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Tutte le prossime serie tv di Star Wars in uscita: storia, cast e tutto quello che sappiamo

Ora ci sono più serie TV di Star Wars che mai. La Disney ha trasformato Star Wars in un innovativo franchise transmediale di libri, fumetti, videogiochi e una straordinaria gamma di serie TV Disney+. The Mandalorian è stato essenzialmente il programma di punta di Disney+, uscito come titolo di lancio del servizio di streaming nel 2019.

Gli show televisivi sono ambientati in diversi momenti della linea temporale di Star Wars. Il libro di Boba Fett e Ahsoka sono spin-off di The Mandalorian, ambientati circa cinque anni dopo Il ritorno dello Jedi. Obi-Wan Kenobi e Andor sono ambientati entrambi durante i tempi bui dell’Impero Galattico, così come la serie animata Star Wars: The Bad Batch, uno spin-off di Star Wars: The Clone Wars. Ora sono in arrivo ancora più serie TV di Star Wars, insieme alle nuove stagioni delle puntate già esistenti nella libreria TV della Disney.

Andor – Stagione 2

Andor - stagione 2 Diego Luna

L’attesissimo sequel di Andor uscirà nel 2025.

Data di uscita – 22 aprile 2025

Cast della serie tv – Diego Luna (Cassian Andor), Stellan Skarsgård (Luthen Rael), Genevieve O’Reilly (Mon Mothma), Forest Whitaker (Saw Gerrera), Faye Marsay (Vel), Varada Sethu (Cinta), Adria Arjona (Biix Caleen), Joplin Sibtain (Brasso), Kyle Soller (Syril Karn), Denise Gough (Dedra Meero), Andy Serkis (Kino Loy)

Dopo una prima stagione acclamata dalla critica, la stagione 2 di Andor completerà la storia di Cassian Andor, interpretato da Diego Luna. Il creatore Tony Gilroy ha già spiegato la struttura della stagione 2 di Andor, con ogni tre dei 12 episodi totali che segnano un anno della vita di Cassian che porta agli eventi di Rogue One: A Star Wars Story. La stagione 2 di Andor doveva originariamente uscire nell’agosto 2024, ma da allora è stata rimandata al 22 aprile 2025.

La seconda stagione di Andor vedrà il ritorno di personaggi di Rogue One, tra cui K-2SO e il direttore Orson Krennic, e continuerà a colmare il divario tra la prima stagione di Andor e il film d’esordio di Cassian. Si prevede inoltre che mostrerà eventi chiave come il massacro di Ghorman, il catalizzatore della caduta in disgrazia di Mon Mothma nel Senato Imperiale. Dato il successo della prima stagione di Andor, non c’è dubbio che la seconda stagione sarà almeno all’altezza delle aspettative.

Star Wars Visions – Stagione 3

Star Wars Visions - Stagione 3

Torna lo show in stile “What If?” acclamato dalla critica

  • Data di uscita: 2025

Lucasfilm ha recentemente confermato che la terza stagione di Star Wars Visions uscirà nel 2025. Il popolare show antologico esce spesso nel giorno di Star Wars, il che significa che molti si aspettano che uscirà il 4 maggio, anche se non è ancora confermato. Visions è uno show straordinario che offre alle migliori case di animazione la possibilità di reinterpretare Star Wars, e la terza stagione presenta alcuni graditi ritorni.

Ahsoka – Stagione 2

Ahsoka seconda stagione

Una seconda stagione di Ahsoka è ufficialmente in arrivo.

Data di uscita : Sconosciuta

Cast – Rosario Dawson (Ahsoka Tano), Natasha Liu Bordizzo (Sabine Wren), Ivanna Sakhno (Shin Hati)

Lucasfilm ha confermato che la seconda stagione di Ahsoka è in lavorazione. Alla fine della prima stagione di Ahsoka, Ahsoka Tano, interpretata da Rosario Dawson, e Sabine Wren, interpretata da Natasha Liu Bordizzo, sono rimaste bloccate sul lontano pianeta Peridea, mentre il Gran Ammiraglio Thrawn, interpretato da Lars Mikkelsen, è tornato nella galassia principale di Star Wars. Non si sa se tornerà l’intero cast, dato che non ci sono ancora informazioni sul fatto che la prossima stagione sarà ambientata interamente nella galassia Peridea. Secondo quanto riferito, la produzione inizierà nell’estate del 2025, con un potenziale rilascio dello show nel 2026.

Tutte le nuove uscite a Dicembre su Paramount+

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Tutte le nuove uscite a Dicembre su Paramount+

Ecco tutti i film e le serie tv in uscita a Dicembre su Paramout+. Da L’ETÀ GIUSTA con Valeria Fabrizi, Gigliola Cinquetti, Giuliana Loiodice, dal 24 dicembre  al THRILLER 40 con Usher, Mary J. Blige, Will.I.Am, Mark Ronson, Misty Copeland, dal 2 dicembre, FINESTKIND con Tommy Lee Jones, Ben Foster e Jenna Ortega, dal 16 dicembre a MARGINI Con Silvia D’Amico, dal 17 dicembre. E in esclusiva streaming un grande classico, VACANZE DI NATALE in occasione del 40° anniversario del cult, dal 7 dicembre

L’ETÀ GIUSTA

Disponibile dal 24 dicembreL’ETÀ GIUSTA è una commedia originale Paramount+ diretta da Alessio Di Cosimo (già autore di corti premiati e documentari quali Barber Ring e Come un Padre) e interpretata da Valeria Fabrizi, Alessandro Bertoncini, Gigliola Cinquetti, Giuliana Loiodice, Paola Pitagora, Giuseppe Pambieri e Iole Mazzone.

L’ETÀ GIUSTA racconta la vicenda di quattro donne ultraottantenni con una vitalità travolgente che si ritrovano a dover affrontare una sfida senza precedenti: con la fuga dalla casa di riposo dove risiedono, vogliono vendicare una truffa amorosa subita online da una di loro e devono far crescere un ragazzo determinato a rimanere giovane per sempre. Con solo due giorni a loro disposizione, dovranno dimostrare che non c’è età per smettere di sperare e sognare.

Il film è stato realizzato ai sensi dei contributi selettivi da SVILUPPUMBRIA, Umbria Film Fund, con la collaborazione di Rai Cinema, prodotto da 102 Distribution, Settembre Produzioni, CD Cine Dubbing, An.tra.cine e Well Enough Film.

THRILLER 40

Disponibile dal 2 dicembre – Il nuovo documentario THRILLER 40 sarà presentato in anteprima mondiale il 2 dicembre su Paramount+. Quarant’anni dopo l’uscita di “Thriller” di Michael Jackson, l’album più venduto di tutti i tempi in tutto il mondo, il regista Nelson George riporta i fan indietro nel tempo per vivere la realizzazione dell’album da record e l’uscita dei cortometraggi che lo accompagnano che hanno per sempre ridefinito il formato del video musicale. Con filmati inediti e interviste esclusive, THRILLER 40 racconta la creazione di un fenomeno globale pre-internet diverso da qualsiasi cosa uscita prima e dopo. “Thriller” ha lanciato Michael Jackson verso il successo e ancora oggi continua a influenzare tutti gli aspetti della cultura e dell’intrattenimento, compresi il mondo della musica, della danza e della moda. Nel documentario sono presenti luminari della musica e dell’intrattenimento tra cui Usher, Mary J. Blige, Will.I.Am, Mark Ronson, Misty Copeland, Maxwell e John Landis.

THRILLER 40 è prodotto da Optimum Productions e Company Name. Colin Hanks, Sean Stuart, John Branca e John McClain sono i produttori.

FINESTKIND

Disponibile dal 16 dicembre – FINESTKIND è un film originale diretto dal premio Oscar Brian Helgeland. Il dramma criminale vanta la presenza di Ben Foster, vincitore dell’Independent Spirit Award, di Toby Wallace, candidato all’Emmy, di Jenna Ortega e del premio Oscar Tommy Lee Jones. FINESTKIND racconta la storia di due fratelli (Foster e Wallace), cresciuti in mondi diversi, che si riuniscono da adulti durante un’estate inaspettata. Ambientato nel mondo della pesca commerciale, il racconto assume connotazioni primordiali quando circostanze disperate costringono i fratelli a stringere un accordo con una violenta banda criminale di Boston. Lungo il cammino, una giovane donna (Ortega) si trova pericolosamente coinvolta. Una trama avvincente in cui i legami tra i protagonisti vengono messi a dura prova.

FINESTKIND è prodotto da Gary Foster e Russ Krasnoff di Krasnoff/Foster Entertainment, il candidato all’Oscar Taylor Sheridan di Bosque Ranch, David C. Glasser di 101 Studios e in collaborazione con MTV Entertainment Studios. Jennifer Roth, Ron Burkle, David Hutkin e Bob Yari sono i produttori esecutivi.

MARGINI

Disponibile dal 17 dicembre – GROSSETO, 2008. Michele, Edoardo e Iacopo, amici da sempre, formano un gruppo street punk hardcore, ma sono squattrinati e senza un’occupazione. Stanchi di suonare in contesti riduttivi e festival locali, vengono finalmente chiamati come opening act della band americana Defense in tournée europea, ma la data del concerto viene poi cancellata. A Michele viene allora in mente di invitare i Defense a Grosseto, e miracolosamente la band accetta: peccato che manchino il locale, l’impianto acustico e i soldi per i trasferimenti. Michele ha moglie e figlia, Edoardo un padrino dispotico, e Jacopo l’occasione di suonare per un’orchestra seria. Riusciranno nell’impresa? Il film, che ha ricevuto due candidature ai David di Donatello 2023 per miglior regista esordiente, è diretto da Niccolò Falsetti. Nel cast anche Silvia D’Amico.

TRANSFORMERS: IL RISVEGLIO

Disponibile dall’8 dicembre – In esclusiva su Paramount+ per 45 giorni dall’8 dicembre, TRANSFORMERS: IL RISVEGLIO è un’epica avventura in giro per il mondo, dove ritroviamo gli Autobot e una nuova generazione di Transformer, i Maximal, che prendono parte all’eterna battaglia sulla terra tra Autobot e Decepticon.

Diretto da Steven Caple Jr con Anthony Ramos, Dominique Fishback, Tobe Nwigwe, Peter Cullen, Ron Perlman.

GLI INVIATI (THE ENVOYS) S2

Disponibile dal 7 dicembre – La serie thriller in lingua spagnola GLI INVIATI (LOS ENVIADOS) vanta un cast all-star, tra cui Luis Gerardo Méndez (Narcos: Mexico, Nosotros Los Nobles, Club de Cuervos) e Miguel Ángel Silvestre (Narcos, Sense8, Velvet, Sin Tetas No Hay Paraíso). Il premio Oscar Juan José Campanella (El Secreto de Sus Ojos) è showrunner, produttore e regista. Nella seconda stagione, i sacerdoti Pedro Salinas (Méndez) e Simón Antequera (Silvestre) si addentrano in una rete di misteri e omicidi in un convento galiziano.

Con tre suore cieche che testimoniano un presunto miracolo, la battaglia tra menzogna e fede si inasprisce. Mentre indagano più a fondo, la tragedia si abbatte sulla morte improvvisa del loro ospite Joaquin. Invischiati in una doppia indagine, i sacerdoti affrontano non solo il mistico, ma anche una verità molto più terrena. Mentre la battaglia tra inganno e fede si inasprisce, questa stagione promette un’elettrizzante fusione di mistero, omicidio e brividi al cardiopalma.

Scritta da Eduardo Sacheri, Emanuel Diez, Juan Pablo Domenech e Campanella, la seconda stagione è prodotta da Muriel Cabeza per 100 Bares e Alfonso Blanco per Portocabo.

THE WHALE

The Whale Leoncino d'Oro

Disponibile dal 15 dicembre – Tratto dall’opera teatrale di Samuel D. Hunter, la storia di un professore d’inglese che soffre di grave obesità e tenta di riallacciare i rapporti con la figlia adolescente per cercare un’ultima possibilità di riscatto. Il film, che ha ottenuto due Premi Oscar, un premio ai Critics Choice Award, un premio ai SAG Awards, è diretto da Darren Aronofsky. Nel cast Brendan Fraser, Sadie Sink, Hong Chau, Ty Simpkins, Samantha Morton.

THE CAINE MUTINY COURT-MARTIAL

The Caine Mutiny Court-Martial recensione film

Disponibile dal 29 dicembre – THE CAINE MUTINY COURT-MARTIAL è scritto e diretto dal celebre regista premio Oscar William Friedkin è basato sull’omonima opera teatrale di Hermon Wouk, vincitrice del premio Pulitzer.

L’avvincente film, che è stato presentato all’80° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, segue le vicende di un primo ufficiale della Marina degli Stati Uniti che viene processato per aver orchestrato un ammutinamento dopo che il suo capitano inizia a dare segni di squilibrio, mettendo a repentaglio la vita del suo equipaggio. Interpretato da un cast eccezionale, THE CAINE MUTINY COURT-MARTIAL vede il coinvolgimento di Kiefer Sutherland (24), Jason Clarke (Oppenheimer), Jake Lacy (White Lotus), Monica Raymund (Chicago Fire), Lewis Pullman (Top Gun: Maverick), Jay Duplass (Transparent), Tom Riley (The Nevers) e Lance Reddick (John Wick).

All’inizio della corte marziale della Marina, Barney Greenwald (Clarke), uno scettico avvocato della Marina, accetta con riluttanza di difendere il tenente Steve Maryk (Lacy), un primo ufficiale della Marina che ha preso il controllo della U.S.S. CAINE dal suo capitano autoritario, il tenente Philip Francis Queeg (Sutherland) durante una violenta tempesta in acque ostili. Con l’avanzare del processo, Greenwald si preoccupa sempre di più e si chiede se gli eventi a bordo del Caine siano stati un vero ammutinamento o semplicemente atti di coraggio di un gruppo di marinai che non si fidavano del loro leader instabile.

Il film, scritto e diretto da William Friedkin, è prodotto da Annabelle Dunne e Matt Parker con Michael Salven e Mike Upton come produttori esecutivi. Il film è distribuito da Paramount Global Content Distribution.

LOVE ME S2

Disponibile dall’11 dicembre – Nella seconda stagione di LOVE ME, Glen, Clara e Aaron Mathieson hanno rimesso insieme i pezzi delle loro vite dopo la morte di Christine, facendo i conti con una nuova realtà che li porta a chiedersi: “l’amore è abbastanza?”. La seconda stagione riprende la storia della famiglia nove mesi dopo, mentre naviga nella complessità delle relazioni, quando un nuovo amore diventa una proposta a lungo termine. Con Hugo Weaving, Bojana Novakovic e William Lodder.

IL NATALE TUTTO ITALIANO DI PARAMOUNT+

In prossimità delle feste arrivano due pellicole natalizie “made in Italy”: per festeggiare il quarantesimo anniversario del film, il 7 dicembre è in arrivo il superclassico VACANZE DI NATALE (1983) di Carlo Vanzina, con Christian De Sica, Jerry Calà, Claudio Amendola, Stefania Sandrelli e Moana Pozzi; il 19 dicembre, la commedia natalizia THE CHRISTMAS SHOW, con Francesco Pannofino, Ornella Muti, Serena Autieri e Raoul Bova.

OLTRE A THRILLER 40, arrivano nuovi DOCUMENTARI MUSICALI: GEDDY LEE ASK, ARE BASS PLAYERS HUMAN TOO? con le interviste ad alcuni dei bassisti più famosi, presentato da Geddy Lee; inoltre, THE LADY AND THE LEGEND, il documentario che racconta la splendida amicizia tra Lady Gaga e Tony Bennett, dal loro primo incontro nel 2011. 

A DICEMBRE, SU PARAMOUNT+, UNA CARRELLATA DI FILM IN ESCLUSIVA E IN PRIMA VISIONE:

Il comedy-drama VIENI COME SEI (come as you are), disponibile dal 6 dicembre sul servizio; THE SISTER OF THE GROOM, commedia romantica in arrivo il 12 dicembre; ROISE & FRANK dal 26 dicembre e THE RESCUE, film d’azione disponibile in piattaforma dal 31 dicembre.

La library di Paramount+ si arricchisce inoltre di nuovi film: THE ARTIST, LA RAGAZZA CON L’ORECCHINO DI PERLA, RICORDATI DI ME, RESTIAMO AMICI, L’ULTIMO BACIO e tanti altri.

L’OFFERTA DI SERIE CRIME SU PARAMOUNT+ SI È ARRICCHITA GRAZIE ALL’ARRIVO DI CRIMINAL MINDS: oltre alle stagioni le stagioni 7-12 arrivate nel mese di novembre, dal 4 dicembre si aggiungeranno anche le stagioni dalla 13 alla 15; in seguito, a partire dall’11 dicembre anche le prime due stagioni di CRIMINAL MINDS: BEHIND BORDERS e la prima stagione di SUSPEND BEHAVIOR.

A DICEMBRE, SUL SERVIZIO ANCHE I NUOVI CONTENUTI DAL BRAND MTV come NATHAN FOR YOU s4, MOST RIDICULOUS e un nuovo evento di South Park.

INFINE, VENERDÌ 29, SU PARAMOUNT+ ANCHE IL GRAN FINALE DI DRAG RACE ITALIA, con le drag queen più agguerrite del Paese pronte a mettere alla prova il loro carisma, la loro unicità, e il loro talento per essere incoronate “Italia’s Next Drag Superstar”. 

Alla conduzione Priscilla e ai giudici Chiara Francini, Paola Iezzi, e Paolo Camilli si sono aggiunti ogni settimana ospiti speciali nelle vesti di giudici di puntata, tra cui: Lorenzo Balducci, Rosa Chemical, Francesco Cicconetti – “Mehts”, Anna Dello Russo, Tiziano Ferro, Chiara Iezzi, Ciro Immobile, M¥SS KETA, Alessandra Mastronardi, Jessica Melena, Andreas Muller, Veronica Peparini, “Papà per Scelta” (Christian De Florio e Carlo Tumino), Sabrina Salerno, Melissa Satta, Jo Squillo, Filippo Timi, Edoardo Zaggia.

Tutte le novità sul nuovo film di Paul Thomas Anderson

Tutte le novità sul nuovo film di Paul Thomas Anderson

Finalmente qualcosa di nuovo all’orizzonte per Paul Thomas Anderson, il cui ultimo progetto risale al 2014, con Vizio di forma The Wrap ha infatti svelato che Lesley Manville e Vicky Krieps si uniranno al cast. Come sappiamo, si uniranno al pluripremiato Daniel Day-Lewis. Per quanto riguarda la trama del film, fino a oggi le uniche novità sono le recenti rivelazioni del distributore Focus Features:

Il nuovo film è un dramma ambientato nel mondo della couture nel 1950 a Londra. La storia porta alla luce la vita nascosta dietro le quinte di una sarta, impegnata in commissioni da reali e alta società.

Sempre secondo Focus Feature la coppia Paul Thomas AndersonDaniel Day-Lewis esplorerà ancora una volta “uno degli ambienti caratteristici del XX secolo”. Recentemente è stato anche confermato che il chitarrista dei Radiohead, Jonny Greenwood, comporrà la colonna sonora originale del film. Fino ad oggi, Greenwood ha creato musiche per altri tre film di Anderson, compresa la superba colonna sonora per Il petroliere nel 2007.

Fonte: SR

Tutte le morti nei film di Quentin Tarantino in un unico video

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Tutte le morti nei film di Quentin Tarantino in un unico video

I morti nei film di Quentin Tarantino sono ormai un’eventualità da mettere in conto quando si approccia una pellicola del regista americano e sono forse anche i momenti che un fan aspetta maggiormente, perchè non si sa mai cosa potrà inventarsi per uccidere un personaggio.

Oggi siamo in grado di mostrarvi un video in cui vengono riassunte tutte le uccisioni presenti nei suoi film, da Le Iene a Django Unchained, in un vero e proprio delirio di sangue. Potete vedere il video qua sotto e in seguito una bella infografica di Vanity Fair sempre sulle uccisioni nei film di Quentin Tarantino.

http://vimeo.com/groups/35mmandrisdamburs/videos/103437672

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Tutte le foto del film Hitchcock con Anthony Hopkins!

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Tutte le foto del film Hitchcock con Anthony Hopkins!

Ecco tutte le foto ufficiali del film  Hitchcock con  ,  ,  e . La pellicola che debutterà negli USa il 23 Novembre è il primo dei

Tutte le donne di François Ozon

Tutte le donne di François Ozon

François Ozon all’età di soli quarantacinque anni vanta già una solida formazione nel settore che gli ha permesso di affermarsi come una delle figure di spicco della cinematografia francese. È ormai prossimo all’uscita nelle sale il suo nuovo film Giovane e bella che racconta la storia di Isabelle, acerba ragazza diciassettenne alla scoperta della propria sessualità la cui maturazione, scandita in quattro diversi capitoli, avviene tramite la decisione di prostituirsi sotto la falsa identità di Lea. Ozon torna dunque ad indagare le complesse dinamiche della sessualità e le sue sfaccettate implicazioni nell’universo femminile.

Dopo aver frequentato la scuola di cinema La Fémis, François Ozon si laurea in storia del cinema nel 1993 ed esordisce nel 1998 con il suo primo lungometraggio Sitcom- La famiglia è simpatica. Non a caso proprio il tema della famiglia, con le sue relazioni di facciata che rispondono all’ipocrisia di una società che resta di fatto immutata dagli anni Cinquanta ad oggi, costituisce una dei pilastri portanti della sua filmografia.

Il più delle volte al suo seguito troviamo un cast formidabile tutto al femminile: oltre all’eccezionale Valeria Bruni Tedeshi (CinquePerDue – Frammenti di vita amorosa, 2004; Il tempo che resta, 2005), i suoi film recuperano quanto sembrano perdere a livello di funzionamento della trama narrativa grazie all’interpretazione di attrici del calibro di Catherine Deneuve, Fanny Ardant, Charlotte Rampling, Emmanuelle Béart. Difficile definire il genere prediletto di questo autore in grado di giocare con i più diversi stili dei generi classici e di saper ogni volta reinventare un modo di fare cinema ricorrendo a tinte che vanno dal gotico al musical, dal thriller alla favola moderna (quale ad esempio quella di Ricky in Ricky –Una storia d’amore e libertà dove una mamma operaia dà alla luce un bimbo a cui crescono misteriosamente le ali), dalla commedia teatrale al racconto romanzesco.

Famosa inoltre la «Trilogia del lutto» (Sotto la sabbia, 2000; Il tempo che resta, 2005; Il rifugio, 2009) in cui il regista mette a nudo il sentimento del dolore e della perdita tramite tre diverse storie: la prima racconta di una coppia di mezz’età misteriosamente separatasi, la seconda di un giovane fotografo che decide di vivere la fase terminale della sua malattia in totale solitudine e la terza di una ragazza tossicodipendente che resta incinta del suo compagno morto di overdose. L’amore omosessuale rappresenta certo una costante per questo regista dichiaratamente gay, anche quando non direttamente messo in scena. Tuttavia la pellicola che lo consacra al grande pubblico è la commedia noir Otto donne e un mistero, film del 2002 ambientato negli anni Cinquanta dove un ben architettato coro di attrici francesi (Catherine Deneuve, Fanny Ardant, Isabelle Huppert, Emmanuelle Béart, Virginie Ledoyen, Danielle Darrieux, Ludivine Sagnier, Firmine Richard) si staglia su di una scena di impianto più prettamente teatrale (il film è infatti ispirato alla pièce teatrale Huit femmes di Robert Thomas) che non prevede l’apertura a spazi esterni e che in un crescendo di sospetti e in un continuo alternarsi di stacchetti musicali spingerà le otto donne ad indagare su un omicidio rimanendo sempre rinchiuse tra le quattro mura domestiche.

In Swimming pool (2003) una scrittrice di gialli interpretata da Charlotte Rampling che da Londra si trasferisce nella casa francese del suo editore per ritrovare la concentrazione, è costretta invece a condividere la casa con una ragazza sessualmente disinibita che la coinvolgerà in un omicidio simile a quelli che la scrittrice immagina per il suo pubblico. L’attrazione tra le due, non dichiarata, è comunque sempre costantemente percepibile. Ma nella trama c’è l’inganno che si rivela inaspettato alla fine del film. Ecco delineato un altro tema portante del linguaggio cinematografico di Ozon: l’interfacciarsi continuo tra realtà e immaginazione, spesso realizzato proprio grazie allo stratagemma della scrittura che consente l’effetto a scatola cinese della “storia nella storia”; è quanto avviene ad esempio nel film Nella casa (2012) dove un adolescente portato per la scrittura ed incoraggiato dal suo insegnante inizia a fantasticare sulla vita famigliare di un compagno di classe, che tra l’altro si innamora di lui, frequentando quotidianamente la casa dove abita, spiando di soppiatto i problemi che la riguardano e facendo di essa la principale fonte d’ispirazione dei suoi racconti, gli stessi che tanto appassionano l’insegnante contro ogni ossequio al rispetto e alla morale.

Ad un certo punto il film prosegue rendendo sempre più difficile allo spettatore il compito di distinguere cosa è reale e cosa appartiene invece alla mente creativa del ragazzo. La scrittura e la conseguente dicotomia realtà-immaginazione è al centro di un altro film intitolato Angel – La vita, il romanzo; questa volta la figura femminile eletta da Ozon è una giovane scrittrice inglese che agli inizi del Novecento, pur essendo impreparata e incolta, tenta di mettere a frutto il suo talento e la sua traboccante capacità immaginativa per elevarsi dalle sue origini proletarie e diventare una famosa scrittrice di best-seller rosa che ottengono un enorme successo di pubblico. Ma la vita che ha puerilmente immaginato, la stessa che ha messo su carta, si scontra con una realtà più dura che indirizzerà inevitabilmente la sua ascesa verso la caduta. Angel è un angelo caduto che ricorda a tratti la Madame Bovary vittima delle sue letture, a tratti L’Anna Karenina vittima della sua passione. Ma è al genere classico del melò hollywoodiano anni Quaranta che Ozon guarda reinterpretando il melodramma nella sua maniera moderna e originale.

Nel 2010 il film Potiche – La bella statuina con Catherine Deneuve e Gérard Depardieu, ottiene vasti consensi dalla critica ricevendo quattro candidature ai premi César 2011. Di nuovo una figura femminile questa volta magistralmente interpretata da Catherine Deneuve: una donna che negli anni Settanta del Novecento abbandona il ruolo di “bella statuina” all’interno della casa, di moglie premurosa e accondiscendente verso un marito arrogante e dispotico, l’industriale Robert Pujol, per riscoprire la sua natura carismatica, mettersi a capo della fabbrica del marito e difendere i diritti dei lavoratori. Da “bella statuina” a “iron lady”.

È evidente che l’universo femminile sia il più delle volte al centro dell’opera artistica di questo giovane regista pieno di sorprese. L’occhio attento alla condizione della donna e alla sua sessualità tenta di scavalcare e di abbattere l’ipocrisia moralistica che regge tanto la società quanto l’istituzione famigliare. La restrizione in cui la donna il più delle volte viene relegata facilita ovviamente ogni discorso sull’indipendenza e l’affermazione di sé, così come l’attenzione posta alle differenze di classe. Ma tale riflessione è sempre alleggerita da toni sarcastici, allegri e spesso paradossali. Si tratta, forse, di una tematica prevedibile che accomuna tanti registi omosessuali e alla quale Ozon si allinearsi, avvitandosi su degli stilemi ricorrenti. Ma la sua originalità va riconosciuta, in lui non c’è sentimento di rivalsa che vada ad incupire la trama narrativa, ma semplicemente una genuina e divertita presa d’atto. Originale è anche il modo con cui, giocando tra realtà e finzione, invita a riflettere sulle apparenze e sul perbenismo di facciata che spesso dettano le regole. Per questo, se già è possibile prevederne alcuni aspetti, il film Giovane e bella lascia comunque un’attesa piena di aspettative.

 

Tutte le donne di David O. Russell

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David O. Russell (The Fighter) sta lavorando all’adattamento cinematografico di L’orlo argenteo delle nuvole (The silver linings playbook), romanzo del 2008 di Matthew Quick.

Tutte le clip de Lo Hobbit: un viaggio inaspettato

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Tutte le clip de Lo Hobbit: un viaggio inaspettato

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Quanti di voi l’hanno già visto? e quanti ancora no. Per quelli che non hanno ancora visto Lo Hobbit: un viaggio inaspettato, ecco la raccolta di tutte le clip in italiano tratte dal film di Peter Jakson.

Tutte le canzoni della colonna sonora di Emilia Pérez

Tutte le canzoni della colonna sonora di Emilia Pérez

La musica gioca un ruolo cruciale e creativo nel musical poliziesco Emilia Pérez. Poiché gran parte della storia è raccontata attraverso vari stili e generi musicali eseguiti dal cast di Emilia Pérez, le canzoni originali diventano una parte essenziale e una forza trainante della narrazione complessiva. Diretto dal regista francese Jacques Audiard (Ruggine e ossa, The Sisters Brothers), il film mescola generi musicali innovativi e coreografie infuse in una storia straziante di desiderio e rimpianto inappagato. Molte delle canzoni originali della colonna sonora di Emilia Pérez sono state scritte e interpretate dalla cantante francese Camille.

Emilia Pérez è un adattamento libero del romanzo Écoute di Boris Razon del 2018. La storia segue la Rita Moro Castro di Saldaña, un avvocato difensore di Città del Messico che cerca di fare la differenza e che si imbatte in un’opportunità insolita ma redditizia da parte del boss del cartello Manitas Del Monte, mentre mira a realizzare il sogno della sua vita di trasformarsi in una donna. Le recensioni per lo più favorevolidi Emilia Pérez ne hanno fatto un primo candidato al premio per il miglior film e hanno anche generato un interesse per l’Oscar alla migliore attrice per Gascón e alla migliore attrice non protagonista per Saldaña. Anche la colonna sonora ufficiale è in lizza per la migliore colonna sonora originale e la migliore canzone originale.

Tutte le canzoni di Emilia Pérez: ordine e significato

Selena Gomez in Emilia Perez
Selena Gomez in Emilia Pérez. Foto di Shanna Besson/PAGE 114 – WHY NOT PRODUCTIONS – PATHÉ FILMS – FRA – © 2024 Neflix

Subiendo (Part 1)” di Camille, Clément Ducol & Mexican Choir: Questa canzone eterea e d’atmosfera suona all’inizio di Emilia Pérez ed è presente in varie parti del film, spesso durante le scene di transizione sopra le inquadrature di ambientazione del paesaggio.

“El Alegato” di Zoe Saldaña: È il primo numero musicale eseguito nel film e si svolge intorno ai 5 minuti. La Rita di Zoe Saldaña canta del caso a cui sta lavorando come avvocato difensore che le impone di dimostrare l’innocenza di un uomo che lei ritiene colpevole dell’omicidio della moglie, Gabriel Mendoza. Il brano dimostra come Rita tenga a un processo giudiziario più nobile e come molti atti di violenza possano rimanere senza conseguenze, in parte perché lei è così brava nel suo lavoro.

Todo y Nada” di Zoe Saldaña: Rita canta questa canzone mentre riceve una misteriosa chiamata da Manitas in un bagno, intorno al minuto 11:30 di Emila Pérez. È accompagnata da un gruppo di custodi donne in sottofondo. L’attrice riflette se seguire o meno le minacciose istruzioni del chiamante per incontrarsi e guarda anche alla cupa traiettoria della sua vita se scegliesse di non rispondere a questa opportunità.

El Encuentro” di Karla Sofía Gascón: Manitas sussurra questa breve canzone mentre fa la sua offerta a Rita in un unico respiro intorno ai 17 minuti. Chiarisce che una volta che Rita avrà accettato la sua offerta non si potrà più tornare indietro.

La Vaginoplastia” di Zoe Saldaña: Intorno al minuto 20:30, Rita canta questa memorabile canzone a Bangkok, in Thailandia, mentre si informa sulle varie procedure a cui Manitas deve sottoporsi per trasformarsi in una donna. Si informa sui vari interventi necessari e sui prezzi, in modo da poter riferire a Manitas.

“Lady” di Zoe Saldaña & Mark Ivanir: Intorno al minuto 25, Rita canta questo duetto con il dottor Wasserman di Mark Ivanir, mentre lo convince a farsi carico delle varie operazioni che Manitas deve fare per diventare Emilia Pérez. Il dottore vuole assicurarsi che Manitas lo stia facendo per le giuste ragioni, mentre Rita sostiene l’importanza di cambiare l’“anima” per cambiare la “società”.

“Deseo” di Camille & Karla Sofía Gascón: Manitas canta questa canzone esprimendo il suo desiderio di essere “lei” intorno ai 34 minuti. È essenzialmente il canto del cigno di Manitas che dice addio alla sua vecchia vita e alla sua famiglia.

“Swing Supreme” di Robbie Williams: questa canzone del 2013 del cantante inglese Robbie Williams suona intorno al minuto 42, quando il film avanza di quattro anni nel futuro, quando Rita incontra nuovamente Emilia a Londra.

Por Casualidad” di Camille, Karla Sofía Gascón e Zoe Saldaña: Questa canzone suona intorno al minuto 45, quando Emilia spiega a Rita perché l’ha cercata di nuovo. Spiega che non si sono incontrate per caso e che vuole che Rita la aiuti a ricongiungersi con i suoi figli in Messico.

“Bienvenida” di Selena Gomez: la prima delle due canzoni originali di Selena Gomez in Emilia Pérez arriva intorno al minuto 52. Il suo personaggio, Jessi, canta e si esibisce in una canzone che è un’altra. Il suo personaggio, Jessi, canta e balla nella sua nuova camera da letto a casa di Emilia dopo essere tornata in Messico con i suoi figli. Jessi esprime la sua infelicità nel tornare in Messico con Emilia, la cugina di Manitas, e si sente intrappolata dai suoi beni. Descrive i vari lussi che le vengono offerti come metodi per mantenerla felice e ferma.

Mis Siete Hermanas y Yo” di Xiomara Ahumada Quito: Questa canzone appare intorno al minuto 56, quando una donna distribuisce volantini per il figlio scomparso. Questo ispira Emilia a dedicare la sua vita alla ricerca di persone scomparse con l’aiuto di Rita.

Papá” di Juan Pablo Monterrubio & Karla Sofía Gascón: Questa canzone suona circa un’ora dopo Emilia Pérez, quando il figlio di Emilia canta di come gli manchi suo padre Manitas. Inoltre, fa notare come la zia Emilia gli ricordi il padre, in particolare per il suo odore.

“Para” di Aitza Terán, Iván Ruiz de Velasco e Coro messicano: Questa canzone suona intorno al minuto 1 e 7, mentre decine di persone si offrono volontarie per aiutare a trovare le persone scomparse attraverso la fondazione di Emilia, La Lucecita. Un paio di volontari spiegano perché dedicano il loro tempo alla ricerca delle oltre 10.000 persone scomparse nella zona, dicendo che vogliono permettere ad altri di piangere i morti e di fare del bene alla società di fronte al male.

Amor a Primera Vista” di Belinda, Lalo e Los Ángeles Azules: Questa canzone è presente in 1 ora e 10 minuti di canzone quando viene presentato Gustavo, l’amante di Jessi. Jessi viene mostrata mentre viene accompagnata nella sua auto e sembra essere profondamente innamorata di Gustavo mentre sorride e guida.

“El Mal” di Camille, Zoe Saldaña e Karla Sofía Gascón: Questa canzone suona intorno al minuto 1 e 17 mentre Emilia tiene un discorso a un evento di raccolta fondi per La Lucecita di fronte a una folla di politici corrotti, giudici e personaggi pubblici. Il testo e la coreografia di Rita mettono a nudo i vari crimini di queste persone ricche e potenti e l’ipocrisia di chiedere loro denaro per la loro buona causa.

El Amor” di Camille, Karla Sofía Gascón e Adriana Paz: Questa canzone, che dura circa 1 ora e 27 minuti, descrive cosa significhi amare una vita divisa e piena di segreti. Dentro di sé si sente più vera che mai, ma per il mondo è scoperta solo a metà da tutti, tranne che da Rita.

“Mi Camino” di Selena Gomez: questa canzone originale di Selena Gomez e scritta da Camille e Clément Ducol viene eseguita intorno all’ora e 33 minuti. È molto probabile che la canzone concorra per l’Oscar alla migliore canzone originale nel 2025, poiché rappresenta i temi principali dell’amore e dell’identità di tutti e tre i personaggi principali del film.

“El Trio” di Karla Sofía Gascón & Zoe Saldaña: Questa canzone appare intorno all’ora e 33 minuti in Emilia Pérez. Rita riceve le telefonate di Jessi ed Emilia che le chiedono soldi e figli. Rita cerca di mitigare la situazione, ma Jessi ed Emilia sono in forte contrasto tra loro.

Perdóname” di Camille & Karla Sofía Gascón: Emilia canta questa ballata confessionale a Jessi durante il momento culminante del film, intorno all’ora e 55 minuti. Durante una sparatoria per scambiare Emilia con milioni di dollari, Emilia dice a Jessi di essere stata suo marito Manitas, sconvolgendo completamente il mondo di Jessi.

Las Dama que Pasan” di Adriana Paz & Mexican Choir: Questa canzone suona alla fine di Emilia Pérez, intorno alle due ore, quando frotte di persone camminano per le strade per ricordare la vita e l’eredità di Emilia dopo la sua morte. Emilia è venerata e ricordata come una figura di santa.

Dove ascoltare la colonna sonora di Emilia Pérez

Karla Sofía Gascón in Emilia Pérez
Karla Sofía Gascón in Emilia Pérez. Foto di Shanna Besson – WHY NOT PRODUCTIONS – PATHÉ FILMS – FRA – © 2024

La colonna sonora ufficiale completa di Emilia Pérez è disponibile in streaming su Apple Music e Spotify. Ogni canzone è disponibile gratuitamente anche su YouTube. La colonna sonora completa ha una durata di 1 ora e 32 minuti e contiene tutte le canzoni originali del film, compresi i due nuovi brani di Selena Gomez. La colonna sonora di Emilia Pérez contiene anche versioni alternative di alcune canzoni non presenti nel film e l’intera colonna sonora originale di Clément Ducol e Camille.

Tutte contro lui: recensione del film con Cameron Diaz

Tutte contro lui: recensione del film con Cameron Diaz

Nel corso della sua carriera Nick Cassavetes è stato spesso definito un regista senza personalità, incapace di trovare una propria strada. Allontanandoci da questa definizione insufficiente a descrivere la mano dietro pellicole quali Le pagine della nostra vita e Alpha Dog, bisogna invece etichettare – con profondo rammarico – Tutte contro lui, nonostante l’ottimo successo al box office americano (vedremo come andrà in Italia a partire dal 19 Giugno), come la prima vera nota stonata nella filmografia del figlio del grande John e della leggendaria Gena Rowlands.

In Tutte contro lui dopo aver scoperto che il suo fidanzato è sposato, Carly (Cameron Diaz) cerca di rimettere insieme i pezzi di una vita in disfacimento. Quando incontra per caso Kate, la moglie tradita (Leslie Mann), si rende conto di quante cose hanno in comune e così, quella che doveva essere sua nemica, diventa la sua più grande amica. Nel momento in cui si viene a conoscenza di Amber (Kate Upton), un’ulteriore amante, tutte e tre le donne si alleano per vendicarsi contro lui (Nikolaj Coster-Waldau), tre volte traditore e tre volte bugiardo.

Il difetto più grande di questa commedia dagli eccessivi slanci sentimentali non sono tanto i suoi temi, per nulla originali, affrontati fino alla nausea, che inducono a chiedersi quale tipologia di pubblico possa ancora essere interessato a questo tipo di storie. Il problema più grande di The Other Woman (questo il titolo originale) risiede in una sceneggiatura, firmata da Melissa Stack, incerta e sconclusionata, che sembra volersi allontanare dai tipici canoni della commedia americana per abbracciare (vagamente) le forme del dramma e spingere lo spettatore a chissà quali profonde riflessioni. Il risultato finale è ai limiti del disastroso, perché il film non funziona nè in un senso nè nell’altro.

L’unica nota positiva di questa storia sul tradimento, sulla vendetta e sull’amicizia inaspettata sono le interpreti: Cameron Diaz, regina incontrastata del genere (che si riunisce con Cassavetes dopo La custode di mia sorella), ha l’incredibile capacità di riproporre quasi sempre lo stesso personaggio e riuscire a non stancare mai, sorretta questa volta da una bravissima Leslie Mann perennemente sull’orlo di una crisi di nervi. Decisamente inutile il personaggio di Kate Upton, la terza bionda, una sorta di riempitivo che dilata il ritmo del racconto e porta la pellicola a durare più di quanto dovrebbe.

Tutte contro lui si rivela, purtroppo, una totale delusione. Una commedia convenzionale fin troppo pasticciata nella scrittura, con un trio di attrici non aiutate dal contesto in cui si muovono, che spesso, invece di avvantaggiarle, le penalizza. Nota di merito alla cantante Nicki Minaj e ai suoi repentini cambi di acconciatura… e qui, probabilmente, abbiamo davvero detto tutto.

Tutte contro Lui The Other Woman: clip del film con Cameron Diaz

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Tutte contro Lui The Other Woman: clip del film con Cameron Diaz

Il 19 giugno, distribuito dalla Twentieth Century Fox, arriverà in Italia il film Tutte contro Lui The Other Woman, diretto da Nick Cassavetes, con Cameroz Diaz,  Leslie Mann Nikolaj Coster-Waldau.

Tutte contro Lui The Other WomanDopo aver scoperto che il suo fidanzato è sposato, una donna (Cameron Diaz) cerca di rimettere insieme i pezzi di una vita in disfacimento. Ma è quando incontra per caso la moglie tradita (Leslie Mann), che si rende conto di quante cose abbiano in comune e così, quella che doveva essere sua nemica, diventa la sua più grande amica. Nel momento in cui si viene a conoscenza di un’ulteriore amante (Kate Upton), tutte e tre le donne si alleano per vendicarsi contro lui, tre volte traditore e tre volte bugiardo.

 

Tutte contro lui The Other Woman Trailer italiano del film con Cameron Diaz

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Tutte contro lui The Other WomanGuarda il Trailer italiano ufficiale del film della Twentieth Century Fox, Tutte contro lui The Other Woman diretto da Nick Cassavetes, con Cameron Diaz , Leslie Mann , Nikolaj Coster-Waldau , Kate Upton , Taylor Kinney e Nicki Minaj.

Diretto da Nick CassavetesThe Other Woman si basa su una sceneggiatura di Melissa Stack e racconta la storia di  una donna (Diaz), che ,dopo aver scoperto che il suo fidanzato è sposato cerca di ricostruirsi la sua vita dopo la sconvolgente scoperta. Ma quando incontra casualmente la moglie del suo ex-fidanzato ( Mann ) , si rende conto che hanno molto in comune , e la sua nemica giurata diventa la sua più grande amica, quando l’ennesimo mascalzonata del marito viene scoperta (con la Upton), le tre donne si uniranno per cercare vendetta.

The Other Woman  uscirà nelle sale italiane il 19 Giugno 2014 .

Tutte contro lui The Other Woman nuovo spot con Cameron Diaz

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Ecco un nuovo spot di Tutte contro lui The Other Woman, film che vede protagonista un cast femminile di tutto rispetto. Nel film infatti troveremo  Cameron Diaz, Leslie Mann, Kate Upton e Nicki Minaj, tutte intorno a Nikolaj Coster-Waldau, il Jamie Lannister di Game of Thrones.

Ecco lo spot: [iframe id=”cs006_909679″ src=”http://cms.springboardplatform.com/embed_iframe/71/video/909679/cs006/comingsoon.net/10/1/” width=”640″ height=”386″ frameborder=”0″ scrolling=”no”][/iframe]

Tutte contro lui The Other WomanDiretto da Nick CassavetesThe Other Woman si basa su una sceneggiatura di Melissa Stack e racconta la storia di  una donna (Diaz), che ,dopo aver scoperto che il suo fidanzato è sposato cerca di ricostruirsi la sua vita dopo la sconvolgente scoperta. Ma quando incontra casualmente la moglie del suo ex-fidanzato (Mann) , si rende conto che hanno molto in comune , e la sua nemica giurata diventa la sua più grande amica, quando l’ennesimo mascalzonata del marito viene scoperta (con la Upton), le tre donne si uniranno per cercare vendetta.

The Other Woman  uscirà nelle sale italiane il 19 Giugno 2014.

Guarda le foto della premiere del film con Kate Upton.

Fonte: CS

Tutta la luce che non vediamo: un video dal backstage della miniserie Netflix

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Netflix rilascia un video che svela i dietro le quinte e interviste esclusive di Tutta la luce che non vediamo, la rivoluzionaria miniserie tratta dall’omonimo romanzo best seller e vincitore del Premio Pulitzer di Anthony Doerr, diretta da Shawn Levy e scritta da Steven Knight. La miniserie in quattro episodi sarà disponibile solo su Netflix, in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo, dal 2 novembre 2023.

La protagonista Marie-Laure LeBlanc è interpretata dalle attrici esordienti Aria Mia Loberti e Nell Sutton (Marie-Laure da giovane). Al loro fianco Mark Ruffalo (Daniel LeBlanc), Hugh Laurie (zio Etienne), Louis Hofmann (Werner), Lars Eidinger (Von Rumpel) e Marion Bailey (Madame Manec).

La miniserie è prodotta da Shawn Levy, Dan Levine e Josh Barry per 21 Laps Entertainment (Stranger Things, The Adam Project, Tenebre e Ossa, Arrival, Free Guy). Anche Steven Knight è produttore esecutivo, mentre Joe Strechay (See, The OA) è produttore associato e consulente per la cecità e l’accessibilità.

Tutta la luce che non vediamo, la trama

Tratta dal romanzo vincitore del Premio Pulitzer, Tutta la luce che non vediamo è una miniserie che segue la storia di Marie-Laure, una ragazza francese cieca, e di suo padre, Daniel LeBlanc, che fuggono dalla Parigi occupata dai tedeschi con un diamante leggendario per impedire che finisca nelle mani dei nazisti. Braccati senza sosta da un crudele ufficiale della Gestapo che vuole impossessarsi della pietra preziosa per il suo interesse personale, Marie-Laure e Daniel trovano presto rifugio a St. Malo, dove vanno a vivere con uno zio solitario che diffonde le trasmissioni clandestine per la resistenza. In questa cittadina sul mare una volta idilliaca, il percorso di Marie-Laure incrocia inevitabilmente quello di un’improbabile anima gemella: Werner, un adolescente brillante arruolato dal regime di Hitler per rintracciare le trasmissioni illegali, che invece possiede un legame segreto con Marie-Laure e con la sua fiducia nell’umanità e la sua speranza. Intrecciando abilmente le vite di Marie-Laure e Werner nel corso di un decennio, Tutta la luce che non vediamo racconta la storia dell’incredibile potere dei legami tra le persone, un faro di luce che può guidarci anche nei tempi più bui.

Tutta la luce che non vediamo: trailer della serie Netflix

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Tutta la luce che non vediamo: trailer della serie Netflix

Un nuovo trailer di Tutta la luce che non vediamo è stato presentato in anteprima a Tudum, e ci offre una lunga anteprima dell’attesa prossima serie originale Netflix sulla seconda guerra mondiale. Tutta la luce che non vediamo sarà presentato in anteprima su Netflix il 2 novembre 2023.

Tutti e quattro gli episodi di Tutta la luce che non vediamo sono stati diretti da Shawn Levy. La serie limitata è interpretata da Louis Hofmann, vincitore dell’Emmy Award e candidato all’Oscar Mark Ruffalo, Lars Eidinger, vincitore del Golden Globe e candidato all’Emmy Hugh Laurie, e Marion Bailey. La serie introduce anche le attrici Aria Mia Loberti e Nell Sutton. Dai un’occhiata al trailer di Tutta la luce che non vediamo qui sotto :

Di cosa parla Tutta la luce che non vediamo

Tutta la luce che non vediamo racconta la storia dell’adolescente francese con cecità Marie-Laure e del soldato tedesco Werner le cui strade si incontrano nella Francia occupata mentre entrambi cercano di sopravvivere alla devastazione della Seconda guerra mondiale.

Il bestseller premiato al Pulitzer Tutta la luce che non vediamo di Anthony Doerr diventerà una miniserie in quattro episodi targata Netflix e prodotta da 21 Laps Entertainment (Stranger Things, Free Guy – Eroe per gioco, Tenebre e ossa, Arrival) di Shawn Levy con la sceneggiatura di Steven Knight (Peaky Blinders).

Basato sul romanzo vincitore del Premio Pulitzer, Tutta la luce che non vediamo racconta la storia dello straordinario potere della connessione umana. Nel corso di un decennio, questa serie limitata intreccia le vite di Marie-Laure Leblanc, una ragazza francese cieca che si rifugia presso suo zio durante la seconda guerra mondiale, e Werner Pfennig, un brillante adolescente tedesco esperto di riparazioni radio. Attraverso una connessione segreta condivisa, trovano la fede nell’umanità e la possibilità della speranza. Dal regista Shawn Levy, All the Light We Cannot See è interpretato da Louis Hofmann, Lars Eidinger, Marion Bailey, con Hugh Laurie e Mark Ruffalo. E presentando la nuova arrivata Aria Mia Loberti. In arrivo su Netflix, 2 novembre 2023.

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Tutta la luce che non vediamo: trailer della miniserie Netflix di Shawn Levy

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Netflix ha diffuso il trailer di Tutta la luce che non vediamo, la rivoluzionaria miniserie in 4 episodi, tratta dall’omonimo romanzo best seller e vincitore del Premio Pulitzer di Anthony Doerr, diretta da Shawn Levy e scritta da Steven Knight.

Tutta la luce che non vediamo sarà presentata in anteprima il 30 ottobre, in collaborazione con la Festa del Cinema di Roma, con una proiezione accessibile del primo episodio fruibile da persone con disabilità sensoriali grazie all’audiodescrizione e ai sottotitoli. Un secondo screening in anteprima per i fan si terrà il 1° novembre a Lucca Comics & Games, prima dell’arrivo, solo su Netflix dal 2 novembre.

Al centro della storia la protagonista Marie-Laure LeBlanc, una ragazza francese cieca il cui coraggio e la cui speranza faranno da contraltare alla violenza e alla distruzione della guerra. Marie-Laure è interpretata dalle attrici esordienti Aria Mia Loberti (scoperta da Levy in un casting globale a cui hanno partecipato attrici cieche e ipovedenti) e Nell Sutton (Marie-Laure da giovane). Al loro fianco Louis Hofmann (Werner), il vincitore agli Emmy Award e candidato all’Oscar Mark Ruffalo (Daniel LeBlanc), Lars Eidinger( Von Rumpel), il vincitore del Golden Globe e candidato agli Emmy Hugh Laurie (zio Etienne), Marion Bailey (Madame Manec).

La miniserie è prodotta da Shawn Levy, Dan Levine e Josh Barry per 21 Laps Entertainment, la casa di produzione dietro al fenomeno globale Stranger Things, al film candidato agli Oscar Arrival, alla serie Netflix di successo Tenebre e Ossa, e ai film Free Guy e The Adam Project. Anche Steven Knight è produttore esecutivo, mentre Joe Strechay (See, The OA) è produttore associato e consulente per la cecità e l’accessibilità.

La trama di Tutta la luce che non vediamo

Tratta dal romanzo vincitore del Premio Pulitzer, Tutta la luce che non vediamo è una miniserie che segue la storia di Marie-Laure, una ragazza francese cieca, e di suo padre, Daniel LeBlanc, che fuggono dalla Parigi occupata dai tedeschi con un diamante leggendario per impedire che finisca nelle mani dei nazisti. Braccati senza sosta da un crudele ufficiale della Gestapo che vuole impossessarsi della pietra preziosa per il suo interesse personale, Marie-Laure e Daniel trovano presto rifugio a St. Malo, dove vanno a vivere con uno zio solitario che diffonde le trasmissioni clandestine per la resistenza. In questa cittadina sul mare una volta idilliaca, il percorso di Marie-Laure incrocia inevitabilmente quello di un’improbabile anima gemella: Werner, un adolescente brillante arruolato dal regime di Hitler per rintracciare le trasmissioni illegali, che invece possiede un legame segreto con Marie-Laure e con la sua fiducia nell’umanità e la sua speranza. Intrecciando abilmente le vite di Marie-Laure e Werner nel corso di un decennio, Tutta la luce che non vediamo racconta la storia dell’incredibile potere dei legami tra le persone, un faro di luce che può guidarci anche nei tempi più bui.

Tutta la luce che non vediamo: teaser trailer della serie Netflix evento con Mark Ruffalo

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Netflix ha diffuso il teaser trailer di Tutta la luce che non vediamo, l’annunciata miniserie evento basato sull’omonimo romanzo vincitore del Premio Pulitzer All the Light We Cannot See. Protagonisti sono Aria Mia Loberti, Mark Ruffalo, Hugh Laurie, Louis Hofmann, Lars Eidinger e Nell Sutton.

Tutta la luce che non vediamo racconta la storia dell’adolescente francese con cecità Marie-Laure e del soldato tedesco Werner le cui strade si incontrano nella Francia occupata mentre entrambi cercano di sopravvivere alla devastazione della Seconda guerra mondiale.

Il bestseller premiato al Pulitzer Tutta la luce che non vediamo di Anthony Doerr diventerà una miniserie in quattro episodi targata Netflix e prodotta da 21 Laps Entertainment (Stranger Things, Free Guy – Eroe per gioco, Tenebre e ossa, Arrival) di Shawn Levy con la sceneggiatura di Steven Knight (Peaky Blinders).

La trama di Tutta la luce che non vediamo

Basato sul romanzo vincitore del Premio Pulitzer, Tutta la luce che non vediamo racconta la storia dello straordinario potere della connessione umana. Nel corso di un decennio, questa serie limitata intreccia le vite di Marie-Laure Leblanc, una ragazza francese cieca che si rifugia presso suo zio durante la seconda guerra mondiale, e Werner Pfennig, un brillante adolescente tedesco esperto di riparazioni radio. Attraverso una connessione segreta condivisa, trovano la fede nell’umanità e la possibilità della speranza. Dal regista Shawn Levy, All the Light We Cannot See è interpretato da Louis Hofmann, Lars Eidinger, Marion Bailey, con Hugh Laurie e Mark Ruffalo. E presentando la nuova arrivata Aria Mia Loberti. In arrivo su Netflix, 2 novembre 2023

Tutta la luce che non vediamo: recensione della serie Netflix

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Tutta la luce che non vediamo: recensione della serie Netflix

Adattameto dell’omonimo romanzo di successo di Anthony Doerr, vincitore del Premio Pulitzer, la miniserie Tutta la luce che non vediamo è diretta da Shawn Levy e scritta da Steven Knight, per Netflix e ci trasporta nella Francia occupata durante la Seconda Guerra Mondiale, offrendoci una storia che dimostra quanto il rimanere essere umani, anche nei momenti più oscuri, sia l’unica salvezza per l’uomo.

Tutta la luce che non vediamo, la trama

La storia è ambientata nel cuore della guerra, nell’occupata Saint-Malo, ma il suo fulcro è la storia di Marie-Laure, una giovane francese cieca, e suo padre Daniel LeBlanc, che fuggono da Parigi con un diamante leggendario per impedire che finisca nelle mani dei nazisti. Questo è solo l’inizio di una vicenda che si sviluppa nello stesso luogo ma a cavallo di epoche e ricordi, seguendo punti di vista differenti, che dovrebbero essere di nemici. La fuga di Marie e di suo padre è segnata dall’inseguimento costante di un crudele ufficiale della Gestapo, Von Rumpel, che vuole impossessarsi della pietra preziosa per scopi personali. Questo conflitto è il motore principale dell’azione che però vede in altri aspetti la sua luce migliore.

Il cuore pulsante della storia è diviso a metà, tra la giovane Marie, che nonostante la cecità ha una volontà di ferro e un cuore puro, e Werner Pfennig, un giovane tedesco arruolato per rintracciare trasmissioni illegali, un vero e proprio genio della radio, che però cerca in tutti i modi di rimanere umano, se stesso, in un contesto che come unico scopo aveva quello di svuotare l’animo dei propri adepti. La loro connessione inaspettata è l’elemento chiave dell’intreccio, e porta alla luce il tema centrale della narrazione: la forza dei legami umani, la potenza della condivisione e la ricerca costante del bello nel mondo. Le interpretazioni delle giovani attrici Aria Mia Loberti e Nell Sutton sono effettivamente molto intense e pure, e danno spessore a un personaggio che, nonostante sulla carta debba essere l’eroina della storia, non sembra poi tanto ben strutturata in fase di scrittura.

La recensione della miniserie diretta da Shawn Levy

Il cast di attori stellari aggiunge ricchezza alla serie. Mark Ruffalo interpreta Daniel LeBlanc, catturando perfettamente l’amore e la determinazione di un padre disposto a tutto per proteggere la figlia. Hugh Laurie, nel ruolo di zio Etienne, porta un tocco di mistero e saggezza alla narrazione, mentre Louis Hofmann nel ruolo di Werner Pfennig offre una performance eccezionale, nonostante, anche qui, la debolezza della scrittura.

La miniserie è stata girata in tre spettacolari location, da Budapest a Saint-Malo a Villefranche-de-Rouergue. Le riprese dal vero effettivamente contribuiscono a una messa ius cena molto ricca e curata e aggiungono verosimiglianza a una storia che, così come è stata adattata, appare piuttosto esile e pretestuosa.

Un aspetto notevole della serie è quella capacità di catturare il pubblico promettendo continuamente lo svelamento di un segreto, una tensione sottesa che però non arriva mai alla risoluzione finale e che è sapientemente costruita anche nella divisione in episodi, che finiscono tutti con un cliffhanger, spingendo a proseguire e guardare le circa quattro ore in un solo sorso.

Tutta la luce che non vediamo è un adattamento televisivo che sembra timoroso di affondare dentro la storia, limitandosi a raccontare degli avvenimenti che, si intuisce, dovrebbero avere una grande profondità, ma che non riescono a raggiungere il cuore della narrazione. La ricerca della bellezza nel cuore della guerra, la speranza nella luce e nella salvezza nel momento più buio per l’umanità, i sentimenti più nobili che i due giovani protagonisti dovrebbero professare e rappresentare rimangono soltanto buone intenzioni in una messa in scena curata ma dal cuore freddo e superficiale.

Tutta la cultura pop di Quentin Tarantino in 6 minuti!

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TARANTINO

L’amatissimo regista Quentin Tarantino è noto per la profusione di riferimenti alla cultura pop di cui farcisce ogni suo film. Finalmente dei fan hanno messo insieme

Tutta la bellezza e il dolore, Leone d’oro a Venezia 79, al cinema il 12, 13 e 14 febbraio

Diretto dalla regista premio Oscar® Laura PoitrasTUTTA LA BELLEZZA E IL DOLORE (All the Beauty and the Bloodshed)Leone d’Oro alla 79. Mostra del Cinema di Venezia, è la storia intima ed emozionante di Nan Goldin una delle più influenti fotografe contemporanee e attivista di fama internazionale, a partire dalla sua battaglia contro la potente famiglia Sackler, tra le maggiori responsabili della crisi degli oppioidi che negli ultimi venticinque anni ha causato negli Stati Uniti oltre 100.000 morti per overdose da farmaco.

Laura Poitras (Premio Oscar per CITIZENFOURracconta dunque l’epopea umana e artistica di Nan Goldin, grazie all’utilizzo di fotografie, dialoghi intimi e filmati finora inediti; alterna privato e pubblico con le immagini che raccontano le azioni del gruppo P.A.I.N., fondato da Goldin per togliere lo stigma sulla dipendenza e denunciare la Sackler, la famiglia che da una parte era benefattrice dei principali musei del mondo e dall’altra è stata responsabile della produzione di farmaci che creano dipendenza, fino all’overdose.

Una scandalosa pagina della storia americana che ha fatto epoca che si intreccia con le vicende biografiche di questa artista unica che si è fatta strada nella vita con le unghie e con i denti, fino ad affermarsi come una delle più influenti fotografe contemporanee. Un percorso di vita tumultuoso e appassionante che ha donato a Nan Goldin uno sguardo unico sulla realtà e la capacità di intravedere e sublimare con la sua arte tutta la bellezza del mondo, tutto il suo dolore.

«Ho iniziato a lavorare a questo film con Nan nel 2019 – dice Laura Poitras – due anni dopo che aveva deciso di sfruttare la sua influenza come artista per denunciare la responsabilità penale della ricchissima famiglia Sackler nell’alimentare la crisi da overdose. All’inizio sono stata attratta dalla storia terrificante di una famiglia miliardaria che ha consapevolmente creato un’epidemia e ha successivamente versato denaro ai musei, ottenendo in cambio detrazioni fiscali e la possibilità di dare il proprio nome a qualche galleria. Ma mentre parlavamo, ho capito che questa era solo una parte della storia che volevo raccontare… ».

In sala il 12, 13 e 14 febbraio distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection.

Tutta colpa di Freud: visita sul set di Paolo Genovese

Si sta girando a Roma e in altre location sparse in tutto il mondo (per esempio la New York) da oltre quattro settimane il film Tutta colpa di Freud, prodotto da Medusa film e Lotus Production e diretto da Paolo Genovese. Il film è completo per più della metà (quasi un terzo) e, nella prestigiosa location del Teatro dell’Opera, si gireranno alcune scene che coinvolgono i personaggi interpretati da Vinicio Marchioni e Vittoria Puccini, una libraia e il suo innamorato che è proprio un ladro di libri appassionato d’opera. Ma i loro personaggi non sono i soli che popolano il film: il grande mattatore è un inedito Marco Giallini in un ruolo meno cinico del solito: interpreta infatti un padre e psichiatra che tenta di risolvere proprio i problemi sentimentali delle sue tre- amatissime- figlie: la più piccola interpretata da Laura Adriani, una diciottenne di nome Emma; la libraia Marta interpretata, appunto, dalla Puccini e Sara, interpretata da Anna Foglietta, una ragazza che ha un evidente debole per le donne.

In Tutta colpa di Freud Giallini interpreta Francesco, uomo che ha dedicato tutta la sua vita alle figlie dopo che la moglie- medico in carriera- lo ha lasciato; all’improvviso si ritrova costretto ad aiutare le figlie sbrogliando le loro complicate vite sentimentali: Sara, delusa dall’amore, decide di provare con gli uomini; Marta si innamora di un ladro che lavora al teatro dell’opera, è affascinante, romantico, amante della lirica e pure sordo; e infine la piccola maturanda Emma che, per dimostrare al padre di essere “grande” e autosufficiente come le sue sorelle e per dimostrargli di valere molto e d’avere stoffa, si innamora perdutamente di un cinquantenne con a fianco una splendida moglie, nei cui panni troviamo Claudia Gerini, una donna elegante, sofisticata, glaciale e sicura di se che, casualmente, è proprio il nuovo oscuro oggetto del desiderio di Francesco, tornato ad innamorarsi dopo anni. Per “salvare” la figlia e scongiurare questa opzione improbabile, lo psichiatra si troverà di fronte ad un bivio: rinunciare ad una possibile love story con una donna affascinante spingendola di nuovo tra le braccia del marito, oppure benedire l’unione della figlia e lasciare che le cose scorrono.

L’intento di Tutta colpa di Freud è quello di riflettere sulle differenze che intercorrono tra le persone, differenze d’età, sesso, estrazione sociale, ceto d’appartenenza. Il film nasce da un sodalizio- ormai consolidato- tra Medusa film e Lotus Production, oltre alla fiducia riposta nei confronti di Genovese, uno dei fuoriclasse della commedia all’italiana che ha diretto numerose pellicole di successo e torna a regalarcene un’altra proprio per l’anno nuovo, considerando che il film uscirà nelle sale il 23/01/2014 ed è costato circa 6 milioni di euro divisi tra i vari set (New York inclusa) e riprese cittadine ambientate a Roma, sui luoghi più conosciuti del centro che sono stati riscoperti con una nuova ottica (zone come Campo de ‘Fiori, via dei Coronari e altre location prossime)  dopo il tentativo mal riuscito di Woody Allen con il suo To Rome with love.

tutta colpa di freud

La location newyorkese, invece, fa da sfondo alle scene con protagonista il personaggio interpretato da Anna Foglietta, che ha dichiarato di essersi divertita moltissimo a  girare nei posti più cool ed iconografici della Grande Mela come la Fifth Avenue, Brooklyn, la celebre tube, i taxi boat gialli che solcano l’Hudson e tanti altri. Nonostante l’esperienza positiva, girare tecnicamente a New York- come a Roma- non è stato facile: troppi permessi e tante restrizioni impediscono un tipo di lavoro fluido e, nel caso americano, pure personale visto che il regista ha (almeno nella nostra industria cinematografica) il diritto di cambiare idea e apportare delle modifiche alla sceneggiatura in totale libertà, mentre negli States è una sorta di esecutore materiale e basta.

Per realizzare il film la troupe ha contato sull’appoggio di entità diverse tra le quali l’associazione italiana per le persone sorde che li ha aiutati nel mettere in scena l’amore, silenzioso e romantico, fatto di gesti e sguardi tra Marchioni e la Puccini. Tanti altri attori, poi, arricchiscono il film con le loro amichevoli partecipazioni (personaggi come Edordo Leo, Giulia Bevilacqua, Daniele Liotti, Gianmarco Tognazzi e tanti altri).

Il titolo, ovviamente, è un omaggio giocoso alla psicanalisi freudiana (nonostante i dubbi nutriti dal regista sulla sua comprensione!) e l’argomento si è dimostrato abbastanza vicino a tutti i membri del cast: a parte Giallini e la Puccini, tutti hanno dichiarato di aver avuto delle esperienze con la psicanalisi per meglio approfondire il loro mondo interiore e conoscersi meglio, parte questa fondamentale per il mestiere dell’attore.

In ultima analisi si è discusso del ruolo della commedia al cinema, considerata come un genere molto spesso snobbato dalla critica e dai grandi festival che preferiscono film d’autore e di nicchia destinata ad una porzione limitata di pubblico, mentre invece è un genere potenzialmente molto forte che arriva a tutti cercando di raccontare la realtà di oggi senza superficialità ma con sguardo leggero.

Tutta colpa di Freud: recensione del film di Paolo Genovese

Tutta colpa di Freud: recensione del film di Paolo Genovese

Dopo le parentesi di Immaturi e Immaturi – Il viaggio, e a due anni di distanza da Una famiglia perfetta, arriva Tutta colpa di Freud, il nuovo film di Paolo Genovese ispirato all’omonimo romanzo scritto dallo stesso regista. La pellicola, basata su un soggetto scritto da Genovese in collaborazione con Leonardo Pieraccioni e Paola Mammini, vanta nel cast alcuni attori con i quali il regista romano aveva già lavorato in passato, come Marco Giallini e Claudia Gerini, ed altri che per la prima volta si sono cimentati con una sua storia, come Alessandro Gassman, Vinicio Marchioni e il trio di attrici che rappresentano il perno attorno al quale ruotano le intere vicende della narrazione: Vittoria Puccini, Anna Foglietta e la giovanissima Laura Adriani.

Ne Tutta colpa di Freud Francesco (Marco Giallini) è un analista alle prese con tre casi disperati: una libraia (Vittoria Puccini) che si innamora di un ladro di libri (Vinicio Marchioni); una lesbica (Anna Foglietta) che decide di diventare etero; e una diciottenne (Laura Adriani) che perde la testa per un cinquantenne (Alessandro Gassman). Ma il vero caso disperato è quello del povero analista, in quanto le tre pazienti sono le sue tre adorate figlie…

Tutta colpa di Freud film recensioneTutta colpa di Freud, il film

Paolo Genovese costruisce quella che potremmo definire, senza indugio alcuno, la commedia sentimentale perfetta. Il film tocca diversi temi importanti, ma lo fa con grande ironia e al tempo stesso con delicatezza, riuscendo a divertire e anche a commuovere lo spettatore. Non ci sono momenti morti all’interno della pellicola, il ritmo è ben serrato e tutti gli attori, dal quale Paolo Genovese riesce a tirar fuori soltanto il meglio, sono assolutamente in parte. In Tutta colpa di Freud ogni cosa è al suo posto; tutto è come deve essere, eccetto forse le vite delle sue incasinate protagoniste, tra cui spicca per ironia ed intelligenza la performance di Anna Foglietta, sulla cui disinvoltura ma al tempo stesso insicurezza nell’affrontare una situazione che lei stessa ha voluto cambiare, si fondano molti dei momenti comici del film.

Straordinaria, inoltre, la coppia formata da Marco Giallini e Alessandro Gassman, capace di dar vita a situazioni di pura ilarità, grazie a dialoghi semplici, mai volgari, soprattutto efficaci. In effetti, è proprio questo che più di ogni altra cosa colpisce in Tutta colpa di Freud: una sceneggiatura precisa, che scava a fondo nelle storie che vuole raccontare e che porta sullo schermo dei personaggi che sembrano autentici per quanto sono ben delineati.

Tutta colpa di Freud è un film che va visto. Un grandissimo esempio di come la commedia italiana non è morta, ma è ancora in grado di regalare delle buone storie di intrattenimento: l’importante è trovare l’idea giusta, e Paolo Genovese ci è sicuramente riuscito. Il film uscirà al cinema Giovedì 23 Gennaio distribuito da Medusa Film in collaborazione con Lotus Production.

Tutta colpa di Freud, i realizzatori presentano la serie Amazon Prime Video

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Arriverà su Amazon Prime Video il 26 febbraio Tutta Colpa di Freud, la serie tv co-prodotta da RTI LOTUS PRODUCTION, una società LEONE FILM GROUP COMPANY, in collaborazione con AMAZON PRIME VIDEO e prodotta da MARCO BELARDI. La serie si basa sul film di Paolo Genovese del 2014, e infatti lo stesso autore racconta: “Quando abbiamo scritto Tutta colpa di Freud, il film, ci siamo accorti che il materiale era tantissimo, avevamo una sceneggiatura lunghissima, c’era tanto da dire sull’argomento e quindi già a film finito ci siamo detti che il materiale era ancora abbondante e ci sembrava giusto avere più tempo per raccontare le storie e approfondire i personaggi, raccontare meglio le tre figlie. L’idea è venuta subito, ma poi ognuno ha i suoi progetti e la cosa è rimasta in stand by. Poi tre anni fa, quando Mediaset cercava un family, abbiamo proposto questa idea e hanno deciso di provare a raccontare questa storia in una serie invece che nella due ore del film.” Ma sulle differenze tra film e serie, Genovese specifica: “Le storie prendono la loro strada, per cui ritroverete l’idea ma rispetto al film la serie prende una sua strada e si discosta molto dall’originale.”

Ma perché l’autore di Tutta colpa di Freud non ha voluto mettere la sua firma sulla regia della serie? “Ho scelto di non dirigere perché io quella storia l’avevo già raccontata, mi sarei seduto sul lavoro già fatto. Invece Rolando è un regista estremamente capace di raccontare i rapporti tra le persone, le emozioni, i legami, tutto quello che racconta la serie, alla luce di questo è molto stimolante per un autore vedere come qualcun’altra racconta le tue storie.”

Alla regia infatti c’è Rolando Ravello, che firma con il suo stile piano e rassicurante dialoghi e vicende in una Milano inedita. “Raccontare Milano è desueto, ormai si gira tutto a Roma o in Puglia. Girare a Milano è stata una novità, ma soprattutto ha consentito di introdurre un personaggio come quello di Max Tortora. Ho amato lavorare con queste quattro attrici fantastiche, è stato bello dirigere Luca Bizzarri, ma la cosa bella della serie sono stati Claudio Bisio e Max Tortora che non si conoscevano prima, e in un attimo, dalla prima scena, hanno dimostrato una chimica fenomenale. Sono riusciti a raccontarci Milano e Roma in maniera insolita e sornione, sono stati fantastici.”

La serie è interpretata da Claudio Bisio, Caterina Shulha, Marta Gastini, Demetra Bellina, Luca Bizzarri, Stefania Rocca, Claudia Pandolfi e Max Tortora, diretta da Rolando Ravello. Sarà disponibile su Amazon Prime Video a partire dal 26 febbraio prossimo.

Tutta colpa di Freud conferenza stampa

E’ stato presentato oggi, al cinema Adriano di Roma in Piazza Cavour, Tutta colpa di Freud,, l’ultimo film di Paolo Genovese. Presenti alla conferenza stampa, oltre allo stesso regista, l’intero cast di attori, composto da Marco Giallini, Vittoria Puccini, Anna Foglietta, Vinicio Marchioni, Laura Adriani, Alessandro Gassman e Claudia Gerini, insieme ai produttori Marco Belardi, per Lotus Production, e Giampaolo Letta, per Medusa Film. Durante l’incontro, il regista Paolo Genovese ha ringraziato vivamente tutti gli altri interpreti del film, tra cui Daniele Liotti, Edoardo Leo, Giulia Bevilacqua e Gianmarco Tognazzi, che, con le loro amichevoli partecipazioni, hanno reso questo film ancora più importante e speciale.

“Il film verrà distribuito in 400 copie – ha spiegato subito Giampaolo LettaSiamo felici di aver lavorato ancora una volta con Paolo e con Marco Belardi. La storia ci è piaciuta da subito e tutti gli attori hanno contribuito a rendere questo film ancora più bello. Il film è costato parecchio e la qualità del prodotto si nota. In un momento molto particolare come quello che sta vivendo attualmente il cinema italiano, credo che la qualità produttiva sia una cosa da non trascurare”. “In questo momento – ha aggiunto Marco Belardiquando si producono film con budget così elevati, è perché si ricerca la qualità del prodotto. E, soprattutto, lo si fa per cercare di soddisfare il pubblico”.

Essendo tre storie intrecciate – ha spiegato il regista Paolo Genoveseil lavoro sulla sceneggiatura è stato importante fin dall’inizio, fin dal soggetto. È difficile oggi scrivere soggetti originali. È una cosa che noto sempre quando ci mettiamo a fare le riunioni per discutere della sceneggiatura. Qualunque idea ti viene è già stata fatta. Oggi, secondo me, l’originalità risiede sia nell’andamento delle storie, sia nel punto di vista delle storie, quindi la caratterizzazione dei personaggi. I personaggi di questo film hanno sicuramente delle particolarità, sono originali a loro modo. Parte dell’originalità sta anche nel cercare dei finali diversi. Il finale aperto, ma non a tutti i costi. Se lo chiudi, dai una risposta; se lo lasci aperto, dai comunque la possibilità di far riflettere”.

“Per interpretare il mio personaggio – interviene Marco Giallinimi sono documentato, ho letto alcune cose, visto certi film, ma di sicuro non sono entrato in analisi. Ho cercato, anche grazie all’aiuto di Paolo, di caratterizzare Francesco in qualche modo, di renderlo un po’ goffo anche se in realtà io non lo sono per niente. Mi è piaciuto molto. Trovo che sia un personaggio, ed una persona allora stesso tempo, molto bello”. “È stato un piacere lavorare con tutti e, in particolare, con Marco – ha continuato Alessandro Gassman – Io entro profondamente nei personaggi che interpreto. Mi sono molto divertito e voglio ringraziare anche Claudia Gerini e Laura Adriani, che sono gli attori con cui, nel film, interagisco di più, perché ho davvero lavorato bene con tutti loro. Grazie al lavoro di Paolo, era come se avessimo sempre lavorato insieme. Era come se stessimo continuando un discorso che in realtà non avevamo mai cominciato”.

Sul tema della diversità presente all’interno della pellicola, Genovese ha detto: “È stata una cosa assolutamente voluta, e non casuale. L’idea di raccontare il diverso, ma soprattutto il diverso dalla prospettiva di un genitore. In genere siamo tutti bravi ad accettare la diversità quando la guardiamo dall’esterno; quando poi ti ci scontri in prima persona è tutta un’altra cosa”. “Quando Paolo mi ha proposto questo ruolo – ha continuato l’attrice Anna Fogliettami sono subito entusiasmata perché è un ruolo che parla della diversità, ma di una diversità che cerca di trasformarsi in “normalità”. È una versione abbastanza inedita della questione sull’omosessualità, cioè una donna lesbica che vuole tornare ad essere eterosessuale. Era complicato, e forse anche inverosimile, pensare a come questa donna, una donna comunque risolta e in pace con se stessa e con la propria sessualità, potesse decidere all’improvviso di voler quasi tornare indietro; questo però conferisce al personaggio una leggerezza, una tenacia e una volontà reale nel voler ricercare quella che è la pura e semplice felicità”.

In merito alla storia di Marta e Fabio, Vittoria Puccini e Vinicio Marchioni hanno dichiarato: “Mi ha molto incuriosito – dice la Puccini – il fatto di mettere in scena il rapporto tra una ragazza udente e un ragazzo sordo. Devo ammette che fino a quando non abbiamo iniziato a girare, non era tanto evidente pensare a come poter rendere cinematograficamente questo rapporto, il rapporto tra due ragazzi che per capirsi e comunicare devono far ricorso non alla parola ma ad altri strumenti, come lo sguardo, la fisicità, i gesti. Lavorando, quindi, è stato molto interessante e anche molto magico riscoprire il valore e l’importanza del silenzio, attraverso questi due personaggi che anche solo guardandosi riescono a comunicarsi tanto”. “Io ringrazio Paolo – ha aggiunto Marchioni – perché mi ha dato l’opportunità di interpretare un ruolo meraviglioso e per un attore credo che questa sia la cosa più bella. Soprattutto, credo sia molto bello per chi fa questo mestiere interpretare il ruolo di un sordo. Mi auguro che questo ruolo, e in generale questo film, possa aiutare queste persone ad avere finalmente il riconoscimento che meritano in riferimento alla loro lingua, cosa che aspettano da tantissimo tempo”.

Interviene poi l’attrice Laura Adriani, che ha parlato così della sua esperienza all’interno del film: “Ho amato il personaggio di Emma dal primo provino. È stato un ruolo molto sofferto: ci sono stati tre provini e poi ho dovuto aspettare tre settimane prima di sapere che ero stata scelta. È stata una gioia immensa. Trovo sia un personaggio scritto davvero bene. È un personaggio pieno di vita, che si contrappone totalmente a quello di Alessandro: la nostra storia mostra il grande divario che può esistere tra una persona di vent’anni, che crede ancora in tutto, ed una di cinquanta, che invece a certe cose molto probabilmente non crede più. In realtà, il grande amore di Emma non è Alessandro, ma è suo padre; e anche per il mio personaggio, che per tutto il film cerca l’approvazione del padre, alla fine ci sarà il lieto fine”.

È poi intervenuta Claudia Gerini, che ha così parlato del personaggio di Claudia: “Devo ringraziare Paolo perché mi ha offerto un ruolo molto diverso da quelli che faccio in genere. Claudia è una donna molto pacata, inizialmente misteriosa, quasi un’osservatrice. Queste caratteristiche le permettono poi, quando si trova a doversi scontrare con la verità, di guardare le cose dalla giusta prospettiva e di capire quali sono le priorità della sua vita”.

In merito a quanto la scrittura dell’omonimo romanzo abbia influenzato la sceneggiatura del film, Paolo Genevose ha detto: “La cosa più importate per me, all’interno di un film, è la sceneggiatura. Più che la scrittura del libro, mi ha aiutato molto il tempo di riflessione nel pesare davvero ogni singola parola; e quello ci tengo molto che sul set venga rispettato, non per una questione di gelosia, ma perché è molto importante quello che si dice. Un lavoro di documentazione e di informazione, ad esempio sui sordi, ha fatto sì poi che la narrazione fosse ancora più precisa. In tutta la sceneggiatura c’è una lavoro di approfondimento importante sui personaggi. Bisogna sempre partire dalle storie. Se un personaggio è ben scritto, inevitabilmente prenderà vita”.

Per concludere, il regista ha così commentato la scelta del cast: “Una volta terminato Una famiglia perfetta, c’era la voglia di rifare un altro film con Marco Giallini. Il personaggio di Francesco è stato pensato appositamente per lui. Poi, già dal soggetto, anche con Marco Belardi abbiamo cominciato a pensare a quali attori potessero interpretare quelle determinate parti. Volevo tantissimo lavorare con Alessandro Gassman ed ero convinto che insieme a Marco avrebbero dato vita ad una coppia esplosiva. Anche con Vittoria Puccini era da tempo che volevo lavorare e il ruolo di questa libraria romantica mi sembrava perfetto per lei. Anche con Anna Foglietta ho provato varie volte a lavorare, e finalmente ci siamo riusciti. Il cast di Laura Adriani è stato complicato: abbiamo visto tantissime diciottenni ed è stato difficile trovare quel giusto equilibrio tra il non essere troppo sensuale e il non essere troppo bambina. Trovo che Laura sia stata bravissima. Per quanto riguarda Claudia Gerini, si è trattato semplicemente del piacere di lavorare nuovamente con lei, mentre lavorare con Vinicio Marchioni, visto il ruolo da lui interpretato, è stato assolutamente stimolante. Mi ritengo fortunato, sono riuscito ad avere gli attori che volevo”.

Tutta colpa del vulcano trailer italiano del film con Dany Boon

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Tutta colpa del vulcano trailer italiano del film con Dany Boon

Si intitola Tutta colpa del vulcano la nuova commedia con Dany Boon che uscirà il prossimo 5 giugno in Italia. Ecco il trailer ufficiale italiano del film:

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Tutta colpa del vulcanoDiretto da Alexandre Coffre, il film vede nel cast insieme a Dany Boon anche Valérie Bonneton, Denis Ménochet, Bérangère McNeese, Albert Delpy.

Per i viaggiatori di tutto il mondo l’eruzione del vulcano Eyjafjallajökull è un duro colpo. Per Alain e Valerie è un disastro. Per poter arrivare nel piccolo villaggio della Grecia per il matrimonio della loro figlia, questa coppia di divorziati, che nutre un odio reciproco senza limiti, sarà costretta a intraprendere il viaggio insieme.

Tutta colpa del vulcano recensione del film con Dany Boon

Tutta colpa del vulcano recensione del film con Dany Boon

Tutta colpa del vulcanoQuando il vulcano islandese Eyiafiallajokull decide di risvegliarsi diffondendo per buona parte dell’Europa un’enorme nuvola di cenere, decine e decine di voli aerei vengono cancellati e migliaia di viaggiatori si trovano imbrigliati in un brutto pasticcio. Tra questi anche Alain (Dany Boon) e Valerie (Valerie Bonneton) in procinto di recarsi a Corfù, in Grecia, dove la figlia Cecile (Berengère McNeese) li attende per celebrare le sue nozze con un affascinante ragazzo greco. Il problema è che Alain e Valerie sono divorziati da anni e, peggio ancora, non possono sopportarsi e stare nello stesso luogo per qualche minuto senza resistere dalla tentazione di insultarsi o giocarsi qualche brutto tiro. Le circostanze straordinarie in cui si vengono a trovare li obbliga ad affrontare, in auto, il lungo viaggio verso l’Ellade lottando contro il tempo per non perdere il matrimonio della figlia. Il viaggio si rivelerà da subito un incubo, un’incredibile odissea in cui ne succederanno tutti i colori ed in cui i due protagonisti faranno di tutto per liberarsi l’uno dell’altro, sino a quando…

Tutta colpa del vulcano è una commedia diretta e co-sceneggiata dal regista francese Alexandre Coffre e che uscirà nelle sale cinematografiche italiane a partire dal prossimo 5 di giugno.

Tutta colpa del vulcano recensioneCommedia leggera e simpatica, almeno nelle intenzioni, racconta le peripezie di una coppia che dopo aver dato libero sfogo al proprio odio reciproco, capisce che forse sotto sotto qualcosa brucia ancora e che dietro a tutta quella avversione c’è ancora della passione. Forse abbiamo sbagliato tutto, quanto tempo abbiamo perso inutilmente…è questa la soluzione, ovvia, a cui si arriva dopo una sequela incredibile di dispetti, tranelli più o meno innocui e situazioni farsesche in cui si troveranno a loro volta invischiati e da cui riusciranno sempre, ed incredibilmente, ad uscirne illesi. Bravi e simpatici i due protagonisti, che reggono la scena con personalità e talento, due attori, Boon e la Bonneton, che rappresentano, oggi, una garanzia sulla scena della commedia d’oltralpe.

Il film però che non convince e non esalta, vuoi per una sceneggiatura fragilina e scontata, vuoi per dialoghi non sempre pregni di umorismo brillante; dopo di che, seguendo un canovaccio abbastanza tipico per la commedia francese degli ultimi anni, si cerca di conquistare lo spettatore anche con sequenze d’azione al limite dell’assurdo, un limite ahinoi qui più volte superato. Tutta colpa del vulcano è un film che strappa qualche sorriso, ma che alla lunga non dice un granchè.

Tutta colpa del Paradiso, il secondo film di Francesco Nuti

Tutta colpa del Paradiso, è il film del 1985 diretto da Francesco Nuti e con protagonisti nel cast Francesco Nuti, Ornella Muti e Roberto Alpi.

Romeo Casamonica esce di carcere dopo 5 anni, per una rapina a mano armata. Tornato a casa scopre che tutto il quartiere dove viveva è stato rilevato dagli americani, dunque ha perso anche casa sua.

Decide comunque di mettersi nelle tracce di suo figlio, avuto con una tedesca dell’est ritornata a casa sua. Il bimbo è stato adottato e venuto a conoscenza di chi sono i genitori adottivi, decide di andarlo a prelevare. Giunto sul posto però scoprirà che il piccolo si trova in un ambiente carico di armonia, quella che lui è consapevole di non potergli donare.

Secondo film di Francesco Nuti, datato 1985, successivo a Casablanca Casablanca. Ci regala una storia delicata, soave, intensa, diciamolo pure quasi inaspettata da un regista come lui, che in genere dà molto spazio all’ilarità e all’ironia. Qui sono i sentimenti a prevalere, la delicatezza; assente la volgarità e poche sono le scene divertenti. Ad affiancare Nuti, che si è sempre avvalso della compagnia di belle donne nei suoi film, la bellissima Ornella Muti; con la quale tornerà a lavorare due anni dopo con Stregati.

A tratti il film rallenta un pò troppo, ma il tutto è adatto alle caratteristiche positive di cui sopra.

Nel panorama del cinema italiano, Nuti ha scritto sicuramente alcune pagine importanti. Nei suoi lungometraggi, etichettati come cinema spensierato e leggero, il nostro ha in realtà affrontato anche temi sociali “tra le righe”, riferiti soprattutto ad una società in profonda trasformazione qual’era quella italiana a cavallo tra gli anni ’80 e ’90.

Tutta colpa del Paradiso

Molto spazio ha dedicato all’universo femminile, non idealizzandolo, bensì ponendone in luce l’aspetto più “umano” e “carnale”. I loro difetti, il loro carattere determinato, ovviamente anche i loro pregi. In quasi tutti i film lui le donne “le subisce”, ponendo sotto i riflettori le difficoltà che nella vita reale gli uomini hanno con loro, malgrado si credano superiori. Per sua stessa ammissione, ha affermato che nella vita privata è stato una vittima delle donne e non certo un playboy come i media hanno preferito dipingerlo.

La sua pecca è stata forse quella di non aver cercato nuove strade nelle sue commedie, ma di aver insistito sempre su una figura maschile come detto alle prese con problemi sentimentali o familiari di turno. Ha saputo, come detto, sì cogliere l’evoluzione della società, ma non altresì cambiare il proprio schema narrativo. E il pubblico pure cambia, emergono nuovi registi in grado di accattivare le nuove generazioni.

E con il pubblico, a voltargli le spalle ci sono pure i produttori, dimenticando i soldi che Francesco gli ha fatto incassare per una decina di anni.

Per lui fatale, da un punto di vista salutare prima ancora che professionale, è stato Occhiopinocchio (1994), che può essere considerato uno spartiacque della vita di Francesco Nuti. Il clamoroso flop economico che ne conseguì (la Cecchi Gori group rasentò il fallimento causa le ingenti spese che il film girato in America richiese, non controbilanciato da adeguati ricavi) ha segnato la sua carriera successiva, fatta di film dalla tiepida accoglienza di critica e pubblico. Ma anche la vita privata, poiché cominciarono per lui, tra alti e bassi, l’abuso di alcool, depressione e vari tentativi di suicidio. Fino al tragico attuale epilogo.

Era il 2 settembre 2006, e proprio alla vigilia del ritorno sul set per girare un film insieme a Sabrina Ferilli e Isabella Ferrari dal titolo “Olga e i fratellastri Billi”, Francesco cadde in casa con la testa a terra. Venne ricoverato e operato d’urgenza al cervello presso il “Policlinico Umberto I” di Roma, dove subì altri due interventi. Uscì dal coma il 24 novembre dello stesso anno e venne trasferito nell’ospedale “Versilia di Lido” di Camaiore, centro specializzato nella riabilitazione neuromotoria. Nel febbraio del 2009 ritornò a casa, a Narnali nella sua Prato, dove è comunque seguito da assistenti e ovviamente dall’affetto della famiglia.

Ancora oggi non riesce a camminare né a parlare. Ma a farlo per lui ci pensano i tanti film che ci ha regalato. E tra questi, Tutta colpa del Paradiso è forse il più riuscito.

Tusk: recensione del film di Kevin Smith

Al Festival di Roma 2014 arriva anche Tusk, ultima creatura di Kevin Smith.

In Tusk Wallace, un giornalista radiofonico rampante, si reca in Canada per intervistare Kill Bill Kid, un giovane demente che si è tagliato una gamba giocando con una spada. Ma una volta arrivato, scopre che il ragazzo si è suicidato il giorno precedente. Per non buttare i soldi spesi per il viaggio, comincia a cercare un altro soggetto da intervistare e trova un volantino in un bagno di un pub, dove un vecchio marinaio offre alloggio gratuito a persone disposte ad ascoltare le sue avventure. Wallace si reca da lui, ascolta le sue mirabolanti avventure di viaggio e viene drogato. Quando si risveglia è su una sedia a rotelle, privo di una gamba e in balia del vecchio marinaio, che in realtà è un folle con la fissazione dei trichechi. Per Wallace è l’inizio di un incubo.

Nel territorio del cinema di genere, e soprattutto nella giungla dei sottogeneri, si è veramente visto di tutto e non basta cambiare il soggetto della fissazione del maniaco di turno per essere originali.

Il problema più grande di Tusk è il non dichiarare mai un canone preciso. Non si capisce se vuole essere una commedia horror, perché le gag e le battute sono disseminate tra dialoghi fiume estremamente lunghi e dilatati, e non convince neanche come horror, perché la creatura e gli effetti prostetici sono così maldestri da sfiorare l’effetto ‘costume di carnevale’. E’ chiaro che l’intento del regista è quello di stupire con un andamento grottesco, scanzonato, a tratti rivoltante, ma non e riesce a tenere le briglie e il tutto imbizzarisce caracollando miseramente. Smith non riesce ad essere folle e geniale come Takashi Miike, oppure autore grottesco e visionario come Terry Gilliam, e neanche sapiente confezionatore di prodotti horror di serie B, come Eli Roth o Alexandre Aja.

Tusk recensione 2Tusk non spaventa, non ci sono momenti di tensione o di apprensione per il protagonista. E allo stesso tempo non diverte, le battute sono poche e molte volte di dubbio gusto e le trovate comiche o grottesche sono al limite dell’amatoriale, tanto da sembrare errori, piuttosto che scelte, oltre al fatto che si rasenta il cattivo gusto più di una volta.

Il cast, anche se importate, non aiuta. Johnny Depp è una macchietta irriconoscibile e priva della solita verve istrionica ed esagerata che lo caratterizza solitamente in ruoli simili. Haley Joel Osment, quasi irriconoscibile, sovrappeso e ben lontano dalla bravura che lo caratterizzava solo qualche anno fa, farebbe prendere uno spavento (per lo stupore) anche alla gente morta che vedeva da bambino. Anche il protagonista Justin Long è tutt’altro che memorabile.

Siamo naturalmente lontani dal Kevin Smith di Clerks del 1994, ma anche del più affine Dogma del 1999, dove nonostante alcune cose non troppo convincenti si respirava comunque originalità e fantasia sovversiva.

Tusk: primo poster per il film di Kevin Smith

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Kevin Smith ha diffuso via social il primo teaser poster di Tusk, suo prossimo film horror per il quale ha promessoun trailer durante il panel al Comic-Con di San Diego.

Ecco l’immagine di seguito: tusk poster
Tusk comprende nel cast stelle del calibro di Genesis Rodriguez e Haley Joel Osment. Il film è stato anche scritto da SmithSam Englebardt, David Greathouse e Shannon McIntosh hanno invece prodotto.

Tusk: nuova clip dal film con Justin Long

Ironico, pungente e brillante, negli anni successivi al film che lo ha lanciato definitivamente come uno degli attori del panorama indie hollywoodiano, Kevin Smith viene spesso riconosciuto per le sue esternazioni sulla cultura giovanile dei giorni nostri.

Leggi anche: Tusk, locandina e trailer del nuovo horror di Kevin Smith

Il suo nuovissimo film, Tusk sembra rispecchiare alcuni aspetti del profilo caratteriale di Smith: istrionico, misterioso e, come lo stesso Smith ha osato definirlo, strano. In questa nuovissima clip tratta dal film che vi proponiamo, vediamo il personaggio di Justin Long ricevere una ‘dura lezione’: cosa dire e, soprattutto, cosa non dire, a un canadese! Buon divertimento!

Fonte: Comicbookmovie.com

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