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Un altro ferragosto: recensione del sequel di Paolo Virzì

Un altro ferragosto: recensione del sequel di Paolo Virzì

Che Paolo Virzì sia diretto erede di Risi, Comencini, Monicelli e De Sica è chiaro sin da quando nel 1996, al suo secondo lungometraggio, il regista presentò Ferie d’agosto, una tipica commedia di costume diventata ben presto un cult del genere che si guadagnò all’epoca persino un David di Donatello. Circa trent’anni dopo aver fotografato un’Italia divisa in due dalle ideologie politiche, Virzì torna a Ventotene, la così detta isola di confino, per girarne il sequel, Un altro ferragosto, in cui l’amara consapevolezza che niente rispetto ad allora sia cambiato, ma potremmo dire peggiorato, fa da sfondo a una collettività oramai segnata – definitivamente – dalla disillusione, dall’infelicità e dalla pochezza d’animo.

E se il presente è scoraggiante, conferma di una società oramai spenta e povera di spirito, e il futuro prospettato all’orizzonte non fa che sbiadirsi davanti agli occhi, guardare al passato, a quei tempi in cui credere fermamente nelle proprie idee era la spinta motrice per andare avanti e sperare in un domani migliore, è tutto quello che resta. Almeno a Sandro, che per tutto il tempo non farà altro che immaginare di parlare con Pertini, Spinelli, Colorni, Rossi, abbracciando quella Resistenza di cui si è sempre sentito partecipe, e la cui memoria vuole conservare. Un altro ferragosto è scritto a sei mani mani dai due fratelli Virzì e Francesco Bruni, e vede il ritorno di quasi tutti i personaggi di Ferie d’agosto, più qualche new entry di assoluto spessore come Emanuela Fanelli, Christian De Sica e Vinicio Marchioni. Distribuito da 01 Distribution arriva nelle sale dal 7 marzo.

Un altro ferragosto, la trama

Ventotto anni dopo quell’incontro avvenuto a Ventotene in un caldo mese di agosto, le famiglie Molino e Mazzalupi tornano sull’isola ognuna per scopi differenti. La prima arriva per una reunion organizzata da Altiero, figlio di Sandro e Cecilia, il quale decide di far tornare tutti i familiari (e gli amici) in quel luogo tanto amato e caro al padre che è in punto di morte. Dall’altra parte, invece, i Mazzalupi sono in procinto di festeggiare le imminenti nozze di Sabrina, figlia di Ruggero (oramai defunto) e Luciana, ora diventata un’influencer seguita, e il coatto e sterile Cesare (Vinicio Marchioni), che le fa da manager. A Ventotene c’è tanto fermento per il matrimonio di questa coppia, eppure la zia Marisa – sbarcata con un nuovo compagno, l’imprenditore Pierluigi Nardi Masciulli (Christian De Sica) – non vede di buon occhio la loro relazione, soprattutto perché nell’uomo che la nipote ha scelto ha intercettato una persona vile e pressappochista. L’organizzazione dell’evento tanto atteso dalla famiglia Mazzalupi da un lato e la malattia di Sandro dall’altro (che sull’isola non farà altro che pensare a come tutelarne la memoria storica) creerà nuovi attriti e litigi che porteranno i personaggi a molte nuove consapevolezze.

Un altro ferragosto film

Fra passato, presente e… futuro

Con Un altro ferragosto Virzì riparte da quelle due famiglie che erano l’una l’antitesi dell’altra, così diverse ma anche così simili nel loro essere irrisolte, che su Ventotene si scontrarono con veemenza. Con ironia pungente il regista ci mette davanti a un drammatico dipinto della nostra realtà, sfruttando ancora una volta le vite piene di tristezza, sconfitte e incomunicabilità dei Molino e dei Mazzalupi, gruppi politicamente agli antipodi ma umanamente più vicini di quanto loro possano credere, e nel farlo inserisce elementi contemporanei che rendono il racconto al passo con questi nostri brutti tempi.

Non sono cambiati più di tanto i due nuclei familiari, né sono mutate le cause dei loro dissapori, ma rispetto al 1996 qualcosa si è aggiunto, e in questo caso è rappresentato da quel nuovo mondo di cui fanno parte i social, i quali hanno contribuito ad alimentare un tessuto sociale già di per sé allo sbando e corroso, e in cui Cesare è primo vero aberrante risultato. Ecco perché adesso, rispetto ad un tempo che non c’è più, a farla da padrona è l’ignoranza più becera, poiché se prima i dibattiti di destra e di sinistra si avvolgevano attorno a dei solidi principi (e ideali), ora si è completamente sconnessi da se stessi, dagli altri e soprattutto dai veri valori che fondano una comunità. Forse perché, ci dice Un altro ferragosto, abbiamo speso troppo tempo a rimanere idealisti immobili da non accorgerci che nel frattempo attorno a noi tutto diventava maceria.

Speranze infrante

E allora è qui che il film affonda le sue radici, diventando specchio e riflesso accecante di un’umanità talmente egoriferita e vacua da non capire di star distruggendo anche l’ultimo granello di speranza che possa rendere possibile il cambio di traiettoria. Le conseguenze sono, oltre lo smarrimento del proprio io e una felicità sempre più irragiungibile, che i figli e i padri non parlano poiché incapaci di capirsi e coltivare rapporti semplici, come Andrea e Sandro; che l’amore vero viene messo da parte per lasciare spazio a un benessere solo apparente ma non sincero, come nel caso di Marisa e Pierluigi; e che costruirsi un’immagine falsata di sé è l’unica soluzione per essere qualcuno, come nel caso di Sabrina, affiancata dall’omofobo Cesare, un uomo che è pieno esempio da una parte della mascolinità tossica ancora molto presente in alcuni uomini di oggi, dall’altra di una politica sempre più cialtrona e disinteressata al popolo, che mangia sull’imbroglio e i raggiri (per lui lo spessore culturale e morale non sono prioritari per essere un esponente del governo, tant’è che spinge Sabrina a candidarsi pur essendo lei un’influencer di scarso intelletto.)

A tal proposito il tragicomico monologo finale di Emanuela Fanelli è il colpo più sferzante e doloroso dell’intero film, che va non solo a dichiarare apertamente la frustrazione in cui annega una nazione intera, ma anche un pessimismo cosmico che annienta ogni forma di sogno futuro. Se sul livello contenutistico Un altro ferragosto dunque funziona per riflessioni e impegno tematico, non si può dire sempre lo stesso sulla messa in scena, che a volte scricchiola su alcuni inserti confusionari e personaggi poco accennati nel nuovo spazio narrativo, in particolare appartenenti alla famiglia Molino, poco approfondita, facendo anche calare di tanto in tanto l’attenzione. Comprendiamo però le intenzioni del regista di volere con sé tutti i protagonisti di Ferie d’agosto, ma diciamo anche che se si fosse focalizzato solo su alcuni di loro, mantenendo la giusta coralità di racconto, il film sarebbe stato narrativamente molto più ricco e dettagliato.

Un altro ferragosto: al via le riprese del nuovo fil di Paolo Virzì

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Inizieranno domani, martedì 25 aprile, sull’isola di Ventotene le riprese di Un altro ferragosto, il nuovo film di Paolo Virzì prodotto da Lotus Production, una società Leone Film Group con Rai Cinema. Seguito dell’acclamato Ferie d’Agosto del 1996, film cult che valse a Paolo Virzì il David di Donatello come Miglior Film, Un altro ferragosto vede il ritorno a Ventotene delle due famiglie di villeggianti, i Molino e i Mazzalupi.

Nel film Silvio Orlando, Sabrina Ferilli, Christian De Sica, Laura Morante, Andrea Carpenzano, Vinicio Marchioni, Anna Ferraioli Ravel. E Gigio Alberti, Agnese Claisse, Paola Tiziana Cruciani, Claudia Della Seta, Emanuela Fanelli, Lorenzo Fantastichini, Liliana Fiorelli, Raffaella Lebboroni, Milena Mancini, Maria Laura Rondanini, Ema Stokholma, Lele Vannoli, Silvio Vannucci e con l’amichevole partecipazione di Rocco Papaleo. Da una storia di Paolo Virzì e Carlo Virzì, la sceneggiatura è firmata da Francesco Bruni, Carlo Virzì e Paolo Virzì 

La trama di Un altro ferragosto

In una sera d’agosto del 1996, nella casa di Ventotene dove il giornalista Sandro Molino trascorreva le vacanze, la sua compagna Cecilia gli rivelò di essere incinta.Oggi Altiero Molino è un ventiseienne imprenditore digitale e torna a Ventotene col marito fotomodello per radunare i vecchi amici intorno al padre malato, per regalargli un’ultima vacanza in quel luogo per lui così caro. Non si aspettava di trovare l’isola in fermento per il matrimonio di Sabry Mazzalupi col suo fidanzato Cesare: la ragazzina goffa figlia del bottegaio romano Ruggero, è diventata una celebrità del web e le sue nozze sono un evento mondano che attira i media e anche misteriosi emissari del nuovo potere politico. Due tribù di villeggianti, due Italie apparentemente inconciliabili, destinate ad incontrarsi di nuovo a Ferragosto, per una sfida stavolta definitiva.

Un altro ferragosto sarà girato interamente sull’isola di Ventotene, storica location di Ferie d’Agosto. Il film uscirà nelle sale cinematografiche prossimamente distribuito da 01 Distribution. Dichiarazione di Paolo Virzì: Finora ci avevo pensato solo per scherzo, tante volte, quasi tutte le volte che finivo un film, “Adesso torniamo a Ventotene e diamo un seguito alla commedia di quelle due famiglie”. Scrivevo nuovi copioni che poi buttavo, o mettevo da parte. Tante cose mi trattenevano ed ero giunto alla conclusione che a Ventotene ci sarei tornato solo in gita. Invece stavolta sta succedendo davvero, chissà perché proprio adesso, nel duemilaventitré. Credo di averne intuito il motivo, ma voglio esplorarlo meglio durante le giornate e le nottate di riprese che ci attendono. Confesso di essere emozionato, incontrare di nuovo i personaggi di quel vecchio film mi diverte e un po’ mi spaventa. Rimpiangere quelli che non ci sono più – ma che in qualche modo ci saranno – mi commuove. Riunire la gloriosa banda degli interpreti, mescolandola ai nuovi formidabili ingressi, mi elettrizza. Ringrazio gli amici ma soprattutto i produttori che mi hanno persuaso, con ostinazione struggente, a tornare qui.

Un Altro Ferragosto, trailer e poster del sequel di Paolo Virzì

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Un Altro Ferragosto, trailer e poster del sequel di Paolo Virzì

È disponibile il Trailer Ufficiale di Un Altro Ferragosto, il nuovo film di Paolo Virzì, prodotto da Lotus Production, una società Leone Film Group con Rai Cinema, in associazione con Tenderstories, e distribuito da 01 Distribution, al cinema dal 7 marzo.

Seguito dell’acclamato Ferie d’Agosto del 1996, film cult che valse a Paolo Virzì il David di Donatello come Miglior Film, Un Altro Ferragosto vede il ritorno a Ventotene delle due famiglie di villeggianti, i Molino e i Mazzalupi.

Paolo Virzì dirige un cast stellare composto da Silvio Orlando, Sabrina Ferilli, Christian De Sica, Laura Morante, Andrea Carpenzano, Vinicio Marchioni, Anna Ferraioli Ravel, con la partecipazione di Emanuela Fanelli, Rocco Papaleo, Paola Tiziana Cruciani, Agnese Claisse.

E che vede tra gli altri interpreti: Gigio Alberti, Claudia Della Seta, Lorenzo Fantastichini, Liliana Fiorelli, Raffaella Lebboroni, Milena Mancini, Maria Laura Rondanini, Ema Stokholma, Lele Vannoli, Silvio Vannucci.

Gli attori di Ferie d’Agosto durante le riprese del nuovo film di Virzì, hanno fatto un tuffo nel passato, per raccontare quell’esperienza speciale, fatta di risate e serate in compagnia. I loro ricordi sono stati racchiusi in un video (che trovate sul canale Instagram di 01 Distribution).

Un altro Ferragosto, la trama

In una sera d’agosto del 1996, nella casa di Ventotene dove il giornalista Sandro Molino trascorreva le vacanze, la sua compagna Cecilia gli rivelò di essere incinta. Oggi Altiero Molino è un ventiseienne imprenditore digitale e torna a Ventotene col marito fotomodello per radunare i vecchi amici intorno al padre malandato e regalargli un’ultima vacanza. Non si aspettava di trovare l’isola in fermento per il matrimonio di Sabry Mazzalupi col suo fidanzato Cesare: la ragazzina goffa figlia del bottegaio romano Ruggero, è diventata una celebrità del web e le sue nozze sono un evento mondano che attira i media e anche misteriosi emissari del nuovo potere politico. Due tribù di villeggianti, due Italie apparentemente inconciliabili, destinate ad incontrarsi di nuovo a Ferragosto, per una sfida stavolta definitiva.

Un altro Ferragosto, il poster

Un Altro Ferragosto in streaming e in tv su SKY dal 20 Giugno

Un Altro Ferragosto in streaming e in tv su SKY dal 20 Giugno

Arriva su Sky Cinema l’ultimo film di Paolo Virzì, Un Altro Ferragosto (la nostra recensione), da giovedì 20 giugno disponibile on demand, anche in 4K, e in streaming su NOW. Il film inoltre andrà in onda giovedì 27 giugno alle 21:15 su Sky Cinema Uno (e alle 21:45 anche su Sky Cinema Comedy).

Dopo il successo di Ferie d’agosto, Paolo Virzì torna a raccontare due romanzi familiari che si incontrano solo in poche ma polemicissime circostanze: il romanzo dal tono tragicomico e disperato della famiglia Mazzalupi e quello dal tono dolente, malinconico, ironico e triste della famiglia Molino. Il film, diretto da Paolo Virzì, che firma anche la sceneggiatura insieme a Francesco Bruni e Carlo Virzì, è prodotto da Lotus Production, una società Leone FIlm Group, con Rai Cinema.

La trama di Un Altro Ferragosto

In una sera d’agosto del 1996, nella casa di Ventotene dove il giornalista Sandro Molino trascorreva le vacanze, la sua compagna Cecilia gli rivelò di essere incinta. Oggi Altiero Molino è un ventiseienne imprenditore digitale e torna a Ventotene col marito fotomodello per radunare i vecchi amici intorno al padre malandato e regalargli un’ultima vacanza. Non si aspettava di trovare l’isola in fermento per il matrimonio di Sabry Mazzalupi col suo fidanzato Cesare: la ragazzina goffa figlia del bottegaio romano Ruggero, è diventata una celebrità del web e le sue nozze sono un evento mondano che attira i media e anche misteriosi emissari del nuovo potere politico. Due tribù di villeggianti, due Italie apparentemente inconciliabili, destinate ad incontrarsi di nuovo a Ferragosto, per una sfida stavolta definitiva.

UN ALTRO CALCIO – Bologna in Champions di Emilio Marrese, anteprima 18 luglio al cinema Jolly di Bologna

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Giovedì 18 luglio, presso il cinema Jolly di Bologna si terrà l’anteprima del docufilm “UN ALTRO CALCIO – Bologna in Champions”, con doppia proiezione, alle 20.00 e alle 21.30. Si tratta di un instant-doc scritto e diretto da Emilio Marrese, realizzato da Genoma Films, prodotto da Paolo Rossi Pisu con Cinzia Bomoll, Marta Miniucchi, Marianna Pini, Antonio Pisu e Matteo Salocchi.

L’opera narra le gesta di una squadra di calcio che ha vissuto e fatto vivere ai propri tifosi la stagione più esaltante dei suoi ultimi sessant’anni. Una squadra da sempre indistinguibile dalla città che le dà il nome e  dai suoi tifosi. Il regista dipana il racconto attraverso immagini di repertorio tra passato e presente con interviste ad atleti, tecnici, dirigenti, personaggi dello spettacolo e della cultura.

Terminato il percorso nelle sale, dopo metà agosto il docufilm sarà disponibile su Sky.

UN ALTRO CALCIO – Bologna in Champions, la trama

“UN ALTRO CALCIO” è il modello portato al successo dal Bologna di Joey Saputo: un club sano, serio e organizzato che ha imposto uno stile diverso, raggiungendo la Champions League con perseveranza, programmazione e garbo, anche nelle difficoltà.

“UN ALTRO CALCIO” è il modo di vivere questa passione a Bologna, città che non vuole essere metropoli né provincia, ma capitale – qual è – della cultura, del gusto e del bello: una città che non rinuncia mai, neanche allo stadio, al suo spirito critico, ironico e dissacrante.

“UN ALTRO CALCIO” è il sistema di gioco innovativo proposto da Thiago Motta, allenatore e personaggio atipico dalle grandi potenzialità.

Il docufilm narra il felice incontro tra queste anomalie e peculiarità che ha fatto vivere al Bologna la stagione più esaltante degli ultimi sessant’anni.

Il racconto della moderna favola rossoblù è impreziosito dalle interviste esclusive ai protagonisti (Joey Saputo, Claudio Fenucci, Giovanni Sartori, Marco Di Vaio, Riccardo Orsolini, Lewis Ferguson, Riccardo Calafiori, Remo Freuler, Lorenzo De Silvestri e Alexis Saelemaekers ) e dallo sguardo speciale e insolito dei testimoni scelti.

Dal popolare cantante Gianni Morandi che regala alcuni divertenti aneddoti inediti allo psicoanalista di fama mondiale Stefano Bolognini che analizza le specifiche dinamiche del gruppo, dell’allenatore e anche dei tifosi bolognesi; dallo sceneggiatore Fabio Bonifacci che sottolinea gli aspetti “cinematografici” di questa avventura al critico Walter Guadagnini che ne illumina il lato “artistico”; dal musicista Federico Poggipollini al giornalista e attore Giorgio Comaschi, dagli scrittori Marcello Dòmini e Gianluca Morozzi al regista Paolo Muran, dall’assessore Massimo Bugani allo storico Riccardo Brizzi, dallo sceneggiatore Christian Poli al sacerdote Massimo Vacchetti: da questo coro esce infine una narrazione divertente e originale, come il Bologna di Saputo e il gioco di Motta che cercano di indicare strade nuove al calcio italiano.

Un alibi perfetto: trama e cast del film con Michael Douglas

Un alibi perfetto: trama e cast del film con Michael Douglas

I cosiddetti legal thriller sono certamente una delle sottocategorie più affascinanti di quel vasto e sfaccettato genere che è il thriller. Numerosi sono i titoli che nel corso degli anni hanno fatto la fortuna di questo, portando le storie di avvocati, processi o questioni legate al mondo giudiziario a ritagliarsi il proprio posto di rilievo nel mercato cinematografico. Titoli come Il rapporto Pelican, The Judge, Michael Clayton e Il cliente sono solo alcuni dei titoli più famosi. Tra questi si annovera anche Un alibi perfetto, scritto e diretto nel 2009 da Peter Hyams, specializzato in realtà nel genere della fantascienza.

Per l’occasione egli decide dunque di cimentarsi con un genere nuovo, dando vita a quello che è un remake del film L’alibi era perfetto, diretto nel 1956 dal celebre regista austriaco Fritz Lang, autore di capolavori del cinema come Metropolis e M – Il mostro di Düsseldorf. Adattando ad un contesto contemporaneo le tematiche e le vicende, il regista confeziona così una vicenda particolarmente complessa e intricata, che fa dei propri colpi di scena uno degli elementi di forza. Come solito in questi film, anche in Un alibi perfetto si gioca con la legge, con i suoi intrighi e con la facilità con cui è possibile manipolarla.

Nonostante diversi elementi di interesse, il film manco di ottenere però un particolare successo, venendo anzi ad essere quasi del tutto ignorato. Pur al netto dei suoi difetti, rimane un’opera da riscoprire, anche solo per poterla confrontare con l’originale, ad oggi ancora celebrato e studiato. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Un alibi perfetto: la trama del film

Protagonista del film è C.J. Nicholas, un giornalista che, per non essere licenziato, decide di scrivere un’inchiesta che favorisca una svolta nella sua carriera. Nel tentativo di attirare quante più attenzioni possibile, decide di dimostrare come dietro i successi del procuratore distrettuale Mark Hunter ci sia in realtà la corruzione e la falsificazione delle prove. Facendosi aiutare dal suo assistente Corey, decide dunque di farsi arrestare per l’omicidio di una prostituta, così da poter agire dall’interno. Procurandosi il fascicolo del caso, Nicholas riesce a dar vita ad una serie di prove che lo fanno passare come il principale accusato.

Quando inizia il processo, l’accusa, rappresentata da Hunter, sostiene di aver trovato del sangue di C.J. sul luogo del delitto. È allora che l’uomo si scaglia contro il procuratore, sostenendo che l’uomo ha falsificato le prove. Essendo l’accusato, naturalmente, nessuno gli crede. L’unica cosa che può provare la sua innocenza e la colpevolezza di Hunter è un video segreto registrato da Corey. Questi, tuttavia, è stato ucciso da Merchant, un detective corrotto. Per il giornalista, dunque, la situazione si complica enormemente, rischiando di rimanere bloccato nel tranello da lui stesso architettato.

Un alibi perfetto cast

Un alibi perfetto: il cast del film

Protagonista del film, nei panni del giornalista C.J. Nicholas, vi è l’attore Jesse Metcalfe. Recentemente visto in Hard Kill, ma noto in particolare per le serie Desperate Housewives e Dallas, l’attore si è preparato a questo ruolo approfondendo quanto più possibile l’iter dei processi, al fine di poter sapere sempre a che punto si trova il suo personaggio. Nei panni del suo collega Corey Finley, invece, si ritrova l’attore Joel David Moore, noto per le serie Forever e Bones e per essere stato Norm Spellman nel film Avatar. Amber Tamblyn, infine, è Ella Crystal, dipendente di Hunter con cui C.J. intraprende una relazione.

Nei panni del controverso procuratore Mark Hunter, vi è invece il premio Oscar Michael Douglas. L’attore, noto per le sue interpretazioni di personaggi spregiudicati e caratterialmente forti, ha costruito il suo Hunter seguendo proprio queste caratteristiche. Egli si è inoltre preparato approfondendo la professione di avvocato, al fine di poter essere realistico nei suoi modi di fare. Pur non essendo il vero protagonista della vicenda, è Douglas ad avere le maggiori attenzioni all’interno del film. Sono poi presenti Orlando Jones, noto per la serie TV MADtv, nei panni di Ben Nickerson, mentre Lawrence P. Beron è il detective Alex Merchant. Sharon K. London interpreta invece il giudice Sheppard.

Un alibi perfetto: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Un alibi perfetto è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Infinity+ e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 8 ottobre alle ore 21:00 su Iris.

Fonte: IMDb

Un affare privato: recensione della serie con Jean Reno

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Un affare privato: recensione della serie con Jean Reno

Approdata sulla piattaforma streaming Amazon Prime Video il 16 settembre, Un affare privato è una serie composta da una sola stagione di otto episodi, circa 42 minuti l’uno. Diretta da David Pinillos, Maria Ripoll e Daniel Aranyò, la serie è stata prodotta da Amazon studios in collaborazione con Babù Producciones e Hanoi Productiones. Nel cast è presente anche l’attore Jean Reno, noto per la sua performance nel film Léon (1994).

Un affare privato: il caso dell’assassino del giglio

I Quiroga sono una famiglia galiziana, una dinastia di commissari di polizia da moltissime generazioni. Mentre Arturo, figlio del defunto capo della polizia Alfonso, ha la possibilità di intraprendere questa carriera, lo stesso destino non può essere destinato a Marina, sua sorella. Pur ella volendo lavorare come investigatrice e risolvere casi, la strada per questa professione le viene sbarrata solamente perché donna. Ad ogni modo, Marina si trova coinvolta direttamente in un delitto: è testimone di un assassinio. Da questo momento lei inizierà, insieme al fidato maggiordomo Hector, ad indagare su questo crimine, venendo però talvolta ostacolata dallo stesso fratello, il quale cerca di proteggerla dalla pericolosa vita del poliziotto e non la crede all’altezza. L’omicidio della donna si rivela da subito molto peculiare: la vittima è stata aggredita con una particolare violenza ed ha un giglio inciso sul petto. A questa ne seguiranno altre, con lo stesso modus operandi, e con esse molti sono i sospettati per questi crimini. Marina riuscirà, con il suo ingegno e le sue capacità, a raccogliere molti indizi sul caso, ed otterrà l’aiuto di alcuni collaboratori di Arturo alla stazione di polizia. Il primo che si deciderà a coinvolgerla nelle indagini è l’ispettore Pablo Zarco, insieme poi all’affascinante Andrès Castaño.

Un affare privato
Marina che si esercita a sparare

Marina Quiroga: un detective con rossetto e pistola

La protagonista indiscussa di Un affare privato è certamente lei: Marina Quiroga. Interpretata dall’attrice spagnola Aura Garrido, Marina è una figura molto vivace e curiosa. Il suo interesse per l’investigazione le è stato impartito durante l’infanzia dal padre Alfonso; lui stesso la incoraggia fin da piccola ad intraprendere la carriera nella polizia, pur sapendo quanto questo possa essere difficile o quasi impossibile per una donna negli anni 40. Oltre alla passione, però, Marina Quiroga ha un particolare talento ed ingegno che le permettono di eccellere più degli ispettori di polizia stessi, pur non avendo il loro stesso addestramento. Marina, inoltre, è impavida, ha il coraggio di mettere in pericolo anche la propria vita per risolvere il caso ed evitare altre vittime.

A differenza di suo fratello Arturo e degli altri poliziotti, Marina si interessa molto anche alle nuove tecnologie del momento che le possono essere utili per le indagini.  Molti sono, infatti, gli strumenti che lei utilizza per scovare le tracce dell’assassino, come una macchina che, grazie ad una sostanza particolare, riesce a rilevare le tracce di sangue. Grazie a quest’apparecchiatura, Marina ricostruisce con più facilità una scena del crimine, e ritrova anche un’impronta di una scarpa.

Gli errori della serie: dagli effetti speciali scadenti ai personaggi poco sviluppati

È un pregiudizio generalmente riconosciuto che le serie spagnole, le telenovelas, non sempre brillino di eccellenza cinematografica. Un affare privato aveva tutto il potenziale per sfatare questo mito: la produzione è riuscita a dar vita ad una serie senza dubbio piacevole da vedere, ma con alcune pecche. Prima di tutto, pur essendo la storia ambientata in Galizia, in Spagna negli anni 40, quindi poco dopo la fine della guerra civile e l’instaurazione della dittatura di Francisco Franco, non si fa assolutamente nessun riferimento agli avvenimenti storici. Sembra quasi che le vicende avvengano al di fuori della realtà storica in cui sono collocate.

Un elemento poco sviluppato in Un affare privato è il personaggio del maggiordomo Hector, interpretato da Jean Reno. Hector viene dipinto in maniera quasi caricaturale, un ruolo che non rende certamente giustizia ad un attore eccellente come Reno. Se le intenzioni della produzione erano aggiungere al cast una figura nota a livello internazionale per dare maggiore risonanza alla serie, sarebbe stato meglio poter garantire all’attore un ruolo più interessante e non solamente comico.

Un altro fattore che si è rivelato scadente è l’utilizzo di effetti speciali; in particolare la scena sul treno nell’episodio 5 e la caduta dall’aereo nell’episodio 7 sono poco realistiche. Ad ogni modo si tratta, in questo caso, di difetti plausibili, considerando che serie come Un affare privato abbiano un budget nettamente più basso rispetto magari ad altre serie prodotte da Netflix.

Un affare di famiglia, Palma d’Oro a Cannes 2018, al cinema dal 13 settembre

Un affare di famiglia (Shoplifters), il film di Kore-eda Hirokazu, vincitore della Palma d’Oro al Festival di Cannes 2018, arriva al cinema dal 13 settembre con BiM Distribuzione. 

Dopo Little SisterRitratto di Famiglia con Tempesta, Kore-eda torna a raccontare con delicatezza e profondità le relazioni affettive e ad analizzare il concetto di famiglia.

Dopo uno dei loro furti, Osamu e suo figlio si imbattono in una ragazzina in mezzo ad un  freddo glaciale. Dapprima riluttante ad accoglierla, la moglie di Osamu acconsente ad occuparsi di lei dopo aver appreso le difficoltà che la aspettano.

Benché la famiglia sia così povera da riuscire a malapena a sopravvivere commettendo piccoli reati, sembrano vivere felici  insieme finché un incidente imprevisto porta alla luce segreti nascosti che mettono alla prova i legami che li uniscono…

Un affare di famiglia (Shoplifters), recensione del film di Hirokazu Kore-eda

“Ogni volta che vengo al Festival di Cannes ricevo coraggio e speranza, speranza che grazie al cinema persone e mondi che di solito si scontrano possano finalmente ricongiungersi” ha dichiarato Kore-eda Hirokazu in persona, in occasione della presentazione del film al festival.   “Un film straordinario, che ha travolto tutta la Giuria” è quello che invece ha avuto da commentare Cate Blanchett, presidente di giuria alla scorsa edizione della kermesse. “Un film che ci ha toccato profondamente, pieno di grazia, elegante, sensibile” invece per Denis Villeneuve, membro della giuria.

Un adattamento di Apocalypse Now Now è in sviluppo

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Un adattamento di Apocalypse Now Now è in sviluppo

Variety riporta in esclusiva che è in lavorazione la trasposizione cinematografica del romanzo urban-fantasy Apocalypse Now Now di Charlie Human. Inoltre il sito web americano rivela che Terri Tatchell, nominata all’Oscar per la sceneggiatura di District 9, sta già scrivendo l’adattamento.

Il progetto è una produzione di Canada e Sudafrica. La canadese Redlab Digital, in collaborazione con la losangelina XYZ Films, ha acquisito i diritti di sfruttamento dell’opera per trasformarla in un film.

La trama del romanzo è incentrata su un ragazzo di dubbia moralità che spaccia materiale osceno tra le mura della propria scuola. Quando la ragazza dei suoi sogni viene rapita si metterà sulle sue tracce insieme a un cacciatore di taglie esperto nel soprannaturale, addentrandosi nel bizzarro mondo della malavita di Città del Capo.

Tra i produttori figurano Nicholas Sorbara (Redlab Digital), Sean Drummond e Michael Matthews (Be Phat Motel). Todd Brown (XYZ Films) sarà il produttore esecutivo.

Fonte: Variety

Un ‘Sex Tape’ per Reese Witherspoon

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Calma, fermate i ‘bollori’ e non andate subito a cercare… non siamo di fronte all’ennesimo video ‘galeotto’ più o meno volutamente messo in circolazione per far parlare di sé,  bensì a una commedia, scritta da Kate Angelo (sceneggiatrice e produttrice, tra l’altro, di alcuni episodi della popolare sit-com “Will & Grace”).

Il plot vedrà la classica coppia annoiata riprendere le proprie ‘perfomance’ con una videocamera, solo per scoprire il giorno dopo, che la registrazione è sparita, dando così il via a una sorta di ‘caccia al tesoro’ dalle conseguenze imprevedibili. Il progetto, portato avanti dalla Sony, secondo quanto scrive Empire sarà curato da Jason Segel e Nick Stoller già al lavoro insieme ne “I fantastici viaggi di Gulliver” e nell’ultimo film dei ‘Muppets’. Per il ruolo principale, la Sony avrebbe dunque puntato su Reese Whiterspoon, che comunque non pare aver ancora accettato definitivamente l’offerta, anche a causa di altri impegni in corso: nella lista delle ‘papabili’ vi sono anche  Adams, Emily Blunt, Rose Byrne e Jennifer Garner.

Umbria Film Festival, dal 10 al 14 luglio 2024: presentato il programma

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Il cinema a 360 gradi, in tutte le sue sfaccettature, torna a riempire le piazze e i luoghi di Montone (PG), per la ventottesima edizione dell’Umbria Film Festival, dal 10 al 14 luglio 2024, con la Direzione Artistica di Alessandro De Simone, che ha il piacere di presentare il programma e il manifesto ufficiale. 

Tra gli eventi, un film come The Movie Teller di Lone Scherfig, con Daniel Brühl e Bérénice Bejo, che ha iniziato un prestigioso circuito festivaliero (Toronto International Film Festival, Spanish Film Festival, Milwaukee Film Festival , BiFest, per citarne alcuni), e approda a Montone alla presenza della regista per regalare la proiezione di un gioiello al momento non disponibile al cinema o in televisione.

Nel programma anche film che il pubblico potrà vedere in anteprima rispetto all’uscita in sala come Non riattaccare di Manfredi Lucibello, accompagnato dal regista stesso e dall’attrice protagonista Barbara Ronchi, e l’adrenalinico In the land of Saint and Sinners, di Robert Lorenz con Liam Neeson, anche questo in anteprima rispetto all’uscita in sala il 17 luglio (con il titolo italiano L’ultima vendetta), oltre a The Sweet East, debutto alla regia di di Sean Price Williams.

Umbria Film Festival, dal 10 al 14 luglio 2024: presentato il programma

Ancora, l’acclamatissimo La chimera di Alice Rohrwacher, amatissima regista che dopo la proiezione riceverà le chiavi della città con una cerimonia ufficiale, e l’omaggio al cult Il Corvo di Alex Proyas, che proprio quest’anno compie 30 anni e porta a Montone la sua aura di film maledetto.

In the Land of Saints and Sinners film 2023Sabato 13 luglio omaggio a Olivier Assayas con un incontro / conversazione con il regista francese e la proiezione del suo ultimo film, l’intimo e autobiografico Hors duTemp (2024), molto applaudito alla Berlinale. L’omaggio al grande regista francese prosegue anche nella giornata di domenica 14 luglio con la proiezione, in occasione dei suoi trent’anni, del film L’eau froide.

Questa edizione n.28 vede anche il ritorno del concorso dedicato ai cortometraggi italiani Amarcorti, a cui si aggiunge Montoons, concorso internazionale di cortometraggi animati per bambini, e la selezione di corti internazionali Image Hunters.

Il cinema a Montone significa però anche uno sguardo alle sue ramificazioni e alle arti “amiche”. Ogni giorno infatti trova spazio il format “Libri da Bere”, con focus sulla letteratura e la presentazione di libri: il nuovo, attesissimo, graphic novel dell’artista, star dei social, Mattia Labadessa Maledetto Poeta; Diegopolitik, il romanzo / saggio di Boris Sollazzo sulla figura di Maradona tra politica, calcio e società; Love Song for a Vampire, il saggio di Gabriella Giliberti che racconta l’evoluzione del vampiro come metafora della nostra società; Swinging ‘60s, musica, cinema, moda, arte e cultura nella Londra degli anni Sessanta, di Franco DassistiMichelangelo Iossa.

Ancora, il Festival ospiterà lo spettacolo teatrale Amore – Il teorema di Sarah con protagonista Milena Mancini che racconta la vita di coppia oltre i cliché, e il concerto de La Banda del Comitato, il quintetto nato nelle campagne umbre che vede Alice Rohrwacher alla fisarmonica e alla voce.

Il corvo Brandon LeeIl Sabato Pop dedicato ai 30 anni de Il Corvo e a Mattia Labadessa è realizzato in collaborazione con UmbriaCon, comic convention che ha visto la sua prima edizione andare in scena lo scorso gennaio con grande successo di pubblico.

Anche quest’anno il Presidente di Umbria Film Festival sarà Terry Gilliam, dal 2010 cittadino onorario di Montone.

Umbria Film Festival 2016: Tom Hopper, Laura Carmichael e molti altri!

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Umbria Film Festival 2016 – Si tiene a Montone (Perugia) dal 6 al 10 luglio 2016– a ingresso gratuito fino a esaurimento posti- la ventesima edizione dell’Umbria Film Festival, con la direzione artistica di Vanessa Strizzi, la direzione organizzativa di Marisa Berna e la presidenza onoraria di Terry Gilliam. Circondato dal verde, dai querceti e dagli olivi e patria di Braccio Fortebraccio, il borgo di Montone presenterà un parterre di ospiti internazionali, ma anche tavole rotonde e concerti, ma soprattutto proiezioni che animeranno Piazza Fortebraccio: dalle anteprime di cortometraggi internazionali, alle attese anteprime di lungometraggi, per arrivare ai cortometraggi per bambini e quelli realizzati da videomaker umbri, per la sezione del concorso Umbriametraggi.

Molto ricco il parterre degli ospiti di questa edizione: tra questi, la regista danese Lone Scherfig (Italiano per principianti; An education; Posh) e Rachel Portman, compositrice inglese, prima donna ad aver vinto un Premio Oscar alla migliore colonna sonora, nel 1997, per il film Emma, autrice delle musiche originali di film quali Le regole della casa del sidro, Smoke, Chocolat, Oliver Twist di Roman Polański, La duchessa e Non lasciarmi. La sera di inaugurazione del festival, Rachel Portman riceverà le Chiavi della Città di Montone.

Umbria Film Festival 2016: Tom Hopper, Laura Carmichael e molti altri!

Tra i lungometraggi presentati, inaugura il festival, mercoledì 6 luglio, il film Burn Burn Burn, di Chanya Button, interpretato tra gli altri dall’attrice inglese Laura Carmichael, conosciuta dal grande pubblico per il suo ruolo di Lady Edith Crawley nella serie tv Downton Abbey, che sarà presente alla proiezione accompagnata dalla regista del film. Giovedì 7 luglio sarà quindi proiettato, dopo i consueti cortometraggi per bambini, uno dei quali, Marathon Diary, sarà presentato dalla regista Hanne Berkaak, proiezione dellungometraggio From Nowhere, di Matthew Newton. Venerdì 8 luglio, la consegna delle Chiavi della Città al regista inglese Tom Hooper, vincitore del Premio Oscar come Miglior Regista per il pluripremiato Il discorso del re, ma autore anche di pellicole quali Red Dust, Il maledetto United e The Danish Girl, film che sarà proiettato in suo onore. La serata sarà anche occasione per visionare i cortometraggi del concorso Umbriametraggi, dedicato a registi umbri o che vivono in Umbria. I corti proiettati concorrono all’assegnazione dei seguenti premi: Premio Augustuscolor al “miglior cortometraggio” consistente nel 50% di sconto su una singola lavorazione presso Augustuscolor e Menzione speciale Augustuscolor consistente nel 50% di sconto su una singola lavorazione presso Augustuscolor).

Quindi, sabato 9 luglio, il film danese Men and Chicken di Anders Thomas Jensen, commedia surreale interpretata da Mads Mikkelsen, in cui due fratelli, alla morte del padre, scoprono un’orribile verità su loro stessi e i loro famigliari. La serata sarà aperta dal tributo all’attrice danese Ghita Norby, che sarà presente in piazza a Montone. La sera finale del festival, sabato 10 luglio, si chiude con la proiezione del cortometraggio Refugee Blues, presentato al recente Festival di Berlino e del documentario australiano Gayby Baby, di Maya Newell, presentato al recente Festival di Cannes, in cui si racconta la realtà delle famiglie con due partner omosessuali. A seguire il consueto concerto in piazza.

Tra gli eventi del festival, la mostra fotografica di Rebecca Heyl, dal titolo “Memory Lane Umbria Film Festival“, che ripercorre la storia dei primi 20 anni del festival attraverso le foto ufficiali e quelle dietro le quinte e due tavole rotonde. La prima dedicata, come di consueto, ai migranti, quest’anno dal titolo “Seconde Generazioni islamiche fra appartenenza e rischio di derive fondamentaliste”, che si terrà presso la Chiesa Museo di San Francesco di Montone il 7 luglio alle ore 15.30. La seconda tavola rotonda si terrà nella stessa location, ma il 9 luglio alle ore 17.30 e affronterà il tema “Per la realizzazione della Film Commission della Regione Umbria”.

Umberto D. è un film diretto da Vittorio De Sica

Umberto D. è un film diretto da Vittorio De Sica, scritto e sceneggiato da Cesare Zavattini, premiata coppia del cinema italiano del dopoguerra. Il film è un tributo al padre Umberto De Sica, con cui aveva un rapporto molto forte. Il film ha raccolto molti premi e nomination, ecco i più prestigiosi: Miglior film al Festival di Punta del Este, Miglior film straniero per i critici di New York (1955), Nomination all’Oscar a Cesare Zavattini per la migliore sceneggiatura originale (1957).

Umberto è un ex impiegato statale che sopravvive con una magra pensione, è costretto ad alloggiare in una camera di un alberghetto squallido ad ore, nonché a mangiare nelle mense pubbliche. Per le tante difficoltà e quotidiane umiliazioni, non più sopportabili in tarda età, pensa di farla finta; ma l’unica cosa che gli è rimasta, il suo cagnolino Flag, lo convince che in fondo vale ancora la pena vivere. De Sica denuncia dunque le difficoltà dei pensionati, e in generale, di quanti sono costretti a vivere nella semipovertà e nella quotidiana umiliazione.

Dopo la parentesi di Miracolo a Milano, film che denuncia sempre i soprusi subiti dai più deboli (nella fattispecie i “senza tetto” nella Milano del dopoguerra) ma con uno stile fiabesco, il regista originario di Caserta torna a raccontare in modo duro e crudo la realtà italiana del dopoguerra, attraverso quel neorealismo che si serviva anche di attori non professionisti, così come ha fatto successivamente Pasolini, o nel modo in cui amava lavorare un altro importante regista spagnolo surrealista dell’epoca, Luis Buñuel, censurato dalla dittatura franchista e costretto all’esilio professionale in Messico prima e Francia poi. Tra le curiosità, bisogna annoverare il fatto che Carlo Battisti – che interpreta Umberto D. – era professore di glottologia all’Università di Firenze e insieme a Giovanni Alessio e ad altri collaboratori fu autore dell’importante Dizionario Etimologico Italiano (DEI, in 5 volumi, pubblicato negli anni 1950-1957); questo è il suo unico film. Si racconta che il professore si presentò al provino indossando due cravatte da quanto era emozionato.

Va anche detto che il film fu duramente contestato dal Governo democristiano dell’epoca, poiché offriva all’estero una visione distorta della realtà socioeconomica italiana. Nel 2008 ha visto un remake interpretato da Jean Paul Belmondo reduce da un devastante ictus. Il film, dal titolo Un homme et son chien, per la regia di Francis Huster, ha recuperato il titolo originale del film, poi cambiato dalla distribuzione.

Uma Thurman: la musa di Tarantino cambia faccia

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Uma Thurman: la musa di Tarantino cambia faccia

È stata la musa di Quentin Tarantino, che l’ha consacrata prima con il caschetto nero corvino di Mia Wallace e poi con la tuta gialla di Beatrix Kiddo. Adesso però Uma Thurman non si riconosce più. Alla premiere newyorkese di The Slap l’attrice ha sfoggiato un … viso completamente nuovo. Colpa di un Make Up sbagliato o di qualcosa di più definitivo? Se la risposta esatta dovesse essere la seconda, saranno milioni i fan di tutto il mondo che adesso staranno gridando allo scandalo.

La chirurgia, soprattutto per un’attrice, è una tentazione enorme, spesso la decisione di ‘rifarsi’ è scatenata da grandi insicurezza che potrebbero sfociare anche in gravi patologie psicologiche. Ma l’apparenza dell’eterna giovinezza vale il completo cambiamento dei lineamenti che hanno resa famosa una bellissima donna?

Uma Thurman: 10 cose che non sai sull’attrice

Uma Thurman: 10 cose che non sai sull’attrice

Icona degli anni Novanta, l’attrice Uma Thurman vanta nella sua carriera una serie di film e personaggi che da soli le bastano per ottenere una fama e una riconoscibilità unica. Celebre per la sua grinta e il suo carisma, l’attrice ha infatti preso parte a titoli estremamente popolari, collaborando con registi che le hanno permesso di maturare come interprete.

Oggi la Thurman è celebrata come una delle più dotate attrici della sua generazione, ancora protagonista di film di successo in cui non manca di dare continuamente prova della propria versatilità. A rimanere particolarmente memorabili, tuttavia, sono i personaggi a cui ha dato vita per alcuni film di Tarantino.

Ecco 10 cose che non sai su Uma Thurman.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Uma Thurman: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice debutta al cinema nel 1987 con il film Laura, per poi ottenere particolare successo grazie a titoli come La grande promessa (1988), Le relazioni pericolose (1988), con John Malkovich e Le avventure del barone di Munchausen (1988). Recita poi in noti titoli come Henry e June (1990), Lo sbirro, il boss e la bionda (1993), e Cowgirl – Il nuovo sesso (1993). Con Pulp Fiction (1994), di Quentin Tarantino, ha modo di consacrare la propria carriera. Con la popolarità acquisita, prende parte a Batman & Robin (1997), Gattaca – La porta dell’universo (1997), I miserabili (1998), Accordi e disaccordi (1999), Kill Bill: Volume 1 (2003) e Kill Bill: Volume 2 (2004), La mia super ex-ragazza (2006), Bel ami (2012), con Robert Pattinson, Quello che so sull’amore (2012), Nymphomaniac (2013), Il sapore del successo (2015), La casa di Jack (2018) e Nonno questa volta è guerra (2020), con Robert De Niro.

9. Ha preso parte a produzioni televisive. L’esordio sul piccolo schermo avviene invece nel 2002, quando recita nel film Gli occhi della vita. Successivamente, torna a recitare in televisione per il film My Zinc Bed – Ossessione d’amore (2008), e per le serie Smash (2012), The Slap (2015), con Peter Sarsgaard, e Imposters (2017-2018). Nel 2019 ha invece recitato nella serie Chambers, di genere thriller e distribuita su Netflix. Attualmente invece è impegnata nelle riprese della nuova serie intitolata Suspicion, dove ricopre il ruolo della protagonista, una donna d’affari a cui viene misteriosamente rapito il figlio.

8. Ha ottenuto una nomination all’Oscar. Il ruolo di Mia Wallace, protagonista femminile di Pulp Fiction è quello che più di ogni altro ha permesso all’attrice di raggiungere un enorme successo all’interno dell’industria. Grazie ad esso, inoltre, l’attrice ha ricevuto la sua prima e unica nomination al premio Oscar come miglior attrice protagonista. Pur non vincendo il premio, la Thurman ha avuto modo di consolidare la propria popolarità, dando vita da quel momento ad una ben più solida carriera cinematografica, ricevendo numerose richieste di partecipazione a film poi rivelatisi grandi successi.

Uma Thurman in Kill Bill

7. Fu l’ispirazione per i due film. Parlando con Tarantino sul set di Pulp Fiction, l’attrice ebbe modo di condividere con lui i propri gusti cinematografici e i due iniziarono così a dar forma all’idea che poi venne sviluppata nei due film di Kill Bill. Tarantino, infatti, ha più volte raccontato di come il personaggio de La Sposa, venne basato interamente sul carattere e sull’aspetto della Thurman, la quale dal canto suo contribuì arricchendo il personaggio di dettagli. Al momento delle riprese, inoltre, l’attrice si scoprì incinta ma Tarantino preferì rimandare il tutto piuttosto che trovare un’altra attrice per la parte.

6. Fu costretta a girare una pericolosa scena. Nel 2018 l’attrice, ricordando il set di Kill Bill, affermò di essere stata costretta dal produttore Harvey Weinstein a girare personalmente una pericolosa scena dove un’auto si schianta contro un albero. L’attrice, tuttavia, affermò che il regista Tarantino non aveva colpe a riguardo e che anzi sostenne la sua causa andando a ricercare le riprese di tale momento. L’evento andò così ad intaccare la già compromessa situazione di Weinstein, e svelò un infelice retroscena dal set del film.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Uma Thurman Kill Bill

Uma Thurman e Quentin Tarantino

5. È la musa del regista. Benché il loro ultimo film insieme risalga al 2004, l’attrice e il regista Quentin Tarantino hanno sempre mantenuto negli anni un solido rapporto, iniziato grazie al film Pulp Fiction. Tarantino raccontò infatti di essere rimasto stregato dalle qualità dell’attrice, e che desiderava fare di lei la sua musa. Fu proprio grazie al regista che la Thurman ottenne quelli che sono ricordati come i ruoli più celebri della sua carriera. Ancora oggi i due non mancano di riunirsi in occasione di eventi particolari, dimostrando il buon rapporto che lì lega al di là del cinema.

Uma Thurman: chi è suo marito

4. È stata sposata con noti attori. Ad oggi l’attrice si è sposata per due volte tra gli anni Novanta e i primi del Duemila. Il primo matrimonio risale infatti al 1990, quando la Thurman sposa l’oggi premio Oscar Gary Oldman. La loro storia d’amore dura però soltanto fino al 1992, e fa posto alla più duratura relazione con l’attore Ethan Hawke. I due, conosciutisi sul set di Gattaca, decisero poi di sposarsi nel 1998. In quello stesso anno ebbero poi la prima figlia, Maya Hawke, mentre nel 2002 nacque il secondo figlio. La coppia divorziò poi nel 2005.

Uma Thurman e sua figlia

3. Sua figlia ha seguito le sue orme. La prima figlia dell’attrice, Maya, è oggi una promettente attrice, già comparsa nella terza stagione della popolare serie Stranger Things e nel nuovo film di Tarantino, C’era una volta a… Hollywood. La Thurman, a tal proposito, si è dichiarata particolarmente entusiasta della carriera intrapresa dalla figlia, la quale sembra avere tutte le carte in regola per affermarsi al pari dei genitori. L’attrice protagonista di Pulp Fiction ha inoltre affermato che al momento non vi è stata occasione di recitare insieme alla figlia, ma che è questo un desiderio che sperano entrambe di realizzare quanto prima.

2. La figlia l’ha motivata in difesa dell’ambiente. Di recente Maya Hawke ha guadagnato molti consensi sui social con un post dove criticava le generazioni precedenti e i loro sprechi a danno dell’ambiente. In tale messaggio, inoltre, la giovane attrice accusa anche i suoi stessi genitori. Sembra infatti sia stata proprio la figlia a far nascere nella Thurman il desiderio di contribuire nella protezione dell’ambiente. Ha così iniziato a prendere parte a gala benefici, sostenendo attivamente diverse organizzazioni per la salvaguardia ambientale e della vita animale.

Uma Thurman: età e altezza

1. Uma Thurman è nata a Boston, nel Massachusetts, Stati Uniti, il 29 aprile del 1970. L’attrice è alta complessivamente 180 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Uma Thurman, il makeup artist: “Solo trucco”

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Uma Thurman, il makeup artist: “Solo trucco”

La sua uscita pubblica con un volto completamente nuovo ha sbalordito praticamente tutti. La bella Uma Thurman, musa di Tarantino, protagonista di alcuni dei film cult che hanno segnato una generazione, haperso il suo volto, si è “rifatta”, rinunciando per sempre al suo sguardo magnetico, ai suoi zigomi alti, al suo sorriso allo stesso tempo sexy e dolce. Insomma, il panico e lo scandalo hanno invaso la rete.

A calmare le acque però è intervenuto poche ore fa il makeup artist di Uma, Troy Surratt, che ha dichiarato che il nuovo volto della star è solo frutto di una scelta di makeup particolare. Sarà vero? Aspettiamo di vedere di nuovo in pubblico la Thurman per verificarlo. Intanto ecco cosa riporta Us Weekly: “È stata solo una divertente scelta di trucco, qualcosa di totalmente differente”. Per il bene della bellezza naturale, e dell’incredibile fascino di Uma, speriamo che sia vero!

Uma Thurman vs Jesse Eisenberg e Kristen Stewart in American Ultra

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Uma Thurman è stata ingaggiata per recitare al fianco di Jesse Eisenberg e Kristen Stewart per American Ultra di Nima Nourizadeh (Project X).

American Ultra, scritto da Max Landis (Chronicle), segue la storia di Mike che, accanto alla sua fidanzata Phoebe, viene preso di mira per un’operazione segreta del governo americano capeggiata dal personaggio della Thurman. American Ultra, le cui riprese inizieranno ad Aprile 2014, sarà prodotto da Anthony Bregman della Likely Story e da David Alpert e Britton Rizzio della Circle of ConfusionKevin Frakes della PalmStar Media Capital e Raj Brinder Singh della Merced Media Partner figurano, invece, come produttori esecutivi.

Fonte: Comingsoon.net

 

Uma Thurman su Harvey Weinstein: “Non merita una pallottola”

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Uma Thurman su Harvey Weinstein: “Non merita una pallottola”

Il giorno del Thanksgiving è trascorso da poche ore e c’è chi ha tenuto a ringraziare tutte le persone vicine, tranne una. Come Uma Thurman, che in un post su Instagram rompe finalmente il silenzio sulla faccenda Harvey Weinstein capitolando quel giudizio tanto atteso dai media dopo lo scoppio dello scandalo sessuale ad Hollywood:

Felice Giorno del Ringraziamento. Sono grata di essere viva, sono grata per tutti coloro che amo e per tutti coloro i quali hanno il coraggio di prendere posizione per gli altri. Recentemente ho detto che ero arrabbiata, e ho diversi motivi, #metoo, in caso non lo abbiate capito dall’espressione sul mio viso. Penso sia importante prendersi il giusto tempo, essere onesti, essere precisi… Felice Giorno del Ringraziamento a tutti! (Tranne che a te, Harvey, e a tutti i tuoi malvagi cospiratori – sono felice che la cosa stia andando per le lunghe – non meriti una pallottola) – rimanete sintonizzati Uma Thurman.

https://www.instagram.com/p/Bb2h0hBlV3T/?taken-by=ithurman

La Thurman aveva lavorato ben sette volte con il produttore (tra cui Pulp Fiction e i due capitoli di Kill Bill diretti da Quentin Tarantino) e si era riservata del tempo prima di rispondere alle domande dei giornalisti. Alla fine del messaggio spunta anche un minaccioso “stay tuned“: dobbiamo aspettarci ulteriori accuse da parte dell’attrice?

Fonte: THR

Uma Thurman interpreta Anita per Epstein & Friedman

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uma thurmanLa bella Uma Thurman , vista di recente in Quello che so sull’amore, sarà la protagonista del biopic Anita, diretto dai registi Rob Epstein e Jeffrey Friedman, che lavoreranno su una sceneggiatura di Chad Hodge. I due non sono nuovi al genere, avendo portato sul grande schermo da poco Lovelace, altro biopic sulla star del porno anni Settanta Linda, interpretata da Amanda Seyfried.

Anita Bryant è semi sconosciuta in Italia, mentre negli States è negativamente ben nota per essere stata una ex cantante e testimonial pubblicitaria che divenne famosa per aver fondato il movimento cristiano fondamentalista “Save Our Children”. La campagna religiosa e sociale scatenò fortissimi dibattiti e inauguro veementi campagne contro l’omosessualità, fino ad arrivare addirittura a rovesciare una legge per i diritti dei gay in Florida, avendo anche forti scontri con la comunità capitanata da Harvey Milk.
Nel film si racconterà dell’incontro che Anita ebbe in casa sua con uno sceneggiatore gay, al quale raccontò la sua storia e le sue crociate, che ne distrussero la carriera nel mondo dello spettacolo. Chissà, potrebbe trattarsi del ruol che la Uma Thurman aspetta da una vita per risollevare la sua carriera fatta ultimamente solo di piccole parti in piccoli film…

Uma Thurman e Alexandra Daddario per Marjane Satrapi

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Uma Thurman, Alexandra Daddario, Barkhad Abdi e Laurent Lafitte si sono uniti al cast del prossimo film di Marjane Satrapi, The Extraordinary Journey of The Fakir.

Il film verrà presentato al mercato del prossimo Festival di Berlino per le prevendite in tutto il mondo. Nel cast ci sono anche Gemma Arterton, Abel Jafri e Seema Biswas.

Il film rappresenta a oggi il progetto più ambizioso della Satrapi, fumettista iraniana naturalizzata francese, che ha fattoil suo esordio in lingua inglese con The Voice con Ryan Reynolds.

Il film sarà basato sul romanzo d’esordio di Romain Puértolas, The Extraordinary Journey of The Fakir Who Got Trapped In An Ikea Wardrobe, uscito nel 2014 e pubblicato in 35 lingue.

Fonte: Variety

Ultron: su Terra-838 il piano di Tony Stark ha funzionato

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Ultron: su Terra-838 il piano di Tony Stark ha funzionato

Il produttore di Doctor Strange nel Multiverso della Follia, Richie Palmer, conferma che il piano di Tony Stark, che ha portato alla nascita di Ultron, ha funzionato su Terra-838. Il film, scritto da Michael Waldron e diretto da Sam Raimi, ha presentato al mondo diversi universi e versioni della Terra, con molti richiami a precedenti progetti del Marvel Cinematic Universe. Ad esempio, il film sembra divergere dalla trama di Avengers: Age of Ultron del 2015.

A metà del film, il dottor Stephen Strange (Benedict Cumberbatch) e America Chavez (Xochitl Gomez) scappano dalla loro Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) sulla Terra-616 e atterrano in quello che sembra l’utopico universo di Terra-838. Lì vengono arrestati e scortati dalle sentinelle di Ultron davanti agli Illuminati: una società segreta di supereroi composta da Karl Mordo (Chiwetel Ejiofor), Capitan Carter (Hayley Atwell), Maria Rambeau/Captain Marvel (Lashana Lynch), Black Bolt (Anson Mount), il professor Charles Xavier (Patrick Stewart) e Reed Richards/Mr. Fantastic (John Krasinski). I fan hanno a lungo teorizzato che i “buoni” robot Ultron visti nel trailer significassero che Tony Stark/Iron Man era un membro degli Illuminati. Sebbene né Robert Downey Jr.Tom Cruise (il più gettonato Tony alternativo) appaiano nel film, il produttore di Multiverso della Follia ha confermato una sospetta connessione tra la Terra-838 e gli eventi di Age of Ultron, che vede Tony non riuscire a mettere in pratica il suo progetto di una “armatura intorno al mondo”. 

In una recente intervista con Empire (tramite  The Direct), il produttore Richie Palmer ha discusso di come Iron Man di Terra-838 abbia consentito la formazione degli Illuminati. In particolare, ha confermato che la squadra di supereroi esiste in “un mondo in cui Ultron sembrava funzionare nel modo in cui [era] destinato [in Age of Ultron]”, il che ha dato a molte persone potenziate l’opportunità di ritirarsi, inclusa Wanda.

“… questo è un mondo in cui Ultron sembrava funzionare nel modo in cui Tony Stark intendeva che lavorasse in Age of Ultron. “Un’armatura intorno al mondo”, Tony stava cercando di convincere i Vendicatori a ritirarsi in Age of Ultron. Questo è un mondo in cui Tony ha creato Ultron, e ha funzionato, e ha detto: “Ehi, chiunque voglia andare in pensione e tornare a casa, può”. E poi gli Illuminati sono venuti a farsi strada dietro le quinte, tirando i fili, ma penso che sia un mondo migliore per questo motivo, e così Wanda è stata in grado di andare avanti e avere la vita che si meritava. Noi come pubblico non sappiamo chi sia il padre di quei bambini in questo universo”.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia: recensione del film con Benedict Cumberbatch

Doctor Strange nel Multiverso della Follia vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez). Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier. Doctor Strange nel Multiverso della Follia è al cinema dal 4 maggio 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

Ultron: le 10 varianti più potenti nei fumetti

Ultron: le 10 varianti più potenti nei fumetti

Ultron è diventato uno degli esseri più potenti dell’intero Multiverso del MCU nell’ultimo episodio della serie What If…?. L’intera esistenza di Ultron si basa sull’evoluzione in forme sempre più avanzate, sia nella continuity principale di Terra-616 che oltre. Alcune di queste varianti sono più che potenti, in grado di raggiungere un livello cosmico non dissimile da quello della sua controparte animata nella serie Disney+. Tuttavia, ogni iterazione del classico nemico dei Vendicatori diventa sempre più difficile da sconfiggere, indipendentemente dall’universo in cui si trova.

Ultrog

Ultrog è una versione potente di Ultron proveniente da Terra-8311, la stessa realtà che ha prodotto Peter Porker, Spider-Ham. In questo universo antropomorfo, Ultrog ha gli stessi poteri e abilità di base della sua controparte di Terra-616, che sono vastissimi.

Ha una forza e una durata sovrumane grazie alla sua struttura in adamantio. Può anche volare o, nel caso di questo universo, scalare grattacieli come l’Empire State Building. È una creazione di Kangaroo il Conquistatore, una delle varianti nei fumetti più potenti – e divertenti – di Kang il Conquistatore.

Ultimate Ultron

Ultimate Ultron, o Ultron-6, era al momento della sua apparizione in “Avengers #66-68” la versione più avanzata del supercriminale androide. Questa è la prima variante del personaggio ad utilizzare l’adamantio per rafforzare il suo guscio robotico, che lo ha reso virtualmente invulnerabile alle forme più pratiche di attacco.

Poteva anche cambiare forma a suo piacimento grazie ad un dispositivo che riordinava le molecole. Ultron-6 aveva, inoltre, la capacità di volare grazie ad un modulo di volo intercambiabile con cui poteva aumentare il suo corpo.

Yellowjacket (Ultimate Comics)

Esiste un’altra versione definitiva di Ultron, questa di Terra-1610, la realtà di Ultimate Comics. Questa versione di Ultron si chiama Yellowjacket, una versione androide dell’identità da supereroe di Hank Pym.

Questo Ultron non era così diabolico o avanzato come i suoi omologhi 616, ma aveva la capacità di volare e poteva anche rimpicciolirsi o crescere fino a raggiungere altezze enormi. Era anche molto forte: la sua resistenza, infatti, aumentava a mano a mano che le sue dimensioni fluttuavano verso l’alto o verso il basso. Questo Ultron aveva anche artigli affilati come rasoi, intrecciati con una tossina da usare contro i suoi nemici.

Ultron Pym

Un’amalgama ancora più insidioso di Ultron e del suo creatore, Hank Pym, è emerso nella trama di “Rage Of Ultron”, nella continuity della Marvel. In questa storia, Ultron si è letteralmente fuso con Pym, combinando la notevole forza e il potere di Ultron con l’intelletto e il potere sconfinati di Pym come Ant-Man.

L’etica e la morale di Hank Pym sono state a lungo oggetto di sospetti nell’Universo Marvel e, in questa forma, il personaggio raggiunge l’apice. È in grado di passare da Pym a Ultron con estrema facilità, usando quest’abilità per ingannare i Vendicatori e cercare di distruggerli.

Annihilation: Conquest

Ultron è diventato uno degli esseri cosmici più potenti dell’Universo Marvel quando la sua coscienza si è trasferita nella mente di Adam Warlock. I poteri e le abilità di Warlock sono considerevoli. Può volare nello spazio alla velocità della luce e generare esplosioni di energia abbastanza forti da contrastare Thanos, anche quando aveva il Guanto dell’Infinito.

Warlock trae anche un enorme potere dalla sua connessione simbiotica con la Gemma dell’Anima, che ha permesso a Ultron di espandere il suo già straordinario set di poteri per includere le arti mistiche.

Terra-10943

Nella realtà impostata da Terra-10943, Ultron diventa così potente da essere insormontabile per il potere combinato dei Vendicatori e di Kang il Conquistatore. Questo Ultron ha accumulato così tanto potere che è stato in grado di uccidere tutti i Vendicatori del suo mondo e prendere il sopravvento.

La sua armatura, in qualche modo, assume l’aspetto di Distruttore, il manufatto di Asgard, anche se non è chiaro se ci sia una connessione diretta tra i due. Il successo di Ultron in questa realtà è tale da destabilizzare il tempo grazie ai ripetuti e inutili tentativi di Kang di sconfiggerlo, uno sviluppo narrativo con un potenziale assai intrigante per il MCU.

Age of Ultron

Una delle linee temporali future più oscure della Marvel Comics è la realtà “Age of Ultron”, in cui Ultron riesce a conquistare il mondo. Mentre i poteri e le abilità di Ultron sono essenzialmente gli stessi della sua versione di Terra-616, ottiene in realtà molto di più della sua iterazione principale.

È in grado di tornare indietro nel tempo e attaccare i Vendicatori nel passato, stravolgendo la storia e gettando il mondo in un incubo distopico controllato stesso da lui. Comanda anche un esercito di droni, che usa per distruggere New York City e anche molti Vendicatori come Janet Van Dyne, che in questa realtà è una potente versione di Captain Marvel.

Extremis Ultron

Ultron avrebbe incorporato la tecnologia avanzata dell’armatura Extremis di Tony Stark durante la run “The Mighty Avengers” dei primi anni 2000. Durante questo periodo, è stato in grado di assumere un aspetto tecno-organico che potrebbe sembrare veramente umano all’apparenza. Assunse anche una forma femminile che somigliava molto a Janet Van Dyne, ossia Wasp.

Tramite l’armatura Extremis, Ultron può manipolare la materia con il pensiero diretto. Può anche generare esplosioni di energia e campi di forza così forti da essere potenzialmente invulnerabile. La famosa ascia di Ares si ruppe proprio contro uno di questi campi.

Ultron Forever

Una delle versioni più potenti di Ultron divenne il re di Asgard. Ultron Forever emerge in un futuro alternativo in cui Ultron schiavizza la Terra e conquista Asgard con l’aiuto di Loki. Con il potere del Padre del Tutto, Ultron è quasi divino. Il suo più grande vantaggio arriva attraverso l’Odinforce.

L’Odinforce ha una portata davvero cosmica, con la capacità di fermare il tempo, manipolare la realtà e persino riportare in vita le persone come fece Odino con Jane Foster dopo che morì alla fine del suo servizio come potente variante di Thor.

Galactus Ultron

Forse la variante più potente di Ultron è la versione che si è fusa con Galactus. Questo Ultron si è combinato con il divoratore di mondi in “Marvel Universe 2001: Millennial Visions #1”, in una realtà alternativa in cui Silver Surfer ha ricostituito l’androide combinando i suoi pezzi con Galactus.

Ultron-Galactus possiede un potere davvero infinito in virtù del Potere Cosmico, che gli dà la capacità di manipolare, imbrigliare e liberare materia ed energia a livello molecolare. Questa versione di Ultron poteva letteralmente distruggere mondi, cosa di cui aveva bisogno per nutrirsi.

Ultron non sarà nell’Ant-Man di Edgar Wright

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the avengers age of ultronUltron sarà il nuovo villain de sequel di The Avengers che si chiamerà appunto Avengers: Age of Ultron . Tuttavia sembra che questo villain non avrà nè un’origine nè un posto negli altri progetti della Marvel.

Infatti Joss Whedon ha dichiarato che non avrà intenzione di mostrare nel suo film Hank Pym, mente creatrice dell’Intelligenza Artificiale nei fumetti, mentre anche Edgar Wright, regista di Ant-Man, ha detto che Ultron non sarà nel suo film.

Intervistato in merito alla questione durante la promozione di The World’s End, Edgar Wright ha detto: “Non potrei davvero pronunciarmi in merito, ma dirò di no. Non ci sarà“.

E a questo punto la domanda lecita che possiamo porci è: chi sarà il villain in Ant-man se non Ultron?

Fonte: CBM

Ultras: trailer film originale Netflix

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Ultras: trailer film originale Netflix

Primo teaser ufficiale di ULTRAS, film originale Netflix in associazione con Mediaset, prodotto da Indigo Film, che uscirà in alcuni cinema selezionati il 9, 10 e 11 marzo  e sarà disponibile su Netflix dal 20 marzo.

Alla regia Francesco Lettieri, autore di oltre sessanta videoclip (per Liberato, Calcutta, Emis Killa, Thegiornalisti, Motta e molti altri che hanno ottenuto 160 milioni di visualizzazioni complessive) e qui al suo esordio con un lungometraggio.

Il film è scritto dallo stesso Lettieri insieme a Peppe Fiore, e ha come protagonisti Aniello Arena, Ciro Nacca, Simone Borrelli, Daniele Vicorito, Salvatore Pelliccia e Antonia Truppo.  Le musiche di Ultras sono di Liberato.

Ultras: la trama

Napoli. A quasi cinquant’anni Sandro è ancora il capo degli Apache, il gruppo di ultras con cui ha passato tutta la vita allo stadio: una vita di violenza, scontri, passioni e valori incrollabili. Ma ora che un Daspo gli impedisce di avvicinarsi alla curva, quei valori iniziano a vacillare. Sandro sente per la prima volta il bisogno di una vita normale, di una relazione, magari anche di una famiglia. E ha incontrato Terry che è bellissima e non ha paura di niente.

Angelo ha sedici anni e considera gli Apache la sua famiglia, Sandro la sua guida, la persona che ha preso il posto di  suo fratello Sasà, morto anni prima durante gli scontri di una trasferta. ULTRAS è la storia della loro amicizia, di una fede e di un amore scanditi dalle ultime settimane di un campionato di calcio. E dell’inevitabile incontro di entrambi con il proprio destino.

Ultras: trailer del film di Francesco Lettieri con le musiche di Liberato

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È ora disponibile il trailer ufficiale di Ultras, film originale Netflix in associazione con Mediaset, prodotto da Indigo Film, che uscirà in alcuni cinema selezionati il 9, 10 e 11 marzo distribuito da Indigo Film (per le sale: www.ultrasilfilm.com/) e sarà disponibile su Netflix dal 20 marzo.

Alla regia Francesco Lettieri, autore di oltre sessanta videoclip (per Liberato, Calcutta, Emis Killa, Thegiornalisti, Motta e molti altri che hanno ottenuto 160 milioni di visualizzazioni complessive) e qui al suo esordio con un lungometraggio.

Il film è scritto dallo stesso Lettieri insieme a Peppe Fiore, e ha come protagonisti Aniello Arena, Ciro Nacca, Simone Borrelli, Daniele Vicorito, Salvatore Pelliccia e Antonia Truppo.

Le musiche di Ultras sono di LIBERATO.

Ultras – la sinossi

Napoli. A quasi cinquant’anni Sandro è ancora il capo degli Apache, il gruppo di ultras con cui ha passato tutta la vita allo stadio: una vita di violenza, scontri, passioni e valori incrollabili. Ma ora che un Daspo gli impedisce di avvicinarsi alla curva, quei valori iniziano a vacillare. Sandro sente per la prima volta il bisogno di una vita normale, di una relazione, magari anche di una famiglia. E ha incontrato Terry che è bellissima e non ha paura di niente.

Angelo ha sedici anni e considera gli Apache la sua famiglia, Sandro la sua guida, la persona che ha preso il posto di  suo fratello Sasà, morto anni prima durante gli scontri di una trasferta. ULTRAS è la storia della loro amicizia, di una fede e di un amore scanditi dalle ultime settimane di un campionato di calcio. E dell’inevitabile incontro di entrambi con il proprio destino.

Ultras: presentato l’esordio al cinema di Francesco Lettieri

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Ultras: presentato l’esordio al cinema di Francesco Lettieri

Nelle settimane da paura di contagio da coronavirus, anche il mondo delle presentazioni alla stampa dei film si organizza e fa sorridere se si pensa che Ultras, il film esordio di Francesco Lettieri, è stato presentato alla stampa in conferenza streaming e verrà distribuito su Netflix, quindi sempre in streaming, a partire dal 20 marzo, segnando l’inizio di una collaborazione tra Indigo e il gigante dello streaming.

Ultras prima co-produzione Indigo Netflix

A parlarne è Nicola Giuliano, produttore, che ha raccontato così il coinvolgimento di Netflix nella produzione del film: “Ci hanno chiesto cosa stavamo sviluppando e noi eravamo al lavoro su questa sceneggiatura di Peppe Fiore e Francesco Lettieri. Appena hanno finito di leggerla l’hanno immediatamente apprezzata, e hanno deciso di finanziare il film – ha raccontato Giuliano – In un momento in cui, in Italia, esordire non è proprio semplice, questo ha permesso a noi e a Francesco di fare il film che voleva, il che è l’obbiettivo primario di un produttore, secondo me. Avevo notato i suoi video e la prima sensazione sull’argomento di cui parlava la storia è stata respingente, devo dire, ma qui dentro c’è una storia che ha alcuni aspetti straordinari, quasi miracolosi, perché può coniugare un racconto assolutamente realistico con il passo dell’epica, la drammaturgia di un racconto classico. C’è poi un grande amore per tutti i personaggi del film, anche per chi compie gesti riprovevoli ma è pur sempre un essere umano. È una cosa rara nel cinema italiano. Sono molto contento del film e credo che la fruizione di Netflix.”

Non un film sulla tifoseria ma sulla fede

Francesco Lettieri, noto soprattutto per la sua carriera di regista di videoclip, ha dichiarato: “Ad un certo punto della mia carriera di regista di videoclip mi sono sentito pronto a scrivere un film insieme a Peppe Fiore. Ci siamo messi a cercare una storia ed è uscito fuori un vecchio soggetto per un video per Calcutta mai realizzato, ambientato nel mondo degli ultras, con questo Moicano che viveva una storia d’amore a distanza con la sua squadra del cuore, essendo soggetto a Daspo. A differenza di altre grandi città, i tifo di Napoli si concentra su un’unica squadra, poi rappresenta la sfida del meridione contro le grandi corazzate del nord, c’è quindi nella tifoseria calcistica si concentrano tante altre spinte ed energie. Il tifo è cambiato dagli anni ’80 ai 2000. Era più folkloritstico e colorato, ora è cupo e combattuto, vive una grande crisi con la violenza e gli scontri che per fortuna sono sempre più rari. Il tema calcistico però non era al centro del nostro interesse, noi ci concentriamo più sui sentimenti di appartenenza a una tribù, sul senso della fede.”

Ultras è una storia universale

A sottolineare questo aspetto è lo sceneggiatore Peppe Fiore, che spiega: “Non sono tifoso, non vado mai allo stadio e non conosco il calcio. Mi interessava l’universalità nella cornice del movimento ultras, perché per quello che riguarda il calcio in senso stretto, sono un analfabeta. Ma dentro questo argomento ci ho trovato in nuce i  temi classici che Francesco ha già raccontato nei videoclip, un modo di raccontare i sentimenti, con cui negli anni ha creato la sua tipicità: immagini autoriali al servizio di una storia d’argomento popolare che parlasse a tutti. Nel film c’è l’epica e il romanticismo. Nella figura di questo cinquantenne ultras con Daspo c’era la vena di malinconia che attraversa il cinema di Francesco che prima di essere un regista è un grande narratore. La cosa molto bella e speciale di questo esordio di Francesco è che ci fossero, all’interno una storia spettacolare, con una componente visiva importante, tutta una serie di temi di relazioni e sentimenti che appartengono al suo mondo narrativo.”

Ultras arriverà al cinema, in una uscita evento, per tre giorni, il 9, 10 e 11 marzo, mentre a partire dal 20 marzo sarà disponibile su Netflix. Diretto da Francesco Lettieri, il film è basato su una sceneggiatura firmata da Lettieri stesso con Peppe Fiore e vede protagonisti Aniello Arena, Ciro Nacca, Simone Borrelli, Daniele Vicorito, Salvatore Pelliccia, Antonia Truppo. Musiche di Liberato. Ultras è una produzione Indigofilm, un film originale Netflix in associazione con Mediaset. 

Ultras, la sinossi

Napoli. A quasi cinquant’anni Sandro è ancora il capo degli Apache, il gruppo di ultras con cui ha passato tutta la vita allo stadio: una vita di violenza, scontri, passioni e valori incrollabili. Ma ora che un Daspo gli impedisce di avvicinarsi alla curva, quei valori iniziano a vacillare. Sandro sente per la prima volta il bisogno di una vita normale, di una relazione, magari anche di una famiglia. E ha incontrato Terry che è bellissima e non ha paura di niente. 

Angelo ha sedici anni e considera gli Apache la sua famiglia, Sandro la sua guida, la persona che ha preso il posto di  suo fratello Sasà, morto anni prima durante gli scontri di una trasferta. ULTRAS è la storia della loro amicizia, di una fede e di un amore scanditi dalle ultime settimane di un campionato di calcio. E dell’inevitabile incontro di entrambi con il proprio destino.

Ultras, recensione del film di Francesco Lettieri

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Ultras, recensione del film di Francesco Lettieri

Dopo aver saltato la programmazione prevista per tre date in sala (9-10-11 marzo) a causa dell’emergenza sanitaria mondiale, Ultras, esordio al lungometraggio di Francesco Lettieri, arriva su Netflix, disponibile dal 20 marzo, per fare ulteriore compagnia agli abbonati in quarantena.

Famoso per i videoclip che ha realizzato per Calcutta, Motte e per Liberato, che firma anche la bella colonna sonora del film, Lettieri si cimenta con il lungometraggio in cui riversa la sua esperienza e anche la sua poetica, già rintracciabile nell’occhio con cui vede e racconta la musica degli artisti con i quali ha collaborato.

La trama di Ultras

La storia del film nasce da un soggetto scritto per un video di Motta, che ha rielaborato con Peppe Fiore e sviluppato in una sceneggiatura. L’ambientazione è quella della periferia napoletana, i protagonisti un gruppo di ultras che si fanno chiamare Apache e il loro ex leader, Sandro, un DASPO che non può più seguire la sua passione per il calcio e per il Napoli e che si trova in un momento cruciale della sua vita.

A cinquant’anni, l’uomo che tutti chiamano ‘O Mohicano, si confronta da una parte con il suo retaggio di capo ultras, di leader della tribù di tifosi, una dimensione che lo soffoca e lo attira a sé, dall’altra con la volontà di evadere per la prima volta dall’unica realtà che lui abbia mai conosciuto, possibilità di evasione che gli viene offerta dall’incontro con Terry, una donna vivace e in pace con se stessa, che pur trovando piacere nella sua compagnia, non sembra aver bisogno di lui, né di nessun altro uomo.

La realtà di Sandro deflagra nel momento in cui si rende conto che, prima di riuscire ad andare avanti con la sua vita e i suoi desideri, deve mettere ordine nel suo passato, appianando i conflitti tra vecchi e nuovi ultras ed espiare una colpa che ancora grava sulla sua anima.

La tribù degli ultras

Lettieri non racconta il calcio, né racconta i tifosi in senso stretto, il fuoco del suo racconto è sulla tribù e sull’umanità verace, a volte respingente, che in essa si agita, è sull’individuo protagonista, figura tragica ed eroica che prova a scappare dai suoi demoni. A dare corpo  a Sandro c’è Aniello Arena, già protagonista della fiaba garroniana di Reality e ora alle prese con un ruolo che lo pianta ben dentro il tessuto della realtà ma che l’occhio del regista trasfigura in eroe che combatte la furia degli dei e del caso per riuscire a salvarsi, a salvare i suoi, e ritrovare quell’umanità che nei fuochi di gioventù era andata perduta.

Intorno a Sandro si muovono moltissimi personaggi, ognuno con una propria complessità e una propria ragione, e ognuno di essi è mosso dalle proprie viscere. Con Ultras, Lettieri ci offre il ritratto veritiero appassionato eppure respingente di una fetta di umanità che nella dimensione tribale, tra bene e male, trova la sua identificazione.

L’inedita Napoli di Ultras

Trai tanti personaggi che popolano Ultras, un posto d’onore spetta alla città di Napoli. Come aveva fatto anche Claudio Giovannesi con La paranza dei bambini, Francesco Lettieri porta sullo schermo una Napoli nota eppure differente, lontana dalle immagini da cartolina, dagli scorci famosi, una Napoli che si ammanta di tutta la sua bellezza sporca e antica, magica e affascinante eppure implacabile.

Ultras racconta l’epica tragica di un uomo che fugge dal proprio passato ma che per lasciarselo alle spalle deve affrontarlo, tenendosi pronto anche a scontrarsi con i membri della sua stessa tribù.

UltraPop Festival: la nuova edizione dal 21 al 25 marzo

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UltraPop Festival: la nuova edizione dal 21 al 25 marzo

Dopo il successo dell’edizione precedente, il gruppo editoriale NetAddiction è lieto di annunciare la seconda edizione di UltraPop Festival, l’evento digitale totalmente live su Twitch dedicato all’intrattenimento, alla scienza ed alla cultura pop a 360 gradi organizzato e promosso da Multiplayer.it, Movieplayer.it e Leganerd.com. Un festival gratuito ed aperto a tutti senza necessità di registrazione, che può essere seguito in diretta su Twitch, Facebook e YouTube oppure in differita su YouTube e anche in Podcast, comodamente da casa o da dove si preferisce, da qualsiasi device; interattivo grazie alle piattaforme social che assicurano il massimo coinvolgimento degli spettatori che possono commentare e interagire live o in differita.

UltraPop Festival: dal 13 al 19 luglio l’evento digitale sull’intrattenimento

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Il gruppo editoriale NetAddiction è lieto di annunciare la prima edizione di UltraPop Festival, il nuovo evento digitale dedicato all’intrattenimento, nato con l’idea raccontare e di vivere insieme gli aspetti più salienti di questa prima, atipica, metà del 2020 e di analizzare quello che succederà nella seconda metà dell’anno. Un festival gratuito aperto a tutti che, con la sospensione momentanea degli eventi fisici, vuole dare il suo contributo ed intrattenere gli appassionati di cinema, serie TV, videogiochi, scienza e cultura nerd con appuntamenti che possono essere seguiti comodamente da casa, dal lavoro e dalle vacanze.

Le dirette si svolgeranno dal 13 luglio al 19 luglio, tutti i giorni, dalle 15.00 alle 22.00 sui canali Twitch di NetAddiction.

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Ultraman: recensione della nuova serie Netflix

Ultraman: recensione della nuova serie Netflix

Nata nel 1966 in Giappone, la serie fantascientifica Ultraman ha avuto nel corso dei decenni numerosi seguiti, sia televisivi che cinematografici. L’iconico personaggio torna ora, dal 1 aprile, alla ribalta grazie alla nuova serie Netflix, che con 13 episodi si pone come sequel diretto dell’originale. Diretta da Kenji Kamiyama e Shinji Aramaki, Ultraman è la prima serie anime interamente realizzata in 3DCG (3D Computer Graphics), che si promette di rivoluzionare l’universo narrativo, dalle delicate espressioni dei personaggi alle scene di azione più dinamiche.

La serie è ambientata diversi anni dagli eventi di Ultraman. Il leggendario “Gigante di Luce” è ormai solo un ricordo, tutti sono convinti che sia tornato a casa dopo aver sconfitto i giganti alieni che avevano invaso la Terra. Shinjiro, il figlio di Shin Hayata, sembra possedere una strana abilità. Ed è proprio questa, insieme alla rivelazione che suo padre fosse il vero Ultraman, che porta Shinjiro a scegliere di combattere contro i nuovi alieni che invadono la terra, in qualità di nuovo Ultraman.

Riportando alla luce un eroe ed una storia non a tutti noti, la serie si incarica inizialmente di riassumere eventi passati, permettendo così di essere vista anche da chi non conoscesse l’originale. Le prime introduttive puntate ci presentano dunque i personaggi di Shin Hayata e suo figlio Shinjiro, facendoci entrare nella loro quotidianità e progressivamente nel disvelamento della loro reale natura. La serie si imposta così come una classica “origin story”, la quale con la chiamata dell’eroe promette di garantire grande intrattenimento seguendo l’esempio dell’originale.

Ultraman

La nuova serie su Ultraman ripropone infatti fedelmente le caratteristiche del suo predecessore, presentando tuttavia un grande elemento di novità. L’animazione, che segue gli stilemi degli anime giapponesi, è però realizzata in computer grafica 3D. Questa, seppur contribuisca ad ottenere scene d’azione particolarmente spettacolari e realistiche, si dimostra poco riuscita sul resto, rendendo artificiosi i movimenti dei personaggi e poco naturali le loro espressioni facciali. Il risultato è spesso e volentieri quello di un “effetto videogioco” che stona, in parte, con la natura dell’opera.

L’arrivo di Ultraman su Netflix contribuisce ad ampliare il già vasto catalogo di anime presenti sulla piattaforma streaming. Con la sua natura a metà tra classico e innovazione potrà facilmente trovare il suo pubblico, attirando ed intrattenendo schiere di appassionati. Nonostante i suoi difetti estetici, e la semplicità della storia, la serie svela alcune tematiche, come quella del rapporto padre-figlio, che se approfondite a dovere potranno conferire al prodotto il giusto spessore per affermarsi nelle nuove generazioni.

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