Dal sovraffollato “paradiso degli animali estinti”, una task-force guidata da un impacciato Dodo che porta la voce di Luca Argentero, scende sulla terra per salvare gli animali a rischio, ma non solo… – Uscito il 23 novembre in dvd “Il paradiso può attendere”, il divertente cartoon sull’importanza di tutelare la natura, realizzato da WWF e Moviemax Media Group*
Il Cartoon WWF con le voci di Luca Argentero e Gabriella Pession dal 23 Novembre in Dvd!
Aki Kaurismäki: realismo nichilista, umorismo e stravaganza
Aki Kaurismäki – Chi ha detto che il grande cinema europeo è solo francese, italiano, tedesco? Il regista di cui parliamo è un esempio perfetto per confutare questa teoria. La sua terra è la Finlandia. Ed è per questo che sulla sua passione per il cinema d’autore (in special modo quello francese della Nouvelle Vague) ha innestato una sensibilità tipicamente nordica.
Il suo sguardo si sofferma sulle condizioni umane più disperate, sugli ultimi, con un velo di malinconia, ma senza rinunciare a ironia e leggerezza, seguendo in questo la lezione di Chaplin – unico, ha affermato, in grado di coniugare perfettamente tragico e comico. Ed è proprio l’ottimo uso che Kaurismäki riesce a fare della “forza sbilenca dell’ironia” – per dirla con Paolo Sorrentino – unita a un tocco di surrealismo, che gli consente di creare personaggi stravaganti e situazioni quantomeno singolari, che rendono i suoi lavori originali.
Nel 2002 conquistò Festival di Cannes con quello che, ad oggi, è forse il suo capolavoro: L’uomo senza passato, che gli valse in quella sede il Premio Speciale della Giuria. È tornato a Festival di Cannes 2011 a presentare la sua ultima fatica, Miracolo a Le Havre, che approda ora nelle sale italiane, avendo già riscosso ampi apprezzamenti dalla critica. E il 25 novembre sarà qui in Italia, al Torino Film Festival, che lo omaggerà con il suo Gran Premio.
Stiamo parlando di Aki Kaurismäki, classe ’57, regista e fondatore, assieme al fratello Mika, della casa di produzione e distribuzione cinematografica Villealpha Filmproductions. Nasce in campagna, a Orimattila, ma presto si trasferisce nella capitale finlandese, dove da ragazzo sbarca il lunario facendo i mestieri più disparati e coltiva la passione per il cinema. Il primo lavoro che fa seriamente in questo campo è il critico cinematografico. Ben presto, nei primi anni ’80, decide di iniziare a fare film, assieme al fratello Mika. A questo scopo i due fondano la succitata Villealpha (il cui nome s’ispira al film Alphaville di Jean-Luc Godard). Si danno così alla produzione di pellicole a basso budget. L’esordio è con un film-documentario: La sindrome del lago Saimaa (1981), girato con Mika, e che evidenzia un’altra passione di Aki Kaurismäki, quella per la musica. Essa è infatti al centro di questo, come di futuri suoi lavori. Due anni dopo, il nostro regista si dà a una rilettura di Delitto e castigo. Nel 1986, i fratelli Kaurismäki danno vita a un altro progetto: il Midnight Sun Film Festival. Si tratta della rassegna cinematografica più a nord del pianeta. Ha luogo infatti a Sodankyla, in Lapponia.
Aki Kaurismäki: realismo nichilista, umorismo e stravaganza
Nell’ ’87 Aki non si lascia sfuggire l’occasione di rivisitare un altro classico della letteratura con il suo Amleto si mette in affari. La tragedia del principe di Danimarca diventa l’occasione di un’analisi del capitalismo e delle sue storture. Due anni più tardi, dirige La fiammiferaia, storia di solitudine, desolazione e nichilismo, con cui ci introduce nel mondo delle classi sociali più svantaggiate, grazie al personaggio di Iris. Ad interpretare perfettamente questa giovane operaia di una fabbrica di fiammiferi, senza legami affettivi, che colleziona delusioni, e infine si vendica, è Kati Outinen. L’attrice parteciperà poi a quasi tutti i film del regista. Le tecniche e lo stile di Aki Kaurismäki sono quelli che lo renderanno celebre: essenzialità, assenza totale di retorica, prevalenza dell’elemento visivo.
Ma l’89 è anche l’anno di Leningrad Cowboys go to America, che riporta Aki Kaurismäki sul sentiero della musica. La bislacca band citata nel titolo, dall’aspetto stravagante, sarà la protagonista sia di questa grottesca pellicola on the road – che vede anche la partecipazione di Jim Jarmush nel ruolo di un venditore di auto usate – che del successivo Lenningrad Cowboys meet Moses (1994). È però a questo primo film che il gruppo finlandese deve molta della sua popolarità. Il loro rocambolesco viaggio attraverso l’America si dipana tra incontri con figure marginali in una società ostile e respingente. Nel 1993 Aki Kaurismäki sarà per i Leningrad Cowboys una sorta di “Pennebaker finnico”. Come l’autore dei celebri film-documentari su Dylan, Depeche Mode, David Bowie, il regista filmerà infatti il concerto-evento del gruppo finlandese a Helsinki, che li vedrà esibirsi assieme al Coro dell’Armata Rossa davanti a 70.000 persone (Total Balalaika Show). Un modo questo del nostro regista di omaggiare una delle sue passioni.
Sul grande schermo invece, arriva nel ’90 una delle sue commedie tristi ed esilaranti insieme, dall’intreccio a dir poco singolare: Ho affittato un killer. Protagonista è Jean-Pierre Léaud, noto volto delle pellicole di Truffaut, che qui, incapace di suicidarsi dopo aver perso il lavoro nell’Inghilterra thatcheriana, assolda un killer che lo uccida (Kenneth Connely), ma cambia idea e passa il tempo a fuggire dal proprio assassino. Non possono che seguire una serie di stravaganti avventure. Nel cast anche Joe Strummer.
Kaurismäki torna poi a confrontarsi con letteratura e musica, dirigendo nel ’92 la sua Vita da Bohème, ispirata sì dal romanzo di Henry Murger messo in musica da Puccini, ma la spoglia di ogni romanticismo, la condisce con l’umorismo e sceglie la chiave della scarna freddezza nordica per racconto e recitazione. Musiche di Mozart e valzer. Nel cast ritroviamo Léaud nel ruolo di Blancheron, mentre André Wilms interpreta Marcel e Matti Pellonpaa è Rodolfo.
Nel ’94 con Tatjana, e poi con i successivi film, Kaurismaki torna ad esplorare l’universo proletario e le sue miserie, che ci illuminano sulle dinamiche della società occidentale. Torna nel mondo desolato e apparentemente senza speranza che più ama raccontare, con una storia ambientata negli anni ’60 e quattro protagonisti: Tatjana/Kati Outinen, una ragazza estone, Klavdia, una russa, e i due giovani finlandesi che danno loro un passaggio (Valto/Mato Valtonen e Reino/Matti Pellonpaa), mentre procedono in un viaggio senza meta. L’incomunicabilità regna sovrana e i dialoghi sono quasi assenti. Il regista sceglie il bianco e nero, al solito predilige l’essenzialità e una punta d’ironia nel descrivere queste solitudini che s’incontrano e non sanno come rapportarsi le une alle altre.
Speranza nonostante l’apparente nichilismo, la desolazione e i toni freddi è ciò che contraddistingue il successivo Nuvole in viaggio, primo lavoro di una trilogia dedicata dal regista al suo paese. Qui si affronta il tema della disoccupazione. I protagonisti (Lauri/Kari Väänänen e Ilona/Kati Outinen) sono due tranquilli lavoratori finnici, lui alle ferrovie, lei in un ristorante, che perdono il lavoro. Alla fine, nonostante tutto, troveranno in sé stessi il coraggio per affrontare questa difficile situazione e ricostruirsi una vita, pur tra mille difficoltà.
Dopo essersi cimentato anche col cinema muto con Juha (1999), portando all’estremo la sua ricerca dell’essenzialità, nel 2002 Aki Kaurismäki ci regala lo straordinario L’uomo senza passato, secondo capitolo della trilogia, che affronta il tema dei senzatetto, ma anche e soprattutto quello della dignità umana, troppo spesso tenuta in scarsissimo conto dall’attuale società occidentale. La dignità è ciò che cerca di mantenere il protagonista del film, M./Markku Peltola, che ha perso la memoria in seguito a un’aggressione. Sulla sua strada incontrerà chi vorrà approfittare della sua condizione, ma anche chi non esiterà ad aiutarlo dandogli la possibilità di ricostruirsi una vita, e saranno una famiglia di emarginati e una donna dell’Esercito della Salvezza (Irma/Kati Outinen). La prova degli attori è in perfetta armonia con la direzione di Aki, scarna ed essenziale, e dà spessore a ogni sequenza puntando sull’intensità dello sguardo, del gesto, resi ancor più significativi dai ritmi lenti e meditativi. Seppure il talento, l’originalità e la stravaganza del regista finlandese avevano già attirato l’attenzione della critica, che si era espressa più volte in suo favore, con quest’opera egli raggiunge la massima fama. La presenta infatti al Festival di Cannes, dove ottiene il Premio Speciale della Giuria, mentre Kati Outinen per la sua vivida interpretazione di Irma, porta a casa la Palma d’Oro come Miglior Attrice.
Nel 2006 esce Le luci della sera, ultimo capitolo della trilogia dedicata alla Finlandia che, dopo disoccupazione e senzatetto, affronta il tema della solitudine, caro a Aki Kaurismäki. Il protagonista, Koistinen/Janne Hyytiainen, è infatti un tipico personaggio dei film di Aki: un uomo solo, che non sa come comportarsi quando questa solitudine sembra rompersi, per l’arrivo nella sua esistenza di un’avvenente bionda, di cui s’innamora. In realtà, si tratta di un’esca, e Koistinen verrà coinvolto in una rapina. Dunque ancora esseri solitari che si scontrano con una società ostile, pronta solo ad usarli. Uno sguardo disincantato sulla realtà e per nulla consolatorio, con lo stile diretto e scarno che è la firma del regista.
Nel 2011 esce invece Miracolo a Le Havre, dove Aki Kaurismäki ritrova molti dei “suoi” attori. Andrè Wilms interpreta un anziano lustrascarpe, Marcel Marx, la cui vita cambia improvvisamente quando la moglie Arletty/Kati Outinen si ammala e quando incontra un bambino africano clandestino, che decide di aiutare. Anche in questo caso il regista finlandese non rinuncia a mostrarci una storia di solidarietà fra individui ai margini della società, suggerendo che sono proprio queste luci a poter rischiarare tempi oscuri come quelli che viviamo. La pellicola ha ottenuto buone critiche a Cannes, dov’è stata presentata, ed è nelle sale italiane dal 25 novembre.
Woody Allen a Parigi: il regista torna in Europa con un super cast
In Midnight in Parigi di Woody Allen Gil Pender, sceneggiatore hollywoodiano di successo, tornare a Parigi sembra l’occasione della vita: finalmente, potrà dedicarsi a scrivere il suo romanzo e diventare un vero scrittore, ispirato da tutti i luoghi dei suoi autori preferiti e dal ricordo di quella che per lui, eterno sognatore, sarebbe l’epoca perfetta in cui vivere: i ruggenti anni 20′. Peccato che Inez, la fidanzata con cui Gil è prossimo alle nozze che lo ha accompagnato in vacanza insieme ai genitori, sia tutto fuorché interessata alle aspirazioni del fidanzato: americana fino al midollo e incapace di vivere altrove che in patria, la giovane è attratta solo dal lato modaiolo e turistico della città e sembra decisamente affascinata da Paul, suo ex professore universitario incontrato per caso nella Ville Lumiere e sempre pronto a umiliare Gil, mettendosi in mostra con le sue infinite conoscenze e pretendendo di avere sempre ragione.
Per sfuggire all’ennesima serata col pedante Paul, Gil inizia a camminare senza meta per le strade di Parigi, fino a quando a mezzanotte uno strambo gruppo di persone gli offre un passaggio a bordo di un’auto d’epoca: sarà un viaggio nel tempo straordinario, che ogni notte a mezzanotte lo porterà alla scoperta della Parigi degli anni 20′ e a conoscere i più grandi scrittori e artisti della “Generazione Perduta”, da Francis Scott e Zelda Fitzgerald a Getrude Stein, da Salvador Dalì a Ernest Hemingway e in fine Adriana, modella di Picasso e donna ideale. Un’imbarazzante situazione è però dietro l’angolo: vivere la vita che ha sempre sognato rifugiandosi nel passato o accettare la realtà e vivere il presente?
Dopo aver omaggiato gli inquietanti misteri di Londra e le trasgressioni di una Barcellona che non dorme mai, per Woody Allen l’incontro con la regina di cuori delle capitali europee era ormai inevitabile: Midnight in Paris, presentato fuori concorso all’ultimo Festival di Cannes con grande successo arriva finalmente in Italia, dopo aver incasso ben 55 milioni di dollari negli States diventando uno dei maggiori successi del regista di “Manhattan”, da sempre più amato in Europa che in Patria(il suo ultimo grande successo commerciale fu “Hanna e le sue Sorelle” e incassò 40 milioni di dollari nel lontano 1986, mentre il suo penultimo lavoro”incontrerai l’uomo dei tuoi sogni” fu un disastro al botteghino); un risultato sorprendente che potrebbe lanciare la pellicola verso la corsa agli Academy Awards, con probabili nominations per il miglior film e la miglior fotografia dell’iraniano Darius Khondji.
Per il suo nuovo film Allen ha chiamato Owen Wilson, nei panni di uno sceneggiatore Hollywoodiano insoddisfatto che è l’ennesima incarnazione del regista e Rachel McAdams, per una volta non nel ruolo della prima donna ma egualmente in parte come fidanzata snob e insofferente: i due tornano quindi insieme sul set a undici anni dalla commedia “2 single a nozze”, una pellicola che aveva lasciato un pregiudizio sull’idoneità di Wilson al ruolo di Gil favorendo invece la scelta della McAdams: «Owen Wilson è un bravo attore e l’ho ammirato a lungo. Non avevo però a disposizione un ruolo adatto a lui ed in effetti non credevo potesse recitare in questo», ha dichiarato il regista «Per anni ho ritenuto che fosse un tipo troppo “californiano”, troppo biondo, troppo un ragazzo da spiaggia. Lo trovavo sbagliato. Di una cosa però ero sicuro, di voler lavorare assolutamente con Rachel. L’avevo vista nel film e l’avevo trovata sensazionale, bellissima, sexy e divertente».
Ad essere a lungo chiacchierato dai giornali non è stato però il ricchissimo cast che conta di Marion Cotillard, Adrien Brody, Katie Bates e Tom Hiddleston, ma la prova attoriale della Premiere Dame Carla Bruni, voluta con insistenza nel progetto per una parte a lungo avvolta nel più fitto mistero, poi rivelatasi quella di un’abbastanza innocua guida turistica del Museo Rodin.
Girato interamente nella capitale francese, Midnight in Paris è stato definito dal regista la sua “lettera d’amore a Parigi”( un amore già ampiamente dimostrato in “Tutti Dicono I Love You”): «Il mio film celebra il grande amore che un uomo prova per Parigi – ha detto Allen – e, allo stesso tempo, esplora l’illusione della gente, nel momento in cui si pensa che una vita diversa potrebbe essere migliore ».
Numerosissime le locations indimenticabili, alcune più turistiche di altre ma egualmente imperdibili per tutti gli amanti della città e per quelli che devono ancora scoprirla: sei giardini della Reggia di Versailles sono facilmente riconoscibili come lo è l’Île de la Cité o il Museo Rodin, una vera chicca sono invece i Giardini di Monet a Giverny, Rue Montagne St. Genevieve(dove Gil inizia il suo viaggio nel tempo ogni sera a mezzanotte), la libreria Shakespeare and Co. sulla Rive Gauche (recentemente oggetto di uno splendido corto di Spike Jonze) e il ristorante Maxim de Paris, perla dell’Art Noveau. Prima di arrivare nelle sale italiane il 2 dicembre, Midnight in Paris sarà presentato in Anteprima al Torino Film Festival.
A Separation miglior film agli APSA 2011
Anche i film Disney a nolo su YouTube
Nuove date d’uscita per Red Dawn, Pixels e Singularity
Star Trek 2 nelle sale il 17 maggio 2013
Dopo non poche incertezze iniziali, il sequel di Star Trek sembra finalmente aver spiccato il volo, con J.J. Abrams, dopo qualche tentennamento, ancora dietro la macchina da presa. Le riprese avranno inizio nel prossimo gennaio e il film sarà nelle sale il 17 maggio 2013, in 3D.
Gli sceneggiatori Roberto Orci, Alex Kurtzmann e Damon Lindelof stanno lavorando a una terza stesura dello script. Confermato il cast del primo capitolo, che potrebbe essere arricchito dalla presenza di Benicio del Toro, attualmente in trattative con la produzione. La colonna sonora sarà affidata a Michael Giacchino, anch’egli confermato.
Fonte: Collider
Michael Apted porterà a termine Of Men and Mavericks
John Lithgow in Dog Fight
The Tree of life director’s cut di cinque ore!
The Tree of life: director’s cut di cinque ore!
Tower Heist – Colpo ad alto livello: recensione
Arriva nelle sale italiane Tower Heist – Colpo ad alto livello, commedia che parla di poveri che tentano di derubare i ricchi. Un gruppo di addetti alla manutenzione, per punire l’uomo che li ha defraudati delle loro pensioni, un ricco uomo d’affari di Wall Street che vive in un attico a Manhattan, organizzano un furto in grande stile, guidati dal loro direttore.
In Tower Heist – Colpo ad alto livello un gruppo di addetti alla manutenzione, per punire l’uomo che li ha defraudati delle loro pensioni, un ricco uomo d’affari di Wall Street che vive in un attico a Manhattan, organizzano un furto in grande stile, guidati dal loro direttore.
Tower Heist – Colpo ad alto livello, il film
Gli ingredienti che si mescolano nell’opera sono tutti quelli di una commedia alla “Colpo Grosso” anche se gli splendori di quel film non sono minimamente paragonabili al tiepido luccichio che emana questa pellicola. Il problema di fondo del il film diretto da Brett Ratner è che escluso il simpatico siparietto fra i personaggi di Ben Stiller e Tea Leoni, non ci sono altri spunti e il tutto pecca di originalità. Le vicende narrate come gli espedienti che mandano avanti il racconto sono già visti e nulla possono il talento comico di Ben Stiller o quello un po’ arrugginito di Eddy Marphy che solo in alcuni tratti riescono ad esaltare il film.
Pur impreziosito da un cast di caratteristi niente male il film a stento decolla, rimanendo sempre in una sufficiente aurea d’immobilità. Per quanto ci si aspetti una svolta che faccia cambiare ritmo all’azione, quando arriva è così blanda che la si avverte appena, diventando anche in molte occasioni prevedibile e ripetitiva.
Nota positiva è la performance di Matthew Broderick, attore poco utilizzato dall’industria ma che possiede delle buone doti di autoironia. D’altro canto invece la presenza di Casey Affleck non fa altro che insinuare nello spettatore più arguto la nostalgia per i bei momenti passati insieme nella saga di Ocean’s, ricordato a tratti anche dalle musiche qui composte da Christophe Beck.
Tower Heist è una commedia che rasenta la sufficienza, a tratti piacevole ma completamente incostante. Da attori di questo calibro ci si aspetta sempre qualcosa in più che per ovvie ragioni molto spesso non si verifica.
La Donna in Nero – Full Trailer Ufficiale
Il full trailer ufficiale del film “La Donna in Nero (The Woman in Black)” di James Watkins, con Daniel Radcliffe, Ciarán Hinds, Janet McTeer e David Burke.
Chris Evans sostituisce James Franco in The Iceman
Chris Evans sostituirà James Franco in The Iceman, film incentrato sulla vicenda reale di Richard Kuklinski e della sua doppia vita, divisa tra l’apparente normalità di un padre di famiglia e l’attività di killer e mercenario. Il ruolo del protagonista sarà interpretato da Michael Shannon, mentre Maggie Gyllenhaal vestirà i panni della moglie, ignara dell’attività del marito.
Chris Evans è stao scritturato per il ruolo di Rober Pronte (alias Mr Softee), il ‘mentore’ di Kuklinski; nel cast potrebbero entrare anche David Schwimmer nel ruolo di un ‘collega’ e Ray Liotta in quelli di un boss criminale. Il film sarà diretto da Ariel Vromen, che ha anche realizzato la sceneggiatura, basandosi sulla biografia di Anthony Bruno: The Iceman: The True Story Of A Cold-Blooded Killer. Le riprese dovrebbero cominciare il prossimo mese.
Fonte: EMPIRE
Julie Delpy dirigerà il biopic su Joe Strummer
Periodo di intensa attività per Julie Delpy: al terzo capitolo del ciclo aperto con Before Sunrise e seguito con Before Sunset, cui l’attrice dovrebbe partecipare in veste di attrice e sceneggiatrice, già in cantiere, si aggiunge ora il progetto di dirigere il film biografico dedicato a Joe Strummer, frontman dei Clash, trai più importanti (se non i maggiori) esponenti del punk inglese. Il film, prodotto da Simon Halfon (Sleuth) sarà intitolato The Right Profile, come una canzone contenuta nell’album London Calling del 1979. Il film ripercorrerà gran parte della vita di Strummer, soffermandosi in particolare sul periodo forse meno conosciuto, compreso tra il ritiro dalle scene, nel 1982, e la morte prematura avvenuta nel 2002.
Oltre a dirigerlo, la Delpy potrebbe interpretare anche un ruolo nel film. Non è la prima volta che i Clash e Joe Strummer finiscono sul grande schermo, sebbene nei casi precedenti si sia sempre trattato di documentari, il più recente dei quali, Joe Strummer: The Future is Unwritten è stato probabilmente il migliore.
Fonte: COLLIDER
Jeremy Renner nel cast di Bourne Legacy
Trai film sui quali negli ultimi anni si sono concetrati più ‘rumours’ vi è sicuramente la nuova pellicola dedicata a Jason Bourne: il regista Paul Greengrass prima e Matt Damon poi hanno declinato l’offerta, al loro posto rispettivamente Tony Gilroy e, appunto, Jeremy Renner. Intervistato da Empire, Renner ha spiegato che il suo personaggio si chiamerà Aaron Cross, ma questa si rivelerà essere solo una delle sue tante identità.
Il film promette di essere adrenalinico come i precedenti, sebbene la vicenda sarà completamente nuova, con personaggi diversi, e solo marginalmente collegata con le vicende di Bourne, il cui personaggio non dovrebbe ritornare nel prossimo capitolo della saga. Per Renner è un periodo sicuramente prolifico: prossimamente lo vedremo infatti in Mission: Impossible – Ghost Protocol, nell’attesissimo The Avengers e in Hansel And Gretel: Witchhunters. L’uscita di Bourne Legacy è prevista per il 17 agosto 2012.
Fonte: EMPIRE
Prometheus: primissime foto ufficiali!
Ormai manca poco all’uscita del primo trailer, ma in attesa di vederlo possiamo dare una prima occhiata alle primissime foto ufficiali del film che sono state pubblicate in un articolo su Entertainment Weekly. Nelle foto compaiono i protagonisti del film Logan Marshall-Green, Noomi Rapace e Michael Fassbender nelle tute spaziali, mentre Charlize Theron e Idris Elba, nell’astronave da cui prende il nome il film
Fonte: Entertainment Weekly via Badtaste
Lo Hobbit: Viggo Mortensen non sarà nel film!
Fino a poco tempo fa le voci su un possibile ritorno di Viggo Mortensen nei mappi di Aragon si sono allungo susseguite . Ora arrivano finalmente le dichiarazioni dell’attore in merito, che chiariscono per sempre questo dubbio che affligge i milioni di fan della saga.
Ken Watanabe in Akira?
Lo Schiaccianoci 3D: recensione del film di Andrei Konchalovsky
Storia famosa ed evocativa, presente. Cast interessante che abbraccia un pubblico di grandi e di piccoli, presente. Colonna sonora stratosferica, presente. Investimento economico per la realizzazione, presente. Ambizione, presente. Come ha fatto lo Schiaccianoci 3D a venir fuori così com’è?
Lo Schiaccianoci, diretto da Andrei Konchalovsky, ripercorre a grandi linee la lotta tra bene e male che vede implicato il principe Schiaccianoci contro il perfido Re dei topi, con qualche ammodernamento nella modalità di scontro tra le due parti.
Pur rimanendo fedele allo spirito dell’opera originale, o almeno tentando di rimanere fedele, il film sprofonda progressivamente a causa probabilmente di un adattamento del doppiaggio assolutamente imbarazzante. La musica di Tchaikovsky, da sola pura poesia in note, diventa un fastidioso motivetto sul quale si cantano improbabili versetti sulla Teoria della Relatività.
D’altronde non è solo questo il difetto di un film che procede lento e non riesce a coinvolgere lo spettatore nemmeno nelle fasi finali più concitate. E pensare che le prime immagini accompagnate dalle note originali del famoso balletto russo facevano ben sperare! 
Il cast di Lo Schiaccianoci vede da una parte la giovane Elle Fanning, molto brava in genere eppure qui eternamente stupida e spaventata anche se la sua Mary sottolinea a più riprese che lei non ha paura e non si meraviglia nel vedere giocattoli prendere vita. Dall’altra parte c’è il perfido Re topo, vanesio e sciocco, interpretato da John Turturro, a stento riconoscibile sotto il suo finto naso da topo. Proprio i nasini e le orecchie pelose dei perfidi roditori sono invece notevoli, per quanto chiaramente finti riescono ad omogeneizzarsi con i volti degli interpreti regalando loro quell’aria viscida e disgustosa di cui devono essere necessariamente provvisti i topi.
Nel cast di Lo Schiaccianoci anche Frances de la Tour, la Madame Maxime di Harry Potter e i Calice di Fuoco, nel doppio ruolo della governante e della Regina dei topi, tutti e due ruoli abbastanza marginali ma ben riusciti e che danno un tocco di umorismo ad alcune scene. Il punto più basso del film resta però il doppiaggio, soprattutto quello riservato a Nathan Lane; la storica voce di Timon de Il Re Leone in questo caso interpreta un non meglio specificato zio Albert che con un fastidiosissimo accento tedesco spiega ai nipoti la formula E=mc2 …
Lo Schiaccianoci 3D è uscito da circa un anno in USA e UK, e forse per una volta siamo in accordo con gli imbarazzanti ritardi delle uscite straniere in Italia.
The Artist, trailer e poster italiani
La BIM ha appena rilasciato il poster e il trailer italiani di The Artist, il fim, muto e in bianco e nero, più quotato nell’imminente stagione dei premi cinematografici…
Box Office ITA del 21 novembre 2011
Brillante esordio per Breaking Dawn – Parte 1, che fa suo il botteghino italiano. Regge molto bene Il Re Leone 3D, che supera I soliti idioti. Discrete le altre new entry…
Non c’erano dubbi sul massiccio incasso d’apertura di The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 1, e così è stato: il penultimo film della saga cinematografica tratta dai romanzi di Stephenie Meyer esordisce con 9 milioni di euro da mercoledì a domenica, ovvero 6,2 milioni nei tre giorni. Il risultato è notevole, superiore all’esordio di Eclipse (uscito però in estate), ma che non abbatte il record della saga: due anni fa New Moon debuttò infatti con 9,5 milioni nello stesso periodo. Prevedibile dunque il tetto dei 16 milioni totali a fine corsa.
Regge benissimo Il Re Leone 3D, che guadagna una posizione nel suo secondo weekend: il classico disney convertito in 3D raccoglie 1 milione e supera i 3 milioni complessivi.
I soliti idioti scende al terzo posto e comincia a retrocedere sul fronte degli incassi: dopo tre settimane, la commedia raccoglie altri 896.000 euro e abbatte quota 10 milioni.
Calo anche per Immortals, che incassa 885.000 euro e arriva a 3,3 milioni in dieci giorni.
Seguono due new entry che ottengono risultati appena discreti: Scialla!, piuttosto apprezzato dalla critica, apre al quinto posto con 777.000 euro: ci si aspettava un risultato più soddisfacente, ma il periodo è piuttosto saturo di commedie italiane…
Anonymous esordisce invece in sesta posizione: dopo aver floppato negli USA, il film storico di Roland Emmerich incassa 581.000 euro.
La peggiore settimana della mia vita precipita al settimo posto con altri 552.000 euro, per ben 9 milioni totali. Dopo due esordi deludenti, Lezioni di cioccolato 2 (322.000 euro) e Il cuore grande delle ragazze (391.000 euro) scendono in ottava e nona posizione giungendo rispettivamente a 1.256.000 euro e 1.224.000 euro.
Chiude la top10 One Day, arrivato a 815.000 euro con gli ultimi 221.000 euro raccolti.
Il Cavaliere oscuro il ritorno: Batman e Bane su Empire!
Manca poco più di un mese all’evento più importante del periodo cinematografico natalizio. Infatti, è per quel periodo prevista l’uscita del primo Full Trailer del Cavaliere Oscuro il ritorno, accompagnato, stando alle ultime indiscrezioni sopraggiunte dal piano di lancio del film, da un prologo del film; un po’ come era già capitato per la rapina in Banca di Joker, che però verrà trasmesso sono in alcuni schermi IMAX statunitensi.
Happy Feet 2: recensione del film di Matt Damon
Ritornano i pinguini in Happy Feet 2 dopo il grande successo ottenuto con la loro prima avventura sui ghiacci dell’Antartide. Al timone ritroviamo il talentuoso regista George Miller, che ritorna fra i pinguini anche in questa seconda avventura.
Il film ancora una volta segue le vicende di Mambo, re del tip tap, che questa volta è alle prese con dei problemi con il piccolo Erik, che ha la fobia per la danza. Poi Erik fugge e incontra Sven, un pinguino che può volare! Mambo non ha alcuna speranza di poter competere con lui. Ma le cose peggiorano quando il mondo viene sconvolto da forze potenti. Però Erik scopre il coraggio e la determinazione del padre quando Mambo riunisce attorno a sé la nazione dei pinguini e tutta una serie di creature straordinarie, dai minuscoli krill ai giganteschi elefanti marini, per rimettere le cose a posto.
La nuova pellicola d’animazione della Warner travolge il pubblico con un divertentissimo inizio ricco di balli e musica, aiutato dalla presenza del simpatico e dolcissimo piccolo Erik. E come accade un po’ per tutte le pellicole in uscita in questo periodo anche i pinguini di Happy Feet 2 si arricchiscono della terza dimensione.
Anche questa pellicola è ricca di contenuti e temi importanti come l’integrazione fra razze diverse, i messaggi ecologisti in un modo sempre più in pericolo e l’importanza di scoprire se stessi. Tuttavia nonostante queste buone premesse, il film è un gradino al disotto della precedente esperienza. I problemi più grossi sono riscontrabili con alcuni momenti di stasi della sceneggiatura e eccessive pretese canore che poco si sposano con alcuni dei personaggi narrati. Nota dolente è un doppiaggio che non si amalgama alla perfezione in alcuni tratti. Per dirne una, Nicola Savino e Linus, non sono certo Brad Pitt e Matt Damon in quanto a recitazione, e la pellicola in alcuni punti soffre un po’ di un eccessivo artificio d’interpretazione.
Nonostante questi piccoli nei, sicuramente le vicende di Mambo, Erik e Sven divertiranno i piccoli che correranno al cinema per intraprendere una spassosa avventura fra il gelo dell’Antartide.
The world makes zombies: il Made in Italy al lavoro!
Oggi vi segnaliamo un’interessantissima iniziativa sul tema degli Zombie, che comprende la messa in onda di tredici post. Gli artefici del progetto sono un gruppo di autorevoli professionisti nel campo del make-up e di Special Effect made in Italy (il Leonardo Cruciano Workshop) e della produzione (la Interzone Visions), oltre a Revok film e Onda Videoproduzioni. Di seguito un approfondimento sull’iniziativa.
Il progetto “The world makes zombies” è una liberissima sperimentazione sul tema “zombie” nata dalla voglia comune nostra e dei nostri partners di unire capacità, possibilità e mansioni, in indipendenza e libertà per ottenere qualcosa di nuovo e visivamente stimolante.
Dato il momento difficile che chi come noi si occupa di Cinema, come di pubblicità, sta vivendo, a causa della crisi economica che blocca la creatività al suo nascere, ci è sembrato naturale accostarci a una riflessione con una valenza se vogliamo sociale più complessa. Abbiamo quindi pensato a un accostamento fra un “Mondo di zombies” e una campagna di “spot” pubblicitari, senza un cliente e no-sense… almeno apparentemente. Il concetto che “il mondo crei zombies” è chiaro, ma il fatto che che la frase negli spot avrà un seguito. Inoltre, il nostro cammino verso la spontanea creazione di una sorta di circuito di produzioni ed entità professionali di alta qualità, ancora disponibili a mettersi in gioco su progetti indipendenti ma visivamente importanti, ha dato vita a un vero e proprio laboratorio di sperimentazione: dallo special make-up alle nuove forme di comunicazione visiva, in continua crescita e con la perenne voglia di mettersi in gioco.
L’idea è nata in seno al Leonardo Cruciano Workshop, che si è occupato dell’ideazione dei concept e di tutta la parte relativa allo special make-up. Una crew di truccatori, scenotecnici, props maker, costumisti si è occupato della costruzione, zombi dopo zombie, del mondo dei vari video. Ad occuparsi della parte produttiva e realizzativa in senso stretto, tre case di produzione: la Interzone Visions (www.interzonevisions.com), la Revok – Film & Media Production (http://www.revokfilm.com) e la Onda Videoproduzioni (www.ondavideoproduzioni.com), responsabili della parte relativa ad attrezzatura, produzione, shooting, post-produzione. Inoltre, abbiamo avuto l’appoggio indispensabile di professionisti con cui collaboriamo e che possiamo vantarci di avere come partner professionali e amici: da Bruno Albi Marini per i Vfx, a Briseide Siciliano per la consulenza scenografica, all’ Officina – Studi e servizi per il cinema (www.officinema.com) per le location, ai make-up artists Jeff Goodwin e Stefano Fava, che non solo hanno prestato il loro volto per due spot, ma che con il loro Cinema Makeup Academy project (http://cinemamakeupacademy.wordpress.com/) hanno partecipato alla creazione di alcuni trucchi.
Per quanto concerne tutto l’aspetto visivo, non possiamo non ammettere di aver pensato tanto al mondo di Romero… Ma, precursori a parte, abbiamo cercato di essere il più possibile “personali”. La cifra stilistica usata nei concept del trucco è stata quella del realismo che può sembrare una parola strana da usare in riferimento a una figura di fantasia come quella dello zombie, ma che in realtà si riferisce al nostro tentativo di avvicinarci per esempio a riferimenti patologici, anatomici, scientifici… Tutto per evitare l’effetto “mascherone” tipico dell’iconografia classica dei film di zombie.
Per le “storie” invece abbiamo deciso che su tutto doveva vincere sempre e comunque l’ironia: la figura dello zombie si presta perfettamente a giochi, metafore e ambivalenze… Non abbiamo cercato la gag a tutti i costi (comunque difficile per un formato così breve e immediato come quello usato per i nostri video) ma abbiamo lasciato che la “naturale” goffaggine dello zombie portasse avanti il nostro ironico punto di vista sul mondo… Quello dei morti viventi è da sempre un “tormentone” molto variegato e divertente, che con tutti suoi significati più metaforici e con le buone potenzialità che può offrire anche a basso costo, ritorna quasi ciclicamente nei momenti di crisi…
Potrete seguire WMZ sulle nostre piattaforme virtuali: il blog www.worldmakeszombies.wordpress.com, che sarà il contenitore di tutto ciò che concerne il progetto, la pagina Facebook (https://www.facebook.com/pages/WMZ-World-Makes-Zombies/218795181522901), quella su Vimeo (http://vimeo.com/user9286540) e presto il canale YouTube. Siamo partiti il 17 novembre con la pubblicazione di un’ anteprima di due minuti e mezzo del backstage. Come annunciato, dal 22 novembre sarà online la versione estesa del dietro le quinte e poi, dal 27 novembre, pubblicheremo, uno al giorno per 13 giorni, i video realizzati.
Ecco il Backstage del progetto, in attesa di vedere i tredici spot prodotti:
Backstage 4′ from WMZ world makes zombies on Vimeo.
Christian Bale parla del Cavaliere Oscuro il ritorno!
Arrivano le primissime dichiarazioni di Christian Bale su The Dark Knight rises. L’attore ha parlato dello sviluppo del suo personaggio, Bruce Wayne, nell’ultimo episodio della trilogia diretta da Christopher Nolan.
Anthony Hopkins e Judi Dench in Scarpe Italiane di Kenneth Branagh!
Anthony Hopkins e Judi Dench saranno i protagonisti di un film di Kenneth Branagh, adattamento del romanzo Scarpe italiane, dell’autore svedese Henning Mankell, edito in Italia da Marsilio. Il libro racconta la storia di un chirurgo che, in seguito a un grave errore, si è autoesiliato su un’isola circondata dai ghiacci. Ogni mattina scava un buco nel ghiaccio per immergersi e ricordare a se stesso che è vivo. Una visita inaspettata lo constringerà a uscire dal suo isolamento. Il libro è stato adattato per il grande schermo da Richard Cottan.
Vi ricordiamo che Branagh prima di lavorare a questa pellicola dovrà dovrà dirigere l’altro adattamento The Guernsey Literary and Potato Peel Pie Society e The Boys in the Boat.
Fonte:comingsoon.it
Amber Heard in Motor City!
Al cast dell’action thriller Motor City si è aggiunta Amber Heard. L’attrice, fra nuovi volti in ascesa è apparsa di recente al fianco di Johnny Depp in The Rum Diary e in Drive Angry con Nicolas Cage.
Twixt di Francis Ford Coppola chiuderà il Torino Film Festival!
Mancano pochi giorni all’inizio del Festival di Torino, che a sorpresa annuncia un nuovo titolo: evento di chiusura, la serata del 3 dicembre, assieme alla proiezione del già annunciato Albert Nobbs, ci sarà l’anteprima internazionale di Twixt, il nuovo film di Francis Ford Coppola, interpretato da Val Kilmer, Bruce Dern e Elle Fanning.
Highlander – L’ultimo immortale con Christopher Lambert
Highlander – L’ultimo immortale è il film cult del 1986 diretto da Russel Mulcahy e con protagonisti Christopher Lambert, Sean Connery, Clacy Brown e Roxanne Hart.
- Anno:1986
- Regia: Russel Mulcahy
- Cast: Christopher Lambert, Sean Connery, Clacy Brown, Roxanne Hart
New York, Stati Uniti, verso la fine del XX secolo. Mentre le tribune del Madison Square Garden sono al solito gremite di pubblico urlante ed eccitato, nei garage dell’edificio due uomini misteriosi si sfidano a duello…a colpi di spada. Quando uno di essi ha la meglio, conclude la tenzone con la decapitazione del rivale; a questo punto una strana energia si concentra nel corpo dell’uomo che rimane sfinito. Sentendo arrivare le sirene della polizia, il misterioso spadaccino nasconde la sua arma tra le auto parcheggiate e fugge perdendosi fra le tenebre della notte. La spada sarà ritrovata dall’agente Csi Brenda Wyatt (Roxanne Hart) che da quel momento si metterà sulle tracce del presunto assassino.
Quest’uomo dall’identità misteriosa è Russel Edwin Nash (Cristopher Lambert), un affascinante quanto tenebroso antiquario che nasconde un lungo ed oscuro passato. Per la precisione un passato lungo quattro secoli essendo egli nato nelle Highlands scozzesi intorno al 1518 quando era meglio conosciuto come Connor MacLeod. MacLeod/Nash è un immortale, un uomo appartenente ad un ristretto gruppo di eletti che non possono morire se non per mano di uno di essi e non prima di essere decapitati. Dopo quattrocento anni una strana forza oscura richiama tutti gli immortali, sopravvissuti a secoli di duelli, all’adunanza finale che decreterà l’unico destinato a vivere e sopraffare tutti gli altri. L’adunanza è prevista proprio a New York e Nash non può sottrarsi al suo destino. Ne rimarrà soltanto uno.
Highlander – L’ultimo immortale
Highlander – L’ultimo immortale è un film del 1986 diretto da Russel Mulcahy e scritto a sei mani da Gregory Widen, Peter Bellwood e Larry Ferguson. Questo film ha rappresentato indubbiamente un cult per gli anni ’80 offrendo al pubblico una serie di peculiarità che hanno immediatamente catturato l’attenzione ed il gradimento degli spettatori. Da una sceneggiatura intrigante e romanzesca, ad un cast di primissimo livello, sino ad arrivare a effetti speciali che oggi possono apparire modesti se non pretestuosi ma per il tempo non comuni; e per finire una delle colonne sonore più indovinate di sempre.
Come detto il cast ha avuto un ruolo fondamentale per il successo del film: Cristopher Lambert, come confermerà la sua carriera successiva, non è certamente un attore di prim’ordine ma arriva a questo film nel momento giusto e con le caratteristiche adatte al personaggio. Il suo volto inespressivo e vagamente cupo è congeniale alla parte, Lambert appare perfetto nei panni del misterioso antiquario dal passato oscuro.
Ma sono altri due i personaggi rimasti scolpiti nell’immaginario collettivo: Ramirez interpretato da uno splendido Sean Connery e il Kurgan magistralmente impersonato dal bravissimo Clancy Brown.
Connery inizierà con questo film il primo di tre successi strepitosi in cui interpreterà tre dei suoi personaggi più indovinati e che apriranno la seconda e forse più appagante e riconosciuta parte della sua carriera artistica. Infatti Il nome della rosa di J.J.Annoud, in cui interpreta straordinariamente il domenicano Guglielmo da Baskerville è dello stesso anno di Highlander, mentre “Gli Intoccabili” di Coppola, in cui veste i panni del sergente Malone, è girato solo due anni dopo.
Oltre al cast, di Highlander – L’ultimo immortale rimane scolpita nella memoria l’indimenticabile colonna sonora firmata dai Queen, gruppo rock che proprio in quell’anno suggellava la sua straordinaria popolarità con lo storico concerto di Wembley.
Sette pezzi incredibili come Kind of magic, Princes of Universe, Hammer to fall e soprattutto la canzone che Freddie Mercury scrisse appositamente per il film e che più si identifica con esso: Who wants to live forever.
Il binomio film-Queen è apparso da subito come indissolubile e considerato il successo ed il seguito che la band inglese aveva in quel preciso momento possiamo tranquillamente affermare che proprio la popolarità dei Queen sia stata un traino determinante per il film stesso. A conferma di quanto la produzione volesse rimarcare questo legame ricordiamo il video-clip di Princes of Universe in cui Lambert duella armato di spada con lo stesso Freddie Mercury armato a sua volta con l’asta del microfono.
Highlander – L’ultimo immortale di Russel Mulcahy è avvincente e sorretto da una sceneggiatura complessa ma ben costruita, effetti speciali virtuosi e ambiziosi per il tempo, un cast indovinato e come detto una mitica colonna sonora. Ma allora perché oggi, dopo 25 anni, questo film non è ricordato da tutti come un cult o meglio come un film degno di considerazione? Molti ne sottolineano difetti e limiti legati ad attori poco apprezzati e capaci (Lambert appunto) oppure ad artifici tecnici pretestuosi e ridicoli. A rovinare la reputazione del film è in realtà qualcos’altro, un male ed una debolezza dell’industria cinematografica che negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede: l’inflazionamento incontrollato.
Cinque anni dopo Highlander – L’ultimo immortale viene girato, sempre ad opera di Russell Mulcahy, Highlander II e solo tre anni dopo il terzo drammatico capitolo diretto da A. Morahan.
Ma il processo irrefrenabile che porta ad inflazionare e quindi svalutare l’immagine dell’Highlander e del suo personaggio è solo all’inizio. Seguiranno infatti serie televisive, sequel e prequel oltre ad un ultimo tragico lungometraggio girato nel 2000 da D. Aarniokosky, Highlander. Endgame. Anche in quest’ultimo e pessimo prodotto cinematografico troviamo l’interpretazione di Lambert oltre che di Adrian Paul nei panni di Duncan MacLeod, il personaggio protagonista della serie tv. Questo eccessivo sfruttamento del proprio personaggio ne ha indubbiamente indebolito lo spessore e la credibilità, un errore che Lambert ha pagato a caro prezzo sulla sua pelle e sulla sua successiva carriera.
Il primo e apprezzabilissimo film di Highlander – L’ultimo immortale è di fatto rimasto vittima del suo stesso enorme successo che ha generato una pletora di scadenti imitazioni, surrogati e improbabili sequel. Abusare del successo ottenuto dal film e sfruttarne sino a distruggerla l’immagine, è un errore, per non dire orrore, che in questi ultimi anni si ripete ormai costantemente e scientificamente per ogni pellicola di successo.
Purtroppo lo scempio per quanto riguarda Highlander non sembra aver ancora fine; infatti dopo dieci anni i produttori di Hollywwod tornano alla carica e promettono un nuovo quanto improbabile capitolo della saga: un reboot previsto per il 2012 e con un cast ancora da scoprire. I diritti sono di proprietà della Summer Entertainment che dopo aver pensato al regista di Fast and Furious Justin Lin, ha dovuto virare su Juan Carlos Fresnadillo.
Ma le tragiche notizie non finiscono qui perché sembra ormai certo che la sceneggiatura sia stata affidata a Melissa Rosenberg già autrice della Twilight saga. Cosa possiamo dire? Il primo e martoriato film della serie Highlander si incentrava sulla mitica frase: “…ne rimarrà soltanto uno!”…noi dopo 25 anni ci chiediamo perché i produttori non abbiamo seguito questo saggio consiglio.
Midnight in Paris – Trailer Italiano
Il trailer italiano del film “Mezzanotte a Parigi (Midnight in Paris)” di Woody Allen, con Rachel McAdams, Marion Cotillard, Owen Wilson e Michael Sheen.







