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Niente Paura: recensione del film su Luciano Ligabue

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Niente Paura è un film documentario che a piccoli tratti non manca di farci sorridere, ma che è, e rimane fondamentalmente, un invito a specchiarci e a domandarci quanto di noi possiamo riconoscere nei suoi fotogrammi. Ultima fatica del regista Piergiorgio Gay, allievo di Ermanno Olmi, è stato presentato nella categoria fuori concorso alla 67.

Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Un film di una dolcezza molto potente. Nel quale gli sguardi e i gesti di chi lo racconta sono l’espressività più solida. Perché Niente Paura, è effettivamente un “documentario atipico”, per abbracciare la definizione che Lionello Cerri propone, nel quale si punta a raccontare la nostra identità nazionale, da un lato attraverso la musica, quella di Luciano Ligabue, e dall’altro attraverso l’Italia che vive e respira, quella che va da Carlo Verdone, Fabio Volo, Paolo Rossi, Giovanni Soldini e Margherita Hack, alle presenze concrete di studenti, sportivi e sognatori della nostra realtà comune.

Le tematiche, le idee, le riflessioni si ritrovano a galleggiare In un tono confidenziale, colloquiale e spontaneo, tanto che val la pena sottolineare la capacità di questa pellicola di riuscire, prima di qualunque altra cosa, ad annullare lo spazio tra spettatore e commediante. Tutto aderisce, la musica è quella che siamo abituati ad ascoltare mentre svolgiamo gran parte delle nostre usuali e quotidiane attività; la gioia è quella che tutti abbiamo provato nell’estate mondiale del 2006; la nostalgia è quella che a tratti ci coglie quando ci scopriamo incapaci di sentirci, come in quei momenti, parte comune  e indiscussa della stessa fertile terra.

Niente Paura recensione

Niente Paura, il film

La facilità con cui in un attimo ci si riesce a sentire italiani…è la stessa facilità con la quale spesso ci vorremmo dimenticare di esserlo. E questo documentario è anche questo, non cancella vergogne o responsabilità civili, né aliena meraviglie della nostra terra con una sterile e scontata autocritica. Niente affatto. I suoi fotogrammi semplicemente ci parlano, così, come accade durante le migliori associazioni non veicolate di idee, quelle che occupano i nostri consueti discorsi.

Ed è vero, ci si ritrova, su quella poltrona, a sorridere ed annuire, con una piacevole tenerezza sul viso, prendere atto di ciò che in ogni caso ci rende unici, italiani, senza dover poi combattere con la rabbia e la frustrazione, due malumori che diventano dominanti quando qualcuno ci sbatte in faccia, attraverso lo schermo, qualcosa che non ci piace ma che non si può ignorare. Ci si alza invece rincuorati, nonostante non ci abbiano certo raccontato una favola.

E questo messaggio, d’altra parte, non fa che condire lo spirito con il quale sembra essere stato forgiato il film: non certo quello della commiserazione, quanto piuttosto quello della consapevolezza. Perché ci suggerisce di crederci ancora, cercarci ancora, in quel che vogliamo e preferiamo, anche se spesso quel che vediamo, sembra essere tutto ciò che non potrebbe essere di più lontano da noi. Notevole l’unico intervento di Enzo Biagi nel tessuto narrativo.

Niente paura, Deadpool ha la situazione sotto controllo nel nuovo spot

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Ecco un nuovo spot tv di Deadpool in cui il Mercenario Chiacchierone ha la situazione sotto controllo!

Guardalo di seguito:

Guarda il secondo trailer del film

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Il primo film in stand-alone dedicato al mercenario chiaccherone promette un’ enorme dose di politicamente scorretto pronta ad abbattersi sul pubblico all’uscita in sala, il 4 Febbraio. “Questo film funziona tranquillamente all’interno dell’universo X-Men” ha dichiarato Reynolds ad Empire, “ma non per questo include la sensibilità dei film dedicati ai mutanti. È come prendere un personaggio degli X-Men, imbottirlo di LSD e rispedirlo su schermo.”

A proposito di X-Men: chi ha visto il trailer avrà notato che la presenza dei mutanti su schermo sarà decisamente corposa. Andre Tricoteux sostituisce Daniel Cudmore nei panni di Colossus, ed appare nella nuova immagine rilasciata da empire pochi minuti fa a fianco di un Deadpool che pare intento a rompere la quarta parete.

Vi ricordiamo che in  Deadpool ci sono confermati con Ryan Reynolds anche Morena Baccarin, T.J. Miller, Ed Skrein, Gina Carano e Daniel Cudmore che tornerà nei panni di Colosso. Deadpool è scritto da Paul Wernick e Rhett Reese, diretto da Tim Miller e sarà nei cinema USA dal 12 febbraio 2016.

Niente Paura – recensione

E’ stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia il 5 settembre (fuori concorso) e uscirà nelle sale il prossimo 17 settembre, il lungometraggio diretto da Piergiorgio Gay “Niente paura – Come siamo come eravamo e le canzoni di Ligabue”, film-documentario che mediante le testimonianze di attori, scienziati, intellettuali, sportivi, gente comune, offre uno spaccato del nostro Paese.

Niente Paura

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E’ stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia il 5 settembre (fuori concorso) e uscirà nelle sale il prossimo 17 settembre, il lungometraggio diretto da Piergiorgio Gay “Niente paura – Come siamo come eravamo e le canzoni di Ligabue”, film-documentario che mediante le testimonianze di attori, scienziati, intellettuali, sportivi, gente comune, offre uno spaccato del nostro Paese.

Niente Oscar per Nicole Kidman e Grace di Monaco

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Niente Oscar per Nicole Kidman e Grace di Monaco

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Gli ultimi anni di carriera di Nicole Kidman non sono stati esattamente gloriosi, e solo nell’ultimo periodo l’attrice premio Oscar sta ricominciando a regalarci un po’ dello splendore che ci aveva fatti innamorare di lei agli inizi. Tuttavia i suoi film restano, in media, tiepidi incassi, e ora che la bella australiana arriverà al cinema con Grace di Monaco, tutti si stanno chiedendo che tipo di pubblico potrà avere un film biopic sulla principessa di Monaco, fu musa di Alfred Hitchcock.

Per Grace di Monaco il destino sembrava diverso, dal momento che il film era stato acquistato dalla Weinstein Company, nota per fare un sacco di soldi con i film che distribuisce, grazie alle nomination che in genere questi ottengono, per un’uscita intorno alla fine di novembre, perfettamente in tempo per la stagione dei premi e per una Nomination alla Kidman.

Lo spostamento alla prossima primavera della data d’uscita del film ha però tolto allo stesso la possibilità di un discreto incasso, sulla scia del periodo natalizio, e alla Kidman di essere considerata per un’altra Nomination. Così Nicole lascerà campo libero alle colleghe, tra le quali spiccano le più accreditate ad oggi Sandra Bullock (Gravity) e Cate Blanchett (Blue Jasmine), ma ci aggiungiamo anche la straordinaria Judi Dench vista a Venezia in Philomena.

Grace di Monaco seguirà la seconda parte della vita di Grace Kelly e il suo ruolo di principessa di Monaco dopo il matrimonio con il Principe Ranieri, interpretato da Tim Roth; del cast faranno parte anche Parker PoseyFrank LangellaPaz Vega e Milo Ventimiglia. La sceneggiatura è opera di Arash Amel (Erased).

Il film ha già suscitato polemiche e l’aperto disconoscimento da parte dei figli della principessa, a partire dal Principe Alberto di Monaco, che ne ha criticato la versione della madre, giudicata eccessivamente glamour,  oltre che le gravi imprecisioni dal punto di vista storico e l’inserimento di scene di pura finzione.

Fonte: WorstPreviews

Niente Nolan e Snyder per la Justice League

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Niente Nolan e Snyder per la Justice League

La Waner Bros ha appena rivelato che il progetto di portare al cinema la Justice League of America non è stato accantonato, anzi si pensa addirittura ad un film che possa uscire in sala già a partire dal 2013.

Dal momento che Christopher Nolan è al lavoro sul terzo episodio del ‘suo’ Batman, e Zach Snyder sta lavorando a Superman, poteva essere probabile che i due registi fossero coinvolti in questo ambizioso progetto. L’unico problema  però è che Nolan ha più volte affermato che il suo Batman non può esistere in un mondo dove esistono i supereroi. Quindi, come si comporterà la WB in merito a questa posizione così netta (e condivisibile)? Secondo Snyder, questa collaborazione non ci sarà. Il piano è quindi di realizzare una “Justice League” che non abbia nulla a che fare con il Batman di Nolan o il Superman di Snyder, facendo anche a meno di Christian Bale e di Henry Cavill.

Fonte: Wrostpreviews

Niente Noah per Christian Bale

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Niente Noah per Christian Bale

Christian Bale non sarà il protagonista della prossima fatica di Darren Aronofsky, il film Biblico-epico Noah, nonostante il desiderio del regista newyorkese di averlo a disposizione. Bale non potrà essere nel cast di Noah per gli impegni presi con Terrence Malick: reciterà infatti in entrambi i film che il regista texano girerà nel 2012,King of Cups (con Bale protagonista) e Lawless. Pare che, accantonata l’idea Bale, le attenzioni di Aronofsky si siano spostate su un altro richiestissimo attore, Michael Fassbender (A Dangerous Method).

Fonte: Collider

Niente Marvel Studios e Warner Bros al Comic-Con@Home 2021

Niente Marvel Studios e Warner Bros al Comic-Con@Home 2021

Marvel Studios e Warner Bros per il secondo anno consecutivo salteranno la presentazione dei loro panel al Comic-Con@Home 2021.

A causa dell’attuale pandemia di Covid, nel 2020 il Comic-Con di San Diego optò per una presentazione totalmente online per compensare il fatto che le grandi folle di appassionati e giornalisti non potevano radunarsi, e l’unico film portato fu The New Mutants.

Comic-Con@Home 2021 niente panel Marvel o DC

Secondo Deadline, né Marvel Studios né DC Films faranno la loro comparsa e non è ancora stata confermata la presenza di Sony Pictures, che sta producendo Spider-Man: No Way Home (in coproduzione con Marvel), Venom: Let There Be Carnage e Morbius. Warner Bros. e DC Films invece porteranno le loro novità all’evento DC Fandome. I Marvel Studios avevano già saltato l’evento nel 2018 per il D23 della Disney e la Warner Bros. aveva deciso di non mostrare alcun filmato di Wonder Woman 1984 o Birds of Prey al Comic-Con 2019. Sembra ormai certo che questi due colossi cinematografici mostreranno i loro panel solamente nei propri eventi.

Niente Lancillotto per Colin Farrell

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Colin Farrell deve rinunciare ad Arthur & Lancelot; recenti indiscrezioni lo avevano indicato come potenziale Lancillotto.La parte avrebber richiesto notevoli

Niente Justice League per Gordon Joseph Lewitt

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Niente Justice League per Gordon Joseph Lewitt

Dopo l’annuncio, la secca smentita: non sarà Joseph Gordon-Lewitt a vestire i panni del Cavaliere Oscuro nel film dedicato alla Justice League. La notizia di una possibile partecipazione al progetto dell’attore, che avrebbe così creato una sorta di ‘filo conduttore’ tra la trilogia nolaniana e il colossal previsto per il 2015 si era diffusa nei giorni scorsi.

A quanto pare però, si è trattato solo di un’indiscrezione priva di fondamento, o di una voce diffusa ad arte dalla Warner per ravvivare l’attenzione su Il cavaliere oscuro – Il ritorno, di cui il 4 dicembre usciranno le versioni Dvd e Blu-ray. La smentita riguardo la partecipazione di Gordon-Lewitt sembrerebbe dunque indicare che il personaggio di Batman come sarà presentato nel film della Justice League sarà in gran parte svincolato dalla trilogia firmata Nolan.

Niente Justice League

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Niente Justice League

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Non ci sarà nessun annuncio nei prossimi mesi a proposito dei cinecomic warner/Dc Comics. La DC Entertainment smentisce tutto, anche il possibile progetto circa la Justice League.

Niente Iron Man 3 per la Vedova Nera

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Secondo me potrebbero fare uno splendido film su Vedova Nera. Una sorta di Bourne, riuscirebbe a portare il genere dei film tratti dai fumetti in una direzione completamente inedita.

Niente Iron Man 3 per Jon Favreau?

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Da un po’ di tempo circolava l’idea che Jon Favreau non si sarebbe dedicato a Iron Man 3 dopo Cowboys and Aliens e Magic Kingdom.

Niente Iron Man 3 per Andy Lau!

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Niente Iron Man 3 per Andy Lau!

Diversamente da quanto annunciato nelle scorse settimane, Andy Lau non sarà in Iron Man 3. L’attore avrebbe infatti rifiutato la parte( un ruolo chiave all’interno della pellicola) per motivi personali: “Secondo i media Cinesi Lau ha rifiutato la parte a causa della nascita del suo primo figlio con la moglie Carol Chu il 9 maggio. L’Oriental Morning Post di Shanghai sostiene che i produttori hanno contattato Lau, ma questi ha rifiutato. Ora i favoriti per la parte sono gli attori cinesi Chen Daoming e Wu Xiubo. Uno dei produttori del film, il CEO della DMG Entertainment Group Dan Mintz, avrebbe rivelato alla stampa che uno dei personaggi cinesi del film verrà interpretato da un attore sopra i 40 anni e con una buona capacità di linguaggio in inglese.”

Sul personaggio che Lau avrebbe dovuto interpretare, il produttore ha dichiarato: “L’uomo rappresenta il settore tecnologico della Cina, e utilizzerà gli eroi in armatura prodotti in Cina per aiutare Iron Man per sconfiggere “il Mandarino”, visto come un terrorista sia dai cinesi che dagli americani.”

Iron Man 3 uscirà il 3 maggio 2013.

 

Niente Hulk in Iron Man 3!

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Niente Hulk in Iron Man 3!

L’Incredibile Hulk non comparirà in Iron Man 3. A far chiarezza, è arrivato il secco “No” del boss dei Marvel Studios, Kevin Feige. Il buon feeling tra

Niente Django Unchained per Michael K. Williams

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Niente Django Unchained per Michael K. Williams

Michael Kenneth Williams, l’Omar di The Wire, attore apprezzato e versatile, era stato inizialmente in lizza per il ruolo principale di Django Unchained, il nuovo film di Quentin Tarantino. Per questioni d’agenda, la parte era andata a Jamie Foxx. In seguito, era nata l’idea di un ruolo minore in Django per M. K. Williams. Tuttavia, ora pare ormai certo che, a causa degli impegni con la serie Boardwalk Empire, non vedremo l’attore afroamericano nel western di Tarantino. Niente paura per i fan dell’Omar Little di The Wire: nel 2012 sarà ugualmente sui grandi schermi con Snitch di Ric Roman Waugh.

Fonte: Deadline

Niente di nuovo sul fronte occidentale: recensione del film Netflix

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Tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore tedesco Erich Paul Remark, Niente di nuovo sul fronte occidentale (Im Westen nichts Neues) è una pellicola drammatica, di guerra, diretta dal regista Edward Berger (Patrick Melrose, Deutschland 83). Il film, prodotto da Stati Uniti e Germania, è la terza trasposizione cinematografica della storia. La prima risale al 1930, diretta da Lewis Milestone, e la seconda, diretta da Delbert Mann, è del 1979.

Inoltre, Niente di nuovo sul fronte occidentale è stato selezionato per rappresentare la Germania agli Oscar 2023 nella categoria miglior film straniero. E’ stato compreso nella più recente short list pubblicata dall’Academy. La pellicola ha ottenuto una candidatura ai Golden Globe 2023 e ben 14 nomination ai BAFTA 2023. Nel cast ritroviamo sia figure già affermate nel cinema internazionale, come Daniel Brühl (il soldato di prima classe Frederick Zoller in Bastardi senza gloria), sia figure emergenti, come l’austriaco Felix Kammerer.

Niente di nuovo sul fronte occidentale: dalla gloria alla distruzione

Partendo dalle ben note vicende della Prima guerra mondiale, Niente di nuovo sul fronte occidentale presenta questo capitolo di storia attraverso gli occhi dei soldati, in particolare attraverso Paul Bäumer (Felix Kammerer). Il ragazzo, appena diciassettenne, viene convinto dai tre amici, Albert, Franz e Ludwig, a partire verso il fronte per combattere gloriosamente per la propria patria, andando anche contro il volere dei genitori. I giovani tedeschi sono convinti ad arruolarsi grazie a vaneggiamenti di imprese eroiche: combattere il nemico, avanzare e conquistare fino a raggiungere Parigi in poche settimane.

Già dai primi giorni nel fronte occidentale la guerra si mostra ai nuovi soldati per quello che è: morte e distruzione. La vita nelle trincee finisce per avere ben poco di eroico, tra il freddo, il fango ed il terrore perenne. Paul resiste al logoramento della guerra grazie all’appoggio di Kat, un soldato più ansiano. Nei periodi trascorsi fuori dalle trincee i due legano molto, insieme ad Albert, Franz e Tjaden, un altro veterano, sognano la loro vita dopo la fine del conflitto. Nel frattempo, l’ufficiale Matthias Erzberger (Daniel Bruhl) inizia le trattative con i comandanti alleati per porre fine alla violenza con un armistizio. Ma, mentre la pace tarda ad arrivare, la Grande Guerra continua a mietere le sue vittime.

Una bellissima rappresentazione di violenza

Prima della visione di Niente di nuovo sul fronte occidentale, è importante avvisare l’aspirante spettatore su ciò che andrà a guardare. Tutta la durata del film è costellata di scene di guerra particolarmente crude e violente, le quali potrebbero urtare la sensibilità anche di un pubblico adulto più suscettibile alla visione del sangue. Questo non è un aspetto prettamente negativo della pellicola, anzi contribuisce all’autenticità stessa della trasposizione.

Analizzando in maniera più tecnica Niente di nuovo sul fronte occidentale, si nota chiaramente una spiccata attenzione alla fotografia. Tutti i fotogrammi sono presentati allo spettatore con particolare chiarezza e nitidezza. Ciò contribuisce a rendere le scene di guerra ed i paesaggi di quieta devastazione sul campo di battaglia ancora più toccanti.

A questi si alternano riprese della natura boschiva innevata dell’Europa centrale, andando a rappresentare quasi come la natura in se si mantenesse ferma, estranea ai conflitti tra gli uomini. L’autenticità della rappresentazione è resa possibile anche dagli effetti speciali. Nel totale, Niente di nuovo sul fronte occidentale permette allo spettatore di calarsi interamente all’interno delle vicende. A questo proposito, non a caso il film ha ottenuto la nomination ai BAFTA anche nelle categorie miglior fotografia e migliori effetti speciali.

Crediti – Reiner Bajo

Altro fattore rilevante in Niente di nuovo sul fronte occidentale sono le performance degli attori, in particolare di Felix Kammerer e di Albrecht Schuch, il quale per l’interpretazione di Kat ha ottenuto la candidatura ai BAFTA per miglior attore non protagonista. La potenza e la precisione con cui il personaggio di Paul Bäumer sorprende ancora di più se si considera che questo è il primo ruolo di Kammerer per il grande schermo.

La guerra dei potenti combattuta dai soldati

In Niente di nuovo sul fronte occidentale viene presentato un parallelismo tra come la Grande guerra viene vissuta dai soldati e come viene vissuta dai potenti, da coloro che muovono solamente i fili della geopolitica europea lontano dai campi di battaglia. I soldati vengono mandati al fronte con il pretesto di difendere la propria patria. La realtà della Prima guerra mondiale, come di tutte le guerre internazionali, è che si combatte perché chi è al governo, chi ha il potere politico decide così.

Sotto questo aspetto, la situazione di soldati come Paul o Kat non è tanto diversa da quella dei soldati russi che attualmente combattono in Ucraina, molti costretti a combattere per la leva obbligatoria. Una scena iconica in Niente di nuovo sul fronte occidentale in cui è chiaramente esposta questa tematica è il momento in cui il generale Friedrichs osserva dallo sfarzo di una vasta tenuta i soldati tedeschi che muoiono al fronte per un attacco da lui ordinato. Ma la differenza tra i soldati ed i potenti si nota anche in tante altre piccole cose. Al generale ed all’ufficiale Erzerberger continua ad essere garantita la ricchezza nel cibo, la raffinatezza di porcellane e posate, mentre i soldati muoiono di fame.

Niente da fare per il Daredevil retrò di Joe Carnahan

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Niente da fare per il Daredevil retrò di Joe Carnahan

Prendono una bruttissima piega le vicende del Daredevil targato Fox. Dopo il fallimentare tentativo di affidare il progetto al regista David Slade (The Twilight Saga: Eclipse)

Niente da dichiarare: recensione del film

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Niente da dichiarare: recensione del film

Le forme più ottuse e grottesche che possono scaturire dalla xenofobia sono per Dany Boon una ricca miniera di spunti. Il regista di Giù al Nord (successo francese più conosciuto in Italia per il discutibile adattamento Benvenuti al sud, di Luca Miniero) con Niente da dichiarare, nelle sale italiane dal 23 settembre, torna a parlare di razzismo campanilista. Stavolta lo fa contrapponendo una nascente Europa senza confini, alle barriere mentali che impediscono persino di conoscere il proprio vicino di casa: “Non ce la faccio ad amare il mio prossimo quando è francese” dice al prete che lo sta confessando un’esilarante Benoit Poelvoorde, l’attore belga che interpreta un “francofobico”.

La spunto di Niente da dichiarare è semplice ma originale: la comunità europea ha deciso che dal primo gennaio del 1993 le frontiere saranno aperte; la notizia turba i doganieri di due paesi confinanti: quelli di Corquain, cittadina francese e quelli belga di Koorkin. Ruben Vandervoode (Poelvoorde) è, tra i doganieri belga, il più xenofobo, sprezzante e violento verso tutti i francesi e soprattutto verso Mathias Ducatel (interpretato dallo stesso Boon). Mathias è però segretamente innamorato di Olivia (Christel Pedrinelli), la sorella di Ruben.

Niente da dichiarare, il film

Con la speranza di conquistare l’amicizia di Ruben e dichiarare ufficialmente la sua relazione con Olivia, Mathias accetta di essere il partner dello xenofobo belga per formare la sperimentale squadra mobile di pattugliamento. Solo superando, con grande difficoltà e molti momenti comici, le barriere del razzismo, i due potranno fermare una banda di trafficanti di droga e, soprattutto, scoprirsi veri amici. La strana coppia Boon-Poelvoorde è perfetta nei tempi comici, con il belga sopra le righe nei suoi accessi d’ira alternati a momenti di ingenuità quasi infantile e il francese che si barcamena tra crisi di nervi frenate e puro timore per la follia omicida, sempre sull’orlo di esplodere, del compagno.

Bravi tutti gli altri interpreti, dalla ribelle Olivia (Christel Pedrinelli) ai cattivi trafficanti di cocaina: il capo Duval (Laurent Gamelon, amato dal regista che già lo ha diretto in La maison du bonheur) e l’imbranato scagnozzo Tiburz (Bruno Lochet), occhi strabici e humor spiazzante alla Igor (M. Feldman) di Frankestein Junior. Bravissimo Boon che riesce a orchestrarli con brio e senso della misura bissando il felice esito di Giù al Nord. Il regista e sceneggiatore usa l’arma dell’ironia e della pura comicità per condannare il razzismo, senza rinunciare a momenti crudi che valicano la commedia nera: quando Vandervoorde punta la pistola contro Mthias, che dopo avergli rivelato il suo amore per Olivia è corso da lei e la protegge tra le braccia, la tensione che si percepisce è quella di una tragedia sfiorata (fortunatamente).

I vari registri si armonizzano alla perfezione e Niente da dichiarare non scade né nel bozzettismo, né nel didascalismo, sebbene lo sviluppo del soggetto si prestasse a questi rischi. Persino la semplice morale, che trova esplicita voce nel figlio di Vandervoorde, non suona retorica: “il mondo è di tutti e non ha frontiere”. Per altro prontamente seguita da una coda agrodolce che le fa da contrappunto.

Niente corsa all’Oscar per i fratelli Taviani

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Si è fermata oggi la corsa dei fratelli Taviani verso gli Oscar 2013, corsa che aveva fatto sperare in un ritorno italiano al Kodak Theatre per i due registi. Invece il loro film,

Niente ComicCon 2012 per Il Cavaliere Oscuro: il ritorno!

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Niente ComicCon 2012 per Il Cavaliere Oscuro: il ritorno!

Era da una settimana che alcune voci davano per certo l’approdo al ComicCon 2012 che si terrà a San Diego dal 12 Luglio, del Cavaliere Oscuro il ritorno. Oggi arriva la smentita ufficiale via Twitter di Hitfix.com, che assicura con assoluta certezza che “Il Cavaliere Oscuro il ritorno non verrà presentato.

Molti speravano che il terzo capitolo del film segnasse per la prima volta l’approdo di Christophern Nolan alla manifestazione di successo. Ora non ci resta che attendere il nuovo trailer del film che secondo alcune fonti dovrebbe uscire presto. Ulteriori info sulla pellicola nella nostra scheda: Il Cavaliere oscuro: il ritorno.

 

 

Niente Catching Fire per Gary Ross!

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Niente Catching Fire per Gary Ross!

Il sequel di The Hunger Games, intitolato Catching Fire, resta senza regista. Il director del primo capitolo Gary Ross, infatti, si è tirato indietro. I motivi di questa scelta sono di natura

Niente American Assassin per Chris Hemsworth

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Sfuma a quanto pare definitivamente l’ipotesi di vedere Chris Hemsworth nel ruolo di Mitch Rapp, il personaggio creato da Vince Flynn, al centro di American Assassin: è stato lo stesso attore a declinare l’offerta. Ispirato ai romanzi di Flynn, American Assassin si concentrerà sugli anni giovanili del personaggio di Mitch Rapp, promettente atleta ai tempi delle scuole superiori: quando un attacco terroristica causerà la morte di qualcuno molto vicino a lui, si metterà al servizio della CIA per dare la caccia ai responsabili.

Alla regia dovrebbe esserci Jeffrey Nachmanoff, mentre la sceneggiatura al momento è stata affidata a Mike Finch; per il ruolo del mentore del protagonista è ancora in trattative Bruce Willis. La rinuncia di Hemsworth appare dovuta a un’agenda già affollata di impegni: l’attore sta per finire le riprese di Thor: The Dark World e sarà impegnato a breve sul set di Robocalypse di Spielberg, mentre più in là tornerà a vestire i panni del dio del Tuono in Avengers 2.

Fonte: Empire

Niente 300: Battle of Artemisia per Gerard Butler

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Gerard Butler non marcherà presenza nell’atteso spin-off di 300, intitolato 300: Battle of Artemisia. I fan speravano di rivedere la star scozzese nei panni di Leonida,

Nido di Vipere: dal 15 settembre al cinema

Nido di Vipere: dal 15 settembre al cinema

OFFICINE UBU distribuirà in Italia, a partire dal 15 settembre, il thriller sud coreano campione d’incassi Nido di Vipere (Beasts Clawing At Straws) diretto da KIM YONG-HOON e tratto dall’omonimo romanzo del giallista giapponese Keisuke Sone.

In Nido di Vipere, i destini di quattro personaggi ai margini della società si intrecciano in modo imprevedibile quando un umile inserviente trova una borsa piena di denaro abbandonata in un armadietto. L’inatteso tesoro diventa ben presto un’arma a doppio taglio, nascondendo dietro di sé un intreccio di storie di spietati malviventi ed esistenze miserabili. Tra omicidi, tradimenti, colpi di fortuna e sfortuna, i destini beffardi dei quattro protagonisti s’incrociano, cacciandoli in guai sempre più profondi, in un disperato gioco senza esclusione di colpi.

Ispirato dalle atmosfere pulp di Tarantino e quelle noir dei fratelli Coen, Nido di Vipere vanta un cast corale in cui spiccano Jeon Do-yeon, premiata come Miglior Attrice a Cannes 2007, la star Jung Woo-sung e Youn Yuh-jung, Premio Oscar per Minari. Nido di Vipere ha ricevuto il Premio Speciale della Giuria al Festival di Rotterdam. Nido di Vipere (Beasts Clawing At Straws) di KIM YONG-HOON sarà nei cinema italiani dal 15 settembre distribuito da Officine UBU.

Il Trailer ufficiale

La trama di Nido di Vipere

Un umile inserviente, costretto a prendersi cura della madre malata, trova una borsa piena di soldi in un armadietto della sauna dove lavora. Ignora però che dietro alla borsa si nasconde un intreccio di storie di spietati malviventi: un doganiere indebitato, un feroce strozzino, un’astuta truffatrice, una giovane escort con un marito violento e un immigrato illegale si danno la caccia nel tentativo di mettere le mani sul denaro. Tra omicidi, tradimenti, colpi di fortuna e sfortuna i loro destini beffardi s’incrociano, cacciandoli in guai sempre più profondi, in un disperato gioco senza esclusione di colpi.

Nicoletta Romanoff: 10 cose che non sai sull’attrice

Nicoletta Romanoff: 10 cose che non sai sull’attrice

L’attrice Nicoletta Romanoff ha all’attivo una filmografia ancora esigua, ma che vanta collaborazioni con importanti autori e celebri attori. Resasi popolare sin dal suo debutto, la Romanoff ha così negli potuto ottenere una sempre maggiore attenzione da parte del pubblico, grazie anche alla sua versatilità da interprete.

Ecco 10 cose che non sai di Nicoletta Romanoff.

Nicoletta Romanoff: i suoi film

1. Ha esordito con un celebre regista. La Romanoff arriva al cinema per la prima volta nel 2003, ricoprendo il ruolo di Valentina Ristuccia nel film Ricordati di me, diretto da Gabriele Muccino. Successivamente recita in Cardiofitness (2007) e poi nel ruolo di Rosalba nel film Dalla vita in poi (2010).

2. Il 2012 è un anno importante. Nel 2012 è tra i protagonisti del film Posti in piedi in Paradiso, dove recita accanto a Carlo Verdone, Pierfrancesco Favino, Marco Giallini e Micaela Ramazzotti, ottenendo una ancor maggiore popolarità. Recita invece, nel 2015, in Crushed Lives – Il sesso dopo i figli, per poi essere tra i protagonisti di Le verità (2017) e La casa di famiglia (2017). Nel 2020 torna al cinema nel nuovo film di Gabriele Muccino, Gli anni più belli, dove recita accanto agli attori Kim Rossi Stuart, Claudio Santamaria, Pierfrancesco Favino e Micaela Ramazzotti.

3. Ha preso parte a produzioni televisive. Nel corso della sua carriera l’attrice ha alternato il cinema con la televisione. Partecipa infatti, nel 2005, al film TV Un anno a primavera, mentre nel 2007 è tra i protagonisti di Il pirata: Marco Pantani. Torna in televisione nel 2012 con il film Anita Garibaldi, dedicato alla celebre figura storica. Negli ultimi anni ha invece preso parte a produzioni seriali come Colorado: ‘Sto classico (2012) e Made in Italy (2019).

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Nicoletta Romanoff è su Instagram

4. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 75 mila persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non mancano tuttavia curiosità dai set a cui prende parte, come anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Nicoletta Romanoff: la sua vita privata

5. Si è sposata molto giovane. L’attrice ha sposato sul finire degli anni ’90 il produttore Federico Scardamaglia. Dal loro matrimonio sono nati due figli, rispettivamente nel 1999 e nel 2000. Nel 2004 la coppia annuncia la separazione.

6. Ha avuto una relazione con un collega. Nel 2009 l’attrice intraprende una relazione con l’attore Giorgio Pasotti, conosciuto sul set del film televisivo Un anno a primavera. Nel 2010 la coppia dà alla luce una figlia, mentre nel 2012 lavorano nuovamente insieme nel film Anita Garibaldi. I due, tuttavia, tuttavia informano nel 2016 di aver interrotto la propria relazione, senza fornire motivazioni a riguardo.

7. Si è sposata una seconda volta. Nel novembre del 2019 la Romanoff annuncia le nozze con Federico Alverà, allenatore di rugby. La loro relazione era stata ufficializzata già nel 2017, quando si erano presentati insieme all’anteprima del film Le verità. Nel 2018, inoltre, la coppia ha dato alla luce una bambina, arrivando così ad un totale di quattro figli.

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Nicoletta Romanoff: chi è sua madre

8. Ha origini nobili. L’attrice è figlia di Natalija Nikolaevna Romanoff, a sua volta figlia di un pretendente al trono russo fra il 1992 e il 2014. Attraverso la madre, infatti, l’attrice è diretta discendente degli zar Nicola I di Russia, Paolo I di Russia e dell’imperatrice Caterina II di Russia.

Nicoletta Romanoff in Gli anni più belli

9. Torna al cinema. Nel 2020 l’attrice tornerà al cinema recitando in Gli anni più belli, stabilendo una nuova collaborazione che il regista che per primo l’ha resa celebre: Gabriele Muccino. Nel film l’attrice interpreta Margherita, e si ritroverà coinvolta nella vicenda principale, che vede quattro amici relazionarsi nell’arco di 40 anni, con sullo sfondo un’Italia in continuo cambiamento.

Nicoletta Romanoff: età e altezza

10. Nicoletta Romanoff è nata a Roma, Italia, il 14 maggio 1979. L’attrice è alta complessivamente 172 centimetri.

Fonte: IMDb

Nicole Kidman e Javier Bardem in trattative per il nuovo film di Aaron Sorkin

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Nicole Kidman e Javier Bardem sono in trattative per interpretare l’iconica coppia di Hollywood, formata da Lucille Ball e Desi Arnaz, nel film Being the Ricardos, che sarà scritto e diretto da Aaron Sorkin. 

Il film si svolgerà durante una settimana di produzione sul set di “I Love Lucy”, a partire da un tavolo di lettura del lunedì fino alle riprese con il pubblico di venerdì. Ball e Arnaz dovranno affrontare sfide che potrebbero porre fine alla loro carriera e al loro matrimonio.

Sorkin ha naturalmente firmato la sceneggiatura, che già dal primo abbozzo di trama indica il classico approccio dello sceneggiatore che si concentra su periodi circoscritti delle biografie che racconta al cinema, per poi spaziare su tutta la vita dei suoi soggetti e restituirne un ritratto sempre interessante. Le date di produzione del film sono ancora in sospeso, dati i ritardi attribuibili al Covid-19.

Kidman ha recentemente recitato nella serie drammatica della HBO The Undoing, al fianco di Hugh Grant. È stata anche protagonista del musical Netflix di Ryan Murphy The Prom. Quest’anno reciterà in Nine Little Strangers di Hulu e in The Northman di Robert Eggers.

Bardem è invece trai protagonisti di Dune, di Denis Villeneuve, uno dei titoli più attesi del 2020 e che non abbiamo ancora visto a causa della Pandemia. Trai futuri impegni di Bardem, anche il live action de La Sirenetta di Disney, in cui interpreterà il Re Tritone.

Sorkin è invece uno dei possibili protagonisti della prossima insolita stagione dei premi con il suo Il Processo ai Chicago 7, uscito su Netflix alla fine del 2020. Considerato il migliore sceneggiatore vivente, Sorkin ha firmato nel corso della sua carriera degli script entrati nella storia del cinema: The Social Network, Moneyball – L’Arte di Vincere, Codice d’Onore. Ha esordito alla regia nel 2017 con Molly’s Game.

Nicole Kidman: un’australiana a Hollywood

Nicole Kidman: un’australiana a Hollywood

Nei primi anni ’80, al suo esordio televisivo, era solo una bella ragazza australiana Nicole Kidman, con la passione per il mondo dello spettacolo, e non immaginava certo, né lo immaginavano i critici e il piccolo pubblico che allora la seguiva, che sarebbe diventata una delle attrici più famose, amate e pagate d’America. Ha interpretato spesso ruoli da “ragazza di buona famiglia”, o altezzosa aristocratica, aiutata da un’innata eleganza che le conferisce un perfetto phisique du role.

Ciò non di meno, dai grandi registi che l’hanno diretta (da Gus Van Sant a Stanley Kubrick, a Lars Von Trier) si è fatta plasmare, interpretando personaggi forti, ed esplorando a fondo anche il proprio lato oscuro. Nei primi anni ’90 la sua notorietà ha subìto un’impennata grazie al matrimonio con il collega Tom Cruise, ma oggi, dopo i premi e riconoscimenti internazionali che le sono piovuti addosso per le sue indiscusse qualità artistiche, si può ben dire che la stella Nicole Kidman brilli di luce propria. Dicevamo delle origini australiane. In realtà, l’attrice è nata a Honolulu il 20 giugno del 1967 e nei primi anni ha vissuto in America per motivi di lavoro del padre, ricercatore, biochimico e psicologo clinico. All’età di quattro anni, però, sempre a causa del lavoro paterno, si è trasferita con la famiglia a Sidney, in Australia.

Qui è rimasta fino alla fine degli anni ’80, e anche in seguito al trasferimento negli Usa, ha sempre ribadito il proprio legame con la terra australiana. Da piccolissima studia danza, per poi dirigersi verso la recitazione. Studia infatti arte drammatica a Melbourne, teatro e storia. Per assistere ai suoi esordi davanti alla macchina da presa, dobbiamo però attendere il 1983, quando è protagonista del video Bop Girl, che accompagna un pezzo della cantante Pat Wilson. Da questo momento in poi, la vediamo in diversi lavori per la televisione  come Bush Christmas (1983), la soap opera australiana Country Practice (1985) e la mini serie Vietnam (1987). Allo stesso anno risale perfino un film per la nostra Rai tv: Un’australiana a Roma, accanto a Massimo Ciavarro. Il sogno di Nicole resta però il cinema. Nel 1989 i suoi sforzi per farsi notare dai registi del grande schermo sono premiati: l’australiano Philip Noyce la vuole accanto a Sam Neill e Billy Zane nel suo Ore 10: calma piatta, un thriller ben orchestrato e ricco di suspence, che la lancia definitivamente nel mondo del cinema. È poi accanto all’anglo-australiano Noah Taylor (che forse ricorderete come protagonista di E morì con un felafel in mano) e all’amica Naomi Watts nella commedia Flirting dell’inglese John Duigan.

Si trasferisce quindi negli Usa, dove l’anno dopo viene scelta da Tony Scott, fratello di Ridley Scott e già regista di Top Gun, per affiancare Tom Cruise nell’avventuroso Giorni di tuono, ambientato nel mondo delle corse automobilistiche. Certo non un capolavoro della cinematografia, che però contribuisce a far conoscere la Nicole Kidman in America e a farle incontrare Cruise. I due si sposano nel’91, quando l’attrice è alle prese con il gangster movie di Robert Beton Billy Bathgate – A scuola di gangster, nel quale condivide il set con Dustin Hoffman. L’anno successivo è Ron Howard a puntare ancora sulla coppia Cruise – Kidman per la sua avventurosa commedia Cuori ribelli, racconto di formazione con storia d’amore annessa tra due ragazzi irlandesi di diversa estrazione sociale (di modeste origini lui, di buona famiglia lei). Il tutto nella cornice storica di fine Ottocento, che vede schiere d’inglesi emigrare in America, col miraggio della terra. I due ribelli protagonisti della pellicola legheranno le proprie speranze di un futuro insieme, proprio alla conquista di un pezzo di suolo americano.

Nicole Kidman: un’australiana a Hollywood

Nel ’93 Nicole Kidman cambia genere e passa a interpretare Tracy, la moglie di un preside alle prese con un pluriomicida e problemi di coppia nel thriller Malice – Il sospetto. Ma è nel ’95 che l’attrice emerge definitivamente, dando prova del suo indubbio talento recitativo, nel ruolo di un personaggio dai toni forti. È infatti protagonista de Da Morire di Gus Van Sant.   Nicole Kidman interpreta qui magistralmente Suzanne, il cui unico obiettivo è quello di sfondare nel mondo dello spettacolo, possibilmente in televisione, e che per raggiungerlo è disposta a qualunque cosa. Personaggio doppio, che cela dietro un aspetto affascinante e innocente una personalità ossessiva e cinica. L’interpretazione le vale il primo riconoscimento di peso: il Golden Globe come Miglior Attrice.

Nello stesso anno cambia genere e si dà al fantastico, partecipando al Batman di Joel Schumacher, al fianco di Val Kilmer e Jim Carrey. A lei è affidato il ruolo della bella psichiatra Chase Meridian. Nel ’96, splenderà in tutto il suo fulgore ed eleganza nelle mani della regista neozelandese Jane Campion, che le affiderà il ruolo da protagonista in Ritratto di signora, trasposizione cinematografica del romanzo di Henry James. Ed è proprio nell’interpretazione della malcapitata Isabel Archer che la Kidman offrirà una delle grandi prove della sua carriera. Da ricca ereditiera desiderosa di mantenere la propria libertà, piena di speranze per il futuro, finirà per essere moglie sottomessa e frustrata dell’affascinante ma cinico ed egoista John Malkovich che, fintosi innamorato, si rivela interessato solo al suo denaro. Vittima della trappola abilmente intessuta da Malkovich/Gilbert Osmond, Isabel non si sottrarrà però alle proprie responsabilità, portando il peso delle proprie scelte. La Kidman incarna perfettamente i mutevoli stati d’animo della donna nella sua parabola esistenziale. Dalla spensieratezza e ingenuità degli inizi, all’asprezza dolente dell’epilogo. Premio Pasinetti per la Regia a Venezia per Jane Campion.

Ma a Nicole Kidman piace cambiare e la ritroviamo nel thriller di Mimi Leder The Peacemaker (1997), così come nella commedia fantastica Amori & Incantesimi, dove, insieme con Sandra Bullock, forma una coppia di sorelle streghe. Un altro punto nodale della sua carriera artistica è senza dubbio l’incontro con uno dei grandi maestri del cinema mondiale: Stanley Kubrick.

Il regista americano la vuole infatti per il suo ritorno alla direzione cinematografica dopo Full Metal Jacket (1987). E la vuole accanto a suo marito Tom Cruise, per affidare loro i ruoli della coppia protagonista di Eyes Wide Shut (1999), adattamento del romanzo di Arthur Schnitzler, Doppio Sogno. Il film, che sarà l’ultimo del regista, è preceduto da lunghi pettegolezzi e indiscrezioni più o meno fondate su quanto accade durante le lunghissime riprese, sulla maniacale direzione di Kubrick e sui problemi con gli attori e tra gli attori sul set. Al centro della pellicola, il rapporto logorato tra i coniugi Harford, una riflessione sul sesso all’interno della coppia e su come esso si nutra di fantasie, illusioni, tradimenti immaginari e quant’altro parta dal profondo della mente per affiorare alla superficie dei sensi. Ne risulta un film onirico, del tutto peculiare, di non facile lettura.  Nel 2001, anno della fine del suo matrimonio con Tom Cruise, assieme al quale ha adottato due bambini (Connor Anthony e Isabella Jane), Nicole è protagonista di una pellicola che riscuote un buon successo di pubblico e critica: Moulin Rouge! dell’australiano Baz Luhrmann.

Il film la vede accanto a Ewan McGregor. Qui interpreta la più bella e desiderata cortigiana del noto locale parigino, Satine, alle prese con una storia d’amore col poeta squattrinato Mc Gregor/Christian, ovviamente osteggiata dal ricco pretendente di Satine di turno. Questa favola metropolitana sul sentimento d’amore, però, è raccontata con una cifra stilistica che mescola varie suggestioni: la commedia, il musical, il dramma (Satine morirà sul palcoscenico, tra le braccia di Christian) in maniera molto originale. Oltre alla mescolanza di stili, c’è anche quella di tempi: l’ambientazione infatti è fine ‘800, ma le canzoni interpretate dai due protagonisti, cantanti per l’occasione, sono tratte dal repertorio contemporaneo (Marylin, Police, Queen, Elton John tra gli altri). Sulla scena si muovono personaggi che sono autentiche macchiette, come la figura del pittore Toulouse-Lautrec. Dominano clamore e colori forti, anche kitch, che rendono l’atmosfera chiassosa della Parigi dell’epoca. La pellicola è certamente di grande effetto scenografico e riceve diversi riconoscimenti: Oscar per scenografie e costumi, e tre Golden Globe (Miglior Film, Nicole Kidman Miglior Attrice in un film brillante, Craig Armstrong Miglior Colonna sonora). L’attrice australiana mostra qui ancora una volta la sua capacità di adattamento ai ruoli più vari. Inoltre, il lavoro che fa sulla sua voce per questo film, le consentirà anche varie incursioni nel mondo della musica, di cui forse la più nota resta il duetto con Robbie Williams per il brano Somethin’ Stupid.

Proprio in virtù della versatilità dell’attrice, lo stesso anno viene scelta per l’horror-thriller del regista spagnolo Alejandro Amenábar, The others, di cui è splendida protagonista, sospesa tra il mondo dei vivi e quello dei morti, assieme ai due figli. Ruolo ancora una volta complesso di donna da un lato austera e rigida, dall’altro estremamente fragile e instabile. Un ruolo doppio per lei arriva anche nella commedia drammatica Birthday Girl, di Jez Butterworth, dove interpreta la russa Nadja, accanto a Ben Chaplin e Vincent Cassel.

Nel 2002 finalmente, il meritato premio Oscar per la sua interpretazione di Virginia Woolf in The Hours, tratto dall’omonimo romanzo di Michael Cunningham e diretto da Stephen Daldry. Il regista tenta l’ardua impresa della trasposizione cinematografica di questa complessa opera, che vede protagoniste tre donne accomunate dal romanzo Mrs. Dalloway, capolavoro della Woolf. Una è proprio la scrittrice stessa, poco prima del suicidio, negli anni ’20; l’altra è Laura (Julianne Moore), moglie insoddisfatta, soffocata dalla famiglia, negli anni ’40; e infine la contemporanea Clarissa interpretata da Meryl Streep. Ad accomunare le tre donne, oltre al suddetto testo, anche il loro essere frustrate, insoddisfatte della propria vita e trovarsi di fronte a una scelta. Nicole Kidman veste perfettamente i panni della scrittrice, anche prestandosi a cambiamenti di fisionomia per somigliare maggiormente a Virginia. Il resto lo fa la sua recitazione, con cui abilmente si immedesima nel travaglio interiore della donna, risoltosi poi nella tragica fine. Incetta di premi per Nicole, insignita anche del Golden Globe e dell’Orso d’Oro a Berlino. Quest’ultimo riconoscimento è andato anche alle colleghe Moore e Streep. A Nicole non mancano occasioni per altre importanti esperienze cinematografiche. Il 2003 è l’anno di Minghella, che la vuole per il suo dramma sulla guerra di secessione americana Ritorno a Cold Mountain, ad interpretare Ada, la ragazza di buona famiglia di cui s’innamora Jude Law/Inman, di origini modeste, che parte subito dopo per la guerra. È la storia del travagliato ritorno di lui, disertore, da lei, che nel frattempo manda avanti quasi da sola la sua fattoria, aiutata solo dall’amica Ruby (una Zellweger di carattere, premiata con l’Oscar). E anche qui quello della Kidman è un personaggio in evoluzione: da romantica e delicata fanciulla a donna forte e volitiva, che si confronta con le asprezze della vita e prende in mano il suo destino.

Ma è anche l’anno di Lars Von Trier, che la sceglie per il suo Dogville, in cui interpreta la bella Grace, che cerca rifugio nel piccolo paese che dà il titolo al film. Qui la accolgono ma allo stesso tempo la sottoporranno ad ogni tipo di vessazioni, al punto da spingerla a una feroce vendetta. Scenografia quasi inesistente e impianto teatrale, per riflettere su cinismo, crudeltà, assenza di perdono, insomma su lati poco edificanti della natura umana. L’anno dopo, cambia genere e passa alla commedia con La donna perfetta di Franck Oz e Vita da strega di Nora Ephron, in cui riprende il personaggio della strega casalinga Samantha, celebre negli anni ‘60 e ’70. Certo non interpretazioni memorabili, ma che le consentono di allontanarsi per un po’ dai ruoli drammatici di cui non vuole restare prigioniera. Nel 2005 è invece sotto la direzione di Sidney Pollack, che su di lei incentra il thriller The interpreter. Qui è Silvia Broome, interprete all’Onu, che ascoltando una conversazione scopre un “intrigo internazionale” e finisce sotto la protezione dell’agente dell’FBI Tobin Keller/Sean Penn. La trama è intricata, Silvia e Tobin hanno entrambi dei lati oscuri, qualche ferita ancora aperta di cui non vogliono parlare, e sono accomunati dal desiderio che la parola e la diplomazia trionfino sulla violenza e la guerra. I due protagonisti offrono interpretazioni misurate e se ne apprezzano fascino e bravura, nonostante il contesto assai rigido. Nella stesso anno, Nicole Kidman conosce il cantante country Keith Urban, che sposa nel 2006. I due avranno due figlie: Sunday Rose e Faith Margaret. In ambito lavorativo, Nicole veste poi i panni della fotografa americana Diane Abrus nel film Fur: un ritratto immaginario di Diane Abrus di Steven Shainberg. Non paga del suo saltare da un genere all’altro, si dà anche al fantasy, con La bussola d’oro di Chris Weitz (2007), poi ritrova Baz Luhrmann nell’epico Australia (2008).

Nel 2011 arriva invece nelle sale italiane Rabbit Hole, di John Cameron Mitchell, in cui la Kidman veste i panni di Becca Corbett, impegnata assieme al marito Howie/Aaron Eckhart nell’affrontare la perdita del figlio, morto in un incidente. La pellicola vede l’attrice anche nella veste di produttrice. Già dal 2004, infatti, è attiva anche nel campo della produzione cinematografica. Infine, si prepara per l’attrice australiana l’ennesimo ruolo complesso: dovremmo infatti vederla presto in The Danish girl interpretare il primo transessuale della storia, ossia il pittore danese Einar Wegener, diretta da Lasse Hallström.

Nicole Kidman: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Nicole Kidman: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Nicole Kidman è una delle attrici più amate del mondo del cinema. La sua carriera è costellata di capolavori e di interpretazioni divine. Amante dell’arte sin da piccola, ha cominciato a recitare sin da giovanissima, senza immaginare che avrebbe interpretato, successivamente, innumerevoli magnifici ruoli, ottenendo consensi da ogni dove e riaffermandosi continuamente come una delle grandi interpreti della sua generazione.

Ecco 10 che forse non sai di Nicole Kidman.

I film e i programmi TV di Nicole Kidman

I film da giovane di Nicole Kidman

1. Ha recitato in numerosi celebri film. L’attrice ha debuttata sul grande schermo nel 1983 con il film Natale nel bosco. In seguito ha ottenuto sempre maggiore popolarità grazie a titoli come Ore 10: calma piatta (1989), Giorni di tuono (1990), Billy Bathgate – A scuola di gangster (1991), Cuori ribelli (1992), Da morire (1995), Batman Forever (1995), Ritratto di signora (1996), The Peacemaker (1997) e Eyes Wide Shut (1999). Negli anni 2000 partecipa invece a film come The Others (2001), Moulin Rouge! (2001), The Hours (2002), Dogville (2003), Ritorno a Cold Mountain (2003), Birth – Io sono Sean (2004), The Interpreter (2005), La bussola d’oro (2007), Australia (2008), Nine (2009), Rabbit Hole (2010), The Paperboy (2011), Tresspass (2011), Stoker (2012), Grace di Monaco (2014), Queen of the Desert (2013).

I film di oggi di Nicole Kidman

Il segreto dei suoi occhi (2015), L’inganno (2017), Il sacrificio del cervo sacro (2017), Boy Erased – Vite cancellate (2018), Aquaman (2018), Bombshell – La voce dello scandalo (2019) e The Prom (2020). In seguito recita in Being the Ricardos (2021), The Northman (2022), Aquaman e il regno perduto (2023), A Family Affair (2024) e Babygirl (2024), dove recita accanto a Harris Dickinson.

A Family Affair Nicole Kidman Joey King Zac Efron
Nicole Kidman è Brooke Harwood, Zac Efron è Chris Cole e Joey King è Zara Ford in A Family Affair. Cr. Tina Rowden / Netflix © 2023

2. È nota anche per alcune serie televisive. Negli ultimi anni la Kidman ha in particolare avuto modo di recitare in diverse serie TV di grande successo. La prima di queste è stata Top of the Lake – Il mistero del lago (2017), mentre dal 2017 al 2019 ha interpretato Celeste Wright nell’acclamata e pluripremiata Big Little Lies – Piccole grandi bugie. Grazie a questa ha vinto un Emmy Awards come miglior attrice in una miniserie o film TV. Più di recente ha interpretato il personaggio di Grace Fraser nella serie thriller The Undoing – Le verità non dette. Nel 2021, invece, è Masha Dmitrichenko nella miniserie Amazon Nove perfetti sconosciuti. Ha poi recitato nelle serie Lioness (2023-in corso), Expats (2024) e The Perfect Couple (2024).

Nicole Kidman e gli Oscar

3. Ha vinto un Oscar. Ad oggi la Kidman vanta ben cinque nomination all’Oscar, ricevute come Miglior attrice nel 2002 per Moulin Rouge!, nel 2003 per The Hours e nel 2011 Rabbit Hole. In occasione della seconda di queste tre, l’attrice ha poi effettivamente vinto l’ambita statuetta grazie alla sua struggente interpretazione della poetessa Virginia Woolf. Nel 2017, infine, la Kidman è stata candidata per la prima volta nella categoria “Miglior attrice non protagonista” per il film Lion – La strada verso casa. Ha doppiato la nomination nel 2022 con Being the Ricardos. 

Nicole Kidman in Babygirl

4. Lavorare a Babygirl è stata un’esperienza “completamente nuova”. Parlando di Babygirl, l’attrice ha dichiarato: “Ho fatto molti film a sfondo sessuale, ma questo è diverso. Affrontare questo argomento con la donna che ha scritto la sceneggiatura, che lo sta dirigendo e che è lei stessa una grande attrice ci ha permesso di diventare una cosa sola in un modo strano, che non avevo mai avuto con un regista prima. Quando si lavora con una donna su questo argomento, si può condividere tutto l’uno con l’altra”.

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Babygirl film 2024
Nicole Kidman e Harris Dickinson in Babygirl

5. Ha vinto la Coppa Volpi a Venezia. Per la sua interpretazione in Babygirl, Nicole Kidman ha vinto la Coppa Volpi per la migliore attrice al Festival di Venezia del 2024. La Kidman era appena arrivata a Venezia e si stava recando alla cerimonia di chiusura quando è stata informata del decesso della madre. L’attrice ha dovuto dunque lasciare immediatamente l’Italia e non ha ricevuto il premio di persona, che la regista Halina Reijn ha a quel punto ritirato in sua vece.

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Nicole Kidman in Eyes Wide Shut

 

6. Fu un set molto intenso. Per esagerare la sfiducia tra i personaggi interpretati da Tom Cruise e Nicole Kidman in Eyes Wide Shut, il regista Stanley Kubrick decise di dirigere ogni attore separatamente e vietò loro di condividere le rispettive note. Ciò portò spesso Cruise e Kidman a confrontarsi con risvolti inaspettati l’uno dell’altro. Per i due attori, anche per via di ciò, quella fu un’esperienza unica, particolarmente intensa, che li portò a dare completa fiducia a Kubrick. Secondo alcuni, il rapporto che Cruise e la Kidman svilupparono per interpretare i rispettivi personaggi, fu talmente tanto morboso da essere poi divenuto uno dei motivi del loro divorzio.

A Nicoke Kidman ha una malattia?

7. Le è stata erroneamente attribuita una particolare sindrome. Recentemente in rete all’attrice è stata attribuita la sindrome di Morris, nota anche come insensibilità agli androgeni completa. Si tratta di una malattia genetica rara che colpisce principalmente gli individui di sesso femminile. i soggetti che la possiedono hanno caratteri somatici femminili, ma sono geneticamente maschi (con cromosoma XY). Tale sindrome è stata attribuita anche a Kidman, ma non vi sono prove a riguardo e in ogni caso si tratta di dettagli che non devono riguardare nessuno.

Nicole Kidman e Tom Cruise

8. È stata sposata con Tom Cruise. Nel novembre del 1989, l’attrice affianca il già affermato attore Tom Cruise in Giorni di tuono. Sul set i due si innamorano, per poi sposarsi il 24 dicembre 1990 con una cerimonia a Telluride, in Colorado, con rito scientologico. I due attori hanno poi nuovamente recitato insieme in Cuori ribelli Eyes Wide Shut. Il 9 agosto 2001 annunciano però la separazione, senza rivelare i motivi dietro questa. Ad oggi, però, pare che il principale ostacolo alla loro relazione fosse la convinta adesione di Cruise alla Chiesa di Scientology.

Tom Cruise e Nicole Kidman in Eyes Wide Shut
Tom Cruise e Nicole Kidman in Eyes Wide Shut. © 1999 – Warner Bros. All rights reserved.

Nicole Kidman e il nuovo marito Keith Urban

9. Attualmente è sposata con un cantautore country. Nel 2005 l’attrice conosce il cantautore Keith Urban e da quel momento i due non si sono più lasciati, sposandosi a Sidney l’anno successivo. Verso la fine dello stesso anno, il marito entra in una clinica per la disintossicazione da cocaina: in passato aveva firmato un contratto prematrimoniale nel quale vi era scritto che Keith avrebbe perso qualsiasi diritto sui beni di Nicole se avesse praticato l’abuso di droghe o di alcol. I due hanno poi coronato il sogno di realizzare una famiglia,

I figli di Nicole Kidman

Per la Kidman diventare madre è stato un percorso difficile. Recentemente ha raccontato che durante il matrimonio con Cruise ha perso due figli, uno nei primi periodi del matrimonio, perso per una gravidanza extrauterina, l’altro nel 2001, quindi verso gli ultimi mesi di unione, a causa di un aborto spontaneo. Con Cruise ha dunque poi adottato due bambini, Isabella Jane (nata nel 1992) e Connor Anthony (nato nel 1995). Con Keith Urban ha poi le figlie Sunday Rose nel 2008 e Faith Margaret nel 2010.

L’età e l’altezza di Nicole Kidman

10. Nicole Kidman è nata il 20 giugno del 1967 a Honolulu, Hawaii, Stati Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1,80 metri.

Fonti: IMDb, biography, thefamouspeople

Nicole Kidman, Reese Witherspoon e Shailene Woodley sul set di Big Little Lies [Foto]

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Sono in corso le riprese di Big Little Lies ed oggi arrivano anche le foto delle protagoniste Nicole Kidman, Reese Witherspoon, Shailene Woodley,  Laura Dern, Amad Scott, Alexander Skarsgård, Zoe Kravitz. sul set:

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Big Little Lies è una comedy serie basta sul romanzo di Liane Moriarty e scritta da David E. Kelley (Ally McBeal) ed è prodotta tra gli altri anche da Nicole Kidman e Reese Witherspoon. Lo show sarà composto da 8 episodi e andrà in onda sul network americano HBO. Gli episodi sono diretti da Jean-Marc Vallée, acclamato regista di Dallas Buyers Club.

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