentando lezioni d’arte e Adam prova a capire se un’istruzione di tipo tradizionale sia adatta a lui.

Negli Stati Uniti, Maeve sta vivendo il suo sogno alla prestigiosa Wallace University, in cui segue le lezioni dell’autore di culto Thomas Molloy. Otis si strugge per lei, mentre deve abituarsi al fatto di non essere più figlio unico, o l’unico terapista della scuola…

Dal suo debutto su Netflix nel 2019, la serie è stata candidata e ha vinto numerosi premi, incluso l’International Emmy Awards nel 2022 come miglior serie comedy. Inoltre, nei primi 91 giorni dall’uscita la terza stagione ha totalizzato 66.6 milioni di visualizzazioni.

A inizio luglio, Netflix ha annunciato che la quarta stagione sarà quella finale pubblicando una lettera ai fan, in cui la creatrice, sceneggiatrice e produttrice esecutiva Laurie Nunn ha affermato:

“Siamo incredibilmente orgogliosi dello show e siamo in debito con il nostro fantastico team di sceneggiatori, attori e tutta la troupe che ha messo così tanto amore nel realizzare ogni episodio. Hanno lavorato in maniera instancabile per questa stagione finale, e non vediamo l’ora di condividerla con voi”.

Il cast della quarta stagione di Sex Education

Asa Butterfield torna a interpretare il protagonista Otis Milburn, al suo fianco Gillian Anderson, Ncuti Gatwa, Aimee-Lou Wood, Emma Mackey, Connor Swindells, Kedar Williams-Stirling, Mimi Keene. Confermati nei rispetivi ruoli anche George Robinson, Chinenye Ezeudu, Dua Saleh, Alistair Petrie, Samantha Spiro, Jim Howick, Rakhee Thakrar e Daniel Ings.

Si uniscono al cast in questa stagione finale Dan Levy, vincitore dell’Emmy come miglior attore non protagonista per Schitt’s Creek, Thaddea Graham (Doctor Who), Lisa McGrillis (Somewhere Boy), Marie Reuther (Kamikaze), l’attrice e modella Jodie Turner Smith, il comico Eshaan Akbar e gli esordienti Felix Mufti, Anthony Lexa, Alexandra James, Reda Elazouar, Bella Maclean e Imani Yahshua.

Sex Education: il trailer della quarta e ultima stagione

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Sex Education: il trailer della quarta e ultima stagione

Ecco il primo trailer della quarta stagione di Sex Education, che sarà anche l’ultima della fortunata serie Netflix. La serie arriverà sulla piattaforma il prossimo 21 settembre. Insieme a Asa Butterfield nella serie tornano Gillian Anderson, Ncuti Gatwa, Aimee-Lou Wood, Emma Mackey, Connor Swindells, Kedar Williams-Stirling, Mimi Keene, George Robinson, Chinenye Ezeudu, Dua Saleh, Alistair Petrie, Samantha Spiro, Jim Howick, Rakhee Thakrar e Daniel Ings.

La quarta e ultima stagione di Sex Education uscirà il 21 settembre solo su Netflix. Per gli abitanti di Moordale sarà una stagione ricca di amore, risate, lacrime, amicizie, nuove (e vecchie) relazioni. Asa Butterfield torna a interpretare il protagonista Otis Milburn, al suo fianco Gillian Anderson, Ncuti Gatwa, Aimee-Lou Wood, Emma Mackey, Connor Swindells, Kedar Williams-Stirling,Mimi Keene.

Confermati nei rispetivi ruoli anche George Robinson, Chinenye Ezeudu, Dua Saleh, Alistair Petrie, Samantha Spiro, Jim Howick, Rakhee Thakrar e Daniel Ings.

Si uniscono al cast in questa stagione finale Dan Levy, vincitore dell’Emmy come miglior attore non protagonista per Schitt’s Creek, Thaddea Graham (Doctor Who), Lisa McGrillis (Somewhere Boy), Marie Reuther (Kamikaze), l’attrice e modella Jodie Turner Smith, il comico Eshaan Akbar e gli esordienti Felix Mufti, Anthony Lexa, Alexandra James, Reda Elazouar, Bella Maclean e Imani Yahshua.

Dal suo debutto su Netflix nel 2019, Sex Education è stata candidata e ha vinto numerosi premi, incluso l’International Emmy Awards nel 2022 come miglior serie comedy. Inoltre, nei primi 91 giorni dall’uscita la terza stagione ha totalizzato 66.6 milioni di visualizzazioni.

In una lettera ai fan, la creatrice, sceneggiatrice e produttrice esecutiva Laurie Nunn ha affermato:

“Siamo incredibilmente orgogliosi di Sex Education e siamo in debito con il nostro fantastico team di sceneggiatori, attori e tutta la troupe che ha messo così tanto amore nel realizzare ogni episodio. Hanno lavorato in maniera instancabile per questa stagione finale, e non vediamo l’ora di condividerla con voi”.

Sex Education 4, la trama

Dopo la chiusura del liceo di Moordale, Otis e Eric devono affrontare un nuovo inizio – il loro primo giorno al Cavendish Sixth Form College. Otis è nervoso all’idea di creare una nuova clinica, mentre Eric spera con tutto sé stesso che non saranno di nuovo degli “sfigati”. L’istituto Cavendish rappresenta uno shock culturale per tutti gli studenti di Moordale, che fino ad allora pensavano di essere progressisti. Questa nuova scuola è molto diversa, ogni giorno si fa yoga nel giardino comune, si respira un’atmosfera all’insegna della sostenibilità e c’è un gruppo di ragazzi popolari per la loro… gentilezza?! Viv è totalmente sconvolta dall’atteggiamento non competitivo degli studenti, mentre Jackson sta ancora cercando di superare la sua storia con Cal. Aimee decide di fare qualcosa di nuovo frequentando lezioni d’arte e Adam prova a capire se un’istruzione di tipo tradizionale sia adatta a lui.

Negli Stati Uniti, Maeve sta vivendo il suo sogno alla prestigiosa Wallace University, in cui segue le lezioni dell’autore di culto Thomas Molloy. Otis si strugge per lei, mentre deve abituarsi al fatto di non essere più figlio unico, o l’unico terapista della scuola…

  • Creatrice e sceneggiatrice: Laurie Nunn
  • Sceneggiatori: Troy Hunter, Krishna Istha, Selina Lim, Ethan Harvey, Annalisa Dinnella, Bella Heesom e Thara Popoola
  • Registi: Dominic Leclerc, Michelle Savill e Alyssa McClelland
  • Produttori esecutivi: Laurie Nunn, Jamie Campbell, Ben Taylor, Clare Couchman
  • Produttori: Callum Devrell-Cameron e Rem Conway
  • Casa di produzione: Eleven

Sex Education: i migliori archi narrativi dei personaggi

Sex Education: i migliori archi narrativi dei personaggi

La quarta stagione Sex Education è disponibile su Netflix, e trattandosi di una stagione conclusiva dell’intera serie si possono tirare le somme di questo successo così travolgente per la piattaforma. La serie mette in mostra una miriade di personalità, ognuna più eccentrica e specifica dell’altra.

Ognuno di questi personaggi si è sviluppato notevolmente nel corso delle stagioni e lo show ha fatto un lavoro quasi sempre buono disegnando i personaggi a tutto tondo. Questo non vuol dire che siano impeccabili; semmai, i loro difetti li hanno resi più riconoscibili per il pubblico. Mentre gli ex studenti della Moordale Secondary mandano il loro ultimo saluto, ecco un resoconto del loro arco narrativo, e di chi, tra loro, è stato meglio sviluppato.

Otis Milburn

SEX EDUCATION SEASON 4 Sex Education 4 recensione
SEX EDUCATION SEASON 4

Otis (Asa Butterfield) è il protagonista di Sex Education, quindi è difficile non notare lo sviluppo del suo personaggio. All’inizio della serie è il ragazzino sfigato della scuola, invisibile a tutti tranne che al suo fidato migliore amico. Con il progredire della serie, Otis diventa rapidamente il famoso “ragazzo del sesso”.

Sebbene il personaggio prenda alcune decisioni discutibili, Otis si trasforma in un adolescente fiducioso e impara ad accettare i modi di sua madre, tanto da seguire le sue orme per diventare un terapista sessuale. Otis comprende meglio le sue emozioni e sa cosa vuole. Non gestisce troppo bene la partenza di Maeve (Emma Mackey) per gli Stati Uniti, cosa che ha reso il suo personaggio, nell’ultima stagione, quello meno felice da un punto di vista della crescita personale.

Maeve Wiley

Sex Education Season 4. (L to R) Edward Bluemel as Sean, Emma Mackey as Maeve in Sex Education Season 4. Cr. Samuel Taylor/Netflix © 2023.

Maeve Wiley ne ha passate tante. A scuola, è stata la famigerata “mordicazzi” e la cattiva ragazza del posto, con solo pochi studenti che conoscono la sua reale situazione di vita. Maeve inizia il suo percorso come qualcuno che odia l’attenzione; nonostante sia estremamente intelligente, non si prende il merito del suo lavoro.

Nel corso delle tre stagioni successive, gli spettatori vedono Maeve realizzare il suo potenziale quando si unisce all’Aptitude Scheme e partecipa con i Quiz Heads. Parte integrante dello sviluppo del personaggio di Maeve è anche il momento in cui sua madre, Erin, e la sorella minore, Elsie, entrano in scena. È bello vedere Maeve abbassare la guardia man mano che la serie avanza, diventando più sicura di sé e amorevole senza perdere la sua indipendenza. Certamente il suo percorso non riserva troppe sorprese, anche se forse è quello più duro, dal momento che è l’unica trai personaggi che ha anche fare con problemi “da adulti”, che esulano dalle questioni che interessano l’adolescenza. Emma Mackey ha una brillante carriera davanti a sé e i fan ringrazieranno sempre Sex Education per averla portata sotto i riflettori.

Lily Iglehart

Fin dall’inizio, Lily (Tanya Reynolds) viene dipinta come una ragazza stravagante alla Moordale Secondary, ossessionata dagli alieni e che ha come obbiettivo quello di perdere la verginità. Tuttavia, gli episodi successivi approfondiscono la sua caratterizzazione, rivelandola come una delle figure più interessanti della serie.

Lo show esplora tutto il potenziale di Lily nel momento in cui decide di raccontare l’amore per la narrazione del personaggio, che si concretizza in un adattamento scolastico di Romeo e Giulietta che promette di rimanere nella storia della Moordale. Lily è anche in grado di far fronte alle situazioni difficili, nel momento in cui il suo modo di fare viene messo in discussione. La terza stagione offre uno sguardo sull’infanzia di Lily e su come le sue storie siano sempre state viste come stravaganti, rendendo il personaggio ancora più completo. Purtroppo il personaggio non è arrivato alla quarta stagione, e nel suo arco narrativo questo si fa sentire.

Jackson Marchetti

Sex Education Season 4. (L to R) Chinenye Ezeudu as Viv, Kedar Williams-Stirling as Jackson in Sex Education Season 4. Cr. Samuel Taylor/Netflix © 2023.

Inizialmente, Jackson (Kedar Williams-Stirling) si presenta come il tipico jock: popolare, caposcuola, nuotatore stellare e preferito dagli insegnanti. Successivamente viene rivelato che Jackson è solo un altro adolescente che desidera esperienze normali e libertà dalle pressioni e dalle aspettative di professori e genitori.

Nel corso di Sex Education, Jackson tenta di riconciliarsi con il suo io più vero, libero dal giudizio delle sue madri. Si innamora, inaspettatamente, di diversi personaggi nel corso della serie, partecipa al musical scolastico e stringe un’improbabile amicizia con Viv (Chinenye Ezeudu). Nella terza stagione, gli spettatori lo vedono persino esplorare e comprendere la sua sessualità. Questa intuizione non viene approfondita a dovere nella quarta stagione, però, in cui si sceglie di “regalare” a Jackson un altro tipo di esperienza con cui fare i conti.

Ruby Matthews

SEX EDUCATION SEASON 4

Lo spietato leader degli Intoccabili, Ruby Matthews (Mimi Keene), è inizialmente fredda e crudele, fa la prepotente con Maeve e prende in giro gli altri per la loro mancanza di popolarità. Si tratta della classica “mean girl”. È solo nella seconda stagione che gli spettatori iniziano a vedere un altro lato di lei.

Dopo aver fatto sesso con Otis, emerge il lato più tenero di Ruby. Inizialmente i due hanno persino una improbabile relazione segreta perché lei era imbarazzata dal fatto di essersi invaghita dello “sfigato” della scuola. Una volta che le voci della relazione si diffondono, Ruby decide di mettersi a nudo, confermandole con fierezza e aprendosi a Otis, condividendo candidamente anche un problema personale con cui convive: il padre è affetto da sclerosi multipla. L’amore non corrisposto di Ruby per Otis è uno sviluppo importante per la sua personalità, e mentre la serie si conclude con loro che non formano una coppia, ci sarà sempre una parte del pubblico che farà il tifo per la ragazza popolare da modi sgradevoli che trova la forza di lasciare uscire il suo lato tenero.

Michael Groff

SEX EDUCATION SEASON 4

Michael Groff (Alistair Petrie) è il capo della Moordale Secondary, non semplicemente il preside, dal momento che la guida con il pugno di ferro, agendo come l’antagonista de facto della prima stagione.

Per la prima stagione e gran parte della seconda vediamo Michael Groff nei panni di un cattivo padre, marito e preside. Tuttavia, il suo allontanamento dalla Moordale Secondary lo ferisce profondamente, lasciandolo umiliato, alla ricerca di un lavoro e con tante riflessioni da fare su se stesso. Fa ammenda con Jean Milburn (Gillian Anderson) e con sua moglie, Maureen, cerca di diventare un uomo migliore e soprattutto prova disperatamente di riconnettersi con suo figlio. La stagione 3 vede Michael scoprire la gioia nel dedicarsi alle piccole cose, mentre lavora su se stesso, e la stagione 4 completa il viaggio del suo personaggio: si riconcilia con la sua famiglia e impara ad essere più aperto e comprensivo.

Maureen Groff

La moglie di Michael, Maureen (Samantha Spiro), si presenta come una donna mite e sottomessa. Tuttavia, la seconda stagione la porta in un viaggio alla scoperta di sé dopo aver stretto un’improbabile amicizia con Jean Milburn, che la incoraggia ad abbracciare la sua vera identità e a dedicarsi a se stessa.

Profondamente turbata dalla mancanza di affetto da parte del suo gelido marito, Maureen prende in mano la situazione e gli chiede il divorzio. Con la sua ritrovata sicurezza, Maureen si gode la vita, si concede qualche avventura e si avvicina a suo figlio. Alla fine, accoglie Michael nella sua vita dopo aver visto la sua crescita; i due ora sono persone diverse, che entrano in una nuova fase della loro relazione con ritrovata speranza e maturità.

Aimee Gibbs

SEX EDUCATION SEASON 4

Sicuramente uno dei personaggi più simpatici di Sex Education, Aimee (Aimee Lou Wood) fa inizialmente parte degli Intoccabili. È gentile e dolce. Sebbene possa sembrare leggermente insolita, Aimee ha uno degli archi narrativi più profondi dello show.

La sfida più grande di Amy arriva dopo essere stata aggredita sull’autobus. Anche se inizialmente reprime le sue emozioni, alla fine accetta che l’evento l’ha colpita più di quanto lasciasse intendere. Si prende il tempo necessario per elaborare i suoi sentimenti, va in terapia e trova il modo di esprimersi attraverso la fotografia. La storia di Amy è tra le parti migliori della quarta stagione di Sex Education, e conclude il suo viaggio con una nota edificante e piena di speranza.

Eric Effiong

Sex Education Season 4. Ncuti Gatwa as Eric Effiong in Sex Education Season 4. Cr. Samuel Taylor/Netflix © 2022 – SexEd4_Day19_Ep403_ST-164.arw

Eric Effiong (Ncuti Gatwa) è rimasto coerente con i suoi modi stravaganti, ma ciò non gli ha impedito di crescere come personaggio. Sebbene sia il migliore amico di Otis, Sex Education non lo ha mai trattato come uno stereotipato migliore amico gay del protagonista, fornendogli invece molte delle tracce narrative più interessanti.

Il personaggio ha mostrato una crescita significativa fin dall’inizio, riuscendo a essere sincero con la sua famiglia riguardo alla sua sessualità e riconciliando i suoi sentimenti verso la religione e la fede. La quarta stagione lo vede single, mentre riesce a sbocciare a pieno, comprendendo a fondo la sua vocazione. Eric capisce che non deve più sacrificare se stesso per l’amore, l’amicizia o la fede, e il mondo che lo circonda lo accoglie. Se c’è un personaggio della serie che merita uno spin-off, quello è Eric.

Adam Groff

Sex Education Season 4. Connor Swindells as Adam (Right) in Sex Education Season 4. Cr. Samuel Taylor/Netflix © 2023.

Adam Groff (Connor Swindells) ha indiscutibilmente avuto il miglior arco narrativo in Sex Education. All’inizio è un bullo che terrorizza costantemente Eric. Tuttavia, lo show esplora le sue lotte interiori, rivelando un giovane profondamente incompreso che desidera essere accettato da suo padre, estremamente autoritario.

Dopo un periodo alla scuola militare, Adam inizia ad aprirsi agli altri. Sistema le cose con Eric e tenta di migliorare negli studi prima di rendersi conto che la scuola non fa per lui. Anche Adam accetta la sua bisessualità, inizia una relazione d’amore con Eric prima di capire che i due sono in due momenti molto diversi della loro vita. Adam rompe con successo il ciclo di bullismo che suo padre gli ha insegnato, trovando la sua passione lavorando con gli animali e concludendo lo show come un individuo molto più maturo, paziente e amorevole.

Sex Education 4: recensione della stagione conclusiva della serie Netflix

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Dopo una terza stagione che aveva annacquato fin troppo il divertente e pruriginoso concept iniziale, con un’ansia di rappresentazione che sovrastava il bene del racconto, Sex Education torna con un quarto e ultimo ciclo, disponibile su piattaforma dal 21 settembre. Lo fa con un addio lungo otto episodi, una manciata di personaggi nuovi, qualche dramma più o meno serio e tutte le sfumature della sessualità che riescono ad entrare in otto ore di serie tv targata Netflix.

Sex Education 4, la trama

Avevamo lasciato i protagonisti del liceo di Moordale alle prese con la chiusura della loro scuola. Una location simbolica nello show, che era stata teatro di disagio adolescenziale, controversie e incomprensioni, epidemie di clamidia, capre maltrattate e situazioni al limite dell’inverosimile. Ora i giovani uomini, donne e non etichettabili hanno compiuto il passo verso un territorio sconosciuto, il Cavendish Sixth Form College, un campus con una rinomata reputazione di progressismo, autogestito dagli studenti in un’atmosfera irreale e variopinta in cui sembra esserci spazio per chiunque. Ed è in effetti quello che Otis, Eric e gli altri si trovano davanti: una scuola accogliente, attenta alle esigenze di tutt*, senza barriere architettoniche, in cui la comunità queer è non solo integrata, ma è il vero centro della vita scolastica, che promuove la gentilezza come approccio alla vita. Un balzo in avanti davvero notevole, ma allo stesso tempo destabilizzante, dal momento che il Moordale, invece, era tutto ciò che poteva esistere di grigio, gretto e chiuso. E mentre Maeve è partita per gli Stati Uniti alla volta della prestigiosa Wallace University, inseguendo il suo sogno di diventare scrittrice, a Moordale Otis sembra non cavarsela altrettanto bene, con una vera e propria rivoluzione in famiglia, l’arrivo della piccola Joy, e una nuova realtà in cui trova occupato quello che pensava potesse essere il suo posto.

Sex Education Season 4. (L to R) Edward Bluemel as Sean, Emma Mackey as Maeve in Sex Education Season 4. Cr. Samuel Taylor/Netflix © 2023.

Educazione sentimentale

Sex Education 4 porta ancora con sé i segni di quella che era la prima brillante stagione ideata da Laurie Nunn, ma da molto tempo gli spettatori hanno potuto vedere come quella che era partita come un’educazione sessuale si è poi trasformata in una educazione sentimentale, sempre teneramente piccante, ma più incentrata sulle relazioni e la loro gestione, che sulla natura sessuale dei rapporti.

Fatta la pace con tale assunto, questo ultimo ciclo decide di sconfinare sul piano dell’assurdo, non solo mettendo in scena sogni premonitori e visioni divine ma anche offrendo delle risoluzioni quasi sempre conciliatorie e rassicuranti a molti dei suoi personaggi. Tutto il parterre di rappresentazione che ha sfilato in maniera meccanica nella terza stagione, viene adesso ulteriormente arricchito ed esplorato con un risultato senza dubbio più credibile e interessante. A raccogliere i maggiori benefici di questo lavoro di scrittura è forse Eric (Ncuti Gatwa), il personaggio con l’arco narrativo più completo.

Un’utopia in mezzo al mondo reale

La serie propone uno spazio utopico, sicuro, in cui l’esigenza di ascolto e l’effettivo essere ascoltati vanno di pari passo e la diversità viene effettivamente vista come una ricchezza da valorizzare. È un mondo immaginario e difficilmente rintracciabile nella quotidianità, tuttavia questo non deve essere per forza un limite: la serie offre un punto di vista, un vero e proprio mondo immaginario che non risparmia sofferenza e drammi ma che mantiene una sua coerenza e una sua tendenza alla risoluzione dei conflitti, promuovendo il culto della gentilezza. Un’isola felice in un mondo, quello reale, dove la tolleranza sembra appartenere ancora e troppo a nicchie circoscritte.

Tuttavia, per quanto sia alta e nobile questa intenzione, Laurie Nunn si conferma più attenta alle dichiarazioni di intenti che al suo stesso racconto. Il processo di svilimento del personaggio di Otis ne è l’esempio migliore. Da adolescente complessato ma saggio e propositivo, con una cotta per la misteriosa Maeve, diventa un maschietto che si sente minacciato nella sua “professione”, che prova a tarpare le ali alla sua compagna, che sfrutta chi ha un debole per lui, che trascura gli amici. Il povero Otis non sembra avere più una collocazione, è l’unico personaggio che non fa nessun passo avanti e il cui arco narrativo non ha nessuna spinta verso una conclusione.

Sex Education Season 4. Ncuti Gatwa as Eric Effiong in Sex Education Season 4. Cr. Samuel Taylor/Netflix © 2022 – SexEd4_Day19_Ep403_ST-164.arw

Otis rimane indietro

A differenza di quanto invece succede a Maeve, a Ruby, e soprattutto al citato Eric. Sembra che arrivati alla quarta stagione, gli showrunner non sapessero esattamente cosa farsene di dell’unico etero normale della storia (forse perché non rappresentante di una minoranza che va valorizzata?), schiacciato tra le personalità del suo interesse amoroso che ormai è una donna ambiziosa, con i suoi dolori e i suoi sogni, una ex bulletta in cerca di redenzione e l’”amico gay” che finalmente trova il coraggio di risolvere dentro di sé un conflitto profondissimo che lo ha sempre definito come personaggio, ovvero far conciliare il suo essere fieramente gay con il suo essere devotamente cristiano, vivendo allo scoperto in una comunità che mal sopporta i queer.

Quest’incapacità di servire il racconto rispetto alla necessità di mettere in scena situazioni che possano essere una rappresentazione della molteplicità degli spettatori stessi è il principale problema di Sex Education 4, che, rispetto alla stagione 3 ha l’aggravante di trapiantare i personaggi in un luogo che è tutt’altro che ostile al loro percorso. E succede che in nome dell’inclusione e della rappresentazione, entrambe sacrosante, si rinuncia a raccontare la storia, il conflitto, che dovrebbe essere invece il motore degli avvenimenti. Forse la naturale conclusione dello show era quella di costruire un mondo dove la “sex education” non serve più, perché utopisticamente sono tutti consapevoli, esperti, accettati  e felici di essere come sono. Alleluja! Purtroppo chi paga le conseguenze di questa “felicità” è proprio il gusto per la narrazione, che evita ogni curva e si fa percorso dritto, obbligato.

SEX EDUCATION SEASON 4

Cosa resta di Sex Education

Nel corso degli anni, Sex Education ha attraversato tante fasi, mostrandosi di volta in volta come una commedia irriverente che prometteva di rispondere a domande e curiosità sul sesso, un teen drama dal sapore anni ’80, una riflessione sul diventare adulti e fare delle scelte, una vetrina per la rappresentazione della varietà umana intesa come ricchezza e bellezza, con la conseguente e comprensibile difficoltà di stare al mondo che l’essere queer comporta, una dramedy che non risparmia sofferenze grandi e piccole ai suoi protagonisti.

Si chiude eliminando ogni forma di conflitto, ogni ostacolo, offrendo ai suoi protagonisti una strada spianata da percorrere, una realtà in cui le difficoltà sono tutte superabili, i mondi tutti accessibili, insomma, uno spirito estremamente contemporaneo in cui molti spettatori, soprattutto i più giovani, si troveranno a proprio agio, capiti e accolti. E se da una parte appare questa la direzione che le nuove generazioni vogliono per un mondo nuovo, dall’altra l’arte del racconto è la principale vittima di un mondo in cui il conflitto non ha più nessun valore narrativo.

Sex Education Season 4. (L to R) Mimi Keene as Ruby, Asa Butterfield as Otis in Sex Education Season 4. Cr. Samuel Taylor/Netflix © 2023.

Sex Education 4: Netflix annuncia il rinnovo!

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Sex Education 4: Netflix annuncia il rinnovo!

Nel corso di TUDUM, il primo evento Netflix dedicato ai fan, la piattaforma ha annunciato ufficialmente che Sex Education tornerà per una quarta stagione.

Sex Educaiton 3 – È un nuovo anno: Otis fa sesso occasionale, Eric e Adam hanno ufficializzato la loro relazione e Jean sta per avere un bambino. Nel frattempo, la nuova preside Hope (interpretata da Jemima Kirke) cerca di ripristinare gli standard di eccellenza della Moordale, Aimee scopre il femminismo, Jackson si prende una cotta, mentre un messaggio vocale perduto incombe ancora.

Tra i nuovi membri del cast anche: Jason Isaacs nel ruolo di Peter Groff, il fratello maggiore, di maggior successo e decisamente poco modesto del padre di Adam; l’artista Dua Saleh, al debutto attoriale nel ruolo di Cal, un nuovo studente non binario della Moordale; e Indra Ové nel ruolo di Anna, la madre adottiva di Elsie, la sorellina di Maeve.

Sex Education 3 è interpretata da: Asa Butterfield, Gillian Anderson, Emma Mackey, Ncuti Gatwa, Connor Swindells, Aimee-Lou Wood, Kedar Williams-Stirling, Chaneil Kular, Simone Ashley, Mimi Keene, Tanya Reynolds, Mikael Persbrandt, Patricia Allison, Sami Outalbali, Anne-Marie Duff, George Robinson, Chinenye Ezeudu, Alistair Petrie, Samantha Spiro, Rakhee Thakrar e Jim Howick.

Sex Education 4 stagione: quando esce, trama, cast e streaming

Sex Education 4 stagione: quando esce, trama, cast e streaming

Sex Education 4 è la quarta stagione della serie originale Netflix Sex Education, la comedy-drama creata Laurie Nunn per Netflix. La serie è stata annunciata durante l’evento globale TADUM di Netflix. Durante l’evento è stato lanciato anche un video.

 

Sex Education 4: quando esce e dove vederla in streaming

Sex Education 4 in streaming uscirà nel 2022 su Netflix

Sex Education 4: trama e cast

Attualmente non sappiamo molto della quarta stagione di Sex Education. Non resta che aspettare ulteriore sviluppo.

Nel cast della quarta stagione ritorneranno i personaggi Otis Milburn, interpretato da Asa Butterfield, un ragazzo fuori dalla norma, infastidito dal lavoro della madre e dalla sua interferenza nella sua vita scolastica e sessuale. Avendo passato tutta la vita ad ascoltare le sedute di terapia della madre, è già molto esperto in problemi relazionali, sesso e autostima. Dr Jean F. Milburn, interpretata da Gillian Anderson, la madre di Otis, è una rinomata sessuologa. Divorziata, frequenta diversi uomini, senza impegni.

Eric Effiong, interpretato da Ncuti Gatwa, migliore amico di Otis, è un ragazzo omosessuale proveniente da una famiglia credente africana. È estremamente appariscente, sia nell’aspetto sia nell’atteggiamento, e desidera l’approvazione della sua famiglia. Maeve Wiley, interpretata da Emma Mackey, la “cattiva ragazza” che, dopo aver notato le capacità di Otis, apre con lui un’agenzia di consulenza sessuale e di coppia, della quale lei gestisce il lato organizzativo e finanziario. In breve i due diventano migliori amici.

Adam Groff, interpretato da Connor Swindells, il iglio del preside, bullizza spesso Eric. Ha un rapporto controverso e teso con il padre. È il primo “paziente” di Otis, ed è osservando come quest’ultimo riesca ad aiutarlo che Maeve decide di aprire un’attività di terapia sessuale a scuola. Jackson Marchetti, interpretato da Kedar Williams-Stirling, rappresentante della Moordale Secondary School e campione di nuoto, viene aiutato da Otis per diventare il ragazzo di Maeve.

Sex Education 3: trailer della nuova stagione in arrivo

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Sex Education 3: trailer della nuova stagione in arrivo

Netflix rilascia il trailer di Sex Education 3, la terza stagione di Sex Education che sarà disponibile dal 17 settembre 2021 con otto nuovi episodi, in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo.

È un nuovo anno: Otis fa sesso occasionale, Eric e Adam hanno ufficializzato la loro relazione e Jean sta per avere un bambino. Nel frattempo, la nuova preside Hope (interpretata da Jemima Kirke) cerca di ripristinare gli standard di eccellenza della Moordale, Aimee scopre il femminismo, Jackson si prende una cotta, mentre un messaggio vocale perduto incombe ancora.

Tra i nuovi membri del cast anche: Jason Isaacs nel ruolo di Peter Groff, il fratello maggiore, di maggior successo e decisamente poco modesto del padre di Adam; l’artista Dua Saleh, al debutto attoriale nel ruolo di Cal, un nuovo studente non binario della Moordale; e Indra Ové nel ruolo di Anna, la madre adottiva di Elsie, la sorellina di Maeve.

La serie è interpretata da: Asa Butterfield, Gillian Anderson, Emma Mackey, Ncuti Gatwa, Connor Swindells, Aimee-Lou Wood, Kedar Williams-Stirling, Chaneil Kular, Simone Ashley, Mimi Keene, Tanya Reynolds, Mikael Persbrandt, Patricia Allison, Sami Outalbali, Anne-Marie Duff, George Robinson, Chinenye Ezeudu, Alistair Petrie, Samantha Spiro, Rakhee Thakrar e Jim Howick.

Sex Education è scritta e creata da Laurie Nunn e prodotta da Eleven. Il team di sceneggiatori comprende Sophie Goodhart, Selina Lim, Mawaan Rizwan, Temi Wilkey e Alice Seabright, con il contributo di Jodie Mitchell. La terza stagione è diretta da Ben Taylor e Runyararo Mapfumo, mentre Laurie Nunn, Ben Taylor e Jamie Campbell sono i produttori esecutivi.

Sex Education 3: secondo trailer ufficiale

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Sex Education 3: secondo trailer ufficiale

Netflix ha diffuso il secondo trailer ufficiale di Sex Education 3, la terza stagione di Sex Education che sarà disponibile dal 17 settembre 2021 con otto nuovi episodi, in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo.

È un nuovo anno: Otis fa sesso occasionale, Eric e Adam hanno ufficializzato la loro relazione e Jean sta per avere un bambino. Nel frattempo, la nuova preside Hope (interpretata da Jemima Kirke) cerca di ripristinare gli standard di eccellenza della Moordale, Aimee scopre il femminismo, Jackson si prende una cotta, mentre un messaggio vocale perduto incombe ancora.

Tra i nuovi membri del cast anche: Jason Isaacs nel ruolo di Peter Groff, il fratello maggiore, di maggior successo e decisamente poco modesto del padre di Adam; l’artista Dua Saleh, al debutto attoriale nel ruolo di Cal, un nuovo studente non binario della Moordale; e Indra Ové nel ruolo di Anna, la madre adottiva di Elsie, la sorellina di Maeve.

Sex Education 3 è interpretata da: Asa Butterfield, Gillian Anderson, Emma Mackey, Ncuti Gatwa, Connor Swindells, Aimee-Lou Wood, Kedar Williams-Stirling, Chaneil Kular, Simone Ashley, Mimi Keene, Tanya Reynolds, Mikael Persbrandt, Patricia Allison, Sami Outalbali, Anne-Marie Duff, George Robinson, Chinenye Ezeudu, Alistair Petrie, Samantha Spiro, Rakhee Thakrar e Jim Howick.

Sex Education 3: recensione della serie Netflix

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Sex Education 3: recensione della serie Netflix

Netflix non è certo un’azienda che perde tempo, quando indovina un prodotto, lo alimenta e lo sostiene con grande trasporto tanto che a soli due anni dall’arrivo della prima stagione sulla piattaforma, Sex Education è già al terzo ciclo di episodi, disponibili tutti insieme dal 17 settembre 2021. La serie, creata da Laurie Nunn e diretta da Kate Herron e Ben Taylor, che aveva portato una boccata d’aria fresca nel panorama seriale, si replica, con un discreto risultato finale, ma cambiando la sua anima. Dalla commedia adolescenziale di esplorazione di sé, Sex Education 3 si sposta definitivamente su un terreno politico, di militanza attiva, di impegno, un territorio “adulto” che non vede più i giovani protagonisti guardarsi allo specchio per capirsi e scoprirsi, ma li vede tutti fianco a fianco, rivolti verso un mondo al quale loro non vedono l’ora di raccontarsi e spiegarsi.

Sex Education 3, la trama

L’intreccio narrativo di Sex Education 3 è corposo e conta diverse new entry che danno un certo spessore alla storia. Ma partiamo dai nostri beniamini: Otis si trova a gestire una relazione particolare, di solo sesso, lui che è la persona che più di tutte desidera una storia solida e duratura, ma deve anche gestire un conflitto con la madre che è rimasta incita di Jakob, papà di Orla; Maeve invece si trova sempre più legata al suo vicino Isaac che, lo ricordiamo, è artefice del suo allontanamento da Otis (chi ha visto la fine della seconda stagione capirà), allo stesso tempo deve gestire anche la confusionaria esistenza di Erin, la madre, la sorellina data in affidamento ad una donna di cui non si fida, Anna, e la sua cronica mancanza di risorse per continuare a studiare e sfruttare la brillante intelligenza che possiede; Eric invece sembra vivere con molta serenità la sua storia con Adam, che invece gestisce con più difficoltà il suo nuovo sé, se il primo è un giovane omosessuale sicuro di sé, maturo e libero, il secondo deve ancora imparare ad abitarsi.

Ma le vicende del terzetto protagonista è solo una parte di tutto quello che succede in Sex Education 3, tra nuovi personaggi, come la preside Hope, la prima studentessa queer Cal, lo sgradevole fratello dell’ex preside Groff, e storie apparentemente secondarie che arricchiscono tanto lo spettro della rappresentazione e delle possibilità nel corso di tutta la serie.

Sex Education 3
Sex Education Season 3. Mimi Keene as Ruby Matthews in Episode 1 of Sex Education Season 3. Cr. Sam Taylor/NETFLIX © 2020

All’insegna dell’inclusività

Se proprio c’è una parola sola con la quale si può definire questa terza stagione di Sex Education è l’”inclusività”, e questo rappresenta un plus e un minus, allo stesso tempo, di una storia che si fa sempre più stratificata. Se da una parte la varietà e la rappresentazione di ogni spettro della sessualità e dell’identità di genere è chiaramente una ricchezza e un modo per la serie di entrare in connessione con tutti gli spettatori, dall’altro proprio questa varietà sembra svelare l’esigenza non organica e narrativa ma “politica” di raccontare tutto e tutto insieme. Non c’è niente di male in questo, ovviamente, ma viene da chiedersi se non si tratti dell’esigenza di dover “spuntare delle caselle” e non di una necessità narrativa più alta.

Mettendo da parte questo interrogativo, sembra invece molto più interessante approfondire il senso di quanto si diceva all’inizio, ovvero che Sex Education 3 cambia completamente il punto di vista dei giovani protagonisti, portandoli su un piano più alto di consapevolezza, politicizzandoli contro ciò che va contro la loro libertà di espressione e di autodeterminazione, incarnato dalla Preside Hope. Il personaggio, che intende riportare in alto il nome della scuola dopo gli scandali sessuali (la scabrosa rappresentazione di fine anno su cui si chiude il secondo ciclo), rientra anch’esso in una casella, quello della giovane donna in carriera, sola, che dietro ad una facciata di integerrimo rigore e disciplina nasconde la sua fragilità di donna sola. Insomma una figura di cartone funzionale a dare coesione alla compagine studentesca in modo tale che la consapevolezza sessuale sviluppata nelle prime due stagioni possa trasformarsi anche in consapevolezza sociale adulta, politica appunto. Si tratta di un cambio di prospettiva molto importante per la crescita dei personaggi che sicuramente dovrà portare, nelle stagioni successive, la storia in altri lidi.

Sex Education Season 3. Ncuti Gatwa as Eric Effiong, Connor Swindells as Adam Groff in Episode 2 of Sex Education Season 3. Cr. Sam Taylor/NETFLIX © 2020

Un look inconfondibile

Da un punto di vista della messa in scena, dei costumi e delle ambientazioni che in Sex Education sono sempre state caratterizzanti e inconfondibili con altri show adolescenziali dello stesso genere, anche in questo terzo appuntamento la serie si tinge di mille colori che strano messi a tacere per un po’, soltanto per poi esplodere di nuovo. Insomma, il look di Sex Education rimane invariato e vincente. Così come invariata è la qualità della scrittura, che si concentra sempre più sugli intrecci e sempre meno sui personaggi che ormai hanno conquistato il loro posto nell’economia del racconto.

Arrivati a questa terza stagione, con consapevolezza e personalità, i protagonisti possono finalmente godere di se stessi, e sembra essere questo l’invito che si rivolge allo spettatore: accettarsi, accettare, conoscersi e scegliere il proprio posto nel mondo. Questi ragazzi non sono più spaesati e spaventati, ma sanno perfettamente da che parte schierarsi e non hanno paura di farlo.

Sex Education 3
Sex Education Season 3. Aimee Lou Wood as Aimee Gibbs, Emma Mackey as Maeve Wiley in Episode 1 of Sex Education Season 3. Cr. Sam Taylor/NETFLIX © 2020

Sex Education 2: recensione della nuova stagione della serie Netflix

Crescere è non è mai facile, e a complicare le cose ci si mette di mezzo il sesso. Dalla scoperta al desiderio, ecco che questo caratterizza in modo quasi ossessivo le vite degli adolescenti protagonisti di Sex Education 2, la nuova stagione della fortunata e apprezzata serie TV targata Netflix, ideata da Laurie Nunn, e in arrivo sulla piattaforma dal 17 gennaio. Se i primi otto episodi portavano lo spettatore all’interno del liceo Moordale, dove era possibile conoscere i vari protagonisti e i loro conflitti, le nuove puntate sono pronte a regalare ulteriori sviluppi, ma non senza riservare sorprese. Forse leggermente inferiore rispetto all’esplosiva prima stagione, la serie non manca ad ogni modo di riproporre, in modo innovativo, quegli elementi che ne hanno decretato il successo.

Se la prima stagione si concludeva con il fidanzamento di Otis (Asa Butterfield) con Ola (Patricia Allison), i nuovi episodi presenteranno un protagonista ormai definitivamente sbocciato sessualmente. Questi dovrà però ora imparare a padroneggiare gli impulsi sessuali appena emersi per portare avanti la sua relazione, cercando allo stesso tempo di gestire il rapporto conflittuale con Maeve (Emma Mackey). Nel frattempo, il liceo Moordale è alle prese con un’epidemia di clamidia, che rende evidente la necessità di una migliore educazione sessuale scolastica.

Sex Education 2: il sesso è parte di noi

«Il sesso non ci rende completi, quindi come potrebbe mancarti un pezzo?». È questa frase, pronunciata dalla terapista sessuale Jean Milburn, a racchiudere il cuore di questa seconda stagione. Se infatti nella prima molti dei ragazzi si trovavano alle prese con i primi contatti sessuali, ora è tempo di imparare a gestire quanto appreso. Una responsabilità non da poco, perché si sa, dall’attrazione fisica può nascere quella sentimentale, ed è questa a causare le vere ferite emotive. Le nuove puntate affrontano dunque di petto quanto fino ad ora costruito, ponendo i personaggi di fronte a nuovi conflitti, eventi apparentemente “normali” che assumono, se guardati con occhi da adolescenti, proporzioni catastrofiche.

Ora più che mai, infatti, è tempo di scoprirsi. Ed è così che Sex Education si apre ad un’incredibile varietà sessuale, trattandola con una gentilezza ed una spontaneità straordinarie. L’amore, che sia eterosessuale, bisessuale, omosessuale o pansessuale, non è qui mai una cosa a cui guardare con sospetto. Questo passa quasi inosservato, non desta scandalo. È una realtà mentalmente aperta quella qui raffigurata. E se qualche personaggio prova paure circa la propria sessualità, queste nascono da sé stessi, dalle proprie insicurezze, dal non piacersi abbastanza. D’altronde «è difficile farsi piacere uno che non si piace», come recita uno dei protagonisti.

Ma oltre al sesso c’è di più, e così la serie si apre ad un più ampio respiro arrivando a trattare tematiche particolarmente attuali nel contesto giovanile, dal conflitto acceso con i genitori all’incertezza e alle pressioni verso il futuro, fino alla solidarietà femminile, a cui è riservata una delle sotto trame più emozionanti all’interno dei nuovi episodi. Il tutto sorretto da quella scrittura intelligente che ha caratterizzato la serie sin dal suo debutto. Una sceneggiatura che si basa su luoghi e personaggi canonici a cui è poi dato modo di sbocciare in tutta la loro forza, dando vita a percorsi che mostrano la capacità degli autori di mantenere gli elementi di successo della serie senza ripetersi. Autori che, pur se non più adolescenti, sanno descrivere con la giusta dose di nostalgia quell’età, fatta di piccoli dettagli e grandi esplosioni interne.

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Sex Education: la recensione della serie Netflix

Pur non raggiungendo, probabilmente per motivi narrativi, il picco raggiunto dalla prima stagione, Sex Education riesce nuovamente ad affermarsi come un prodotto gioioso, in grado di rappresentare nel modo più vivace possibile un contesto tanto fervido. Lo fa grazie ad una messa in scena dai colori vividi, i quali associati a brillanti dialoghi costruiscono alcuni dei momenti emotivamente più forti della serie, a cui non manca anche in questo caso una calzante colonna sonora. Grazie ad un cast che ancora una volta conferma la sua forte alchimia, dando vita ad una coralità ai cui è difficile rimanere estranei. Ognuno dei giovani protagonisti, anche quelli con meno spazio narrativo, segue un percorso che trova progressivo sviluppo, e si rivela fondamentale per dar vita ad un ritratto completo di un’adolescenza tanto inclusiva.

Accompagnata da sincere emozioni, momenti di puro umorismo, sequenze, scene e immagini dal forte impatto, e una dilagante libertà di linguaggio, la serie si ripropone così come uno dei prodotti più interessanti della piattaforma streaming, di quelli che, senza tabù, meglio sa parlare di e ad un’adolescenza che si definisce anche attraverso la scoperta della sessualità. Un processo di crescita qui messo in scena con tutte le difficoltà del caso, a cui è però possibile sopravvivere se si trova il coraggio di esprimere i propri sentimenti, anche qualora questo dovesse far soffrire.

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Sex Crimes – Giochi pericolosi: la spiegazione del finale del film

Gli anni Novanta hanno regalato agli appassionati di cinema numerosi film cult, opere al loro tempo non propriamente riuscite ma che con il passare degli anni si sono guadagnate tale status, che sia per l’estremizzazione di certi risvolti narrativi o per la trattazione di tematiche bizzarre. Tra i tanti titoli che si potrebbero citare a riguardo, uno dei più interessati è certamente Sex Crimes – Giochi pericolosi, film del 1998 diretto da John McNaughton, regista noto anche per il thriller Henry, pioggia di sangue e il poliziesco Crocevia per l’inferno. Con questo lungometraggio egli si è invece concentrato su una storia a sfondo erotico.

Sin dalla sua uscita il film ha acquisito notorietà per le sue scene di sesso – tra cui una scena di lesbismo tra le due protagoniste femminili, e un’altra raffigurante un trio tra le due attrici e il protagonista maschile. Queste erano particolarmente più esplicite di quanto si vedesse tipicamente nelle principali produzioni di Hollywood, suscitando non poca attenzione e scandalo. Anche per questo motivo Sex Crimes – Giochi pericolosi ottenne un buon successo di critica e pubblico, affermandosi come un film che non si prende troppo sul serio ma capace di offrire uno spensierato intrattenimento e colpi di scena quanto mai imprevedibili ed estremi.

Grazie a tale popolarità sono poi stati realizzati ben tre sequel, tutti però riservati direttamente al mercato dell’home video. Ovviamente questi non vantavano lo stesso cast, né ebbero lo stesso successo, ma contribuirono a dotare l’originale di ulteriore fama e mistero. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Sex Crimes – Giochi pericolosi. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Sex Crimes - Giochi pericolosi trama

La trama di Sex Crimes – Giochi pericolosi

Protagonista del film è Sam Lombardo, mite insegnante di un liceo in Florida che vede la sua vita improvvisamente stravolta dalle accuse di stupro ricevute da due sue studentesse. Queste sono Kelly Van Ryan e Suzie Toller, quest’ultima affetta da problemi di tossicodipendenza ed alcolismo. L’accusa rovina la reputazione e l’esistenza di Sam che viene dapprima allontanato dalla scuola e successivamente messo sotto processo, rischiando il carcere. Nel tentativo di riabilitarsi e provare la propria innocenza, egli decide di rivolgersi all’avvocato Ken Bowden, l’unico dimostratosi disposto ad accettare il caso.

Durante il processo, Suzie messa sotto pressione cede e rivela la verità: non c’è stato nessuno stupro e loro accuse sono state una farsa orchestrata ai danni dell’insegnante. Sam si vede così assolto e riabilitato, nonché risarcito per danni morali con una ricca somma di denaro. Il detective Ray Duquette, però, non è convinto di come si siano svolte le cose e decide di indagare personalmente sulla vicenda. Pedinando Sam e le due studentesse, egli arriverà a scoprire una verità quanto mai inaspettata e complessa, che lo renderà un testimone indesiderato e pertanto in pericolo di vita.

 

Il cast del film

Sex Crimes è ricordato anche per la presenza di diversi attori particolarmente noti, qui impegnati a dar vita a personaggio complessi o ricchi di aspetti imprevedibili. Per il ruolo dell’insegnante Sam Lombardo, i produttori avevano inizialmente considerato l’attore Robert Downey Jr., in quel periodo noto per i suoi problemi con la droga, i quali lo rendevano però a suo modo perfetto per il ruolo. Non potendo ottenere lui, la scelta ricadde su Matt Dillon. Accanto a lui, nei panni di Suzie Toller, vi è l’attrice Neve Campbell, in quegli anni popolare grazie ai film di Scream. L’attrice accettò il ruolo in Sex Crimes perché voleva mettersi alla prova con qualcosa di diverso, evitando di venire identificata solo con determinati personaggi. Per il film, però, ha stipulato una clausola che le consentiva di non apparire interamente nuda.

Denise Richards è invece l’altra studentessa, Kelly Van Ryan. L’attrice negoziò a lungo la nudità a cui si sarebbe concessa per il film. Alla fine finì con il non usare controfigure, ma affrontò le scene di sesso bevendo molti margaritas insieme alla Campbell e a Dillon. Nei panni del detective Ray Duquette vi è invece l’attore Kevin Bacon. L’attore accettò la parte attratto dalla natura “trash” del progetto e dai suoi continui colpi di scena. Anche lui si avvalse di una clausola per non dover apparire nudo, ma alla fine acconsentì a una sua scena senza vestiti. Nei panni dell’avvocato Ken Bowden si può infine ritrovare l’attore Bill Murray. Nonostante egli venga indicato come uno dei protagonisti, compare nel film per appena venti minuti.

Sex Crimes - Giochi pericolosi cast

La spiegazione del finale di Sex Crimes – Giochi pericolosi

Nel corso del film si scopre che Sam e le due ragazze avevano un accordo per spartirsi i soldi del risarcimento versato nei confronti del docente. Tuttavia, l’improssiva scomparsa di Suzie porta il detective Duquette a sospettare che Sam abbia ucciso la ragazza con l’obiettivo di intascare l’intera somma. Nel tentativo di indagare a riguardo, si reca ad interrogare Kelly, la quale tenta però di uccidere Duquette, il quale per legittima difesa le spara a morte. Arriva però a questo punto un ulteriore colpo di scena, che rivela che Sam è in combutta con Ray. I due effettuano allora un uscita in barca sulla barca per parlare di affari, ma Sam rivela il suo doppiogoco tentando di uccidere Duquette.

Quando Ray tenta di reagire, viene però colpito e ucciso con un fucile subacqueo da Suzie, che ha inscenato il suo omicidio con Sam. Suzie rivela di essere stata motivata a uccidere Ray per vendicare l’omicidio del suo migliore amico, Davey, a cui Ray ha erroneamente sparato a morte e di cui si è liberato come omicidio per legittima difesa. Sam, mentre guarda Ray morire, accetta con riluttanza un drink da Suzie, che gli assicura che ha chiuso con i doppi giochi. Tuttavia, scopriamo ben presto che ha mentito, perché dopo averlo bevuto, Sam si rende conto che è stato avvelenato. A quel punto Suzie lo butta in mare e salpa verso il tramonto.

Una serie scene di mid-credits rivelano a questo punto che è Suzie era la mente del complotto: dopo aver scoperto che Sam e Kelly avevano una relazione sessuale, Suzie ha ricattato Sam con delle fotografie che ritraevano i due mentre facevano uso di droghe durante il sesso, convincendolo a collaborare al suo piano. Suzie ha poi orchestrato l’incontro tra Sam e Ray in un bar locale. In seguito, durante la messinscena del suo omicidio sulla spiaggia, Suzie si è strappata i denti con una pinza per far sembrare la sua morte legittima. Si scopre inoltre che Ray ha sparato per primo a Kelly prima di spararsi alla spalla per fingere di averla uccisa per legittima difesa.

Alla fine, con Kelly, Ray e Sam tutti morti, Suzie viene raggiunta dall’avvocato Kenneth Bowden, che le dà una valigetta piena di soldi e un assegno di milioni di dollari. Mentre se ne va, le dice di “fare la brava” prima di prendere il suo drink, il quale a questo punto è lecito immaginare essere a sua volta avvelenato. Così facendo, Suzie si sarebbe liberata anche dell’ultima persona rimasta a sapere la verità sulla vicenda, non dovendo dunque più temere nessuno e potendosi guastare la propria ottenuta vendetta fuggendo verso la libertà.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su una delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Sex Crimes – Giochi pericolosi è infatti disponibile nel catalogo di Prime Video. Per vederlo, basterà noleggiare o acquistare il film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 2 marzo alle ore 21:20 su Rai 4.

Sex and the City: 10 cose che non sai sulla serie e i film

Sex and the City: 10 cose che non sai sulla serie e i film

Sono passati esattamente vent’anni dall’uscita di Sex and the City. Carrie, Miranda, Charlotte e Samantha hanno preso d’assalto New York e il mondo ben due decenni fa, diventando un fenomeno culturale e commerciale unico. Al tempo della sua uscita, Sex and the City era fresco, innovativo, e trasgressivo. Il fatto che ora sia un po’ invecchiato, soprattutto politicamente, è ancora oggetto di dibattito tra i fan e non solo. Ma Sex and the City rimane un’istituzione.

Sono passati vent’anni, avete visto tutte le stagioni, amato e odiato i film. Ma c’è qualcosa che ancora non sapete? Ecco dieci curiosità su Sex and the City, e dove trovare in streaming le serie e i film.

Sex and the City: curiosità

Sex and the City

1. La Carrie Bradshaw di Sex and the City non è esattamente Candace Bushnell. Anche chi non è un fan sfegatato della serie, saprà che il personaggio di Carrie Bradshaw è basato su una persona reale, Candace Bushnell, ovvero l’autrice della colonna sul sesso del New York Oberserver degli anni Novanta. Bushnell, poi, creò una raccolta dei propri saggi chiamata Sex and the City. Carrie e la Bushnell hanno molto in comune, ma non sono la stessa persona. Bushnell, infatti, cominciò a scriver per l’Observer nel 1994, usando il proprio vero nome e usando le proprie avventure per arricchire i propri articoli. Ma scrivere di verte cose con il proprio nome può creare del problemi, e Carrie Bradshaw lo sa bene. Fu così che la Bushnell cominciò ad usare uno pseudonimo: Carrie. Nonostante continuò a narrare eventi della propria vita, la sua nuova eroina semi-autobiografica le regalò un po’ di libertà in più.

2. Fu Sarah Jessica Parker a fare pressione per più diversità in Sex and the City. Blair Underwood entrò a far parte del cast nel 2003, e il suo arrivo portò finalmente un po’ di diversità nello show. Parlando del casting dell’attore, Cynthia Nixon ha raccontato che tutte loro avevano cominciato a insistere per dei cambiamenti, ma nessuna quanto Sarah Jessica. “Sono una grande fan dello show, ma se c’è un’area alla quale bisogna lavorare, è sicuramente questa… ed è ora.” Il fatto che lo show, nel tempo, abbia fatto davvero dei progressi, è ancora da decidere.

Sex and the City: la serie

Sex and the City

3. Sarah Jessica Parker e la clausola nudità per Sex and the City. Nella serie, avrete notato che Carrie è l’unica delle quattro amiche a non essere mai interamente nuda, e ad indossare sempre un reggiseno a letto? Bene, la ragione è la clausola nudità nel contratto di Sarah Jessica Parker. A riguardo, l’attrice ha commentato: “Non mi sentivo a mio agio con le scene di nudo, con i sex toys, o con il linguaggio volgare, e quindi non ho fatto nulla del genrere. Il mio personaggio, Carrie, bacia molti uomini. Ma finisce lì.”

4. Sex and the City è stata la prima serie della HBO a vincere un Emmy. La HBO, soprattutto negli ultimi anni, ha prodotto una lunghissima serie di show di successo. Ma Sex and the City fu la prima serie del canale a vincere un Emmy gold, nel 2001. E mantenne il proprio record fino al 2015, quando Veep si aggiudicò per la prima volta il premio (che poi vinse ancora nel 2016 e nel 2017).

5. Sarah Jessica Parker si è tenuta i vestiti di Sex and the City. Quasi tutti. A quanto pare, dopo la fine dello show, l’attrice decise di tenere circa il 70% dei vestiti indossati da Carrie. “Ho tenuto tutto ciò che non venisse da un designer o che non fosse noleggiato. Ho un archivio.”

6. Il prezzo del tutù della sigla della serie Sex and the City. Se Carrie indossa una quantità di vestiti e scarpe di lusso incredibile, il famosissimo tutù che indossa nella sigla ha un valore di molto, di molti inferiore. Infatti, costò solamente 5 dollari.

Sex and the City: i film

Sex and the City

7. Il finale della serie doveva essere quello definitivo. Nonostante Sex and the City abbia poi dato origine a due film (per ora) il produttore della serie Michael Patrick King (che ha diretto entrambi i film) ha raccontato di aver scritto il finale dello show perché fosse definitivo. Nel 2004, pochi mesi dopo la messa in onda dell’episodio finale della serie, King raccontò che “Niente di ciò che abbiamo fatto nella serie è stato cambiato in modo da mettere da parte qualcosa in vista del film… È esattamente così che volevamo concludere la serie. Siamo orgogliosi di ciò che abbiamo fatto.”

8. Sex and the City, il film, e le assurdità che nemmeno i fan sono riusciti a digerire.  Sex and the City è un flilm che è stato amato da molti, ma anche odiato. E ci sono alcune cose che nemmeno i fan della serie non sono riusciti a mandare giù. Se lo show è famoso per essere stato sopra le righe, nel primo film di Sex and the City, gli autori hanno forse calcato un po’ troppo la mano, e il risultato è stato descritto da molti come “ridicolo”. Tra i momenti più assurdi e meno amati del film, basta ricordare le enormi piume blu sulla testa di Carrie nel giorno del matrimonio, il gigantesco cappello da spiaggia di Samantha, la scena con il sushi di Samantha, la proposta di matrimonio con le scarpe anziché l’anello, l’incapacità di Carrie di capire il funzionamento delle email.

Sex and the City 2

Sex and the City

9. Sex and the City 2: offensivo? Quando il film è uscito nel 2010, Sex and the City 2 ha causato non poche chiacchiere. Del fatto che lo show fosse oramai anacronistico, se ne parlava già: di parlava di whitewashing, di poca sensibilità, e del fatto che oramai, dopo la crisi, le vite delle quattro ricche amiche di New York non avessero più nulla a che fare con i nostri tempi. Ma la cosa non si ferma qui: in molti hanno criticato il fatto che il secondo film della serie, infatti, abbia mostrato poca sensibilità in parecchi campi. Si parte dal matrimonio tra Stanford e Anthony, dove il fatto che sia un matrimonio gay venga ripetuto più e più volte, spesso a scopo comico. C’è poi la rappresentazione non particolarmente sensibile della tata irlandese, con gli slow-motion del suo seno e la musica irlandese in sottofondo. Ci sono poi dei problemi di tipo culturale e religioso: il giudicare in modo superficiale il modo in cui si vestono le donne islamiche, l’uso poco sensibile di oggetti e luoghi religiosi. C’è chi difende Sex and the City 2, c’è che lo fa a pezzi. Voi che ne pensate?

Sex and the City 3

10. Sex and the City 3: cancellato. Le voci su Sex and the City 3 sono andate avanti per anni, finché, nel 2017, è arrivata la conferma della cancellazione del terzo capitolo. A proposito, Sarah Jessica Parker ha detto di essere particolarmente delusa: “avevamo questo bellissimo, divertente, straziante, gioioso, copione e questa storia con la quale molti avrebbero potuto identificarsi. Non è solo deludente non poter raccontare quella storia e vivere quell’esperienza, ma lo è anche per il pubblico, che ha spesso affermato di volere un altro film.” A quanto pare, invece, Cynthia Nixon non era interessata ad un altro capitolo.

Sex and The City: serie e film in streaming

Dove guardare i film di Sex and the City in streaming?

Il primo film di Sex and the City è in streaming su Chili e su Rokuten TV, mentre Sex and the City 2 si trova su Chili e Rokuten TV, oltre che su Infinity. La serie, invece, la potete vedere su Paramount Channel Italia.

Fonti: Vogue, Cosmopolitan, Mental Floss, Glamour, Bustle

Sex and the City 2 – recensione del film con Sarah Jessica Parker

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Sex and the City 2 – Torna nelle sale Sarah Jessica Parker nei panni, o meglio negli abiti griffati, di Carrie Bradshaw la non più giovanissima scrittrice di moda che come nel primo film della serie ci accompagna attraverso svariate e parallele avventure amorose e sentimentali che la vedono protagonista insieme al solito e singolare campionario di inseparabili amiche.

Dopo essere riuscita a sposare Mr.Big, al termine del primo episodio, ora Carrie teme che il suo matrimonio possa ben presto scivolare nelle pericolose e temute acque della monotonia e di una borghese quotidianità fatta di serate in casa tra televisione e cibi precotti. Quindi mentre la protagonista lotta per rimanere ancorata al glamour della sua vita da single l’amica Charlotte (Kristin Davies) fatica a crescere le due figlie dovendo oltretutto convivere con il timore che la bella e giovane tata delle piccole possa con la sua fresca avvenenza tentare le voglie del marito.

Sex and the City 2 – recensione del film con Sarah Jessica Parker

Samantha (Kim Cattrall), come di suo solito, allontana, o meglio inganna, l’inesorabile scorrere del tempo con decine di pillole ad estratti naturali fedeli e quotidiani alleati contro il terrore della menopausa; ma nonostante riesca ancora ad arpionare giovani amanti che si alternano tra le sue lenzuola, Samantha non può comunque esimersi dall’implacabile confronto con l’età. Non poteva mancare all’appello l’esile ed insicura Miranda ( Cinthya Nixon ) che dopo una vita trascorsa nel disperato tentativo di fare carriera, si accorge che forse anche la più ordinaria vita familiare può riservare piacevoli e profonde soddisfazioni.

Se la prima parte del film si snoda tra gli eleganti ambienti newyorkesi che già avevano fatto da sfondo al primo episodio, nella seconda parte il contesto cambia scenario e ci si può così immergere nella lussuosa e futuristica Dubai City, nuova capitale di un Medio Oriente visto come stereotipo di ricchezza e lusso intriso di esotico mistero. Per Carrie e le sue inseparabili amiche questo viaggio sarà occasione di nuovi ed imprevedibili incontri ma al contempo momento di fuga e insieme di riflessione, l’opportunità per ognuna di loro di affrontare e meditare sulle proprie perplessità interiori.

Sex and the city 2 –  ricalca a grandi linee il canovaccio del primo episodio, ambienti di extralusso, abiti da alta moda, amanti belli ed aitanti oltre che le solite piccanti e frivole disquisizioni sul sesso e sull’amore. Difficile immaginare come questo film possa attrarre o apparire vagamente attraente per un pubblico maschile ma nonostante qualche rara sequenza di una certa e vaga simpatia anche il pubblico femminile potrebbe trovare la storia ed i dialoghi forse sin troppo leggeri o lontani dalla realtà di ognuno. Probabilmente il solito e, a quanto pare vincente (visti gli incassi), scopo degli sceneggiatori è proprio quello di rapire la mente delle spettatrici e lasciare che esse evadano in un mondo fatto di paiette e lustrini, vestiti di Valentino e uomini dallo sguardo e dalla voce penetrante.

Tra un cocktail e la solita overdose di shopping c’è spazio per qualche seria riflessione sul matrimonio, l’età che avanza e le difficoltà di una normale vita familiare, sta al pubblico coglierle senza farsi accecare dal luccichio di tanto lusso.

Severus Piton: i 15 migliori momenti del professore di Pozioni a Hogwarts

Senza dubbio uno dei personaggi più interessante della letteratura degli ultimi 20 anni, Severus Piton, della saga di Harry Potter, ha avuto anche la fortuna di essere portato sullo schermo da uno dei migliori attori del panorama cinematografico contemporaneo, il compianto Alan Rickman. Per celebrare personaggio e interprete, vi proponiamo 15 trai momenti migliori del professore di Pozioni a Hogwarts.

Severus Piton e le sue pause drammatiche

Severus Piton e le sue pause drammaticheNessuno, meglio di Piton, sa utilizzare e pause drammatiche nei suoi discorsi. Ovviamente il personaggio, nella saga cinematografica, è stato supportato dalla grande recitazione di Alan Rickman, che spesso è stato parodiato per il suo modo tutto particolare di scandire le parole.

Quando ammette di essere il Principe Mezzo Sangue

Principe Mezzo SangueQuando, nel sesto film/libro, Harry trova il libro “Di proprietà del Principe Mezzo Sangue“, diventa un esperto di Pozioni e piccoli incantesimi. Quando però alla fine della storia, si trova faccia a faccia con Piton che ha appena ucciso Silente e vuole vendicarsi, prova a utilizzare contro il professore un incantesi del Principe. Qui abbiamo la rivelazione. Piton è il Principe Mezzo Sangue. Questo a prova dell’immenso talento di Piton per la magia e gli incantesimi, anche da molto giovane.

La morte di Severus Piton

La morte di Severus PitonNel momento della sua morte, Piton pensa a Lily, e al suo figlio Harry, che ha i suoi occhi. Così, attraverso le sue lacrime, quello che è considerato il più grande eroe della saga regala a Harry i suoi ricordi, per fargli conoscere la verità e gli dice: “Hai gli occhi di tua madre”.

Severus Piton e la prima lezione di Pozioni

Severus Piton e la prima lezione di PozioniMemorabile nei ricordi di tutti, la prima lezione di pozioni nel sotterraneo di Piton ci presenta da subito il conflitto che il professore avrà con il giovane protagonista per tutta la saga. “Peccato, la fama non è tutto, vero Signor Potter?”

Quando si confronta con Raptor

Raptor e PitonNe La Pietra Filosofale, nel libro come nel film, siamo tratti in inganno da Piton, credendolo un servitore di Voi Sapete Chi. Memorabile è il suo confronto con il professor Raptor, nel momento in cui il docente di pozioni ha già capito da che parte sta il nervoso collega.

Quando uccide Silente

Quando uccide SilenteLa scena della Torra di Astronomia, con Silente sofferente e implorante e con Piton che lo uccide è senza dubbio uno dei momenti più strazianti dell’intera saga, e alla luce della verità, è uno dei momenti in cui il professor Piton dimostra tutto il suo immenso coraggio e il suo spirito di sacrificio.

Severus Piton: quando abbraccia il cadavere di Lily

Severus Piton: quando abbraccia il cadavere di LilySi tratta di una scena realizzata per il film, per rendere visivamente meglio i ricordi che Harry spia nel pensatoio. Senza dubbio è il momento più difficile per i fan della saga e per il personaggio è un momento decisivo, che caratterizzerà tutta la sua vita e le sue scelte future.

Quando zittisce Hermione

Qunado zittisce HermioneIn Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Hermione è infervorata durante la lezione di Difesa contro le Arti Oscure in cui Piton sostituisce l’assente Lupin. La studentesse risponde a tutte le domande del professore, ma lui, infastidito dalla preparazione e, diciamolo, dalla saccenza della ragazza, la zittisce: “E’ la seconda volta che parli senza permesso, Signorina Granger. Dimmi sei incapace di trattenerti o provi gusto a essere un’insopportabile so-tutto-io?” Povera Hermione!

Quando impartisce lezioni di saggezza a Harry

Le sue parole di saggezzaDurante le lezioni di Occlumanzia, in L’Ordine della Fenice, Piton redarguisce un lamentoso e arrabbiato Harry con una perla di saggezza: “Nel caso in cui ti fosse sfuggito, Signor Potter, la vita è ingiusta.” Detto da lui è sicuramente vero.

Severus Piton e il suo epico duello con il Professor Allock

Severus Piton e il suo epico duello con il Professor AllockNe La Camera dei Segreti, rimane memorabile il duello di Piton contro il professor Gilderoy Allock.

Quando cerca di proteggere il trio da Lupin che si trasforma

Protegge i ragazziNe Il Prigioniero di Azkaban, Piton scopre il legame tra Sirius Black e Lupin, e durante la trasformazione in lupo mannaro del professore di Difesa contro le Arti Oscure, cerca di proteggere con il proprio corpo Harry, Ron e Hermione.

Quando minaccia di espellere Ron e Harry

Minaccia espulsioneNe La Camera dei Segreti, Harry e Ron usano la magia fuori dalla scuola per arrivare a Hogwarts sulla Ford Anglia volante del signor Weasley. Piton vorrebbe cogliere l’occasione ghiotta per espellere i due giovani Grifondoro.

Severus Piton, quando mente alla professoressa Umbridge

Severus Piton, quando mente alla professoressa UmbridgeDolores Umbridge è senza dubbio uno dei personaggi più diabolici della saga di Harry Potter. Quando la donna scopre Harry che cerca di mettersi in contatto con Sirius nel camino del suo studio, la donna chiede aiuto a Piton, per farsi dare del Veritaserum e costringere Harry a dire la verità. Pito decide di mentire, dicendo di aver finito la pozione. Inoltre, alla sibillina richiesta di aiuto di Harry (Ha preso Felpato e l’ha portato nel posto dove è nascosta), Piton capisce cosa sta accadendo e chiama a racconta l’Ordine della Fenice, che poi soccorrerà i giovani studenti al Ministero.

Quando prende in giro Lupin

Quando prende in giro LupinNe Il Prigioniero di Azkaban, Piton scopre Harry che va in giro per i corridoi della scuola di notte. Il ragazzo sta seguendo Peter Minus sulla Mappa del Malandrino e Piton gli chiede di mostrargli la pergamena incantata. All’apparire di Lupin, che cercherà di salvare Harry dall’ira di Piton, il professore di Pozioni prende in giro il collega dicendogli: “Cosa fai fuori dal letto a quest’ora Remus, una passeggiata al chiaro di luna?”. Uno dei suoi rari momenti di gloria.

Sempre

SempreLa battuta più famosa della saga. Una parola semplicissima che si carica di significato e emozioni quando, scoperta la forma del suo Patronus, Silente capisce che in tutti quegli anni il cuore di Piton è stato fedele, e sempre lo sarà, all’amore per Lily.

Seventh Son: prime foto

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Seventh Son: prime foto

Prime foto di Jeff Bridges, Julianne Moore e Ben Barnes dal film Seventh Son avventura fantasy diretta da Sergei Bodrov e tratto dall’

Seventh Son: Nuovo trailer del film con Jeff Bridges e Kit Harington

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Ecco il nuovo trailer del film fantasy Seventh Son, con Jeff Bridges, Kit Harington, Ben Barnes e Julianne Moore.

https://www.youtube.com/watch?v=Z0a7uW_coFQ

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seventh son poster anteprimeIl fantasy d’avventura uscirà negli USA al cinema il prossimo 17 gennaio, in 3D, 2D e IMAX. Nel cast di Seventh Son ci sono: Jeff Bridges, Julianne Moore, Ben Barnes, Djimon Hounsou, Alicia Vikander, Antje Traue, Olivia Williams e Kit Harington. Il regista è Sergei Bodrov.

Sta per scatenarsi una guerra tra le forze del sovrannaturale e gli uomini. Secoli prima, il Maestro Gregory aveva imprigionato la feroce strega Madre Malkin che, riuscita a fuggire, adesso è in cerca di vendetta. L’unica speranza per gli uomini è il giovane apprendista Tom Ward, settimo figlio di un settimo figlio, il solo in grado di sconfiggere la potente maga e la sua magia nera.

Fonte: CBM

Seventh Son trailer e poster del film

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Seventh Son trailer e poster del film

seventh son trailerLa Warner Bros. Pictures ha pubblicato il primo trailer di Seventh Son e il primo poster del film. Il fantasy d’avventura uscirà negli USA al cinema il prossimo 17 gennaio, in 3D, 2D e IMAX. Nel cast di Seventh Son ci sono: Jeff Bridges, Julianne Moore, Ben Barnes, Djimon Hounsou, Alicia Vikander, Antje Traue, Olivia Williams e Kit Harington. Il regista è Sergei Bodrov.

Seventh Son trailer e a seguire il poster:

seventh son trailer poster

Tutte le foto del film:

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Sta per scatenarsi una guerra tra le forze del sovrannaturale e gli uomini. Secoli prima, il Maestro Gregory aveva imprigionato la feroce strega Madre Malkin che, riuscita a fuggire, adesso è in cerca di vendetta. L’unica speranza per gli uomini è il giovane apprendista Tom Ward, settimo figlio di un settimo figlio, il solo in grado di sconfiggere la potente maga e la sua magia nera.

Fonte: CS

Seventh Son poster con Alicia Vikander

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Seventh Son poster con Alicia Vikander

Dopo il Trailer e i primi poster di Seventh Son, tra cui quello raffigurante Kit Harington (Jon Snow nella serie Il Trono di Spade) ecco un nuovo character poster del film che ci presente Alicia Vikander. Anche questo poster è stato pubblicato in vista del Comic Con di San Diego che, lo ricordiamo, è sempre più vicino (18-21 luglio 2013).

Seventh Son poster con Alicia Vikander:

seventh son poster con Alicia Vikander

Il fantasy d’avventura uscirà negli USA al cinema il prossimo 17 gennaio, in 3D, 2D e IMAX. Nel cast di Seventh Son ci sono: Jeff Bridges, Julianne Moore, Ben Barnes, Djimon Hounsou, Alicia Vikander, Antje Traue, Olivia Williams e Kit Harington. Il regista è Sergei Bodrov.

Tutte le foto del film:

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Sta per scatenarsi una guerra tra le forze del sovrannaturale e gli uomini. Secoli prima, il Maestro Gregory aveva imprigionato la feroce strega Madre Malkin che, riuscita a fuggire, adesso è in cerca di vendetta. L’unica speranza per gli uomini è il giovane apprendista Tom Ward, settimo figlio di un settimo figlio, il solo in grado di sconfiggere la potente maga e la sua magia nera.

Fonte: CS

Seventh Son nuovo trailer del fantasy con Jeff Bridges e Kit Harington

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seventh son poster anteprime

La Warner Bros. Pictures ha pubblicato il secondo trailer di Seventh Son, il fantasy d’avventura di Sergei Bodrov che uscirà negli USA al cinema a febbraio 2015 dopo numerosi rinvii.
Nel cast di Seventh Son ci sono: Jeff Bridges, Julianne Moore, Ben Barnes, Djimon Hounsou, Alicia Vikander, Antje Traue, Olivia Williams e Kit Harington.

http://youtu.be/dMGiuIYxaA8

Il fantasy d’avventura uscirà negli USA al cinema il prossimo 6 febbraio 2015, in 3D, 2D e IMAX. Nel cast di Seventh Son ci sono: Jeff Bridges, Julianne Moore, Ben Barnes, Djimon Hounsou, Alicia Vikander, Antje Traue, Olivia Williams e Kit Harington. Il regista è Sergei Bodrov.

Sta per scatenarsi una guerra tra le forze del sovrannaturale e gli uomini. Secoli prima, il Maestro Gregory aveva imprigionato la feroce strega Madre Malkin che, riuscita a fuggire, adesso è in cerca di vendetta. L’unica speranza per gli uomini è il giovane apprendista Tom Ward, settimo figlio di un settimo figlio, il solo in grado di sconfiggere la potente maga e la sua magia nera.

Seventh Son character poster dei protagonisti

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Seventh Son character poster dei protagonisti

seventh son poster anteprimeEcco tutti e setti i character poster di Seventh Son, il fantasy d’avventura che vede protagonisti un gruppo di attori di prim’ordine, tra cui spiccano Jeff Bridges e Julianne Moore.

Dopo i poster di Kit Harington, Alicia Vikander e Antje Traue, ecco tutti e sette i protagonisti del film.

Tutte le foto del film:

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Il fantasy d’avventura uscirà negli USA al cinema il prossimo 17 gennaio, in 3D, 2D e IMAX. Nel cast di Seventh Son ci sono: Jeff Bridges, Julianne Moore, Ben Barnes, Djimon Hounsou, Alicia Vikander, Antje Traue, Olivia Williams e Kit Harington. Il regista è Sergei Bodrov.

Sta per scatenarsi una guerra tra le forze del sovrannaturale e gli uomini. Secoli prima, il Maestro Gregory aveva imprigionato la feroce strega Madre Malkin che, riuscita a fuggire, adesso è in cerca di vendetta. L’unica speranza per gli uomini è il giovane apprendista Tom Ward, settimo figlio di un settimo figlio, il solo in grado di sconfiggere la potente maga e la sua magia nera.

Seventh Son character poster :

 seventh son character poster

Seventh Son character poster DH Seventh Son character poster Ben barnes Seventh Son Antje Traue seventh son poster con Alicia Vikander

 

Kit Harington-Seventh-son-posterSeventh Son character poster julianne Moore

Seventh Son Antje Traue nel nuovo character poster

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Ecco la bellissima Antje Traue nel nuovo character poster di Seventh Son, dopo aver ammirato Kit Harington e Alica Vikander. Anche questo poster è stato pubblicato in vista del Comic Con di San Diego che, lo ricordiamo, è sempre più vicino (18-21 luglio 2013).

Nel caso in cui vi stesse chiedendo dove avete visto questa bella attice dallo sguardo misterioso, la risposta ve la diamo noi: ha interpretato Faora nell’ultimo adattamento cinematografico dedicato a Superman, L’Uomo d’Acciaio, accanto a Henry Cavill e Michael Shannon.

Seventh Son Antje Traue :

Seventh Son Antje Traue

Il fantasy d’avventura uscirà negli USA al cinema il prossimo 17 gennaio, in 3D, 2D e IMAX. Nel cast di Seventh Son ci sono: Jeff Bridges, Julianne Moore, Ben Barnes, Djimon Hounsou, Alicia Vikander, Antje Traue, Olivia Williams e Kit Harington. Il regista è Sergei Bodrov.

Tutte le foto del film:

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Sta per scatenarsi una guerra tra le forze del sovrannaturale e gli uomini. Secoli prima, il Maestro Gregory aveva imprigionato la feroce strega Madre Malkin che, riuscita a fuggire, adesso è in cerca di vendetta. L’unica speranza per gli uomini è il giovane apprendista Tom Ward, settimo figlio di un settimo figlio, il solo in grado di sconfiggere la potente maga e la sua magia nera.

Seventh Code: recensione del film di Kiyoshi Kurosawa

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Seventh Code: recensione del film di Kiyoshi Kurosawa

Portatore di un nome importante e grande presenza ai Festival di tutto il mondo, il regista giapponese Kiyoshi Kurosawa presenta in Concorso al Festival Internazionale del Film di Roma Seventh Code, un atipico film romantico che si trasforma inaspettatamente e con grande efficacia in una spy-story con tanto di sangue, combattimenti, violenza e sparatorie.

Vladivostok, Russia. Akiko, una giovane donna che sembra essere sola al mondo, giunge da Tokyo per incontrare l’imprenditore Matsunaga, perché non riesce a dimenticarlo da quando le è capitato di cenare con lui un mese prima in Giappone. Finalmente lo ritrova, ma Matsunaga si limita a raccomandarle di non fidarsi di nessuno in terra straniera e poi scompare. Akiko ricomincia a cercarlo trovando provvisoriamente rifugio in un ristorante gestito da un giapponese che la prenderà con sé e la aiuterà. Sembra quasi che la giovane donna riesca così a trovare un po’ di pace, sembra che sia riuscita a dimenticare il suo amore perduto, fino a che l’uomo misterioso ricompare, rivelandoci involontariamente una sua doppia vita che sembra mettere in pericolo tutto il precario mondo della nostra protagonista e di che le sta intorno.

Il film colpisce per la sua ottima coesione narrativa, che ci immette nella storia senza preamboli e spiegazioni e ci accompagna con fare complice, come se noi sapessimo tutto dei protagonisti che in realtà per tutto il film si confermano essere dei perfetti sconosciuti. A dare corpo alla protagonista una vera star giapponese, Atsuko Maeda, che in patria è praticamente un idolo. E’ lei anche l’interprete della canzone di chiusura del film che regala un effetto straniante inaspettato, data la serietà della storia fino a quel punto. Il film è stato costruito interamente intorno alla brava protagonista che porta a casa un one (wo)man show di tutto rispetto.

Seven: la spiegazione del finale del film di David Fincher

Seven: la spiegazione del finale del film di David Fincher

Quando si pensa al genere del thriller contemporaneo, uno dei primi nomi che vengono in mente è certamente quello di David Fincher. Oggi conosciuto per opere di grande prestigio come The Social Network e Il curioso caso di Benjamin Button, questi diede vita nel 1995 a quello che è ancora oggi considerato uno dei thriller per eccellenza. Si tratta di Seven, film che ha contribuito a riscrivere le regole del genere, gettando la base per numerose opere simili realizzate in seguito. Pur avendo una classica storia con uno psicopatico serial killer, un maligno gioco da questi orchestrato, e due detective a seguirne le tracce, il film presenta così tante originalità da essersi affermato da subito al di sopra della media.

L’idea nasce dall’esperienza di Andrew Kevin Walker, il quale agli inizi degli anni Novanta stava cercando di affermarsi come sceneggiatore a New York. Qui si imbatté nello squallore dei vizi capitali, decidendo così di costruire una storia a partire da questi. Il progetto venne poi proposto dalla New Line Cinema a Fincher, il quale era reduce dalla terribile esperienza di Alien³. Il regista vide in Seven la possibilità di realizzare un film più piccolo, attraverso il quale riscoprire la propria passione per quel mestiere. Attratto dall’intreccio, egli decise così da subito di iniziarne la lavorazione, componendo un cast di grandi attori.

Una volta arrivato in sala, il film si affermò come un successo assoluto. A fronte di un budget di soli 33 milioni di dollari, arrivò ad incassarne circa 327 in tutto il mondo. In Italia si classificò al quarto posto tra i film più visti della stagione cinematografica 1995/96. Seven fu un successo anche di critica, la quale elogiò l’atmosfera cupa e violenta, la sceneggiatura e le interpretazioni dei protagonisti. Particolarmente apprezzato, infine, fu anche il macabro finale. Tutto ciò, insieme anche a numerosi premi vinti, portò il film ad affermarsi come un cult, segnando un vero e proprio momento di transizione all’interno del genere thriller. Dopo Seven, questo non sarebbe più stato lo stesso di prima.

Seven cast

La trama di Seven

Protagonista del film è il detective William Somerset, saggio e anziano, egli si ritrova ora a vivere una profonda disillusione nei confronti di un mondo sempre più violento e degradato. Ad una settimana dalla pensione, si ritrova poi affiancato dal giovane e impulsivo agente David Mills, il quale prenderà poi il suo posto. Somerset inizia così ad insegnare al giovane i trucchi del mestiere, anche se date le differenze caratteriali tra i due non scorre da subito buon sangue. I due si ritrovano però improvvisamente ad indagare su un particolare omicidio. Un obeso è infatti stato costretto a mangiare fino a morire. A tale episodio segue quello di un avvocato corrotto orrendamente mutilato. Sul cadavere di questo i due agenti ritrovano scritta la parola “avarizia”.

Somerset e Mills sospettano che dietro tali omicidi vi sia un unico serial killer, e che quanto da lui compiuto sia connesso da uno strano rapporto. Ben presto, con il susseguirsi di ulteriori omicidi, i due capiranno di trovarsi di fronte ad un pazzo che punisce con la morte persone colpevoli dei sette vizi capitali. Mentre cercano di prevedere le prossime mosse di questo, Somerset e Mills stringono una buona amicizia, e quest’ultimo arriva a presentare al collega la bella moglie Tracy. Nel momento in cui il killer farà però capire loro di sapere chi sono, la vita dei due agenti e di quanti a loro cari finirà con l’essere in pericolo.

Il cast del film

Il film ha come protagonista nei panni del detective Somerset il premio Oscar Morgan Freeman. Il giovane Mills è invece interpretato da Brad Pitt, qui alla sua prima collaborazione con Fincher. L’attore accettò il ruolo desideroso di togliersi di dosso l’etichetta da “sex symbol” ed evidenziò così gli aspetti meno affascinanti del personaggio. Nei panni di Tracy, moglie di Mills, vi è invece la premio Oscar Gwyneth Paltrow. Inizialmente non interessata, su consiglio di Pitt, all’epoca suo compagnò, decise infine di accettare. L’attore Kevin Spacey, infine, è Jon Doe, il killer della storia. Per mantenere un’aura di mistero a riguardo, egli chiese che il proprio nome non venisse pubblicizzato, così da far diventare una vera e propria sorpresa il suo ingresso in scena.

La spiegazione del finale del film

Il finale di Seven è ormai uno dei più noti e scioccanti di sempre. È la perfetta conclusione di una storia cupa e senza apparente speranza. Proprio per via della sua grande drammaticità, i produttori del film non volevano che fosse questo il finale, e decisero dunque di cambiarlo. Fincher, però, si oppose fermamente a tale decisione e dalla sua parte si schierò anche Pitt, il quale si rifiutò di recitare nel film se il finale non fosse stato quello con la celebre scatola. Alla fine, i produttori dovettero cedere alle pressioni, permettendo così di realizzare un finale che ha poi effettivamente contribuito alla fama del film. Con questo, viene definitvamente alla luce il piano di Joe Doe, il quale sta sostanzialmente conducendo un gioco con il detective Mills, all’insaputa di quest’ultimo.

Seven film

Sia Doe che Mills fanno infatti parte dei sette peccati capitali e l’assassino è pronto a dimostrarlo facendo sì che Mills getti via la sua maschera da persona per bene per soccombere al rabbia, uccidendo Doe. Così facendo, fa però il suo gioco, dimostrando dunque che non sembra esserci via di fuga dai sette peccati capitali. Nonostante ciò, il detective Sommerset chiude il film con quella che è divenuta una delle più grandi battute finali della storia del cinema: “Ernest Hemingway una volta scrisse: ‘Il mondo è un bel posto e vale la pena di lottare per esso’. Sono d’accordo con la seconda parte”. Questa citazione finale evidenzia in realtà un cambiamento significativo anche in Somerset.

Unita al fatto che egli assicura al suo capitano che “resterà in giro”, dimostra innanzitutto che non intende più ritirarsi come aveva fatto in precedenza. Ma è importante soprattutto perché dimostra ulteriormente che le azioni di John Doe hanno avuto l’effetto desiderato sui suoi avversari. Non solo è riuscito a manipolare Mills, ma ha anche scosso Somerset dalla sua stessa apatia, costringendo il detective più anziano a rivalutare la sua scelta di ritirarsi. I momenti finali di Seven sono lasciati relativamente aperti all’interpretazione, ma la citazione di Hemingway implica che Somerset ha deciso di combattere per il mondo, anche se non lo ritiene un bel posto. Anzi, forse è proprio nel tentativo di farcelo diventare che bisogna lottare con più forza.

Il finale di Seven è dunque particolarmente interessante perché non solo permette al suo cattivo di vincere, ma sembra giustificare alcune delle sue azioni nel processo. Manipolando il detective Mills affinché lo uccida e portando a compimento il suo piano, John Doe vince e dimostra che nessuno, anche la persona più ammirevole, è al di sopra del peccato. Ciò è ulteriormente dimostrato dalla decisione di Somerset di non ritirarsi, in quanto è sconvolto dalla sua apatia, a cui si fa riferimento in una scena precedente in cui discute con Mills le sue ragioni per ritirarsi. Questo dipinge John Doe come un personaggio “nel giusto”, poiché il finale convalida le sue intenzioni.

Il finale, inoltre, vede i sette peccati rappresentati in modo appropriato e consolida l’ambientazione del film come un luogo simile al purgatorio, con Somerset che rimane come detective per continuare a lottare contro il male che John Doe incarna. Per tutto il film, Mills è considerato il successore di Somerset e il fatto che Doe prenda di mira il giovane detective sembra essere un modo per costringere Somerset a fare un bilancio di se stesso. In realtà Somerset rappresenta l’ultimo (e ottavo) “peccato” di Se7en: l’apatia. Il piano di John Doe vede quindi Somerset continuare a svolgere il suo ruolo di detective, intrappolandolo di fatto nel purgatorio e rendendolo una vittima finale del film.

LEGGI ANCHE: David Fincher rivela cosa c’era davvero nella scatola di Seven

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

Per gli appassionati del film è possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Seven è infatti disponibile nel catalogo di Infinity+ e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale, avendo così modo di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno sabato 8 marzo alle ore 21:00 sul canale Iris.

Seven: la spiegazione del finale del film con Brad Pitt

Seven: la spiegazione del finale del film con Brad Pitt

Quando si pensa al genere del thriller contemporaneo, uno dei primi nomi che vengono in mente è certamente quello di David Fincher. Oggi conosciuto per opere di grande prestigio come The Social Network e Il curioso caso di Benjamin Button, questi diede vita nel 1995 a quello che è ancora oggi considerato uno dei thriller per eccellenza. Si tratta di Seven, film che ha contribuito a riscrivere le regole del genere, gettando la base per numerose opere simili realizzate in seguito. Pur avendo una classica storia con uno psicopatico serial killer, un maligno gioco da questi orchestrato, e due detective a seguirne le tracce, il film presenta così tante originalità da essersi affermato da subito al di sopra della media.

L’idea nasce dall’esperienza di Andrew Kevin Walker, il quale agli inizi degli anni Novanta stava cercando di affermarsi come sceneggiatore a New York. Qui si imbatté nello squallore dei vizi capitali, decidendo così di costruire una storia a partire da questi. Il progetto venne poi proposto dalla New Line Cinema a Fincher, il quale era reduce dalla terribile esperienza di Alien³. Il regista vide in Seven la possibilità di realizzare un film più piccolo, attraverso il quale riscoprire la propria passione per quel mestiere. Attratto dall’intreccio, egli decise così da subito di iniziarne la lavorazione, componendo un cast di grandi attori.

Una volta arrivato in sala, il film si affermò come un successo assoluto. A fronte di un budget di soli 33 milioni di dollari, questi arrivò ad incassarne circa 327 in tutto il mondo. In Italia si classificò al quarto posto tra i film più visti della stagione cinematografica 1995/96. Seven fu un successo anche di critica, la quale elogiò l’atmosfera cupa e violenta, la sceneggiatura e le interpretazioni dei protagonisti. Particolarmente apprezzato, infine, fu anche il macabro finale. Tutto ciò, insieme anche a numerosi premi vinti, portò il film ad affermarsi come un cult, segnando un vero e proprio momento di transizione all’interno del genere thriller. Dopo Seven, questo non sarebbe più stato lo stesso di prima.

Seven cast

La trama di Seven

Protagonista del film è il detective William Somerset, saggio e anziano, egli si ritrova ora a vivere una profonda disillusione nei confronti di un mondo sempre più violento e degradato. Ad una settimana dalla pensione, egli si ritrova affiancato dal giovane e impulsivo agente David Mills, il quale prenderà il suo posto una volta riconsegnato il distintivo. Somerset inizia così ad insegnare al giovane i trucchi del mestiere, anche se date le differenze caratteriali tra i due non scorre da subito buon sangue. I due si ritrovano però improvvisamente ad indagare su un particolare omicidio. Un obeso è infatti stato costretto a mangiare fino a morire. A tale episodio segue quello di un avvocato corrotto orrendamente mutilato. Sul cadavere di questo i due agenti ritrovano scritta la parola “avarizia”.

Somerset e Mills sospettano che dietro tali omicidi vi sia un unico serial killer, e che quanto da lui compiuto sia connesso da uno strano rapporto. Ben presto, con il susseguirsi di ulteriori omicidi, i due capiranno di trovarsi di fronte ad un pazzo che punisce con la morte persone colpevoli dei sette vizi capitali. Mentre cercano di prevedere le prossime mosse di questo, Somerset e Mills stringono una buona amicizia, e questi arriva a presentare al collega la bella moglie Tracy. Nel momento in cui il killer farà capire loro di sapere chi sono, la vita dei due agenti e di quanti a loro cari finisce con l’essere in pericolo. In un crescendo di follia, il cerchio è sempre più vicino al chiudersi drammaticamente.

Seven: il cast del film

Composto da un cast di celebri attori, il film ha come protagonista nei panni del detective Somerset il premio Oscar Morgan Freeman. Il ruolo era stato originariamente proposto ad Al Pacino, il quale però rifiutò. Fincher decise allora di chiedere a Freeman, convinto però che anche questi avrebbe negato la propria partecipazione. Con sua sorpresa, l’attore si dichiarò particolarmente interessato al ruolo, e fu così il primo ad entrare nel film. Per interpretare il suo ruolo, egli venne seguito da un vero poliziotto, che gli spiegò come poter risultare più realistico. Il giovane Mills è invece interpretato da Brad Pitt, qui alla sua prima collaborazione con Fincher. L’attore accettò il ruolo desideroso di togliersi di dosso l’etichetta da “sex symbol”. Per la parte, dunque, egli cercò di evidenziare gli aspetti meno affascinanti del personaggio.

Nei panni di Tracy, moglie di Mills, vi è invece la premio Oscar Gwyneth Paltrow. L’attrice fu da subito la prima scelta per il ruolo, ma questa si dichiarò non interessata. Su consiglio di Pitt, all’epoca suo compagnò, accettò però di incontrare Fincher, il quale riuscì infine a convincerla ad accettare. L’attore Kevin Spacey interpreta invece il personaggio di Jon Doe, che si rivelerà poi essere il killer della storia. Per mantenere un’aura di mistero a riguardo, egli chiese che il proprio nome non venisse pubblicizzato, così da far diventare una vera e propria sorpresa il suo ingresso in scena. Nel film si ritrova poi l’attore R. Lee Ermey, celebre per Full Metal Jacket, nei panni del capitano di polizia. John C. McGinley, noto per la serie Scrubs, è invece il leader della squadra SWAT.

Kevin Spacey Seven spiegazione finale

Seven: la spiegazione del finale del film

Il finale di Seven è ormai uno dei più noti e scioccanti di sempre. È la perfetta conclusione di una storia cupa e senza apparente speranza. Proprio per via della sua grande drammaticità, i produttori del film non volevano che fosse questo il finale, e decisero dunque di cambiarlo. Nell’inviare la sceneggiatura a Fincher, tuttavia, questi si sbagliarono mandandogli la versione con il finale originale. Naturalmente il regista rimase estasiato, trovando perfettamente coerente con il tono. Nell’apprendere della volontà di cambiarlo, egli si oppose fermamente a tale decisione. Dalla sua parte si pose anche Pitt, il quale si rifiutò di recitare nel film se il finale non fosse stato quello con la celebre scatola.

Alla fine, i produttori dovettero cedere alle pressioni, permettendo così di realizzare un finale che ha poi effettivamente contribuito alla fama del film. Con questo, viene definitvamente alla luce il piano di Joe Doe, il quale sta sostanzialmente conducendo un gioco con il detective Mills, all’insaputa di quest’ultimo. Sia Doe che Mills fanno infatti parte dei sette peccati capitali e l’assassino è pronto a dimostrarlo facendo sì che Mills getti via la sua maschera da persona per bene per soccombere al rabbia, uccidendo Doe. Così facendo, fa però il suo gioco, dimostrando dunque che non sembra esserci via di fuga dai sette peccati capitali. Nonostante ciò, il detective Sommerset chiude il film sostenendo che vale comunque la pena lottare per il mondo, nonostante non concordi sul fatto che esso sia un bel posto.

Il trailer di Seven e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film è possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Seven è infatti disponibile nel catalogo di Infinity+ e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale, avendo così modo di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno venerdì 2 febbraio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Seven, il film di David Fincher con Brad Pitt

Seven, il film di David Fincher con Brad Pitt

Seven il film del 1995 di David Fincher con protagonisti nel cast Brad Pitt, Morgan Freeman, Kevin Spacey.

Quando uscì, questo lungometraggio diretto da David Fincher fece storcere il naso a diversi addetti ai lavori, perché considerato uno dei soliti film thriller in cui vi è un killer seriale che semina indovinelli e citazioni ad ogni omicidio efferato. Ma il grande pubblico lo ha subito apprezzato, proprio per la sua trama originale, coinvolgente, mozzafiato e per un finale non forzatamente a lieto fine.

Seven tramaLa trama di Seven. I detective William Somerset e David Mills vengono messi sulle tracce di un serial killer. A mano a mano che gli omicidi si consumano, capiscono che l’assassino sta seguendo una logica inquietante e atroce: uccidere ogni persona per un tipo di peccato Capitale. Cercheranno così di anticiparne le mosse ed evitare che il diabolico disegno dello squilibrato si compia. 

Gli attori protagonisti sono Brad Pitt nei panni del giovane detective David Mills, molto istintivo e ancora poco esperto, e Morgan Freeman, nelle vesti del detective William Somerset, un saggio e anziano poliziotto a cui manca una settimana per andare in pensione. Una coppia forse stereotipata e ben assortita, ma comunque affiatata ed efficace visti gli interpreti. E poi c’è Kevin Spacey, che interpreta il maniaco assassino che semina il panico con disumani omicidi; il quale compare però solo verso la fine.

Seven, David Fincher con Brad Pitt 

Denzel Washington rifiutò la parte che andò poi a Brad Pitt. Quest’ultimo, inseguendo il killer sotto la pioggia, si procurò un brutto taglio che lo costrinse a terminare il film fasciato, o girato di lato, oppure ancora con la mano in tasca.

In una delle scene Mills e Somerset discutono del libro Of human bondage, il cui autore è per l’appunto William Somerset Maugham. Nel doppiaggio italiano questo romanzo è stato sostituito da Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskij per ragioni di traduzione. La versione tradotta in italiano non avrebbe di fatti colto l’allusione alla pratica sessuale del bondage di cui Mills parla nella scena in questione.

Alfonso Freeman, figlio di Morgan, interpreta il tecnico che lavora sull’impronta digitale trovata dai detective.

SevenI quaderni di John Doe sono dei veri manoscritti preparati per il film in due mesi di lavoro per un costo di 15.000 dollari. Secondo quanto dice Somerset, inoltre, due mesi è il tempo che servirebbe alla polizia per leggerli tutti. Altra particolarità: i quaderni di John Doe sono uguali a quelli usati da Evan nel film The Butterfly Effect.

Kevin Spacey ha voluto togliere il proprio nome dai titoli iniziali per consentire una maggior suspense riguardo all’identità del killer John Doe. Per questo motivo il suo nome è il primo ad apparire nei titoli di coda che, altra particolarità, scorrono dall’alto verso il basso.

L’attore che impersona il primo cadavere in una delle prime scene è Andrew Kevin Walker, lo sceneggiatore e soggettista del film.

Per mostrare il corpo di Victor, la vittima di accidia, David Fincher non volle utilizzare un manichino o un fantoccio animato, ma un vero attore che fosse molto magro e scarno. Il ruolo andò a Michael Reid McKay, che al momento delle riprese pesava solo 36 kg.

Seven è stato degradato dai critici ma è piaciuto parecchio al pubblico, diventando un grosso successo commerciale: un budget di 30 milioni di dollari ne ha generati infatti oltre 316 di incasso mondiale lordo.

Seven Sisters: trama e cast del film con Noomi Rapace

Seven Sisters: trama e cast del film con Noomi Rapace

Uno dei generi di maggior successo al cinema è senza dubbio quello del film distopico. Tali opere permettono di avere uno sguardo ipotetico su un mondo dove gli aspetti peggiori dell’umanità hanno preso il sopravvento, dando vita a società e contesti particolarmente cupi e di complessa natura. Ognuno di questi film propone una visione e una riflessione diversa, e tra le più interessanti degli ultimi anni si afferma quella di Seven Sisters (qui la recensione), titolo del 2017 diretto da Tommy Wirkola, regista norvegese già autore di Dead Snow e Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe. In questa sua nuova opera, nella società distopica presentata vige la legge del figlio unico.

La sceneggiatura, scritta da Max Botkin, circolava già dal 2001, ed era stata inserita nell’elenco della Black List, comprendente i migliori scritti ancora non prodotti. All’interno di questo, attraverso elementi fantascientifici, si presentano una serie di trasformazioni sociali in realtà già attualmente in corso. Si parla infatti di sovrappopolazione, di carenza di risorse e di come ciò porti alla formazione di governi sempre più stringenti nei confronti delle libertà individuali dei cittadini. Seven Sisters affronta dunque diversi temi, tutti di particolare urgenze e attualità, e lo fa utilizzando il contesto distopico, il quale ormai è divenuto il mezzo privilegiato per affrontare tale tipo di discorsi.

Con un cast composto da grandi attori, tra cui diversi candidati all’Oscar, il film si è così affermato come un titolo di richiamo tra gli appassionati del genere. Con un budget di 20 milioni di dollari e riprese svoltesi interamente in alcune località della Romania, Seven Sisters è un titolo da non perdere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Seven Sisters: la trama del film

Il film è Ambientato nel 2073, in un mondo post-apocalittico dove la sovrappopolazione e la scarsità di risorse stanno devastando il pianeta. Tensioni civili e politiche, guerre ed emigrazioni di massa hanno trasformato in maniera irreversibile il contesto mondiale, costringendo i governi in carica ad emanare una legge che permette alle famiglie il concepimento di un solo figlio per nucleo. Ciò dovrebbe, in teoria, aiutare a ridurre il sempre più preoccupante sovraffollamento. A gestire la faccenda vi è la dottoressa Nicolette Cayman, direttrice dell’organizzazione per il controllo delle nascite. I figli in eccesso sono dunque condannati all’ibernazione fino a data ignota.

In tale contesto vivono sette sorelle gemelle, la cui madre è morta al momento del parto. Cresciute sotto la tutela del nonno Terence Settman, questi decide di chiamare le bambine come i giorni della settimana. Le sette sono dunque costrette ad uscire una per volta nel giorno corrispondente al loro nome, dovendo fare molta attenzione a fingere di essere la stessa persona. Nessuno dovrà mai scoprire il loro segreto, altrimenti potrebbero andare incontro a grandi pericoli. Un giorno, però, Lunedì scompare nel nulla. Per risolvere la situazione, toccherà alle altre investigare sulla scomparsa della maggiore, anche se questo significa uscire al di fuori del giorno stabilito.

Seven Sisters cast

Seven Sisters: il cast del film

Originariamente, la sceneggiatura prevedeva sette gemelli maschi come protagonisti. Con il subentro di Wirkola alla regia, però, questi chiese di cambiare i protagonisti in sette gemelle femmine. La sua intenzione era infatti quella di affidare il ruolo all’attrice Noomi Rapace, divenuta celebre per il ruolo di Lisbeth Salander nella trilogia di Uomini che odiano le donne. Affascinata dalla sfida di dar vita a sette personaggi differenti, l’attrice si è subito dichiara disponibile a partecipare. Per poter dividersi tra questi ruoli, l’attrice ha dovuto girare ogni scena tante volte quante sorelle erano presenti in questa. Ciò le ha richiesto una grande preparazione, tanto fisica quanto psicologica. Ogni sorella presenta infatti caratteristiche personali molto differenti l’una dall’altra.

L’attrice ha raccontato di aver sviluppato un forte legame verso ognuna delle sette personalità, ma di considerare Sabato la sua preferita, avendo ritrovato molto di sé da poter riportare nell’interpretazione. Accanto a lei, nei panni del nonno Terence vi è invece l’attore Willem Dafoe. Questi ha accettato il ruolo subito dopo aver letto la sceneggiatura, affascinato tanto dal contesto descritto quanto dal suo personaggio e dalle premure che dimostra. Nei panni della severa Nicolette Cayman, invece, vi è la candidata all’Oscar Glenn Close. Non nuova a ruoli da cattiva, l’attrice ha raccontato di aver costruito il personaggio cercando di far trasparire le sue ragioni per fare quel che fa. Ad interpretare le sette sorelle Settman da bambine, invece, vi è la giovane Clara Read.

Seven Sisters: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

In attesa di vedere tale sequel, è possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Seven Sisters è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 26 settembre alle ore 21:25 sul canale Cielo.

Fonte: IMDb

Seven sisters, recensione del film con Noomi Rapace

Seven sisters, recensione del film con Noomi Rapace

Distribuito da Netflix e Koch Media Italia, Seven Sisters arriverà nelle nostre sale il 30 novembre ed è diretto da Tommy Wirkola, regista di opere non troppo ben considerate, come Dead Snow e Hansel & Gretel-Cacciatori di Streghe. Questa volta però, forse anche per merito dei due sceneggiatori Max Botkin e Kerry Williamson, Wirkola sale decisamente di grado, mettendo in scena un ottimo prodotto seppur a basso budget (laddove per “basso” si intendano i canoni Hollywoodiani, per i quali un film prodotto con poco più di 1 milione di dollari rappresenta una spesa irrisoria). Ad essere azzeccata è anzitutto la scelta del genere distopico, che nell’ultimo decennio cinematografico ha vissuto una vera e propria rinascita grazie a titoli come Hunger Games, Divergent, Maze Runner e compagnia bella.

In un imprecisato ma non lontano futuro, il sovraffollamento del pianeta Terra ha causato una crisi generale, alla quale si è pensato bene di ovviare con la regola del “figlio unico”. Tramite un rigido controllo del Child Allocation Bureau, le famiglie che danno alla luce più di un bambino sono costrette a mettere i propri secondogeniti in capsule criogeniche, ovvero in ibernazione, in attesa che la crisi mondiale venga scongiurata e ci possa essere per tutti un futuro migliore. Ma quando Terrence Settman (Willem Dafoe) vedrá morire di parto la sua unica figlia dando alla luce sette gemelle, deciderà di contravvenire alle regole e tenere con sé le bambine. Registrata all’anagrafe come figlia unica, Karen Settman (Clara Read da piccola, Noomi Rapace da adulta) è in realtà “interpretata” dalle sette gemelle, le quali portano il nome della settimana che corrisponde al loro rispettivo giorno di uscita. Ma il loro segreto è destinato ad essere scoperto.

Seven Sisters

Liberamente ispirato al romanzo breve fantascientifico “2BR02B” di Kurt Vonnegut, Seven Sister è un film d’azione dove a farla da padrona, come si può immaginare, è la protagonista Noomi Rapace, che riveste il difficile ruolo delle sette gemelle protagoniste. Ogni donna infatti ha sviluppato nell’intimo della propria abitazione, una propria personalità ben definita, che porta quindi la Rapace a doversi cimentare nei ruoli più disparati. Si va dalla nerd amante della tecnologia e un po’ timida alla estroversa e sensuale mangia uomini. Anche il cast di contorno è di tutto rispetto: dalla breve ma incisiva comparsata di Willem Dafoe al ruolo di aguzzina rivestito da Glenn Close. Pieno di azione e di suspense, Seven Sisters guarda molto al cinema di fantascienza anni 90, da Total Recall al Sesto Giorno, facendosi intrattenimento puro nelle tante scene adrenaliniche. Ma non dimentica del tutto la sostanza, composta come è ovvio anzitutto dai retaggi orwelliani.

E se le tematiche su ecosistema, sovraffollamento demografico e regimi totalitari potevano forse essere approfondite, il film – che preferisce prendere la strada del thriller – mantiene comunque alta la tensione, catturando lo spettatore anche con il terribile colpo di scena finale, che poi tanto inverosimile non è. Originariamente chiamato What Happen to Monday (Cosa è successo a Lunedì), il titolo alludeva all’evento che scatenante della storia, ovvero il rapimento della prima sorella: Monday.