Ora ci sono più serie TV di
Star
Warsche mai. La Disney ha trasformato
Star
Wars in un innovativo franchise transmediale di libri,
fumetti, videogiochi e una straordinaria gamma di serie TV Disney+. The
Mandalorian è stato essenzialmente il programma di punta di
Disney+, uscito come titolo di lancio
del servizio di streaming nel 2019.
Gli show televisivi sono ambientati
in diversi momenti della
linea temporale di Star Wars. Il libro di Boba
Fett e Ahsoka sono spin-off di The Mandalorian, ambientati circa cinque
anni dopo Il ritorno dello Jedi. Obi-Wan Kenobi e Andor sono ambientati entrambi durante i tempi bui
dell’Impero Galattico, così come la serie animata Star Wars: The
Bad Batch, uno spin-off di Star Wars: The Clone Wars.
Ora sono in arrivo ancora più serie TV di Star Wars, insieme
alle nuove stagioni delle puntate già esistenti nella libreria TV
della Disney.
Andor – Stagione 2
L’attesissimo sequel di Andor
uscirà nel 2025.
Data di uscita – 22 aprile
2025
Cast della serie tv – Diego
Luna (Cassian Andor), Stellan Skarsgård (Luthen Rael), Genevieve
O’Reilly (Mon Mothma), Forest Whitaker (Saw Gerrera), Faye Marsay
(Vel), Varada Sethu (Cinta), Adria Arjona (Biix Caleen), Joplin
Sibtain (Brasso), Kyle Soller (Syril Karn), Denise Gough (Dedra
Meero), Andy Serkis (Kino Loy)
Dopo una prima stagione acclamata
dalla critica, la
stagione 2
di Andor completerà la storia di Cassian Andor,
interpretato da Diego Luna. Il creatore Tony Gilroy ha già spiegato
la struttura della stagione 2 di Andor, con ogni tre dei 12
episodi totali che segnano un anno della vita di Cassian che porta
agli eventi di Rogue One: A Star Wars
Story. La stagione 2 di Andor doveva originariamente
uscire nell’agosto 2024, ma da allora è stata rimandata al 22
aprile 2025.
La seconda stagione di Andor
vedrà il ritorno di personaggi di Rogue One, tra cui K-2SO e
il direttore Orson Krennic, e continuerà a colmare il divario tra
la prima stagione di Andor e il film d’esordio di Cassian.
Si prevede inoltre che mostrerà eventi chiave come il massacro di
Ghorman, il catalizzatore della caduta in disgrazia di Mon Mothma
nel Senato Imperiale. Dato il successo della prima stagione di
Andor, non c’è dubbio che la seconda stagione sarà almeno
all’altezza delle aspettative.
Star Wars Visions – Stagione
3
Torna lo show in stile “What
If?” acclamato dalla critica
Data di uscita: 2025
Lucasfilm ha recentemente
confermato che la terza stagione di Star Wars Visions uscirà
nel 2025. Il popolare show antologico esce spesso nel giorno di
Star Wars, il che significa che molti si aspettano che uscirà il 4
maggio, anche se non è ancora confermato. Visions è uno show
straordinario che offre alle migliori case di animazione la
possibilità di reinterpretare Star Wars, e la terza stagione
presenta alcuni graditi ritorni.
Ahsoka – Stagione 2
Una seconda stagione di Ahsoka
è ufficialmente in arrivo.
Lucasfilm ha confermato che la
seconda stagione di Ahsoka è in lavorazione. Alla
fine della prima stagione di Ahsoka, Ahsoka Tano,
interpretata da Rosario Dawson, e Sabine Wren, interpretata da
Natasha Liu Bordizzo, sono rimaste bloccate sul lontano pianeta
Peridea, mentre il Gran Ammiraglio Thrawn, interpretato da Lars
Mikkelsen, è tornato nella galassia principale di Star Wars.
Non si sa se tornerà l’intero cast, dato che non ci sono ancora
informazioni sul fatto che la prossima stagione sarà ambientata
interamente nella galassia Peridea. Secondo quanto riferito, la
produzione inizierà nell’estate del 2025, con un potenziale
rilascio dello show nel 2026.
Ecco tutti i film e le serie tv in
uscita a Dicembre su Paramout+. Da
L’ETÀ GIUSTAcon Valeria Fabrizi,
Gigliola Cinquetti, Giuliana Loiodice, dal 24
dicembre alTHRILLER 40
con Usher, Mary J. Blige, Will.I.Am, Mark Ronson, Misty Copeland,
dal 2 dicembre,FINESTKIND con Tommy Lee
Jones, Ben Foster e Jenna Ortega, dal 16 dicembre aMARGINI Con Silvia D’Amico, dal 17
dicembre.E in esclusiva streaming un
grande classico, VACANZE DI NATALE in occasione del 40°
anniversario del cult, dal 7 dicembre
L’ETÀ
GIUSTA
Disponibile dal 24
dicembre – L’ETÀ GIUSTA è una commedia
originale Paramount+ diretta da Alessio Di Cosimo (già
autore di corti premiati e documentari quali Barber Ring e Come un
Padre) e interpretata da Valeria Fabrizi, Alessandro Bertoncini,
Gigliola Cinquetti, Giuliana Loiodice, Paola Pitagora, Giuseppe
Pambieri e Iole Mazzone.
L’ETÀ GIUSTA racconta la
vicenda di quattro donne ultraottantenni con una vitalità
travolgente che si ritrovano a dover affrontare una sfida senza
precedenti: con la fuga dalla casa di riposo dove risiedono,
vogliono vendicare una truffa amorosa subita online da una di loro
e devono far crescere un ragazzo determinato a rimanere giovane per
sempre. Con solo due giorni a loro disposizione, dovranno
dimostrare che non c’è età per smettere di sperare e sognare.
Il film è stato realizzato ai sensi
dei contributi selettivi da SVILUPPUMBRIA, Umbria Film Fund, con la
collaborazione di Rai Cinema, prodotto da 102 Distribution,
Settembre Produzioni, CD Cine Dubbing, An.tra.cine e Well Enough
Film.
THRILLER
40
Disponibile dal 2
dicembre – Il nuovo documentario THRILLER 40 sarà
presentato in anteprima mondiale il 2 dicembre su Paramount+.
Quarant’anni dopo l’uscita di “Thriller” di Michael Jackson,
l’album più venduto di tutti i tempi in tutto il mondo, il regista
Nelson George riporta i fan indietro nel tempo per vivere la
realizzazione dell’album da record e l’uscita dei cortometraggi che
lo accompagnano che hanno per sempre ridefinito il formato del
video musicale. Con filmati inediti e interviste esclusive,
THRILLER 40 racconta la creazione di un fenomeno globale
pre-internet diverso da qualsiasi cosa uscita prima e dopo.
“Thriller” ha lanciato Michael Jackson verso il successo e ancora
oggi continua a influenzare tutti gli aspetti della cultura e
dell’intrattenimento, compresi il mondo della musica, della danza e
della moda. Nel documentario sono presenti luminari della musica e
dell’intrattenimento tra cui Usher, Mary J. Blige, Will.I.Am, Mark
Ronson, Misty Copeland, Maxwell e John Landis.
THRILLER 40 è prodotto da Optimum
Productions e Company Name. Colin Hanks, Sean Stuart, John Branca e
John McClain sono i produttori.
FINESTKIND
Disponibile dal 16 dicembre
–FINESTKIND è un film originale diretto dal
premio Oscar Brian Helgeland. Il dramma criminale vanta la presenza
di Ben Foster, vincitore dell’Independent Spirit Award, di Toby
Wallace, candidato all’Emmy, di Jenna Ortega e del premio Oscar
Tommy Lee Jones. FINESTKIND racconta la storia di due
fratelli (Foster e Wallace), cresciuti in mondi diversi, che si
riuniscono da adulti durante un’estate inaspettata. Ambientato nel
mondo della pesca commerciale, il racconto assume connotazioni
primordiali quando circostanze disperate costringono i fratelli a
stringere un accordo con una violenta banda criminale di Boston.
Lungo il cammino, una giovane donna (Ortega) si trova
pericolosamente coinvolta. Una trama avvincente in cui i legami tra
i protagonisti vengono messi a dura prova.
FINESTKIND è prodotto da
Gary Foster e Russ Krasnoff di Krasnoff/Foster Entertainment, il
candidato all’Oscar Taylor Sheridan di Bosque Ranch, David C.
Glasser di 101 Studios e in collaborazione con MTV Entertainment
Studios. Jennifer Roth, Ron Burkle, David Hutkin e Bob Yari sono i
produttori esecutivi.
MARGINI
Disponibile dal 17 dicembre
– GROSSETO, 2008. Michele, Edoardo e Iacopo, amici da
sempre, formano un gruppo street punk hardcore, ma sono
squattrinati e senza un’occupazione. Stanchi di suonare in contesti
riduttivi e festival locali, vengono finalmente chiamati come
opening act della band americana Defense in tournée europea, ma la
data del concerto viene poi cancellata. A Michele viene allora in
mente di invitare i Defense a Grosseto, e miracolosamente la band
accetta: peccato che manchino il locale, l’impianto acustico e i
soldi per i trasferimenti. Michele ha moglie e figlia, Edoardo un
padrino dispotico, e Jacopo l’occasione di suonare per un’orchestra
seria. Riusciranno nell’impresa? Il film, che ha ricevuto due
candidature ai David di Donatello 2023 per miglior regista
esordiente, è diretto da Niccolò Falsetti. Nel cast anche Silvia
D’Amico.
TRANSFORMERS: IL
RISVEGLIO
Disponibile dall’8 dicembre
– In esclusiva su Paramount+ per 45 giorni dall’8
dicembre, TRANSFORMERS:
IL RISVEGLIO è un’epica avventura in giro per il mondo, dove
ritroviamo gli Autobot e una nuova generazione di Transformer, i
Maximal, che prendono parte all’eterna battaglia sulla terra tra
Autobot e Decepticon.
Diretto da Steven Caple Jr con
Anthony Ramos, Dominique Fishback, Tobe Nwigwe, Peter Cullen, Ron
Perlman.
GLI INVIATI (THE
ENVOYS) S2
Disponibile dal 7 dicembre
– La serie thriller in lingua spagnola GLI INVIATI (LOS
ENVIADOS) vanta un cast all-star, tra cui Luis Gerardo Méndez
(Narcos: Mexico, Nosotros Los Nobles, Club de Cuervos) e Miguel
Ángel Silvestre (Narcos, Sense8, Velvet, Sin Tetas No Hay Paraíso).
Il premio Oscar Juan José Campanella (El Secreto de Sus Ojos) è
showrunner, produttore e regista. Nella seconda stagione, i
sacerdoti Pedro Salinas (Méndez) e Simón Antequera (Silvestre) si
addentrano in una rete di misteri e omicidi in un convento
galiziano.
Con tre suore cieche che
testimoniano un presunto miracolo, la battaglia tra menzogna e fede
si inasprisce. Mentre indagano più a fondo, la tragedia si abbatte
sulla morte improvvisa del loro ospite Joaquin. Invischiati in una
doppia indagine, i sacerdoti affrontano non solo il mistico, ma
anche una verità molto più terrena. Mentre la battaglia tra inganno
e fede si inasprisce, questa stagione promette un’elettrizzante
fusione di mistero, omicidio e brividi al cardiopalma.
Scritta da Eduardo Sacheri, Emanuel
Diez, Juan Pablo Domenech e Campanella, la seconda stagione è
prodotta da Muriel Cabeza per 100 Bares e Alfonso Blanco per
Portocabo.
THE
WHALE
Disponibile dal 15 dicembre
– Tratto dall’opera teatrale di Samuel D. Hunter, la
storia di un professore d’inglese che soffre di grave obesità e
tenta di riallacciare i rapporti con la figlia adolescente per
cercare un’ultima possibilità di riscatto. Il film, che ha ottenuto
due Premi Oscar, un premio ai Critics Choice Award, un premio ai
SAG Awards, è diretto da Darren Aronofsky. Nel cast Brendan Fraser,
Sadie Sink, Hong Chau, Ty Simpkins, Samantha Morton.
THE CAINE MUTINY
COURT-MARTIAL
Disponibile dal 29 dicembre
–THE CAINE MUTINY COURT-MARTIAL è scritto e diretto dal
celebre regista premio Oscar William Friedkin è basato sull’omonima
opera teatrale di Hermon Wouk, vincitrice del premio Pulitzer.
L’avvincente film, che è stato
presentato all’80° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia, segue le vicende di un primo ufficiale della Marina
degli Stati Uniti che viene processato per aver orchestrato un
ammutinamento dopo che il suo capitano inizia a dare segni di
squilibrio, mettendo a repentaglio la vita del suo equipaggio.
Interpretato da un cast eccezionale, THE CAINE MUTINY COURT-MARTIAL
vede il coinvolgimento di Kiefer Sutherland (24), Jason Clarke
(Oppenheimer), Jake Lacy (White Lotus), Monica
Raymund (Chicago Fire), Lewis Pullman (Top Gun: Maverick), Jay
Duplass (Transparent), Tom Riley (The Nevers) e Lance Reddick (John
Wick).
All’inizio della corte marziale
della Marina, Barney Greenwald (Clarke), uno scettico avvocato
della Marina, accetta con riluttanza di difendere il tenente Steve
Maryk (Lacy), un primo ufficiale della Marina che ha preso il
controllo della U.S.S. CAINE dal suo capitano autoritario, il
tenente Philip Francis Queeg (Sutherland) durante una violenta
tempesta in acque ostili. Con l’avanzare del processo, Greenwald si
preoccupa sempre di più e si chiede se gli eventi a bordo del Caine
siano stati un vero ammutinamento o semplicemente atti di coraggio
di un gruppo di marinai che non si fidavano del loro leader
instabile.
Il film, scritto e diretto da
William Friedkin, è prodotto da Annabelle Dunne e Matt Parker
con Michael Salven e Mike Upton come produttori esecutivi.
Il film è distribuito da Paramount Global Content Distribution.
LOVE ME
S2
Disponibile dall’11
dicembre – Nella seconda stagione di LOVE
ME, Glen, Clara e Aaron Mathieson hanno
rimesso insieme i pezzi delle loro vite dopo la morte di Christine,
facendo i conti con una nuova realtà che li porta a chiedersi:
“l’amore è abbastanza?”. La seconda stagione riprende la storia
della famiglia nove mesi dopo, mentre naviga nella complessità
delle relazioni, quando un nuovo amore diventa una proposta a lungo
termine. Con Hugo Weaving, Bojana Novakovic e William Lodder.
IL NATALE TUTTO ITALIANO
DI PARAMOUNT+
In prossimità delle feste arrivano
due pellicole natalizie “made in Italy”: per festeggiare il
quarantesimo anniversario del film, il 7 dicembre è in arrivo il
superclassico VACANZE DI NATALE (1983) di
Carlo Vanzina, con Christian De Sica, Jerry Calà, Claudio Amendola,
Stefania Sandrelli e Moana Pozzi; il 19 dicembre, la commedia
natalizia THE CHRISTMAS SHOW, con
Francesco Pannofino, Ornella Muti, Serena Autieri e Raoul Bova.
OLTRE A THRILLER 40, arrivano nuovi
DOCUMENTARI MUSICALI: GEDDY LEE ASK, ARE BASS PLAYERS HUMAN
TOO? con le interviste ad alcuni dei bassisti più famosi,
presentato da Geddy Lee; inoltre, THE LADY AND THE
LEGEND, il documentario che racconta la splendida amicizia
tra Lady Gaga e Tony Bennett, dal loro primo incontro nel
2011.
A DICEMBRE, SU PARAMOUNT+,
UNA CARRELLATA DI FILM IN ESCLUSIVA E IN PRIMA
VISIONE:
Il comedy-drama VIENI
COME SEI (come as you are), disponibile dal 6
dicembre sul servizio; THE SISTER OF THE
GROOM, commedia romantica in arrivo il 12 dicembre;
ROISE & FRANK dal 26 dicembre e
THE RESCUE, film d’azione disponibile in
piattaforma dal 31 dicembre.
La library di Paramount+ si
arricchisce inoltre di nuovi film: THE ARTIST, LA RAGAZZA CON
L’ORECCHINO DI PERLA, RICORDATI DI ME, RESTIAMO AMICI, L’ULTIMO
BACIO e tanti altri.
L’OFFERTA DI SERIE CRIME SU
PARAMOUNT+ SI È ARRICCHITA GRAZIE ALL’ARRIVO DI
CRIMINAL MINDS: oltre alle stagioni le
stagioni 7-12 arrivate nel mese di novembre, dal 4 dicembre si
aggiungeranno anche le stagioni dalla 13 alla 15; in seguito, a
partire dall’11 dicembre anche le prime due stagioni di
CRIMINAL MINDS: BEHIND BORDERS e la prima stagione di
SUSPEND BEHAVIOR.
A DICEMBRE, SUL SERVIZIO ANCHE I
NUOVI CONTENUTI DAL BRAND MTV come NATHAN FOR YOU s4,
MOST RIDICULOUSe un nuovo evento di
South Park.
INFINE, VENERDÌ
29, SU PARAMOUNT+ ANCHE IL GRAN FINALE DI
DRAG RACE ITALIA, con le drag
queen più agguerrite del Paese pronte a mettere alla prova il loro
carisma, la loro unicità, e il loro talento per essere incoronate
“Italia’s Next Drag Superstar”.
Alla conduzione Priscilla e ai
giudici Chiara Francini, Paola Iezzi, e Paolo Camilli si sono
aggiunti ogni settimana ospiti speciali nelle vesti di giudici di
puntata, tra cui: Lorenzo Balducci, Rosa Chemical, Francesco
Cicconetti – “Mehts”, Anna Dello Russo, Tiziano Ferro, Chiara
Iezzi, Ciro Immobile, M¥SS KETA, Alessandra Mastronardi, Jessica
Melena, Andreas Muller, Veronica Peparini, “Papà per Scelta”
(Christian De Florio e Carlo Tumino), Sabrina Salerno, Melissa
Satta, Jo Squillo, Filippo Timi, Edoardo Zaggia.
Finalmente qualcosa di nuovo
all’orizzonte per Paul Thomas
Anderson, il cui ultimo progetto risale al 2014,
con Vizio di
forma. The Wrap ha infatti svelato
che Lesley Manville e Vicky
Krieps si uniranno al cast. Come sappiamo, si uniranno al
pluripremiato Daniel Day-Lewis. Per quanto
riguarda la trama del film, fino a oggi le uniche novità sono le
recenti rivelazioni del distributore Focus Features:
Il nuovo film è
un dramma ambientato nel mondo della couture nel 1950 a Londra. La
storia porta alla luce la vita nascosta dietro le quinte di una
sarta, impegnata in commissioni da reali e alta società.
Sempre secondo Focus Feature la
coppia Paul Thomas Anderson–Daniel
Day-Lewis esplorerà ancora una volta “uno degli ambienti
caratteristici del XX secolo”. Recentemente è stato anche
confermato che il chitarrista dei Radiohead, Jonny
Greenwood, comporrà la colonna sonora originale del
film. Fino ad oggi, Greenwood ha creato musiche per altri tre film
di Anderson, compresa la superba colonna sonora
per Il petroliere nel 2007.
I morti nei film di Quentin
Tarantino sono ormai un’eventualità da mettere in conto
quando si approccia una pellicola del regista americano e sono
forse anche i momenti che un fan aspetta maggiormente, perchè non
si sa mai cosa potrà inventarsi per uccidere un personaggio.
Oggi siamo in grado di mostrarvi un
video in cui vengono riassunte tutte le uccisioni presenti nei suoi
film, da Le Iene a Django
Unchained,in un vero e proprio delirio di
sangue. Potete vedere il video qua sotto e in seguito una bella
infografica di Vanity Fair sempre sulle uccisioni nei film di
Quentin Tarantino.
François
Ozon all’età di soli quarantacinque anni vanta già
una solida formazione nel settore che gli ha permesso di affermarsi
come una delle figure di spicco della cinematografia francese. È
ormai prossimo all’uscita nelle sale il suo nuovo film
Giovane e bella che racconta la storia di
Isabelle, acerba ragazza diciassettenne alla scoperta della propria
sessualità la cui maturazione, scandita in quattro diversi
capitoli, avviene tramite la decisione di prostituirsi sotto la
falsa identità di Lea. Ozon torna dunque ad indagare le complesse
dinamiche della sessualità e le sue sfaccettate implicazioni
nell’universo femminile.
Dopo aver frequentato la scuola di
cinema La Fémis, François Ozon si laurea in
storia del cinema nel 1993 ed esordisce nel 1998 con il suo primo
lungometraggio Sitcom- La famiglia è simpatica. Non a
caso proprio il tema della famiglia, con le sue relazioni di
facciata che rispondono all’ipocrisia di una società che resta di
fatto immutata dagli anni Cinquanta ad oggi, costituisce una dei
pilastri portanti della sua filmografia.
Il più delle volte al suo seguito
troviamo un cast formidabile tutto al femminile: oltre
all’eccezionale Valeria Bruni Tedeshi (CinquePerDue –
Frammenti di vita amorosa, 2004; Il tempo che
resta, 2005), i suoi film recuperano quanto sembrano
perdere a livello di funzionamento della trama narrativa grazie
all’interpretazione di attrici del calibro di Catherine Deneuve,
Fanny Ardant, Charlotte Rampling, Emmanuelle Béart. Difficile
definire il genere prediletto di questo autore in grado di giocare
con i più diversi stili dei generi classici e di saper ogni volta
reinventare un modo di fare cinema ricorrendo a tinte che vanno dal
gotico al musical, dal thriller alla favola moderna (quale ad
esempio quella di Ricky in Ricky –Una storia d’amore e
libertà dove una mamma operaia dà alla luce un bimbo a cui
crescono misteriosamente le ali), dalla commedia teatrale al
racconto romanzesco.
Famosa inoltre la «Trilogia del
lutto» (Sotto la sabbia, 2000; Il tempo che
resta, 2005; Il rifugio, 2009) in cui
il regista mette a nudo il sentimento del dolore e della perdita
tramite tre diverse storie: la prima racconta di una coppia di
mezz’età misteriosamente separatasi, la seconda di un giovane
fotografo che decide di vivere la fase terminale della sua malattia
in totale solitudine e la terza di una ragazza tossicodipendente
che resta incinta del suo compagno morto di overdose. L’amore
omosessuale rappresenta certo una costante per questo regista
dichiaratamente gay, anche quando non direttamente messo in scena.
Tuttavia la pellicola che lo consacra al grande pubblico è la
commedia noir Otto donne e un mistero, film del 2002
ambientato negli anni Cinquanta dove un ben architettato coro di
attrici francesi (Catherine Deneuve, Fanny Ardant, Isabelle
Huppert, Emmanuelle Béart, Virginie Ledoyen, Danielle Darrieux,
Ludivine Sagnier, Firmine Richard) si staglia su di una scena
di impianto più prettamente teatrale (il film è infatti ispirato
alla pièce teatrale Huit femmes di Robert
Thomas) che non prevede l’apertura a spazi esterni e che in un
crescendo di sospetti e in un continuo alternarsi di stacchetti
musicali spingerà le otto donne ad indagare su un omicidio
rimanendo sempre rinchiuse tra le quattro mura domestiche.
In Swimming pool
(2003) una scrittrice di gialli interpretata da Charlotte
Rampling che da Londra si trasferisce nella casa francese del
suo editore per ritrovare la concentrazione, è costretta invece a
condividere la casa con una ragazza sessualmente disinibita che la
coinvolgerà in un omicidio simile a quelli che la scrittrice
immagina per il suo pubblico. L’attrazione tra le due, non
dichiarata, è comunque sempre costantemente percepibile. Ma nella
trama c’è l’inganno che si rivela inaspettato alla fine del film.
Ecco delineato un altro tema portante del linguaggio
cinematografico di Ozon: l’interfacciarsi continuo tra realtà e
immaginazione, spesso realizzato proprio grazie allo stratagemma
della scrittura che consente l’effetto a scatola cinese della
“storia nella storia”; è quanto avviene ad esempio nel film
Nella casa (2012) dove un adolescente portato per la
scrittura ed incoraggiato dal suo insegnante inizia a fantasticare
sulla vita famigliare di un compagno di classe, che tra l’altro si
innamora di lui, frequentando quotidianamente la casa dove abita,
spiando di soppiatto i problemi che la riguardano e facendo di essa
la principale fonte d’ispirazione dei suoi racconti, gli stessi che
tanto appassionano l’insegnante contro ogni ossequio al rispetto e
alla morale.
Ad un certo punto il film prosegue
rendendo sempre più difficile allo spettatore il compito di
distinguere cosa è reale e cosa appartiene invece alla mente
creativa del ragazzo. La scrittura e la conseguente dicotomia
realtà-immaginazione è al centro di un altro film intitolato
Angel – La vita, il romanzo; questa volta la figura
femminile eletta da Ozon è una giovane scrittrice inglese che agli
inizi del Novecento, pur essendo impreparata e incolta, tenta di
mettere a frutto il suo talento e la sua traboccante capacità
immaginativa per elevarsi dalle sue origini proletarie e diventare
una famosa scrittrice di best-seller rosa che ottengono un enorme
successo di pubblico. Ma la vita che ha puerilmente immaginato, la
stessa che ha messo su carta, si scontra con una realtà più dura
che indirizzerà inevitabilmente la sua ascesa verso la caduta.
Angel è un angelo caduto che ricorda a tratti la Madame Bovary
vittima delle sue letture, a tratti L’Anna Karenina vittima della
sua passione. Ma è al genere classico del melò hollywoodiano anni
Quaranta che Ozon guarda reinterpretando il melodramma nella sua
maniera moderna e originale.
Nel 2010 il film Potiche – La
bella statuina con Catherine Deneuve e Gérard
Depardieu, ottiene vasti consensi dalla critica ricevendo
quattro candidature ai premi César 2011. Di nuovo una figura
femminile questa volta magistralmente interpretata da Catherine
Deneuve: una donna che negli anni Settanta del Novecento
abbandona il ruolo di “bella statuina” all’interno della casa, di
moglie premurosa e accondiscendente verso un marito arrogante e
dispotico, l’industriale Robert Pujol, per riscoprire la sua natura
carismatica, mettersi a capo della fabbrica del marito e difendere
i diritti dei lavoratori. Da “bella statuina” a “iron lady”.
È evidente che l’universo femminile
sia il più delle volte al centro dell’opera artistica di questo
giovane regista pieno di sorprese. L’occhio attento alla condizione
della donna e alla sua sessualità tenta di scavalcare e di
abbattere l’ipocrisia moralistica che regge tanto la società quanto
l’istituzione famigliare. La restrizione in cui la donna il più
delle volte viene relegata facilita ovviamente ogni discorso
sull’indipendenza e l’affermazione di sé, così come l’attenzione
posta alle differenze di classe. Ma tale riflessione è sempre
alleggerita da toni sarcastici, allegri e spesso paradossali. Si
tratta, forse, di una tematica prevedibile che accomuna tanti
registi omosessuali e alla quale Ozon si allinearsi, avvitandosi su
degli stilemi ricorrenti. Ma la sua originalità va riconosciuta, in
lui non c’è sentimento di rivalsa che vada ad incupire la trama
narrativa, ma semplicemente una genuina e divertita presa d’atto.
Originale è anche il modo con cui, giocando tra realtà e finzione,
invita a riflettere sulle apparenze e sul perbenismo di facciata
che spesso dettano le regole. Per questo, se già è possibile
prevederne alcuni aspetti, il film Giovane e bella
lascia comunque un’attesa piena di aspettative.
David O. Russell (The Fighter)
sta lavorando all’adattamento cinematografico di L’orlo argenteo
delle nuvole (The silver linings playbook), romanzo del 2008 di
Matthew Quick.
Quanti di voi l’hanno già visto? e
quanti ancora no. Per quelli che non hanno ancora visto Lo Hobbit: un viaggio inaspettato, ecco la raccolta di
tutte le clip in italiano tratte dal film di Peter Jakson.
La musica gioca un ruolo cruciale e
creativo nel musical poliziesco Emilia
Pérez. Poiché gran parte della storia è
raccontata attraverso vari stili e generi musicali eseguiti dal
cast di Emilia Pérez, le canzoni originali
diventano una parte essenziale e una forza trainante della
narrazione complessiva. Diretto dal regista francese
Jacques Audiard (Ruggine e ossa, The Sisters
Brothers), il film mescola generi musicali innovativi e
coreografie infuse in una storia straziante di desiderio e
rimpianto inappagato. Molte delle canzoni originali della colonna
sonora di Emilia Pérez sono state scritte e interpretate dalla
cantante francese Camille.
Emilia Pérez è un
adattamento libero del romanzo Écoute di Boris Razon del
2018. La storia segue la Rita Moro Castro di Saldaña, un avvocato
difensore di Città del Messico che cerca di fare la differenza e
che si imbatte in un’opportunità insolita ma redditizia da parte
del boss del cartello Manitas Del Monte, mentre mira a realizzare
il sogno della sua vita di trasformarsi in una donna.
Le recensioni per lo più favorevolidi Emilia Pérez ne
hanno fatto un primo candidato al premio per il miglior film e
hanno anche generato un interesse per l’Oscar alla migliore attrice
per Gascón e alla migliore attrice non protagonista per Saldaña.
Anche la colonna sonora ufficiale è in lizza per la
migliore colonna sonora originale e la migliore canzone
originale.
Tutte le canzoni di Emilia
Pérez: ordine e significato
“Subiendo (Part 1)” di
Camille, Clément Ducol & Mexican Choir: Questa canzone
eterea e d’atmosfera suona all’inizio di Emilia Pérez ed è
presente in varie parti del film, spesso durante le scene di
transizione sopra le inquadrature di ambientazione del
paesaggio.
“El Alegato” di Zoe
Saldaña: È il primo numero musicale eseguito nel film e si
svolge intorno ai 5 minuti. La Rita di Zoe Saldaña canta del caso a
cui sta lavorando come avvocato difensore che le impone di
dimostrare l’innocenza di un uomo che lei ritiene colpevole
dell’omicidio della moglie, Gabriel Mendoza. Il brano dimostra come
Rita tenga a un processo giudiziario più nobile e come molti atti
di violenza possano rimanere senza conseguenze, in parte perché lei
è così brava nel suo lavoro.
“Todo y Nada” di Zoe
Saldaña: Rita canta questa canzone mentre riceve una
misteriosa chiamata da Manitas in un bagno, intorno al minuto 11:30
di Emila Pérez. È accompagnata da un gruppo di custodi
donne in sottofondo. L’attrice riflette se seguire o meno le
minacciose istruzioni del chiamante per incontrarsi e guarda anche
alla cupa traiettoria della sua vita se scegliesse di non
rispondere a questa opportunità.
“El Encuentro” di Karla
Sofía Gascón: Manitas sussurra questa breve canzone mentre
fa la sua offerta a Rita in un unico respiro intorno ai 17 minuti.
Chiarisce che una volta che Rita avrà accettato la sua offerta non
si potrà più tornare indietro.
“La Vaginoplastia”
diZoe Saldaña: Intorno al minuto 20:30,
Rita canta questa memorabile canzone a Bangkok, in Thailandia,
mentre si informa sulle varie procedure a cui Manitas deve
sottoporsi per trasformarsi in una donna. Si informa sui vari
interventi necessari e sui prezzi, in modo da poter riferire a
Manitas.
“Lady” di Zoe Saldaña &
Mark Ivanir: Intorno al minuto 25, Rita canta questo
duetto con il dottor Wasserman di Mark Ivanir, mentre lo convince a
farsi carico delle varie operazioni che Manitas deve fare per
diventare Emilia Pérez. Il dottore vuole assicurarsi che Manitas lo
stia facendo per le giuste ragioni, mentre Rita sostiene
l’importanza di cambiare l’“anima” per cambiare la “società”.
“Deseo” di Camille & Karla
Sofía Gascón: Manitas canta questa canzone esprimendo il
suo desiderio di essere “lei” intorno ai 34 minuti. È
essenzialmente il canto del cigno di Manitas che dice addio alla
sua vecchia vita e alla sua famiglia.
“Swing Supreme” di Robbie
Williams: questa canzone del 2013 del cantante inglese
Robbie Williams suona intorno al minuto 42, quando il film avanza
di quattro anni nel futuro, quando Rita incontra nuovamente Emilia
a Londra.
“Por Casualidad” di
Camille, Karla Sofía Gascón e Zoe Saldaña: Questa canzone
suona intorno al minuto 45, quando Emilia spiega a Rita perché l’ha
cercata di nuovo. Spiega che non si sono incontrate per caso e che
vuole che Rita la aiuti a ricongiungersi con i suoi figli in
Messico.
“Bienvenida” di Selena
Gomez: la prima delle due canzoni originali di Selena
Gomez in Emilia Pérez arriva intorno al minuto 52. Il suo
personaggio, Jessi, canta e si esibisce in una canzone che è
un’altra. Il suo personaggio, Jessi, canta e balla nella sua nuova
camera da letto a casa di Emilia dopo essere tornata in Messico con
i suoi figli. Jessi esprime la sua infelicità nel tornare in
Messico con Emilia, la cugina di Manitas, e si sente intrappolata
dai suoi beni. Descrive i vari lussi che le vengono offerti come
metodi per mantenerla felice e ferma.
“Mis Siete Hermanas y Yo”
di Xiomara Ahumada Quito: Questa canzone appare intorno al
minuto 56, quando una donna distribuisce volantini per il figlio
scomparso. Questo ispira Emilia a dedicare la sua vita alla ricerca
di persone scomparse con l’aiuto di Rita.
“Papá” di Juan Pablo
Monterrubio & Karla Sofía Gascón: Questa canzone suona
circa un’ora dopo Emilia Pérez, quando il figlio di Emilia
canta di come gli manchi suo padre Manitas. Inoltre, fa notare come
la zia Emilia gli ricordi il padre, in particolare per il suo
odore.
“Para” di Aitza Terán, Iván
Ruiz de Velasco e Coro messicano: Questa canzone suona
intorno al minuto 1 e 7, mentre decine di persone si offrono
volontarie per aiutare a trovare le persone scomparse attraverso la
fondazione di Emilia, La Lucecita. Un paio di volontari spiegano
perché dedicano il loro tempo alla ricerca delle oltre 10.000
persone scomparse nella zona, dicendo che vogliono permettere ad
altri di piangere i morti e di fare del bene alla società di fronte
al male.
“Amor a Primera Vista” di
Belinda, Lalo e Los Ángeles Azules: Questa canzone è
presente in 1 ora e 10 minuti di canzone quando viene presentato
Gustavo, l’amante di Jessi. Jessi viene mostrata mentre viene
accompagnata nella sua auto e sembra essere profondamente
innamorata di Gustavo mentre sorride e guida.
“El Mal” di Camille, Zoe
Saldaña e Karla Sofía Gascón: Questa canzone suona intorno
al minuto 1 e 17 mentre Emilia tiene un discorso a un evento di
raccolta fondi per La Lucecita di fronte a una folla di politici
corrotti, giudici e personaggi pubblici. Il testo e la coreografia
di Rita mettono a nudo i vari crimini di queste persone ricche e
potenti e l’ipocrisia di chiedere loro denaro per la loro buona
causa.
“El Amor” di Camille, Karla
Sofía Gascón e Adriana Paz: Questa canzone, che dura circa
1 ora e 27 minuti, descrive cosa significhi amare una vita divisa e
piena di segreti. Dentro di sé si sente più vera che mai, ma per il
mondo è scoperta solo a metà da tutti, tranne che da Rita.
“Mi Camino” di Selena
Gomez: questa canzone originale di Selena Gomez e scritta
da Camille e Clément Ducol viene eseguita intorno all’ora e 33
minuti. È molto probabile che la canzone concorra per l’Oscar alla
migliore canzone originale nel 2025, poiché rappresenta i temi
principali dell’amore e dell’identità di tutti e tre i personaggi
principali del film.
“El Trio” di Karla Sofía
Gascón & Zoe Saldaña: Questa canzone appare intorno
all’ora e 33 minuti in Emilia Pérez. Rita riceve le telefonate di
Jessi ed Emilia che le chiedono soldi e figli. Rita cerca di
mitigare la situazione, ma Jessi ed Emilia sono in forte contrasto
tra loro.
“Perdóname” di Camille &
Karla Sofía Gascón: Emilia canta questa ballata
confessionale a Jessi durante il momento culminante del film,
intorno all’ora e 55 minuti. Durante una sparatoria per scambiare
Emilia con milioni di dollari, Emilia dice a Jessi di essere stata
suo marito Manitas, sconvolgendo completamente il mondo di
Jessi.
“Las Dama que Pasan” di
Adriana Paz & Mexican Choir: Questa canzone suona alla
fine di Emilia Pérez, intorno alle due ore, quando frotte
di persone camminano per le strade per ricordare la vita e
l’eredità di Emilia dopo la sua morte. Emilia è venerata e
ricordata come una figura di santa.
La colonna sonora ufficiale
completa di Emilia Pérez è disponibile in streaming su
Apple Music e Spotify. Ogni canzone è disponibile gratuitamente
anche su YouTube. La colonna sonora completa ha una durata di 1 ora
e 32 minuti e contiene tutte le canzoni originali del film,
compresi i due nuovi brani di Selena Gomez. La colonna sonora di
Emilia Pérez contiene anche versioni
alternative di alcune canzoni non presenti nel film e l’intera
colonna sonora originale di Clément Ducol e Camille.
Nel corso della sua carriera
Nick Cassavetes è stato spesso definito un regista
senza personalità, incapace di trovare una propria strada.
Allontanandoci da questa definizione insufficiente a descrivere la
mano dietro pellicole quali Le pagine della nostra vita e
Alpha Dog, bisogna invece etichettare –
con profondo rammarico – Tutte contro
lui, nonostante l’ottimo successo al box office
americano (vedremo come andrà in Italia a partire dal 19 Giugno),
come la prima vera nota stonata nella filmografia del figlio del
grande John e della leggendaria Gena Rowlands.
In Tutte contro lui dopo aver
scoperto che il suo fidanzato è sposato, Carly (Cameron
Diaz) cerca di rimettere insieme i pezzi di una vita
in disfacimento. Quando incontra per caso Kate, la moglie tradita
(Leslie
Mann), si rende conto di quante cose hanno in comune e
così, quella che doveva essere sua nemica, diventa la sua più
grande amica. Nel momento in cui si viene a conoscenza di Amber
(Kate
Upton), un’ulteriore amante, tutte e tre le donne si
alleano per vendicarsi contro lui (Nikolaj
Coster-Waldau), tre volte traditore e tre volte
bugiardo.
Il difetto più grande di questa
commedia dagli eccessivi slanci sentimentali non sono tanto i suoi
temi, per nulla originali, affrontati fino alla nausea, che
inducono a chiedersi quale tipologia di pubblico possa ancora
essere interessato a questo tipo di storie. Il problema più grande
di The Other Woman (questo il titolo
originale) risiede in una sceneggiatura, firmata da Melissa Stack,
incerta e sconclusionata, che sembra volersi allontanare dai tipici
canoni della commedia americana per abbracciare (vagamente) le
forme del dramma e spingere lo spettatore a chissà quali profonde
riflessioni. Il risultato finale è ai limiti del disastroso, perché
il film non funziona nè in un senso nè nell’altro.
L’unica nota positiva di questa
storia sul tradimento, sulla vendetta e sull’amicizia inaspettata
sono le interpreti: Cameron Diaz, regina incontrastata del genere
(che si riunisce con Cassavetes dopo La custode di mia
sorella), ha l’incredibile capacità di riproporre
quasi sempre lo stesso personaggio e riuscire a non stancare mai,
sorretta questa volta da una bravissima Leslie
Mann perennemente sull’orlo di una crisi di nervi.
Decisamente inutile il personaggio di Kate Upton, la terza bionda, una sorta di
riempitivo che dilata il ritmo del racconto e porta la pellicola a
durare più di quanto dovrebbe.
Tutte contro lui
si rivela, purtroppo, una totale delusione. Una commedia
convenzionale fin troppo pasticciata nella scrittura, con un trio
di attrici non aiutate dal contesto in cui si muovono, che spesso,
invece di avvantaggiarle, le penalizza. Nota di merito alla
cantante Nicki Minaj e ai suoi repentini cambi di
acconciatura… e qui, probabilmente, abbiamo davvero detto
tutto.
Il 19 giugno,
distribuito dalla Twentieth Century Fox,
arriverà in Italia il film Tutte contro Lui The
Other Woman, diretto da Nick
Cassavetes, con Cameroz Diaz,
Leslie Mann e Nikolaj
Coster-Waldau.
Dopo aver scoperto che
il suo fidanzato è sposato, una donna (Cameron Diaz) cerca di
rimettere insieme i pezzi di una vita in disfacimento. Ma è quando
incontra per caso la moglie tradita (Leslie Mann), che si rende
conto di quante cose abbiano in comune e così, quella che doveva
essere sua nemica, diventa la sua più grande amica. Nel momento in
cui si viene a conoscenza di un’ulteriore amante (Kate Upton),
tutte e tre le donne si alleano per vendicarsi contro lui, tre
volte traditore e tre volte bugiardo.
Guarda il Trailer italiano ufficiale
del film della Twentieth Century Fox, Tutte contro lui
The Other Woman diretto da Nick Cassavetes,
con Cameron Diaz , Leslie Mann , Nikolaj Coster-Waldau
, Kate Upton , Taylor Kinney e Nicki
Minaj.
Diretto da Nick
Cassavetes, The Other
Womansi basa su una sceneggiatura di
Melissa Stack e racconta la storia di una donna (Diaz), che
,dopo aver scoperto che il suo fidanzato è sposato cerca di
ricostruirsi la sua vita dopo la sconvolgente scoperta. Ma quando
incontra casualmente la moglie del suo ex-fidanzato ( Mann ) , si
rende conto che hanno molto in comune , e la sua nemica giurata
diventa la sua più grande amica, quando l’ennesimo mascalzonata del
marito viene scoperta (con la Upton), le tre donne si uniranno per
cercare vendetta.
The Other Woman uscirà
nelle sale italiane il 19 Giugno 2014 .
Ecco un nuovo spot di
Tutte contro lui The Other Woman, film
che vede protagonista un cast femminile di tutto rispetto. Nel film
infatti troveremo Cameron Diaz, Leslie Mann, Kate
Upton e Nicki Minaj, tutte intorno a
Nikolaj Coster-Waldau, il Jamie Lannister di
Game of Thrones.
Ecco lo spot: [iframe
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Diretto da Nick
Cassavetes, The Other
Womansi basa su una sceneggiatura di
Melissa Stack e racconta la storia di una donna (Diaz), che
,dopo aver scoperto che il suo fidanzato è sposato cerca di
ricostruirsi la sua vita dopo la sconvolgente scoperta. Ma quando
incontra casualmente la moglie del suo ex-fidanzato (Mann) , si
rende conto che hanno molto in comune , e la sua nemica giurata
diventa la sua più grande amica, quando l’ennesimo mascalzonata del
marito viene scoperta (con la Upton), le tre donne si uniranno per
cercare vendetta.
The Other Woman uscirà
nelle sale italiane il 19 Giugno 2014.
Netflix rilascia
un video che svela i dietro le quinte e interviste esclusive di
Tutta la luce che non vediamo, la rivoluzionaria
miniserie tratta dall’omonimo romanzo best seller e vincitore del
Premio Pulitzer di Anthony Doerr, diretta da
Shawn Levy e scritta da Steven
Knight. La miniserie in quattro episodi sarà disponibile
solo su Netflix, in tutti i Paesi in cui il servizio è
attivo, dal 2 novembre 2023.
La protagonista
Marie-Laure LeBlanc è interpretata dalle attrici esordienti Aria
Mia Loberti e Nell Sutton (Marie-Laure da giovane). Al loro fianco
Mark Ruffalo (Daniel LeBlanc), Hugh Laurie (zio Etienne), Louis
Hofmann (Werner), Lars Eidinger (Von Rumpel) e Marion Bailey
(Madame Manec).
La miniserie è prodotta da
Shawn Levy, Dan Levine e Josh Barry per 21 Laps Entertainment
(Stranger Things, The Adam Project, Tenebre e
Ossa, Arrival, Free Guy). Anche Steven Knight è produttore
esecutivo, mentre Joe Strechay (See, The OA) è produttore associato
e consulente per la cecità e l’accessibilità.
Tutta la luce che
non vediamo, la trama
Tratta dal romanzo
vincitore del Premio Pulitzer, Tutta la luce che non vediamo è una
miniserie che segue la storia di Marie-Laure, una ragazza francese
cieca, e di suo padre, Daniel LeBlanc, che fuggono dalla Parigi
occupata dai tedeschi con un diamante leggendario per impedire che
finisca nelle mani dei nazisti. Braccati senza sosta da un crudele
ufficiale della Gestapo che vuole impossessarsi della pietra
preziosa per il suo interesse personale, Marie-Laure e Daniel
trovano presto rifugio a St. Malo, dove vanno a vivere con uno zio
solitario che diffonde le trasmissioni clandestine per la
resistenza. In questa cittadina sul mare una volta idilliaca, il
percorso di Marie-Laure incrocia inevitabilmente quello di
un’improbabile anima gemella: Werner, un adolescente brillante
arruolato dal regime di Hitler per rintracciare le trasmissioni
illegali, che invece possiede un legame segreto con Marie-Laure e
con la sua fiducia nell’umanità e la sua speranza. Intrecciando
abilmente le vite di Marie-Laure e Werner nel corso di un decennio,
Tutta la luce che non vediamo racconta la storia dell’incredibile
potere dei legami tra le persone, un faro di luce che può guidarci
anche nei tempi più bui.
Un nuovo trailer di
Tutta la luce che non vediamo è stato presentato in
anteprima a Tudum, e ci offre una lunga anteprima dell’attesa
prossima serie originale Netflix sulla seconda guerra mondiale. Tutta
la luce che non vediamo sarà presentato in anteprima su
Netflix il 2 novembre 2023.
Tutti e quattro gli episodi di
Tutta la luce che non vediamo sono stati diretti
da Shawn Levy. La serie limitata è interpretata da
Louis Hofmann, vincitore dell’Emmy Award e
candidato all’Oscar
Mark Ruffalo, Lars Eidinger,
vincitore del Golden Globe e candidato all’Emmy
Hugh Laurie, e Marion Bailey. La
serie introduce anche le attrici Aria Mia Loberti e Nell
Sutton. Dai un’occhiata al trailer di Tutta la
luce che non vediamo qui sotto :
Di cosa parla Tutta la luce che non
vediamo
Tutta la luce che non
vediamo racconta la storia dell’adolescente francese con
cecità Marie-Laure e del soldato tedesco Werner le cui strade si
incontrano nella Francia occupata mentre entrambi cercano di
sopravvivere alla devastazione della Seconda guerra mondiale.
Il bestseller premiato al
Pulitzer Tutta la luce che non
vediamo di Anthony Doerr diventerà una miniserie
in quattro episodi targata Netflix e prodotta da 21 Laps
Entertainment (Stranger
Things, Free Guy – Eroe per gioco, Tenebre e ossa, Arrival) di
Shawn Levy con la sceneggiatura di Steven Knight (Peaky
Blinders).
Basato sul romanzo vincitore del
Premio Pulitzer, Tutta la luce che non
vediamo racconta la storia dello straordinario potere
della connessione umana. Nel corso di un decennio, questa serie
limitata intreccia le vite di Marie-Laure Leblanc, una ragazza
francese cieca che si rifugia presso suo zio durante la seconda
guerra mondiale, e Werner Pfennig, un brillante adolescente tedesco
esperto di riparazioni radio. Attraverso una connessione segreta
condivisa, trovano la fede nell’umanità e la possibilità della
speranza. Dal regista Shawn Levy, All the Light We Cannot See è
interpretato da Louis Hofmann, Lars Eidinger, Marion Bailey, con
Hugh Laurie e Mark Ruffalo. E presentando la nuova arrivata Aria
Mia Loberti. In arrivo su Netflix, 2 novembre 2023.
Per rimanere
aggiornato su tutte le ultime novità, i film in uscita e le
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Netflix
ha diffuso il trailer di Tutta la luce che non
vediamo, la rivoluzionaria miniserie in 4 episodi, tratta
dall’omonimo romanzo best seller e vincitore del Premio Pulitzer di
Anthony Doerr, diretta da Shawn Levy e scritta da
Steven Knight.
Tutta la luce che non
vediamo sarà presentata in anteprima il 30 ottobre, in
collaborazione con la Festa del Cinema di Roma, con una proiezione
accessibile del primo episodio fruibile da persone con disabilità
sensoriali grazie all’audiodescrizione e ai sottotitoli. Un secondo
screening in anteprima per i fan si terrà il 1° novembre a Lucca
Comics & Games, prima dell’arrivo, solo su Netflix dal 2
novembre.
Al centro della storia la
protagonista Marie-Laure LeBlanc, una ragazza francese cieca il cui
coraggio e la cui speranza faranno da contraltare alla violenza e
alla distruzione della guerra. Marie-Laure è interpretata dalle
attrici esordienti Aria Mia Loberti (scoperta da
Levy in un casting globale a cui hanno partecipato attrici cieche e
ipovedenti) e Nell Sutton (Marie-Laure da giovane). Al loro fianco
Louis Hofmann (Werner), il vincitore agli Emmy
Award e candidato all’Oscar Mark Ruffalo (Daniel LeBlanc), Lars
Eidinger( Von Rumpel), il vincitore del Golden Globe e
candidato agli Emmy Hugh Laurie (zio Etienne), Marion Bailey
(Madame Manec).
La miniserie è prodotta
da Shawn Levy, Dan Levine e Josh Barry per 21 Laps Entertainment,
la casa di produzione dietro al fenomeno globale Stranger Things, al film candidato agli Oscar
Arrival, alla serie Netflix di successo
Tenebre e Ossa, e ai film
Free Guy e
The Adam Project. Anche Steven Knight è produttore esecutivo,
mentre Joe Strechay (See, The OA) è produttore associato e
consulente per la cecità e l’accessibilità.
La trama di Tutta la
luce che non vediamo
Tratta dal romanzo
vincitore del Premio Pulitzer, Tutta la luce che non vediamo è una
miniserie che segue la storia di Marie-Laure, una ragazza francese
cieca, e di suo padre, Daniel LeBlanc, che fuggono dalla Parigi
occupata dai tedeschi con un diamante leggendario per impedire che
finisca nelle mani dei nazisti. Braccati senza sosta da un crudele
ufficiale della Gestapo che vuole impossessarsi della pietra
preziosa per il suo interesse personale, Marie-Laure e Daniel
trovano presto rifugio a St. Malo, dove vanno a vivere con uno zio
solitario che diffonde le trasmissioni clandestine per la
resistenza. In questa cittadina sul mare una volta idilliaca, il
percorso di Marie-Laure incrocia inevitabilmente quello di
un’improbabile anima gemella: Werner, un adolescente brillante
arruolato dal regime di Hitler per rintracciare le trasmissioni
illegali, che invece possiede un legame segreto con Marie-Laure e
con la sua fiducia nell’umanità e la sua speranza. Intrecciando
abilmente le vite di Marie-Laure e Werner nel corso di un decennio,
Tutta la luce che non vediamo racconta la storia dell’incredibile
potere dei legami tra le persone, un faro di luce che può guidarci
anche nei tempi più bui.
Netflix ha diffuso il teaser trailer di
Tutta la luce che non vediamo, l’annunciata
miniserie evento basato sull’omonimo romanzo vincitore del Premio
Pulitzer All the Light We Cannot See. Protagonisti sono Aria
Mia Loberti,
Mark Ruffalo,
Hugh Laurie, Louis Hofmann, Lars Eidinger e Nell
Sutton.
Tutta la luce che non
vediamo racconta la storia dell’adolescente francese con
cecità Marie-Laure e del soldato tedesco Werner le cui strade si
incontrano nella Francia occupata mentre entrambi cercano di
sopravvivere alla devastazione della Seconda guerra mondiale.
Il bestseller premiato al
Pulitzer Tutta la luce che non
vediamo di Anthony Doerr diventerà una miniserie
in quattro episodi targata Netflix e prodotta da 21 Laps
Entertainment (Stranger
Things, Free Guy – Eroe per gioco, Tenebre e ossa, Arrival) di
Shawn Levy con la sceneggiatura di Steven Knight (Peaky
Blinders).
La trama di Tutta la
luce che non vediamo
Basato sul romanzo vincitore del
Premio Pulitzer, Tutta la luce che non
vediamo racconta la storia dello straordinario potere
della connessione umana. Nel corso di un decennio, questa serie
limitata intreccia le vite di Marie-Laure Leblanc, una ragazza
francese cieca che si rifugia presso suo zio durante la seconda
guerra mondiale, e Werner Pfennig, un brillante adolescente tedesco
esperto di riparazioni radio. Attraverso una connessione segreta
condivisa, trovano la fede nell’umanità e la possibilità della
speranza. Dal regista Shawn Levy, All the Light We Cannot See è
interpretato da Louis Hofmann, Lars Eidinger, Marion Bailey, con
Hugh Laurie e Mark Ruffalo. E presentando la nuova arrivata Aria
Mia Loberti. In arrivo su Netflix, 2 novembre 2023
Adattameto dell’omonimo
romanzo di successo di Anthony Doerr, vincitore
del Premio Pulitzer, la
miniserieTutta la luce che non vediamo è diretta da
Shawn Levy e scritta da Steven
Knight, per Netflix
e ci trasporta nella Francia occupata durante la Seconda Guerra
Mondiale, offrendoci una storia che dimostra quanto il rimanere
essere umani, anche nei momenti più oscuri, sia l’unica salvezza
per l’uomo.
Tutta la luce che non
vediamo, la trama
La storia è ambientata
nel cuore della guerra, nell’occupata Saint-Malo, ma il suo fulcro
è la storia di Marie-Laure, una giovane francese cieca, e suo padre
Daniel LeBlanc, che fuggono da Parigi con un diamante leggendario
per impedire che finisca nelle mani dei nazisti. Questo è solo
l’inizio di una vicenda che si sviluppa nello stesso luogo ma a
cavallo di epoche e ricordi, seguendo punti di vista differenti,
che dovrebbero essere di nemici. La fuga di Marie e di suo padre è
segnata dall’inseguimento costante di un crudele ufficiale della
Gestapo, Von Rumpel, che vuole impossessarsi della pietra preziosa
per scopi personali. Questo conflitto è il motore principale
dell’azione che però vede in altri aspetti la sua luce
migliore.
Il cuore pulsante della
storia è diviso a metà, tra la giovane Marie, che nonostante la
cecità ha una volontà di ferro e un cuore puro, e Werner Pfennig,
un giovane tedesco arruolato per rintracciare trasmissioni
illegali, un vero e proprio genio della radio, che però cerca in
tutti i modi di rimanere umano, se stesso, in un contesto che come
unico scopo aveva quello di svuotare l’animo dei propri adepti. La
loro connessione inaspettata è l’elemento chiave dell’intreccio, e
porta alla luce il tema centrale della narrazione: la forza dei
legami umani, la potenza della condivisione e la ricerca costante
del bello nel mondo. Le interpretazioni delle giovani attrici
Aria Mia Loberti e Nell Sutton sono effettivamente
molto intense e pure, e danno spessore a un personaggio che,
nonostante sulla carta debba essere l’eroina della storia, non
sembra poi tanto ben strutturata in fase di scrittura.
La recensione della
miniserie diretta da Shawn Levy
Il cast di attori
stellari aggiunge ricchezza alla serie. Mark Ruffalo interpreta Daniel LeBlanc,
catturando perfettamente l’amore e la determinazione di un padre
disposto a tutto per proteggere la figlia. Hugh Laurie, nel ruolo di zio Etienne, porta
un tocco di mistero e saggezza alla narrazione, mentre Louis
Hofmann nel ruolo di Werner Pfennig offre una performance
eccezionale, nonostante, anche qui, la debolezza della
scrittura.
La
miniserie è stata girata in tre spettacolari location, da
Budapest a Saint-Malo a Villefranche-de-Rouergue. Le riprese dal
vero effettivamente contribuiscono a una messa ius cena molto ricca
e curata e aggiungono verosimiglianza a una storia che, così come è
stata adattata, appare piuttosto esile e pretestuosa.
Un aspetto notevole della
serie è quella capacità di catturare il pubblico promettendo
continuamente lo svelamento di un segreto, una tensione sottesa che
però non arriva mai alla risoluzione finale e che è sapientemente
costruita anche nella divisione in episodi, che finiscono tutti con
un cliffhanger, spingendo a proseguire e guardare le circa quattro
ore in un solo sorso.
Tutta la luce che
non vediamo è un adattamento televisivo che sembra
timoroso di affondare dentro la storia, limitandosi a raccontare
degli avvenimenti che, si intuisce, dovrebbero avere una grande
profondità, ma che non riescono a raggiungere il cuore della
narrazione. La ricerca della bellezza nel cuore della guerra, la
speranza nella luce e nella salvezza nel momento più buio per
l’umanità, i sentimenti più nobili che i due giovani protagonisti
dovrebbero professare e rappresentare rimangono soltanto buone
intenzioni in una messa in scena curata ma dal cuore freddo e
superficiale.
L’amatissimo regista
Quentin Tarantino è noto per la profusione di
riferimenti alla cultura pop di cui farcisce ogni suo film.
Finalmente dei fan hanno messo insieme
Diretto dalla regista premio
Oscar® Laura Poitras, TUTTA LA BELLEZZA E IL
DOLORE (All
the Beauty and the Bloodshed), Leone
d’Oro alla 79. Mostra del Cinema di Venezia, è la storia
intima ed emozionante di Nan Goldin una delle più
influenti fotografe contemporanee e attivista di fama
internazionale, a partire dalla sua battaglia contro la potente
famiglia Sackler, tra le maggiori responsabili della crisi degli
oppioidi che negli ultimi venticinque anni ha causato negli Stati
Uniti oltre 100.000 morti per overdose da
farmaco.
Laura Poitras (Premio Oscar
per CITIZENFOUR) racconta dunque l’epopea umana
e artistica di Nan Goldin, grazie all’utilizzo di
fotografie, dialoghi intimi e filmati finora inediti; alterna
privato e pubblico con le immagini che raccontano le azioni del
gruppo P.A.I.N., fondato da Goldin per togliere lo stigma sulla
dipendenza e denunciare la Sackler, la famiglia che da una parte
era benefattrice dei principali musei del mondo e dall’altra è
stata responsabile della produzione di farmaci che creano
dipendenza, fino all’overdose.
Una scandalosa pagina della storia
americana che ha fatto epoca che si intreccia con le vicende
biografiche di questa artista unica che si è fatta strada nella
vita con le unghie e con i denti, fino ad affermarsi come una delle
più influenti fotografe contemporanee. Un percorso di vita
tumultuoso e appassionante che ha donato a Nan Goldin uno sguardo
unico sulla realtà e la capacità di intravedere e sublimare con la
sua arte tutta la bellezza del mondo, tutto il suo
dolore.
«Ho iniziato a lavorare a questo
film con Nan nel 2019 – dice Laura
Poitras – due anni dopo che aveva deciso di
sfruttare la sua influenza come artista per denunciare la
responsabilità penale della ricchissima famiglia Sackler
nell’alimentare la crisi da overdose. All’inizio sono stata
attratta dalla storia terrificante di una famiglia miliardaria che
ha consapevolmente creato un’epidemia e ha successivamente versato
denaro ai musei, ottenendo in cambio detrazioni fiscali e la
possibilità di dare il proprio nome a qualche galleria. Ma mentre
parlavamo, ho capito che questa era solo una parte della storia che
volevo raccontare… ».
In sala il 12, 13 e 14 febbraio
distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm
Collection.
Si sta girando a Roma e in altre
location sparse in tutto il mondo (per esempio la New York) da
oltre quattro settimane il film
Tutta colpa di Freud, prodotto da Medusa film e
Lotus Production e diretto da Paolo Genovese. Il
film è completo per più della metà (quasi un terzo) e, nella
prestigiosa location del Teatro dell’Opera, si gireranno alcune
scene che coinvolgono i personaggi interpretati da Vinicio Marchioni e Vittoria Puccini, una libraia e il suo
innamorato che è proprio un ladro di libri appassionato d’opera. Ma
i loro personaggi non sono i soli che popolano il film: il grande
mattatore è un inedito Marco Giallini in un ruolo meno cinico del
solito: interpreta infatti un padre e psichiatra che tenta di
risolvere proprio i problemi sentimentali delle sue tre-
amatissime- figlie: la più piccola interpretata da Laura
Adriani, una diciottenne di nome Emma; la libraia Marta
interpretata, appunto, dalla Puccini e Sara, interpretata da
Anna Foglietta, una ragazza che ha un evidente
debole per le donne.
In
Tutta colpa di Freud Giallini
interpreta Francesco, uomo che ha dedicato tutta la sua vita alle
figlie dopo che la moglie- medico in carriera- lo ha lasciato;
all’improvviso si ritrova costretto ad aiutare le figlie
sbrogliando le loro complicate vite sentimentali: Sara, delusa
dall’amore, decide di provare con gli uomini; Marta si innamora di
un ladro che lavora al teatro dell’opera, è affascinante,
romantico, amante della lirica e pure sordo; e infine la piccola
maturanda Emma che, per dimostrare al padre di essere “grande” e
autosufficiente come le sue sorelle e per dimostrargli di valere
molto e d’avere stoffa, si innamora perdutamente di un cinquantenne
con a fianco una splendida moglie, nei cui panni troviamo Claudia Gerini, una donna elegante,
sofisticata, glaciale e sicura di se che, casualmente, è proprio il
nuovo oscuro oggetto del desiderio di Francesco, tornato ad
innamorarsi dopo anni. Per “salvare” la figlia e scongiurare questa
opzione improbabile, lo psichiatra si troverà di fronte ad un
bivio: rinunciare ad una possibile love story con una donna
affascinante spingendola di nuovo tra le braccia del marito, oppure
benedire l’unione della figlia e lasciare che le cose scorrono.
L’intento di
Tutta colpa di Freud è quello di riflettere sulle
differenze che intercorrono tra le persone, differenze d’età,
sesso, estrazione sociale, ceto d’appartenenza. Il film nasce da un
sodalizio- ormai consolidato- tra Medusa film e Lotus Production,
oltre alla fiducia riposta nei confronti di Genovese, uno dei
fuoriclasse della commedia all’italiana che ha diretto numerose
pellicole di successo e torna a regalarcene un’altra proprio per
l’anno nuovo, considerando che il film uscirà nelle sale il
23/01/2014 ed è costato circa 6 milioni di euro divisi tra i vari
set (New York inclusa) e riprese cittadine ambientate a Roma, sui
luoghi più conosciuti del centro che sono stati riscoperti con una
nuova ottica (zone come Campo de ‘Fiori, via dei Coronari e altre
location prossime) dopo il tentativo mal riuscito di
Woody Allen con il suo To Rome with
love.
La location newyorkese, invece, fa
da sfondo alle scene con protagonista il personaggio interpretato
da Anna Foglietta, che ha dichiarato di essersi
divertita moltissimo a girare nei posti più cool ed
iconografici della Grande Mela come la Fifth Avenue, Brooklyn, la
celebre tube, i taxi boat gialli che solcano l’Hudson e
tanti altri. Nonostante l’esperienza positiva, girare tecnicamente
a New York- come a Roma- non è stato facile: troppi permessi e
tante restrizioni impediscono un tipo di lavoro fluido e, nel caso
americano, pure personale visto che il regista ha (almeno nella
nostra industria cinematografica) il diritto di cambiare idea e
apportare delle modifiche alla sceneggiatura in totale libertà,
mentre negli States è una sorta di esecutore materiale e basta.
Per realizzare il film la troupe ha
contato sull’appoggio di entità diverse tra le quali l’associazione
italiana per le persone sorde che li ha aiutati nel mettere in
scena l’amore, silenzioso e romantico, fatto di gesti e sguardi tra
Marchioni e la Puccini. Tanti altri attori, poi, arricchiscono il
film con le loro amichevoli partecipazioni (personaggi come
Edordo Leo, Giulia Bevilacqua, Daniele Liotti, Gianmarco
Tognazzi e tanti altri).
Il titolo, ovviamente, è un omaggio
giocoso alla psicanalisi freudiana (nonostante i dubbi nutriti dal
regista sulla sua comprensione!) e l’argomento si è dimostrato
abbastanza vicino a tutti i membri del cast: a parte Giallini e la
Puccini, tutti hanno dichiarato di aver avuto delle esperienze con
la psicanalisi per meglio approfondire il loro mondo interiore e
conoscersi meglio, parte questa fondamentale per il mestiere
dell’attore.
In ultima analisi si è discusso del
ruolo della commedia al cinema, considerata come un genere molto
spesso snobbato dalla critica e dai grandi festival che
preferiscono film d’autore e di nicchia destinata ad una porzione
limitata di pubblico, mentre invece è un genere potenzialmente
molto forte che arriva a tutti cercando di raccontare la realtà di
oggi senza superficialità ma con sguardo leggero.
Dopo le parentesi di
Immaturi e Immaturi – Il viaggio, e a due anni di
distanza da Una famiglia perfetta, arriva
Tutta colpa di Freud, il nuovo film di Paolo Genovese ispirato all’omonimo romanzo
scritto dallo stesso regista. La pellicola, basata su un soggetto
scritto da Genovese in collaborazione con Leonardo
Pieraccioni e Paola Mammini, vanta nel
cast alcuni attori con i quali il regista romano aveva già lavorato
in passato, come Marco Giallini e
Claudia Gerini, ed altri che per la prima volta si
sono cimentati con una sua storia, come
Alessandro Gassman,
Vinicio Marchioni e il trio di attrici che
rappresentano il perno attorno al quale ruotano le intere vicende
della narrazione:
Vittoria Puccini,
Anna Foglietta e la giovanissima Laura
Adriani.
Ne Tutta colpa di
Freud Francesco (Marco
Giallini) è un analista alle prese con tre casi
disperati: una libraia (Vittoria
Puccini) che si innamora di un ladro di libri
(Vinicio
Marchioni); una lesbica (Anna
Foglietta) che decide di diventare etero; e una
diciottenne (Laura Adriani) che perde la testa per
un cinquantenne (Alessandro
Gassman). Ma il vero caso disperato è quello del
povero analista, in quanto le tre pazienti sono le sue tre adorate
figlie…
Tutta colpa di Freud, il
film
Paolo Genovese costruisce quella che potremmo
definire, senza indugio alcuno, la commedia sentimentale perfetta.
Il film tocca diversi temi importanti, ma lo fa con grande ironia e
al tempo stesso con delicatezza, riuscendo a divertire e anche a
commuovere lo spettatore. Non ci sono momenti morti all’interno
della pellicola, il ritmo è ben serrato e tutti gli attori, dal
quale Paolo Genovese riesce a tirar fuori
soltanto il meglio, sono assolutamente in parte. In Tutta
colpa di Freud ogni cosa è al suo posto; tutto è come deve
essere, eccetto forse le vite delle sue incasinate protagoniste,
tra cui spicca per ironia ed intelligenza la performance di
Anna Foglietta, sulla cui disinvoltura ma al
tempo stesso insicurezza nell’affrontare una situazione che lei
stessa ha voluto cambiare, si fondano molti dei momenti comici del
film.
Straordinaria, inoltre, la coppia
formata da Marco Giallini e Alessandro Gassman, capace di dar vita a
situazioni di pura ilarità, grazie a dialoghi semplici, mai
volgari, soprattutto efficaci. In effetti, è proprio questo che più
di ogni altra cosa colpisce in Tutta colpa di
Freud: una sceneggiatura precisa, che scava a fondo nelle
storie che vuole raccontare e che porta sullo schermo dei
personaggi che sembrano autentici per quanto sono ben
delineati.
Tutta colpa di
Freud è un film che va visto. Un grandissimo esempio di
come la commedia italiana non è morta, ma è ancora in grado di
regalare delle buone storie di intrattenimento: l’importante è
trovare l’idea giusta, e Paolo Genovese ci è sicuramente riuscito.
Il film uscirà al cinema Giovedì 23 Gennaio distribuito da
Medusa Film in collaborazione con Lotus
Production.
Arriverà su Amazon Prime Video il 26 febbraio Tutta
Colpa di Freud, la serie tv co-prodotta da RTI LOTUS
PRODUCTION, una società LEONE FILM GROUP COMPANY, in collaborazione
con AMAZON PRIME VIDEO e prodotta da MARCO BELARDI. La serie si
basa sul film di Paolo Genovese del 2014, e
infatti lo stesso autore racconta: “Quando abbiamo scritto
Tutta colpa di Freud, il film, ci siamo accorti che il materiale
era tantissimo, avevamo una sceneggiatura lunghissima, c’era tanto
da dire sull’argomento e quindi già a film finito ci siamo detti
che il materiale era ancora abbondante e ci sembrava giusto avere
più tempo per raccontare le storie e approfondire i personaggi,
raccontare meglio le tre figlie. L’idea è venuta subito, ma poi
ognuno ha i suoi progetti e la cosa è rimasta in stand by. Poi tre
anni fa, quando Mediaset cercava un family, abbiamo proposto questa
idea e hanno deciso di provare a raccontare questa storia in una
serie invece che nella due ore del film.” Ma sulle differenze
tra film e serie, Genovese specifica: “Le storie prendono la
loro strada, per cui ritroverete l’idea ma rispetto al film la
serie prende una sua strada e si discosta molto
dall’originale.”
Ma perché l’autore di Tutta
colpa di Freud non ha voluto mettere la sua firma sulla
regia della serie? “Ho scelto di non dirigere perché io quella
storia l’avevo già raccontata, mi sarei seduto sul lavoro già
fatto. Invece Rolando è un regista estremamente capace di
raccontare i rapporti tra le persone, le emozioni, i legami, tutto
quello che racconta la serie, alla luce di questo è molto
stimolante per un autore vedere come qualcun’altra racconta le tue
storie.”
Alla regia infatti c’è
Rolando Ravello, che firma con il suo stile piano
e rassicurante dialoghi e vicende in una Milano inedita.
“Raccontare Milano è desueto, ormai si gira tutto a Roma o in
Puglia. Girare a Milano è stata una novità, ma soprattutto ha
consentito di introdurre un personaggio come quello di Max Tortora.
Ho amato lavorare con queste quattro attrici fantastiche, è stato
bello dirigere Luca Bizzarri, ma la cosa bella della serie sono
stati Claudio Bisio e Max Tortora che non si conoscevano prima, e
in un attimo, dalla prima scena, hanno dimostrato una chimica
fenomenale. Sono riusciti a raccontarci Milano e Roma in maniera
insolita e sornione, sono stati fantastici.”
La serie è interpretata
da Claudio Bisio, Caterina Shulha, Marta Gastini,
Demetra Bellina, Luca Bizzarri, Stefania Rocca, Claudia
Pandolfi e Max Tortora, diretta da Rolando
Ravello. Sarà disponibile su Amazon Prime Video a partire
dal 26 febbraio prossimo.
E’ stato presentato oggi, al cinema
Adriano di Roma in Piazza Cavour,
Tutta colpa di Freud,, l’ultimo film di
Paolo Genovese. Presenti alla conferenza stampa,
oltre allo stesso regista, l’intero cast di attori, composto da
Marco Giallini, Vittoria Puccini, Anna Foglietta, Vinicio
Marchioni, Laura Adriani, Alessandro Gassman e
Claudia Gerini, insieme ai produttori
Marco Belardi, per Lotus
Production, e Giampaolo Letta, per
Medusa Film. Durante l’incontro, il regista
Paolo Genovese ha ringraziato vivamente tutti gli
altri interpreti del film, tra cui Daniele Liotti, Edoardo
Leo, Giulia Bevilacqua e Gianmarco
Tognazzi, che, con le loro amichevoli partecipazioni,
hanno reso questo film ancora più importante e speciale.
“Il film verrà distribuito in
400 copie – ha spiegato subito Giampaolo
Letta – Siamo felici di aver lavorato ancora una volta
con Paolo e con Marco Belardi. La storia ci è piaciuta da subito e
tutti gli attori hanno contribuito a rendere questo film ancora più
bello. Il film è costato parecchio e la qualità del prodotto si
nota. In un momento molto particolare come quello che sta vivendo
attualmente il cinema italiano, credo che la qualità produttiva sia
una cosa da non trascurare”. “In questo momento – ha
aggiunto Marco Belardi – quando si producono
film con budget così elevati, è perché si ricerca la qualità del
prodotto. E, soprattutto, lo si fa per cercare di soddisfare il
pubblico”.
“Essendo tre storie
intrecciate – ha spiegato il regista Paolo
Genovese – il lavoro sulla sceneggiatura è stato
importante fin dall’inizio, fin dal soggetto. È difficile oggi
scrivere soggetti originali. È una cosa che noto sempre quando ci
mettiamo a fare le riunioni per discutere della sceneggiatura.
Qualunque idea ti viene è già stata fatta. Oggi, secondo me,
l’originalità risiede sia nell’andamento delle storie, sia nel
punto di vista delle storie, quindi la caratterizzazione dei
personaggi. I personaggi di questo film hanno sicuramente delle
particolarità, sono originali a loro modo. Parte dell’originalità
sta anche nel cercare dei finali diversi. Il finale aperto, ma non
a tutti i costi. Se lo chiudi, dai una risposta; se lo lasci
aperto, dai comunque la possibilità di far riflettere”.
“Per interpretare il mio
personaggio – interviene Marco Giallini –
mi sono documentato, ho letto alcune cose, visto certi film, ma
di sicuro non sono entrato in analisi. Ho cercato, anche grazie
all’aiuto di Paolo, di caratterizzare Francesco in qualche modo, di
renderlo un po’ goffo anche se in realtà io non lo sono per niente.
Mi è piaciuto molto. Trovo che sia un personaggio, ed una persona
allora stesso tempo, molto bello”. “È stato un piacere
lavorare con tutti e, in particolare, con Marco – ha
continuato Alessandro Gassman – Io entro
profondamente nei personaggi che interpreto. Mi sono molto
divertito e voglio ringraziare anche Claudia Gerini e Laura
Adriani, che sono gli attori con cui, nel film, interagisco di più,
perché ho davvero lavorato bene con tutti loro. Grazie al lavoro di
Paolo, era come se avessimo sempre lavorato insieme. Era come se
stessimo continuando un discorso che in realtà non avevamo mai
cominciato”.
Sul tema della diversità presente
all’interno della pellicola, Genovese ha detto: “È stata una
cosa assolutamente voluta, e non casuale. L’idea di raccontare il
diverso, ma soprattutto il diverso dalla prospettiva di un
genitore. In genere siamo tutti bravi ad accettare la diversità
quando la guardiamo dall’esterno; quando poi ti ci scontri in prima
persona è tutta un’altra cosa”.“Quando Paolo mi ha
proposto questo ruolo – ha continuato l’attrice Anna
Foglietta – mi sono subito entusiasmata perché è un
ruolo che parla della diversità, ma di una diversità che cerca di
trasformarsi in “normalità”. È una versione abbastanza inedita
della questione sull’omosessualità, cioè una donna lesbica che
vuole tornare ad essere eterosessuale. Era complicato, e forse
anche inverosimile, pensare a come questa donna, una donna comunque
risolta e in pace con se stessa e con la propria sessualità,
potesse decidere all’improvviso di voler quasi tornare indietro;
questo però conferisce al personaggio una leggerezza, una tenacia e
una volontà reale nel voler ricercare quella che è la pura e
semplice felicità”.
In merito alla storia di Marta e
Fabio, Vittoria Puccini e Vinicio
Marchioni hanno dichiarato: “Mi ha molto
incuriosito – dice la Puccini – il fatto di mettere in
scena il rapporto tra una ragazza udente e un ragazzo sordo. Devo
ammette che fino a quando non abbiamo iniziato a girare, non era
tanto evidente pensare a come poter rendere cinematograficamente
questo rapporto, il rapporto tra due ragazzi che per capirsi e
comunicare devono far ricorso non alla parola ma ad altri
strumenti, come lo sguardo, la fisicità, i gesti. Lavorando,
quindi, è stato molto interessante e anche molto magico riscoprire
il valore e l’importanza del silenzio, attraverso questi due
personaggi che anche solo guardandosi riescono a comunicarsi
tanto”. “Io ringrazio Paolo – ha aggiunto Marchioni –
perché mi ha dato l’opportunità di interpretare un ruolo
meraviglioso e per un attore credo che questa sia la cosa più
bella. Soprattutto, credo sia molto bello per chi fa questo
mestiere interpretare il ruolo di un sordo. Mi auguro che questo
ruolo, e in generale questo film, possa aiutare queste persone ad
avere finalmente il riconoscimento che meritano in riferimento alla
loro lingua, cosa che aspettano da tantissimo tempo”.
Interviene poi l’attrice
Laura Adriani, che ha parlato così della sua
esperienza all’interno del film: “Ho amato il personaggio di
Emma dal primo provino. È stato un ruolo molto sofferto: ci sono
stati tre provini e poi ho dovuto aspettare tre settimane prima di
sapere che ero stata scelta. È stata una gioia immensa. Trovo sia
un personaggio scritto davvero bene. È un personaggio pieno di
vita, che si contrappone totalmente a quello di Alessandro: la
nostra storia mostra il grande divario che può esistere tra una
persona di vent’anni, che crede ancora in tutto, ed una di
cinquanta, che invece a certe cose molto probabilmente non crede
più. In realtà, il grande amore di Emma non è Alessandro, ma è suo
padre; e anche per il mio personaggio, che per tutto il film cerca
l’approvazione del padre, alla fine ci sarà il lieto
fine”.
È poi intervenuta Claudia
Gerini, che ha così parlato del personaggio di Claudia:
“Devo ringraziare Paolo perché mi ha offerto un ruolo molto
diverso da quelli che faccio in genere. Claudia è una donna molto
pacata, inizialmente misteriosa, quasi un’osservatrice. Queste
caratteristiche le permettono poi, quando si trova a doversi
scontrare con la verità, di guardare le cose dalla giusta
prospettiva e di capire quali sono le priorità della sua
vita”.
In merito a quanto la scrittura
dell’omonimo romanzo abbia influenzato la sceneggiatura del film,
Paolo Genevose ha detto: “La cosa più
importate per me, all’interno di un film, è la sceneggiatura. Più
che la scrittura del libro, mi ha aiutato molto il tempo di
riflessione nel pesare davvero ogni singola parola; e quello ci
tengo molto che sul set venga rispettato, non per una questione di
gelosia, ma perché è molto importante quello che si dice. Un lavoro
di documentazione e di informazione, ad esempio sui sordi, ha fatto
sì poi che la narrazione fosse ancora più precisa. In tutta la
sceneggiatura c’è una lavoro di approfondimento importante sui
personaggi. Bisogna sempre partire dalle storie. Se un personaggio
è ben scritto, inevitabilmente prenderà vita”.
Per concludere, il regista ha così
commentato la scelta del cast: “Una volta terminato Una
famiglia perfetta, c’era la voglia di rifare un altro film con
Marco Giallini. Il personaggio di Francesco è stato pensato
appositamente per lui. Poi, già dal soggetto, anche con Marco
Belardi abbiamo cominciato a pensare a quali attori potessero
interpretare quelle determinate parti. Volevo tantissimo lavorare
con Alessandro Gassman ed ero convinto che insieme a Marco
avrebbero dato vita ad una coppia esplosiva. Anche con Vittoria
Puccini era da tempo che volevo lavorare e il ruolo di questa
libraria romantica mi sembrava perfetto per lei. Anche con Anna
Foglietta ho provato varie volte a lavorare, e finalmente ci siamo
riusciti. Il cast di Laura Adriani è stato complicato: abbiamo
visto tantissime diciottenni ed è stato difficile trovare quel
giusto equilibrio tra il non essere troppo sensuale e il non essere
troppo bambina. Trovo che Laura sia stata bravissima. Per quanto
riguarda Claudia Gerini, si è trattato semplicemente del piacere di
lavorare nuovamente con lei, mentre lavorare con Vinicio Marchioni,
visto il ruolo da lui interpretato, è stato assolutamente
stimolante. Mi ritengo fortunato, sono riuscito ad avere gli attori
che volevo”.
Si intitola Tutta colpa
del vulcano la nuova commedia con Dany
Boon che uscirà il prossimo 5 giugno in Italia. Ecco il
trailer ufficiale italiano del film:
Diretto da
Alexandre Coffre, il film vede nel cast insieme a
Dany Boon anche Valérie Bonneton, Denis
Ménochet, Bérangère McNeese, Albert Delpy.
Per i viaggiatori di tutto il mondo
l’eruzione del vulcano Eyjafjallajökull è un duro colpo. Per Alain
e Valerie è un disastro. Per poter arrivare nel piccolo villaggio
della Grecia per il matrimonio della loro figlia, questa coppia di
divorziati, che nutre un odio reciproco senza limiti, sarà
costretta a intraprendere il viaggio insieme.
Quando il vulcano
islandese Eyiafiallajokull decide di risvegliarsi diffondendo per
buona parte dell’Europa un’enorme nuvola di cenere, decine e decine
di voli aerei vengono cancellati e migliaia di viaggiatori si
trovano imbrigliati in un brutto pasticcio. Tra questi anche Alain
(Dany Boon) e Valerie (Valerie
Bonneton) in procinto di recarsi a Corfù, in Grecia, dove
la figlia Cecile (Berengère McNeese) li attende
per celebrare le sue nozze con un affascinante ragazzo greco. Il
problema è che Alain e Valerie sono divorziati da anni e, peggio
ancora, non possono sopportarsi e stare nello stesso luogo per
qualche minuto senza resistere dalla tentazione di insultarsi o
giocarsi qualche brutto tiro. Le circostanze straordinarie in cui
si vengono a trovare li obbliga ad affrontare, in auto, il lungo
viaggio verso l’Ellade lottando contro il tempo per non perdere il
matrimonio della figlia. Il viaggio si rivelerà da subito un
incubo, un’incredibile odissea in cui ne succederanno tutti i
colori ed in cui i due protagonisti faranno di tutto per liberarsi
l’uno dell’altro, sino a quando…
Tutta colpa del
vulcano è una commedia diretta e co-sceneggiata dal
regista francese Alexandre Coffre e che uscirà
nelle sale cinematografiche italiane a partire dal prossimo 5 di
giugno.
Commedia leggera e
simpatica, almeno nelle intenzioni, racconta le peripezie di una
coppia che dopo aver dato libero sfogo al proprio odio reciproco,
capisce che forse sotto sotto qualcosa brucia ancora e che dietro a
tutta quella avversione c’è ancora della passione. Forse abbiamo
sbagliato tutto, quanto tempo abbiamo perso inutilmente…è questa la
soluzione, ovvia, a cui si arriva dopo una sequela incredibile di
dispetti, tranelli più o meno innocui e situazioni farsesche in cui
si troveranno a loro volta invischiati e da cui riusciranno sempre,
ed incredibilmente, ad uscirne illesi. Bravi e simpatici i due
protagonisti, che reggono la scena con personalità e talento, due
attori, Boon e la Bonneton, che rappresentano, oggi, una garanzia
sulla scena della commedia d’oltralpe.
Il film però che non convince e non
esalta, vuoi per una sceneggiatura fragilina e scontata, vuoi per
dialoghi non sempre pregni di umorismo brillante; dopo di che,
seguendo un canovaccio abbastanza tipico per la commedia francese
degli ultimi anni, si cerca di conquistare lo spettatore anche con
sequenze d’azione al limite dell’assurdo, un limite ahinoi qui più
volte superato. Tutta colpa del vulcano è
un film che strappa qualche sorriso, ma che alla lunga non dice un
granchè.
Tutta colpa del
Paradiso, è il film del 1985 diretto
da Francesco Nuti e con protagonisti nel
cast Francesco Nuti, Ornella Muti e Roberto
Alpi.
Romeo Casamonica esce di carcere
dopo 5 anni, per una rapina a mano armata. Tornato a casa scopre
che tutto il quartiere dove viveva è stato rilevato dagli
americani, dunque ha perso anche casa sua.
Decide comunque di mettersi nelle
tracce di suo figlio, avuto con una tedesca dell’est ritornata a
casa sua. Il bimbo è stato adottato e venuto a conoscenza di chi
sono i genitori adottivi, decide di andarlo a prelevare. Giunto sul
posto però scoprirà che il piccolo si trova in un ambiente carico
di armonia, quella che lui è consapevole di non potergli
donare.
Secondo film di Francesco
Nuti, datato 1985, successivo a Casablanca Casablanca. Ci
regala una storia delicata, soave, intensa, diciamolo pure quasi
inaspettata da un regista come lui, che in genere dà molto spazio
all’ilarità e all’ironia. Qui sono i sentimenti a prevalere, la
delicatezza; assente la volgarità e poche sono le scene divertenti.
Ad affiancare Nuti, che si è sempre avvalso della compagnia di
belle donne nei suoi film, la bellissima Ornella Muti; con la quale
tornerà a lavorare due anni dopo con Stregati.
A tratti il film rallenta un pò
troppo, ma il tutto è adatto alle caratteristiche positive di cui
sopra.
Nel panorama del cinema italiano,
Nuti ha scritto sicuramente alcune pagine importanti. Nei suoi
lungometraggi, etichettati come cinema spensierato e leggero, il
nostro ha in realtà affrontato anche temi sociali “tra le righe”,
riferiti soprattutto ad una società in profonda trasformazione
qual’era quella italiana a cavallo tra gli anni ’80 e ’90.
Tutta colpa del Paradiso
Molto spazio ha dedicato
all’universo femminile, non idealizzandolo, bensì ponendone in luce
l’aspetto più “umano” e “carnale”. I loro difetti, il loro
carattere determinato, ovviamente anche i loro pregi. In quasi
tutti i film lui le donne “le subisce”, ponendo sotto i riflettori
le difficoltà che nella vita reale gli uomini hanno con loro,
malgrado si credano superiori. Per sua stessa ammissione, ha
affermato che nella vita privata è stato una vittima delle donne e
non certo un playboy come i media hanno preferito dipingerlo.
La sua pecca è stata forse quella
di non aver cercato nuove strade nelle sue commedie, ma di aver
insistito sempre su una figura maschile come detto alle prese con
problemi sentimentali o familiari di turno. Ha saputo, come detto,
sì cogliere l’evoluzione della società, ma non altresì cambiare il
proprio schema narrativo. E il pubblico pure cambia, emergono nuovi
registi in grado di accattivare le nuove generazioni.
E con il pubblico, a voltargli le
spalle ci sono pure i produttori, dimenticando i soldi che
Francesco gli ha fatto incassare per una decina di anni.
Per lui fatale, da un punto di
vista salutare prima ancora che professionale, è stato
Occhiopinocchio (1994), che può essere considerato uno spartiacque
della vita di Francesco Nuti. Il clamoroso flop
economico che ne conseguì (la Cecchi Gori group
rasentò il fallimento causa le ingenti spese che il film girato in
America richiese, non controbilanciato da adeguati ricavi) ha
segnato la sua carriera successiva, fatta di film dalla tiepida
accoglienza di critica e pubblico. Ma anche la vita privata, poiché
cominciarono per lui, tra alti e bassi, l’abuso di alcool,
depressione e vari tentativi di suicidio. Fino al tragico attuale
epilogo.
Era il 2 settembre 2006, e proprio
alla vigilia del ritorno sul set per girare un film insieme a
Sabrina Ferilli e Isabella
Ferrari dal titolo “Olga e i fratellastri Billi”,
Francesco cadde in casa con la testa a terra. Venne ricoverato e
operato d’urgenza al cervello presso il “Policlinico Umberto I” di
Roma, dove subì altri due interventi. Uscì dal coma il 24 novembre
dello stesso anno e venne trasferito nell’ospedale “Versilia di
Lido” di Camaiore, centro specializzato nella riabilitazione
neuromotoria. Nel febbraio del 2009 ritornò a casa, a Narnali nella
sua Prato, dove è comunque seguito da assistenti e ovviamente
dall’affetto della famiglia.
Ancora oggi non riesce a camminare
né a parlare. Ma a farlo per lui ci pensano i tanti film che ci ha
regalato. E tra questi, Tutta colpa del Paradiso è
forse il più riuscito.
Al Festival di Roma 2014 arriva
anche Tusk, ultima creatura di
Kevin Smith.
In Tusk Wallace,
un giornalista radiofonico rampante, si reca in Canada per
intervistare Kill Bill Kid, un giovane demente che si è tagliato
una gamba giocando con una spada. Ma una volta arrivato, scopre che
il ragazzo si è suicidato il giorno precedente. Per non buttare i
soldi spesi per il viaggio, comincia a cercare un altro soggetto da
intervistare e trova un volantino in un bagno di un pub, dove un
vecchio marinaio offre alloggio gratuito a persone disposte ad
ascoltare le sue avventure. Wallace si reca da lui, ascolta le sue
mirabolanti avventure di viaggio e viene drogato. Quando si
risveglia è su una sedia a rotelle, privo di una gamba e in balia
del vecchio marinaio, che in realtà è un folle con la fissazione
dei trichechi. Per Wallace è l’inizio di un incubo.
Nel territorio del cinema di
genere, e soprattutto nella giungla dei sottogeneri, si è veramente
visto di tutto e non basta cambiare il soggetto della fissazione
del maniaco di turno per essere originali.
Il problema più grande di
Tusk è il non dichiarare mai un canone preciso.
Non si capisce se vuole essere una commedia horror, perché le gag e
le battute sono disseminate tra dialoghi fiume estremamente lunghi
e dilatati, e non convince neanche come horror, perché la creatura
e gli effetti prostetici sono così maldestri da sfiorare l’effetto
‘costume di carnevale’. E’ chiaro che l’intento del regista è
quello di stupire con un andamento grottesco, scanzonato, a tratti
rivoltante, ma non e riesce a tenere le briglie e il tutto
imbizzarisce caracollando miseramente. Smith non riesce ad essere
folle e geniale come Takashi Miike, oppure autore
grottesco e visionario come Terry Gilliam, e
neanche sapiente confezionatore di prodotti horror di serie B, come
Eli Roth o Alexandre Aja.
Tusk non spaventa, non ci sono momenti di
tensione o di apprensione per il protagonista. E allo stesso tempo
non diverte, le battute sono poche e molte volte di dubbio gusto e
le trovate comiche o grottesche sono al limite dell’amatoriale,
tanto da sembrare errori, piuttosto che scelte, oltre al fatto che
si rasenta il cattivo gusto più di una volta.
Il cast, anche se importate, non
aiuta. Johnny Depp è una macchietta irriconoscibile e
priva della solita verve istrionica ed esagerata che lo
caratterizza solitamente in ruoli simili. Haley Joel
Osment, quasi irriconoscibile, sovrappeso e ben lontano
dalla bravura che lo caratterizzava solo qualche anno fa, farebbe
prendere uno spavento (per lo stupore) anche alla gente morta che
vedeva da bambino. Anche il protagonista Justin
Long è tutt’altro che memorabile.
Siamo naturalmente lontani dal
Kevin Smith di Clerks
del 1994, ma anche del più affine Dogma
del 1999, dove nonostante alcune cose non troppo convincenti si
respirava comunque originalità e fantasia sovversiva.
Kevin Smith ha
diffuso via social il primo teaser poster di
Tusk, suo prossimo film horror per il
quale ha promessoun trailer durante il panel al Comic-Con di San
Diego.
Ecco l’immagine di seguito: Tusk comprende
nel cast stelle del calibro di Genesis Rodriguez e
Haley Joel Osment. Il film è stato anche
scritto da Smith. Sam
Englebardt, David Greathouse e
Shannon McIntosh hanno invece prodotto.
Ironico, pungente e brillante, negli
anni successivi al film che lo ha lanciato definitivamente come uno
degli attori del panorama indie hollywoodiano, Kevin
Smith viene spesso riconosciuto per le sue esternazioni
sulla cultura giovanile dei giorni nostri.
Il suo nuovissimo film,
Tusk sembra rispecchiare alcuni aspetti
del profilo caratteriale di Smith: istrionico,
misterioso e, come lo stesso Smith ha osato
definirlo, strano. In questa nuovissima clip tratta dal film che vi
proponiamo, vediamo il personaggio di Justin Long
ricevere una ‘dura lezione’: cosa dire e, soprattutto, cosa non
dire, a un canadese! Buon divertimento!