Dopo il grande successo di
Tutta Colpa di Freud, e a due anni di distanza
dal poco fortunato (almeno nella prospettiva di chi scrive)
Sei Mai Stata sulla Luna?, arriva nelle sale
Perfetti Sconosciuti, il nuovo film di
Paolo Genovese basato su un soggetto
dello stesso regista. La pellicola, sceneggiata a sei mani da
Genovese e – tra gli altri – anche da Rolando
Ravello, parte da un assunto forse vecchio come il mondo
(la famosa frase: “Ognuno di noi ha una vita pubblica, una
privata e una segreta” di Gabriel Garcia
Marquez vi dice niente?) per sviluppare una storia
profondamente ancorata alla realtà e, soprattutto, ad una
condizione esistenziale sempre più vittima degli effetti devastanti
della moderna tecnologia.
Perfetti
Sconosciuti inizia quando, nel corso di una cena, un
gruppo di amici si convince di iniziare un gioco per cui tutti
devono mettere il proprio telefono sul tavolo e accettare di
leggere sms/chat o ascoltare telefonate pubblicamente. In maniera
progressiva,
Paolo Genovese ci introduce a quello che
solo in apparenza sembra essere un passatempo innocente e, a poco a
poco, in un crescendo tensivo e insieme emotivo costruito alla
perfezione, ci rende protagonisti di un vero e proprio gioco al
massacro che si fa specchio non solo delle problematiche dei
personaggi rappresentati, ma di qualcosa di molto più spaventoso
che potrebbe riguardarci tutti, nessuno escluso, se solo avessimo
la metà del coraggio che vediamo trasposto sullo schermo per
ammettere che ognuno di noi, superato il confine tra cosa è giusto
e cosa è sbagliato, ha un segreto da nascondere e che, invece di
condividerlo con le persone della sua vita, preferisce affidarlo a
quella scatola nera (come vengono definiti i cellulari nel film)
che ha completamente stravolto il nostro modo di vivere e di
relazionarci.

Lo spettatore diventa così uno dei
commensali e assiste, prima divertito, poi emozionato, poi ancora
divertito e infine attonito, ad uno spettacolo amaro, cinico e
straordinariamente verboso in cui le parole arrivano da dentro,
quasi si vomitano, tanto è grande (e insostenibile) il peso che
portano con sé. Un peso enorme che Genovese e gli sceneggiatori
caricano sulle spalle di un cast formidabile tra cui spiccano
Anna Foglietta (alla sua seconda esperienza
con Genovese dopo
Tutta Colpa di Freud),
Alba Rohrwacher (che per la prima volta si
cimenta con una commedia) e un meraviglioso
Giuseppe Battiston (nei panni – forse –
del personaggio più bello di tutto il film).
Parlando di vite segrete, di quello
che non possiamo o non vogliamo raccontare, con Perfetti
Sconosciuti
Paolo Genovese dimostra ancora una volta
la sua passione viscerale per l’autenticità del racconto,
realizzando un film notevole e intelligente sotto molteplici
aspetti, senza dubbio il suo migliore ad oggi e, quasi sicuramente,
uno dei migliori prodotti italiani che vedremo al cinema
quest’anno.