Si è appena
conclusa la 59esima edizione della
Mostra Internazionale del Nuovo Cinema a
Pesarocon il contributo del Ministero della Cultura –
Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, del Comune di Pesaro e
della Regione Marche con grandissimo successo di
pubblico.
Le tre giurie del
concorso ufficiale hanno decretato i propri vincitori: la
giuria internazionale, composta dall’artista Rä Di
Martino, il regista e critico argentino Pablo
Marin e la regista Francesca Mazzoleni, ha
assegnato il Premio a BROKEN VIEW di Hannes
Verhoustraete -(2023), Belgio – con due menzioni speciali
a GEWESEN SEIN WIRD di Sasha Pirker – (2022),
Austria – e a PRUEBAS di Ardélia Istarú – (2022),
Costa Rica/ Francia/Belgio; la giuria giovani, composta
da 23 studenti provenienti dalle università di tutta Italia con
insegnamenti di storia del cinema e dalle principali scuole di
cinema e accademie di belle arti, ha
scelto ARGILEAK di Patxi Burillo Nuin – (2022),
Spagna – con due menzioni speciali a SENSITIVITY IN LOW
LIGHT CONDITIONS di Stefan Kruse Jørgensen –
(2022), Danimarca – e a BROKEN VIEW di Hannes
Verhoustraete – (2023), Belgio – , mentre la giuria
SNCCI, composta da Alessandro Cuk, Francesco
Grieco e Chiara Nicoletti, critici del Sindacato Nazionale
Critici Cinematografici Italiani ha premiato THE
APOCALYPTIC IS THE MOTHER OF ALL CHRISTIAN THEOLOGY di Jim
Finn – (2023), USA – con una menzione speciale a BROKEN
VIEW di Hannes Verhoustraete – (2023), Belgio.
Hannes
Verhoustraete, regista di BROKEN VIEW, vincitore del
premio della giuria internazionale e di varie menzioni, dichiara:
“Sono molto onorato di ricevere questo premio e le menzioni
speciali. Non me lo aspettavo ed ero già felicissimo di essere
stato invitato. Ho incontrato tanti nuovi amici meravigliosi. È
stato un piacere stare qui e sarebbe bastato questo, anche se
questo riconoscimento rende la mia settimana a Pesaro ancora più
memorabile. Grazie!”
Il concorso (Ri)
Montaggi Il cinema attraverso le immagini, il primo
concorso in Italia dedicato ai video essay, la nuova
forma di critica cinematografica, ha assegnato il premio
a SHE’S AN ICON: THE MAKING OF A GAY ICON IN
MEDIA di Emanuele Loddo, da parte dei
giurati Martina Barone, Valerio
Coladonato, Elena Gipponi con una menzione
speciale a FOOTSTEPS di Evelyn Kreutzer.
La sezione
Vedomusica, con la giuria composta da Alice Cucchetti, Luca
Lumaca e Giulio Sangiorgio, dedicata ai videoclip,
premia SPLASH – Colapesce, Dimartino (Italia,
2023, 3’42’’) diretto da Zavvo Nicolosi e Giovanni Tomaselli.
Sono stati inoltre
consegnati i riconoscimenti ai vincitori del Premio per la critica
cinematografica, concorso organizzato dal Sindacato Nazionale
Critici Cinematografici Italiani – Gruppo Emilia-Romagna Marche
insieme al festival, con la giuria composta da Pedro
Armocida, Luisa Ceretto, Andrea Miccichè, Francesco Miccichè,
Franco Montini, Cristiana Paternò, Paola Oliveri e Bruno
Torri:
SEZIONE A
1°PREMIO (N.28) Nicola Crisafi, Super
Mario
2° PREMIO (N.17) Cristina Di
Maria, Pinocchio
3° PREMIO (N.18) Francesco
Loi, Living
SEZIONE B
1°PREMIO (N.10) Marco
D’Agostino, Decision to leave
2° PREMIO (N.104) Niccolò Busca, The
Fabelmans
3° PREMIO (N.19) Pier Giovanni
Adamo, La maman e la putain
Chiusura in grande
stile per la 60° edizione della
Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro grazie a un
premio speciale, alla presenza di Luca Guadagnino,
di tanti ospiti di fama internazionale e all’atteso momento delle
premiazioni.
La mattinata di
sabato 22 giugno si apre nei consueti spazi di Palazzo
Gradari, dalle ore 10.00, con due grandissimi ospiti della
Mostra, Brigid McCaffrey, regista e fotografa di Los Angeles
a cui il festival ha dedicato un focus particolare e, a seguire,
Júlio Bressane, regista tra i maggiori esponenti del cinema
brasiliano contemporaneo, nella giuria internazionale e alla Mostra
con tre film, di ritorno al Festival dopo 56 anni.
Al Teatro
Sperimentale, dalle 15.30, sarà possibile immergersi nel cinema
della McCaffrey con le proiezioni di Am/Pm, Sun Metal Shadow
Signs, Paradaise Spring, Castaic Lake e Bad Mama, who cares. A
seguire, sempre in sala Pasolini, ultimo appuntamento con l’omaggio
ad Adriano Aprà con la proiezione di Olimpia agli
amici. La Sala Grande invece, a partire dalle 15.00, sarà
teatro della proiezione di Una fiamma nel mio cuore di Alain
Tanner con l’attrice francese e membro della giuria internazionale
Myriam Mézières e, alle 17.30, dell’attesissimo incontro
moderato dal direttore Pedro Armocida con Luca Guadagnino,
in cui sarà presentata la monografia, la prima al mondo a lui
dedicata, edita nella collana Nuovocinema di Marsilio, a
cura di Simone Emiliani e Cecilia Ermini, Spettri del desiderio.
Il cinema e i film di Luca Guadagnino.
A seguire sarà
proiettato per la sezione Esordi corti italiani il corto
diretto da Valerio Pisano e Luca Grimaldi, Soleombre, alla
presenza dei registi. Il pomeriggio al Cinema Astra, dalle 15.30,
vedrà invece il saggio finale alla presenza dei giovani studenti
balcani del progettoNovi Bioskop Sarajevo in collaborazione
con Pesaro Capitale italiana della cultura e, dalle 17.30, le
proiezioni in collaborazione con il Busan Cinema Center, con
See the love di Jung Eun-joo, Homo Hundred Ballet di
Son Jung-mi e Picnic di Kim Yong-gyun.
La sera invece
spazio all’ultimo e scoppiettante appuntamento in Piazza. Dopo aver
accolto i grandi protagonisti per tutto l’arco del festival, Piazza
del Popolo sarà il luogo deputato alle premiazioni, con cerimonia
di rito, e ospiterà Luca Guadagnino che verrà premiato con
il Premio Pesaro Nuovo Cinema 60 prima di presentare al
pubblico l’ultimo suo lavoro Challengers, grande successo di
pubblico e critica.
La forza sovversiva,
ammaliante, rivoluzionaria e completamente destrutturata e
destrutturante delle nuove onde trova la sua patria a Pesaro nella
Mostra del Nuovo Cinema – ha dichiarato Guadagnino sul Premio –
Ricevere il premio della Sessantesima Edizione di una
rivoluzione che è costante e che continua a spezzare le griglie e
le gabbie soffocanti agli immaginari è naturalmente un onore
immenso. Il cinema è politico, ci hanno insegnato i Maestri delle
Nouvelle Vague e quindi prendo questo come un bellissimo premio
politico alla mia esperienza di cineasta che mai ha smesso di
guardare e di desiderare la prospettiva che è sempre stata al
centro dell’interesse del Nuovo Cinema di Pesaro.
Si spengono i
riflettori anche su La vela incantata – Cinema in Spiaggia,
organizzata con la collaborazione della Fondazione Centro
Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, location
suggestiva degli omaggi in 35mm a Mastroianni e Chiari con la
proiezione, alle 21.30, de La donna della domenica di Luigi
Comencini.
La Fondazione
Pesaro Nuovo Cinema è lieta di annunciare l’apertura della
58esima edizione della
Mostra Internazionale del Nuovo Cinema,sabato 18 giugno
alle ore 21.00 in Piazza del Popolo, con la proiezione di E.T.
l’extra-terrestre.
In occasione del
40° anniversario dell’uscita nelle sale, grazie alla collaborazione
di Universal Pictures Home Entertainment, arriva al festival il
film cult della storia del cinema diretto dal Premio
Oscar®Steven Spielberg, con gli allora
giovanissimi DrewBarrymore e Henry Thomas.
E.T. l’extra-terrestre, che racconta la storia di un
alieno che non riesce a tornare a casa e del rapporto che instaura
con la famiglia che lo trova, è impresso nell’immaginario
collettivo di più generazioni come film icona capace di travalicare
il genere della fantascienza ed è considerato uno dei più grandi
film di tutti i tempi.
La Mostra
Internazionale del Nuovo Cinema si terrà a Pesaro dal 18 al
25 giugno 2022 con il contributo del Ministero della Cultura –
Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, del Comune di Pesaro e
della Regione Marche.
La 59esima edizione della Mostra Internazionale del Nuovo
Cinema si terrà a Pesaro dal 17 al 24 giugno 2023
con il contributo del Ministero della Cultura – Direzione
Generale Cinema e Audiovisivo, della Regione Marche e del Comune di
Pesaro, il cui sindaco Matteo Ricci dichiara:
“Pesaro si prepara a vivere una stagione
ricca di eventi di carattere nazionale e internazionale. Una vera e
propria “Estate da Capitale”, che ci proietta verso Pesaro 2024,
Capitale italiana della Cultura”.
Il concorso
internazionale del festival diretto da Pedro Armocida, è
un caso quasi unico poiché è aperto a tutti i formati e a tutti i
registi, senza barriere d’età, di durata, di ‘genere’, pienamente
votato alla ricerca del ‘nuovo’ cinema e in una posizione di
avanscoperta dei nuovi linguaggi dell’audiovisivo. Anche per questa
nuova edizione il concorso sarà giudicato da tre giurie, una
composta da soli studenti, un’altra professionale con personalità
di rilievo internazionale e infine la giuria del nuovo Premio della
Critica Italiana (SNCCI) composta da critici del Sindacato
Nazionale Critici Italiani all’interno del protocollo firmato con
l’Associazione Festival Italiani di Cinema (AFIC).
Ad aprire ufficialmente
la 59esima edizione sarà il film cult e simbolo degli anni ’80:
Flashdance. A 40 anni dal suo debutto nelle sale
torna sul grande schermo in Italia grazie alla Mostra
Internazionale del nuovo cinema il film di Adrian Lyne con
un’indimenticabile Jennifer Beals, premiato con l’Oscar® per
la migliore canzone, Flashdance… What a Feeling di
Giorgio Moroder e Keith Forsey, eseguita da Irene
Cara.
Dopo
Liliana Cavani e Mario Martone, l’evento
speciale sul cinema italiano, organizzato con la Fondazione
Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale,
dedica la sua attenzione al cinema del Premio Oscar® Giuseppe
Tornatore. Verranno presentati tutti i suoi film per il cinema,
tra cui Ennio, straordinario documento su Morricone,
e Nuovo Cinema Paradiso nella versione restaurata, in
collaborazione con Cinecittà SpA, in occasione del suo 35esimo
compleanno. A omaggiare l’artista, che sarà ospite a Pesaro per una
tavola rotonda, anche una mostra fotografica e la monografia
Giuseppe Tornatore. Il cinema e i film (a cura
di Pedro Armocida e Emiliano Morreale), 85esimo
volume della collana Nuovocinema di Marsilio.
In
viaggio verso #Pesaro2024, capitale italiana della
cultura, la Mostra intende rendere omaggio
al cinema italiano più popolare incontrando grandi autori e
presentando film che hanno fatto la storia del cinema, non solo
italiano. Il luogo eletto all’incontro con grandi personaggi e a
racconti di vita è il Cinema in Piazza. Oltre al film di
apertura, Flashdance, e di chiusura, Nuovo cinema
paradiso, la Piazza ospiterà una serie di proiezioni
accompagnate dai suoi protagonisti come Dante Ferretti, il
grande scenografo Premio Oscar®, che accompagnerà la presentazione
della sua autobiografia Immaginare prima. Le mie due
nascite, il cinema, gli Oscar (di Dante Ferretti con
David Miliozzi, edizioni Jimenz) in
occasione degli 80 anni con la proiezione di Hugo Cabret di
Martin Scorsese per cui ha vinto la terza statuetta.
Carlo Verdone racconterà al pubblico la sua straordinaria
carriera e presenterà Borotalco, che lo scorso anno ha
compiuto 40 anni, in cui per la prima volta interpreta un
protagonista a tutto tondo.
Grande
attesa ancheper le anteprime
mondialidella Mostra. Si parte con uno dei
maggiori poeti della seconda metà del Novecento e protagonista
della scena culturale romana, Dario Bellezza a cui è
dedicato il documentario Bellezza, addio –
prodotto da Zivago Film e Luce Cinecittà
–di Carmen Giardina e
Massimiliano Palmese, gli stessi registi de Il caso
Braibanti che proprio dal festival, nel 2020, ha iniziato un
percorso che lo ha portato ad avere un grande riscontro di pubblico
e di critica. Di tutt’altro tenore è Cocoricò tapes il
documentario firmato da Francesco Tavella, che racconta con
immagini inedite e materiali d’archivio le lunghe notti della
discoteca romagnola divenuta luogo di espressione artistica,
politica e sociale negli anni ‘90. C’è poi un sorprendente esordio
alla regia, quello di Alessandro Marzullo che ha anche
scritto la sceneggiatura di Non credo in niente, un viaggio
notturno nell’anima di quattro ragazzi alla soglia dei trent’anni
che non vogliono rinunciare alle proprie passioni con un
cast di giovani interpreti come Demetra Bellina, Giuseppe
Cristiano, Renata Malinconico, Mario Russo, Lorenzo Lazzarini,
Gabriel Montesi, Antonio Orlando e Jun Ichikawa.
Anche un cortometraggio in anteprima mondiale, Sognando
Venezia, che sarà presentato dalla sua regista Elisabetta
Giannini e dai protagonisti Francesco Di Leva, appena
premiato ai David di Donatello come miglior attore non protagonista
per Nostalgia di Mario Martone e da sua figlia Morena Di
Leva.
La
musica torna protagonistaanche della
59esima edizione con il concerto in Piazza, nel giorno della festa
mondiale della musica, il 21 giugno, a cura degli allievi del
Conservatorio di Musica G. Rossini, e con Il muro del
suono, progetto sperimentale, dedicato a Zagor
Camillas, che vede l’incontro di cinema, note,
visioni e musica con quattro concerti con artisti come Obelisco
Nero e Vittorio Ondedei, Pivio, Giacomo
Laser, Salvatore Insana e Silvia
Cignoli.
Peculiare alla Mostra Internazionaleil suo sguardo sul mondoattraverso un
ampio ventaglio di proposte legate al nuovo cinema come l’inedito
programma di cinema sperimentale argentino contemporaneo e i
due focus dedicati ad altrettante registe, la tedesca
Milena Gierke e l’anglo-palestinese Rosalind
Nashashibi. Mentre Le lezioni di storia di Federico
Rossin sono concentrate su alcuni paesi dell’Europa dell’Est,
come Ungheria, Romania, Polonia, dove, in piena Guerra
Fredda, decine di cineasti hanno sfidato le autorità
filo-sovietiche per realizzare film sperimentali sovente in aperta
rottura politica, estetica ed economica.
In quest’ottica si
inserisce anche l’apertura della Mostra verso il cinema
dell’Uzbekistan, che porterà a una collaborazione con il suo
festival nazionale, il Tashkent Film
Festival, con l’omaggio al maggiore cineasta uzbeko,
Ali Chamraev, che presenterà a Pesaro il suo film del 1971,
Senza paura, ambientato negli anni ‘20 ma con un tema molto
attuale legato alla modernizzazione del Paese quando alle donne fu
permesso di togliere il velo.
Immancabili i focus
che il festival di Pesaro dedica ogni anno a
personalità innovative, attraverso approfondimenti e proiezioni. A
Igor Imhoff è dedicato il focus dell’ottava edizione di
“Animatori italiani oggi”, rassegna non competitiva curata
da Pierpaolo Loffreda, riservata alle più recenti opere
realizzate da autori italiani di cinema d’animazione. La sezione
Videoclip Italia, a cura di Luca Pacilio e che
presenterà i migliori 20 videoclip italiani, dedica il focus
all’autore Simone Rovellini.
Il mare e la spiaggia
come leit motiv di una Mostra radicata nel
territorio: la rassegna La Vela Incantata – Cinema in
spiaggia accende i riflettori su alcuni dei più interessanti
film – tutti in pellicola – di cui quest’anno ricorre il
cinquantesimo anniversario, con la preziosa collaborazione della
Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia.
Inaugurato due anni fa
con grande successo, torna il Pesaro Film Festival Circus,
il festival nel festival curato da Giulietta Fara, ideato e
pensato per i più piccoli con proiezioni di film di animazione in
anteprima italiana e con workshop dedicati.
La Mostra del Nuovo
Cinema si impegna a seguire l’innovativo
protocollo Green dell’Associazione Festival Italiani di
Cinema per proseguire un discorso di attenzione all’ambiente già
intrapreso grazie al Comune di Pesaro, ad esempio, con la
Bicipolitana.
Da sempre vicino ai temi
del sociale, dal 2021 Emergency è charity Partner della
Mostra, dove presenterà un nuovo film – Battima, diretto da
Federico Demattè – del suo concorso Una storia per
Emergency. Un importante spazio di riflessione sarà anche
dedicato al tema della disabilitàospitando il progetto Eleanor.
L’Associazione Premio Eleanor Worthington (APEW-ODV) si propone di
suscitare consapevolezza riguardo alla disabilità.
La Mostra del Nuovo
Cinema ha introdotto lo scorso anno la lingua dei segni
italiana per alcuni eventi in Piazza e si impegna a rinnovare e
a ampliare questa attenzione verso il pubblico dei sordi.
Il
legame con la scuola e con l’educazione dei giovani alla settima
arte è una delle mission più importanti della Mostra. In
occasione del centenario Vittorio De Seta prosegue la
collaborazione con la Rete di Cooperazione Educativa e INDIRE che
proporrà gli altri episodi della serie capolavoro della Rai del
grande documentarista, Quando la scuola cambia del 1979.
Sempre In collaborazione con INDIRE, il festival partecipa
all’iniziativa “La Scuola allo schermo” e tiene il primo concorso
in Italia, e uno dei pochi internazionali, a cura di Chiara
Grizzaffi e di Andrea Minuz dedicato ai video essay
degli studenti di cinema di tutto il mondo, la nuova forma di
critica cinematografica. Sempre nell’ottica della formazione del
pubblico del domani, in collaborazione con il Sindacato Nazionale
Critici Cinematografici Italiani (SNCCI), la Mostra organizza un
concorso per critici/recensori, intitolato a Lino Miccichè,
fondatore della Mostra. Tra le novità di questa
edizione il workshop sul Super8 a cura di Gianmarco Torri e
di Karianne Fiorini. Continua la collaborazione con CNA
Cinema Marche, Fondazione Marche Cultura e Marche Film Commission
con l’organizzazione di una tavola rotonda su cinema e
industria.
In uno degli spazi più
prestigiosi di Pesaro dedicato all’arte contemporanea, la
Pescheria, si svolgeranno tutte le mattine numerosi incontri,
tavole rotonde, dibattiti con gli autori.
Cinema,
musica, ed anche arte: la Mostra accoglierà per tutta la sua durata
le esposizioni degli artisti Federica Foglia e Erik
Negro nella prestigiosa cornice dello “spazio bianco”, a cura
di Fulvio Baglivi, Mauro Santini e Roberto Turigliatto, in
collaborazione con Fuori Orario e Rai Cultura.
Commenta ancora il
Sindaco di Pesaro Matteo Ricci: “La Mostra Internazionale
del Nuovo Cinema è una tappa fondamentale di questo bellissimo
viaggio, non solo per il programma straordinario che è stato
annunciato, ma anche per la capacità che ogni anno ha di
rinnovarsi, crescere e attrarre un pubblico sempre più ampio,
mettendo ben in risalto le linee strategiche che l’Amministrazione
sta portando avanti. La cultura, la bellezza, la sostenibilità, la
tradizione, l’innovazione: contaminazioni che si ritrovano nella
narrazione della manifestazione, con un programma di alto livello,
ma in grado di parlare in maniera trasversale sia ai giovani che
agli adulti”.
Il manifesto e la sigla della 59esima edizione della Mostra sono
firmati da
Luca Lumaca.
Si è appena
conclusa la 58esima edizione della
Mostra Internazionale del Nuovo Cinema a Pesaro con il
contributo del Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema
e Audiovisivo, del Comune di Pesaro e della Regione Marche.
Le tre giurie del
concorso ufficiale hanno decretato i propri vincitori:
la giuria internazionale, composta dall’attore italiano
Tommaso Ragno, la regista portoghese Rita Azevedo Gomes e il
regista spagnolo Carlos Casas ha assegnato il Premio Pesaro
Nuovo Cinema a LES IMAGES QUI VONT SUIVRE N’ONT JAMAIS
EXISTÉ (Francia, 2022) di Noé Grenier con la seguente
motivazione:Il cinema per prima cosa è luce che illumina il
buio: in un mondo che sembra andare verso la sua fine (ed è una
tematica ricorrente nei film proposti in questa selezione) questo
film offre un gesto di resistenza a questo buio, e dà un impulso a
proseguire la memoria e la persistenza delle immagini in movimento
della nostra memoria. Per noi il cinema è quando “gli occhi miei si
chiudono solo a guardarmi dentro” per citare un verso del poeta
Byron, nato un secolo prima della nascita del cinema.
Prima menzione speciale HERBARIA (Argentina/Germania, 2022,
83’) di Leandro Listorti da parte della Giuria
Internazionale
Per la sua concisione e per la sua intelligenza rara nel
lavoro di montaggio, il film da spazio al silenzio, stabilendo una
relazione fra il processo lento e minuzioso della preservazione
della memoria in due campi che sembrano diversi e che diventano
sorprendentemente consanguinei. Per questo, per la sua bellezza e
per la sua sobrietà, abbiamo deciso di dare la prima menzione a
Herbaria di Leandro Listorti.
Seconda menzione speciale FESTINA LENTE (Francia/Tunisia,
2021, 21’) di Baya Medhaffar da parte della Giuria
Internazionale
Per un’opera prima che dà speranza a un cinema a venire e che
intreccia la memoria personale con la memoria del mondo abbiamo
deciso di attribuire la seconda menzione speciale a FESTINA LENTE
di Baya Medhaffar.
la giuria giovani, composta da ventotto studenti
provenienti dalle università di tutta Italia con insegnamenti di
storia del cinema e dalle principali scuole di cinema e accademie
di belle arti, ha scelto TUGGING DIARY (Hong Kong, 2021) di Yan
Wai Yin con la seguente motivazione:per aver restituito con
efficacia il clima di contestazione di Hong-Kong tramite un
linguaggio rivoluzionario, caratterizzato dal connubio immersivo
tra la ruvidità delle immagini e il lirismo del commento
sonoro.
Menzione speciale a ALIZAVA (Lituania, 2021) di Andrius
Žemaitis da parte della Giuria giovani
un film di fantasmi intriso di realismo che concretizza i
sensi nel rito, nelle presenze/assenze che cadono nell’onirico; per
le scelte tecniche evocative di un immaginario sospeso.
la giuria SNCCI, composta da Andreina Di Sanzo, Massimo
Lechi e Simone Soranna, critici del Sindacato Nazionale Critici
Italiani ha premiato Alizava di Andrius Žemaitis con la
seguente motivazione:
Per aver saputo
restituire la complessità del punto di vista infantile attraverso
una messa in scena che, con straordinaria creatività, fa coesistere
armonicamente stili e generi cinematografici differenti.
Il concorso
(Ri)MontaggiIl cinema attraverso le immagini,
composta da Claudio Casazza, Daniele Dottorini, Barbara Sorrentini,
ha assegnato il premio a Prendre conscience / Perdre
connaissance di Occitane Lacurie con la seguente
motivazione:
Per
l’originalità di un percorso che permette di confrontare un film
cardine della modernità come L’anno scorso a Marienbad e una serie
tv come Westworld, illuminando entrambe le opere con un nuovo
sguardo teorico.
Menzione
speciale a Riding Horses, Riding Bikes: Horses, bicycles and
shifting heroes di Edoardo Spallazzi della Giuria
Ri-Montaggi
Per il rigore
nella ricerca, nella scelta e nel montaggio delle immagini,
all’interno di un percorso di analisi suggestivo e acuto, capace di
cavalcare sessanta anni di immaginario del cinema
americano.
La nuova sezione
Vedomusica, dedicata ai videoclip e composta da Ilaria
Feole, Tomas Marcuzzi (Uolli) e Giulio Sangiorgio, premia
AmamAncora – di Nzira diretto da Bianca
Peruzzi con la seguente motivazione:
Per la capacità
di raccontare con sguardo insieme delicato e crudo un universo
fuori dalle norme dei generi, evitando la retorica della diversità
e rifiutandosi al catalogo di moda, con una forma che
rispetta l’imperfezione e sa cercare in essa sentimenti ed
estasi, il premio va a Amam ancora di Nzira diretto da Bianca
Peruzzi, un videoclip che occupa un continuum estetico che va da
Caravaggio a Matthew Barney e accompagna la canzone neomelodica nel
presente sognante e fluido del cinema surrealista di Bertrand
Mandico e Yann Gonzalez.
Anche i più
piccoli hanno decretato il loro vincitore: la giuriaBimbi della sezione Pesaro Film Festival Circus ha premiato
Nahuel Y el libro magico di German
Acuňa, oltre ad avergli dedicato il maggiore
applauso in sala.
Sono stati inoltre
consegnati i riconoscimenti ai vincitori del Premio Lino
Miccichè per la critica cinematografica. La giuria del premio,
composta da Pedro Armocida, Luisa Ceretto, Andrea Miccichè,
Francesco Miccichè, Franco Montini, Cristiana Paternò, Paola
Olivieri, Bruno Torri, ha decretato i seguenti vincitori:
PREMI SEZIONE A
(studenti delle scuole secondarie di secondo grado):
1° Premio a
LORENZO PUGLIA per il saggio su Il Divin Codino di Letizia
Lamartire
2° Premio a
GIUSEPPE FAMULARI per il saggio su A Classic Horror Story di
Roberto De Feo, Paolo Strippoli
3° Premio a
ELETTRA BATTISTEL per il saggio su C’mon, c’mon di Mike Mills
PREMI SEZIONE B
(studenti universitari/associazioni culturali/scuole di
cinema):
1° Premio a DAVIDE
GRAVINA per il saggio su Drive My Car di Ryūsuke Hamaguchi
2° Premio a
LEONARDO STRANO per il saggio su Antidisturbios e il cinema di
Rodrigo Sorogoyen
3° Premio a
BENEDETTA SOFIA RAIMONDI per il saggio su Il potere del cane di
Jane Campion
La Mostra
Internazionale del Nuovo Cinema compie 55 anni e per la sua 56esima
edizione, diretta da Pedro Armocida, a Pesaro dal
22 al 29 agosto 2020, sta preparando un programma che coniugherà il
suo passato stupefacente al futuro del nuovo cinema.
Oggi viene
svelato il manifesto, la cui illustrazione è stata affidata a
Virginia Mori, che così spiega l’idea per la sua narrazione
“Nouvelle vague”: «Il mare racchiuso nella montatura di
occhiali tipici anni ’70, a ricordare maestri quali Pasolini o
Godard, che con il loro cinema hanno stravolto e rivoluzionato il
concetto di visione, un’onda come riferimento ai cambiamenti e
movimenti intesi come trasformazioni in cui inevitabilmente
qualcosa si perde, creando comunque lo spazio per scoprire nuovi
eventi. Il volto verso l’alto a ricordare di non limitare lo
sguardo solo alla nostra altezza e coltivare
l’immaginazione».
E aggiunge:
«Ho vissuto la mia infanzia nel centro storico di Pesaro e sin
da quando ero bambina ho vissuto la Mostra Internazionale del nuovo
Cinema e le sue sale buie come una magia e come un piccolo rifugio
dalla luce accecante estiva di una città di mare, entravo in quelle
sale spesso senza conoscere il programma, sempre fiduciosa che
avrei imparato qualcosa di nuovo e così è sempre stato».
L’elaborazione
grafica del manifesto è a cura di COMMUNICATION LAB – Pesaro.
Virginia
Mori nasce a Cattolica nel 1981. Vive e lavora tra Pesaro e
Milano. Si perfeziona in Illustrazione e Animazione all’Istituto
Statale d’Arte di Urbino, esperienza formativa che contribuisce a
costruire e consolidare il suo immaginario artistico e le permette
di muovere i primi passi nella realizzazione di corti di animazione
tradizionale e nell’illustrazione. Le sue tecniche d’elezione sono la matita,
l’inchiostro e la penna bic su carta. Partecipa a diversi
eventi artistici in Italia e all’estero. Nel 2008 vince il premio
“SRG SSR Idée suisse” all’Annecy Call for Projects, che le permette
di realizzare Il gioco del silenzio, un corto di animazione
premiato e selezionato in diversi festival internazionali che, di
fatto, lancia la sua carriera d’illustratrice e regista di
animazione. Nel 2011 vince il premio “Abbaye de Fontevraud” grazie
al quale, sommato all’apporto di 25 Films Paris, realizza
Haircut, selezionato in concorso al Festival Internazionale
di animazione di Annecy 2015 e in molti altri festival in tutto il
mondo. Mori lavora inoltre freelance per editori, gallerie e altri
clienti, fra cui il collettivo Withstand con cui ha realizzato le
illustrazioni del videoclip musicale “Walt Grace’s Submarine Test”
di John Mayer, con la regia di Virgilio Villoresi, e il libro
animato Vento. Fra le altre collaborazioni può vantare Blu Gallery
(Bologna), Club Sensible Gallery (Paris), Echale Guindas gallery
(Madrid), Feinkunst Krueger Gallery (Hamburg), Pelledoca editore
(Milan), Penguin Random House, Einaudi Ragazzi, Vogue Arts, Gucci,
Fendi, Feltrinelli Editore, Bollati e Boringhieri, Libreria di
Frusaglia (Pesaro) e Modo Infoshop (Bologna).
Da domani, fino al 10 settembre, il
Lido di Venezia ospiterà per la 68esima volta uno dei Festival di
Cinema più importanti d’Europa e sicuramente il più longevo del
mondo.
The
Reluctant Fundamentalist, il nuovo film diretto dalla
regista indiana Mira Nair, è il film di
apertura – fuori Concorso – della 69. Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
La giura della prossima Mostra del
Cinema di Venezia ha preso forma, ed ecco infatti i prestigiosi
nomi che seguiranno il Presidente Micheal Mann nella scelta dei
futuri vincitori:
La Fondazione Pesaro
Nuovo Cinema è orgogliosa di svelare a poco più di un mese dalla
partenza i contenuti principali della 59esima edizione della Mostra Internazionale del Nuovo
Cinema, che si terrà a Pesaro dal 17 al 24 giugno
2023 con il contributo del Ministero della Cultura –
Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, del Comune di Pesaro e
della Regione Marche.
Il concorso
internazionale del festival diretto da Pedro Armocida, è
un caso quasi unico poiché è aperto a tutti i formati e a tutti i
registi, senza barriere d’età, di durata, di ‘genere’, pienamente
votato alla ricerca del ‘nuovo’ cinema e in una posizione di
avanscoperta dei nuovi linguaggi dell’audiovisivo. Anche per questa
nuova edizione il concorso sarà giudicato da tre giurie, una
composta da soli studenti, un’altra professionale con personalità
di rilievo internazionale e infine la giuria del nuovo Premio della
Critica Italiana (SNCCI) composta da critici del Sindacato
Nazionale Critici Italiani all’interno del protocollo firmato con
l’Associazione Festival Italiani di Cinema (AFIC).
Ad
aprire la 59esima edizione del festival sarà quest’anno il già
annunciato film cult e simbolo degli anni ’80:
Flashdance. A 40 anni dal suo debutto nelle sale
torna sul grande schermo in Italia grazie alla Mostra
Internazionale del nuovo cinema il film di Adrian Lyne con
un’indimenticabile Jennifer Beals, premiato con l’Oscar® per
la migliore canzone, Flashdance… What a Feeling di
Giorgio Moroder e Keith Forsey, eseguita da Irene
Cara.
Dopo
Liliana Cavani e Mario Martone, l’evento speciale sul
cinema italiano, organizzato con la Fondazione Centro
Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, dedica la
sua attenzione al cinema del Premio Oscar® Giuseppe
Tornatore. Verranno presentati tutti i suoi film per il cinema,
tra cui Ennio, straordinario documento su Morricone,
e Nuovo Cinema Paradiso nella versione restaurata, in
collaborazione con Cinecittà SpA, in occasione del suo 35esimo
compleanno. A omaggiare l’artista, che sarà ospite a Pesaro per una
tavola rotonda, anche una mostra fotografica e la monografia
Giuseppe Tornatore. Il cinema e i film (a cura
di Pedro Armocida e Emiliano Morreale), 85esimo
volume della collana Nuovocinema di Marsilio.
In
viaggio verso #Pesaro2024, capitale italiana della
cultura, la Mostra intende rendere omaggio
al cinema italiano più popolare incontrando grandi autori e
presentando film che hanno fatto la storia del cinema, non solo
italiano. Il luogo eletto all’incontro con grandi personaggi e a
racconti di vita è il Cinema in Piazza. Oltre al film di
apertura, Flashdance, e di chiusura, Nuovo cinema
paradiso, la Piazza ospiterà una serie di proiezioni
accompagnate dai suoi protagonisti come Dante Ferretti, il
grande scenografo Premio Oscar®, che accompagnerà la presentazione
della sua autobiografia Immaginare prima. Le mie due
nascite, il cinema, gli Oscar (di Dante Ferretti con
David Miliozzi, edizioni Jimenz) in
occasione degli 80 anni con la proiezione di Hugo Cabret di
Martin Scorsese per cui ha vinto la terza statuetta.
Carlo Verdone racconterà al pubblico la sua straordinaria
carriera e presenterà Borotalco, che lo scorso anno ha
compiuto 40 anni, in cui per la prima volta interpreta un
protagonista a tutto tondo.
Grande
attesa ancheper le anteprime
mondialidella Mostra. Si parte con uno dei
maggiori poeti della seconda metà del Novecento e protagonista
della scena culturale romana, Dario Bellezza a cui è
dedicato il documentario Bellezza, addio di Carmen
Giardina e Massimiliano Palmese, gli stessi registi de
Il caso Braibanti che proprio dal festival, nel 2020, ha
iniziato un percorso che lo ha portato ad avere un grande riscontro
di pubblico e di critica. Di tutt’altro tenore è Cocoricò
tapes il documentario firmato da Francesco Tavella, che
racconta con immagini inedite e materiali d’archivio le lunghe
notti della discoteca romagnola divenuta luogo di espressione
artistica, politica e sociale negli anni ‘90. C’è poi un
sorprendente esordio alla regia, quello di Alessandro
Marzullo che ha anche scritto la sceneggiatura diNon credo in niente,
un viaggio notturno nell’anima di quattro ragazzi alla soglia dei
trent’anni che non vogliono rinunciare alle proprie passioni
con un cast di giovani interpreti come Demetra Bellina,
Giuseppe Cristiano, Renata Malinconico, Mario Russo, Lorenzo
Lazzarini, Gabriel Montesi, Antonio Orlando e Jun
Ichikawa. Anche un cortometraggio in anteprima
mondiale, Sognando Venezia, che sarà presentato dalla sua
regista Elisabetta Giannini e dai protagonisti Francesco
Di Leva, appena premiato ai David di Donatello come miglior
attore non protagonista per Nostalgia di Mario Martone e da
sua figlia Morena Di Leva.
La
musica torna protagonistaanche della
59esima edizione con il concerto in Piazza a Pesaro,La musica classica nel cinema, nel
giorno della festa mondiale della musica, il 21 giugno, a cura
degli allievi del Conservatorio di Musica G. Rossini, e con
Il muro del suono, progetto sperimentale, dedicato a
Zagor Camillas, che vede l’incontro di cinema,
note, visioni e musica con quattro concerti con artisti come
Obelisco Nero e Vittorio Ondedei, Pivio,
Giacomo Laser, Salvatore Insana e Silvia
Cignoli.
Peculiare alla Mostra Internazionaleil suo sguardo sul mondoattraverso un
ampio ventaglio di proposte legate al nuovo cinema come l’inedito
programma di cinema sperimentale argentino contemporaneo e i
due focus dedicati ad altrettante registe, la tedesca
Milena Gierke e la palestinese-inglese Rosalind
Nashashibi. Mentre Le lezioni di storia di Federico
Rossin sono concentrate su alcuni paesi dell’Europa dell’Est,
come Ungheria, Romania, Polonia, dove, in piena Guerra Fredda,
decine di cineasti hanno sfidato le autorità filo-sovietiche per
realizzare film sperimentali sovente in aperta rottura politica,
estetica ed economica.
In quest’ottica si
inserisce anche l’apertura della Mostra verso il cinema
dell’Uzbekistan, che porterà a una collaborazione con il suo
festival nazionale, il Tashkent Film
Festival, con l’omaggio al maggiore cineasta uzbeko,
Ali Chamraev, che presenterà a Pesaro il suo film del 1971,
Senza paura, ambientato negli anni ‘20 ma con un tema molto
attuale legato alla modernizzazione del Paese quando alle donne fu
permesso di togliere il velo. Il manifesto e la sigla della 59esima
edizione della Mostra sono firmati da Luca Lumaca.
Ecco un altro giocatore che, per
soldi, mette in palio la vita. Da miniserie a film, Most
Dangerous game è la corsa disperata all’oro di un uomo
(Liam
Hemsworth) in fin di vita e pieno di debiti. Un
lungometraggio dalle ottime premesse in termini di cast e regia e
che mette in scena azione, intrigo e mistero ma senza riuscire a
centrare il segno. Vediamo perché.
Most Dangerous Game: la trama
Dodge Raynard (Liam
Hemsworth), giovane imprenditore, corridore accanito
ed ex atleta, scopre di essere malato di cancro. Non gli restano
che poche settimane. Come se non bastasse, è indebitato fino
al collo. Per permettere le cure necessarie alla moglie incinta
(Sarah Godon), Dodge ha
rinunciato alla sua assicurazione. Alla ricerca disperata dei
soldi per curarsi e per garantire la sopravvivenza economica alla
sua famiglia, Raynard accetta la proposta di un
assicuratore misterioso (Christoph
Waltz).
Dodge è invitato a
partecipare ad un gioco: per 24 ore, deve fuggire da cinque
inseguitori misteriosi, pronti ad ucciderlo. La ricompensa in
denaro è garantita. Non avendo nulla da perdere,
Dodge accetta di partecipare alla folle caccia all’uomo,
mettendo in pericolo la sua famiglia e sfiorando i limiti della
follia.
Le disavventure di Most Dangerous
Game
Most Dangerous
Game nasce come una serie in short format: 15 episodi
da una decina di minuti circa che vanno a comporre un
Movies-in-chapter, un film a capitoli. A lanciarla è
Quibi – la piattaforma realizzata
da Jeffrey Katzenberg per lo streaming sui
cellulari. Purtroppo Quibi è stata avviata nel
2020, in piena pandemia, e ha dovuto chiudere pochi mesi dopo.
Il format, geniale per la un
servizio streaming per smartphone, viene cambiato dal nuovo
distributore del film, Amazon Prime
Video. Nasce così il lungometraggio Most
Dangerous Game. La rielaborazione del girato non è però
delle migliori: il film risulta spesso ripetitivo, come se i
singoli episodi fossero semplicemente stati incollati uno dopo
l’altro, senza troppo sforzo. Inoltre, la qualità è bassa: è
evidente che si tratta di una produzione CBS in cui le scene
d’azione sono fatte al risparmio. D’altronde, parliamo di un
prodotto nato per il piccolissimo schermo.
Nomi importanti per risultati
mediocri
Il regista di Most
Dangerous Game è Phil Abraham, il
noto autore di serie cult come I Soprano o
Mad Men.
Lo sceneggiatore Nick Santora non è da meno.
Nonostante ciò, il passaggio dalla migliore tv HBO ai bassi budget del network
CBS viene accusato dagli autori. Manca una storia
avvincente e coinvolgente. L’aspetto drammatico della malattia del
protagonista non viene approfondito abbastanza da creare empatia.
La trama è completamente sbilanciata verso l’azione, senz’altro
necessaria ma non sufficiente a coinvolgere lo spettatore.
Nulla da dire però alla recitazione
di Hemsworth (The
dressmaker – Il diavolo è tornato) e di Waltz (Spectre):
è ottima e non stucchevole. Il primo è perfetto per la parte
dell’uomo prestante, la cui fisicità esprime forza e agilità.
D’altro canto però, sembra tutt’altro che malato: viene da
chiedersi, ha realmente un tumore? Come può essere in fin di vita?
Dal canto suo, Waltz
veste bene i panni del furbo imprenditore che opera ai limiti della
legalità, personaggio rassicurante ma anche manipolatore, a tratti
subdolo.
Siamo sulla falsa riga di Squid
Game
Forse il motivo per cui Most
Dangerous Game non ci conquista è perché abbiamo in
mente un prodotto simile ma estremamente più forte: Squid Game,
la serie Netflix
coreana che ha conquistato appassionati e non dei giochi di
sopravvivenza.
Thriller, dramma e horror in una
realtà distopica, inserita nel mondo ordinario ma ben nascosta.
Tutti questi elementi, seppur in proporzioni differenti, sono
presenti in Squid Game
come in Most Dangerous Game. Anche nel film, c’è
un padre che ha bisogno di soldi per garantire un futuro alla sua
famiglia e un uomo ”generoso” e cordiale pronto a offrire una
soluzione. Al centro del prodotto americano però, non c’è un
personaggio ridotto in estrema povertà come in Squid
Game, ma un giovane di successo. Il film vorrebbe
criticare il sistema sanitario statunitense, ma non riesce fino in
fondo nel suo intento politico.
In conclusione, Most
Dangerous Gameè un film d’azione
che non dice nulla di nuovo: ha tutti gli ingredienti per
funzionare ma non ha la forza di superare la concorrenza.
Luciana, una giovane spagnola da
poco arrivata a New York è in fuga dal proprio passato. Sola e
senza documenti, il suo unico scopo è trovare un modo per
guadagnare quel tanto che le permetta di sopravvivere nella
Grande Mela. Un giorno, grazie alla sua amica e collega Olga, le
viene proposto un lavoro interessante, completamente diverso da
quelli che è abituata a fare: le offrono 2.000 dollari per andare
ad una festa “esclusiva” vestita elegante: nessun contatto fisico,
dovrà solo “reggere il gioco” degli ospiti. Luciana accetta ma la
festa conduce ad una stanza misteriosa: la suspense va oltre ogni
immaginazione.
Most beautiful
island è l’opera prima dell’attrice Ana
Asensio, è stato presentato al festival dell’innovazione
di Austin, Texas, il famoso South by Southwest
dove ha vinto il premio della critica e si rivela essere un’opera
semplice ma allo stesso tempo complessa e interessante.
Girato in 16 mm, rivela una New York
luminosa, caotica e misteriosa, oltre che poco accogliente per chi
arriva a cercare fortuna. Luciana ha un passato che riusciamo solo
a intuire, che l’ha provata emotivamente, quasi da renderla
insofferente alle reazioni più involontarie di autoprotezione. In
una scena che si rivelerà importante successivamente per capire il
carattere di Luciana.
Most beautiful
island è un thriller lineare ma anche una metafora
dell’immigrazione e un racconto sulla resilienza come modo per
sopravvivere ai tempi peggiori. Girato prevalentemente in interni
claustrofobici, con riferimento allo stile di Roman
Polanski e qualche richiamo a Kubrick di Eyes wide
shut, il film ha invece una sequenza iniziale piena di
gente nelle strade affollate della grandi strade della Grande Mela
dove nella moltitudine di facce si nascondono persone storie e
umanità, dalle vicende più o meno complicate.
Mike Flaherty (Paul
Giamatti) è uno scalcinato avvocato che trova la sua realizzazione
lavorando anche come allenatore della squadra di lotta di un liceo
newyorchese. Mike viene nominato tutore legale di un suo anziano
cliente, ma quando la nipote di quest’ultimo, fuggita da casa, si
rifugia dal nonno, la sua vita e quella dei ragazzi che allena
subiranno delle brusche modificazioni.
Le storie di Alexandre
Dumas sono parte integrante dell’adolescenza o addirittura
dell’infanzia di molti adulti che oggi, alla notizia dell’arrivo al
cinema dei Moschettieri del Re di
Giovanni Veronesi, avranno un sussulto e saranno
spinti da un moto nostalgico a pagare il biglietto per vedere su
grande schermo la “penultima avventura” di Athos, Porthos, Aramis e
D’Artagnan.
A metà strata tra 20 anni dopo
e Il visconte di Gragelonne, Veronesi racconta dei quattro
moschettieri che, dopo tanti anni di abbandono, vengono richiamati
alle armi dalla Regina Anna, per compiere un’ultima missione:
ostacolare i piani di Mazarino che perseguita gli Ugonotti, in fuga
verso le coste inglesi. Prestissimo però ci accorgiamo che il
pretesto letterario diventa solo un’abito che nasconde l’omaggio al
cinema italiano, e in particolare al Brancaleone di
Monicelli.
I quattro spassosissimi
protagonisti,
Pierfrancesco Favino,
Rocco Papaleo,
Sergio Rubini e Valerio Mastandrea, non fanno nulla per
mascherare la loro inflessione dialettale, tranne il finto accento
francese di Favino, che diventa un potente mezzo comico
per tutto il film. Nonostante la caratterizzazione regionale, la
geografia del posto è completamente assente, e nonostante la
missione ben precisa affidata ai moschettieri, questi si aggirano
quasi distrattamente per campagne e paesi, apparentemente senza uno
scopo.
Nonostante la dichiarata natura
fiabesca del film, con buona pace del pretesto storico,
Moschettieri del Re è completamente privo di
riferimenti, di coordinate. I protagonisti sono vecchi e
acciaccati, caratteristica che diventa portante nella narrazione di
ognuna delle gag comiche trai quattro: D’Artagnan è diventato
allevatore di maiali e porta con sé l’olezzo del mestiere; Athos è
completamente abbandonato ai suoi vizi, roso dalla sifilide e
completamente smemorato; Porthos è un alcolizzato stanco, disilluso
e arrugginito; Aramis, il guardiano dell’etica del gruppo, è
diventato frate per fuggire ai debiti di gioco ma non riesce a
tenersi fuori dalla battaglia.
Nonostante la natura poco coesa
della storia e un finale così pretestuoso da lasciare increduli,
quello che davvero manca nel film è una visione registica
d’insieme. Veronesi non si dimostra all’altezza, delle scene
d’azione soprattutto, e non riesce a dare coesione a quelle di
gruppo, affidandosi troppo spesso a riprese dall’alto che tentano
addirittura di dare una dimensione epica all’avanzata a cavallo dei
protagonisti.
I Moschettieri del
Re non manca di alcune trovate divertenti, come l’utilizzo
di Prisencolinensinainciusol di Adriano
Celentano, e i siparietti comici, spesso improvvisati,
trai quattro istrioni, ma rimane un film confuso, senza struttura
e, soprattutto nel finale, immotivatamente ambizioso nel suo
accennare una riflessione sul fenomeno dell’immigrazione, in
maniera abbozzata e semplicistica.
In occasione dell’uscita di
Moschettieri
del Re abbiamo avuto il piacere di intervistare
anche i protagonisti Valerio Mastandrea, Sergio Rubini,
Rocco Papaleo e Lele Vannoli.
Gli attori interpretano,
rispettivamente, Porthos, Aramis e Athos, mentre Vannoli è il
divertente “servo muto”, indispensabile aiutante dei moschettieri
nella loro penultima missione!
Il cast
di Moschettieri del Re è completato da
Margherita Buy nei panni della Regina Anna e Pierfrancesco Favino
in quelli di D’Artagnan. Il film segna ritorno alla commedia
di Giovanni Veronesi. Il film nasce come una
co-produzione Indiana Production e Vision Distribution e sarà
distribuito nelle sale dal 27 dicembre
prossimo da Vision Distribution.
Moschettieri del Re, il film
D’Artagnan (Pierfrancesco
Favino), Porthos (Valerio Mastandrea), Athos
(Rocco Papaleo) e Aramis (Sergio Rubini). Oggi
sono un allevatore di bestiame con un improbabile accento francese,
un castellano lussurioso, un frate indebitato e un locandiere
ubriacone, che per amor patrio saranno di nuovo
moschettieri. Cinici, disillusi e sempre abilissimi con spade
e moschetti, saranno richiamati all’avventura dalla
Regina Anna (Margherita Buy) per salvare la Francia dalle
trame ordite a corte dal perfido Cardinale Mazzarino
(Alessandro Haber), con la sua cospiratrice Milady
(Giulia Bevilacqua). Affiancati nelle loro gesta
dall’inscalfibile Servo muto (Lele Vannoli) e da
un’esuberante Ancella (Matilde Gioli), i quattro – in
sella a destrieri più o meno fedeli – combatteranno per la libertà
dei perseguitati Ugonotti e per la salvezza del giovanissimo,
parruccato e dissoluto Luigi XIV (Marco Todisco).
Muovendosi al confine tra realtà e fantasia, i nostri si
spingeranno fino a Suppergiù, provando a portare a termine un’altra
incredibile missione. Difficile dire se sarà l’ultima o la
penultima.
In occasione dell’uscita al cinema
di Moschettieri
del Re, abbiamo avuto il piacere di intervistare,
Giovanni Veronesi regista e autore del film e
Matilde Gioli, protagonista femminile.
D’Artagnan (Pierfrancesco
Favino), Porthos (Valerio Mastandrea), Athos
(Rocco Papaleo) e Aramis (Sergio Rubini). Oggi
sono un allevatore di bestiame con un improbabile accento francese,
un castellano lussurioso, un frate indebitato e un locandiere
ubriacone, che per amor patrio saranno di nuovo
moschettieri. Cinici, disillusi e sempre abilissimi con spade
e moschetti, saranno richiamati all’avventura dalla
Regina Anna (Margherita Buy) per salvare la Francia dalle
trame ordite a corte dal perfido Cardinale Mazzarino
(Alessandro Haber), con la sua cospiratrice Milady
(Giulia Bevilacqua).
Affiancati nelle loro gesta
dall’inscalfibile Servo muto (Lele Vannoli) e da
un’esuberante Ancella (Matilde Gioli), i quattro – in
sella a destrieri più o meno fedeli – combatteranno per la libertà
dei perseguitati Ugonotti e per la salvezza del giovanissimo,
parruccato e dissoluto Luigi XIV (Marco Todisco).
Muovendosi al confine tra realtà e fantasia, i nostri si
spingeranno fino a Suppergiù, provando a portare a termine un’altra
incredibile missione. Difficile dire se sarà l’ultima o la
penultima.
Moschettieri
del Re è Un film che segna il ritorno alla commedia
di Giovanni Veronesi, che
dirigerà Pierfrancesco Favino, Valerio Mastandrea,
Rocco Papaleo e Sergio Rubini in
Moschettieri del Re. Il film
nasce come una co-produzione Indiana Production e Vision
Distribution e sarà distribuito nelle sale dal 27
dicembre prossimo da Vision
Distribution.
D’Artagnan (Pierfrancesco
Favino), Porthos (Valerio Mastandrea), Athos
(Rocco Papaleo) e Aramis (Sergio Rubini). Oggi
sono un allevatore di bestiame con un improbabile accento francese,
un castellano lussurioso, un frate indebitato e un locandiere
ubriacone, che per amor patrio saranno di nuovo
moschettieri. Cinici, disillusi e sempre abilissimi con spade
e moschetti, saranno richiamati all’avventura dalla
Regina Anna (Margherita Buy) per salvare la Francia dalle
trame ordite a corte dal perfido Cardinale Mazzarino
(Alessandro Haber), con la sua cospiratrice Milady
(Giulia Bevilacqua). Affiancati nelle loro gesta
dall’inscalfibile Servo muto (Lele Vannoli) e da
un’esuberante Ancella (Matilde Gioli), i quattro – in
sella a destrieri più o meno fedeli – combatteranno per la libertà
dei perseguitati Ugonotti e per la salvezza del giovanissimo,
parruccato e dissoluto Luigi XIV (Marco Todisco).
Muovendosi al confine tra realtà e fantasia, i nostri si
spingeranno fino a Suppergiù, provando a portare a termine un’altra
incredibile missione. Difficile dire se sarà l’ultima o la
penultima.
Vision Distribution e
Indiana Production portano al cinema Moschettieri
del Re. A Natale Pierfrancesco Favino, Valerio
Mastandrea, Rocco Papaleo e Sergio Rubini
saranno protagonisti di un’avventurosa commedia diretta da
Giovanni Veronesi.
Ecco il primo poster del film:
Moschettieri
del Re è un film che segna il ritorno alla commedia
di Giovanni Veronesi, che
dirigerà Pierfrancesco Favino, Valerio Mastandrea,
Rocco Papaleo e Sergio Rubini in
Moschettieri del Re. Il film
nasce come una co-produzione Indiana Production e Vision
Distribution e sarà distribuito nelle sale dal 27
dicembre prossimo da Vision
Distribution.
In Moschettieri
del Re D’Artagnan, Porthos, Aramis e Athos vivranno
una nuova, coraggiosa, divertente e un po’ pazza avventura per
salvare il Re Luigi XIV. Le riprese del film cominceranno a
maggio.
Vision Distribution e
Indiana Production portano al cinema Moschettieri
del Re. A Natale Pierfrancesco Favino, Valerio
Mastandrea, Rocco Papaleo e Sergio Rubini
saranno protagonisti di un’avventurosa commedia diretta da
Giovanni Veronesi.
Un film che segna il ritorno alla
commedia di Giovanni Veronesi, che dirigerà
Pierfrancesco Favino,
Valerio Mastandrea,
Rocco Papaleo e Sergio
Rubiniin Moschettieri
del Re. Il film nasce come una
co-produzione Indiana Production e Vision Distribution e sarà
distribuito nelle sale dal 27 dicembre
prossimo da Vision Distribution. D’Artagnan,
Porthos, Aramis e Athos vivranno una nuova, coraggiosa, divertente
e un po’ pazza avventura per salvare il Re Luigi XIV. Le riprese
del film cominceranno a maggio.
William Goldman,
sceneggiatore e scrittore, due volte premio Oscar, si è spento
all’età di 87 anni.
Vera leggenda di Hollywood, Goldman
ha vinto le sue due statuette dorate per la Migliore Sceneggiatura
Originale di Butch Cassidy e per la Migliore
Sceneggiatura Non Originale di Tutti gli Uomini del
Presidente.
William Goldman era
affetto da polmonite e da un tumore al colon, secondo i Washington
Post è morto nella sua casa di Manhattan a seguito di un aggravarsi
delle sue condizioni già delicate.
Oltre ai due titoli celebri che gli
hanno consegnato premi e fame, Goldman ha anche firmato la
sceneggiatura del classico La Storia Fantastica
(The Princess Bride, in originale), film basato
sull’omonimo romanzo da lui scritto, ma anche Il
Maratoneta, Misery Non Deve Morire, Cuori in Atlantide e
Potere Assoluto.
E’ morto ieri sera a Sellia Marina, in
provincia di Catanzaro, il regista Vittorio De Seta, uno dei più
grandi documentaristi italiani, nato a Palermo nel 1923. L’esordio
avviene nel 1961 con Banditi a Orgosolo, sul fenomeno del
banditismo sardo, premiato come migliore opera prima al festival di
Venezia.
Il compositore autore delle colonne
sonore di Blade Runner e Orizzonti di
Gloria, Vangelis, è morto all’età di 79
anni. Vangelis (Evángelos Odysséas
Papathanassíou) è nato in Grecia nel 1943 e ha iniziato a
fare musica in tenera età. L’artista autodidatta si è fatto
conoscere nella scena pop europea con una serie di album da solista
prima di catturare l’attenzione di Hollywood. La sua musica è stata
inclusa in Cosmos di Carl Sagan
alla fine degli anni ’70 e dopo aver composto musica per una serie
di film minori, a Vangelis è stato offerto
Orizzonti di Gloria, che sarebbe diventato uno dei
suoi lavori distintivi, e che gli valse un Oscar per il miglior
Colonna sonora originale nel 1982.
Dopo Orizzonti di
Gloria, Vangelis ha lavorato con Ridley
Scott per la colonna sonora del classico di
fantascienza Blade Runner, con Harrison Ford,
Rutger Hauer, Sean Young e
Darryl Hannah. La colonna sonora di synth lunatica
e atmosferica è diventata sinonimo del film, che è uno dei classici
di fantascienza più venerati di tutti i tempi. Il compositore ha
lavorato di nuovo con Scott per il suo film biografico su
Cristoforo Colombo 1492: La conquista del
Paradiso, così come per Luna di Fiele di
Roman Polanski e Alexander di
Oliver Stone.
Purtroppo, è stato annunciato oggi
(tramite Variety) che Vangelis è morto per
complicazioni mentre era in cura per COVID-19 in un ospedale
francese. Aveva 79 anni. Vangelis era notoriamente solitario e
riservato. Il primo ministro greco, Kyriakos
Mitsotakis, ha twittato le sue condoglianze e un tributo
al compianto compositore, dicendo:
Vangelis Papathanassiou non è
più con noi. Per il mondo intero, questa triste notizia dimostra
che il panorama musicale mondiale ha perso l’internazionale
‘Vangelis’, protagonista del suono elettronico, degli Oscar, della
Mitologia e delle hit. Per noi greci, che sappiamo che il suo
secondo nome era Odisseo, significa che ha iniziato il suo lungo
viaggio verso orizzonti di gloria. Da lì, ci invierà sempre i suoi
appunti.
Si è spento all’età di 74 anni il
regista Tobe Hooper, dietro film horror di successo
come Non Aprite Quella
Porta e Poltergeist, e una
delle icone horror degli anni 70′.
Con The Texas Chain Saw
Massacre (Non Aprite Quella Porta) realizzato con con
pochissimi dollari nel 1974, quando
aveva Hooper ha firmato una pietra
miliare del cinema horror. Poco dopo Spielberg lo volle per
dirigere Poltergeistda
lui ideato e prodotto che si rivelò un successo
commerciale.
Tobe Hooper trascorse gli anni
sessanta come professore di un college statunitense.
Dopo l’insuccesso di una pellicola
drammatica, Eggshells,
nel 1974 egli organizzò un piccolo cast fatto di studenti
e insegnanti del suo college e produsse, con l’aiuto di Kim
Henkel, il classico Non aprite quella
porta. Questo prodotto cambiò la storia della
cinematografia dell’orrore, diventando uno dei più famosi del
genere, ed è considerato il suo capolavoro; Hooper infatti ha
ottenuto fama per essere stato il regista sceneggiatore e
produttore di quest’ultimo e quindi il creatore
di Leatherface.
Grazie al successo della pellicola,
Hooper entrò nell’industria di Hollywood e produsse
ancora film come Quel motel vicino alla
palude(1977), un film con Mel Ferrer, Carolyn
Jones, William Finley e Marilyn Burns e Le notti di
Salem. Nel 1982 Hooper trovò grande successo
quando Steven Spielberggli fece
dirigere il film Poltergeist – Demoniache
presenze, un altro pezzo di storia del cinema;
nel 1986 diresse Non aprite quella porta
– Parte 2, quest’ultimo però fu considerato una
parodia del suo celebre film a causa della presenza eccessiva di
humour. Ha partecipato anche alla realizzazione del remake del
2003 del suo film Non aprite quella
porta.
Si è spento all’età di 76 anni,
Scott Wilson, l’attore noto per aver interpretato
Hershel Greene in The
Walking Dead dal 2011 al 2014. La
notizia è arrivata appena un’ora dopo che è stato rivelato al
Comic-Con di New York che avrebbe fatto un’apparizione nella nona
stagione del film AMC, ma quelle scene sono state girate alcuni
mesi fa, quindi sarà ancora visto quando mostra i
ritorni.
La sua carriera di attore nel
cinema era iniziata nel 1967, con il film La calda notte
dell’ispettore Tibbs, in cui aveva un ruolo secondario, e
con A sangue freddo di Richard Brooks, in
cui invece era uno dei protagonisti. Anche in anni più recenti fu
nel cast di film notevoli, ma sempre in ruoli secondari tra
cui: Dead Man Walking (1995) di Tim
Robbins, Soldato Jane (1997) di Ridley Scott, Pearl
Harbor (2001) di Michael
Bay, Monster (2003) di Patty Jenkins
e L’ultimo samurai (2003) di Edward Zwick.
Di recente si era visto anche nella serie di NetflixThe OA, dove interpretava il
padre adottivo della protagonista.
“Scott sarà sempre
ricordato come un grande attore e ci sentiamo tutti fortunati ad
averlo conosciuto come una persona ancora più grande,
ha detto la AMC in una dichiarazione
ufficiale. “Il personaggio che ha incarnato in The
Walking Dead, Hershel, era il nucleo emotivo dello show. Per
esempio, nelle nostre vite, Hershel era un personaggio le cui
azioni continuano a determinare le scelte dei nostri personaggio
ancora oggi. Scott mancherà alla sua famiglia, ai suoi amici e ai
milioni di fan che lo hanno amato”.
Addio a Sir Run Run
Shaw, pioniere dell’industria cinematografica cinese del
20esimo secolo. Shaw aveva 106 anni. Co-fondatore della Shaw
Brothers insieme al fratello Runme, ha partecipato all’industria
del cinema di Shangai e Singapore da quando aveva 19 anni. Negli
anni ’60 e ’70 la Shaw Bhroters ha primeggiato nell’industria
asiatica e western, e Run Run ha personalmente prodotto circa 360
film, tra cui alcuni capolavori dei film di arti marziali e il
leggendario Blade Runner.
Shaw haanche fondato nel 1967 la
Television Broadcast (TVB), il canale dominante ad Hong Kong e
tutt’ora il maggiore produttore di contenuti nella regione.
Cinese di nascita, classe 1907, Shaw
aveva cinque fratelli. Ha seguito il suo terzo fratello a Singapore
per fondare la Shaw Organization, compagnia che ancora oggi ha quel
nome.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, gli
Shaw Studios divennero leader dell’industria cinematografica sia ad
Hong Kong che a Singapore.
Dopo una vita di successi grandiosi,
Run Run Shaw ha passato gli ultimi anni della sua vita dedicandosi
ad attività di beneficenza, costruendo una carriera e una
reputazione tale che nel 1977 venneinvestito del cavalierato dal
governo britannico.
Morto oggi, 7 gennaio 2014, il
giorno del suo compleanno rimane un mistero, per cui avrebbe potuto
avere anche 107 anni.
Morto Robin
Williams, attore 63enne premio Oscar per Will
Hunting Genio Ribelle e noto per le sue grandi doti
di comico ma che trovò il successo vero e duraturo in grandi ruoli
drammatici.
L’attore è morto in seguito ad
asfissia a Marin County, in California. Si sospetta un suicidio
mentre il coroner sta procedendo in queste ore con l’autopsia per
acceratare le cause del decesso. Williams sofriva da tempo di una
forma di depressione.
Fu Mork in Mork & Mindy,
serie tv che andò in onda dal 1978 al 1982, ma raggiunse il suo
momento più prestigioso in carriera con la conquista dell’Oscar per
la migliore interpretazione da non protagonista nel 1998, ma lo
ricordiamo per tantissimi altri ruoli indimeticabili.
Dal Peter Pan di Steven Spielberg, al disperato
padre in Mrs Doubtfire, da
Patch Amads a Good Morning
Vietnam, passando per
Jumanji,
Aladdin, in cui presta la voce al Genio
nella versione originale del film, e Al di là dei
Sogni. Senza dimenticare
Insomnia di Nolan, in cui fa addirittura
il cattivo, e soprattutto L’attimo
Fuggente in cui interpreta il professore che tutti
avremmo voluto avere da ragazzi, un uomo ispirato e appassionato,
così come lo è stato lui, Robin, nella sua spettacolare vita per
l’arte e il cinema.
Si è spento a 71
anni Richard Greenberg, noto per aver
realizzato i loghi e i titoli di testa di alcuni dei film più
rappresentativi della storia del cinema, da Alien
a Superman.
Deadlineconferma che Greenberg
si è spento il 16 giugno a New York. Cominciò con il cortometraggio
Stop, che catturò l’attenzione di Pablo Ferro, che
ha lavorato a Dottor Stranamore, Arancia
Meccanica, Beetlejuice
e Philadelphia.
Nel 1977, Greenberg ha unito le
sue forze con il fratello Robert, creando la R/Greenberg
Associates, compagnia che ha lavorato ai titoli di testa e agli
effetti visivi di film importantissimi quali Die
Hard, Ghostbusters, Quei bravi
ragazzi
e Predator, grazie al
quale Richard Greenberg ha conquistato una
nomination agli Oscar.
Nel suo periodo di più fervida
attività, Greenberg ha disegnato personalmente il
titolo di apertura del Superman di Richard
Donner e di Alien di Ridley Scott, incluso il font del
franchise, attualmente ancora in uso.
Con la sua nuova società, fondata
nel 1991, la Greenberg/Schluter, insieme a Bruce
Schluter, Richard Greenberg ha continuato
a lavorare a progetti di grande successo, tra cui i sequel di
Arma Letale, Independence Day e
The Matrix.
È morto all’età di 90 anni il regista e attore Richard
Attenborough, premio Oscar per la regia di Ghandi, ma molto noto
per aver interpretato il fondatore del Jurassic Park nell’omonimo
film di Steven Spielberg.
Nel 1983 vince due premi Oscar per il film Gandhi, miglior film
e miglior regista, consacrandosi così non solo come attore ma anche
come regista.
Nei primi anni novanta torna al cinema dopo una lunga assenza
interpretando il miliardario John Hammond nel kolossal Jurassic
Park diretto da Steven Spielberg. Riprenderà il ruolo anche nel
sequel Il mondo perduto.
Tutta Hollywood, così come la
redazione di Cinefilos, sta reagendo con grande empatia e
incredulità alla bruttissima notizia della morte di Philip
Seymour Hoffman. Twitter sta raccogliendo le prime tristi
e accorate reazioni.
Ecco di seguito alcune figure di
spicco (Steve Martin, Kevin Smith, Jim Carrey, Tom
Hiddleston) che commentano la tristissima notizia:
“My heart is
broken” Megan Ellison
Literally devastated about
Philip Seymour Hoffman. True genius RIP!Doug
Ellin
Philip Seymour Hoffman. This
is so unbearably sad.Tom Hiddleston
Shocked to hear of Phillip
Seymour Hoffman’s death. If you missed him as Willy Loman, you
missed a Willy Loman for all time.Steve
Martin
Dear Philip, a beautiful
beautiful soul. For the most sensitive among us the noise can be
too much. Bless your heart. ;^{ Jim Carrey
This truly blows. PHILIP
SEYMOUR HOFFMAN has died: First noticed him in SCENT OF A
WOMAN. Brilliant actor. So sad…Kevin
Smith
R.I.P. Philip Seymour Hoffman. One of the greatest, kindest actors
who ever lived.
Rainn Wilson
What a tremendous & horrible loss 4 the acting community.
Unspeakable sadness… RIP Philip Seymour Hoffman. Prayers 2 his
friends & family.
Angie Harmon
NOOO!!!! Philip Seymour Hoffman dead after apparent drug overdose:
cops
Casper VanDien
Rest in peace Philip Seymour Hoffman. You were one of the best.
You’re gone way too soon.
Joel McHale
R.I.P. Philip Seymour Hoffman. One of the greats of his
generation.
Albert Brooks
Such shocking & sad news. RIP Philip Seymour Hoffman. One of the
greatest actors of a generation and a sweet, funny & humble
man.
Ricky Gervais
shocked and sad to wake up today to hear we lost the brilliant
actor
#PhilipSeymourHoffman..heartfelt condolences to his family &
friends
Grabiel Mann
Morto Philip Seymour
Hoffman, il corpo senza vita dell’attore è stato trovato
nel suo appartamento del Greenwich Village di New York al 35 di
Bethune Street. Hoffman aveva già avuto in passato problemi di
droga e lo scorso anno si era ricoverato in un centro di
riabilitazione per abuso di eroina.
Nel giorno dell’ultimo saluto a
Nelson Mandela, il mondo del cinema perde uno dei
suoi attori più significativi, un volto antico ed elegante
immortalato da tantissimi classici del cinema: Peter
O’Toole ci lascia all’età di 81 anni.
La notizia è stata ufficializzata
dal Guardian che ha riferito che l’attore era al
Wellington Hospital di Londra. Suo è stato il volto del leggendario
Lawrence d’Arabia, di David
Lean del 1962.
Trai suoi film più famosi, insieme a
Lawrence d’Arabia, ricordiamo
The Lion of Winter, Goodbye e
My Favorite Year. Nonostante la sue otto
nomination, O’Toole non ha mai vinto un Oscar ‘sul campo’, portando
a casa l’ambita statuina solo nel 2003, per un riconoscimento alla
carriera.
Al 2007 risale la sua ultima
nomination all’Academy Awards per Venus, mentre lo avevamo visto di
recente anche nelle vesti di Papa Paolo III in The Tudors
della HBO e ascoltato in Ratatouille per
aver prestato la voce al famoso critico Anton Ego.