Arriva dal Licensing Expo 2016 di
Las Vegas, fotografato da Collider, il nuovo poster di
Baywatch, film basato sull’omonima serie
tv degli anni ’90 che vedrà protagonisti, tra gli altri,
Dwayne Johnson, Alexandra Daddario e Zac
Efron.
Nel cast di
Baywatch sono stati confermati
Dwayne Johnson, Zac Efron, Alexandra Daddario, Kelly
Rohrbach, Ilfenesh Hadera e Priyanka
Chopra.
Il film ha una data d’uscita fissata
per il 19 maggio 2017.
La pellicola è diretta
da Seth Gordon (Come ammazzare il
capo e vivere felici). La sceneggiatura, invece,
porta la firma di Damian Shannon e Mark
Swift. Alla produzione ci sono Dwayne Johnson,
Dany Garcia, Michael Berk, Douglas Schwartz e Greg
Bonnan.
Alexandra
Daddario ha condiviso una nuova foto dal set
di Baywatch. Protagoniste dello
scatto la stessa Daddario, in compagnia di Kelly
Rohrbach e Ilfenesh Hadera. Per
vedere tutte le foto
clicca qui.
Nel cast di
Baywatch sono stati confermati
Dwayne Johnson, Zac Efron, Alexandra Daddario,
Kelly Rohrbach, Ilfenesh Hadera e
Priyanka Chopra.
Il film ha una data d’uscita
fissata per il 19 maggio 2017. La pellicola è
diretta da Seth Gordon (Come
ammazzare il capo e vivere felici). La sceneggiatura,
invece, porta la firma di Damian Shannon e
Mark Swift. Alla produzione ci sono Dwayne
Johnson, Dany Garcia, Michael Berk, Douglas Schwartz e
Greg Bonnan.
La Paramount
Pictures ha ingaggiato l’attore Dwayne
Johnson per il prossimo adattamento cinematografico
di Baywatch, serie cult degli anni 80/90 con
Pamela Anderson e David
Hasselhoff. A confermarlo è The Hollywood
Reporter e lo stesso attore sul suo profilo twitter
instagram. Baywatch il film sarà diretto da Sean
Anders e John Morris mentre a firmare la sceneggiatura è
stato Justin Malen.
Lo script precedentemente scritto
da Jeremy Garelick e Peter Tolan è stato
accantonato per le troppe differenze rispetto alla serie
originale.
Continua dunque a vele spiegate la
carriere di Dwayne Johnson, che recente ha
firmato con la Warner Bros per entrare nell’Universo DC Comics al
cinema e presto lo vedremo in Fast & Furious 7 e
in Horrible Bosses 2.
Baywatch, nota
come Baywatch Hawaii nelle ultime due
stagioni, è una serie televisiva molto popolare trasmessa
negli Stati Uniti dal 1989 al2001, e conclusa
nel 2003 dal film per la
televisione Baywatch – Matrimonio alle Hawaii.
La serie era ispirata al lavoro
dei Los Angeles County Lifeguards. Gli episodi caratterizzano
storie di salvataggio, molti argomenti sociali, problemi
riguardanti il mondo della gioventù e degli adulti. In particolare
raccontano la vita di alcuni guardaspiaggia di Baywatch
nella contea di Los Angelese successivamente
delle Hawaii, dove viene creato un centro di addestramento
“Baywatch Hawaii Lifeguard Training Center” sede della squadra di
salvataggio “Baywatch Hawaii” costituita da alcuni elementi di
tutto il mondo che collaborano anche con i guardaspiaggia
locali.
Creata dal vero guardaspiaggia Greg
Bonann, Baywatch è stata trasmessa per la prima volta
nel 1989 negli Stati Uniti dalla NBC, ma è stata
cancellata dalla rete dopo una sola stagione a causa dei costi
elevati e perché i dirigenti della NBC non credevano nel successo
della serie. Greg Bonann voleva continuare a produrre lo show e
così invitò David Hasselhoff, star dello show ad unirsi a lui,
ed insieme formarono la propria società di produzione TV per
rilanciare la serie. Veri guardaspiaggia hanno detto che Baywatch
ha aiutato la gente di tutto il mondo a capire l’importanza della
loro professione. Alcune persone hanno anche salvato delle vite
imitando tecniche life-saving ritratte realisticamente nello
spettacolo.
Il primo trailer di
Baywatch ci ha mostrato questi nuovi magnifici
protagonisti incaricati di salvaguardare e di proteggere i bagnanti
delle spiagge della California, a Malibù. Parlando con EW, il regista del
film, Seth Gordon, ha spiegato quali sono i punti
forti del progetto che vede Dwayne Johnson
protagonista assoluto del gruppo di bellissimi protagonisti.
“Quando sei al mare, o molto a
largo in acqua, non c’è niente che tu possa fare che ti possa
nascondere allo sguardo dei paparazzi, quindi semplicemente ci si
scende a patti. La storia della serie su Baywatch è incentrata sul
mostrare la bellezza. C’è un momento in cui uno dei personaggi vede
qualcuno correre e chiede ‘sta correndo in slow-mo? E perché è
bagnata ma non in quel senso?’ Cose come queste spiegano che siamo
consapevoli delle battute, ci siamo dentro.” La scena in
questione è mostrata già nel trailer ed è divertente il fatto che a
farla sia proprio Alexandra Daddario, statuaria
protagonista femminile del film.
E questo atteggiamento autoironico
potrebbe essere la chiave del successo di un film che potrebbe
davvero intrattenere nella maniera più pura e scanzonata possibile.
Che ne dite?
Di seguito potete vedere anche una
nuova foto dal film, che mostra Johnson al fianco di Zac
Efron:
Nel cast di
Baywatch sono stati confermati Dwayne
Johnson, Zac Efron, Alexandra Daddario, Kelly
Rohrbach, Ilfenesh Hadera e Priyanka
Chopra.
Il film ha una data d’uscita fissata
per il 19 maggio 2017.
La pellicola è diretta
da Seth Gordon (Come ammazzare il
capo e vivere felici). La sceneggiatura, invece, porta la
firma di Damian Shannon e Mark
Swift. Alla produzione ci sono Dwayne Johnson,
Dany Garcia, Michael Berk, Douglas Schwartz e Greg
Bonnan.
Sei episodi di tenerezza
e di divertimento, dal 29 giugno su Disney+, hanno il volto tondo
e bianco di Baymax!, l’enorme palloncino
gonfiabile che il cinema ha conosciuto nel 2014 nella sua veste di
supereroe. Quello che però forse non tutti ricordano, e che ha
rappresentato la motivazione principale di Don Hall, ideatore della
serie, è che Baymanx nasce come assistente medico, supporto
emotivo, insomma una specie di medico che non molla il paziente
fino a che non lo ha rimesso in sesto.
La serie si basa proprio
su questo concetto: Baymax circola per le strade
di San Fransokyo cercando persone da aiutare. Che si tratti di una
signora anziana con un problema alla schiena, di una ragazzina alle
prese con il primo ciclo, di un cuoco di zuppa di pesce che
sviluppa un’allergia, il nostro amico è sempre pronto a curare,
aiutare, supportare, fino a che il paziente non si rimette alla
perfezione.
Il personaggio di
Baymax riesce sempre con garbo e dolcezza
a fare breccia nel cuore dello spettatore. Non solo, è anche
inconsapevole veicolo di una vena comica davvero notevole, che si
fa portante in moltissimi momenti della serie. Il contrasto nasce
infatti dalla sua programmazione a curare persone che, spesso, non
vogliono farsi curare, rivelando poi un secondo problema o
difficoltà, così che il nostro assistente medico finisce per curare
non solo il corpo, ma anche lo spirito di coloro che incrocia.
Altro elemento
importante che ci sentiamo di sottolineare è la differenza con cui
Baymax è trattato in questa serie a lui dedicata.
Si tratta, potremmo dire, di un ritorno alle origini, in quanto il
robot nasce proprio come assistente medico e non come supereroe,
per cui adesso lo vediamo alle prese con uno scopo forse ancora più
nobile rispetto al suo lavoro in armatura, ma comunque sempre al
servizio degli altri.
Tornano i design dei
volti e il profilo della città immaginaria che abbiamo visto anche
al cinema e nella serie di Big Hero 6, e torna questa creatura dal design
semplicissimo e dallo sguardo limpido e diretto sul mondo, un mondo
che Baymax affronta con grande purezza, disarmando
chi prova a contraddirlo o chi cerca di sfuggire alle sue cure.
Aiutante implacabile e determinato, Baymax troverà
sempre il modo di curare e aiutare chi ne ha bisogno.
In esclusiva sulla
piattaforma streaming dal 29 giugno, torna l’affabile, gonfiabile e
inimitabile robot sanitario Baymax!
che farà ciò per cui è stato programmato: aiutare gli altri. La
nuovissima serie di avventure nel campo dell’assistenza medica sarà
ambientata nella fantastica città di San Fransokyo.
Dopo averlo conosciuto nella veste
di supereroe in Big Hero 6, il gonfiabile
assistente medico si cimenta in quello che è stato creato per fare,
ovvero aiutare le persone, nella serie in sei episodi che porta il
suo nome.
Don
Hall, creatore della serie e già regista del
lungometraggio del 2014, spiega: “È cominciato con l’idea di
tornare a raccontare il personaggio di Baymax per quello che era
stato creato per fare, ho pensato che la tv Disney aveva già
esplorato tanti aspetti di diversi personaggi e che con questo
progetto potevamo concentrarci su Baymax, mentre si occupa di un
paziente alla volta, per essere in grado di godere del divertimento
di ogni singola situazione. Era molto di più di quanto avevamo
visto prima, è uno show con un cuore molto grande.”
Per uno dei produttori,
Roy Conli, si tratta del meglio della Disney,
perché mette insieme cuore e umorismo: “Ci sono sia elementi
drammaturgici legati alla malattia che di volta in volta Baymax
cura, sia elementi emotivi che non vengono mai
trascurati.”
Bradford
Simonsens, altro membro illustre della squadra produttiva,
commenta invece il ritorno a San Fransokyo, città immaginaria in
cui è ambientata la storia: “Sono stato super contento di
tornare dopo sette anni. La nostra crew ha elevato ogni elemento
del progetto ad altezze eccellenti e tutti sono stati bravissimi.
Siamo felici di aver riportato Baymax e la sua bontà al grande
pubblico. Per noi storyteller adattarci a questa forma di racconto
(ogni episodio dure 8 minuti, ndr) è una grande opportunità, perché
è uno scenario completamente diverso rispetto a quello a cui siamo
abituati con i lungometraggi. Tempi e metodi sono differenti, ma
dato che in questo caso si può lavorare a ogni episodio
contemporaneamente e ci sono più squadre produttive, abbiamo la
possibilità di rifinire perfettamente ogni aspetto.”
Scott
Adsit è la voce di Baymax, la sua
caratteristica distintiva su un volto e una fisionomia tanto
semplice: “Compassione è la parola chiave per capire e amare
Baymax, la sua missione è dover far sentire bene la gente, e non si
pone mai nessun problema di giudicare chi ha davanti. Tratta tutti
allo stesso modo e cura non solo la malattia ma anche la persona. È
il meglio di ciò a cui ognuno di noi può
aspirare.” Ma perché Baymax è così amato
soprattutto dai bambini? “A parte la sua abbracciabilità –
dice Adsit – secondo me è per il design semplice. Io da piccolo
mi connettevo ai personaggi di finzione disegnandoli. E Baymax è
molto facile da disegnare, secondo me i bambini possono amare
questo aspetto.”
Don Hall prosegue:
“Baymax piace alle persone perché ha compassione di tutti. E
noi abbiamo usato questa compassione come device comico. I suoi
protocolli sono la parte divertente della serie perché stridono con
il paziente che non vuole essere curato o non vuole il suo aiuto, e
la sua insistenza, sempre garbata ma decisa, genera ilarità. Il
tutto con un viso assolutamente semplice e privo di caratteristiche
particolari. Credo che il merito sia anche della voce che gli dà
Scott.”
Baymax!
è prodotta da Roy Conli e Bradford
Simonsen. Gli episodi della serie sono diretti da
Dean Wellins (Episodi 1, 2, 6), Lissa
Treiman (Episodio 3), Dan Abraham
(Episodio 4) e Mark Kennedy (Episodio 5). Lo
sceneggiatore è Cirocco Dunlap. Nella versione
originale, Scott Adsit ritorna a prestare la sua
voce a Baymax. Tra i doppiatori presenti negli
episodi figurano anche Ryan Potter, Maya Rudolph, Emily
Kuroda, Lilimar, Zeno Robinson e Jaboukie
Young-White.
Patrick Osborne ha
firmato per dirigere il film di Battling
Boy prodotto dalla Paramount
Pictures. Il regista premio Oscar per
Winston, cortometraggio della
Disney, dirigerà l’adattamento per il grande
schermo dell’acclamato graphic novel di Paul
Pope.
Pubblicato nel 2013,
Battling Boy è stato nominato uno dei
migliori libri di NPR di quell’anno. Acropolis è invasa dai
mostri che ingoiano i bambini negli orrori del loro oscuro mondo
sotterraneo. Il genio vigilante Haggard West è l’unico uomo che può
mettere fine a questa piaga. Purtroppo però Haggard West è morto.
Ma proprio quando Agropolis cade nella disperazione, la salvezza è
rappresentata da un semidio dodicenne, e nessuno è più sorpreso
dello stesso Battling Boy.
Battling Boy film
sarà prodotto da Sarah Esberg e Jeremy
Kleiner. Non è chiaro al momento se Battling
Boy sarà un live-action o un film d’animazione.
In cantiere già da diverso tempo
(inizialmente si era parlato di Bryan Singer alla regia), il
riavvio sul grande schermo della nota serie tv
Battlestar Galactica ha finalmente
trovato uno sceneggiatore. Variety riporta la notizia che lo script
del film sarà firmato da Jack Paglen, già autore
della sceneggiature dell’atteso
Transcendence, con Johnny Depp e Rebecca
Hall. Non si conosce ancora nulla circa questo riavvio per il
grande schermo, nonostante la Universal abbia specificato che il
film non seguirà la serie originale o qualsiasi altra produzione
appartenente all’omonimo franchise.
Battlestar
Galactica è una serie tv americana di genere
fantascientifico, prodotta da Glen Larson e andata in onda, per una
sola stagione, dal 1978 al 1979. In Italia, la serie è nota con il
semplice titolo Galactica, ed è composta da 24 episodi
della durata di 45 minuti ciascuno. La serie ha avuto un sequel,
Galactica, nel 1980, ed un remake, omonimo, dal 2004 al
2009.
Da diversi anni ormai, la
Universal Pictures sta cercando di portare al cinema
un film su Battlestar Galactica, la serie del 1978
creata da Glen A. Larson.
Oggi, via EW, sappiamo che
Lisa Joy (Westerworld)
ha firmato per lavorare alla sceneggiatura del film. Inoltre sembra
che Francis Lawrence, che ha firmato gli utlimi
tre film del franchise di Hunger Games,
potrebbe essere coinvolto nel progetto per dirigerlo. Tuttavia la
partecipazione del regista è tutt’altro che assicurata,
considerando che Lawrence ha in programma una versione ad alto
budget per il grande schermo dell’Odissea.
I piani precedenti vedevano il
coinvolgimento di Bryan Singer e di Jack
Paglen (Transcendence) alla
sceneggiatura.
La prima serie televisiva, Galactica
(Battlestar Galactica in originale),
venne trasmessa nel 1978 e fu seguita da un breve sequel nel 1980
(Galactica 1980). Il franchise originale comprende inoltre una
collana di romanzi, una serie a fumetti, un gioco da tavolo e
diversi videogame.
Ronald D. Moore e David Eick
svilupparono nel 2003 la miniserie televisiva
Battlestar Galactica, remake della serie
originale, che venne seguita dall’omonima serie televisiva
trasmessa tra il 2004 e il 2009. È invece del 2010 il prequel
Caprica.
Sembra che questa volta i Cylon
abbiano avuto la meglio. Secondo Variety, l’ambizioso reboot di Battlestar
Galactica di Peacock e Sam
Esmail è stato cancellato dopo anni di sviluppo
infernale. Originariamente annunciato come serie originale per
la piattaforma di streaming, il progetto del creatore di Mr.
Robot non è mai stato lanciato, nonostante
qualche mese fa avesse ottenuto la collaborazione dello scrittore
Derek Simonds.
In precedenza, alcuni rapporti
hanno suggerito che la visione di Sam Esmail per il nuovo show di
Battlestar Galactica si sarebbe svolta nella
stessa continuità della popolarissima iterazione del 2004, che
è ricordata come una delle versioni più prolifiche e amate dell’IP.
Al momento non è dato sapere se lo show sarebbe stato un
prequel, un midquel o un sequel della serie vincitrice di un
Emmy. C’è qualche speranza, perché secondo quanto
riferito il reboot di Battlestar Galactica di Sam Esmail
ha la possibilità di cercare un nuovo distributore, quindi solo il
tempo ci dirà se vedremo mai la visione di Esmail prendere vita su
un’altra piattaforma.
Di cosa parla Battlestar
Galactica?
Se si unisse il desiderio di
esplorazione spaziale di Star Trek
con le sequenze di battaglie intergalattiche di Star
Wars, si otterrebbe Battlestar
Galactica. Concepita per la prima volta nel 1978,
Battlestar Galactica si svolge in un futuro lontano, dove
la maggior parte dell’umanità ha colonizzato le stelle e ha quasi
dimenticato la propria storia antica. La creazione dei Cyloni, una
razza incredibilmente avanzata di intelligenza artificiale robotica
che, come prevedibile, si ribella all’umanità, segna
inavvertitamente il loro destino. Un giorno fatidico, i Cyloni
conducono un attacco a sorpresa sulla capitale umana di Caprica,
massacrando miliardi di persone e sfollando migliaia di
persone.
I pochi umani sopravvissuti si sono
rifugiati su enormi astronavi in un convoglio collegato. Il leader
di questo convoglio è la Battlestar Galactica, un’enorme nave
militare guidata dal rispettabile ammiraglio Adama
(Edward James Olmos). I due trovano un
raggio di speranza quando vengono a conoscenza di un pianeta
chiamato Terra, che scoprono essere il luogo di nascita originale
dell’umanità. Tuttavia, gli umani continuano a preservare l’umanità
mentre lottano per la sopravvivenza ed eludono i Cyloni che danno
loro la caccia. Ben presto scopriranno anche che i Cyloni si sono
evoluti per creare pupazzi umanoidi e che anche i personaggi più
fedeli della serie potrebbero essere agenti dormienti robotici
sotto mentite spoglie.
Mentre il futuro del reboot di Sam
Esmail è incerto, la serie Battlestar Galactica del 2004 è
disponibile in streaming su Prime Video.
Battleship : un altro gioco al
cinema, dal 13 aprile
Che la saga di Transformers sia stata
una miniera d’oro è sicuro, e quindi come biasimare la Hasbro se
prova a bissare il grande successo targato Michael Bay con un altro
storico gioco? Nasce così l’idea di realizzare un film sulla
leggendaria battaglia navale, compagna di giochi di moltissimi
bambini e, in versione fatta in casa, indispensabile mezzo di
sopravvivenza durante la noiose ore scolastiche.
Ci sono giochi molto popolari che,
proprio per la loro natura e le loro caratteristiche, si crede
siano inadattabili per il cinema. Tuttavia, sono diversi i casi in
cui tale credenza è stata smentita, a partire dal recente successo
di Barbie, ma si possono citare
anche i film di Transformers e
G.I. Joe – La nascita dei
Cobra. Naturalmente, si tratta di film che principalmente
si rifanno ai personaggio o alle regole di base del gioco per
adattarli poi ad un racconto originale che vada bene per il cinema.
È questo il caso anche del gioco Battaglia Navale,
portato al cinema nel 2012 come film di fantascienza dal titolo Battleship
(qui
la recensione).
Diretto da Peter
Berg, noto per film d’azione adrenalinici come
Spencer Confidential, Hancock o Red Zone – 22 miglia di
fuoco, il film offre dunque un’esperienza cinematografica
basata sulle regole del gioco, portate però nella realtà.
Battleship è dunque più di un semplice adattamento
di un gioco da tavolo, ma è un’opera cinematografica che riesce a
trasformare un concetto apparentemente semplice in un’esperienza
coinvolgente e appassionante. La sua combinazione di azione,
effetti speciali e complessi personaggi lo distingue dunque come un
film d’intrattenimento completo perfetto per gli appassionati del
genere.
Alla sua uscita in sala il film non
ha fatto registrare incassi particolarmente soddisfacenti, ma resta
in ogni caso un lungometraggio che offre esattamente ciò che
promette: un’avventura spettacolare e avvincente. Con il tempo,
poi, è stato in parte rivalutato dagli amanti del genere. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e molto altro. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Dopo essere entrate in contatto con
una forma di vita extraterrestre tecnologicamente avanzata, cinque
astronavi aliene penetrano nel nostro sistema solare, mettendo in
campo tre navi da guerra. In quello stesso istante, però, ci sono
già altre imbarcazioni militari che si stanno esercitando in mare
nei loro paragi. Tra queste, la nave capitanata dal marine
Alex Hopper, che si troverà allora a dover
fronteggiare la flotta aliena. L’obiettivo sarà impedire agli
invasori di comunicare al loro pianeta le coordinate ed evitare
così la tanto temuta invasione, distruggendo poi quanti si sono ad
ora introdotti sul pianeta terra. Al largo delle Hawaii, la
battaglia feroce e decisiva tra umani e alieni deciderà dunque il
destino dell’umanità.
Il cast di attori e gli alieni del film
Peter Berg voleva
ingaggiare la cantante Rihanna per il ruol del
ottufficiale Cora Raikes dopo aver visto la sua intervista a
Diane Sawyer in seguito alle percosse subite
dall’allora fidanzato Chris Brown. Berg era
convinto che se la cantante poteva essere grado di gestire
un’intervista così complicata, poteva altresì essere un’ottima
attrice. Tuttavia, per questo film, Rihanna si è affermata come la
decima cantante a vincere un Razzie Awards come Peggior attrice al
suo film di debutto. Protagonista maschile del film è invece
Taylor Kitsch,
nel ruolo del tenente comandante Alex Hopper.
Accanto a loro ritroviamo poi
Alexander
Skarsgård nei panni del comandante Stone Hopper,
Liam Neeson in
quelli del Vice Ammiraglio Terrance Shane e Brooklyn
Decker nei panni di Samantha “Sam” Shane. Gli attori
Rami Malek e
Jesse Plemons
interpretano invece rispettivamente il Tenente Hill e Jimmy “Ordy”
Ord. Per prepararsi al ruolo di marinai nel film, gli attori si
sono sottoposti a un campo di addestramento di un mese con veri
Navy Seals, che ha comportato un intenso allenamento fisico,
esercitazioni con armi da fuoco e simulazioni tattiche.
Per quanto riguarda gli alieni
presenti nel film, questi sono noti come Reggenti. Si tratta di
una specie di mammiferi alti dalle sembianze umanoidi, dotati di
tute corazzate scure con riflessi bronzo-oro sopra una tuta
attillata. Hanno quattro dita su ogni mano, orecchie minuscole,
occhi verdi con pupille simili, facce piatte, una setola simile a
quella di un porcospino sul mento e occhi verdi con riflessi dorati
che sono estremamente sensibili alla luce intensa. I Reggenti non
vivono sulla superficie del loro pianeta natale, ma piuttosto nelle
sue profondità, in grotte ed edifici fatti di roccia. Tuttavia,
possono avventurarsi fuori alla luce della sera.
Grazie al successo ottenuto con il
franchise di Transformers, il compositore Steve
Jablonsky è stato scelto per la colonna sonora ufficiale.
La colonna sonora contiene composizioni originali di Jablonsky e
vede la partecipazione del chitarrista rock Tom
Morello dei Rage Against the Machine. Tra
i brani composti dai due si sono in particolare affermati quelli
intitolati The Aliens, The Art of War, Super Battle e
Thug Fight. Nel film sono però presenti anche altri brani,
non originali, che arricchiscono ulteriormente la narrazione.
Eccoli di seguito:
Stone Temple
Pilots – “Interstate Love Song”
Billy Squier –
“Everybody Wants You”
Henry Mancini –
“The Pink Panther Theme”
Lucky Clark – “My
Lai”
The Black Keys –
“Gold on the Ceiling”
Citizen Cope –
“One Lovely Day”
Dropkick Murphys –
“Hang ‘Em High”
Carl Perkins –
“Blue Suede Shoes”
AC/DC – “Hard as a
Rock”
ZZ Top – “I Gotsta
Get Paid”
Royal Philharmonic
Orchestra – “Waltz: On the Beautiful Blue Danube”
AC/DC –
“Thunderstruck”
Band of Horses –
“The Funeral”
Creedence Clearwater
Revival – “Fortunate Son”
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di
Battleship grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes,
Tim Vision, Netflix e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì
4 novembre alle ore 21:00 sul canale
20 Mediaset.
Dal famosissimo gioco della
Hasbro, arriva al cinema
Battleship, una sfrenata battaglia navale sui mari
del pacifico in cui una sola corazzata guidata da due comandanti,
un giapponese e un americano (!), si oppone ad una invasione aliena
che mette a repentaglio la vita stessa del Pianeta.
A grandi linee questa è la storia
di un film che si basa principalmente sugli effetti speciali e sul
combattimento tra giganti del mare e astronavi aliene super
tecnologiche e distruttive. E infondo non ci si aspettava di più da
un film tratto da un gioco che non prevede storia. Immane infatti è
stata la fatica di ricavare uno svolgimento narrativo da quello che
poteva benissimo essere un filmato di pochi minuti di una battaglia
navale vera e propria; ne paga il prezzo una prima parte
assolutamente imbarazzante, in cui si susseguono siparietti e
scenette spudoratamente riempitive per arrivare poi al grande
scontro, cuore qualitativo e narrativo del film.
Al centro di questa vicenda c’è
Alex Hopper, giovane tenente della Marina Militare che non
ne combina mai una giusta e che diventerà poi l’uomo giusto al
momento giusto. Interessanti tuttavia alcuni momenti e strizzate
d’occhio del film alla storia (politica e cinematografica) come il
ricordo della battaglia di Pearl Harbour che
aleggia su tutto il film e uno scienziato aerospaziale che tra
tanta musica ascolta proprio il famosissimo valzer di Strauss
portato al cinema da Kubrick! Nel cast accanto al
protagonista Taylor Kitsch, compaiono
Liam Neeson,
Alexander Skarsgard e la cantante
Rihanna, alla sua prima prova da attrice e
paradossalmente, forse la più convincente dei personaggi di rilievo
del film.
Quello che in
Battleship però vale il prezzo del biglietto è
tutta la seconda parte in cui i marinai americani, insieme ai
giapponesi, trovano il modo per colpire le navicelle aliene
attraverso le segnalazioni radio di boe posizionate nel pacifico. I
segnali emanati dalla boe formano sui radar un reticolo
identificato da numeri e lettere … una battaglia navale in piena
regola. Alla regia Peter Berg già regista di
Hancock e attore in numerosi film anche importati
tra cui Collateral di Michael
Mann; Berg conduce il film con la giusta spettacolarità,
indulgendo là dove necessario a miracoli balistici per portare a
casa il risultato.
Dopotutto se c’è un grosso difetto
nel film è da attribuire alla sceneggiatura, ma poco male perché la
natura del progetto è di intrattenere e nella seconda parte il film
ci riesce alla perfezione.
Lacunoso e con dialoghi a tratti
assurdi, Battleship è un prodotto che si appoggia
totalmente sui due punti fondamentali, la spettacolarità delle
scene di esplosioni e gli effetti speciali a regola d’arte. Se però
non vi interessano né le uni né gli altri, fareste meglio a
rimanere a casa.
Ecco quattro character poster del
film Battleship, tratto dall’omonimo gioco battaglia navale e nato,
neanche a dirlo, dalla mente dei creatori del franchise di
Transformers. Esteticamente il film sembra
Anche se il blockbuster
Battleship (qui
la recensione) del 2012 di Universal e Hasbro Studios è stato
un grande investimento per la società, i piani per
Battleship 2 e per un franchise esteso non si sono
mai realizzati. Prendendo il semplice gioco da tavolo di battaglia
navale e convertendolo in un blockbuster, il film seguiva una
flotta di navi della Marina che combatteva contro un esercito di
navi aliene. Il film vantava un budget gargantuesco, compreso tra i
209 e i 220 milioni di dollari, e stelle come Taylor Kitsch, Liam Neeson e Rihanna.
Tuttavia, nonostante avesse tutte le caratteristiche di un
franchise di lancio, il film non è riuscito a dare il via a una
serie di successo di Battleship.
Il film presentava un’insolita
combinazione di adattamento non ortodosso ed epopea
fantascientifica. Basandosi sul celebre gioco da tavolo,
decisamente poco cinematografico, gli sceneggiatori
Jon ed Erich Hoeber hanno deciso
di dare una scossa alla formula del gioco a turni facendo ruotare
la storia intorno a un’invasione aliena. Sebbene questa storia sia
del tutto assente dal gioco originale, la decisione ha comunque
contribuito a creare una sorta di narrazione intorno al materiale
di partenza. Tuttavia, anche con questa storia in atto,
Battleship non è riuscito a gettare le basi per un
potenziale sequel, nonostante un accenno in tal senso nella scena
post-credits.
Verso la fine del film, infatti, il
tenente Alex Hopper, interpretato da Taylor Kitsch, unisce le sue forze a quelle di
veterani in pensione che requisiscono la corazzata USS Missouri,
dismessa dalla Seconda Guerra Mondiale. Anche la Royal Australian
Air Force arriva in loro soccorso con i caccia Boeing F/A-18 e,
alla fine, l’equipaggio militare riunito distrugge la minaccia
aliena. Battleship si conclude così con una nota
positiva: Hooper viene promosso tenente comandante e riceve una
Stella d’Argento per il suo valore durante il combattimento.
Tuttavia, quella che sembra una chiusura ben riuscita della trama
di Battleship viene – come anticipato – successivamente ampliata
con una post-credits che apre nuovi spazi per un Battleship
2.
La scena post-credits di Battleship
conferma che gli alieni sono ancora una minaccia
La scena post-credits si svolge in
Scozia, dove tre adolescenti si imbattono in una misteriosa
struttura cubica che sembra essere caduta dal cielo. Quando un
adulto si unisce a loro e apre l’oggetto, un paio di braccia aliene
spuntano da esso e li fanno fuggire spaventati. Con questa scena
finale, Battleship lascia intendere che anche se
il Capitano di Corvetta Alex Hopper e la sua flotta hanno
sopraffatto l’armata aliena che si era presentata all’inizio del
film, la minaccia extraterrestre è tutt’altro che finita. Su di
loro incombe la possibilità di un’altra invasione aliena, con gli
alieni che probabilmente cercheranno di vendicarsi dei soldati
caduti e della tecnologia distrutta.
Come la scena dei titoli di coda di
Battleship prepara un sequel
Dal momento che l’astronave aliena
atterra in Scozia nella scena post-credits, sembra che si stia
preparando un’invasione su scala globale che potrebbe alzare la
posta in gioco della guerra intergalattica tra gli umani e gli
extraterrestri. In una delle prime scene,
Battleship stabilisce che gli alieni stanno
cercando di connettersi con il loro pianeta d’origine attraverso
una rete di comunicazione sulla Terra. Sebbene Hooper riesca a
distruggere l’array, il fatto che un’altra nave aliena atterri
sulla Terra subito dopo l’incidente suggerisce che gli alieni hanno
effettivamente stabilito una comunicazione sufficiente con il loro
pianeta natale per poter chiedere rinforzi.
Se la creatura spaziale nella scena
post-credits fa parte di un’altra flotta inviata come rinforzo,
l’equipaggio di Hooper e le forze armate mondiali dovranno
affrontare un altro difficile conflitto contro gli esseri celesti e
la loro superiore tecnologia militare. Questa volta, però,
potrebbero essere meglio equipaggiati per resistere alla loro
invasione, poiché sono consapevoli che gli alieni sono allergici al
sole e hanno anche avuto abbastanza tempo per decodificare alcune
delle loro tecnologie avanzate per usarle a proprio vantaggio.
Sfortunatamente, nonostante ci siano così tanti potenziali punti di
trama da esplorare, Battleship 2 probabilmente non
si farà mai.
Il motivo principale per cui, ad
oggi, Battleship 2 non è mai stato realizzato è il
fallimento del primo film al botteghino. A fronte di un budget di
220 milioni di dollari, il film ha guadagnato solo circa 303
milioni di dollari a livello globale. Poiché la maggior parte delle
stime suggerisce che un film deve guadagnare circa due volte e
mezzo il suo budget per avere successo finanziario,
Battleship è stato ben al di sotto della
redditività. Questo è certo anche semplicemente per il fatto che al
costo per il film si deve aggiungere un budget di marketing di
circa 100 milioni di dollari. Con queste cifre, i piani per
Battleship 2 erano tutt’altro che costruiti su
solide fondamenta.
Particolarmente dannosi per lo
studio sono stati i guadagni al botteghino nazionale. Secondo
Box Office Mojo, il film ha guadagnato
solo 65,4 milioni di dollari negli Stati Uniti e in Canada.
L’incapacità di catturare un qualsiasi tipo di pubblico in patria è
stato il fattore principale dei suoi miseri guadagni totali. In
effetti, un articolo dell’Hollywood Reporter stimava che il film
avesse perso circa 150 milioni di dollari per la Universal. Di
conseguenza, con questi risultati, Battleship 2
non avrebbe mai potuto ottenere il via libera.
Anche le recensioni negative hanno
portato alla cancellazione di Battleship 2
Un fattore chiave che ha contribuito
al terribile incasso di Battleship è stata senza
dubbio l’accoglienza della critica. Sebbene non sia raro che i film
mal criticati ottengano poi buoni risultati finanziari, il
punteggio del 33% su Rotten Tomatoes di questo film non ha certo
contribuito a generare interesse. Come se non bastasse, anche il
pubblico non è rimasto entusiasta del film sul gioco da tavolo:
secondo l’aggregatore di recensioni, solo il 54% degli spettatori
ha risposto positivamente.
Dalla scena post-credits di
Battleship si evince chiaramente che c’era l’intenzione di
continuare la storia oltre il primo film. Tuttavia, dato che una
lamentela comune dei critici era la natura formulaica e derivativa
della trama, sembra improbabile che Battleship 2
potesse portare a qualcosa di radicalmente diverso. Viste le enormi
perdite subite dal primo Battleship, alcuni
dirigenti dello studio potrebbero essere segretamente sollevati dal
fatto che il progetto non sia mai andato avanti, evitando di dover
ripetere una simile catastrofe.
Ecco l’intervista a Rihanna, la pop
star racconta l’incredibile esperienza del set di Battleship,il
nuovo film di Peter Berg con Alexander
Skarsgård, Brooklyn Decker, Liam
Neeson, Rihanna, Taylor Kitsch. Battleship: dal 13 aprile
2012 al cinema.
Guarda il trailer
ufficiale di Battle of the year La vittoria è in
ballo che sarà nelle sale italiane a partire dal 5
dicembre, distribuito da Sony Pictures Italia.
Sinossi: Film sul Campionato
Internazionale di breakdance chiamato “Battle of The Year” che vede
tra gli attori protagonisti il cantante Chris
Brown e Josh Holloway (famoso per il
ruolo di Sawyer in Lost). E’ la storia di un gruppo di ballerini e
del loro allenatore che li porterà alla Battle of The Year in
Francia, sperando di vincere la competizione dopo anni di sconfitte
contro i più bravi e preparati ballerini del mondo.
Come i film sul canto e sui
sogni da raggiungere a tutti i costi e con tutti i mezzi, il filone
dei film sul ballo è sempre più proficuo e ben considerato
nell’ambiente. Ed ecco che a quasi fine 2013 , arriva nelle sale
italiane Battle Of The Year – La Vittoria è In
Ballo , annuale appuntamento con la danza sul grande
schermo dal 5 Dicembre distribuito da Sony
Pictures Italia. Ma non stiamo parlando del balletto
classico, ma del ballo nato dai sobborghi, l’hip-hop che sfocia
nella sua forma più estrema con la break-dance.
La Battle of The Year è una
competizione vera e propria a livello mondiale, dove crew in
rappresentanza di ogni paese si sfidano a colpi di footwork e
freeze . Il problema che si ritrova per le mani l’ex b-boy
Dante ( Laz Alonso) , ormai magnate dell’industria
del merchandising intorno a questa disciplina, è la squadra
americana che non vince il titolo da 15 anni , anche se sulla carta
è quella che dovrebbe essere la più forte in quanto la break-dance
nacque negli anni 70 nel Bronx. Con l’aiuto del vecchio amico Blake
( Josh Holloway , il famoso Sawyer di LOST) ,
vincente allenatore di basket deluso però dalla vita , la squadra
americana di ballerini verrà messa alla prova con un duro
allenamento e un cambio di direzione vero e proprio. Formando
il Dream Team con i ballerini di break-dance più forti del paese,
Blake cercherà di dare del filo da torcere ai fortissimi avversari
nella gara di ballo di Montpellier.
In un put-pourri di tante idee già
viste e sentite, Battle of the Year non spicca sicuramente
per originalità di sceneggiatura, con una seria banalità
nelle battute e prevedibilità in alcune scene. Sulle orme di
Step Up,ma solo per il vibe corale del film, c’è un po’ di
riscatto sociale come piace tanto a gli americani stile Save
The Last Dance, e un po’ di coraggio infuso dalla passione,
che come ci insegnano in Ti Va di Ballare? con Antonio
Banderas non sempre è di casa nei ballerini più bravi del mondo. Il
tipo di ballo ricorda le battaglie tra crew del reality targato Mtv
America’s Best Dance Crew , da cui arriva anche uno degli
attori ballerini , Dominic Sandoval della Quest Crew vincitrice nel
2007. Ma l’elemento sorpresa e i colpi geniali di coreografia che
si potevano trovare in un reality show come quello, purtroppo
mancano in questo film. Non bisogna però sminuire il talento degli
attori, quasi tutti ballerini e veri b-boy di professione, che
risultano credibilissimi come team. Insieme a loro anche il
cantante e ballerino Chris Brown, noto alle
cronache soprattutto per aver picchiato la ex ragazza Rihanna , che
si improvvisa attore riuscendoci abbastanza bene, forse perchè
l’atteggiamento del suo personaggio poco si discosta dalla sua vera
persona. Infine il coach burbero che si scioglie grazie
all’unione dei suoi studenti interpretato da Josh Holloway è un
personaggio da manuale e funziona sempre.
Ma Battle of The Year- La Vittoria è
in ballo rimane un bel film per gli amanti della danza e della
break dance in particolare. Punto totalmente a favore di questo
film è il 3D , che con la profondità e libertà di
movimento permette alle scene di ballo di raggiungere lo spettatore
in poltrona, facendogli credere di essere alla Battle Of The Year
in Francia.
Èuscito, per il lancio dell’edizione blu ray, il
trailer di uno dei film più ridicoli e impressionanti sugli
zombie:Battle of the
Damned, diretto daChristopher
Hatton e interpretato daDolph Lundgren.Il film è stato distribuito in edizione
limitata in Germania il 12 luglio 2013 e arriverà nelle sale
cinematografiche del Regno Unito il 26 dicembre 2013. La
distribuzione in America è prevista per febbraio
2014.
Battle of the
Damnedè ambientato in un prossimo futuro, in cui un’epidemia virale
ha ucciso migliaia di uomini, tramutandoli in mostri assetati di
sangue.Dolph Lundgrenè un soldato che guida un piccolo gruppo di
sopravvissuti in questo mondo post-apocalittico, ingaggiato per una
missione di salvataggio suicida. Per riuscire nell’impresa potrà
contare soltanto sulle sue forze e su una squadra di robots
programmati per uccidere i morti viventi.
Il cast diBattle of the
Damnedcomprende ancheMelanie
Zanetti,Matt
Doran,David FieldeJen Sung.
Arriva da
Collider la notizia esclusiva che sarà Rosa
Salazar (The Divergent Series Insurgent, Maze
Runner La fuga) la protagonista dell’adattamento
cinematografico di Battle Angel, manga
scritto e illustrato da Yukito Kishiro nel 1991 e
noto da noi con il nome di Alita l’angelo della
battaglia.
L’attrice era nelle shortlist delle
favorite al ruolo insieme a Zendaya
(Spider-Man: Homecoming),
Maika Monroe (It
Follows) e Bella Thorne
(L’A.S.S.O.).
In Battle Angel
Alita (questo il titolo originale del manga nella
versione statunitense), lo scienziato Dr. Ido recupera una cyborg
femmina, Alita, da una discarica del 26esimo secolo. Diventato un
surrogato di padre per Alita, Ido scopre che lei è una sorta di
Angelo della Morte che potrebbe rompere il cerchio di morte e
distruzione nel quale ruota questo mondo post-apocalittico,
devastato 300 anni prima da una terribile guerra mondiale…
Il film, che verrà distribuito dalla
20th Century Fox, sarà diretto da Robert
Rodriguez (Sin City, Grindhouse Planet Terror,
Machete) e prodotto da James
Cameron. Al momento non sappiamo quando inizieranno le
riprese.
Ieri sera vi abbiamo raccontato che
James Cameron ha partecipato alla TagDF a Città
del Messico, ma ci siamo concentrati più che altro sul suo discorso
tecnico riguardo al 3D e in particolare riguardo all’inutilità
della stereoscopia (secondo il regista) in film con
Iron
Man 3 o L’Uomo d’Acciaio.
Quello su cui adesso focalizziamo
l’attenzione è il fatto che Cameron ha confermato di avere nei
progetti un film su Battle Angel, che
andrà in porto solo dopo che il regista di
Titanic avrà completato il suo lavoro con
i sequel 2, 3 e 4 di Avatar, quindi nel
2017.
Già diverse volte, in passato
abbiamo sentito parlare Cameron del film che vorrebbe realizzare da
Battle Angel ma questa volta sembra che
il regista abbia davvero pianificato una data e stia cominciando a
pensarci con serietà. In pratica entro il 2017 dovremmo avere altri
due film di Avatar, poi il film in
questione e infine il quarto episodio di
Avatar. Un programma allettante ma che
potrebbe subire variazioni.
Battle Angel, che nell’edizione USA si
chiama Battle Angel Alita, è un manga scritto e illustrato da
Yukito Kishiro nel 1991 ed è ambientato nel
26esimo secolo, un epoca dominata dai cyborg, 300 anni dopo una
guerra catastrofica che ha distrutto il mondo. Il personaggio
principale, Alita, è una ragazza in un corpo da cyborg che, dopo
essere stata trovata in una discarica e riparata, perde la memoria
e non ricorda più chi è.Fonte: WP
La Fox Searchlight
Pictures ha aggiunto Sarah Silverman al cast di
Battle of the Sexes
(Battaglia dei sessi), al fianco di
Emma Stone. L’attrice interpreterà Gladys
Heldman, fondatrice del World Tennis Magazine.
Il film
porterà sul grande schermo il celebre match tennistico
tenutasi nel 1973 che opposeil
55enne Bobby Riggs (Steve Carrell),
stella già in pensione, e Billie Jean
King (Stone), allora numero 2 del ranking
femminile. Riggs dichiarò aperta una vera e propria “guerra dei
sessi”, affermando la superiorità del tennis maschile su quello
femminile e sfidando le più forti professioniste in attività a
batterlo. Un confronto che ben presto si estese al di fuori dei
confini del gioco, per assumere i connotati di una pagina
storica del costume, oltre che dello sport.
Un soggetto stuzzicante,
soprattutto oggi che la questione del genere gap è tema di
attualità nell’industria cinematografica americana. E come spesso accade a Hollywood, sono altri due i progetti che
si concentrano sullo stesso episodio. Uno sarà sviluppato daHBO e Playtone coinvolgendo Elizabeth Banks
e Paul Giamatti. L’altro, dal titolo Match
Maker, vedrebbe Will Ferrell nei panni di
Riggs.
Jonathan
Dayton e Valerie Faris
(Little Miss Sunshine e Ruby
Sparks) dirigono il film scritto da Simon
Beaufoy (The Millionaire).
La Batsuit è un
po’ la seconda pelle di Batman, un modo per celare
se stesso al mondo e le sue debolezze ma anche fonte di potere e
accessori che usa per combattere il crimine. D’altronde è da
questa “tuta” – che nel tempo è stata disegnata e progettata
in vari modi – ricava tutta l’energia necessaria per trasformare la
sua vulnerabilità in vantaggio, come raccontato sui fumetti e al
cinema.
Ma quanto sappiamo effettivamente
della Batsuit? Ecco 10 cose che forse solo i veri
fan conoscono:
Può analizzare campioni sulla scena del crimine
Essere il più abile detective del
mondo significa portare a termine il lavoro in modo rapido ed
efficiente. E per farlo Bruce Wayne si serve di
uno speciale kit in grado di analizzare campioni di ogni tipo già
sulla scena del crimine. Dalla Batsuit i dati vengono inviati al
suo computer e poi analizzati insieme ad Alfred.
Monitorizza i segni vitali
Grazie alla
Batsuit Alfred può tracciare in tempo reale i
segni vitali di Bruce Wayne e apportare modifiche o prendere
decisioni di conseguenza. La tuta trasmette infatti informazioni
sui danni subiti, e anche se è lo stesso Batman che solitamente può
apportare le proprie modifiche, è utile che Alfred sia pronto a
rispondere quando necessario.
Funziona come defibrillatore
Spesso nei fumetti la tuta di
Batman mette in funzione una scossa per
allontanare chiunque possa provare a rimuovere la sua maschera,
caratteristica che torna utile quando l’eroe viene messo fuori
combattimento.
In casi estremi, la tuta può
fungere anche da defibrillatore, generalmente attivato da Alfred,
producendo un forte shock per riavviare il cuore di Bruce.
Visione detective
La maggior parte delle persone
associa la “Detective Vision” al videogioco di Batman: Arkham, ma
sappiamo che questa funzione svolge un ruolo importante anche in
alcuni fumetti e persino nei film.
Al cinema Christian Bale utilizza una cosa del genere in
The Dark Knight (2008), quando Batman sta raggiungendo
Joker e attiva una sorta di ecolocalizzazione per scoprire la
posizione dei suoi ostaggi.
Le orecchie possono diventare proiettili
Sappiamo che le orecchie del
cappuccio di Batman sono dotate di avanzate
tecnologie di comunicazione, ma non tutti ricordano che possono
anche funzionare come proiettili.
Usata nel combattimento corpo a
corpo, questa funzione enfatizza la pericolosità di ogni gadget
della Batsuit, studiato per diventare una minaccia per
chiunque.
Batman ha un costume per ogni scopo
Come visto in The Lego
Batman Movie, il crociato di Gotham ha accesso ad una
varietà di costumi, ognuno dei quali serve uno scopo specifico. Nei
fumetti l’eroe ha infatti progettato abiti per combattere Superman, per volare, proteggersi da
temperature estreme e persino per confrontarsi con il
temibile Darkseid.
Denti come armi
Sebbene non facciano realmente
parte del costume, i denti falsi che Batman può utilizzare lo hanno
aiutato ad uscire indenne da varie situazioni. Come nella serie
Detective Comics, in cui sfrutta un dente come una bomba fumogena
per fuggire.
Il costume è collegato al Batcomputer
Dal suo cappuccio Batman ha accesso
a tutte le informazioni memorizzate nei suoi numerosi database. In
alcuni momenti, Alfred è la persona dietro il computer, mentre in
altri, l’eroe fa riferimento all’intelligenza artificiale
Brother Eye.
La cintura è la parte più ricca di gadget
Non c’è gadget che la cintura della
Batsuit non possa contenere: a testimoniarlo è il
primo arco narrativo di Detective Comics Rebirth, dove scopriamo
che è in grado di nascondere almeno centoventi oggetti.
Si è evoluta nel corso degli anni
L’utilità della
Batsuit ha subito alcuni cambiamenti significativi
nel corso degli anni, così come i dettagli della cintura, del
mantello, del cappuccio e di molti altri gadget.
Per quanto riguarda la cintura e le
modifiche al cinema quelle sfoggiate da Val Kilmer
e George Clooney non sembravano avere una funzione
pratica, e si concentravanp più sull’aspetto esteriore, mentre
Adam West, Christian Bale e Ben Affleck hanno indossato tutte le cinture
con un design più militarista.
Il produttore KTM ha svelato la
X-Bow GT Black Edition la nuova automobile che è
stata presentata in occasione del Motor Show di Ginevra in
Svizzera e che ricorda molto la Batmobile tanto da essere stata
presentata in un book che la ritrae in quella che sembra essere una
batcaverna:
[nggallery id=2584]
La “batmobile” X-Bow GT
Black Edition vanta un motore 2.0 da 340 CV e fa da 0.60 in 4
secondi netti. La sua velocità massima è di 146 mph e costa
ben 108 mila dollari.