A due anni dallo straordinario
successo de La prima cosa bella, Paolo Virzì torna a mettere la sua firma su
una brillante commedia, Tutti i santi giorni. Dopo
essersi occupato dei giovani e del precariato in Tutta la vita
davanti, di loro e del difficile e irrisolto rapporto coi
genitori proprio nel citato La prima cosa bella, ora ci mostra le difficoltà che
una giovane coppia oggi può incontrare nel momento in cui decide di
mettere al mondo un figlio.
Tutti i santi giorni, la trama
In Tutti i santi
giorni Guido e Antonia stanno insieme da sei anni, sono
innamoratissimi e molto diversi tra loro: lei eccentrica,
estroversa, recalcitrante alle regole e ai limiti di una vita
“inquadrata”, con scarsa cultura, vorrebbe sfondare come cantante e
intanto lavora in un autonoleggio. Lui invece è molto colto,
bibliofilo, amante della letteratura latina e dei martiri proto
cristiani, fa il portiere di notte in un hotel. È timido, insicuro,
a tratti ingenuo. Per coronare il loro amore, decidono di provare
ad avere un bambino – è soprattutto Antonia a volerlo e Guido
accetta di buon grado l’idea. Purtroppo la cosa non è così
semplice.
Paolo Virzì, tra i più validi interpreti della
commedia italiana, conferma qui le sue doti. I pregi del film sono
infatti il suo tono brillante, i dialoghi vivaci, la capacità di
coniugare un tono leggero con argomenti di peso, di divertire e far
pensare al tempo stesso. I difetti forse una parentesi onirica che
poteva essere evitata, e una certa prevedibilità per quel che
riguarda una parte dell’epilogo della vicenda, che appartiene al
repertorio romantico più classico. Ciò non pregiudica comunque
l’esito del lavoro, che può essere apprezzato anche da “palati”
molto diversi tra loro.
Tutti i santi giorni, il film
Si tratta di una commedia
romantica, dal momento che al centro è senza dubbio il grande amore
che tiene uniti i due protagonisti, ma non è affatto stucchevole, o
banale. Anzi, il regista resta fedele alla sua linea: un salutare
bagno nel realismo dei luoghi e delle situazioni e una vena quasi
sempre dissacratoria nei confronti della morale comune, dello
stereotipo. Come le migliori commedie, Tutti i santi
giorni ha poi il pregio di saper mettere a fuoco, cogliere
l’essenza di alcuni tipi umani significativi della nostra società e
dei loro atteggiamenti. Non solo i protagonisti, su cui la lente
del regista si sofferma maggiormente, ma anche i comprimari, a
partire dalle rispettive famiglie di Guido e Antonia, dal
ginecologo cattolico e attempato alla ginecologa progressista, al
musicista calabrese Jimmy, velleitario e squattrinato. Pure la
coppia di vicini, i classici romani coatti che spesso abbiamo visto
al cinema, sono osservati attentamente, non solo nel loro aspetto
simpatico e “folkloristico”.
Sullo sfondo, la vivida descrizione
della realtà attuale, col poco che offre: un lavoro, poco stabile,
le estenuanti traversate della città per arrivarci, i turni, gli
orari difficili da conciliare, due stipendi che bastano appena ad
affittare una piccola casa nell’hinterland romano. Un quadro non
certo edificante, nel quale riuscire ad amarsi e pensare a un
figlio, pare, per certi versi, un atto eroico. Sarà per questo,
oltre che per l’efficace interpretazione dei due protagonisti,
Luca Marinelli/Guido e Federica
Victoria Caiozzo/Antonia, che non si riesce a fare a meno
di essere dalla loro parte, conquistano con le loro insicurezze,
goffaggini e fragilità. Merito al regista dunque per aver scelto i
due attori.
Ci aveva lasciato due anni fa con
il successo di La prima cosa bella. Paolo
Virzì, regista che si è fatto un nome nel panorama
cinematografico per aver riportato in auge la commedia italiana,
torna quest’anno con Tutti i santi giorni. Luca
Marinelli interpreta Guido, un giovane colto e
appassionato di lingue antiche che lavora come portiere di notte.
La sua amata è Antonia (Federica Victoria Caiozzo)
che presenta un carattere completamente opposto: lavora in un
autonoleggio e aspira a diventare una musicista.
Nonostante provengano da famiglie
differenti e abbiamo poco in comune, i due riescono a portare
avanti la loro storia d’amore. A mettere in crisi l’equilibrio
della coppia saranno le conseguenze per una gravidanza che tarda ad
arrivare. Sullo sfondo Virzì pone Roma, la grande e caotica
metropoli, descritta attraverso i personaggi che ruotano attorno
alla coppia.
La sceneggiatura è stata scritta
dallo stesso regista con il collaboratore di sempre, Francesco
Bruni, e con Simone Lenzi, autore del libro La Generazione
da cui Virzì ha preso liberamente spunto.
A muovere il regista è la volontà
di non deludere dopo il successo dei suoi precedenti film. Lui
stesso ha affermato che, a causa “dell’ansia da prestazione” dopo
La prima cosa bella, voleva concentrarsi sulle vicende di
due personaggi senza strafare sul cast o sulla storia. Una mossa
prudente che non rinuncia ad avere le sue sfumature di attualità: i
protagonisti si amano nonostante vivano due realtà diverse e
insieme affrontano il cinismo del mondo esterno. L’arrivo di un
figlio potrebbe coronare il loro amore e sigillarlo in modo
permanente, ma sembrerà invece allontanarli. Gli spunti di
riflessione sono disseminati per tutta la pellicola: per esempio la
fecondazione assistita -campo interessante per Virzì, che però non
ha voluto approfondire-, ma soprattutto il sentimento di amore puro
che soffre dell’ossessione della maternità e della paternità.
È “un film piccolo e intimo”, come
lo ha definito Virzì ed è proprio l’effetto che è riuscito ad
ottenere grazie ai due protagonisti. Luca Marinelli che si è fatto
le ossa con la recitazione a teatro, è al suo secondo film per il
grande schermo dopo il debutto con La solitudine dei numeri
primi (2010) e L’ultimo terrestre (2011).
Mentre Federica Victoria Caiozzo,
in arte Thony, è una cantante siciliana che ha realizzato anche la
colonna sonora del film. Con un disco solista alle spalle (With
the gremì in my mouth, 2011), ha ammesso di avere già alcuni
fan sparsi per l’Italia grazie alle sue esibizioni nei locali. È
stata contattata dalla Motorino Amaranto, la casa di produzione di
Paolo Virzì, dopo che il regista l’aveva scoperta con una semplice
ricerca su Internet e anche per lo stupore di alcuni suoi amici che
l’avevano sentita in un pub di Livorno.
Aspettiamoci un film pronto a
stupirci, modesto e al contempo veritiero, o, come lo definisce
semplicemente Paolo Virzì: “Un piccolo film romanticissimo”.
Accecati dal successo dei film dei
Marvel Studios, spesso tendiamo a dimenticare
che gli attori che ne fanno parte hanno dato prova del loro talento
anche in altre occasioni, forse meno conosciute e di richiamo delle
storie del MCU.
Ecco allora di seguito un ripasso di
tutti i ruoli “dimenticati” di Robert Downej Jr. e colleghi:
Robert Downey Jr in Shaggy Dog – Papà che abbaia… non
morde
Iniziamo proprio dal “padrino” del
MCU, Robert Downey
Jr., che due anni prima di calarsi nei panni di Iron
Man ha recitato in una commedia non proprio indimenticabile come
Shaggy Dog – Papà che abbaia… non morde,
diretta da Tim Allen e uscita nelle sale nel 2006.
Da alcuni viene descritta come la
peggiore performance dell’attore, e in effetti questo remake del
film del 1959 non sembra avergli dato la possibilità di brillare
come in altre occasioni. Sullo schermo Downey interpreta il dottor
Kozak, capo di una sperimentazione genetica e antagonista
principale.
Fortunatamente, nel 2008, l’attore
avrebbe firmato il contratto più importante della sua carriera con
i Marvel Studios…
Chris Evans in Snowpiercer
Diretto da Boon
Jong-Ho, Snowpiercer ha adattato
al cinema l’omonima graphic novel nel 2013 ma in seguito a varie
vicissitudini con la distribuzione della Weinstein Company, non è
uscito fino a qualche anno dopo. Un vero peccato, considerando
quanto sia riuscito e interessante il film.
Violento, emozionante e
spaventosamente attuale, questo prodotto unico nel suo genere
vedeva protagonista Chris
Evans nei panni del leader della resistenza che si fa
strada nel treno distopico dove i ricchi vivono in prima classe e i
poveri stipati dei vagoni posteriori e lasciati morire di fame.
Evans dà prova del suo talento in un
ruolo inusuale e prezioso, sicuramente uno dei migliori della
carriera.
Josh Brolin in Johan Hex
Avengers:
Infinity War e Deadpool2 non sono state le prime incursioni nel mondo
dei cinefumetto per Josh
Brolin, che ha infatti recitato nell’adattamento di
Jonah Hex, storia di un soldato confederato
tradito e sfregiato dal suo ufficiale comandante che gli
dichiara vendetta.
Il materiale di partenza era di
sicuro promettente, tuttavia il film è stato accolto con freddezza
sia dalla critica che dal pubblico in sala, e la performance di
Brolin è davvero lontana dagli standard dell’attore.
Jeremy Renner ed Elizabeth Olsen in Wind River
La coppia di eroi che avevamo visto
in azione in Avengers: Age of Ultron
torna a recitare insieme nel bellissimo I segreti di Wind
River, opera prima di Taylor Sheridan
(lo sceneggiatore di Sicario e Hell or high
water): parliamo ovviamente di Jeremy Renner
e Elizabeth
Olsen, rispettivamente Occhio di Falco e Scarlet Witch
nel MCU.
Nel film Renner è Cory Lambert, un
ufficiale della fauna selvatica del Wyoming che collabora con
l’agente dell’FBI Jane
Banner interpretata dalla Olsen per risolvere un caso di omicidio
misterioso.
Le due performance sono strazianti e
indimenticabili, come la chimica tra gli attori e la capacità di
Sheridan di rendere la loro emozione il cuore del film.
Benedict Cumberbatch in Il Quinto Potere
Benedict
Cumberbatch ha offerto al pubblico alcune tra le
migliori prove attoriali del l’ultimo decennio, da
Sherlock a The Imitation
Game, arrivando al ritratto del fondatore di
WikiLeaks, Julian Assange, nel film del 2013 Il Quinto
Potere.
Forse la totale diffidenza dei
premi, i problemi con l’accento o il fatto che lo stesso Assange
avesse chiesto a Cumberbatch di prendere le distanze dal film,
hanno reso meno memorabile questa performance, ma comunque degna di
nota.
Scarlett Johansson in Under The Skin
Molti volti del MCU sono attori rinomati e
pluripremiati, alcuni dei quali hanno preso parte a film
indipendenti o d’autore, mettendosi in gioco con personaggi
complicati e prove coraggiose. Pensiamo ad esempio a Scarlett
Johansson, la Vedova Nera dei Marvel Studios, che nel 2013 ha
sorpreso tutti con Under the
Skin, sci-fi disturbante diretto da Johnathan
Glazer.
L’attrice, nemmeno a dirlo, è
magnifica, inquietante e sensuale. Tutt’altro che una performance
da dimenticare…
Samuel L. Jackson in The Spirit
Non tutti i film tratti dai fumetti
si rivelano un successo al botteghino, e The
Spirit di Frank Miller ne è la prova lampante. Pensare poi
che una delle sue star era Samuel L.
Jackson, l’insostituibile Nick Fury
del MCU, fa pensare che non bastino
grandi attori a rendere i cinecomic degni di essere ricordati.
Fortunatamente ci sono stati anche
Kingsman Secret Service,
Unbreakable e Glass a interrompere la
serie negativa, e le interpretazioni di Jackson sono sempre state
eccellenti. Ma The Spirit, flop sia per la critica che per il
pubblico, non è tra queste.
Robert Downey Jr. in Kiss Kiss Bang Bang
Prima di incontrarsi di nuovo sul
set di Iron Man
3, Robert Downey
Jr e il regista Shane Black avevano
lavorato insieme in Kiss Kiss Bang Bang, dove
l’attore vestiva i panni del criminale Harry Lockheart al fianco
del collega PI Gay Perry (interpretato da Val
Kilmer) tra le strade di Los Angeles.
E secondo alcuni, tutto ciò che
rende fantastico un attore come Downey è in questo film, sempre
pronto alla battuta, capace di passare dalla commedia al dramma in
un battito di ciglia.
Michael Keaton in Need for Speed
Chiariamo subito una cosa:
Michael Keaton riesce a essere sempre memorabile
in ogni suo ruolo, perfino quando nel MCU si è calato nei panni di Adrian
Toomes aka Avvoltoio in Spider-Man:
Homecoming. Praticamente uno dei migliori villain
della storia dei cinecomic, senza ombra di dubbio.
Certo lo stesso non si può dire del
personaggio interpretato in Need For
Speed nel 2014, dove Keaton è il volto
dell’egocentrico Monarch che appare solo sullo schermo di un
computer…
Paul Bettany in Master and Commander
Uno dei ruoli più sottovalutati di
Paul Bettany è inserito all’interno di un film
altrettanto sottovalutato degli ultimi vent’anni, ovvero
Master and Commander di Peter Weir. Pellicola
d’avventura che vedeva protagonista Russell Crowe
nei panni del capitano Jack Aubrey, presentava al pubblico un
inedito Bettany in quelli panni del chirurgo Stephen Maturin.
Divertente e affascinante allo
stesso tempo, l’attore intreccia un interessante rapporto sullo
schermo con il collega, in un film che meriterebbe tutta
l’attenzione del mondo.
James Franco, che vedremo presto in
127 Hours di Danny Boyle, che sta per condurre con Anne Hathaway la
notte degli Oscar non prima di essere tornato a recitare in General
Hospital, che acquisisce diritti su diritti, che dovrebbe recitare
per Noah Baumbach e che è stato tra i 14 protagonisti dei video nel
New York Times dedicati agli attori, ha aggiunto altri impegni al
suo carnet.
Franco sarebbe infatti in questi
giorni alle prese con una piccola produzione indipendente
intitolata Maladies, storia di un giovane attore di successo che si
ritira dalle scene a causa di quella che si crede sia una sua
infermità mentale. A dirigere il film, l’artista noto come Carter,
che già aveva diretto il corto Erased James Franco, mentre nel cast
figurano i nomi di Alan Cumming, Claire Danes, Catherine Keener. E
se questo ancora non bastasse, James si è assicurato i diritti di
una nuova biografia di Sal Mineo scritta da Michael Gregg Michaud,
con l’intenzione di sceneggiare e dirigere un film sulla vita e la
carriera del più giovane interprete ad essere nominato all’Oscar
come miglior attore non protagonista.
Grazie agli scioperi di Hollywood dell’anno scorso, il 2024 non è
stato l’anno più emozionante per il cinema e in particolare per i
cinecomic. IMarvel Studios
hanno distribuito
Deadpool e Wolverine,
che è diventato un instant classic del genere, mentre la
Warner Bros
si è dovuta accontentare della modesta accoglienza riservata
a
Joker: Folie à Deux.
Abbiamo ancora un paio di
titoli Sony
in arrivo nei prossimi due mesi, ma nel frattempo stiamo facendo il
punto per il 2025: cosa ci riservano Marvel Studios e DC
Studios?
Mentre il secondo si inaugurerà con
Superman,
il secondo riprenderà la sua corsa dopo alcune delusioni come
The
Marvels e Ant-Man 3. Ecco di seguito tutti i film
Marvel e DC che dovrebbero
uscire nel 2025.
Captain America: Brave New World (12 febbraio)
Harrison Ford e Anthony Mackie in una scena di Captain America:
Brave New World
Si sono sentite cose contrastanti su
Captain America: Brave New World e non è un
segreto che il film abbia dovuto subire numerose riprese
aggiuntive. Tuttavia, questo non significa che sarà un disastro. I
Marvel Studios hanno
sistemato molti progetti durante la post-produzione e non c’è nulla
che dica che questo seguito di The Falcon and The Winter
Soldier sarà diverso.
Speriamo che questo film consolidi
Sam Wilson (Anthony
Mackie) come il nuovo Captain America dell’MCU e prepari il terreno per
Red Hulk come una minaccia importante sia in
questo film che per quelli successivi. Quel personaggio è troppo
bello per essere sprecato in un’apparizione una tantum, in
particolare con Harrison Ford che
lo interpreta.
Sebbene sia vero che i Marvel Studios non si attengano
esattamente ai fumetti con la loro interpretazione di questa
squadra, ci sono ancora un sacco di motivi per essere entusiasti di
ciò che arriverà in Thunderbolts*
la prossima primavera.
Per cominciare, ci sono ottime
probabilità che gli eroi rimasti in piedi quando scorrono i titoli
di coda saranno i New Avengers dell’MCU… o Dark Avengers. Per
la maggior parte, ognuno di questi personaggi è avvincente (John
Walker, in particolare), quindi vederne di più non sarà una brutta
cosa.
Poi, c’è Sentry. Il debutto
live-action di quel personaggio è atteso da tempo e, data la sua
potenza, il supereroe squilibrato potrebbe cambiare la gerarchia
del potere nell’universo Marvel come lo conosciamo.
Superman (11 luglio)
Negli ultimi anni, il
marchio DC è stato danneggiato quasi irrimediabilmente grazie a
film come Black Adam, Flash e Joker: Folie à Deux. Superman
riuscirà a raddrizzare la rotta?
Questa è la domanda da un
milione di dollari, anche se l’Uomo d’Acciaio si sente al sicuro nelle
mani di James
Gunn. Il regista ha realizzato una trilogia fenomenale
con i suoi film sui Guardiani della Galassia e,
per molti fan della DC, The
Suicide Squad è stato un passo nella giusta
direzione.
In base a ciò che abbiamo visto
nelle foto dal set, Gunn ha fatto la cosa giusta con Superman e ha
in programma di raccontare una storia edificante e ambiziosa su
questo personaggio iconico.
The Fantastic Four: First Steps (25 luglio)
Chi ha visto il trailer
presentato al Comic Con, pensa che i Marvel Studios finalmente
realizzeranno un film diverso da qualsiasi altro che abbiamo visto
con The
Fantastic Four: First Steps.
Che si tratti dell’ambientazione
futuristica degli anni ’60, di quel cast incredibile o del fatto
che la Prima Famiglia Marvel combatterà contro Galactus.
Abbiamo tutta la fiducia del mondo che Matt
Shakman, che ha fatto un lavoro straordinario in
WandaVision, renderà giustizia a questi
personaggi sullo schermo. Finalmente!
Certo, abbiamo qualche riserva sul
fatto che la squadra provenga da una realtà alternativa (e
potenzialmente non la stessa del Dottor Doom di Robert
Downey Jr.), ma ci deve essere una buona ragione per
questo.
Blade (5 novembre)
Sembra davvero difficile
che il film arrivi nel 2025, eppure Marvel non accenna a cambiare data
per la sua uscita, quindi ci azzardiamo a considerare il reboot di
Blade
un film che arriverà nel novembre del 2025.
Sembra che Mahershala
Ali annuncerà la sua partenza dal progetto da un giorno
all’altro ed è un peccato perché questo film (che, l’ultima volta
che abbiamo sentito notizie in merito, sarà vietato ai minori di 17
anni) ha un potenziale illimitato.
Deve esserci una versione di
Blade che valga la pena guardare, ma con I
Peccatori, diretto da Michael B.
Jordan e Ryan Coogler in arrivo, il film
rischia di sembrare ridondante. Forse è meglio tenerlo da parte per
un futuro progetto di collaborazione? La nebbia è fittissima
intorno a questo film, ma speriamo che qualsiasi sia il tempo di
attesa, alla fine ne varrà la pena.
La società di produzione
indipendente A24 si è fatta una reputazione per la
pubblicazione di un’ampia varietà di film ampiamente acclamati, ma
i film horror di A24 rimangono un punto di forza della società. È
improbabile che una società possa affermare di aver avuto un
impatto maggiore sul genere horror nell’ultimo decennio rispetto ad
A24. Dopo aver messo il suo nome sulla mappa negli anni 2010, la
società ha continuato a pubblicare diversi film ogni anno, ma
rimane principalmente conosciuta per i suoi film horror A24.
Le uscite di A24 includono alcuni
dei film horror più discussi dell’ultimo decennio,
come Hereditary, Midsommar e The Lighthouse. I film horror di A24 hanno
rivoluzionato il genere horror negli anni successivi al 2010,
portando una nuova era all’horror e introducendo temi sociali e
culturali molto rilevanti per la società moderna. Quando si parla
di film horror A24 è specializzata sia in film horror intelligenti
e di alto livello che in storie bizzarre che la maggior parte delle
case di produzione non toccherebbe mai.
È raro che i film horror di A24
vengano definiti piatti, ma una delle sue uscite più derise è stata
False Positive del 2021. Il film non è affatto brutto o
inguardabile, solo non è all’altezza degli standard
abituali degli horror di A24. Uscito direttamente su Hulu,
Falso positivo sembra inizialmente una rivisitazione in
chiave moderna di Rosemary’s Baby e, anche se alcuni
elementi sono certamente presenti, la vera verità che si cela
dietro la gravidanza programmata di Lucy (co-sceneggiatrice e
protagonista Ilana Glazer) è probabilmente ancora più
inquietante.
La Glazer è brava nel suo ruolo,
così come Justin Theroux nel ruolo del marito e Pierce
Brosnan nel ruolo del malvagio medico della fertilità. A differenza
della maggior parte delle proposte horror di A24, però, Falso
positivo si sente molto più derivato da opere di genere
passate, e la sua storia non viene portata a una conclusione
pienamente soddisfacente. La sua valutazione su Rotten Tomatoes è
di un basso 47%.
Tusk (2014)
Scritto e diretto dal famoso
regista Kevin Smith, Tusk segue un podcaster comico
americano che si reca in Canada per un’intervista. Ben presto
diventa vittima di uno scienziato pazzo che cerca disperatamente di
ricreare il suo amico tricheco mutilando le persone e infilandole
in una tuta di tricheco fatta di pelle umana. L’offerta
strabiliante di Kevin Smith al genere horror ha un
tono talmente sbilanciato che gli aspetti
comici e orrorifici potrebbero appartenere a due film
diversi.
Il film avrebbe potuto funzionare
bene come film horror serio o anche come episodio avvincente di una
serie come Criminal Minds con un body horror alla
Cronenberg. Il risultato è stato qualcosa di molto polarizzante,
anche se Tusk ha ricevuto recensioni contrastanti, con la
critica che ne ha lodato l’atmosfera e le immagini. Ha colto di
sorpresa molti fan di Kevin Smith grazie alla bizzarra
rivisitazione del genere.
Slice (2018)
Commedia horror ambientata in una
piccola città dove umani e bestie soprannaturali come fantasmi,
streghe e lupi mannari convivono in semi-armonia, il film horror di
A24 Slice segue una serie di omicidi che hanno luogo nella
pizzeria locale, mentre gli autisti delle consegne vengono uccisi
uno a uno. La commistione tra commedia e horror inSliceè sapientemente
stabilita, offrendo un’esperienza sciocca e assolutamente
piacevole mentre Zazie Beets e Chance the Rapper
cercano di rintracciare l’assassino e di consegnarlo alla
giustizia.
The Blackcoat’s Daughter
(2015)
Un collegio femminile che
chiude durante le vacanze invernali vede due giovani donne
abbandonate, mentre un’altra ragazza lascia l’ospedale per tornare
nello stesso collegio in The Blackcoat’s Daughter. Questo
horror psicologico soprannaturale è certamente una scelta
sottovalutata di A24, ma il colpo di scena porta a un finale
confuso che ha fatto sì che l’accoglienza della critica rimanesse
nella media. Le recensioni positive hanno definito il film
lento e d’atmosfera, mentre quelle negative hanno detto
che il film si è basato soprattutto sul suo colpo di scena
finale.
Life After Beth (2014)
Una commedia romantica e horror,
Life After Beth si rifà alla classica tradizione degli
zombie quando un giovane uomo, la cui fidanzata è appena morta,
scopre che la sua amante è tornata dalla morte, senza alcun ricordo
del suo decesso. Purtroppo, anche se all’inizio la ragazza sembra
stare bene, ben presto inizia a subire una terrificante
trasformazione. Sebbene Life After Beth abbia i suoi
momenti comici e campanilistici, un film meno riuscito che avesse
trattato lo stesso materiale narrativo avrebbe potuto sconfinare
nel ridicolo.
Questo film horror di A24 è
essenzialmente una svolta macabra di 500 Days of Summer,
che, sorprendentemente, funziona abbastanza bene. Anche se il film
non ha ricevuto le migliori recensioni, rimane un classico
di culto e qualcosa di molto diverso nel genere horror
zombie.
The Hole In The Ground (2019)
The Hole in the Ground
segue una giovane madre, Sarah, e suo figlio, Chris, mentre si
trasferiscono in una nuova città. Ma quando Chris scompare nella
foresta una notte, ritorna solo per iniziare a comportarsi in modo
strano, portando Sarah a credere che non sia affatto suo figlio.
Questo film horror irlandese, ricco di suspense, presenta alcune
grandi scene nella grotta sotterranea e rappresenta uno dei pochi
film horror decenti su un vero e proprio changeling mitologico.
Tuttavia, alcuni hanno criticato
The Hole in the Ground come un po’ insipido e monocorde,
soprattutto rispetto ad altri film horror di A24. Nonostante ciò,
il film ha ottenuto un punteggio molto alto, pari all’83%, su
Rotten Tomatoes, e i critici ne hanno lodato
l’originalità.
Enemy (2014)
Primo film horror di A24, Enemy è un thriller surrealista diretto da Denis
Villeneuve e interpretato da Jake Gyllenhaal nel ruolo di Adam Bell e
Anthony Claire. Il film segue un insegnante di storia un po’
scapestrato, Adam Bell, che scopre un attore minore identico a lui.
Adattamento della pluripremiata novella The Double di Jose
Saramago, Enemyè un esercizio di
manipolazione del pubblico e, secondo alcuni, uno dei film
più sottovalutati degli anni 2010.
Il film evoca un senso di ansia
palpabile e mantiene il pubblico in attesa. Detto questo, il finale
cade a fagiolo, rendendo il film confuso. Tuttavia, i fan che hanno
imparato a conoscere Villeneuve grazie a film come Dune e Blade Runner 2049 dovrebbero dare
un’occhiata a questo film. È la prova che un giorno il regista farà
grandi cose.
Beau Is Afraid (2023)
Ari Aster si è fatto un nome con i
film horror di A24, avendo diretto due dei migliori film di tutti i
tempi, Hereditary e Midsommar. Tuttavia, alcuni hanno ritenuto che ci sia
stato un passo indietro con il suo film del 2023, Beau
is Afraid. Il film ha come protagonista Joaquin Phoenix
nei panni di un uomo di mezza età con problemi di ansia che deve
prendere un volo per andare a trovare sua madre, ma ha paura di
lasciare il suo appartamento. Quando finalmente parte per il
viaggio, tutto ciò che potrebbe andare storto accade, e finisce per
essere rapito da una coppia che non lo lascia andare via.
Il film è uno sguardo astratto
sulle lotte mentali di Beau e mostra come i dubbi su se stessi, la
paura e l’ansia possano quasi affogare una persona se non viene
curata. Tuttavia, il film ha ricevuto recensioni
contrastanti e molto polarizzate, con molte persone che
hanno respinto i temi trattati e hanno affermato che Aster ha
realizzato un film autoindulgente ed eccessivamente farcito.
Phoenix ha ricevuto una nomination ai Golden Globe per la sua
interpretazione.
Men (2022)
Il film horror Men di
A24 segue la giovane vedova Harper (Jessie
Buckley), che decide di fare un viaggio nella campagna inglese.
Tuttavia, al suo arrivo, sembra che qualcuno – o qualcosa – la stia
perseguitando. Il film, diretto dal regista Alex Garland
(Ex
Machina), è stato accolto da recensioni mediocri, ma gli
aspetti positivi di Men sono stati molti. Il cast ha
intrecciato una storia intrigante e il suo tono voyeuristico è
cresciuto fino alla frenesia del finale.
Detto questo, Men
halasciato troppo ambiguo il film
ed è stato così simbolico che gli spettatori occasionali hanno
avuto difficoltà a decifrarne il significato. Nonostante ciò, il
film ha vinto il premio per i migliori effetti speciali ai British
Independent Film Awards e sia Jessie Buckley che Rory Kinnear hanno
ottenuto una nomination ai Critics Choice Super Awards. Non si
trattava dell’opera magna di Garland, ma ha dato al regista la
possibilità di fare qualcosa di sovversivo e innovativo, grazie ai
cervelloni di A24.
Uscito nel 2021, l’horror islandese
Lamb è uno degli sforzi più strani di A24.
Noomi Rapace e Hilmir Snær Guðnason interpretano una
coppia di agricoltori che inizia ad allevare una bizzarra creatura
ibrida pecora/uomo che chiamano Ada, dopo che una delle
loro pecore l’ha partorita. Come ci si potrebbe aspettare, questo
strano accordo si trasforma rapidamente in mania, portando alla
rivelazione finale di cosa esattamente abbia generato Ada.
Sebbene sia considerato un po’
troppo strano per il suo stesso bene,
Lambvanta un’ottima
interpretazione della Rapace e ha meritatamente ottenuto
un ampio consenso. Iceland è stato candidato agli Academy Awards,
ma non è stato scelto come finalista per il premio. L’unico grande
problema del film è che molti critici e spettatori hanno trovato il
soggetto un po’ troppo astratto e oscuro, ma le persone che hanno
apprezzato Lamb lo ammirano per le stesse ragioni.
Y2K (2024)
In 2024, il regista Kyle Mooney ha
voluto creare un omaggio all’assurdo panico che ha travolto
il mondo nel 1999 con il film Y2K. Il film si
basa sulla convinzione che i sistemi informatici si sarebbero
bloccati con l’arrivo dell’anno 2000, a causa del fatto che molti
sistemi operativi non erano stati impostati per comprendere la
differenza tra il 1900 e il 2000. La gente credeva che i computer
si sarebbero spenti, gli aerei sarebbero caduti dal cielo, gli
ospedali sarebbero diventati neri, uccidendo i pazienti, e il mondo
sarebbe precipitato nel caos.
A partire da queste paure, Mooney
ha creato una commedia horror in cui la fine è arrivata, ma in modo
diverso. I computer e l’elettronica diventano senzienti e iniziano
a uccidere gli esseri umani, quasi come nel classico cult
Maximum Overdrive. Con alcuni volti noti, tra cui
Alicia Silverstone, Rachel Zegler e Fred Durst, il film è
uno sguardo comico su uno scenario apocalittico. Tuttavia, secondo
la critica, il film è rimasto uno dei film di fascia media di A24,
anche se è stato certificato fresco su Rotten Tomatoes.
Bodies Bodies Bodies
(2022)
Bodies Bodies Bodies vede
un cast di ventenni organizzare una festa contro l’uragano in una
villa isolata. Tuttavia, proprio quando la festa ha inizio, le
persone iniziano a essere uccise una ad una. Bodies Bodies
Bodies ha ottenuto un buon risultato in termini di recensioni,
visto che il punteggio attuale su Rotten Tomatoes è dell’85% per la
critica e del 69% per il pubblico. L’horror/commedia ha un
cast giovane e incredibile e un’arguzia tagliente come un
rasoio.
Tuttavia, alcuni critici non sono
stati dello stesso parere. La mancanza di indizi ha reso il
mistero particolarmente difficile da seguire, e la
lentezza della messa in scena non ha favorito la riuscita di
Corpi e corpi. Detto questo, il film è stato apprezzato da
molti fan e ha guadagnato un pubblico ancora più numeroso quando è
arrivato in streaming, con elogi per il cast, tra cui un Pete
Davidson sorprendentemente divertente. Il film ha cercato di
satireggiare l’alta società, ma non ha sempre centrato le critiche
ed è stato apprezzato soprattutto per i suoi aspetti slasher.
Climax (2018)
L’esperienza drammatica
cinematografica unica di Gaspar Noe, Climax, presenta tecniche cinematografiche innovative,
ballerini professionisti senza esperienza di recitazione e una
qualità surreale e onirica che rende l’intero film diverso da
qualsiasi cosa gli spettatori abbiano visto prima. La storia segue
un corpo di ballo che organizza una festa dopo le prove e scopre
che qualcuno ha aggiunto del punch all’LSD. Quello che segue è un
caotico e terrificante caos di persone che cercano di far fronte
alla situazione, mentre tutti scendono in uno stato mentale di
forte agitazione.
Il film che ne risulta è unico,
soprattutto tra i film horror di A24, ma è davvero un’esperienza
horror eccezionale che mette in luce i terrori della vita reale.
Climaxha vinto l’Art Cinema
Award a Cannes ed è stato premiato in diverse cerimonie
cinematografiche europee. Mentre il cast ha ricevuto elogi e lo
stile del regista è stato riconosciuto, l’eccessiva dipendenza del
film dalla violenza è stata spesso la principale critica al suo
status tra gli altri film di A24.
Into The Forest (2016)
Seguendo due sorelle che vivono in
una casa isolata nei boschi, Into the Forest esplora i
temi della famiglia, della sopravvivenza e del trarre il massimo da
ciò che si ha. Into the Forest si svolge in un futuro
prossimo, con Elliot Page e Evan Rachel Wood nei panni di due
sorelle giovani e adulte e Callum Keith Rennie nel ruolo del padre,
che le ha trasferite nella natura selvaggia in una casa che ha
costruito a mano.
Il film è un bellissimo,
straziante e suggestivo sguardo sulla famiglia e sulla
sopravvivenza, e porta avanti lo stile caratteristico di A24: un
horror ben realizzato e a fuoco lento.
Ma quando una massiccia
interruzione di corrente in tutto il continente porta a un collasso
tecnologico in tutta la regione, i fratelli devono superare e
sopravvivere da soli, con l’aiuto l’uno dell’altro. Il film
è un bellissimo, straziante e suggestivo sguardo sulla famiglia e
sulla sopravvivenza, e porta avanti lo stile
caratteristico di A24: un horror ben realizzato e a fuoco lento.
Essendo uno dei primi film di A24, da allora è stato per lo più
dimenticato, anche se la critica ha elogiato Page e Wood per le
loro interpretazioni.
The Monster
(2016)
The Monster è incentrato
su una madre e una figlia bloccate su una remota strada boscosa
quando la loro auto si rompe durante un viaggio per andare a
trovare il padre della figlia. Tuttavia, mentre le due aspettano un
carro attrezzi e un’ambulanza, iniziano a rendersi conto di non
essere sole nel bosco, poiché una grande creatura nera simile a un
cane inizia a dar loro la caccia.
La rappresentazione toccante e
straziante della relazione abusiva e codipendente tra madre e
figlia è ripresa dal mostro, che deve superare le proprie
difficoltà per sopravvivere alla notte. Il film ha ricevuto il
plauso della critica, con un punteggio dell’80% su Rotten Tomatoes.
I critici hanno sottolineato l’ambientazione e le
interpretazioni come punti di forza di una storia molto
spaventosa, lodando l’atmosfera e l’interpretazione dei
due attori Zoe Kazan ed Ella Ballentine, che hanno dovuto sostenere
l’intero film sulle loro spalle.
It Comes At Night (2017)
It Comes at Night è un
film horror post-apocalittico che racconta di una famiglia
che vive in una remota casa nella foresta mentre una malattia
altamente contagiosa devasta la terra. Tuttavia, quando
una notte il patriarca della famiglia scopre un uomo che si
introduce nella loro casa in cerca di acqua, le due famiglie
finiscono per unire le forze per sopravvivere, solo per scoprire
che il vero orrore viene dall’interno.
Il film è girato magnificamente e
presenta alcune grandi sequenze da incubo, oltre a
un messaggio attuale. La critica ha elogiato il film, sottolineando
la sua storia scarna e la capacità di creare spaventi sulla base di
ciò che non viene mostrato sullo schermo. Il giovane protagonista
Kelvin Harrison Jr. ha anche ottenuto una nomination come attore
emergente ai Gotham Independent Film Awards. It Comes at
Night è diventato uno dei film più popolari di A24 grazie al
suo passaggio su Netflix, dove molti lo hanno riscoperto.
X (2022)
Uno dei film horror di maggior
successo di A24 è il film di Ti West, X. Una nuova
versione di un classico slasher, X
segue un gruppo di persone che cercano di girare un film porno
nel Texas rurale durante gli anni ’70. Dopo aver trovato una
fattoria di proprietà di una coppia di anziani, il gruppo inizia a
essere ucciso uno per uno. X si avvale di un cast
straordinariamente forte, con volti noti come Mia Goth, Jenna
Ortega e Brittany Snow.
L’unico problema diX è che
forse è troppo esplicito. Nonostante l’apertura con recensioni
positive, alcuni critici hanno trovato che X sia
ostacolato piuttosto che aiutato dalla sua autoconsapevolezza del
genere slasher e, purtroppo, alcuni dei tropi satirizzati un po’
troppo bene. Tuttavia, la critica ha elogiato la
Goth, che ha fatto il doppio lavoro con due ruoli, e il
film ha ottenuto un sequel pochi mesi dopo. Mia Goth ha continuato
a girare altri due film del franchise, Pearl e
MaXXXine, dimostrando che la sua performance qui era solo
un presagio delle cose a venire.
Talk to Me
(2022)
Il film horror Talk to Me
(2022) di A24 ha preso il genere della possessione demoniaca e
dello slasher movie e lo ha stravolto. Questo è stato un po’
sorprendente, dato che i registi, i fratelli australiani Danny
Philippou e Michael Philippou, prima di realizzare questo film
erano noti soprattutto come creatori di contenuti shock per
YouTube. Il risultato è stato un film spaventoso, creativo
e uno dei migliori film horror del 2023. Il film è
incentrato su un braccio mozzato che gli adolescenti credono possa
permettere loro di parlare con i morti se afferrano la sua
mano.
Il problema è che questo è vero e
se qualcuno lo tiene troppo a lungo, i morti hanno la possibilità
di connettersi con l’ospite e prenderne il controllo. Quando i
giovani che lo usano a una festa iniziano a morire, è chiaro che
uno di loro ha portato i morti da questa parte. Ciò che rende il
film ancora più impressionante
è il finale di Talk to Me, che prevede un possibile
sequel.
In Fabric (2018)
In Fabric è uno
straordinario film horror di A24 – una commedia di fantasmi di
Peter Strickland (Berberian Sound Studio, Duke of
Burgundy) che segue il viaggio di un vestito maledetto che
passa da persona a persona. Può essere descritto come una
sorta di remake giallo diThe Sisterhood of
the Traveling Pants, con musica synth, immagini
surreali e colori vivaci e gialli.
Sebbene gran parte di In
Fabric sia un horror, il film inserisce in modo intelligente
un po’ di commedia per rendere l’idea del vestito infestato, e
l’intero film funziona magnificamente. Il film ha un’alta
valutazione del 91% suRotten
Tomatoes ed è stato nominato uno dei migliori film
del 2019 da Sight & Sound. I critici hanno elogiato il
film, affermando che offre un’arguzia secca in modi sorprendenti e
ha un senso dell’umorismo distorto e contorto che non ha nulla a
che vedere con il genere horror dell’epoca.
MaXXXine
(2024)
Terzo film della serie X
di Ti West,
MaXXXine riprende il ruolo di Maxine Minx, l’unica
sopravvissuta del primo film. Dopo aver lavorato nell’industria del
porno, Maxine cerca ora di sfondare come star del cinema
tradizionale. Mentre si muove nello squallido mondo della
Hollywood degli anni ’80, Maxine si ritrova nel mirino di un
brutale assassino.
Sebbene
MaXXXine abbia una colonna sonora piena di pezzi anni
’80 e sia sicuramente il più rumoroso e massimalista dei
film di X , il suo tono irregolare è stato criticato dalla
critica, che concorda sul fatto che sia il più debole dei film di
West per A24. Ma il pubblico è stato un po’ più clemente e
MaXXXine è il film di X che ha incassato di più
fino ad oggi, con 22 milioni di dollari al botteghino mondiale.
Mia Goth è ancora affascinante come sempre e si è guadagnata la
corona di regina delle urla di Hollywood.
Il sacrificio del cervo sacro
(2017)
In questa rivisitazione moderna di
una classica tragedia greca,
Il sacrificio del cervo sacro (The Killing of a Sacred
Deer) segue un chirurgo che fa amicizia con un adolescente per
il senso di colpa di non essere riuscito a salvare il padre dalla
morte sul tavolo operatorio. Ben presto, però, il chirurgo scopre
che il coinvolgimento del ragazzo nella sua vita è molto più
sinistro della ricerca di un modello maschile nel campo della
medicina.
Sebbene all’inizio il dialogo
stentato sia un po’ fuori luogo, il pubblico si ritrova rapidamente
coinvolto nella famiglia e nella storia, man mano che le cose si
fanno sempre più strane e oscure. Il film ha ricevuto recensioni
per lo più positive, con un punteggio del 79% su Rotten Tomatoes.
Ha ottenuto anche molti riconoscimenti
dalla critica, vincendo il premio per la miglior sceneggiatura al
Sundance e ottenendo tre nomination agli European Film
Awards. Yorgos Lanthimos è diventato un regista di culto e il suo
talento gli è valso il riconoscimento dell’Oscar.
Green Room (2015)
Green Room segue una band
punk che si ritrova in un club isolato gestito da skinhead
neonazisti, il che sarebbe già abbastanza grave, ma quando
assistono accidentalmente a un omicidio sul posto, si ritrovano
sotto l’attacco dei nazisti. Interpretato dal compianto Anton
Yelchin, da Joe Cole, Imogen Poots e da un cattivo
Patrick Stewart, il film è teso, ricco di azione e
assolutamente emozionante.
Anton Yelchin, nel suo ultimo ruolo
cinematografico prima della morte, offre un’interpretazione
straordinaria di Pat, il bassista e protagonista maschile. Mentre
la maggior parte dei film horror di A24 ha una sorta di colpo di
scena o di stratificazione di surrealismo e metafore, Green
Room contraddice la tendenza degli studios, essendo un film
horror diretto, realizzato in un modo fresco, grintoso ed efficace.
Il film è oscuro e inquietante nei modi giusti ed
è un po’ più diretto di molti film horror di A24, ma è comunque un
capolavoro.
Pearl (2022)
Mia Goth in una scena di Pearl
Raramente un sequel fa meglio del
suo predecessore, ma il prequelX,
Pearlha ricevuto ancora più
elogi. Mia Goth è tornata a interpretare il personaggio
principale di Pearl, come aveva fatto in X, dove
interpretava sia l’anziana Pearl che Maxine. Il film segue
l’omonimo personaggio mentre vive nella stessa fattoria di X
durante la prima guerra mondiale. Pearl vuole solo diventare
una star e non si fermerà davanti a nulla per assicurarsi che ciò
accada.
Il motivo per cui Pearl
supera X è che non si affida così pesantemente ai tropi
dello slasher, trovando invece la maggior parte del suo orrore
cupamente umoristico nell’ambientazione storica.
Pearlè davvero un orribile
studio sul personaggio di una donna ambiziosa e violenta e
sui mezzi che usa per ottenere ciò che vuole. La cosa importante da
ricordare è che Mia Goth è l’MVP di questo franchise e
Pearl le offre molta più carne da masticare nella sua
interpretazione. Non è così sporco e torbido come X, ma è
più stratificato e dinamico.
Under The Skin (2014)
Under the Skin è un film
horror di A24 con
Scarlett Johansson nel ruolo di un’extraterrestre che,
travestendosi da donna umana, seduce e rimorchia uomini in Scozia.
Liberamente basato sul romanzo Under the Skin di Michael
Faber, questo film di A24 è un’immagine bellissima e
ossessionante di una prospettiva aliena sul mondo umano.
Under the Skin è stato premiato per l’interpretazione
della Johansson, la regia di Glazer e la colonna sonora di Mica
Levi.
Anche se il messaggio potrebbe
essere perso per alcuni, il film è uno sguardo profondamente
toccante sull’esperienza umana e mette in luce alcune interessanti
e complicate esperienze di politica di genere. Under the Skin è stato un fallimento al botteghino, ma
la critica lo ha apprezzato e ha lodato sia l’interpretazione della
Johansson che la regia di Glazer, mentre la BBC lo ha definito uno
dei migliori film del 21° secolo. Il film è stato nominato per due
premi BAFTA, tra cui Outstanding British Film.
Saint Maud (2019)
Uno dei film horror A24 più
acclamati finora,
Saint Maud del 2019 non è stato distribuito in Nord
America fino al gennaio 2021, a causa di diversi ritardi.
Fortunatamente, molti hanno trovato questa miscela di body horror e
thriller psicologico degna dell’attesa. La trama di base vede la
protagonista Maud, infermiera in un ospizio e da poco convertita al
cattolicesimo, credere di dover salvare l’anima della sua paziente
morente, un’ex ballerina. Le cose non sono così semplici come
questa sinossi potrebbe far pensare, nella trama a più livelli di
Saint Maud .
Morfydd Clark si è guadagnata un
elogio particolare per la sua interpretazione da protagonista,
mentre la scrittrice/regista esordiente Rose Glass è stata indicata
da molti come una regista horror da tenere d’occhio. Saint
Maud ha anche attirato paragoni positivi con il precedente
film di A24, Under the Skin. Saint
Maudha ottenuto 17 nomination ai British
Independent Film Awards, vincendo come miglior regista
esordiente e miglior fotografia.
The Lighthouse (2019)
Questo film horror di A24,
sorprendentemente artistico, è un thriller psicologico
drammatico a due personaggi. The Lighthouse di Roger Eggers ha come protagonisti
Willem Dafoe e Robert Pattinson nei panni di una coppia di
guardiani del faro che lottano per mantenere la loro sanità mentale
mentre rimangono isolati insieme su una remota isola del New
England nel 1890. Originariamente pensato come un adattamento del
frammento di Edgar Allen Poe “The Light-House”, il film finale
ha poca somiglianza con lo scritto, tranne che per il titolo.
Le interpretazioni di
Pattinson e Defoe sono spettacolari e fanno la differenza nel film,
contribuendo a costruire l’atmosfera di isolamento, tensione e
perdita della sanità mentale.
Il film è più direttamente ispirato
a un incidente avvenuto nel XIX secolo al faro di Smalls, in
Galles, che coinvolse due guardiani del faro, entrambi di nome
Thomas. Le interpretazioni di Pattinson e Defoe sono
spettacolari e fanno la differenza nel film, contribuendo
a costruire l’atmosfera di isolamento, di tensione e di perdita
della sanità mentale. La storia esplora i temi dell’analisi
psicologica freudiana e junghiana, così come la mitologia greca
classica, l’alcolismo e la sessualità attraverso una lente surreale
e a tratti lovecraftiana che risulta efficacemente
agghiacciante.
Midsommar (2019)
Secondo film di Ari Aster, Midsommar è considerato da molti il film
horror di A24 che ha catapultato lo studio alla ribalta del
genere. Midsommar segue un gruppo di amici che si
reca in Svezia per un festival che si svolge ogni 90 anni, solo per
ritrovarsi in una cerimonia sacrificale. Sebbene la premessa sia
molto più lineare rispetto al suo primo film, con una linea di
trama chiara dall’inizio alla fine, il film presenta lo stile
caratteristico di Aster di esplorare l’esperienza umana come
orrore.
Trattando i temi del dolore,
dell’amore, dell’abuso e della famiglia, il film è uno sguardo
toccante sulla fine di una relazione malsana attraverso la lente di
un culto religioso omicida. Il film è inoltre
caratterizzato da un
finale che lascia a bocca aperta e che rimarrà
impresso nello spettatore. Midsommar è un film che merita
di essere visto più volte, perché Ari Aster ha aggiunto molto al
film per arrivare alla sua conclusione da brivido. Il film presenta
anche una delle migliori interpretazioni di Florence Pugh in un
film che deve molto a The Wicker Man.
The Witch (2015)
Un horror popolare ambientato nel
1630 nel New England, il film horror di A24 The Witch si
concentra sulla vita del colono inglese William e della sua
famiglia, banditi dalla colonia puritana di Plymouth a causa di una
disputa religiosa. Tuttavia, una tragedia dopo l’altra si abbatte
sulla già difficile vita della famiglia quando il loro bambino
appena nato, Samuel, viene rapito da qualcosa proveniente dalla
foresta.
Ben presto la famiglia si scaglia
l’una contro l’altra, accusando la figlia maggiore di stregoneria.
Il film dipinge un quadro bello e desolante dei primi
coloni americani del XVII secolo, delle loro credenze e
della loro cultura, compresi i legami con il processo alle streghe
di Salem, e anche dell’esperienza delle donne sia in quel periodo
che ai giorni nostri, poiché i temi possono essere facilmente
applicati a entrambi. Il film può essere difficile da guardare, ma
ne vale la pena per vedere il vero orrore che spesso manca nelle
offerte più mainstream del genere.
Hereditary (2018)
Hereditary è ancora il
miglior film horror di A24 finora ed è uno dei film horror più
apprezzati degli ultimi anni. Il capolavoro di Ari Aster
esplora i traumi generazionali e le dinamiche familiari
attraverso gli occhi della famiglia Graham. Quando la matriarca
muore, la figlia inizia a scoprire segreti davvero terrificanti sul
destino che ha ereditato. Il successo diHereditaryrisiede
nella sua atmosfera, con una superba interpretazione di Toni
Collette che crea tensione per tutta la durata del film.
Con oltre 80 milioni di dollari a
fronte di un budget di 10 milioni, Hereditary è diventato il film di maggior incasso di
A24, e per una buona ragione. Hereditary non è solo un
film horror cosiddetto “di alto livello”, che trasmette messaggi
toccanti sulla salute mentale e sui traumi generazionali, ma è
anche un film genuinamente spaventoso che rimane impresso allo
spettatore per molto tempo dopo la sua conclusione.
Hereditary si rifà a classici dell’horror come
L’esorcista e Rosemary’s Baby, portandoli
nell’era moderna, il meglio della produzione horror di
A24.
Mese di Aprile ricco di serie tv in
arrivo su Paramount+,
oltre all’attesa
quinta e ultima stagione di Star
Trek: Discovery, anche la prima stagione di Dora, la
nuova serie live-action Knuckles e molto altro. Ecco tutti i
film e le serie tv in uscita ad Aprile su Paramount+.
Star
Trek: Discovery
Disponibile dal 4 aprile –
Nella
quinta e ultima stagione il Capitano Burnham e l’equipaggio
della U.S.S. Discovery scoprono un mistero che li condurrà in
un’epica avventura attraverso la galassia, per trovare un antico
potere la cui esistenza è stata deliberatamente nascosta per
secoli. Ma troveranno anche nemici pericolosi, determinati a
reclamare il premio per sé e che non si fermeranno davanti a nulla
per ottenerlo.
Il cast della quinta stagione di
Star
Trek: Discovery comprende
Sonequa Martin-Green (Capitano Michael Burnham), Doug Jones
(Saru, Anthony Rapp (Paul Stamets), Mary Wiseman (Sylvia Tilly),
Wilson Cruz (Dr. Hugh Culber), David Ajala (Cleveland “Book”
Booker), Blu del Barrio (Adira) e Callum Keith Rennie (Rayner). La
quinta stagione vede nel cast anche le guest star Elias Toufexis
(L’ak) e Eve Harlow (Moll).
La serie è prodotta dai CBS Studios
in associazione con Secret Hideout e Roddenberry Entertainment.
Alex Kurtzman, Michelle Paradise, Heather Kadin, Aaron Baiers, Olatunde
Osunsanmi, Sonequa Martin-Green, Frank Siracusa, John Weber, Rod
Roddenberry e Trevor Roth sono i produttori esecutivi. Alex
Kurtzman e Michelle Paradise sono i co-showrunner. Le prime quattro
stagioni di STAR TREK: DISCOVERY sono attualmente
disponibili in streaming in esclusiva su Paramount+.
DORA
S1
Disponibile dal 12 aprile
– Su Paramount+
arriva DORA, il reboot dell’amatissima serie “Dora
L’Esploratrice”, un cult per tutti i bambini. Con una nuova e
coloratissima animazione in Computer Graphic e trame sempre più
avvincenti, la serieDORA segue le avventure
dell’esploratrice bilingue più amata di sempre: all’anagrafe Dora
Marquez. Inseparabile da suoi amici Boots, la scimmietta miglior
amico, Map, Tico, e Zainetto, insieme dovranno superare molti
ostacoli mentre vengono sfidati dalla subdola volpe Swiper. Con la
telecamera che trasporta lo spettatore al fianco di Dora,
l’avventura diventa un viaggio emozionante attraverso la foresta
pluviale. Insieme a Dora i bambini potranno cantare, imparare lo
spagnolo, l’inglese e risolvere piccoli indovinelli che trovano
lungo il percorso. Alla fine, Dora, con l’aiuto del piccolo
spettatore a casa, darà la possibilità di scoprire e imparare tante
cose nuove.
Dal suo lancio su Nickelodeon il 14
agosto 2000, la serie “Dora L’Esploratrice” è rapidamente
diventata un fenomeno globale per milioni di bambini in tutto il
mondo e, quasi 25 anni dopo, è ancora uno dei programmi prescolari
più visti di tutti i tempi. Le otto stagioni della serie sono
attualmente disponibili per lo streaming su Paramount+.
Knuckles
Disponibile dal 27 aprile
– La nuova serie live-action Knuckles segue Knuckles in un
viaggio esilarante e ricco di azione alla scoperta di sé stesso,
quando accetta di addestrare Wade come suo protetto e di
insegnargli le vie del guerriero Echidna. La serie si svolge tra i
film SONIC THE
HEDGEHOG 2 e SONIC THE HEDGEHOG3 che
uscirà prossimamente.
Il regista/produttore esecutivo
Jeff Fowler ha diretto l’episodio pilota e ha contribuito a
conferire alla serie il caratteristico stile di animazione
cinematografica del film. Anche Neal H. Moritz, Toby Ascher, John
Whittington e Toru Nakahara sono produttori esecutivi insieme a
Idris Elba. Altri registi della serie sono Ged Wright, Brandon
Trost, Jorma Taccone e Carol Banker. La serie è stata creata da
John Whittington e Toby Ascher. Whittington, che ha scritto
SONIC THE HEDGEHOG 2, è il capo sceneggiatore e ha scritto
l’episodio pilota della serie. Altri sceneggiatori della serie sono
Brian Schacter e James Madejski.
THE
PAINTER
Disponibile dall’11 aprile
– Un ex agente della CIA, diventato un pittore affermato,
viene rintracciato da una giovane donna che ha dei legami con il
suo passato. I due rimangono invischiati in un programma di
operazioni segrete non autorizzate e non passa molto tempo prima
che diventino essi stessi dei bersagli.
Nel cast John
Voigt (premio Oscar come miglior attore per il film
“Tornando a Casa” e vincitore di quattro Golden Globe)
Charlie Weber (Le Regole del Delitto Perfetto) e
Madison Bailey.
ARK: THE ANIMATED
SERIES
Disponibile dal 19
aprile – Basata sul videogioco “ARK: Survival Evolve”,
questa serie animata segue la sopravvissuta e protagonista Helena
Walker, una paleontologa del XXI secolo, dopo il suo risveglio
iniziale in una misteriosa isola primordiale popolata da bestie
preistoriche, strana tecnologia e tribù in guerra. Helena farà
tutto il necessario per imparare a sopravvivere, cercando al
contempo di scoprire la vera natura di quello strano nuovo
mondo.
Il cast di doppiatori nella
versione originale vanta grandi nomi internazionali come i
vincitori dell’Oscar Michelle Yeoh e Russell
Crowe, Gerard Butler, David Tennant, i
candidati all’Oscar Jeffrey Wright ed Elliot Page,
Madeleine Madden, Vin Diesel oltre all’attrice italiana
Monica Bellucci.
Una produzione di Lost Continent
Entertainment e Lex + Otis, ARK: THE ANIMATED SERIES. I produttori
esecutivi sono Jeremy Stieglitz e Jesse Rapczak, insieme a Marc
Diana, Doug Kennedy, Jay Oliva, James Baldanzi, Vin Diesel e
Samantha Vincent per ONE Race Films; Gerard Butler e Alan Siegel
per G-Base Entertainment; e Russell Crowe. Stieglitz, Oliva, David
Hartman e Sebastian Montes sono i registi e la serie è co-scritta
da Marguerite Bennett e Kendall Deacon Davis. ARK: Survival Evolved
è una creazione originale dello sviluppatore di giochi Studio
Wildcard.
THE CHALLENGE: ALL
STARS S4
Disponibile dal 10 aprile
– Ventiquattro tra le più iconiche, audaci e
agguerrite All Stars sono state selezionate per tornare a
partecipare alla competizione finale a Cape Town per aggiudicarsi
il premio finale di 500.000 dollari. Quale di queste All Stars
dimostrerà di essere la migliore tra le migliori? Con Veronica
Portillo, Brad Fiorenza, Janelle Casanave.
DAL 1° APRILE SU PARAMOUNT+
ARRIVANO TANTI CONTENUTI PAW PATROL: IL FILM
DEI SUPERCUCCIOLI, PRONTI PARTENZA ALLA RISCOSSA, JET IN
SOCCORSO, ma anche gli episodi delle stagioni 9 e 10 della
serie e lo spin off dedicato a Rubble, RUBBLE AND
CREW.
SU PARAMOUNT+ ANCHE I NUOVI
CONTENUTI DAL BRAND MTV, tra cui CELEBRITY
EX ON THE BEACH s3, da venerdì 12 aprile, con un nuovo
episodio ogni settimana. Inoltre, sempre da MTV, in arrivo
SUPER SHORE, con la prima stagione il 22
aprile e la seconda stagione dal 29 aprile.
About
Paramount+
Paramount+ è un
servizio globale di streaming video digitale su abbonamento di
Paramount che offre una montagna di intrattenimento premium per il
pubblico di tutte le età. A livello internazionale, il servizio di
streaming offre una vasta libreria di serie originali, spettacoli
di successo e film popolari di ogni genere provenienti da marchi e
studi di produzione di fama mondiale, tra cui SHOWTIME®, CBS,
Comedy Central, MTV, Nickelodeon, Paramount Pictures e Smithsonian
Channel™, oltre a una robusta offerta di contenuti locali di prima
qualità. Il servizio è attualmente attivo negli Stati Uniti,
Canada, Regno Unito, Australia, America Latina, Caraibi, Austria,
Francia, Germania, Irlanda, Italia, Svizzera e Corea del Sud.
Disney+ è la casa dedicata allo streaming di
film e serie di Disney, Pixar, Marvel, Star
Wars, National Geographic e Star, compresi gli
esclusivi Disney+
original.
Dal 6 marzo, I
Simpson tornano con la 34a stagione completa, solo su
Disney+. Un nuovo film originale
intitolato Madu è in arrivo il 29 marzo solo su
Disney+.
Il film segue il dodicenne Anthony Madu mentre lascia la
sua casa in Nigeria per studiare in una delle più prestigiose
scuole di danza classica del mondo. Il suo viaggio è una storia di
coraggio, crescita, ostacoli straordinari, una complicazione
inaspettata che minaccia i suoi sogni e, infine, la sua ricerca di
appartenenza.
What We Do in the Shadows, la serie televisiva comedy-
horror targata FX, tornerà con la sua quinta e ultima stagione il
20 marzo su Disney+.
Il film originale in esclusiva su
Disney+ dal 15 marzo
Taylor Swift | The Eras Tour
(Taylor’s Version), il
film concerto per la prima volta in versione integrale e che
include il brano “cardigan” e quattro canzoni acustiche aggiuntive,
farà il suo debutto in streaming il 15 marzo 2024, solo su Disney+. L’esperienza cinematografica
dell’artista 14 volte vincitrice di un GRAMMY, Taylor Swift | The
Eras Tour, diretto da Sam Wrench, ha incassato più di 260 milioni
di dollari al botteghino mondiale, diventando il film concerto con
il più alto incasso di tutti i tempi.
Le serie tv in arrivo a Marzo 2024
su Disney+
Morte e altri dettagli
La prima stagione completa in
streaming dal 5 marzo
Morte e altri dettagli è incentrato
sulla brillante e irrequieta Imogene Scott (Violett Beane), che si
ritrova nel posto sbagliato/nel momento sbagliato (ok, è stata un
po’ colpa sua) e diventa la prima sospettata in un misterioso
omicidio. L’ambientazione? Un transatlantico del mediterraneo
sontuosamente restaurato. I sospetti? Ogni ospite e ogni membro
dell’equipaggio. Il problema? Per dimostrare la sua innocenza, deve
collaborare con un uomo che disprezza: Rufus Cotesworth (Mandy
Patinkin), il più grande detective del mondo.
EXTRAORDINARY
La seconda stagione completa della
serie originale in streaming dal 6 marzo su Disney+
Dopo le rivelazioni della prima
stagione, il gruppo di ragazzi si impegna nel difficile percorso
verso l’età adulta. Mentre Carrie e Kash riallacciano il loro
rapporto platonico e cercano di trovare la propria strada
individualmente, Jizzlord tenta di scoprire quale sia il suo vero
obiettivo. Jen, invece, si impegna a migliorare se stessa, sfida
non semplice vista la sua tendenza all’autosabotaggio.
X-Men ‘97
La nuova serie Marvel Animation in streaming dal
20 marzo
X-Men ’97 dei
Marvel Studios è il seguito dell’amato
classico degli anni ‘90 X-Men: The Animated Series, con storie
inedite sui mutanti più amati dal pubblico. Beau DeMayo è
produttore esecutivo e capo-sceneggiatore.
Nell – Rinnegata
La serie originale in streaming dal
29 marzo con tutti gli episodi
Nell Jackson, una giovane donna
scaltra e coraggiosa, si ritrova incastrata per un omicidio e
diventa inaspettatamente la più famosa fuorilegge dell’Inghilterra
del XVIII secolo. Ma quando appare uno spirito magico chiamato
Billy Blind, Nell capisce che il suo destino è più grande di quanto
avesse mai immaginato.
I TITOLI DI MARZO DI NATIONAL
GEOGRAPHIC
GENIUS: MLK/X
La nuova stagione completa della
serie originale National Geographic in streaming dal 13 marzo
La nuova stagione della serie
antologica vincitrice del premio Emmy, intitolata GENIUS: MLK/X, si
concentra su due figure iconiche: Martin Luther King Jr.
(interpretato da Kelvin Harrison Jr.) e Malcolm X (interpretato da
Aaron Pierre). La serie ripercorre gli anni della formazione
influenzati da padri forti e ingiustizie, e le storie complesse e
complementari che hanno plasmato le loro identità e rendendoli il
cambiamento che desideravano vedere nel mondo.
Questa serie offre uno sguardo
intimo sulle loro vite, mostrandoli non solo come leader pubblici,
ma anche come mariti, padri, fratelli e figli, mettendo in luce la
loro umanità dietro le iconiche figure. Con le loro formidabili
mogli, Coretta Scott King (interpretata da Weruche Opia) e Betty
Shabazz (interpretata da Jayme Lawson), al loro fianco, King e X
emergono come due visionari che hanno guidato un movimento.
QUEENS: LE REGINE DELLA
NATURA
La prima stagione completa della
docuserie National Geographic in streaming dal 5 marzo.
I luoghi più selvaggi del pianeta
hanno sempre ospitato potenti leader, ma questa è la storia di un
nuovo eroe: feroce, intelligente, resistente e… femminile. QUEENS:
LE REGINE DELLA NATURA racconta le matriarche e le leader di tutto
il mondo per mostrare una storia di sacrificio e resilienza, ma
anche di amicizia e amore. Queste regine non sono sempre gentili o
delicate e non lasciano che nulla si frapponga tra loro e il
successo e la sicurezza delle loro famiglie. Guidata dalla potente
narrazione della pluripremiata attrice Angela Bassett, QUEENS: LE REGINE DELLA NATURA
mette a fuoco per la prima volta il mondo naturale attraverso la
lente femminile.
La serie, realizzata in quattro
anni e con un team di produzione composto da donne provenienti da
tutto il mondo – una novità assoluta nel settore della storia
naturale – si avvale di tecnologie all’avanguardia per rivelare
come le popolazioni femminili del mondo naturale salgono al potere,
spesso affidandosi alla cooperazione e alla saggezza piuttosto che
alla forza. L’episodio finale della serie celebra le donne che si
sono spinte fino ai confini della Terra e hanno dedicato la loro
vita a documentare e proteggere le regine animali. Non per niente
viene chiamata Madre Natura. Rendiamo omaggio alle regine.
IN GROENLANDIA CON ALEX
HONNOLD
Tutti gli episodi della serie
targata National Geographic in streaming dal 27 marzo.
Alex Honnold (Free Solo) si imbarca
in un’epica ricerca di pareti mai scalate prima in uno degli angoli
più remoti della Groenlandia, un paese in prima linea nella crisi
climatica. Honnold ha sempre sognato di esplorare la Groenlandia e
le sue vette. Ora, insieme agli scalatori di fama mondiale Hazel
Findlay e Mikey Schaefer, tenta di raggiungere la vetta
dell’Ingmikortilaq, una falesia artica mai scalata che si erge da
una regione selvaggia e ghiacciata e oltre 300 metri più alta
rispetto a El Capitan di Free Solo.
Per Honnold, da tempo attivista per
il clima, questa spedizione non è solo un’arrampicata. È
un’opportunità per testimoniare in prima persona l’impatto del
cambiamento climatico su una regione selvaggia di vitale importanza
per il futuro del pianeta. Con l’aiuto della dottoressa Heïdi
Sevestre, una glaciologa che lavora con l’Arctic Monitoring and
Assessment Program, della guida groenlandese Adam Kjeldsen e del
famoso esploratore Aldo Kane, il team utilizza uno speciale radar
per misurare in tempo reale la profondità e la densità di una
sezione raramente studiata della calotta glaciale della
Groenlandia. IN GROENLANDIA CON ALEX HONNOLD è una spedizione
scientifica in tre parti condotta da uno dei più grandi scalatori
del mondo per inseguire il sogno di una vita.
Photographer
Tutti gli episodi della serie
targata National Geographic in streaming dal 19 marzo.
Photographer è una docuserie in sei
episodi realizzata dai registi Jimmy Chin e Chai Vasarhelyi,
vincitori di un Academy Award e di un Emmy Award, che guida il
pubblico in un viaggio al fianco dei più straordinari narratori
visivi del mondo. Ogni episodio, della durata di un’ora, segue la
vita di un fotografo iconico, dai primi anni della sua infanzia e
carriera fino alla sua vita e alle sue imprese attuali.
Attraverso l’intreccio di
retroscena, archivi, interviste e filmati veritieri delle loro
missioni attuali, gli spettatori potranno approfondire il processo
creativo di ogni fotografo, scoprendo come si sono avvicinati alla
fotocamera e come hanno dato vita a immagini diventate
iconiche.
Dopo il grande entusiasmo dimostrato
dai fan di tutto il mondo lo scorso anno, la k-wave sembra essere
diventata un fenomeno ormai inarrestabile. Con il passare dei mesi,
infatti, Netflix si impegna sempre di più
a fornire una vasta gamma di contenuti coreani di alta
qualità, capaci di conquistare e emozionare anche il
pubblico più scettico e meno incline al cinema e alla serialità
dell’Asia Orientale. «Quest’anno il nostro catalogo di
contenuti dalla Corea offre titoli diversi che catturano la
vera essenza dei narratori coreani» – ha dichiarato
pochi giorni fa Don Kang, Vice Presidente di
Netflix Corea.
«Che si tratti di serie
TV, film o innovativi titoli unscripted, condivideremo
esperienze indimenticabili con i fan dell’intrattenimento in tutto
il mondo e titoli imperdibili che saranno disponibili solo su
Netflix». Tra attesi ritorni (come le nuove stagioni di
Sweet Home, Squid Game e La Creatura di
Gyeongseong) e una vasta selezione di serie TV e film di
ogni genere, il catalogo Netflix del
2024 – già inaugurato da alcuni avvincenti e oscuri
k-thriller, tra cui Eredità Sepolta, Badland Hunters e
A Killer Paradox –
promette dunque un anno ricco di emozioni, suspense e nuove
scoperte che continueranno a catturare l’immaginazione degli
spettatori e a consolidare ulteriormente il fenomeno globale della
k-wave.
MY NAME IS LOH KIWAN
My Name is Loh Kiwan | In foto l’attore Song Joong-ki nei panni di
Loh Kiwan.
Il celebre attore Song
Joong-ki (conosciuto su Netflix per il suo ruolo nella
serie Vincenzo) torna su Netflix con il toccante
dramma romanticoMy Name is Loh Kiwan. Diretto da
Kim Hee-jin e basato sul romanzo I Met Loh Kiwan di Cho
Hae-jin, il film racconta la tragica storia di un disertore
nordcoreano che, nella speranza di poter sopravvivere e
avere una seconda possibilità, si rifugia in Europa, dove cercherà
di ricostruirsi una vita senza soldi né conoscenze. Mentre cerca di
ottenere con grande difficoltà l’asilo in Belgio, conosce Marie
(interpretata da Choi Sung-eun, già vista in
The Sound of Magic accanto a Ji Chang-wook), una donna
sola e sconsolata in cerca di un valido motivo per ricostruire la
propria vita. My Name is Loh Kiwan sarà disponibile su
Netflix a partire dal 1° marzo.
CHICKEN NUGGET
Chicken Nugget | In foto (da sinistra a destra) Ryu Seung-ryong
(Choi Sun-man) e Ahn Jae-hong (Ko Baek-joong).
Basato sull’omonimo webtoon
Naver di Park Jidok, Chicken Nugget è la
spiritosa serie fantasy diretta da Lee Byeong-heon
e con protagonisti gli attori Ryu Seung-ryong, Ahn Jae-hong e Kim
You-jung (My Demon, qui la
recensione). La serie comica segue le vicende di una giovane
donna che, dopo essere entrata in un misterioso macchinario, si
ritrova improvvisamente trasformata in una crocchetta di
pollo agrodolce (Dakgangjeong). Determinati a riportarla
alla sua forma originale, suo padre e il suo migliore amico
intraprendono una serie di buffe e imprevedibili avventure,
ritrovandosi ad affrontare una catena di bizzarri eventi lungo il
cammino.
La prima stagione di Chicken
Nugget arriverà su Netflix Italia il 15 marzo
2024.
QUEEN OF TEARS
Queen of Tears | In foto (da sinistra a destra) gli attori Kim
Ji-won e Kim Soo-hyun.
Queen of Tears è il nuovo
anticonformistico e romantico k-drama con
protagonisti i talentuosi attori Kim Soo-hyun
(It’s Okay to Not Be Okay), Kim Ji-won
(Il diario della mia libertà, Lovestruck in the
City), Kwak Dong-yeon e Lee Joo-been. Diretto da Jang
Young-woo e Kim Hee-won, la storia segue due giovani
coniugi provenienti da ricche famiglie: Hong Hae-in è l’erede di
un’importante azienda di grandi magazzini, mentre la famiglia di
Baek Hyeon-u domina la scena dei supermercati. Dopo soli tre anni
di matrimonio, la regina dei grandi magazzini e il principe dei
supermercati attraversano una crisi coniugale che darà loro la
possibilità di poter ricominciare da capo e veder sbocciare
l’amore.
Queen of Tears arriverà su
Netflix nel primo trimestre del 2024 e sarà
formato da 16 episodi che, con molta probabilità,
seguiranno una programmazione di rilascio settimanale.
THE 8 SHOW
The 8 Show | In foto l’attrice Chun Woo-hee.
In attesa del ritorno di
Squid
Game, la serie sudcoreana più vista al mondo, Netflix
presenta il nuovo survival game, The 8
Show. Diretto da Han Jae-rim e basato sui webtoon Money
Game e Pie Game di Bae Jin-soo, la serie segue
otto individui che partecipano a un programma
televisivo per il quale saranno intrappolate all’interno
di un misterioso edificio di otto piani. Ma quella
che sembrava una normale competizione televisiva, tuttavia, si
trasforma ben presto in un pericoloso e inquietante gioco. Nel cast
sono presenti Ryu Jun-yeol, Chun Woo-hee (Unlocked), Park
Jeong-min, Lee Yul-eum, Park Hae-joon, Lee Zoo-young, Moon
Jeong-hee e Bae Seong-woo.
The 8 Show arriverà su
Netflix nel secondo trimestre 2024.
PARASYTE: THE GREY
Parasyte – The Grey | In foto gli attori (da sinistra a destra) Koo
Kyo-hwan e Jeon So-nee..
Basato sul celebre manga di
Hitoshi IwaakiKiseiju – L’ospite
indesiderato (di cui su Netflix è disponibile anche
l’omonimo anime del 2014), Parasyte: The grey è l’atteso
live-action sudcoreano diretto dal regista Yeong
Sang-ho, già noto al pubblico netflixiano per JUNG_E e
Hellbound. La serie seguirà nuovi personaggi, inclusa
l’attrice Jeon So-nee (When My Love Blooms ed
Encounter) nel ruolo di una giovane donna invasa
da un misterioso parassita che, stranamente, piuttosto di
prendere il pieno controllo del suo cervello, instaura una sorta di
convivenza con lei. Il cast include anche Koo Kyo-hwan
(D.P., Kill Boksoon), Lee Jung-hyun, Kwon Hae-hyo
e Kim In-kwon.
Parasyte: The grey sarà
reso disponibile nel secondo trimestre del
2024.
SWEET HOME Stagione 3
Sweet Home | In foto l’attore protagonista Song Kang.
Dopo la lunga attesa per il secondo
capitolo, l’amato action-horror Sweet Home – diretto dai registi Lee Eung-bok
e Park So-hyeon – è in dirittura d’arrivo. La terza e ultima
stagione, infatti, arriverà su Netflix nell’estate del
2024 e offrirà un “gran finale”: mentre Yi-kyung
(Lee Si-young) è ancora viva come ibrido
umano-mostro, Eun-hyeok (Lee Do-hyun) ha oramai
completato la trasformazione e si riunirà con Eun-yu (Go
Min-si), rappresentando una potenziale minaccia.
RESIDENT PLAYBOOK
Resident Playbook | In foto l’attrice Go Youn-jung.
Diretta da Lee Min-su, nel
secondo trimestre del 2024 debutterà su Netflix la
serie Resident Playbook (titolo provvisorio),
spin-off dell’iconico e commovente dramma medico
Hospital Playlist (2020) che vedeva protagonisti
gli attori Jeon Mi-Do, Jo Jung-suk, Yoo Yeon-seok, Jung Kyung Ho e
Kim Dae-myung nei panni di cinque amici e medici alle prese con
storie di “nascita, morte e tutto ciò che accade nel
mezzo”. Anche se Resident Playbook sarà ambientato
nello stesso ospedale di Hospital Playlist, la nuova serie
seguirà un gruppo di personaggi completamente
nuovi: gli specializzandi ginecologi del Jongno Yulje
Medical Center. La serie vede protagonisti Go Youn-jung, Shin Si-a,
Kang You-seok, Han Ye-ji e Jung Jun-won.
HIERARCHY
Hierarchy | In foto gli attori Lee Chae-min e Kim
Jae-won.
Il regista Bae Hyeon-jin dirige
l’emozionante dramma di formazione
Hierarchy, in arrivo nel secondo
trimestre del 2024. La serie è una storia d’amore
e di vendetta adolescenziale ambientata nella Jusin High
School, una scuola superiore d’élite governata da un gruppo di
studenti più ricchi. Qui l’equilibrio di potere viene
improvvisamente minato dall’arrivo di un nuovo studente
riservato, che mette in discussione il dominio di questo
mondo apparentemente inaccessibile. Hierarchy offre un
intreccio ricco di drammi, tradimenti e complicate amicizie. Nel
cast spiccano i giovani attori Roh Jeong-eui, Lee Chae-min, Kim
Jae-won, Chi Hae-won e Lee Won-jeong.
LA CREATURA DI GYEONGSEONG Stagione 2
La Creatura di Gyeongseong | In foto gli attori (da sinistra a
destra) Han So-hee e Park Seo-joon.
Dopo il successo del suo debutto lo
scorso dicembre, La Creatura di Gyeongseong (qui la recensione) farà il suo
ritorno nel terzo trimestre del 2024 su Netflix
con il suo secondo capitolo. Diretta da Chung
Dong-yoon, il drama trasporterà il pubblico dall’antica e
dominata Gyeongseong del 1945 a una moderna e familiare Seoul.
L’attrice Han So-hee tornerà nei panni della coraggiosa e
determinata Chae-ok, mentre Park Seo-joon interpreterà un
misterioso personaggio, apparentemente nuovo, dal nome Ho-jae. Il
destino riporterà i due giovani sulla stessa via?
Il cast della seconda stagione di
La Creatura diGyeongseong include anche Lee
Mu-saeng e Bae Hyeon-seong.
THE WHIRLWIND
The Whirlwind | In foto gli attori Kim Hee-ae e Sul
Kyung-gu.
The Whirlwind è un
dramma politico diretto da Kim Yong-wan (If
You Wish Upon Me) e scritto dallo sceneggiatore Park Kyung Soo
(Punch). La serie si concentra sul conflitto tra
due persone con ideologie opposte: il vice primo ministro
dell’economia (interpretato da Kim Hee-ae) e il primo ministro
(l’attore Sul Kyung-gu). Questo loro scontro politico scatena una
serie di eventi critici che influenzeranno profondamente il paese e
gli stessi personaggi. The Whirlwind debutterà su Netflix
nel terzo trimestre del 2024.
OFFICER BLACK BELT
Officer Black Belt – In foto il celebre attore Kim
Woo-bin.
Officer Black Belt è
un’avvincente commedia d’azione diretta da Jason
Kim (creatore dell’adrenalinica serie I Segugi) e con
protagonista il talentuoso (e tanto amato in patria) attore
Kim Woo-bin (Black Knight, Our
Blues). Il film intreccia le vite di un ufficiale di
sorveglianza e un prodigio delle arti marziali, due uomini che si
ritrovano presto impegnati nella lotta contro il
crimine per proteggere i partecipanti al nuovo programma
di sicurezza. Officer Black Belt è già uno dei film
d’azione Netflix più attesi e promettenti del 2024 e l’uscita è
prevista per il terzo trimestre. Nel cast anche
Kim Sung-kyun, che interpreta il protagonista Lee Jung-do.
THE FROG
The Frog – In foto l’attrice Go Min-si.
The Frog è
l’enigmatico thriller diretto da Mo Wan Il (noto
in patria per il dramma di successo The World of the
Married) disponibile su Netflix nel terzo trimestre
del 2024. La serie – con protagonisti gli attori
Kim Yun-seok, Go Min-si (da
Sweet Home), Yoon Kye-sang e Lee Jung-eun
– segue la complicata vita di Jeon Yeong-ha, proprietario di un
isolato motel il cui mondo viene sconvolto dall’arrivo di una
misteriosa donna che lo costringerà a lottare e ad aggrapparsi con
forza a ciò che più ama.
MR. PLANKTON
Mr. Plankton – In foto l’attrice Lee You Min.
Hae-jo (Woo Do
Hwan, Bloodhounds, The King: Eternal
Monarch) e Jae-mi (Lee You Min, volto noto
per il pubblico di Netflix grazie ai suoi iconici ruoli in
Squid Game e All of Us Are Dead) sono due
ex fidanzati terribilmente insoddisfatti delle proprie
attuali vite: lui si sente privo di un vero scopo e dispera nel
trovare la felicità; lei, invece, è sul punto di sposare un uomo
che non ama. Costretti a intraprendere insieme il loro
ultimo viaggio, Jae-mi mostrerà a Hae-jo l’importanza
dell’amore e del sentirsi parte di una famiglia.
Diretto da Hong Jong Chan (La
giudice) e scritta dallo sceneggiatore Jo Yong (It’s Ok to
Not Be Ok), Mr. Plankton è una deliziosa
commedia romantica che arriverà sulla piattaforma nel
quarto trimestre del 2024.
THE GREAT FLOOD
The Great Flood – In foto l’attore Park Hae Soo.
In quello che potrebbe essere
l’ultimo giorno sulla Terra, una scienziata e una
guardia della sicurezza cercano di salvare disperatamente la vita
di un bambino durante una catastrofica alluvione
che devasta tutto ciò che incontra. The Great Flood è
l’apocalittico k-thriller di Kim Byung-woo, con
protagonisti gli attori Kim Da Mi (da Itaewon Class) e
Park Hae Soo (Squid Game). Il film sarà disponibile su
Netflix nel quarto trimestre del 2024.
UPRISING
Co-scritto e co-prodotto dal famoso
autore coreano Park Chan-wook (Oldboy,
Decision to Leave), Uprising è il period drama
in costume diretto da Kim Byung-woo e con protagonisti gli
attori Gang Dong-won (Broker – Le buone stelle), Park
Jeong-min, Cha Seung-won e Kim Shin-rok. Ambientato durante
l’antica dinastia Joseon, un padrone e un servitore –
cresciuti insieme come amici d’infanzia – si ritrovano nel
dopoguerra schierati su fronti opposti. Il film è descritto come un
violento dramma umano combinato con tanta storia e
azione. Uprising arriverà su Netflix nel
quarto trimestre del 2024.
HELLBOUND
Quasi tre anni dopo la première di
Hellbound, e dopo alcune controversie legate all’attore
Yoo Ah-in (protagonista della prima stagione),
l’angosciante e infernale serie di Yeon Sang-ho
torna con un secondo capitolo che vedrà il ritorno di vecchi volti
e l’ingresso di nuovi attori in una storia sull’ascesa della
New Truth Society. Hellbound
narra dell’arrivo improvviso di mostruose e misteriose
creature sulla Terra, che giudicano e maledicono le
persone seminando caos e disperazione. La seconda
stagione debutterà nell’ultimo trimestre del 2024,
con un cast che include Kim Hyun-joo, Kim Sung-cheol, Kim
Shin-rock, Im Seong-jae, Lee Dong-hee e Yang Ik-june.
THE TRUNK
The Trunk – In foto l’attore Gong Yoo.
Seo Hyun-jin, nota
per le sue performance trasformative in Another Miss Oh e
The Beauty Inside, e il talentuoso Gong
Yoo, acclamato dai fan per il suo ruolo in Guardian:
The Lonely and Great God, si uniscono in questo
attesissimothriller diretto da
Kim Gyu-tae (Our Blues). The Trunk vede protagonisti
In-ji, dipendente di un’intrigante agenzia di matchmaking, e
Jeong-won, un solitario produttore musicale che si ritrova
improvvisamente legato a In-ji da un contratto matrimoniale
organizzato dalla sua ex-moglie. Tuttavia, il loro incontro prende
una svolta ancora più misteriosa quando un insolito ritrovamento li
getta in un vortice di segreti ed eventi dietro il
servizio di matchmaking.
The Trunk sarà disponibile su
Netflix alla fine del 2024.
SQUID GAMEStagione 2
Squid Game | In foto l’attore protagonista Lee Jung-jae. Credit:
Netflix
Uno dei prodotti più attesi di
quest’anno è senz’altro la seconda stagione
dell’angosciante e adrenalinico thriller Squid
Game, la serie Netflix diretta da Hwang Dong-hyuk e
divenuta in poco tempo un vero e proprio fenomeno globale. Gwi-num
(Lee Jung-jae), il Front Man (Lee Byung-hun), il detective Hwang
Jun-ho (Wi Ha-jun) e il Venditore (Gong Yoo) torneranno in questo
secondo capitolo che riprenderà esattamente da dove si era
interrotta la prima stagione. Ora milionario dopo aver vissuto
innumerevoli orrori, Gwi-num è determinato a trovare il Front Man e
a porre fine agli atroci giochi. Squid Game
2 darà il benvenuto anche a nuovi membri del cast, tra cui
Kang Ha-neul, Park Gyu-young, Choi Seung-hyun e altri.
Questa è la stagione perfetta per
lo streaming e quest’anno Disney+
addobba le case e diffonde l’allegria con una raccolta che scalda
il cuore di alcuni dei titoli più popolari delle festività da
guardare insieme in famiglia. Nella collezione “I titoli delle
feste” ce n’è per tutti i gusti, dai classici più amati come
Mamma, ho perso l’aereo e Santa Clause fino
agli attesissimi Disney+ Originals LEGO Star Wars – Christmas Special,
che ha debuttato lo scorso 17 novembre, High School Musical: The Musical: Lo Speciale di
Natale, in arrivo l’11 dicembre, Fata
Madrina Cercasi, disponibile da ieri, venerdì 4
dicembre, e On Pointe – Sogni in ballo in
streaming dal 18 dicembre. La collezione include anche gli episodi
di Natale delle 30 stagioni presenti su Disney+ de I
Simpson, oltre ai classici di alcune delle serie più
popolari di Disney Channel e Disney Junior.
Mentre fuori arriva l’inverno, i film in anteprima su Disney+ di questa stagione scaldano il
cuore e riuniscono le famiglie con nuovi titoli come
Black Beauty: Autobiografia di un
cavallo, disponibile dallo scorso 27 novembre,
Safety: Sempre al tuo fianco, che
debutterà sulla piattaforma l’11 dicembre e Soul che arriverà nel giorno di Natale, il 25
dicembre.
E come regalo per l’Epifania, dal 6 gennaio
sbarcherà sulla piattaforma di streaming anche Onward – Oltre la Magia, il film
d’animazione targato Disney e Pixar che racconta la storia di due
fratelli elfi adolescenti che si imbarcano in una straordinaria
avventura per scoprire se nel mondo esista ancora un po’ di
magia. La collezione completa “I titoli delle feste”
include:
Disney+
Originals
LEGO Star
Wars – Christmas Special – Disponibile in streaming
La Storia di Olaf –
Disponibile in streaming
Noelle – Disponibile in
streaming
High School Musical: The
Musical: Lo Speciale di Natale – Disponibile dall’11
dicembre
Ceppo di Natale del Castello
di Arendelle – Disponibile in streaming
I film delle
Feste
Lo Schiaccianoci e i Quattro
Regni
Mamma, ho perso
l’aereo
Mamma, ho riperso l’aereo: mi
sono smarrito a New York
Mamma, ho preso il
morbillo
Santa Clause
Che fine ha fatto Santa
Clause?
Santa Clause è nei
guai
Festa in casa Muppet
Le Cronache di Narnia – Il
leone, la strega e l’armadio
Ci sono molti film
DC che devono ancora arrivare nel 2025 e oltre,
con un’ampia gamma di film in varie fasi di sviluppo presso i
neo-costituiti DC Studios. Fondamentalmente, il 2024 ha
rappresentato un nuovo inizio per le puntate della DC sullo
schermo, in quanto il palcoscenico ha iniziato ad essere
adeguatamente preparato per l’inizio della rinascita di James Gunn con Superman del
2025. A questo si affianca, naturalmente, l’allegato di
Batman che Matt Reeves sta gestendo con
l’imminente
The Batman – Part II e il recente
Joker:Folie
à Deux.
La serie di film DC del 2023 ha
chiuso la
timeline dei film del DCEU con il nuovo DCU di James
Gunn che si estende davanti a noi. Per quanto riguarda i film
DC live-action del 2024, solo Joker:Folie à Deux
di Todd Phillips, ma dal 2025 in poi la visione di Gunn e Safran
sarà realizzata, con Superman che darà il via al nuovo
DCU insieme a diversi progetti già annunciati per
rivitalizzare il successivo universo condiviso. Ecco tutti
i film DC in arrivo nel 2024 e oltre, oltre a tutti gli
show televisivi DC confermati.
Superman – 11 luglio
2025
DC Universe principale
Dopo Creature
Commandos, che ha dato il via al nuovo Universo DC di
James Gunn e Peter Safran sul piccolo schermo, il prossimo film sul
DCU di Superman
sarà il primo lungometraggio del nuovo franchise. Previsto per
l’11 luglio 2025, Superman sostituirà
l’Uomo d’Acciaio del DCEU Henry Cavill con
David Corenswet, introducendo un nuovo Superman per il reboot del
DCU.
Soprattutto, Superman non
sarà una rivisitazione della storia delle origini di Superman.
Questo potrebbe spiegare il motivo per cui il titolo del film è
stato cambiato dall’originale Superman: Legacy a
semplicemente Superman, poiché invece questo
capitolo si concentrerà su Clark Kent che bilancia la sua eredità
kryptoniana con la sua educazione in Kansas, lavorando già
come reporter per il Daily Planet e avendo già incontrato
personaggi principali come Lois Lane. Il film è scritto e diretto
dallo stesso Gunn.
Oltre al nuovo Uomo d’Acciaio di
David Corenswet, il cast del film DCUsu Superman sarà guidato da Rachel
Brosnahan nel ruolo di Lois Lane, dopo la sua performance di
successo in The Marvelous Ms. Maisel. James Gunn aveva
promesso che il suo nuovo Superman sarebbe arrivato in un mondo già
popolato da supereroi, e ha mantenuto la promessa immediatamente
con la notizia che Lanterna Verde (Nathan Fillion che interpreta
Guy Gardner), Hawkgirl (Isabela Merced), Mister Terrific (Edi
Gathegi) e Metamorpho (Anthony Carrigan) sono tutti confermati per
Superman.
Supergirl: Woman Of Tomorrow –
26 giugno 2026
DC Universe principale
Supergirl:Woman of Tomorrow è stato
annunciato anche da James Gunn nel gennaio 2023, con la data di
uscita del 26 luglio 2026, poi confermata insieme al regista Craig
Gillespie. In netto contrasto con Superman, Supergirl è cresciuta
su Krypton e ha assistito a eventi orribili per quattordici anni
prima di arrivare sulla Terra.
Gunn ha promesso
un’interpretazione molto diversa di Supergirl, rendendola
una forza molto più formidabile rispetto alle precedenti iterazioni
del personaggio. Il casting di Supergirl nel DCU è stato confermato nel gennaio 2024, con
Milly Alcock di House of The Dragon che ha assunto
il ruolo di Kara Zor-El.
L’adattamento diretto da Craig
Gillespie e interpretato da Milly Alcock della serie a fumetti di
Tom King del 2022 Supergirl:Woman of Tomorrow di
Tom King, illustrata da Bilquis Evely, è il secondo lungometraggio
dei nuovi DC Studios di James Gunn e Peter Safran, dopo il film su
Superman del primo, che arriverà nelle sale l’11 luglio 2025. Ana
Nogueira ha adattato il fumetto per il grande schermo. James Gunn
ha presentato il film in questo modo:
“Vediamo la differenza tra
Superman, che è stato mandato sulla Terra e cresciuto da genitori
amorevoli fin da quando era un neonato, e Supergirl, che è stata
cresciuta su una roccia, una scheggia di Krypton, e ha visto tutti
quelli che la circondavano morire ed essere uccisi in modi
terribili per i primi 14 anni della sua vita, per poi arrivare
sulla Terra quando era una ragazzina.È molto più dura, non
è esattamente la Supergirl che siamo abituati a vedere”.
Clayface – 11 settembre 2026
DC Universe principale
Nel dicembre 2024, i DC Studios
hanno dato il via libera al film su Clayface per il DCU, con una sceneggiatura scritta da Flanagan e
una data di uscita fissata all’11 settembre 2026. Reeves è stato
confermato come produttore insieme a Lynn Harris della sua società
6th & Idaho Productions. L’inizio delle riprese era previsto
per l’inizio del 2025 e lo studio era alla ricerca di un regista,
mentre Flanagan era impegnato con il film L’esorcista (2026) e con
la serie televisiva Carrie.
The Batman – Parte II – 2
ottobre 2026
Progetto DC Elseworlds
uscirà il 2 ottobre
2026, essendo stato spostato di un anno rispetto alla
precedente data di uscita del 3 ottobre 2025. Il film sarà
unprogetto DC Elseworlds, che
continuerà la storia dell’originale del 2022 e della prossima
serieThe
Penguin.
Robert Pattinson riprenderà il ruolo di Bruce Wayne, alias
Batman, anche se non si sa molto altro sul film. Le speculazioni
attuali suggeriscono che The
Batman – Parte II potrebbe adattare la trama di No
Man’s Land della DC Comics, che vede Gotham City diventare un
campo di battaglia in seguito a un terremoto catastrofico. Reeves
ha anche anticipato che la trama esplorerà ulteriormente la
corruzione nel cuore di Gotham City:
Abbiamo condiviso [la
sceneggiatura] con la DC e loro sono molto eccitati.Scaveremo nella storia epica della corruzione più profonda e ci
addentreremo in luoghi che [Bruce Wayne] non poteva nemmeno
prevedere nel primo film.
I semi di ciò che sta accadendo
sono tutti nel primo film e si espande in un modo che vi mostrerà
aspetti del personaggio che non avete mai visto.Batman
lotta costantemente contro queste forze.Ma queste forze non
possono essere completamente esorcizzate.Quindi il prossimo
film approfondirà questo aspetto.
Lo spin-off della DC The Penguin,
che ha debuttato sulla HBO nel settembre 2024, prepara gli eventi
del sequel. Ora che la sceneggiatura è ufficialmente terminata,
The
Batman Part II cercherà di iniziare le riprese all’inizio
del 2025 per raggiungere la data di uscita prevista per ottobre
2026.
Dynamic Duo – 30
Giugno 2028
Dynamic Duo film DC – da Instagram/James Gunn
Universe TBD
Dynamic Duo è stato
annunciato nell’autunno del 2024. Invece di seguire Batman e
Robin, questo film d’animazione seguirà due dei Robin più iconici,
Dick Grayson e Jason Todd, mentre cercano di navigare nei loro
futuri molto diversi. Dopo essere stato Robin, Dick Grayson è
diventato Nightwing, mentre Jason Todd si è trasformato in
Cappuccio Rosso dopo la sua morte per mano del Joker. Non sono
stati confermati i dettagli su quando la storia si svolgerà nelle
loro vite, ma potrebbe essere prima che trovino le loro strade.
Matthew Aldrich, sceneggiatore
diCoco, sta scrivendo il film, mentre Swaybox Studios si
occuperà dell’animazione. Gli Swaybox sono abbastanza nuovi sulla
scena e utilizzano un mix di marionette, live-action,
stop-motion e CGI per dare vita ai loro progetti. Il fatto
che Dynamic Duo segua lo stesso filone potrebbe far risaltare il
progetto rispetto alla maggior parte degli adattamenti di fumetti.
La regia del film è affidata al co-fondatore di Swaybox Arthur
Mintz ed è prodotto dai co-CEO dei DC Studios Peter Safran e James
Gunn.
Batman Azteca: Choque De Imperios
(TBC)
Film d’animazione del Elseworlds
Batman Azteca: Choque De
Imperios (AKA Clash Of Empires) offre una nuova
interpretazione della storia del Cavaliere Oscuro basata
sull’Impero Azteco, seguendo la storia di Yohualli Coatl che
affronta i Conquistadores spagnoli dopo che questi hanno ucciso i
suoi genitori. Mentre è stata rivelata la prima immagine ufficiale
del film animato di Batman, la data di uscita è attualmente
sconosciuta.
Batman ha visto molte rivisitazioni
meravigliose, con iterazioni di geni steampunk, intrappolati in
versioni lovecraftiane di Gotham e occasionalmente diventati cyborg
– quindi Batman Azteca: Choque De
Imperiosè destinato a seguire una delle
tradizioni più iconiche della DC, anche se arricchisce una
nuova emozionante storia. Il film uscirà su Max, consentendo al
pubblico di vivere altre avventure del Crociato incappucciato prima
dell’uscita di The Batman – Parte II nel 2025 e di
The Brave And The Bold.
The Authority – TBA
DC Universe principale
The Authority è stato
annunciato da James Gunn il 31 gennaio 2023 e, sebbene non abbia
ancora una data di uscita, il film farà parte del Capitolo 1 del
DCU, intitolato Gods and Monsters. L’Autorità è
un tipo di squadra di supereroi molto diversa per la DC, in quanto
spesso ricorre a metodi estremi per portare a termine il lavoro,
quindi si prevede che l’Autorità prenda ispirazione da
The
Boys di Amazon Prime Video.
Sebbene non sia ancora stato scelto
uno sceneggiatore o un regista, Gunn ha confermato che la
squadra avrà dei collegamenti con il nuovo Superman del DCU, che debutterà nel film
Superman del 2025 . L’Ingegnere di Maria De Faria
farà il suo debutto in Superman, definendo il suo ruolo
più ampio nel DCU e presumibilmente un ruolo chiave in The
Authority.
The Brave And The Bold –
TBA
DC Universe principale
The
Brave and the Bold è il primo film su Batman dell’Universo DC
di James Gunn e Peter Safran, che riavvia il Cavaliere Oscuro dopo
l’interpretazione di Ben Affleck. Il film introduce il figlio di
Bruce Wayne, Robin Damian Wayne, e si ispira al lavoro di Grant
Morrison sul personaggio dei fumetti.
The Brave and the Bold è
destinato a reboottare nuovamente il Cavaliere Oscuro per il
DCU, inserendo un nuovo attore nel ruolo di Bruce
Wayne, oltre all’iterazione di Robert Pattinson. Sebbene non sia
ancora stata fissata una data di uscita, The Brave and the
Bold introdurrà nel DCU Damian Wayne, il figlio separato di Bruce
Wayne, come versione di Robin.
Il film sarà basato sulla
serie di Batman della DC Comics di Grant Morrison
(2006-2013), ma non ci sono state altre notizie sullo
sviluppo del progetto dopo l’annuncio iniziale di Gunn del gennaio
2023. Andy Muschietti, autore di The
Flash, è stato incaricato di dirigere l’imminente reboot
di Batman, ma la tempistica non è chiara. THR ha recentemente
rilevato che “mentre stanno sviluppando un film su Batman
intitolato The Brave and the Bold presso i DC Studios,
il duo non si è ancora impegnato per il loro prossimo
film”.
Teen Titans – TBA
DC Universe principale
Il primo film annunciato dopo la
rivelazione iniziale dello slate del Capitolo 1 del DCU è
un film sui Teen Titans che si svolgerà nell’universo
principale della DC insieme a Superman e The Brave and
the Bold. Al momento non c’è un regista legato al progetto, ma
Supergirl:Woman of
Tomorrow, Ana Nogueira, dovrebbe
scrivere il film.
Con The Brave and the Bold
che introdurrà per la prima volta Damien Wayne in un live action, è
ragionevole pensare che sarà presente anche in Teen
Titans. Un altro possibile personaggio che potrebbe apparire è
Blue
Beetle di Xolo Maridueña, proveniente dal precedente DCEU.
Teen Titans è una mossa forte per il DCU che potrebbe interessare più generazioni di
fan.
Bane e Deathstroke –
TBA
Universo TBD
La DC ha una lunga storia di film e
show televisivi sui più famigerati cattivi dei fumetti. La Suicide Squad ha due film, il Joker ne ha due
con Joaquin Phoenix, ovviamente, e sia
Harley Quinn che il Pinguino hanno i loro show
televisivi. Secondo quanto riportato da THR a fine settembre 2024,
il prossimo
progetto di questo tipo sarà
Bane & Deathstroke.
Recentemente interpretati da Tom
Hardy in The Dark Knight Rises e da Joe Mangianello nel
DCEU, i cattivi saranno protagonisti di un film dei DC
Studios scritto da Matthew Orton (Captain
America: Brave New World). Il
progetto non ha ancora un regista e il casting non è stato
confermato.
Swamp Thing – TBA
DC Universe principale
Primo vero film horror della DC,
Swamp
Thing fa parte del capitolo Gods and Monsters del nuovo
franchise DC. Sarà
diretto da James Magold, che ha promesso uno stand-alone di
ispirazione gotica.
Swamp Thing dovrebbe
essere un vero e proprio film horror per il DCU, che esplorerà le oscure origini del
misterioso Swamp Thing, basandosi sulla trama di The Saga of
the Swamp Thing (1984) di Alan Moore della DC Comics.
James Mangold, che in precedenza aveva espresso interesse a
lavorare con Gunn e Safran nel DCU, è stato subito coinvolto nel progetto come
sceneggiatore e regista.
Nonostante sia più oscuro,
Swamp Thing sarà comunque collegato al resto del DCU, dimostrando che Gunn e Safran non hanno
paura di giocare con i generi nello sviluppo del loro nuovo
franchise. Mangold ha offerto un piccolo assaggio di ciò che i fan
della DC possono aspettarsi dal nuovo film:
“Mentre sono sicuro che la DC
vede ‘Swamp Thing’ come un franchise, io lo vedrei come un film
horror gotico molto semplice e pulito su quest’uomo/mostro…Sto solo facendo le mie cose, un film indipendente”.
Constantine 2
Sequel di DC
Elseworlds
Con uno shock che pochi si
aspettavano, nel 2022 è stato
annunciato un sequel tardivo di Constantine di Keanu Reeves, con
Reeves che tornerà a vestire i panni di John Constantine. Il film
originale è uscito nel 2005 e, sebbene non sia stato accolto molto
bene, si è guadagnato lo status di cult. L’interesse per il
personaggio è rimasto e, come ha detto lo stesso Reeves a Stephen
Colbert: “Il no ha iniziato a diventare un forse, che è
diventato una specie di sì… e ora sono in attesa di una
sceneggiatura”.
Più recentemente, lo
sceneggiatore diConstantine
2Akiva Goldsman ha dichiaratoa
Colliderche spera di avere presto la sceneggiatura
del film pronta. Non si sa molto altro sul progetto, a
parte il fatto che un tempo era considerato una serie
televisiva.
Guarda tutti i Character Poster del
nuovo film di Bryan Singer,
Il cacciatore di Giganti interpretato da
Nicholas Hoult. Nel film recitano inoltre
Eleanor Tomlinson nella parte della Principessa
Isabelle; Stanley Tucci (“Captain America: Il
primo vendicatore”) nella parte del perdente Lord Roderick;
Ian McShane (“Pirati dei Caraibi: Oltre i confini
del mare,” “Deadwood” per la HBO) nella parte dell’assediato King
Brahmwell; Bill Nighy (“Harry Potter e i Doni
della Morte”) nella parte del leader dei giganti, il Generale
Fallon; ed Ewan McGregor (“Star
Wars,” “L’uomo nell’ombra”) nella parte della guardia di
palazzo Elmont.
Attore, regista, produttore
cinematografico, sceneggiatore (non accreditato), attivista
sociale, ambientalista e tanto altro: stiamo parlando di
Edward Norton, conosciuto nel mondo dello show
business come attore dal grande talento ed estremamente
perfezionista.
Edward Norton, biografia
Nato nel 1969 a Baltimora, nel
Maryland, da padre avvocato e madre insegnante, Norton dimostra fin
da piccolo di avere una passione per la recitazione, ma passeranno
molti anni prima che questa diventi la sua priorità nella vita.
Dopo essersi laureato nel 1991 a Yale in Storia, si trasferisce
brevemente a Osaka, in Giappone, per lavorare nella compagnia
no-profit del nonno, l’Enterprise Foundation. Tornato a
New York per seguire la sua passione, frequenta alcune scuole di
recitazione e nel 1996 trova un ingaggio nella Signature Theater
Company, che stava mettendo in scena il dramma di Edward Albee,
Fragments.
Edward Norton, film e
filmografia
In quel periodo, partecipa ai
provini per il thriller Schegge di Paura
(Primal Fear), lasciando tutti a bocca
aperta per l’interpretazione del giovane Aaron, a cui aggiunge di
sua iniziativa il difetto della balbuzie. Il film, diretto da
Gregory Hoblit, è basato sul romanzo giallo di
Willem Diehl e racconta la vicenda del brillante avvocato penalista
Martin Vain (Richard Gere), deciso a difendere il
diciannovenne chierichetto Aaron Stampler, che è accusato di avere
ucciso con 78 coltellate l’arcivescovo di Chicago Richard
Rushman.
La strabiliante performance di
Norton gli regala subito la sua prima nomination come Miglior
Attore Non Protagonista alla 69^ edizione degli Academy Awards
(vinto da Cuba Gooding Jr. per Jerry Maguire) e il premio nella stessa
categoria ai Golden
Globe. Prima che il film uscisse nelle sale, si era
già sparsa la voce del suo talento, procurandogli nello stesso anno
altre due parti, in Larry Flynt – Oltre lo
Scandolo di Milos Forman e in
Tutti Dicono I Love You di Woody Allen. Nel bio-pic sull’editore della
rivista erotica Hustler, Norton interpreta il ruolo
dell’avvocato e amico di Flynt, Alan Isaacman, mentre nel musical
romantico di Woody Allen è Holden, un giovane innamorato che
rischia di perdere la sua promessa sposa (Drew
Barrymore). Attraverso i due lungometraggi, molto diversi
per genere, Norton mostra ancora una volta in maniera convincente
le sue capacità attoriali e, per la prima volta, quelle canore,
caratteristiche che gli porteranno varie nomination come Miglior
Attore Non Protagonista e Miglior Performance Rivelazione.
Due anni dopo, nel 1998, torna
nelle sale con Il Giocatore
(Rounders) di John Dahl,
un film drammatico che si sviluppa intorno al gioco e al vizio del
poker, nel quale interpreta Worm, l’amico baro del protagonista
Mike McDermott /Matt
Damon.
Tuttavia, il film dell’anno
per Edward Norton è American History
X, lungometraggio drammatico di Tony
Kaye, incentrato sulla questione sociale del razzismo
negli Stati Uniti, in particolare dei Nazi Skinhead.
Per interpretare la parte dello
skinheah Derek Vinyard, Norton mette su 9 kg di muscoli, ma sono il
suo talento e la sua intelligenza a permettergli di rappresentare
in modo sublime la metamorfosi che vive il suo personaggio. Questa
sua capacità d’impersonare figure con più personalità diventerà ben
presto una cifra stilistica evidente nell’arco di tutta la sua
carriera. Grazie a questo ruolo, Edward
Norton ottiene molte nomination come Miglior Attore,
alcune vinte, altre perse, come la seconda nomination agli
Oscar.
Nello stesso anno è contattato da
David Fincher, che dopo aver visto la sua
perfomance in Larry Flynt lo vuole nel
ruolo di co-protagonista/narratore in Fight Club,
accanto a
Brad Pitt/Tyler Durden. Quando il film esce nelle sale
l’anno successivo non ci vuole molto perché entri a far parte dei
cult generazionali degli anni ’90; Edward Norton
si afferma come star di Hollywood e come attore d’indiscusso
talento, ricevendo anche il simpatico premio agli MTV Movie Award
per il Miglior Combattimento (contro se stesso).
Nel 2000 esce al cinema il suo
primo film da regista e da produttore, dedicato alla madre morta di
cancro nel 1997. Si tratta di Tentazioni d’Amore
(Keeping The Faith), una commedia
romantica nella quale interpreta un giovane prete innamorato della
sua vecchia amica d’infanzia (Jenna Elfman), che è
allo stesso tempo l’oggetto del desiderio del suo amico rabbino
(Ben Stiller). Finalmente ritroviamo Norton nei
panni di un personaggio più leggero, lontano dai toni cupi e seri
dei suoi ultimi ingaggi. La critica americana apprezza il lavoro
dell’esordiente regista, che ci regala una storia d’amore con
qualcosa in più rispetto alle altre. Lo stesso anno presta la voce
a Demon Bradley, un personaggio dei
Simpson, nell’episodio “Truffa oggi…
truffa domani!”.
Nel 2001, sebbene non entusiasta
della sceneggiatura, accetta una parte in The
Score per poter lavorare con Robert De
Niro e Marlon Brando. Nick Wells/De Niro,
abilissimo ladro di gioielli e opere d’arte, gestisce come
copertura un ristorante a Montreal, Quebec, ed è pronto a ritirarsi
con la sua compagna in un posto esotico. Tuttavia, il suo vecchio
amico e socio Max/Brando lo convince a rubare un oggetto dal valore
di 4 mln di dollari, custodito nell’ufficio della Dogana; tutto
questo grazie all’aiuto di un suo uomo che lavora all’interno, Jack
Teller/Norton, che però, non renderà le cose facili a Wells,
cercando di incastrarlo. Il thriller di Frank Oz
non convince la critica, al contrario di Robert De
Niro ed Edward Norton, il quale,
quest’ultimo, mostra bene le tre diverse sfaccettature del suo
personaggio.
Il successivo progetto a
cui prende parte è Eliminate Smoochy
(Death to Smoochy) di Danny De
Vito: Norton interpreta Sheldon Mopes/Smoochy , un amato
personaggio della Tv per bambini, che “Rainbow” Rudolph
(Robin Williams) cerca di uccidere per
riconquistare la sua popolarità. Totale flop nei cinema
nordamericani, questa black-comedy offre almeno un buon terreno di
gioco all’eclettico (e canterino) Edward
Norton.
Sempre nel 2002, l’attore è in sala
con altri tre lungometraggi: Frida di
Julie Taymor, Red Dragon
di Brett Ratner e La 25^
Ora di Spike Lee. Se nel bio-pic
drammatico sulla pittrice messicana Frida Kahlo (Salma
Hayek), Norton interpreta il piccolo ruolo di Nelson
Rockefeller, negli altri due progetti ottiene quello di
protagonista. Red Dragon, prequel de
Il silenzio degli Innocenti, racconta di
William Graham, ex-agente FBI,
ritiratosi in Florida con la famiglia dopo aver rischiato la vita
nel catturare il pericoloso serial killer Hannibal Lecter
(Anthony Hopkins). Dopo tre anni, un suo vecchio
collega gli chiede aiuto nel caso di un serial killer di famiglie,
conosciuto come il “lupo mannaro”, Ralph
Fiennes.
Il film di Ratner riceve una buona
critica e, anche se il personaggio di William Graham risulta sulla
carta il meno elaborato ed interessante, Norton ce la mette tutta
per staccarlo dal fondo. Presentato in concorso al Festival
di Berlino, La 25^ Ora è tratto
dal romanzo omonimo di David Benioff ed è
considerato il film più poetico di Spike Lee. La
storia è ambientata a New York un anno dopo l’11 Settembre e
racconta l’ultimo giorno di libertà di Monty Brogan, uno
spacciatore di droga condannato a scontare 7 anni di carcere.
Edward Norton (anche produttore) porta sullo
schermo un personaggio complesso, confuso, tradito che cerca di
capire com’è arrivato a quel punto della sua vita: un’intensa
performance per quello che è stato definito un bellissimo film di
denuncia e autoriflessione. Accanto a Norton, troviamo
Philip Seymour Hoffman, Rosario
Dawson, Brian Cox e Barry
Pepper.
Nel 2003 si unisce malvolentieri al
cast di The Italian Job di F.
Gary Gray; infatti, in un’intervista rivela di aver preso
parte al film esclusivamente per un vincolo contrattuale.
Nell’action-thriller con Mark Walhberg/Charlie
Croker e Charlize Theron/Stella Bridger, Norton
interpreta (e non è la prima volta) il ruolo del traditore, del
doppiogiochista Steve Frazelli, che ruba il bottino alla stessa
banda di ladri di cui fa parte e ne uccide il capo, John
Bridger/Donald Sutherland. Croker con l’aiuto di
Stella e degli altri amici ladri cercherà di vendicarsi,
recuperando l’oro rubato da Frazelli. Il personaggio di Norton non
ha niente di nuovo rispetto agli altri di questo genere, non di
meno è ben riuscito nel suo scopo. Nel 2004 produce il documentario
Dirty Work di Tim
Nackashi e David Sampliner.
Dopo una breve pausa dalle sale
cinematografiche, ritorna nel 2005 con Le
Crociate (Kingdom of
Heaven) di Ridley Scott, dove interpreta efficacemente la
parte di Re Baldovino IV di Gerusalemme, nonostante sia
assolutamente irriconoscibile poiché col volto sfigurato dalla
lebbra e sempre coperto da una maschera.
Nello stesso anno recita a fianco
di Evan Rachel Wood e David Morse
nel film indipendente Down in the Valley
di David Jacobson. La storia racconta di un
giovane uomo, Harlan/Norton, che crede di essere un cowboy e della
sua breve ma intensa storia d’amore con Tobe/Wood, adolescente
ribelle che vive insieme al padre Wade/Morse e al fratello minore
Lonnie/Rory Culkin. L’interpretazione di
Edward Norton, questa volta, non riesce a
migliorare il risultato finale del film, lento e poco
convincente.
Nel 2006 interpreta il ruolo del
protagonista nel film di Neil Burger, The
Illusionist. Eisenheim (Norton), un famoso illusionista
della Vienna del 19° secolo, cerca di salvare la donna che ama, la
duchessa Sophie (Jessica Biel), dal violento e
arrogante futuro Imperatore, con il quale è fidanzata. Dopo aver
inscenato la morte di Sophie, Eisenheim farà sì che gli indizi
conducano l’onesto ispettore Uhl (Paul Giamatti) a
sospettare del Principe Leopold (Rufus Sewell). In
questo film giallo dai toni romantici, s’intrecciano magia e
inganno, apparenza e realtà; l’interpretazione di Norton nelle
vesti del “mago” incanta, ma perde fascino quando non è sul palco.
Nello stesso anno recita accanto a Naomi Watts ne Il Velo
Dipinto (The Painted Veil)
di John Curran; una storia sì drammatica, ma che
ci racconta in modo dolce e preciso la nascita dell’amore e le sue
sfumature. L’alchimia tra i due protagonisti e la loro intensa
performance contribuiscono nel rendere questo lungometraggio
diverso dai soliti prodotti drammatico-sentimentali. Il lavoro di
Norton nel corso del 2005 (Down in the Valley, The
Illusionist, Il Velo Dipinto) verrà premiato con lo
Special Award dalla San Diego Film Critics
Society.
Dopo aver rifiutato la parte di
Hulk nell’omonimo film del 2003, Edward Norton
decide di accettarla nel sequel L’Incredibile
Hulk del 2008, diretto da Louis
Leterrier, spiegando che era stata la visione de Il signore degli Anelli di Jackson a dargli
l’ispirazione e a fargli cambiare idea. Grande fan del fumetto
(forse da qui la sua passione per i personaggi con la doppia
personalità!), Norton contribuisce a riscrivere parte della
sceneggiatura, ma vedendo respinte alcune idee decide di non
partecipare alla promozione del film. La sua performance gli vale
due nomination ai National Movie Awards (UK) come
Miglior Attore e Miglior Supereroe, vinte rispettivamente da
Johnny Depp/Sweeny
Todd e da Il Cavaliere Oscuro.
Sempre nello stesso anno, è nelle
sale col ruolo di Ray Tierney, un onesto poliziotto che si trova ad
indagare su un caso di corruzione, che vede coinvolta la sua stessa
famiglia. Si tratta di Pride and Glory – Il Prezzo
dell’Onore, l’action-thriller diretto da
Gavin O’Connor, presentato in concorso al
Festival del Cinema di Roma; tra gli altri
interpreti vediamo Colin Farrell, Jon Voight e
Noah Emmerich.
Nel 2009 mette di nuovo alla prova
le sue doti comiche e canore nell’episodio “Great
Expections” della sit-com Modern
Family, vestendo i panni di Izzy LaFontaine, un
membro fittizio degli Spandau Ballet, reale band degli anni ’80.
Nello stesso anno, lavora all’action-comedy scritta, interpretata e
diretta da Tim Blake Nelson, Fratelli
in Erba (Leaves of Grass),
in cui recita un doppio ruolo, quello di due gemelli identici
nell’aspetto e diversissimi in tutto il resto: ennesima e perfetta
“doppia interpretazione” di Norton. L’anno successivo, nel thriller
drammatico Stone, torna a lavorare sia
con John Curran, che lo dirige, sia con
Robert De Niro, che lo affianca sullo schermo
insieme alla seducente Milla Jovovich; le critiche
contrastanti si trovano d’accordo sulle eccezionali interpretazioni
della Norton/Jovovich.
Dopodiché dobbiamo aspettare due
anni prima di rivedere Edward Norton sugli
schermi, nel ruolo di Byer, supervisore cattivo di Aaron
Cross/Jeremy Renner. Si tratta del sequel The Bourne Legacy, diretto da Tony
Gilroy, sceneggiatore degli altri tre film della saga
Bourne. Ancora inedito nel nostro Paese, è Moonrise Kingdom – Una Fuga d’Amore di
Wes Anderson, presentato come film d’apertura alla
65^ edizione del Festival di
Cannes. La storia è ambientata negli anni ’60 su
un’isoletta del New England e racconta, muovendosi sul confine di
due generi (commedia/drammatico), l’amore tra due adolescenti che
per stare insieme decidono di scappare, gettando tutta la comunità
nel caos. Nel cast, insieme a Norton/capo boyscout Ward, troviamo
Bruce Willis, Bill Murray,
Frances McDormand e Tilda Swinton.
Nel 2012 Norton prende parte,
insieme a Jack Black, Elijah Wood ed altri, al
cortometraggio All In For The 99% di
Joseph Quinn, a cui preme raccontare l’evento
artistico e sociale tenutosi a Los Angeles il 31 marzo 2012, con lo
scopo di avviare una campagna per la riforma finanziaria in favore
delle arti.
Infine, tra i suoi camei,
ricordiamo: una comparsa in After The
Sunset (2004), un agente di polizia ne Il
Primo dei Bugiardi (2009) e se stesso ne
Il Dittatore (2012).
Come abbiamo detto
all’inizio, Edward Norton non è solo un attore
eclettico, che si adatta a tutti i generi e budget; con la
casa di produzione Class V Films, fondata nel
2003, insieme a suo fratello James, allo scrittore Stuart Blumberg
e al produttore Bill Migliore, realizza film di finzione
(Tentazioni irresistibili, Fratelli in erba, Il velo
dipinto, Down in the Valley), documentari
(By the People: The Election of Barack
Obama) e serie tv (Undaunted
Courage); collabora a volte come sceneggiatore
(Frida, The Score, L’incredibile Hulk) e
presta volentieri la sua voce come narratore di documentari
televisivi e non.
Eletto Uomo Internazionale
dell’Anno dalla rivista britannica GQ,
Edward Norton è da apprezzare sotto ogni punto di
vista.
Una storia di amicizia maschile,
ambientata nel mondo degli spogliarellisti, tra luci e ombre.
Steven Soderbergh continua a scorazzare trai
generi e dopo essersi cimentato nei suoi ultimi lavori col cinema
catastrofico (Contagion) e con le vendette suon di calci e
pugni (Haywire, uscito in Italia col titolo di
Knockout – Resa dei conti), sceglie uno scenario
sicuramente originale: se infatti il cinema ha più volte utilizzato
– in maniera più o meno seria o (più spesso) ammiccante – i locali
di strip-tease femminile, la versione maschile della faccenda è
stata raramente indagata.
Il film, in uscita il prossimo 21
settembre sugli schermi italiani, ci narra del diciannovenne Adam
(Alex Pettyfer) che arrivato in Florida per
riunirsi alla sorella comincia a sbarcare il lunario con
lavori occasionali. Grazie all’incontro occasionale con lo
stripper professionista Mike (Channing Tatum),
Alex intraprenderà con successo la carriera di spogliarellista col
nome di The Kid.
Lo stesso Mike farà da mentore ad
Adam, prendendolo sotto la sua ala protettrice (intrecciando nel
frattempo una relazione con la sorella, interpretata da
Cody Horn), seguendone l’ascesa al successo, che
porterà al protagonista non solo gloria soldi e donne, ma
anche le classiche ‘trappole’ nelle quali Adam finirà per
cadere, nonostante il sostegno di Mike. Sullo sfondo, la variegata
fauna del mondo dello spogliarello, guidata dall’impresario Dallas
(Matthew McConaughey).
Per la realizzazione di Magic
Mike, Soderbergh è partito dalle esperienze raccontate dallo
stesso Channing Tatum (utilizzate da Carolin Reid
come punto di partenza per la sua sceneggiatura) che per breve
tempo si è esibito proprio come spogliarellista. L’attore è al
secondo film con Soderbergh, avendo già partecipato ad Haywire ed
ha visto la sua carriera decollare con partecipazione al film
dedicato ai G.I. Joe, il cui secondo capitolo lo vedrà trai
protagonisti; per lui in cantiere anche White House Down
di Roland Emmerich e Jupiter Acending dei
fratelli Wachowski. Per la carriera del
ventiduenne Alex Pettyfer, Magic Mike
potrebbe invece rappresentare la svolta definitiva, dopo le
partecipazioni al poco fortunato pseudo-supereroistico Sono il
Numero Quatto e al fantascientifico In Time. Diverso
invece il discorso per Matthew McConaughey, attore
ormai (più o meno) affermato, forse alla ricerca del rilancio.
Il ruolo femminile di maggior
rilievo è invece stato affidato alla semi-esordiente Cody
Horn: una mezza dozzina di film all’attivo dal 2010 a
oggi, nessuno dei quali di grande rilievo. Nel cast anche
Joe Manganiello (visto recentemente in Cosa
aspettarsi quando si aspetta) e Matt Boomer,
conosciuto soprattutto per la sua apparizione in varie serie tv
(Tru Calling, Chuck, White Collar, Glee).
Elementi portanti del film saranno
ovviamente, coreografie e musica: a curare le prime è stata Alison
Faulk, al primo lavoro da coreografa, dopo una carriera nel corso
della quale ha collaborato con Madonna e Pink, oltre ad avere il
ruolo di assistente coreografa per Iron Man.
La colonna sonora conta una dozzina
di brani: si va dall’rock indie e alternativo di Cloud Control e
Ringside, al soul di Joe Tex, passando per la britannica Alice
Russel, i rocker ‘AOR’ Foreigner e perfino per un brano
interpretato dallo stesso McConaughey.
La paura degli
spoiler e il bisogno di mantenere la massima
segretezza sulla trama dei film sono i due principali fattori su
cui si costruisce, almeno negli ultimi anni, la campagna marketing
di film molto attesi (cinecomic su tutti). In alcuni casi la
strategia diventa talmente creativa da suggestionare il pubblico
con materiali che non vedrà mai al cinema, come accaduto nel caso
di Avengers:
Endgame, e spesso i trailer sono
attenti a non rivelare troppo.
Ma cosa accade nella situazione
opposta? Quante volte un trailer è stato la maggiore fonte di
spoiler?
L’arrivo di Wonder Woman e
Doomsday (Batman v Superman: Dawn of Justice)
L’ultimo dei “problemi” di Batman v Superman: Dawn of Justice è quel
piccolo ma significativo spoiler inserito già nel trailer in cui è
stato svelato l’aspetto di Doomsday e il suo ruolo
come principale villain del terzo atto.
E che dire invece di un’altra
importante rivelazione, ovvero il fatto che Wonder Woman sarebbe comparsa nel film
(cosa risaputa, ma perché mostrarcela in tutto il suo splendore con
il costume etc?)? Un marketing completamente fallimentare che
sembra aver raccontato molto più di quanto i fan volessero sapere
sul film…
Harry è vivo (Kingsman 2)
Kingsman: The Secret Service è stata la grande
sorpresa del 2014, ma lo stesso non si può dire del sequel in cui
il ritorno del personaggio di Colin Firth venne
anticipato già dal trailer rovinando totalmente l’esperienza del
pubblico. Forse la produzione voleva sfruttare un nome di richiamo
per assicurarsi qualche biglietto in più al box office?
L’entrata di Hulk (Thor:
Ragnarok)
Uno dei punti di forza di Thor:
Ragnarok e l’effetto sorpresa che avrebbe potuto
generare al cinema è stato purtroppo svelato dal trailer: parliamo
ovviamente dell’incontro tra il Dio del Tuono e
Hulk, disperso dopo gli eventi di
Avengers: Age of Ultron e ora guerriero nell’arena di
Sakaar.
Certo, mostrare un personaggio del
genere ha un senso dal punto di vista del marketing, ma ciò non
cambia che questo spoiler abbia rovinato il colpo di scena.
Hulk salva Tony (The
Avengers)
Molti film di questa lista fanno
parte del catalogo Marvel Studios, perché per lungo tempo hanno
avuto la cattiva abitudine di spoilerare in anticipo alcune scene
cruciali dei film. Come nel caso di The Avengers e
del salvataggio di Iron Man ad opera di
Hulk sul finale, mostrato dal secondo trailer.
Visione (Avengers: Age of
Ultron)
Oggi ciò che distingue i Marvel Studios dal resto delle
compagnie è la politica di massima segretezza che permea il
marketing (vedi i casi di Infinity War e Endgame), ma lo stesso non
si poteva dire qualche anno fa, e quanto accaduto con
Avengers: Age of Ultron dovrebbe ricordarvi un
incidente spiacevole…
Uno dei personaggi coinvolti fu
infatti introdotto troppo presto, ovvero Visione,
l’androide creato da Tony Stark con l’intelligenza artificiale di
Jarvis. Chi non aveva letto i fumetti forse non aveva idea di chi
fosse, e il trailer offriva allo spettatore un’immagine
completamente fuori contesto, ma che dire degli esperti conoscitori
della materia originale?
Gandalf il Bianco (Le due
torri)
Chi ha confidenza o una minima
conoscenza del lavoro di Tolkien sapeva dove fosse destinato il
percorso di Gandalf, tuttavia resta
incomprensibile la scelta di svelare già nei trailer de Le
Due Torri che il personaggio sarebbe risorto sotto nuove
vesti 8quelle di Gandalf il Bianco), almeno in un’ottica di
marketing rivolto al pubblico profano.
Il cameo di Wolverine (X-Men:
Apocalisse)
Nel 2016, prima della fusione con
Disney, la Fox nutriva una fiducia tale nel franchise sugli X-Men
da pubblicizzare i nuovi film senza ricorrere agli spoiler.
Purtroppo la strategia non funzionò con l’uscita di
Apocalisse, il cui trailer rivelò il breve cameo
di Hugh Jackman nei panni di Wolverine (forse la
sequenza migliore del film).
Il finale (The Amazing Spider-Man
2)
La Sony Pictures ha spesso
l’abitudine di rovinare i suoi film grazie ai trailer, come nel
caso di The Amazing Spider-Man 2, la
cui trama è stata raccontata per la maggior parte durante tutta la
campagna promozionale.
Non soltanto ha anticipato la morte
di Gwen Stacy, celebre evento dei fumetti, ma anche svelato le
scene finali del film!
Il cameo di Tony Stark
(L’Incredibile Hulk)
Molti fan del MCU avranno già dimenticato
L’incredibile Hulk, un film il cui marketing era
riuscito a svelare il cameo di Robert Downey Jr.
nella scena post credits (una follia!) che richiama il gigante di
giada per il progetto Vendicatori.
The Avengers era già in fase di
produzione, ma era davvero necessario rovinarlo così presto?
Ogni principessa Disney ha il suo
look canonico: Biancaneve ha la gonna gialla,
Aurora l’abito degno “dell’erede di un gran regno”
che però cambia colore nel momento meno opportuno,
Cenerentola ha la sua ampia gonna azzurra da
ballo, Ariel le sue conchiglie viola. Ma a ben
vedere, nel corso della loro storia, capita a tutte, almeno una
volta, di cambiarsi d’abito. Di seguito vi mostriamo tutti (o
quasi) i look delle principesse Disney, seguendo un elenco ideale
che li classifica dal più bello al più brutto.
[nggallery id=1397]
La vincitrice assoluta è
Tiana, che vince anche la gara ideale per il
maggior numero di cambi d’abito, ma in generale le più eleganti in
assoluto risultano Belle, Tiana, Jasmine e
Mulan, quest’ultima a dispetto del look semplice e
per metà film maschile. Considerato il numero di cambi e la
posizione media in classifica le quattro principesse sono tra le
meglio vestite della storia della Disney. Siete d’accordo?
Per il quinto anno consecutivo,
Campari – in qualità di Main Sponsor –
torna protagonista della
79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di
Venezia, con una serie di eventi esclusivi in
programma per tutta la durata della kermesse, dal
31 agosto al 10 settembre. Due le spettacolari location
che prenderanno vita e attorno alle quali ruoteranno le iniziative
organizzate dal brand simbolo dell’aperitivo italiano per
eccellenza, dove gli appuntamenti si susseguiranno tra
Passione e Creatività, elementi
imprescindibili per la realizzazione di un’opera e fil
rouge nel dialogo tra i volti ormai affermati del Grande
Schermo e i giovani talenti emergenti.
Uno dei due luoghi sarà la
Campari Lounge– situatapresso la
Terrazza Biennale, proprio di fronte al Palazzo del Casinò –,
icona di avanguardia e continua ricerca tecnologica, che si
trasformerà in un vero e proprio palcoscenico per l’occasione, dove
gli ospiti Campari si cimenteranno in una serie di performance, con
appassionanti monologhi accomunati da un protagonista fondamentale:
la Passione. Qui, venerdì 2
settembre, aprirà la scena l’attrice Rocío Muñoz
Morales, madrina di questa edizione della Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica – La Biennale di Venezia.
Le esibizioni proseguiranno
sabato 3 settembre con il noto volto del panorama
cinematografico italiano Claudio Santamaria, che, insieme alla moglie
Francesca Barra, giornalista, scrittrice e
conduttrice, incontrerà all’interno della Campari Lounge venti
giovanissimi talenti del Grande Schermo, parte del progetto
DO di Mymovies. Seguiranno le performance dei
giovani attori Giancarlo Commare e Benedetta Porcaroli, rispettivamente
domenica 4 e lunedì 5, e infine
Federica Sabatini, che venerdì 9 settembre
accompagnerà gli ospiti nella chiusura del sipario. Come ogni anno,
la Campari Lounge ospiterà anche gli incontri con i protagonisti di
Orizzonti, il concorso internazionale di Biennale Cinema 2022
dedicato ai film rappresentativi di nuove tendenze estetiche ed
espressive.
Inoltre, il 6 e
l’8 settembre, tornerà a grande richiesta
l’emozionante Campari Boat-In Cinema, quest’anno
in uno spazio completamente rinnovato. Qui, all’interno della
suggestiva cornice dell’Arsenale di Venezia, gli ospiti potranno
godere di spettacolari performance e contenuti esclusivi,
all’interno di vere e proprie lounge che affiorano dall’acqua della
laguna, la cui forma richiama quella dei bicchieri del famoso
aperitivo Campari. A fare da padrone di casa e presentatore
ufficiale delle due serate sarà Nicolò De
Devitiis, conduttore televisivo e Iena.
Martedì 6
settembre salirà sul palco del Campari Boat-In Cinema
l’affermato e poliedrico attore Stefano Accorsi, che si esibirà in un
monologo, dove la Passione sarà ancora una volta al centro della
scena. A seguire, il maxischermo allestito sulla banchina
dell’Arsenale ospiterà la proiezione di Amanda,
pellicola diretta da Carolina Cavalli, con un cast
composto, tra gli altri, da Benedetta Porcaroli e Galatéa
Bellugi.
Si proseguirà anche giovedì
8 settembre, con la presentazione dei cortometraggi
realizzati dai talentuosi ragazzi del Centro Sperimentale
di Cinematografia. Una serie composta da sei brevi episodi
creati nell’ambito di Campari Lab, il progetto
volto a scoprire, valorizzare e formare i nuovi talenti in tutte le
professioni che contribuiscono ad alimentare l’arte
cinematografica. Per l’occasione, insieme ai ragazzi, salirà sul
palco anche l’attrice Federica Sabatini, nel ruolo
di madrina del progetto e mentore.
Infine, come consuetudine,
lunedì 5 settembre – presso il Palazzo del Cinema
– verrà assegnato il Campari Passion for
FilmAward, premio nato
dalla collaborazione tra Campari e la Direzione Artistica della
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, con l’obiettivo di
valorizzare il prezioso lavoro delle figure che, accanto al
regista, contribuiscono alla realizzazione del progetto artistico
rappresentato da ciascuna opera cinematografica. Vincitrice di
questa edizione è la costumista statunitense Arianne
Phillips, artista visionaria e all’avanguardia che, con il
suo gusto unico, unito al talento e alla passione, ha arricchito
tanto il mondo del cinema, quanto quello della moda e della
musica.
Dopo i video che vi
abbiamo fatto vedere ieri (qui), oggi lo stesso canale Youtube (CinemaSins) ci mostra, via ComicBookMovie, un video di
nove minuti in cui vediamo tutti gli errori (da considerarsi sempre
con lo stesso spirito goliardico) presenti in X-Men
conflitto finale.
Ecco il video:
La trama di X-Men giorni di un futuro
passato, tratta dall’omonimo fumetto del 1981,
ripercorre un arco temporale ambientato in un imprecisato futuro in
cui gli USA sono dominati dalla Sentinelle, mentre i mutanti vivono
confinati in campi di concentramento. Kitty Pride torna indietro
nel tempo e impedisce dal passato che gli eventi precipitino a tal
punto da trasformare la vita dei mutanti del futuro in un inferno
di reclusione.
Arriva oggi al cinema
Wolverine l’Immortale (qui la nostra recensione), mentre nel 2014
rivedremo al cinema la squadra degli X-Men al completo. Intanto
però non possiamo fare a meno di ripensare ai bellissimi film che
hanno in qualche modo lanciato il cinecomic al cinema e soprattutto
rimangono ad oggi i film sui super eroi meglio realizzati fino ad
ora. Stiamo parlando dei primi due film sugli X-Men, diretti da
Bryan Singer.
ComicBookMovie ha pubblicato oggi due video in
cui sono elencati tutti gli errori e le incoerenze dei due film in
soli 10 minuti.
Ovviamente si tratta di “errori”
che si basano su una logica realistica, quindi molto diversa da
quella che governa film di questo genere. Ecco di seguito i due
video:
“Alien:
Romulus” riporta il franchise horror/fantascientifico
alle sue radici e sembra aver convinto molti scettici. Le
recensioni su Rotten Tomatoes di “Alien:
Romulus” sono uniformemente positive, e i critici che ne lodano
il puro terrore e il ritorno alla forma per la serie dopo un paio
di puntate che hanno suscitato divisioni. Tuttavia, uno degli
elementi negativi che emerge più volte in diverse recensioni è che
il film si basa troppo sul fan service e sui richiami a momenti
iconici di “Alien” del
1979 e del suo sequel, “Aliens”
del 1986. Con una tale enfasi sull’omaggio al passato, non
sorprende che “Alien:
Romulus” sia pieno di piccoli dettagli e riferimenti
che potrebbero essere difficili da cogliere alla prima visione.
A suo merito, il film inizia in modo
molto diverso da quasi tutto il resto del franchise. Rain (Cailee
Spaeny) e suo fratello adottivo Andy (David
Jonsson), un umano sintetico, lavorano in una colonia
mineraria oscura e inquinata dove sembrano destinati a vivere il
resto dei loro giorni. Si presenta l’opportunità di cercare una
vita migliore altrove: gli amici di Rain hanno bisogno che lei e
Andy facciano un breve viaggio con loro verso una stazione spaziale
abbandonata.
Ma c’è qualcosa che li aspetta su
quella stazione, con morti e battaglie che si susseguono come un
“greatest hits” del franchise di “Alien” fino a questo punto. C’è
molto da capire, quindi ecco quello che forse vi siete persi e che
collega “Alien: Romulus” alla mitologia del mondo
reale, ai videogiochi di “Alien” e a
molto altro ancora.
Fede Álvarez ha certamente i suoi
interessi
Credit 20th Century Studios
Dopo aver diretto l’originale
“Alien”,
Ridley Scott è tornato al franchise per “Prometheus”
del 2012 e “Alien:
Covenant” del 2017. Dato che questi film hanno suscitato un
certo interesse, è comprensibile che fosse necessario un approccio
diverso. Per questo motivo, mentre Scott è produttore di
“Alien: Romulus”, Fede Álvarez ha
assunto la regia del film. Álvarez non è nuovo al genere horror,
avendo già diretto il reboot di “Evil Dead” del 2013 e “Don’t
Breathe”. In effetti, esaminando il curriculum del regista, sembra
emergere uno schema che mostra che molte delle sue opere seguono la
stessa trama di base.
Se si riducono all’osso “Romulus”,
“Evil Dead” e “Don’t Breathe”, tutti seguono un piccolo cast di
personaggi che rimangono intrappolati in un luogo isolato. Questi
personaggi devono combattere contro una forza maligna (Xenomorfi,
deaditi o un uomo cieco con abilità mortali), e molti muoiono nel
processo, ma almeno una persona riesce a fuggire. Inoltre, tutti e
tre i film contengono riferimenti espliciti o metaforici alla
violenza sessuale.
Intenzionalmente o meno, Álvarez ha
esplorato idee simili in tutta la sua filmografia. Álvarez ha anche
dei crediti di scrittura per questi tre film, quindi sembrerebbe
che si tratti di temi che gli interessa esplorare. Dal momento che
i suoi interessi coincidono con quelli del franchise di “Alien”, i
suoi lavori precedenti sono quasi sicuramente quelli che gli hanno
permesso di ottenere l’ingaggio per “Romulus”.
Chi sono Romolo e Remo?
Gran parte di “Alien:
Romulus” si svolge sulla stazione spaziale Renaissance,
che contiene due moduli chiamati Romulus e Remus. Una verità non
raccontata di “Alien: Romulus” è che la società al
centro del franchise – la Weyland-Yutani – è fortemente influenzata
dalla storia e dalla mitologia romana, da cui derivano appunto
questi nomi. Secondo la leggenda, Romolo e Remo erano fratelli e
fondatori di Roma. Romolo finì per uccidere Remo e il concetto di
rivalità e diffidenza tra fratelli è al centro di “Alien:
Romulus”.
Andy può essere un sintetico, ma
Rain si riferisce a lui come a un fratello. All’inizio la sua
direttiva principale è quella di fare ciò che è meglio per Rain, a
prescindere da tutto. Ma la sua programmazione viene aggiornata
durante la permanenza sulla stazione spaziale, potenziando
notevolmente la sua intelligenza e dandogli una nuova direttiva:
fare ciò che è meglio per la Weyland-Yutani. Questo lo porta a un
conflitto diretto con Rain, ma fortunatamente riescono a evitare lo
stesso esito del mito romano, con Rain che riavvia Andy alla sua
programmazione più compassionevole.
Tuttavia, i riferimenti alla
mitologia romana non finiscono qui. L’immagine più nota di Romolo e
Remo li vede succhiare la tettarella della lupa che nel mito è la
loro madre adottiva. Alla fine di “Alien:
Romulus”, Kay (Isabela
Merced) dà alla luce un ibrido umano/Xenomorfo, che in
seguito può essere visto ricevere un nutrimento simile da Kay,
uccidendola nel processo.
C’è un telefono da Alien:
Isolation
“Alien: Romulus” rende omaggio
all’intera saga cinematografica di ‘Alien’, da un Ian Holm
resuscitato digitalmente che interpreta l’ufficiale scientifico
Rook alla scoperta che gli scienziati della Rinascente stavano
sperimentando con la melma nera che era un punto importante della
trama in ‘Prometheus’. Tuttavia, Fede Álvarez non si limita
a onorare il lato cinematografico delle cose: c’è un Easter egg per
il videogioco del 2014, “Alien: Isolation”, se si sa dove
guardare.
Álvarez ha dichiarato al podcast
“Inside
Total Film” di essere un grande fan del gioco: “Ci ho giocato
qualche anno dopo la sua uscita”, ha detto. “Pensavo: ‘F***, se
potessi fare qualcosa, mi piacerebbe fare ‘Alien’ e spaventare di
nuovo il pubblico con quella creatura e quelle ambientazioni’”. Il
suo desiderio alla fine si è avverato, e ha onorato il gioco
incorporando i telefoni di emergenza che vengono usati come punti
di salvataggio. Come accade di solito nei videogiochi, un punto di
salvataggio significa generalmente che si sta per entrare in
un’area con un’alta probabilità di morte del personaggio.
Lo stesso concetto si applica a
“Romulus”, come ha continuato Álvarez: “Il film è impostato in modo
tale che ogni volta che sta per accadere qualcosa di brutto, si
vedrà un telefono”. Il fatto che si tratti di un film di “Alien”
significa che qualcosa di brutto è sempre dietro l’angolo, ma è un
chiaro riferimento per i videogiocatori che devono tenere gli occhi
aperti e prepararsi ad affrontare qualcosa di terribile.
Come è stato riportato Ian Holm per
Alien: Romulus?
A bordo della Renaissance, Rain e i
suoi amici scoprono e riattivano la metà superiore del corpo
dell’ufficiale scientifico Rook, che fornisce gran parte
dell’esposizione mentre cerca di portare a termine la sua missione
di riportare la melma nera alla Weyland-Yutani. I fan di “Alien”
riconosceranno il volto di Ian Holm, che ha interpretato l’androide
Ash nel primo film di “Alien”. Holm è morto nel 2020, uno dei tanti
attori di “Alien” scomparsi nel corso degli anni, quindi è naturale
che i fan si chiedano come mai sia tornato a interpretare un
sintetico diverso in “Alien: Romulus”.
I dettagli su come l’immagine di un
giovane Holm appaia in “Romulus” non sono ancora stati divulgati,
anche se, visto il discorso che si è aperto in rete, il team
creativo potrebbe dover affrontare la questione prima o poi. Su X
(precedentemente noto come Twitter), l’utente @Overmayor ha
scritto: “Ho davvero bisogno che la storia dell’Ian Holm non sia
vera, ho bisogno che questo film sia bello”. Tuttavia, pur
trattandosi di una ricreazione digitale, potrebbe non trattarsi
tecnicamente di IA. Daniel Betts è accreditato per la performance
facciale e vocale di Rook, con la voce e il volto di Holm come
riferimento.
È probabile che sia simile al modo
in cui il defunto Peter Cushing è stato resuscitato come Grand Moff
Tarkin in “Rogue One: A Star Wars Story”
attraverso il motion capture e la CGI. Potrebbe comunque essere
considerato di cattivo gusto, ma almeno non sarebbe completamente
IA, il che sarebbe ipocrita considerando che i film di “Alien”
ritraggono tipicamente androidi come malvagi lacchè aziendali.
Il finale di Alien: Romulus segue
la tradizione di Alien
C’è una cosa che tende ad accadere
alla fine dei film di “Alien” e che anche “Romulus” rispetta. Per
qualche motivo, i mostri giganti di questi film sono
incredibilmente furtivi e possono imbarcarsi su una nave senza che
nessuno se ne accorga. In “Alien”, Ripley (Sigourney
Weaver) sale su una navetta mentre la Nostromo si
autodistrugge, ma a bordo c’è anche uno Xenomorfo che lei deve far
saltare attraverso una camera di compensazione. “Aliens” segue una
traiettoria simile: un piccolo gruppo fugge su un’astronave prima
che la stazione principale esploda, ma viene raggiunto dalla
regina, che si nasconde nel carrello di atterraggio.
Anche “Alien: Romulus” ha
un finale falso: Rain, Kay e Andy fuggono dalla stazione
spaziale proprio mentre sta per colpire l’anello che circonda il
pianeta. Pensano di essere al sicuro, ma un nuovo antagonista
riesce a nascondersi in modo molto più sottile degli alieni più
grandi. Kay si è iniettata la sostanza nera, probabilmente credendo
che avrebbe salvato se stessa e il suo bambino, ma tutto ciò che fa
è mutare l’embrione fino a far nascere una capsula contenente un
ibrido umano/Xenomorfo. Il film di “Alien” si conclude ancora una
volta con il pubblico che crede che i personaggi siano al sicuro,
ma c’è un’altra battaglia che li attende.
Da “Terminator” a “Halloween”, è
piuttosto comune che alcuni franchise ignorino semplicemente i film
precedenti che magari non sono stati accolti bene. Essendo un
capitolo completamente separato da tutto ciò che è venuto prima, si
potrebbe naturalmente supporre che “Alien: Romulus” si concentri
maggiormente sull’onorare “Alien” e “Aliens” rispetto a qualcosa
come “Prometheus”, che ha avuto un’accoglienza più mista da parte
di critica e pubblico. Tuttavia, “Romulus” si tuffa a capofitto
nella mitologia stabilita in “Prometheus”, includendo persino un
cenno a qualcosa chiamato “Prometheus file” nel film.
Rain e i suoi compagni apprendono
che la Weyland-Yutani vuole raccogliere la poltiglia nera,
introdotta per la prima volta in “Prometheus”, per i suoi nefasti
piani aziendali. L’obiettivo è quello di manipolare la melma in
modo che aiuti i dipendenti a guarire più velocemente dalle
malattie e a continuare a lavorare per l’azienda più a lungo.
L’odore nero è stato stabilito nella scena iniziale di
“Prometheus”, dove un ingegnere lo consuma. Il suo
corpo si spezza mentre cade da una cascata, portando apparentemente
la vita sulla Terra.
Finora, il composto sembra uccidere
qualsiasi cosa entri in contatto con esso o creare orribili mostri.
Kay, che se lo inietta, finisce per dare alla luce questi ultimi.
Forse è proprio questo il piano di Rook: far salire di nascosto un
mostro a bordo di una nave in fuga, in modo che la Weyland-Yutani
possa procedere agli esperimenti su di esso.
Si potrebbe ragionevolmente
sostenere che “Aliens” è un sequel di fantascienza ancora migliore
dell’originale, che prende il concetto centrale di “Alien” e gli dà
la patina di un film d’azione con un’allegoria della guerra del
Vietnam. Aumenta la tensione e il terrore e introduce una schiera
di Xenomorfi invece di uno solo. La struttura di base di “Alien:
Romulus” è simile a quella di “Alien”, per quanto riguarda il fatto
di essere principalmente bloccato in un unico luogo, ma il film
riesce comunque a fare riferimento al sequel diretto da James Cameron in più di un modo.
Gli umani non possono fare molto
contro gli Xenomorfi nel combattimento corpo a corpo, quindi Rain
viene equipaggiata con un fucile a impulsi F44A. Tyler le mostra
anche come usare la funzione di aggancio e il supporto per il
braccio per ottenere la massima efficienza. C’è persino un
riferimento al fatto che questo fucile è lo stesso usato dai
“Colonial Marines”, ricordando la squadra a cui si unisce Ripley in
“Aliens”.
Certo, non si tratta dello stesso
fucile. L’arma scelta in “Aliens” è tecnicamente un fucile a
impulsi M41A, quindi è logico che i due tipi di arma siano in
qualche modo diversi. Inoltre, “Alien: Romulus” si svolge nell’anno
2142, mentre “Aliens” è ambientato nel 2179. Pensate a quanta
strada ha fatto la tecnologia nel corso di 30 anni nel mondo reale.
Le armi da fuoco sarebbero state sicuramente migliorate nel corso
del tempo, ma è chiaro che il fucile a impulsi di Rain vuole
richiamare alla mente i Marines.
Oltre che per la sua incredibile
azione, “Aliens” è noto anche per avere un buon numero di battute
da citare, come “Game over, man!”. Ma la battuta più iconica
potrebbe appartenere a Ripley, che sale su un caricatore da lavoro
alimentato a P-5000 per salvare Newt (Carrie Henn) dalla regina,
dicendo: “Allontanati da lei, s****!”. Gli eventi di “Aliens” non
si sono ancora verificati quando ha luogo “Alien: Romulus”, ma a
quanto pare si tratta di una battuta piuttosto comune in questo
universo, dato che Andy salva Rain da uno Xenomorfo in arrivo e
dice la stessa identica cosa.
Le battute di richiamo sono
prevedibili in ogni sequel di un grande franchise. “Deadpool e
Wolverine” ha fatto leva su questo aspetto, con Blade (Wesley
Snipes) che pronuncia la sua famigerata battuta dal primo film di
‘Blade’: “Alcuni figli di puttana cercano sempre di pattinare sul
ghiaccio in salita”. In linea di massima è un’ottima idea per far
esultare il pubblico, ma c’è da chiedersi che senso abbia la
battuta nel contesto del film.
Sembra che per alcuni la battuta sia
stata un passo eccessivo, come ha commentato il lettore di Reddit
u/North_Star8764 in un thread su “Alien: Romulus”: “Le battute sui
fan service erano carine, ma in realtà sminuiscono un po’ perché
fanno sembrare il film derivativo e un fan movie. Era un po’ troppo
scontato quando Andy ha detto “Allontanati da lei, s****!””. Con
una battuta così bella, forse è giusto essere un po’
indulgenti.
Tippett Studio ha realizzato la stop-motion per Alien:
Romulus
Durante il press tour di “Alien:
Romulus”, Fede Álvarez ha dichiarato apertamente di voler
utilizzare il maggior numero possibile di effetti pratici. Il
regista ha dichiarato a The Hollywood
Reporter: “Ciò che è importante per me è ciò che penso sia
importante per il pubblico, e penso che le masse là fuori, tra il
pubblico che ama questi film, in particolare, preferiscano davvero
vedere gli effetti pratici“. Per far sì che ciò avvenga, il
team ha collaborato con il Tippett Studio per un momento
specifico.
Phil Tippett è un maestro degli
effetti pratici e il suo studio ha lavorato ai più grandi franchise
in circolazione, da “Star Wars” a “Jurassic Park”. Per “Alien:
Romulus”, il team è stato chiamato a creare un effetto che
coinvolge un topo di laboratorio che muore ma poi si rigenera.
Questa sequenza è stata realizzata con l’animazione in stop-motion,
che è una specialità dello studio.
Il roditore non è stato l’unico
effetto pratico dello studio, poiché il team ha anche progettato
delle marionette Xenomorph con cui gli attori potevano recitare.
Cailee Spaeny ha parlato con The News Movement di quanto sia stato
emozionante: “Recitare davvero con questi pupazzi è stato
terrificante… È stato un onore incredibile poter recitare con
quello invece che con uno schermo verde o una pallina da
tennis”. Gli artisti della CGI fanno assolutamente un lavoro
incredibile, ma avere uno Xenomorfo fisicamente presente sembra
un’esperienza terribilmente viscerale, che porta a una performance
più genuina da parte di Spaeny.
Il figlio è un ingegnere?
Alien: Romulus
presenta numerosi riferimenti ai precedenti film di “Alien”,
facendo anche un po’ pensare ad “Alien Resurrection” con
l’introduzione della prole umana/Xenomorfa nel finale. Kay dà alla
luce una creatura che matura rapidamente in un’entità bipede che ha
gli aspetti di uno Xenomorfo ma ha un aspetto piuttosto umano. In
effetti, guardando la sua pelle bianca e pastosa e i suoi occhi
scuri, sembra quasi un Ingegnere di “Prometheus”, di cui si sa poco
ma che è parte integrante del mito del franchise.
L’esatta meccanica biologica di ciò
che accade nel finale di “Romulus” è in sospeso, ma quando Kay si
inietta il composto nero, questo probabilmente si fonde con il DNA
del suo embrione. Questo accelera il ciclo riproduttivo, per cui la
donna partorisce proprio in quel momento e si ritrova con una
creatura che probabilmente ha sia il DNA dello Xenomorfo che quello
umano. Ma perché sembra un Ingegnere invece di avere le
caratteristiche di Kay?
“Prometheus” probabilmente contiene
la risposta, poiché l’inizio del film mostra un Ingegnere che si
sacrifica per creare la vita sulla Terra. Grazie all’evoluzione
successiva, si può ipotizzare che tutti gli esseri umani possiedano
almeno una parte della struttura genetica degli Ingegneri.
Pertanto, la sostanza nera potrebbe risvegliare quella parte del
DNA dell’umanità nel grembo di Kay, dando vita a una mostruosità
che sicuramente infesterà gli incubi della gente.
Alien: Romulus ha un brano musicale familiare
Come abbiamo notato, “Alien:
Romulus” contiene immagini e linee di dialogo prese direttamente da
altri film di “Alien”. Ma c’è anche una nota musicale che dovrebbe
suonare familiare. Come viene rivelato nei titoli di coda,
“L’ingresso degli dei nel Valhalla” di Richard Wagner suona in
“Romulus”, un’importante traccia musicale che risale ad “Alien: Covenant”.
Il brano di musica classica fa da
colonna sonora a “Covenant”, in quanto David (Michael
Fassbender) suona la canzone per Peter Weyland (Guy Pearce) nel
prologo. Alla fine, David chiede alla nave Covenant di suonare la
stessa canzone mentre contrabbanda embrioni Facehugger a bordo. Nel
film David ha il complesso del dio, desiderando creare l’organismo
perfetto, quindi la scelta della canzone simboleggia l’ascensione
percepita da David stesso in un piano superiore. Come sintetico, è
venuto al mondo come mera creazione di qualcun altro, ma attraverso
gli Xenomorfi, David cerca di creare la propria vita e di diventare
un dio.
È appropriato che “L’ingresso
degli dei nel Valhalla” appaia di nuovo in “Alien:
Romulus“, poiché i temi dell’ascesa verso la divinità
rimangono presenti. Anche l’equipaggio condannato della stazione
spaziale tenta di giocare a fare il dio, cercando di manipolare il
composto nero in modo che possa guarire le persone e mantenendo i
Facehugger in stasi. L’arroganza rimane il tema principale di
“Alien: Romulus”, mentre gli umani (e i sintetici) continuano a
cercare di controllare questi organismi perfetti. Con altri film
quasi inevitabilmente in arrivo, il pubblico probabilmente
continuerà a vedere le conseguenze di queste azioni per molto
tempo.
The Residence di
Netflix (qui
la recensione) è un classico giallo e trae ispirazione da altre
storie del genere prendendo in prestito alcuni titoli famosi per
ogni episodio. La serie, che vede come protagonista Uzo
Aduba con la detective Cordelia Cupp, porta il pubblico in
un intrigante e esilarante giallo ambientato alla Casa Bianca. Il
capo Usher viene trovato assassinato in una delle tante stanze di
lusso della villa, mentre ai piani inferiori si svolge una cena di
stato piena di ospiti. Per scoprire chi è l’assassino di
The Residence, Cordelia Cupp deve farsi strada tra
centinaia di sospettati.
The Residence
aderisce a quasi tutti i luoghi comuni del genere giallo. È chiaro
che alcuni dei più grandi colpi di scena della letteratura, della
TV e dei film polizieschi hanno ispirato la serie Netflix, che
prende in giro e rende omaggio ai più grandi misteri della storia.
L’influenza di creatori famosi come Alfred Hitchcock, Sir
Arthur Conan Doyle, Gaston Leroux e altri sono evidenti da
un episodio all’altro, e The Residence lo dimostra
prendendo in prestito i titoli di alcune delle loro opere più
famose in modi che si sposano perfettamente con la trama della
serie Netflix.
La caduta della casa degli Usher –
Tratto da un racconto breve del 1839
Il primo episodio di The
Residence si intitola “La caduta della casa degli
Usher“, che è anche il titolo di un racconto breve di
Edgar Allan Poe. Pubblicato per la prima volta nel
1839, il racconto segue una misteriosa malattia che colpisce i
fratelli della famiglia Usher. Si conclude rapidamente che la loro
malattia è legata alla loro villa, che si ritiene sia infestata. In
classico stile Poe, questa storia è oscura, misteriosa e piena di
morte e agonia.
The Residence ha
dato una svolta al titolo di The Fall of the House of
Usher di Poe. La vittima dell’omicidio in questa serie Netflix
era A.B. Wynter, l’usciere/usher in inglese capo della Casa Bianca.
In questo modo, la “Caduta della Casa degli Usher” è presa
un po’ più letteralmente, riferendosi alla residenza titolare che
cade a pezzi dopo che il suo usciere viene ucciso (e non è più in
grado di gestirla).
Il delitto perfetto – film di
Hitchcock del 1954
L’episodio 2 di The
Residence prende il nome dal film del 1954 di
Alfred Hitchcock Il delitto Perfetto. Questo
thriller misterioso vede un ricco tennista professionista mettere a
punto un elaborato piano per uccidere la moglie adultera, ma la
donna sopravvive miracolosamente. È tutto lusso, segreti e misteri
mentre il tentato assassino fa tutto il possibile per coprire il
suo crimine mentre i detective indagano.
L’uso del titolo di questo film di
Hitchcock era appropriato per questo episodio poiché è qui che
la detective Cordelia Cupp si tuffa davvero nelle sue interviste
con lo staff e gli ospiti della Casa Bianca. Questo alla fine la
porta a scoprire una scandalosa relazione sessuale tra il ministro
degli Esteri australiano e il furioso chef della Casa Bianca.
Cena con delitto – Knives Out – la
commedia Whodunit del 2019
“Cena
con delitto – Knives Out“ è il titolo dell’episodio 3 di
The Residence, ed è un riferimento al film omonimo
del 2019 di Rian Johnson. Knives Out è una
commedia poliziesca e una parodia modernizzata del genere giallo e
segue il detective geniale Benoit Blanc mentre cerca di dedurre chi
ha assassinato un famoso scrittore di gialli (tra i familiari della
vittima).
The Residence è di
stampo simile a
Knives Out poiché entrambi sono gialli che prendono in giro i
luoghi comuni del genere. In senso più letterale, il titolo
dell’episodio 3 di The Residence è appropriato poiché è quando
Cordelia Cupp risolve il mistero del coltello usato per tagliare i
polsi di Wynter poco dopo aver scoperto che un coltello in
miniatura era stato usato per pugnalare la statuetta di pan di
zenzero di Wynter nella replica della Casa Bianca del
pasticcere.
Un rebus per l’assassino –
il film Murder Mystery del 1973
L’episodio 4 di The
Residence, “Un rebus per l’assassino” (in
originale The Last of Sheila), prende il nome dall’omonimo film del
1973, diretto da Herbert Ross e scritto da Anthony Perkins
e Stephen Sondheim. Il mistero dell’omicidio vede un
marito invitare una manciata di sospettati a bordo della sua barca
un anno dopo l’omicidio della moglie Sheila, con l’obiettivo di
scoprire chi tra loro fosse il responsabile.
In questo episodio di The
Residence, il detective Cupp si è concentrato su un
maggiordomo di nome Sheila, che sembrava sospetto,
dato il suo comportamento eccessivamente amichevole con gli ospiti
della cena di stato della Casa Bianca. Come i personaggi di The
Last of Sheila, era chiaro che il maggiordomo nascondeva un
segreto. Ci è voluto solo un piccolo gioco per forzare questo
segreto a venire allo scoperto.
La congiura degli innocenti
– film di Hitchcock del 1955
L’episodio 5 di The
Residence ha preso in prestito il titolo dal film di
Alfred Hitchcock del 1955 La congiura degli innocenti.
Questa commedia nera in technicolor vede una città andare in
subbuglio quando viene scoperto il corpo di un uomo. Non solo
nessuno sa chi l’ha fatto, ma molti dei suoi cari non sono sicuri
di essere loro stessi l’assassino.
I collegamenti tra questo episodio
di The Residence e il giallo da cui prende il nome
sono un po’ più semplici. In “La congiura degli
innocenti“, Cordelia inizia a indagare sui segreti di Harry
Hollinger, amico e consigliere del Presidente degli Stati Uniti.
Harry si dimostra problematico in quasi ogni fase delle indagini
del detective Cupp, quindi il titolo di questo episodio è piuttosto
letterale.
Il terzo uomo – il film
noir del 1949
“Il terzo uomo” è il titolo
sia dell’episodio 5 di The Residence sia del film
noir del 1949 diretto da Carol Reed e scritto da Graham Greene. Il
film segue uno scrittore che progetta di far visita a un vecchio
amico solo per scoprire che è stato assassinato. Poi si tuffa in
un’indagine per trovare il misterioso “terzo uomo” titolare, che
era notoriamente presente durante il crimine (anche se nessuno
conosceva la sua identità).
Questo episodio di The
Residence riguarda essenzialmente la stessa cosa.
L’indagine di Cordelia Cupp l’ha portata a scoprire che c’erano tre
intrusi alla cena di stato alla Casa Bianca. Le identità dei due
sono state scoperte, ma il terzo è rimasto un mistero. Il
terzo uomo non è stato scoperto fino a dopo la chiusura
delle indagini di Cordelia, ed è stata la sua testimonianza di un
uomo che trascinava un corpo alla Casa Bianca a riaprire le
cose.
L’avventura del pollice
dell’ingegnere – un racconto breve di Sir Arthur Conan Doyle
del 1892
L’episodio 7 di The Residence è intitolato
“L’avventura del pollice dell’ingegnere” dal racconto
breve di Sir Arthur Conan Doyle. Questo è uno dei
misteri di Sherlock Holmes di Doyle, inizialmente pubblicato su The
Strand Magazine nel 1892. La storia racconta la bizzarra esperienza
di un ingegnere che è stato assunto per fare un lavoro solo per
essere improvvisamente attaccato (e perdere il pollice).
Il titolo di L’avventura del
pollice dell’ingegnere di Doyle è appropriato per l’episodio 7
di The Residence poiché è qui che Cordelia inizia a
immergersi ulteriormente nella storia di Bruce Geller, uno degli
ingegneri della Casa Bianca. Geller è stato chiamato nella sua
serata libera per riparare un water, portandolo a infuriarsi
pubblicamente contro Wynter. Fortunatamente, non perse un pollice,
ma Geller divenne rapidamente una persona di interesse.
Il mistero della stanza
gialla – mistery di Gaston Leroux del 1907
L’episodio finale della prima
stagione di The Residence prende il nome da Il
mistero della stanza gialla, scritto dal romanziere francese
Gaston Leroux e pubblicato originariamente nel
1907. Questo è il primo libro con il personaggio di Joseph
Rouletabille, un reporter immaginario noto per aver risolto crimini
impossibili. In Il mistero della stanza gialla, Rouletabille deve
scoprire come un criminale sia scomparso da una stanza chiusa a
chiave senza lasciare traccia.
In The Residence,
il significato del titolo Stanza gialla viene
modificato per adattarsi a quello della Stanza ovale gialla nella
Casa Bianca, che Cordelia deduce essere il luogo effettivo
dell’omicidio di A.B. Wynter. La vittima è stata
spostata due volte, ma The Residence vede il
detective Cupp alle prese con il mistero di come un assassino sia
entrato nella Yellow Oval Room mentre entrambi gli altri
ingressi erano già sorvegliati. La risposta è, come sempre, una
porta segreta.
Questo documentario di Francesco
Cordio, datato 2009, ripercorre le fasi salienti della vertenza
Alitalia, dall’estate 2008 ad aprile 2009. È disponibile in dvd
presso le librerie, ma Distribuzione Indipendente ci rende
possibile ora vederlo nelle sale del suo circuito. L’idea nasce da
Alessandro Tartaglia Polcini, cassintegrato Alitalia, e da altri
suoi colleghi, che producono anche il lavoro assieme
all’associazione culturale Cogito. L’obiettivo è proprio quello di
far sentire forte e chiara la voce dei lavoratori della compagnia
di bandiera italiana, che hanno visto in pochi mesi andare in fumo
le proprie certezze e il proprio futuro.
Il debutto alla regia del noto
attore televisivo Rolando Ravello con la commedia
Tutti contro tutti non può dirsi certo riuscito,
poiché egli propone la trasposizione cinematografica di una sua
pièce teatrale dal titolo Agostino – Tutti contro
tutti del 2010 scritta in collaborazione con
Massimiliano Bruno, che qui compare come co-sceneggiatore,
non preoccupandosi minimamente di adattare la narrazione al
meccanismo del grande schermo.
In Tutti contro
Tutti, Rolando Ravello Agostino, un modesto operaio che
vive nella periferia della capitale, dopo essere tornato dai
festeggiamenti per la comunione del figlio, trova improvvisamente
la serratura di casa cambiata e l’appartamento occupato da abusivi.
A nulla valgono i tentativi del povero uomo di rivolgersi alle
autorità, in quanto lui stesso non possiede un regolare contratto
di residenza. Spodestato dalla sua dimora, con la complicità del
cognato deciderà di attuare un piano folle e disperato; occupare
assieme alla famiglia il pianerottolo di casa. Sarò solo l’inizio
di una rocambolesca battaglia all’ultimo sangue per riconquistare
possesso della propria abitazione, tra personaggi grotteschi e
situazioni al limite della pazzia, fino ad un inaspettato colpo di
scena risolutivo.
Ravello, chiaramente poco a suo
agio alla regia, non è in grado di dirigere in maniera convincente
ed efficace il gruppo di attori, tra i quali spiccano una più
che degna Kasia Smutniak nel ruolo della moglie, un
eclettico Marco Giallini nei panni del cognato Sergio e un
pittoresco Stefano Alfieri nelle vesti del Nonno Rocco. Il
risultato è dunque quello di un teatro filmato, o meglio di
un cabaret filmato; ci si trova dinnanzi ad un testo che
vuole spacciarsi per denuncia sociale in stile “commedia
all’italiana”, ma che finisce per essere nulla più che una
sarabanda di gag e di scenette pseudo comiche, le quali hanno la
presunzione di voler narrare in chiave bonaria e spensierata una
tematica complessa come l’occupazione abusiva nelle grandi
città.
Occhieggiando continuamente al
cinema di Monicelli e di De Sica, Ravello ci propone una carrellata
di personaggi eccessivamente stereotipati e di situazioni troppo
prevedibili nel loro svolgimento, compreso anche il presunto
rivolto finale. Un registro linguistico di bassa lega non può certo
aggiungere nulla di buono ad un’opera che nel complesso appare come
fiacca e sempre intenta ad arrampicarsi faticosamente sugli specchi
della denuncia in chiave satirica. L’eccessiva sdrammatizzazione
degli eventi poi alla lunga risulta fastidiosa e ridondante, quasi
il regista volesse invitarci a non prendere sul serio la
situazione globale. In tutto ciò, la fotografia televisiva di
Paolo Carnera e le musiche nostalgiche di Alessandro
Mannarino non aggiungono nulla all’economia narrativa.
L’intento di Ravello è quello di farci riflettere sulla lotta tra
poveri e più poveri, ovvero sui “nuovi poveri”, fino a confondere
tra loro il concetto di “tuo” e di “mio”. Purtroppo però l’attore
romano non ci riesce, forse crogiolandosi troppo nell’illusione che
una commedia amara possa essere l’antidoto ai problemi sociali.
Alla sua prima prova dietro la
macchina da presa, Rolando Ravello vi porterà alla
scoperta di un mondo tristemente vicino alla realtà dei nostri
giorni, in una guerra epocale e tragicomica tra poveri, o forse
sarebbe meglio dire tra nuovi poveri, per la riconquista di un
diritto inalienabile: il diritto ad una casa.Tutti Contro
Tuttiarriva nelle
vostre case in formato DVD edito da Warner Home Video e
impreziosito da imperdibili contenuti speciali, che vi porteranno
dietro le quinte per scoprire il processo di lavorazione della
pellicola, grazie al backstage, alle papere e alle scene eliminate.
In dvd dal 17 Luglio 2013.
TRAMA:
Quello era un giorno di festa, la
prima comunione del figlio Lorenzo, con tutta l’agitazione che
accompagna un giorno cosi, in un modesto appartamento di periferia.
Il vestito buono, il rinfresco per festeggiare con i parenti, un
grande avvenimento. Chi avrebbe mai potuto pensare che tutti
allegri dopo la cerimonia, Agostino, sua moglie Anna, il caustico
Nonno Rocco, i due figli Erica e Lorenzo accompagnati da tutta la
famiglia del cognato, Sergio, Romana e i loro figli Rossana e Luca,
arrivati sul pianerottolo, avrebbero trovato la porta chiusa, la
serratura cambiata e degli sconosciuti dentro la propria
abitazione. Gli avevano rubato casa, pratica diffusa nei palazzoni
popolari delle nostre città.
INFORMAZIONI SUL PRODOTTO DVD
TITOLO
Tutti contro tutti
REGIA
Rolando Ravello
CAST
Rolando Ravello, Kasia Smutniak, Marco
Giallini, Stefano Altieri e Raffaele Iorio
GENERE
Commedia
ANNO
2013
DURATA
93 minuti circa
FILM
Video: 16:9 2.35:1Lingue: Italiano
(Dolby Digital 5.1)
Questo weekend saremo già al mare,
perlomeno andando al cinema. Esce nelle sale infatti Tutti al mare,
opera prima dell’esordiente Matteo Cerami, cognome
pesante, che dirige una commedia scritta appunto dal padre
Vincenzo, che ha anche una parte nella pellicola.
Anche Tutti al
Mare è un “figlio d’arte” visto che la diretta
ispirazione, come conferma lo stesso regista è Il casotto, film del
1977 di Sergio Citti, sempre scritto da Vincenzo Cerami e prodotto
da Gianfranco Piccoli, provocatore e produttore di quest’ultima
opera. Provocatore perché è stato lui ad avere l’idea di ritornare
sulla spiaggia di Casotto e vedere come sono cambiate le
cose. Nel film di Citti il protagonista principale
era appunto un casotto di uno stabilimento di Ostia, dal quale non
si usciva mai e nel quale entrava ogni possibile umanità, anche una
giovanissima Jodie Foster, oltre che un esordiente
Luigi Proietti.
Tutti al Mare di
Matteo Cerami invece il protagonista è un chiosco
fronte mare , nel quale entrano ed escono personaggi e animali. La
storia inizia e finisce in una giornata d’estate in uno
stabilimento romano gestito da Maurizio (Marco
Giallini) scapolo con madre a carico che accoglie,
viene sfruttato e sfrutta i suoi avventori con prezzi al limite
dell’usura per una sdraio e ombrellone. Attorno a lui si sviluppano
le storie dei bagnanti del weekend, personaggi che sono in bilico
tra il buffo e il patetico, tra la commedia e la tragedia.
Tutti al mare, ci tiene a
sottolineare il produttore, non è un seguito de Il casotto, ma un
nuovo esperimento: laddove il film di 34 anni fa descriveva dei
personaggi tipici dell’Italia di quegli anni, qui si tenta lo
stesso procedimento e ne viene fuori, sempre per usare le parole
del produttore, un’Italia “spiaggiata”. Dal canto suo, Vincenzo
Cerami sottolinea come Il casotto fosse un film claustrofobico
mentre Tutti al mare è un film in cui c’è l’esatto opposto, c’è
troppo “fuori” che entra nella storia, è un film agorafobico.
Ovviamente, i riferimenti all’illustre predecessore sono vari e
sparsi qua e là nel film, e prendono forma nella figura di
Ninetto Davoli, che interpreta un pescatore che
vende pesce veramente fresco e “trote di mare”, tipiche della
zona, che quindi fa da collante, insieme a Proietti, tra il
passato ed il presente, oltre che fornire un legame anche con un
altro personaggio, Pier Paolo Pasolini, che viene ampiamente citato
in una scena in cui i due ragazzi immigrati che lavorano nel
chiosco di Maurizio reinterpretano il finale di “Che cosa sono le
nuvole?”.
Ad omaggiare definitivamente
Sergio Citti ci pensa invece il personaggio di
Gigi Proietti, che lo inserisce tra i sette re di
Roma. Altre citazioni sono sparse nel film, ma ben nascoste, come
ha piacere di sottolineare lo sceneggiatore Vincenzo
Cerami. E’ un film corale, in cui ogni personaggio ha un
proprio spazio di azione, come nell’avanspettacolo in cui i
personaggi si alternavano incrociandosi ma senza mescolare le loro
storie. Questa forse una delle pecche del film, i personaggi sono
tanti e tutti molto ben delineati, forse sono troppi per un
film di soli 95 minuti.
Ed in effetti il film ha un cast
che mette insieme il passato e il presente del cinema italiano; dai
già citati Proietti e Davoli, poi
Anna Buonaiuto, che interpreta una diva della televisione molto
sopra le righe, Ilaria Occhini, passando poi per Marco Giallini, Ennio
Fantastichini, un’apparizione di Valerio
Mastrandrea fino ad arrivare alle nuove leve
Francesco Montanari, Ambra Angiolini e
Libero De Rienzo, tutti quanti veramente nella
parte. E addirittura Pippo Baudo nei panni di se stesso.
Le vacanze natalizie per molti
vogliono dire anche pomeriggi o serate al cinema e se siete alla
ricerca di un film divertente e sfizioso Tutti a parte mio
marito fa per voi. Questa commedia francese di Caroline
Vignal però non è il tipico film per tutta la famiglia, anzi è
decisamente indirizzato ad un pubblico femminile e
giovane che conosce molto bene le relazioni attraverso Tinder. La
protagonista Iris, interpretata dall’attrice
Laure Calamy, dopo anni di matrimonio dove non si sente più
desiderata da suo marito, l’attore Vincent
Elbaz, si cerca un amante, anzi più di uno, ma soprattutto
scoprirà i suoi desideri nascosti, il piacere per il sesso e anche
per se stessa.
La trama di Tutti a parte mio marito
Iris è una
donna borghese con un bella casa in centro città
che sta per compiere i fatidici 50 anni con una vita, almeno agli
occhi di tutti quelli che la conoscono, apparentemente impeccabile.
Infatti è sposata con Stephane, padre sempre
presente e un bel l’uomo, da ben 16 anni, ed è madre di due figlie,
una di 10 anni e l’altra adolescente quindicenne bravissima a
scuola. Per concludere è anche soddisfatta nel personale e
soprattutto nel lavoro, visto che è una dentista
che possiede uno studio dentistico tutto suo, dove c’è sempre un
flusso incessante di clienti che l’adorano. Un giorno, mentre è a
scuola della figlia maggiore, una signora ascolta le sue confidenze
personali ad un’amica che gli suggerisce di iscriversi a una chat
di incontri per persone sposate.
La dottoressa, all’inizio forse più
per curiosità, scarica l’applicazione “Deelove” e inizia a
giocarci. Prima opta solo per guardare le foto di tutti gli
uomini affascinanti disponibili poi prende
coraggio e invita uno dei tanti. Il primo primo incontro,
extra coniugale, si svolge in un bar e non va per
niente bene, ma dal secondo invece Iris ingrana e inizia a
divertirsi a letto con perfetti sconosciuti. Gli uomini che decide
d’incontrare sono sempre maschi e “latin lover” affascinanti,
ricchi, con un bell’appartamento ma anche propensi a performace
sotto le lenzuale certe volte bizzarre ma mai niente che la
dentista non voglia provare. Nel film spicca anche ben due volte,
attraverso la figlia che va al liceo il concetto del
consenso e con Iris che si rifiuta di praticare sadomaso
con un tipo che si crede Mr Grey di Cinquanta
sfumature di grigio.
La protagonista quindi si fa
travolgere dall’adrenalina, tanto da far cambiare
le visite dentistiche e le otturazioni, alla sua giovane e
personale assistente Nuria, per incastrare più incontri eccitanti
con amanti anche più giovani di lei. Alla fine però la donna, dopo
aver finalmente ritrovato se stessa, tornerà sui suoi passi anche
perché il marito inizierà a percepire che qualcosa è cambiato in
lei, e forse, Cupido riuscirà a riaccendere la
fiamma dell’amore e del sesso tra Iris e
Stephane.
Laure Calamy è l’anima di
Tutti a parte mio marito
Laure Calamy è conosciuta dal grande pubblico per il suo ruolo
di Noémie la segretaria nella serie francese
Chiami il mio agente! negli ultimi anni si sta facendo sempre
più spazio nel cinema. Con il ruolo di Iris in Tutti a
parte mio marito consolida il suo sodalizio artistico con
Caroline Vignal, nato con la precedente commedia
della regista intitolata Io, lui, lei e l’asino,
con cui Calemy si è aggiudicata nel 2021 il suo primo
César come migliore attrice.
Laure Calemy porta
sul grande schermo un interpretazione spontanea e fresca, e che si
cala perfettamente nella parte a lei affidata. All’inizio il suo
personaggio è molto sobrio e alto borhese, inedito nella carriera
dell’attrice francese, poi si trasforma prende in mano la sua
femminilità e inizia anche a vestirsi più sexy e con colori
sgargianti anche per mandare messaggi subliminali al marito che ha
sposato.
Piovono uomini come nella
canzone
Forse la scena che più racchiude lo
spirito di questo film è decisamente quella in cui Iris, dopo un
orgasmo, forse il migliore della sua esistenza almeno fino a quel
momento, si mette letteralmente a ballare e cantare. In perfetto
stile musical la protagonista elogia gli uomini e
interpreta, in lingua francese, il pezzo
musicale It’s Raining Men,
sottotitolo del titolo di questa pellicola. Tutti a parte
mio marito è una commedia che funziona grazie ad una
protagonista totalmente a suo agio in qualsiasi scena, anche in
quelle più intime, in grado di capire e finalmente ritrovare quello
che pensava d’aver perso per sempre.
Nessun programma per San Valentino?
La nota piattaforma streaming quest’anno vi viene in aiuto con
Tutte le volte che ci siamo innamorati. Dal
creatore di
Elite,Carlos Montero, la serie,
sviluppata come una commedia romantica, è formata al momento da una
sola stagione di otto episodi, ognuno di circa quaranta minuti. Nel
cast ritroviamo figure già affermate in altre produzioni Netflix: prima fra tutti, Georgina
Amoros (Calletana in
Elite) qui interpreta la protagonista Irene. A questa si
affianca anche Silvia Abril, nota
figura del cinema e della televisione spagnola.
Tutte le volte che ci siamo
innamorati: un amore impossibile
Tutte le volte che ci siamo
innamorati si divide in due differenti piani temporali: il
primo, nel 2004, ed il secondo nel presente, nel 2022. Nei
macro-flashback in cui si sviluppano gli episodi, si seguono le
vicende amorose di Irene, una studentessa di cinema ed aspirante
regista, e di Julio, un ragazzo affascinante ma fragile. I due
sviluppano un forte legame, il quale li porta a rincontrarsi ogni
volta che si separano: pur non riuscendo a creare una relazione
duratura, è come se fossero perennemente attratti l’uno nella vita
dell’altro. Julio diventa per Irene una fonte d’ispirazione, prima
come attore nel suo corto, e poi anche per la creazione di nuove
sceneggiature.
Il rapporto tra Julio ed Irene
verrà più volte spezzato anche da eventi esterni: primo fra tutti
l’esplosione nel treno in cui i due viaggiavano insieme a Da, amico
e coinquilino di Irene. Ma ciò che veramente allontana Julio da
Irene è poi anche la sua carriera: fin dalla festa in cui i due si
incontrano, il ragazzo è stato notato dal noto regista spagnolo
Romano, che vuole trasformarlo in una star del cinema. Grazie anche
all’aiuto di Irene, Julio ottiene la parte, ma per lui diverrà
sempre più difficile sopportare le pressioni del mondo dello
spettacolo.
Tutte le volte che ci siamo
innamorati risulta essere da subito una serie tanto
leggera quanto banale. Il tema focale è l’amore impossibile tra
Julio ed Irene: semplicemente una delle tematiche maggiormente
proposte nel cinema. Molti film e serie tv simili spesso riescono
comunque a trovare dei propri elementi di originalità per
“distinguersi dalla massa”, ma questo non è esattamente il caso.
Ogni episodio rappresenta un tira e molla continuo dei due, senza
grandi colpi di scena, con l’aggiunta di citazioni smaccate da
alcuni grandi classici della storia del cinema romantico (Le
pagine della nostra vita di Nick Cassavetes
con
Ryan Gosling e
Rachel MacAdams).
Un elemento che avrebbe potuto
essere effettivamente interessante era la presenza del doppio piano
temporale. Nel 2022 i due amanti non stanno insieme, e questo
ovviamente stimola lo spettatore a sapere tutti i risvolti della
storia d’amore tra i due. Sfortunatamente però la narrazione
riguardo al loro passato si interrompe, probabilmente in vista di
una possibile continuazione in una seconda stagione. Tra i continui
risvolti nel presente e l’impossibilità di sapere tutto
l’antefatto, si crea solo confusione per il pubblico.
Julio Mera: la pressione
distruttiva del mondo dello spettacolo
Un personaggio focale in
Tutte le volte che ci siamo innamorati è Julio.
Giovane e bello, Julio viene catapultato nel mondo del cinema
praticamente per caso. Il regista Romano finisce per sceglierlo
come attore per il suo film prevalentemente per il suo aspetto più
che per il suo talento. Julio sente la pressione delle aspettative
che tutti, dai suoi genitori a Romano fino alla stessa Irene, hanno
nei suoi confronti. In varie scene, soprattutto della linea
temporale del 2022, è chiaro come nel non riuscire a sopportare
questo peso, Julio finisca per rifugiarsi nell’alcol e nella
droga.
Ad ogni modo, si comprende fin dai
primi episodi come le sue insicurezze e fragilità abbiano radici
ben più profonde ed antiche rispetto all’inizio della sua carriera
da attore. Purtroppo, questo è un altro dei punti che nella non
viene approfondito. Ci si ferma a fare dei riferimenti ad un
periodo precedente in cui Julio è stato in terapia, senza scendere
nei dettagli. Per un personaggio come Julio sarebbe stato
interessante approfondirne la costruzione, aggiungendo questo
antefatto.
Ora ci sono più serie TV di
Star
Warsche mai. La Disney ha trasformato
Star
Wars in un innovativo franchise transmediale di libri,
fumetti, videogiochi e una straordinaria gamma di serie TV Disney+. The
Mandalorian è stato essenzialmente il programma di punta di
Disney+, uscito come titolo di lancio
del servizio di streaming nel 2019.
Gli show televisivi sono ambientati
in diversi momenti della
linea temporale di Star Wars. Il libro di Boba
Fett e Ahsoka sono spin-off di The Mandalorian, ambientati circa cinque
anni dopo Il ritorno dello Jedi. Obi-Wan Kenobi e Andor sono ambientati entrambi durante i tempi bui
dell’Impero Galattico, così come la serie animata Star Wars: The
Bad Batch, uno spin-off di Star Wars: The Clone Wars.
Ora sono in arrivo ancora più serie TV di Star Wars, insieme
alle nuove stagioni delle puntate già esistenti nella libreria TV
della Disney.
Andor – Stagione 2
L’attesissimo sequel di Andor
uscirà nel 2025.
Data di uscita – 22 aprile
2025
Cast della serie tv – Diego
Luna (Cassian Andor), Stellan Skarsgård (Luthen Rael), Genevieve
O’Reilly (Mon Mothma), Forest Whitaker (Saw Gerrera), Faye Marsay
(Vel), Varada Sethu (Cinta), Adria Arjona (Biix Caleen), Joplin
Sibtain (Brasso), Kyle Soller (Syril Karn), Denise Gough (Dedra
Meero), Andy Serkis (Kino Loy)
Dopo una prima stagione acclamata
dalla critica, la
stagione 2
di Andor completerà la storia di Cassian Andor,
interpretato da Diego Luna. Il creatore Tony Gilroy ha già spiegato
la struttura della stagione 2 di Andor, con ogni tre dei 12
episodi totali che segnano un anno della vita di Cassian che porta
agli eventi di Rogue One: A Star Wars
Story. La stagione 2 di Andor doveva originariamente
uscire nell’agosto 2024, ma da allora è stata rimandata al 22
aprile 2025.
La seconda stagione di Andor
vedrà il ritorno di personaggi di Rogue One, tra cui K-2SO e
il direttore Orson Krennic, e continuerà a colmare il divario tra
la prima stagione di Andor e il film d’esordio di Cassian.
Si prevede inoltre che mostrerà eventi chiave come il massacro di
Ghorman, il catalizzatore della caduta in disgrazia di Mon Mothma
nel Senato Imperiale. Dato il successo della prima stagione di
Andor, non c’è dubbio che la seconda stagione sarà almeno
all’altezza delle aspettative.
Star Wars Visions – Stagione
3
Torna lo show in stile “What
If?” acclamato dalla critica
Data di uscita: 2025
Lucasfilm ha recentemente
confermato che la terza stagione di Star Wars Visions uscirà
nel 2025. Il popolare show antologico esce spesso nel giorno di
Star Wars, il che significa che molti si aspettano che uscirà il 4
maggio, anche se non è ancora confermato. Visions è uno show
straordinario che offre alle migliori case di animazione la
possibilità di reinterpretare Star Wars, e la terza stagione
presenta alcuni graditi ritorni.
Ahsoka – Stagione 2
Una seconda stagione di Ahsoka
è ufficialmente in arrivo.
Lucasfilm ha confermato che la
seconda stagione di Ahsoka è in lavorazione. Alla
fine della prima stagione di Ahsoka, Ahsoka Tano,
interpretata da Rosario Dawson, e Sabine Wren, interpretata da
Natasha Liu Bordizzo, sono rimaste bloccate sul lontano pianeta
Peridea, mentre il Gran Ammiraglio Thrawn, interpretato da Lars
Mikkelsen, è tornato nella galassia principale di Star Wars.
Non si sa se tornerà l’intero cast, dato che non ci sono ancora
informazioni sul fatto che la prossima stagione sarà ambientata
interamente nella galassia Peridea. Secondo quanto riferito, la
produzione inizierà nell’estate del 2025, con un potenziale
rilascio dello show nel 2026.