Capelli lunghi,maglietta grigia
sportiva e Timberland ai piedi, Mark Wahlberg
arriva a Roma insieme al produttore Lorenzo di
Bonaventura, per presentare Deepwater- Inferno
sull’oceano, un film che ricostruisce fedelmente le ore e
le decisioni che hanno preceduto il famoso disastro ambientale
causato dall’esplosione della piattaforma petrolifera della British
Petroleum nell’aprile del 2010.
Non è la prima volta per
Mark Wahlberg nei panni di un eroe per caso
della working class e nella sua filmografia ci sono tante
storie vere ispirate dalla realtà e personaggi esistiti o ancora
esistenti, quindi cosa lo porta a scegliere questi
ruoli?
M.W.“Ho sempre
avuto la tendenza ad essere attratto da questo tipo di storie,
storie di gente comune che viene messa alla prova in circostanze
straordinarie. Sono storie che mi hanno sempre ispirato e mi piace
esserne coinvolto perché sono film che mi piacerebbe guardare e
conoscere.”
Eppure non è il tipo di
storia che trova spazio ad Hollywood…
M.W.“In questo
film si presta attenzione a persone che fanno il loro dovere,
il loro lavoro di tutti i giorni e che non sono né eroi né
supereroi. È stato bello che gli studios abbiano avuto il
coraggio di fare questo film. Quello su cui ci siamo concentrati
sono le persone, le vite umane. Queste sono il tipo di persone con
cui sono cresciuto e in cui mi identifico. Lavoro a film magari più
commerciali proprio per poi potermi permettere di fare queste cose
che hanno un maggiore rischio ma che mi piacciono di più, che
raccontino una storia che abbia un significato e che siano
importanti per qualcuno. Tanto di cappello ad Hollywood
per aver avuto il coraggio di far uscire un film del genere in una
stagione così piena di supereroi!”
Insieme a Mark Wahlberg a
Roma è arrivato anche il produttore Lorenzo di Bonaventura, che ci
ha così raccontando il lavoro dietro al progetto
produttivo.
L.d.B.:“Questo
è stato forse il film più difficile a cui io abbia mai
partecipato e che abbia mai prodotto. Non solo ricostruire la
piattaforma è stata un impresa titanica, pensate pesava 900
mila kilo di acciaio, ma poi c’era anche una grande responsabilità
di raccontare la verità e rendere giustizia per queste persone che
sono sopravvissute e per le persone che hanno perso la vita.
Quest’obbligo verso queste persone è stata questa la nostra guida
per raggiungere il giusto equilibrio nel realizzare un film che
fosse sia spettacolare ma che avesse anche emozioni.”
Deepwater è un film che
mostra tante verità, una tra tutte la colpa dei responsabili della
BP che erano sul luogo quella notte, una vera e propria denuncia
verso la society petrolifera: sono stati coinvolti nella
produzione?
M.W.:“Ovviamente non abbiamo avuto
nessun tipo disupporto dalla BP per la realizzazione di questo
film. Ho provato a mettermi in contatto con loro ma la risposta è
sempre stata negativa. Ad un certo punto ho anche provato a
chiedere l’accesso ad una piattaforma per capire meglio
l’esperienza ma ho trovato tanta resistenza da parte loro. Non si
sono mai interessati e non sapevano nemmeno che tipo di film
volessimo realizzare, ma era una cosa che volevamo assolutamente
fare per rendere giustizia a queste 11 persone che hanno perso
la vita e per mostrare il coraggio di quelle che hanno cercato
di fermare in tutti i modi il disastro. Ho un’amico a Londra che
conosce il CEO della BP, vedremo come reagirà… Magari mi
inviterà a pranzo!”
Che preparazione ha dovuto
affrontare Mark prima delle riprese, sia a livello fisico che
emotivo?
M.W.:“Non c’è
stata molta preparazione a livello fisico, anche perché non è che
sulle piattaforme si mangi sano o si possa fare grande esercizio
fisico oltre al lavoro di tutti i giorni. Peter Berg mi ha solo
chiesto di mettere su un po’ di peso e mi è andata benissimo perché
in Luisiana ero in paradiso con tutto il cibo fritto tipico di
quello stato. Per tutto il resto mi sono appoggiato a Mike
Williams, l’uomo, o meglio l’eroe, che ho interpretato
sullo schermo. Lui era i miei occhi le mie orecchie, mi ha
insegnato tutto quello che dovevo sapere sul settore petrolifero.
Inoltre volevo essere molto sensibile e delicato nel mio approccio
con la storia, così quando Mike ha capito le mie intenzioni verso
il film mi ha dato tutto il suo supporto. Tutto quello che mi
serviva era avere lui accanto, poteva assicurarsi che le cose
venissero fatte nel modo più fedele possibile ma poteva anche
indirizzarci e guidarci nella direzione giusta nei momenti di
dubbi. Di certo non era il tipo di persona che si lasciava
impressionare dal mio curriculum e non è stato facile guadagnarsi
la sua fiducia, ma una volta visto il nostro livello di impegno, lì
si è fidato di noi e ha capito che volevamo solo rendere giustizia
alla storia e alle vite umane nel modo giusto.”
Tolti i panni di Mike
Williams, vedremo presto Mark in un’altro ruolo da eroe di
tutti i giorni, con il film Patriots Day, sempre con il regista Peter
Berg.
M.W.:“È un film
che ho voluto molto, sugli attacchi terroristici avvenuti a Boston
durante la maratona. Boston è la mia città natale ed è una città
molto piccola, quindi bene o male siamo tutti venuti in contatto
con qualcuno che è stato colpito dalle bombe. Con questo film
vogliamo trasmettere un messaggio d’amore, che mai come adesso le
persone hanno bisogno di sentire.“
Infine Mark Wahlberg ci
racconta anche le ragioni dietro la scelta del suo prossimo progetto, ancora in fase di scrittura,
che lo vedrebbe per la quarta volta a fianco del regista David
O’Russell, la storia di Padre Stuart Long, un giocatore di calcio
che decide di diventare prete nel Montana.
M.W.:“Anche se
può sembrare così non è stato l’aspetto del calcio ( grande
passione dell’attore n.d.r.) a farmi avvicinare alla storia ma
piuttosto il fatto che questo atleta abbia avuto la chiamata e
abbia deciso di farsi prete. Inizialmente non volevano nemmeno
accontentare questo suo desiderio a causa di una malattia
degenerativa da cui era affetto, ma in quel poco tempo è riuscito
ad aiutare tantissime persone. Farò di tutto per realizzare questo
film!”
Doctor
Strange: il trailer italiano del film
con Benedict Cumberbatch
L’uscita di Doctor
Strangeè prevista per il 4 novembre 2016.
Dirige Scott Derrickson da una
sceneggiatura di Jon
Aibel e Glenn Berger,
rimaneggiata da Jon Spaihts. Nel cast del
film al fianco del protagonista Benedict Cumberbatch sono stati
confermati Tilda
Swinton, Rachel
McAdams e Chiwetel Ejiofor.
Dai Marvel Studios arriva la storia del
neurochirurgo di fama mondiale, il Dottor Stephen Strange, che
viene derubato dell’uso delle sue preziose mani a seguito di un
terribile incidente d’auto. Quando la medicina tradizionale lo
tradisce, Strange decide di rivolgere le sue speranze di guarigione
altrove, verso un mistico ordine noto come Kamar-Taj. Qui scoprirà
che non si tratta solo di un centro di guarigione, ma anche di un
avanposto che combatte delle forze oscure e sconosciute che
vogliono distruggere la nostra realtà. Strange dovrà quindi
scegliere, armato di un nuovo potere e nuove capacità, se tornare
alla sua vita di successi e agi o se lasciarsi tutto alle spalle e
ergersi contro il male.
Produttore del film, Kevin Feige, con Louis
D’Esposito, Victoria Alonso, Alan Fine, Stan
Lee e Stephen
Broussard come produttori esecutivi.
I primi minuti di un
film sono considerati una parte molto importante
di un’opera cinematografica. Infatti la scena
d’apertura di un film può davvero
determinare il grado di attenzione che lo spettatore poi volgerà a
tutta la visione. Ebbene il cinema ha da sempre
regalato scene incredibili, e alcune di esse sono entrate
addirittura nell’immaginario collettivo. Ebbene eccone 15 che
secondo noi meritano di essere menzionate in una lista.
Adesso, durante la promozione di
The Accountant,
l’attore e regista dice la sua sul film e sull’accoglienza riservatagli da pubblico
e critica.
È interessante: si tratta di un
film di notevole successo, ha avuto un responso commerciale ben
superiore a quello dei miei altri film. È stato il maggior successo
della mia carriera, ma ha avuto un sacco di commenti negativi a
livello editoriale. I fan invece hanno dato un feedback positivo. È
interessante perché questa pellicola non è stata giudicata tanto
per via della sua esecuzione, quanto del suo tono. A quanto pare il
pubblico avrebbe gradito dei toni più leggeri e secondo me si
tratta di un’osservazione interessante. Il tono non è una questione
qualitativa, ma soggettiva. Alcuni “toni” possono colpire me, ma
non te. Quello di Batman v Superman era davvero simile al
libro di Frank Miller, graphic novel che amo, è per me è stato
grandioso. E sono lieto del fatto che il film sia stato visto e
apprezzato da tante persone.
Leggi la recensione di Batman v Superman
Dawn of Justice
Qui di seguito la trama ufficiale
del film:
“Temendo le azioni
incontrastate di un supereroe pari ad una divinità, il
formidabile e fortissimo vigilante di Gotham City decide di
affrontare il più riverito salvatore di Metropolis , mentre il
mondo si batte per capire di quale tipo di eroe ha bisogno. E con
Batman e Superman in guerra, sorge
qualcosa di nuovo che mette l’umanitá in un pericolo mai conosciuto
prima”.
Ricordiamo
che Batman v SupermanDawn of Justice, Zack
Snyder è stato
scritto da ChrisTerrio, da
un soggetto di David
S. Goyer.
In Batman v Superman saranno
presenti Henry Cavill nel
ruolo
di Superman/Clark Kent e Ben Affleck nei
panni di Batman/Bruce Wayne. Nel cast ci saranno
anche: AmyAdams, LaurenceFishburne, Diane
Lane, JesseEisenberg, Ray
Fisher, Jason
Momoa e GalGadot. Batman v SupermanDawn of Justice è nelle sale
italiane dal 23 marzo 2016.
Ecco un nuovo spot
Doctor Strange, con
Benedict Cumberbatch, in cui vediamo protagonista
il mantello rosso del protagonista, la Cappa della
Levitazione. Di seguito lo spot:
https://www.youtube.com/watch?v=LVjN5lFCvHg
Di seguito potete vedere le immagini dal film:
[nggallery id=2163]
Doctor
Strange: il trailer italiano del film
con Benedict Cumberbatch
L’uscita di Doctor
Strangeè prevista per il 4 novembre 2016.
Dirige Scott Derrickson da una
sceneggiatura di Jon
Aibel e Glenn Berger,
rimaneggiata da Jon Spaihts. Nel cast del
film al fianco del protagonista Benedict Cumberbatch sono stati
confermati Tilda
Swinton, Rachel
McAdams e Chiwetel Ejiofor.
Dai Marvel Studios arriva la storia del
neurochirurgo di fama mondiale, il Dottor Stephen Strange, che
viene derubato dell’uso delle sue preziose mani a seguito di un
terribile incidente d’auto. Quando la medicina tradizionale lo
tradisce, Strange decide di rivolgere le sue speranze di guarigione
altrove, verso un mistico ordine noto come Kamar-Taj. Qui scoprirà
che non si tratta solo di un centro di guarigione, ma anche di un
avanposto che combatte delle forze oscure e sconosciute che
vogliono distruggere la nostra realtà. Strange dovrà quindi
scegliere, armato di un nuovo potere e nuove capacità, se tornare
alla sua vita di successi e agi o se lasciarsi tutto alle spalle e
ergersi contro il male.
Produttore del film, Kevin Feige, con Louis
D’Esposito, Victoria Alonso, Alan Fine, Stan
Lee e Stephen
Broussard come produttori esecutivi.
La divisione svizzera della Disney ha
diffuso il teaser trailer italiano di Pirati dei
Caraibi 5, in cui ci viene finalmente detto che il
titolo del film sarà Pirati dei Caraibi La Vendetta di
Salazar.
Diretto dalla coppia di registi
norgesi Espen Sandberg and Joachim Rønning
(Kon-Tiki), Pirates of the Caribbean Dead Men Tell
No Tales sarà il quinto capitolo del franchise
prodotto da e vedrà il ritorno di Johnny
Depp nei panni di Jack Sparrow, Orlando
Bloom come Will Turner e Geoffrey Rush
come il capitano Barbosa. Al film si sono uniti il premio Oscar
Javier Bardem, che interpreta l’antagonista del
film, capitano Salazar. Brenton Thwaites
(Maleficent,
The Giver) che interpreta un
personaggio di nome Henry e Paul McCarney in un ruolo ancora
sconosciuto.
[nggallery id=1773]
Dopo La maledizione
della prima luna, La maledizione del forziere fantasma, Ai confini
del mondo, Oltre i confini del mare, arriva il quinto
capitolo della saga: Dead Men Tell No
Tales.
Le
riprese, iniziate lo scorso febbraio, sono state poi bloccate
a causa di un infortunio di Johnny Depp fuori dal
set. La produzione tuttavia assicura l’uscita della pellicola, come
da programma, per Maggio del 2017.
In questo film, vedremo il Capitano
Jack Sparrow braccato dai pirati fantasma al seguito del temibile
Salazar, fuggito dal Triangolo del Diavolo. Per riacquistare la
libertà al povero pirata non rimarrà che trovare il leggendario
Tridente di Poseidone, l’unico oggetto in grado di donare al
possessore il controllo totale dei mari.
La promozione di The
Accountant sta permettendo a Ben
Affleck di parlare, per quanto gli è concesso, anche di
The
Batman, il film che oltre a vederlo tornare nei panni dell’Uomo
Pipistrello, vedrà la sua firma anche nella regia.
Ebbene, questa volta l’attore ha
dichiarato che per adesso il titolo provvisorio, The
Batman, è anche quello definitivo, almeno per il
momento.
“Penso che il film si chiamerà
The Batman. Per lo meno al momento abbiamo deciso
così. Ma magari potrei cambiarlo. Ora come ora è tutto quello che
ho, stiamo lavorando allo script, lo script sta venendo bene e sono
molto emozionato.”
L’intervista durante la quale ha
parlato del titolo del film è stata pubblicata sul canale
Youtube di Associated Press. Eccola di seguito:
The
Batman (titolo provvisorio) sarà scritto da
Ben Affleck e Geoff Johnsesarà diretto da Affleck.Nel cast J.K.
Simmonssarà Jim
Gordon e Joe Manganiello sarà
Deathstroke.
Secondo le prime anticipazioni,
Arkham in questa storia potrebbe avere un ruolo chiave se non
addirittura importantissimo. Pare infatti che tutto il film
racconterà di un Batman bloccato proprio in Arkham
Asylum e che si ritroverà costretto ad affrontare
molti dei suoi nemici. Vi ricordiamo
che lo stesso Ben Affleck ha confermato che il film
chiaramente si ispirerà ad una o più storie dal fumetto seppur
mantenendo un’originalità predominante.
Saranno Trent
Reznor e Atticus Ross a scrivere la
musica per Patriots Day, il prossimo film
di Peter Berg con protagonista Mark
Wahlberg. I due hanno lavorato molto con David Fincher, in
particolare in Millennium – Uomini che Odiano le Donne,
L’Amore Bugiardo – Gone Girl e in The
Social Network, colonna sonora per cui hanno vinto un
meritato premio Oscar.
Mark
Wahlberg vestirà i panni di Ed Davis,
commissario di polizia di Boston. Alex Wolff
invece interpreterà Dzochar Carnaev, il ventunenne musulmano di
origine cecena, dichiarato colpevole per l’attentato dalla giuria
popolare dello stato del Massachusetts l’8 aprile 2015.
L’attentato alla maratona di Boston,
compiutosi il 15 aprile 2013, è stato caratterizzato da due
esplosioni avvenute durante la maratona. L’incidente è stato
causato da due ordigni piazzati nei pressi del traguardo, su
Boylston Street vicino a Copley Square. Le bombe hanno causato la
morte di 3 persone, ferendone almeno altre 264.
Patriots
Day: teaser poster del film sull’attentato alla
maratona di Boston
Patriots
Day, diretto da Peter Berg e
prodotto dallo stesso Mark Wahlberg insieme
aJohn Goodman, Scott Stuber, Hutch
Parker, Dylan Clark, Stephen Levinson e Michael Radutzky, vede
nel cast anche J. K. Simmons,John
Goodman, Kevin Bacon, Michelle Monaghan, Jimmy O.
Yang,Vincent Curatola, James Colby e
Themo Melikidze.
Protagonista della conferenza
stampa di American Pastoral a Roma
(qui il resoconto della
conferenza stampa) in compagnia di Ewan
McGregor, Jennifer Connelly ha condiviso il suo ricordo
di David Bowie, con cui
ha recitato in Labyrinth, di cui ricorre
il trentesimo anniversario quest’anno.
“Ero molto nervosa – ha
esordito la Connelly – non avevo mai fatto danza, né ma
studiato ballo e l’essere in quell’abito così ampio e ingombrante
mi faceva sentire molto goffa. Dovevamo anche fare dei passi
all’indietro, sulle scale, mi sentivo molto agitata e impacciata.
Essere con lui era terrificante, ma David è stato gentile e dolce
ed è diventato il mio eroe perché mi ha messa a mio agio con
piccole battute e mi ha trattata benissimo. Mi ha fatto passare la
paura.”
Tra gli impegni di Jennifer Connelly, oltre al tour promozionale
del film al fianco di McGregor che ha esordito alla regia, ci sono
le riprese di Granite
Mountain, film drammatico diretto da
Joseph Kosinski in cui la Connelly
recita al fianco di Miles Teller
(Whiplash, Fantastici Quattro) e
Taylor Kitsch (John Carter, True
Detective 2).
Il film racconta la storia vera del
gruppo d’elite di uomini che nel 2013 lottò contro l’incendio di
Prescott, in Arizona e in cui morirono 19 membri della squadra.
Se c’è un’evoluzione naturale, un
cammino ineluttabile che porta l’attore, dopo anni di recitazione,
a spostarsi dietro la macchina da presa, non lo sappiamo con
certezza. Quello che notiamo è che ogni tanto, sempre più spesso,
noti nomi della recitazione mondiale preparano il debutto dalla
parte opposta della camera e Ewan McGregor, attore
nato con Danny Boyle e cresciuto nel cuore dei fan
con tanti film, non ultima la nuova trilogia di Star Wars, ha
debuttato da regista con American
Pastoral, l’impegnativo adattamento dell’omonimo
romanzo di Philip Roth.
Come prima tappa del tour mondiale,
che porterà Ewan McGregor a promuovere il film in
tutto il mondo, è stata scelta Roma, dove Ewan aveva già girato
Angeli e Demoni, e dove ora torna in
veste di regista e protagonista del film, insieme alla sua
splendida controparte femminile nel film, Jennifer Connelly.
L’esperienza da regista ha in
qualche modo messo alla prova Ewan McGregor,
abituato a prendersi cura soltanto del suo “limitato” ruolo da
attore. Queste le sue parole: “È una cosa completamente nuova,
dirigere. Abbiamo costruito tutte le scene con gli attori, essendo
anche un attore ho potuto lavorare al meglio con loro, ma
soprattutto ho scoperto tutto il retroscena che prima ignoravo, una
parte delle cose che accadono sul set da cui gli attori in genere
sono protetti. Tutti i possibili dissidi, la vita del produttore,
l’organizzazione delle scene, io ero in mezzo e ho scoperto che il
mio lavoro era più che altro gestionale. L’esperienza a livello
personale mi ha fatto crescere, mi sento più maturo
adesso.”
American Pastoral: trailer italiano del
debutto alla regia di Ewan McGregor
Il film racconta il decadimento del
sogno americano, all’indomani dell’entusiasta generazione del
secondo dopo guerra e alla vigilia degli anni ’60, del Vietnam,
delle agitazioni giovanili. Nel dettaglio però il film parla anche
di scontri generazionali, di conflitto con i genitori, ruolo che
entrambi i protagonisti, McGregor e la Connelly, ricoprono nella
vita reale. Quanto del loro essere genitori ha influenzato la
scelta e la recitazione?
E.M.:“Il
lavoro che facciamo attinge dalla vita reale ma anche
dall’immaginazione. Se devi interpretare il serial killer lo fai
usando l’immaginazione, se fai il padre lo affronti attingendo
all’esperienza. Almeno per me.”
J.C.:“Dawn
non mi rappresenta come donna o come madre, la parte che mi piace
del mio lavoro e anche posso passare del tempo con un personaggio
che non mi assomiglia. Provo compassione per lei e mi ha commossa
molto interpretarla nel suo rapporto con il marito e la
figlia.”
Nella sua lunga carriera di attore,
Ewan McGregor ha lavorato con tantissimi registi.
Da chi di loro ha rubato o imparato di più per questa sua prima
volta dietro la macchina da presa?
E.M.:“Ho
lavorato per 24-25 anni con straordinari registi. Penso di aver
lavorato con tantissimi dei migliori registi al mondo, ma anche con
i meno bravi. L’attore ha il privilegio di confrontarsi con tanti
modi di fare lo stesso mestiere, perché lavorando con registi
diversi ha modo di approcciarsi a diversi modi di affrontare la
regia. Quello che ho imparato è che non c’è un modo giusto di
farlo, ma solo diversi modi, e alcune scelte si rivelano migliori
di altre. Danny Boyle mi ha definito come attore perché ho lavorato
da giovane con lui e ha forgiato il mio modo di fare questo
mestiere.”
Ma American
Pastoral non è soltato l’esordio di McGregor alla
regia, è anche un affresco duro del sogno americano che si
sgretola, un affresco che ha anche terribili punti in comune con la
situazione socio politica in cui viviamo adesso: “Il film
affronta la generazione del sogno americano del dopo guerra che
entra in collisione con quella successiva, del Vietnam e degli anni
sessanta – ha commentato il regista e protagonista – Il
film poi riporta anche alla mente delle situazioni attuali. Come il
razzismo o il terrorismo. Ma non è stato intenzionale, perché
abbiamo solo raccontato quello che c’era nella
sceneggiatura.”
E perché, per ilsuo esordio, ha
scelto una storia così famosa e delicata?
E.M.:“Si
tratta di un romanzo straordinario, ho letto prima la sceneggiatura
e mi sono commosso fino alle lacrime. Non è una cosa comune. Il
fatto di essere padre di quattro figlie e vedere in questa storia
questa famiglia che perde la figlia… credo che questo mi abbia
vinto.”
Room 237
diretto da Rodney Ascher nel 2012 è il
documentario analizza
Shining di Stanley Kubrick, il capolavoro dell’Horror del
maestro Newyorkese, londinese d’adozione. Ecco di seguito un
incredibile estratto per un’imperdibile avventura dentro i meandri
di
Shining.
One
Piece GOLD il film porta sul grande schermo una storia
completamente inedita che vedrà Luffy e la sua ciurma approdare a
Gran Tesoro; la più grande città dell’intrattenimento, dove le
persone più ricche del mondo si ritrovano per giocare ed assistere
a incredibili show, è solo all’apparenza una realtà paradisiaca e
si rivelerà ben presto un posto davvero inquietante. La Ciurma del
Cappello di Paglia rischierà la vita per fuggire da questo luogo
spaventoso e dal terribile Gild Tesoro.
https://youtu.be/X7HhlsKFnNM
One Piece
GOLD arriverà al cinema dal 24 Novembre distribuito
da Kock
Media.
Kock Media oggi in
occasione dell’uscita al cinema ha diffuso due clip del
film.
https://youtu.be/qHQq7rzmlKc
https://youtu.be/UIGzh58iEjI
In Giappone il
film One Piece GOLD ha accolto
con estremo entusiasmo l’apertura del box office che ha
totalizzato, nel suo opening weekend, quasi 11 milioni di euro con
una vendita di oltre 820 mila biglietti in circa 740 sale.
Umberto Bettini,
Country Manager Koch Media Italia ha così commentato: “Koch
Media porterà nelle sale italiane il film il 24 novembre e un
risultato del genere non può che confermare quanto la nostra
offerta sia sempre più orientata e focalizzata su un prodotto di
qualità. Mi rendo conto che si tratta di una uscita domestica, nel
paese che ha dato i natali al brand One Piece ma numeri del genere
vanno ben oltre il mero ‘amor di patria’. Ci auguriamo,
naturalmente, che i fan di One Piece, e non solo, ci sosterranno
anche nell’uscita italiana a dimostrazione di quanto questo sia un
vero e proprio fenomeno a livello mondiale”.
Le prime due posizioni
al box office di questa settimana sono invariate.
Infatti Alla
ricerca di Dory incassa altri 2,1 milioni di
euro e sfiora il tetto dei 13 milioni globali alla sua terza
settimana di programmazione.
Bridget Jones’s Baby conferma
il secondo posto dell’esordio con un incasso di 1,3 milioni di
euro e un totale che ammonta a 3,7 milioni di euro.
Apertura in terza posizione per
Café Society. Presentato al Festival
di Cannes, il nuovo film di Woody Allen incassa 1,2 milioni di
euro in 369 sale a disposizione, registrando un’ottima media per
sala pari a 3300 euro.
Seguono due novità del fine
settimana, ossia Al posto tuo, che
debutta con 528.000 euro, e il kolossal Ben Hur, che incassa 510.000 euro in
oltre 370 copie, ottenendo una media per sala tutt’altro che
esaltante pari a 1300 euro.
I Magnifici Sette scende al
sesto posto con altri 454.000 euro per un totale di 1,3
milioni.
BUGS Comics
affronta un diverso genere letterario e porta alla luce il primo
volume di ALIENI. Alieni sarà per
la fantascienza quello che Mostri è per l’horror e lo affiancherà a
partire da Lucca Comics & Games 2016
con una periodicità differente. 8 storie inedite, 8 racconti
auto-conclusivi per questo primo volume in bilico tra i due generi,
che accompagnerà il lettore attraverso un viaggio che toccherà
diverse tappe.
Squadra che vince non si cambia
quindi e, con la supervisione di Gianmarco Fumasoli, Paolo
Altibrandi e Giancarlo Caracuzzo, gli stessi autori della
rivista horror targata BUGS Comics, assieme a nuove firme entrate a
far parte del gruppo, vi porteranno dallo sci-fi più classico,
passando per l’orrore dallo spazio profondo, fino ad arrivare a uno
straordinario tributo ai classici EC degli anni ’50. Rapimenti,
invasioni, ufo crash, contattismo; 8 storie che affrontano temi
differenti ma che hanno, come denominatore comune, la paura
dell’ignoto.
Andrea Olimpieri
realizza la copertina ma non è tutto, perché per Lucca Comics & Games è
prevista una white cover a tiratura limitata e
numerata (150 pz.) che l’autore personalizzerà per i lettori che
interverranno alla manifestazione. La stessa white cover è
prenotabile on-line. Per informazioni scrivere a [email protected].
Solo
una squadra di supereroi del calibro di Iron Man, Incredibile Hulk
e Capitan America può salvare la Terra dal disastro totale. The
Avengers è il quinto maggiore incasso della storia del cinema, ed è
stato candidato agli Oscar 2013 per i migliori effetti
speciali.
Thor,
potente Dio del tuono, viene privato dei suoi poteri ed esiliato
sulla terra dal padre Odino, nella speranza che la vita fra i
comuni mortali possa insegnarli l’umiltà. Film d’azione firmato da
Kenneth Branagh, al decimo posto per incassi nel 2011.
Solo
Iron Man e il fidato James Rhodes possono sciogliere la temibile
alleanza nata da un costruttore di armi senza scrupoli e un
pericoloso scienziato russo. Un sequel di successo con un cast di
prim’ordine.
Tom Holland ha
buffamente annunciato su Instagram la conclusione delle riprese di
Spider-Man Homecoming. Con uno scatto
apparentemente “a tradimento”, mentre tutti dormono sull’aereo del
ritorno (Holland compreso), l’attore ha dichiarato
chiuse le riprese del film che arriverà al cinema i 7 luglio
2017.
Ci sarà probabilmente spazio per
riprese aggiuntive e ancora altro genere di operazioni da post
produzione, ma il dado è tratto e il film, nella sua forma grezza,
è stato realizzato. Cosa vi aspettate da uno dei progetti più
attesi di sempre?
Sinossi: “Un giovane Peter
Parker / Spider-Man (Tom Holland), che ha fatto il suo sensazionale
debutto in Civil War, comicnia ad esplorare la sua nuova identità
nei panni del tessi ragnatele in Spider-Man Homecoming”.
Diretto da Jon
Watts, Spider-Man Homecoming
vedrà protagonista Tom
Holland nei panni di Peter Parker, Marisa
Tomei in quelli di zia May e Zendaya sarà
invece Michelle. Al cast si aggiungono Michael
Keaton, Michael Barbieri, Donald
Glover, Logan Marshall-Green, Martin
Starr, Abraham Attah, Selenis Leyva, Hannibal
Buress, Isabella Amara, Jorge Lendeborg Jr., J.J.
Totah, Michael Mando, Bokeem Woodbine, Tyne
Daly e Kenneth Choi.
Il remake di
Dredd del 2012 con protagonista
Karl Urban ha guadagnato fan e credibilità solo
successivamente, con la versione home video e con il
passaparola degli appassionati. Il film, all’uscita, non è stato
molto considerato, ma ha trovato la sua nicchia poi e addirittura
la possibilità, non del tutto ancora smentita, che si possa
raggiungere un accordo per il sequel.
Parlando del primo film, scritto da
Alex Garland (Ex Machina), il produttore
Adi Shankar, trai principali promotori di un
sequel, ha raccontato dei retroscena interessanti in merito alla
produzione del film.
“Nella prima sceneggiatura del
film, Alex Garland aveva inserito Judge
Death nello script, ma la Fox, che all’epoca finanziava il
progetto, decise di eliminare il personaggio. Secondo loro era
importante creare prima un po’ di botti ed effetti per poi passare
al metafisico.”
Taika Waititi,
regista di Thor Ragnarok, è noto
principalmente per il suo film indipendente What We Do in The Shadow,
del 2014. Il film, costato poco più di un milione e mezzo, è una
produzione davvero minuscola in confronto a quello che si trova ad
affrontare adessoil regista sul set Marvel.
A testimonianza di ciò, lo stesso
Waititi ha condiviso una foto magnifica e
impressionante dal set di Thor Ragnarok,
in cui vediamo schierato un anello di cinque cineprese che operano
contemporaneamente. A coronamento di questa splendida immagine per
ogni appassionato di cinema, Taika ha commentato
la foto con un sarcastico: “Il cinema indipendente non è ancora
morto.”
Eccola di seguito:
Non possiamo sapere a cosa servirà
un “punto macchina” del genere, ma è chiaro che la nostra curiosità
di cinefili e di fan è ulteriormente aumentata.
Thor Ragnarok
sarà diretto da Taika Waititi. Nel cast del
film Chris Hemsworth sarà ancora Thor;
Tom Hiddleston il fratello
adottivo di Thor, Loki; Il vincitore del Golden Globe e Screen
Actors Guild Award Idris Elba sarà la
sentinella di Asgard, Heimdall; il premio Oscar Sir Anthony Hopkins interpreterà
nuovamente Odino, signore di Asgard.
Nelle new entry invece si annoverano
il premio OscarCate
Blanchett (Blue Jasmine,
Cenerentola) nei panni del misterioso e
potente nuovo cattivo Hela, Jeff Goldblum (Jurassic
Park, Independence Day:
Resurgence), che sarà l’eccentrico
Grandmaster, Tessa Thompson
(Creed, Selma)
interpreterà Valkyria, mentre Karl Urban (Star
Trek, il Signore degli Anelli: il ritorno
del re) aggiungerà la sua forza nella mischia come
Skurge. Marvel ha anche confermato che
Mark Ruffalo riprenderà il suo ruolo
di Bruce Banner / Hulk nel sequel. La data d’uscita è prevista per
il 3 novembre 2017.
Nelle ultime foto dal set di
Spider-Man Homecoming a New York,
Tom Holland è protagonista di alcune
riprese che lo vedono assumere una prospettiva privilegiata della
città che non dorme mai. Uno sguardo dall’alto. Ecco le immagini
dal set:
[nggallery id=2811]
Sinossi: “Un giovane Peter
Parker / Spider-Man (Tom Holland), che ha fatto il suo sensazionale
debutto in Civil War, comicnia ad esplorare la sua nuova identità
nei panni del tessi ragnatele in Spider-Man Homecoming”.
Diretto da Jon
Watts, Spider-Man Homecoming
vedrà protagonista Tom
Holland nei panni di Peter Parker, Marisa
Tomei in quelli di zia May e Zendaya sarà
invece Michelle. Al cast si aggiungono Michael
Keaton, Michael Barbieri, Donald
Glover, Logan Marshall-Green, Martin
Starr, Abraham Attah, Selenis Leyva, Hannibal
Buress, Isabella Amara, Jorge Lendeborg Jr., J.J.
Totah, Michael Mando, Bokeem Woodbine, Tyne
Daly e Kenneth Choi.
Come annunciato, ecco il primo
teaser trailer di Pirati dei Caraibi 5,
la nuova avventura di Jack Sparrow (Johnny Depp).
Nel video di seguito il nome pirata più amato del mondo torna con
tutta la sua mitica eco, a pronunciare il suo nome, un inedito
formidabile nemico.
Ecco il video:
https://www.youtube.com/watch?v=1xo3af_6_Jk
Diretto dalla coppia di registi
norgesi Espen Sandberg and Joachim Rønning
(Kon-Tiki), Pirates of the Caribbean Dead Men Tell
No Tales sarà il quinto capitolo del franchise
prodotto da e vedrà il ritorno di Johnny
Depp nei panni di Jack Sparrow, Orlando
Bloom come Will Turner e Geoffrey Rush
come il capitano Barbosa. Al film si sono uniti il premio Oscar
Javier Bardem, che interpreta l’antagonista del
film, capitano Salazar. Brenton Thwaites
(Maleficent,
The Giver) che interpreta un
personaggio di nome Henry e Paul McCarney in un ruolo ancora
sconosciuto.
[nggallery id=1773]
Dopo La maledizione
della prima luna, La maledizione del forziere fantasma, Ai confini
del mondo, Oltre i confini del mare, arriva il quinto
capitolo della saga: Dead Men Tell No
Tales.
Pirates of the Caribbean Dead
Men Tell No Tales
Le
riprese, iniziate lo scorso febbraio, sono state poi bloccate
a causa di un infortunio di Johnny Depp fuori dal
set. La produzione tuttavia assicura l’uscita della pellicola, come
da programma, per Maggio del 2017.
In questo film, vedremo il Capitano
Jack Sparrow braccato dai pirati fantasma al seguito del temibile
Salazar, fuggito dal Triangolo del Diavolo. Per riacquistare la
libertà al povero pirata non rimarrà che trovare il leggendario
Tridente di Poseidone, l’unico oggetto in grado di donare al
possessore il controllo totale dei mari.
Sta arrivando! Walt Disney
Pictures ha annunciato oggi che il primo tease trailer
di Pirates of the Caribbean Dead Men Tell No
Tales sarà diffuso questa sera durante il gran
finale di Fear the Walking Dead 2,
la seconda stagione dello spin-off targato
AMC.
Diretto dalla coppia di registi
norgesi Espen Sandberg and Joachim Rønning
(Kon-Tiki), Pirates of the Caribbean Dead Men Tell
No Tales sarà il quinto capitolo del franchise
prodotto da e vedrà il ritorno di Johnny
Depp nei panni di Jack Sparrow, Orlando
Bloom come Will Turner e Geoffrey Rush
come il capitano Barbosa. Al film si sono uniti il premio Oscar
Javier Bardem, che interpreta l’antagonista del
film, capitano Salazar. Brenton Thwaites
(Maleficent,
The Giver) che interpreta un
personaggio di nome Henry e Paul McCarney in un ruolo ancora
sconosciuto.
[nggallery id=1773]
Dopo La maledizione
della prima luna, La maledizione del forziere fantasma, Ai confini
del mondo, Oltre i confini del mare, arriva il quinto
capitolo della saga: Dead Men Tell No
Tales.
Pirates of the Caribbean Dead
Men Tell No Tales
Le
riprese, iniziate lo scorso febbraio, sono state poi bloccate
a causa di un infortunio di Johnny Depp fuori dal set. La produzione
tuttavia assicura l’uscita della pellicola, come da programma, per
Maggio del 2017.
In questo film, vedremo il Capitano
Jack Sparrow braccato dai pirati fantasma al seguito del temibile
Salazar, fuggito dal Triangolo del Diavolo. Per riacquistare la
libertà al povero pirata non rimarrà che trovare il leggendario
Tridente di Poseidone, l’unico oggetto in grado di donare al
possessore il controllo totale dei mari.
Cosa succede se due giovani registi
italiani – Fabio Guaglione e Fabio
Resinaro, già autori del corto fantascientifico
AfterVille, che gli era valso premi e l’approdo
agli Studios americani – incontrano Peter Safran –
produttore di Buried – Sepolto – e si
cimentano in un thriller stile Usa, coproduzione
italo-ispano-americana che fonde film di guerra, lotta per la
sopravvivenza e suspense? Al centro di
Mine, un soldato americano – Mike
(Armie Hammer) –
bloccato su una mina antiuomo nel bel mezzo del deserto e costretto
ad attendere i soccorsi per più di due giorni.
Si può ottenere un film ad alta
tensione, che tenga incollato lo spettatore allo schermo, dando
vita a un nuovo interessante esperimento di crossover
cinematografico, in cui si riconosca la matrice del genere, ma la
si veda reinterpretata con quell’originalità che è cifra d’autore,
accattivante e capace di fare una sostanziale differenza. Sarebbe
potuto accadere, ma qualcosa manca a
Mine, esordio di Fabio &
Fabio (sic, questo il nome d’arte dei registi) per
compiere quel passo nella giusta direzione.
Si parte, come in
Buried, dall’unità di spazio e
tempo, ma i registi scelgono uno spazio aperto e puntano molto,
forse troppo, sull’identificazione fra situazione esterna e
interiore. Gli eventi diventano metafora della condizione
psicologica del protagonista, bloccato a causa del suo vissuto,
senza vedere alternative all’immobilismo, incapace di prendere
decisioni importanti. Il deserto diventa luogo dell’anima. Di
fatto, però, Mike è veramente in mezzo a un deserto, immobile su
una mina, e appare una forzatura definire la sua immobilità una
scelta. Inoltre, così facendo, gli autori sacrificano la suspense,
presente solo nella prima parte, per poi concentrarsi sulle prove
che Mike deve superare per sopravvivere, sui suoi incontri, tra cui
quello dai risvolti comici con il Berbero (Clint
Dyer), che lo aiuta e lo guida, o sull’aspetto
introspettivo del personaggio.
Protagonista un Armie Hammer che subisce più cambiamenti di
natura fisica (le labbra arse, le ferite, la pelle cotta dal sole)
di quanto non colpisca per la capacità di emozionare e coinvolgere.
La sceneggiatura ne fa quasi un supereroe: un po’ troppo, perfino
per un war movie all’americana. Nel cast anche Annabelle Wallis (Jenny) e Tom
Cullen (Tommy). Lo stile narrativo di
Mine resta made in Usa, domina la
retorica del soldato senza macchia e senza paura, dell’eroe che
strenuamente resiste alle avversità, sottolineata da scene
drammatiche ed enfatiche. Un soldato buono, con una donna amata che
lo aspetta, che il cielo aiuta perché merita di salvarsi. Retorica
anche la riconciliazione, nella mente di Mike, in modo salvifico
quanto repentino, con alcune figure chiave della sua esistenza.
Generi e spunti diversi, alcuni dei
quali interessanti, si mescolano, ma anziché dar vita a qualcosa di
veramente originale, restano eterogenei e su di essi finisce per
prevalere l’ingombrante modello del war/survival movie.
Fino a un paio di anni fa non c’era
giornale, sito, cinema che non avesse la sua faccia esposta, poi,
dopo lo straordinario exploit con The
Imitation Game, Benedict Cumberbatch
si è un po’ fatto da parte, concentrandosi sulla carriera a teatro,
ma a novembre tornerà sul grande schermo a prestare i suoi
affascinanti e irregolari lineamenti al Doctor Strange
della Marvel.
Di seguito vi proponiamo 15
curiosità che forse non conoscete sull’attore britannico che ha
trovato la fama mondiale grazie alla serie BBC
Sherlock.
Nei prossimi progetti di
Cumberbatch, oltre all’annunciato The Current
War, in cui interpreterà Thomas
Edison, un altro genio del nostro tempo, ci sono diversi
lavori che vedranno coinvolto l’attore in veste di doppiatore:
How the Grinch Stole Christmas in cui sarà proprio
il Grinch, Il Libro della
Giungla in cui presta la voce a Shere
Khan e Magik, una produzione
canadese in cui lavorerà di nuovo al fianco di Matthew
Goode dopo The Imitation Game e
in cui presterà la voce al personaggio di
Lewis.
Per quanto riguarda invece la sua
collaborazione con il Marvel Cinematic
Universe, Benedict Cumberbatch
ritornerà a interpretare Doctor Strange anche in
Avengers Infinity War.
Doctor
Strange arriverà al cinema il 4 novembre 2016. Dirige
Scott Derrickson da una sceneggiatura
di Jon Aibel e Glenn
Berger, rimaneggiata da Jon Spaihts.
Nel cast del film al fianco del protagonista Benedict Cumberbatch sono stati confermati
Tilda Swinton,
Rachel McAdams e Chiwetel Ejiofor. Produttore del film, Kevin
Feige, con Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Alan Fine, Stan Lee e
Stephen Broussard come produttori esecutivi.
Dai Marvel Studios arriva la storia del
neurochirurgo di fama mondiale, il Dottor Stephen Strange, che
viene derubato dell’uso delle sue preziose mani a seguito di un
terribile incidente d’auto. Quando la medicina tradizionale lo
tradisce, Strange decide di rivolgere le sue speranze di guarigione
altrove, verso un mistico ordine noto come Kamar-Taj. Qui scoprirà
che non si tratta solo di un centro di guarigione, ma anche di un
avanposto che combatte delle forze oscure e sconosciute che
vogliono distruggere la nostra realtà. Strange dovrà quindi
scegliere, armato di un nuovo potere e nuove capacità, se tornare
alla sua vita di successi e agi o se lasciarsi tutto alle spalle e
ergersi contro il male.
Produttore del film, Kevin Feige,
con Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Alan Fine, Stan
Lee e Stephen
Broussard come produttori esecutivi.
Michael Shannon
(attualmente al cinema con Elvis e
Nixon) e Chris
Hemsworth (al momento impegnato nella realizzazione
di Thor Ragnarok) faranno coppia sul
grande schermo in Horse Soldier,
pellicola diretta da Nicolai Fuglsig che
racconterà la storia di un gruppo di soldati appartenenti alle U.S.
Special Forces che, in seguito agli eventi del 9/11, sarà inviato
in una regione montagnosa dell’Afghanistan dove uniranno le forze
con un’allenaza del nord di signori della guerra contro le milizie
talebane.
La pellicola sarà prodotta
da Jerry Bruckheimer e finanziata
da Black Label Media.
Ecco come ha presentato il
progetto Jerry Bruckheimer:
“Sono contento di poter
realizzare questo progetto con degli attori eccezionali quali Chris
Hemsworth e Michael Shannon, è altrettanto fantastico essere
affiancato da Molly Smith, Trent Luckinbill e Thad Luckinbill di
Black Label Media, una compagnia di produzione dinamica ed
eccitante.”
In arrivo nelle sale nostrane il
prossimo 6 ottobre Mine, il
thriller diretto da Fabio Guaglione
e Fabio Resinaro che vede
protagonista Armie Hammer torna a
mostrarsi in una nuova clip ed un video dietro le quinte.
In quello che si annuncia come un
thriller ad altissima tensione, Armie Hammerinterpreta un soldato che
in Afghanistan dovrà combattere per non esplodere letteralmente in
aria su una mina anti-uomo resistendo contro l’ambiente
circostante, i nemici in agguato, le trappole psicologiche e
l’amore lasciato a casa (Annabelle
Wallis). Nel cast anche Tom
Cullen.
I diritti di
Mine sono stati acquisiti da Well Go
USA per la distribuzione in Usa e Canada. Il film uscirà in Italia
il 6 ottobre.
Afghanistan: un soldato (Armie
Hammer) sta tornando al campo base dopo una missione, ma
inavvertitamente poggia il piede su una mina antiuomo. Non può più
muoversi, altrimenti salterà in aria. In attesa di soccorsi per due
giorni e due notti, dovrà sopravvivere non solo ai pericoli del
deserto ma anche alla terribile pressione psicologica della
tutt’altro che semplice situazione.
La Festa del Cinema di Roma
2016, arrivata alla sua undicesima edizione dedica ampio
spazio agli incontri ravvicinati con registi,
attori e grandi personalità del mondo della cultura.
Sarà il Premio Oscar® Tom Hanks,
universalmente riconosciuto come uno dei più grandi attori del
cinema contemporaneo, ad essere insignito del Premio alla Carriera
durante l’undicesima edizione della Festa del Cinema, che gli
dedica un’ampia retrospettiva con i suoi film più significativi
(sedici in tutto, compresi Music Graffiti e L’amore
all’improvviso – Larry Crowne, da lui diretti). In occasione
della cerimonia di premiazione, Hanks sarà protagonista di un
incontro nel corso del quale verranno mostrate alcune sequenze dei
suoi film preferiti e la clip di una pellicola da lui
particolarmente amata. Forse il fatto di avere nelle vene il sangue
di Abraham Lincoln lo ha aiutato a sognare in grande: con un
antenato di tale calibro, si può davvero immaginare qualsiasi cosa,
anche di diventare l’attore più amato d’America. Vincitore di due
Oscar® consecutivi, uno per l’interpretazione dell’intenso Andrew
Beckett inPhiladelphia e l’altro per aver vestito i panni
del candido Forrest Gump, Tom Hanks esordisce al cinema
nel 1980 conHe Knows You’re Alone ma è nell’84 con
Splash – Una sirena a Manhattan e nel successivo
Big, che gli vale una nomination all’Oscar®, che inizia a
farsi notare. Soprannominato il moderno James Stewart per i modi
gentili da perfetto uomo della porta accanto, eclettico e
poliedrico senza mai essere sopra le righe, nei quasi cinquanta
film di cui è stato protagonista (da Salvate il soldato
Ryan a Cast Away, da Prova a prendermi a
Il ponte delle spie) è riuscito a incarnare alla
perfezione il volto più pulito e genuino di Hollywood. Con il
sostegno dell’Ambasciata U.S.A. a Roma.
RENZO
ARBORE
Conduttore televisivo, musicista,
regista, attore, sceneggiatore, deejay, talent scout, è una delle
personalità più interessanti e innovatrici del panorama culturale
italiano. Nato a Foggia nel 1937, dimostra giovanissimo la sua
passione per la musica, in particolare per il jazz, suonando nel
gruppo dei Parker’s Boys. Laureatosi in giurisprudenza a Napoli, a
metà degli anni Sessanta arriva a Roma iniziando a lavorare alla
radio come programmatore di musica leggera alla Rai. Con la
trasmissione Alto gradimento, nel 1970, basata
sull’improvvisazione e sull’utilizzo al contempo intelligente e
demenziale del mezzo, rivoluziona il linguaggio della radio, dando
vita a un vero e proprio fenomeno di costume. Anche in TV Arbore
gioca a stravolgere le regole imposte fino a quel momento e con
trasmissioni comeL’altra domenica (1975), Quelli della
notte (1985) e Indietro tutta (1987) rinnova
profondamente gli stilemi televisivi dell’epoca. Anche la settima
arte diventa terreno di sperimentazione per Arbore, che nel 1980
firma la sua prima regia con Il pap’occhio nel quale
raccoglie attorno a sé i protagonisti dei suoi programmi televisivi
da Roberto Benigni a Diego Abatantuono e Luciano De Crescenzo, e in
cui trova posto anche un cameo di Martin Scorsese. Nel 1983 firma
la sua seconda regia, “FF.SS.” – Cioè: “…che mi hai portato a
fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene”. Nel 1991, con
lo scopo di divulgare la tradizione della canzone napoletana
classica, fonda L’Orchestra Italiana con la quale continua a girare
il mondo.
ROBERTO
BENIGNI
Attore, regista, sceneggiatore,
comico, personaggio di spettacolo a tutto tondo, il suo modo di
fare arte incarna perfettamente quello spirito popolare e clownesco
che unisce l’esuberanza del giullare alle capacità attoriali dei
più grandi comici del cinema. Nato nel 1952 a Manciano La
Misericordia, frazione di Castiglion Fiorentino, Roberto è l’ultimo
di quattro figli. Si diploma come ragioniere ma la sua passione per
lo spettacolo lo porta a trasferirsi a Roma, nel 1972, dove inizia
la sua carriera artistica lavorando in teatro, in TV e al cinema
(collaborando con autori del calibro di Jim Jarmusch e Blake
Edwards). Nel 1983 fa il suo esordio come regista con il film
Tu mi turbi, cui seguono titoli che hanno riscosso un
notevole successo di pubblico come Non ci resta che
piangere (da lui diretto e interpretato insieme a Massimo
Troisi) Il piccolo diavolo, Il mostroe
Johnny Stecchino. Poi, nel 1997, per lui arriva la
consacrazione grazie a La vita è bella, che riceve
numerosi riconoscimenti internazionali fra i quali il Gran premio
della giuria al Festival
di Cannes e tre premi Oscar® tra cui quello al miglior film
straniero, al migliore attore e alla migliore colonna sonora, ad
opera di Nicola Piovani. Quell’indimenticabile notte entrata ormai
nell’immaginario collettivo, a Los Angeles, fu una commossa Sophia
Loren ad annunciare la vittoria di Benigni, che l’ha raggiunta sul
palco dell’Academy saltando sulle poltrone in un tripudio di
esultanza. Negli ultimi anni l’interpretazione a memoria e il
commento della Divina Commedia di Dante Alighieri nelle piazze e in
TV lo hanno consacrato definitivamente come uno dei personaggi più
amati e apprezzati del panorama artistico italiano
contemporaneo.
Classe 1941, nato a Parma e
cresciuto a cinema e poesia (suo padre, il poeta Attilio, aveva
fondato il cineclub della città, dove amava proiettare i film di
Murnau e Ophuls), Bernardo Bertolucci è una delle
voci più importanti del cinema contemporaneo. Ancora giovanissimo,
conosce Pier Paolo Pasolini e diventa il suo assistente. Con lui,
nel 1961, gira Accattone e l’anno seguente dirige il suo
primo film da regista, La commare secca, da un soggetto
dello stesso Pasolini. Osservatore attento delle avanguardie
internazionali e spettatore appassionato del cinema francese (con
una predilezione per Godard), Bertolucci inizia a definire la sua
idea di cinema mantenendo sempre uno specifico impegno di stile e
una forza espressiva del tutto personali: tra i suoi massimi
capolavori Il conformista, Ultimo tango a Parigi,
Novecento. Primo e unico italiano a ricevere un Oscar® per
la miglior regia per L’ultimo imperatore, pellicola che si
aggiudica nove Oscar® su nove nomination ricevute, ha dimostrato in
più occasioni di aver saputo conciliare autorialità e produzioni ad
alto budget. Premiato nel 2007 con il Leone d’oro alla carriera a
Venezia e con la Palma d’oro onoraria a Cannes nel 2011, Bertolucci
continua a regalarci un cinema autentico e privo di sovrastrutture,
in cui personaggi incompiuti, trasgressivi e ricchi di
contraddizioni, continuano a cercare il loro posto nel mondo.
LORENZO JOVANOTTI
CHERUBINI
In più di un’occasione la sua
musica è entrata nei film: da “Muoviti, muoviti” ascoltata
nella commedia Parenti serpentidi Monicelli a “Ragazzo
fortunato” in Aprile di Nanni Moretti fino a “Una tribù
che balla” in Un boss sotto stress di Harold Ramis. Lo
scorso anno abbiamo riconosciuto la sua voce come sottofondo in una
sequenza di Padri e figlie, di Gabriele Muccino, mentre il
2016 ha segnato una nuova collaborazione tra il cantautore e il
regista – che già in passato aveva fruttato a Jovanotti un David di
Donatello per “Baciami ancora” come miglior canzone originale – con
il film L’estate addosso. Considerato uno degli artisti
più originali e innovativi del pop italiano, Jovanotti sarà
protagonista di un incontro con il pubblico dal titolo “Le
immagini, la musica e le parole” e parlerà, per la prima volta, del
suo personale viaggio nel cinema, commentando alcune sequenze di
film che hanno segnato la sua vita e la sua carriera di artista.
Tra videoclip innovativi che accompagnano i suoi brani, i
cortometraggi e gli spettacolari effetti visivi durante i suoi
concerti-spettacolo, risulta evidente quanto il suo rapporto con il
cinema sia qualcosa di profondo e viscerale.
PAOLO CONTE
| In collaborazione con Fondazione Musica per Roma
“Una delle più importanti voci
poetiche del nostro tempo”, così lo ha definito Vincenzo Cerami.
Paolo Conte, musicista polistrumentista, cantante, paroliere,
autore, avvocato e pittore, ha iniziato giovanissimo a dipingere e
a scrivere musica e testi. Nato e cresciuto ad Asti in una famiglia
di notai, si laurea in giurisprudenza e inizia a lavorare come
assistente presso lo studio paterno. La passione per la musica, per
il jazz in particolare, lo porta, parallelamente, a imparare a
suonare il trombone e il vibrafono. Nel 1974 Conte decide di
abbandonare la carriera forense per dedicarsi esclusivamente a
quella artistica. Cantore della provincia, di storie ruvide di
gente comune, ma anche di terre esotiche richiamate alla mente
attraverso il jazz, la rumba o il tango (“Boogie”, “Macaco”,
“Sudamerica”), i suoi testi evocano, alludono, rimandano ai
tempi passati (“Bartali”, “La topolino amaranto”), racchiudono
un’epoca, una situazione e la cristallizzano al di fuori dello
spazio e del tempo. Prolifico autore di colonne sonore per il
cinema, Conte ha composto le musiche per Tu mi turbi, la
prima regia di Roberto Benigni, per due film di Lina
Wertmüller,Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come
un brigante da strada e Sotto… sotto… strapazzato da
anomala passione, e per il film d’animazione diretto da Enzo
D’Alò, La freccia azzurra. Una vita vissuta a tempo di
jazz e di swing, di melodie raffinate dal respiro internazionale e
di testi poetici e ironici, eccentrici e maliardi. Conducono
Ernesto Assante, Gino Castaldo e Mario Sesti.
DON
DELILLO
Scrittore, saggista, drammaturgo e
sceneggiatore statunitense, dopo la laurea in Arte e comunicazione
(alla Fordham University), inizia a lavorare come pubblicitario e a
interessarsi al jazz e alla scrittura. Nel 1971 pubblica
il suo primo romanzo, “Americana”, cui seguono “End
Zone”, “Great Jones Street”, “Ratner’s Star” e, nel 1997,
quello universalmente riconosciuto come il suo capolavoro,
“Underworld”. Figura centrale della narrativa postmoderna
americana, DeLillo è un brillante e acuto osservatore delle
trasformazioni che attraversano la società statunitense, dei suoi
eccessi e delle sue distorsioni. Autore raffinato e sensibile, ha
affrontato negli anni un vasto numero di argomenti quali la guerra
fredda, il jazz, il consumismo, l’onnipresenza della tv, la
disintegrazione della famiglia moderna, il terrorismo. Nel 2012
David Cronenberg è riuscito nell’impresa di trasformare in film uno
dei suoi romanzi considerato infilmabile: Cosmopolis,
apologo oscuro e surreale sul nuovo millennio alle porte, con
protagonista Robert Pattinson. Poco propenso alle interviste e alla
visibilità mediatica (anche per questo riuscire a incontrarlo
risulta un vero privilegio), DeLillo è un virtuoso della lingua,
che utilizza in modo ora ironico ora epico, regalando a ogni suo
scritto numerosi livelli di lettura. Nel corso dell’incontro
racconterà del rapporto fra cinema e letteratura e della sua
passione per Michelangelo Antonioni.
GILBERT &
GEORGE
George, nato nel Devon in
Inghilterra nel 1942, e Gilbert, nato a San Martino in Badia sulle
Dolomiti nel 1943, s’incontrano mentre studiano scultura alla St.
Martin’s School of Art di Londra. Un giorno, mentre si scattano
foto a vicenda con alcune statue, hanno l’intuizione di poter fare
a meno di tutto e che la loro presenza come sculture viventi
all’interno dell’immagine è più efficace di qualsiasi altro
prodotto. Quando G&G iniziano la carriera, il mondo dell’arte è
diviso tra pop, minimal e concettuale. La strada che intraprendono
è completamente diversa ed estremamente personale: l’interazione
col mondo è più importante dell’oggetto d’arte in sé. L’obiettivo è
un’arte per tutti – Art For All -, con mezzi e figurazioni radicati
nella realtà contemporanea e che affronta in maniera diretta e
anticonvenzionale, tematiche politiche, religiose ed erotiche. Per
il loro lavoro hanno ricevuto il premio Turner della Tate Gallery
di Londra nel 1986 e nel 2005 hanno rappresentato il Regno Unito
alla Biennale di Venezia. Gilbert & George incontreranno il
pubblico della Festa del Cinema di Roma e in questa occasione
presenteranno il film I giganti del karaté di Chang Cheh e
il documentario The World of Gilbert&George restaurato
dal CSC/Cineteca Nazionale.
DANIEL
LIBESKIND
Teorico dell’architettura e artista
nel senso più ampio del termine, Daniel Libeskind è uno dei
principali esponenti dell’architettura decostruttivista. Di
famiglia ebraica, dopo essersi trasferito per qualche tempo
in Israele, dove ha studiato musica, si è laureato in
architettura alla Cooper Union di New York e ha proseguito la
propria formazione in Gran Bretagna. Ha quindi insegnato negli
Stati Uniti, in Europa e in Giappone. Fra le sue realizzazioni più
importanti il Jüdisches Museum di Berlino (1998), il policromatico
Grand Canal Square di Dublino e il Royal Ontario Museum di Toronto
(struttura futuristica composta da cinque volumi intersecati tra
loro, accostata all’antico edificio museale ottocentesco). Nel 2003
si è aggiudicato il progetto per la ricostruzione del World Trade
Center di New York. Per Libeskind il segreto della creatività va
ricercato in un animo e in una mente aperti a suggerimenti e
influenze che arrivano da ogni minimo stimolo esterno. I suoi
progetti, caratterizzati da volumi spesso quadrati, linee spezzate
e forme spigolose, nascono da un ascolto profondo e sentito della
realtà e creano un contrasto di stili, epoche ed elementi
architettonici particolarmente suggestivo e fuori dal comune.
Libeskind discuterà del rapporto tra la settima arte e
l’architettura e del suo amore per il cinema di Paolo Sorrentino.
Con il sostegno dell’Ambasciata U.S.A. a Roma.
DAVID
MAMET
Autore teatrale, attore,
sceneggiatore, scrittore, saggista, regista e produttore, David
Mamet è una delle menti più versatili e poliedriche del nostro
tempo. Artista polimorfo oltre che scrittore prolifico, inizia la
sua carriera nel teatro (è uno dei fondatori dell’Atlantic Theater
Company), dove esordisce come commediografo nel 1974 con “Sexual
Perversity in Chicago”. Col tempo si afferma come uno dei maggiori
autori teatrali americani contemporanei con testi come “American
Buffalo” (1976), “Glengarry Glen Ross” (vincitore del Premio
Pulitzer nel 1984, poi divenuto film per la regia di James Foley) e
“Oleanna”. Nei primi anni Ottanta Mamet si avvicina al cinema,
scrivendo le sceneggiature de Il postino suona sempre due
volte, Gli intoccabili, Il verdetto e Sesso &
potere, solo per citarne alcuni. Tra i suoi film da regista,
House of Games, Homicide, Oleanna,
Hollywood, Vermont e Redbelt. Attratto da ogni
possibile declinazione del mistero e dall’eterno conflitto tra
verità e menzogna, leitmotiv di quasi tutte le sue opere, Mamet è
noto per far parlare i suoi personaggi con un’immediatezza e una
fedeltà al gergo della strada tali che nel tempo sono divenute la
cifra più riconoscibile della sua espressione artistica. Con il
sostegno dell’Ambasciata U.S.A. a Roma.
Mercoledì 19 ottobre, alle ore
15, Luca Barbareschi direttore dell’Eliseo ospita David Mamet per
un incontro con gli studenti dell’Università La Sapienza e il
pubblico del teatro, che ha inaugurato la stagione con due opere
del grande drammaturgo: “Americani” e “American Buffalo”, con la
regia rispettivamente di Sergio Rubini e Marco D’Amore. Interviene
Andrea Minuz.
Nato a Manhattan da padre danese e
madre americana, Viggo Mortensen cresce tra Venezuela, Argentina,
Danimarca e Stati Uniti. Il suo primo ruolo al cinema arriva nel
1985, con Witness – Il testimone di Peter Weir: da quel
momento la sua carriera decolla. Nel 1991 è in Lupo
Solitario di Sean Penn, due anni dopo recita con Al
Pacino inCarlito’s Way e nel 1995 è al fianco di Denzel
Washington e Gene Hackman in Allarme rosso di Tony Scott.
La consacrazione, però, arriva grazie alla trilogia de Il
Signore degli anelli, diretta da Peter Jackson. Negli anni
2000 il sodalizio con David Cronenberg gli regala altri ruoli
memorabili: il ristoratore dalla doppia identità di A History
of Violence, l’imperturbabile autista Nikolai Luzhin de La
promessa dell’assassino (per il quale nel 2008 ottiene la
candidatura all’Oscar® come miglior attore) e il padre della
psicoanalisi, Freud, di A Dangerous Method. Nel 2009 è
protagonista di un altro successo, The Road, adattamento
del romanzo di Cormac McCarthy. Parallelamente
all’attività cinematografica, Mortensen coltiva la sua passione per
l’arte a tutto tondo. Pittore, poeta, musicista e fotografo, è
anche un eccellente poliglotta: parla fluentemente inglese, danese,
spagnolo, norvegese, svedese, francese e se la cava bene anche con
l’italiano. Il pubblico della Festa di Roma potrà incontrarlo in
occasione della presentazione di Captain Fantastic,
pellicola di Matt Ross in cui interpreta un uomo che tenta di
reintegrarsi nella società dopo aver vissuto in isolamento con la
sua famiglia per oltre un decennio.
Tra le figure più interessanti e
controverse del panorama cinematografico internazionale, il regista
newyorkese ha fatto della rappresentazione del potere e della
critica, spesso feroce, alla società americana la summa del suo
cinema, scegliendo per i suoi film storie “scomode”, di denuncia
soprattutto nei confronti della politica statunitense.
Sceneggiatore e produttore, oltre che regista e, sporadicamente,
comparsa in piccoli camei all’interno delle sue pellicole, il tre
volte premio Oscar® (per Platoon, Nato il quattro luglio,
e per la sceneggiatura di Fuga di mezzanotte) sarà il
protagonista di uno degli incontri della Festa. Nel corso
dell’evento, l’autore newyorkese, che ha firmato film
indimenticabili come JFK – Un caso ancora
aperto, Assassini nati – Natural Born
Killers, Ogni maledetta domenica, Wall
Street – Il denaro non dorme mai, parlerà di politica
statunitense, a ridosso delle elezioni presidenziali. Alla Festa,
Stone presenterà anche il suo ultimo film, Snowden,
incentrato sulla storia del tecnico della NSA (National Security
Agency) che nel 2012 rese note al pubblico informazioni top-secret
sul programma di intercettazioni e sorveglianza operate
illegalmente negli Stati Uniti, causando un terremoto
nell’intelligence internazionale e nell’opinione pubblica.
Voleva fare la soprano, Mary Louise
Streep. Poi, fortunatamente, mentre era al college, si è iscritta a
un corso di recitazione. Ora sul suo caminetto campeggiano tre
Premi Oscar® (vinti per le interpretazioni per Kramer contro
Kramer, La scelta di Sophie e The
Iron Lady) e si è guadagnata di diritto lo scettro di Signora
del cinema, con il suo impegno per l’arte, l’ironia e l’eleganza
che le sono proprie. Una cinquantina di film al suo attivo in
quarant’anni di carriera priva di passi falsi, durante i quali ha
interpretato ogni genere di personaggio: dalla timida e delicata
Linda neIl cacciatore di Michael Cimino, alla combattiva
Joanna Kramer, al fianco di Dustin Hoffman, in Kramer contro
Kramer, dalla madre coraggio ossessionata dal rimorso nel
toccante La scelta di Sophie, alla casalinga innamorata di
Clint Eastwood ne I ponti di Madison
County. Se nella prima parte della sua carriera, Streep ha
interpretato soprattutto ruoli drammatici, è dagli anni Ottanta in
poi che riesce a far emergere anche la parte più comica del suo
talento, interpretando personaggi brillanti in commedie di successo
quali La morte ti fa bella, Il diavolo veste
Prada,Mamma Mia!. Nell’incontro, Streep parlerà agli
spettatori delle grandi attrici italiane che l’hanno influenzata,
Silvana Mangano e Anna Magnani su tutte. Con il sostegno
dell’Ambasciata U.S.A. a Roma.
ANDRZEJ
WAJDA
È uno dei più grandi maestri del
cinema mondiale e una voce imprescindibile della cinematografia
dell’Est Europa nel periodo del disgelo seguito alla morte di
Stalin. Attraverso un itinerario artistico iniziato sessanta anni
fa, lungo il quale ha ricevuto un Oscar® Onorario nel 2000 ed un
Orso d’Oro alla Carriera sei anni più tardi, Waida ha costruito una
filmografia che è arrivata a fondersi con la storia moderna della
Polonia, riflettendo costantemente sul rapporto tra libertà ed
espressione artistica. La Festa del Cinema gli rende omaggio con la
presentazione in Selezione Ufficiale del suo nuovo film,
Powidoki (Afterimage), e con un incontro con il
pubblico. Molti i suoi capolavori, quali Cenere e
Diamanti, Danton e L’uomo di ferro, Palma
d’Oro a Cannes nel 1981, ai quali si aggiungono La terra della
grande promessa, Le signorine di Wilko
eKatyń, nominati all’ Oscar® per il miglior
film straniero. Powidoki (Afterimage) racconta in
modo struggente il rapporto tra dittatura e arte, narrando la
tragica sorte di Władysław Strzemiński, una figura eroica dell’arte
moderna. È il più recente tassello di una produzione artistica che
può essere letta come un gigantesco e coerente affresco, in cui
elementi quali l’inquietudine esistenziale e i turbamenti di un
popolo si sono trasformati in strumento per la comprensione della
realtà sociale e dell’analisi storica. Conducono Richard Peña e
Mario Sesti.
Intervenuto in occasione della
celebrazione del fumetto numero 50 di X-O
Manowar,Dinesh
Shamdasani, CEO della Valiant
Entertainment, ha reso pubblici i piani della casa per il
futuro del franchise, tra cui la realizzazione di una pellicola in
live action che potrebbe essere diretta non da uno ma da ben due
registi, in pure stile Anthony e Joe Russo di casa
Marvel.
Ecco quanto dichiarato
da Dinesh Shamdasani:
“Abbiamo grandi piani per X-O
Manowar, non solo nei fumetti ma attraverso varie forme di media.
Per ora pubblichiamo fumetti – non fraintendetemi vogliamo
continuare a farlo, è quello su cui ci concentriamo ma abbiamo
intenzione di percorrere altre strade per far avvicinare molte
altre persone al mondo dei fumetti. Perciò avrei cose da dirvi
riguardo a dei videogiochi ma non posso farlo. Abbiamo intenzione
di realizzare alcuni live-action e film di cui tuttavia non potrà
dire nulla. Ma ciò che posso dire è che spero che la gente scopra
chi saranno i registi di X-O Manowar così che possa parlarne perché
non solo sono eccezionali ma ciò che faranno con X-O Manowar farà
letteralmente impazzire i fan… non posso dire altro.”
Vi ricordiamo
che X-O Manowar è un fumetto
nato dalla mente di Jim
Shooter, Bob
Layton e Joe Hartz, pubblicato
dalla Valiant Comics a partire dal
1992.
Mentre in rete già da tempo è
partito il toto 007 su chi sarà a prestare il volto allo storico
agente segreto in Bond 25, sembrerebbe che la
produzione, nonostante gli altisonanti nomi accostati al franchise
quali Idris
Elba e Tom Hiddleston, sarebbe
intenzionata a confermare ancora una volta Daniel
Craig, qualora l’attore fosse interessato a fare un passo
indietro.
Daniel Craig ancora a bordo per
Bond 25?
Ecco quanto dichiarato dal
produttore Callum McDougall:
“So che sperano di portarlo
indietro – aggiungendo inoltre che – “Craig è
assolutamente la prima scelta”
Non ci è dato sapere
se Craig tornerà ancora una volta a
vestire i panni di James
Bond, ma sappiamo che l’attore si è dimostrato poco
interessato a far parte del franchise, rifiutando anche un ricco
contratto che prevedeva la realizzazione di due ulteriori
pellicole.
Daniel Craig è
stato James Bond per quattro avventure
cinematografiche: Casino Royale, Quantum of Solace,
Skyfall e Spectre. Il Bond
25 in arrivo potrebbe essere il suo quinto appuntamento
con l’agente 007. Che ne pensate? vi piacerebbe
rivedere Craig nei panni di questo iconico
personaggio?
Remake/sequel del classico targato
1995 ed interpretato dall’indimenticabile Robin
Williams, Jumaji ha
avuto ufficialmente il via alle riprese che, infatti, in questi
giorni si stanno tenendo alle isole Hawaii. A tenerci aggiornato
sullo stato delle riprese, inoltre, ci pensa lo stesso
cast che, tramite Instagram, non perde
occasione per pubblicare foto e video provenienti dal set.
Qui di seguito vi proponiamo alcune
nuove immagini ed un nuovo video.
Un video pubblicato da therock (@therock) in data: 30 Set 2016 alle
ore 10:48 PDT
Jumanji:
il cast sul set, sotto la pioggia delle Hawaii –video
Il film originale del 1995 guadagnò
$ 262.700.000 in tutto il mondo al box office, con $ 65.000.000 di
budget di produzione. Tra gli attori, oltre al grande Robin
Williams, abbiamo avuto il piacere di
vedere Kirsten Dunst (Spider Man,
Marie Antoinette, Intervista col
vampiro), Bonnie Hunt (Rain
Man, Jerry Maguire, Il Miglio Verde) e Bebe
Neuwirth (Fame).
Il remake
di Jumanji uscirà nelle sale
americane il 25 dicembre 2016. Ted
Field e Mike Weberne saranno i
produttori esecutivi. Il film originale era tratto dall’omonimo
albo illustrato per bambini scritto da Chris Van Allsburg nel
1981.
Protagonistasarà
Dwayne Johnson. Nel cast anche
Jack Black, Kevin Hart, Karen Gillan e
Nick Jonas.
Per i fan dei
fumetti, la promessa di un crossover che possa
mostrare tutti i propri eroi preferiti in una sola tavola è sempre
allettante. Qualche volta però i creatori e gli editori si sono
spinti un po’ oltre, realizzando degli incontri e scontri davvero
bizzarri per quanto, in alcuni casi, di discreto valore artistico e
narrativo.