Tom Hank – 4
nomination ai BAFTA, 6 agli Screen Actors Guild Awards , 6 agli
Oscar, 7 ai Golden Globe e 8 agli Emmy. Ma non finisce qui: due
Oscar vinti come miglior attore protagonista, una nel 1994 con
Philadelphia e uno nel 1995 con
Forrest Gump, eguagliando il record
di Spencer Tracy (nel 1937-1938),
l’unico ad aver vinto per due anni consecutivi l’ambita
statuetta.
Lui è Tom
Hanks, classe 1956, enfant prodige degli anni
’80 il cui caché, a oggi, si aggira intorno ai 20 milioni di
dollari a interpretazione. Interpretazioni che l’hanno portato a
essere il vicepresidente dell’Academy.
Thomas Jeffrey Hanks nasce il 9
luglio 1956 sotto il sole della California, a Concord, da padre
cuoco (Amos Mefford Hanks) e madre infermiera (Janet Marylyn
Frager). Timido e introverso sin da piccolo, Tom studia teatro allo
Chabot College, sempre in Calfifornia per poi trasferirsi
alla California State University di Sacramento. Nel 1978
sposa l’attrice Samantha Lewes da cui avrà due figli, Colin ed
Elizabeth.
Del 1979 è il primo grande
cambiamento: partenza per New York City in cerca di successo che
incontra, dopo una serie di film low budget, agli ABC
studios accaparrandosi un ruolo principale nella comedy
Bosom Buddies (conosciuta in italia con
il titolo di Henry e Kip) in cui, in 37
episodi andati in onda dal 1980 al 1982, vengono raccontate le
vicende di due single che lavorano nel campo della pubblicità e
che, per pagare di meno l’affitto, si travestono da donne per
vivere in un appartamento riservato al gentil sesso.
Tom Hanks, filmografia
Grazie al successo televisivo,
Hanks viene notato da Ron Haward che nel 1982 gli
riserva un ruolo come guest appearance in un paio di
puntate del mitico Happy Days. La collaborazione tra i due
continua quando Haward decide di assegnare al giovane californiano
il ruolo principale in Splash – Una sirena a
Manathann (1984), commedia romantica che si trasforma
in un vero e proprio successo al box office incassando quasi 70
milioni di dollani.
Con il film di Garry
Marshall del 1986 Niente in
comune, Hanks pone le basi per un salto di qualità
nella sua carriera da attore e comincia a farsi conoscere al grande
pubblico anche e soprattutto per le sue capacità interpretative
drammatiche. Il grande successo arriva due anni dopo con
Big, film dalla strana (ma casuale)
identità di soggetto con Da Grande di
Francesco Amurri (con Renato
Pozzetto) in cui Hanks interpreta Josh, un ragazzino di
dodici anni che abita a New York, follemente innamorato di una sua
compagna di scuola molto più grande di lui, motivo per cui si trova
a esprime il desiderio di non essere più un bambino. Il giorno
dopo, al suo risveglio, scoprirà di essere diventato un aitante
trentenne.
Big viene
osannato dalla critica e configura Hanks come il miglior giovane
talento nascente di Hollywood: una nomination agli Oscar come
Miglior attore protagonista, la prima vittoria del Golden Globe
come miglior attore in un film commedia o musicale, il
riconoscimento da parte del Los Angeles Film Critics Association
Award come miglior attore protagonista e la menzone speciale al
festival di Venezia di quell’anno.
Gli anni della consacrazione a star
sono anche quelli che lo hanno visto sposato con l’attrice
Rita Wilson, nel 1988, conosciuta sul set di
Bosom Buddies ma di cui si innamorerà
solo successivamente e dalla quale avrà due figli: Chester e
Truman.
Subito dopo la consacrazione a star
da parte della critica, seguirono per l’attore molti fallimenti al
botteghino come L’erba del vicino (The
‘burbs), Joe contro il vulcano (che vede
per la prima volta Hanks insieme a Meg Ryan) e il
flop più grande, Il falò della vanità,
diretto da Brian De Palma con Bruce
Willis e Melanie Griffith, film che costò
47 milioni di dollari e riuscì a incassarne solo 15.
Sarà la commedia del 1992 di
Penny Marshall con Madonna tra i protagonisti,
Ragazze vincenti, a portare Tom
Hanks nuovamente in vetta. In un’intervista di quel
periodo a Vanity Fair l’attore dichiarò
di essersi reso conto che il suo lavoro era diventato meno
pretestuoso, finto e sopra le righe e percepiva nell’aria l’inizio
di una nuova era cinematografica.
Era che si apre con il
succeso della commedia romantica del 1993 Insonnia
d’amore che lo vede nuovamente al fianco di
Meg Ryan e, successivamente, con l’indimenticabile
Philadelphia dalla drammatica porata
sociale. Nel film Hanks interpreta Andrew “Andy” Beckett, un
avvocato gay licenziato perché malato di AIDS, la malattia che
raggiunse il culmine della sua diffusione negli anni novanta. Per
interpretare il ruolo dell’avvocato (affiancato da un grande
Denzel Washington), Hanks perse più di 35 chili e
rasò a casaccio i suoi capelli al fine di apparire credibile in
quanto malato. Oltre alle pluripremiate interpretazioni dei due
attori, elemento di spicco del film fu la musica, affidata a
Howard Shore affiancato dagli autori Bruce
Springsteen e Neil Young, che accompagnò
i due attori in quasi tutti le scene principali. In una recensione
per People, la giornalista Leah Rozen scrisse:
«Al di là di tutto, il
successo del film è da riscontrarsi in Tom Hanks che ha fatto un
lavoro splendido nel calarsi totalmente nel ruolo di una persona,
non un personaggio, un uomo qualunque e non un santo martire. È
stato assolutamente pazzesco, estremamente profondo con
un’attenzione incredibile a tutte le sfumature comportamentali di
una persona in quelle condizioni. Si merita
l’Oscar».
Oscar che non tardò ad arrivare,
nel 1993, come miglior attore protagonista. Nel discorso di
ringraziamento, Hanks fa riferiferimento a due persone che hanno
dato molto alla sua carriera e a questo ruolo, il suo insegnate di
teatro al liceo Rawley Farnshworth e il compagno
di classe John Gilkerson, entrambi estremamente
vicino all’attore ed entrambi gay.
L’errore degli anni
precedenti non venne ripetuto e subito dopo questa profonda
interpretazione all’attore venne immediatamente affidato un altro
ruolo destinato a diventare un cult: Forrest
Gump.
«Quando ho letto lo script di
Gump ho intravisto un gran ruolo, un film pieno di speranza che
potesse arrivare a un gran pubblico… l’ho sentito mio»
dichiarerà Tom Hanks in un’intervista successiva
all’uscita del film. Diretto da Robert Zemeckis il
film, liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Winston Groom del
1986, narra l’intensa vita di Forrest Gump, un uomo dotato di uno
sviluppo cognitivo inferiore alla norma, nato negli Stati Uniti
d’America a metà degli anni quaranta e, grazie a una serie di
coincidenze favorevoli, diretto testimone di importanti avvenimenti
della storia americana. Forrest Gump
venne accolto in modo estremamente positivo sia dalla critica sia
dal pubblico, conferendo ad Hanks per il secondo anno consecutivo
la statuetta come miglior attore protagonista eguagaliando il
record di Spencer Tracy, sfiorando il record di nomination di
Eva contro Eva e
Titanic e classificandosi al 20° posto
nella classficia dei 250 migliori film di sempre di IMDb. Il film
ebbe anche un notevole impatto sulla cultura popolare. Frasi come
«corri, Forrest, corri» sono diventate parte del linguaggio comune.
Lo stesso Tom Hanks riadatterà una frase del suo
personaggio nel suo discorso alla cerimonia degli Oscar.
Tra le varie, il film viene
ricordato per aver pagato a Hanks l’ingaggio, allora stratosferico,
di 8 milioni di dollari, incassandone in tutto il mondo circa
680.
La salita all’olimpo
dei super attori di Hollywood procede e con il suo ruolo successivo
segna la reunion tra l’attore e il regista che per primo credette
in lui: Ron Howard, con cui Tom è pronto a volare
nello spazio, con la pellicola del 1995 Apollo
13. La critica applaudì il film e la prova
di Hanks e compagni (Kevin Bacon, Bill Paxton, Gary Sinise,
Ed Harris e Kathleen Quinlan) conferendo
al titolo nove nomination agli Academy
Awards e vincendone due, nessuna delle quali per Tom.
Poco dopo Apollo
13 Hanks cominciò ad avvicinarsi al mondo
dell’animazione e di quegli anni fu la sua prima collaborazione con
la Disney/Pixar per il blockbuster d’animazione Toy
Story, in cui prestò la voce allo sceriffo Woody.
L’amore per lo spazio non
abbandonerà l’attore che, nel 1996, unirà questa passione con
quella per le serie tv diventando produttore (insieme all’ormai
amico Ron), co-scrittore e co-direttore del documentario per la HBO
Dalla terra alla luna, miniserie che segue le vicende del programma
Apollo dalla sua prima missione del 1961, fino alla sua ultima
missione del 1972. La miniserie ricevette numerosi premi e
nomination nel corso del 1998 e del 1999, vincendo tra gli altri
tre Emmy, un Golden Globe e due Television Critics Association
Awards. Oltre ai prestigiosi premi, la miniserie viene ricordata
anche per essere stata la produzione più costosa per un
documentario televisivo: 68 milioni di dollari. I progetti
successivi non furono certo da meno in quanto a spese e con
Salvate il soldato Ryan (1998) si apre la
fortunata collaborazione con Steven Spielberg. Ambientato
durante la seconda guerra mondiale, in particolare nei giorni del
D-Day, il film fu acclamato dalla critica soprattutto per i primi
24 minuti che dipingevano, in maniera cruda e realistica, lo sbarco
dei soldati a Omaha beach. Etichettato come uno dei migliori film
di guerra mai girati, valse al regista la sua seconda statuetta
alla regia e all’attore un’altra nomination come miglior attore
protagonista. Dopo questa intensa interpretazione, Hanks aveva
bisogno di qualcosa di leggero e dello stesso anno è
C’è posta per te che vede Hanks
nuovamente con Meg Ryan in una commedia romantica
remake del classico di Ernst Lubitsch,
Scrivimi fermo posta.
Alle soglie del nuovo
millennio Hanks torna come voce per il secondo capitolo del film
d’animazione Toy Story 2 per poi gettarsi
nell’adattamento del romanzo di Stephen King Il miglio
verde, diretto da Frank Darabont
(oggi noto ai più per essere il regista della terza stagione di
The Walking Dead), in cui interpreta il ruolo drammatico
di Paul Edgecombe, capo guardia dei prigionieri condannati a morte
la cui vita cambia quando in carcere arriva John Coffey
(Michael Clarke Duncan), un gigante di colore
accusato di aver massacrato due bambine. Il nuovo Hanks, quasi
totalmente votato a ruoli drammatici, continua la sua scalata al
successo nel 2000 con il film di Robert Zemeckis Cast
Away, in cui Hanks interpreta un importantissimo
ingegnere della FedEx che, a causa di un incidento aereo dopo un
ammaraggio di fortuna, si ritrova su uno scoglio gigante a nord
della Nuova Zelanda, da solo. Il film venne girato in due periodi
di tempo separati da diversi mesi. Nella prima sessione di riprese
vennero girate le scene nel mondo “moderno”, mentre nella seconda
sessione vennero girate le scene sull’isola. Il motivo della pausa
fu la necessità di Tom Hanks di avere a
disposizione tempo per perdere peso: durante la pausa Hanks dimagrì
di circa 20 kg per interpretare la parte (e Zemeckis girò
Le verità nascoste).
L’anno successivo Hanks
torna dietro la macchina da presa insieme a Steven
Spielberg per produrre Band of Brothers,
miniserie in 10 puntate per la HBO considerata come un vero e
proprio spin-off del precedente Salvate il soldato
Ryan. Visto l’enorme successo, nove anni dopo i due
torneranno a produrre insieme un’altra miniserie di dieci puntata
per lo stesso canale intitolata The Pacific e incentrata sugli
avvenimenti della guerra del Pacifico.
L’esplorazione delle proprie
capacità drammatiche continua nel 2002 con Era mio
padre, film in cui l’attore interpreta il ruolo di un
killer professionista per conto di un mafioso che l’ha cresciuto
come un figlio. Il felice connubio con il regista Spielberg
prosegue sempre negli stessi anni con Prova a
prendermi, al fianco di
Leonardo DiCaprio. Questo è il primo film dal
1988 in cui Tom Hanks non riceve la paga più alta
per un ruolo di protagonista che venne assegnata a DiCaprio. Nello
stesso anno produrrà insieme alla moglie Rita
Wilson la commedia di successo Il mio grosso
grasso matrimonio greco.
Nel 2004 l’attore ormai regista e
produttore appare in tre film diversi: la commedia dei
fratelli Coen
Ladykillers, un altro film di Spielberg
The Terminal e il film d’animazione
Polar Express di Zemeckis. Nel 2005
arriva un altro importante ricooscimento e Hanks viene votato come
vice presidente dell’Academy Award.
Negli anni successivi
prenderà parte al kolossal tratto dal best seller di Dan Brown,
Il Codice Da Vinci, interpretando il
ruolo del del professor Robert Langdon che tornerà anche nel
2009 per un altro capitolo della saga,
Angeli e Demoni.
Il 2007 è anche l’anno che lo vede
protagonista del film scritto da Aaron Sorkin La guerra
di Charlie Wilson in cui interpreta il deputato
democratico del Texas Charles Wilson che valse all’attore
l’ennesima candidatura ai Golden Globe. L’ultimo ruolo a
conferirgli una candidatura agli Oscar è stato l’adattamento del
romanzo di Jonathan Safran Foer
Molto forte, incredibilmente vicino,
del 2011, in cui Hanks interpreta il padre di un ragazzino con una
certa forma di autismo rimasto vittima degli attacchi terroristici
dell’11 settembre.
Sebbene quest’ultima pellicola non
sia stata eccessivamente apprezzata dalla critica, Hanks, che di
insuccessi alle spalle ne ha conosciuti svariati, non ha certo
intenzione di buttarsi giù ed ha svariati progetti per il futuro
come
Saving Mr. Banks al fianco di
Emma Thompson e Colin Farrell in cui si aggiudicherà
un altro record: essere il primo a interpretare Walt
Disney al cinema. Il film è atteso nelle sale per il
2013.
Intanto tra poco, esattamente il 3
gennaio, Tom inaugurerà la sua collaborazione con i
fratelli Wachowski, per i quali ha partecipato alo
straordinario e colossale Cloud Atlas,
tratto dal visionario e profetico romanzo di David Mitchel. Nel
film, Hanks interpreta diversi ruoli, attraversando il tempo e lo
spazio, seguendo il genio dello scrittore Mitchell e la follia
degli ideatori di Matrix.
La star dei record ha scalato le
vette più alte del box office di tutti I tempi con più di 3.639
miliardi di dollari lordi incassati, con una media di 107 milioni
di dollari a film. Provaci ancora, Tom!